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CON LE NUOVE NORME (DECRETO 148/2015) SCESO AL

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CON LE NUOVE NORME (DECRETO 148/2015) SCESO AL
CON LE NUOVE NORME (DECRETO 148/2015) SCESO AL MINIMO IL RICORSO ALLA CASSA INTEGRAZIONE
248mila ore contro una media mensile tra i 2 e tre milioni di ore autorizzate
Il calo dovuto al blocco delle autorizzazioni per la CIGO e alle nuove norme per la CIGS
È un po’ come ai tempi dell’atrazina nell’acqua potabile: basta cambiare le percentuali di tolleranza che
l’acqua diventa buona da bere. Così sta accadendo per le ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS.
Con i dati di gennaio 2016 si potrebbe pensare che non di ripresa si tratti ma di vero e proprio boom
produttivo: la Cassa Ordinaria (CIGO) scende a sole 4.995 ore (la media mensile del 2015 è stata di 692mila
ore); la cassa straordinaria (CIGS) scende a 116.709 ore (media 2015: oltre 1milione di ore al mese); l’unica
a non calare è la Cassa in deroga le cui variazioni non dipendono dal mercato del lavoro ma dai decreti di
finanziamento nazionale e regionale.
In totale le ore autorizzate a gennaio scendono del 78,4% rispetto a gennaio 2015 (CIGO -98,2%, media
nazionale -80,7%; CIGS -85,5%, media nazionale +69,6%; CIG-D +81,3%, media nazionale -13,9%).
Il quasi azzeramento della cassa ordinaria è dovuto al blocco delle autorizzazioni per consentire
l’allineamento ai nuovi criteri autorizzativi introdotti dal decreto 148/2015 (uno dei decreti applicativi del
Jobs Act); la scomparsa della CIGO non è quindi un dato definitivo ma temporaneo. Il Decreto ha abolito,
però, le commissioni provinciali che mensilmente approvavano le domande di CIGO che d’ora innanzi
saranno approvate direttamente dal Direttore provinciale dell’INPS – senza alcun confronto con le
rappresentanze sindacali e datoriali e senza alcuna possibilità di discutere e dirimere i casi, a volte
complessi, che si determinano nel territorio.
La secca diminuzione della CIGS (-85,5%) è dovuta in gran parte al divieto di utilizzare questo
ammortizzatore sociale nei casi di fallimento o chiusura dell’azienda. Ne è la prova il fatto che l’INPS attesta
un picco di mobilità a dicembre 2015 (dato nazionale: 16.479 contro una media di circa 5mila mensili nei
mesi precedenti); a breve si conoscerà anche il dato esatto per la provincia di Bergamo.
Il 51% delle ore autorizzate in provincia di Bergamo sono relative quindi alla cassa in deroga e al settore
dell’artigianato.
Per quanto riguarda i settori industriali e dell’edilizia le ore sono scese ai minimi storici con l’eccezione del
settore grafico che registra un incremento del 61% rispetto a gennaio 2015 (in crisi il Nuovo Istituto Italiano
di Arti Grafiche, la Pigna, Pozzoni Elcograf, Eurogravure, Arti Grafiche Johnson …).
Bergamo 15 febbraio 2016.
(or amb)
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