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Sorso - Associazione Camperisti Nord Sardegna

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Sorso - Associazione Camperisti Nord Sardegna
Da Sorso a Platamona
Sandra Tamponi
La strada che unisce Sassari a Sorso è di pochi chilometri e altrettanto lo è quella che
da Sorso va allo stagno di Platamona, quindi si può trascorrere una giornata diversa
tra storia e ambiente, visitando alcune località, che, nonostante siano vicine, sono
anche molto trascurate e alle volte sconosciute.
La visita di Sorso può aver inizio nel
centro storico, nel Palazzo Baronale del
sec. XVIII, recentemente restaurato e
restituito alla originaria bellezza. Sede del
Museo archeologico, ha molti reperti di
epoche diverse ed un altro particolare
Museo, Biddas, riguardante i paesi
abbandonati, che illustra in modo efficace
e insolito le cause che hanno determinato
lo spopolamento e l’abbandono di
numerose località del circondario, della Sardegna e del resto del mondo e le modalità
di vita e della raccolta di derrate alimentari.
Dopo questa premessa fondamentale, si può affrontare l’escursione in campagna in
senso cronologico, dal preistorico al più recente, o viceversa. Le tre più importanti
località si trovano tra Sorso e il mare, a dimostrazione della fruizione dell’acqua,
come veicolo di comunicazione, di scambi commerciali, di benessere, di
sostentamento.
Il primo, il Santuario nuragico di Serra Niedda, si trova a due chilometri da Sorso
verso Castelsardo e si ha l’impressione che lo scavo sia solo una minima parte di una
vasta zona archeologica ricoperta da
vigne e oliveti. Il Pozzo Sacro, con una
gradinata molto ripida, ha una struttura
tondeggiante e ordinata e comunica
idealmente con una seconda costruzione,
forse un tempio, che ripete in modo quasi
integrale la forma del pozzo.
Nella zona di Santa Filitica una villa
romana del III – IV secolo d.C. si stende
sul mare. Alcuni ambienti sono arricchiti
da grandi mosaici, prudentemente custoditi nel museo del Palazzo Baronale, e intorno
un villaggio, le terme, il forno di epoca più tarda, e un palazzo medievale, che
testimonia l’utilizzo del luogo
anche in epoche successive.
Più vicino alla città, il villaggio
medievale di Geridu si mostra
in tutta la sua grandezza, con le
case spaziose, le strade larghe e
rettilinee,
la
chiesa
di
sant’Andrea, ampia e rialzata
rispetto al resto delle costruzioni.
Lo scavo archeologico è continuo e per questo il villaggio assume una
importanza rilevante tra tutti i villaggi abbandonati della Sardegna, che
sono numerosissimi, ma scavati saltuariamente.
Qualche chilometro separa Sorso
dallo stagno di Platamona. Si
percorre una strada tra dune, che
dolcemente scivolano a mare,
ginepri contorti, dalle mille forme,
pini giganti e un sottobosco che
illumina di colori il vede cupo degli
alberi.
Lo stagno, protetto da qualche anno
dalle macchine, è l’ambiente ideale
per osservare la natura, camminare
su sentieri e passerelle, spingersi fino al limite delle acque salmastre, sostare in
silenzio, sperando di vedere un germano reale, uno svasso o il cigno nero o un altro
animale dei numerosi ospiti presenti in questa area.
Un gruppo di amici è stato particolarmente fortunato. Durante la Settimana della
Cultura, in aprile, ma si ripete ormai da qualche anno, ha avuto delle guide
eccezionali, a cominciare dalla prima
tappa nel Palazzo Baronale. Qui il
professor Marco Milanese, docente di
Archeologia
Urbana,
cattedra
di
Archeologia Medievale dell’Università di
Sassari, ci ha guidato nel Museo dei
Villaggi Abbandonati della Sardegna,
Biddas.
Nei siti archeologici, invece, due giovani
e preparati archeologi, Mauro Fiori e
Alessandro
Vecciu
hanno
fornito
spiegazioni essenziali e approfondite sul periodo delle notevoli rovine.
Mauro Fiori
Alessandro Vecciu
La giornata si è conclusa a Platamona e
l’escursione dello Stagno e del Ginepreto è stata
guidata con interesse da una Naturalista, Laura,
che ci ha fatto apprezzare l’ambiente naturale
dell’area protetta.
Laura
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