...

Il governo toglie ai disabili

by user

on
Category: Documents
22

views

Report

Comments

Transcript

Il governo toglie ai disabili
Periodico mensile - Registrazione n. 5129 del 15/12/01 del Tribunale di Firenze - Direttore Responsabile Massimo Cervelli - stampa Litografia I.P. - Firenze - Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. - D.L.
353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1. c. 1. DCB FI - Redazione piazza Baldinucci, 8r - 50129 Firenze - € 15 tramite c/c postale n. 99856627 intestato a Associazione In Marcia L.P. - Per informazioni:
Tel. 055 486838, Fax 055 4625985, E-mail: [email protected] - Proprietà Associazione Augusto Castrucci onlus - contiene i.r.
N°
SANITÀ PUBBLICA
31 ottobre
a Roma
a manifestare assieme a loro!
8
ANNO XII
NOVEMBRE 2012
Il governo toglie ai disabili
2
Corruzione:
I LADRONI CI COSTANO
60 MILIARDI ALL’ANNO
Un dossier di “Libera” e “Legambiente” ha quantificato in 60 miliardi l’onere della
corruzione sul bilancio pubblico mentre è di 10 miliardi la perdita di ricchezza di PIL.
Questo dossier stimato per difetto è stato presentato nella sede della FNSI (sindacato
unitario dei giornalisti italiani) di Roma.
Una tassa occulta e salatissima, in termini di perdita di ricchezza e di etica. “Ora
basta” ha tuonato Don Ciotti, presidente di Libera, “servono scelte chiare e nette, anzi
categoriche. Come nella lotta alla mafia, non sono possibili mediazioni nella lotta
contro la corruzione, che tiene in ostaggio la democrazia e si affianca all’emergenza
etica. Il nostro Paese versa in uno stato di “coma etico” ed è culturalmente depresso; è
un Paese in cui si considera normale tutalere i tornaconti personali”.
Ci sono le parole, dunque, la nausea di Don Ciotti per un malcostume sempre più
accettato, a capo chino, come qualcosa di connaturato nella nostra nazione, e poi ci
sono spaventosi numeri del dossier: 12 cittadini italiani su 100, si sono visti chiedere
una tangente contro una media europea di otto.
Firenze 8-11 novembre
SOCIAL FORUM EUROPEO
Si è tenuto nella “Fortezza da Basso” a Firenze il Social Forum Europeo dove
assieme a centinaia di movimenti italiani ed europei ha partecipato anche la nostra
associazione con un proprio stand. In tre giorni si sono tenuti in contemporanea
ben 182 incontri-dibattiti-convegni su tutti i temi che oggi afffliggono l’Europa. La
presenza qualificata di personaggi italiani e esteri ha reso i confronti interessanti per
unificare le lotte europee su un terreno sociale contro l’egemonia delle banche e di
un liberismo sfrenato che impoverisce sempre più i popoli Europei.
È stata una occasione anche per noi per conoscere e tessere rapporti che sicuramente
aiuteranno la nostra azione.
Dmitrij Palagi
Il nostro stand
Don Ciotti
ULTIMORA
Ritirato il licenziamento
di DANTE DE ANGELIS
Oggi brindiamo alla rinuncia da parte
delle Fs del ricorso in appello sul
licenziamento di Dante De Angelis.
Le Fs hanno finalmente riconosciuto il crudele errore commesso il
giorno di Ferragosto 2008, quando
‘Cacciarono’ Dante De Angelis con
la polizia dal deposito locomotive di
Roma S. Lorenzo. Si è chiusa oggi,
infatti, di fronte alla Crte d’Appello di
Roma con una transazione, la vicenda
del licenziamento iniziata con il primo
spezzamento dell’Etr 500 avvenuta
a Milano il 14 luglio 2008. C’è voluto il terzo ‘spezzamento’, l’incidente
di Anagni, il 24 gennaio 2009, per
convincere Trenitalia a cambiare i
tenditori e i protocolli di manutenzione dei treni Frecciarossa. Le sue
dichiarazioni odierne, sulla sicurezza
ferroviaria, rilasciate per chiudere il
contenzioso legale, sotto la minacciosa scure della perdita del posto di
lavoro sono consapevolmente distorte
e strumentalizzate da una dirigenza aziendale che deve rispondere di
fronte e vari tribunali di numerosi
incidenti e morti sul lavoro. Noi non
ci preoccupiamo, la ‘verità dei fatti’ è
molto semplice: se avessero ascoltato
Dante, invece di licenziarlo, avrebbero sostituito subito i ganci dell’Etr
500 e migliorato la manutenzione sei
mesi prima, piuttosto che aspettare
l’incidente grave. Queste modifiche
sono poi avvenute, invece, alla chetichella a seguito delle prescrizioni
imposte dall’agenzia nazionale per la
sicurezza ferroviaria e dal ministero
dei trasporti.
3
I nostri obiettivi
UNITÀ… SOLIDARIETÀ
E GIUSTIZIA SOCIALE
PENSIONATI
Da 12 anni con questa rivista siamo
impegnati per promuovere l’unità dei
pensionati, la solidarietà e giustizia
sociale. Dobbiamo però riconoscere
che questi grandi valori non hanno
segnato successi e che anzi le forze
politiche ed i governi che si sono succeduti in questi anni hanno distrutto quel
modesto stato sociale e reso la vita più
difficile a tanti bisognosi.
Abbiamo cercato di creare nuovi strumenti organizzativi che andassero nella
nostra direzione spendendo tempo e
risorse ma i risultati non ci sono stati.
Ci siamo impegnati nella costruzione del “FORUM DEI PENSIONATI”
puntando su parole d’ordine come
“legare le pensioni ai salari” e sperando in una libera autonomia dai partiti,
ma alcune difficoltà e le diversità esistenti hanno impedito una vera aggregazione frenando l’iniziativa tanto da
non riuscire a mettere in piedi una
grande e unitaria manifestazione contro la riforma della Fornero ed il
blocco anticostituzionale delle nostre
pensioni.
Per puntare sempre sull’unità dei pensionati di destra e di sinistra abbiamo
costituito ALPI (Alleanza Pensionati
Italiani) che, speriamo con nuove e più
fresche forze, possa presto farsi vedere
e sentire. Ed infine, in presenza di una
crisi dei partiti, abbiamo perfino proposto la creazione di un MOVIMENTO POLITICO DI PENSIONATI che
ci facesse avere qualche milione di voti
per un adeguato potere contrattuale.
L’esperienza di vita ci ha insegnato che
per pesare contare e perfino per fare
lobby, non bastano le ragioni… i diritti, ma occorre la forze e quel necessario
“potere contrattuale” che i pensionati
possono solo avere con un discreto serbatoio di voti. Voti non corporativi ma
di una grande espressione di esigenze
sociali e civili. Ci pare però, salvo qualche lettera positiva, che ringraziamo,
manchi per ora quella spinta necessaria per questo consistente movimento.
Ci rimane perciò questa preziosa rivista che ci consente di informarvi, di
dibattere, di organizzare momenti di
lotta. Vi raccomandiamo però di darci
una mano nella ricerca di nuovi abbonati fra le vostre conoscenze perché
solo gli abbonati possono far sopravvivere questo giornale in attesa di nuovi
strumenti organizzativi che ci aiutino
alla creazione di quel mondo migliore e di giustizia sociale che tutti noi
vogliamo.
La Redazione
Lettera aperta ai membri del FORUM
Cari amici
Dopo alcuni anni dalla costituzione del “FORUM DEI PENSIONATI”, desideriamo serenamente
esprimere alcune considerazioni.
Siamo stati i primi ad ideare ed a costruire un “forum dei pensionati” perché pensavamo, e pensiamo, che la situazione del paese e dei pensionati non consentisse più guerre e divisioni ideologiche, specie per i più deboli o per gli anziani, che possono trarre le loro forze e le loro ragioni
solo dall’unità.
L’idea della costituzione del “Forum” era anche affiancata dal denominatore comune di
“LEGARE LE PENSIONI AI SALARI” per superare tanti limiti e ripresentare un fronte comune,
non solo dei pensionati, ma anche dei lavoratori, dal quale per volontà dei sindacati e dei partiti
eravamo stati divisi negli anni ’80.
Il Forum con questi intenti è nato e cresciuto, tanto da raggiungere l’adesione di 17 associazioni
(alcune delle quali però ci sembra rappresentino pochi associati..), ma se dovessimo elencare i
successi ottenuti ne troveremmo ben pochi…
Sicuramente le colpe non sono certo del “Forum”, ma per quello che ci riguarda non siamo stati
capaci neppure di incidere nei dibattiti e nelle scelte delle potenti associazioni dei pensionati confederali, che si vantano ancora di avere milioni di pensionati iscritti (si dice 6 milioni!).
Eppure queste organizzazioni, salvo qualche slogan e qualche manifestazione di immagine, non
solo non hanno mai difeso a fondo le pensioni, ma hanno sempre sostenuto i Governi di destra e
di sinistra, che in questi 15 – 20 anni hanno impoverito le nostre pensioni e lentamente ne hanno
distrutto la struttura pubblica, sostituendola con i fondi pensione, nei cui Consigli i sindacalisti
hanno trovato comode e ben pagate poltrone.
Non ci dilungheremo sui diritti costituzionali, sempre calpestati nelle pensioni e nei pensionati
(da Amato a Dini, da Prodi a Berlusconi ed ora dalla FORNERO a Monti), ma vogliamo riflettere
sulla nostra insufficiente azione espressa fino ad ora, che ci porterà, se non fermiamo il dilagante
“liberismo” voluto da tutti i partiti, non solo alla miseria, ma alla completa riduzione dello stato
sociale.
Una riduzione che dopo le pensioni sta diminuendo i servizi e la struttura sanitaria pubblica, tanto
necessaria ai più deboli, agli anziani ed a noi pensionati.
Di fronte a queste gravi vicende il “Forum” non è stato come noi pensavamo un punto di riferimento di lotta antagonista e spesso si è rinchiuso dentro “l’apparato”, nominando un esecutivo ed
un coordinatore “fisso”, più preoccupati di eliminare i dissidenti (di sinistra) e di riorganizzare al
meglio quelli di centrodestra ,che più volte, su questa falsariga, hanno proposto il loro partito. Ciò
ha causato la mancanza di un’azione sociale forte e di un organigramma capace di farsi sentire
e vedere.
Noi riteniamo invece che le diversità ideologiche oggi non devono esserci, che dobbiamo sostenere la raccolta di firme per i Referendum che aboliscano la “Riforma Fornero” sulle pensioni,
sull’articolo 18, sul finanziamento ai partiti, oltre a manifestare in tutti i modi il nostro dissenso
da coloro che sostengono questi provvedimenti.
In particolare il “Forum” dovrebbe aderire, ed essere un punto di riferimento per “LA DIFESA
DELLA SANITA’ PUBBLICA” nell’apposito “Coordinamento nazionale”. Se il “Forum” farà
queste cose con pieno convincimento, sarà il “NOSTRO FORUM”, ma se benevolmente le condividerà e dopo ancora sosterrà i partiti con il quadro politico che si sta drammaticamente vivendo,
sarà per noi solo una struttura con la quale ci vogliamo confrontare per verificare di volta in volta
la possibilità di azioni comuni.
Ezio e Maria per “Le lotte dei pensionati”
4
ARTICOLO 18 - ARTICOLO 8 - PENSIONI
FIRMIAMO SUBITO PER I REFERENDUM
Dal 1996 al 2010 sono state sei le consultazioni referendarie in Italia: nessuna ha
raggiunto il quorum. Questo forse spiega
l’isolamento con cui il movimento per
l’acqua pubblica si è mosso alla fine del
2009. Nessuna forza politica parlamentare ha appoggiato la campagna per l’acqua
come “bene comune”. Il PD è salito sul
carro quando il successo dei referendum
è apparso probabile e la stessa IdV per
mesi ha portato avanti un quesito alternativo a quello dei movimenti, sostenuti solo dalla sinistra extraparlamentare
nelle fasi iniziali. Più del 57% degli
italiani, nel giugno del 2011, ha sancito
il successo dei quesiti contro la privatizzazione dell’acqua, contro il nucleare e
sul legittimo impedimento. Un terremoto per la politica italiana. Poco dopo il
governo Berlusconi è caduto ed è subentrato Monti. L’apparenza è cambiata ma
le politiche del nuovo esecutivo hanno
segnato una linea di continuità su molti
temi. Il raro successo del 2010 ha convinto molti, forse troppi, a riprendere in
mano lo strumento referendario. Il rischio
è di ritrovarsi a firmare più di 10 moduli.
Ci sono quattro quesiti già depositati
su cui si è iniziata la raccolta firme. Due
registrano la convergenza di un ampio
schieramento (assieme alla Fiom ci sono
Alba, FdS, IdV, PRC, SEL) sulla richiesta
di abrogazione delle modifiche agli articoli 8 e 18, volute da Sacconi e Fornero.
Gli altri due sono promossi dal partito
di Di Pietro e soffiano sul malcontento
“contro la casta”, chiedendo l’eliminazione della diaria e l’abrogazione del
finanziamento pubblico ai partiti.
Rifondazione ha inoltre annunciato due
quesiti sul tema delle pensioni, per cancellare la riforma Fornero.
I Giuristi Democratici e l’Associazione
Forum Diritti Lavoro si sono attivati per
la presentazione di
quattro referenQUADRO RIEPILOGATIVO
dum per contraREFERENDUM SU CUI È GIÀ PARTITA LA RACCOLTA FIRME
stare la precarietà.
- Articolo 8: riaffermare l’inderogabilità dai contratti
Nel frattempo pronazionali, abolita dal governo Berlusconi. Il comitato
segue la raccolta
indica il 20 dicembre come ultima data utile per firmare.
firme per la legge
- Articolo 18: imporre il reintegro del lavoratore licendi iniziativa popoziato senza giusta causa, non obbligatorio dopo le
lare sul reddito
modifiche volute dal governo Monti. Il comitato indica il
minimo garantito.
20 dicembre come ultima data utile per firmare.
Si rischia di dila- “Meno casta”: due quesiti per abrogare la diaria (il
pidare il successo
rimborso dei parlamentari per il soggiorno a Roma) e il
del 2010, saturando
finanziamento pubblico ai partiti. I promotori indicano il
i cittadini di moduli
20 dicembre come ultima data utile per firmare.
firme. Si tratta però
REFERENDUM PRESENTATI
di misurare e dimo- Pensioni: due quesiti per cancellare la riforma
strare la voglia di
Fornero. I promotori comunicano che la raccolta firme
partecipazione
inizia il 26 ottobre e andrà avanti fino alla fine dell’anno.
degli italiani. Sono
- Precariato: quattro quesiti per abrogare l’intera legge
occasioni per esere alcune norme previste dalla riforma Fornero e dal
citare democrazia
collegato lavoro Sacconi. Sono stati depositati il 10
diretta, in un paese
ottobre. Non ci sono informazioni sulla data di inizio
dove lavoratori e
di raccolta firme al momento, che sarà sicuramente
cittadini sono sempubblicata sul sito dei Giuristi Democratici.
pre più insofferenti
LEGGE POPOLARE
rispetto alle “caste”
- Reddito per tutti: istituire garanzie per il reddito
e ai partiti.
anche per chi non ha lavoro o è precario. Si può firmaDmitrij Palagi
re fino all’8 dicembre.
Ultimora
ESODATI VERSO LA SOLUZIONE?
Dopo l’approvazione nella commissione bilancio di un emendamento teso alla regolarizzazione
di tutti gli esodati e la dichiarazione che i fondi erano stati trovati
la ragioneria dello Stato ha fatto
delle osservazioni di mancanza di
copertura creando nuovi dubbi.
Il problema quando scriviamo è
ancora in evoluzione e l’ultimo
emendamento non soddisfa perché
cerca di far pagare i costi ai salvaguardati ed ai pensionati con il
lordo superiore 2.800 €.
Marcello Luca
5
Ingiustizie sociali
PENSIONATI RIBELLIAMOCI!
Il blocco dei maxistipendi dei manager e dei magistrati è illegittimo
e quello delle nostre pensioni no!
Pensionati
Incostituzionali i tagli degli alti stipendi dei magistrati e dei manager
Con sentenza 223/2012 la corte
costituzionale alcuni giorni fa
ha dichiarato illegittimo l’art. 9
comma 22 del decreto 78/2010
che decurtava le retribuzioni dei
manager di Stato e dei giudici
che superavano i 90.000 euro.
L’incostituzionalità del blocco
degli adeguamenti retributivi
era stato sollevato dagli stessi
giudici per evidente contrasto
con gli art. 2-3-23-24-35-42-5397-100-101-104-108-111-113117 della costituzione.
Il blocco degli “adeguamenti
automatici” è stato ritenuto non
rientrante nella libera disponibilità del governo e neppure in
linea con alcune precedenti sentenze della corte (316/2010 ecc.)
in quanto questi provvedimenti
autoritari del governo procurano “una decurtazione patrimoniale permamente!”
Già… proprio come il blocco
delle nostre pensioni!
Abbiamo anche noi attivato il
contenzioso giuridico e vorremmo che la legge fosse uguale
per tutti. Non accetteremo che
il principio di uguaglianza fra
tutti i cittadini venga calpestato
dal governo e dai partiti compiacenti che lo sostengono.
Bocciati i tagli sulla retribuzione dei magistrati e dei dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90 mila euro lordi. In sintesi con la sentenza n. 223 dell’11.10.2012 la
Corte Costituzionale, per bocca dei propri magistrati:
2) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 22, del d.l. 78/2010 (legge
122/ 2010), nella parte in cui dispone che, per il personale di magistratura, non
sono erogati, senza possibilità di recupero, gli acconti degli anni 2011, 2012 e 2013
e il conguaglio del triennio 2010-2012 e che per tale personale, per il triennio 20132015 l’acconto spettante per l’anno 2014 è pari alla misura già prevista per l’anno
2010 e il conguaglio per l’anno 2015 è determinato con riferimento agli anni 2009,
2010 e 2014;
3) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 22, d.l. n. 78/2010, nella
parte in cui dispone che l’indennità speciale di cui alla legge n. 27/1981, spettante
al personale indicato in tale legge, negli anni 2011, 2012 e 2013, sia ridotta del 15%
per l’anno 2011, del 25% per l’anno 2012 e del 32% per l’anno 2013;
4) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9, c. 2, d.l. n. 78/2010, nella
parte in cui dispone che a decorrere dal 1°.1.2011 e sino al 31.12.2013 i trattamenti
economici complessivi dei singoli dipendenti, anche dirigenziali, superiori a 90.000
euro lordi annui siano ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a
150.000 euro, nonché del 10% per la parte eccedente 150.000 euro.
Stiamo a vedere quando arriverà a questi magistrati della Consulta la questione di
legittimità costituzionale dei tagli alle pensioni 2012 e 2013 con la mancata perequazione!
Intanto la ministra Fornero, in Parlamento così rispondeva a un interrogante (On.
Poli UDC) che la supplicava di sbloccare nel 2013 il taglio della perequazione ad
alcune pensioni, portando la soglia del taglio da tre a quattro volte il Minimo INPS.
“Riconosco apertamente che la questione sollevata dagli interroganti, che mi ha
personalmente coinvolta nel momento in cui il Governo è stato chiamato a compiere scelte particolarmente sofferte, merita la necessaria attenzione in quanto
coinvolge fasce di popolazione già pesantemente colpite dalla grave crisi in corso.
Tuttavia, vorrei ricordare che le misure adottate dal Governo in materia di rivalutazione delle pensioni sono state dettate, nel rispetto del principio di equità e,
quindi, salvaguardando le pensioni più basse [ndr. Quelle fino a mille euro che non
ti consentono di fare la spesa tutto il mese!], dalla necessità di assicurare il consolidamento dei conti pubblici al fine di garantire la stabilità economico-finanziaria
del Paese nell’ambito di un’eccezionale crisi finanziaria di portata internazionale.
Nel ribadire, peraltro, la natura transitoria di questa misura, occorre considerare
che eventuali iniziative, di limitare gli effetti del contenimento prodotti dalle disposizioni del decreto-legge n. 201 del 2011 determinerebbero rilevanti oneri a carico
della finanza pubblica con conseguente necessità di idonea copertura nella riduzione di altre voce di spesa”.
Galluccio Liberato
Per una legge uguale per tutti
MANIFESTAZIONE A ROMA
Martedì 11 dicembre ore 10-14
Sala del Sacro Cuore - Via Marsala 51 - Stazione Termini
6
Milano 5 ottobre
convegno su
PENSIONATI e
WELFARE
“ Unire giovani e anziani per una pensione e un welfare equi, solidali e dignitosi”.
E’ stato questo il filo conduttore del
Convegno tenutosi a Milano il 5 ottobre
2012. Pensioni, stato sociale, esodati,
reversibilità, cupe prospettive economiche presenti e future sono stati i temi
trattati dagli intervenuti.
Dopo una lucida e circostanziata
introduzione di Giulio Moretti (Orsa
- Lombardia), è intervenuto il prof.
Mazzetti (docente d’Economia all’Università della Calabria) il quale ha denunciato il grande imbroglio dei nostri governanti a danno di pensionati e lavoratori,
sostenendo che è falso far passare come
unica soluzione il taglio di stipendi, pensioni e welfare per rilanciare l’economia.
E’ vero l’opposto: solo in presenza di reddito sicuro e dignitoso, il popolo spende.
Ridurre il potere d’acquisto delle masse,
attraverso minori redditi da stipendi
e pensioni e drastiche riduzione delle
detrazioni alle famiglie, crea congiuntura
e paura di spendere.
Dal 1945 fino al 1975/1980 la disoccupazione bassa e gli investimenti pubblico/
privato hanno creato lavoro e benessere,
migliorando significativamente la qualità
della vita generale (trasporti, abitazione,
spese sociali varie). La tassazione negli
anni settanta era mediamente al 25%;
attualmente è al 52%, con ricadute su
consumi e, di conseguenza, sull’occu-
Presidenza: il Prof. Mazzetti Giuseppe, Moretti Giuio, Galli Marco
pazione. Mazzetti ha anche contestato il
calcolo della disoccupazione (17% reale)
fatto dal governo. Esso, infatti, calcola
come occupati anche chi lavora un’ora
la settimana e non considera disoccupati
coloro che rinunciano a trovare un lavoro
che non c’è. Il rapporto reddito percepito/
ricchezza prodotta, conclude Mazzetti,
penalizza fortemente i lavoratori ed il
precariato permette alla borghesia di sottometterli economicamente e socialmente
meglio.
La battagliera Oriana Venturi (C.I.L.Pensionati) ha denunciato la forte riduzione delle pensioni di reversibilità (50%
della reversibilità, se il coniuge superstite
percepisce un reddito ISEE poco superiore a 1100 euro), il disinteresse su questa
questione dei sindacati storici, mentre i
governanti giustificano i tagli, imputandoli a decisioni della Corte dei Conti e
all’assenza di “coperture finanziarie”. Il
rappresentante degli esodati ha segnalato
l’estrema difficoltà economica e sociale
di queste persone (oltre 390 mila), di
cui solo 65 mila possibili “salvati”. Ha
proposto di reperire fondi dalle giocate
(+23% nell’ultimo anno). Altri interventi
hanno segnalato la perdita del potere
d’acquisto di stipendi e pensioni, proponendo modalità di recupero automatico; altri ancora hanno segnalato tagli di
benefici e servizi per le persone impegnate nell’assistenza di congiunti ammalati
e/o portatori d’handicap. Cremaschi (ex
segretario generale Fiom e rappresentante Comitato NoDebito) ha esortato
gli anziani a lottare per i diritti sia dei
giovani, i quali non hanno la cultura e
l’esperienza della lotta, sia degli attuali
pensionati, messi in pericolo dai continui
tagli governativi.
Ha rinfacciato alla sinistra italiana l’approvazione delle controriforme Dini,
Treu, Prodi e Monti in materia di welfare; ricordano che il massimo della
produttività, ottenuta nel periodi 19711979, è coincisa con l’apice massimo dei
diritti dei lavoratori; la loro forsennata
limitazione porterà più recessione. Non
bisogna credere, inoltre, che per punire i
ladri come Fiorito o i falsi invalidi, bisogna far lavorare fino a 68 anni e togliere
wefare ai veri bisognosi. Ugo Boghetta
(Rifondazione Comunista), Pifferi Sergio
(IDV) e Tino Magni (SEL Lombardia)
hanno espresso la contrarietà dei loro
partiti alle politiche dei tagli al welfare.
Ezio Gallori ha esortato tutti a passare
dalle giuste analisi fatte ad azioni concrete. Unità di tutte le organizzazioni
dei lavoratori e dei pensionati su lotte
comuni; contrastare la privatizzazione
della Sanità in Italia ed in Europa, atta
a far pagare al cittadino anche le cure
primarie.
Si continueranno i contatti con altre organizzazioni sindacali e associazioni europee per costruire una comune piattaforma
europea, da presentare al Parlamento
europeo nella prossima primavera.
Smaldone Remigio
7
Novità per i pensionati:
LAVORO OCCASIONALE
di Liberato Galluccio
Si definisce lavoro autonomo occasionale qualsiasi attività di lavoro caratterizzata dall’assenza di abitualità e continuità.
La disciplina del lavoro autonomo occasionale trova la propria regolamentazione
originaria nel Codice civile (art. 2222 e
seg.) che, negli ultimi anni, è stato integrato da notevoli norme di legge; in
particolare è nota la legge Biagi (Legge
14/02/2003 n. 30), il cui decreto attuativo
(D. Lgs. n. 276/2003) si occupa, tra l’altro, del lavoro occasionale accessorio.
All’art. 70, molto complesso, questa forma di lavoro viene definita come attività
lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, o in procinto di
uscirne, [e questi sono i pensionati].
La riforma delle regole del mercato del lavoro, (legge 28 giugno 2012, n.92, modificata ulteriormente dalla legge 134/2012,
quella dello sviluppo) - ha apportato una
notevole semplificazione di quell’art. 70,
eliminando paletti e pastoie, ma introducendo anche una limitazione all’utilizzo
di questa forma di lavoro.
In sintesi, l’art. 1, c. 32, lett. a), della
Legge n. 92/2012 ha sostituito integralmente l’art. 70 del D.Lgs. n. 276/2003
e Il Ministero del Lavoro, con la Circ.
n. 18 del 18 luglio 2012, ha fornito le
“primissime indicazioni”, riservandosi di
emanare successivi e ulteriori chiarimenti
con provvedimenti separati.
Secondo il nuovo articolo 70:
- le prestazioni di lavoro accessorio sono
intese come quelle “attività lavorative di
natura meramente occasionale”,
- che non danno luogo a compensi superiori a 5.000 euro nel corso di un anno
solare sommando i compensi di tutti i
datori di lavoro
Con la disciplina in vigore fino al 17
luglio 2012 il prestatore poteva svolgere più prestazioni di lavoro con diversi
committenti, fermo restando che da ogni
committente poteva percepire al massimo 5.000 euro; la previgente normativa
prevedeva anche un meticoloso elenco di
attività per le quali era possibile svolgere
lavoro occasionale.
Come precisa pertanto il Ministero del
Lavoro nella circolare suddetta (questa
è la novità più importante e semplifi-
catrice) a partire dal 18 luglio 2012,
mediante lavoro occasionale accessorio:
• può essere svolta qualsiasi attività lavorativa,
• in qualsiasi settore produttivo,
• da parte di qualsiasi soggetto prestatore
di lavoro,
• fermo restando il rispetto del limite
economico complessivo di 5.000 euro per
anno solare.
Il nuovo art. 70 come sostituito dall’art.1,
c.32. legge 92/2012:
Per prestazioni di lavoro accessorio si
intendono attività lavorative di natura
meramente occasionale che non danno luogo, con riferimento alla totalità
dei committenti, a compensi superiori a
5.000 euro nel corso di un anno solare,
annualmente rivalutati sulla base della
variazione dell’indice ISTAT dei prezzi
al consumo per le famiglie degli operai e
degli impiegati intercorsa nell’anno precedente. Fermo restando il limite di 5.000
euro nel corso di un anno solare, nei confronti dei committenti imprenditori commerciali o professionisti, le attività lavorative di cui al presente comma possono
essere svolte a favore di ciascun singolo
committente per compensi non superiori
a 2.000 euro l’anno, rivalutati annualmente ai sensi del presente comma.
Per quanto riguarda l’applicazione del
lavoro accessorio in agricoltura, il
riformato art. 70 prevede, al c. 2, che le
prestazioni di lavoro accessorio possano
essere svolte nell’ambito delle “attività
agricole di carattere stagionale”, purché
prestate da pensionati, o studenti con
meno di venticinque anni di età compatibilmente con gli impegni scolastici o
universitari, presso “i produttori agricoli
che nell’anno solare precedente hanno
realizzato o, in caso d’inizio di attività,
prevedono di realizzare un volume d’affari non superiore a 7.000 euro”.
Come precisato dal Ministero, con riferimento alle attività agricole non trova
applicazione il limite di 2.000 euro, previsto invece per ogni altro committente
imprenditoriale; si può conseguire un
profitto fino a 5.000 euro presso un unico
datore di lavoro solo se l’attività è svolta
da pensionati o giovani studenti, oppure,
prescindendo dalla tipologia del prestatore di lavoro, se l’attività viene svolta
presso piccoli imprenditori agricoli. Nel
settore agricolo non possono giovarsi di
queste opportunità le casalinghe, i lavoratori part-time e le persone che percepiscono misure di sostegno al reddito.
Per concludere, precisiamo i vantaggi per
i pensionati in caso di prestazione di lavoro accessorio:
- possono integrare il proprio reddito con
altri 5000 euro senza imposizione fiscale;
- fruiscono di copertura contributiva se
pure minima, e di un’assicurazione
INAIL;
- la pensione si cumula liberamente con
il compenso derivante dalle prestazioni
occasionali.
Verso una ribellione sociale
di Domenico Angelini - Foligno
Non aumentare pensioni e stipendi in relazione agli aumenti del costo della
vita non solo aumenta la povertà, ma si rischia una ribellione sociale con
conseguenze imprevedibili e sicuramente dannose per il paese.
Ma come recuperare i soldi per aumentare salari e pensioni? Si possono
recuperare dagli stipendi altissimi di quelle persone che lavorano negli enti
pubblici, sulle scorte e sulle macchine blu, eliminando le province e tanti
enti inutili.
Portare il popolo alla fame non è il modo migliore per uscire dalla crisi e si
possono causare cose drammatiche.
Con questi partiti e questi politici che hanno fatto solo clientelismo e scarse
riforme non si taglieranno mai gli enormi costi della politica.
Anziché votarli forse è meglio scarabocchiare la scheda per renderla nulla o
non andare a votare. Oppure cacciarli a forza dal Parlamento.
8
FERMIAMO
LA SANITÀ
PRIVATA
Per tutti i cittadini la salute è un bene
fondamentale ma per noi pensionati
quando superiamo la soglia dei 70 comincia sempre più a vacillare.
La sanità pubblica gratuita efficente
ed efficace diventa quindi una assoluta necessità che dobbiamo difendere e
salvaguardare. Per questo da qualche
mese ci stiamo impegnando nella costruzione di un “COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA DIFESA
DELLA SANITÀ PUBBLICA”. Le
4 pagine seguenti fanno parte di un
volantino che abbiamo distribuito dal
1 al 6 ottobre per pratecipare ad una
settimana di lotta indetta dalla “RETE
EUROPEA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE E LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SANITÀ E
DELLA PROTEZIONE SOCIALE”.
La rete si è già riunità il 6-7 ottobre
a Varsavia approvando un documento d’intenti comuni e stabilendo un
nuovo incontro a Parigi nel gennaio
prossimo.
In Italia putroppo la stampa di regime
e le TV non hanno dato nessuna notizia di questo evento e se anche il Parlamento approva la riduzione di 7.389
posti letto, l’aumento dei ticket e dei
medicinali a pagamento, nessuno ne
parla e si cerca di mitigarne la portata. È vero che questi gravi problemi
non riguardano tutti i cittadini… non
riguardano per esempio i benestanti
che si servono delle loro confortevoli
cliniche private, ma riguardano noi, i
meno abbienti, i disabili, gli anziani
non autosufficenti ai quali il parlamento ha tagliato il 75% dei fondi per
i Lea (livelli essenziali di assistenza)
e c’è voluto perfino lo sciopero della
fame dei malati di Sla per trovare un
po’ di risorse per la loro sopravvivenza. Tutto questo in un paese dove le
ruberie di milioni sono all’ordine del
giorno, dove non si rinuncia all’acquisto di costosi bombardieri F-35, si
confermano le colossali spese inutili
(TAV - sottoattraversamenti di Firen-
ze ecc.).
Lo scopo della creazione di questo
coordinamento sulla sanità pubblica e
quello di mettere assieme le migliaia di associazioni, che nascono tutti i
giorni, per particolari malattie vissute sulla propria pelle, che si illudono
così di risolvere il loro problema che
invece è unico per tutti: Per scelte politiche che riducono i fondi e le privatizzazioni che rendono sempre più
difficile e drammatica la loro situazione.
Il coordinamento ha già mosso i suoi
primi passi scendendo in piazza contro le politiche del governo (il 27) ed
ha partecipato al presidio davanti a
Montecitorio ul 31 a fianco dei disabili.
Ora stiamo organizzando i vari
coordinamenti regionali e
stiamo preprando i documenti sanitari e sociali
per arrivare a gennaio ad un’assemblea
nazionale dove, in
previsione dele
elezioni, diremo
ai politici che
non li voteremo
se non sosterranno queste nostre
richieste e se approveranno ancora convenzioni con
privati.
Purtroppo dobbiamo
constatare che anche i
sindacati, nei nuovi contrat-
ti, sottoscrivono fondi sanitari integrativi che prefigurano già una sanità
su due livelli: uno per coloro che possiedono assicurazioni o fondi sanitari
l’altro di serie B per chi non possiede
niente, per i più poveri e diseredati.
Questi fondi garantiscono a loro poltrone nei consigli di amministrazione, ma sopratutto lucrosi interessi al
mondo finanziario che oggi è padrone
del mondo.
Per contatatti
[email protected]
[email protected]
9
ROMA 27 OTTOBRE
Anche i pensionati al No Monti Day
al blocco anticostituzionale delle pensioni, all’impoverimento dei pensionati, ai
tagli per disabili e non autosufficienti, alle missioni di guerra e a tutte le spese
inutili e cominciare dai costi esorbitanti della politica.
al lavoro dignitoso, allo stato sociale, al reddito, per tutte e tutti, alla sanità
pubblica, gratuita e efficiente, all’assistenza sociosanitaria
10
Compagni di viaggio:
SALVATORE CARAPEZZA
La mia vita è stata una via crucis! In
pieno anno scolastico, il 15 dicembre
1941 si sono presentati in classe due
carabinieri. Mi hanno chiamato per nome
e, dopo aver letto una ordinanza militare,
mi hanno detto: “Tu da oggi sei precettato, mobilitato civile, un militarizzato”.
Avevo 17 anni.
Devo presentarmi alla caserma dei carabinieri per perfezionare la mia posizione.
Se entro tre giorni non mi fossi presentato, sarei stato un disertore, assoggettato
alle leggi militari in tempo di guerra.
Mio padre, una vecchia guardia, un
Cantoniere incallito, l’ha presa male, lo
ero l’unico figlio e mio padre aveva delle
grandi idee nei miei riguardi. Voleva che
diventassi qualcuno. Invece! Entro sei
mesi mi hanno abilitato a tutti i servizi,
compreso la circolazione dei treni.
Ero un minorenne, senza barba, con il
berretto rosso in testa! Ed ecco i primi
guai! Il 21 marzo 1943 a Caltanissetta
Xirbi, avvenne un disastro ferroviario:
un treno militare (era il 38° battaglione costiero) ha perduto il controllo dei
freni, in una discesa al 25% andandosi a
schiantare contro il 7342 in manovra.Ci
fu una fortissima collisione, una montagna di carri frantumati e di resti umani
(136 morti e 365 feriti). Un’apocalisse! Il
mio primo bagno di sangue! Macchinisti
e personale delle F.S. Tutti morti!
Il 18 luglio 1945 titolare della stazione di
Imera, il treno militare 8625, dopo la partenza da Enna, non si é più fermato (35
km in discesa al 25%). Si é scaraventato
contro il treno 7342 sullo scambio d’ingresso. Ci furono due morti e nove feriti.
Nel Novembre 1949, mentre mi trovavo
in trasferta nel catanese, successe un altro
disastro.
In piena notte un treno derrate CataniaContinente nella stazione di Alcantara,
venne erroneamente instradato su un
binario ingombro. I carri andarono a
finire in piazza, le arance disseminate per
tutta la città. Morirono tutti, i macchinisti
e i colleghi di scorta!
Il 2 settembre 1961 a Bosco Saline, un
treno investi un cantiere operante sugli
scambi d’ingresso (il cantiere era anonimo). Ci furono due morti e sei feriti.
Venni incriminato e in seguito prosciol-
to. Fu un processo molto lungo, tanti
anni passati sulle spine. Alla fine tutto si
concluse con una carezzina: un premio
eccezionale. Meglio di niente!
Con questi incidenti mi feci le ossa e
divenni ferroviere. Un bel giorno mi
dissi: “ma perché capitano tutte a me?”
Venni a sapere che gli uffici superiori
avevano fatto una relazione ben nutrita,
dandomi dapprima del temerario, poi,
strada facendo, arricchirono la mia carpetta personale con elogi ed encomi.
Alla fine andò tutto per il verso giusto.
Nel 1963 ero gia Capostazione Principale,
ma non avevo un titolo di studio.
Mi misi d’impegno e dopo due anni di
preparazione conseguii il tanto desiderato
pezzo di carta.
Nel 1969 mi iscrissi all’università. Non
nascondo che ebbi una carriera a dir poco
brillante.
Arrivai all’ultimo livello, accompagnato
da una lunga serie di eccezionali valutazioni, tra le quali due per azioni coraggiose. Un encomio da parte del sig. Direttore
Generale per atto di onestà. Un attestato
di Pubblica Benemerenza da parte del
sig. Ministro on/le Taviani.
Per concludere in bellezza il Capo dello
Stato mi conferì la distinzione onorifica
di Ufficiale della Repubblica.
Adesso parlerò di lotte, conquiste, difesa
dello stato sociale. Durante i primi anni la
milizia fascista ci perseguitava.
Durante una incursione aerea a Licata, ci
fu un grosso litigio, volevano che entrassi, a qualunque costo, nel rifugio antiaereo, composto dalla sala di 2° classe. Si
trattava di traverse messe all’impiedi collegate con dei ganci e altrettante traverse
messe in orizzontale.
Dissi che quelle traverse erano instabili
e ci sarebbero crollate addosso al primo
scossone.
Mi presero per saputello e scrissero al
federale dicendo che ero un ribelle antifascista. Li sopportai!
Appena sbarcarono gli americani il 12
luglio 1943 (io mi trovavo a Caltanissetta),
si formò subito un sindacato. Conoscevo
parecchie persone che non dirigevano il
fascismo e cosi si organizzarono le prime
riunioni e, subito dopo, il primo comitato.
Era bello vedere che tanta gente la pensa-
va come me. In quel periodo conoscevo
alcuni epurati dal fascismo. Uno era
un ex Controllore Viaggiante un certo
Malogioglio, reintegrato e rimesso in
servizio nonostante i suoi 72 anni!
L’altro era un ex Capotreno, un certo
Lupo Marco, anch’esso epurato e rimesso
in servizio...
Quello che teneva bacchetta era un macchinista, Nicolò Arnone un comunista
incallito che aveva pagato a caro prezzo
la sua militanza. Era una persona affidabile ed onesta, e per tale motivo fu da noi
nominato Segretario di Sezione.
Attendevamo la liberazione di Palermo
per fare delle grandi cose: coinvolgere
altre province, occupare altri spazi, creare una sede regionale.
Parteciparono tutti, il personale viaggiante ed il personale di macchina distribuivano in tutti gli impianti volantini e programmi sindacali, mantenendo i contatti
con le sedi provinciali e regionali. Molta
gente di spicco si unì a noi.
Il mio ruolo fu di proselitismo a tutto
campo, In pochi mesi riuscimmo a fare
tesseramenti in tutte le stazioni ferroviarie.
In poche parole il nostro sindacato divenne fortissimo, il primo sindacato in Italia.
Ebbi molti ruoli, anche da pensionato,
dando vita ai raggruppamenti territoriali
e ai coordinamenti regionali.
Fui eletto Segretario Provinciale per due
legislature e una legislatura regionale,
partecipando a tutti i Congressi e a tutte
le assemblee dei Quadri.
Posso vantare un tesseramento che parte
dal 1944, esattamente 68 anni (scusi se é
poco!) C’e qualcuno che mi supera?
Ecco una foto della tessera del primo
sindacato, nato in Italia, anzi in Sicilia ed
esattamente a Caltanissetta.
Nessuno rivendichi! Il primo sindacato
in Italia e nato a Caltanissetta il 5 ottobre
1943 ed io, che sono ancora in vita, ho la
fortuna di gridarlo ai compagni di viaggio successivi.
Non sono stato mai alla finestra.
Un fraterno e sincero augurio a tutti i colleghi in pensione, a cui con affetto dico:
Vivete bene, vivete a lungo, vivete in
salute, io posso ben dirlo!
Sul mio groppone pesano molti, molti
anni. Ma li porto bene!
11
CITTÀ DI UDINE UN INTERO PIANO
DI MOBILITÀ PER BICICLETTE
a cura di Romano Boldrini
“Sono le auto che devono adattarsi alle
due ruote, non viceversa”. Sono le parole dell’assessore alla mobilità di Udine.
Pedoni e ciclisti potranno circolare in sicurezza nelle aree residenziali e nel centro
storico, con limite di 30 km/h per le auto.
La sicurezza si ottiene diminuendo la velocità dei veicoli. Sopra i 30 km/h i nostri
sensi si alterano, perdono nitidezza, dicono
molti neurologi. Purtroppo in Italia non ci
sono norme che incentivano le persone ad
andare al lavoro in bici. Fiab, Federazione
italiana amici della bicicletta, s’è fatta
promotrice di una petizione per chiedere
che l’infortunio occorso a chi si reca al
lavoro in bici sia sempre indennizzato. Ma
necessità vuole che in varie città e paesi
della nostra Penisola si parta decisamente
verso un uso maggiore del velocipede. Città
come Pesaro e Piacenza le due ruote si
stanno conquistando spazi, limitando l’uso
dell’auto. Dieci anni fa pedalava quotidianamente verso il posto di lavoro o la scuola
il 2,9% della popolazione, oggi un sondaggio di Ipr rivela che quel numero è triplicato, sfiora il 9%. Un quarto degli italiani usa
la bici come mezzo di trasporto, un dato
che ci riporta agli anni ’50 quando un film
citava: ma dove vai bellezza in bicicletta?
Sarà la benzina a due euro, sarà lo stress da
ingorgo o il desiderio di una pedalata. Fatto
sta che l’aumento delle bici in circolazione
è un segnale significativo. Questo successo
propone due sfide. La prima è quella della
sicurezza, come dimostra il recente movimento “Salvaciclisti” con l’obiettivo di
portare a zero le vittime di incidenti stradali
e rendere le strade meno pericolose per i
ciclisti. La seconda sfida riguarda i sindaci.
Devono tirar fuori il coraggio e dare prova
coi fatti. Uno di questi può essere il Piano
adottato a Udine. Con la formula 50-25-25
il Comune vuole raggiungere l’obiettivo di
50% degli spostamenti in auto riducendo
l’attuale 75%, trasportare 25% di utenti
sui mezzi pubblici e 25% sulle due ruote
o a piedi. Ma c’è bisogno anche di cambio
di mentalità, sia per le competenze di chi
amministra, sia dei cittadini. Si potrebbero
citare vari esempi di “Comuni Virtuosi”,
dove l’attenzione su questi temi è stata portata a livelli da Paesi del Nord Europa, che
dimostrano come una pista ciclabile costruita con criterio venga utilizzata in modo
assiduo. Il caso di Udine dimostra con i fatti
che i cittadini sono pronti a questi cambia-
menti. Oltre ad aver applicato il limite di
30 km/h nei quartieri, quindi veicoli più
lenti e la circolazione delle bici avviene
in un contesto di maggiore sicurezza. Una
situazione che soddisfa molto quei cittadini
anziani che temono gli incidenti stradali.
Meno auto, più bici per una migliore qualità
dell’aria.
IL PONTE SULLO STRETTO di Liberato Galluccio
Non si farà più, così ha risposto a un’interrogazione parlamentare il ministro dello Sviluppo Corrado Passera: … occorre tener conto dei pronunciamenti della Commissione
europea, che non ha più considerato l’opera tra le priorità e, non da ultimo, dallo stesso
CIPE, che non ha incluso il ponte tra le opere infrastrutturali da finanziare nei prossimi
anni. Sento pertanto di confermare che il Governo, consapevole della necessità di fornire
una risposta definitiva al complesso e delicato problema, sta valutando la possibilità, in
occasione della prossima legge di stabilità, di definire ogni profilo ancora aperto.
L’interrogante, un esponente di un partito del precedente governo, si è dichiarato insoddisfatto della risposta e ha ribattuto molto vivacemente: … ho sperato che ci desse una
risposta molto più convincente e concreta. Voi state cincischiando e tenendo aperta una
società che è improduttiva ed è completamente inutile, perché avete confermato voi che il
ponte non si fa più - per fortuna, anche perché costava 8 miliardi e mezzo di euro. Sono
un po’ esterrefatto, probabilmente volete salvaguardare il futuro della giovane speranza
politica... l’on. Giuseppe Zamberletti, classe 1933, sei legislature in Parlamento e vari
incarichi di Governo.
Questo è proprio il caso del politico che dice tutto e il suo contrario! Il ponte era uno dei
cavalli di battaglia della propaganda politica del precedente governo che per molti anni
ha lautamente tenuto in vita la Società del Ponte spendendo miliardi di euro, e quando
la Camera nel 2011 (la crisi era già profonda!) approvò una mozione per la soppressione
dei finanziamenti, la maggioranza, compreso quindi il partito dell’interrogante, non votò
contro ma si astenne. Il 16 ottobre dello stesso anno, il ministro delle Infrastrutture, sempre del precedente governo, dichiarava, ancora, che il ponte sullo stretto di Messina verrà
realizzato a prescindere dall’eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per
il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato
al progetto definitivo. Il ponte - aveva puntualizzato - per il governo resta una priorità
essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia».
Il politico interrogante non chiede che si risparmino i soldi del ponte, ma che si spendano
nelle nostre infrastrutture, per soddisfare le giuste rivendicazioni dei territori del Nord.
Comunque in corrispondenza di un libro dei sogni che si chiude, se ne riapre un
altro.
A un’altra interrogazione del 3 ottobre scorso lo stesso ministro Passera rispondeva testualmente: la linea ferroviaria che collega Napoli a Palermo, via Reggio Calabria, è
entrata a pieno titolo nel nuovo programma TEN-T 2014-2020 [Trans-European Networks – Transport], come componente del corridoio Helsinki-La Valletta [2800 km di
cui 1500 circa in Italia]. In particolare l’asse ferroviario Salerno-Reggio Calabria risulta
inserito nell’allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza approvato dal
Governo e ora all’esame del Parlamento, nel paragrafo relativo al nuovo Quadro strategico delle priorità.
Tuttavia, analizzando i vari atti programmatici prodotti da RFI e le relative stime, si
evidenzia un quadro di esigenze finanziarie molto oneroso, allo stato non dotato di copertura. In particolare, il quadruplicamento della tratta Salerno-Battipaglia ha un costo
di 1,8 miliardi di euro, la tratta Ogliastro-Sapri ha un costo di 3,5 miliardi di euro e la
tratta Sapri-Reggio Calabria ha un costo di 18 miliardi di euro.
E intanto RFI ha predisposto un piano di interventi supportato da un finanziamento di 230 milioni di euro, previsti nel Piano per il sud approvato dal CIPE, con importanti opere di adeguamento tecnologico, che consentiranno, nel breve periodo,
il raggiungimento di un risultato apprezzabile: il collegamento Reggio CalabriaRoma in 4 ore e 30 minuti contro le 5 ore e un quarto attuali [n.d.r.questo sì che è
un risultato apprezzabile: 440 km a cento all’ora!!] Questa volta si fa sul serio!
12
Biglietti di viaggio F.S.
I NOSTRI SUCCESSI
Nel precedente contratto dei ferrovieri (2003) i sindacati ebbero
l’ardire di sottoscrivere accordi peggiorativi sulle concessioni di
viaggio che riguardavano anche i pensionati. Quell’accordo fu
un abuso ma anche un illecito giuridico in quanto quei sindacati
non potevano rappresentare i pensionati che peraltro furono
esclusi da partecipare al referendum che, con il solo 52%, ne
confermò la validità (se avessero votato i pensionati il contratto
sarebbe saltato!).
Le cose poi si complicarono nel marzo 2011 quando le F.S.,
richiamandosi all’accordo che prevedeva l’aumento in relazione ai costi dei biglietti, portarono con una circolare l’aumento
dell’ammissione dal 1° aprile dai 15 ai 22 €.
La nostra immediata manifestazione (24 marzo a Roma nella
sala del Sacro Cuore) creò molte reazioni fra le quali quella
di dar vita ad un presidio il 4 aprile davanti al ministero dei
trasporti (vedi copertina accanto). In quella circostanza una
nostra delegazione si incontrò con i dirigenti delle F.S. che
annunciarono il ritiro a fine aprile della circolare ed i sindacati
annunciarono che “l’eventuale aumento ci sarebbe stato alla
firma del nuovo contratto”.
Il contratto è stato firmato e approvato col solito referendum ma
per fortuna (per ora) gli aumenti sul diritto all’ammissione non
ci sono. Uno dei motivi per i quali i nuovi aumenti annunciati
non ci sono stati, oltre a quello che le reazioni negative dei
pensionati (240.000) assieme a quelle dei ferrovieri avrebbero
creato situazioni ingestibili per azienda e sindacati, si deve
ricercare dall’iniziativa di questa rivista, di aver raccolto centinaia di firme di pensionati (spedite per raccomandata), che
DIFFIDAVANO AZIENDA E SINDACATI a sottoscrivere
illegittimi accordi sindacali peggiorativi, premessa questa per
successivi contenziosi giuridici.
Insomma, con i tempi che corrono, aver bloccato gli aumenti è
un successo anche se la nostra battaglia continua perché siamo
in attesa di un giudizio sulla gratuità dei biglietti della cassazione. Questo episodio conferma la massima: CHI LOTTA PUÒ
PERDERE CHI NON LOTTA HA GIÀ PERSO!
Abbonatevi a questo giornale che lotteremo ancora.
REVERSIBILITA’: NON FACCIAMOCI MANCARE NULLA !
Un caro saluto a tutti i pensionati ed iscritti CIL
Ricordo nuovamente a tutti voi la petizione pubblicata in internet per la lotta comune e sociale, relativa alla richiesta
di una revisione della legge Dini riguardo all’ ingiusto ed iniquo trattamento delle pensioni di reversibilità. Chiedo a
tutti voi un ulteriore sforzo di coinvolgimento, innanzitutto dei diretti interessati, sia dei loro familiari, di amici, parenti,
conoscenti, contatti vari, affinché esprimano la loro effettiva e diretta solidarietà apponendo la firma on line sul sito
www.change.org/dini
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che hanno già aderito e quanti
vorranno impegnarsi a diffondere la
mia richiesta di raccolta firme.
Ho rilevato che è diffusa la credenza
che solo le persone colpite da questa
normativa possano firmare, ma non
è assolutamente così. Chiunque possegga un indirizzo mail può apporre
la propria firma. Coraggio… cerchiamo di raccoglierne il maggior
numero possibile.
Cordiali saluti.
Irma Maestri - iscritta CIL
13
SAPETE CHI È QUEST’UOMO?
Si chiama Mauro Sentinelli e
percepisce la pensione d’oro più alta
d’Italia ben 1.173.205 euro.
Tagliando le pensioni d’oro si
risparmierebbero 7 miliardi all’anno.
Invece il governo taglia il fondo per
l’assistenza ai disabili. Se questo ti fa
vomitare ti consigliamo l’antidoto…
ABBONATI A QUESTO GIORNALE
che vive solo di abbonamenti
e volontariato
Nonostante l’aumento dei prezzi
l’abbonamento rimane sempre a 15 euro
all’anno. Se vuoi partecipare alla nostra
Associazione consumatori 20 euro.
Si può utilizzare il vaglia allegato a
c/c postale n. 99856627 intestato a
Associazione In Marcia L.P. oppure
attraverso i rappresentanti o telefonando
in redazione
I NOSTRI SERVIZI GRATUITI
Caf (730 - ICI ecc.)
Assistenza anziani
(diritti e suggerimenti) II e ultimo mercoledì del mese ore 17-19
Elettrosmog martedì ore 9-12
Consulenza pensioni mercoledì 9,30 - 11,30
Consulenza medica per appuntamento telefonico
Come contattarci
Le lotte dei pensionati
Piazza Baldinucci, 8r
50129 Firenze
Tel. 055 486838
Fax 055 4625985
E-mail [email protected]
www.resettatutto.org
Consulenza legale
tutti i giovedì dalle 15 alle 16 (luglio 11,30 - 12,30)
Consulenza consumatori
lunedì 16.30-18.00
Consulenza affitti e prima casa
Unione inquilini - lunedì 16.30-18.00
Associazione malattie rare
Venerdì 16-18
Servizio Patronato
Telefonare in Sede
14
I problemi irrisolti di Anlafer
RESTITUIRE I SOLDI?
PEDEROBBA (TV) - Carmelo SAJEVO
I problemi irrisolti di ANLAFER
Nel 1993 per noi ex Ferrovieri
Pensionati del contratto 1990/1992
venivano promossi e sponsorizzati da
ANLAFER, ricorsi vari come: ricalcolo buonuscita - riconoscimento I.I.S
nella buonuscita ed altro ancora. Chi
aderiva, doveva versare la quota stabilita, con il presupposto della gratuità
del ricorso ed un riconoscimento, nel
solo caso di vincita del ricorso, di una
percentuale all’Avv.; al momento della
iscrizione e pagamento del tributo,
si dovevano firmare due fogli protocollo di lato alla 22.ma riga, quella
che poi sarebbe diventata delega per
l’avv. Quanto poteva essere legale
quella firma mi lasciava perplesso ed
oggi sono convinto ancor più della
nullità del suo valore giuridico, anche
perché sono firme che vanno poste
innanzi a funzionario o avvocato abilitato a riceverle in appositi uffici ed in
loro presenza, e da questi convalidate;
posso avere il Vostro autorevole giudizio nel merito?
Da quel momento siamo rimasti in attesa di conoscere gli sviluppi del ricorso
ed alla richiesta di informazioni veniva
risposto: sono pratiche lunghe bisogna
avere pazienza, questa pazienza nel più
assoluto silenzio e senza informazioni
sul decorso della pratica e quanto meno
sapere a quale Studio legale è stato
assegnato il ricorso, se erano state fatte
delle udienze in merito; non siamo
mai riusciti ad avere nessuna notizia né dal Movimento ANLAFER né
da un qualsiasi Studio di Avvocato; il
sottoscritto NON HA SAPUTO PIU’
NULLA tanto che oggi intendo sia
abbandonata la pratica onde evitarmi
spiacevoli notizie. Nel 1999, il mio
ex collega, (per la cronaca Rizzardo
Ermenegildo), riceve una telefonata
dalla sede romana dell’Anlafer riferendogli di andare in quella sede (perché
in quella sede anziché nello Studio
dell’Avv. così si avrebbe avuto modo di
conoscerlo e ringraziarlo?) a ritirare i
soldi del ricorso (cifra, a quel tempo in
lire, molto considerevole); si precipita
a ritirarla, lascia un obolo per il disturbo, ritenendo che l’Avvocato sia stato
regolarizzato, tanto era la sorpresa e
la gioia che non ha chiesto e non gli è
stata data nessuna spiegazione, soddisfatto torna a casa a festeggiare con la
famiglia. Il bello arriva ora nel 2012;
riceve una raccomandata da uno Studio
Legale romano (Pierluigi Giammaria)
annunciandogli che era stato presentato un successivo ricorso risoltosi
con sentenza del 2002 a favore delle
FF.SS.: deve restituire quanto aveva
ricevuto nel 1999 oltre rivalutazione
monetaria ed interessi da quella data,
(tanto da arrivare in EURO alla stessa
cifra). Questa comunicazione portava p.c. il nominativo dell’Avvocato
mai conosciuto e mai avuto nessun
rapporto di qualsiasi specie. Con il
Rizzardo che mi confidava il tutto e mi
chiedeva aiuto, cercai di saperne di più.
L’ANLAFER di Mestre, sede nella quale
è nato tutto il discorso, si rifiuta di darmi
un n° di telefono; con mille peripezie son
riuscito nell’intento, messomi in contatto, mi assicura di stare tranquilli che si
sarebbe aggiustato il tutto, inviandomi
a mezzo fax copia della sentenza della
Cassazione n° 6988/02 che prevedeva la
restituzione. Rileviamo che la causa del
ricorso è stata presentata con ad altri 17
colleghi (avendolo saputo non sarebbe
stato d’accordo). Quella comunicazione
telefonica ci ha tolto completamente ogni
possibilità di avere quello che gli si richiedeva cioè: conoscere l’indirizzo degli altri
17, inviandomi copia originale dell’atto
introduttivo di questo ricorso. La richiesta a tutt’oggi nonostante le intimazioni
inviate per averlo è risultata vana.
Può un avvocato comportarsi
così? Sono in possesso del Codice
Deontologico Forense che, se applicato, non dovrebbe poter ancora fare
sonni tranquilli. Di certo non può presentare denuncie e, concordo con lui, si
può avere fiducia in una giustizia che ti
dà ragione e una che te la toglie manovrata da avvocati di questa specie? Vi
sarei grato in un Vostro aiuto.
CONSIDERAZIONI DI G.L.
Cercherò di chiarire per quanto è a
nostra conoscenza indiretta e spero
che qualcuno degli amici di ANLAFER
che ci legge possa dare risposte più
puntuali.
Intanto va detto che, come questo, ci
sono stati molte centinaia di casi risoltisi amaramente per i ricorrenti. Una
delle ragioni, che certo è a conoscenza
di tutti, sta nelle lungaggini dei procedimenti giudiziari, e questo si sapeva
prima di cominciare; l’altra ragione
sta nel fatto che a nessuno degli interessati è stata mai notificata alcuna
delle tappe del percorso giudiziario, e
questo attiene alle competenze e alle
possibilità organizzative dell’ANLAFER. Non sappiamo se gli studi legali
comunicavano a ANLAFER ciò che
avveniva nelle Corti, come avrebbero dovuto. Quest’ultima Associazione
forse avrebbe dovuto pretendere dagli
studi legali di essere messa a conoscenza di quanto succedeva nelle varie
Corti e delle prospettive che si presentavano ai ricorrenti volta per volta, o
delle opzioni che essi potevano fare
(se continuare o meno; se incassare
o meno), e comunicarle agli stessi
nelle maniere dovute. Anche in queste
circostanze, il pensionato non è stato
una persona da curare, informare e
seguire, cioè mettere al centro delle
vicende, ma è stato trattato come una
risorsa da spremere e poi buttare.
Molti pensionati mi si sono presentati
con gli stessi problemi e interrogativi
che mi ha posto C.S. con la sua lettera. Sono convinto che lo studio legale
Giammaria di Roma aveva la facoltà di esigere quelle cifre (come altri
studi legali anche di Napoli), poiché
la richiesta viene notificata rigorosamente entro la scadenza dei dieci anni
dalla sentenza della Corte Cassazione
(che è del 2002) e ritengo che sarebbe
un’altra battaglia contro i mulini a
vento rifiutare di pagare, anche perché, negli ultimi dieci anni almeno, la
giurisprudenza non si fa scrupoli nel
dare torto ai più deboli.
Ai colleghi che ci hanno esposto il problema a voce, ho consigliato di parlare
e concordare con lo studio legale una
maniera, la più moderata possibile,
di restituire quanto richiesto, magari
ratealmente e senza gli interessi; l’alternativa è – pensate un po’ - ricorrere
in giudizio contro uno studio legale,
facendosi patrocinare da un altro studio legale!
15
La posta dei lettori
a cura di Galluccio Liberato
TAGGIA (IM) - Franco CAMBIASO
INPS ricalcola e …recupera
Cambiaso mi ha mandato un chiaro carteggio di corrispondenza avuta don INPS.
Con alcune domande chiese, prima a FS,
la riliquidazione della pensione con l’inclusione di alcune competenze accessorie
fisse: integrativo bis, premio di esercizio,
indennità quadri; e queste sono rimaste
senza risposta, d’altronde sarebbero stata
negative. All’INPS specificamente chiese nel 2008 che fosse tentato il doppio
calcolo, nel caso fosse più favorevole
il secondo. L’INPS di Imperia rispose
puerilmente (almeno dal carteggio che ho
ricevuto) fischi per fiaschi come fa spesso: non ti spettano le variazioni in più
sull’IIS, anche se lo dice la legge! Cosa
c’entra questo con il doppio calcolo?
Cambiaso ha replicato al Comitato
Amministratore a Roma, che ha scaricato per competenza a Imperia, questo
avveniva a ottobre 2008, e da allora nulla
fino alla primavera del 2010: l’INPS
ricalcola la pensione per ragioni interne
dell’Istituto e trova un debito di 95 euro
dal Cambiaso, che, anche in questo caso
comunica all’interessato senza dare alcuna spiegazione.
Per quanto riguarda la questione delle
competenze accessorie, FS era formalmente dalla parte della ragione: per il
calcolo della quota A di pensione quelle
voci non potevano essere utilizzate, non
essendo previste dalla legge 177/1976,
art.22, purtroppo mai modificata o abrogata. Esse sono tuttavia entrate nel calcolo della quota B a decorrere dal 1.1.1976,
ma la pensione di Cambiaso, che ha
maturato a.39 e m.5, la pensione si è giovata di questo piccolo vantaggio (allora!)
solo per il 2% (il 78% della pensione proviene dalla quota A, avendo maturato 36
anni entro il 1992). Per rendersene conto
può guardare la delibera di pensione delle
FS nella facciata di destra: mentre il 2%
dell’importo della quota B equivale a
lire 1.174.624 annue (e questo è scritto),
il 2% della quota A (base 57.098.726)
ammonta a lire 1.141.975. Spero sia
abbastanza chiaro!
Molto probabilmente il doppio calcolo
non avrebbe portato benefici, ma andava
fatto, e se è stato fatto andava comunicato. Ma INPS non è un’azienda che ha
interesse a tenersi i clienti, altrimenti li
curerebbe, e il rispetto e la correttezza
non sono doti di un ente pubblico nel
nostro sfortunato paese.
DICOMANO (FI) - Paolo SIMONCINI
La pensione è diminuita!
Sono un Vostro antico abbonato e Vi informo che la mia pensione netta di ottobre
2012 assomma a € 1.360,00 mentre quella di ottobre 2011 era di € 1.377,00. Già
era dura avere avuto la rivalutazione ora tolta ma addirittura percepire una pensione inferiore allo scorso anno mi sembra una cosa fuori dal mondo. Non sono
riuscito ad avere una spiegazione precisa e per questo mi sono deciso a chiedere
il Vostro aiuto per sapere che succede anche perché dall’ INPS mi hanno riferito
che è un conguaglio che metterà le mani in tasca ad una moltitudine di pensionati.
Vi allego in formato PDF il conteggio che mi sono scaricato dall’ INPS essendo in
possesso del PIN per entrare nelle mie pratiche.
Risposta. Come ho scritto in qualche altra occasione l’INPS quest’anno ha fatto
un po’ di confusione: ha perequato molte pensioni che non se lo … meritavano, e
per la semplice ragione che le leggi si sono accavallate alla fine dell’anno 2011 e
l’Istituto non è riuscito a adeguarsi in tempo, e francamente non poteva! Di casi
come quello di S.P. ce ne sono certamente tanti altri che riceveranno una lunga
lettera con il riepilogo dell’ammontare della pensione dal 2001 a oggi. L’Istituto
è andato indietro di dieci anni per grattare qualche spicciolo, e i suoi computer
hanno trovato che S.P. ha incassato circa 2 euro all’anno in più fino al 2011, e
glieli ha ripresi. Vorrei tanto incontrare un caso in cui INPS ha scoperto che sono
stati dati 2 euro in più all’anno! Francamente non saprei dire come son venuti
fuori, ma immagino che l’errore (!) sia all’origine e poi si è trascinato per tutti
gli anni successivi, e la cifra non è sempre la stessa poiché ogni anno si fondeva
e confondeva con la perequazione e gli arrotondamenti. Eppure il programma
di calcolo delle pensioni è quello che si usava in FS!! Resta coerente e costante
l’atteggiamento di quasi disprezzo dell’INPS nel non fornire chiarimenti!
Per quanto riguarda le risultanze dell’anno 2012, l’operazione si può verificare
confrontando i riquadri con l’ammontare della pensione mensile prima e dopo il
ricalcolo; nel 2011 la cifra lorda mensile era 1744,79; corretta l’inesattezza iniziale dei due euro all’anno è diventata 1744,57. Questa cifra doveva rimanere tale
da gennaio 2012 a dicembre 2013; invece nel riquadro che riporta l’ammontare
prima della ricostituzione si rileva che da aprile l’INPS corrisponde 1789,27,
cioè ha aggiunto indebitamente la perequazione, in contrasto con l’art. 24, c. 25
del D.l. 6.12.2011, n. 201, convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre
2011, n.214. L’INPS ha corrisposto per 6 mesi, da aprile a settembre, € 44,70 in
più per i complessivi 268 euro di recupero per il corrente anno. Naturalmente
anche questo l’INPS non lo spiega al pensionato, il quale o si adegua con indifferenza o si rivolge al Patronato o all’amico, o va a fare la fila all’ufficio più vicino,
se poi vi trova chi gli dà chiarimenti; ma uno sforzo in più i funzionari dell’INPS
non lo fanno, anche se l’errore è comprensibile se si considera che la legge fu
pubblicata sulla G.U. del 27.12.2011.
Sono migliaia i casi come quello sopra descritto, pertanto questa risposta vale un
po’ per tutti.
DAL VALDARNO
Il 12 Ottobre eravamo 100 persone a tavola a gustare
un piatto qualificatissimo del territorio “lo stufato alla
Sangiovannese” preceduto da antipasti, una succulenta pastasciutta a sugo e altro da leccarsi i baffi.
Il ritrovo non è stato solo un buon pranzo o una
“rimpatriata” ma anche un atto di solidarietà rivolto
ad alcuni colleghi che trascorrono molte loro giornate
isolati e tristi. Queste persone, partecipando al “Pranzo d’Autunno”, hanno temporaneamente abbandonato
quel vuoto quotidiano familiarizzando con amici e compagni di giorni passati.
Il “miracolo” della solidarietà, che si ripete da anni, è merito della nostra rivista “Le Lotte dei
Pensionati” cui molti sono abbonati e di tante persone generose che organizzano il pranzo e
fanno le telefonate.
La legge deve essere
uguale per tutti
PENSIONATI!
Le nostre pensioni sono bloccate ed il costo della vita sale.
Il Governo con decreto ha abolito il meccanismo dell’aumento
annuale previsto dall’Istat, adeguamento peraltro insufficiente e già dichiarato
“inadeguato” dalla Corte costituzionale con sentenza n. 30/2004.
Ora con la n. 223 del 10 ottobre 2012, la stessa Corte ha dichiarato incostituzionale il blocco degli adeguamenti automatici previsti per i giudici ed i manager di
Stato con stipendi superiori a 90.000 euro (art. 9 comma 22) previsto nello stesso
decreto (78-2010) che blocca anche le nostre pensioni.
Questo perché, dice la suprema Corte viola l’adeguamento automatico
non di disponibilità legislativa e perché produce in via autoritaria una decurtazione patrimoniale permanente. Proprio come prevede lo stesso decreto per le nostre pensioni. La legge non è più uguale per tutti?
PENSIONATI FACCIAMOCI SENTIRE
SE VOGLIAMO EVITARE LA MISERIA!
Assemblea dei pensionati a
ROMA - martedì 11 Dicembre ore 10-14
Sala del Sacro Cuore
Via Marsala 41 - davanti a Roma Termini
Dopo una breve introduzione di GIULIO MORETTI
verrà proposta la costituzione di un
COLLEGIO LEGALE DI DIFESA NAZIONALE DEI PENSIONATI
interverrà un giurista
Tutti sono invitati e le Associazioni dei pensionati
che intendono partecipare possono intervenire
Fly UP