Il cocco secondo il Giampi Che cosa sia il substrato di fibra di
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Il cocco secondo il Giampi Che cosa sia il substrato di fibra di
Il cocco secondo il Giampi Che cosa sia il substrato di fibra di cocco lo potete capire, sicuramente meglio di come lo spiegherei io, leggendo questo riassunto: http://www.fritegotto.it/Agronomica-La-fibra-di-cocco-come-substrato-di-coltivazione/ Da parte mia vi anticipo un paio di cose: 1- Non sono bravo nelle relazioni scritte quindi preferirei rispondere ( per quanto mi sarà possibile) a domande specifiche. 2- Se NON volete addentrarvi nella tecnica della FERTIRRIGAZIONE lasciate perdere il cocco. 3- La qualita' del cocco e' importante. Confronti fatti dal vivo hanno dimostrato che il cocco che ho scelto e utilizzato è pronto per l'uso già dopo 15 minuti con la semplice aggiunta di acqua; cocco da altra fonte invece dopo 24 ore si presentava ancora a blocchi inutilizzabili. Perché usare il cocco? La prima risposta che mi viene in mente è che essendo il cocco uno scarto di lavorazione, il suo impiego come substrato riduce in piccola parte lo sfruttamento delle torbiere. In secondo luogo è un materiale che ha discrete capacità di soddisfare le nostre piante; assorbe molta acqua e la cede lentamente, è leggero quindi facilmente esplorabile dalle radici, si può riutilizzare, funziona anche come pacciamatura, etc. etc. Di contro, secondo la mia esperienza, non è molto indicato per la fase della germinazione. La sua leggerezza fa si che ci sia poco attrito meccanico e il tegumento del seme rimane incastrato sui cotiledoni comportando tutte le conseguenze che ben conosciamo. Allora quando usare il cocco? Dal primo rinvaso fino a fine coltivazione. Personalmente ho voluto provare a miscelare un antifungino all'acqua che usavo per far rinvenire i panetti, con buoni risultati a mio avviso. Fatte le giuste proporzioni fra prodotto ed acqua poi non ci si pensa più perché le piantine lo trovano già pronto. Successivamente ho voluto confrontare alcune tipologie di substrato per i rinvasi finali ( vasi da 5 litri): – solo cocco ( fertirrigazione) – 50% cocco+ 50% terriccio ( fertirrigazione) – solo terriccio ( fertirrigazione) – solo cocco + osmocote 6M – 50% cocco+ 50% terriccio+ osmocote 6M – solo terriccio+ osmocote 6M Una precisazione; per terriccio intendo una miscela di 8 parti Klasmann TS3 fine+ 1,5 parti lapillo vulcanico+ 1,5parti Agriperlite+ 1parte Leonardite. Avendo poche piante è indubbio che i risultati siano assolutamente opinabili ma almeno c'ho provato. Mentre nei vasi da 1litro i risultati siano stati a favore del solo cocco con fertirrigazione ( piante alte anche 1,5m con decine di frutti portati a maturazione), gli altri substrati testati hanno dato risultati molto inferiori. Diverso è il caso delle piante messe nei vasi da 20cm ( 5 litri) laddove i risultati migliori per vigoria e produttività li ho ottenuti col substrato 50% cocco+ 50% terriccio+ fertirrigazione. La fertirrigazione è stata fatta usando un concime idrosolubile a titolazione: NPK 9-1836+Mg+micro. Fin dal primo rinvaso ho usato una soluzione con Ph 6.5 e un Ec 700 us/cm ( microsiemens/centimetro) arrivando fino al rinvaso finale dove ho adottato la dose di Ph6.5 Ec 1500 us/cm. Da agosto 2013, avendo notato uno sviluppo stentato delle piante concimate con Osmocote 6M (dopo soli 4 mesi) ho fertirrigato anche queste ultime fino ad arrivare ad impiegare soluzioni a Ph 5.5 ed Ec 1700us/cm ogni 3 giorni. L'acqua usata per la soluzione è quella del rubinetto che qui a Prato mi dà valori di Ph 7.4 ed Ec 512 us/cm lasciata decantare almeno 24 ore. La riduzione dei valori di Ph è stata ottenuta usando Acido Fosforico ( mediamente 0,1 ml/litro) considerando anche il fatto che il concime usato tende ad abbassare il Ph. A mio avviso il fatto che la concimazione con Osmocote 6M sia durata meno di quanto dichiarato è legata a 2 fattori 1- la temperatura che è stata abbondantemente sopra i 20°C per il quale è testato il prodotto 2- La particolarità stessa del degrado fisiologico del cocco che tende ad assorbire e rendere inutilizzabile l'Azoto. Chi ha potuto vedere dal vivo le mie piante ( vasi da 5 litri) nei mesi di Novembre e Dicembre può benissimo confermare che quasi tutte superavano l'altezza di 1,8 m con punte dei Pimenta da Neyde di circa 3 metri per alcune ramificazioni. Gli Scorpion ( Moruga Blend e Moruga Yellow) passavano i 2 metri 2 piante di Rocoto ( rosso) altezza 2 metri hanno dato una ventina di frutti ognuna con un peso variabile dei frutti fra 25 e 50grammi. Sicuramente il cocco da solo o in aggiunta al terriccio contribuisce ad ottimizzare la disponibilità di acqua nel vaso permettendomi di annaffiare una volta al giorno, nei mesi più caldi, con massimo 600ml di acqua a pianta per quelle più esigenti ed in vaso da 5 litri. Le piante in vaso da 1 litro ricevevano 100-150 ml di acqua al giorno ( il Chiltepin in vasetto da 7 x 7 riceveva 50ml di acqua ed ha raggiunto un'altezza di chioma di 80cm). In conclusione, per quanto riguarda la mia esperienza con questo tipo di materiale, posso solamente ritenermi soddisfatto e qualora riuscissi a procurarmi delle altre mattonelle di cocco le impiegherò sicuramente. Puro al 100% per i vasi fino ad 1 litro, per i rinvasi finali lo userei nella misura del 50% col terriccio. Bisogna sempre considerare che tipo di materiale si sta usando perché sul mercato si trova sia il cocco tal quale che il cocco fertilizzato. Nello specifico le mattonelle da me usate erano fertilizzate con una concentrazione ( non si sa con cosa né quanto) dichiarata in etichetta sufficiente per 6 mesi. Questo fatto ha probabilmente agevolato in fase di primo rinvaso per contribuire a dare alle piante un supporto nutritivo immediato, successivamente ho risolto le eventuali carenze con la fertirrigazione. Detto questo, rimango a vostra disposizione per provare a rispondere a domande precise. Giampietro