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INTRODUZIONE AL CORSO DI Economia Politica Corso serale, II

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INTRODUZIONE AL CORSO DI Economia Politica Corso serale, II
INTRODUZIONE AL CORSO DI
Economia Politica
Corso serale, II° semestre 2014-2015, 9 crediti
Docente Prof. Maurizio Bovi
In questo Corso impareremo a conoscere
un discreto numero di elementi di
Microeconomia,
qualche nozione di
Macroeconomia
rudimenti di
Contabilità Nazionale.
COSA STUDIA LA SCIENZA ECONOMICA E PERCHE’ STUDIARLA?
I soggetti studiati dalla Scienza Economica siamo noi.
Da qui la sua importanza e, forse, il vostro interesse.
Più in dettaglio, la Scienza Economica cerca (tra l’altro) di spiegare:
come ci comportiamo e perché
(Economia Positiva);
come dovremmo comportarci e perché
(Economia Normativa);
come e perché le azioni individuali conducono a certi risultati sociali
(la Società è una summa degli individui che la compongono);
come intervenire se le azioni individuali conducono a risultati sociali indesiderabili
(Politica Economica. La faremo soprattutto in versione Macro).
ESEMPIO DI COMPORTAMENTI INDIVIDUALI => RISULTATI SOCIALI:
Secondo A. Smith, l'ambizione individuale serve al bene comune e di conseguenza un
gruppo di persone - la Società (=noi) - ottiene il massimo risultato quando ogni
componente del gruppo (=loro) fa ciò che è meglio per sé stesso:
Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro
desinare (ie un buon risultato sociale), ma dalla considerazione del loro interesse personale.
Non ci rivolgiamo alla loro umanità, ma al loro egoismo; parliamo dei loro vantaggi, mai
delle nostre necessità. (La Ricchezza delle Nazioni, Adam Smith).
Nella parte Micro “tradizionale” analizzaremo individui razionali e egoisti (cioè, almeno in
parte, anche noi) e come i loro/nostri comportamenti portano all'ottimo sociale (concetto di
cui parleremo). Purtroppo, però, talvolta non si raggiunge l'ottimo sociale. Anzi, certe volte
agire in modo razionalmente egoista è controproducente anche per noi stessi.
COMPORTAMENTI INDIVIDUALI RAZIONALI & EGOISTICI = RISULTATI SOCIALI SUB OTTIMALI:
Il gioco del “Dilemma del Prigioniero”.
Il gioco(=interazione tra individui) può essere descritto come segue. Due criminali vengono
accusati di aver commesso un reato. Gli investigatori arrestano entrambi e li chiudono in due
celle diverse, impedendo loro di comunicare (gioco non cooperativo). Ad ognuno di loro
vengono date due scelte: confessare l'accaduto, oppure non confessare. Il PM inoltre spiega
loro che (=> quindi entrambi non solo sono razionali, ma sono anche informati):
 se solo uno dei due confessa, chi ha confessato evita la pena; l'altro viene però
condannato a 7 anni di carcere.
 se entrambi confessano, entrambi vengono condannati a 6 anni.
 se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a 1 anno (diciamo perché,
comunque, erano già colpevoli di spaccio).
Insomma l'unico modo per essere liberi è confessare sperando che l'altro non confessi.
Questo gioco può essere descritto con la seguente matrice:
confessa non confessa
confessa
(6,6)
(0,7)
non confessa
(7,0)
(1,1)
Per entrambi i prigionieri (il gioco è simmetrico), la miglior strategia è CONFESSARE.
Ognuno dei due infatti cerca egoisticamente/razionalmente di minimizzare la propria
condanna e calcola:
SE CONFESSO:
SE NON CONFESSO:
Mi faccio 0 o 6 anni
Mi faccio 1 o 7 anni
Infatti:
confessando ciascun prigioniero rischia 0 anni (PRIMO CASO = l'altro non confessa) e 6
anni (SECONDO CASO = l'altro confessa).
non confessando, invece, nel PRIMO CASO (= l'altro non confessa) si rischia 1 anno
(CHE E' PEGGIO DEGLI 0 ANNI CHE SI AVREBBERO CONFESSANDO) e, nel SECONDO
CASO (= l'altro confessa), si rischia 7 anni (CHE E' PEGGIO DEI 6 ANNI CHE SI
AVREBBERO CONFESSANDO).
Insomma: i prigionieri, informati e razionali, confessano e si fanno 6 anni di carcere.
Il DILEMMA consiste nel fatto che la soluzione migliore per entrambi sarebbe
cooperare (=> altruismo, non egoismo) e non confessare (1 anno di carcere invece di
6), ma questa situazione non è una soluzione del gioco poiché ciascun prigioniero non
si fida dell'altro (chissà perché!). ECCO ALLORA CHE, SE NELLA SOCIETA' C'E' EGOISMO
E SFIDUCIA, PUO' ESSERE UTILE L'INTERVENTO DEL GOVERNO (Politica economica).
Qui si parla di prigionieri, ma è fondamentale capire che la situazione “QUALI
COMPORTAMENTI INDIVIDUALI => QUALI RISULTATI SOCIALI” è enormemente più
frequente e cruciale da studiare di quanto si pensi. Ecco un esempio tipico:
Altri esempi “naturalistici”: la raccolta differenziata, lo sfruttamento delle risorse naturali,..
Quanto sopra suggerisce un'importante distinzione tra diversi tipologie di beni:
Bene non escludibile = ovvero consumabile contemporaneamente da più persone (es. un concerto, il
mare).
Bene Rivale = il suo consumo da parte di un agente riduce il consumo da parte di un altro agente.
Ovvero, il bene è scarso: se lo consumi tu io, contestualmente, non posso farlo (es. un panino, una bici).
La seguente tabella mostra come si possono classificare i beni secondo le accoppiate
“rivalità/escludibilità”
Beni pubblici spuri: i beni non rivali, ma dai quali gli utenti possono essere facilmente esclusi
(l'opposto dei beni di proprietà comune), possono essere chiamati beni pubblici spuri poiché essi sono
“pubblici” solo per certe categorie di consumatori e poiché l'esclusione, solo parziale, NON ne aumenta
il valore. Alcuni esempi: 1) cinema 2) parcheggi privati.
Beni/Risorse di proprietà comune: condividono le caratteristiche della difficoltà di esclusione con i
beni pubblici e le caratteristiche di rivalità con i beni privati. Es. le risorse naturali.
Beni pubblici: sono sia non escludibili che non rivali (es. la difesa nazionale, l’aria), distinguendosi per
entrambe le caratteristiche dai
Beni privati: sono tutti gli altri.
Notate che escludibilità e rivalità possono esistere in un bene con varie gradazioni e possono anche
variare nel tempo e nei contesti istituzionali.
PERCHE' E' IMPORTANTE LA CITATA DISTINZIONE?
Il più grande cambiamento della moderna società globalizzata è che i beni comuni stanno diventando
la regola, non l’eccezione: dall’energia all’acqua, dall’ambiente alla sicurezza, dalle foreste agli
oceani.
La qualità della nostra vita dipende sicuramente dalla quantità disponibile di beni/servizi privati
(alimentari, Sanità, scooter, TV,…), ma dipende molto più dai “common bads” come i gas serra, lo
sfruttamento delle risorse naturali o la fiducia dei mercati finanziari (la crisi finanziaria può anche
essere letta come una tragedia del bene collettivo “fiducia”. Ne parleremo nelle ultime lezioni).
Dobbiamo pertanto trovare la soluzione alla convivenza tra libertà individuale nel consumare i beni
e la salvaguardia dei beni comuni. Non possiamo certo eliminare la Libertà o la Natura. Anche di ciò
si occupa la Scienza Economica.
Sintetizzando si può dunque concludere che la Scienza Economica studia:
I NOSTRI COMPORTAMENTI (più o meno consapevoli),
LE ISTITUZIONI CHE CI DIAMO (più o meno consapevolmente),
COME E PERCHE' COMPORTAMENTI E ISTITUZIONI CAMBIANO (nel tempo e nello spazio)
COSA STUDIA LA MICROECONOMIA E PERCHE’ STUDIARLA?
Essa studia il NOSTRO comportamento di fronte a SCELTE VINCOLATE ma LIBERE.
Per attività economica si intende essenzialmente lo SCAMBIO VOLONTARIO di beni e
servizi.
GLI SCAMBI SONO UTILI SIA PER NOI CHE PER GLI ALTRI
Se fossimo tutti identici in termini di preferenze/gusti/bisogni e di dotazioni iniziali di risorse
(tempo libero, capitale umano e finanziario,…), non esisterebbe attività economica.
Ma sappiamo benissimo che ognuno di noi è diverso dagli altri: abbiamo diverse preferenze e
diverse risorse.
Dato che siamo diversi esisterà sempre la convenienza a porre in essere uno scambio che
apporti vantaggi a tutti gli individui che vi prendono parte.
Pensate ad un mondo senza scambi: dovremmo accontentarci di quello che siamo in grado di
produrre con quello che abbiamo. Saremmo come dei naufraghi su un’isola deserta e
selvaggia. La convivenza è dura, ma in realtà gli eremiti assoluti sono pochi. Inoltre, si può far
in modo di migliorare la convivenza.
GLI SCAMBI DEVONO ESSERE LIBERI
Le nostre scelte devono essere LIBERE. Solo in questo caso l’attività economica migliora le
condizioni di tutti i partecipanti.
Pensateci: se sono libero di fare o non fare uno scambio, è ovvio che lo faccio solo se mi
conviene. Insomma: l’attività economica migliora il nostro benessere. La “felicità” comprende
ovviamente anche altre cose (Amore, Salute, Amicizia,…), ma il concetto di “miglioramento” è
chiaro. In merito, la pubblicità suggerisce: ….per tutto il resto c'è mastercard.
LIBERO: anche un furto è uno scambio, ma non è volontario ed è ovvio che esso non
aumenta il benessere di tutti i partecipanti (NB i ricavi dei furti non entrano a far parte del PIL.
Ne riparleremo quando accenneremo alla Contabilità Nazionale).
IN CHE MODO SI SVOLGONO GLI SCAMBI?
L’attività economica si svolge nel MERCATO: un “mercato” non è un posto fisico, bensì è
l’insieme dei compratori e venditori che, attraverso le loro effettive (o anche potenziali)
interazioni, determinano il prezzo di un prodotto. Insomma, il mercato è un processo di
fissazione dei prezzi tramite scambi volontari.
I prezzi di mercato, dunque, contengono molta informazione:
 Se un prodotto ha un prezzo molto elevato, ad esempio, ciò ci informa che quel
prodotto è molto richiesto, ovvero che piace a (è preferito da) molti.
 Se un prezzo continua ad aumentare ciò ci informa che c’è uno squilibrio
“domanda>offerta”.
Ci sono vari tipi di mercato distinti per l’influenza degli agenti sui prezzi di equilibrio (dom=off):
Mercati concorrenziali

Dato l'elevato numero di compratori e di venditori, nessuno può influenzare il prezzo;

I mercati concorrenziali formano un unico prezzo dei prodotti.
Mercati non concorrenziali

I produttori, individualmente o congiuntamente, possono influenzare il prezzo;

In un mercato non concorrenziale possono convivere più prezzi per lo stesso prodotto.
Dato il contenuto informativo dei prezzi, si intuisce che è meglio che non ci sia qualcuno che
possa determinarli a suo piacimento: solo il prezzo concorrenziale contiene informazione
“democratica”.
Avevamo cominciato con:
studieremo il NOSTRO comportamento di fronte a SCELTE VINCOLATE ma LIBERE.
Sembra un ossimoro, ma non lo è.
Le scelte (tra due beni, tra lavoro e tempo libero, ecc.) sono libere, ma siamo costretti a
scegliere:
le nostre preferenze sono infinite, i nostri mezzi sono limitati.
Pensate a quando si entra in un negozio: quasi mai si riesce a comprare tutto quello che ci
piace.
In termini più filosofici:
Perché agiamo? Per soddisfare i nostri bisogni e ottenere i nostri fini preferiti.
Come agiamo? Con i nostri mezzi limitati (il tempo, il denaro,…)
Insomma: siamo liberi di scegliere, ma siamo anche costretti a scegliere perché non
possiamo avere tutto.
Dato che si deve scegliere, si deve avere un criterio di scelta.
La microeconomia ci aiuta a capire come risolvere al meglio il problema delle scelte vincolate.
Ciò implica che per seguire al meglio questo Corso, aumentando le probabilità di superarne
l’esame (esclusivamente scritto), dovete conoscere un minimo di matematica di base:
differenziali e derivate,
analisi del grafico di una funzione,
soluzione di sistemi di equazioni,
massimizzazione vincolata.
Alcuni di questi temi li affronteremo a lezione (potete trovare materiale nel libro di testo in
appendice al Capitolo 4).
L’utilità di quello che impareremo in questo Corso è oggettiva e indiscutibile.
Ovviamente, però, solo voi potete dire se ritenete l’Economia Politica interessante: si tratta di
preferenze soggettive e, come dicevano i latini, “de gustibus non est disputandum”.
In proposito la microeconomia studia, non impone, le preferenze: se ci piace di più
l’ananas rispetto al carciofo, la microeconomia ne prende atto. Ciò poiché altrimenti si
perderebbe la libertà di scelta che, ripeto, è fondamentale per il nostro benessere
(quantomeno quello materiale).
Lo studio della microeconomia vi consentirà di avere dimestichezza con semplici strumenti
LOGICI, ANALITICI e GRAFICI.
Semplici, ma nondimeno utili per la descrizione dei fenomeni microeconomici:
Perché/come cambia la nostra spesa quando varia il prezzo di un bene?
Se cala il prezzo del petrolio, le imprese tendono ad assumere o a licenziare?
Perché a Roma gli affitti sono così cari?
…?
Più in dettaglio, alla fine del Corso sarete in grado (ovviamente in modo direttamente
proporzionale alla quali/quantità del vostro impegno) anche di risolvere esercizi del tipo:
LE NOSTRE SCELTE COME CONSUMATORI
ESERCIZIO 1
Abbiamo a disposizione un certo reddito monetario, che indichiamo con M, da destinare
all’acquisto dei due soli beni presenti all’interno dell’economia: ananas (A) e carciofi (C).
Ora, sapendo che pA=prezzo dell’ananas e che pC=prezzo del carciofo:
(1) Fornite definizione, espressione analitica e rappresentazione grafica del vostro vincolo di
bilancio. Supponendo che le vostre preferenze per ananas e carciofi siano regolari, fornite
una rappresentazione grafica del vostro paniere(=carrello della spesa) ottimo.
(2) Supponete che a causa dell’inflazione il prezzo dei beni di consumo aumenti del 10%.
Discutete, attraverso un opportuno grafico, le conseguenze di questo aumento sulla vostra
capacità di spesa.
(3) Ritenete che l’effetto dell’inflazione sulle vostre possibilità di spesa sarebbe stato diverso
se il vostro reddito monetario fosse stato indicizzato all’inflazione?
LE NOSTRE SCELTE COME IMPRENDITORI
ESERCIZIO 1
La vostra azienda ha la seguente funzione di produzione: Y = 2L0.5, dove L=numero dei vostri
dipendenti; Y=bene/servizio che producete.
(1) Indicate quanti dipendenti assumereste nel caso in cui il salario lordo fosse pari a
1000€ al mese e il prezzo di Y fosse definito dall’eguaglianza tra i costi marginali e i
ricavi marginali della vostra impresa.
ESERCIZIO 2
In un mercato perfettamente concorrenziale operano la vostra e altre 99 imprese tutte
identiche. Tutte le 100 imprese hanno la seguente funzione di costi totali di breve periodo:
CT = 0.1q2 + q + 10, dove q è la quantità prodotta dalla vostra impresa.
 Determinate la funzione di offerta aggregata sul vostro mercato.
COSA STUDIA LA MACROECONOMIA E PERCHE’ STUDIARLA?
COSA STUDIA LA MACROECONOMIA:
Mentre la microeconomia studia il nostro comportamento in qualità di singolo consumatore,
lavoratore, imprenditore,…per cui analizza il nostro salario, il prezzo del bene Y, ecc.,
la macroeconomia studia gli aggregati per cui il “mio salario” diventa il “PIL dell’Italia” (del
Mondo, del Lazio,..), il “prezzo del bene X” diventa l’IPC, ecc.
L'aggregazione ci suggerisce perché diventa utile accennare alla contabilità nazionale: ad
esempio, vedremo che il PIL di un Paese non è altro che la somma degli stipendi/salari/redditi
di tutti i percettori di reddito presenti in quel Paese.
Micro e macro non sono più due mondi paralleli come avveniva svariati decenni fa.
Dato che “macro” non è altro che una “aggregazione dei micro” che vi operano, è ovvio che il
confine tra di loro è molto sottile. Da qualche lustro, infatti, si parla di “microfondare la
macroeconomia”:
Es. per capire come funziona il mercato del lavoro a livello nazionale dobbiamo sapere come
si comportano/scelgono i singoli lavoratori/imprese che ne fanno parte.
PERCHE’ STUDIARE LA MACROECONOMIA?
La macroeconomia che studieremo ci aiuta a capire e a risolvere criticità del tipo:
Perché il debito pubblico eccessivo è un problema?
Che problemi può generare un livello generale dei prezzi calante?
Che problemi può generare un livello generale dei prezzi crescente?
Come si può risolvere il problema della disoccupazione?
Che cosa ha causato la recente crisi economica mondiale?
…?
Più in dettaglio, alla fine del Corso sarete in grado (sempre in modo direttamente
proporzionale alla quali/quantità del vostro impegno) anche di risolvere esercizi del tipo:
ESERCIZIO 1
Considerate un Paese rappresentato dalle relazioni seguenti:
Domanda reale di moneta = Md = 4Y - 160i (Y=PIL; i=tasso di interesse)
Offerta reale di moneta = M/P= Ms = 1600 miliardi di euro
Consumi = 50 + 0,4Yd (Yd=reddito disponibile)
Investimenti = 30 - 10i + 0,1Y
Gettito fiscale = 500 miliardi di euro
Spesa pubblica = 200 miliardi di euro
Calcolate il livello di equilibrio della PIL e del tasso di interesse
Come cambia l’equilibrio se il Governo aumenta le tasse (T) e/o riduce le pensioni e/o
estende il bonus degli 80 euro (i.e. se varia G)?
ESERCIZIO 2
La BCE decide un QE e compra titoli per un valore di 260 miliardi di euro mediante una
operazione di mercato aperto.
Che succede ai valori di equilibrio del PIL (Y) e del tasso di interesse (i)?
CONCLUSIONE
PROBABILMENTE QUESTO CORSO NON VI AIUTA A TROVARE (UN NUOVO) LAVORO.
ALMENO NON DIRETTAMENTE.
TUTTAVIA:

Vi aiuta a capire alcuni importanti problemi del Mondo in cui tutti noi viviamo

Migliora le vostre capacità decisionali in campo lavorativo

Aumenta le vostre capacità di comprensione e di critica delle informazioni che trovate
sui mass media.
INSOMMA:
Vi aiuta ad essere cittadini-lavoratori-elettori-consumatori…più informati e consapevoli
SCUSATE SE E’ POCO….
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