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-­‐PADOVA, Via S.Francesco, n° 87 / 91-­‐ “GIORNATA F.A.I. di PRIMAVERA 2015” Gli alunni della classe 3B sez.Musicale della Scuola Secondaria di Primo Grado “B.Cellini” di Mortise quest’anno partecipano al progetto del F.A.I. “APPRENDISTI CICERONI@” per le giornate di Primavera 2015 nelle quali vengono “aperte le porte” ai diversi siti artistico-­‐culturali che fanno parte del patrimonio italiano. I nostri Apprendisti Ciceroni avranno il compito di illustrare gli ambienti della storica residenza ed allietare i visitatori con le loro performance musicali. Quest’anno, il F.A.I. ha proposto la visita di Palazzo Giusti in quanto il 24 maggio 2015 ricorre il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. BREVI CENNI STORICI E DESCRIZIONE DEL PALAZZO Il Palazzo Giusti del Giardino, nel XV secolo fu la residenza dello storico Sertorio Orsato nella cui famiglia si annoverarono altri illustri personaggi, successivamente dei Lazara, illustre casata padovana che nel 1574 ospitarono Enrico di Valois – re di Polonia – che divenne poi Enrico III re di Francia. Nel 1870 il palazzo fu acquistato dal conte veronese Gerolamo Giusti del Giardino e in seguito divenne la residenza del figlio Vettore Giusti del Giardino (Venezia 29/12/1855 – Padova 12/2/1926) senatore padovano dal 1914, dopo essere stato sindaco di Padova negli anni 1890-­‐93 e 1897-­‐99. Vettore ospitò in questa casa l’allora Principe e futuro re d’Italia Vittorio Emanuele III (1990-­‐1945) e nel novembre 1918 mise a disposizione la sua casa di campagna, alla Mandria, per la firma dell’Armistizio con l’Austria, che pose fine alla Grande Guerra. Nel medesimo palazzo, nei venti mesi (settembre 1943 – aprile 1945) della Seconda Guerra Mondiale, ebbe sede una famigerata banda di nazi-­‐fascisti guidata dal sottufficiale di polizia Carità, (chiamata quindi “Banda Carità”) che vi imprigionò e torturò partigiani e patrioti antifascisti, per estorcere loro informazioni. La poesia “La Canzone della Nave” scritta su una lapide murata a fianco del portone d’ingresso, sotto il portico prospicente via S. Francesco, ricorda quel tragico periodo. In alcune sale del Palazzo oggi ha sede una delle più antiche Associazioni private cittadine, la Società del Casino Pedrocchi, nata con l’avvio dell’omonimo e famoso Caffè nel lontano 1855, e qui trasferita nel 1999, dopo essere stata soppressa nel 1938 e risorta nel 1945. Il palazzo, dal punto di vista architettonico, è il risultato delle trasformazioni e rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli ed ora, presentando solo pochi e visibili pregi architettonici, resta pur sempre uno tra i grandi e famosi edifici storici della città, sia per la sua estensione che per il ruolo ricoperto dalle non poche persone che nel passato, ma anche in tempi recenti, vi hanno abitato. TAPPE 1) Androne d’ingresso: Saluto ai visitatori Presentazione personale (nome, scuola …) e cos’è il F.A.I.; Illustrazione del luogo; Funzione dell’androne d’ingresso nei palazzi padovani (carrozze/cavalli …); Illustrazione dello stemma del soffitto raffigurante l’arma araldica delle famiglie Pisani e Giusti del Giardino La Colonna e del Capitello con la figura dello stemma dell’Orso (fam. Orsato) Il Palazzo e la facciata su via S. Francesco, la “Canzone della Nave” II palazzo, sviluppato con ben otto fornici sulla via San Francesco (da molti autori ritenuta un decumano della Padova romana), fu abitato, sin dall'epoca medioevale, probabilmente da una comunità religiosa legata al vicino convento di San Francesco. L'edificio, posto quasi dirimpetto al complesso conventuale medievale di S. Francesco, sorge immediatamente al di fuori della cinta muraria trecentesca della città di Padova. Alcuni resti architettonici e frammenti ceramici conservati nel palazzo fin da un periodo non precisabile indicano che l'edificio fu abitato fin dal primo Medioevo. Dell’antico palazzo sopravvivono solo alcune tracce: la travatura del soffitto dell'ex-­‐androne pedonale (su via S. Francesco 89), che reca formelle dipinte con lo stemma Lazara e l'aquila imperiale. Visti i numerosi rimaneggiamenti e restauri avuti nel corso della sua storia, dell’antica struttura medievale restano pochi e significativi segni; l’aspetto esterno, sia nel prospetto su via S.Francesco che verso il cortile interno dal punto di vista architettonico, presentando solo pochi e visibili pregi architettonici, anzi denotando invece un certo decadimento e fatiscenza. Pur tuttavia resta comunque uno tra i grandi e famosi edifici storici della città, sia per la sua estensione che per il ruolo ricoperto dalle non poche persone che nel passato, ma anche in tempi recenti, vi hanno abitato. CORTILE INTERNO PROSPETTO SU VIA S.FRANCESCO La Banda Carita’ e la “Canzone della Nave” Nel medesimo palazzo, nei venti mesi (settembre 1943 – aprile 1945) della Seconda Guerra Mondiale, ebbe sede una famigerata banda di nazi-­‐fascisti guidata dal sottufficiale di polizia Carità, (chiamata quindi “Banda Carità”): vi furono imprigionati e torturati illustri rappresentanti della Resistenza, che denominarono il palazzo «La Nave», per la forma rotonda delle finestre del granaio ove furono rinchiusi in piccolissime celle dalle pareti lignee. Una lapide posta nel portico su via san Francesco, con una composizione poetica di Meneghetti, ricorda quei duri momenti. La poesia “La Canzone della Nave” scritta su una lapide murata a fianco del portone d’ingresso, sotto il portico prospicente via S. Francesco, ricorda quel tragico periodo. Ricordiamo quindi che quest’anno 2015 ricorrono quindi anche i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Salita al piano superiore, il bellissimo scalone: Particolare della panca Piano primo al termine della rampa: Il Palazzo, decorazioni e illustrazione del soffitto: Chi e perché l’ha eseguito (nozze di Laura Pisani Zusto con Girolamo Giusti del Giardino, genitori di Vettore e di quest’ultimo poi con Maria Giustiniani), prima del 1855. Ingresso al piano, sede della Società del Casino Pedrocchi: SOCIETA’ DEL CASINO PEDROCCHI Quando e perché nasce la Società; Nel Febbraio del 1855 alcuni padovani ottennero il permesso di potersi riunire nella sala dell'Istituto Filarmonico di Santa Cecilia per trattare dell'istituzione di un "Casino Sociale" Fu così fondata l'attuale So-­‐
cietà del Casino Pedrocchi e, approvato il regolamento, questa ebbe vita il 2 3 G ennaio 1 856. Definita dallo Statuto, Art. 1 -­‐"La Società del Casino Pedrocchi, con sede in Padova, è un'associazione privata, centro d'amichevole convegno, di cultura, di lettura e di memorie storiche da cui è escluso o gni carattere e fine p olitico" La sede sociale comprese sin dall'inizio le sale al piano nobile presso l'edificio del celebre Caffè Pedrocchi, centro della vita cittadina, fatto costruire dal caffettiere padovano Antonio Pedrocchi. La Società, invisa alle autorità austriache per alcune sue affermazioni di poca simpatia verso i dominatori, potè prendere ampio e libero sviluppo nel 1866, non appena fu liberato il Veneto. Dal 1866 al 1938, la Società fu partecipe alla vita cittadina. Organizzò ed ospitò Convegni e Congressi scientifici. In occasione di fatti luttuosi per la popolazione italiana contribuì con soccorsi ed aiuti finanziari per i sofferenti. Durante la guerra 1915-­‐18 sospese ogni manifestazione festiva e tenne aperta la sede, con grandi sacrifici, per accogliere uomini politici, giornalisti, ufficiali. Si rese promotrice nelPospitare i ricevimenti per gli intervenuti ai grandi festeggiamenti in occasione dei cente-­‐nari della fondazione dell'Università, della presenza a Padova di Francesco Petrarca e di Galileo Galilei, e del cinquantenario della rivolta padovana antiaustriaca dell' 8 Febbraio 1848. Nell'Ottobre 1938, la Società fu soppressa per imposizione delle autorità politiche del regime allora vigente. Con il decreto prefettizio 27 Giugno 1945 fu riconosciuta l'invalidità dell'atto di scioglimento e fu nominato un Commissario per l'amministrazione patrimoniale. Nonostante fosse stata immessa con lo stesso decreto a rioccupare la storica sede, la Società non potè riprendere la propria attività, prima per requisizione della sede da parte del Comando Britannico, poi perché l'Amministrazione Comunale destinò ad altri i locali. La deliberazione unanime dell'assemblea assunta in data 11 Novembre 1947, condusse alla sistemazione nel palazzo degli Zabarella, all'inizio della Via San Francesco, dove la Società potè riprendere la normale attività il 1° Gennaio 1949.Successivamente nel Maggio 1988 la Società si trasferì al Palazzo San Bonifacio, al n.30 di Via del Santo. Quando si trasferisce qui: Dal 1999 la Società del Casino Pedrocchi trova la sua sede attuale presso il Palazzo Orsato -­‐ Lazara -­‐ Giusti del Giardino, al n.87-­‐91 di Via San Francesco, sempre nel cuore della città di Padova. L'attuale sede è ripartita in importanti ambienti che comprendono sei sale, interconnesse tra loro e con il "salone delle feste" per le varie destinazioni di specifico utilizzo. È presente la sala lettura, fornita di libri, riviste e giornali, con la storica biblioteca del Circolo costituita da oltre seimila volumi, ora adeguata nella sistemazione per rendere agevole ogni consultazione. L’attività della Società: Si tengono concerti ed incontri culturali su vari temi d'interesse. Si svolge il gioco delle carte, quali il bridge, ed il gioco del biliardo, con tornei e corsi di vario grado. Si effettuano corsi di ballo e sono indette serate di ballo libero e feste danzanti. Gli ambienti e gli arredi: mobili, lampadari, pavimento (terrazzo veneziano): Il Il Gioco del biliardo – delle carte – lettura: Illustrazione delle decorazioni alle pareti; Le tre sale: la Sala del biliardo la Sala del Gioco delle carte il pavimento ad intarsi Il Lampadario Veneziano della Sala blu La sala di lettura (con il pavimento a Terrazzo Veneziano) la Sala Blu Il Salone delle feste: (Il pavimento, Il soffitto con il grande lampadario, Il matroneo, le decorazioni e gli specchi) L’organigramma della Società Casino Pedrocchi I nostri musicisti -­‐ APPRENDISTI CICERONI – ATTESA SOTTO LA “CANZONE DELLA NAVE” 
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