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ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI Pianista ALEXANDER

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ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI Pianista ALEXANDER
Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì 16 maggio 2016 - ore 21.00
«Serie Festival Omaggio a Milano» 2016
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Pianista
ALEXANDER LONQUICH
FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828)
DA SIX MOMENTS MUSICAUX D 780 (OP. 94) PER PIANOFORTE SOLO: N. 1; N. 2; N. 4
n. 1 Moderato (do maggiore); n. 2 Andantino (la bemolle maggiore); n. 3 Moderato (do diesis minore)
FELIX MENDELSSOHN (1809 - 1847)
SINFONIA N. 4 IN LA MAGGIORE OP. 90, DETTA “ITALIANA”
Allegro vivace (la maggiore); Andante con moto (re minore); Con modo moderato (la maggiore); Saltarello. Presto (la minore)
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827)
CONCERTO PER PIANOFORTE N. 4 IN SOL MAGGIORE OP. 58
Allegro moderato; Andante con moto (mi minore); Rondò. Vivace
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
SERVIZIO ABBONAMENTI E SEGRETERIA AMMINISTRATIVA: Telefono 02 29409724
SEGRETERIA ARTISTICA: Telefono 02 29408039 Fax 02 29406961
Galleria Buenos Aires, 7 – 20124 Milano
E-mail: [email protected] – www-seratemusicali.it
SEDE LEGALE: Via Settala, 72 – 20124 Milano
P.I. 10099820150 – Cod. Fisc. 80103690154
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e
Beethoven accostati a Stravinskij e Prokofiev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario
teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria
attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico e una specifica vocazione alla contemporaneità. Il
successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del
Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves,
Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per i Pomeriggi compongono infatti
Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto
con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni,
Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio
che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e
contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro
musica sul podio dei Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di
Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato,
Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman,
Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti,
Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti
Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta,
Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi
Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Aldo Ceccato e Antonello Manacorda. In
alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica: in questa veste Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello
Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele e, da giugno 2011, Massimo Collarini. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge
la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di
Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni
sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione
costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato
come istituzione concertistico orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede
dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme sito nel cuore di Milano.
ALEXANDER LONQUICH
Nato a Trier in Germania, ha vinto il Primo Premio al Concorso Casagrande dedicato a Schubert. Da allora ha tenuto concerti in
Giappone, Stati Uniti e nei principali centri musicali europei. La sua attività lo vede impegnato con Abbado, Sanderling, Koopman,
Krivine, Holliger, Minkowski. Particolare è il rapporto mantenuto con Vègh e la Camerata Salzburg, di cui è tuttora regolare ospite
nella veste di direttore-solista. Un importante ruolo svolge la sua attività in ambito cameristico: ha collaborato con Tetzlaff, Bell, H.
Schiff, Isserlis, Faust, Widmann, Pergamenschikov, Holliger, Zimmermann, Altstaedt e Widmann. Ha ottenuto numerosi
riconoscimenti dalla critica internazionale. Nel 2003 ha formato, con la moglie Cristina Barbuti, un duo pianistico che si esibisce in
Italia, Austria, Svizzera, Germania e Norvegia. Inoltre nei suoi concerti appare spesso nella doppia veste di pianista e fortepianista
spaziando da C. Ph. E. Bach a Schumann e Chopin. Nel ruolo di direttore-solista collabora stabilmente con l’Orchestra da Camera
di Mantova - con cui ha svolto un lavoro di ricerca e approfondimento tra il 2004 e 2007 sull’integrale dei Concerti per pianoforte e
orchestra di Mozart - e tra le altre con l’Orchestra della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilarmonie,
la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Suona regolarmente
con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale dalla stagione 2011/12 collabora anche come direttore-solista. Negli ultimi
anni è apparso in tutte le più importanti sale da concerto italiane: il Carlo Felice di Genova, il Conservatorio e il Teatro alla Scala di
Milano, La Fenice di Venezia, il Regio di Parma, il Conservatorio di Torino, il Parco della Musica di Roma etc... Ha registrato
musiche di Mozart, Schumann, Schubert, del compositore israeliano Lewensohn e un CD di musica francese dell’inizio del XX
secolo con gli Improptus di Fauré, Gaspard de la nuit di Ravel e i Préludes di Messiaen. Recentemente ha inciso la Kreisleriana e la Partita
di Holliger. Ai numerosi impegni concertistici Lonquich ha affiancato un intenso lavoro didattico tenendo masterclass in Europa,
Stati Uniti e Australia. Collabora stabilmente con l’Accademia Pianistica di Imola, l’Accademia Musicale Chigiana e la Hochschule für
Musik di Colonia. Dalla stagione 2014/15 è Direttore Principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, con la quale suona
(anche come solista) ogni stagione, contribuendo all’ampliamento del repertorio dell’orchestra. Convinto che il sistema educativo in
campo musicale sia da integrare e in parte da ripensare, Lonquich si è impegnato intensamente nella conduzione di laboratori
teatrali/musicali avvalendosi della collaborazione di artisti provenienti da linguaggi artistici diversi. Particolarmente cara è stata
l’esperienza del laboratorio Kinderszenen dedicato all’infanzia. Ospite regolare di Serate Musicali per cui ha eseguito cicli completi.
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SEGRETERIA ARTISTICA: Telefono 02 29408039 Fax 02 29406961
Galleria Buenos Aires, 7 – 20124 Milano
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FRANZ SCHUBERT- DA SIX MOMENTS MUSICAUX D 780 (OP. 94) PER PIANOFORTE SOLO: N. 1; N. 2; N. 4
I Momenti musicali appartengono alla fase più avanzata della parabola creativa di Schubert, essendo stati composti fra il 1823 e il
1828. Non è chiaro fino a che punto debbano considerarsi un'opera unitaria e non un accostamento di brevi pagine pianistiche
riunite in un unico titolo per ragioni puramente editoriali. Di certo la coerenza nella successione delle tonalità con i rapporti di terza
discendente fra i primi quattro pezzi e l'accoppiamento di due tonalità complementari (fa minore e la bemolle maggiore) negli ultimi
due, costituisce un filo di collegamento non indifferente in un contesto di apparente discontinuità. Tutti i brani, alcuni dei quali
celeberrimi e giustamente considerati all'origine della grande fioritura romantica del cosiddetto "foglio d'album" pianistico, seguono
con diverse articolazioni la forma tripartita, nel segno prevalente ma non esclusivo di un pianismo delicatamente intimistico.
Nel primo, Moderato in do maggiore, è singolare la scarna asciuttezza della linea melodica, priva di sostegno armonico, come in un
disegno a matita. Il successivo Andantino è una delle perle della raccolta, con le fascinose nuances armoniche del "tenero" la bemolle
maggiore. Il Moderato, n. 4 in do diesis minore, con il suo severo colorito bachiano interrotto da una dolce melodia di sapore
popolaresco, è stato acutamente paragonato da Massimo Mila a un'ostrica che racchiude una splendida perla.
FELIX MENDELSSOHN - SINFONIA N. 4 IN LA MAGGIORE OP. 90, DETTA “ITALIANA”
Le più conosciute, organiche e personali Sinfonie di Mendelssohn sono la quarta e la terza e sebbene l’“Italiana” (1833) preceda di
una decina d'anni la “Scozzese” (1843) è noto che le due composizioni furono abbozzate nello stesso periodo, cioè durante il
soggiorno dell'autore in Italia (1830-'31). Senonché, una volta a contatto con la natura, le canzoni popolari e le caratteristiche
dell'ambiente italiano, Mendelssohn si tuffò esclusivamente nel lavoro dei quattro tempi della Quarta Sinfonia, tanto che in una
lettera del 21 febbraio del 1831, scritta da Roma, il musicista così si esprimeva: «Essa procede alacremente; è il lavoro più gaio che
io abbia mai finora composto, specialmente nel finale. Niente ancora ho deciso per il tempo lento; forse dovrò aspettare di essere a
Napoli per compierlo». La Sinfonia fu eseguita nel maggio del 1833 dalla Filarmonica di Londra diretta dallo stesso autore e fu
accolta in modo molto lusinghiero, suscitando però sin d'allora e per molto tempo ancora diverse discussioni in sede critica circa la
classificazione dell'opera nel genere romantico o classico. Discussione piuttosto artificiosa e completamente superata, perché questa
sinfonia è l'espressione di un felicissimo equilibrio spirituale, in cui i termini di classico e di romantico si fondono e si integrano
magnificamente in una sintesi di vivaci colori mediterranei e di autunnali sentimenti nordici. Il carattere della sinfonia si rivela subito
nello slancio e nella spontaneità dell'Allegro iniziale, che si apre con un attacco risoluto e giovanile enunciato rispettivamente dagli
archi e dagli strumenti a fiato. Subentra il secondo tema in mi più dolcemente disteso, esposto dai clarinetti e dai fagotti e poi dai
flauti e dagli oboi con un sostegno degli archi: i vari motivi si incrociano quindi fra di loro e nella riesposizione degli elementi
tematici la seconda idea viene proposta dalle viole e dai violoncelli, mentre l'accompagnamento passa ai flauti e ai clarinetti. Si
impongono di nuovo gli strumenti a fiato in un atteggiamento di fanfara, fino a cedere il passo agli archi che riassumono e
concludono brillantemente il tempo. L'Andante con moto è una canzone di nostalgica malinconia che Camille Bellaigue definì come
«un richiamo del genio della Germania, che viene qui a cogliere e a strappare il giovane musicista tedesco da impressioni troppo
italiane». Il tema principale esposto dalle viole all'unisono con gli oboi e i fagotti, si alterna con una frase più dolce e serena dei
clarinetti, per concludere, dopo una breve ripresa, in modo evanescente e sognante. La serenità ritorna nel terzo tempo con
l'originale motivo del Trio dove risuonano corni e fagotti sotto un leggero disegno di violini e flauti: sembra un'antica scena di caccia
nella campagna romana. Il tempo più caratteristico ed emblematico di tutta la Sinfonia, tale da riassumere e giustificare il significato
del titolo, è il Saltarello finale che riproduce e rievoca liberamente gli atteggiamenti e le cadenze della popolare danza romana. Il
Tema è vivacissimo e brillante e scorre su un ritmo a note ripetute in un clima di briosa, spigliata e incandescente animazione.
LUDWIG VAN BEETHOVEN - CONCERTO PER PIANOFORTE N. 4 IN SOL MAGGIORE OP. 58
Dedicato all'Arciduca Rodolfo d'Austria, il Concerto in sol maggiore op. 58 fu composto tra il 1805 e la fine del 1806, assieme al
Fidelio (prima versione) e alla Quinta Sinfonia: fu eseguito la prima volta, con il compositore al pianoforte, nel marzo 1807 a
palazzo Lobkowitz e quindi in pubblico il 22 dicembre 1808 al teatro An der Wien. Tornando al genere concertistico dopo un
intervallo di cinque anni, Beethoven rivoluziona i tradizionali rapporti fra solista e orchestra, in particolare muovendo con
imprevedibile fantasia lo schema della doppia esposizione (prima da parte dell'orchestra, poi da questa assieme al solista) cara al
concerto classico. Nel Quarto Concerto è il pianoforte che da solo espone il primo Tema, quasi preludiando, ed è ripreso poi
dall'orchestra secondo le leggi dello sviluppo tematico fissate una volta per sempre nella Quinta Sinfonia. Ma sotto lo stimolo dello
strumento prediletto, il pianoforte, si trovano spunti divergenti che nella logica delle sinfonie non potevano trovare posto,
anticipazioni dell'intimismo di uno Schubert, estrapolazioni liriche di schietto segno romantico, lievitazioni poetiche
dell'ornamenitazione (scale e trilli): sicché questo primo movimento (Allegro moderato), nel quale non si fa mai uso dei timpani in
piena creatività “eroica” e sinfonica, anticipa il clima meno perentorio e più disponibile all'indugio momentaneo dei decenni
posteriori. Emblematico invece del Beethoven centrale è l'Andante con moto, un urto frontale tra due mondi incomunicabili: la
violenza dell'orchestra (archi soli) e il raccoglimento poetico del pianoforte con il suo andamento da “corale”. La tensione quasi
traumatica della pagina si dissolve nel finale (Vivace), un Rondò mescolato con la forma sonata di sovrana eleganza, che ribadisce
l'originalità di tutto il Concerto nel frequente, liberatorio, impiego solistico di strumenti in dialogo con il pianoforte.
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SEGRETERIA ARTISTICA: Telefono 02 29408039 Fax 02 29406961
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