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Sam Francis - Galleria Agnellini Arte Moderna
SAM FRANCIS SAM FRANCIS SAM FRANCIS SAM FRANCIS Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia 21 Aprile / April - 14 Luglio / July 2012 Mostra e catalogo a cura di / Exhibition and catalogue curated by Dominique Stella Roberto Agnellini Il catalogo è stato realizzato con il contributo di / This catalogue has been created with contributions from Sam Francis Foundation, California Direttore / Director Roberto Agnellini Direttrice artistica / Art director Dominique Stella Organizzazione / Organisation Coordinamento / Coordination Giancarlo Patuzzi Segreteria / Secretary Corinna Turati Direzione commerciale / Commercial direction Ugo Ruggeri Ufficio stampa / Communication Spaini & Partners Progetto grafico / Graphic project Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia Redazione / Editing Domenico Pertocoli Traduzioni / Translations In italiano / To Italian: Silvia Denicolai In inglese / To English: Timothy Stroud Copertina / Cover Progetto di murale per la Chase Manhattan Bank (particolare), 1959 Study for the Chase Manhattan Bank Mural (detail), 1959 Pagina 2 / Page 2 Sam Francis nel suo studio di Broadway / in Broadway studio, New York, 1959 Photo Eliane Boardman © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York Fotografie delle opere / Artworks photos © Fabio Cattabiani Testo / Text © Dominique Stella, Agnellini Arte Moderna Comune di Brescia Assessorato alla Cultura e al Turismo Opere / Artworks © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York Un particolare ringraziamento a / Special thanks to Debra Burchett-Lere, Sam Francis Foundation, Director Linda and Guy Pieters Famiglia Donati Si ringraziano inoltre / Thanks to On. Avv. Adriano Paroli, Sindaco della Città di Brescia Avv. Andrea Arcai, Assessore alla Cultura e al Turismo della Città di Brescia Lanfranco Cirillo Armando Donati Mario Dora Alessandro Medici Angelo Medici Cesare Medici Ettore Marchina Roberto Morigi Marc Pauwels Roberto Pellizzari Fabrizio Pivari Marco Setti Marinella Spagnoli Beth Ann Whittaker-Williams La mostra è stata realizzata con il sostegno di / The exhibition is realized with the support of Sommario / Contents 9 13 Sam Francis: il colore per passione Sam Francis: Colour as Passion Dominique Stella 17 Opere / Works Apparati / Appendix 85 Notizie biografiche 89 Biographical Notes Dominique Stella Sam Francis: il colore per passione L’ arte di Sam Francis nasce all’inizio degli anni Cinquanta in un contesto che vede esplodere l’espressionismo negli Stati Uniti. L’egemonia che l’America conquista dopo la seconda guerra mondiale le accorda un’autorità di diritto che s’impone in arte come in politica e che si manifesta, in un primo tempo, attraverso la messa in discussione dei canoni e degli stereotipi nei quali si riconosce l’intellighenzia. L’esempio europeo non è più di rigore e artisti come Pollock, Rothko e de Kooning rivendicano una libertà creativa che sconvolge il comportamento e la mentalità artistica, rifiutando il soggetto esterno come fonte d’ispirazione per riconoscere come referente soltanto l’espressione informale e gestuale che scaturisce dalla profondità dell’essere. Alle pagine precedenti / Previous pages Untitled (particolare / detail), 1980 Acrilico su carta / Acrylic on paper 76,5 x 57,5 cm SF80-1146 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York In alto / On top Sam Francis in studio, Venice, 1989 Foto / Photo by Nico Delaive © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York Sam Francis è californiano, non appartiene dunque alla scena newyorchese. Ma anch’egli sviluppa nei suoi dipinti una nuova estetica del colore, una nuova concezione della tela, del gesto, che s’inscrive nei vari movimenti della sua epoca, iniziati e sviluppati da artisti quali Rothko, Pollock, de Kooning, Kline, più anziani di lui e riconosciuti come fondatori dell’espressionismo astratto americano. Egli condivide le idee di questi pittori, che spingono la creazione lontano dai canoni rinascimentali, considerando la tela come un territorio di sogno e di espressione. Nessuna figura, nessuna composizione, ma un vasto campo d’azione che il corpo accompagna in un gesto ampio e sciolto, favorendo un lavoro spontaneo cui viene attribuita la formula “action painting”. È Jackson Pollock che dà il via a questo movimento negli Stati Uniti. Le sue grandi tele coperte di colore sgocciolato o esploso offrono allo spettatore l’opportunità di una riflessione interiore. La trama complessa dei colori enfatizza la superficie della tela, così come la stessa tecnica pittorica. L’occhio non è sedotto da una particolare zona del dipinto, né sospinto oltre la cornice dell’opera. Vi è ben poca evidenza esplicita di rappresentazione del mondo dietro la tela. Il dripping è una tecnica, e la tecnica diventa arte. Ne risultano opere pittoriche straordinarie, dense di colori gettati sulla tela in spessi strati di pittura. L’artista dipinge per terra perché, come dice lui stesso: “Per terra sono più a mio agio. Mi sento più vicino al quadro, ne faccio parte maggiormente; in questo modo posso camminarci intorno ed entrare letteralmente nel quadro.”1 Non c’è paesaggio né contesto. “Io sono la natura!” dice Pollock. Rothko, benché classificato nel movimento espressionista astratto, rifiuta la definizione fuorviante di action painter. Per la sua arte, che delimita campi di colore, suona più appropriato il termine “colorfield painting”; nelle sue tele monumentali c’è un’ispirazione spirituale e meditativa che assorbe l’osservatore. La dimensione dell’opera è necessaria all’espressione pittorica. A sua volta Willem de Kooning sviluppa una propria tecnica personale e diventa, insieme a Jackson Pollock, l’emblema dell’action painting; egli modella la sua pittura a colpi di spatola o di lama. La sua gestualità comporta colature e schizzi di colore. L’opera, anche se terminata, ha quindi un sapore di incompiutezza che l’immaginario dello spettatore può intendere a modo suo. È così che de Kooning 9 interpreta l’action painting. E a poco a poco questo lavoro ambiguo affascina e s’impone come un’altra forma di espressionismo astratto. Dai suoi predecessori Sam Francis raccoglie la lezione della colorfield e dell’action painting, prediligendo però Pollock rispetto a de Kooning o a Rothko. Certo, come molti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta, anch’egli può essere accostato a tutte queste tendenze del momento: astrazione lirica, espressionismo astratto, tachisme, action painting, colorfield painting, altrettante influenze che si ritrovano nella sua opera senza che nessuna, tuttavia, possa essergli attribuita in modo esclusivo. Di ognuna egli esplora le possibilità estetiche e soggettive. E al di là di quel contesto pittorico, in cui si inserisce perfettamente, il suo percorso e le sue scelte gli conferiscono una singolarità che lo contraddistingue. Nella realizzazione delle sue opere predominano un andamento e un’esperienza di vita singolari che costituiscono il fermento di un lavoro originale, segnato dalla rivelazione intima del colore e della luce; questa gli s’impone in occasione di un incidente che determinerà le sue scelte in pittura. Nel 1944, infatti, mentre è arruolato nell’esercito come aviatore, il suo aereo precipita nel deserto. Un lungo ricovero in ospedale lo spinge verso una sorta di passatempo che presto diventerà una passione: l’iniziazione al disegno e alla pittura, di cui riconosce la capacità salvatrice che gli permette di ritrovare l’equilibrio e la salute. L’esperienza del deserto segnerà per sempre il suo immaginario e diverrà la principale fonte d’ispirazione del suo lavoro. La luminosità accecante di quelle distese sabbiose a perdita d’occhio genera spazi infiniti di cui è impossibile scorgere i confini. Questo sentimento di totale dissoluzione delle forme e delle tonalità nell’uniformità mutevole del colore della sabbia, che cattura le minime sfumature di un cielo torrido, crea la forma specifica della sua arte. Questa è basata sulla predominanza di uno sfondo pittorico spesso bianco oppure beige chiaro, sospinto ai confini dell’opera da schegge di colori luminosi. L’infinita grandezza dello spazio cattura alle sue estremità la natura incandescente di un’aria schizzata di luci vibranti. L’apprendistato della luce passa attraverso un’iniziazione all’arte che Sam Francis, uscito dall’ospedale, intraprende studiando arte a Berkeley e poi, nel 1946, a San Francisco, dove segue i corsi di Clyfford Still. Questo pittore lo impressiona per il suo stile risolutamente “organico”, di cui Sam Francis coglie quella caratteristica indefinibile che ren- 10 SAM FRANCIS de Still un maestro dell’espressionismo astratto americano. Questi considerava la pittura come una fusione: “Non ho mai voluto che il colore fosse colore – diceva –. Non ho mai voluto che la texture fosse texture, o che le immagini diventassero forme. Volevo che tutto si fondesse in uno spirito vivente.”2 L’insegnamento di Still maturerà in Sam Francis un’espressività più lirica, più poetica, pur conservandone l’essenza fondamentale: la vitalità. L’Europa rappresenta, in seguito, la seconda tappa della sua iniziazione. Tra il 1950 e il 1961 egli dimora a lungo a Parigi, nonostante frequenti soggiorni a New York e in California e viaggi intorno al mondo tra il 1957 e il ’59 che lo portano in Messico, India, Thailandia, Hong Kong e Giappone, dove si ferma diverse volte per lavorare. La sua prima mostra ha luogo presso la Galerie Nina Dausset a Parigi nel 1952. I suoi primi lavori monocromi, realizzati a Parigi, sono nati lontano dall’influenza informale, ma presto egli si avvicina alla tradizione della colorfield painting americana, privilegiando nei suoi quadri le tinte piatte, pur adottando quel “colore suggestivo” che prende in prestito da pittori come Monet, Gauguin e Matisse passando per Bonnard. Il ciclo delle Ninfee di Monet, in particolare, colpisce la sua immaginazione. Ne apprende l’organizzazione dello spazio pittorico a partire da macchie colorate giustapposte, componendo una trama vaporosa che crea un’illusione di atmosfera, pur prediligendo la superficie piana della tela. La memoria di Monet si avverte nell’introduzione di valori cromatici intensi, che Sam Francis applica in accostamenti fluidi colanti in ciocche colorate. Già nel 1950 dichiarava: “Io faccio del Monet tardivo sotto una forma pura.”3 Matisse, al quale si sente umanamente più vicino poiché condivide con lui l’esperienza della malattia come catalizzatrice dell’arte, è un altro maestro di cui accoglie la lezione di un cromatismo contrastato e potente, accentuato da un’intensa luminosità. Sam Francis ne assimila le innovazioni in materia di colore e di bidimensionalità, che contribuiscono alla purificazione della forma e soprattutto del gesto. Matisse appartiene a quest’area postimpressionista che concentra la propria ricerca sulla luce, particolarmente presente in un quadro come Luxe, calme et volupté. Essa è fondamentale in questa tela, restituita dalla diffrazione dei colori. In Matisse sfrutta tutte le possibilità del colore: le sue zone d’ombra sono blu, le luci arancio e rosso; usa solamente colori vivi, primari: rosso, giallo, blu, e complementari: arancione, verde e viola; li dispone a modo suo per far vivere la sua luce. È questa stessa vibrazione che Sam Francis ricerca: luci e colori devono emergere dalla tela producendo una sensazione esplosiva che rappresenti la respirazione del mondo. Su tele spesso di grande formato prende a prestito e mescola diverse tecniche: dripping, all-over, tachisme, termine riferibile al caso della creazione: la forma è tache (macchia) sottomessa al caso, e nasce spontaneamente. Come Pollock, Sam Francis si concentra esclusivamente sullo sfondo, escludendo qualsiasi figura. Tende così a semplificare i suoi piani e realizza un grande lavoro sul colore utilizzando anche il nero, che considera un “non-colore”. L’artista spinge all’estremo l’esplosione della figura dando avvio a una tecnica della dissoluzione. In alcune sue tele questa pratica giunge a rendere liquida la figura, il che si traduce in colature verticali di pittura, una sorta di reticolo, di ragnatela, che collega le forme-macchie tra loro. Sempre in Sam Francis il colore nasce dallo sfondo, che può essere bianco o color sabbia, in riferimento al deserto che aveva segnato il suo immaginario. L’immensità dello spazio, lo spessore dell’aria assorbita dalla luminosità violenta del sole che irradia il cielo onnipresente, diventano fonte d’ispirazione e portano a una costruzione pittorica che nasce dallo spazio e dall’infinitamente bianco... L’uniformità della tela bianca, dove il color sabbia si confonde con il cielo, lo induce a dipingere partendo dallo sfondo, luogo dell’infinito in pittura. Da lì nasce il seguito del suo percorso: se l’infinito viene dallo sfondo, allora non c’è bisogno di dipingere figure, perché ciò che interessa è “lo spazio tra le cose”. Sopprimendo le figure Sam Francis sopprime il finito per conservare solo l’infinito; le sue opere allora non sono altro che un frammento d’infinito che prosegue ben al di là della tela. Questa apparente certezza suscita anche una serie di domande. Il bianco dominante, particolarmente presente nelle opere dipinte tra il 1957 e il 1961, ricorda la magnificenza di questo colore che contiene tutti gli altri, ma il cui valore simbolico resta ambiguo e pone l’immaginazione a confronto con il grande mistero dell’universo. Domande fondamentali: questa energia è lo spazio o l’assenza di spazio? È il pieno o il vuoto? Esprime una nostalgia o un compimento? Un timore o una speranza? Altrettanti dubbi filosofici si profilano nella rivelazione dell’opera che l’artista pone come un enigma. Questo si può risolvere nel riconoscimento di una forza positiva e vitale emanante dal colore. Alcuni, come Jean-François Lyotard, vi individuano la parte dell’ombra, in un saggio dedicato a Sam Francis intitolato Lezione di tenebre, in cui il filosofo francese illustra la dialettica del nulla e interroga il nulla. È, evidentemente, una questione di fede... A illustrare questa filosofia pittorica in mostra vi è una grande tela, Senza titolo del 1967, di 240 x 180 cm, che nasce dalla cornice dipinta contenente il bianco dell’infinito racchiuso nel contorno dei colori. Enigmatica, concettuale e gestuale, quest’opera potrebbe intitolarsi “Concetto spaziale”. Il coinvolgimento fisico dell’artista nella sua opera, così come lo spazio creato, libero e aperto, intrinseco alla tecnica dell’all-over, appaiono come altrettanti elementi che rimandano alla pittura americana successiva alla seconda guerra mondiale. Sam Francis adotta un’astrazione lirica e gestuale senza tuttavia accordare un primato al dinamismo del gesto. Il suo spazio, attraversato dal colore, diventa esso stesso colore: “Lo spazio è colore” scrive l’artista. Per lui il colore è la vera sostanza, il punto di partenza, che non è né il disegno né la linea. Il lavoro di Sam Francis è, dunque, basato essenzialmente sul colore. L’uso della pittura acrilica permette all’artista di realizzare colature e spruzzi, ma soprattutto rende possibili giochi di trasparenze che conferiscono alle sue opere una caratteristica luminosità. Le macchie di colore appaiono allora come schegge attraversate dalla luce e rivelano una delle preoccupazioni maggiori dell’artista, “meno interessato al gioco della luce che alla sostanza di cui è fatta”.4 Spesso relegate al margine dell’opera, queste proiezioni di colore assumono l’aspetto di una cornice e interrogano i limiti della superficie, negata virtualmente dalla pratica dell’all-over. Costituiscono anche indici, segni che permettono di circoscrivere la superficie interna dell’opera. Lo stesso Sam Francis ha spiegato che egli considerava “questa zona centrale non come uno spazio vuoto ma come una forma monumentale, definita da brani di colore stretti e frammentati ai bordi”. Lungi dal giocare il ruolo passivo di sfondo, dunque, questo spazio appare come il soggetto stesso del dipinto. Garante dell’ordine e della disciplina della composizione, la distesa bianca (o biancosabbia), né vuota, né sterile, è un luogo di tensione e di dinamismo che affascina lo spettatore. Quest’opera è anche tipica del periodo in cui l’artista ha prolungato i suoi soggiorni nell’atelier di Santa Monica. Il periodo tra il 1963 e la fine degli anni Sessanta è infatti segnato dall’esplosione del colore. Esso s’impone nella luce californiana, brillante e persino accecante, che segna la tela con le sue schegge luminose. La drammaturgia del rosso 11 si contrappone all’esplosione vitale del giallo e alla pienezza del blu. Il bianco occupa il centro dell’opera, relegando il colore ai margini. Negli anni Settanta l’artista s’interessa all’esoterismo e alla teoria junghiana dell’inconscio, dipingendo tele più suggestive e fin quasi più figurative. La sua pittura acquisisce mistero e magia. La superficie bianca è saldamente delimitata. Il volume atmosferico non è più veramente vuoto, ma inquadrato da bande di colori mescolate che ne limitano l’espansione. S’impone un rettangolo bianco, che Sam Francis chiama “buco dell’infinito”. Un’ansia indicibile s’insinua nell’opera, ristretta, strozzata attorno a un punto centrale che cattura l’energia vitale. È in questo periodo che l’artista realizza la serie delle Pitture mandala, forme meditative e magiche concentrate attorno a un piccolo quadrato bianco delimitato da masse colorate, invalicabili e inquietanti. I mandala sono le porte che conducono sul cammino dell’inconscio, aperte sulle profondità insondabili dell’essere. Le opere di Sam Francis conservano tuttavia un carattere diafano ed etereo, di cui troppo spesso si dimentica quanto sia il risultato di un instancabile lavoro formale sulla materia pittorica e il suo supporto. Parlare di “lavoro” a proposito delle pitture di Sam Francis, dall’aspetto così fluido e aereo, lungi dall’essere una contraddizione, appare come l’esito del formidabile corpo a corpo portato avanti nel corso della sua vita e che gli ha permesso di conquistare l’immaterialità della sua pittura. A partire dal 1975 uno dei suoi metodi più abituali consiste nel reticolare la superficie del quadro in modo uniforme utilizzando una quadrettatura, per stendere poi la pittura con il rullo ed eseguire ulteriori ritocchi a mano. Così la trama racchiude il bianco in un reticolato colorato. Poi, verso la fine degli anni Settanta e nel corso degli anni Ottanta, Sam Francis riconquista la pienezza del suo gesto, ritrovando l’equilibrio organico che congloba l’intera superficie della tela. La struttura persiste, addirittura si consolida, come per difendersi dall’abisso delle profondità. La pittura diventa gestuale e perfino “frivola”, secondo Lyotard, come se l’artista volesse escluderne ogni drammaturgia, privilegiando il piacere del gesto che “non impegna l’animo”. Questo aspetto della sua opera, l’infinitamente bianco che già dalle prime tele introduce l’opera di Sam Francis nel campo analitico e simbolico, così come le molteplici sfaccettature del suo lavoro sono state oggetto di un saggio di 12 SAM FRANCIS Jean-François Lyotard pubblicato per la prima volta nel 1992 con il titolo Sam Francis. Leçon de ténèbres: “Like the Painting of a Blind Man” .5 Lyotard, famoso soprattutto per le sue teorie riguardo al postmodernismo e al suo impatto sulla società, ha analizzato il linguaggio specifico di alcuni artisti contemporanei in una serie di saggi, dedicati in particolare a Marcel Duchamp, Karel Appel e Sam Francis.6 Il suo linguaggio filosofico rivela l’aspetto complesso e profondamente spirituale racchiuso nell’arte di Sam Francis. Le sue riflessioni illuminano l’opera dell’artista californiano di una luce che mette in rilievo la ricerca di un’immaterialità contenuta nel soffio quasi invisibile del messaggio pittorico. Secondo Lyotard “l’opera di Sam Francis rende omaggio alla meraviglia del visibile e testimonia l’enigma della visione”. E in queste sue riflessioni poetiche il filosofo spiega la varietà sottile del significato dei colori nella pittura di Sam Francis. La potenza dell’opera di Sam Francis ha trovato un’espressione altrettanto suggestiva nel lavoro che l’artista ha sviluppato, nel corso della sua vita, sulla carta: dripping, all-over, tachisme, trame reticolate s’impongono in modo altrettanto convincente su un supporto che l’artista ha sempre usato. Infatti, Sam Francis amava lavorare sulla carta: questa gli consentiva una maggior libertà e la sua consistenza fibrosa offriva un supporto che interagiva con la pittura, conferendo all’opera un aspetto più organico, più profondo. Diceva infatti l’artista: “La carta è assai più bella della tela. È più profonda. Mi piace il modo in cui la pittura scivola nelle sue fibre.” Numerosi esempi di questa tecnica sono visibili in mostra, sprigionando la loro magia colorata, esplosiva, vitale. Jackson Pollock, My Painting, in Pollock. Painting, a cura di Barbara Rose, Agrinde Publications, New York, 1980, p. 65. 2 David Kuperberg, Clyfford Still, The Art Story Foundation, New York, 2012. 3 Risposta di Sam Francis a una domanda a proposito del suo lavoro, citata in una lettera di Bernard Schultze ad Annelise Hoyer dell’agosto 1967. 4 Alain Yver in jazz.blog4ever.com 5 Edizione originale, The Lapis Press, Los Angeles, 1992. 6 Jean-François Lyotard, Writings on Contemporary Art and Artists, Leuven University Press, 2010. Sam Francis. Leçon de ténèbres / Lesson of Darkness è il secondo di una serie di cinque volumi che riuniscono gli scritti più importanti di Lyotard (1924-1998) sull’arte contemporanea e gli artisti. 1 Dominique Stella Sam Francis: Colour as Passion T he art of Sam Francis first took form at the start of the 1950s in the midst of the explosion of expressionism in the United States. The power that America had enjoyed since World War II gave it the authority to impose its law in art as in politics. This first took form in the questioning of the canons and stereotypes by which the members of the intelligentsia recognized one another. European values and attitudes no longer prevailed and artists like Pollock, Rothko and de Kooning generated a creative freedom for themselves that disrupted the established artistic approach and mentality by rejecting external subjects as their sources of inspiration, instead recognizing only informal and gestural expressiveness from deep within the self as their reference. As a Californian, Sam Francis was not part of the New York scene. However, he developed a new aesthetic based on colour, and a new conception of the canvas and physical gesture within the different art currents of his period brought into being by such artists as Rothko, Pollock, de Kooning and Kline. They were all older than him and recognized as founders of American abstract expressionism. He shared their ideas, which rejected the age-old canons as the origin of the creative act and considered the canvas as a territory where dreams and expression could be manifested. Neither figures nor composition were incorporated, and the canvas was viewed as a vast field of action in which the artist performed physically using generous, flowing gestures: the result was a spontaneous form of art that went by the name of “action painting”. Jackson Pollock was the initiator of the movement in the United States. His enormous canvases covered with drips and explosions of paint prompt the observer to reflect on what he or she is gazing on. The complex interlacing of colours emphasizes the surface of the canvas and the pictorial application of the medium. The eye is not attracted to any particular zone of the painting, nor directed outside the frame, and there is little explicit evidence of representation or reality underlying the image. Dripping was simply a technique and the technique became art. It produced extraordinary works dense with colours thrown onto the canvas in thick layers of paint. Pollock painted his canvases spread out on the ground because, as he said: “On the floor I am more at ease. I feel nearer, more a part of the painting since this way I can walk around it, work from the four sides and literally be in the painting.”1 There is neither landscape, nor context: “I am nature!”, Pollock is saying to us. Although Rothko is also classified as an abstract expressionist artist, he refused the alienating definition of action painter. His art, based on large fields of colour in monumentally sized works, was described by the American term “colorfield painting” and was founded on a spiritual and meditative inspiration that absorbs the observer into the painting. Monumentality was a necessary feature of Rothko’s pictorial expression. With Jackson Pollock, Willem de Kooning was a twin emblem of action painting. He too created his own technique, carving the paint with a spatula or blade and creating runs and spurts of colour with his gestures. His finished canvases aroused a feeling of incompleteness in the observer that called into action the individual’s imagination. This ambiguity was de Kooning’s interpretation of action painting, which gradually came to establish itself as a form of abstract expressionism. In relation to the work of his elders, Sam Francis’s output was most closely linked to that of colorfield and action painting, and his personal preference was for Pollock rather than either de Kooning or Rothko. Of course, like that of many artists during the 1950s and 1960s, Francis’s painting could be related to all the currents of that period: lyrical abstraction, abstract expressionism, tachism, action painting and colorfield painting are all reflected in his output, but without any single one of them being predominant. He explored the aesthetic and subjective possibilities that each of them offered. Beyond the pictorial context that he fell so perfectly within, his development and choices conferred a uniqueness on his work that distinguishes it from all other artists. The process that underlay the production of his works 13 was unique to him and marked by a personal experience that acted rather like a leavening agent on his creative method. The event was an accident that came to determine his pictorial preferences and to reveal to him the intimate nature of colour and light. In 1944, while a pilot in the US military, his plane crashed in the desert. A long period spent in hospital led him to take up drawing and painting as a pastime but these rapidly turned into a passion. He later recognized them as the cipher through which he was able to recover his health and mental stability. His experience in the desert marked his imagination for ever and became the major inspiration of his work. The dazzling brightness of the endless desert sand underlay the unbounded spaces of his paintings. The unique characteristic of his production is the sensation given of the absolute dissolution of form and tonalities within the shifting uniformity of the sandy colour that captures the tiny nuances of a torrid sky. His art is based on the predominance of the ground – often white or light beige in colour – that drives the bursts of luminous colours to the edges of the work. The endless grandeur of space captures in its periphery the incandescent nature of air spattered with vibrant lights. The first stage of his apprenticeship in art occurred when he signed up for art studies at Berkeley, then in 1946 at San Francisco on leaving hospital. His course there was given by the artist Clyfford Still. Francis was impressed by Still’s resolutely “organic” style, notably the indefinable novelty of his oeuvre that made him one of the masters of American abstract expressionism. Still considered painting to be an amalgamation of elements: “I never wanted color to be color. I never wanted texture to be texture, or images to become shapes. I wanted them all to fuse together into a living spirit.”2 Still’s teachings were reflected in the work of Sam Francis in his more lyrical and poetic expressiveness, while retaining its fundamental essence of vitality. The second stage of Sam Francis’s apprenticeship was represented by the periods of time he spent in Europe. Between 1950 and 1961 he stayed for long periods in Paris broken by visits to New York and California, and trips to Mexico, India, Thailand, Hong Kong and Japan between 1957 and 1959, where he stopped on several occasions to paint. His first exhibition was held at the Galerie Nina Dausset in Paris in 1952. His first monochrome works, executed in Paris, were far from informal, but he very quickly returned to the American colorfield tradi- 14 SAM FRANCIS tion of large blocks of colour, while also borrowing the notion of “couleur suggestive” from painters like Monet, Gauguin, Matisse and Bonnard. His imagination was powerfully struck by Monet’s cycle of Water Lilies. He employed the same technique of composing a wraithlike relationship across the pictorial space between juxtaposed taches of colour, thus creating an illusion of atmosphere whilst emphasizing the surface of the canvas. Monet’s influence is also seen in Francis’s use of intense chromatism, which he applied in fluid juxtaposed taches from which the colour ran. He is said to have stated in 1950: “I make the late Monet pure.”3 Sharing with Matisse the experience of sickness as a catalyst for art, Francis felt he had a close relationship with the French master. He was influenced by Matisse’s use of powerful, contrasting colours accentuated by intense brightness and assimilated Matisse’s innovations in colour and twodimensionality that contribute to the purification of form. Matisse was a member of the post-impressionist sphere that concentrated its research on light, which is especially evident in Luxe, calme et volupté and made manifest by the diffraction of the colours. In this painting, Matisse used dots like deft brushstrokes; the shadows are blue, the lights orangey and red. He only employed bright, primary colours (red, yellow, blue) and their complementaries (orange, green and violet), arranging them carefully so as to bring life to the light. It was this same vibration of colours that Sam Francis was experimenting with; he wanted the light and colour to rise out of the canvas in an explosive sensation that represented the process of life in the world. In his often large format paintings he mixed a variety of techniques: dripping, all-over and tachism. The name of this last practice refers to the element of chance in pictorial creation: the tache (from the French word for “stain”) takes its form entirely randomly and spontaneously. Like Jackson Pollock, Sam Francis focused exclusively on the ground, excluding any figuration. Thus his planes tended to be simplified and his large works would be based on colour, including black, which Francis thought of as a “non-colour”. He took the explosion of form to its furthest point and thus initiated the technique of dissolution. In some of his canvases, this practice renders figures liquid, which he translated into vertical runs of paint to create a sort of grid or web that connects the forms-taches together. Colour in Francis’s works arises from the ground, which in turn was either white or sand-coloured in reference to the desert that was so strongly present in his imagination. The immensity of space and the intensity of the air absorbed by the intense, omnipresent sunlight became his source of inspiration and led to a pictorial construction characterized by space and the infinitely white. The uniformity of the white canvas, where the white sand merges with the sky, led him to paint forwards from out of the background, the place that in painting represents infinity. Logically, the development from this starting point was that, if infinity comes from out of the background, then there is no need to paint figures as what interested him as an artist was “the space between things”. By suppressing figures, Sam Francis suppressed the finite, leaving only the infinite. Thus his paintings are simply a fragment of the infinity that continues beyond the edges of the canvas. This apparent certitude also aroused a number of questions. The dominant and magnificent white – which was particularly present in his paintings between 1957 and 1961 – reminds us that it contains all the other colours but that symbolically it is ambiguous and places man’s imagination in confrontation with the mystery of the universe. It induces a series of fundamental questions: is the energy represented by the white space or the absence of space? Is it filled or empty space? Does it express nostalgia or fulfilment? A fear or a hope? The creative process in Francis’s paintings gives rise to as many philosophical doubts as the enigmas that the artist poses himself. These uncertainties might be resolved in the recognition of the positive and vital force that emanates from colour. The author Jean-François Lyotard suggested that the colour in the artist’s paintings represents darkness, in an essay on Sam Francis titled Lesson of Darkness, which illustrates the dialectics of nothing and questions nothingness. Resolution of the uncertainties is clearly a question of faith! A large canvas in the exhibition (Untitled, 1967, 240 x 180 cm) illustrates this pictorial philosophy. The work develops from the outside, from the painted frame that encloses the white of infinity between the coloured forms: enigmatic, conceptual and gestural, this painting might easily go by the title of “Spatial Concept”. The artist’s physical involvement with the creation of this work, and the free, open space that is intrinsic to the allover technique, are both characteristic of American postwar painting. Sam Francis incorporated lyrical, gestural abstraction in his work without, however, attributing primary importance to the dynamism that gesture created. Shot through by colour, the space itself becomes colour. He wrote: “Space is color.” For him, color is the true substance, the starting point that is neither design nor lines. His work is, therefore, based fundamentally on colour. The use of acrylics allowed him to create runs and spurts of paint but, above all, it made possible the assimilation of degrees of transparency that gave his paintings their luminosity. The stains of colour take on the appearance of darts shot through with light and are illustrative of the artist being “less interested in the play of light than the substance it is made of ”4. Often relegated to the edges of his works, these projections of colour appear like a frame and raise doubts about the limits of the surface, which is itself virtually negated by the all-over technique. They can also be thought of as indices or signs that allow the circumscription of the internal surface of a work. Sam Francis explained that he considered “this central zone not as an empty space but as a monumental form, defined by shreds of color packed and fragmented at the edges”. So, far from playing the passive role as the background, it becomes the subject of the painting. Imbuing the composition with order and discipline, the white (or sandy-white) expanse, which is neither empty nor sterile, is a place characterized by tension and dynamism. This painting is also representative of the artist’s extended stay in his studio in Santa Monica. His production during the years from 1963 to the end of the decade is marked by the outpouring of colour. In the light of southern California, brilliant and even dazzling colour asserted itself in luminous flashes on his canvas. The drama of red is countered by the vital explosion of yellow and the plenitude of blue. White occupies the centre of the works, pushing colour to the edges. During the 1970s Sam Francis became interested in the Jungian theory of the unconscious and esotericism, with the result that he began to paint more suggestive and even figurative works. The act of painting gained in mystery and magic. The white surface became firmly locked and the atmospheric volume was no longer really empty but framed by bands of mixed colours that limit the white’s expansion. A white rectangle, which Francis called the “hole of infinity”, took centre-stage and this strangled central point captured vital energy while the locked painting was encroached upon by an inexpressible anxiety. In Francis’s art, this point marked the representation of the unconscious, with suffocation and strangulation becoming evident. His 15 series of Mandala Paintings are meditative, magical forms concentrated around a small white square bounded by tightly packed, disturbing masses of colour. The mandalas are doorways that open onto the tunnels of the unconscious that lead us to the unfathomable depths of our being. His works, however, continued to be shot through with a diaphanous and ethereal character that we too often forget is the result of unflagging formal work on the pictorial matter and its support. The “work” involved in Francis’s apparently fluid and airy paintings, which is not a contradiction in terms, represents nothing but the artist’s lifelong tussle with his materials to conquer immateriality in painting. From 1975, one of his most commonly used methods was to create a grid across the surface of the painting and then pass the paint across the canvas with a roller. The next steps would be carried out by hand. The framework clasped the white in a lattice of colour. Towards the end of the 1970s and during the following decade, Sam Francis recaptured the plenitude of gesture in his painting and the organic balance that encompasses the surface of the canvas. The grid structure persists and even hardens as though to defend itself from the abyssal depths. His painting became gestural and even “frivolous”, according to Lyotard, as if the artist had wished to lock out all sense of drama and emphasize the pleasure of the gesture that “no longer engaged the soul”. Like the white infinity that introduced Francis’s work into the analytical and symbolic field, this aspect of his oeuvre, like the multiple facets of his painting, became the subject of an essay by Jean-François Lyotard published in 1992 with the title Sam Francis. Lesson of Darkness: “Like the Paintings of a Blind Man”.5 A well-known philosopher, in particular for his opinions on postmodernist thought and its impact on society, Lyotard analysed the artistic language of certain twentieth-century artists in a series of essays, most notably on Marcel Duchamp, Karel Appel and Sam Francis.6 Lyotard’s essay reveals the complex and highly spiritual aspects of Francis’s painting and the subtle variety in his use of colour. His reflections illuminate the artist’s work and highlights the Californian’s search for immateriality in the almost invisible breath of the pictorial message. In Lyotard’s opinion, “the work of Sam Francis pays homage to the visible marvel and bears witness to the visual enigma”. The power of Sam Francis’s art found an equally expressive outlet in the work that he produced throughout his life on paper, in which the techniques of drippings, all- 16 SAM FRANCIS over, tachism and grids were all employed. Francis loved to work on paper on account of the greater freedom it offered, and the fact that its fibrous consistency interacted with the paint to give the finished work a deeper and more organic quality. He said: “Paper is much more beautiful than canvas. It’s deeper. I like the way that the paint slips into the fibres.” The exhibition contains numerous examples of his paper works, with their explosive, vigorous and colourful magic. Jackson Pollock, My Painting, in Pollock. Painting, edited by Barbara Rose, Agrinde Publications, New York, 1980, p. 65. 2 David Kuperberg, Clyfford Still, The Art Story Foundation, New York, 2012. 3 Sam Francis in response to a question about his work. Stated in a letter from Bernard Schultze to Annelise Hoyer in August 1967. 4 Alain Yver in jazz.blog4ever.com 5 First ed. The Lapis Press, Los Angeles, 1992. 6 Jean-François Lyotard, Writings on Contemporary Art and Artists, Leuven University Press, 2010. Sam Francis. Leçon de ténèbres / Lesson of Darkness is the second of a series of five volumes of the most important texts by Lyotard (1924-1998) on modern art and artists. 1 Opere / Works Senza titolo/Untitled, 1949 Acquarello su carta Watercolor on paper 30,5 x 24,5 cm Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed with date by the artist in pencil on verso: “Sam Francis 1949” Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo SF49-075 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 19 (ill. colori) 18 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 19 Senza titolo/Untitled, c. 1950-1990 Acrilico, gouache, inchiostro e tempera su carta Acrylic, gouache, ink and tempera on paper 43 x 35,5 cm Senza firma né data/Unsigned and undated Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso with the Sam Francis logo and facsimile signature stamps SF50-191 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Collezione privata, Milano Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia Collezione privata, Rovigo, Italia Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 21 (ill. colori) 20 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 21 Senza titolo/Untitled, 1952 Inchiostro su carta Ink on paper 62 x 49,5 cm Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed with the date by the artist and inscribed in pencil on verso: “Sam Francis 1952 Paris” Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo SF52-001 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 23 (ill. colori) 22 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 23 Senza titolo/Untitled, 1956 Gouache e acquarello su carta Gouache and watercolor on paper 74,9 x 55,9 cm Firmato sul retro in penna blu/Signed on verso in blue pen: “Sam Francis” SF56-212 Provenienza/Provenance: Gimpel Fils, Ltd., Londra Private East Coast Collection, USA (1961) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010) Esposizioni/Exhibitions: MiArt 2011, Milano, 07-11/04/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand E11, pad. 3 ArtVerona 2011, Verona, 06-10/10/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand B16 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Italia-America. Il Novecento a confronto”, 24/09-01/10/2011 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 25 (ill. colori) 24 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 25 Senza titolo/Untitled, 1957 Gouache e acquarello su carta Gouache and watercolor on paper 94 x 182 cm Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist and inscribed on verso: “Painted by me in 1957 Sam Francis” SF57-063 Provenienza/Provenance: Gimpel Fils Gallery, Ltd., Londra Collezione privata, Londra Collezione privata Collezione privata, Padova Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia Esposizioni/Exhibitions: Tokyo Department Store Gallery, Shibuya, Tokyo, “The adventure of Today’s Painting: The Art of Sam Francis and Toshimitsu Imai”, 15-20/10/1957; poi Kintetsu Department Store Gallery, Osaka, novembre 1957 Gimpel Fils Gallery, Londra. Collector’s choice VIII, May 1958 Warwick Art Trust, Londra, “Sam Francis in Britain”, novembre-dicembre 1984, cat. n. 3 Chiostro S. Francesco, Udine, “Afro Italia-America incontri & confronti”, 25/11/2006-18/3/2007, cat. p. 217 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Opere Grandi Grandi Opere”, 2/10/2010-26/02/2011, cat. p. 59 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 27 (ill. colori) 26 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 27 Senza titolo/Untitled (Composition no. 6), 1959 Gouache e acquarello su carta Gouache and watercolor on paper 67,5 x 101 cm Firmato sul retro in penna a sfera/Signed and inscribed on verso in ballpoint pen: “Sam Francis #6” SF59-257 Provenienza/Provenance: Kasmin Gallery, Londra Collezione privata, San Francisco André Emmerich Gallery, New York Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010) Esposizioni/Exhibitions: USIS Gallery, American Embassy, Londra, “Modern American Painting”, 26/05-10/06/1961 André Emmerich Gallery, New York, “Sam Francis: The Early Years 19551963”, 10/06-03/07/1986 e 02/09-11/10/1986 André Emmerich Gallery, New York, “Selected Works II from the Gallery’s Collection”, 27/04-17/05/1989 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 29 (ill. colori) 28 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 29 Progetto di murales per Chase Manhattan Bank/Study for the Chase Manhattan Bank Mural, 1959 Gouache su carta Gouache on paper 53,34 x 251,46 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma / Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamp SF59-089 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California Manny Silverman Gallery, Los Angeles (1999) American Contemporary Art Gallery, Munich Neuhoff Gallery, New York Collezione privata, New York Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010) Esposizioni/Exhibitions: André Emmerich Gallery, New York, Sam Francis: “Paintings on Paper”, 6-29/01/1983 André Emmerich Gallery, New York. “Sam Francis: New Work” 8/11-1/12/1984 Manny Silverman Gallery, Los Angeles. “Sam Francis in New York 1958-1960”, 1/05-28/6/1997 American Contemporary Art Gallery, Munich. “Sam Francis: Works from 1953 – 1969”, 9/10/1998-30/01/1999; exhibition catalogue, p. 8-9 (ill) Centro Culturale Candiani, Mestre, Italia. “Jackson Pollock: The Irascibles and the New York School”, 23/2/03-30/06/2002; exhibition catalogue, n°71, p. 151 (ill) MiArt 2011 – Milano, dal 07-11/04/2011 – Galleria Agnellini Arte Moderna – stand E11 pad. 3 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia. “Italia America il Novecento a confronto”, 24/09-01/10/11 ArtVerona 2011 – Verona, dal 06-10/10/2011 – Galleria Agnellini Arte Moderna – stand B16 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, Italy. “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. pp. 30-31 (ill. colori) Pubblicazioni/Publications: Jackson Pollock: The Irascibles and the New York School, Milan, Italy: Skira, 2002, cat. 71, p. 152, illus. 30 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 31 Senza titolo/Untitled (Blue, Black and Green), 1959 Gouache e acquarello su carta Gouache and watercolor on paper 42,5 x 35 cm Firmato e datato dall’artista a matita sul retro in pittura blu/Signed, with the date by the artist on verso in blue paint: “May 1959” SF59-462 Provenienza/Provenance: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2007) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 33 (ill. colori) 32 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 33 Senza titolo/Untitled, 1960 Acquarello e acrilico su carta Watercolor and acrylica on paper cm. 51,35 x 35,56 Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist on verso: “Sam Francis 1960” Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo SF60-1126 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (1997) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 35 (ill. colori) 34 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 35 Senza titolo/Untitled, 1960/90 Acrilico su carta Acrylic on paper 24 x 21,5 cm Non firmato, datato sul retro dall’assistente/Unsigned; dated on verso by studio assistant: “1960” Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF60-1143 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (1997) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 37 (ill. colori) 36 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 37 Senza titolo/Untitled, c. 1960 Acquarello su carta Watercolor on paper 30 x 20,6 cm Senza firma né data/Unsigned and undated Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF60-1192 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 39 (ill. colori) 38 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 39 Santa Barbara (Blue Balls), 1962 Gouache su carta, Gouache on paper 23,5 x 33 cm Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed, with the date by the artist on verso in pencil: “Sam Francis 1962” Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis Estate logo stamp SF62-035 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2004) Esposizioni/Exhibitions: Galerie Beyeler, “Sam Francis”, Fiera di Basilea 1977; cat. n. 24 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 41 (ill. colori) 40 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 41 Senza titolo/Untitled, 1963 Acrilico e acquarello su carta, 1963 Acrylic and watercolor on paper 27,5 x 23,5 cm Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist on verso: “Sam Francis 1963” SF 63-322 Provenienza/Provenance: Gallery Delaive, Amsterdam (c.1992) Galerie Wild, Zurigo (1993) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2008) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 43 (ill. colori) 42 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 43 Senza titolo/Untitled (Edge Painting), 1967 Acrilico su tela Acrylic on canvas 240 x 180 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF.479 SFP67-20 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam Baukunst Galerie, Colonia Collezione privata, Belgio (2009) Guy Pieters Gallery, Belgio Esposizioni/Exhibitions: Tokyo Central Bijutsukan Gallery, “Sam Francis”, con Minami Gallery, Tokyo, 10-30/05/1968, brochure (no ill.); poi Gutai Pinacotheca Osaka, 02-17/06/1968 Smith Andersen Gallery, Palo Alto, California, “Sam Francis: Four Decades”, 27/02-23/04/1988 University Art Museum, University of California, Berkeley, “Sam Francis: 1994. Distinguished Alumnus Award Exhibition”, brochure (no ill.) Galerie Jean Fournier, Parigi, “Sam Francis: Edges 1962-1970”, 12/03-30/04/1999 Baukunst Galerie, Colonia, “Sam Francis: Bilder der 60er Jahre”, 08/02-27/03/2001 Fundación Bancaja, Valencia, “La Espiritualidad del vacío/The Spirituality of the Void”, 02/10/2001-07/01/2002; cat. p. 121 e copertina (ill. colori) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 45 (ill. colori) Bibliografia/Literature: Dedication Kusuo Shimizu and Minami Gallery, Minami Gallery, Tokyo,1985, cat. p. 70 (ill.) 44 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 45 Senza titolo/Untitled, 1974 Acrilico su carta Acrylic on paper 39 x 49 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il facsimile della firma/Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis facsimile signature stamp SF74-773 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 47 (ill. colori) 46 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 47 Senza titolo/Untitled (Study for Cover to Hilde Kirsch Feschrift), 1977 Acrilico su carta Acrylic on paper 76,3 x 31 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF77-138 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2001) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 49 (ill. colori) 48 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 49 Senza titolo/Untitled, c. 1980/1990 Acrilico su carta Acrylic on paper 76,5 x 57,5 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF80-1146 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 51 (ill. colori) 50 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 51 Senza titolo/Untitled, 1983 Acrilico su carta Acrylic on paper 38 x 18,4 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF83-100 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2004) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 53 (ill. colori) 52 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 53 Senza titolo/Untitled, c. 1985/1990 Acrilico su carta Acrylic on paper 39 x 47 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF85-503 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2004) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 55 (ill. colori) 54 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 55 Senza titolo/Untitled, 1985 Acrilico su tela Acrylic on canvas 38,7 x 33 cm Senza firma; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned; stamped on verso with the Sam Francis logo and facsimile signature stamps Datato sul retro in rosso dall’assistente/Dated on verso, by studio assistant, in red: “1985” Catalogue Raisonné n. SFF. 1192 SFP85-172 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (1999) Esposizioni/Exhibitions: André Emmerich Gallery, New York, “Sam Francis: Miniatures”, 12/1997 Gallery Delaive, Amsterdam, Museum Jan van der Togt, Amstelveen, “Sam Francis: Remembering 1923-1994”, 8/11/2004-9/01/2005; cat. pp.104-105, 112 (ill. b/n e col.) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 57 (ill. colori) Bibliografia/Literature: Sam Francis, Galleria Il Gabbiano, Roma, 2000; cat. p. 45 (ill.) 56 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 57 Senza titolo/Untitled, 1985 Acrilico su tela Acrylic on canvas 71,5 x 21,5 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1212 SFP85-32 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 59 (ill. colori) 58 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 59 Senza titolo/Untitled, c. 1986 Acrilico su carta Acrylic on paper 47 x 34 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF86-809 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 61 (ill. colori) 60 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 61 Senza titolo/Untitled, 1986 Acrilico su tela Acrylic on canvas 111 x 111 cm Senza firma; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Unsigned; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Datato sul retro con matita colorata dall’assistente/Dated on verso, by studio assistant, in colored pencil: “top 1986” Catalogue Raisonné n. SFF. 1321 SFP86-41 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California Collezione privata (acquistata tramite Bruk Kahan Gallery, Boca Raton, Florida) Collezione privata New York Collezione privata, Roma Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia Esposizioni/Exhibitions: Museum of Modern Art, Toyama, Giappone, “Sam Francis”, con Nantenshi Gallery, Tokyo, 23/04/-19/06/1988, cat. n. 14, p. 50 (ill. colori); poi Museum of Modern Art, Seibu Takanawa, Karuizawa, 04/08-04/09/1988; Museum of Modern Art Shiga, 10/09/-16/10/1988; Ohara Museum of Art, Kurashiki, 25/10-27/11/1988; Setagaya Art Museum, Tokyo, 25/02-26/03/1989 ArtVerona 2009, Verona, 17-21/09/2009, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand P4-Q5 ArtVerona 2010, Verona, 14-18/10/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand B16 Galleria Agnellini Arte Moderna, “Italia America. Il Novecento a confronto”, 24/09-01/10/2011 Brescia Arte Moderna e Contemporanea, 28/11/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand 15/16 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 63 (ill. colori) 62 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 63 Senza titolo/Untitled, 1987 Acrilico su carta Acrylic on paper 81,5 x 56 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF87-141 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 65 (ill. colori) 64 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 65 Senza titolo/Untitled, c. 1987-1988 Acrilico su tela Acrylic on canvas 33 x 24 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1523 SF87-184 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 67 (ill. colori) 66 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 67 Senza titolo/Untitled (Red Augusto), 1987 Acrilico su tela Acrylic on canvas 106,6 x 86,3 cm Firmato e datato dall’artista con pennarello nero sul retro/Signed, with date by the artist on verso in black marker: “Sam Francis 1987” Catalogue Raisonné n. SFF. 1457 SFP87-120 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Collezione privata Gallery Delaive, Amsterdam (2000) Esposizioni/Exhibitions: Museun of Modern Art, Toyama, “Sam Francis”, con Nantenshi Gallery, Tokyo, 23/04-19/06/1988; cat. n. 21, p. 56 (ill. colori); poi Museum of Modern Art, Seibu Takanawa, Karuizawa, 04/08-04/09/1988; Museum of Modern Art Shiga, 10/09-16/10/1988; Ohara Museum of Art, Kurashiki, 25/10-27/11/1988; Setagaya Art Museum, Tokyo, 25/02-26/03/1989 Galerie Jean Fournier, Parigi, “Sam Francis: une exposition pour nos anniversaires”, 16/03-26/04/1991 Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: A Selection of Paintings 19461992”, 18/12/2010-20/02/2011; cat. p.45 (ill. colori) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 69 (ill. colori) 68 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 69 Senza titolo/Untitled, 1988 Acrilico su tela Acrylic on canvas 33 x 24 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1521 SF88-266 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Collezione privata Gallery Delaive, Amsterdam (2010) Esposizioni/Exhibitions: Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: A Selection of Paintings 19461992”, 18/12/2010-20/02/2011; cat. p. 51 (ill. colori) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 71 (ill. colori) 70 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 71 Senza titolo/Untitled, 1988 Acrilico su tela Acrylic on canvas 33 x 24 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1521 SF88-264 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Collezione privata Gallery Delaive, Amsterdam (2002) Esposizioni/Exhibitions: Galleria il Gabbiano, Roma, “Sam Francis”, con Manny Silverman Gallery, Los Angeles, 28/11/1998-febbraio 1999; cat. n. 28 (ill. colori) Galerie Koch, Hannover, Germania, “Sam Francis: Werke von 1958-1992”, 4/09-09/10/2010, brochure (no ill.) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 73 (ill. colori) 72 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 73 Senza titolo/Untitled, c. 1989 Acrilico su carta Acrylic on paper 30,5 x 45 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF89-119 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 75 (ill. colori) 74 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 75 Senza titolo/Untitled, 1990 Acrilico su tela Acrylic on canvas 49 x 28 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1645 SFP90-26 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2003) Esposizioni/Exhibitions: Page Gallery, Seoul, “The Painter Sam Francis”, con Galerie Son, Berlino, 03/03-30/04/2011 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 77 (ill. colori) 76 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 77 Senza titolo/Untitled, 1990 Acrilico su tela Acrylic on canvas 170 x 134 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps Catalogue Raisonné n. SFF. 1634 SFP90-29 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2005) Esposizioni/Exhibitions: Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: The Unknown Works from 1990s”, 19/11-23/12/2005; cat. p. 68 (ill. colori) Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 79 (ill. colori) 78 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 79 Senza titolo/Untitled, 1992 Acrilico su carta Acrylic on paper 86 x 76 cm Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/ Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps SF92-102 Provenienza/Provenance: The Estate of the artist, California (1994) Gallery Delaive, Amsterdam (2005) Esposizioni/Exhibitions: Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. p. 81 (ill. colori) 80 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 81 Apparati / Appendix 84 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York in collaborazione con Debra Burchett-Lere, Sam Francis Foundation © Notizie biografiche Sam Francis, nato nel 1923 a San Mateo, California, è morto nel 1994 a Santa Monica, California. Dopo aver inizialmente studiato psicologia e medicina, in seguito studia pittura con Clyfford Still, prima di recarsi a Parigi, dove rimane dal 1948 fino al 1950 frequentando l’Académie Léger. Nel 1952 tiene la sua prima mostra personale a Parigi e incontra esponenti dell’informale francese. Accettato come esponente della giovane avanguardia europea, presenta il suo lavoro in diverse esposizioni a Parigi, Londra e Berna. La partecipazione a Twelve Americans, mostra allestita al Museum of Modern Art di New York nel 1956, lo fa notare anche in America. Durante questo periodo la sua produzione passa da composizioni con campiture pittoriche monocrome a “isole di colori” brillanti su tele bianche. La sua modalità grafica di stendere la pennellata e il carattere lirico del suo colore fluido avvicinano Francis all’arte dell’Estremo Oriente, che egli studia intensamente. Nel 1957 viaggia in India, Thailandia e Giappone, esponendo a Tokyo e Osaka. Dopo irrequieti spostamenti tra Parigi, la sua città natale e altre grandi città, Francis torna in California nel 1962, stabilendosi dapprima a Santa Barbara e prendendo poi uno studio a Venice, Santa Monica, nel 1963. Nel corso degli anni Sessanta sviluppa un proprio stile ben riconoscibile di dripping spontaneo e gestuale. Lavora stendendo colori a olio, acrilici e acquarelli sulla tela e sulla carta con movimenti circolari e creando effetti di spruzzo. Nelle sue “grid pictures” degli anni Settanta la superficie pittorica è coperta con strutture rettangolari. Francis non è solo un illustre esponente dell’action painting; egli esplora le più varie tecniche artistiche, come la litografia, l’acquaforte e il monotipo, e la sua passione per la grafica d’arte lo spinge nei primi anni Ottanta a condurre interessanti esperimenti in questo campo. Caratteristiche di questa fase sono composizioni espressive suddivise in più parti, talvolta con colature di vernice. Negli ultimi anni Sam Francis si impegna anche in committenze per dipinti murali di grandi dimensioni. Sam Francis nel suo studio, Tokyo, 1974 circa / Sam Francis in his studio, Tokyo, circa 1974 © Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York 1946-1958 Sam Francis dipinge e studia a San Francisco, in California, dopo che un incidente aereo e problemi di salute lo costringono per anni in ospedale. Si diploma nel 1949 e nel 1950 riceve il bachelor’s degree alla University of California di Berkeley. Tra il 1950 e il 1958 vive e lavora principalmente a Parigi, compiendo viaggi in Messico, in Giappone, in vari paesi d’Europa e negli Stati Uniti. 1952 Prima mostra personale alla Galerie Nina Dausset di Parigi. 1955 Mostra personale alla Galerie Rive Droite di Parigi. 1956 Partecipa alla mostra Twelve Americans al Museum of Modern Art di New York. Mostre personali: Galerie Rive Droite, Parigi; Zoe Dusanne Gallery, Seattle; Martha Jackson Gallery, New York; Galerie Ad Libitum, Anversa. Il “Time Magazine” descrive Francis come “il miglior pittore americano nella Parigi di oggi”. 1957 Viaggia in Giappone e dipinge un murale per la Sogetsu School di Tokyo. Mostre personali: Zoe Dusanne Gallery, Seattle; Gimpel Fils, Londra. 1959 Affitta uno studio a New York e intraprende la realizzazione di un murale per la Chase Manhattan Bank di Pasadena, California. Mostra personale al Pasadena Art Museum, trasferita poi al San Francisco Museum of Art e al Seattle Art Museum. Sam Francis sposa la pittrice Teruko Yokoi; nasce la loro figlia, Kayo. 1960-1966 Vive e lavora a Berna, in Svizzera, durante un altro periodo di cure in ospedale. Divorzia da Teruko Yokoi. Mostre personali: Kunsthalle, Berna, trasferita poi al Moderna Museet, Stoccolma; Minami Gallery, Tokyo; Kornfeld and Klipstein, Berna; Galerie Benador, Zurigo; Esther Bear Gallery, Santa Barbara. Partecipa a Documenta III a Kassel, esponendo i pannelli murali di Basilea. Nel 1962, dimesso dall’ospedale, torna in California, soggiornando dapprima a Santa Barbara e poi a Santa Monica. Acquista una proprietà e vi progetta un nuovo studio al 345 di West Channel Road a Santa Monica, che diventa la sua dimora permanente. Mantiene anche lo studio di Parigi finché non viene demolito nel 1983. Nel 1966 crea la performance Sky Painting nella baia di Tokyo. Sposa Mako Idemitsu e nasce il loro figlio Osamu. 1967 Mostre personali alla Pierre Matisse Gallery di New York, al Museum of Fine Arts di Houston, poi trasferita allo University Art Museum di Berkeley. Crea un’altra performance, Snow Painting, a Naibara, in Giappone. 1968 Riceve una laurea ad honorem dalla University of California di Berkeley. Mostre personali: Centre National d’Art Contemporain, Parigi; Kunsthalle, Basilea; Minami Gallery, Tokyo. 1969-1972 Nel 1969 nasce il terzo figlio di Francis, Shingo. Crea tele murali per la Nationalgalerie di Berlino. Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Martha Jackson Gallery, New York; Felix Landau Gallery, Los Angeles. Crea The Litho Shop, Inc. per stampare e distribuire le proprie opere grafiche a tiratura limitata. 1972-1973 Mostre personali: Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, trasferita poi alla Corcoran Gallery, Washington; Whitney Museum of American Art, New York; Museum of Fine Arts, Dallas; Oakland Museum of Art, Oakland; University Museum of Art, Stanford. 1973-1974 Vive e lavora soprattutto a Tokyo. Mostre personali: Idemitsu Art Museum, Tokyo; Minami Gallery, Tokyo. 1975-1977 Mostre personali: Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Parigi; Andre Emmerich Gallery, New York; Richard Gray Gallery, Chicago; Kornfeld and Klipstein, Berna; Smith Andersen Gallery, Palo Alto, California. Inizia una serie di collaborazioni a monotipi con Garner Tullis. 85 1977-1978 Mostre personali: Louisiana Museum of Art, Humlebaek, Danimarca, trasferita poi al Centre Pompidou, Parigi, Liljevalchs Konsthall, Stoccolma, e Israel Museum, Gerusalemme. 1978 Mostre personali: Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Otis Art Institute, Los Angeles. 1979 Mostra personale all’Institute of Contemporary Art, Boston, itinerante poi a Taiwan, Hong Kong, Filippine, Corea e Giappone a cura dell’ US International Communication Agency. Altre mostre personali: Galerie Jean Fournier, Parigi; Andre Emmerich Gallery, New York; Brooke Alexander Gallery, New York. 1980 Mostre personali: Abbazia di Senanque, Gordes, Francia; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Riko Mizuno Gallery, Los Angeles; James Corcoran Gallery, Los Angeles; Smith Andersen Gallery, Palo Alto. Divorzia da Teruko Idemitsu. È eletto nel Board of Trustees del Museum of Contemporary Art di Los Angeles. 1981 Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Ace Gallery, Los Angeles; Ruth Schaffner Gallery, Santa Barbara, California. Allestisce uno studio temporaneo a San Leandro, California, per dipingere un murale per il San Francisco Museum of Art. 1982 Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago. 1983 Crea un murale per l’aeroporto di San Francisco. Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Kornfeld, Berna; Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence; Studio Marconi, Milano; Colorado State University, Fort Collins; Galerie Jean Fournier, Parigi; John Berggruen Gallery, San Francisco; Nantenshi Gallery, Tokyo. È nominato “Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres” dallo Stato francese. 1984 Fonda la Lapis Press. Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Cantor-Lemberg Gallery, Birmingham, Michigan; Robert Elkon Gallery, New York; Knoedler Gallery, Londra. 86 SAM FRANCIS 1985 Mostre personali: Galerie Kornfeld, Berna; Galerie Jean Fournier, Parigi; Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago. Completa il murale per il San Francisco Museum of Art. Sposa Margaret Smith in Giappone. 1992 Mostre personali: Galerie Daniel Papierski, Parigi; Museum van der Togt, Amsterdam; Kukje Gallery, Seul. Pubblicazione di The Prints of Sam Francis. A Catalogue Raisonné a cura di Connie Lembark, edito da Hudson Hills Press. 1986 Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Parigi; Nantenshi Gallery, Tokyo. Gli viene commissionato un dipinto murale per il soffitto dell’Opéra Nationale, Théâtre Royal de la Monnaie, Bruxelles. Nascita del quarto figlio, Augustus. Acquista uno studio a Palo Alto, ma tiene anche lo studio di Santa Monica. 1993 Mostre personali: Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland, Bonn; Galerie Pudelko, Bonn; Bobbie Greenfield Gallery, Venice; Michel Cohen Gallery, New York; Ochi Gallery, Ketchum, Idaho; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Iris Wazzau, Davos; Museum of Contemporary Art, Los Angeles. Gli viene commissionato un importante dipinto per il Parlamento tedesco a Bonn. Dona dieci opere al Museum of Contemporary Art di Los Angeles. 1987 Mostre personali: Knoedler Gallery, Londra; Andre Emmerich Gallery, New York; Pamela Auchincloss Gallery, Santa Barbara; Heland Thorden Wetterling Galleries, Stoccolma; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Pudelko, Bonn. 1988 Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Parigi; Nantenshi Gallery, Tokyo; Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Greenberg Gallery, St. Louis, Missouri; National Gallery, Seul; Toyama Museum, Giappone, itinerante poi a Seibu, Takanawa, Karuizawa, Shiga, Ohara, Murashiki, Setagaya, Tokyo. 1989 Mostre personali: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Parigi; Bernard Jacobson Gallery, Londra; Linda Farris Gallery, Seattle; Knoedler Gallery, Londra. Lavora a Manchester, in Inghilterra. 1990 Mostre personali: Associated American Artists, New York; Gallery Delaive , Amsterdam; Heland Wetterling Gallery, Stoccolma; Ogawa Art Foundation, Tokyo; Talbot Rice Gallery, Edimburgo. Acquista una proprietà e affitta uno studio nella California settentrionale, a Pt. Reyes Station. Continua a tenere gli atelier di Santa Monica e Venice. 1991 Mostre personali: Galerie Kornfeld, Berna, Galerie Jean Fournier, Parigi; James Corcoran Gallery, Los Angeles; Gagosian Gallery, New York; Centre Regional d’Art Contemporain Midi-Pyrénées, Toulouse Labège, Francia. 1994 Mostre personali: Long Fine Art, New York; Gallery Delaive, Amsterdam; Bobbie Greenfield Gallery, Venice; Galerie Jean Fournier, Parigi; Galerie Proarta, Zurigo; Andre Emmerich Gallery, New York; Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago; University Art Museum, University of California, Berkeley; Galerie Kornfeld, Berna. Daco-Verlag Günter Bläse di Stoccarda pubblica un’ampia monografia sui monotipi di Sam Francis. Riceve il “Distinguished Alumnus Award” dalla University of California, Berkeley. L’artista muore a Santa Monica, California. Dopo la sua morte viene fondata la Samuel L. Francis Foundation, Inc. (conosciuta anche come Samuel L. Francis Art Museum, Inc. o Sam Francis Foundation) che si occupa non solo dei diritti legali, ma anche di “studiare, documentare, proteggere e perpetuare il suo lascito creativo”. Ogni anno si tengono numerose mostre di Sam Francis in tutto il mondo (circa un centinaio tra il 1994 e il 2010) e il suo lavoro continua a riscuotere grande successo. Tra le principali mostre personali: 1995 Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Andre Emmerich Gallery, New York; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Grunwald/UCLA/Armand Hammer Museum, Los Angeles; Kunstverein Ludwigsberg, Francoforte; Musée du Jeu de Paume, Parigi. 1996 Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Sogetsu Art Museum, Tokyo; Gallery Delaive , Amsterdam; Gagosian Gallery, Beverly Hills; Guy Pieters Gallery, Knokke; Galerie Michael Haas, Berlino; Galerie Proarta, Zurigo. 1997 Frederick M. Weisman Museum of Art, Pepperdine University, Malibu, trasferita poi ampliata alla Fundación Caja de Madrid in Spagna; Andre Emmerich Gallery, New York; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Museo d’Arte, Mendrisio; Gallery Delaive, Amsterdam. 1998 Thomas Segal Gallery, Baltimora; Fundació Miró, Barcellona; Guy Pieters Gallery, Knokke; Gallery Delaive, Amsterdam; Galleria Il Gabbiano, Roma. 1999 Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Robert Green Fine Arts, Mill Valley, California; Galleri Faurschou, Copenaghen; Ikon Ltd. Contemporary Art, Santa Monica; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Parigi; Baukunst Galerie, Colonia. 2000 Galleri GKM Siwert Bergstrom, Malmö; Richard Gray Gallery, New York e Chicago; Gallery Delaive, Amsterdam; Lawrence Rubin Greenberg Van Doren Fine Art, New York; Galleria Il Gabbiano, Roma; Idemitsu Museum of Arts, Osaka e Tokyo. 2001 Guy Pieters Gallery, Saint-Paul de Vence; Alan Cristea Gallery, Londra; Galerie Proarta, Zurigo; Brian Gross Gallery, San Francisco; Lawing Gallery, Houston. documentari di Sam Francis vengono acquisiti dal John Paul Getty Art Museum Research Institute di Los Angeles. 2006-2007 Kunstmuseum, Bern; Galerie Flintholm, Verster Skerninge, Danimarca; Robert Green Gallery, Mill Valley, California; Galerie Jean Fournier, Parigi; Galerie LC, Parigi. 2008 Jack Rutberg Fine Arts, Los Angeles; Galerie Proarta, Zurigo; Galleria San Carlo, Milano; Galleria Repetto, Acqui Terme. 2009 College of the Canyons Art Gallery, Santa Clarita, California; American Contemporary Art Gallery, Monaco di Baviera; Smith Andersen North, San Rafael, California; Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Samuelis Baumgarte Galerie, Bielefeld; L&M Arts, New York; Bernard Jacobson Gallery, Londra; Gallery Delaive, Amsterdam; Guy Pieters Gallery, Knokke. 2010-2011 Galerie Proarta, Zurigo; Helly Nahmad Gallery, New York; Danubiana Art Museum, Bratislava; Coskun Fine Art, Londra; Galerie Koch, Hannover; Galerie Jean Fournier, Parigi; Gallery Delaive, Amsterdam; Galerie Thomas Modern, Monaco di Baviera; Page Gallery, Seul; Tibor de Nagy Gallery, New York. 2012 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia 2002-2004 Galerie Pudelko, Bonn; Las Vegas Art Museum, Las Vegas; Galerie Thomas, Monaco di Baviera; Galerie Boisserée, Colonia; Galerie Iris Wazzau, Davos; Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo; Ace Gallery, Beverly Hills; Artemis Greenberg Van Doren Gallery, New York; Robert Green Fine Arts, Mill Valley, California; Broadbent Gallery / Robert Sandelson Galleries, Londra; Santa Monica Community College, Santa Monica; Gallery Delaive, Amsterdam; Baukunst Galerie, Colonia; Galerie Thomas, Monaco di Baviera; American Contemporary Art Gallery, Monaco di Baviera; Galerie Proarta, Zurigo. Lo Idemitsu Museum of Arts di Tokyo organizza una grande mostra itinerante in sei musei giapponesi. 2004-2005 Grande retrospettiva al Museum Jan van der Togt di Amstelveen, in Olanda, in collaborazione con la Gallery Delaive di Amsterdam. Nel 2005 gli archivi 87 in collaboration with Debra Burchett-Lere, Sam Francis Foundation © Biographical Notes Sam Francis, born in 1923 in San Mateo, California, died in 1994 in Santa Monica, California. The artist originally studied psychology and medicine. Turning to art, he studied painting under Clyfford Still before going to Paris, where he stayed from 1948 until 1950, attending the Académie Léger. In 1952 he had his first one-man-show in Paris and met exponents of French informel. Accepted as a member of the young European avant-garde, he showed his work at exhibitions in Paris, London and Bern. The participation in Twelve Americans, an exhibition mounted in New York by the Museum of Modern Art in 1956, made Francis well-known in America too. During this period his style changed from compositions with the picture surface covered in monochrome values to brightly coloured “islands of colour” on white canvases. His calligraphic handling of brushwork and the lyrical character of his fluid colour now linked Francis with Far Eastern art, which he studied intensively. In 1957 he travelled around the world, visiting India, Thailand and Japan. His work was shown at exhibitions in Tokyo and Osaka. After moving restlessly between Paris, his home, and other great cities, Francis returned to California in 1962, settling at first in Santa Barbara and then establishing a studio in Venice, Santa Monica in 1963. During the 1960s Francis developed his own distinctive style of spontaneous and gestural dripping. He guided oils, acrylic and watercolours across his canvases with circling and spraying movements. In his 1970s “grid pictures” the surface is covered with rectangular structures. Francis was not only a distinguished exponent of action painting. He also explored media such as lithography, etching and monotype. His preoccupation with printmaking led to the production of attractive experimental work in the early 1980s. Forcefully expressive compositions in several parts, some of them with running paint, are the hallmark of these years. In his final phase, Francis executed commissions for large-scale murals. 1946-1958 Sam Francis paints and studies in San Francisco area, California after plane crash and illness hospitalizes him for years. Receives B.A. degree in 1949 and M.A. degree in 1950 from University of California, Berkeley. Between 1950 and 1958 he lives and works primarily in Paris, France, with travels to Mexico, Japan, Europe, and USA. He marries Mako Idemitsu; birth of their son Osamu. 1952 First solo exhibition at Galerie Nina Dausset, Paris. 1967 Solo exhibitions at Pierre Matisse Gallery, New York; Museum of Fine Arts, Houston, Texas, travelling to University Art Museum, Berkeley, California. Creates another performance work, Snow Painting, in Naibara, Japan. 1955 Solo exhibition at Galerie Rive Droite, Paris. 1956 Included in Twelve Americans show at the Museum of Modern Art, New York City. Solo exhibitions: Galerie Rive Droite, Paris, France; Zoe Dusanne Gallery, Seattle, Washington; Martha Jackson Gallery, New York City; Galerie Ad Libitum, Antwerpen. Time Magazine describes Francis as “the hottest American painter in Paris these days”. 1957 He travels to Japan and paints a mural for the Sogetsu School, Tokyo. Solo exhibitions at Zoe Dusanne Gallery, Seattle, Washington, and Gimpel Fils, London, England. 1959 He rents additional studio in New York City and begins work on Chase Manhattan Bank mural, Pasadena, California. Solo exhibition at Pasadena Art Museum, travelling to San Francisco Museum of Art and Seattle Art Museum. Sam Francis marries the painter Teruko Yokoi; birth of their daughter, Kayo. 1960-1966 Lives and works in Bern, Switzerland, during another period of hospitalization. He divorces Teruko Yokoi. Solo exhibitions: Kunsthalle, Bern, travelling to Moderna Museet, Stockholm; Minami Gallery, Tokyo; Kornfeld and Klipstein, Bern; Galerie Benador, Zurich; Esther Bear Gallery, Santa Barbara, California. Group exhibition at Documenta III, Kassel, Germany (Basel mural panels are shown). In 1962, after release from hospital, he moves back to California, first staying in Santa Barbara and then Santa Monica. He purchases property and designs new studio at 345 West Channel Road, Santa Monica, which becomes his permanent home base. He maintains studio in Paris until it is razed in 1983. In 1966 he creates Sky Painting performance over Tokyo Bay, Japan. 1968 He receives honorary Ph.D. from University of California, Berkeley. Solo exhibitions: Centre National d’Art Contemporain, Paris; Kunsthalle, Basel; Minami Gallery, Tokyo. 1969-1972 Birth of Francis’ third child, Shingo (1969). He creates mural-sized canvas for the Nationalgalerie, Berlin. Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Martha Jackson Gallery, New York; Felix Landau Gallery, Los Angeles. Establishes The Litho Shop, Inc. to print and publish his own limited edition prints. 1972-1973 Solo exhibitions: Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, travelling to Corcoran Gallery, Washington, D.C.; Whitney Museum of American Art, New York; Museum of Fine Arts, Dallas; Oakland Museum of Art, Oakland; University Museum of Art, Stanford. 1973-1974 Lives and works primarily in Tokyo. Solo exhibitions: Idemitsu Art Museum, Tokyo; Minami Gallery, Tokyo. 1975-1977 Solo exhibitions: Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Paris; Andre Emmerich Gallery, New York; Richard Gray Gallery, Chicago; Kornfeld and Klipstein, Bern; Smith Andersen Gallery, Palo Alto, California. Begins series of collaborations on monotypes with Garner Tullis. 1977-1978 Solo exhibitions: Louisiana Museum of Art, Humlebaek, Denmark, travelling to Centre Pompidou, Paris, Liljevalchs 89 Konsthall, Stockholm, and Israel Museum, Jerusalem. 1978 Solo exhibitions: Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles; Otis Art Institute, Los Angeles. 1979 Solo exhibition at Institute of Contemporary Art, Boston, Massachusetts, travelling to Taiwan, Hong Kong, Philippines, Korea and Japan under the US International Communication Agency. Solo exhibitions: Galerie Jean Fournier, Paris; Andre Emmerich Gallery, New York; Brooke Alexander Gallery, New York. 1980 Solo exhibitions: Abbaye de Senanque, Gordes, France; Los Angeles County Museum of Art; Riko Mizuno Gallery, Los Angeles; James Corcoran Gallery, Los Angeles; Smith Andersen Gallery, Palo Alto. He divorces Teruko Idemitsu. He is elected to Board of Trustees at Museum of Contemporary Art, Los Angeles. 1981 Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Ace Gallery, Los Angeles; Ruth Schaffner Gallery, Santa Barbara, California. He establishes temporary painting studio in San Leandro, California, to paint a mural for the San Francisco Museum of Art. 1982 Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago. 1983 Completion of mural for San Francisco Airport. Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Kornfeld, Bern; Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence, France; Studio Marconi, Milan; Colorado State University, Fort Collins; Galerie Jean Fournier, Paris; John Berggruen Gallery, San Francisco; Nantenshi Gallery, Tokyo. He receives prestigious “Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres” from France. 1984 Forms Lapis Press to publish books. Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Cantor-Lemberg Gallery, Birmingham, Michigan; Robert Elkon Gallery, New York; Knoedler Gallery, London. 1985 Solo exhibitions: Galerie Kornfeld, Bern; Galerie Jean Fournier, Paris; Nantenshi 90 SAM FRANCIS Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago. Completion of mural for the San Francisco Museum of Art. He marries Margaret Smith in Japan. 1986 Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Paris; Nantenshi Gallery, Tokyo. He receives commission to paint ceiling mural for the Opéra Nationale, Théâtre Royal de la Monnaie, Brussels. Birth of Francis’ fourth child, Augustus. He purchases studio space in Palo Alto, and maintains working studios in Santa Monica. 1987 Solo exhibitions at Knoedler Gallery, London; Andre Emmerich Gallery, New York; Pamela Auchincloss Gallery, Santa Barbara, California; Heland Thorden Wetterling Galleries, Stockholm; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Pudelko, Bonn. 1988 Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Paris; Nantenshi Gallery, Tokyo; Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Greenberg Gallery, St. Louis, Missouri; National Gallery, Seoul; Toyama Museum, Japan, travelling to Seibu, Takanawa, Karuizawa, Shiga, Ohara, Murashiki, Tokyo. 1989 Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery, New York; Galerie Jean Fournier, Paris; Bernard Jacobson Gallery, London; Linda Farris Gallery, Seattle; Knoedler Gallery, London. He works in Manchester, England. 1990 Solo exhibitions: Associated American Artists, New York; Gallery Delaive, Amsterdam; Heland Wetterling Gallery, Stockholm; Ogawa Art Foundation, Tokyo; Talbot Rice Gallery, Edinburgh. He purchases properties and rents studio in Northern California at Pt. Reyes Station. Still maintains several working studios in Santa Monica and Venice, California. 1991 Solo exhibitions: Galerie Kornfeld, Bern; Galerie Jean Fournier, Paris; James Corcoran Gallery, Los Angeles; Gagosian Gallery, New York; Centre Regional d’Art Contemporain Midi-Pyrénées, Toulouse Labège, France. 1992 Solo exhibitions: Galerie Daniel Papierski, Paris; Museum van der Togt, Amsterdam; Kukje Gallery, Seoul. Publication of The Prints of Sam Francis. A Catalogue Raisonné edited by Connie Lembark, published by Hudson Hills Press. 1993 Solo exhibitions: Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland, Bonn; Galerie Pudelko, Bonn; Bobbie Greenfield Gallery, Venice; Michel Cohen Gallery, New York; Ochi Gallery, Ketchum, Idaho; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Iris Wazzau, Davos, Switzerland; Museum of Contemporary Art, Los Angeles. Major painting is commissioned for the German Parliament building, Bonn. Donation of ten paintings to the Museum of Contemporary Art, Los Angeles. 1994 Solo exhibitions: Long Fine Art, New York; Gallery Delaive, Amsterdam; Bobbie Greenfield Gallery, Venice; Galerie Jean Fournier, Paris; Galerie Proarta, Zurich; Andre Emmerich Gallery, New York; Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago; University Art Museum, University of California, Berkeley; Galerie Kornfeld, Bern. Daco-Verlag Günter Bläse, Stuttgart, publishes major monograph on monotypes. He receives the “Distinguished Alumnus Award” from University of California, Berkeley. Sam Francis dies in Santa Monica, California. In the wake of the artist’s death, the Samuel L. Francis Foundation, Inc. (also known as the Samuel L. Francis Art Museum, Inc. or the Sam Francis Foundation) was founded. The Foundation not only serves as his official estate, but also has a mission “to research, document, protect and perpetuate the creative legacy” of the artist. Each year, many exhibitions of Sam Francis’s works are proposed around the world (quite a hundred between 1994 and 2010) and his work is going on to get success. Among his major solo exhibitions: 1995 Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles; Andre Emmerich Gallery, New York; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Grunwald/UCLA/Armand Hammer Museum, Los Angeles; Kunstverein Ludwigsberg, Frankfurt; Musée du Jeu de Paume, Paris. 1996 Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Sogetsu Art Museum, Tokyo; Gallery Delaive, Amsterdam; Gagosian Gallery, Beverly Hills; Guy Pieters Gallery, Knokke, Belgium; Galerie Michael Haas, Berlin; Galerie Proarta, Zurich. 1997 Frederick M. Weisman Museum of Art, Pepperdine University, Malibu, travelling in expanded form to Fundación Caja de Madrid, Spain; Emmerich Gallery, New York; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Museo d’Arte, Mendrisio, Switzerland; Gallery Delaive, Amsterdam. 2006-2007 Kunstmuseum, Bern; Galerie Flintholm, Verster Skerninge, Denmark; Robert Green Gallery, Mill Valley, California; Galerie Jean Fournier, Paris; Galerie LC, Paris. 1998 Thomas Segal Gallery, Baltimore, Maryland; Fundació Miró, Barcelona; Guy Pieters Gallery, Knokke; Gallery Delaive, Amsterdam; Galleria Il Gabbiano, Rome. 2008 Jack Rutberg Fine Arts, Los Angeles; Galerie Proarta, Zurich; Galleria San Carlo, Milan; Galleria Repetto, Acqui Terme, Italy. 1999 Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Robert Green Fine Arts, Mill Valley, California; Galleri Faurschou, Copenhagen; Ikon Ltd. Contemporary Art, Santa Monica; Manny Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Paris; Baukunst Galerie, Cologne. 2000 Galleri GKM Siwert Bergstrom, Malmö; Richard Gray Gallery, New York and Chicago; Gallery Delaive, Amsterdam; Lawrence Rubin Greenberg Van Doren Fine Art, New York; Galleria Il Gabbiano, Rome; Idemitsu Museum of Arts, Osaka and Tokyo. 2001 Galerie Guy Pieters, Saint-Paul de Vence, France; Alan Cristea Gallery, London; Galerie Proarta, Zurich; Brian Gross Gallery, San Francisco; Lawing Gallery, Houston. 2009 College of the Canyons Art Gallery, Santa Clarita, California; American Contemporary Art Gallery, Munich; Smith Andersen North, San Rafael, California; Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Samuelis Baumgarte Galerie, Bielefeld, Germany; L&M Arts, New York; Bernard Jacobson Gallery, London; Gallery Delaive, Amsterdam; Guy Pieters Gallery, Knokke. 2010-2011 Galerie Proarta, Zurich; Helly Nahmad Gallery, New York; Danubiana Art Museum, Bratislava; Coskun Fine Art, London; Galerie Koch, Hanover; Galerie Jean Fournier, Paris; Gallery Delaive, Amsterdam; Galerie Thomas Modern, Munich; Page Gallery, Seoul; Tibor de Nagy Gallery, New York. 2012 Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia 2002-2004 Galerie Pudelko, Bonn; Las Vegas Art Museum, Las Vegas; Galerie Thomas, Munich; Galerie Boisserée, Cologne; Galerie Iris Wazzau, Davos, Switzerland; Musée d’Art et d’Histoire, Freiburg, Switzerland; Ace Gallery, Beverly Hills; Artemis Greenberg Van Doren Gallery, New York; Robert Green Fine Arts, Mill Valley, California; Broadbent Gallery / Robert Sandelson Galleries, London; Santa Monica Community College, Santa Monica; Gallery Delaive, Amsterdam; Baukunst Galerie, Cologne; Galerie Thomas, Munich; American Contemporary Art Gallery, Munich; Galerie Proarta, Zurich. Idemitsu Museum of Arts, Tokyo, organizes major exhibition that travels to six museums in Japan. Alle pagine seguenti / Following pages Untitled (particolare / detail), 1989 Acrilico su carta / Acrylic on paper 30,5 x 45 cm SF89-119 2004-2005 Major retrospective exhibition at Museum Jan van der Togt, Amstelveen, The Netherlands (organized with Gallery Delaive, Amsterdam). In 2005, documentary archives of the artist’s estate acquired by the John Paul Getty Art Museum Research Institute, Los Angeles. 91 Finito di stampare nel mese di aprile 2012 presso Tipografia Camuna S.p.A. - Breno/Brescia Centro Stampa di Brescia Pubblicazione stampata con assenza di esalazioni alcooliche Sistema Cesius® brevetto Philip Borman Italia