Domenico Fetti, La parabola della dracma perduta 1618
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Domenico Fetti, La parabola della dracma perduta 1618
Domenico Fetti, La parabola della dracma perduta 1618 -1622 ca., Dresda, Gemäldgalerie La luce che si irradia dal basso illumina la giovane e il suo volto intensamente concentrato nella ricerca, che forse è già soddisfatto per la scoperta. L'esultanza la comunicazione alle vicine e la condivisione della gioia qui non sono rappresentate: questi sentimenti si possono solo immaginare. La donna, sola, cerca la moneta d'argento smarrita, mettendo tutta a soqquadro la sua povera casa. La composizione del dipinto, in un'atmosfera che sembra avvolta nel silenzio, ci invita a concentrare su di lei tutta la nostra attenzione: curvandosi sul pavimento la donna si fa luce con la lampada e cerca attentamente il suo piccolo tesoro. All'epoca di Gesù la dracma valeva un'intera giornata di lavoro... Godfried Schalcken, La parabola della dracma perduta 1670 -1680 ca., collezione privata Alcuni storici dell'arte ipotizzano che l'uomo che si intravede in penombra sia il pittore stesso, che si è voluto rappresentare all'interno dell'episodio evangelico. Il dipinto si focalizza sulla seconda parte della parabola: la donna, dopo aver cercato accuratamente in tutta la casa, tenendo ancora in mano la candela che ha utilizzato per farsi luce, mostra soddisfatta la moneta alle sue vicine di casa per condividere con loro l'incontenibile gioia del ritrovamento. Sorprese e felici, le vicine di casa partecipano visibilmente alla gioia della donna povera, che ha ritrovato il suo piccolo tesoro e deve dirlo ai suoi amici per festeggiare con loro! “Così”, dice Gesù, “vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte": ognuno è prezioso agli occhi del Padre e Lui è così felice di ritrovare chi si è perduto che il Cielo intero non può fare a meno di partecipare alla sua festa!