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RIPRESA LEZIONI LAMPO pesso lo si compra per abitudine, tanto per completare il corredo. In realtà il flash è un accessorio importante quanto uno degli obiettivi di base. Con lo stesso ragionamento, in molti, dopo averlo comprato, lo lasciano a casa in attesa del momento in cui potrà tornare utile (festa, cerimonia e comunque foto al buio) senza sapere che può essere utilizzato in mille altri modi anche di giorno. Il problema principale è che non si conoscono pienamente le possibilità che il flash ci offre nella “scrittura della luce”. In fondo, se ci pensiamo bene, basterebbe aumentare di uno stop gli Iso per “raddoppiare” il numero guida del flash incorporato. Questa “equazione”, il più delle volte, fa apparire superfluo l’acquisto di tale accessorio. S 64 di schede per il backup, il battery grip e un paio di batterie di scorta. In bella mostra, allacciato saldamente alla nostra borsa troviamo anche il treppiedi con tanto di testa snodata. Sembrerebbe non mancare nulla, o almeno, nulla degli elementi “passivi” della fotografia. Ma se non vogliamo “passivamente” subire la luce ambiente cosa dobbiamo fare? La prima risposta è stata data dalla Minolta agli inizi degli anni ’90 con il primo sistema wireless, ossia di controllo senza fili dei flash separati. Certo, nulla a che vedere con le potenzialità offerte dai moderni sistemi di oggi ma il grande passo per l’umanità fotografica era compiuto. L’avvento del digitale ha ulteriormente ac- Impariamo ad usare bene il flash separato. Schemi ed esempi per usare la luce in modo creativo NOVEMBRE 2009 FOTOGRAFIA REFLEX di Massimiliano Angeloni Ma fermiamoci per un istante, apriamo la borsa del corredo e guardiamo da cosa è composto. La reflex c’è. Bene. Gli obiettivi? Kit, macro, tele, zoom dall’escursione da film di fantascienza, fissi, grandangolo e basculante… sì, sì, ci sono tutti. In più, nelle tasche laterali troviamo anche una manciata di schede, il kit di sopravvivenza antipolvere, un lettore Puntando il flash direttamente sul soggetto l’illuminazione ottenuta risulta molto invasiva. Le ombre sono proiettate anche su sfondi scuri. Il soggetto appare privo di tridimensionalità a causa dell’illuminazione uniforme prodotta dal flash. Soluzione buona per foto ricordo ma poco idonea per un “ritratto” o “posato” professionale. Alzando di 45-60° la parabola del flash e estraendo il diffusore la luce risulta più morbida e gradevole, ma permane la sensazione di scarsa tridimensionalità. L’effettiva efficacia di tale soluzione comporta anche la presenza di muri o superfici in grado di riflettere e diffondere “di rimbalzo” la luce del flash. Proprio per questo non è sempre praticabile. Soluzione buona per foto ricordo o di interni con soffitti e pareti non troppo distanti. Poco idonea per un “ritratto” o “posato” professionale. celerato la flessibilità e l’efficienza della gestione wireless dei flash tanto da evolvere le semplici unità “remotabili” in veri e propri sistemi creativi di illuminazione. Per illuminare quando è buio o fonte di luce creativa? Usare il flash esclusivamente quanto l’apertura massima degli obiettivi e la sensibilità Iso mostrano i propri limiti è un pensiero comune in molti fotografi. Ed è un vero peccato, non solo perché si spende una somma, a volte molto elevata, per un accessorio relegato a fare da “riserva” ma, soprat- Anche modelli di reflex non recentissimi hanno la funzione flash master. La Nikon D70s, pur non disponendo di tutte le opzioni delle macchine più recenti, può comandare una unità esterna sia in TTL (ma senza la possibilità di variare la potenza) che in M (regolazione della potenza completa). I flash di fascia più alta hanno come la possibilità di estrarre un piccolo diffusore di plastica morbida molto utile nei casi in cui il flash viene utilizzato con la parabola puntata verso il soffitto o superfici riflettenti. Tale accessorio, infatti, consente ad una piccola parte della luce emessa dal flash di raggiungere il soggetto in maniera diretta. Opzione utile quando si vuole utilizzare una luce di “schiarita” contrapposta ad una principale. La Nikon D700 è un vera vera e propria unità di comando e controllo dei flash wireless. Sono poche le differenze che la contraddistinguono da un Remote Commander dedicato come il Nikon SU-800. Il limite più significativo è la possibilità di controllare due gruppi flash contro i tre dell’SU-800. FOTOGRAFIA REFLEX NOVEMBRE 2009 65 L’azione combinata dei 2 flash restituisce una illuminazione avvolgente e tridimensionale. Nei ritratti si può concentrare la luce unicamente sul volto e le spalle. Qualora le inquadrature siano più ampie si sposta l’unità remota più distante per ampliare l’area di campo coperta. Sempre per modificare l’area di campo illuminata dal flash, una volta presa dimestichezza, si può agire anche direttamente sull’unità flash “slave” variando i millimetri della voce “zoom”. Idonea per un “ritratto” o “posato” professionale. tutto, poiché il flash ha potenzialità per modificare, plasmare, adattare e personalizzare la luce in moltissime situazioni in cui ci troviamo a scattare soggetti umani. Pensiamoci bene: quante volte ci siamo trovati in situazioni in cui la luce ambiente, interna o esterna, non ci consentiva di fotografare in modo ottimale una persona, un volto, 66 NOVEMBRE 2009 FOTOGRAFIA REFLEX un’espressione. E questo indipendentemente dall’intensità della fonte luminosa presente. Anche in esterni è facile che si presenti una situazione sfavorevole: zone d’ombra sul viso, controluce, diversa esposizione del soggetto rispetto lo sfondo e così via. Diciamo la verità, quante volte in queste occasioni abbiamo provato a portare a casa uno scatto pro- vando ad alzare gli Iso, aprire il diaframma, riprendere dalle diverse angolazione il soggetto, arrangiarsi con una o più superfici riflettentei insomma le abbiamo provate tutte tranne quella più ovvia che, inevitabilmente, abbiamo lasciato a casa o tristemente dimenticata sul fondo della nostra borsa. Spesso sentiamo affermare con certezza Variando la potenza del flash in macchina e di quello in funzione slave si possono ottenere schemi di illuminazione molto efficaci. Variare anche l’altezza dell’unita “remota” consente di aggiungere ulteriore profondità al soggetto. Giocando con con i contrasti più o meno accentuati di luci ed ombre possiamo caratterizzare in maniera marcata il risultato finale. Idonea per un “ritratto” o “posato” professionale e per il bianconero. Due generazioni di flash a confronto, i Nikon Speedlight SB-800 e SB-900 (a destra). Le funzioni generali sono molto simili ma l’SB-900 è un flash progettato appositamente per le Nikon con sensore FX. Ma le differenze emergono solamente se usiamo l’unità come flash unico montato in macchina. In modalità “master” o in quella “slave” il comportamento e le opzioni offerte sono sostanzialmente uguali. Solo la navigazione più intuitiva dei menù e la selezione delle opzioni in maniera più semplice rappresentano un punto a favore del modello più recente. granitica che “il flash non mi piace, fa ombre dure, all’aperto è inutile, appiattisce la scena”. È evidente che il flash possa non piacere se non si conoscono a fondo le potenzialità offerte dal suo utilizzo, è normale che all’interno possa fare ombre se utilizzato in maniera scorretta, è inevitabile che se non si conoscono le opportunità di schiarita o fill-in possa risultare inutile all’aperto ed è altrettanto scontato che si pensi che il flash appiattisca se non si conoscono piccoli schemi di luci utilissimi a dare tridimensionalità al nostro soggetto. Tanto più che alcune reflex digitali offrono la possibilità di utilizzare il flash incorporato nella fotocamera, non solo come illuminatore di emergenza, ma anche come unità master capace di comandare unità remote. E se si ha la fortuna di avere questa opzione perché non sfruttarla? Il flash incorporato per controllare una unità esterna. I flash più recenti consentono di essere utilizzati in diverse modalità. Le più diffuse sono: FOTOGRAFIA REFLEX NOVEMBRE 2009 67 • TTL : (Trough The Lens), ossia con lettura della luce lampo attraverso l’obiettivo, è la più semplice da utilizzare poiché deputa agli automatismi dell’elettronica gran parte della sua efficacia. • Manuale: più complessa ma che consente ampi margini di personalizzazione degli schemi di illuminazione. Tali caratteristiche possono essere sfruttate sia con le unità montate in macchina sia con le stessa unità controllate a distanza. Come già detto il sistema TTL consente una curva di apprendimento sufficientemente rapida poiché è l’esposimetro della macchina che valuta di volta in volta la quantità di luce emessa da ogni unità, anche nel caso di due o più flash; ed è proprio questa situazione che andiamo ad approfondire. Per sperimentare ed affinare questa tecnica non abbiamo bisogno di molte cose; chi ha la fortuna di avere figli, moglie o amici pazienti potrà rivolgersi a loro come… cavie posanti. Altrimenti con un treppiedi e la reflex in modalità autoscatto saremo noi stessi a vestire i panni di “modelli per un giorno”. Chi vorrà arricchire il set potrà posizionare sullo sfondo un lenzuolo o un drappo nero allo scopo di isolare meglio il soggetto. Unica attenzione è quella di posizionare il soggetto in modo tale da lasciare spazio sufficiente per poter spostare l’unità flash remota. Iniziare il tirocinio nella maniera più semplice è certamente la strada migliore per prendere confidenza con il sistema wireless. Estraiamo il flash della reflex e nelle opzioni selezioniamo l’opzione “controller”. Per l’unità slave imposteremo l’opzione “remote”. Entrambi i flash saranno regolati in TTL con i valori di sotto/sovra esposizione a 0. Un piccolo treppiede o un supporto di fortuna saranno molto utili per posizionare e spostare rapidamente il flash slave. Una cosa a cui bisogna prestare molta attenzione, al fine di evitare o limitare al I flash in funzione remota possono essere posizionati su basi di “fortuna” o, meglio ancora, su piccoli stativi. In entrambi i casi le piccole basi fornite a corredo sono indispensabili. Per scegliere lo stativo ha grande importanza le tipologia di fotografia in cui abbiamo intenzione di usarlo e le capacità di trasporto di cui disponiamo. Per le situazioni in esterno e su terreno accidentato uno stativo solido e pesante garantirà maggiormente il nostro flash dall’evitare rovinose cadute. Nella fotografia in studio o al chiuso anche uno stativo leggero svolgerà il proprio compito in modo egregio. In aggiunta possiamo prevedere l’acquisto di piccole ed economiche teste girevoli per consentire una maggior libertà nel posizionamento sull’asse verticale del flash. 68 NOVEMBRE 2009 FOTOGRAFIA REFLEX Aggiungendo all’azione dei due flash un pannello riflettente, una terza unità, o semplicemente posizionando più bassi o più alti le fonti di illuminazione si possono sperimentare numerose combinazioni. Non abbiamo limiti nella gestione delle fonti luminose. Si possono anche sperimentare schemi di illuminazione misti in cui l’azione dei flash si combinano a quello della luce preesistente sia artificiale che naturale (lampade, finestre ecc). massimo un comportamento incongruo dell’emissione della luce è quella di puntare direttamente sul soggetto il lampo del flash separato. Infatti, qualora quest’ultimo dovesse andare ad effettuare la “premisurazione” su un qualsiasi elemento differente per colore, riflessione o distanza è molto probabile che i risultati non siano quelli voluti. Anche in questo caso l’esperienza diretta è la strada migliore per ottenere i risultati migliori. Esperienza che può essere arricchita rubando con gli occhi fotogrefie, schemi di luce e accortezze di altri fotografi. Proprio alle “accortezze” bisogna porre un po’ di attenzione. Per esempio ricordarsi che è buone regola illuminare correttamente almeno un occhio, che l’ombra del naso non crei antiestetiche zone nere sul viso e che in presenza di uno sfondo scuro è opportuno utilizzare un taglio di luce che stacchi o contrasti le persone con i capelli neri. Una volta sperimentato e fatta nostra una sufficiente dimistichezza nel gestire le situazioni in cui l’illuminazione dei flash è impostata senza “starare” nessuna delle due unità utilizzate possiamo porci un nuovo traguardo. Che risultati possiamo ottenere se iniziamo a impostare la potenza di uno dei due flash più forte rispetto all’altra? Come illuminiamo il nostro soggetto se utilizziamo il flash della reflex solo come unità master e deputiamo al solo flash secondario l’illuminazione del soggetto? E se il modello invece di “posare” frontalmente lo posizioniamo di trequarti? E se utilizziamo un secondo flash “esterno”? E se sfruttiamo l’ausilio di un pannello riflettente? E se invece di impostare i flash in TTl li regoliamo in Manuale? Volete una risposta? Bene, interrompete questa lettura, alzatevi, prendete la vostra reflex, il vostro flash e iniziate a scattare. l