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Il governo toglie ai disabili
Periodico mensile - Registrazione n. 5129 del 15/12/01 del Tribunale di Firenze - Direttore Responsabile Massimo Cervelli - stampa Litografia I.P. - Firenze - Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1. c. 1. DCB FI - Redazione piazza Baldinucci, 8r - 50129 Firenze - € 15 tramite c/c postale n. 99856627 intestato a Associazione In Marcia L.P. - Per informazioni: Tel. 055 486838, Fax 055 4625985, E-mail: [email protected] - Proprietà Associazione Augusto Castrucci onlus - contiene i.r. N° SANITÀ PUBBLICA 31 ottobre a Roma a manifestare assieme a loro! 8 ANNO XII NOVEMBRE 2012 Il governo toglie ai disabili 2 Corruzione: I LADRONI CI COSTANO 60 MILIARDI ALL’ANNO Un dossier di “Libera” e “Legambiente” ha quantificato in 60 miliardi l’onere della corruzione sul bilancio pubblico mentre è di 10 miliardi la perdita di ricchezza di PIL. Questo dossier stimato per difetto è stato presentato nella sede della FNSI (sindacato unitario dei giornalisti italiani) di Roma. Una tassa occulta e salatissima, in termini di perdita di ricchezza e di etica. “Ora basta” ha tuonato Don Ciotti, presidente di Libera, “servono scelte chiare e nette, anzi categoriche. Come nella lotta alla mafia, non sono possibili mediazioni nella lotta contro la corruzione, che tiene in ostaggio la democrazia e si affianca all’emergenza etica. Il nostro Paese versa in uno stato di “coma etico” ed è culturalmente depresso; è un Paese in cui si considera normale tutalere i tornaconti personali”. Ci sono le parole, dunque, la nausea di Don Ciotti per un malcostume sempre più accettato, a capo chino, come qualcosa di connaturato nella nostra nazione, e poi ci sono spaventosi numeri del dossier: 12 cittadini italiani su 100, si sono visti chiedere una tangente contro una media europea di otto. Firenze 8-11 novembre SOCIAL FORUM EUROPEO Si è tenuto nella “Fortezza da Basso” a Firenze il Social Forum Europeo dove assieme a centinaia di movimenti italiani ed europei ha partecipato anche la nostra associazione con un proprio stand. In tre giorni si sono tenuti in contemporanea ben 182 incontri-dibattiti-convegni su tutti i temi che oggi afffliggono l’Europa. La presenza qualificata di personaggi italiani e esteri ha reso i confronti interessanti per unificare le lotte europee su un terreno sociale contro l’egemonia delle banche e di un liberismo sfrenato che impoverisce sempre più i popoli Europei. È stata una occasione anche per noi per conoscere e tessere rapporti che sicuramente aiuteranno la nostra azione. Dmitrij Palagi Il nostro stand Don Ciotti ULTIMORA Ritirato il licenziamento di DANTE DE ANGELIS Oggi brindiamo alla rinuncia da parte delle Fs del ricorso in appello sul licenziamento di Dante De Angelis. Le Fs hanno finalmente riconosciuto il crudele errore commesso il giorno di Ferragosto 2008, quando ‘Cacciarono’ Dante De Angelis con la polizia dal deposito locomotive di Roma S. Lorenzo. Si è chiusa oggi, infatti, di fronte alla Crte d’Appello di Roma con una transazione, la vicenda del licenziamento iniziata con il primo spezzamento dell’Etr 500 avvenuta a Milano il 14 luglio 2008. C’è voluto il terzo ‘spezzamento’, l’incidente di Anagni, il 24 gennaio 2009, per convincere Trenitalia a cambiare i tenditori e i protocolli di manutenzione dei treni Frecciarossa. Le sue dichiarazioni odierne, sulla sicurezza ferroviaria, rilasciate per chiudere il contenzioso legale, sotto la minacciosa scure della perdita del posto di lavoro sono consapevolmente distorte e strumentalizzate da una dirigenza aziendale che deve rispondere di fronte e vari tribunali di numerosi incidenti e morti sul lavoro. Noi non ci preoccupiamo, la ‘verità dei fatti’ è molto semplice: se avessero ascoltato Dante, invece di licenziarlo, avrebbero sostituito subito i ganci dell’Etr 500 e migliorato la manutenzione sei mesi prima, piuttosto che aspettare l’incidente grave. Queste modifiche sono poi avvenute, invece, alla chetichella a seguito delle prescrizioni imposte dall’agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e dal ministero dei trasporti. 3 I nostri obiettivi UNITÀ… SOLIDARIETÀ E GIUSTIZIA SOCIALE PENSIONATI Da 12 anni con questa rivista siamo impegnati per promuovere l’unità dei pensionati, la solidarietà e giustizia sociale. Dobbiamo però riconoscere che questi grandi valori non hanno segnato successi e che anzi le forze politiche ed i governi che si sono succeduti in questi anni hanno distrutto quel modesto stato sociale e reso la vita più difficile a tanti bisognosi. Abbiamo cercato di creare nuovi strumenti organizzativi che andassero nella nostra direzione spendendo tempo e risorse ma i risultati non ci sono stati. Ci siamo impegnati nella costruzione del “FORUM DEI PENSIONATI” puntando su parole d’ordine come “legare le pensioni ai salari” e sperando in una libera autonomia dai partiti, ma alcune difficoltà e le diversità esistenti hanno impedito una vera aggregazione frenando l’iniziativa tanto da non riuscire a mettere in piedi una grande e unitaria manifestazione contro la riforma della Fornero ed il blocco anticostituzionale delle nostre pensioni. Per puntare sempre sull’unità dei pensionati di destra e di sinistra abbiamo costituito ALPI (Alleanza Pensionati Italiani) che, speriamo con nuove e più fresche forze, possa presto farsi vedere e sentire. Ed infine, in presenza di una crisi dei partiti, abbiamo perfino proposto la creazione di un MOVIMENTO POLITICO DI PENSIONATI che ci facesse avere qualche milione di voti per un adeguato potere contrattuale. L’esperienza di vita ci ha insegnato che per pesare contare e perfino per fare lobby, non bastano le ragioni… i diritti, ma occorre la forze e quel necessario “potere contrattuale” che i pensionati possono solo avere con un discreto serbatoio di voti. Voti non corporativi ma di una grande espressione di esigenze sociali e civili. Ci pare però, salvo qualche lettera positiva, che ringraziamo, manchi per ora quella spinta necessaria per questo consistente movimento. Ci rimane perciò questa preziosa rivista che ci consente di informarvi, di dibattere, di organizzare momenti di lotta. Vi raccomandiamo però di darci una mano nella ricerca di nuovi abbonati fra le vostre conoscenze perché solo gli abbonati possono far sopravvivere questo giornale in attesa di nuovi strumenti organizzativi che ci aiutino alla creazione di quel mondo migliore e di giustizia sociale che tutti noi vogliamo. La Redazione Lettera aperta ai membri del FORUM Cari amici Dopo alcuni anni dalla costituzione del “FORUM DEI PENSIONATI”, desideriamo serenamente esprimere alcune considerazioni. Siamo stati i primi ad ideare ed a costruire un “forum dei pensionati” perché pensavamo, e pensiamo, che la situazione del paese e dei pensionati non consentisse più guerre e divisioni ideologiche, specie per i più deboli o per gli anziani, che possono trarre le loro forze e le loro ragioni solo dall’unità. L’idea della costituzione del “Forum” era anche affiancata dal denominatore comune di “LEGARE LE PENSIONI AI SALARI” per superare tanti limiti e ripresentare un fronte comune, non solo dei pensionati, ma anche dei lavoratori, dal quale per volontà dei sindacati e dei partiti eravamo stati divisi negli anni ’80. Il Forum con questi intenti è nato e cresciuto, tanto da raggiungere l’adesione di 17 associazioni (alcune delle quali però ci sembra rappresentino pochi associati..), ma se dovessimo elencare i successi ottenuti ne troveremmo ben pochi… Sicuramente le colpe non sono certo del “Forum”, ma per quello che ci riguarda non siamo stati capaci neppure di incidere nei dibattiti e nelle scelte delle potenti associazioni dei pensionati confederali, che si vantano ancora di avere milioni di pensionati iscritti (si dice 6 milioni!). Eppure queste organizzazioni, salvo qualche slogan e qualche manifestazione di immagine, non solo non hanno mai difeso a fondo le pensioni, ma hanno sempre sostenuto i Governi di destra e di sinistra, che in questi 15 – 20 anni hanno impoverito le nostre pensioni e lentamente ne hanno distrutto la struttura pubblica, sostituendola con i fondi pensione, nei cui Consigli i sindacalisti hanno trovato comode e ben pagate poltrone. Non ci dilungheremo sui diritti costituzionali, sempre calpestati nelle pensioni e nei pensionati (da Amato a Dini, da Prodi a Berlusconi ed ora dalla FORNERO a Monti), ma vogliamo riflettere sulla nostra insufficiente azione espressa fino ad ora, che ci porterà, se non fermiamo il dilagante “liberismo” voluto da tutti i partiti, non solo alla miseria, ma alla completa riduzione dello stato sociale. Una riduzione che dopo le pensioni sta diminuendo i servizi e la struttura sanitaria pubblica, tanto necessaria ai più deboli, agli anziani ed a noi pensionati. Di fronte a queste gravi vicende il “Forum” non è stato come noi pensavamo un punto di riferimento di lotta antagonista e spesso si è rinchiuso dentro “l’apparato”, nominando un esecutivo ed un coordinatore “fisso”, più preoccupati di eliminare i dissidenti (di sinistra) e di riorganizzare al meglio quelli di centrodestra ,che più volte, su questa falsariga, hanno proposto il loro partito. Ciò ha causato la mancanza di un’azione sociale forte e di un organigramma capace di farsi sentire e vedere. Noi riteniamo invece che le diversità ideologiche oggi non devono esserci, che dobbiamo sostenere la raccolta di firme per i Referendum che aboliscano la “Riforma Fornero” sulle pensioni, sull’articolo 18, sul finanziamento ai partiti, oltre a manifestare in tutti i modi il nostro dissenso da coloro che sostengono questi provvedimenti. In particolare il “Forum” dovrebbe aderire, ed essere un punto di riferimento per “LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA” nell’apposito “Coordinamento nazionale”. Se il “Forum” farà queste cose con pieno convincimento, sarà il “NOSTRO FORUM”, ma se benevolmente le condividerà e dopo ancora sosterrà i partiti con il quadro politico che si sta drammaticamente vivendo, sarà per noi solo una struttura con la quale ci vogliamo confrontare per verificare di volta in volta la possibilità di azioni comuni. Ezio e Maria per “Le lotte dei pensionati” 4 ARTICOLO 18 - ARTICOLO 8 - PENSIONI FIRMIAMO SUBITO PER I REFERENDUM Dal 1996 al 2010 sono state sei le consultazioni referendarie in Italia: nessuna ha raggiunto il quorum. Questo forse spiega l’isolamento con cui il movimento per l’acqua pubblica si è mosso alla fine del 2009. Nessuna forza politica parlamentare ha appoggiato la campagna per l’acqua come “bene comune”. Il PD è salito sul carro quando il successo dei referendum è apparso probabile e la stessa IdV per mesi ha portato avanti un quesito alternativo a quello dei movimenti, sostenuti solo dalla sinistra extraparlamentare nelle fasi iniziali. Più del 57% degli italiani, nel giugno del 2011, ha sancito il successo dei quesiti contro la privatizzazione dell’acqua, contro il nucleare e sul legittimo impedimento. Un terremoto per la politica italiana. Poco dopo il governo Berlusconi è caduto ed è subentrato Monti. L’apparenza è cambiata ma le politiche del nuovo esecutivo hanno segnato una linea di continuità su molti temi. Il raro successo del 2010 ha convinto molti, forse troppi, a riprendere in mano lo strumento referendario. Il rischio è di ritrovarsi a firmare più di 10 moduli. Ci sono quattro quesiti già depositati su cui si è iniziata la raccolta firme. Due registrano la convergenza di un ampio schieramento (assieme alla Fiom ci sono Alba, FdS, IdV, PRC, SEL) sulla richiesta di abrogazione delle modifiche agli articoli 8 e 18, volute da Sacconi e Fornero. Gli altri due sono promossi dal partito di Di Pietro e soffiano sul malcontento “contro la casta”, chiedendo l’eliminazione della diaria e l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti. Rifondazione ha inoltre annunciato due quesiti sul tema delle pensioni, per cancellare la riforma Fornero. I Giuristi Democratici e l’Associazione Forum Diritti Lavoro si sono attivati per la presentazione di quattro referenQUADRO RIEPILOGATIVO dum per contraREFERENDUM SU CUI È GIÀ PARTITA LA RACCOLTA FIRME stare la precarietà. - Articolo 8: riaffermare l’inderogabilità dai contratti Nel frattempo pronazionali, abolita dal governo Berlusconi. Il comitato segue la raccolta indica il 20 dicembre come ultima data utile per firmare. firme per la legge - Articolo 18: imporre il reintegro del lavoratore licendi iniziativa popoziato senza giusta causa, non obbligatorio dopo le lare sul reddito modifiche volute dal governo Monti. Il comitato indica il minimo garantito. 20 dicembre come ultima data utile per firmare. Si rischia di dila- “Meno casta”: due quesiti per abrogare la diaria (il pidare il successo rimborso dei parlamentari per il soggiorno a Roma) e il del 2010, saturando finanziamento pubblico ai partiti. I promotori indicano il i cittadini di moduli 20 dicembre come ultima data utile per firmare. firme. Si tratta però REFERENDUM PRESENTATI di misurare e dimo- Pensioni: due quesiti per cancellare la riforma strare la voglia di Fornero. I promotori comunicano che la raccolta firme partecipazione inizia il 26 ottobre e andrà avanti fino alla fine dell’anno. degli italiani. Sono - Precariato: quattro quesiti per abrogare l’intera legge occasioni per esere alcune norme previste dalla riforma Fornero e dal citare democrazia collegato lavoro Sacconi. Sono stati depositati il 10 diretta, in un paese ottobre. Non ci sono informazioni sulla data di inizio dove lavoratori e di raccolta firme al momento, che sarà sicuramente cittadini sono sempubblicata sul sito dei Giuristi Democratici. pre più insofferenti LEGGE POPOLARE rispetto alle “caste” - Reddito per tutti: istituire garanzie per il reddito e ai partiti. anche per chi non ha lavoro o è precario. Si può firmaDmitrij Palagi re fino all’8 dicembre. Ultimora ESODATI VERSO LA SOLUZIONE? Dopo l’approvazione nella commissione bilancio di un emendamento teso alla regolarizzazione di tutti gli esodati e la dichiarazione che i fondi erano stati trovati la ragioneria dello Stato ha fatto delle osservazioni di mancanza di copertura creando nuovi dubbi. Il problema quando scriviamo è ancora in evoluzione e l’ultimo emendamento non soddisfa perché cerca di far pagare i costi ai salvaguardati ed ai pensionati con il lordo superiore 2.800 €. Marcello Luca 5 Ingiustizie sociali PENSIONATI RIBELLIAMOCI! Il blocco dei maxistipendi dei manager e dei magistrati è illegittimo e quello delle nostre pensioni no! Pensionati Incostituzionali i tagli degli alti stipendi dei magistrati e dei manager Con sentenza 223/2012 la corte costituzionale alcuni giorni fa ha dichiarato illegittimo l’art. 9 comma 22 del decreto 78/2010 che decurtava le retribuzioni dei manager di Stato e dei giudici che superavano i 90.000 euro. L’incostituzionalità del blocco degli adeguamenti retributivi era stato sollevato dagli stessi giudici per evidente contrasto con gli art. 2-3-23-24-35-42-5397-100-101-104-108-111-113117 della costituzione. Il blocco degli “adeguamenti automatici” è stato ritenuto non rientrante nella libera disponibilità del governo e neppure in linea con alcune precedenti sentenze della corte (316/2010 ecc.) in quanto questi provvedimenti autoritari del governo procurano “una decurtazione patrimoniale permamente!” Già… proprio come il blocco delle nostre pensioni! Abbiamo anche noi attivato il contenzioso giuridico e vorremmo che la legge fosse uguale per tutti. Non accetteremo che il principio di uguaglianza fra tutti i cittadini venga calpestato dal governo e dai partiti compiacenti che lo sostengono. Bocciati i tagli sulla retribuzione dei magistrati e dei dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90 mila euro lordi. In sintesi con la sentenza n. 223 dell’11.10.2012 la Corte Costituzionale, per bocca dei propri magistrati: 2) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 22, del d.l. 78/2010 (legge 122/ 2010), nella parte in cui dispone che, per il personale di magistratura, non sono erogati, senza possibilità di recupero, gli acconti degli anni 2011, 2012 e 2013 e il conguaglio del triennio 2010-2012 e che per tale personale, per il triennio 20132015 l’acconto spettante per l’anno 2014 è pari alla misura già prevista per l’anno 2010 e il conguaglio per l’anno 2015 è determinato con riferimento agli anni 2009, 2010 e 2014; 3) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 22, d.l. n. 78/2010, nella parte in cui dispone che l’indennità speciale di cui alla legge n. 27/1981, spettante al personale indicato in tale legge, negli anni 2011, 2012 e 2013, sia ridotta del 15% per l’anno 2011, del 25% per l’anno 2012 e del 32% per l’anno 2013; 4) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 2, d.l. n. 78/2010, nella parte in cui dispone che a decorrere dal 1°.1.2011 e sino al 31.12.2013 i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche dirigenziali, superiori a 90.000 euro lordi annui siano ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 10% per la parte eccedente 150.000 euro. Stiamo a vedere quando arriverà a questi magistrati della Consulta la questione di legittimità costituzionale dei tagli alle pensioni 2012 e 2013 con la mancata perequazione! Intanto la ministra Fornero, in Parlamento così rispondeva a un interrogante (On. Poli UDC) che la supplicava di sbloccare nel 2013 il taglio della perequazione ad alcune pensioni, portando la soglia del taglio da tre a quattro volte il Minimo INPS. “Riconosco apertamente che la questione sollevata dagli interroganti, che mi ha personalmente coinvolta nel momento in cui il Governo è stato chiamato a compiere scelte particolarmente sofferte, merita la necessaria attenzione in quanto coinvolge fasce di popolazione già pesantemente colpite dalla grave crisi in corso. Tuttavia, vorrei ricordare che le misure adottate dal Governo in materia di rivalutazione delle pensioni sono state dettate, nel rispetto del principio di equità e, quindi, salvaguardando le pensioni più basse [ndr. Quelle fino a mille euro che non ti consentono di fare la spesa tutto il mese!], dalla necessità di assicurare il consolidamento dei conti pubblici al fine di garantire la stabilità economico-finanziaria del Paese nell’ambito di un’eccezionale crisi finanziaria di portata internazionale. Nel ribadire, peraltro, la natura transitoria di questa misura, occorre considerare che eventuali iniziative, di limitare gli effetti del contenimento prodotti dalle disposizioni del decreto-legge n. 201 del 2011 determinerebbero rilevanti oneri a carico della finanza pubblica con conseguente necessità di idonea copertura nella riduzione di altre voce di spesa”. Galluccio Liberato Per una legge uguale per tutti MANIFESTAZIONE A ROMA Martedì 11 dicembre ore 10-14 Sala del Sacro Cuore - Via Marsala 51 - Stazione Termini 6 Milano 5 ottobre convegno su PENSIONATI e WELFARE “ Unire giovani e anziani per una pensione e un welfare equi, solidali e dignitosi”. E’ stato questo il filo conduttore del Convegno tenutosi a Milano il 5 ottobre 2012. Pensioni, stato sociale, esodati, reversibilità, cupe prospettive economiche presenti e future sono stati i temi trattati dagli intervenuti. Dopo una lucida e circostanziata introduzione di Giulio Moretti (Orsa - Lombardia), è intervenuto il prof. Mazzetti (docente d’Economia all’Università della Calabria) il quale ha denunciato il grande imbroglio dei nostri governanti a danno di pensionati e lavoratori, sostenendo che è falso far passare come unica soluzione il taglio di stipendi, pensioni e welfare per rilanciare l’economia. E’ vero l’opposto: solo in presenza di reddito sicuro e dignitoso, il popolo spende. Ridurre il potere d’acquisto delle masse, attraverso minori redditi da stipendi e pensioni e drastiche riduzione delle detrazioni alle famiglie, crea congiuntura e paura di spendere. Dal 1945 fino al 1975/1980 la disoccupazione bassa e gli investimenti pubblico/ privato hanno creato lavoro e benessere, migliorando significativamente la qualità della vita generale (trasporti, abitazione, spese sociali varie). La tassazione negli anni settanta era mediamente al 25%; attualmente è al 52%, con ricadute su consumi e, di conseguenza, sull’occu- Presidenza: il Prof. Mazzetti Giuseppe, Moretti Giuio, Galli Marco pazione. Mazzetti ha anche contestato il calcolo della disoccupazione (17% reale) fatto dal governo. Esso, infatti, calcola come occupati anche chi lavora un’ora la settimana e non considera disoccupati coloro che rinunciano a trovare un lavoro che non c’è. Il rapporto reddito percepito/ ricchezza prodotta, conclude Mazzetti, penalizza fortemente i lavoratori ed il precariato permette alla borghesia di sottometterli economicamente e socialmente meglio. La battagliera Oriana Venturi (C.I.L.Pensionati) ha denunciato la forte riduzione delle pensioni di reversibilità (50% della reversibilità, se il coniuge superstite percepisce un reddito ISEE poco superiore a 1100 euro), il disinteresse su questa questione dei sindacati storici, mentre i governanti giustificano i tagli, imputandoli a decisioni della Corte dei Conti e all’assenza di “coperture finanziarie”. Il rappresentante degli esodati ha segnalato l’estrema difficoltà economica e sociale di queste persone (oltre 390 mila), di cui solo 65 mila possibili “salvati”. Ha proposto di reperire fondi dalle giocate (+23% nell’ultimo anno). Altri interventi hanno segnalato la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, proponendo modalità di recupero automatico; altri ancora hanno segnalato tagli di benefici e servizi per le persone impegnate nell’assistenza di congiunti ammalati e/o portatori d’handicap. Cremaschi (ex segretario generale Fiom e rappresentante Comitato NoDebito) ha esortato gli anziani a lottare per i diritti sia dei giovani, i quali non hanno la cultura e l’esperienza della lotta, sia degli attuali pensionati, messi in pericolo dai continui tagli governativi. Ha rinfacciato alla sinistra italiana l’approvazione delle controriforme Dini, Treu, Prodi e Monti in materia di welfare; ricordano che il massimo della produttività, ottenuta nel periodi 19711979, è coincisa con l’apice massimo dei diritti dei lavoratori; la loro forsennata limitazione porterà più recessione. Non bisogna credere, inoltre, che per punire i ladri come Fiorito o i falsi invalidi, bisogna far lavorare fino a 68 anni e togliere wefare ai veri bisognosi. Ugo Boghetta (Rifondazione Comunista), Pifferi Sergio (IDV) e Tino Magni (SEL Lombardia) hanno espresso la contrarietà dei loro partiti alle politiche dei tagli al welfare. Ezio Gallori ha esortato tutti a passare dalle giuste analisi fatte ad azioni concrete. Unità di tutte le organizzazioni dei lavoratori e dei pensionati su lotte comuni; contrastare la privatizzazione della Sanità in Italia ed in Europa, atta a far pagare al cittadino anche le cure primarie. Si continueranno i contatti con altre organizzazioni sindacali e associazioni europee per costruire una comune piattaforma europea, da presentare al Parlamento europeo nella prossima primavera. Smaldone Remigio 7 Novità per i pensionati: LAVORO OCCASIONALE di Liberato Galluccio Si definisce lavoro autonomo occasionale qualsiasi attività di lavoro caratterizzata dall’assenza di abitualità e continuità. La disciplina del lavoro autonomo occasionale trova la propria regolamentazione originaria nel Codice civile (art. 2222 e seg.) che, negli ultimi anni, è stato integrato da notevoli norme di legge; in particolare è nota la legge Biagi (Legge 14/02/2003 n. 30), il cui decreto attuativo (D. Lgs. n. 276/2003) si occupa, tra l’altro, del lavoro occasionale accessorio. All’art. 70, molto complesso, questa forma di lavoro viene definita come attività lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, o in procinto di uscirne, [e questi sono i pensionati]. La riforma delle regole del mercato del lavoro, (legge 28 giugno 2012, n.92, modificata ulteriormente dalla legge 134/2012, quella dello sviluppo) - ha apportato una notevole semplificazione di quell’art. 70, eliminando paletti e pastoie, ma introducendo anche una limitazione all’utilizzo di questa forma di lavoro. In sintesi, l’art. 1, c. 32, lett. a), della Legge n. 92/2012 ha sostituito integralmente l’art. 70 del D.Lgs. n. 276/2003 e Il Ministero del Lavoro, con la Circ. n. 18 del 18 luglio 2012, ha fornito le “primissime indicazioni”, riservandosi di emanare successivi e ulteriori chiarimenti con provvedimenti separati. Secondo il nuovo articolo 70: - le prestazioni di lavoro accessorio sono intese come quelle “attività lavorative di natura meramente occasionale”, - che non danno luogo a compensi superiori a 5.000 euro nel corso di un anno solare sommando i compensi di tutti i datori di lavoro Con la disciplina in vigore fino al 17 luglio 2012 il prestatore poteva svolgere più prestazioni di lavoro con diversi committenti, fermo restando che da ogni committente poteva percepire al massimo 5.000 euro; la previgente normativa prevedeva anche un meticoloso elenco di attività per le quali era possibile svolgere lavoro occasionale. Come precisa pertanto il Ministero del Lavoro nella circolare suddetta (questa è la novità più importante e semplifi- catrice) a partire dal 18 luglio 2012, mediante lavoro occasionale accessorio: • può essere svolta qualsiasi attività lavorativa, • in qualsiasi settore produttivo, • da parte di qualsiasi soggetto prestatore di lavoro, • fermo restando il rispetto del limite economico complessivo di 5.000 euro per anno solare. Il nuovo art. 70 come sostituito dall’art.1, c.32. legge 92/2012: Per prestazioni di lavoro accessorio si intendono attività lavorative di natura meramente occasionale che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a 5.000 euro nel corso di un anno solare, annualmente rivalutati sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente. Fermo restando il limite di 5.000 euro nel corso di un anno solare, nei confronti dei committenti imprenditori commerciali o professionisti, le attività lavorative di cui al presente comma possono essere svolte a favore di ciascun singolo committente per compensi non superiori a 2.000 euro l’anno, rivalutati annualmente ai sensi del presente comma. Per quanto riguarda l’applicazione del lavoro accessorio in agricoltura, il riformato art. 70 prevede, al c. 2, che le prestazioni di lavoro accessorio possano essere svolte nell’ambito delle “attività agricole di carattere stagionale”, purché prestate da pensionati, o studenti con meno di venticinque anni di età compatibilmente con gli impegni scolastici o universitari, presso “i produttori agricoli che nell’anno solare precedente hanno realizzato o, in caso d’inizio di attività, prevedono di realizzare un volume d’affari non superiore a 7.000 euro”. Come precisato dal Ministero, con riferimento alle attività agricole non trova applicazione il limite di 2.000 euro, previsto invece per ogni altro committente imprenditoriale; si può conseguire un profitto fino a 5.000 euro presso un unico datore di lavoro solo se l’attività è svolta da pensionati o giovani studenti, oppure, prescindendo dalla tipologia del prestatore di lavoro, se l’attività viene svolta presso piccoli imprenditori agricoli. Nel settore agricolo non possono giovarsi di queste opportunità le casalinghe, i lavoratori part-time e le persone che percepiscono misure di sostegno al reddito. Per concludere, precisiamo i vantaggi per i pensionati in caso di prestazione di lavoro accessorio: - possono integrare il proprio reddito con altri 5000 euro senza imposizione fiscale; - fruiscono di copertura contributiva se pure minima, e di un’assicurazione INAIL; - la pensione si cumula liberamente con il compenso derivante dalle prestazioni occasionali. Verso una ribellione sociale di Domenico Angelini - Foligno Non aumentare pensioni e stipendi in relazione agli aumenti del costo della vita non solo aumenta la povertà, ma si rischia una ribellione sociale con conseguenze imprevedibili e sicuramente dannose per il paese. Ma come recuperare i soldi per aumentare salari e pensioni? Si possono recuperare dagli stipendi altissimi di quelle persone che lavorano negli enti pubblici, sulle scorte e sulle macchine blu, eliminando le province e tanti enti inutili. Portare il popolo alla fame non è il modo migliore per uscire dalla crisi e si possono causare cose drammatiche. Con questi partiti e questi politici che hanno fatto solo clientelismo e scarse riforme non si taglieranno mai gli enormi costi della politica. Anziché votarli forse è meglio scarabocchiare la scheda per renderla nulla o non andare a votare. Oppure cacciarli a forza dal Parlamento. 8 FERMIAMO LA SANITÀ PRIVATA Per tutti i cittadini la salute è un bene fondamentale ma per noi pensionati quando superiamo la soglia dei 70 comincia sempre più a vacillare. La sanità pubblica gratuita efficente ed efficace diventa quindi una assoluta necessità che dobbiamo difendere e salvaguardare. Per questo da qualche mese ci stiamo impegnando nella costruzione di un “COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA DIFESA DELLA SANITÀ PUBBLICA”. Le 4 pagine seguenti fanno parte di un volantino che abbiamo distribuito dal 1 al 6 ottobre per pratecipare ad una settimana di lotta indetta dalla “RETE EUROPEA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SANITÀ E DELLA PROTEZIONE SOCIALE”. La rete si è già riunità il 6-7 ottobre a Varsavia approvando un documento d’intenti comuni e stabilendo un nuovo incontro a Parigi nel gennaio prossimo. In Italia putroppo la stampa di regime e le TV non hanno dato nessuna notizia di questo evento e se anche il Parlamento approva la riduzione di 7.389 posti letto, l’aumento dei ticket e dei medicinali a pagamento, nessuno ne parla e si cerca di mitigarne la portata. È vero che questi gravi problemi non riguardano tutti i cittadini… non riguardano per esempio i benestanti che si servono delle loro confortevoli cliniche private, ma riguardano noi, i meno abbienti, i disabili, gli anziani non autosufficenti ai quali il parlamento ha tagliato il 75% dei fondi per i Lea (livelli essenziali di assistenza) e c’è voluto perfino lo sciopero della fame dei malati di Sla per trovare un po’ di risorse per la loro sopravvivenza. Tutto questo in un paese dove le ruberie di milioni sono all’ordine del giorno, dove non si rinuncia all’acquisto di costosi bombardieri F-35, si confermano le colossali spese inutili (TAV - sottoattraversamenti di Firen- ze ecc.). Lo scopo della creazione di questo coordinamento sulla sanità pubblica e quello di mettere assieme le migliaia di associazioni, che nascono tutti i giorni, per particolari malattie vissute sulla propria pelle, che si illudono così di risolvere il loro problema che invece è unico per tutti: Per scelte politiche che riducono i fondi e le privatizzazioni che rendono sempre più difficile e drammatica la loro situazione. Il coordinamento ha già mosso i suoi primi passi scendendo in piazza contro le politiche del governo (il 27) ed ha partecipato al presidio davanti a Montecitorio ul 31 a fianco dei disabili. Ora stiamo organizzando i vari coordinamenti regionali e stiamo preprando i documenti sanitari e sociali per arrivare a gennaio ad un’assemblea nazionale dove, in previsione dele elezioni, diremo ai politici che non li voteremo se non sosterranno queste nostre richieste e se approveranno ancora convenzioni con privati. Purtroppo dobbiamo constatare che anche i sindacati, nei nuovi contrat- ti, sottoscrivono fondi sanitari integrativi che prefigurano già una sanità su due livelli: uno per coloro che possiedono assicurazioni o fondi sanitari l’altro di serie B per chi non possiede niente, per i più poveri e diseredati. Questi fondi garantiscono a loro poltrone nei consigli di amministrazione, ma sopratutto lucrosi interessi al mondo finanziario che oggi è padrone del mondo. Per contatatti [email protected] [email protected] 9 ROMA 27 OTTOBRE Anche i pensionati al No Monti Day al blocco anticostituzionale delle pensioni, all’impoverimento dei pensionati, ai tagli per disabili e non autosufficienti, alle missioni di guerra e a tutte le spese inutili e cominciare dai costi esorbitanti della politica. al lavoro dignitoso, allo stato sociale, al reddito, per tutte e tutti, alla sanità pubblica, gratuita e efficiente, all’assistenza sociosanitaria 10 Compagni di viaggio: SALVATORE CARAPEZZA La mia vita è stata una via crucis! In pieno anno scolastico, il 15 dicembre 1941 si sono presentati in classe due carabinieri. Mi hanno chiamato per nome e, dopo aver letto una ordinanza militare, mi hanno detto: “Tu da oggi sei precettato, mobilitato civile, un militarizzato”. Avevo 17 anni. Devo presentarmi alla caserma dei carabinieri per perfezionare la mia posizione. Se entro tre giorni non mi fossi presentato, sarei stato un disertore, assoggettato alle leggi militari in tempo di guerra. Mio padre, una vecchia guardia, un Cantoniere incallito, l’ha presa male, lo ero l’unico figlio e mio padre aveva delle grandi idee nei miei riguardi. Voleva che diventassi qualcuno. Invece! Entro sei mesi mi hanno abilitato a tutti i servizi, compreso la circolazione dei treni. Ero un minorenne, senza barba, con il berretto rosso in testa! Ed ecco i primi guai! Il 21 marzo 1943 a Caltanissetta Xirbi, avvenne un disastro ferroviario: un treno militare (era il 38° battaglione costiero) ha perduto il controllo dei freni, in una discesa al 25% andandosi a schiantare contro il 7342 in manovra.Ci fu una fortissima collisione, una montagna di carri frantumati e di resti umani (136 morti e 365 feriti). Un’apocalisse! Il mio primo bagno di sangue! Macchinisti e personale delle F.S. Tutti morti! Il 18 luglio 1945 titolare della stazione di Imera, il treno militare 8625, dopo la partenza da Enna, non si é più fermato (35 km in discesa al 25%). Si é scaraventato contro il treno 7342 sullo scambio d’ingresso. Ci furono due morti e nove feriti. Nel Novembre 1949, mentre mi trovavo in trasferta nel catanese, successe un altro disastro. In piena notte un treno derrate CataniaContinente nella stazione di Alcantara, venne erroneamente instradato su un binario ingombro. I carri andarono a finire in piazza, le arance disseminate per tutta la città. Morirono tutti, i macchinisti e i colleghi di scorta! Il 2 settembre 1961 a Bosco Saline, un treno investi un cantiere operante sugli scambi d’ingresso (il cantiere era anonimo). Ci furono due morti e sei feriti. Venni incriminato e in seguito prosciol- to. Fu un processo molto lungo, tanti anni passati sulle spine. Alla fine tutto si concluse con una carezzina: un premio eccezionale. Meglio di niente! Con questi incidenti mi feci le ossa e divenni ferroviere. Un bel giorno mi dissi: “ma perché capitano tutte a me?” Venni a sapere che gli uffici superiori avevano fatto una relazione ben nutrita, dandomi dapprima del temerario, poi, strada facendo, arricchirono la mia carpetta personale con elogi ed encomi. Alla fine andò tutto per il verso giusto. Nel 1963 ero gia Capostazione Principale, ma non avevo un titolo di studio. Mi misi d’impegno e dopo due anni di preparazione conseguii il tanto desiderato pezzo di carta. Nel 1969 mi iscrissi all’università. Non nascondo che ebbi una carriera a dir poco brillante. Arrivai all’ultimo livello, accompagnato da una lunga serie di eccezionali valutazioni, tra le quali due per azioni coraggiose. Un encomio da parte del sig. Direttore Generale per atto di onestà. Un attestato di Pubblica Benemerenza da parte del sig. Ministro on/le Taviani. Per concludere in bellezza il Capo dello Stato mi conferì la distinzione onorifica di Ufficiale della Repubblica. Adesso parlerò di lotte, conquiste, difesa dello stato sociale. Durante i primi anni la milizia fascista ci perseguitava. Durante una incursione aerea a Licata, ci fu un grosso litigio, volevano che entrassi, a qualunque costo, nel rifugio antiaereo, composto dalla sala di 2° classe. Si trattava di traverse messe all’impiedi collegate con dei ganci e altrettante traverse messe in orizzontale. Dissi che quelle traverse erano instabili e ci sarebbero crollate addosso al primo scossone. Mi presero per saputello e scrissero al federale dicendo che ero un ribelle antifascista. Li sopportai! Appena sbarcarono gli americani il 12 luglio 1943 (io mi trovavo a Caltanissetta), si formò subito un sindacato. Conoscevo parecchie persone che non dirigevano il fascismo e cosi si organizzarono le prime riunioni e, subito dopo, il primo comitato. Era bello vedere che tanta gente la pensa- va come me. In quel periodo conoscevo alcuni epurati dal fascismo. Uno era un ex Controllore Viaggiante un certo Malogioglio, reintegrato e rimesso in servizio nonostante i suoi 72 anni! L’altro era un ex Capotreno, un certo Lupo Marco, anch’esso epurato e rimesso in servizio... Quello che teneva bacchetta era un macchinista, Nicolò Arnone un comunista incallito che aveva pagato a caro prezzo la sua militanza. Era una persona affidabile ed onesta, e per tale motivo fu da noi nominato Segretario di Sezione. Attendevamo la liberazione di Palermo per fare delle grandi cose: coinvolgere altre province, occupare altri spazi, creare una sede regionale. Parteciparono tutti, il personale viaggiante ed il personale di macchina distribuivano in tutti gli impianti volantini e programmi sindacali, mantenendo i contatti con le sedi provinciali e regionali. Molta gente di spicco si unì a noi. Il mio ruolo fu di proselitismo a tutto campo, In pochi mesi riuscimmo a fare tesseramenti in tutte le stazioni ferroviarie. In poche parole il nostro sindacato divenne fortissimo, il primo sindacato in Italia. Ebbi molti ruoli, anche da pensionato, dando vita ai raggruppamenti territoriali e ai coordinamenti regionali. Fui eletto Segretario Provinciale per due legislature e una legislatura regionale, partecipando a tutti i Congressi e a tutte le assemblee dei Quadri. Posso vantare un tesseramento che parte dal 1944, esattamente 68 anni (scusi se é poco!) C’e qualcuno che mi supera? Ecco una foto della tessera del primo sindacato, nato in Italia, anzi in Sicilia ed esattamente a Caltanissetta. Nessuno rivendichi! Il primo sindacato in Italia e nato a Caltanissetta il 5 ottobre 1943 ed io, che sono ancora in vita, ho la fortuna di gridarlo ai compagni di viaggio successivi. Non sono stato mai alla finestra. Un fraterno e sincero augurio a tutti i colleghi in pensione, a cui con affetto dico: Vivete bene, vivete a lungo, vivete in salute, io posso ben dirlo! Sul mio groppone pesano molti, molti anni. Ma li porto bene! 11 CITTÀ DI UDINE UN INTERO PIANO DI MOBILITÀ PER BICICLETTE a cura di Romano Boldrini “Sono le auto che devono adattarsi alle due ruote, non viceversa”. Sono le parole dell’assessore alla mobilità di Udine. Pedoni e ciclisti potranno circolare in sicurezza nelle aree residenziali e nel centro storico, con limite di 30 km/h per le auto. La sicurezza si ottiene diminuendo la velocità dei veicoli. Sopra i 30 km/h i nostri sensi si alterano, perdono nitidezza, dicono molti neurologi. Purtroppo in Italia non ci sono norme che incentivano le persone ad andare al lavoro in bici. Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta, s’è fatta promotrice di una petizione per chiedere che l’infortunio occorso a chi si reca al lavoro in bici sia sempre indennizzato. Ma necessità vuole che in varie città e paesi della nostra Penisola si parta decisamente verso un uso maggiore del velocipede. Città come Pesaro e Piacenza le due ruote si stanno conquistando spazi, limitando l’uso dell’auto. Dieci anni fa pedalava quotidianamente verso il posto di lavoro o la scuola il 2,9% della popolazione, oggi un sondaggio di Ipr rivela che quel numero è triplicato, sfiora il 9%. Un quarto degli italiani usa la bici come mezzo di trasporto, un dato che ci riporta agli anni ’50 quando un film citava: ma dove vai bellezza in bicicletta? Sarà la benzina a due euro, sarà lo stress da ingorgo o il desiderio di una pedalata. Fatto sta che l’aumento delle bici in circolazione è un segnale significativo. Questo successo propone due sfide. La prima è quella della sicurezza, come dimostra il recente movimento “Salvaciclisti” con l’obiettivo di portare a zero le vittime di incidenti stradali e rendere le strade meno pericolose per i ciclisti. La seconda sfida riguarda i sindaci. Devono tirar fuori il coraggio e dare prova coi fatti. Uno di questi può essere il Piano adottato a Udine. Con la formula 50-25-25 il Comune vuole raggiungere l’obiettivo di 50% degli spostamenti in auto riducendo l’attuale 75%, trasportare 25% di utenti sui mezzi pubblici e 25% sulle due ruote o a piedi. Ma c’è bisogno anche di cambio di mentalità, sia per le competenze di chi amministra, sia dei cittadini. Si potrebbero citare vari esempi di “Comuni Virtuosi”, dove l’attenzione su questi temi è stata portata a livelli da Paesi del Nord Europa, che dimostrano come una pista ciclabile costruita con criterio venga utilizzata in modo assiduo. Il caso di Udine dimostra con i fatti che i cittadini sono pronti a questi cambia- menti. Oltre ad aver applicato il limite di 30 km/h nei quartieri, quindi veicoli più lenti e la circolazione delle bici avviene in un contesto di maggiore sicurezza. Una situazione che soddisfa molto quei cittadini anziani che temono gli incidenti stradali. Meno auto, più bici per una migliore qualità dell’aria. IL PONTE SULLO STRETTO di Liberato Galluccio Non si farà più, così ha risposto a un’interrogazione parlamentare il ministro dello Sviluppo Corrado Passera: … occorre tener conto dei pronunciamenti della Commissione europea, che non ha più considerato l’opera tra le priorità e, non da ultimo, dallo stesso CIPE, che non ha incluso il ponte tra le opere infrastrutturali da finanziare nei prossimi anni. Sento pertanto di confermare che il Governo, consapevole della necessità di fornire una risposta definitiva al complesso e delicato problema, sta valutando la possibilità, in occasione della prossima legge di stabilità, di definire ogni profilo ancora aperto. L’interrogante, un esponente di un partito del precedente governo, si è dichiarato insoddisfatto della risposta e ha ribattuto molto vivacemente: … ho sperato che ci desse una risposta molto più convincente e concreta. Voi state cincischiando e tenendo aperta una società che è improduttiva ed è completamente inutile, perché avete confermato voi che il ponte non si fa più - per fortuna, anche perché costava 8 miliardi e mezzo di euro. Sono un po’ esterrefatto, probabilmente volete salvaguardare il futuro della giovane speranza politica... l’on. Giuseppe Zamberletti, classe 1933, sei legislature in Parlamento e vari incarichi di Governo. Questo è proprio il caso del politico che dice tutto e il suo contrario! Il ponte era uno dei cavalli di battaglia della propaganda politica del precedente governo che per molti anni ha lautamente tenuto in vita la Società del Ponte spendendo miliardi di euro, e quando la Camera nel 2011 (la crisi era già profonda!) approvò una mozione per la soppressione dei finanziamenti, la maggioranza, compreso quindi il partito dell’interrogante, non votò contro ma si astenne. Il 16 ottobre dello stesso anno, il ministro delle Infrastrutture, sempre del precedente governo, dichiarava, ancora, che il ponte sullo stretto di Messina verrà realizzato a prescindere dall’eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo. Il ponte - aveva puntualizzato - per il governo resta una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia». Il politico interrogante non chiede che si risparmino i soldi del ponte, ma che si spendano nelle nostre infrastrutture, per soddisfare le giuste rivendicazioni dei territori del Nord. Comunque in corrispondenza di un libro dei sogni che si chiude, se ne riapre un altro. A un’altra interrogazione del 3 ottobre scorso lo stesso ministro Passera rispondeva testualmente: la linea ferroviaria che collega Napoli a Palermo, via Reggio Calabria, è entrata a pieno titolo nel nuovo programma TEN-T 2014-2020 [Trans-European Networks – Transport], come componente del corridoio Helsinki-La Valletta [2800 km di cui 1500 circa in Italia]. In particolare l’asse ferroviario Salerno-Reggio Calabria risulta inserito nell’allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza approvato dal Governo e ora all’esame del Parlamento, nel paragrafo relativo al nuovo Quadro strategico delle priorità. Tuttavia, analizzando i vari atti programmatici prodotti da RFI e le relative stime, si evidenzia un quadro di esigenze finanziarie molto oneroso, allo stato non dotato di copertura. In particolare, il quadruplicamento della tratta Salerno-Battipaglia ha un costo di 1,8 miliardi di euro, la tratta Ogliastro-Sapri ha un costo di 3,5 miliardi di euro e la tratta Sapri-Reggio Calabria ha un costo di 18 miliardi di euro. E intanto RFI ha predisposto un piano di interventi supportato da un finanziamento di 230 milioni di euro, previsti nel Piano per il sud approvato dal CIPE, con importanti opere di adeguamento tecnologico, che consentiranno, nel breve periodo, il raggiungimento di un risultato apprezzabile: il collegamento Reggio CalabriaRoma in 4 ore e 30 minuti contro le 5 ore e un quarto attuali [n.d.r.questo sì che è un risultato apprezzabile: 440 km a cento all’ora!!] Questa volta si fa sul serio! 12 Biglietti di viaggio F.S. I NOSTRI SUCCESSI Nel precedente contratto dei ferrovieri (2003) i sindacati ebbero l’ardire di sottoscrivere accordi peggiorativi sulle concessioni di viaggio che riguardavano anche i pensionati. Quell’accordo fu un abuso ma anche un illecito giuridico in quanto quei sindacati non potevano rappresentare i pensionati che peraltro furono esclusi da partecipare al referendum che, con il solo 52%, ne confermò la validità (se avessero votato i pensionati il contratto sarebbe saltato!). Le cose poi si complicarono nel marzo 2011 quando le F.S., richiamandosi all’accordo che prevedeva l’aumento in relazione ai costi dei biglietti, portarono con una circolare l’aumento dell’ammissione dal 1° aprile dai 15 ai 22 €. La nostra immediata manifestazione (24 marzo a Roma nella sala del Sacro Cuore) creò molte reazioni fra le quali quella di dar vita ad un presidio il 4 aprile davanti al ministero dei trasporti (vedi copertina accanto). In quella circostanza una nostra delegazione si incontrò con i dirigenti delle F.S. che annunciarono il ritiro a fine aprile della circolare ed i sindacati annunciarono che “l’eventuale aumento ci sarebbe stato alla firma del nuovo contratto”. Il contratto è stato firmato e approvato col solito referendum ma per fortuna (per ora) gli aumenti sul diritto all’ammissione non ci sono. Uno dei motivi per i quali i nuovi aumenti annunciati non ci sono stati, oltre a quello che le reazioni negative dei pensionati (240.000) assieme a quelle dei ferrovieri avrebbero creato situazioni ingestibili per azienda e sindacati, si deve ricercare dall’iniziativa di questa rivista, di aver raccolto centinaia di firme di pensionati (spedite per raccomandata), che DIFFIDAVANO AZIENDA E SINDACATI a sottoscrivere illegittimi accordi sindacali peggiorativi, premessa questa per successivi contenziosi giuridici. Insomma, con i tempi che corrono, aver bloccato gli aumenti è un successo anche se la nostra battaglia continua perché siamo in attesa di un giudizio sulla gratuità dei biglietti della cassazione. Questo episodio conferma la massima: CHI LOTTA PUÒ PERDERE CHI NON LOTTA HA GIÀ PERSO! Abbonatevi a questo giornale che lotteremo ancora. REVERSIBILITA’: NON FACCIAMOCI MANCARE NULLA ! Un caro saluto a tutti i pensionati ed iscritti CIL Ricordo nuovamente a tutti voi la petizione pubblicata in internet per la lotta comune e sociale, relativa alla richiesta di una revisione della legge Dini riguardo all’ ingiusto ed iniquo trattamento delle pensioni di reversibilità. Chiedo a tutti voi un ulteriore sforzo di coinvolgimento, innanzitutto dei diretti interessati, sia dei loro familiari, di amici, parenti, conoscenti, contatti vari, affinché esprimano la loro effettiva e diretta solidarietà apponendo la firma on line sul sito www.change.org/dini Ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno già aderito e quanti vorranno impegnarsi a diffondere la mia richiesta di raccolta firme. Ho rilevato che è diffusa la credenza che solo le persone colpite da questa normativa possano firmare, ma non è assolutamente così. Chiunque possegga un indirizzo mail può apporre la propria firma. Coraggio… cerchiamo di raccoglierne il maggior numero possibile. Cordiali saluti. Irma Maestri - iscritta CIL 13 SAPETE CHI È QUEST’UOMO? Si chiama Mauro Sentinelli e percepisce la pensione d’oro più alta d’Italia ben 1.173.205 euro. Tagliando le pensioni d’oro si risparmierebbero 7 miliardi all’anno. Invece il governo taglia il fondo per l’assistenza ai disabili. Se questo ti fa vomitare ti consigliamo l’antidoto… ABBONATI A QUESTO GIORNALE che vive solo di abbonamenti e volontariato Nonostante l’aumento dei prezzi l’abbonamento rimane sempre a 15 euro all’anno. Se vuoi partecipare alla nostra Associazione consumatori 20 euro. Si può utilizzare il vaglia allegato a c/c postale n. 99856627 intestato a Associazione In Marcia L.P. oppure attraverso i rappresentanti o telefonando in redazione I NOSTRI SERVIZI GRATUITI Caf (730 - ICI ecc.) Assistenza anziani (diritti e suggerimenti) II e ultimo mercoledì del mese ore 17-19 Elettrosmog martedì ore 9-12 Consulenza pensioni mercoledì 9,30 - 11,30 Consulenza medica per appuntamento telefonico Come contattarci Le lotte dei pensionati Piazza Baldinucci, 8r 50129 Firenze Tel. 055 486838 Fax 055 4625985 E-mail [email protected] www.resettatutto.org Consulenza legale tutti i giovedì dalle 15 alle 16 (luglio 11,30 - 12,30) Consulenza consumatori lunedì 16.30-18.00 Consulenza affitti e prima casa Unione inquilini - lunedì 16.30-18.00 Associazione malattie rare Venerdì 16-18 Servizio Patronato Telefonare in Sede 14 I problemi irrisolti di Anlafer RESTITUIRE I SOLDI? PEDEROBBA (TV) - Carmelo SAJEVO I problemi irrisolti di ANLAFER Nel 1993 per noi ex Ferrovieri Pensionati del contratto 1990/1992 venivano promossi e sponsorizzati da ANLAFER, ricorsi vari come: ricalcolo buonuscita - riconoscimento I.I.S nella buonuscita ed altro ancora. Chi aderiva, doveva versare la quota stabilita, con il presupposto della gratuità del ricorso ed un riconoscimento, nel solo caso di vincita del ricorso, di una percentuale all’Avv.; al momento della iscrizione e pagamento del tributo, si dovevano firmare due fogli protocollo di lato alla 22.ma riga, quella che poi sarebbe diventata delega per l’avv. Quanto poteva essere legale quella firma mi lasciava perplesso ed oggi sono convinto ancor più della nullità del suo valore giuridico, anche perché sono firme che vanno poste innanzi a funzionario o avvocato abilitato a riceverle in appositi uffici ed in loro presenza, e da questi convalidate; posso avere il Vostro autorevole giudizio nel merito? Da quel momento siamo rimasti in attesa di conoscere gli sviluppi del ricorso ed alla richiesta di informazioni veniva risposto: sono pratiche lunghe bisogna avere pazienza, questa pazienza nel più assoluto silenzio e senza informazioni sul decorso della pratica e quanto meno sapere a quale Studio legale è stato assegnato il ricorso, se erano state fatte delle udienze in merito; non siamo mai riusciti ad avere nessuna notizia né dal Movimento ANLAFER né da un qualsiasi Studio di Avvocato; il sottoscritto NON HA SAPUTO PIU’ NULLA tanto che oggi intendo sia abbandonata la pratica onde evitarmi spiacevoli notizie. Nel 1999, il mio ex collega, (per la cronaca Rizzardo Ermenegildo), riceve una telefonata dalla sede romana dell’Anlafer riferendogli di andare in quella sede (perché in quella sede anziché nello Studio dell’Avv. così si avrebbe avuto modo di conoscerlo e ringraziarlo?) a ritirare i soldi del ricorso (cifra, a quel tempo in lire, molto considerevole); si precipita a ritirarla, lascia un obolo per il disturbo, ritenendo che l’Avvocato sia stato regolarizzato, tanto era la sorpresa e la gioia che non ha chiesto e non gli è stata data nessuna spiegazione, soddisfatto torna a casa a festeggiare con la famiglia. Il bello arriva ora nel 2012; riceve una raccomandata da uno Studio Legale romano (Pierluigi Giammaria) annunciandogli che era stato presentato un successivo ricorso risoltosi con sentenza del 2002 a favore delle FF.SS.: deve restituire quanto aveva ricevuto nel 1999 oltre rivalutazione monetaria ed interessi da quella data, (tanto da arrivare in EURO alla stessa cifra). Questa comunicazione portava p.c. il nominativo dell’Avvocato mai conosciuto e mai avuto nessun rapporto di qualsiasi specie. Con il Rizzardo che mi confidava il tutto e mi chiedeva aiuto, cercai di saperne di più. L’ANLAFER di Mestre, sede nella quale è nato tutto il discorso, si rifiuta di darmi un n° di telefono; con mille peripezie son riuscito nell’intento, messomi in contatto, mi assicura di stare tranquilli che si sarebbe aggiustato il tutto, inviandomi a mezzo fax copia della sentenza della Cassazione n° 6988/02 che prevedeva la restituzione. Rileviamo che la causa del ricorso è stata presentata con ad altri 17 colleghi (avendolo saputo non sarebbe stato d’accordo). Quella comunicazione telefonica ci ha tolto completamente ogni possibilità di avere quello che gli si richiedeva cioè: conoscere l’indirizzo degli altri 17, inviandomi copia originale dell’atto introduttivo di questo ricorso. La richiesta a tutt’oggi nonostante le intimazioni inviate per averlo è risultata vana. Può un avvocato comportarsi così? Sono in possesso del Codice Deontologico Forense che, se applicato, non dovrebbe poter ancora fare sonni tranquilli. Di certo non può presentare denuncie e, concordo con lui, si può avere fiducia in una giustizia che ti dà ragione e una che te la toglie manovrata da avvocati di questa specie? Vi sarei grato in un Vostro aiuto. CONSIDERAZIONI DI G.L. Cercherò di chiarire per quanto è a nostra conoscenza indiretta e spero che qualcuno degli amici di ANLAFER che ci legge possa dare risposte più puntuali. Intanto va detto che, come questo, ci sono stati molte centinaia di casi risoltisi amaramente per i ricorrenti. Una delle ragioni, che certo è a conoscenza di tutti, sta nelle lungaggini dei procedimenti giudiziari, e questo si sapeva prima di cominciare; l’altra ragione sta nel fatto che a nessuno degli interessati è stata mai notificata alcuna delle tappe del percorso giudiziario, e questo attiene alle competenze e alle possibilità organizzative dell’ANLAFER. Non sappiamo se gli studi legali comunicavano a ANLAFER ciò che avveniva nelle Corti, come avrebbero dovuto. Quest’ultima Associazione forse avrebbe dovuto pretendere dagli studi legali di essere messa a conoscenza di quanto succedeva nelle varie Corti e delle prospettive che si presentavano ai ricorrenti volta per volta, o delle opzioni che essi potevano fare (se continuare o meno; se incassare o meno), e comunicarle agli stessi nelle maniere dovute. Anche in queste circostanze, il pensionato non è stato una persona da curare, informare e seguire, cioè mettere al centro delle vicende, ma è stato trattato come una risorsa da spremere e poi buttare. Molti pensionati mi si sono presentati con gli stessi problemi e interrogativi che mi ha posto C.S. con la sua lettera. Sono convinto che lo studio legale Giammaria di Roma aveva la facoltà di esigere quelle cifre (come altri studi legali anche di Napoli), poiché la richiesta viene notificata rigorosamente entro la scadenza dei dieci anni dalla sentenza della Corte Cassazione (che è del 2002) e ritengo che sarebbe un’altra battaglia contro i mulini a vento rifiutare di pagare, anche perché, negli ultimi dieci anni almeno, la giurisprudenza non si fa scrupoli nel dare torto ai più deboli. Ai colleghi che ci hanno esposto il problema a voce, ho consigliato di parlare e concordare con lo studio legale una maniera, la più moderata possibile, di restituire quanto richiesto, magari ratealmente e senza gli interessi; l’alternativa è – pensate un po’ - ricorrere in giudizio contro uno studio legale, facendosi patrocinare da un altro studio legale! 15 La posta dei lettori a cura di Galluccio Liberato TAGGIA (IM) - Franco CAMBIASO INPS ricalcola e …recupera Cambiaso mi ha mandato un chiaro carteggio di corrispondenza avuta don INPS. Con alcune domande chiese, prima a FS, la riliquidazione della pensione con l’inclusione di alcune competenze accessorie fisse: integrativo bis, premio di esercizio, indennità quadri; e queste sono rimaste senza risposta, d’altronde sarebbero stata negative. All’INPS specificamente chiese nel 2008 che fosse tentato il doppio calcolo, nel caso fosse più favorevole il secondo. L’INPS di Imperia rispose puerilmente (almeno dal carteggio che ho ricevuto) fischi per fiaschi come fa spesso: non ti spettano le variazioni in più sull’IIS, anche se lo dice la legge! Cosa c’entra questo con il doppio calcolo? Cambiaso ha replicato al Comitato Amministratore a Roma, che ha scaricato per competenza a Imperia, questo avveniva a ottobre 2008, e da allora nulla fino alla primavera del 2010: l’INPS ricalcola la pensione per ragioni interne dell’Istituto e trova un debito di 95 euro dal Cambiaso, che, anche in questo caso comunica all’interessato senza dare alcuna spiegazione. Per quanto riguarda la questione delle competenze accessorie, FS era formalmente dalla parte della ragione: per il calcolo della quota A di pensione quelle voci non potevano essere utilizzate, non essendo previste dalla legge 177/1976, art.22, purtroppo mai modificata o abrogata. Esse sono tuttavia entrate nel calcolo della quota B a decorrere dal 1.1.1976, ma la pensione di Cambiaso, che ha maturato a.39 e m.5, la pensione si è giovata di questo piccolo vantaggio (allora!) solo per il 2% (il 78% della pensione proviene dalla quota A, avendo maturato 36 anni entro il 1992). Per rendersene conto può guardare la delibera di pensione delle FS nella facciata di destra: mentre il 2% dell’importo della quota B equivale a lire 1.174.624 annue (e questo è scritto), il 2% della quota A (base 57.098.726) ammonta a lire 1.141.975. Spero sia abbastanza chiaro! Molto probabilmente il doppio calcolo non avrebbe portato benefici, ma andava fatto, e se è stato fatto andava comunicato. Ma INPS non è un’azienda che ha interesse a tenersi i clienti, altrimenti li curerebbe, e il rispetto e la correttezza non sono doti di un ente pubblico nel nostro sfortunato paese. DICOMANO (FI) - Paolo SIMONCINI La pensione è diminuita! Sono un Vostro antico abbonato e Vi informo che la mia pensione netta di ottobre 2012 assomma a € 1.360,00 mentre quella di ottobre 2011 era di € 1.377,00. Già era dura avere avuto la rivalutazione ora tolta ma addirittura percepire una pensione inferiore allo scorso anno mi sembra una cosa fuori dal mondo. Non sono riuscito ad avere una spiegazione precisa e per questo mi sono deciso a chiedere il Vostro aiuto per sapere che succede anche perché dall’ INPS mi hanno riferito che è un conguaglio che metterà le mani in tasca ad una moltitudine di pensionati. Vi allego in formato PDF il conteggio che mi sono scaricato dall’ INPS essendo in possesso del PIN per entrare nelle mie pratiche. Risposta. Come ho scritto in qualche altra occasione l’INPS quest’anno ha fatto un po’ di confusione: ha perequato molte pensioni che non se lo … meritavano, e per la semplice ragione che le leggi si sono accavallate alla fine dell’anno 2011 e l’Istituto non è riuscito a adeguarsi in tempo, e francamente non poteva! Di casi come quello di S.P. ce ne sono certamente tanti altri che riceveranno una lunga lettera con il riepilogo dell’ammontare della pensione dal 2001 a oggi. L’Istituto è andato indietro di dieci anni per grattare qualche spicciolo, e i suoi computer hanno trovato che S.P. ha incassato circa 2 euro all’anno in più fino al 2011, e glieli ha ripresi. Vorrei tanto incontrare un caso in cui INPS ha scoperto che sono stati dati 2 euro in più all’anno! Francamente non saprei dire come son venuti fuori, ma immagino che l’errore (!) sia all’origine e poi si è trascinato per tutti gli anni successivi, e la cifra non è sempre la stessa poiché ogni anno si fondeva e confondeva con la perequazione e gli arrotondamenti. Eppure il programma di calcolo delle pensioni è quello che si usava in FS!! Resta coerente e costante l’atteggiamento di quasi disprezzo dell’INPS nel non fornire chiarimenti! Per quanto riguarda le risultanze dell’anno 2012, l’operazione si può verificare confrontando i riquadri con l’ammontare della pensione mensile prima e dopo il ricalcolo; nel 2011 la cifra lorda mensile era 1744,79; corretta l’inesattezza iniziale dei due euro all’anno è diventata 1744,57. Questa cifra doveva rimanere tale da gennaio 2012 a dicembre 2013; invece nel riquadro che riporta l’ammontare prima della ricostituzione si rileva che da aprile l’INPS corrisponde 1789,27, cioè ha aggiunto indebitamente la perequazione, in contrasto con l’art. 24, c. 25 del D.l. 6.12.2011, n. 201, convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n.214. L’INPS ha corrisposto per 6 mesi, da aprile a settembre, € 44,70 in più per i complessivi 268 euro di recupero per il corrente anno. Naturalmente anche questo l’INPS non lo spiega al pensionato, il quale o si adegua con indifferenza o si rivolge al Patronato o all’amico, o va a fare la fila all’ufficio più vicino, se poi vi trova chi gli dà chiarimenti; ma uno sforzo in più i funzionari dell’INPS non lo fanno, anche se l’errore è comprensibile se si considera che la legge fu pubblicata sulla G.U. del 27.12.2011. Sono migliaia i casi come quello sopra descritto, pertanto questa risposta vale un po’ per tutti. DAL VALDARNO Il 12 Ottobre eravamo 100 persone a tavola a gustare un piatto qualificatissimo del territorio “lo stufato alla Sangiovannese” preceduto da antipasti, una succulenta pastasciutta a sugo e altro da leccarsi i baffi. Il ritrovo non è stato solo un buon pranzo o una “rimpatriata” ma anche un atto di solidarietà rivolto ad alcuni colleghi che trascorrono molte loro giornate isolati e tristi. Queste persone, partecipando al “Pranzo d’Autunno”, hanno temporaneamente abbandonato quel vuoto quotidiano familiarizzando con amici e compagni di giorni passati. Il “miracolo” della solidarietà, che si ripete da anni, è merito della nostra rivista “Le Lotte dei Pensionati” cui molti sono abbonati e di tante persone generose che organizzano il pranzo e fanno le telefonate. La legge deve essere uguale per tutti PENSIONATI! Le nostre pensioni sono bloccate ed il costo della vita sale. Il Governo con decreto ha abolito il meccanismo dell’aumento annuale previsto dall’Istat, adeguamento peraltro insufficiente e già dichiarato “inadeguato” dalla Corte costituzionale con sentenza n. 30/2004. Ora con la n. 223 del 10 ottobre 2012, la stessa Corte ha dichiarato incostituzionale il blocco degli adeguamenti automatici previsti per i giudici ed i manager di Stato con stipendi superiori a 90.000 euro (art. 9 comma 22) previsto nello stesso decreto (78-2010) che blocca anche le nostre pensioni. Questo perché, dice la suprema Corte viola l’adeguamento automatico non di disponibilità legislativa e perché produce in via autoritaria una decurtazione patrimoniale permanente. Proprio come prevede lo stesso decreto per le nostre pensioni. La legge non è più uguale per tutti? PENSIONATI FACCIAMOCI SENTIRE SE VOGLIAMO EVITARE LA MISERIA! Assemblea dei pensionati a ROMA - martedì 11 Dicembre ore 10-14 Sala del Sacro Cuore Via Marsala 41 - davanti a Roma Termini Dopo una breve introduzione di GIULIO MORETTI verrà proposta la costituzione di un COLLEGIO LEGALE DI DIFESA NAZIONALE DEI PENSIONATI interverrà un giurista Tutti sono invitati e le Associazioni dei pensionati che intendono partecipare possono intervenire