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Un popolo che attende
Notizie testimonianze proposte per gli amici dei missionari BURUNDI CAMERUN CIAD CONGO R. D. MOZAMBICO SIERRA LEONE BANGLADESH FILIPPINE GIAPPONE INDONESIA TAIWAN THAILANDIA AMAZZONIA BRASILE COLOMBIA MESSICO CSAM Centro Saveriano Animazione Missionaria Via Piamarta, 9 - 25121 Brescia Tel. 030.3772780 – Fax 030.3772781 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore: Marcello Storgato Redazione: Diego Piovani Direttore responsabile: Marcello Storgato Regist. Trib. di PR 07-03-1967 - n. 400 Fruisce di contributi statali (legge 270/1990) 2015 APRILE n. 4 In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio P. T. Brescia C.M.P., detentore conto per la restituzione al mittente, che si impegna a pagare la relativa tariffa Un popolo che attende La gente in strada, segno di speranza L Piccolo ospite della Casa per bambini, Bukavu / foto G. Dovigo eggiamo nella Evangelii gaudium: “In una civiltà paradossalmente ferita dall’anonimato e, al tempo stesso, ossessionata per i dettagli della vita degli altri, spudoratamente malata di curiosità morbosa, la chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro tutte le volte che sia necessario” (n. 169). Questa frase di papa Francesco va presa sul serio. Mi torna spesso in mente in questi giorni, mentre percorro le strade della gente qui in Burundi, dove mi trovo da alcune settimane. Vedere gente, molta gente, lungo le strade è un segno di speranza e di pace: la gente qui sente subito quando la terra scotta e si chiude in casa sulle colline. Durante la guerra queste strade erano vuote e avvolte in un silenzio funebre; e chi vi si avventurava lo faceva con il cuore in gola e pregando il rosario con grande fervore. Parlo per esperienza… Verso una vita normale Oggi le strade sono piene di gente, uomini e donne che van- no e vengono, che chiacchierano tra di loro, ridono di quello che raccontano, si fermano a salutare e a bere nei piccoli bar, sostano ai mercatini improvvisati per comprare banane, pomodori, patate, cavoli e altri prodotti dei contadini. Sono frotte di scolari in uniforme che rumorosamente vanno a scuola o tornano a casa. E insieme a tutto questo mondo umano, pecore, capre, mucche e anche qualche scimmia che sopravvive in quella che era la foresta. Davvero c’è di tutto su queste strade controllate dai militari che, controvoglia, sono presenti con il loro kalashnikov e pattugliano le importanti arterie stradali. Passando in mezzo a questo mondo variegato e colorato, perché gli africani - soprattut- TUTTI DISCEPOLI MISSIONARI Il laicato ha una lunga storia di missione p. MARCELLO STORGATO, sx S ono tanti i modi per vivere l’unica missione di Cristo: vivere la fede che abbiamo ricevuto in dono e trasmetterla agli altri attraverso la predicazione del vangelo e la testimonianza della carità. Non è una missione “da specialisti”; è la missione di tutti i cristiani. Ce lo ricorda anche papa Francesco: “Tutti i battezzati sono chiamati a essere discepoli missionari, chiamati a portare il vangelo nel mondo; come discepoli riceviamo la fede e come missionari la trasmettiamo”. Come vivere tutti quest’unica missione della “chiesa in uscita”? Partire per un paese lontano non è una cosa praticabile da tutti. È già importante che siamo consapevoli di questa nostra vocazione e ci impegniamo ogni giorno a vivere la fede nella situazione socio culturale in cui ci troviamo. E poi oggi, anche nel nostro paese, cresce la presenza di persone e famiglie che non conoscono il vangelo di Cristo: avvicinarci a loro e far loro conoscere la nostra fede, è possibile e auspicabile. Questo ci rende già “discepoli missionari”. E il viaggio in missione? Negli anni recenti, molte diocesi e congregazioni hanno incrementato l’espediente di incoraggiare i laici - soprattutto giovani - a fare una “breve esperienza di missione”: i giovani partecipano ad alcuni incontri per prepararsi all’incontro con le culture; poi vengono accompagnati da una guida a visitare qualche missione in Africa, Asia o America latina. È una visita che fa molto bene a chi la compie. Non si tratta di “turismo missionario”, ma di un viaggio serio e motivato, che generalmente porta buoni frutti. Ma non è ancora “esperienza” missionaria… Non basta una “visita” per fare esperienza. Questa richiede maggiore coinvolgimento e sacrificio, come tutti sanno. La missione dei laici ha una storia lunga, più che millenaria. A parte il fatto che la missione cristiana è cominciata ben prima dell’istituzione del “clero”, la diffusione della fede cristiana ha avuto dagli inizi molti protagonisti laici, uomini e donne, single e coppie. Oggi possiamo dire che la missione laicale stia vivendo l’entusiasmo di una nuova primavera. “È cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici nella chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più rilevante nella diffusione del vangelo” (papa Francesco). Il bel racconto del missionario laico Francesco Bazzoli, pubblicato nelle pagine 4 e 5, su laici e laiche impegnati in Congo, è solo un primo tentativo, molto parziale, di parlare del coraggio della missione che ha investito tante persone, che hanno seguito e accompagnato, in amicizia, i saveriani in missione. Meriterebbero libri interi, per descrivere meglio ciò che sono e ciò che fanno: le loro convinzioni, la loro dedizione, e i miracoli di bontà che hanno compiuto. Il loro coinvolgimento è molto vario e qualificato, secondo i carismi e le professionalità personali. Risalta un metodo della missione originale ed entusiasmante, diverso dalla missione generalmente portata avanti da religiosi e preti. Giusta la domanda del missionario Bazzoli: “Come riuscire a coinvolgere i giovani a continuare questa entusiasmante e impegnativa missione, insieme ■ agli amici saveriani?”. Stampa: Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia Abbonamento annuo € 10,00 - Contiene I.R. Poste Italiane. Sped. A.P. D.L. 353 03 (conv. L.27/02/04 n° 46) art. 2, comma 2, DCB Brescia. Envoi par Abonnement Postal - Taxe Perçue p. GABRIELE FERRARI, sx to le africane - amano i colori sgargianti, è un trionfo dei colori che si inserisce nel contesto verde dell’ambiente. Guardando questa folla si vede l’anima di questo popolo sofferente, che ora si trova ancora una volta a un tornante critico della sua storia, vittima dell’ingordigia e della sete di potere di pochi signori che sfruttano questa gente e la fanno soffrire, intrattenendo una situazione intollerabile. Una nuova minaccia In questi ultimi mesi una nuova minaccia plana su questa popolazione inerme e indifesa: le prossime elezioni politiche che ogni cinque anni vengono ad agitare il Paese. Non si tratta, come dovrebbe essere, di un’occasione positiva per cambiare la situazione, ma un’ulteriore fonte di preoccupazione. Le prossime elezioni sono particolarmente critiche, perché l’attuale presidente, in linea con la migliore tradizione africana, non vuole lasciare il potere ma intende presentarsi una terza volta, anche se la costituzione lo proibisce. È vero che la gente non si lascia più imbrogliare dai politici e ha già mostrato di non gradire questa previsione. Ciò nonostante, il partito a cui appartiene il capo insiste e la tensione cresce. Martirio e schiavitù Anche l’assassinio delle nostre tre sorelle saveriane è entrata nella mescola del malcontento popolare, perché tutti chiedono di sapere la verità sui responsabili del fattaccio, visto che la versione ufficiale non convince nessuno. Lo si è visto e detto in un’oceanica manifestazione popolare, che ha sorpreso tutti per le sue dimensioni e per spontaneità. È bello e consolante vedere la gente che reagisce, ma quanta paura per l’avvenire! I ricordi della guerra civile sono ancora freschi. In questi giorni sono stato spettatore di una storia di schiavitù che mi ha impressionato. Una ragazzina esile, un’orfanella che avrà appena 10-12 anni, è stata incamminata… verso la schiavitù. La parola non è esagerata, perché la poveretta è stata mandata a servire in una famiglia della capitale che si permette di avere una “bonne”, una serva a basso costo e che la farà lavorare da mattina a sera, e non potrà lasciare la casa dei padroni neppure per la Messa domenicale… Che tristezza! La speranza nel cuore Il papa ha detto e ripetuto che la “tratta dei minori” è un crimine intollerabile, eppure esiste ed è praticata anche da cristiani che vanno in chiesa. La storia di questa bambina mi pare la parabola della condizione di tanti uomini e donne di questa nazione, che soffrono sotto il giogo dell’ingiustizia e non possono liberarsene. Il lato buono è che la gente oggi sta prendendo coscienza, ne soffre, prevede giorni difficili, e tuttavia non perde quella speranza che la fede cristiana ha seminato nel cuore di chi soffre, e qui celebra la Pasqua con tanto entusiasmo. “Il Signore è veramente risorto!”, e noi con lui! ■ 2015 aprile n. ANNO 68° 4 2 I nostri giovani dell’Amazzonia 3 Laici e saveriani: tanti anni d’amicizia 4/5 Vite offerte, non tolte 6 È risorto, e tutto è nuovo Il cibo è ciò che si condivide Laicato saveriano: Tombolata con i missionari malati Nomi e volti di persone... “carta argento” Perfido insulto a Cristo in croce 2015 APRILE M IS SION E E SPIRITO MISSIONE FAMIGLIA È risorto, e tutto è nuovo Le quattro figlie con il dono della profezia sr. TERESINA CAFFI, mM C LA PAROLA Passati quei giorni, uscimmo da Tiro e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti i discepoli, con mogli e figli, fino all’uscita della città. Inginocchiati sulla spiaggia, pregammo, 6poi ci salutammo a vicenda, noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case. 7 Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemaide, andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro. 8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarea; entrati nella casa di Filippo l’evangelista, che era uno dei Sette, restammo presso di lui. 9 Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. Atti 21, 8-9 5 Filippo aveva “quattro figlie vergini profetizzanti”, dice alla lettera il testo. Quattro parole come traccia di una realtà totalmente scinati da Cristo, abitati da una nità le ascoltava, a cominciare nuova. Luca non forza e da una luce particolari, dal loro padre Filippo. si sarebbe dato sceglievano un’esclusiva depena di parlare dizione a lui nella condizione Questo genere di vita ha della loro condidi verginità. Restavano nelle avuto nei secoli una lunga stozione di vergini, loro famiglie, vivevano la vita ria, di grandezza e anche di trase essa non avesse di tutti, ma tutti nella comunità dimento; si è talvolta complicacorrisposto a una sapevano della loro scelta. Che to fino a perdere la freschezza precisa scelta, in era a tutti d’incoraggiamento e di quel gesto unico. Decaduto, è nome della fede in annuncio particolare della forza rinato. E c’è da pensare che anGesù. Tracce antidel Risorto, capace di rapire dei che nei giorni che sono i nostri, che di una condiLi accolgono e accompagna- San Filippo diacono con santa Iris, una delle quattro figlie cuori giovani vincendo tutti i fain cui la bellezza del mondo e con il dono della profezia zione di vita che no famiglie, conquistate dalla scini del mondo. dell’amore trova nuovi liberati fu quella di Gesù buona notizia di Gesù: uomini, Le quattro ragazze profetizaccenti, non mancheranno mai me del Signore Gesù” (v. 13b). stesso e di diversi discepoli e donne, bambini che vivono orzavano, facendosi voce di Codonne e uomini folli che, non Lasciata Tolemaide, Paolo e discepole della prima ora, e che mai un’esistenza nuova. I tempi lui che le aveva conquistate, per disprezzo ma per dono ricecompagni giungono a Cesarea, fu presente fin dagli inizi nella dell’esclusione sono finiti, proparlavano di lui e raccontavano vuto, saranno nel mondo segni capitale politica dell’occupante chiesa. prio come Paolo aveva insegnala sua storia e le sue parole. Pointensi della forza e della bellezRomano in Palestina. Lì abita Ragazzi e ragazze che, affato: “Quanti siete stati battezzati tevano farlo, perché la comuza del Risorto. ■ Filippo, uno dei Sette che la in Cristo vi siete rivestiti di Cripersecuzione aveva disperso in sto. Non c’è giudeo né greco, Giudea, Samaria e oltre (8,1b). non c’è schiavo né libero; non MISSIONE GIOVANI Per nulla scoraggiato, Filipc’è maschio e femmina, perché po aveva riempito la Samaria tutti voi siete uno in Cristo Gedella gioia della buona notizia sù” (Gal 3,27s). e si era lasciato condurre dallo Invano, come Pietro un giorno Spirito fin sulla strada dell’eucon Gesù, le comunità cercano DIEGO PIOVANI - [email protected] nuco, perché tornasse in Etiodi dissuadere Paolo dal viaggio. pia dalla sua regina pieno della Egli, infatti, è “pronto anche a e che dice così. “Vita in te ci l recente festival di Sanraccontano le piccole sciagure gioia di Gesù. morire a Gerusalemme per il nocredo, le nebbie si diradano e remo erano in gara due quotidiane (e quanti di noi pooramai ti vedo, non è stato fagiovani comici, molto noti con trebbero aggiungerne altre, senMISSIONE BAMBINI cile uscire da un passato che mi il nome d’arte, che dice tutto: tite o vissute personalmente), e ha lavato l’anima, fino quasi a “Soliti idioti”. In veste ufficiaaddirittura spunta il desiderio renderla un po’ sdrucita. Vita le, invece, si presentavano con di non nascere mai, o di morire io ti credo, tu così purissima i cognomi Biggio e Mandelli, e velocemente per lamentarsi con p. OLIVIERO FERRO, sx da non sapere il modo, l’arte la loro canzone tutta ironica s’inDio, quale giudice-arbitro di ice il bambino: “Mamma, ho fame!”. E la mamma, subito, di difendermi e così ho vissutitolava, “Vita d’inferno”. Ecco questa partita chiamata vita. “La cerca di dargli qualcosa da mangiare. Quando è piccolo, gli to, quasi rotolandomi, per non parte del testo. vita è un’avventura misteriosa, dà il latte dal seno; poi, pian piano, lo abitua a cibi più solidi. Tutte dover ammettere d’aver per“Lasciatemi vi prego lamenbizzarra, sorprendente e capricle mamme del mondo fanno così. Ma in Africa, spesso ho visto che duto. Anche gli angeli capita tare di questa vita infame e inciosa”. È un altro verso della la mamma non sa cosa dargli, perché non c’è. a volte sai si sporcano, ma la generosa. È un cumulo continuo canzone, che va presa per un diLe mamme, pur lavorando molto, hanno niente o poco da dar da sofferenza tocca il limite e così di fatiche, di stress e patimenti vertente sfogo metropolitano, tra mangiare ai numerosi figli. Spesso i bambini vanno a scuola senza cancella tutto e rinasce un fiore senza posa. Ho comperato un sacro e profano, con un fondo di aver fatto colazione. sopra un fatto brutto. Siamo antablet con wi-fi, la connessione verità, a cui andrebbe aggiunto Passano tutta la giorgeli con le rughe un po’ feroci non funziona mai. E all’ora delun pizzico di speranza in più. nata a stomaco vuoto sugli zigomi, forse un po’ più la Champions league, mio figlio Di ben altro segno è la cano con qualcosa che gli stanchi ma più liberi, urgenti di vuol vedere Peppa pig… In cerzone di Lucio Dalla di oltre amici condividono tra un amore, che raggiunge chi lo ca di un parcheggio, ho perso un vent’anni fa, intitolata “Vita”, loro. Il bambino ha vuole respirare…”. pomeriggio, la sera al risempre rispetto per Non sono paragonabistorante m’han lasciato in suo padre, che lo ha li i due testi, gli autori, le mutande e al mattino... mi riconosciuto e fatto età e i messaggi. Però, se sveglio e m’han fregato il entrare nella famiglia. alla vita d’inferno aggiunmotorino. Vita d’inferno, Non sempre, bisogna giamo le prove che prima fortuna che non dura che dirlo, il padre si sente o poi la vita ci pone sul in eterno; vita d’inferno responsabile dei figli… cammino, è bello poter Il vero pasto, l’unise lo sapevo prima rimadire “vita in te ci credo, co, è quello della senevo dentro l’utero mara, quando la mamma …nasce sempre un fiore terno… Vita d’inferno, torna a casa dai campi. sopra un fatto brutto”. E si soffre sia d’estate che Ma non è pronto: bisogna prepararlo insieme. Ma poi i bambini anche l’immagine umana d’inverno, vita d’inferno, L’albero della vita, piccoli hanno diritto solo ai… “resti”, dopo che gli adulti hanno di angeli che si sporcano ho voglia di morire e an- simbolo di Expo 2015 mangiato la loro parte. con la vita, non ricorda dare a dire due parole al Siedono insieme, intorno a un unico piatto, e prendono dei puforse quella di Gesù, che Padreterno…”. gnetti di riso o di manioca e mangiano avidamente, in silenzio. come uomo ha vissuto ed Non è proprio la viPoi, qualcuno va a curiosare dalla mamma per vedere se è rimasto è morto sulla croce? ta… spericolata degli qualcosa del pasto degli adulti. C’è sempre qualcosa, e felice lo La vita ti sconfigge a un anni ’80 di Vasco Rossi, porta ai fratellini e alle sorelline, e velocemente finiscono tutto, metro dal traguardo, ti traquella che affrontava il senza lasciare traccia. Loro si accontentano, sperando che la prossidisce quando pensi di estempo sfidandolo, desima volta ci sia qualcosa di più, da condividere insieme. sere invincibile, ma è bello farsi deroso di vivere ogni esperienza INTENZIONE MISSIONARIA Una scena è sempre rimasta nei miei occhi, e anche mia madre sorprendere quando tocchi il lisenza filtri. Però, il duo comico E PREGHIERA DEL MESE l’ha vista quando è venuta in Africa: osservare i bambini che ricemite… È più adrenalinico di un d’oggi in parte c’azzecca. È la vono delle caramelle; tolta la carta, un bambino comincia a leccare I cristiani perseguitati sensorpasso in galleria, di una busticanzone del precariato cronico, la caramella e poi la passa a un altro. Insomma, i poveri sanno contano la presenza confortante na di droga fuori dalla scuola, di di generazioni che trovano tutto dividere anche una caramella, senza problemi… igienici. del Signore e la solidarietà di un gol vittoria all’ultimo minuto. più complicato e che talvolta tutIl “cibo” è ciò che si mangia. Ma in Africa ha un significato più tutta la chiesa. È la speranza che ogni anno arto si complicano. profondo: è ciò che si condivide. Non ha senso mangiare da soli. Gli uomini imparino a ririva con la Pasqua per rianimare i Nella consapevolezza di dover Da solo mangia chi non è in amicizia, in comunione con gli altri. spettare il creato e a custo■ nostri cuori. Da rimanere senza parole! ■ remare spesso controcorrente, si omunità di credenti - uomini, donne, bambini - nascono grazie all’annuncio dei testimoni del Risorto: coloro che lo hanno visto, come Paolo; coloro che pur non avendo visto hanno creduto, come Luca, che con il “noi” del suo racconto sembra segnalare la sua presenza. Il piccolo gruppo di Paolo e compagni, nel suo viaggio da Efeso alle città costiere di Tiro, Tolemaide e Cesarea, verso Gerusalemme, è ospite delle comunità cristiane. Un calore d’affetto intenso segna tutti questi incontri. Non è solo vita... d’inferno! A IL CIBO È CIÒ CHE SI CONDIVIDE foto S. Benedetti D 2 dirlo come dono di Dio. Conforti: “Il cuore è fatto per amare il nostro vero bene”. 2015 APRILE V ITA SAV ERIA N A I nostri giovani dell’Amazzonia Sono un missionario fortunato, ma... si presta per A baetetuba scrivere una tesi di laurea: è una città di estuario sul grande Rio delle Amazzoni, ha tante piccole chiese ‘evangeliche’ che nascono come i funghi nella stagione delle piogge, e tante feste patronali cattoliche ogni domenica nella stagione secca; una città di centomila abitanti, senza autobus e con oltre mille moto-taxi; una città bombardata dalla propaganda per i giochi d’azzardo e da discoteche in mezzo all’abitato; una città con 30% del PIL proveniente da furti e narcotraffico... Una città così merita davvero una tesi di laurea in “studi sociali”. Ma vorrei dire qualcosa, in particolare, sui giovani di Abaetetuba. Io sono un missionario fortunato, attorniato da un centinaio di giovani, di età dai 16 ai 29 anni. Si tratta di giovani di periferia, con poco studio, perché chi riesce a entrare all’università si trasferisce a Belém dove sono concentrati gli atenei. I miei giovani, organizzati in cinque gruppi, svolgono attivi- tà sportive, culturali e religiose (ad esempio, le “visite missionarie”). Ma non è tutto rose e fiori... Ci sono delle vedute divergenti tra me e molti di loro. La coscienza e la politica Io favorisco la formazione della coscienza e della personalità dei giovani, insistendo sulla dignità e libertà della persona. Essi però sono bombardati dai media, schiavi dell’insicurezza del domani al punto di fare esami e concorsi senza fine. Corrono, dormono poco e mangiano male. Non voglio che i giovani siano “analfabeti politici”. Spiego loro il dna dei partiti: i partiti di destra, preoccupati per la stabilità monetaria e l’aumento della ricchezza; quelli di sinistra, preoccupati per il benessere delle persone e dell’ambiente. Ma in Brasile ci sono 30 partiti (più altrettanti in attesa di approvazione), tutti “fisiologici”, salvo un paio di eccezioni, tutti con programma di destra (come ordina il neoliberalismo) anche se sono nati di sinistra. p. ARNALDO DE VIDI, sx Il vangelo e le sette Io commento con i giovani il vangelo: Gesù Cristo ci ha annunciato e portato il regno di Dio, un mondo riconciliato con Dio e con ogni essere vivente, un mondo di discepoli che rompono con il potere che schiavizza e lottano contro l’ingiustizia e l’esclusione, in favore della civiltà dell’amore. Ma qui in Amazzonia nascono - e diventano moda - movimenti alienati, perfino cattolici, come quello degli “schiavi di Maria”, che portano alla caviglia una catena chiusa da un lucchetto. Io invito i giovani all’equilibrio. Ma essi sono tentati dalla droga che devasta e da varie forme di riscatto equivoche, perfino militarizzate: un giovane ex-drogato è partito per aderire al gruppo paramilitare della mega-setta “chiesa universale del regno di Dio”; là il loro ‘vescovo’ grida: “Che cosa volete?”, e i ‘probandi’ urlano “L’altare!”... Il giovane diventerà “gladiatore dell’altare”, con tanto di divisa e di scudo. Gandhi e gli smart-phone Io invito i giovani a diventare “mahatma”, anime grandi, di ampia visione, come Gandhi. Ma alcuni si credono detentori della verità e considerano nemici coloro che pensano in modo differente. La mentalità integralista e intollerante di Isis e AlQaeda (e perfino del nazismo) arriva fin qui, in questo angolo d’Amazzonia. Io apro una biblioteca e la fornisco delle migliori pubblicazioni. Ma i giovani sono legati a facebook, i-pod, whatsapp, twitter, smart-phone... Un dubbio e una sfida Un dubbio: i giovani di qui sono eccezione, o sono un campione della gioventù e dell’intera società post-moderna del pianeta? Essi suggeriscono la complessità, la liquidità e la decadenza. Ci dicono che il nostro non è tempo di routine e di lavoro sistematico, ma di diversione quotidiana (divertirsi è diventato il duro mestiere!); non è tempo Padre Arnaldo De Vidi con la statuetta di san Guido Conforti all’esterno della parrocchia “San Guido Conforti”, ad Abaetetuba di tradizioni e di perseveranza, ma di novità e di capriccio; non è tempo di identità culturale e di armonia, ma da camaleonti. Pessimismo? No, ma una sfida per la mia fede. “Per ogni notte buia che il sole oscurerà, amici miei, poi ci sarà un’alba chiara in più”: è l’alba della Pasqua. ■ LAICATO SAVERIANO Una tombolata con i missionari malati MARIA ROSARIA VIRGALLITA A me il carnevale non è mai piaciuto molto. Eppure quest’anno una strana “forza” mi ha spinto a mascherarmi: è la “forza” dei missionari che vivono nell’infermeria della casa madre dei saveriani a Parma. D’accordo con i responsabili dell’infermeria, con gli altri volontari e volontarie abbiamo organizzato una tombolata per regalare un paio d’ore di svago e qualche dolcetto ai missionari anziani e malati. Giovedì grasso alle ore 15, sono arrivata mascherata da geisha. Provavo disagio e imbarazzo, ma tutto è sparito al vedere l’ilarità sui volti di tutti. Quando organizziamo questi incontri festosi, leggiamo negli occhi dei missionari una luce diversa: si accende in loro la gioia di rompere la solita routine. E avvertiamo anche una certa malinconia per la loro condizione di infermità. Ci sembra che mentre sorridono sorpresi e divertiti nell’anima, sul volto scendono delle lacrime di malinconia. È comprensibile! La tombolata è andata bene: ciascuno ha vinto un piccolo premio e il pomeriggio è trascorso tra schiamazzi di trombette, risate, coriandoli…, mentre io “davo i numeri” estratti per la tombola e le gustose chiacchiere di carnevale si scioglievano in bocca. Alle 17, il trucco si è sciolto e noi, volontarie e volontari abbiamo ripreso il nostro ordinario servizio. Ma cosa significa essere volontari all’infermeria dei saveriani? Ecco la mia esperienza personale. Da quando frequento i saveriani ho sempre sentito parlare del “quarto piano”, dove si trova l’infermeria della casa madre. Un giorno, un po’ per caso, ci sono capitata e ne sono rimasta colpita: qualcosa si è mosso in me e così ha avuto inizio la mia “vocazione”. Per me non è un servizio, ma un privilegio: il privilegio d’incontrare persone nella loro fragilità fisica, mentale, emotiva; quella fragilità che spesso tendiamo a nascondere, ma che è propria dell’essere uomo. Lì sono in contatto con l’uomo e con il missionario “malato”. Dedicare qualche pomeriggio a loro non è solo prestare un servizio utile, ma è andare incontro al fratello e farsi suo prossimo. Pur nella malattia e nell’età avanzata, ogni fratello possiede una ricchezza umana e spirituale enorme: la sua esperienza e saggezza. Il volontario è come un Cireneo, che per qualche istante cerca di rendere meno dolorosa la croce del malato, per dirgli: “Non sei solo, sono qui con te”. Abbiamo una funzione analgesica: non risolviamo problemi, ma condividiamo qualche ora della nostra vita con loro. L’assistente p. Pedro Olvera strombazza con p. Michelangelo Pennino, alla festicciola di carnevale con i missionari dell’infermeria CONFORTI: 150 ANNI DALLA NASCITA Il 30 marzo 2015 inizia il 150° anniversario della nascita di san Guido Conforti, fondatore dei missionari saveriani. Il superiore generale p. Luigi Menegazzo, per l’occasione, ha inviato una lettera speciale per incoraggiare i missionari e tutti gli amici a imitare il suo zelo apostolico e a vivere il suo carisma di evangelizzatore e animatore. “Il 2015 è un tempo speciale per la nostra famiglia saveriana: celebriamo il 150° anniversario della nascita di san Guido Conforti… Viviamo nella fede, nel ringraziamento e nella coerenza di vita, personalmente e comunitariamente questo evento provvidenziale”, con queste parole p. Luigi ha presentato la sua lettera. ■ IL VESCOVO EMERITO AL FORUM DI TUNISI Mons. Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni (Sierra Leone), dalla Sierra Leone ha deviato per Tunisi, per partecipare al Forum sociale mondiale, dal 24 al 28 marzo. Nonostante l’attentato terroristico al Museo Bardo, il Forum si è tenuto proprio per non cedere alla paura del terrore. Con 70mila partecipanti da tutto il mondo, si inizia a scrivere la “Carta internazionale contro il terrorismo”, con l’apporto della società civile mondiale. Afferma mons. Giorgio: “La volontà di non lasciarsi intimorire dal terrorismo è chiara. Siamo sotto il patrocinio di san Giuseppe”. ■ ANIMATORI SAVERIANI AD ASSISI Dal 9 al 13 marzo un bel gruppo di saveriani animatori dei giovani in Italia si sono riuniti ad Assisi, presso la basilica Santa Maria degli Angeli, per vivere un’esperienza di fraternità. “È il quarto anno che partecipiamo a questo appuntamento che si rivela sempre vitale, interessante, rigenerante”, racconta p. Benjamin, animatore nelle Marche. “Quattro giorni lontano da ogni corsa, in disparte, per vivere il fascino della gratuità, dell’ascolto e dell’apertura di sé agli altri: raccontare la propria vita, le gioie e le fatiche, gli orizzonti che si aprono davanti, la gioia di vivere insieme l’impareggiabile dono della vocazione missionaria saveriana, in questo momento della nostra vita e della nostra società”. Per entrare nella dinamica del raccontarsi, i partecipanti sono stati aiutati da don Gabriel Guinzi, salesiano dell’Ups. I dieci saveriani animatori giovanili, partecipanti alle giornate di fraternità ad Assisi Il soggiorno ha compreso anche una piccola gita a Spoleto e a Spello. “Solo chi vive un clima di famiglia può realizzare il sogno di san Guido Conforti: fare del mondo un’unica famiglia”, ha concluso p. Benjamin. ■ MATTEVI P. PIO, IL TRENTINO GENEROSO Padre Pio Mattevi, Gresta di Segonzano (TN) 5.5.1938 - Parma 21.2.2015 Da ragazzo amava scendere fino a valle, raccogliere sassolini di ghiaia e smussarli fino a farli diventare biglie perfette: “erano le migliori e tutti le volevano!”, raccontava sorridendo compiaciuto. Nato a Gresta di Segonzano (Trento) il 5 maggio 1938, Pio era entrato in seminario di Trento alle medie. Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1964 era entrato in noviziato, divenendo saveriano il 3 ottobre dell’anno seguente. È subito partito per la missione in Bangladesh, dove vi rimase (con l’intervallo di cinque anni in Usa) fino al 2014, servendo in impegni pastorali e amministrativi, sempre con grande generosità e dedizione. Morto il 21 febbraio a Parma, è stato sepolto nel paese natale, tra i monti e le valli del Trenti■ no, come suo desiderio. 3 2015 APRILE LAICI E SAVERIANI: TANTI ANNI D’AMICIZIA MISSIONARIA LAICI MISSIONARI SONO TANTI A FARE IL BENE Quando un progetto attira l’altro FRANCESCO BAZZOLI Lino, il simpatico fornaio l mio terzo viaggio nel 1986, venne con me anche Lino Ravasi, che si era liberato per un mese dal panificio dove lavorava. Nella missione di Mulenge vivevano p. Tonino Manzotti e p. Chui Romero. Noi due aiutavamo fratel Luciano Ghini nell’ampliamento della missione. Raggiunta l’età della pensione, il simpatico Lino si aggregò alla comunità di Goma dove p. Silvio Turazzi con le laiche consacrate Edda, Paola, Luisa e Antonina avevano fondato “Muungano”, un’associazione a sostegno dei disabili e in aiuto della povera gente. Uomo buono, semplice, disponibile, sempre con la sigaretta in bocca, Lino era molto conosciuto dai ragazzi di strada e dalla gente povera. Nelle prigioni, trattava con detenuti e soldati con semplicità e affabilità. Si è sposato con Caterina, una brava donna congolese, da cui ha avuto due simpatici bambini: Achille e Maria Silvia. Da alcuni anni, la famiglia Ravasi vive a Vicomero (Parma), nella comunità di accoglienza fondata e guidata da p. Silvio Turazzi ed Edda Colla (www. muungano,it). A Antonio con p. Gianni Brentegani a Kilomoni Antonio, il tuttofare silenzioso Nella missione di Nakiliza c’era anche Antonio Paggi, amico di Giusi. In quel periodo io conobbi Marina; dopo il matrimonio, l’Avsi ci inviò a Fisi, per iniziare la costruzione dell’ospedale. Antonio mi sostituì nel lavoro di costruzione dell’ambulatorio. Buono, calmo, posato, di poche parole, Antonio aveva un ottimo rapporto con gli operai e con la gente, ma è dovuto rientrare in Italia per riprendere il suo lavoro. Raggiunta l’età di pensione, è tornato a Kitutu come tuttofare. Anche le suore apprezzano molto le sue capacità manuali e suor Lucia (delle dorotee di Venezia) lo chiama in Camerun per seguire la costruzione della loro casa. Vi resta un anno, perché a Kilomoni occorre un aiuto a p. Piero Mazzocchin nel progetto di costruzione della nuova missione dei saveriani, a pochi chilometri dal confine con il Burundi. Poi, a causa di un incidente stradale, un assalto alla missione di Kavimvira e la prolungata instabilità, Antonio si demoralizza e non se la sente di continuare. Ora è in Italia e continua ad aiutare i missionari, inviando macchine per una scuola di arti e mestieri. C i vogliono due polmoni per respirare bene. E i saveriani da soli non bastano per portare avanti la missione. Se non fosse per il contributo prezioso, la vocazione e l’amicizia sincera di numerosi volontari laici e laiche, tanti progetti e sogni sarebbero rimasti irrealizzati. Non c’è qualcuno più importante di un altro: ognuno contribuisce per quello che è, e la generosità è sempre tanta. “Con loro abbiamo lavorato, pregato, pianto, gioito, trepidato. Abbiamo rischiato allo stesso modo nei momenti difficili; abbiamo condiviso i problemi, i bisogni, i pensieri della gente; abbiamo conquistato la loro fiducia; ci siamo anche scontrati a volte, perché così accade nelle migliori famiglie, ma ciò non ha impedito di lavorare bene, stando gomito a gomito nelle missioni più impegnative, dove unire le forze diventa necessario, indispensabile. E non importa fosse Africa, Asia o America latina”. Francesco Bazzoli, di Rivoltella del Garda (BS), uno di questi volontari, ha raccontato le storie di alcuni compagni di viaggio nel contesto limitato alla missione saveriana in Congo-Zaire. Un viaggio iniziato trent’anni fa e che ancora oggi continua, nonostante il trascorrere del tempo e le difficoltà inevitabili, dovute anche alla salute e alle vicende famigliari di ciascuno. Lo ringraziamo per questo bel contributo, che non può comprendere tutti e tutte - davvero tanti! - ma che idealmente noi abbracciamo con gratitudine e ammirazione. Mauro Montagna (nella foto con il giovane p. Della Pietra) è l’uomo dalle mani d’oro: dove c’è una cosa rotta lui l’aggiusta. Non c’è macchina o motore che non sappia riparare. Dopo aver assistito sua madre e aver cessato l’attività, consigliato da don Alfredo Ferrari, fidei donum aggregato ai saveriani, Mauro entra a far parte della grande famiglia saveriana come “associato”. Gestisce l’officina della casa religiosa di Bukavu, sostituendo egregiamente p. Giuseppe Crippa, che del garage era stato il fondatore (morto a ottobre del 2009). Di Mauro si può veramente dire che “tutti lo vogliono, tutti lo cercano”. Lui deve ascoltate e aiutare chiunque: riparare la macchina o il gruppo elettrogeno, rimediare a una perdita d’acqua, cambiare un pannello solare... Si fa notare per la sua pipa sempre in bocca. COSÌ È COMINCIATA LA MIA MISSIONE FRANCESCO BAZZOLI Parlando con il compaesano p. Gianni Brentegani, gli chiesi di poter vivere un’esperienza missionaria in Africa. Mi indirizzò alla comunità saveriana di Cremona e partecipai a diversi incontri. Conoscendo un po’ di francese i missionari mi indicarono lo Zaire, come luogo più adatto per me. Con altri dieci amici, nell’estate 1984, partimmo per Bujumbura, in Burundi. Ad attenderci c’era p. Palmiro Cima, che ci accolse con allegria e ci stupì subito per la sua intraprendenza nello sbrigare le formalità doganali e nel trattare con i militari. Ci ha subito informato sulla situazione politica, la vita della gente e su come comportarci in missione. Poi, attraversato il confine con lo Zaire (RD Congo), dopo diverse ore di viaggio siamo arrivati a Kidoti. Qui ci hanno accolto p. Battista Barbeno e p. Gianni Magnaguagno. È cominciata così la mia amicizia e collaborazione con i saveriani, durata tanti anni, e spero che continui a lungo. Ho voluto raccontarvi qualcosa dei laici e delle laiche che ho conosciuto in questa vasta missione congolese in Africa: hanno contribuito in modo valido alla costruzione di opere per la testimonianza evangelica. Con loro ho condiviso momenti belli e faticosi. 4 DIEGO PIOVANI Mauro: mani d’oro e pipa in bocca Davide e tanti altri giovani Francesco Bazzoli... nella botte! LAICHE MISSIONARIE NOMI E VOLTI DI PERSONE... “CARTA ARGENTO” Dopo tanti anni di missione insieme, mi domando: come riuscire a coinvolgere i giovani a continuare questa entusiasmante e impegnativa missione, insieme agli amici saveriani? Spero che l’entusiasmo, il lavoro, la testimonianza di questi volontari - che ho brevemente presentato - e di molti altri e altre, possano trasferirsi in tanti altri giovani, che non hanno paura a impegnarsi per la missione. Confido anche che i saveriani proseguano in modo convinto e costante nell’animazione dei giovani per la missione. Perché le persone che ho descritto sono già da… “carta argento”. Da sinistra: padre Dovigo, Ernesto Colombo, Davide e p. Pretel a Bukavu A dare una mano a Ernesto, in questi ultimi tempi a Bukavu, c’è anche Davide della Val di Ledro (TN). Giovane di appena 22 anni, ha la tecnica e la praticità di un esperto. Ha studiato edilizia e lavora come muratore e boscaiolo. Disponibile, non conosce ostacoli, procede con energia, convinto di quello che fa. Moreno, Davide, Angelo, Sabrina, Francesca, Paola, Giovanna, Albertone, Andrea e tanti altri giovani hanno conosciuto per un breve periodo la realtà della missione, portandovi un po’ di gioia e di sapori italiani. E hanno raccolto la speranza e la tenacia della gente congolese che li ha accolti. ■ La scommessa è coinvolgere altri giovani, perché si appassionino alla missione e raccolgano l’eredità preziosa di queste persone che hanno investito le proprie risorse migliori per aiutare i più poveri. Ce n’è bisogno: c’è bisogno del loro entusiasmo, che contribuisce a superare ogni paura. ■ foto archivio MS / Francesco Bazzoli sulla strada per Baraka, in Congo RD IN COPPIA È TUTTA UN’ALTRA COSA! Se la famiglia va in missione... FRANCESCO BAZZOLI la missione in coppia è più complicato, ma non V ivere impossibile. Ecco tre coppie missionarie che ce l’hanno fatta, e bene! Gianni e Gabriella: famiglia in Africa Giovani sposi, Gabriella e Gianni Santolin sono partiti per lo Zaire nel 1978. Hanno lavorato prima a Mungombe e poi all’economato nella diocesi Uvira, con l’incarico di seguire le varie costruzioni: chiese, case, scuole… Ma per Gianni e Gabriella è importante soprattutto l’educazione delle donne. Con la loro bambina nata in Africa, hanno vissuto come parte integrante della comunità, insieme ai saveriani e con la gente del posto. Rientrati in Italia, dopo tre anni sono tornati a Uvira con un’altra bimba e vi sono rimasti ancora due anni. Le piccole Sara e Lisa portavano gioia nella comunità saveriana e alla gente… Nel 2009 Gianni è chiamato da p. Franco Bordignon per coordinare i lavori di costruzione del nuovo ospedale a Kamanyola, voluto fortemente dal compianto p. Giuseppe Crippa, con il sostegno della sua famiglia e di tanti amici e benefattori. Nell’ultimo periodo, Gabriella e Gianni hanno subito anche due imboscate da parte dei banditi, ma per fortuna tutto è finito senza gravi conseguenze. Gianni è tornato in Italia nel 2011. Ora deve lavorare ancora sei anni per raggiungere l’agognata pensione! La loro è una famiglia “affidataria”: spesso accolgono bambini in difficoltà, soprattutto africani. Ernesto e Mariuccia: un filo diretto Mariuccia ed Ernesto Colombo, nonni in pensione, sono una coppia di Desio (MB). Sono volontari nella comunità saveriana in cucina e nei vari lavori di manutenzione della casa e del parco. Sono anche promotori di iniziative per raccogliere fondi da inviare in missione. Sono andati a Bukavu la prima volta nel 2006, per fare una visita all’amico saveriano p. Giuseppe Dovigo, che nel frattempo era stato trasferito nella capitale, a Kinshasa. Io li ho trovati un po’ spaesati e ho fatto loro da “cicerone”, guidandoli a vedere varie realtà della vasta missione. Nel periodo del loro soggiorno congolese, i missionari recuperano qualche chilo, grazie alle delizie del palato che Mariuccia riesce a combinare con pochi ingredienti. E i magazzini sono spolverati e sistemati, grazie al lavoro paziente di Ernesto. Ogni anno i due coniugi si propongono un piccolo progetto, cercano i fondi tra amici, e tornano in Congo per seguire i lavori e per verificare i lavori dell’anno precedente. Mariuccia è l’animatrice della vendita di vestiti e di oggetti usati; ed è meravigliosa quando ogni anno organizza, con le amiche, la cena di beneficienza per 200 persone. Per il prossimo viaggio, Ernesto ha in programma una conduttura d’acqua a Panzi, quartiere di Bukavu. Giovanna e Paolo: coinvolgenti Giovanna e Paolo Volta sono i coniugi parmensi che hanno aperto la strada per un progetto di collaborazione tra i volontari saveriani per la missione. Per fare ciò, insieme al movimento dei “laici saveriani”, essi hanno costruito una loro casetta a Goma. Giovanna seguiva specialmente i pigmei batwa, mentre suo marito Paolo, psichiatra, collaborava con gli ospedali locali per i molti casi di malati mentali. A Parma ora Giovanna e Paolo, oltre a seguire i nipotini, vivono nella “Fraternità” dei laici saveriani in Viale Mentana, e sono sempre impegnati a sostenere il progetto “Muungano” di Goma, dove tornano spesso e volentieri. ■ L’UNICA MISSIONE COMUNE Donne appassionate per Cristo FRANCESCO BAZZOLI Natalina e le bambine “streghette” atalina Isella, italiana della provincia di Lecco, vive in Congo dal 1976. A 12 anni aveva contratto la poliomielite ed era stata curata con amore dalla famiglia. Seconda di quattro figlie, si è sentita privilegiata dai genitori, che le hanno dato la possibilità di studiare. Arrivata a Bukavu, ha manifestato la sua sensibilità per i bambini più deboli, quelli lasciati a casa, senza poter andare a scuola. “Oggi - scrive Natalina - mi occupo dei bambini emarginati, in particolare delle bambine accusate di stregoneria. Genitori e persone adulte accusano le bambine di essere la causa delle loro difficoltà e malattie, quando invece la colpa è solo loro. Cercano soluzioni in falsi incontri di preghiera, da dove poi arrivano le accuse infamanti sui più deboli. La mia gioia è veder sorridere questi bambini. Il loro sorriso mi commuove e mi dà forza. E la mia più grande felicità è quando la bambina rifiutata ritrova l’affetto della famiglia, che chiede perdono. Questo può avvenire solo dopo un lungo e paziente lavoro di mediazione”. Il centro di Natalina a Bukavu porta il nome di “Ek’ abana - Casa per bambini”. È un piccolo complesso sul pendio di una collina di Bukavu, nascosto tra tante altre case, ma è ammirevole per l’ordine e l’accoglienza. Ospita una trentina di bambine e bambini, ritenuti colpevoli di stregoneria o rifiutati dalle famiglie. Natalina è gentile, di gran cuore, materna. I bambini, dopo le tristi esperienze, qui si sentono a casa, sorridono. A tre anni, abbandonato dalla mamma, all’inizio Denis rifiutava tutto e tutti. Oggi, corre, gioca, dà la mano e abbraccia. Un giorno, alla visita inaspettata della mamma, è subito diventato triste e ha rifiutato l’abbraccio (con la collaborazione di p. Giuseppe Dovigo, sx). N 2015 APRILE Lucia e Mariuccia, “Cuori amici”! Ho incontrato Lucia RobLucia e Mariuccia hanno ricevuto il premio missionario “Cuore ba nel 1988: io Amico” nel 2012, a Brescia stavo partendo da Bukavu per rientrare in Italia, e lei andava a Kampene, inviata dall’ong CVM (Centro volontari marchigiani) come infermiera e strumentista. Donna forte e decisa, da allora Lucia è sempre rimasta sul posto, anche quando il CVM ha concluso l’attività. Si è messa a disposizione della diocesi di Kasongo e, con il sostegno dei saveriani, ha continuato nella gestione dell’ospedale. Mariuccia Gorla era arrivata in Zaire nel 1985, insieme a Maria Borlotti e a don Agostino. Il vescovo locale non voleva “laiche” in diocesi; perciò si sono trasferite a Kampene, in diocesi di Kasongo: una missione isolata a cui si arriva solo in aereo! Mariuccia lavora alla formazione e alfabetizzazione delle donne, aiutandole anche a sviluppare l’agricoltura con nuovi ortaggi, ad allevare pollame e a fare sapone, così da renderle autonome e indipendenti. Piccolina e minuta, Mariuccia si confonde con la gente sentendosi una di loro. Nelle scorribande della guerra Lucia e Mariuccia, con altri missionari, sono state sequestrate e costrette a camminare per 500 chilometri nei disagi della foresta. Ho soggiornato da loro per alcuni periodi, per aiutarle in alcuni lavori di manutenzione dell’ospedale. Ho notato che vivono in grande povertà, condividendo con la gente i sacrifici e le privazioni della foresta, e distribuiscono tutti gli aiuti che ricevono. Nel 2012 Lucia e Mariuccia hanno ricevuto il premio “Cuore Amico” (Brescia), nella sezione “laici”, per la loro lunga e proficua attività missionaria. La guerra e l’instabilità non le hanno scoraggiate e sono ancora saldamente in attività a Kampene. ■ LE DONNE DI “MUUNGANO” FRANCESCO BAZZOLI Nei miei vari viaggi, ho avuto molte occasioni di essere ospite della comunità “Muungano” a Goma, dove con p. Silvio Turazzi vivevano alcune laiche consacrate. Edda Colla, una donna parmense molto forte e pratica, che assiste ancor’oggi p. Silvio nella sua disabilità motoria. Seguivano il centro per disabili, i carcerati delle prigioni di Goma e la formazione delle donne, con un centro nutrizionale e di artigianato locale. Ora a Vicomero, appena fuori dalla città di Parma, hanno una casa di accoglienza per immigrati, con il nome di “Fraternità missionaria”. Ernesto e Mariuccia con Natalina a “Ek’abana”, Bukavu (Congo RD) Giusi e il suo ambulatorio Nel mio terzo viaggio in Zaire incontrai anche Giusi Agosti, che mi propose di aiutarla nel progetto di costruire e aprire un ambulatorio con l’ong Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale, di Milano). Accettai e mi trovai con lei a Nakiliza, assieme al compianto p. Evasio Grigis, p. Gianni Magnaguagno, p. Santino Festa e fratel Gaetano Raumer. Giusi era un’ottima infermiera, sempre serena, impegnata nell’ambulatorio e nella promozione sociale delle donne. Lavorava in situazioni difficili e con pochi mezzi, ma con alta professionalità, e le code fuori del suo ambulatorio erano sempre lunghe. Non aveva paura di eseguire anche piccoli interventi chirurgici e aiutava molte persone con la pranoterapia. Dopo vari anni trascorsi nella missione di Kampene, Giusi si spostò nella città di Bukavu, dove ha aperto il centro sanitario “Mamma della pace”. Scoppiata la guerra tra tutsi e hutu, è dovuta rientrare in Italia con Merj, una congolese orfana per la morte della madre durante il parto. Luisa Flisi, insegnante di lettere a Parma, è una donna semplice, dolce, sempre sorridente e accogliente. Seguiva i casi disperati della città di Goma. Ora segue un bel progetto per assistere persone affette da aids. Ha ricevuto nel 2010 il premio “Cuore Amico”, l’Oscar bresciano per le attività missionarie. Antonina Lo Schiavo è una professoressa di Castellabate (SA).Ha sempre seguito le ragazze e ora dirige una sua scuola. Le giovani le sono molto affezionate perché apprendono a leggere e scrivere e a cucire, per essere autonome e indipendenti. Anche nei tempi duri della guerra tra tutsi e hutu, Antonina è sempre stata con la povera gente, condividendo anche gravi difficoltà. Paola Mugetti, anche lei parmense, condivideva con Edda l’aiuto a p. Silvio (nella foto, le ha ceduto la sua carrozzina). Donna minutina, molto sensibile e premurosa, era sempre preoccupata a fare star bene la gente. Un brutto incidente l’ha portata in cielo (29 giugno 1995), da dove sicuramente ci aiuta ancora di più. 5 2015 APRILE IL M ON D O IN CA SA SUD/NORD NOTIZIE Armi più armi... Arabia: primo importatore. L’Arabia Saudita è diventata nel 2014 il primo importatore di armi al mondo. Lo scorso anno il governo di Riad ha speso 6,5 miliardi di dollari per l’acquisto di armi, più del doppio rispetto al 2013. L’improvviso aumento è dovuto alle crescenti tensioni in Medio Oriente e s’inserisce in un contesto di crescita generalizzata della corsa agli armamenti. Da soli, Arabia Saudita ed Emirati Arabi hanno importato più armi dell’Europa Occidentale. ● ● Libano: bloccare il “traffico”. Le guerre che devastano il Medio Oriente, a partire dalla Siria e dall’Iraq, avranno termine solo quando verrà interrotto il flusso di armi e denaro indirizzato verso fazioni armate e gruppi terroristici da parte di alleati e sponsor regionali e internazionali. L’hanno detto i responsabili delle chiese cristiane d’Oriente, riunitisi a Bkerkè. Di contro, si registra un calo negli aiuti internazionali a vantaggio dei profughi, mentre le emergenze umanitarie e il numero dei rifugiati continuano ad aumentare. ■ Fronti caldi ● Sud Sudan: guerra civile. Continua la crisi in Sud Sudan Vite offerte, non tolte pagina a cura di DIEGO PIOVANI ed è lontano l’accordo di pace definitivo tra le due fazioni dell’SPLM (partito al governo) e dei loro leader, che ora rischiano di incorrere nelle sanzioni decise dall’ONU, per aver intralciato il raggiungimento dell’accordo di pace. Oltre 4 milioni di persone sono state colpite dalla guerra civile sud sudanese, più di 2 milioni delle quali si trovano in stato di emergenza alimentare. to. Serve un imponente aumento dell’assistenza sanitaria. Lo afferma l’organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF) attraverso il presidente Joanne Liu: “Questa guerra non fa distinzione tra civili e combattenti, né rispetta lo status di protezione del personale e delle strutture sanitarie; c’è bisogno di un intervento umanitario internazionale su ampia scala”. ■ Libia: vuoto di potere. Lo Stato Islamico in Libia sta dimostrando una grande capacità di infiltrarsi dove ci sono vuoti di potere e di conquistare territori. La popolazione, ostaggio delle violenze, subisce troppo passivamente questa situazione. La struttura tribale della società libica non facilita l’emergere di forti movimenti di cittadini che possano prendere in mano la situazione. E intanto un rapporto Onu afferma che, nonostante l’embargo, sono state riscontrate nuove forniture belliche alle diverse parti in conflitto. Petizioni utili ● ● Siria: cinque anni. Mentre la guerra in Siria è entrata nel suo quinto anno, gli aiuti umanitari, disperatamente necessari, non riescono a raggiungere milioni di persone bloccate dal conflit- ● Congo RD: reclutamento! Giovani congolesi musulmani sono reclutati nel Nord e Sud Kivu da gruppi che stanno assumendo una chiara tendenza jihadista. “Se ne parla da alcuni anni sotto traccia, ma ora il fenomeno sembra aver preso una dimensione più preoccupante - dice il saveriano p. Loris Cattani - ed esistono ipotesi di collegamenti addirittura con i Boko Haram della Nigeria; speriamo che i diversi gruppi jihadisti africani non creino un ponte dalla Somalia alla Nigeria e al Mali, passando per l’est Congo, il Sudan, la Repubblica Centrafricana e parti di Ciad e Camerun”. ● ● Pakistan: costrette alle nozze. Come se non bastassero le ripetute stragi di cristiani in Pakistan, sono almeno 500 i casi accertati, in un anno e mezzo, di ragazze delle minoranze religiose, cristiane e hindu, rapite da musulmani e costrette alle nozze islamiche. Restano da considerare molti casi non denunciati per paura di vendette o ritorsioni. Troppo spesso queste azioni rimangono impunite e c’è reticenza da parte delle autorità a controllare il fenomeno. ● India: sterilizzazioni di mas- sa. Per arrestare la crescita demografica nel Paese dal 2013 al 6 2014 sono state effettuate oltre 4 milioni di sterilizzazioni forzate. E ha suscitato grande clamore la morte di alcune donne a causa delle precarie condizioni igieniche nelle quali, spesso, vengono effettuati questi interventi. Tra le cause dei decessi anche antibiotici alterati, somministrati dopo gli interventi. Malesia: vietata la parola ‘Allah’. Con una decisione che chiude una vertenza iniziata sei anni fa, la Corte federale malese ha confermato il suo precedente giudizio sulla proibizione per il settimanale cattolico The Herald di usare il termine ‘Allah’ per indicare Dio nei testi in lingua malese. I giudici hanno negato alla chiesa cattolica un ulteriore ricorso. ‘Allah’ è ampiamente utilizzato dai cristiani malesi, un uso contestato dal governo perché creerebbe confusione. L’arcivescovo di Kuala Lumpur, Leow, deluso dalla sentenza, ha detto: “Speriamo che da questo provvedimento possa nascere un bene per il nostro futuro e chiediamo che il verdetto sia confinato solo alle colonne del ■ settimanale”. ● Ricordiamo che... Mons. Romero beato il 23 maggio. Il vescovo martire di El Salvador, mons. Oscar Arnulfo Romero, sarà beatificato il 23 maggio nel suo paese natale. L’associazione Avaaz ha annunciato che il gruppo Benetton ha deciso di risarcire le vittime del crollo della fabbrica tessile Rana Plaza in Bangladesh, avvenuto nel 2013. Ciò è stato possibile grazie a un milione di persone che in due settimane hanno firmato la petizione attraverso il L’annuncio è stato dato dal postulatore della causa di beatificazione, l’arcivescovo Vincenzo Paglia: “Romero oggi è una testimonianza che si oppone a coloro che credono che la violenza vincerà; mons. Romero dice che la vita non può essere tolta, ma solo offerta”. ● Controcorrente. È nata a Siracusa una nuova comunità missionaria per accogliere i migranti che approdano in Sicilia. Le suore missionarie di San Carlo Borromeo, scalabriniane, hanno le prime tre sorelle “in prima linea” per avviare percorsi di assistenza. È un segno di carità pastorale della congregazione nell’anno della beatificazione della cofondatrice Madre Assunta Marchetti. Sarà una presenza missionaria per abitare nella chiesa locale, con il popolo siracusano e i migranti. ■ Una storia speciale ● Alishah e il sogno Olimpiadi. Bamyam, terra di poche anime e tante pecore, a due ore da Kabul, ospita da quattro anni i campionati nazionali afghani di sci, realizzati con mezzi di fortuna. Ed è qui, a tre anni dai prossimi Giochi invernali, che sta colti- ● Visitate il nostro sito www.saverianibrescia.it per leggere tutte le notizie, le testimonianze e le proposte del nostro mensile, comprese le edizioni locali e la versione in formato pdf. Infine, segnaliamo il rinnovato sito della Direzione generale dei saveriani: www.saveriani.com ● Mine: fermo disegno di legge. Nel 15° anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione internazionale sulla messa al bando delle mine antipersona, la Campagna Italiana (CICM) ha lancia- to una petizione per chiedere al Parlamento di riprendere l’iter di discussione del disegno di legge per vietare investimenti finanziari su ordigni proibiti da convenzioni internazionali sottoscritte e ratificate dal nostro Paese. Obiettivo della petizione è raccogliere nel più breve tempo possibile 10mila adesioni. Sono 151 gli istituti finanziari nel mondo che hanno investito dal 2011 al 2014 circa 27 miliardi di dollari in compagnie produttrici di munizioni cluster. Per sottoscrivere la petizione: http://lnx. campagnamine.org/campagne/ petizione/ oppure www.campagnamine.org ■ Bangladesh: Benetton cede! MISSIONI NOTIZIE Con la forza e le sentenze sito internet www.avaaz.org/it, chiedendo a Benetton di pagare. Migliaia di commenti hanno inondato la pagina facebook di Benetton e il loro account twitter. La stessa azienda è stata coinvolta in una discussione costruttiva e diretta. Per aggiungere un messaggio ai tanti che stanno arrivando a Benetton da tutto il mondo: secure.avaaz.org/it/benetton_ thank_you/?bqijogb&v=54418 Alishah Farang con la guida alpina Nando Rollando MESSAGGIO DALLE CHIESE PERFIDO INSULTO A CRISTO IN CROCE card. CARLO CAFFARRA Il 13 marzo al Cassero di Bologna, locale del comune dato in gestione al circolo arcigay, è andato in scena il “Venerdì credici - notte blasfema e scaramantica”, con foto dissacranti e lo “sbattezzo point” gestito dall’Uaar (Unione atei). Chiare le parole del cardinale di Bologna, che riportiamo. Le fotografie della serata “Venerdì credici” sono un insulto di inarrivata bassezza e di diabolica perfidia a Cristo in croce. Non si era ancora giunti a un tale disprezzo della religione cristiana e di chi la professa da irridere, tramite l’abominevole volgarità dell’immagine, persino la morte di Gesù sulla croce. Addolora, ma non stupisce, constatare con che dispiegamento di forze si cerca di far passare l’idea che il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare, siano i nemici della libertà, delle giuste rivendicazioni, del progresso scientifico, della laicità, della democrazia. Ogni ideologia che non riesce a farsi alleata la chiesa, la perseguita ferocemente, sia uccidendo i cristiani sia insultando ciò che essi hanno di più caro. E vede giusto: in una chiesa fedele al vangelo non troverebbe mai l’appoggio incondizionato e cieco, di cui ogni menzogna ha bisogno per sopravvivere. E che dire poi del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e sulle sponde del Mediterraneo la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’Isis? Quando si invoca la libertà di espressione a giustificazione della libertà di insulto, c’è da chiedersi se sia prossima la fine della democrazia. E ci si domanda a che titolo l’istituzione comunale possa concedere in uso gratuito ambienti pubblici a gruppi che li utilizzano per farne luogo di insulto e di dileggio. vando il sogno di partecipare a un’Olimpiade il campione afghano in carica, Alishah Farang, ventiquattrenne guida alpina. Lo striscione dello “start” è La partenza delle gare di sci in Afghanistan si raggiunge così e un lenzuolo il pettorale è molto “artigianale” e all’area di Una pazza idea a cui ha lavorapartenza si sale senza impianti. to per cinque anni, prima di moBamyan Ski Club è un progetrire sul monte Bianco, l’italiato internazionale no Nando Rollando, guida alpiche sta lentamenna che in Afghanistan aveva trote trasformando vato casa e soprattutto fondato questa località a l’ong Alpistan, grazie alla quale quota duemila in esistono questi campionati di sci stazione sciistica afghani. Alishah oggi sa sciare e del futuro, per un fare il suo lavoro. E nel cuore ha turismo sostenibile un sogno chiamato “Olimpiade” lontano da guerra e (Matteo Macor). ■ fame. 2015 APRILE D IA L OG O E SOLID A RIETÀ LETTERE AL DIRETTORE p. Marcello Storgato MISSIONARI SAVERIANI Via Piamarta 9 - 25121 Brescia E-Mail: [email protected] Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale “POSSIAMO AIUTARVI MEGLIO?” Caro direttore, sono vostro abbonato da 27 anni e sono un educatore parrocchiale nel settore dello sport; mia moglie è catechista e collaboriamo insieme nelle varie attività a favore delle missioni. A volte “Missionari Saveriani” ci arriva in ritardo: pazienza, l’essenziale è che arrivi. Leggiamo e cerchiamo di diffondere il vostro bel mensile. Vorremmo sapere come fare per aiutare di più e meglio i missionari nel mondo, ai quali auguriamo una felice Pasqua. Luciano, Casoria - via fax Nella cassetta della posta trovo spesso tanta pubblicità e tante associazioni che chiedono di destinare a loro il 5 per 1000, o di diventare loro “sostenitori”, anche attraverso volontà testamentarie… Io quel poco che posso, preferirei farne dono a voi. Mi piacerebbe sapere come fare. Grazie. Silvia, Genova - via mail Cari amici e amiche, vi ringrazio di cuore perché pensate ai missionari anche in modo così concreto, oltre a darci affetto e preghiera. Siete la manifestazione della divina Provvidenza per noi e per i popoli con cui viviamo e ci impegniamo. San Guido Conforti ci ha abituati a pregare per tutti voi, nella Messa e nell’adorazione Eucaristica, dovunque noi siamo: “Ricordando i benefici ricevuti da tante anime generose, che hai ispirate a soccorrerci, ti preghiamo Signore di ricambiarle del bene fatto con l’abbondanza dei tuoi doni, e concedi loro la tua benedizione e la tua pace”. Venendo ai desideri espressi da Luciano e Silvia, cerco di precisare alcuni punti. Offerte detraibili. È noto che anche noi saveriani abbiamo provveduto a istituire la “Associazione Missionari Saveriani Onlus”, con sede a Parma (Viale S. Martino, 8). La Onlus dà la possibilità di detrarre, secondo la legge, le erogazioni liberali a sostegno di progetti precisi, che presentiamo anche su questo mensile. Anche i contributi per l’abbonamento e per la stampa e diffusione del nostro mensile sono detraibili. 5 per 1000. La Onlus può ricevere, senza ulteriori costi per i versatori, la destinazione del 5 per 1000, sul Codice Fiscale 92166010345. Abbiamo pensato di fornire a tutti i nostri lettori e lettrici l’apposito inserto che trovate in questo numero. Un foglio con sei copie uguali: una è per voi, le altre sono per vostri parenti, amici (e anche per i commercialisti in buona fede). Intenzioni di preghiera. È lodevole ricordare i nostri cari - vivi e defunti - nella preghiera e soprattutto nella santa Messa. Le offerte inviate a questo scopo contribuiscono al sostegno dei missionari e delle loro attività di evangelizzazione. Tuttavia, non essendo detraibili, non possono essere inviate alla Onlus, ma con C/cp o bonifico alla comunità saveriana da cui ricevete il mensile (come nella testata di pagina 8). Insieme, vogliamo realizzare il sogno di san Guido Conforti: “Fare del mondo un’unica famiglia”. Auguro ogni bene, p. Marcello, sx Per informazioni: [email protected]; Tel.0521 920511 STRUMENTI D’ANIMAZIONE DA LEGGERE NEL TEMPO PASQUALE Per trascorrere al meglio i giorni dopo Pasqua, vi segnaliamo due recenti lavori. “Chi sono io, Francesco?” (Ponte alle Grazie, 204 pagine, 14 euro) di Raniero La Valle. Il grande giornalista racconta due anni di pontificato, tra novità e contrasti. Dopo tanti secoli di “papato regale”, ora c’è papa Francesco che dice: “Chi sono io?”, chi sono io per giudicare, per condannare, per escludere? Apre le porte, cerca gli esclusi, sconfessa i violenti, vuole una chiesa povera... C’è da riflettere, e La Valle ci aiuta a farlo. “Padre Pietro Uccelli. Atti del 60° anniversario della morte (1954-2014)” (edizioni Csam), a cura della postulazione saveriana (240 pagine, offerta). Vi sono raccolti tutti gli articoli già pubblicati su “Missionari Saveriani” e le relazioni al convegno Vicentino sul servo di Dio p. Pietro Uccelli. Richiedere a: Postulazione, Viale S. Martino 8 - 43123 Parma; Tel. 0521 920511; e-mail: [email protected] Per ogni acquisto, spese di spedizione comprese nel prezzo. Richiedere a: • Libreria dei popoli, Brescia: tel. 030 3772780 int. 2; fax 030 3772781; e-mail: [email protected] I MISSIONARI SCRIVONO Tante novità dalla missione congolese di Panzi Nella missione di Panzi (Bukavu) le novità sono tante. Prima di tutto, la nuova chiesa dedicata a San Guido Conforti: è troppo bella! Piuttosto che continuare a star fuori dalla vecchia piccola chiesa di mille posti, ci siamo entrati già la notte di Natale, con grande gioia di tutti, anche se non era ancora finita (vedi foto). Abbiamo 175 catecumeni, pronti per il battesimo nella notte di Pasqua: è un bel gruppo di adolescenti e giovani di buona volontà. La missione di Panzi ha preso come motto quaresimale, “La misericordia cambierà Panzi, diamoci il perdono!”. Abbiamo chiesto ai cristiani un’azione concreta per la quaresima: ogni venerdì mattina presto, dalle 6 alle 7, scendere sulle strade dei quartieri per pulirle, per liberare i canaletti e colmare le tante buche; e vedo che varie centinaia di persone hanno risposto. Gli altri, protestanti e musulmani, chiedono: come mai il venerdì e non il sabato (quando lo Stato chiede ai cittadini di fare un lavoro comunitario; ma nessuno si presenta!). Il nostro gesto è una provocazione, perché tutti si interessino al proprio quartiere e lo rendano più umano! Ed è commovente vedere tante mamme, adulti e giovani, con zappe e badili fare la loro buona azione quaresimale. Il Signore vi benedica tutti e vi auguro una santa Pasqua. p. Nicola Colasuonno, sx - Panzi, Bukavu (RD Congo) In Sud Sudan, il vescovo dorme sotto la tenda Scrivo dal Sud Sudan, dove ho accompagnato alcuni confratelli per esplorare la possibilità di aprire qui una missione. Il Sud Sudan è una nazione a rischio. Anche nella capitale le rapine a mano armata sono frequenti. Andare dalla polizia è inutile. Anzi, si dice che gli stessi poliziotti ogni tanto si travestono per... arrotondare il salario. Sono stato in un villaggio lontano, tagliato fuori... dal mondo. Eravamo un gruppo di sei, incluse due missionarie. Siamo arrivati con un piccolo aereo che è atterrato su di una pista di terra battuta. L’accoglienza della gente è stata cordiale e festosa. Erano anni che non si vedeva un vescovo da queste parti. Dopo la visita alle autorità e alla comunità cristiana, ci hanno mostrato le tende preparate per noi: per quattro notti abbiamo dormito in tenda, su terreno non pianeggiante, e si sentivano tutte le gobbe. Mancava anche il cuscino, ma ho risolto il problema arrotolando la veste dentro un asciugamano. Ho scoperto che la veste con i bottoni rossi è un indumento episcopale... multiuso. Buona Pasqua! mons. Giorgio Biguzzi, sx - Sud Sudan Una speranza per i drogati anche in Bangladesh La domenica vado a celebrare la Messa in una comunità di drogati alla periferia di Dhaka. Fratel Ronald, che da 40 anni lavora con i drogati, ha costruito per loro in aperta campagna un centro di riabilitazione, chiamato Apongao, cioè “casa propria”. Non sono persone cattive; sono semplicemente malate e hanno bisogno d’aiuto per rifarsi dentro. Si tratta per lo più di “ragazzi di strada”, che a Dhaka sono ormai un esercito. Ad Apongao vivono almeno 180 giovani e una trentina di ragazze. Tra loro, anche 16 cattolici. La domenica dedico loro alcune ore per un colloquio personale, la confessione e la celebrazione della Messa. Mi rendo conto che questi giovani hanno bisogno di una guida spirituale e di una buona catechesi, per ricostruire la loro sensibilità religiosa e dare loro la speranza della risurrezione. p. Silvano Garello, sx - Dhaka, Bangladesh SOLIDARIETÀ KAMENGE: TETTI PER 80 CASETTE Cosa ha a che fare un Centro giovanile come quello di Kamenge (Burundi), con le lamiere e le case nei quartieri di periferia, con 400mila abitanti? Da 24 anni i giovani di Bujumbura partecipano alle attività del centro per imparare che è bello vivere insieme e aiutarsi. Durante i mesi estivi, i giovani partecipano ai campi di lavoro e formazione. Il lavoro consiste nel fare mattoni di fango, utilizzati per costruire le case dei Quartieri per le famiglie che ne sono senza. Si mettono a disposizione 2.500 mattoni, la famiglia costruisce la casa, il centro fornisce il tetto di lamiere, una porta e due finestre. La scorsa estate abbiamo fatto 475.000 mattoni; 65 case sono già terminate; abbiamo in programma di terminarne altre 80. I costi riguardano 30 lamiere da 3 metri, 20 travetti, 3 chili di chiodi, una porta e due finestre, per un totale di 350 euro per casa. Per dare un tetto a 80 case, occorre un investimento totale di 28.000 euro. In questo modo i nostri giovani imparano a vivere insieme e ad aiutare la gente più bisognosa dei loro quartieri. Aiutateci anche voi a migliorare il mondo. Grazie! p. Claudio Marano, sx - CJK, Bujumbura PICCOLI PROGETTI 3/2015 - BURUNDI A Kamenge, tetti per 80 casette Il Centro Giovani Kamenge incoraggia i giovani a partecipare al benessere della gente nei quartieri poveri di Bujumbura, costruendo mattoni e fornendo lamiere per il tetto, la porta e due finestre, per dare una casa alle famiglie bisognose. Per 80 casette, a 350 euro ciascuna, si chiede un aiuto fino a 28mila euro. • Responsabile del progetto è il saveriano friulano p. Claudio Marano. 2/2015 - AMAZZONIA Formazione dei giovani I saveriani dell’Amazzonia sono coinvolti nella formazione di giovani, che frequentano i corsi filosofici a Belém. Per mantenere gli studi chiedono fino a 10mila euro annuali. • Responsabile del progetto è il saveriano vicentino p. Valter Parise. Chi desidera contribuire, può utilizzare l’accluso C/c.p., oppure può inviare l’offerta su C/c.p. o bonifico direttamente a: “Associazione Missionari Saveriani Onlus” Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345) IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281 È bene inviare copia dell’avvenuto bonifico via fax al n. 0521 960645 oppure a [email protected] - indicando nome, cognome e indirizzo (per emettere documento valido ai fini della detrazione fiscale). 2015 APRILE ALZANO 24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4 Tel. 035 513343 - Fax 035 511210 E-mail: [email protected] - C/c. postale 233247 IBAN - IT 82 K 05428 52520 000000000195 (UBI Banca Popolare Bergamo, Alzano L.) Tutti i bei frutti della Pasqua La veste bianca macchiata dal sangue L a Pasqua è per sua natura una “festa missionaria”. In tutte le nostre missioni, infatti, vengono celebrati i battesimi di coloro che hanno percorso il cammino catecumenale e che ora, finalmente, entrano nella chiesa ricevendo i sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, la Cresima e l’Eucarestia. La notte della Pasqua, quella della loro risurrezione con Cristo, illumina la vita di tutte queste persone che incontrano, pieni di gioia, la vita nuova di figli di Dio. Si vestono di bianco, come il Cristo della trasfigurazione, per indicare che la vita nuova, appena iniziata, è senza macchia e si accompagna all’impegno per essere “candidamente” conformi al vangelo. Dal Burundi la lettera di p. Mario Pulcini Abbiamo ricevuto dal Burundi una lettera di p. Mario Pulcini, originario di Nembro. Ci presenta alcune considerazioni sul sacrificio delle tre sorelle save- riane uccise il 7 settembre 2014 a Bujumbura. “…La tragica morte di Bernardetta, Lucia e Olga ha lasciato tanta tristezza e molti interrogativi che, purtroppo, non hanno ancora avuto una risposta. Non si possono dimenticare facilmente anni di vita missionaria vissuti con intensità, nella gioia evangelica comune a tutti messaggeri della parola di Dio. Ringrazio il Signore per la loro umanità, disponibilità e grande tenerezza nell’avvicinare i malati e i deboli. Sentirò la loro presenza all’orfanatrofio delle suore di Madre Teresa di Calcutta, un appuntamento con i bambini e gli anziani al quale le tre saveriane non sono mai mancate. Ringrazio ciascuno di voi per quanto ha fatto a favore della nostra missione. La certezza di essere accompagnati ogni giorno dal ricordo, dalla preghiera e dal vostro sostegno trasmette forza per continuare con coraggio a essere buoni testimoni di Colui p. GERARDO CAGLIONI, sx che ci ha scelti e inviati”. Un dono che continua Qualche volta - anche con una certa frequenza, in tante parti del mondo - la bianca veste pasquale viene macchiata dal sangue dei “testimoni” del vangelo. La Pasqua passa appunto attraverso la morte, che però conduce alla vita nuova, la vita del Cristo risorto. La nostra fede ci assicura che le sorelle saveriane, con la loro morte, sono diventate seme di nuovi cristiani. I missionari celebrano la Pasqua raccogliendo i frutti del loro lavoro missionario. Infatti, essi sono stati inviati a portare il vangelo ad altre genti, in terre che non sono le proprie. I battesimi sono il frutto della loro missione, del dono che essi hanno fatto della loro vita a Dio e alla chiesa. Missionari per sempre I missionari anziani non sempre possono restano sul campo di missione: l’età e la salute li Si riparte... ma mai da zero! Abbiamo bisogno di fantasia e coraggio C inque giorni dopo il mio ritorno in Brasile, il 12 gennaio, il vescovo di Campinas mons. José dos Santos ha creato una nuova parrocchia distaccando sei comunità dall’attuale parrocchia affidata ai saveriani. Questa ne aveva tredici, con una popolazione calcolata sui 60mila abitanti. Faremo all’incirca metà e metà. La nuova parrocchia avrà come patrono San Guido Conforti, il fondatore dei saveriani, e sarà affidata ancora ai saveriani, riuniti in comunità nella casa che ospita il noviziato. Formazione di futuri missionari, animazione missionaria e vocazionale, pastorale sul territorio sono gli impegni dei tre saveriani: p. Lucas Marandi (bengalese), p. Giovanni Murazzo e il sottoscritto. 8 Una parrocchia in stile “papa Francesco” È un’occasione speciale per realizzare una parrocchia sulle linee tracciate da papa Francesco: “La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità”. Ecco, chiediamo allo Spirito Santo la creatività missionaria: ci dia fantasia, forza e coraggio di realizzare quella “comunità di comunità” che è la descrizione di parrocchia data dallo stesso papa Francesco nel n. 28 della sua esortazione apostolica “La gioia del vangelo”. Ci sarà molto da fare anche in campo materiale: aule di ca- Padre Alfiero Ceresoli con due bambini in Brasile nella nuova parrocchia “San Guido Conforti”, creata recentemente dal vescovo e affidata ai saveriani; la scritta in alto è un avviso e un invito: “Anche il silenzio è preghiera” p. ALFIERO CERESOLI, sx techismo, spazi per riunioni, chiese… Ma il nostro impegno principale sarà quello di formare la parrocchia come “comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario”. Chiesa viva tra la gente Tentando di realizzare questa descrizione di papa Francesco, vorremmo eliminare ogni “stile piramidale”: comunità, unite tra loro, che camminano nella storia e nel territorio mano nella mano, senza perdere per questo la loro identità. Comunità che possano essere, proprio perché piccole, chiesa viva in mezzo alle case e alle baracche della gente che arriva qui in cerca di lavoro. Cosicché gli assetati non debbano fare molta strada per raggiungere la fonte, e perché ognuno si senta parte attiva nella sua comunità e membro della parrocchia. Iniziamo dunque un nuovo cammino, con l’entusiasmo e la gioia che ci dona l’attività di evangelizzazione. Pregate molto per noi, perché nessuno possa rubarci la gioia del vangelo e - perché no? - ci venga donato qualche successo in questa no■ stra avventura evangelica. Padre Gerardo Caglioni con i catecumeni la notte di Pasqua, nella missione in Sierra Leone costringono a tornare e vivere la missione in patria. Tocca però ai missionari anziani e malati - anche nella nostra Bergamo passare il testimone della vocazione missionaria alle comunità cristiane locali. Prima di tutto perché queste comunità cristiane non si spengano o non si addormentino. La Pasqua deve continuare a generare ancora quei frutti che per tanti secoli hanno arricchito la comunità cristiana universale. A volte gli anziani si sentono messi da parte, perché pare non abbiano più un ambito in cui muoversi. Ma sono proprio i loro frutti, quei frutti maturi fatti crescere in missione con tanti battesimi, che ci ricordano quanto preziosa sia ancora la loro vita. La Pasqua ci ricordi ancora una volta l’importanza dei missionari, perché la risurrezione di Cristo, attraverso il battesimo, raggiunga tanti altri fratelli e sorelle nel mondo. ■ 31 maggio: festa dei famigliari Domenica 31 maggio vi aspettiamo numerosi, come ogni anno, nella casa dei saveriani di Alzano Lombardo per la festa con tutti i famigliari dei saveriani e delle saveriane di origine bergamasca. La giornata inizia alle ore 10 e prosegue con la santa Messa e il pranzo insieme. 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE BRESCIA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) In Thailandia con il sorriso... Un mese esplorativo nel Paese asiatico intervistato Guido A bbiamo Baselli, volontario presso i saveriani di Brescia e aspirante del laicato saveriano, insieme alla moglie Luciana. Guido è stato per un mese in Thailandia. Ecco cosa ci ha raccontato dell’esperienza vissuta. Perché questo viaggio? Volevo provare ad aiutare, a dare il mio contributo in un Paese straniero, di missione, senza essere il classico turista. E ho scelto di andare in Asia perché è un continente che mi affascina molto. La scelta della Thailandia mi ha accontentato. Eri alla “Casa degli angeli”… È una struttura che ospita bambini e ragazzi portatori di handicap. È gestita dalla saveriana suor Angela Bertelli, che per molti anni è stata fisioterapista. Nella “Casa degli angeli” le mamme imparano da suor Angela ad accudire i propri figli e i bambini abbandonati. In Thailandia molte donne abbandonano i propri figli quando nascono con un handicap, perché si ritiene che sia una colpa da espiare per un male com- messo nella vita precedente. Le mamme vivono lì? Non tutte. In totale di giorno ci sono una quindicina di mamme; solo alcune alloggiano nella “Casa degli angeli”. Le mamme ricevono anche un piccolo contributo economico per il lavoro che svolgono per tenere in ordine la struttura. Sono sposate? Sì, ma non tutte. Alcune sono sole, perché se decidono di tenere il proprio figlio si emarginano anche dalla famiglia d’origine. Non ci sono figure maschili all’interno della “Casa degli angeli”. a cura di DIEGO PIOVANI re che ci si affezioni troppo. E questo ho faticato a capirlo, perché io volevo dare una mano e volevo stare con loro, integrarmi, anche a rischio di provare dispiacere dopo. Quando le ospiti andavano via, notavo che gli occhi delle mamme si riempivano di tristezza e sofferenza per la situazione che vivevano, nonostante suor Angela le stimolasse a guardare agli aspetti positivi della loro collaborazione reciproca. E questo mi ha lasciato perplesso. Come hai aiutato? Davo da mangiare e facevo camminare qualche bambino. Sono casi con deficit sia fisici che mentali, e che non potranno guarire completamente. L’obiettivo è perciò aiutarli a migliorare. Hai conosciuto i saveriani? Sì, sono tutti motivati e impegnati a portare la Parola di Dio tra i cristiani e i non cristiani. Inoltre, aiutano chi è nel bisogno. La gente lavora e sopravvive, ma c’è anche tanta povertà. I thailandesi ti sorridono sempre, a ogni incontro: ti fanno pensare che vada tutto bene, che sia tutto a posto, e invece i problemi esistono. Che esperienza è stata? Positiva e intensa. La tendenza è a non mischiare troppo le persone che lavorano con le mamme e i ragazzi, per il timo- Sei stato anche al Km 48? È la missione affidata ai saveriani nel nordovest della Thailandia, al confine con la Birmania. È una zona collinare, Un convegno tira l’altro “Missione Oggi” e il meticciato il 9 maggio dal mensile dei O rganizzato saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti 8 meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci REDAZIONE MO chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere alla mail: [email protected] oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. ■ dove i saveriani vorrebbero costruire un centro giovanile, tipo oratorio, per le attività dei ragazzi e non solo. La missione di “Km 48” è molto ampia e dispersiva, e i saveriani sono costretti a viaggiare molto, spesso non trovando le persone che cercano, perché non hanno modo di comunicare prima il loro arrivo. Ti piacerebbe Guido Baselli, di Pompiano, con la saveriana tornare? Antonella Del Grosso e alcuni bambini di uno dei tanti slum di Bangkok, in Thailandia Assolutamente sì, e possibilmente tà, ma anche dignità. Si riesce a per rimanere un po’ più a lungo. sopravvivere con quello che si ha. Magari anche con mia moglie, Ho mangiato tanto riso, dapperper farle vedere dove sono stato. tutto. Sono riuscito a vivere come È stato un viaggio esplorativo la gente, senza tante esigenze. per un’eventuale nuova esperienza. Vorrei aiutare di più con il lavoro manuale: c’è da fare in E la gente? abbondanza, e per chi come me Il loro marchio di fabbrica è non ha mai avuto troppa voglia il sorriso: naturale, fin dal pridi studiare… mo impatto. Ti salutano sempre. Non credo che sia un sorriso da T’aspettavi un paese così? “presa in giro”. E se hai bisogno In parte sì. Nei paesi c’è poverdi qualcosa, ti aiutano. ■ Domenica 17 maggio: gita a Genova I missionari saveriani di Brescia organizzano per domenica 17 maggio la consueta gita annuale. La meta scelta è Genova. Partenza alle 6,30 in via Pietro Nenni (di fronte al Novotel). Arrivo a Genova alle 9,30, incontro con la guida e visita al Museo d’arte orientale Edoardo Chiossone e poi al centro storico. Dopo il pranzo, visita al santuario Madonna della Guardia, celebrazione della Messa e verso le 17,30 ripartenza per Brescia dove l’arrivo è previsto per le 20,30. Il costo d’iscrizione (pranzo compreso) oscilla tra i 64 e i 79 € a seconda del numero dei partecipanti. Informazioni e prenotazioni entro il 30 aprile al numero 349 3624217 (chi non desidera il pesce a pranzo deve comunicarlo all’atto dell’iscrizione). CEM E L’INTERCULTURA IL 18 APRILE REDAZIONE CEM Il CEM (Centro di Educazione alla Mondialità) vuole riflettere su ciò che sta accadendo (o non accadendo) nel nostro Paese, riguardo la costruzione di una politica interculturale, a partire dalla scuola. Se ne parla in un convegno, sabato 18 aprile (dalle 9 alle 18) dal titolo, “Intercultura, dove vai?”. Nella mattinata, sono proposti gli interventi dei professori DavideZoletto e Alessio Surian; nel pomeriggio sono previsti tre laboratori interattivi: Intercultura a scuola, manutenzione e ripartenza (con Lucrezia Pedrali); È ora delle religioni? (con Alessandra Albini e Micaela Filippini); Città plurale, luoghi d’incontro e temi per la convivenza (con Adel Jabbar e don Fabio Corazzina). La quota d’iscrizione al convegno o ai soli laboratori del pomeriggio è di 10 euro. Per chi è interessato a partecipare all’intera giornata (mattina e pomeriggio) la quota è di 15 euro. Per informazioni e iscrizioni 030 3772780; e-mail cemconvegno@ saveriani.bs.it 2015 APRILE CAGLIARI 09121 CAGLIARI CA - Via Sulcis, 1 Tel. 070 290891 E-mail: [email protected] - C/c. postale 12756094 IBAN - IT 15 I 01015 04804 000000019850 (Banco di Sardegna, Cagliari) P. Ezio Meloni da Reggio Calabria a casa di marzo la noA ll’inizio stra comunità è aumentata di numero e di… qualità. Padre Ezio Meloni, veterano d’Africa, si è aggiunto agli altri saveriani di Cagliari. Gli abbiamo rivolto alcune domande per presentarlo a tutti voi e conoscerlo meglio. Padre Ezio, tu sei sardo! Sì, il 3 aprile 1936 ho aperto gli occhi nel paese di Sadali. Mi hanno detto che ero un regalo per la mia famiglia, dopo alcuni anni di attesa. La mia infanzia l’ho trascorsa serenamente, come tutti i bambini, ed ero curioso di conoscere il mondo. Come hai conosciuto i saveriani? Non ricordo esattamente chi sia venuto a Sadali a parlare a noi ragazzi del catechismo: for- se padre Gitti o padre Picci, che venivano da Quartu Sant’Elena. Ma i racconti delle missioni mi hanno impressionato e ho chiesto loro se anch’io un giorno avrei potuto essere missionario. A quell’età non capivo molto, ma volevo anch’io andare in Cina. Poi che è successo? Nel 1948 a Tortolì erano arrivati i primi saveriani per continuare l’opera del sacerdote sardo don Mirto, morto tragicamente mentre tentava di salvare un ragazzo che faceva il bagno. I primi saveriani che ho conosciuto sono p. Stocco, p. Berdini, p. Crestani e p. Chiari. Poi, aumentando il numero dei ragazzi-aspiranti missionari, ci trasferimmo a Macomer nelle “Casermette”. Nel 1953, termi- a cura di p. GIANNI ZAMPINI, sx nate le medie, dovetti emigrare verso il continente. Così ho fatto il ginnasio a Zelarino (VE), il noviziato a San Piero in Vincoli (RA), il liceo classico a Desio (MB), e poi finalmente arrivai in teologia a Parma nel 1960. Sei stato un ragazzo tenace! Certo, vedendo tanti compagni lasciare l’istituto, ogni tanto anch’io avevo qualche crisi (soprattutto quando era un amico), ma la preghiera, il desiderio di portare il vangelo dove Gesù non era ancora conosciuto e la guida spirituale dei missionari mi hanno aiutato a superare tutte le difficoltà. Da quando sei sacerdote? Il 13 ottobre del 1963 il cardinale Rugambwa della Tanzania mi ha ordinato prete, assieme ad “Siete la sua seconda famiglia” Con la preghiera di tutti ce la faremo Anita, sorella unica di p. Virginio, ci aggiorna sulla situazione del fratello missionario, che manda un appello a tutti gli amici della Sardegna. P 8 e delle braccia; dicono che è come se avesse avuto un ictus alla spina dorsale. Virginio è informato della sua situazione e, nonostante tutto, ha riacquistato la sua serenità e il suo sorriso, che dà forza anche a me per potergli stare vicino e aiutarlo. Io sono credente, e penso che Colui che è lassù ci aiuterà a superare tutti gli ostacoli e sono sicura che ci accompagnerà per tutto il tempo che ci vorrà. Sono anche certa che ce la faremo, e che p. Virginio tornerà come nuovo. Grazie per le vostre preghiere. Stategli vicino in qualsiasi modo, perché voi amici e amiche della Sardegna siete la sua ANITA SIMONCELLI seconda famiglia. Padre Virginio mi ha dettato queste parole, che trascrivo: è il suo saluto personale a tutti voi, in Sardegna. Un abbraccio forte, Anita. Il saluto di p. Virginio adre Virginio si trova in Cari amici e amiche, cari gioun letto dell’ospedale Nivani e giovanissimi, non me l’aguarda di Milano, reparto di spettavo, ma come la missione Neurochirurgia. Soffrendo per ci insegna, bisogna imparare a ernie cervicali, le teneva sotto mettere tutto (gioie e dolori) nelcontrollo con qualche terapia. le mani di Colui che ci ha semMa dai primi di febbraio i dolori pre voluto bene e che continua a sono aumentati, fino a fargli peressere accanto a noi per portarci dere l’uso normale delle gambe. sulle sue spalle di Buon Pastore. Dietro mia insistenza, finalVi ricordo tutti con grande afmente il 2 marzo, aiutato dalla fetto e so che mi accompagnate gente, è stato imbarcato su un in questo momento difficile delaereo diretto a Milano per una la mia vita con la preghiera; così visita specialistica. Finché il 5 so che stanno facendo in marzo, ormai incapace di Sardegna tutte le persone muoversi, l’ho fatto portache ho conosciuto e a cui re in ambulanza al pronto ho voluto bene. Abbiamo soccorso del Niguarda. fatto tanti passi insieme e Qui gli hanno fatto tutto continueremo a farli, anciò che dovevano, comche se in questo momento presa la risonanza con siamo lontani. liquido di contrasto. RiRingrazio tutti per le scontrando una sacca di loro preghiere e mi senpus all’esofago, che aveva to in unione di preghiera contaminato anche le vercon voi. Anche se su un tebre, i medici hanno subiletto d’ospedale verrebbe to provveduto per l’operada pensare solo alla soffezione (durata cinque ore). renza, tutti noi siamo conDopo cinque giorni in vinti che, unendo le nostre terapia intensiva, ora è in croci alla croce di Cristo, reparto di neurochirurgia. tutto finisce nella resurreSecondo il chirurgo che lo zione. Un abbraccio a tutha in cura, ci vorrà parecchio tempo per poter riac- Padre Virginio Simoncelli con la sorella Anita nel suo letto ti, e Forza Paris! Vostro, p. Virginio Simoncelli, sx quistare l’uso delle gambe d’ospedale, dopo il delicato intervento chirurgico subito Sei partito subito per la missione? No, ma avrei voluto: mi sentivo pieno di energie e di forze. I superiori mi hanno inviato a Brescia, dove era stato aperto un seminario minore alcuni anni prima. Brescia aveva bisogno di animatori missionari che andassero nelle parrocchie e nelle scuole e animassero i ragazzi per prepararsi alla missione. La tua prima missione? Il Burundi. Lo studio della lingua kirundi è stato lungo e difficile, ma alla fine ho potuto iniziare l’attività apostolica a Murago. Padre Ezio Meloni, saveriano di Sadali (NU), Sulle belle colline burun- missionario in Burundi e in Congo e, più recentedesi ho fondato la missio- mente, a Reggio Calabria, è tornato in Sardegna; sul monte Orani, accanto alla chiesa di ne e il mio compito princi- nella foto san Francesco Saverio (unica nell’isola) pale era seguire i muratori nella costruzione delle opere nomo. La passione per l’Afriparrocchiali e visitare le comuca però non mi lasciava in panità cristiane lontane da Murago, ce e nel 1983 chiesi di andare attraverso lunghi “safari”. in Congo… dove ho girato quaDurante la ribellione e la guersi tutte le missioni affidate ai sara civile del 1979, mi dedicai alveriani. La salute, e soprattutto la cura dei feriti e ricevetti cola vista, hanno iniziato a moleme ricompensa dal governo l’estarmi e dopo ben otto operaziospulsione dal paese, assieme ad ni agli occhi, nel 2010 ho dovualtri 40 missionari di tante conto rassegnarmi e rientrare definigregazioni missionarie presenti tivamente in Italia. in Burundi. Cosa hai fatto allora? Chiesi di fare un anno di riflessione e di studio sull’Africa ad Abijan, in Costa d’Avorio, per conoscere meglio la cultura africana, ma i superiori mi richiamarono in Italia, come eco- Ora, a 78 anni, sei a Cagliari… La cosa più bella che desidero è che altri giovani, ascoltando la mia esperienza di missione, si entusiasmino e si preparino a partire anche loro, per dove ■ il Signore li vuole. VENTIQUATTRO ORE PER IL SIGNORE In unione con papa Francesco per il mondo p. GIANNI ZAMPINI, sx Papa Francesco ha portato nella chiesa un vento primaverile che riscalda i cuori e fa germogliare le gemme della fede. Anche i saveriani di Cagliari, sollecitati dal gruppo GAMS-AMA, hanno aderito all’iniziativa delle “ventiquattr’ore per il Signore”. Con papa Francesco e con tutte le diocesi nel mondo, abbiamo celebrato l’amore del Signore nell’adorazione Eucaristica e nel sacramento della riconciliazione. Ci siamo ritrovati tutti alle ore 16 del 13 marzo per l’apertura ufficiale nel salone della nostra casa in via Sulcis 1. Padre Massimo ha celebrato l’Eucarestia e ci ha motivati a corrispondere all’amore che Dio ha per ciascuno di noi: egli ci ama sempre e non si stanca di perdonare. Ci ama e basta… Sta a noi fargli compagnia, leggere la sua parola e imitarlo nella nostra vita. Di ora in ora e a gruppetti, ci siamo alternati anche durante la notte nell’adorazione a Gesù, esposto sull’altare. I missionari sono sempre stati a disposizione per celebrare il sacramento della riconciliazione. Davanti all’Eucarestia abbiamo messo un cestino, dove i partecipanti hanno deposto le loro intenzioni di preghiera per la pace, il lavoro, l’accoglienza dei profughi, la difesa della vita e per i nostri giovani… Certo, Dio conosce già le nostre necessità e i nostri bisogni ma, convinti che “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, ognuno ha pregato per le intenzioni di tutti. Alle 17 del 14 marzo la preghiera no-stop si è conclusa con la benedizione Eucaristica e la gioia di tutti i presenti. foto G. Dovigo È arrivato il sesto saveriano... altri 32 giovani missionari. 2015 APRILE CREMONA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) La Pasqua missionaria in Congo... ... l’esperienza delle comunità ecclesiali viventi P ensando alla Pasqua che celebriamo in Italia, il mio cuore va con nostalgia alle Pasque celebrate in Congo, e specialmente a Cahi e Bukavu, nella regione del Sud-Kivu. Sono tante le differenze, principalmente dovute alla realtà delle comunità ecclesiali viventi (CEV) o comunità di base, che anche in Italia sarebbero pastoralmente molto opportune: l’esperienza di chiesa che generalmente molti cristiani fanno a livello solo parrocchiale in Italia, è molto relativa, perché difficilmente si esce dall’anonimato. Un cammino faticoso Nel 2012, nella repubblica democratica del Congo abbiamo celebrato 50 anni da quando è stata lanciata la pastorale delle CEV (comunità ecclesiali viventi). In un primo tempo si era evitato di chiamarle “di base”, perché altrove le “comunità di base” a volte si ponevano in contrasto con la chiesa. È stato un cammino lungo e faticoso. Nel Kivu in particolare, la difficoltà maggiore è stata causata dalla rivoluzione mulelista scoppiata nel 1964, che scombussolò la vita della gente e della chiesa. Fu allora che i saveriani diedero il loro primo contributo di sangue alla missione in Congo: il 28 novembre 1964, nella missione di Baraka furono uccisi fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara; poi la sera dello stesso giorno, per mano dello stesso massacratore, nella missione di Fizi furono uccisi p. Giovanni Didoné e l’Abbé Joubert, un sacerdote diocesano. Per le CEV, c’è stata poi la battuta d’arresto in tutto il Congo/Zaire nel 1972, quando il dit- p. C. SANFELICE, sx tatore Mobutu lanciò la politica dell’autenticità, con l’obiettivo di “sradicare la chiesa cattolica”. Tuttavia, grazie alla resistenza dei vescovi e dei fedeli, nei primi anni ’80, l’orientamento pastorale ha rilanciato le comunità ecclesiali viventi, che hanno preso vigore in tutte le diocesi del Congo. L’incontro settimanale Inoltre, con il primo sinodo per l’Africa e l’esortazione apostolica Ecclesia in Africa di Giovanni Paolo II, i vescovi del Congo hanno rinnovato l’orientamento delle CEV, con il documento intitolato, La Nuova Evangelizzazione, che aveva alla base la visione della “Chiesa, famiglia di Dio”. Non c’è niente di meglio per le CEV che vivere lo spirito di famiglia delle prime comunità cristiane di Gerusa- La Pasqua missionaria in Congo/2 Esplosione di gioia nel cuore di tutti i fedeli L e 32 comunità ecclesiali viventi (CEVB - da qualche tempo si è cominciato ad aggiungere la qualifica “di base”) sono organizzate anche in otto comunità di settore. Ogni ministero ha il suo comitato nelle CEVB, a cui fa seguito un comitato nel settore, e infine la commissione parrocchiale. Per esempio, le 53 corali delle CEVB, dei settori e della parrocchia - sono guidate dalla commissione parrocchiale di musica sacra. La stessa cosa avviene per i 270 catechisti: ogni CEVB ha i suoi catechisti, formati dalla commissione parrocchiale della catechesi. Vivere e dare la vita… Per le celebrazioni pasquali, tutte le CEVB sono impegnate, specialmente con i ministeri della catechesi, della liturgia 8 e della festa, ma anche della carità. La veglia pasquale riunisce tutti i membri delle CEVB nella chiesa centrale della parrocchia, per accompagnare i loro catecumeni al battesimo. Quella notte è la festa della chiesa-madre che generava i suoi nuovi figli, dati a lei da Dio Padre. Lo spettacolo di tutte le CEVB radunate nella stessa chiesa è anche l’immagine plastica della parrocchia, vista come comunione di molte comunità. Da questa consapevolezza prende forza l’esplosione di gioia nel cuore di tutti, catecumeni e fedeli, e specialmente di quei fedeli “pescatori di uomini”, che hanno attirato nuove persone alla fede in Cristo. Il compito della “pesca” è effettuato in modo più assiduo e continuo dai “legionari di Maria”. In Africa, la nascita di un bim- La sala polivalente della comunità ecclesiale vivente (“shirika”, in lingua kiswahili) “San Francesco d’Assisi” nella parrocchia congolese di Cahi p. CARMELO SANFELICE, sx bo è sempre un avvenimento celebrato con solennità, perché la base della cultura e del sentimento della gente è la vita: vivere e dare la vita è un fattore di fierezza, per cui si fa di tutto anche per sopravvivere. Il grande senso di famiglia La domenica di Pasqua, dal pomeriggio fino a sera, in quasi tutte le CEVB viene organizzata la festa, che si celebra nella sala polivalente di ogni CEVB. Il locale stesso testimonia lo spirito di famiglia, perché tutti i membri, anche i bambini, hanno fatto molti sacrifici per costruirla. A volte, i loro sacrifici sono stati sostenuti anche dalla generosità di tanti amici e benefattori in Italia. Dunque, quelle sale polivalenti testimoniano esse stesse la “comunione ecclesiale”. E nella festa di Pasqua la “famiglia di Dio” accoglie i suoi figli e figlie nella propria casa. La giornata di festa pasquale conclude con un piccolo pasto consumato insieme, condito di canti, danze, foto, interviste, piccoli discorsi d’occasione e, alla fine spesso, anche con un piccolo dono per ogni nuovo battezzato: ancor più bello se, come d’abitudine, il padrino e la madrina sono della stessa comunità vivente. Tutti ne escono con un senso di famiglia più marcato. Così la “chiesa famiglia di Dio” cresce e si consolida. ■ Mattoni su mattoni, per preparare le sale polivalenti delle comunità ecclesiali viventi (Cev) nella missione di Cahi, in Congo RD lemme (Atti 2,42-47). Le CEV, infatti, riuniscono le famiglie del quartiere, dove non esiste l’anonimato e le gioie e i dolori sono condivisi. La vitalità delle CEV si basa sull’incontro settimanale con tre momenti: la Parola di Dio e la preghiera spontanea, i resoconti sui ministeri pastorali, lo scambio di notizie. Tredici ministeri pastorali Nella parrocchia di Cahi, ho vissuto in modo profondo l’esperienza di chiesa nei suoi vari gradi: la chiesa domestica nelle famiglie, la chiesa nelle comunità viventi, e la chiesa nella parrocchia. A livello di CEV, funzionavano bene tutti i tredici ministeri pastorali, importanti per la vita cristiana e sociale della gente. Eccoli: il servizio di presidenza, la missione, la catechesi, la pastorale dei ragazzi, la pastorale dei giovani, la liturgia, fidanzamento-matrimonio-famiglia, il ministero della consolazione (pastorale dei malati e dei defunti), la caritas, la riconciliazione (quanti litigi ricomposti in CEV con il perdono reciproco, senza spese di tribunali!), l’impegno per la giustizia e il progresso sociale, le vocazioni, la festa e le manifestazioni culturali (teatro, festival, sport…). ■ (continua a lato) 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE DESIO 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) Ospiti graditi e privilegiati Il compleanno del Gruppo Nuova Amicizia I l Gruppo Nuova Amicizia (GNA) compie ben 36 anni, un traguardo inimmaginabile nel lontano 1979, quando un gruppo di giovani e meno giovani della parrocchia S. Giovanni Battista di Desio iniziò, con la guida della Caritas parrocchiale, a interessarsi delle persone con disabilità residenti in parrocchia. Siamo ospiti dei saveriani Abbiamo iniziato la nostra avventura nella casa saveriana di Desio con l’allora rettore p. Na- talio Fornasier e con la guida spirituale del compianto p. Rinaldo Nava. A loro sono poi succeduti p. Rino Benzoni, p. Filippo Rondi, p. Rosario Giannattasio, p. Stefano Della Pietra… Attualmente p. Carmelo Boesso e tutti gli altri saveriani della comunità ci fanno sentire ospiti graditi. Ci troviamo per le riunioni quindicinali, durante le quali programmiamo le attività per l’incontro mensile (ogni quarta domenica del mese) che ci raduna tutti per la celebrazione della PIER ANTONIO GALIMBERTI Messa e poi per la merenda, le attività ricreative e, per finire, la pizzata serale. Abbiamo sempre trovato grande condivisione di iniziative e spirito di servizio, con i saveriani sempre disponibili a soddisfare le nostre richieste logistiche e spirituali. 80 volontari per 50 disabili Il Gruppo Nuova Amicizia è un’associazione di volontariato che svolge attività ricreative e d’animazione con persone di- Durante i suoi 36 anni di vita il “Gruppo Nuova Amicizia” è andato sempre più aumentando, con la soddisfazione di tutti L’arcidiocesi di Milano è composta da 1.107 parrocchie, distribuite in 74 decanati organizzati in sette zone pastorali. È servita da quasi 2.000 sacerdoti, 800 religiosi, più di 6.000 religiose. Noi saveriani seguiamo i quattro gruppi missionari decanali della zona pastorale di Monza. Gli incontri missionari si tengono ogni mese in una parrocchia diversa. I l decanato missionario di Carate (zona 5 di Monza) è composto da 23 parrocchie. I gruppi missionari parrocchiali, riuniti nel decanato, organizzano eventi, manifestazioni e incontri, con la finalità di animazione e sostegno ai missionari nel mondo. 8 Ci guida padre Domenico I componenti dei gruppi missionari del decanato si riuniscono una volta al mese, da settembre a giugno. Gli incontri trattano argomenti di formazione cristiana missionaria e presentano testimonianze dirette di persone (laici, suore e sacerdoti) che hanno vissuto un’esperienza significativa in terra di missione. Normalmente la formazione è tenuta da un saveriano - attualmente p. Domenico Meneguzzi che con passione e competenza ci guida e aiuta a comprendere meglio i messaggi della Sacra Scrittura. Da questi incontri i partecipanti traggono gli spunti per vivere sempre meglio il loro impegno cristiano nella loro vita quotidiana. Spesso, abbiamo la possibilità Un’immagine di repertorio del “gesto del riso”, iniziativa ormai ben conosciuta in tutto il decanato di Carate I nostri appuntamenti Sono tanti gli appuntamenti e le attività che il Gruppo Nuova Amicizia organizza. Ecco i più importanti. • Le vacanze estive. Negli ultimi anni si svolgono a Pinarella di Cervia, presso la casa per ferie “Mater Gratiae”. Per rivivere i bei momenti trascorsi insieme, abbiamo anche realizzato un piccolo filmato amatoriale. • Il capodanno. Il nuovo anno viene salutato con un “cenone” seguito poi da giochi e balli. • Il carnevale. È un successo di colori e fantasia, che stimola la creatività dei ragazzi disabili che si prodigano per realizzare i propri abiti. • La castagnata. In pullman ci rechiamo per la consueta castagnata annuale, ospiti del centro parrocchiale di Donnas (AO). • Le uscite domenicali. Ogni domenica ci troviamo per allietare i pomeriggi con vari momenti ricreativi. Approfittiamo delle varie sagre paesane, per unirci all’atmosfera festosa che le caratterizza. • Gli incontri mensili. Dai saveriani a Desio celebriamo la Messa, e proseguiamo con giochi a premi e con la cena: pizza per tutti. In particolare ringraziamo p. Gianni Villa, partito per la missione in Brasile, p. Claudio Codenotti in Giappone e p. Stefano Della Pietra nell’Africa congolese: sono ripartiti con gioia per terre lontane; e noi continuiamo a seguirli attraverso inter■ net e con la preghiera. Auguri di buona Pasqua! Basta un “pugno di riso” Insieme per un bel gesto di solidarietà versamente abili, coinvolgendole direttamente, affinché siano loro stesse a gestire il proprio tempo libero, maturando così la capacità di instaurare rapporti amichevoli con gli altri. L’attenzione è estesa alle loro famiglie, che sono coinvolte nei momenti conviviali. I volontari sono un’ottantina e circa 50 le persone diversamente abili seguite. Per gestire al meglio le varie attività, il Gruppo Nuova Amicizia promuove incontri con esperti del settore facendo poi opera di verifica sul proprio operato. L’impegno da parte dei volontari si estende partecipando anche a convegni e a iniziative di formazione proposte sul territorio. CARLO SOMASCHINI di confrontarci sugli sviluppi, purtroppo non sempre positivi, all’interno della nazioni povere. Una lunga tradizione Tutti i decanati della zona 5 da parecchi anni organizzano il “gesto di solidarietà”, conosciuto anche come “gesto del riso”. È nato negli anni ’80, quando alcuni rappresentanti delle commissioni missionarie di Monza, insieme al saveriano p. Mario Vergani, hanno unito le forze per finanziare qualche piccolo progetto di evangelizzazione, cercando di coinvolgere tutte le parrocchie della zona. Ogni parrocchia nella stessa domenica vendeva un sacchetto di riso. Nel tempo, i progetti sono diventati più numerosi e ora questo gesto di solidarietà viene svolto dalle parrocchie in domeniche diverse, facendo conoscere e finanziare comunque questi progetti da parte di tutti. Sono progetti piccoli e hanno come scopo principale l’evangelizzazione. È stato scelto il riso perché è un alimento utilizzato da gran parte della popolazione mondiale. I progetti, provenienti dalle missioni, sono presentati, verificati e finanziati con 5.000 euro. Ci auguriamo che anche quest’anno il “gesto del riso” possa dare un buon risultato. ■ La risurrezione di Cristo è la “primavera della storia”, il principio di vita nuova, di fraterna e feconda unità della famiglia umana. La fraternità vissuta con cuore sincero ci pone nella giusta strada che ci conduce al paradiso già qui in terra. Auguriamo a voi tutti, famigliari e amici, di vivere nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità questa fraternità, fonte di amore, gioia e pace, mentre accompagniamo gli auguri con il ricordo nella preghiera e nell’Eucaristia, perché siano auguri veramente efficaci! Buona Pasqua! p. Carmelo e saveriani di Desio 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE FRIULI 33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70 Tel. 0432 471818 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 210336 IBAN - IT 40 S 06340 12301 07404043235H (CARIFVG, Udine) Una Pasqua ben preparata Finisce il tempo della semina e del sacrificio I n Sierra Leone, la diocesi di Makeni è affidata alla cura pastorale dei saveriani, fin dal loro arrivo nel 1950. La maggioranza della popolazione è musulmana e frequenta le moschee presenti in tutti i villaggi. Durante il mese sacro del ramadan, la partecipazione alla preghiera è più numerosa. La pratica del digiuno, molto osservata dai musulmani, ha un’influenza notevole sul tenore di vita della gente che deve spendere di più per i cibi speciali della sera, quando viene “rotto” il digiuno. Anche il ritmo del lavoro è piuttosto ridotto, a causa del digiuno totale da cibo e acqua. Un forte impegno di vita In questa cornice religiosa è vissuta anche la quaresima cristiana in preparazione alla solenne celebrazione della Pasqua. In tutte le missioni c’è l’impegno a svolgere un programma intenso di preghiera, catechesi e celebra- zioni liturgiche. Durante le cinque settimane, tutti i gruppi di preghiera si riuniscono con i loro catecumeni per un’ora di preghiera, lettura e riflessione sulla bibbia. Gli incontri terminano con la “preghiera della quaresima”, che viene recitata ogni giorno anche nelle scuole cattoliche all’inizio della giornata. In una parrocchia nella cittadina di Makeni, dedicata a “San Guido Conforti”, i saveriani preparano un volantino in cui spiegano come vivere la quaresima in parrocchia: nei gruppi di preghiera, nelle piccole comunità cristiane sparse in 60 villaggi, con i ragazzi delle scuole e i giovani dell’università Cattolica, presenti nel vasto territorio della parrocchia. L’attenzione ai catecumeni Una speciale attenzione e cura è riservata ai catecumeni, giovani e adulti che per oltre due anni si preparano al battesimo. Nelle p. ANTONIO GUIOTTO, sx domeniche di quaresima si celebrano le “tappe” del cammino catecumenale con i riti che precedono l’iniziazione cristiana e preparano la celebrazione del battesimo per i catecumeni dell’ultimo anno. Genitori e padrini sono coinvolti per stare vicini ai loro figli, con buoni consigli e soprattutto con il buon esempio. Dal 1950 la diocesi di Makeni è stata guidata da due vescovi saveriani: mons. Augusto Azzolini fino al 1986, e mons. Giorgio Biguzzi fino ai nostri giorni. Ora il santuario “San Guido Conforti” rimarrà memoria sacra del lavoro missionario di oltre cento saveriani che per 65 anni, fedeli all’ispirazione del loro fondatore, hanno seminato il buon seme della parola di Dio e lo hanno coltivato, fino a dare frutti abbondanti. Se sboccia la Pasqua… Possiamo dire che la quaresima, tempo di sacrificio e di se- Ricordiamo l’amico Stellio Valle Animatore entusiasta e rumoroso di tanti ragazzi S e n’è andato senza disturbare, quasi in punta di piedi. I numerosi ragazzi formati dai saveriani tra il 1964 e il 1973 lo ricordano ancora con viva nostalgia come loro rettore e formatore, l’animatore entusiasta e rumoroso delle loro giornate. Persona di riferimento Stellio Valle, ragazzo schietto ed esuberante, originario di Maiano (Udine), con due occhi grandi e penetranti, fu tra i primi ragazzi friulani che i saveriani hanno accolto nella loro nuova casa apostolica, aperta appena due anni prima nel 1946, per contagiarli dell’ideale missionario di portare ai popoli lontani il vangelo di Gesù. Stellio divenne sacerdote nell’ottobre 1965. I superiori, che ben conoscevano la sua sana vivacità e la tempra forte del suo carattere, lo inviarono subito nella scuola apostolica di Udine, dove profuse la sua fermezza e dolcezza nel paziente lavoro di formazione umana, culturale e spirituale dei ragazzi che manifestavano il desiderio di diventare missionari. 8 La morte di un ragazzo… Per i valori morali che ar- ricchivano il suo cuore, egli era per loro una persona di riferimento e di consiglio nelle incertezze della loro età. La morte tragica di un suo ragazzo, Sergio Michelutti, annegato nelle acque di Grado, lo sconvolse così profondamente, che non si riprese più da quella tormentata sofferenza. Reso fragile e insicuro fisicamente, anche per una leucemia che gli sopraggiunse, con rassegnazione lasciò il ministero Stellio Valle in un’immagine recente durante un incontro con gli ex allievi dai saveriani di Udine p. L. MATTIUSSI, sx sacerdotale. “Ma - confidava - ogni anno nel giorno commemorativo della sua sacra ordinazione, sentiva un forte desiderio di celebrare l’Eucaristia”. Coerente nello stile di vita Ha vissuto quindi nella sua nuova famiglia, formata con l’affetto della signora Lidia e allietata dalla nascita di Cecilia, la figlia da lui tanto amata. Ha dato a tutti e sempre, anche con le parole, la sua viva testimonianza di solida fede cristiana, sacrificandosi nel lavoro con vero impegno e onestà, sempre fedele e coerente a quella frugalità e sobrietà, che hanno caratterizzato il suo stile di vita. Ha passato gli ultimi anni nella casa di riposo “La Quiete”, accettando con serenità, giorno per giorno, il deperimento del suo fisico e rimettendosi con grande fiducia nella divina Misericordia, come sempre e a tutti aveva insegnato nei suoi anni di sacro ministero. Il Signore lo accolga nella sua dimora di luce e di pace. Mandi, Stellio: cumò ca tu stàs cul Signor, trasfiguràt in te so glorie par celebrà la liturgje dal cìl, viòt ancje di nò e pree pala to ■ cjare famee e par nò duç. Padre Antonio Guiotto e il battesimo a Pasqua in Sierra Leone mina, a partire dagli anni ‘50, è già sbocciata oggi nella Pasqua di resurrezione. Ne sono prova le numerose parrocchie affidate al clero diocesano; le scuole elementari, secondarie e universitarie, fucine di formazione umana e cristiana di tanti giovani sierr- raleonesi; gli ospedali, i lebbrosari e gli ambulatori per la cura dei malati; la buona novella di Cristo predicata in tanti villaggi, anche attraverso il prezioso servizio di “Radio Maria”, che raggiunge le case di tanti cristiani e musulmani in tutto il Paese. ■ MINISTERO PASQUALE A TARVISIO p. ROMEO BROTTO, sx Celebrare il triLa chiesa parrocchiale di Tarvisio, duo pasquale a dove p. Romeo Brotto ha celebrato Tarvisio significa il triduo pasquale per me, che vi ho partecipato, lasciarsi coinvolgere da una religiosità sentita e partecipata che si esprime nel “camminare” della Via Crucis, nel sacramento della riconciliazione durante la settimana santa e nella solenne proclamazione della risurrezione del Signore della vigilia pasquale. Mi hanno sempre fatto una buona impressione l’impegno e la grinta dei componenti della corale: voglia condivisa di “comunicare”, donando le proprie voci per aiutare i fedeli a partecipare e a cogliere meglio il senso delle celebrazioni. E sono “le donne” che riescono ad amalgamare il gruppo e a coinvolgerlo nel servizio canoro, che si conclude sempre con quell’appuntamento fraterno e festoso per scambiare gli auguri, ricordare i compleanni e programmare i futuri impegni canori. Continuate ad annunciare che è bello incontrarsi e condividere le gioie e le speranze della vita e, con il canto, rallegrate le persone e l’ambiente! Auguri! 19 APRILE: INCONTRO TRA AMICI Vi ricordiamo che domenica 19 aprile, dalle ore 15 alle ore 18, è in programma l’incontro aperto a tutti i lettori e le lettrici di “Missionari Saveriani”, presso la casa saveriana di Udine in via Monte San Michele 70. Comunicateci la vostra presenza telefonando al numero 0432 471818, oppure con una e-mail al nostro indirizzo udine@saveriani. it... Vi aspettiamo numerosi! Saveriani di Udine 2015 APRILE MACOMER 08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9 Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706 E-mail: [email protected] - C/c. postale 207084 IBAN - IT 53 N 03069 85342 100000011073 (Banca Intesa S. Paolo, Macomer) P. Ezio Meloni da Reggio Calabria a casa di marzo la noA ll’inizio stra comunità è aumentata di numero e di… qualità. Padre Ezio Meloni, veterano d’Africa, si è aggiunto agli altri saveriani di Cagliari. Gli abbiamo rivolto alcune domande per presentarlo a tutti voi e conoscerlo meglio. Padre Ezio, tu sei sardo! Sì, il 3 aprile 1936 ho aperto gli occhi nel paese di Sadali. Mi hanno detto che ero un regalo per la mia famiglia, dopo alcuni anni di attesa. La mia infanzia l’ho trascorsa serenamente, come tutti i bambini, ed ero curioso di conoscere il mondo. Come hai conosciuto i saveriani? Non ricordo esattamente chi sia venuto a Sadali a parlare a noi ragazzi del catechismo: for- se padre Gitti o padre Picci, che venivano da Quartu Sant’Elena. Ma i racconti delle missioni mi hanno impressionato e ho chiesto loro se anch’io un giorno avrei potuto essere missionario. A quell’età non capivo molto, ma volevo anch’io andare in Cina. Poi che è successo? Nel 1948 a Tortolì erano arrivati i primi saveriani per continuare l’opera del sacerdote sardo don Mirto, morto tragicamente mentre tentava di salvare un ragazzo che faceva il bagno. I primi saveriani che ho conosciuto sono p. Stocco, p. Berdini, p. Crestani e p. Chiari. Poi, aumentando il numero dei ragazzi-aspiranti missionari, ci trasferimmo a Macomer nelle “Casermette”. Nel 1953, termi- a cura di p. GIANNI ZAMPINI, sx nate le medie, dovetti emigrare verso il continente. Così ho fatto il ginnasio a Zelarino (VE), il noviziato a San Piero in Vincoli (RA), il liceo classico a Desio (MB), e poi finalmente arrivai in teologia a Parma nel 1960. Sei stato un ragazzo tenace! Certo, vedendo tanti compagni lasciare l’istituto, ogni tanto anch’io avevo qualche crisi (soprattutto quando era un amico), ma la preghiera, il desiderio di portare il vangelo dove Gesù non era ancora conosciuto e la guida spirituale dei missionari mi hanno aiutato a superare tutte le difficoltà. Da quando sei sacerdote? Il 13 ottobre del 1963 il cardinale Rugambwa della Tanzania mi ha ordinato prete, assieme ad “Siete la sua seconda famiglia” Con la preghiera di tutti ce la faremo Anita, sorella unica di p. Virginio, ci aggiorna sulla situazione del fratello missionario, che manda un appello a tutti gli amici della Sardegna. P 8 e delle braccia; dicono che è come se avesse avuto un ictus alla spina dorsale. Virginio è informato della sua situazione e, nonostante tutto, ha riacquistato la sua serenità e il suo sorriso, che dà forza anche a me per potergli stare vicino e aiutarlo. Io sono credente, e penso che Colui che è lassù ci aiuterà a superare tutti gli ostacoli e sono sicura che ci accompagnerà per tutto il tempo che ci vorrà. Sono anche certa che ce la faremo, e che p. Virginio tornerà come nuovo. Grazie per le vostre preghiere. Stategli vicino in qualsiasi modo, perché voi amici e amiche della Sardegna siete la sua ANITA SIMONCELLI seconda famiglia. Padre Virginio mi ha dettato queste parole, che trascrivo: è il suo saluto personale a tutti voi, in Sardegna. Un abbraccio forte, Anita. Il saluto di p. Virginio adre Virginio si trova in Cari amici e amiche, cari gioun letto dell’ospedale Nivani e giovanissimi, non me l’aguarda di Milano, reparto di spettavo, ma come la missione Neurochirurgia. Soffrendo per ci insegna, bisogna imparare a ernie cervicali, le teneva sotto mettere tutto (gioie e dolori) nelcontrollo con qualche terapia. le mani di Colui che ci ha semMa dai primi di febbraio i dolori pre voluto bene e che continua a sono aumentati, fino a fargli peressere accanto a noi per portarci dere l’uso normale delle gambe. sulle sue spalle di Buon Pastore. Dietro mia insistenza, finalVi ricordo tutti con grande afmente il 2 marzo, aiutato dalla fetto e so che mi accompagnate gente, è stato imbarcato su un in questo momento difficile delaereo diretto a Milano per una la mia vita con la preghiera; così visita specialistica. Finché il 5 so che stanno facendo in marzo, ormai incapace di Sardegna tutte le persone muoversi, l’ho fatto portache ho conosciuto e a cui re in ambulanza al pronto ho voluto bene. Abbiamo soccorso del Niguarda. fatto tanti passi insieme e Qui gli hanno fatto tutto continueremo a farli, anciò che dovevano, comche se in questo momento presa la risonanza con siamo lontani. liquido di contrasto. RiRingrazio tutti per le scontrando una sacca di loro preghiere e mi senpus all’esofago, che aveva to in unione di preghiera contaminato anche le vercon voi. Anche se su un tebre, i medici hanno subiletto d’ospedale verrebbe to provveduto per l’operada pensare solo alla soffezione (durata cinque ore). renza, tutti noi siamo conDopo cinque giorni in vinti che, unendo le nostre terapia intensiva, ora è in croci alla croce di Cristo, reparto di neurochirurgia. tutto finisce nella resurreSecondo il chirurgo che lo zione. Un abbraccio a tutha in cura, ci vorrà parecchio tempo per poter riac- Padre Virginio Simoncelli con la sorella Anita nel suo letto ti, e Forza Paris! Vostro, p. Virginio Simoncelli, sx quistare l’uso delle gambe d’ospedale, dopo il delicato intervento chirurgico subito Sei partito subito per la missione? No, ma avrei voluto: mi sentivo pieno di energie e di forze. I superiori mi hanno inviato a Brescia, dove era stato aperto un seminario minore alcuni anni prima. Brescia aveva bisogno di animatori missionari che andassero nelle parrocchie e nelle scuole e animassero i ragazzi per prepararsi alla missione. La tua prima missione? Il Burundi. Lo studio della lingua kirundi è stato lungo e difficile, ma alla fine ho potuto iniziare l’attività apostolica a Murago. Padre Ezio Meloni, saveriano di Sadali (NU), Sulle belle colline burun- missionario in Burundi e in Congo e, più recentedesi ho fondato la missio- mente, a Reggio Calabria, è tornato in Sardegna; sul monte Orani, accanto alla chiesa di ne e il mio compito princi- nella foto san Francesco Saverio (unica nell’isola) pale era seguire i muratori nella costruzione delle opere nomo. La passione per l’Afriparrocchiali e visitare le comuca però non mi lasciava in panità cristiane lontane da Murago, ce e nel 1983 chiesi di andare attraverso lunghi “safari”. in Congo… dove ho girato quaDurante la ribellione e la guersi tutte le missioni affidate ai sara civile del 1979, mi dedicai alveriani. La salute, e soprattutto la cura dei feriti e ricevetti cola vista, hanno iniziato a moleme ricompensa dal governo l’estarmi e dopo ben otto operaziospulsione dal paese, assieme ad ni agli occhi, nel 2010 ho dovualtri 40 missionari di tante conto rassegnarmi e rientrare definigregazioni missionarie presenti tivamente in Italia. in Burundi. Cosa hai fatto allora? Chiesi di fare un anno di riflessione e di studio sull’Africa ad Abijan, in Costa d’Avorio, per conoscere meglio la cultura africana, ma i superiori mi richiamarono in Italia, come eco- Ora, a 78 anni, sei a Cagliari… La cosa più bella che desidero è che altri giovani, ascoltando la mia esperienza di missione, si entusiasmino e si preparino a partire anche loro, per dove ■ il Signore li vuole. VENTIQUATTRO ORE PER IL SIGNORE In unione con papa Francesco per il mondo p. GIANNI ZAMPINI, sx Papa Francesco ha portato nella chiesa un vento primaverile che riscalda i cuori e fa germogliare le gemme della fede. Anche i saveriani di Cagliari, sollecitati dal gruppo GAMS-AMA, hanno aderito all’iniziativa delle “ventiquattr’ore per il Signore”. Con papa Francesco e con tutte le diocesi nel mondo, abbiamo celebrato l’amore del Signore nell’adorazione Eucaristica e nel sacramento della riconciliazione. Ci siamo ritrovati tutti alle ore 16 del 13 marzo per l’apertura ufficiale nel salone della nostra casa in via Sulcis 1. Padre Massimo ha celebrato l’Eucarestia e ci ha motivati a corrispondere all’amore che Dio ha per ciascuno di noi: egli ci ama sempre e non si stanca di perdonare. Ci ama e basta… Sta a noi fargli compagnia, leggere la sua parola e imitarlo nella nostra vita. Di ora in ora e a gruppetti, ci siamo alternati anche durante la notte nell’adorazione a Gesù, esposto sull’altare. I missionari sono sempre stati a disposizione per celebrare il sacramento della riconciliazione. Davanti all’Eucarestia abbiamo messo un cestino, dove i partecipanti hanno deposto le loro intenzioni di preghiera per la pace, il lavoro, l’accoglienza dei profughi, la difesa della vita e per i nostri giovani… Certo, Dio conosce già le nostre necessità e i nostri bisogni ma, convinti che “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”, ognuno ha pregato per le intenzioni di tutti. Alle 17 del 14 marzo la preghiera no-stop si è conclusa con la benedizione Eucaristica e la gioia di tutti i presenti. foto G. Dovigo È arrivato il sesto saveriano... altri 32 giovani missionari. 2015 APRILE MARCHE 60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40 Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639 E-mail: [email protected] - C/c. postale 330605 IBAN - IT 84 E 08549 37491 000060192713 (BCC San Biagio di Osimo) DIARIO DELLA COMUNITÀ Pace per le donne che soffrono Preghiera nella chiesa San Pietro a Corridonia I l 7 marzo, vigilia della giornata della donna, il Bondeko, associazione legata ai missionari, ha organizzato una veglia di preghiera per la pace... al femminile. Ci siamo riuniti nella chiesa di San Pietro, a Corridonia (MC). Preghiere con i piedi per terra Raramente si organizzano adorazioni con intenzioni di preghiera così mirate verso gli ultimi, anzi, “le ultime”. L’idea è venuta a Valentina, una giovane di 19 anni, che l’anno scorso ha p. A. PANICHELLA, sx fatto una breve esperienza tra le famiglie indigene di Santa Cruz, in Messico, con i saveriani che lì lavorano. Insieme ci siamo dati da fare per preparare la celebrazione. Eravamo solo una quarantina di persone, poche, come spesso Padre Alberto Panichella sull’altare della chiesa San Pietro di Corridonia (MC) per la veglia di preghiera dedicata alle donne, il 7 marzo (foto M. Salciccia) Appuntamento dai saveriani 10 maggio: incontro degli ex 10 maggio è D omenica previsto il 1° incontro degli ex-alunni saveriani delle Marche. Tutto ha inizio alle ore 11, con un breve incontro tra ricordi del passato e attualità. A seguire, la celebrazione Eucaristica e il pranzo fraterno, offerto dai saveriani. Partecipate in tanti! ■ 8 17 maggio: festa di amici e benefattori C arissimi, come ogni anno la comunità dei saveriani di Ancona desidera invitarvi alla “Festa degli amici e benefattori”, domenica 17 maggio. Per noi questo incontro è un momento di gioia, perché ci dà la possibilità di esprimervi il nostro “grazie”, di pregare e di condividere insieme il pranzo. Ecco il programma della giornata: alle ore 10,30 saluti e accoglienza; alle ore 11,45 celebrazione Eucaristica; alle ore 13 pranzo fraterno. Vi saremo grati se potrete confermare al più presto la vostra presenza, telefonando al numero 071 895368. Vi aspettiamo numerosi! ■ accade nelle cose nuove... Ma l’adorazione è stata molto bella, con tante brevi preghiere da parte dei partecipanti: preghiere pratiche, con i piedi per terra, per tutte le vittime della violenza e della guerra, della fame e delle discriminazioni. Se le donne governassero il mondo… Prima dell’esposizione del Santissimo Sacramento, abbiamo proiettato delle immagini drammatiche di ciò che sta accadendo oggi sul piano internazionale, rappresentanti le brutalità contro le donne. Dopo aver posto Gesù sull’altare, abbiamo pregato in adorazione, con canti e preghiere, momenti di silenzio e di riflessione, utilizzando anche alcuni scritti di madre Teresa di Calcutta. Nella breve omelia, ho commentato il dialogo di Gesù con la samaritana, “la donna dai tanti mariti, diventata credente e missionaria”. Ho fatto riferimento anche all’eroismo della Madonna e delle donne forti della bibbia: una storia che si ripete oggi nelle donne maltrattate e violentate. “L’uomo spesso svolge il suo lavoro e torna a casa. La donna, invece, ha almeno cinque ruoli da svolgere: il lavoro, la casa e la cucina, i figli da vestire e seguire, la chiesa e la vita di fede, l’impegno sociale. Ma il potere rimane nelle mani dell’uomo…”. E ho concluso dicendo: “Se le donne governassero, nel mondo ci sarebbe più pace!”. La storia di Tatjana La testimonianza di Tatjana Kruja, albanese di origine e re- Tatjana Kruja, mediatrice dell’associazione Bondeko; durante la veglia per le donne a Corridonia ha raccontato la sua testimonianza di vita sidente a Corridonia, ha coronato le mie povere parole con il racconto delle sue prove e sofferenze: “Sono venuta in Italia per curarmi da un tumore alle ossa; e sono guarita, per grazia di Dio!”. Continua: “Ho sofferto discriminazioni come albanese e come donna, ma ora sono felice; faccio la fioraia, frequento l’università e sono mediatrice culturale dell’associazione Bondeko”. Non poteva mancare l’abbraccio di pace prima della benedizione. Poi sono stati accesi i lumicini, per manifestare il nostro impegno a favore delle donne in tutto il mondo; sono state donate le mimose e le stelle di carta con frasi espressive... Un’ora e mezza in chiesa, ma nessuno aveva fretta. Solo io avevo fretta di andare; la gente, invece, è rimasta lì ancora a lun■ go, felice e contenta. LAVORATORI IN PREGHIERA DAI SAVERIANI p. GIANCARLO LAZZARINI, sx Da qualche anno a questa parte, il MLAC (Movimento lavoratori Azione cattolica) delle Marche, tiene i suoi incontri mensili nella casa dei saveriani di Ancona. Padre Alberto Panichella, missionario della nostra comunità, li accompagna negli incontri di preghiera, nella riflessione e nella convivialità. Infatti, dopo l’incontro di riflessione e di preghiera, il gruppo si riunisce per cenare fraternamente insieme. Nell’ultimo incontro, tenutosi il 22 febbraio scorso, hanno riflettuto sul tema del lavoro: la quaresima ci invita a convertire il lavoro perché diventi conforme alla proposta evangelica. Il vangelo ci insegna in modo chiaro che il lavoro è fatto per l’uomo e non l’uomo per il lavoro. Papa Francesco ci ricorda che questa nostra società, dal momento che pone al di sopra di tutto il guadagno e soprattutto il profitto, spesso derivante dalla speculazione finanziaria, massacra i lavoratori più umili e non assicura una vita dignitosa. Il lavoro, infatti, deve rispettare la dignità umana, insieme a tutti quei valori che permettono una vita degna di essere vissuta. Allora, “convertire il lavoro al vangelo” significa restituirgli quel ruolo creativo e degno, che Dio stesso ha pensato per l’uomo al momento della creazione. 2015 APRILE PARMA 43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8 Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502 E-mail: [email protected] - C/c. postale 153437 IBAN - IT 08 S 06230 12706 000081184943 (Cariparmapiacenza, PR) I nostri martedì della missione Comprendere meglio “la famiglia” mondiale T ra le tante iniziative che la casa madre dei saveriani di Parma offre alla cittadinanza, alcune sono particolarmente notevoli e accolgono il favore di molti amici parmensi. Ricordo, tra gli altri, i cosiddetti “Martedì della missione”, diventati ormai una bella tradizione missionaria e culturale. Cinque appuntamenti… internazionali Quest’anno “i martedì” hanno avuto inizio il 27 gennaio con la prima relazione del biblista p. Fabrizio Tosolini, rettore dello studentato teologico saveriano internazionale, che ha svolto il tema, “Il vangelo della famiglia nel disegno di Dio”. Nel secondo incontro, martedì 10 febbraio, è stata presentata la relazione sulla “Famiglia nella tradizione buddhista”, promos- sa da p. Luciano Mazzocchi del centro brianzolo del dialogo tra cristiani e buddhisti, e animata da alcuni membri della sua comunità “Vangelo e zen”. Il terzo martedì ha avuto come relatore il prof. Adname Mokrani, docente all’università romana della Gregoriana, che ha svolto il tema, “La famiglia nel corano e nella tradizione islamica”. Martedì 14 aprile, è stato presentata “La famiglia nella cultura africana”, con il relatore prof. Francis Oborji, docente all’università Urbaniana di Roma. Il quinto martedì del 28 aprile 2015 concluderà il ciclo di incontri con il vescovo di Parma mons. Enrico Solmi, esperto speciale per il sinodo proclamato da papa Francesco sulla famiglia, che offrirà una riflessione su, “La famiglia, problema o risorsa?”. p. VITO SCAGLIUSO, sx Un’iniziativa molto partecipata Un’attenta assemblea di amici parmensi appartenenti a varie associazioni, sia civili che religiose, impegnate nel dialogo e nella formazione permanente, animano queste serate con le loro domande e i loro apporti costruttivi. La Pasqua del Signore, che è stata punto di riferimento dei nostri incontri del martedì e ci ha motivato con i riti eloquenti della settimana santa, continui a illuminarci per tutto quest’anno dedicato alla famiglia umana e cristiana, cellula feconda di ogni società. I saveriani della casa madre approfittano di questa occasione per inviare a tutte le famiglie e ai singoli amici di Parma missionaria, un grande e gioioso augurio ■ di Felice Pasqua! I “Martedì della missione”, iniziativa dei saveriani di Parma, sono appuntamenti molto seguiti e partecipati; nel 2015 il tema principale è la famiglia, anche in vista del prossimo sinodo di ottobre New York: al banchetto che la Berceto Foundation ha organizzato l’8 marzo, a beneficio della casa di riposo di Berceto (PR), erano presenti anche tre bercetesi, cresimati da san Guido Conforti: Sig.ra Elsa e marito Sig. Hugo Bacchioni, e Sig.ra Mariolina Franceschini. Con loro, il sindaco di Berceto Sig. Luigi Lucchi. Padre Frank Grappoli è stato invitato per benedire la mensa al “Riccardo’s at the Bridge”. “Ci siamo preparate alla Pasqua” Il gruppo delle volontarie cresce spiritualmente I l gruppo dei volontari e delle volontarie all’infermeria del “quarto piano” in casa madre dei saveriani a Parma sta crescendo anche spiritualmente. Il 9 marzo p. Renzo Larcher, che era stato interpellato per tempo dal nostro assistente p. Antonio Ugalde e aveva accettato con entusiasmo, ha guidato il nostro incontro in preparazione alla Pasqua. La meditazione di p. Renzo Eravamo presenti al completo e questo è stato un segno positivo, che dimostra il nostro comune desiderio di vivere l’impegno di volontariato, non fermandoci a un semplice servizio di presenza, ma anche come opportunità 8 di crescita umana e spirituale. L’argomento poteva essere scontato, ma p. Renzo ci ha veramente stupite per l’originalità dell’introduzione, che ha poi sviluppato con la sua consueta serietà e competenza, ma anche con una buona dose di dolcezza, che varie di noi non avevano prima sperimentato. I nostri cinque ciottoli Padre Renzo è partito dal testo biblico tratto dal 1° libro di Samuele (17,40). Il piccolo e umile Davide (Gesù, il più forte) si prepara a sconfiggere il gigante Golia (il maligno) e lo fa prendendo dal fiume cinque ciottoli, apparentemente inutili e insignificanti. Sono le armi che, PAOLA CURTI ben usate, servono a Davide per sconfiggere Golia. Anche noi, per il nostro cammino quaresimale, possiamo usare cinque armi poco appariscenti ma potenti, da scagliare contro lo spirito del male: la vigilanza, la preghiera, il digiuno, la carità e la penitenza. Partendo dalle parole prese dalla bibbia o dai padri della chiesa, p. Renzo ci ha fatto comprendere il valore e l’importanza di queste virtù per il cristiano. Con tanti buoni propositi… Grazie all’incontro con l’amore perdonante del Signore, giungeremo alla Pasqua con il cuore purificato e guarito. Dopo un tempo per la riflessione personale e la possibilità della confessione, c’è stata la celebrazione della Messa nella cappella dei martiri, presieduta da p. Antonio. L’ambiente favorevole e l’omelia sul tema del perdono, come esigenza che nasce dall’amore per l’altro, ci hanno condotte riconciliate all’incontro con il Signore nell’Eucaristia. Alla fine ci siamo salutate con tanti buoni propositi nel Alcune volontarie del Gams al quarto piano con i saveriani anziani (da sinistra): ■ cuore. p. Viotti, p. Gugliotta, p. Minuti e p. Pennino (in carrozzina) 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE PIACENZA 25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9 Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781 E-mail: [email protected] - C/c. postale 216259 IBAN - IT 45 Q 03500 11202 000000001607 (UBI Banco di Brescia, Brescia 2) La Pasqua missionaria in Congo... ... l’esperienza delle comunità ecclesiali viventi P ensando alla Pasqua che celebriamo in Italia, il mio cuore va con nostalgia alle Pasque celebrate in Congo, e specialmente a Cahi e Bukavu, nella regione del Sud-Kivu. Sono tante le differenze, principalmente dovute alla realtà delle comunità ecclesiali viventi (CEV) o comunità di base, che anche in Italia sarebbero pastoralmente molto opportune: l’esperienza di chiesa che generalmente molti cristiani fanno a livello solo parrocchiale in Italia, è molto relativa, perché difficilmente si esce dall’anonimato. Un cammino faticoso Nel 2012, nella repubblica democratica del Congo abbiamo celebrato 50 anni da quando è stata lanciata la pastorale delle CEV (comunità ecclesiali viventi). In un primo tempo si era evitato di chiamarle “di base”, perché altrove le “comunità di base” a volte si ponevano in contrasto con la chiesa. È stato un cammino lungo e faticoso. Nel Kivu in particolare, la difficoltà maggiore è stata causata dalla rivoluzione mulelista scoppiata nel 1964, che scombussolò la vita della gente e della chiesa. Fu allora che i saveriani diedero il loro primo contributo di sangue alla missione in Congo: il 28 novembre 1964, nella missione di Baraka furono uccisi fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara; poi la sera dello stesso giorno, per mano dello stesso massacratore, nella missione di Fizi furono uccisi p. Giovanni Didoné e l’Abbé Joubert, un sacerdote diocesano. Per le CEV, c’è stata poi la battuta d’arresto in tutto il Congo/Zaire nel 1972, quando il dit- p. C. SANFELICE, sx tatore Mobutu lanciò la politica dell’autenticità, con l’obiettivo di “sradicare la chiesa cattolica”. Tuttavia, grazie alla resistenza dei vescovi e dei fedeli, nei primi anni ’80, l’orientamento pastorale ha rilanciato le comunità ecclesiali viventi, che hanno preso vigore in tutte le diocesi del Congo. L’incontro settimanale Inoltre, con il primo sinodo per l’Africa e l’esortazione apostolica Ecclesia in Africa di Giovanni Paolo II, i vescovi del Congo hanno rinnovato l’orientamento delle CEV, con il documento intitolato, La Nuova Evangelizzazione, che aveva alla base la visione della “Chiesa, famiglia di Dio”. Non c’è niente di meglio per le CEV che vivere lo spirito di famiglia delle prime comunità cristiane di Gerusa- La Pasqua missionaria in Congo/2 Esplosione di gioia nel cuore di tutti i fedeli L e 32 comunità ecclesiali viventi (CEVB - da qualche tempo si è cominciato ad aggiungere la qualifica “di base”) sono organizzate anche in otto comunità di settore. Ogni ministero ha il suo comitato nelle CEVB, a cui fa seguito un comitato nel settore, e infine la commissione parrocchiale. Per esempio, le 53 corali delle CEVB, dei settori e della parrocchia - sono guidate dalla commissione parrocchiale di musica sacra. La stessa cosa avviene per i 270 catechisti: ogni CEVB ha i suoi catechisti, formati dalla commissione parrocchiale della catechesi. Vivere e dare la vita… Per le celebrazioni pasquali, tutte le CEVB sono impegnate, specialmente con i ministeri della catechesi, della liturgia 8 e della festa, ma anche della carità. La veglia pasquale riunisce tutti i membri delle CEVB nella chiesa centrale della parrocchia, per accompagnare i loro catecumeni al battesimo. Quella notte è la festa della chiesa-madre che generava i suoi nuovi figli, dati a lei da Dio Padre. Lo spettacolo di tutte le CEVB radunate nella stessa chiesa è anche l’immagine plastica della parrocchia, vista come comunione di molte comunità. Da questa consapevolezza prende forza l’esplosione di gioia nel cuore di tutti, catecumeni e fedeli, e specialmente di quei fedeli “pescatori di uomini”, che hanno attirato nuove persone alla fede in Cristo. Il compito della “pesca” è effettuato in modo più assiduo e continuo dai “legionari di Maria”. In Africa, la nascita di un bim- La sala polivalente della comunità ecclesiale vivente (“shirika”, in lingua kiswahili) “San Francesco d’Assisi” nella parrocchia congolese di Cahi p. CARMELO SANFELICE, sx bo è sempre un avvenimento celebrato con solennità, perché la base della cultura e del sentimento della gente è la vita: vivere e dare la vita è un fattore di fierezza, per cui si fa di tutto anche per sopravvivere. Il grande senso di famiglia La domenica di Pasqua, dal pomeriggio fino a sera, in quasi tutte le CEVB viene organizzata la festa, che si celebra nella sala polivalente di ogni CEVB. Il locale stesso testimonia lo spirito di famiglia, perché tutti i membri, anche i bambini, hanno fatto molti sacrifici per costruirla. A volte, i loro sacrifici sono stati sostenuti anche dalla generosità di tanti amici e benefattori in Italia. Dunque, quelle sale polivalenti testimoniano esse stesse la “comunione ecclesiale”. E nella festa di Pasqua la “famiglia di Dio” accoglie i suoi figli e figlie nella propria casa. La giornata di festa pasquale conclude con un piccolo pasto consumato insieme, condito di canti, danze, foto, interviste, piccoli discorsi d’occasione e, alla fine spesso, anche con un piccolo dono per ogni nuovo battezzato: ancor più bello se, come d’abitudine, il padrino e la madrina sono della stessa comunità vivente. Tutti ne escono con un senso di famiglia più marcato. Così la “chiesa famiglia di Dio” cresce e si consolida. ■ Mattoni su mattoni, per preparare le sale polivalenti delle comunità ecclesiali viventi (Cev) nella missione di Cahi, in Congo RD lemme (Atti 2,42-47). Le CEV, infatti, riuniscono le famiglie del quartiere, dove non esiste l’anonimato e le gioie e i dolori sono condivisi. La vitalità delle CEV si basa sull’incontro settimanale con tre momenti: la Parola di Dio e la preghiera spontanea, i resoconti sui ministeri pastorali, lo scambio di notizie. Tredici ministeri pastorali Nella parrocchia di Cahi, ho vissuto in modo profondo l’esperienza di chiesa nei suoi vari gradi: la chiesa domestica nelle famiglie, la chiesa nelle comunità viventi, e la chiesa nella parrocchia. A livello di CEV, funzionavano bene tutti i tredici ministeri pastorali, importanti per la vita cristiana e sociale della gente. Eccoli: il servizio di presidenza, la missione, la catechesi, la pastorale dei ragazzi, la pastorale dei giovani, la liturgia, fidanzamento-matrimonio-famiglia, il ministero della consolazione (pastorale dei malati e dei defunti), la caritas, la riconciliazione (quanti litigi ricomposti in CEV con il perdono reciproco, senza spese di tribunali!), l’impegno per la giustizia e il progresso sociale, le vocazioni, la festa e le manifestazioni culturali (teatro, festival, sport…). ■ (continua a lato) ANCH’ IO HO INCONTRATO DIO ERNESTO OLIVERO Pubblichiamo una riflessione di Ernesto Olivero (nella foto), fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino, tratta da “La fede un incontro a tu per tu”. Non siamo chiamati a fare altro che sentirci amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore, là dove siamo… Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti. Dovremmo fare di tutti i condomini dei condomini di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato. Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe poter dire: “Vado a casa mia”, e bussare alla porta di una chiesa, una parrocchia, un monastero, una comunità… Una casa dove incontrare cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti... Chi ci incontra dovrebbe poter dire: “Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che mi vuole bene, che mi ha guardato senza giudicarmi”. È uno sguardo di fede che non esclude nessuno, che alimenta la speranza, che ci fa dire, “Coraggio, c’è posto anche per te, anche tu puoi cambiare; io sono stato perdonato, puoi essere perdonato anche tu…”. Tutto questo è possibile solo con la preghiera, solo chiedendo ogni giorno al Signore: “Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi parlare o tacere come faresti tu”. Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto, potrà pensare: “Anche per me c’è spazio…; anch’io mi posso alzare e camminare; anch’io ho incontrato Dio!”. Felice Pasqua ! 2015 APRILE PIEMONTE e LIGURIA 20033 DESIO MB - Via Don Milani, 2 Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00358200 IBAN - IT 71 F 06230 33100 000046222194 (Cariparma Credit Agricole, Desio) La Pasqua missionaria in Congo... ... l’esperienza delle comunità ecclesiali viventi P ensando alla Pasqua che celebriamo in Italia, il mio cuore va con nostalgia alle Pasque celebrate in Congo, e specialmente a Cahi e Bukavu, nella regione del Sud-Kivu. Sono tante le differenze, principalmente dovute alla realtà delle comunità ecclesiali viventi (CEV) o comunità di base, che anche in Italia sarebbero pastoralmente molto opportune: l’esperienza di chiesa che generalmente molti cristiani fanno a livello solo parrocchiale in Italia, è molto relativa, perché difficilmente si esce dall’anonimato. Un cammino faticoso Nel 2012, nella repubblica democratica del Congo abbiamo celebrato 50 anni da quando è stata lanciata la pastorale delle CEV (comunità ecclesiali viventi). In un primo tempo si era evitato di chiamarle “di base”, perché altrove le “comunità di base” a volte si ponevano in contrasto con la chiesa. È stato un cammino lungo e faticoso. Nel Kivu in particolare, la difficoltà maggiore è stata causata dalla rivoluzione mulelista scoppiata nel 1964, che scombussolò la vita della gente e della chiesa. Fu allora che i saveriani diedero il loro primo contributo di sangue alla missione in Congo: il 28 novembre 1964, nella missione di Baraka furono uccisi fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara; poi la sera dello stesso giorno, per mano dello stesso massacratore, nella missione di Fizi furono uccisi p. Giovanni Didoné e l’Abbé Joubert, un sacerdote diocesano. Per le CEV, c’è stata poi la battuta d’arresto in tutto il Congo/Zaire nel 1972, quando il dit- p. C. SANFELICE, sx tatore Mobutu lanciò la politica dell’autenticità, con l’obiettivo di “sradicare la chiesa cattolica”. Tuttavia, grazie alla resistenza dei vescovi e dei fedeli, nei primi anni ’80, l’orientamento pastorale ha rilanciato le comunità ecclesiali viventi, che hanno preso vigore in tutte le diocesi del Congo. L’incontro settimanale Inoltre, con il primo sinodo per l’Africa e l’esortazione apostolica Ecclesia in Africa di Giovanni Paolo II, i vescovi del Congo hanno rinnovato l’orientamento delle CEV, con il documento intitolato, La Nuova Evangelizzazione, che aveva alla base la visione della “Chiesa, famiglia di Dio”. Non c’è niente di meglio per le CEV che vivere lo spirito di famiglia delle prime comunità cristiane di Gerusa- La Pasqua missionaria in Congo/2 Esplosione di gioia nel cuore di tutti i fedeli L e 32 comunità ecclesiali viventi (CEVB - da qualche tempo si è cominciato ad aggiungere la qualifica “di base”) sono organizzate anche in otto comunità di settore. Ogni ministero ha il suo comitato nelle CEVB, a cui fa seguito un comitato nel settore, e infine la commissione parrocchiale. Per esempio, le 53 corali delle CEVB, dei settori e della parrocchia - sono guidate dalla commissione parrocchiale di musica sacra. La stessa cosa avviene per i 270 catechisti: ogni CEVB ha i suoi catechisti, formati dalla commissione parrocchiale della catechesi. Vivere e dare la vita… Per le celebrazioni pasquali, tutte le CEVB sono impegnate, specialmente con i ministeri della catechesi, della liturgia 8 e della festa, ma anche della carità. La veglia pasquale riunisce tutti i membri delle CEVB nella chiesa centrale della parrocchia, per accompagnare i loro catecumeni al battesimo. Quella notte è la festa della chiesa-madre che generava i suoi nuovi figli, dati a lei da Dio Padre. Lo spettacolo di tutte le CEVB radunate nella stessa chiesa è anche l’immagine plastica della parrocchia, vista come comunione di molte comunità. Da questa consapevolezza prende forza l’esplosione di gioia nel cuore di tutti, catecumeni e fedeli, e specialmente di quei fedeli “pescatori di uomini”, che hanno attirato nuove persone alla fede in Cristo. Il compito della “pesca” è effettuato in modo più assiduo e continuo dai “legionari di Maria”. In Africa, la nascita di un bim- La sala polivalente della comunità ecclesiale vivente (“shirika”, in lingua kiswahili) “San Francesco d’Assisi” nella parrocchia congolese di Cahi p. CARMELO SANFELICE, sx bo è sempre un avvenimento celebrato con solennità, perché la base della cultura e del sentimento della gente è la vita: vivere e dare la vita è un fattore di fierezza, per cui si fa di tutto anche per sopravvivere. Il grande senso di famiglia La domenica di Pasqua, dal pomeriggio fino a sera, in quasi tutte le CEVB viene organizzata la festa, che si celebra nella sala polivalente di ogni CEVB. Il locale stesso testimonia lo spirito di famiglia, perché tutti i membri, anche i bambini, hanno fatto molti sacrifici per costruirla. A volte, i loro sacrifici sono stati sostenuti anche dalla generosità di tanti amici e benefattori in Italia. Dunque, quelle sale polivalenti testimoniano esse stesse la “comunione ecclesiale”. E nella festa di Pasqua la “famiglia di Dio” accoglie i suoi figli e figlie nella propria casa. La giornata di festa pasquale conclude con un piccolo pasto consumato insieme, condito di canti, danze, foto, interviste, piccoli discorsi d’occasione e, alla fine spesso, anche con un piccolo dono per ogni nuovo battezzato: ancor più bello se, come d’abitudine, il padrino e la madrina sono della stessa comunità vivente. Tutti ne escono con un senso di famiglia più marcato. Così la “chiesa famiglia di Dio” cresce e si consolida. ■ Mattoni su mattoni, per preparare le sale polivalenti delle comunità ecclesiali viventi (Cev) nella missione di Cahi, in Congo RD lemme (Atti 2,42-47). Le CEV, infatti, riuniscono le famiglie del quartiere, dove non esiste l’anonimato e le gioie e i dolori sono condivisi. La vitalità delle CEV si basa sull’incontro settimanale con tre momenti: la Parola di Dio e la preghiera spontanea, i resoconti sui ministeri pastorali, lo scambio di notizie. Tredici ministeri pastorali Nella parrocchia di Cahi, ho vissuto in modo profondo l’esperienza di chiesa nei suoi vari gradi: la chiesa domestica nelle famiglie, la chiesa nelle comunità viventi, e la chiesa nella parrocchia. A livello di CEV, funzionavano bene tutti i tredici ministeri pastorali, importanti per la vita cristiana e sociale della gente. Eccoli: il servizio di presidenza, la missione, la catechesi, la pastorale dei ragazzi, la pastorale dei giovani, la liturgia, fidanzamento-matrimonio-famiglia, il ministero della consolazione (pastorale dei malati e dei defunti), la caritas, la riconciliazione (quanti litigi ricomposti in CEV con il perdono reciproco, senza spese di tribunali!), l’impegno per la giustizia e il progresso sociale, le vocazioni, la festa e le manifestazioni culturali (teatro, festival, sport…). ■ (continua a lato) ANCH’ IO HO INCONTRATO DIO ERNESTO OLIVERO Pubblichiamo una riflessione di Ernesto Olivero (nella foto), fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino, tratta da “La fede un incontro a tu per tu”. Non siamo chiamati a fare altro che sentirci amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore, là dove siamo… Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti. Dovremmo fare di tutti i condomini dei condomini di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato. Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe poter dire: “Vado a casa mia”, e bussare alla porta di una chiesa, una parrocchia, un monastero, una comunità… Una casa dove incontrare cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti... Chi ci incontra dovrebbe poter dire: “Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che mi vuole bene, che mi ha guardato senza giudicarmi”. È uno sguardo di fede che non esclude nessuno, che alimenta la speranza, che ci fa dire, “Coraggio, c’è posto anche per te, anche tu puoi cambiare; io sono stato perdonato, puoi essere perdonato anche tu…”. Tutto questo è possibile solo con la preghiera, solo chiedendo ogni giorno al Signore: “Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi parlare o tacere come faresti tu”. Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto, potrà pensare: “Anche per me c’è spazio…; anch’io mi posso alzare e camminare; anch’io ho incontrato Dio!”. Felice Pasqua ! 2015 APRILE PUGLIA 74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15 Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558 E-mail: [email protected] - C/c. postale 10423747 IBAN - IT 71 Z 01030 15807 000000040579 (Monte Paschi Siena, Taranto) La Pasqua missionaria in Congo... ... l’esperienza delle comunità ecclesiali viventi ensando alla Pasqua che celebriamo in Italia, il mio cuore va con nostalgia alle Pasque celebrate in Congo, e specialmente a Cahi e Bukavu, nella regione del Sud-Kivu. Sono tante le differenze, principalmente dovute alla realtà delle comunità ecclesiali viventi (CEV) o comunità di base, che anche in Italia sarebbero pastoralmente molto opportune: l’esperienza di chiesa che generalmente molti cristiani fanno a livello solo parrocchiale in Italia, è molto relativa, perché difficilmente si esce dall’anonimato. Un cammino faticoso Nel 2012, nella repubblica democratica del Congo abbiamo celebrato 50 anni da quando è stata lanciata la pastorale delle CEV (comunità ecclesiali viventi). In un primo tempo si era evitato di chiamarle “di base”, perché altrove le “comunità di base” a volte si ponevano in contrasto con la chiesa. È stato un cammino lungo e faticoso. Nel Kivu in particolare, la difficoltà maggiore è stata causata dalla rivoluzione mulelista scoppiata nel 1964, che scombussolò la vita della gente e della chiesa. Fu allora che i saveriani diedero il loro primo contributo di sangue alla missione in Congo: il 28 novembre 1964, nella missione di Baraka furono uccisi fr. Vittorio Faccin e p. Luigi Carrara; poi la sera dello stesso giorno, per mano dello stesso massacratore, nella missione di Fizi furono uccisi p. Giovanni Didoné e l’Abbé Joubert, un sacerdote diocesano. Per le CEV, c’è stata poi la battuta d’arresto in tutto il Congo/Zaire nel 1972, quando il dit- tatore Mobutu lanciò la politica dell’autenticità, con l’obiettivo di “sradicare la chiesa cattolica”. Tuttavia, grazie alla resistenza dei vescovi e dei fedeli, nei primi anni ’80, l’orientamento pastorale ha rilanciato le comunità ecclesiali viventi, che hanno preso vigore in tutte le diocesi del Congo. L’incontro settimanale Inoltre, con il primo sinodo per l’Africa e l’esortazione apostolica Ecclesia in Africa di Giovanni Paolo II, i vescovi del Congo hanno rinnovato l’orientamento delle CEV, con il documento intitolato, La Nuova Evangelizzazione, che aveva alla base la visione della “Chiesa, famiglia di Dio”. Non c’è niente di meglio per le CEV che vivere lo spirito di famiglia delle prime comunità cristiane di Gerusa- La Pasqua missionaria in Congo/2 Esplosione di gioia nel cuore di tutti i fedeli L e 32 comunità ecclesiali viventi (CEVB - da qualche tempo si è cominciato ad aggiungere la qualifica “di base”) sono organizzate anche in otto comunità di settore. Ogni ministero ha il suo comitato nelle CEVB, a cui fa seguito un comitato nel settore, e infine la commissione parrocchiale. Per esempio, le 53 corali delle CEVB, dei settori e della parrocchia - sono guidate dalla commissione parrocchiale di musica sacra. La stessa cosa avviene per i 270 catechisti: ogni CEVB ha i suoi catechisti, formati dalla commissione parrocchiale della catechesi. Vivere e dare la vita… Per le celebrazioni pasquali, tutte le CEVB sono impegnate, specialmente con i ministeri della catechesi, della liturgia 8 e della festa, ma anche della carità. La veglia pasquale riunisce tutti i membri delle CEVB nella chiesa centrale della parrocchia, per accompagnare i loro catecumeni al battesimo. Quella notte è la festa della chiesa-madre che generava i suoi nuovi figli, dati a lei da Dio Padre. Lo spettacolo di tutte le CEVB radunate nella stessa chiesa è anche l’immagine plastica della parrocchia, vista come comunione di molte comunità. Da questa consapevolezza prende forza l’esplosione di gioia nel cuore di tutti, catecumeni e fedeli, e specialmente di quei fedeli “pescatori di uomini”, che hanno attirato nuove persone alla fede in Cristo. Il compito della “pesca” è effettuato in modo più assiduo e continuo dai “legionari di Maria”. In Africa, la nascita di un bim- La sala polivalente della comunità ecclesiale vivente (“shirika”, in lingua kiswahili) “San Francesco d’Assisi” nella parrocchia congolese di Cahi p. CARMELO SANFELICE, sx bo è sempre un avvenimento celebrato con solennità, perché la base della cultura e del sentimento della gente è la vita: vivere e dare la vita è un fattore di fierezza, per cui si fa di tutto anche per sopravvivere. Il grande senso di famiglia La domenica di Pasqua, dal pomeriggio fino a sera, in quasi tutte le CEVB viene organizzata la festa, che si celebra nella sala polivalente di ogni CEVB. Il locale stesso testimonia lo spirito di famiglia, perché tutti i membri, anche i bambini, hanno fatto molti sacrifici per costruirla. A volte, i loro sacrifici sono stati sostenuti anche dalla generosità di tanti amici e benefattori in Italia. Dunque, quelle sale polivalenti testimoniano esse stesse la “comunione ecclesiale”. E nella festa di Pasqua la “famiglia di Dio” accoglie i suoi figli e figlie nella propria casa. La giornata di festa pasquale conclude con un piccolo pasto consumato insieme, condito di canti, danze, foto, interviste, piccoli discorsi d’occasione e, alla fine spesso, anche con un piccolo dono per ogni nuovo battezzato: ancor più bello se, come d’abitudine, il padrino e la madrina sono della stessa comunità vivente. Tutti ne escono con un senso di famiglia più marcato. Così la “chiesa famiglia di Dio” cresce e si consolida. ■ Mattoni su mattoni, per preparare le sale polivalenti delle comunità ecclesiali viventi (Cev) nella missione di Cahi, in Congo RD lemme (Atti 2,42-47). Le CEV, infatti, riuniscono le famiglie del quartiere, dove non esiste l’anonimato e le gioie e i dolori sono condivisi. La vitalità delle CEV si basa sull’incontro settimanale con tre momenti: la Parola di Dio e la preghiera spontanea, i resoconti sui ministeri pastorali, lo scambio di notizie. Tredici ministeri pastorali Nella parrocchia di Cahi, ho vissuto in modo profondo l’esperienza di chiesa nei suoi vari gradi: la chiesa domestica nelle famiglie, la chiesa nelle comunità viventi, e la chiesa nella parrocchia. A livello di CEV, funzionavano bene tutti i tredici ministeri pastorali, importanti per la vita cristiana e sociale della gente. Eccoli: il servizio di presidenza, la missione, la catechesi, la pastorale dei ragazzi, la pastorale dei giovani, la liturgia, fidanzamento-matrimonio-famiglia, il ministero della consolazione (pastorale dei malati e dei defunti), la caritas, la riconciliazione (quanti litigi ricomposti in CEV con il perdono reciproco, senza spese di tribunali!), l’impegno per la giustizia e il progresso sociale, le vocazioni, la festa e le manifestazioni culturali (teatro, festival, sport…). ■ (continua a lato) È PASQUA ! Dai cimiteri muti - senza un gemito di speranza; da fiumi di lacrime, tributo amaro e inutile di secoli: esplode irresistibile uno shrapnel gioioso di Alleluja! Il mite Agnello, trafitto innocente ha ribaltato - per sempre - la pietra enorme, con i suoi inutili sigilli! Il suo tonfo è squillo vittorioso che risveglia ad un soffio nuovo, generazioni di mortali. Il vuoto del sepolcro cambia l’eterno lutto, in festa di gioia. Ecco i piedi incatenati, lanciarsi in una danza universale di vita! La terra - vestita a nuovo - splende d’una primavera mai sognata! Il volto dell’umanità - sfigurato - sorride all’aurora di un mattino senza tramonto: alba radiosa di un arcobaleno di pace. Trionfo dell’Amore! p. Ernesto Tomè, sx foto L. Brioni foto G. Dovigo P p. C. SANFELICE, sx 2015 APRILE REGGIO CALABRIA 89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze Santuario Madonna della Grazia Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-mail: [email protected] - C/c. postale 10444891 IBAN - IT 16 W 01030 81620 000001784033 (Monte Paschi Siena, Villa S. Giovanni RC) Addio, missionari saveriani! “I gallicesi vi saranno sempre riconoscenti!” È ufficiale: i missionari saveriani lasciano il santuario della Madonna della Grazia dopo quasi cinquant’anni. Era il luglio del 1967 quando a Gallico, dopo i gesuiti, era arrivato p. Aurelio Cannizzaro, come rettore del santuario. Padre Aurelio, vi era rimasto 25 anni, fino alla morte avvenuta il 27 marzo 1992. Dopo quasi 50 anni… È stato lui a costruire il “parco della mondialità” come luogo d’incontro per tutti i giovani di varie culture, religioni e continenti, per edificare la pace nel mondo. Dopo di lui, tanti altri saveriani hanno guidato e animato il complesso religioso di Gallico Superiore. Ora il trasferimento è certo. Ne ha dato comunicazione ufficiale il superiore dei saveriani in Italia, padre Rosario Giannattasio, al termine della celebrazione Eucaristica di martedì 3 marzo in santuario. Già da alcuni giorni erano circolate voci, ma i gallicesi stupiti hanno sperato fossero voci infondate, perché ormai l’associazione “santuario-save- riani” sembrava consolidata e non dovesse interrompersi mai. La versione ufficiale è che all’origine di una così drastica decisione c’è la scarsità di giovani vocazioni missionarie. Nonostante questo i gallicesi, che per l’occasione hanno gremito il santuario, hanno espresso la loro comprensibile delusione. I vari interventi che si sono susseguiti, hanno messo in evidenza l’amore verso questo importante luogo sacro e verso il “parco”, che ne costituisce una bella cornice. Preoccupati per il futuro Indubbiamente la nuova situazione comporta non pochi problemi anche relativi alla sicurezza, perché si prevedono tempi lunghi prima di una nuova gestione, come ha fatto notare don Gaetano Galatti, parroco di San Nicola di Bari e San Biagio, e perché il parco, non tutelato, è esposto a tante situazioni problematiche. Sarebbe veramente doloroso vedere offeso il suo valore, anzi esso deve essere ulteriormente valorizzato con attività di carat- NANÀ BERTÈ tere religioso e culturale, per dare ancora maggior forza all’idea principale, che ha trasformato il greto di un torrente in un bellissimo giardino, come desiderava il suo fondatore. L’obiettivo principale, infatti, è e resta questo: costruire delle “menti ben fatte”, aperte al mondo, alla diversità delle culture e soprattutto alla comprensione che ciascuna porta per il progresso dell’umanità. Il parco è pieno di simboli che ce lo ricordano. Occorre la collaborazione di tutti Le numerose testimonianze hanno avuto in comune l’affermazione di una volontà collaborativa con i religiosi che verranno. “Questo è un principio importante - ha sottolineato padre Giannattasio - poiché la missione è tale quando c’è collaborazione. Auguriamoci che ciò possa realizzarsi”. Purtroppo, ancora una volta Gallico viene impoverito di un servizio che è per tutti, grandi e piccini, un luogo di spiritualità e di riflessione, d’incontro e di svago. Non resta che aspettare e riporre la fiducia nell’attenzione che mons. Giuseppe Morosini vorrà dedicare a Gallico, con scelte che tengano conto di ciò che il complesso rappresenta per la vita spirituale e culturale dei gallicesi, che dovranno vigilare affinché esso non diventi una “cattedrale nel deserto”. Comunque, il vescovo ha chiesto ai saveriani di restare almeno fino alla festa della Madonna della Grazia, che ogni anno si celebra la terza settimana di agosto. Salutiamo e ringraziamo, intanto, p. Ezio Meloni, vice parroco di San Biagio, che è già partito per il suo nuovo campo di lavoro: la comunità saveriana di Cagliari, in Sardegna. ■ Il santuario “Madonna della Grazia” gremito di fedeli, lo scorso 3 marzo, quando p. Rosario Giannattasio, superiore dei saveriani in Italia, ha annunciato che i saveriani lasceranno Gallico a fine estate; il dispiacere dei presenti è stato grande. All’altare, i concelebranti alla Messa del 3 marzo (da sinistra): p. Meloni, p. Felotti, p. Giannattasio, don Galatti, p. Lorenzato. È partito il primo saveriano P. Ezio Meloni da Reggio Calabria a casa P adre Ezio Meloni, veterano d’Africa e vice parroco di San Biagio, si è aggiunto ai saveriani di Cagliari. Gli abbiamo rivolto alcune domande per salutarlo. Padre Ezio, tu sei sardo! Sì, il 3 aprile 1936 ho aperto gli occhi nel paese di Sadali (CA). Mi hanno detto che ero un regalo per la mia famiglia, dopo alcuni anni di attesa. La mia infanzia l’ho trascorsa serenamente, come tutti i bambini, ed ero curioso di conoscere il mondo. Sei partito subito per la missione? No, ma avrei voluto: mi sentivo pieno di energie e di forze. I superiori mi hanno inviato a Brescia, dove era stato aperto un seminario minore alcuni anni prima. Brescia aveva bisogno di animatori missionari che andassero nelle parrocchie e nelle scuole e animassero i ragazzi per prepararsi alla missione. La tua prima missione? Il Burundi. Lo studio della lingua kirundi è stato lungo e difficile, ma alla fine ho potuto Come hai conosciuto i saveriani? Venivano a Sadali a parlare a noi ragazzi del catechismo. I racconti delle missioni mi hanno impressionato e ho chiesto loro se un giorno avrei potuto essere missionario. A quell’età non capivo molto, ma volevo anch’io andare in Cina. 8 Da quando sei sacerdote? Il 13 ottobre del 1963 il cardinale Rugambwa della Tanzania mi ha ordinato prete, assieme ad altri 32 giovani missionari. Padre Ezio Meloni da Gallico è tornato in Sardegna a cura di p. GIANNI ZAMPINI, sx iniziare l’attività apostolica a Murago. Sulle belle colline burundesi ho fondato la missione e il mio compito principale era seguire i muratori nella costruzione delle opere parrocchiali e visitare le comunità cristiane lontane da Murago, attraverso lunghi “safari”. Durante la ribellione e la guerra civile del 1979, mi dedicai alla cura dei feriti e ricevetti come ricompensa dal governo l’espulsione dal paese, assieme ad altri 40 missionari di tante congregazioni missionarie presenti in Burundi. Cosa hai fatto allora? Chiesi di fare un anno di riflessione e di studio sull’Africa ad Abijan, in Costa d’Avorio, per conoscere meglio la cultura africana, ma i superiori mi richiamarono in Italia, come economo. La passione per l’Africa però non mi lasciava in pace e nel 1983 chiesi di andare in Congo… dove ho girato quasi tutte le missioni affidate ai saveriani. La salute ha iniziato a molestarmi e dopo ben otto operazioni agli occhi, nel 2010 ho dovuto rassegnarmi e rientrare de■ finitivamente in Italia. LE VOSTRE PROPOSTE DI COLLABORAZIONE L’altarino dedicato a san Guido Conforti nel santuario “Madonna della Grazia” di Gallico Superiore: chi gestirà santuario e parco della mondialità, dopo i saveriani? Ci rivolgiamo ai nostri affezionati lettori e lettrici, specialmente alle amiche e agli amici gallicesi, a inviarci (per posta o per e-mail) le proposte di “collaborazione attiva” per la gestione futura del santuario Mariano e del parco della mondialità, in modo da “conservare lo spirito saveriano che p. Aurelio Cannizzaro e i suoi confratelli missionari hanno diffuso tra i giovani gallicesi già dal 1967” (come scrive il sig. Oreste Arconte, in un suo recente messaggio - appello). Le proposte possono essere inviate a Missionari Saveriani, Via Piamarta 9 - 25121 Brescia, oppure tramite e-mail a [email protected] 2015 APRILE ROMA 00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287 Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925 E-mail: [email protected] - C/c. postale 45206000 IBAN - IT 30 P 02008 05008 000400097150 (UniCredit Banca Roma, Conciliazione B) Tante sfide da affrontare La nuova diocesi di Rutana, in Burundi presento: sono mons. M iBonaventure Nahimana, vescovo della diocesi di Rutana in Burundi. Sono stato ospite della comunità saveriana, in via Aurelia, e ringrazio per l’accoglienza. Sono felice di condividere con voi, amici e amiche dei saveriani, l’esperienza pastorale e missionaria di questa giovane chiesa burundese. Siamo partiti da capo! La diocesi di Rutana si trova a sudest del Burundi, al confine con la Tanzania. Fondata il 17 gennaio 2009 da papa Benedetto XVI, Rutana è una diocesi molto giovane, che vive e annuncia il vangelo in tutte le fasce della sua popolazione, di circa 450mila abitanti. Di questi, circa 200mila sono cattolici, in 12 parrocchie. Abbiamo 32 preti, 54 religiosi, 48 seminaristi e 174 catechisti. I primi cinque anni sono stati caratterizzati dall’organizzazione delle strutture, per le quali la diocesi ha dovuto cominciare da capo: uffici diocesani, case per sacerdoti e religiosi, chiese, seminario minore, scuole e strutture sanitarie... Infatti, la diocesi è formata da due parti, provenienti da altre due diocesi con tradizioni diverse. Perciò abbiamo cercato di porre le basi affinché i fedeli abbiamo lo stesso spirito diocesano e la stessa sensibilità pastorale. Abbiamo insistito su cinque pilastri: la famiglia cristiana, i giovani, le comunità ecclesiali di base, la riconciliazione basata Il presbiterio in costruzione nella diocesi di Rutana, Burundi mons. BONAVENTURE NAHIMANA su giustizia e pace, il sostegno ai progetti di sviluppo comunitario. La famiglia cristiana Dopo cinque anni, abbiamo fatto una valutazione, e ci sembra di aver superato la prima tappa importante. Infatti, i fedeli ora sono consapevoli di appartenere a una comunità che attende da ciascuno di loro un impegno per edificarla. Nel nuovo quinquennio appena iniziato, 20142019, ci stiamo impegnando sul tema, “Edifichiamo la chiesafamiglia di Dio”. Con questo tema, vogliamo approfondire il senso della famiglia cristiana nella chiesa e nella società, basandoci su alcuni punti: famiglia cristiana aperta alla vita, per la procreazione e l’educazione della prole; famiglia cristiana come scuola di fede e annuncio del vangelo; famiglia cristiana come terreno sul quale Dio getta il seme delle vocazioni sacerdotali e religiose; famiglia cristiana come fonte di sviluppo per la chiesa e per il Paese. Alimentazione e salute Le comunità ecclesiali di ba- Con il mio fratellino Liu... Durante le vacanze una visita a sorpresa C arissimi, ho goduto in Italia un po’ di ferie accumulate. Ho pianto alla tomba di mia sorella Anna, morta di recente. Ho pianto su Biancade (TV), mio paese, in recessione letale, mentre nel dopoguerra era diventato un bel centro dell’industria del legno. Ho anche riso con tanti amici. Purtroppo non son riuscito a vederli tutti. Una dopo l’altra, tre sorprese C’è stata anche una bella sorpresa. Durante le mie ferie in Italia, Liu Bingtsuen è venuto a trovarmi da Taiwan! Liu è mio “fratello cinese legittimo”, perché nel 1969, quando ero in quella nazione per studiare la lingua cinese, abbiamo fatto il giuramento di fratellanza sulla tomba di sua mamma, che era morta da poco. Poi, nel 1972, io ho lasciato Taiwan e il mio fratellino Liu. Era giusto che dopo 42 anni ci rivedessimo. Tornato in Brasile, ho trovato altre due sorprese: la prima, felice, è stata la consacrazione a vescovo di padre Adolfo Zon, il Padre Arnaldo De Vidi, missionario ad Abaetetuba, con l’amico fraterno Liu Bingtsuen, direttamente da Taiwan 8 p. ARNALDO DE VIDI, sx saveriano spagnolo con il quale ho lavorato in questi tre anni trascorsi ad Abaetetuba. L’altra sorpresa, poco felice, è stata la malattia di padre Dante Mainini, saveriano reggiano di 96 anni: ha sofferto un ictus e la rottura del femore a causa di una caduta. Segni di speranza Ad Abaetetuba, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, ci sono segni di speranza. Un centinaio di giovani ha “invaso” il nostro quartiere passando in missione di casa in casa, dialogando con i coetanei e con le famiglie. Per i giovani stiamo terminando la costruzione del “Centro d’informatica Santa Lucia”. Per iniziativa della nostra parrocchia, è nata la campagna “Sterminio mai più”, contro la violenza. La piazzetta antistante il nostro santuario è illuminata ed è luogo d’incontro delle famiglie. Abbiamo acquistato un terreno per costruire un salone multi-uso, specialmente per la catechesi dei bambini. A tutti, Buona Pasqua! ■ Con p. Ivano Marchesin, al centro mons. Bonaventure Nahimana, vescovo di Rutana in Burundi; con loro don Melchiade e don Pacifique, sacerdoti burundesi che vivono con i saveriani in Via Aurelia e frequentano le università romane se sono importanti anche per lo sviluppo comunitario e l’aiuto vicendevole, soprattutto nel settore dell’agricoltura. Infatti, più del 90% della popolazione vive di agricoltura. Viste le precarie condizioni di vita delle famiglie, lo sviluppo dell’agricoltura dovrebbe migliorare la produzione e, quindi, anche l’alimentazione. Dobbiamo intervenire anche a livello sanitario, per permettere alla gente di avere le cure necessarie. La maggior parte della popolazione, infatti, non riesce ad accedere alle cure mediche, perché le distanze per raggiungere un centro sanitario sono enormi. Perciò la diocesi organizza i programmi di formazione alla salute comunitaria. La formazione e la missione Cerchiamo di formare i collaboratori pastorali e i catechisti; incoraggiamo e sosteniamo tutte le iniziative di bene che emer- gono nelle comunità ecclesiali di base. Ci vogliono tanti sforzi e grande creatività per formare un laicato più responsabile, per educare i giovani a far fronte alla sfida delle sette religiose, perché i cattolici riescano a influire nelle grandi scelte sociali, politiche e culturali del paese… C’è un grande bisogno di investire nell’educazione dei giovani, perché il tasso di scolarizzazione è ancora basso. Ecco perché ci impegniamo nel costruire scuole primarie e secondarie e nella formazione degli insegnanti, per migliorare la qualità del loro servizio. La comunità cristiana sta facendo il possibile per vivere e testimoniare la sua fede cristiana, vivendo giorno dopo giorno lo spirito missionario, secondo il mandato di Gesù. Infatti, la missione ci chiede di essere fedeli alla nostra identità cristiana co■ me discepoli missionari. ANCH’ IO HO INCONTRATO DIO ERNESTO OLIVERO Pubblichiamo una riflessione di Ernesto Olivero (nella foto), fondatore del Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino, tratta da “La fede un incontro a tu per tu”. Non siamo chiamati a fare altro che sentirci amati senza riserve da Dio e poi, per amore, senza retorica, vivere il nostro cristianesimo da convertiti all’amore, là dove siamo… Il cristiano che vive secondo la legge dell’amore non lascia morire il proprio vicino di casa da solo, ma fa di quella situazione di solitudine una grande occasione di bene per tanti. Dovremmo fare di tutti i condomini dei condomini di solidarietà, dove nessuno è abbandonato, dove ognuno è curato. Ogni volta che qualcuno ha un problema dovrebbe poter dire: “Vado a casa mia”, e bussare alla porta di una chiesa, una parrocchia, un monastero, una comunità… Una casa dove incontrare cristiani accoglienti come un fuoco che scalda e illumina, che sono occhi per il cieco, piedi per lo zoppo, padri e madri per i poveri, consolazione per gli afflitti... Chi ci incontra dovrebbe poter dire: “Oggi, sono stato avvicinato da qualcuno che mi vuole bene, che mi ha guardato senza giudicarmi”. È uno sguardo di fede che non esclude nessuno, che alimenta la speranza, che ci fa dire, “Coraggio, c’è posto anche per te, anche tu puoi cambiare; io sono stato perdonato, puoi essere perdonato anche tu…”. Tutto questo è possibile solo con la preghiera, solo chiedendo ogni giorno al Signore: “Fammi guardare con i tuoi occhi, fammi ascoltare con le tue orecchie, fammi parlare o tacere come faresti tu”. Allora l’altro, qualunque cosa abbia fatto, potrà pensare: “Anche per me c’è spazio…; anch’io mi posso alzare e camminare; anch’io ho incontrato Dio!”. Felice Pasqua ! 2015 APRILE ROMAGNA 48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7 Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13591482 IBAN - IT 15 D 06270 13169 CC0690000634 (Cassa Risparmio Ravenna) Il paese, la parrocchia, il mondo La benedizione quaresimale a Mezzano sono tornato a Q uest’anno dare una mano al parro- co di Mezzano per la preghiera quaresimale nelle famiglie della parrocchia. Sulla strada, arrivando da Ravenna al cartello stradale “Mezzano”, leggo sul muro di un vecchio caseggiato: “Partiti, mafia, stato ci rubano la vita… insurrezione resistenza infinita”. La “a” finale è chiusa in un cerchio, e accanto c’è il numero 43. Le scritte con il n° 43 potrebbero far pensare all’utopia di un folletto anarchico, di un sogno fallito, tradito, irrealizzato. Infatti, è stato ricordato il centenario della settimana rossa nel Ravennate, dove sono state incendiate chiese, stazioni, municipi, in reazione all’uccisione di tre militanti ad Ancona. È storia recente… Visitando il cimitero di Mezzano mi ha sorpreso il segno di tante croci sui monumenti funebri, che ricorda la frase “Stat crux dum orbis volvitur” (la cro- ce resta fissa mentre il mondo ruota), come dimostra la vecchia chiesa sconsacrata. Si racconta che durante la cena profanatrice dei rivoltosi, la passionaria Giacomina disse: “Se è vero che qui c’è Nostro Signore come dicono i preti, che mi mandi un segno in quello che ho nella pancia”. Il parroco di Mezzano, don Giuseppe Strani ricordò ai propri fedeli in una sua predica: “Durante la settimana rossa una donna mi puntò la rivoltella al petto; ora, il figlio che allora la donna portava in grembo, è diventato sacerdote”. Adesso a Mezzano, in piazza della Repubblica, troviamo la nuova chiesa di San Cristoforo martire, la delegazione distaccata del municipio di Ravenna, le sedi sindacali, sociali, politiche, sanitarie, culturali e, più indietro, la sala per i giovani dedicata a “Pier Giorgio Frassati”. Alcuni giovani ravennati aderiscono all’iniziativa “Appendi un volto di santo” la sera del 31 ottobre, p. DINO MARCONI, sx vigilia di tutti i santi: per avere un po’ di sale in zucca, invece di esporre zucche vuote… L’arcobaleno del bambino Nella penultima benedizione delle case, ricordo di aver incontrato il figlio di un anziano anarchico, che non sapeva se era stato battezzato o no; ma abbiamo recitato lo stesso il “Padre nostro”, e lui si era alzato in piedi. Quest’anno un bambino di tre anni mi ha regalato un disegno: una casa sormontata da un arcobaleno, sotto il sole con i raggi rossi e qualche goccia di pioggia dalle nuvole. Sulla facciata della scuola elementare “Giorgio Rodari” di Mezzano si vede un arcobaleno con i bambini dei cinque continenti, in terracotta. Infatti, anche in questo paese ho visto che i bambini nascono, i ragazzi giocano, e gli anziani compiangono… i tempi passati. A noi tocca scegliere tra l’arcobaleno di Dio e l’arcobaleno degli uomini. Le tante crisi di oggi Oggi il mondo è di fronte al grave problema dello stra-potere di pochi ricchi che vogliono dominarlo, mentre la crisi mette a disagio le famiglie con lavoro precario. Anche un centro agricolo come Mezzano si trova con lo zuccherificio dell’Eridania che ha chiuso i battenti per adeguarsi alla globalizzazione. Incontriamo per strada persone provenienti da continenti, tradizioni e culture diverse, con le quali dobbiamo imparare a convivere, cooperare e progettare il futuro, secondo i valori della nostra storia. Alcuni vivono nelle vecchie case popolari dell’Eridania. Lo spostamento delle attività produttive in paesi emergenti con manodopera a minor costo, comporta una perdita di posti di lavoro e di investimenti nel nostro paese. Per uscire da questa crisi provocata dalla dittatura finanziaria ci vuole un modello antropologico che favorisca la crescita di tutti, non solo di pochi. ■ Il disegno di un bambino di Mezzano, regalato a p. Dino Marconi durante la preghiera quaresimale; sotto, la vecchia chiesa di Mezzano e la nuova parrocchia di San Cristoforo Rispondere alle grandi domande Dalla fede trasmessa alla fede proposta solito papa Francesco D iviene presentato come esempio di povertà alla san Francesco d’Assisi. Ma quando il papa va in Asia, egli diventa missionario sul modello di san Francesco Saverio. E la riflessione per comprendere e seguire papa Francesco diventa per noi impegnativa e faticosa. 8 Due eventi importanti La chiesa cattolica è in cammino verso il sinodo dei vescovi sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella chiesa e nel mondo contemporaneo”, che si riunirà dal 4 al 25 ottobre 2015. Le linee guida per l’incontro (Lineamenta) contengono la relazione del sinodo dello scorso anno e 46 domande. Il documento invita a descrivere la realtà della famiglia nella società odierna e gli aspetti da evidenziare. La chiesa italiana, invece, si sta preparando al V convegno ecclesiale nazionale, che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015. Si tratta di affrontare il futuro dell’attività pastorale e dell’impegno nella società dei cattolici italiani. Ad aprire il convegno è stato invitato papa Francesco. È stato pubblicato il volumetto intitolato, “Incontriamo Gesù”. Raccoglie le riflessioni e le proposte basate su cinque azioni importanti: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Ma prima del convegno nazionale ci sono altri tre appuntamenti a Napoli, Milano e Perugia, per parlare di lavoro, cultura e dialogo. A Forlì e a Ravenna A Forlì don Quinto Fabbri ha presentato il libretto “Incontriamo Gesù”, e ha evidenziato i seguenti aspetti: vivere il nostro tempo con la fede matura che nasce dall’annuncio del vangelo; p. DINO MARCONI, sx il coraggio di annunciare il vangelo di Gesù nella vita quotidiana; accompagnare e sostenere i bambini, i ragazzi e gli adulti nel loro cammino di fede. A Ravenna alcuni mesi fa, sacerdoti e vescovo hanno riflettuto sul rinnovamento della catechesi. Hanno cercato di capire e spiegare meglio il passaggio dal “vecchio” catechismo (con il quale siamo stati educati) alla “nuova” iniziazione cristiana, che impegna la chiesa e le famiglie. Si tratta di affrontare, tra l’altro, il problema dell’ora di catechismo settimanale, schiacciato dalle tante attività dei nostri ragazzi. Cosa credere, perché e come Quella fede che nel secolo scorso veniva facilmente trasmessa per tradizione, oggi deve essere proposta con il cammino di iniziazione. Il catechismo oggi deve aiutare a rispondere alle domande della vita con la fede, non solo con la ragione: Cosa credere? Perché credere? Come vivere la fede? Sono domande che richiedono la nostra personale adesione libera e con■ vinta. I RAGAZZI DEL CENTRO STORICO DI FORLÌ “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”: questo era il tema dell’incontro con i cresimandi del centro storico di Forlì. Grazie al sole, è stato possibile trovarsi tra amici e anche giocare a calcio e a pallavolo. I cresimandi erano accompagnati dal parroco don Enrico Casadei e dai loro catechisti. 2015 APRILE SALERNO 84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4 Tel. 089 792051 - Fax 089 796284 E-mail: [email protected] - C/c. postale 00205849 IBAN - IT 40 F 01010 15203 000027002319 (Banco Napoli, Salerno) Non è stato un viaggio normale... Dieci giorni con i saveriani in Bangladesh In lungo e in largo per villaggi e città Sono stati dieci indimenticabili giorni! Accompagnati da padre Giovanni Gargano (noto come “padre Giuà”), missionario saveriano in Bangladesh da vari anni, siamo andati in lungo e in largo per villaggi e città, fiumi e foreste. Siamo stati ospiti di diverse comunità e missioni dei saveriani. Abbiamo incontrato padre Gabriele Spiga che, con infinita dolcezza, si occupa dei bambini disabili, molti dei quali strappati a morte certa. I ragazzi più grandi, dopo aver studiato, si occupano dell’istruzione dei più piccoli. Brave ragazze al lavoro Ci ha impressionato la tenacia di padre Luigi Paggi, che stava aiutando i “fuori casta” - cioè coloro che sono i più poveri tra i poveri - a ricostruire il villaggio. Qualche tempo prima il villaggio era stato distrutto dalla desertificazione provocata da imprenditori che hanno lì impiantato tanti allevamenti di gamberetti. Padre Luigi Paggi, nell’arco di alcuni anni, è riuscito a ricomprare alcuni terreni ai contadini, a far ricrescere la vegetazione e a ricostruire le capanne di fango e paglia. Il missionario si occupava anche dell’istruzione e dell’inserimento in alcune semplici attività lavorative di tante giovani ragazze dei villaggi, che altrimenti sarebbero state costrette dalle famiglie a sposarsi in giovane età o a finire sulla strada. Simpatici bambini di strada A Khulna abbiamo visitato la piccola scuola lungo il “Caravan Bazar” sulla ferrovia. Lì i bambini ci hanno riservato un’accoglienza molto calorosa, scrivendo i nostri nomi in bengalese sulla lavagna, e noi li abbiamo ringraziati donando loro tante caramelle. A Savar, un quartiere periferico della capitale, Dhaka, abbiamo condiviso una giornata con i piccoli tokai, una cinquantina di ragazzi di strada di età diversa. Li abbiamo visitati tutti in una mattinata. Ragazzi e bambini che, accolti da p. Riccardo Tobanelli, avevano trovato un letto e un pasto sicuro. Ad Uttara, altro quartiere di Dhaka, siamo stati ospitati da Cristina, che vive con le bambine tokai. Anche loro erano accompagnate in un percorso di Non stancarti di fare il bene Un modo diverso di vivere il pensionamento per Pina, Rocco, SalA nche vatore e Claudio è giunto il momento del pensionamento, caratterizzato da emozioni contrastanti: c’è gioia per un percorso che arriva al suo compimento, ma anche malinconia per dover lasciare un luogo dove si sono instaurati rapporti belli, fatti di stima, amicizia, condivisione… Proprio per questo, il momento del pensionamento nella sede INPS di Battipaglia si vive con una “festa di addio”. Si gusta qualcosa insieme, si dà spazio ai ricordi e ai ringraziamenti, e si apre il regalo, realizzato con una colletta tra colleghi. Il legame con la missione Ma questa volta c’è stata una novità. Pina, Rocco, Salvatore e Claudio, nell’organizzare il giorno della “festa di addio”, hanno 8 voluto rinunciare a un regalo personale, per devolvere l’intera colletta a favore di un progetto missionario. Questa loro richiesta mi ha fatto pensare alle parole di san Paolo: “Non stancatevi di fare il bene” (Gal 6,9). Con molti dei miei colleghi d’ufficio, infatti, ho condiviso diversi progetti missionari, fin dal lontano 1994 quando, di ritorno dal Congo, parlai loro di quattro bambini che necessitavano di cure urgenti per il loro avanzato stato di denutrizione. L’adesione è stata immediata e generosa. Da allora essi non hanno mai smesso di interessarsi della missione, sia affettivamente che concretamente. E oggi, dopo tutti questi anni, hanno espresso il legame alla missione anche in occasione del pensiona- Da sinistra: Giuseppina, Rocco, Carmine (laico saveriano), Salvatore e Claudio protagonisti di un regalo speciale per il loro pensionamento: aiutare i giovani congolesi di Kindu NUCCIA e CARMINE PACIELLO mento. Sono rimasto profondamente commosso ed edificato! “Grazie” per la generosità In questa circostanza abbiamo aderito al progetto proposto da p. Benzoni, missionario saveriano a Kindu (RD Congo). Si chiama “Città dei giovani”: una struttura in muratura che, però, manca di tutto (finestre, porte, scaffali, tavoli, sedie….) e che sarà attrezzata grazie alla generosità di chi adotta questo progetto e, dunque, grazie anche a Pina, Rocco, Salvatore e Claudio. Il 2 febbraio abbiamo partecipato alla loro “festa di addio” e abbiamo espresso il nostro “grazie” per il loro gesto così generoso, e anche perché avevano permesso a tutti noi di diventare protagonisti di una scelta così bella, quella di “allargare la loro festa” perché vi partecipassero giovani lontani, che avrebbero potuto così continuare a costruire il proprio futuro. Concludo rivolgendomi ai quattro amici pensionati: “Grazie” per questo vostro gesto di condivisione, ma il grazie più grande vi giunge dal cielo perché - si legge nella Bibbia - “il Signore ama chi dona con gioia”. E voi lo avete fatto personalmente, con una generosità che ci ha riempito il cuore di gioia. Il Signore ve ne renda merito. ■ Maria e Bruno Scannapieco sono stati in Bangladesh per un’esperienza missionaria, guidati da p. Giuà Gargano: così hanno festeggiato il loro 25.mo di matrimonio! studio e di avviamento al lavoro. Basta poco per incontrare gli altri Un giorno abbiamo avuto la gioia di incontrare nella loro casa religiosa di Khulna tutti i missionari saveriani del Bangladesh. Tra loro abbiamo conosciuto anche padre Marino Rigon, che con la sua barba lunga e bianca, ci ha mostrato il suo infinito amore per il popolo bengalese e la sua grande saggezza. Non è stato un viaggio nor- male. Ancora oggi conserviamo nel cuore ogni cosa del Bangladesh: i volti, le storie, i gesti di accoglienza, i colori, i profumi, i sapori… Soprattutto lo zelo amorevole dei missionari saveriani ci ha segnato profondamente e ci ha confermati nella nostra convinzione che spesso basta poco per incontrare veramente gli altri. Basta essere se stessi e accogliere gli altri così come sono, nella semplicità e nella gratuità. Insomma, accoglierli da ■ “cristiani”. È VIVO ED È SEMPRE CON NOI ! Il mattino di Pasqua desidererei incontrare Gesù risorto, e non da solo, ma accompagnato da un gruppo festoso di bambini e di giovani per cantare insieme per le strade un inno di pace: “Pace a te, fratello mio! Pace a tutti gli uomini di buona volontà!”. E Gesù risorto verrà incontro a tutti noi e ci abbraccerà. Noi, che tante volte lo abbiamo baciato sulla croce, abbiamo compreso che solo così si deve amare per essere capaci di servire. E continueremo a cantare: “Egli non è qui, è risorto! Suoniamo le campane, perché la morte è stata vinta e il nuovo cresce; cresce la comunità dei discepoli, per diventare la famiglia di Dio”. Tanti auguri per la Pasqua, a voi tutti, sorelle e fratelli. Il Risorto trasformi la nostra vita e ci renda donne e uomini nuovi, per annunciare pace e speranza. Vi portiamo nel cuore e vi benediciamo. p. Carlo Pozzobon e i saveriani di Salerno foto G. Dovigo ristina, missionaria laica, qualche anno fa ci aveva colto di sorpresa con il suo invito: “Vi aspetto in Bangladesh!”. Ci eravamo guardati e subito avevamo capito che il Bangladesh era il paese giusto dove potevamo festeggiare il nostro 25° anniversario di matrimonio. foto L. Brioni C MARIA e BRUNO SCANNAPIECO 2015 APRILE 22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15 Tel. 031 426007 - Fax 031 360304 E-mail: [email protected] C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6 IBAN - IT 03 C 06230 51770 000046224782 (Cariparma, Tavernerio) TAVERNERIO Dall’Amazzonia all’Expo! Padre Paolo Gallo è sbarcato a Tavernerio F ino a pochi mesi fa padre Paolo Gallo, alto e slanciato come un corazziere, era missionario in Amazzonia. Racconta: “Al mattino mi svegliavo e pregavo, ringraziando Dio di avermi creato e destinato a questo paradiso che nasce dai fiumi”. Padre Paolo assicura che l’esperienza missionaria in Amazzonia lo ha aiutato a scoprire che la natura, la terra e il creato sono doni di Dio. La pastorale della terra E lo ha capito al punto che il suo impegno di ogni giorno era diventato quello di aiutare la gente a considerare la natura e il creato come doni di Dio. Altrimenti finiremo sempre con il ferire la terra che ci dona la vita. In Amazzonia la chiamavamo “pastorale della terra”. In concreto, si aiuta la gente a non rimanere indifferente di fronte alle multinazionali che distruggono i polmoni della terra, per piazzare legno pregiato nei nostri mercati. “Ma, contemporanemente, impiegavamo tutto il tempo necessario a convincere anche i più poveri a non ferire la foresta con un’agricoltura selvaggia. Perché, alla fine, le multinazionali e i senza terra ragionavano alla stessa maniera: tutti sfruttiamo la terra; non l’amiamo come nostra madre e sorella”. Non sia solo una vetrina Quando l’Expo di Milano cominciava la corsa contro il tempo, a padre Paolo è stato chiesto di rientrare dall’Amazzonia, per raggiungere il nostro centro di spiritualità missionaria a Tavernerio. Erano giorni in cui dentro lo slogan dell’Expo, “Nutrire il pianeta”, si poteva mettere di tutto. Si sentiva parlare di corruzione, di percorsi culturali per spiegare l’Expo sotto vari punti di vista; si davano istruzioni per prenotare le visite e anche le sfilate di moda sono arrivate puntuali… E poi, speranze di affari per la Lombardia e per l’intera Italia. Incontrandolo al rientro dall’Amazzonia, qualcuno ha rassicurato padre Paolo che la sua esperienza sulla “pastorale della terra” gli sarebbe stata utile anche in Italia, a incontrare persone e gruppi che chiedono di non ridurre l’Expo a un’immensa vetrina, senza considerare gli affamati in carne e ossa. L’Expo di Milano sta riaprendo il confronto tra gli uomini e la terra, che noi tutti abitiamo. La terra presenta il conto In questo soprassalto di speranze e prospettive, si sono espressi i vescovi italiani per ribadire l’importanza di un movimento di coscienza dei singoli cittadini nel rapporto con la terra. Ma la voce più attesa è quella di papa Francesco, che parla al cuore. E le folle desiderano ascoltarlo per lo stile immediato e convincente con cui insegna ad ascoltare tutti, e allo stesso tempo incoraggia ciascuno a dire quello che pensa. Papa Francesco ha inviato un messaggio ai tecnici che, nell’hangar della Bicocca, erano impegnati nelle prove generali per l’Expo. Nel suo messaggio, ha ricordato una sentenza ascoltata da un vecchio contadino: “Dio perdona sempre le offese, Una doppia opera missionaria Buona Pasqua a tutti voi e ai martiri! C ari amici, è Pasqua: Gesù è risorto. La chiesa esce verso le periferie della convivenza umana. Ed ecco allora la proposta di unirci, voi amici laici e noi saveriani, per fare una duplice opera missionaria. La prima è quella di augurare 8 “Buona Pasqua” ai martiri, che hanno pagato con la vita la loro fede in Gesù Cristo. E sono tanti, anche quest’anno: impossibile trascrivere tutti i loro nomi! “Auguri a voi, fratelli e sorelle, martiri del vangelo. Insieme a Gesù, con il suo corpo piagato e glorioso, intercedete presso il Padre celeste per questo nostro mondo, che sembra affogare nell’indifferenza”. Le guerre continuano... e il numero dei martiri aumenta ancora! Il Signore ascolti il pianto degli innocenti e ci converta tutti a sentimenti di pace La seconda opera missionaria è quella di unirci, voi amici laici e noi saveriani, a pregare per le famiglie, vittime della natura, ferita dall’uomo. Famiglie, popolazioni che sono lasciate sole a ricostruirsi la vita. Cari amici e amiche, san Padre Paolo Gallo, al timone della piccola canoa, risale il fiume per visitare le famiglie in Amazzonia; ora a Tavernerio può risalire laghi e montagne del Comasco p. LINO MAGGIONI, sx Guido incoraggia queste opere missionarie. Agli inizi della famiglia saveriana egli scriveva ai missionari in Cina: “Dite ai vostri cristiani che, in Italia, un povero vescovo prega perché una stilla del Sangue di Cristo scenda sulla loro terra a fecondarla in salute”. Con san Guido anche noi vi diciamo: Auguri! ■ i saveriani di Tavernerio Corsa tra le macerie dopo il passaggio del ciclone Pam, a Vanuatu, nel Pacifico gli abusi; gli uomini perdonano a volte; la terra non perdona mai!”. Parole che sentiamo vere perché ogni giorno ormai ne facciamo esperienza a livello planetario, con alluvioni, esondazioni, frane e migrazioni. Papa Francesco ha avvisato che la terra ferita e violata presenta il conto; aspettiamo di leggere compiutamente il suo pensiero nell’annunciata “enciclica verde”. Benvenuto, padre Paolo! Diamo il benvenuto a padre Paolo, che ha espresso un desiderio: “Mi piacerebbe curare il parco del nostro centro di spiritualità, perché diventi così bello da aiutarmi a raccontare, ai ragazzi e agli adulti, che il nostro pianeta è una magnifica tavola imbandita per tutta l’umanità, alla quale tutti hanno il diritto di ■ sedersi per mangiare”. Coordinamento comasco per la pace Mario Forlano, vice presidente del consiglio comunale di Como, è il nuovo presidente del Coordinamento comasco per la pace. L’ente riunisce 48 associazioni e 30 comuni della provincia di Como, che si occupano di diffondere la cultura della pace e promuovere i diritti umani e la solidarietà internazionale attraverso progetti con le scuole, incontri, rassegne. Auguri di buon lavoro al nuovo presidente! 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE VICENZA 36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119 Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376 E-mail: [email protected] - C/c. postale 13616362 IBAN - IT 71 V 02008 11897 000040071835 (Unicredit Banca, Vicenza) L’affascinante missione a Taiwan Il giovane Qian Bang e i prodigi del Signore Pubblichiamo la testimonianza di p. Luigino Marchioron, saveriano di Gaianigo di Gazzo Padovano, missionario a Taiwan. P er un missionario, il dono della Pasqua, assume risvolti sempre inediti, sorprendenti e tangibili. Benedetto XVI ha descritto la Risurrezione di Gesù come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore. “La risurrezione - ha detto - è la vera e più grande rivoluzione della storia dell’umanità”. E l’esperienza pasquale del missionario è immeritatamente avvolta ogni giorno da questa forza che risveglia il suo cuore, rendendolo più generoso, coraggioso e fedele a lui. Cammino verso la luce Il dono della conversione del cuore e della mente di giovani e adulti cinesi a Taiwan è un modo concreto con il quale il Signore educa ed evangelizza anche il cuore del missionario; è l’aiuto che Dio Padre pone al fianco del missionario. Il privilegio, infatti, di essere testimoni dei prodigi che il Signore compie nella storia delle persone rimane forse la lezione più luminosa, affascinante e umile che un missionario possa ricevere e imparare. Un cammino verso la luce, definiva qualche mese fa Qian Bang, giovane taiwanese laureato in filosofia cinese, il percorso intrapreso di conoscenza del Signore e del vangelo nella comunità parrocchiale di Taipei. Oggi, p. LUIGINO MARCHIORON, sx dopo due anni dal suo battesimo, si trova presso una comunità di benedettini per discernere la vocazione alla vita consacrata. Il 13 febbraio noi saveriani abbiamo ricevuto dall’abbazia di Saint Vincent i suoi auguri in occasione del capodanno cinese. Ecco cosa ci ha scritto nella sua lettera. La lettera di Qian Bang “Vi invito a ringraziare insieme a me il Signore per averci donato la chiamata, la grazia e la sua compagnia. Da quando ho lasciato Taiwan, non ho smesso di sperimentare come il Signore mi attiri continuamente a lui… E proprio perché il Signore è sempre uguale, ovunque, nella comunità cristiana, anche se fisicamente lontano mi sento molto La quaresima è già Pasqua “Voglio essere cristiano per tutta la vita” I l nostro programma per il tempo di quaresima, seguendo il messaggio di papa Francesco sulla globalizzazione dell’indifferenza, è questo: “Il Signore ci ha dato dei fratelli da amare”. La città di Bukavu (oltre 800mila abitanti) rispecchia, in piccolo, la situazione del pianeta: poche sono le famiglie ricche, mentre la maggioranza della popolazione, nei grandi quartieri di periferia, vive nella povertà. Il presidente Kabila ha in mente di candidarsi per un terzo mandato, nonostante la costituzione lo vieti. Per questo, la nazione sta vivendo un momento di tensione e dà prova di maturità democratica. Ma un mese fa, decine di cittadini sono rimasti uccisi nella manifestazione pacifica. 8 La via crucis e la Messa La Via Crucis del venerdì, assieme alla Messa della domenica, è la preghiera più sentita e partecipata in questi quaranta giorni. Abbiamo rinnovato le meditazioni delle quattordici stazioni, richiamando l’attenzione sulla giustizia e la solidarietà, sull’amore al prossimo, sul rispetto delle persone. Alla fine della celebrazione del venerdì, il professore universitario Gyavira commenta e attualizza il messaggio del papa. Abbiamo organizzato anche due tavole rotonde su questi temi: “Giovani africani e globalizzazione” e “Giovani e società congolese”. I catecumeni universitari L’attenzione della comunità cristiana è per i nuovi catecumeni: tutti giovani universitari. P. Giuseppe Dovigo, saveriano vicentino di Campiglia dei Berici, è l’assistente spirituale degli universitari a Bukavu (Congo RD) impegnati in un partita a calcio balilla p. GIUSEPPE DOVIGO, sx Sono iniziate le istruzioni per battesimo, cresima ed Eucaristia, con incontri giornalieri di catechesi. I catecumeni sono tenuti a frequentare ogni pomeriggio dalle 16 alle 18 per sei settimane. I loro catechisti sono gli stessi insegnanti cattolici che generosamente si avvicendano sui vari temi. Tutti hanno in dotazione il libro “Youcat”, il catechismo della chiesa cattolica per i giovani. Alla fine, è previsto un esame per verificare il cammino fatto, la preparazione intellettuale e la testimonianza di vita cristiana. Sono presentati alla comunità nelle celebrazioni domenicali e accompagnati nella preghiera. Nella veglia pasquale, dopo una giornata di ritiro, riceveranno i sacramenti di iniziazione. “Voglio essere cristiano…” Sono 21 giovani per questa Pasqua, mentre a Natale erano 26. “Voglio essere cristiano per tutta la mia vita e aiutare gli altri a conoscere il vangelo, che mi dona senso e dignità”, ha scritto uno di loro nella domanda di ammissione alla catechesi. Il mio servizio alla comunità universitaria è un’attività davvero speciale e importante per aiutare a scoprire il vangelo ai giovani “che non trovano spesso risposte alle loro inquietudini e bisogni, alle loro domande e ferite”, come ha scritto papa Francesco nella lettera “La gioia del ■ vangelo” (EG 105). Da sinistra, i saveriani p. Paulin Batairwa (congolese), p. Luigino Marchioron (padovano) e p. Adharius Dharmawan (indonesiano), missionari a Taiwan vicino a voi, così vicino da pensare che mi trovo nello stesso edificio, anche se in stanze diverse. Basta fare alcuni passi e si è arrivati! In particolare, nell’Eucarestia quotidiana sperimento questa vicinanza. Spesso mi ricordo della nostra comunità parrocchiale di Taipei, lì dove sono nato e dove sono avvenuti meravigliosi prodigi proprio quattro anni fa. In quel tempo, un altro mondo del mio essere bussava alle porte della parrocchia. Dopo quattro anni mi ritrovo ora qui, in questa abbazia. Ma cos’è avvenuto? Carissimi saveriani e parrocchiani, nella mia preghiera mi ricordo di voi, del vostro amore verso il Signore e dell’amore e unità in lui, del vostro affetto verso di me… Per quanto riguarda il cibo, il clima, la vita di tutti i giorni, lo studio, l’adattamento culturale, non vi sono grandi problemi. Quello di cui sento il bisogno è di imparare ad adattarmi al modo di vivere la vita comunitaria. È necessario spesso conversare con gli altri, ma la posizione della conversazione non è sempre uguale. Nel passato, con il mio cinese, ero sciolto e spedito. Non trovavo alcun ostacolo nel parlare di temi che desideravo condividere; ora però, la mia capacità linguistica mi pone in una condizione di avvertire costantemente i miei limiti. E ancora una volta, proprio a questo riguardo, mi viene alla memoria il sacrificio dei saveriani alle prese con la lingua cinese per diffondere il vangelo. So comunque che il Signore, proprio in questo ambiente, vuole insegnarmi molte cose. La cosa più importante è che io colga ogni opportunità per imparare a prendermi cura e ascoltare gli al■ tri…”. Il giovane taiwanese Qian Bang e il signor He, il giorno del loro battesimo 9 MAGGIO: CONVEGNO “MISSIONE OGGI” Organizzato dal mensile dei saveriani Missione Oggi, sabato 9 maggio (dalle 9 alle 18,30) presso la chiesa di San Cristo in via Piamarta 9 a Brescia, si svolge l’atteso convegno annuale, sul tema: “Siamo tutti meticci? Le religioni nella diaspora moderna”. Le società contemporanee sono sempre più plurali. Le migrazioni provocano una mescolanza di persone senza precedenti nella storia. In questo scenario ci chiediamo quale sia il ruolo del cristianesimo, per favorire un fecondo “meticciato”. Il tema sarà trattato da vari punti di vista. Di fondamentalismo e dialogo, islam e califfato parleranno Paolo Naso e Francesco Zannini; di futuro del cristianesimo, Virgil Elizondo; di cristiani in Medioriente, Giuseppe Morotti; di cristianesimo e Cina, Alessandro Dell’Orto; di sguardi sul futuro, Antonella Fucecchi. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Mi piacerebbe terminando di essere nella luce”, liberamente tratto da “Pensiero alla morte” di Paolo VI, con Luciano Bertoli, che si terrà a San Cristo venerdì 8 maggio alle 20,45. Ingresso libero. Per informazioni e iscrizioni, scrivere a: segreteria.mo@saveriani. bs.it oppure telefonare al numero 030 3772780 int. 5. 2015 APRILE ZELARINO 30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16 Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410 E-mail: [email protected] - C/c. postale 228304 IBAN - IT 33 Z 03359 01600 100000006707 (Banca Prossima, Zelarino) Festa della missione dai saveriani Il 10 maggio, Zelarino chiama Thailandia nuova missione in D ella Thailandia s’è parlato am- piamente nel numero di febbraio di “Missionari Saveriani”. Padre Luigi Menegazzo, superiore generale dei saveriani, ha visitato la comunità di Bangkok e quella del “Km. 48”, tra montagne e foreste, a 48 chilometri dalla città di Mae Sot, nella Thailandia occidentale, al confine con il Myanmar (Birmania). Hanno chiesto di pregare Ha visto l’impegno dei missionari e ha così concluso la sua bella relazione: “Chiedo la vostra preghiera per questa missione e per i confratelli che vi la- vorano; siate loro vicini, in ogni modo il Signore vi suggerisce, affinché, lavorando con energia e creatività per far conoscere il vangelo, possano anche raccogliere frutti abbondanti”. Nel paginone centrale, p. Alex Brai, che lavora in una missione alla periferia di Bangkok, p. Giuseppe Matteazzi e p. Thiago Rodriguez, che sono nella missione “Km. 48”, raccontano con entusiasmo il loro lavoro, chiedono l’aiuto spirituale, ma non spendono tante parole per un aiuto economico. Credono veramente alle parole di Gesù: “Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno p. FRANCO LIZZIT, sx date in aggiunta” (Mt 6,33). Lavoriamo con entusiasmo Ebbene, un po’ di questa “aggiunta” potrà arrivare anche da Zelarino, da quanto si potrà realizzare nella tradizionale “festa all’aperto per le missioni” che quest’anno si terrà domenica 10 maggio. Tra l’altro sarà anche la “festa della mamma”, e a tutte faremo i nostri migliori auguri. Raggiunto via skype, p. Giovanni Matteazzi ha riaffermato la sua soddisfazione per i contatti con la gente, con i bambini e con gli adulti nelle scuole e nei campi profughi, per l’insegnamento dell’inglese e la visita al- Con p. Sergio Cambiganu alcuni degli organizzatori della “festa all’aperto” per le missioni, edizione 2015 Con il mio fratellino Liu... Durante le vacanze una visita a sorpresa C arissimi, ho goduto in Italia un po’ di ferie accumulate. Ho pianto alla tomba di mia sorella Anna, morta di recente. Ho pianto su Biancade (TV), mio paese, in recessione letale, mentre nel dopoguerra era diventato un bel centro dell’industria del legno. Ho anche riso con tanti amici. Purtroppo non son riuscito a vederli tutti. Una dopo l’altra, tre sorprese C’è stata anche una bella sorpresa. Durante le mie ferie in Italia, Liu Bingtsuen è venuto a trovarmi da Taiwan! Liu è mio “fratello cinese legittimo”, perché nel 1969, quando ero in quella nazione per studiare la lingua cinese, abbiamo fatto il giuramento di fratellanza sulla tomba di sua mamma, che era morta da poco. Poi, nel 1972, io ho lasciato Taiwan e il mio fratellino Liu. Era giusto che dopo 42 anni ci rivedessimo. Tornato in Brasile, ho trovato altre due sorprese: la prima, felice, è stata la consacrazione a vescovo di padre Adolfo Zon, il Padre Arnaldo De Vidi, missionario ad Abaetetuba, con l’amico fraterno Liu Bingtsuen, direttamente da Taiwan 8 p. ARNALDO DE VIDI, sx saveriano spagnolo con il quale ho lavorato in questi tre anni trascorsi ad Abaetetuba. L’altra sorpresa, poco felice, è stata la malattia di padre Dante Mainini, saveriano reggiano di 96 anni: ha sofferto un ictus e la rottura del femore a causa di una caduta. Segni di speranza Ad Abaetetuba, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, ci sono segni di speranza. Un centinaio di giovani ha “invaso” il nostro quartiere passando in missione di casa in casa, dialogando con i coetanei e con le famiglie. Per i giovani stiamo terminando la costruzione del “Centro d’informatica Santa Lucia”. Per iniziativa della nostra parrocchia, è nata la campagna “Sterminio mai più”, contro la violenza. La piazzetta antistante il nostro santuario è illuminata ed è luogo d’incontro delle famiglie. Abbiamo acquistato un terreno per costruire un salone multi-uso, specialmente per la catechesi dei bambini. A tutti, Buona Pasqua! ■ le famiglie cristiane… I cristiani non sono molti, per la verità, ma sono sparsi in numerosi villaggi, fino a una distanza di 150 chilometri, dove arrivare è difficile, specialmente nel periodo delle piogge, quando le frane ostruiscono la strada. Le necessità e un sogno Padre Giovanni ha anche accennato ad alcune priorità: scavare un pozzo per dare acqua potabile alla missione e alle famiglie vicine, anche durante la stagione secca; ristrutturare la casa per accogliere i tre missionari, che ora sono sistemati in due abitazioni diverse; intensificare l’aiuto per la scuola e l’alfabetizzazione degli adulti, specialmente gli immigrati e i profughi, che sono molto numerosi e non conoscono la lingua thailandese… La nostra vicinanza e il nostro interessamento ai loro problemi sono i primi passi, perché anche qui si faccia strada la bella notizia di Gesù, Salvatore dell’umanità. “C’è poi un sogno”, prosegue p. Giovanni: “la costruzione di un piccolo centro giovanile, con un po’ di tecnologia moderna, dove i giovani di tribù diverse, che popolano queste montagne o provengono dalla confinante Birmania, possano studiare e giocare insieme, per diventare cittadini responsabili in questa nazione”. Vi aspettiamo il 10 maggio Diamo una spinta perché i sogni diventino realtà, partecipando alla Festa all’aperto per le missioni, domenica 10 maggio a Zelarino dai missionari saveriani, in via Visinoni 16. Dalle 10 del mattino, giro in carrozza e visita del mini-zoo; alle 12.30, pranzo su prenotazione con buon menù e sorprese varie. L’intrattenimento continuerà con “Canta tu che canto anch’io”, gara canora aperta a tutti e premio ai primi classificati; il mercatino della Tergola con “cose dell’altro mondo”; il dolce dalle torte e altro ancora. Alle 11 e 30 è possibile partecipare alla Messa, per facilitare quanti vengono dalle parrocchie vicine e lontane; la preghiera è il primo aiuto che ci chiedono i nostri missionari. La Festa all’aperto per le missioni è un avvenimento che piace tanto a bambini e ragazzi, ma diverte tanto anche giovani e adulti. Prendi il telefono e prenota: chiama subito lo 041 907261. E prenota il pranzo! ■ VENITE ANCHE VOI E PORTATE UN AMICO !