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POWER BALANCE. Moda o realtà? Dopo la segnalazione di alcuni fisioterapisti ma anche di persone normalissime che mi hanno chiesto informazioni sul cosiddetto “braccialetto miracoloso” Power Balance, mi sono interessato alle funzioni che tale prodotto dovrebbe migliorare. L’oggetto è costituito da un bracciale in neoprene che incorpora un ologramma (della tipologia riportata sulle normali banconote). Indossando tale bracciale, fra le varie cose (non pertinenti al mio indirizzo professionale), si promette un miglioramento delle funzioni dell’equilibrio, della forza, dell’elasticità, comprovato attraverso un video sul sito ufficiale dell’importatore. In esso si mostrano soggetti che senza indossare il bracciale non riescono a sostenere determinate prove mentre una volta indossato il bracciale vi riescono. Ebbene, se il filmato e le promesse possono entusiasmare il profano non entusiasma chi osserva il filmato sotto l’aspetto neurofisiologico e neuromuscolare. Nella mia modesta esperienza di insegnante universitario, proprio nel campo di cui parliamo, attraverso alcune domande (quelle che mi sono state poste da vari pazienti) e risposte, tenterò di spiegare più semplicemente possibile, come funzionano i meccanismi delle funzioni che tale bracciale dovrebbe migliorare, senza entrare nel merito della bontà o meno delle qualità del Power Balance che ogni lettore sarà in grado di valutare al termine della lettura. Domanda. Perché senza il bracciale si perde l’equilibrio generato da una forza esterna mentre ciò non avviene una volta indossato il bracciale? Risposta. Il controllo multisensoriale dell’equilibrio (integrazione recettori-sistema otolitico) non è una semplice risposta allo stimolo ma implica il confronto dello stato dei recettori con una predizione, cioè una previsione di ciò che può avvenire. Per questo motivo nella prima esperienza di una perturbazione (nel nostro caso il primo disequilibrio provocato), l’organizzazione neuronale degli schemi, può non essere capace di definire il rapporto fra l’entità delle variazioni in entrata e quelle in uscita, generando un disequilibrio. Però, se la stessa perturbazione si ripresenta per una seconda volta, una terza, ecc, il disequilibrio non si ripeterà o si ripeterà in maniera impercettibile. In parole più semplici avviene questo. Sia che si indossi un bracciale, sia che non si indossi, se si è sottoposti ad una forza improvvisa per farci perdere l’equilibrio, la prima volta esso si perderà, ma la seconda volta, entrando in funzione la “fisiologia della reazione”, il corpo sarà in grado di mantenere l’equilibrio attraverso adeguate strategie muscolari, acquisite nel corso della prima esperienza e in quelle successive. Questo evidenzia come il mantenimento e il raggiungimento dell’equilibrio posturale, siano esclusivamente correlati alle funzioni del sistema nervoso e nient’altro. Domanda. Perché con il bracciale indosso aumenta la forza? Risposta. Il sistema che produce forza e velocità è il sistema neuromuscolare. Per migliorare la forza occorre aumentare il numero di filamenti di actina e miosina (composizione del sarcomero) responsabili della contrazione muscolare. Questa possibilità scaturisce da una serie di fattori quali: il tipo di fibra muscolare, la sezione trasversa della fibra, il reclutamento e la frequenza, la sincronizzazione, l’efficienza neuromuscolare, la coordinazione intra e intermuscolare, ecc. In altre parole, per migliorare la forza muscolare l’unica soluzione è quella di sottoporre il muscolo a lavoro muscolare attraverso carichi prestabiliti (pesi) e tabelle d’allenamento. Anche questa breve sintesi evidenzia come un muscolo può migliorare la sua forza solo se sottoposto ad un particolare tipo di allenamento. Domanda. Perché con il braccialetto si aumenta l’elasticità? Risposta. La flessibilità, elasticità, è la capacità di un muscolo di favorire un range di movimento per le attività funzionali. E’ correlata all’integrità articolare e tessutale. In genere si utilizzano tecniche che permettono di ridurre per via riflessa la tensione dei muscoli accorciati e nel contempo permettere allo stesso muscolo di ritornare alla sua lunghezza di riposo dopo uno stiramento passivo. In questa funzione entrano in gioco fibre afferenti primarie, fibre extrafusali, riflesso monosinaptico di stiramento ecc. L’acquisizione della elasticità muscolare dipende dall’intensità, dalla velocità, dalla durata, dalla frequenza, dalla modalità di stiramento, dall’integrazione dell’inibizione neuromuscolare, ecc. In altre parole l’elasticità muscolare si può migliorare solo attraverso un particolare allenamento che deve essere praticato nel rispetto di indicazioni rigorose che permettono ai muscoli di migliorare le loro proprietà elastiche. Domanda. Io l’ho indossato e mi sono sentito subito più tonico. Risposta. Il più semplice degli esempi. Se ad una persona fai notare con convinzione che è pallida in viso, anche se questa si osserva allo specchio e non lo è, immediatamente sentirà un disagio e un malessere generale confermando il pallore e avvertendo sintomi di malessere. Si chiama suggestione o in termini scientifici effetto placebo (con interessamento anche dell’effetto nocebo) che può essere più o meno concreto a seconda della personalità dell’individuo. Anche gli sciamani usano l’effetto suggestione. Domanda. Perché per alcune persone funziona e per altre no. Risposta. Tutte le persone sono diverse. In genere coloro che non reagiscono all’effetto placebo sono i neurotici e gli ipocondriaci (e sono molti). Per questo motivo il placebo a volte funziona a volte no. Paolo Raimondi