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Sam Francis - Galleria Agnellini Arte Moderna

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Sam Francis - Galleria Agnellini Arte Moderna
SAM FRANCIS
SAM FRANCIS
SAM FRANCIS
SAM FRANCIS
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
21 Aprile / April - 14 Luglio / July 2012
Mostra e catalogo a cura di /
Exhibition and catalogue curated by
Dominique Stella
Roberto Agnellini
Il catalogo è stato realizzato con il contributo di /
This catalogue has been created with contributions from
Sam Francis Foundation, California
Direttore / Director
Roberto Agnellini
Direttrice artistica / Art director
Dominique Stella
Organizzazione / Organisation
Coordinamento / Coordination
Giancarlo Patuzzi
Segreteria / Secretary
Corinna Turati
Direzione commerciale / Commercial direction
Ugo Ruggeri
Ufficio stampa / Communication
Spaini & Partners
Progetto grafico / Graphic project
Tipografia Camuna S.p.A. - Brescia
Redazione / Editing
Domenico Pertocoli
Traduzioni / Translations
In italiano / To Italian: Silvia Denicolai
In inglese / To English: Timothy Stroud
Copertina / Cover
Progetto di murale per la Chase Manhattan Bank
(particolare), 1959
Study for the Chase Manhattan Bank Mural
(detail), 1959
Pagina 2 / Page 2
Sam Francis nel suo studio di Broadway /
in Broadway studio, New York, 1959
Photo Eliane Boardman
© Sam Francis Foundation, California /
Artists Rights Society (ARS), New York
Fotografie delle opere / Artworks photos
© Fabio Cattabiani
Testo / Text
© Dominique Stella, Agnellini Arte Moderna
Comune di Brescia
Assessorato alla Cultura
e al Turismo
Opere / Artworks
© Sam Francis Foundation, California /
Artists Rights Society (ARS), New York
Un particolare ringraziamento a /
Special thanks to
Debra Burchett-Lere, Sam Francis Foundation,
Director
Linda and Guy Pieters
Famiglia Donati
Si ringraziano inoltre / Thanks to
On. Avv. Adriano Paroli,
Sindaco della Città di Brescia
Avv. Andrea Arcai, Assessore alla Cultura
e al Turismo della Città di Brescia
Lanfranco Cirillo
Armando Donati
Mario Dora
Alessandro Medici
Angelo Medici
Cesare Medici
Ettore Marchina
Roberto Morigi
Marc Pauwels
Roberto Pellizzari
Fabrizio Pivari
Marco Setti
Marinella Spagnoli
Beth Ann Whittaker-Williams
La mostra è stata realizzata con il sostegno di /
The exhibition is realized with the support of
Sommario / Contents
9
13
Sam Francis: il colore per passione
Sam Francis: Colour as Passion
Dominique Stella
17
Opere / Works
Apparati / Appendix
85
Notizie biografiche
89
Biographical Notes
Dominique Stella
Sam Francis: il colore per passione
L’
arte di Sam Francis nasce all’inizio degli anni
Cinquanta in un contesto che vede esplodere
l’espressionismo negli Stati Uniti. L’egemonia che l’America conquista dopo la seconda
guerra mondiale le accorda un’autorità di diritto che s’impone in arte come in politica e che si manifesta, in un primo tempo, attraverso la messa in discussione
dei canoni e degli stereotipi nei quali si riconosce l’intellighenzia. L’esempio europeo non è più di rigore e artisti come Pollock, Rothko e de Kooning rivendicano una libertà
creativa che sconvolge il comportamento e la mentalità artistica, rifiutando il soggetto esterno come fonte d’ispirazione per riconoscere come referente soltanto l’espressione informale e gestuale che scaturisce dalla profondità dell’essere.
Alle pagine precedenti /
Previous pages
Untitled (particolare / detail),
1980
Acrilico su carta / Acrylic on paper
76,5 x 57,5 cm
SF80-1146
© Sam Francis Foundation,
California / Artists Rights Society
(ARS), New York
In alto / On top
Sam Francis in studio,
Venice, 1989
Foto / Photo by Nico Delaive
© Sam Francis Foundation,
California / Artists Rights Society
(ARS), New York
Sam Francis è californiano, non appartiene dunque alla
scena newyorchese. Ma anch’egli sviluppa nei suoi dipinti
una nuova estetica del colore, una nuova concezione della
tela, del gesto, che s’inscrive nei vari movimenti della sua
epoca, iniziati e sviluppati da artisti quali Rothko, Pollock,
de Kooning, Kline, più anziani di lui e riconosciuti come fondatori dell’espressionismo astratto americano. Egli
condivide le idee di questi pittori, che spingono la creazione lontano dai canoni rinascimentali, considerando la tela
come un territorio di sogno e di espressione. Nessuna figura, nessuna composizione, ma un vasto campo d’azione
che il corpo accompagna in un gesto ampio e sciolto, favorendo un lavoro spontaneo cui viene attribuita la formula
“action painting”.
È Jackson Pollock che dà il via a questo movimento negli
Stati Uniti. Le sue grandi tele coperte di colore sgocciolato o esploso offrono allo spettatore l’opportunità di una riflessione interiore. La trama complessa dei colori enfatizza
la superficie della tela, così come la stessa tecnica pittorica. L’occhio non è sedotto da una particolare zona del dipinto, né sospinto oltre la cornice dell’opera. Vi è ben poca evidenza esplicita di rappresentazione del mondo dietro
la tela. Il dripping è una tecnica, e la tecnica diventa arte.
Ne risultano opere pittoriche straordinarie, dense di colori
gettati sulla tela in spessi strati di pittura. L’artista dipinge
per terra perché, come dice lui stesso: “Per terra sono più
a mio agio. Mi sento più vicino al quadro, ne faccio parte
maggiormente; in questo modo posso camminarci intorno
ed entrare letteralmente nel quadro.”1 Non c’è paesaggio né
contesto. “Io sono la natura!” dice Pollock.
Rothko, benché classificato nel movimento espressionista
astratto, rifiuta la definizione fuorviante di action painter. Per la sua arte, che delimita campi di colore, suona più
appropriato il termine “colorfield painting”; nelle sue tele
monumentali c’è un’ispirazione spirituale e meditativa che
assorbe l’osservatore. La dimensione dell’opera è necessaria
all’espressione pittorica.
A sua volta Willem de Kooning sviluppa una propria tecnica personale e diventa, insieme a Jackson Pollock, l’emblema dell’action painting; egli modella la sua pittura a colpi
di spatola o di lama. La sua gestualità comporta colature
e schizzi di colore. L’opera, anche se terminata, ha quindi
un sapore di incompiutezza che l’immaginario dello spettatore può intendere a modo suo. È così che de Kooning
9
interpreta l’action painting. E a poco a poco questo lavoro ambiguo affascina e s’impone come un’altra forma di
espressionismo astratto.
Dai suoi predecessori Sam Francis raccoglie la lezione della
colorfield e dell’action painting, prediligendo però Pollock
rispetto a de Kooning o a Rothko. Certo, come molti artisti degli anni Cinquanta e Sessanta, anch’egli può essere
accostato a tutte queste tendenze del momento: astrazione
lirica, espressionismo astratto, tachisme, action painting,
colorfield painting, altrettante influenze che si ritrovano
nella sua opera senza che nessuna, tuttavia, possa essergli attribuita in modo esclusivo. Di ognuna egli esplora le
possibilità estetiche e soggettive. E al di là di quel contesto pittorico, in cui si inserisce perfettamente, il suo percorso e le sue scelte gli conferiscono una singolarità che lo
contraddistingue.
Nella realizzazione delle sue opere predominano un andamento e un’esperienza di vita singolari che costituiscono il
fermento di un lavoro originale, segnato dalla rivelazione
intima del colore e della luce; questa gli s’impone in occasione di un incidente che determinerà le sue scelte in pittura. Nel 1944, infatti, mentre è arruolato nell’esercito come
aviatore, il suo aereo precipita nel deserto. Un lungo ricovero in ospedale lo spinge verso una sorta di passatempo
che presto diventerà una passione: l’iniziazione al disegno
e alla pittura, di cui riconosce la capacità salvatrice che gli
permette di ritrovare l’equilibrio e la salute. L’esperienza del
deserto segnerà per sempre il suo immaginario e diverrà la
principale fonte d’ispirazione del suo lavoro. La luminosità accecante di quelle distese sabbiose a perdita d’occhio
genera spazi infiniti di cui è impossibile scorgere i confini. Questo sentimento di totale dissoluzione delle forme e
delle tonalità nell’uniformità mutevole del colore della sabbia, che cattura le minime sfumature di un cielo torrido,
crea la forma specifica della sua arte. Questa è basata sulla
predominanza di uno sfondo pittorico spesso bianco oppure beige chiaro, sospinto ai confini dell’opera da schegge
di colori luminosi. L’infinita grandezza dello spazio cattura
alle sue estremità la natura incandescente di un’aria schizzata di luci vibranti.
L’apprendistato della luce passa attraverso un’iniziazione
all’arte che Sam Francis, uscito dall’ospedale, intraprende
studiando arte a Berkeley e poi, nel 1946, a San Francisco,
dove segue i corsi di Clyfford Still. Questo pittore lo impressiona per il suo stile risolutamente “organico”, di cui
Sam Francis coglie quella caratteristica indefinibile che ren-
10
SAM FRANCIS
de Still un maestro dell’espressionismo astratto americano.
Questi considerava la pittura come una fusione: “Non ho
mai voluto che il colore fosse colore – diceva –. Non ho
mai voluto che la texture fosse texture, o che le immagini diventassero forme. Volevo che tutto si fondesse in uno
spirito vivente.”2 L’insegnamento di Still maturerà in Sam
Francis un’espressività più lirica, più poetica, pur conservandone l’essenza fondamentale: la vitalità.
L’Europa rappresenta, in seguito, la seconda tappa della sua
iniziazione. Tra il 1950 e il 1961 egli dimora a lungo a Parigi, nonostante frequenti soggiorni a New York e in California e viaggi intorno al mondo tra il 1957 e il ’59 che lo
portano in Messico, India, Thailandia, Hong Kong e Giappone, dove si ferma diverse volte per lavorare.
La sua prima mostra ha luogo presso la Galerie Nina Dausset a Parigi nel 1952. I suoi primi lavori monocromi, realizzati a Parigi, sono nati lontano dall’influenza informale, ma presto egli si avvicina alla tradizione della colorfield
painting americana, privilegiando nei suoi quadri le tinte
piatte, pur adottando quel “colore suggestivo” che prende in prestito da pittori come Monet, Gauguin e Matisse passando per Bonnard. Il ciclo delle Ninfee di Monet,
in particolare, colpisce la sua immaginazione. Ne apprende l’organizzazione dello spazio pittorico a partire da macchie colorate giustapposte, componendo una trama vaporosa che crea un’illusione di atmosfera, pur prediligendo la
superficie piana della tela. La memoria di Monet si avverte
nell’introduzione di valori cromatici intensi, che Sam Francis applica in accostamenti fluidi colanti in ciocche colorate. Già nel 1950 dichiarava: “Io faccio del Monet tardivo
sotto una forma pura.”3
Matisse, al quale si sente umanamente più vicino poiché
condivide con lui l’esperienza della malattia come catalizzatrice dell’arte, è un altro maestro di cui accoglie la lezione di un cromatismo contrastato e potente, accentuato da
un’intensa luminosità. Sam Francis ne assimila le innovazioni in materia di colore e di bidimensionalità, che contribuiscono alla purificazione della forma e soprattutto del
gesto. Matisse appartiene a quest’area postimpressionista
che concentra la propria ricerca sulla luce, particolarmente presente in un quadro come Luxe, calme et volupté. Essa è fondamentale in questa tela, restituita dalla diffrazione
dei colori. In Matisse sfrutta tutte le possibilità del colore:
le sue zone d’ombra sono blu, le luci arancio e rosso; usa
solamente colori vivi, primari: rosso, giallo, blu, e complementari: arancione, verde e viola; li dispone a modo suo
per far vivere la sua luce.
È questa stessa vibrazione che Sam Francis ricerca: luci e
colori devono emergere dalla tela producendo una sensazione esplosiva che rappresenti la respirazione del mondo.
Su tele spesso di grande formato prende a prestito e mescola diverse tecniche: dripping, all-over, tachisme, termine riferibile al caso della creazione: la forma è tache (macchia)
sottomessa al caso, e nasce spontaneamente. Come Pollock, Sam Francis si concentra esclusivamente sullo sfondo, escludendo qualsiasi figura. Tende così a semplificare i
suoi piani e realizza un grande lavoro sul colore utilizzando
anche il nero, che considera un “non-colore”. L’artista spinge all’estremo l’esplosione della figura dando avvio a una
tecnica della dissoluzione. In alcune sue tele questa pratica
giunge a rendere liquida la figura, il che si traduce in colature verticali di pittura, una sorta di reticolo, di ragnatela,
che collega le forme-macchie tra loro.
Sempre in Sam Francis il colore nasce dallo sfondo, che
può essere bianco o color sabbia, in riferimento al deserto
che aveva segnato il suo immaginario. L’immensità dello
spazio, lo spessore dell’aria assorbita dalla luminosità violenta del sole che irradia il cielo onnipresente, diventano
fonte d’ispirazione e portano a una costruzione pittorica
che nasce dallo spazio e dall’infinitamente bianco... L’uniformità della tela bianca, dove il color sabbia si confonde con il cielo, lo induce a dipingere partendo dallo sfondo, luogo dell’infinito in pittura. Da lì nasce il seguito del
suo percorso: se l’infinito viene dallo sfondo, allora non
c’è bisogno di dipingere figure, perché ciò che interessa è
“lo spazio tra le cose”. Sopprimendo le figure Sam Francis
sopprime il finito per conservare solo l’infinito; le sue opere allora non sono altro che un frammento d’infinito che
prosegue ben al di là della tela.
Questa apparente certezza suscita anche una serie di domande. Il bianco dominante, particolarmente presente nelle opere dipinte tra il 1957 e il 1961, ricorda la magnificenza di questo colore che contiene tutti gli altri, ma il cui
valore simbolico resta ambiguo e pone l’immaginazione a
confronto con il grande mistero dell’universo. Domande
fondamentali: questa energia è lo spazio o l’assenza di spazio? È il pieno o il vuoto? Esprime una nostalgia o un compimento? Un timore o una speranza? Altrettanti dubbi filosofici si profilano nella rivelazione dell’opera che l’artista
pone come un enigma. Questo si può risolvere nel riconoscimento di una forza positiva e vitale emanante dal colore. Alcuni, come Jean-François Lyotard, vi individuano la
parte dell’ombra, in un saggio dedicato a Sam Francis intitolato Lezione di tenebre, in cui il filosofo francese illustra
la dialettica del nulla e interroga il nulla. È, evidentemente, una questione di fede...
A illustrare questa filosofia pittorica in mostra vi è una
grande tela, Senza titolo del 1967, di 240 x 180 cm, che
nasce dalla cornice dipinta contenente il bianco dell’infinito racchiuso nel contorno dei colori. Enigmatica, concettuale e gestuale, quest’opera potrebbe intitolarsi “Concetto spaziale”.
Il coinvolgimento fisico dell’artista nella sua opera, così
come lo spazio creato, libero e aperto, intrinseco alla tecnica dell’all-over, appaiono come altrettanti elementi che
rimandano alla pittura americana successiva alla seconda
guerra mondiale. Sam Francis adotta un’astrazione lirica
e gestuale senza tuttavia accordare un primato al dinamismo del gesto. Il suo spazio, attraversato dal colore, diventa esso stesso colore: “Lo spazio è colore” scrive l’artista. Per lui il colore è la vera sostanza, il punto di partenza,
che non è né il disegno né la linea. Il lavoro di Sam Francis è, dunque, basato essenzialmente sul colore. L’uso della
pittura acrilica permette all’artista di realizzare colature e
spruzzi, ma soprattutto rende possibili giochi di trasparenze che conferiscono alle sue opere una caratteristica luminosità. Le macchie di colore appaiono allora come schegge
attraversate dalla luce e rivelano una delle preoccupazioni
maggiori dell’artista, “meno interessato al gioco della luce
che alla sostanza di cui è fatta”.4 Spesso relegate al margine
dell’opera, queste proiezioni di colore assumono l’aspetto
di una cornice e interrogano i limiti della superficie, negata
virtualmente dalla pratica dell’all-over. Costituiscono anche indici, segni che permettono di circoscrivere la superficie interna dell’opera.
Lo stesso Sam Francis ha spiegato che egli considerava
“questa zona centrale non come uno spazio vuoto ma come una forma monumentale, definita da brani di colore
stretti e frammentati ai bordi”. Lungi dal giocare il ruolo passivo di sfondo, dunque, questo spazio appare come
il soggetto stesso del dipinto. Garante dell’ordine e della
disciplina della composizione, la distesa bianca (o biancosabbia), né vuota, né sterile, è un luogo di tensione e di dinamismo che affascina lo spettatore.
Quest’opera è anche tipica del periodo in cui l’artista ha
prolungato i suoi soggiorni nell’atelier di Santa Monica. Il
periodo tra il 1963 e la fine degli anni Sessanta è infatti segnato dall’esplosione del colore. Esso s’impone nella luce
californiana, brillante e persino accecante, che segna la tela con le sue schegge luminose. La drammaturgia del rosso
11
si contrappone all’esplosione vitale del giallo e alla pienezza del blu. Il bianco occupa il centro dell’opera, relegando
il colore ai margini.
Negli anni Settanta l’artista s’interessa all’esoterismo e alla
teoria junghiana dell’inconscio, dipingendo tele più suggestive e fin quasi più figurative. La sua pittura acquisisce
mistero e magia. La superficie bianca è saldamente delimitata. Il volume atmosferico non è più veramente vuoto, ma inquadrato da bande di colori mescolate che ne limitano l’espansione. S’impone un rettangolo bianco, che
Sam Francis chiama “buco dell’infinito”. Un’ansia indicibile s’insinua nell’opera, ristretta, strozzata attorno a un
punto centrale che cattura l’energia vitale. È in questo periodo che l’artista realizza la serie delle Pitture mandala,
forme meditative e magiche concentrate attorno a un piccolo quadrato bianco delimitato da masse colorate, invalicabili e inquietanti. I mandala sono le porte che conducono sul cammino dell’inconscio, aperte sulle profondità
insondabili dell’essere. Le opere di Sam Francis conservano
tuttavia un carattere diafano ed etereo, di cui troppo spesso
si dimentica quanto sia il risultato di un instancabile lavoro formale sulla materia pittorica e il suo supporto. Parlare
di “lavoro” a proposito delle pitture di Sam Francis, dall’aspetto così fluido e aereo, lungi dall’essere una contraddizione, appare come l’esito del formidabile corpo a corpo
portato avanti nel corso della sua vita e che gli ha permesso
di conquistare l’immaterialità della sua pittura.
A partire dal 1975 uno dei suoi metodi più abituali consiste nel reticolare la superficie del quadro in modo uniforme utilizzando una quadrettatura, per stendere poi la pittura con il rullo ed eseguire ulteriori ritocchi a mano. Così
la trama racchiude il bianco in un reticolato colorato.
Poi, verso la fine degli anni Settanta e nel corso degli anni Ottanta, Sam Francis riconquista la pienezza del suo gesto, ritrovando l’equilibrio organico che congloba l’intera superficie della tela. La struttura persiste, addirittura si
consolida, come per difendersi dall’abisso delle profondità. La pittura diventa gestuale e perfino “frivola”, secondo
Lyotard, come se l’artista volesse escluderne ogni drammaturgia, privilegiando il piacere del gesto che “non impegna l’animo”.
Questo aspetto della sua opera, l’infinitamente bianco che
già dalle prime tele introduce l’opera di Sam Francis nel
campo analitico e simbolico, così come le molteplici sfaccettature del suo lavoro sono state oggetto di un saggio di
12
SAM FRANCIS
Jean-François Lyotard pubblicato per la prima volta nel
1992 con il titolo Sam Francis. Leçon de ténèbres: “Like the
Painting of a Blind Man” .5 Lyotard, famoso soprattutto per
le sue teorie riguardo al postmodernismo e al suo impatto
sulla società, ha analizzato il linguaggio specifico di alcuni
artisti contemporanei in una serie di saggi, dedicati in particolare a Marcel Duchamp, Karel Appel e Sam Francis.6 Il
suo linguaggio filosofico rivela l’aspetto complesso e profondamente spirituale racchiuso nell’arte di Sam Francis.
Le sue riflessioni illuminano l’opera dell’artista californiano di una luce che mette in rilievo la ricerca di un’immaterialità contenuta nel soffio quasi invisibile del messaggio
pittorico. Secondo Lyotard “l’opera di Sam Francis rende
omaggio alla meraviglia del visibile e testimonia l’enigma
della visione”. E in queste sue riflessioni poetiche il filosofo spiega la varietà sottile del significato dei colori nella pittura di Sam Francis.
La potenza dell’opera di Sam Francis ha trovato un’espressione altrettanto suggestiva nel lavoro che l’artista ha sviluppato, nel corso della sua vita, sulla carta: dripping,
all-over, tachisme, trame reticolate s’impongono in modo altrettanto convincente su un supporto che l’artista ha
sempre usato. Infatti, Sam Francis amava lavorare sulla carta: questa gli consentiva una maggior libertà e la sua consistenza fibrosa offriva un supporto che interagiva con la
pittura, conferendo all’opera un aspetto più organico, più
profondo. Diceva infatti l’artista: “La carta è assai più bella
della tela. È più profonda. Mi piace il modo in cui la pittura scivola nelle sue fibre.” Numerosi esempi di questa tecnica sono visibili in mostra, sprigionando la loro magia colorata, esplosiva, vitale.
Jackson Pollock, My Painting, in Pollock. Painting, a cura di Barbara Rose, Agrinde Publications, New York, 1980, p. 65.
2
David Kuperberg, Clyfford Still, The Art Story Foundation, New
York, 2012.
3
Risposta di Sam Francis a una domanda a proposito del suo lavoro, citata in una lettera di Bernard Schultze ad Annelise Hoyer
dell’agosto 1967.
4
Alain Yver in jazz.blog4ever.com
5
Edizione originale, The Lapis Press, Los Angeles, 1992.
6
Jean-François Lyotard, Writings on Contemporary Art and Artists,
Leuven University Press, 2010. Sam Francis. Leçon de ténèbres / Lesson of Darkness è il secondo di una serie di cinque volumi che riuniscono gli scritti più importanti di Lyotard (1924-1998) sull’arte
contemporanea e gli artisti.
1
Dominique Stella
Sam Francis: Colour as Passion
T
he art of Sam Francis first took form at
the start of the 1950s in the midst of the
explosion of expressionism in the United
States. The power that America had enjoyed since World War II gave it the authority to impose its law in art as in politics. This first took
form in the questioning of the canons and stereotypes by
which the members of the intelligentsia recognized one another. European values and attitudes no longer prevailed
and artists like Pollock, Rothko and de Kooning generated
a creative freedom for themselves that disrupted the established artistic approach and mentality by rejecting external
subjects as their sources of inspiration, instead recognizing
only informal and gestural expressiveness from deep within the self as their reference.
As a Californian, Sam Francis was not part of the New
York scene. However, he developed a new aesthetic based
on colour, and a new conception of the canvas and physical gesture within the different art currents of his period
brought into being by such artists as Rothko, Pollock, de
Kooning and Kline. They were all older than him and recognized as founders of American abstract expressionism.
He shared their ideas, which rejected the age-old canons
as the origin of the creative act and considered the canvas
as a territory where dreams and expression could be manifested. Neither figures nor composition were incorporated, and the canvas was viewed as a vast field of action in
which the artist performed physically using generous, flowing gestures: the result was a spontaneous form of art that
went by the name of “action painting”.
Jackson Pollock was the initiator of the movement in the
United States. His enormous canvases covered with drips
and explosions of paint prompt the observer to reflect on
what he or she is gazing on. The complex interlacing of colours emphasizes the surface of the canvas and the pictorial application of the medium. The eye is not attracted to
any particular zone of the painting, nor directed outside
the frame, and there is little explicit evidence of representation or reality underlying the image. Dripping was simply a technique and the technique became art. It produced
extraordinary works dense with colours thrown onto the
canvas in thick layers of paint. Pollock painted his canvases spread out on the ground because, as he said: “On the
floor I am more at ease. I feel nearer, more a part of the
painting since this way I can walk around it, work from
the four sides and literally be in the painting.”1 There is
neither landscape, nor context: “I am nature!”, Pollock is
saying to us.
Although Rothko is also classified as an abstract expressionist artist, he refused the alienating definition of action
painter. His art, based on large fields of colour in monumentally sized works, was described by the American term
“colorfield painting” and was founded on a spiritual and
meditative inspiration that absorbs the observer into the
painting. Monumentality was a necessary feature of Rothko’s pictorial expression.
With Jackson Pollock, Willem de Kooning was a twin emblem of action painting. He too created his own technique,
carving the paint with a spatula or blade and creating runs
and spurts of colour with his gestures. His finished canvases aroused a feeling of incompleteness in the observer that
called into action the individual’s imagination. This ambiguity was de Kooning’s interpretation of action painting,
which gradually came to establish itself as a form of abstract expressionism.
In relation to the work of his elders, Sam Francis’s output was most closely linked to that of colorfield and action painting, and his personal preference was for Pollock
rather than either de Kooning or Rothko. Of course, like
that of many artists during the 1950s and 1960s, Francis’s
painting could be related to all the currents of that period:
lyrical abstraction, abstract expressionism, tachism, action
painting and colorfield painting are all reflected in his output, but without any single one of them being predominant. He explored the aesthetic and subjective possibilities
that each of them offered. Beyond the pictorial context
that he fell so perfectly within, his development and choices conferred a uniqueness on his work that distinguishes it
from all other artists.
The process that underlay the production of his works
13
was unique to him and marked by a personal experience
that acted rather like a leavening agent on his creative
method. The event was an accident that came to determine his pictorial preferences and to reveal to him the
intimate nature of colour and light. In 1944, while a pilot in the US military, his plane crashed in the desert. A
long period spent in hospital led him to take up drawing
and painting as a pastime but these rapidly turned into a
passion. He later recognized them as the cipher through
which he was able to recover his health and mental stability. His experience in the desert marked his imagination
for ever and became the major inspiration of his work.
The dazzling brightness of the endless desert sand underlay the unbounded spaces of his paintings. The unique
characteristic of his production is the sensation given of
the absolute dissolution of form and tonalities within the
shifting uniformity of the sandy colour that captures the
tiny nuances of a torrid sky. His art is based on the predominance of the ground – often white or light beige in
colour – that drives the bursts of luminous colours to the
edges of the work. The endless grandeur of space captures
in its periphery the incandescent nature of air spattered
with vibrant lights.
The first stage of his apprenticeship in art occurred when
he signed up for art studies at Berkeley, then in 1946 at
San Francisco on leaving hospital. His course there was
given by the artist Clyfford Still.
Francis was impressed by Still’s resolutely “organic” style,
notably the indefinable novelty of his oeuvre that made
him one of the masters of American abstract expressionism. Still considered painting to be an amalgamation of elements: “I never wanted color to be color. I never wanted
texture to be texture, or images to become shapes. I wanted
them all to fuse together into a living spirit.”2 Still’s teachings were reflected in the work of Sam Francis in his more
lyrical and poetic expressiveness, while retaining its fundamental essence of vitality.
The second stage of Sam Francis’s apprenticeship was represented by the periods of time he spent in Europe. Between 1950 and 1961 he stayed for long periods in Paris broken by visits to New York and California, and trips
to Mexico, India, Thailand, Hong Kong and Japan between 1957 and 1959, where he stopped on several occasions to paint. His first exhibition was held at the Galerie Nina Dausset in Paris in 1952. His first monochrome
works, executed in Paris, were far from informal, but he
very quickly returned to the American colorfield tradi-
14
SAM FRANCIS
tion of large blocks of colour, while also borrowing the
notion of “couleur suggestive” from painters like Monet, Gauguin, Matisse and Bonnard. His imagination was
powerfully struck by Monet’s cycle of Water Lilies. He employed the same technique of composing a wraithlike relationship across the pictorial space between juxtaposed
taches of colour, thus creating an illusion of atmosphere
whilst emphasizing the surface of the canvas. Monet’s influence is also seen in Francis’s use of intense chromatism,
which he applied in fluid juxtaposed taches from which the
colour ran. He is said to have stated in 1950: “I make the
late Monet pure.”3
Sharing with Matisse the experience of sickness as a catalyst for art, Francis felt he had a close relationship with the
French master. He was influenced by Matisse’s use of powerful, contrasting colours accentuated by intense brightness
and assimilated Matisse’s innovations in colour and twodimensionality that contribute to the purification of form.
Matisse was a member of the post-impressionist sphere
that concentrated its research on light, which is especially
evident in Luxe, calme et volupté and made manifest by the
diffraction of the colours. In this painting, Matisse used
dots like deft brushstrokes; the shadows are blue, the lights
orangey and red. He only employed bright, primary colours (red, yellow, blue) and their complementaries (orange, green and violet), arranging them carefully so as to
bring life to the light.
It was this same vibration of colours that Sam Francis was
experimenting with; he wanted the light and colour to rise
out of the canvas in an explosive sensation that represented the process of life in the world. In his often large format paintings he mixed a variety of techniques: dripping,
all-over and tachism. The name of this last practice refers
to the element of chance in pictorial creation: the tache
(from the French word for “stain”) takes its form entirely
randomly and spontaneously. Like Jackson Pollock, Sam
Francis focused exclusively on the ground, excluding any
figuration. Thus his planes tended to be simplified and his
large works would be based on colour, including black,
which Francis thought of as a “non-colour”. He took the
explosion of form to its furthest point and thus initiated
the technique of dissolution. In some of his canvases, this
practice renders figures liquid, which he translated into
vertical runs of paint to create a sort of grid or web that
connects the forms-taches together.
Colour in Francis’s works arises from the ground, which in
turn was either white or sand-coloured in reference to the
desert that was so strongly present in his imagination. The
immensity of space and the intensity of the air absorbed
by the intense, omnipresent sunlight became his source of
inspiration and led to a pictorial construction characterized by space and the infinitely white. The uniformity of
the white canvas, where the white sand merges with the
sky, led him to paint forwards from out of the background,
the place that in painting represents infinity. Logically, the
development from this starting point was that, if infinity
comes from out of the background, then there is no need
to paint figures as what interested him as an artist was “the
space between things”. By suppressing figures, Sam Francis suppressed the finite, leaving only the infinite. Thus his
paintings are simply a fragment of the infinity that continues beyond the edges of the canvas.
This apparent certitude also aroused a number of questions. The dominant and magnificent white – which was
particularly present in his paintings between 1957 and
1961 – reminds us that it contains all the other colours but
that symbolically it is ambiguous and places man’s imagination in confrontation with the mystery of the universe.
It induces a series of fundamental questions: is the energy
represented by the white space or the absence of space? Is
it filled or empty space? Does it express nostalgia or fulfilment? A fear or a hope? The creative process in Francis’s
paintings gives rise to as many philosophical doubts as the
enigmas that the artist poses himself. These uncertainties
might be resolved in the recognition of the positive and vital force that emanates from colour. The author Jean-François Lyotard suggested that the colour in the artist’s paintings represents darkness, in an essay on Sam Francis titled
Lesson of Darkness, which illustrates the dialectics of nothing and questions nothingness. Resolution of the uncertainties is clearly a question of faith!
A large canvas in the exhibition (Untitled, 1967, 240 x 180
cm) illustrates this pictorial philosophy. The work develops
from the outside, from the painted frame that encloses the
white of infinity between the coloured forms: enigmatic,
conceptual and gestural, this painting might easily go by
the title of “Spatial Concept”.
The artist’s physical involvement with the creation of this
work, and the free, open space that is intrinsic to the allover technique, are both characteristic of American postwar painting. Sam Francis incorporated lyrical, gestural
abstraction in his work without, however, attributing primary importance to the dynamism that gesture created.
Shot through by colour, the space itself becomes colour.
He wrote: “Space is color.” For him, color is the true substance, the starting point that is neither design nor lines.
His work is, therefore, based fundamentally on colour. The
use of acrylics allowed him to create runs and spurts of
paint but, above all, it made possible the assimilation of
degrees of transparency that gave his paintings their luminosity. The stains of colour take on the appearance of darts
shot through with light and are illustrative of the artist being “less interested in the play of light than the substance
it is made of ”4. Often relegated to the edges of his works,
these projections of colour appear like a frame and raise
doubts about the limits of the surface, which is itself virtually negated by the all-over technique. They can also be
thought of as indices or signs that allow the circumscription of the internal surface of a work.
Sam Francis explained that he considered “this central zone
not as an empty space but as a monumental form, defined
by shreds of color packed and fragmented at the edges”. So,
far from playing the passive role as the background, it becomes the subject of the painting. Imbuing the composition with order and discipline, the white (or sandy-white)
expanse, which is neither empty nor sterile, is a place characterized by tension and dynamism.
This painting is also representative of the artist’s extended
stay in his studio in Santa Monica. His production during
the years from 1963 to the end of the decade is marked by
the outpouring of colour. In the light of southern California, brilliant and even dazzling colour asserted itself in luminous flashes on his canvas. The drama of red is countered by the vital explosion of yellow and the plenitude of
blue. White occupies the centre of the works, pushing colour to the edges.
During the 1970s Sam Francis became interested in the
Jungian theory of the unconscious and esotericism, with
the result that he began to paint more suggestive and even
figurative works. The act of painting gained in mystery and
magic. The white surface became firmly locked and the atmospheric volume was no longer really empty but framed
by bands of mixed colours that limit the white’s expansion. A white rectangle, which Francis called the “hole of
infinity”, took centre-stage and this strangled central point
captured vital energy while the locked painting was encroached upon by an inexpressible anxiety. In Francis’s art,
this point marked the representation of the unconscious,
with suffocation and strangulation becoming evident. His
15
series of Mandala Paintings are meditative, magical forms
concentrated around a small white square bounded by tightly packed, disturbing masses of colour. The mandalas are
doorways that open onto the tunnels of the unconscious
that lead us to the unfathomable depths of our being. His
works, however, continued to be shot through with a diaphanous and ethereal character that we too often forget is the
result of unflagging formal work on the pictorial matter and
its support. The “work” involved in Francis’s apparently fluid and airy paintings, which is not a contradiction in terms,
represents nothing but the artist’s lifelong tussle with his materials to conquer immateriality in painting.
From 1975, one of his most commonly used methods was
to create a grid across the surface of the painting and then
pass the paint across the canvas with a roller. The next steps
would be carried out by hand. The framework clasped the
white in a lattice of colour.
Towards the end of the 1970s and during the following decade, Sam Francis recaptured the plenitude of gesture in his
painting and the organic balance that encompasses the surface of the canvas. The grid structure persists and even hardens as though to defend itself from the abyssal depths. His
painting became gestural and even “frivolous”, according to
Lyotard, as if the artist had wished to lock out all sense of
drama and emphasize the pleasure of the gesture that “no
longer engaged the soul”. Like the white infinity that introduced Francis’s work into the analytical and symbolic field,
this aspect of his oeuvre, like the multiple facets of his painting, became the subject of an essay by Jean-François Lyotard
published in 1992 with the title Sam Francis. Lesson of Darkness: “Like the Paintings of a Blind Man”.5 A well-known philosopher, in particular for his opinions on postmodernist
thought and its impact on society, Lyotard analysed the artistic language of certain twentieth-century artists in a series
of essays, most notably on Marcel Duchamp, Karel Appel
and Sam Francis.6 Lyotard’s essay reveals the complex and
highly spiritual aspects of Francis’s painting and the subtle
variety in his use of colour. His reflections illuminate the artist’s work and highlights the Californian’s search for immateriality in the almost invisible breath of the pictorial message.
In Lyotard’s opinion, “the work of Sam Francis pays homage
to the visible marvel and bears witness to the visual enigma”.
The power of Sam Francis’s art found an equally expressive outlet in the work that he produced throughout his
life on paper, in which the techniques of drippings, all-
16
SAM FRANCIS
over, tachism and grids were all employed. Francis loved
to work on paper on account of the greater freedom it offered, and the fact that its fibrous consistency interacted
with the paint to give the finished work a deeper and more
organic quality. He said: “Paper is much more beautiful
than canvas. It’s deeper. I like the way that the paint slips
into the fibres.” The exhibition contains numerous examples of his paper works, with their explosive, vigorous and
colourful magic.
Jackson Pollock, My Painting, in Pollock. Painting, edited by
Barbara Rose, Agrinde Publications, New York, 1980, p. 65.
2
David Kuperberg, Clyfford Still, The Art Story Foundation, New
York, 2012.
3
Sam Francis in response to a question about his work. Stated in
a letter from Bernard Schultze to Annelise Hoyer in August 1967.
4
Alain Yver in jazz.blog4ever.com
5
First ed. The Lapis Press, Los Angeles, 1992.
6
Jean-François Lyotard, Writings on Contemporary Art and Artists,
Leuven University Press, 2010. Sam Francis. Leçon de ténèbres /
Lesson of Darkness is the second of a series of five volumes of the
most important texts by Lyotard (1924-1998) on modern art and
artists.
1
Opere / Works
Senza titolo/Untitled, 1949
Acquarello su carta
Watercolor on paper
30,5 x 24,5 cm
Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed with date by the artist
in pencil on verso: “Sam Francis 1949”
Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo
SF49-075
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 19 (ill. colori)
18
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
19
Senza titolo/Untitled, c. 1950-1990
Acrilico, gouache, inchiostro e tempera su carta
Acrylic, gouache, ink and tempera on paper
43 x 35,5 cm
Senza firma né data/Unsigned and undated
Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso
with the Sam Francis logo and facsimile signature stamps
SF50-191
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Collezione privata, Milano
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
Collezione privata, Rovigo, Italia
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 21 (ill. colori)
20
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
21
Senza titolo/Untitled, 1952
Inchiostro su carta
Ink on paper
62 x 49,5 cm
Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed with the date by the
artist and inscribed in pencil on verso: “Sam Francis 1952 Paris”
Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis
Estate logo
SF52-001
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 23 (ill. colori)
22
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
23
Senza titolo/Untitled, 1956
Gouache e acquarello su carta
Gouache and watercolor on paper
74,9 x 55,9 cm
Firmato sul retro in penna blu/Signed on verso in blue pen: “Sam Francis”
SF56-212
Provenienza/Provenance:
Gimpel Fils, Ltd., Londra
Private East Coast Collection, USA (1961)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010)
Esposizioni/Exhibitions:
MiArt 2011, Milano, 07-11/04/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna, stand
E11, pad. 3
ArtVerona 2011, Verona, 06-10/10/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna,
stand B16
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Italia-America. Il Novecento a
confronto”, 24/09-01/10/2011
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 25 (ill. colori)
24
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
25
Senza titolo/Untitled, 1957
Gouache e acquarello su carta
Gouache and watercolor on paper
94 x 182 cm
Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist and
inscribed on verso: “Painted by me in 1957 Sam Francis”
SF57-063
Provenienza/Provenance:
Gimpel Fils Gallery, Ltd., Londra
Collezione privata, Londra
Collezione privata
Collezione privata, Padova
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
Esposizioni/Exhibitions:
Tokyo Department Store Gallery, Shibuya, Tokyo, “The adventure
of Today’s Painting: The Art of Sam Francis and Toshimitsu Imai”,
15-20/10/1957; poi Kintetsu Department Store Gallery, Osaka, novembre 1957
Gimpel Fils Gallery, Londra. Collector’s choice VIII, May 1958
Warwick Art Trust, Londra, “Sam Francis in Britain”, novembre-dicembre
1984, cat. n. 3
Chiostro S. Francesco, Udine, “Afro Italia-America incontri & confronti”,
25/11/2006-18/3/2007, cat. p. 217
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Opere Grandi Grandi Opere”,
2/10/2010-26/02/2011, cat. p. 59
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 27 (ill. colori)
26
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
27
Senza titolo/Untitled (Composition no. 6), 1959
Gouache e acquarello su carta
Gouache and watercolor on paper
67,5 x 101 cm
Firmato sul retro in penna a sfera/Signed and inscribed on verso in ballpoint
pen: “Sam Francis #6”
SF59-257
Provenienza/Provenance:
Kasmin Gallery, Londra
Collezione privata, San Francisco
André Emmerich Gallery, New York
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010)
Esposizioni/Exhibitions:
USIS Gallery, American Embassy, Londra, “Modern American Painting”,
26/05-10/06/1961
André Emmerich Gallery, New York, “Sam Francis: The Early Years 19551963”, 10/06-03/07/1986 e 02/09-11/10/1986
André Emmerich Gallery, New York, “Selected Works II from the Gallery’s
Collection”, 27/04-17/05/1989
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 29 (ill. colori)
28
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
29
Progetto di murales per Chase Manhattan Bank/Study for the Chase Manhattan Bank Mural, 1959
Gouache su carta
Gouache on paper
53,34 x 251,46 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma / Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis
Estate logo and facsimile signature stamp
SF59-089
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California
Manny Silverman Gallery, Los Angeles (1999)
American Contemporary Art Gallery, Munich
Neuhoff Gallery, New York
Collezione privata, New York
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2010)
Esposizioni/Exhibitions:
André Emmerich Gallery, New York, Sam Francis: “Paintings on Paper”, 6-29/01/1983
André Emmerich Gallery, New York. “Sam Francis: New Work” 8/11-1/12/1984
Manny Silverman Gallery, Los Angeles. “Sam Francis in New York 1958-1960”, 1/05-28/6/1997
American Contemporary Art Gallery, Munich. “Sam Francis: Works from 1953 – 1969”, 9/10/1998-30/01/1999; exhibition catalogue, p. 8-9 (ill)
Centro Culturale Candiani, Mestre, Italia. “Jackson Pollock: The Irascibles and the New York School”, 23/2/03-30/06/2002;
exhibition catalogue, n°71, p. 151 (ill)
MiArt 2011 – Milano, dal 07-11/04/2011 – Galleria Agnellini Arte Moderna – stand E11 pad. 3
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia. “Italia America il Novecento a confronto”, 24/09-01/10/11
ArtVerona 2011 – Verona, dal 06-10/10/2011 – Galleria Agnellini Arte Moderna – stand B16
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, Italy. “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012, cat. pp. 30-31 (ill. colori)
Pubblicazioni/Publications:
Jackson Pollock: The Irascibles and the New York School, Milan, Italy: Skira, 2002, cat. 71, p. 152, illus.
30
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
31
Senza titolo/Untitled (Blue, Black and Green), 1959
Gouache e acquarello su carta
Gouache and watercolor on paper
42,5 x 35 cm
Firmato e datato dall’artista a matita sul retro in pittura blu/Signed, with the
date by the artist on verso in blue paint: “May 1959”
SF59-462
Provenienza/Provenance:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2007)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 33 (ill. colori)
32
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
33
Senza titolo/Untitled, 1960
Acquarello e acrilico su carta
Watercolor and acrylica on paper
cm. 51,35 x 35,56
Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist on
verso: “Sam Francis 1960”
Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis
Estate logo
SF60-1126
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (1997)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 35 (ill. colori)
34
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
35
Senza titolo/Untitled, 1960/90
Acrilico su carta
Acrylic on paper
24 x 21,5 cm
Non firmato, datato sul retro dall’assistente/Unsigned; dated on verso by
studio assistant: “1960”
Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso
with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps
SF60-1143
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (1997)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 37 (ill. colori)
36
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
37
Senza titolo/Untitled, c. 1960
Acquarello su carta
Watercolor on paper
30 x 20,6 cm
Senza firma né data/Unsigned and undated
Timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Stamped on verso
with the Sam Francis Estate logo and facsimile signature stamps
SF60-1192
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 39 (ill. colori)
38
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
39
Santa Barbara (Blue Balls), 1962
Gouache su carta,
Gouache on paper
23,5 x 33 cm
Firmato e datato dall’artista a matita sul retro/Signed, with the date by the
artist on verso in pencil: “Sam Francis 1962”
Timbrato sul retro con il logo/Stamped on verso with the Sam Francis
Estate logo stamp
SF62-035
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2004)
Esposizioni/Exhibitions:
Galerie Beyeler, “Sam Francis”, Fiera di Basilea 1977; cat. n. 24
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 41 (ill. colori)
40
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
41
Senza titolo/Untitled, 1963
Acrilico e acquarello su carta, 1963
Acrylic and watercolor on paper
27,5 x 23,5 cm
Firmato e datato dall’artista sul retro/Signed, with the date by the artist on
verso: “Sam Francis 1963”
SF 63-322
Provenienza/Provenance:
Gallery Delaive, Amsterdam (c.1992)
Galerie Wild, Zurigo (1993)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia (2008)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 43 (ill. colori)
42
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
43
Senza titolo/Untitled (Edge Painting), 1967
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
240 x 180 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF.479
SFP67-20
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam
Baukunst Galerie, Colonia
Collezione privata, Belgio (2009)
Guy Pieters Gallery, Belgio
Esposizioni/Exhibitions:
Tokyo Central Bijutsukan Gallery, “Sam Francis”, con Minami Gallery,
Tokyo, 10-30/05/1968, brochure (no ill.); poi Gutai Pinacotheca Osaka,
02-17/06/1968
Smith Andersen Gallery, Palo Alto, California, “Sam Francis: Four Decades”,
27/02-23/04/1988
University Art Museum, University of California, Berkeley,
“Sam Francis: 1994. Distinguished Alumnus Award Exhibition”,
brochure (no ill.)
Galerie Jean Fournier, Parigi, “Sam Francis: Edges 1962-1970”,
12/03-30/04/1999
Baukunst Galerie, Colonia, “Sam Francis: Bilder der 60er Jahre”,
08/02-27/03/2001
Fundación Bancaja, Valencia, “La Espiritualidad del vacío/The Spirituality of
the Void”, 02/10/2001-07/01/2002; cat. p. 121 e copertina (ill. colori)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 45 (ill. colori)
Bibliografia/Literature:
Dedication Kusuo Shimizu and Minami Gallery, Minami Gallery,
Tokyo,1985, cat. p. 70 (ill.)
44
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
45
Senza titolo/Untitled, 1974
Acrilico su carta
Acrylic on paper
39 x 49 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il facsimile della firma/Unsigned
and undated; stamped on verso with the Sam Francis facsimile signature
stamp
SF74-773
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 47 (ill. colori)
46
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
47
Senza titolo/Untitled (Study for Cover to Hilde Kirsch Feschrift), 1977
Acrilico su carta
Acrylic on paper
76,3 x 31 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF77-138
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2001)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 49 (ill. colori)
48
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
49
Senza titolo/Untitled, c. 1980/1990
Acrilico su carta
Acrylic on paper
76,5 x 57,5 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF80-1146
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 51 (ill. colori)
50
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
51
Senza titolo/Untitled, 1983
Acrilico su carta
Acrylic on paper
38 x 18,4 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF83-100
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2004)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 53 (ill. colori)
52
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
53
Senza titolo/Untitled, c. 1985/1990
Acrilico su carta
Acrylic on paper
39 x 47 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF85-503
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2004)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 55 (ill. colori)
54
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
55
Senza titolo/Untitled, 1985
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
38,7 x 33 cm
Senza firma; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned; stamped on verso with the Sam Francis logo and facsimile
signature stamps
Datato sul retro in rosso dall’assistente/Dated on verso, by studio assistant, in red: “1985”
Catalogue Raisonné n. SFF. 1192
SFP85-172
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (1999)
Esposizioni/Exhibitions:
André Emmerich Gallery, New York, “Sam Francis: Miniatures”, 12/1997
Gallery Delaive, Amsterdam, Museum Jan van der Togt, Amstelveen,
“Sam Francis: Remembering 1923-1994”, 8/11/2004-9/01/2005; cat.
pp.104-105, 112 (ill. b/n e col.)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 57 (ill. colori)
Bibliografia/Literature:
Sam Francis, Galleria Il Gabbiano, Roma, 2000; cat. p. 45 (ill.)
56
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
57
Senza titolo/Untitled, 1985
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
71,5 x 21,5 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1212
SFP85-32
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 59 (ill. colori)
58
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
59
Senza titolo/Untitled, c. 1986
Acrilico su carta
Acrylic on paper
47 x 34 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF86-809
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 61 (ill. colori)
60
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
61
Senza titolo/Untitled, 1986
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
111 x 111 cm
Senza firma; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/Unsigned; stamped on verso with the Sam Francis Estate logo and facsimile
signature stamps
Datato sul retro con matita colorata dall’assistente/Dated on verso, by
studio assistant, in colored pencil: “top 1986”
Catalogue Raisonné n. SFF. 1321
SFP86-41
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California
Collezione privata (acquistata tramite Bruk Kahan Gallery, Boca Raton,
Florida)
Collezione privata New York
Collezione privata, Roma
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
Esposizioni/Exhibitions:
Museum of Modern Art, Toyama, Giappone, “Sam Francis”, con Nantenshi
Gallery, Tokyo, 23/04/-19/06/1988, cat. n. 14, p. 50 (ill. colori); poi Museum
of Modern Art, Seibu Takanawa, Karuizawa, 04/08-04/09/1988; Museum
of Modern Art Shiga, 10/09/-16/10/1988; Ohara Museum of Art, Kurashiki,
25/10-27/11/1988; Setagaya Art Museum, Tokyo, 25/02-26/03/1989
ArtVerona 2009, Verona, 17-21/09/2009, Galleria Agnellini Arte Moderna,
stand P4-Q5
ArtVerona 2010, Verona, 14-18/10/2011, Galleria Agnellini Arte Moderna,
stand B16
Galleria Agnellini Arte Moderna, “Italia America. Il Novecento a confronto”,
24/09-01/10/2011
Brescia Arte Moderna e Contemporanea, 28/11/2011, Galleria Agnellini
Arte Moderna, stand 15/16
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 63 (ill. colori)
62
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
63
Senza titolo/Untitled, 1987
Acrilico su carta
Acrylic on paper
81,5 x 56 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF87-141
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 65 (ill. colori)
64
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
65
Senza titolo/Untitled, c. 1987-1988
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
33 x 24 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1523
SF87-184
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 67 (ill. colori)
66
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
67
Senza titolo/Untitled (Red Augusto), 1987
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
106,6 x 86,3 cm
Firmato e datato dall’artista con pennarello nero sul retro/Signed, with date
by the artist on verso in black marker: “Sam Francis 1987”
Catalogue Raisonné n. SFF. 1457
SFP87-120
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Collezione privata
Gallery Delaive, Amsterdam (2000)
Esposizioni/Exhibitions:
Museun of Modern Art, Toyama, “Sam Francis”, con Nantenshi Gallery,
Tokyo, 23/04-19/06/1988; cat. n. 21, p. 56 (ill. colori); poi Museum of
Modern Art, Seibu Takanawa, Karuizawa, 04/08-04/09/1988; Museum of
Modern Art Shiga, 10/09-16/10/1988; Ohara Museum of Art, Kurashiki,
25/10-27/11/1988; Setagaya Art Museum, Tokyo, 25/02-26/03/1989
Galerie Jean Fournier, Parigi, “Sam Francis: une exposition pour nos anniversaires”, 16/03-26/04/1991
Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: A Selection of Paintings 19461992”, 18/12/2010-20/02/2011; cat. p.45 (ill. colori)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 69 (ill. colori)
68
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
69
Senza titolo/Untitled, 1988
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
33 x 24 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1521
SF88-266
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Collezione privata
Gallery Delaive, Amsterdam (2010)
Esposizioni/Exhibitions:
Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: A Selection of Paintings 19461992”, 18/12/2010-20/02/2011; cat. p. 51 (ill. colori)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 71 (ill. colori)
70
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
71
Senza titolo/Untitled, 1988
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
33 x 24 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1521
SF88-264
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Collezione privata
Gallery Delaive, Amsterdam (2002)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria il Gabbiano, Roma, “Sam Francis”, con Manny Silverman Gallery,
Los Angeles, 28/11/1998-febbraio 1999; cat. n. 28 (ill. colori)
Galerie Koch, Hannover, Germania, “Sam Francis: Werke von 1958-1992”,
4/09-09/10/2010, brochure (no ill.)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 73 (ill. colori)
72
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
73
Senza titolo/Untitled, c. 1989
Acrilico su carta
Acrylic on paper
30,5 x 45 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF89-119
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 75 (ill. colori)
74
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
75
Senza titolo/Untitled, 1990
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
49 x 28 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1645
SFP90-26
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2003)
Esposizioni/Exhibitions:
Page Gallery, Seoul, “The Painter Sam Francis”, con Galerie Son, Berlino,
03/03-30/04/2011
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 77 (ill. colori)
76
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
77
Senza titolo/Untitled, 1990
Acrilico su tela
Acrylic on canvas
170 x 134 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
Catalogue Raisonné n. SFF. 1634
SFP90-29
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2005)
Esposizioni/Exhibitions:
Gallery Delaive, Amsterdam, “Sam Francis: The Unknown Works from
1990s”, 19/11-23/12/2005; cat. p. 68 (ill. colori)
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 79 (ill. colori)
78
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
79
Senza titolo/Untitled, 1992
Acrilico su carta
Acrylic on paper
86 x 76 cm
Senza firma né data; timbrato sul retro con il logo e il facsimile della firma/
Unsigned and undated; stamped on verso with the Sam Francis Estate
logo and facsimile signature stamps
SF92-102
Provenienza/Provenance:
The Estate of the artist, California (1994)
Gallery Delaive, Amsterdam (2005)
Esposizioni/Exhibitions:
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia, “Sam Francis”, 21/04-14/07/2012,
cat. p. 81 (ill. colori)
80
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
81
Apparati / Appendix
84
© Sam Francis Foundation, California / Artists Rights Society (ARS), New York
in collaborazione con
Debra Burchett-Lere,
Sam Francis Foundation ©
Notizie biografiche
Sam Francis, nato nel 1923 a San Mateo,
California, è morto nel 1994 a Santa Monica, California.
Dopo aver inizialmente studiato psicologia e
medicina, in seguito studia pittura con Clyfford Still, prima di recarsi a Parigi, dove rimane dal 1948 fino al 1950 frequentando l’Académie Léger. Nel 1952 tiene la sua prima
mostra personale a Parigi e incontra esponenti dell’informale francese. Accettato come esponente della giovane avanguardia
europea, presenta il suo lavoro in diverse
esposizioni a Parigi, Londra e Berna. La partecipazione a Twelve Americans, mostra allestita al Museum of Modern Art di New York
nel 1956, lo fa notare anche in America.
Durante questo periodo la sua produzione
passa da composizioni con campiture pittoriche monocrome a “isole di colori” brillanti su tele bianche. La sua modalità grafica
di stendere la pennellata e il carattere lirico del suo colore fluido avvicinano Francis
all’arte dell’Estremo Oriente, che egli studia intensamente. Nel 1957 viaggia in India,
Thailandia e Giappone, esponendo a Tokyo
e Osaka.
Dopo irrequieti spostamenti tra Parigi, la
sua città natale e altre grandi città, Francis torna in California nel 1962, stabilendosi dapprima a Santa Barbara e prendendo
poi uno studio a Venice, Santa Monica, nel
1963. Nel corso degli anni Sessanta sviluppa un proprio stile ben riconoscibile di dripping spontaneo e gestuale. Lavora stendendo colori a olio, acrilici e acquarelli sulla tela
e sulla carta con movimenti circolari e creando effetti di spruzzo. Nelle sue “grid pictures” degli anni Settanta la superficie pittorica è coperta con strutture rettangolari.
Francis non è solo un illustre esponente
dell’action painting; egli esplora le più varie
tecniche artistiche, come la litografia, l’acquaforte e il monotipo, e la sua passione
per la grafica d’arte lo spinge nei primi anni
Ottanta a condurre interessanti esperimenti
in questo campo. Caratteristiche di questa
fase sono composizioni espressive suddivise in più parti, talvolta con colature di vernice. Negli ultimi anni Sam Francis si impegna
anche in committenze per dipinti murali di
grandi dimensioni.
Sam Francis nel suo studio,
Tokyo, 1974 circa /
Sam Francis in his studio,
Tokyo, circa 1974
© Sam Francis Foundation,
California / Artists Rights Society
(ARS), New York
1946-1958
Sam Francis dipinge e studia a San
Francisco, in California, dopo che un
incidente aereo e problemi di salute
lo costringono per anni in ospedale.
Si diploma nel 1949 e nel 1950 riceve
il bachelor’s degree alla University of
California di Berkeley. Tra il 1950 e il 1958
vive e lavora principalmente a Parigi,
compiendo viaggi in Messico, in Giappone,
in vari paesi d’Europa e negli Stati Uniti.
1952
Prima mostra personale alla Galerie Nina
Dausset di Parigi.
1955
Mostra personale alla Galerie Rive Droite
di Parigi.
1956
Partecipa alla mostra Twelve Americans
al Museum of Modern Art di New York.
Mostre personali: Galerie Rive Droite,
Parigi; Zoe Dusanne Gallery, Seattle;
Martha Jackson Gallery, New York;
Galerie Ad Libitum, Anversa.
Il “Time Magazine” descrive Francis
come “il miglior pittore americano
nella Parigi di oggi”.
1957
Viaggia in Giappone e dipinge un murale
per la Sogetsu School di Tokyo. Mostre
personali: Zoe Dusanne Gallery, Seattle;
Gimpel Fils, Londra.
1959
Affitta uno studio a New York e
intraprende la realizzazione di un murale
per la Chase Manhattan Bank di Pasadena,
California. Mostra personale al Pasadena
Art Museum, trasferita poi al San
Francisco Museum of Art e al Seattle Art
Museum.
Sam Francis sposa la pittrice Teruko Yokoi;
nasce la loro figlia, Kayo.
1960-1966
Vive e lavora a Berna, in Svizzera, durante
un altro periodo di cure in ospedale.
Divorzia da Teruko Yokoi.
Mostre personali: Kunsthalle, Berna,
trasferita poi al Moderna Museet,
Stoccolma; Minami Gallery, Tokyo;
Kornfeld and Klipstein, Berna; Galerie
Benador, Zurigo; Esther Bear Gallery,
Santa Barbara. Partecipa a Documenta III
a Kassel, esponendo i pannelli murali di
Basilea.
Nel 1962, dimesso dall’ospedale, torna in
California, soggiornando dapprima a Santa
Barbara e poi a Santa Monica. Acquista
una proprietà e vi progetta un nuovo
studio al 345 di West Channel Road a
Santa Monica, che diventa la sua dimora
permanente. Mantiene anche lo studio di
Parigi finché non viene demolito nel 1983.
Nel 1966 crea la performance Sky Painting
nella baia di Tokyo.
Sposa Mako Idemitsu e nasce il loro figlio
Osamu.
1967
Mostre personali alla Pierre Matisse
Gallery di New York, al Museum of
Fine Arts di Houston, poi trasferita allo
University Art Museum di Berkeley.
Crea un’altra performance, Snow Painting,
a Naibara, in Giappone.
1968
Riceve una laurea ad honorem dalla
University of California di Berkeley.
Mostre personali: Centre National d’Art
Contemporain, Parigi; Kunsthalle, Basilea;
Minami Gallery, Tokyo.
1969-1972
Nel 1969 nasce il terzo figlio di Francis,
Shingo.
Crea tele murali per la Nationalgalerie di
Berlino. Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Nicholas Wilder Gallery,
Los Angeles; Los Angeles County Museum
of Art, Los Angeles; Martha Jackson
Gallery, New York; Felix Landau Gallery,
Los Angeles.
Crea The Litho Shop, Inc. per stampare
e distribuire le proprie opere grafiche a
tiratura limitata.
1972-1973
Mostre personali: Albright-Knox Art
Gallery, Buffalo, trasferita poi alla Corcoran
Gallery, Washington; Whitney Museum
of American Art, New York; Museum of
Fine Arts, Dallas; Oakland Museum of
Art, Oakland; University Museum of Art,
Stanford.
1973-1974
Vive e lavora soprattutto a Tokyo. Mostre
personali: Idemitsu Art Museum, Tokyo;
Minami Gallery, Tokyo.
1975-1977
Mostre personali: Nicholas Wilder Gallery,
Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Parigi;
Andre Emmerich Gallery, New York;
Richard Gray Gallery, Chicago; Kornfeld
and Klipstein, Berna; Smith Andersen
Gallery, Palo Alto, California. Inizia una
serie di collaborazioni a monotipi con
Garner Tullis.
85
1977-1978
Mostre personali: Louisiana Museum of
Art, Humlebaek, Danimarca, trasferita poi
al Centre Pompidou, Parigi, Liljevalchs
Konsthall, Stoccolma, e Israel Museum,
Gerusalemme.
1978
Mostre personali: Nicholas Wilder Gallery,
Los Angeles; Otis Art Institute, Los
Angeles.
1979
Mostra personale all’Institute of
Contemporary Art, Boston, itinerante poi
a Taiwan, Hong Kong, Filippine, Corea
e Giappone a cura dell’ US International
Communication Agency. Altre mostre
personali: Galerie Jean Fournier, Parigi;
Andre Emmerich Gallery, New York;
Brooke Alexander Gallery, New York.
1980
Mostre personali: Abbazia di Senanque,
Gordes, Francia; Los Angeles County
Museum of Art, Los Angeles; Riko Mizuno
Gallery, Los Angeles; James Corcoran
Gallery, Los Angeles; Smith Andersen
Gallery, Palo Alto.
Divorzia da Teruko Idemitsu. È eletto
nel Board of Trustees del Museum
of Contemporary Art di Los Angeles.
1981
Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Ace Gallery, Los
Angeles; Ruth Schaffner Gallery, Santa
Barbara, California. Allestisce uno
studio temporaneo a San Leandro,
California, per dipingere un murale
per il San Francisco Museum of Art.
1982
Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Nantenshi Gallery,
Tokyo; Richard Gray Gallery, Chicago.
1983
Crea un murale per l’aeroporto di San
Francisco. Mostre personali: Andre
Emmerich Gallery, New York; Galerie
Kornfeld, Berna; Smith Andersen Gallery,
Palo Alto; Fondation Maeght, Saint-Paul de
Vence; Studio Marconi, Milano; Colorado
State University, Fort Collins; Galerie Jean
Fournier, Parigi; John Berggruen Gallery,
San Francisco; Nantenshi Gallery, Tokyo.
È nominato “Commandeur de l’Ordre des
Arts et des Lettres” dallo Stato francese.
1984
Fonda la Lapis Press. Mostre personali:
Andre Emmerich Gallery, New York;
Cantor-Lemberg Gallery, Birmingham,
Michigan; Robert Elkon Gallery, New
York; Knoedler Gallery, Londra.
86
SAM FRANCIS
1985
Mostre personali: Galerie Kornfeld, Berna;
Galerie Jean Fournier, Parigi; Nantenshi
Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery,
Chicago. Completa il murale per
il San Francisco Museum of Art.
Sposa Margaret Smith in Giappone.
1992
Mostre personali: Galerie Daniel Papierski,
Parigi; Museum van der Togt, Amsterdam;
Kukje Gallery, Seul. Pubblicazione di
The Prints of Sam Francis. A Catalogue
Raisonné a cura di Connie Lembark,
edito da Hudson Hills Press.
1986
Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Galerie Jean Fournier,
Parigi; Nantenshi Gallery, Tokyo. Gli viene
commissionato un dipinto murale per
il soffitto dell’Opéra Nationale, Théâtre
Royal de la Monnaie, Bruxelles.
Nascita del quarto figlio, Augustus.
Acquista uno studio a Palo Alto, ma tiene
anche lo studio di Santa Monica.
1993
Mostre personali: Kunst- und
Ausstellungshalle der Bundesrepublik
Deutschland, Bonn; Galerie Pudelko,
Bonn; Bobbie Greenfield Gallery, Venice;
Michel Cohen Gallery, New York; Ochi
Gallery, Ketchum, Idaho; Manny Silverman
Gallery, Los Angeles; Galerie Iris Wazzau,
Davos; Museum of Contemporary Art,
Los Angeles. Gli viene commissionato
un importante dipinto per il Parlamento
tedesco a Bonn. Dona dieci opere
al Museum of Contemporary Art
di Los Angeles.
1987
Mostre personali: Knoedler Gallery,
Londra; Andre Emmerich Gallery, New
York; Pamela Auchincloss Gallery, Santa
Barbara; Heland Thorden Wetterling
Galleries, Stoccolma; Manny Silverman
Gallery, Los Angeles; Galerie Pudelko,
Bonn.
1988
Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Galerie Jean Fournier,
Parigi; Nantenshi Gallery, Tokyo; Smith
Andersen Gallery, Palo Alto; Greenberg
Gallery, St. Louis, Missouri; National
Gallery, Seul; Toyama Museum, Giappone,
itinerante poi a Seibu, Takanawa,
Karuizawa, Shiga, Ohara, Murashiki,
Setagaya, Tokyo.
1989
Mostre personali: Andre Emmerich
Gallery, New York; Galerie Jean Fournier,
Parigi; Bernard Jacobson Gallery, Londra;
Linda Farris Gallery, Seattle; Knoedler
Gallery, Londra. Lavora a Manchester,
in Inghilterra.
1990
Mostre personali: Associated American
Artists, New York; Gallery Delaive ,
Amsterdam; Heland Wetterling Gallery,
Stoccolma; Ogawa Art Foundation, Tokyo;
Talbot Rice Gallery, Edimburgo. Acquista
una proprietà e affitta uno studio nella
California settentrionale, a Pt. Reyes
Station. Continua a tenere gli atelier
di Santa Monica e Venice.
1991
Mostre personali: Galerie Kornfeld, Berna,
Galerie Jean Fournier, Parigi; James
Corcoran Gallery, Los Angeles; Gagosian
Gallery, New York; Centre Regional d’Art
Contemporain Midi-Pyrénées, Toulouse
Labège, Francia.
1994
Mostre personali: Long Fine Art, New
York; Gallery Delaive, Amsterdam; Bobbie
Greenfield Gallery, Venice; Galerie Jean
Fournier, Parigi; Galerie Proarta, Zurigo;
Andre Emmerich Gallery, New York;
Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray
Gallery, Chicago; University Art Museum,
University of California, Berkeley; Galerie
Kornfeld, Berna. Daco-Verlag Günter Bläse
di Stoccarda pubblica un’ampia monografia
sui monotipi di Sam Francis. Riceve il
“Distinguished Alumnus Award” dalla
University of California, Berkeley.
L’artista muore a Santa Monica, California.
Dopo la sua morte viene fondata la Samuel
L. Francis Foundation, Inc. (conosciuta
anche come Samuel L. Francis Art
Museum, Inc. o Sam Francis Foundation)
che si occupa non solo dei diritti legali,
ma anche di “studiare, documentare,
proteggere e perpetuare il suo lascito
creativo”. Ogni anno si tengono numerose
mostre di Sam Francis in tutto il mondo
(circa un centinaio tra il 1994 e il 2010)
e il suo lavoro continua a riscuotere
grande successo.
Tra le principali mostre personali:
1995
Los Angeles County Museum of Art,
Los Angeles; Andre Emmerich Gallery,
New York; Manny Silverman Gallery,
Los Angeles; Grunwald/UCLA/Armand
Hammer Museum, Los Angeles;
Kunstverein Ludwigsberg, Francoforte;
Musée du Jeu de Paume, Parigi.
1996
Smith Andersen Gallery, Palo Alto;
Sogetsu Art Museum, Tokyo; Gallery
Delaive , Amsterdam; Gagosian Gallery,
Beverly Hills; Guy Pieters Gallery, Knokke;
Galerie Michael Haas, Berlino; Galerie
Proarta, Zurigo.
1997
Frederick M. Weisman Museum of Art,
Pepperdine University, Malibu, trasferita
poi ampliata alla Fundación Caja de Madrid
in Spagna; Andre Emmerich Gallery,
New York; Manny Silverman Gallery,
Los Angeles; Museo d’Arte, Mendrisio;
Gallery Delaive, Amsterdam.
1998
Thomas Segal Gallery, Baltimora; Fundació
Miró, Barcellona; Guy Pieters Gallery,
Knokke; Gallery Delaive, Amsterdam;
Galleria Il Gabbiano, Roma.
1999
Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Robert
Green Fine Arts, Mill Valley, California;
Galleri Faurschou, Copenaghen; Ikon Ltd.
Contemporary Art, Santa Monica; Manny
Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie
Jean Fournier, Parigi; Baukunst Galerie,
Colonia.
2000
Galleri GKM Siwert Bergstrom, Malmö;
Richard Gray Gallery, New York e Chicago;
Gallery Delaive, Amsterdam; Lawrence
Rubin Greenberg Van Doren Fine Art, New
York; Galleria Il Gabbiano, Roma; Idemitsu
Museum of Arts, Osaka e Tokyo.
2001
Guy Pieters Gallery, Saint-Paul de Vence;
Alan Cristea Gallery, Londra; Galerie
Proarta, Zurigo; Brian Gross Gallery,
San Francisco; Lawing Gallery, Houston.
documentari di Sam Francis vengono
acquisiti dal John Paul Getty Art Museum
Research Institute di Los Angeles.
2006-2007
Kunstmuseum, Bern; Galerie Flintholm,
Verster Skerninge, Danimarca; Robert
Green Gallery, Mill Valley, California;
Galerie Jean Fournier, Parigi; Galerie LC,
Parigi.
2008
Jack Rutberg Fine Arts, Los Angeles;
Galerie Proarta, Zurigo; Galleria San Carlo,
Milano; Galleria Repetto, Acqui Terme.
2009
College of the Canyons Art Gallery,
Santa Clarita, California; American
Contemporary Art Gallery, Monaco di
Baviera; Smith Andersen North, San
Rafael, California; Leslie Sacks Fine Art,
Los Angeles; Samuelis Baumgarte Galerie,
Bielefeld; L&M Arts, New York; Bernard
Jacobson Gallery, Londra; Gallery Delaive,
Amsterdam; Guy Pieters Gallery, Knokke.
2010-2011
Galerie Proarta, Zurigo; Helly Nahmad
Gallery, New York; Danubiana Art
Museum, Bratislava; Coskun Fine Art,
Londra; Galerie Koch, Hannover; Galerie
Jean Fournier, Parigi; Gallery Delaive,
Amsterdam; Galerie Thomas Modern,
Monaco di Baviera; Page Gallery, Seul;
Tibor de Nagy Gallery, New York.
2012
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
2002-2004
Galerie Pudelko, Bonn; Las Vegas Art
Museum, Las Vegas; Galerie Thomas,
Monaco di Baviera; Galerie Boisserée,
Colonia; Galerie Iris Wazzau, Davos;
Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo; Ace
Gallery, Beverly Hills; Artemis Greenberg
Van Doren Gallery, New York; Robert
Green Fine Arts, Mill Valley, California;
Broadbent Gallery / Robert Sandelson
Galleries, Londra; Santa Monica
Community College, Santa Monica;
Gallery Delaive, Amsterdam; Baukunst
Galerie, Colonia; Galerie Thomas, Monaco
di Baviera; American Contemporary
Art Gallery, Monaco di Baviera; Galerie
Proarta, Zurigo. Lo Idemitsu Museum of
Arts di Tokyo organizza una grande mostra
itinerante in sei musei giapponesi.
2004-2005
Grande retrospettiva al Museum Jan
van der Togt di Amstelveen, in Olanda,
in collaborazione con la Gallery Delaive
di Amsterdam. Nel 2005 gli archivi
87
in collaboration with
Debra Burchett-Lere,
Sam Francis Foundation ©
Biographical Notes
Sam Francis, born in 1923 in San Mateo,
California, died in 1994 in Santa Monica,
California.
The artist originally studied psychology and
medicine. Turning to art, he studied painting under Clyfford Still before going to Paris,
where he stayed from 1948 until 1950, attending the Académie Léger. In 1952 he had
his first one-man-show in Paris and met exponents of French informel. Accepted as a
member of the young European avant-garde,
he showed his work at exhibitions in Paris,
London and Bern. The participation in Twelve
Americans, an exhibition mounted in New
York by the Museum of Modern Art in 1956,
made Francis well-known in America too.
During this period his style changed from
compositions with the picture surface covered in monochrome values to brightly coloured “islands of colour” on white canvases. His calligraphic handling of brushwork
and the lyrical character of his fluid colour
now linked Francis with Far Eastern art,
which he studied intensively. In 1957 he
travelled around the world, visiting India,
Thailand and Japan. His work was shown
at exhibitions in Tokyo and Osaka.
After moving restlessly between Paris,
his home, and other great cities, Francis
returned to California in 1962, settling at
first in Santa Barbara and then establishing
a studio in Venice, Santa Monica in 1963.
During the 1960s Francis developed his
own distinctive style of spontaneous and
gestural dripping. He guided oils, acrylic and
watercolours across his canvases with circling and spraying movements. In his 1970s
“grid pictures” the surface is covered with
rectangular structures.
Francis was not only a distinguished exponent of action painting. He also explored
media such as lithography, etching and
monotype. His preoccupation with printmaking led to the production of attractive experimental work in the early 1980s.
Forcefully expressive compositions in several parts, some of them with running paint,
are the hallmark of these years. In his final
phase, Francis executed commissions for
large-scale murals.
1946-1958
Sam Francis paints and studies in San
Francisco area, California after plane
crash and illness hospitalizes him for
years. Receives B.A. degree in 1949 and
M.A. degree in 1950 from University of
California, Berkeley. Between 1950 and
1958 he lives and works primarily in Paris,
France, with travels to Mexico, Japan,
Europe, and USA.
He marries Mako Idemitsu; birth of their
son Osamu.
1952
First solo exhibition at Galerie Nina
Dausset, Paris.
1967
Solo exhibitions at Pierre Matisse
Gallery, New York; Museum of Fine Arts,
Houston, Texas, travelling to University
Art Museum, Berkeley, California. Creates
another performance work, Snow Painting,
in Naibara, Japan.
1955
Solo exhibition at Galerie Rive Droite,
Paris.
1956
Included in Twelve Americans show at the
Museum of Modern Art, New York City.
Solo exhibitions: Galerie Rive Droite, Paris,
France; Zoe Dusanne Gallery, Seattle,
Washington; Martha Jackson Gallery, New
York City; Galerie Ad Libitum, Antwerpen.
Time Magazine describes Francis as “the
hottest American painter in Paris these
days”.
1957
He travels to Japan and paints a mural
for the Sogetsu School, Tokyo. Solo
exhibitions at Zoe Dusanne Gallery,
Seattle, Washington, and Gimpel Fils,
London, England.
1959
He rents additional studio in New York
City and begins work on Chase Manhattan
Bank mural, Pasadena, California. Solo
exhibition at Pasadena Art Museum,
travelling to San Francisco Museum
of Art and Seattle Art Museum.
Sam Francis marries the painter Teruko
Yokoi; birth of their daughter, Kayo.
1960-1966
Lives and works in Bern, Switzerland,
during another period of hospitalization.
He divorces Teruko Yokoi.
Solo exhibitions: Kunsthalle, Bern, travelling
to Moderna Museet, Stockholm; Minami
Gallery, Tokyo; Kornfeld and Klipstein,
Bern; Galerie Benador, Zurich; Esther
Bear Gallery, Santa Barbara, California.
Group exhibition at Documenta III, Kassel,
Germany (Basel mural panels are shown).
In 1962, after release from hospital, he
moves back to California, first staying in
Santa Barbara and then Santa Monica. He
purchases property and designs new studio
at 345 West Channel Road, Santa Monica,
which becomes his permanent home base.
He maintains studio in Paris until it is razed
in 1983. In 1966 he creates Sky Painting
performance over Tokyo Bay, Japan.
1968
He receives honorary Ph.D. from
University of California, Berkeley.
Solo exhibitions: Centre National d’Art
Contemporain, Paris; Kunsthalle, Basel;
Minami Gallery, Tokyo.
1969-1972
Birth of Francis’ third child, Shingo (1969).
He creates mural-sized canvas for the
Nationalgalerie, Berlin. Solo exhibitions:
Andre Emmerich Gallery, New York;
Nicholas Wilder Gallery, Los Angeles;
Los Angeles County Museum of Art,
Los Angeles; Martha Jackson Gallery,
New York; Felix Landau Gallery,
Los Angeles.
Establishes The Litho Shop, Inc. to print
and publish his own limited edition prints.
1972-1973
Solo exhibitions: Albright-Knox Art Gallery,
Buffalo, travelling to Corcoran Gallery,
Washington, D.C.; Whitney Museum
of American Art, New York; Museum
of Fine Arts, Dallas; Oakland Museum
of Art, Oakland; University Museum of Art,
Stanford.
1973-1974
Lives and works primarily in Tokyo. Solo
exhibitions: Idemitsu Art Museum, Tokyo;
Minami Gallery, Tokyo.
1975-1977
Solo exhibitions: Nicholas Wilder Gallery,
Los Angeles; Galerie Jean Fournier, Paris;
Andre Emmerich Gallery, New York;
Richard Gray Gallery, Chicago; Kornfeld
and Klipstein, Bern; Smith Andersen
Gallery, Palo Alto, California. Begins series
of collaborations on monotypes with
Garner Tullis.
1977-1978
Solo exhibitions: Louisiana Museum
of Art, Humlebaek, Denmark, travelling
to Centre Pompidou, Paris, Liljevalchs
89
Konsthall, Stockholm, and Israel Museum,
Jerusalem.
1978
Solo exhibitions: Nicholas Wilder Gallery,
Los Angeles; Otis Art Institute, Los Angeles.
1979
Solo exhibition at Institute of
Contemporary Art, Boston,
Massachusetts, travelling to Taiwan,
Hong Kong, Philippines, Korea and Japan
under the US International Communication
Agency. Solo exhibitions: Galerie Jean
Fournier, Paris; Andre Emmerich Gallery,
New York; Brooke Alexander Gallery,
New York.
1980
Solo exhibitions: Abbaye de Senanque,
Gordes, France; Los Angeles County
Museum of Art; Riko Mizuno Gallery,
Los Angeles; James Corcoran Gallery,
Los Angeles; Smith Andersen Gallery,
Palo Alto.
He divorces Teruko Idemitsu. He is
elected to Board of Trustees at Museum
of Contemporary Art, Los Angeles.
1981
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Ace Gallery, Los Angeles;
Ruth Schaffner Gallery, Santa Barbara,
California. He establishes temporary
painting studio in San Leandro, California,
to paint a mural for the San Francisco
Museum of Art.
1982
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Nantenshi Gallery, Tokyo;
Richard Gray Gallery, Chicago.
1983
Completion of mural for San Francisco
Airport. Solo exhibitions: Andre Emmerich
Gallery, New York; Galerie Kornfeld, Bern;
Smith Andersen Gallery, Palo Alto; Fondation
Maeght, Saint-Paul de Vence, France; Studio
Marconi, Milan; Colorado State University,
Fort Collins; Galerie Jean Fournier, Paris;
John Berggruen Gallery, San Francisco;
Nantenshi Gallery, Tokyo. He receives
prestigious “Commandeur de l’Ordre
des Arts et des Lettres” from France.
1984
Forms Lapis Press to publish books.
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Cantor-Lemberg Gallery,
Birmingham, Michigan; Robert Elkon
Gallery, New York; Knoedler Gallery,
London.
1985
Solo exhibitions: Galerie Kornfeld, Bern;
Galerie Jean Fournier, Paris; Nantenshi
90
SAM FRANCIS
Gallery, Tokyo; Richard Gray Gallery,
Chicago. Completion of mural for the
San Francisco Museum of Art.
He marries Margaret Smith in Japan.
1986
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Galerie Jean Fournier, Paris;
Nantenshi Gallery, Tokyo. He receives
commission to paint ceiling mural for
the Opéra Nationale, Théâtre Royal de la
Monnaie, Brussels. Birth of Francis’ fourth
child, Augustus. He purchases studio
space in Palo Alto, and maintains working
studios in Santa Monica.
1987
Solo exhibitions at Knoedler Gallery,
London; Andre Emmerich Gallery,
New York; Pamela Auchincloss Gallery,
Santa Barbara, California; Heland Thorden
Wetterling Galleries, Stockholm; Manny
Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie
Pudelko, Bonn.
1988
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Galerie Jean Fournier, Paris;
Nantenshi Gallery, Tokyo; Smith Andersen
Gallery, Palo Alto; Greenberg Gallery, St.
Louis, Missouri; National Gallery, Seoul;
Toyama Museum, Japan, travelling to
Seibu, Takanawa, Karuizawa, Shiga, Ohara,
Murashiki, Tokyo.
1989
Solo exhibitions: Andre Emmerich Gallery,
New York; Galerie Jean Fournier, Paris;
Bernard Jacobson Gallery, London;
Linda Farris Gallery, Seattle; Knoedler
Gallery, London. He works in Manchester,
England.
1990
Solo exhibitions: Associated American
Artists, New York; Gallery Delaive,
Amsterdam; Heland Wetterling Gallery,
Stockholm; Ogawa Art Foundation, Tokyo;
Talbot Rice Gallery, Edinburgh.
He purchases properties and rents studio
in Northern California at Pt. Reyes Station.
Still maintains several working studios in
Santa Monica and Venice, California.
1991
Solo exhibitions: Galerie Kornfeld, Bern;
Galerie Jean Fournier, Paris; James
Corcoran Gallery, Los Angeles; Gagosian
Gallery, New York; Centre Regional d’Art
Contemporain Midi-Pyrénées, Toulouse
Labège, France.
1992
Solo exhibitions: Galerie Daniel Papierski,
Paris; Museum van der Togt, Amsterdam;
Kukje Gallery, Seoul. Publication of The
Prints of Sam Francis. A Catalogue
Raisonné edited by Connie Lembark,
published by Hudson Hills Press.
1993
Solo exhibitions: Kunst- und Ausstellungshalle
der Bundesrepublik Deutschland, Bonn;
Galerie Pudelko, Bonn; Bobbie Greenfield
Gallery, Venice; Michel Cohen Gallery, New
York; Ochi Gallery, Ketchum, Idaho; Manny
Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie
Iris Wazzau, Davos, Switzerland; Museum
of Contemporary Art, Los Angeles. Major
painting is commissioned for the German
Parliament building, Bonn. Donation of ten
paintings to the Museum of Contemporary
Art, Los Angeles.
1994
Solo exhibitions: Long Fine Art, New
York; Gallery Delaive, Amsterdam; Bobbie
Greenfield Gallery, Venice; Galerie Jean
Fournier, Paris; Galerie Proarta, Zurich;
Andre Emmerich Gallery, New York;
Nantenshi Gallery, Tokyo; Richard Gray
Gallery, Chicago; University Art Museum,
University of California, Berkeley; Galerie
Kornfeld, Bern. Daco-Verlag Günter Bläse,
Stuttgart, publishes major monograph
on monotypes. He receives the
“Distinguished Alumnus Award”
from University of California, Berkeley.
Sam Francis dies in Santa Monica,
California. In the wake of the artist’s
death, the Samuel L. Francis Foundation,
Inc. (also known as the Samuel L. Francis
Art Museum, Inc. or the Sam Francis
Foundation) was founded. The Foundation
not only serves as his official estate,
but also has a mission “to research,
document, protect and perpetuate the
creative legacy” of the artist. Each year,
many exhibitions of Sam Francis’s works
are proposed around the world (quite a
hundred between 1994 and 2010) and his
work is going on to get success.
Among his major solo exhibitions:
1995
Los Angeles County Museum of Art,
Los Angeles; Andre Emmerich Gallery,
New York; Manny Silverman Gallery,
Los Angeles; Grunwald/UCLA/Armand
Hammer Museum, Los Angeles;
Kunstverein Ludwigsberg, Frankfurt;
Musée du Jeu de Paume, Paris.
1996
Smith Andersen Gallery, Palo Alto;
Sogetsu Art Museum, Tokyo; Gallery
Delaive, Amsterdam; Gagosian Gallery,
Beverly Hills; Guy Pieters Gallery, Knokke,
Belgium; Galerie Michael Haas, Berlin;
Galerie Proarta, Zurich.
1997
Frederick M. Weisman Museum of Art,
Pepperdine University, Malibu, travelling
in expanded form to Fundación Caja
de Madrid, Spain; Emmerich Gallery,
New York; Manny Silverman Gallery,
Los Angeles; Museo d’Arte, Mendrisio,
Switzerland; Gallery Delaive, Amsterdam.
2006-2007
Kunstmuseum, Bern; Galerie Flintholm,
Verster Skerninge, Denmark; Robert Green
Gallery, Mill Valley, California; Galerie Jean
Fournier, Paris; Galerie LC, Paris.
1998
Thomas Segal Gallery, Baltimore,
Maryland; Fundació Miró, Barcelona; Guy
Pieters Gallery, Knokke; Gallery Delaive,
Amsterdam; Galleria Il Gabbiano, Rome.
2008
Jack Rutberg Fine Arts, Los Angeles;
Galerie Proarta, Zurich; Galleria San Carlo,
Milan; Galleria Repetto, Acqui Terme, Italy.
1999
Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles; Robert
Green Fine Arts, Mill Valley, California;
Galleri Faurschou, Copenhagen; Ikon Ltd.
Contemporary Art, Santa Monica; Manny
Silverman Gallery, Los Angeles; Galerie
Jean Fournier, Paris; Baukunst Galerie,
Cologne.
2000
Galleri GKM Siwert Bergstrom, Malmö;
Richard Gray Gallery, New York and
Chicago; Gallery Delaive, Amsterdam;
Lawrence Rubin Greenberg Van Doren
Fine Art, New York; Galleria Il Gabbiano,
Rome; Idemitsu Museum of Arts, Osaka
and Tokyo.
2001
Galerie Guy Pieters, Saint-Paul de Vence,
France; Alan Cristea Gallery, London;
Galerie Proarta, Zurich; Brian Gross
Gallery, San Francisco; Lawing Gallery,
Houston.
2009
College of the Canyons Art Gallery,
Santa Clarita, California; American
Contemporary Art Gallery, Munich; Smith
Andersen North, San Rafael, California;
Leslie Sacks Fine Art, Los Angeles;
Samuelis Baumgarte Galerie, Bielefeld,
Germany; L&M Arts, New York; Bernard
Jacobson Gallery, London; Gallery Delaive,
Amsterdam; Guy Pieters Gallery, Knokke.
2010-2011
Galerie Proarta, Zurich; Helly Nahmad
Gallery, New York; Danubiana Art
Museum, Bratislava; Coskun Fine Art,
London; Galerie Koch, Hanover; Galerie
Jean Fournier, Paris; Gallery Delaive,
Amsterdam; Galerie Thomas Modern,
Munich; Page Gallery, Seoul; Tibor
de Nagy Gallery, New York.
2012
Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia
2002-2004
Galerie Pudelko, Bonn; Las Vegas Art
Museum, Las Vegas; Galerie Thomas,
Munich; Galerie Boisserée, Cologne;
Galerie Iris Wazzau, Davos, Switzerland;
Musée d’Art et d’Histoire, Freiburg,
Switzerland; Ace Gallery, Beverly
Hills; Artemis Greenberg Van Doren
Gallery, New York; Robert Green Fine
Arts, Mill Valley, California; Broadbent
Gallery / Robert Sandelson Galleries,
London; Santa Monica Community
College, Santa Monica; Gallery Delaive,
Amsterdam; Baukunst Galerie, Cologne;
Galerie Thomas, Munich; American
Contemporary Art Gallery, Munich;
Galerie Proarta, Zurich. Idemitsu
Museum of Arts, Tokyo, organizes major
exhibition that travels to six museums
in Japan.
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Untitled (particolare / detail),
1989
Acrilico su carta /
Acrylic on paper
30,5 x 45 cm
SF89-119
2004-2005
Major retrospective exhibition at Museum
Jan van der Togt, Amstelveen, The
Netherlands (organized with Gallery
Delaive, Amsterdam).
In 2005, documentary archives of the
artist’s estate acquired by the John Paul
Getty Art Museum Research Institute,
Los Angeles.
91
Finito di stampare nel mese di aprile 2012
presso Tipografia Camuna S.p.A. - Breno/Brescia
Centro Stampa di Brescia
Pubblicazione stampata con assenza di esalazioni alcooliche
Sistema Cesius® brevetto Philip Borman Italia
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