Comments
Description
Transcript
Altri giorni felici Lei dunque capirà
stagione 2006-07, numero 3, 10 novembre 2006 Lei dunque capirà di Claudio Magris regia di Antonio Calenda con Daniela Giovanetti Altri giorni felici di Claudio Remondi regia di Riccardo Caporossi Lei dunque capirà Daniela Giovanetti in Lei dunque capirà di scene di Claudio Magris Pier Paolo Bisleri costumi di Elena Mannini luci di Nino Napoletano regia di Antonio Calenda diretto da Antonio Calenda vendite telefoniche vendite internet in collaborazione con SSSEHNKOOAPPEEP di Claudio Magris scene di Pier Paolo Bisleri costumi di Elena Mannini regia di Antonio Calenda con Daniela Giovanetti produzione diretto da Antonio Calenda S A L A B A RTO L I - T R I E S T E dal 10 novembre al 3 dicembre 2006 Sala Bartoli dal 10 novembre al 3 dicembre 2006 durata dello spettacolo 1 ora e 20’ circa senza intervallo altri percorsi coraggio ciò che si teme… A lei egli deve ogni cosa, fino all’estremo sacrificio che – lasciandosi travolgere da un meraviglioso mare di nostalgie e ricordi veri, quotidiani, irraggiungibili o assoluti – la donna confida ora al misterioso Presidente che la sta ad ascoltare: è stata lei a chiamare il suo Orfeo, a costringerlo a guardarla, rimandandola nell’Averno. Altrimenti avrebbe dovuto rivelargli il grigiore, la “normalità” dell’Aldilà, troppo simile a un riflesso silenzioso e un po’ cupo del mondo reale, per essere materia del siuo alto lirismo… Il mito antico racconta invece che Orfeo straziato dalla morte della propria sposa, morsa da un serpente, l’insegue e con il suo canto commuove a tal punto Persefone e i guardiani degli Inferi, da ottenere di riportarla con sé sulla terra. A condizione che l’uomo non si volga mai a guardarla prima di essere uscito dall’Ade: ma egli, misteriosamente, probabilmente per troppo amore, non riesce a resistere al divieto ed Euridice viene restituita per sempre al suo destino di ombra e morte. La novità e le ragioni della scelta di Magris rappresentano il punto focale della sua rilettura del mito greco: che in Lei dunque capirà appare arricchito di induzioni attuali che ci toccano profondamente e offerto al pubblico in un vortice di piccoli frammenti quotidiani, accenti di un universo poetico commovente, espresso attraverso una scrittura che armonizza con raffinatezza, altissima consapevolezza culturale e intensa sensibilità. Pur conservando il senso universale e profondo del mito originale i suoi moderni Orfeo ed Euridice sono tratteggiati nella loro umanità, puntando l’attenzione sulla loro interiorità ricca di sentimenti e contraddizioni. Attraverso le sole parole della donna – prigioniera d’un’Ade dal profilo talvolta angosciante e kafkiano, talvolta rassicurante – siamo messi a parte di ogni vibrazione del loro animo: la reciproca nostalgia, i loro sogni, la forza di Euridice, le fragilità e la sofferenza di Orfeo, l’intreccio di egoismi, passioni, sensi di colpa, la gioia assoluta e disarmante che solo chi ama conosce davvero... per usare una frase dell’autore «(...) la felicità, il vuoto, la catastrofe, la pienezza insostenibile di stare insieme». È una prima assoluta quella di Lei dunque capirà alla Sala Bartoli: il nuovo monologo di Claudio Magris è stato affidato dallo stesso autore al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e – per quanto attiene alla regia – ad Antonio Calenda, assicurando così un seguito al prezioso rapporto di reciprocità iniziato nel 2003 con la messinscena de La Mostra: un rapporto – quello con il grande germanista, intellettuale, scrittore triestino – che lo Stabile sente di assoluto rilievo nella propria attività. Daniela Giovanetti – attrice di riferimento dello Stabile, già ammirata in ruoli importanti quali Elettra nelle Coefore, la Corifea nelle Eumenidi, Cordelia nel Re Lear diretta da Calenda, Anita nel Pallido oggetto del desiderio diretta da Arias – interpreterà il ruolo della protagonista, una figura femminile profondamente impegnativa e di straordinaria bellezza. Rispetto al resto dell’opera di saggista, narratore, drammaturgo di Claudio Magris, Lei dunque capirà appare sorprendente, nuovo: topoi della sua scrittura come il tema del disincanto, i richiami alla cultura mitteleuropea, percorrono un testo che si incentra però su una storia intima ed avvincente, sulla verità e l’impossibilità di un amore struggente e totale, raccontato in una dimensione che gioca continuamente sul filo fra realtà e metafora, rifacendosi al mito d’Orfeo. Suggestioni che Antonio Calenda ha tradotto sul palcoscenico in un emozionante e significativo universo di spazi, luci, ombre, suoni ove continuamente il realismo si fonde al mistero, all’impalpabile. È la rappresentazione attuale dell’Averno, così come lo intuisce Magris, così come lo sente Calenda: una casa silenziosa e grigia, essenziale negli arredi e labirintica negli spazi, inquietante talvolta. Un ospedale, o forse una casa di riposo... Un posto, comunque, ove si entra per non uscirne più: come vorrebbe la sorte di Euridice, la toccante figura monologante cui Daniela Giovanetti offre tutta la sua limpidezza e sensibilità interpretativa, intrecciando appassionate memorie e malinconica dolcezza a una lancinante, femminile determinazione. La protagonista al suo uomo ha dato e insegnato tutto: a scrivere, a misurarsi con la vita, ad amare e ad essere generoso, a guardare con in viaggio nell’aldilà, sulle orme di Euridice Una porta chiusa e imponente, avvolta da una luce fioca, da un’atmosfera velata, opaca, a volte soffocante, altre soltanto quieta... Lontano, dietro ai vetri si scorge una donna che si avvicina, provenendo da chissà quali labirintici corridoi: avanzerà fino alla soglia, confine che non oserà valicare, e da lì racconterà a un misterioso Presidente, e al pubblico, la propria storia. Appare così la moderna Euridice protagonista di Lei dunque capirà, una figura femminile di rara complessità e bellezza che sostanzia in sé una delle prerogative più affascinanti e ricche di senso dell’arte teatrale: quella di rendere presente la morte. Euridice infatti è morta e il confine, la porta che non può più oltrepassare, è quella che divide il mondo dei vivi dall’Aldilà, un moderno Averno cui l’autore e il regista regalano i profili cupi e spogli di una casa di riposo. Grazie a un sortilegio che – fra tutte le arti – solo il teatro può donare, e che fin dall’antichità crea sulla scena momenti di profonda emozione e conoscenza (basti pensare all’apparizione del Re Dario in Persiani di Eschilo, dello Spettro nell’Amleto shakespeariano), Euridice – pur essendo ormai una voce dell’Al- dilà – si racconta, si abbandona ad appassionati ricordi, toccanti nostalgie, si ostina in piccole recriminazioni, condivide con la platea le proprie scelte pervase di forza e determinazione. Attraverso questo flusso di parole e pensieri, il testo di Magris Daniela Giovanetti in Lei dunque capirà di scene di Claudio Magris Pier Paolo Bisleri costumi di Elena Mannini luci di Nino Napoletano regia di Antonio Calenda diretto da Antonio Calenda vendite telefoniche vendite internet in collaborazione con SSSEHNKOOAPPEEP S A L A B A RTO L I - T R I E S T E dal 10 novembre al 3 dicembre 2006 diviene un toccante compianto, una possente riflessione sul rapporto fra morte e vita, un’elegia di un amore totale, palpitante – quello fra Euridice e il suo Orfeo – raccontato nelle sue gioiose assolutezze, come negli inevitabili momenti di disincanto. a colloquio con l’autore e il regista di Ilaria Lucari Il debutto di Lei dunque capirà rappresenta il punto d’arrivo di un lavoro intenso e molto coinvolgente che ha impegnato profondamente in diverse fasi – e fin dall’estate – tutto lo staff del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e in particolare il regista Calenda con i suoi collaboratori (Pier Paolo Bisleri per la scenografia, Elena Mannini per i costumi, Nino Napoletano per le luci) e la protagonista del monologo, Daniela Giovanetti che affronta in questo spettacolo una prova interpretativa, ma anche di concentrazione e fisica, veramente notevole. Prima ancora, sull’idea di una Euridice che – forse per la prima volta nella storia del teatro – narrasse in prima persona la propria storia, sull’intuizione di tratteggiare attraverso le induzioni del mito arcaico e immortale di Orfeo le linee di una storia d’amore moderna, totale, contrastata, palpitante, si era impegnato Claudio Magris, autore prestigioso che ha con lo Stabile un rapporto di scambio e collaborazione molto importante. «Negli ultimi anni prevale sempre più in me quella che lo scrittore argentino Ernesto Sabato ha chiamato “scrittura notturna”» ha spiegato Magris in una pausa delle prove che ama seguire nonappena i suoi impegni glielo permettono. «Avviene quando uno scrittore si trova improvvisamente ad aver a che fare con qualcosa che affiora in lui e non sapeva di possedere... una specie di sosia che magari a volte preferiremmo dicesse altre cose, ma che naturalmente bisogna stare ad ascoltare. È proprio l’emergere della vita nella sua frammentarietà, nei suoi attimi dei quali ognuno è anche un assoluto e che non vengono osservati in una prospettiva “dall’alto” che possa sistemare le cose... Questo tipo di scrittura per me, è strettamente correlata al monologo e al teatro. Nel monologo c’è qualcosa di indominato, di turbato e corrisponde molto a queste “visioni notturne”, come pure il teatro in assoluto. Perché nel teatro, la parola viene fuori dal corpo, dalle profondità, si fa inscindibile dal gesto ed è dunque molto più strettamente legato alla concretezza fisica della vita, con il tempo, il desiderio, l’invecchiare, l’essere desiderabili o repellenti… Perciò il teatro mi è congeniale, e ancor più per questo Lei dunque capirà, che per definizione ha a che fare col mondo delle visioni notturne, con un mondo che appare come una casa di riposo ma rimanda a un aldilà, il buio, un regno oscuro». E secondo l’autore, il fatto di lavorare a stretto contatto – anche ideale – con il palcoscenico, è significativo «Va detto che il testo non mi è stato “commissionato” dal Teatro – osserva infatti Magris – ogni opera nasce da un insieme di sollecitazioni diverse, esterne, personali, culturali, poi non è detto che alla fine piaccia e giunga alla scena… Devo dire però che è stata una frase di Calenda, a creare quel “clic” che mi ha fatto iniziare a mettere assieme Lei dunque capirà. Al di là di questo e del mio incontro molto felice anche in termini umani e di amicizia con lo Stabile, devo dire che il fatto di sapere di scrivere per una probabile messinscena, fa sentire aiutati in quella vertigine, in quel tanto di soggettivismo di parte un po’ delirante, che dà la scrittura e che, invece, trova subito il confronto e quindi la relativizzazione. Poi è interessantissimo poter immaginare gli attori che ci saranno, lo stile di chi metterà in scena: un po’ questo mi era già accaduto traducendo drammi (per Buazzelli ad esempio), inevitabile pensare a come l’attore porgerà le parole che si stanno scrivendo...». Antonio Calenda guarda con uguale entusiasmo al concretizzarsi del progetto – sempre ritenuto di primo piano – di Lei dunque capirà: «È un progetto – spiega – che si inserisce nel solco della nostra identità più viva, che è quella di mettere in scena autori contemporanei, una vocazione antica che abbiamo perseguita con ostinazione quasi, e certamente con calore, perché un teatro pubblico ha il dovere naturale di verificarsi con la contemporaneità. Dopo il successo de La Mostra, il sodalizio con Magris vive un secondo stadio. Lei dunque capirà è un testo desiderato, che Magris ci ha donato con grande grazia perché ci ha coinvolto tutti, e questo dono ci onora e dà forza, perché piano piano il nostro Teatro identifica in questo grande autore un compagno di strada, un Dramaturg. Ed i Teatri Stabili hanno bisogno di queste solidarietà, di queste dedizioni». Del monologo il regista ha molto amato la forza poetica e la teatralità: «Lei dunque capirà – commenta infatti – possiede non solo una forte carica emotiva, ma sul piano proprio strutturale è coinvolgente, e in più, vive di una parola che nel momento stesso in cui è detta diventa un sortilegio raro, diventa – come nel grande teatro deve essere – corpo scenico, azione. La messinscena che abbiamo costruito, ci ha portato a lavorare non solo sui climi, sulle evocazioni, sulle rarefazioni che lo spettacolo deve avere, ma soprattutto sul senso della parola. E lavorando sul senso, il lato poetico appariva, come in un’epifania continua di possibilità e anche di ambiguità. Ma la cosa che più ci ha portato a un’adesione quasi fisica a questo testo – per quanto mi riguarda, ma anche per quanto riguarda l’interprete, Daniela Giovanetti – è stata questa rara opportunità, che io trovo sia una grande peculiarità del teatro contemporaneo e del grande teatro di tutti i tempi, che è quella di far sì che il teatro possa enunciare e rappresentare la morte». «In Lei dunque capirà – conclude Calenda – vi è la celebrazione di un’assenza, ma attraverso una modulazione dell’apparire in scena che è realistica: è un’assenza che si riempie di teatralità». Lei dunque capirà Daniela Giovanetti Dopo un brillante esordio sul palcoscenico in qualità di danzatrice, inizia la sua carriera di attrice con Le ragazze di Lisistrata per la regia di Antonio Calenda. Vanno ricordati inoltre: Alta distensione di Campanile, regia di Antonio Calenda, Zoo di vetro di Williams, regia di Vanna Polverosi, Il sistema Ribadier di Feydeau, regia di Gigi Proietti, La tana di Bassetti, per cui ha ottenuto il Premio IDI, Arcobaleno di Dino Verde, regia di Gino Landi, Il volo del gallo di Bassetti, regia di Marco Maltauro, Rosanero di Cavosi, regia di Antonio Calenda (Premio Critica Italiana 1995) e sempre con lo stesso regista Le due sorelle di Bassetti (Premio Randone 1997). Nell’estate 1997 a Taormina Arte ha partecipato allo spettacolo Heroides. In una coproduzione dell’Ente lirico Giuseppe Verdi di Trieste con il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia è stata protagonista dell’oratorio Giovanna d’Arco al rogo di Arthur Honegger e Paul Claudel, regia di Antonio Calenda, direzione del M° Julian Kovatchev. Fra gli ultimi spettacoli teatrali di cui è stata protagonista vanno ricordati Irma la dolce di Alexandre Breffort e Margherite Monnot e Antigone di Jean Anouilh nella versione italiana e regia di Furio Bordon: produzione del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia. Il regista Alfredo Arias l’ha scelta nel 2002 quale protagonista di Pallido oggetto del desiderio di René de Ceccatty, interpretazione che – assieme a quelle recenti di Cassandra nell’Agamennone e di Elettra di Claudio Magris scene di Pierpaolo Bisleri costumi di Elena Mannini luci di Nino Napoletano suono Alexandro Majcan con Daniela Giovanetti regia di Antonio Calenda in Coefore, diretti da Antonio Calenda – le è valsa nel 2003 il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. Il ruolo di Corifea in Eumenidi le è valso il premio della stampa siciliana quale miglior interprete femminile dell’intero Ciclo di Spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa 2003. Dal 2004 fino all’intera stagione 2005-2006 ha recitato nel ruolo della dolce Cordelia nel Re Lear di Shakespeare, per la regia di Antonio Calenda, al fianco di Roberto Herlitzka. Nella primavera del 2005 il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia si è impegnato in un’interessante coproduzione con il Centro Mobilità delle Arti e con il Teatro Mercat de les Flors di Barcellona: Fighting Dogs. Lo spettacolo, diretto da Andrés Morte ha regalato a Daniela Giovanetti un personale successo per un’interpretazione intensa e particolare. Nel novembre 2006 è protagonista del monologo di Claudio Magris Lei dunque capirà, messo in scena per la regia di Antonio Calenda dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: con questo spettacolo sarà in tournée nazionale per l’intera stagione 2006-2007. aiuto regista Roberta Torcello assistente alla regia Guido Penne capo macchinista Massimo Tatarella capo elettricista Alessandro Mahorig fonico Alexandro Majkan capo sarta Elena Caucci realizzazione scene Laboratorio del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia; Starc Enterprise realizzazione costumi Elisa Penturelli trucco Professional Make-up Services di Dorina Forti www.dorinaforti.com calzature Sacchi Firenze trasporti Globo Trasporti Roma direzione degli allestimenti Paolo Giovanazzi macchinisti in allestimento Christian Cerne, Giorgio Zardini, Radivoi Zobin elettricisti in allestimento Massimo Carli, Roberto Starec fonici in allestimento Carlo Turetta, Borut Vidau sarta in allestimento Marina Arcion addetto alla produzione Giampaolo Andreutti direttore marketing e comunicazione Stefano Curti ufficio stampa Ilaria Lucari promozione e pubbliche relazioni Nicola Conticello foto di scena Tommaso Le Pera prima rappresentazione Trieste, Sala Bartoli, 10 novembre 2006 Altri giorni felici di Claudio Remondi regia di Riccardo Caporossi luci di Roberto Innocenti con Claudio Remondi, Davide Savignano produzione Club Teatro Rem&Cap Proposte Politeama Rossetti martedì 14 novembre 2006 durata dello spettacolo 1 ora e 30 minuti con intervallo altri percorsi immobilizzata, in una realtà desolata, vive nello spazio fra il campanello di sveglia e quello che comanda il riposo, esprimendo in un monologo partecipe e spesso gioioso la felicità di vivere, anche in quella insensata condizione, anche con la sola e silenziosa compagnia di Willie, il suo compagno che il pubblico non vede mai, perché steso e immobile dietro il monticello di Winnie. Il suo soliloquio diviene un rincorrersi di ricordi, idee, riflessioni, commenti ai gesti e ai piccoli eventi quotidiani che scandiscono il suo tempo: un guardarsi dentro e parlare di sé, davanti al baratro della solitudine e del silenzio. Remondi e Caporossi avrebbero voluto restituire questo vortice di emozioni attraverso la loro interpretazione: «Avete mai ascoltato il dolore di Winnie attraverso una voce maschile? – scrivono infatti a questo proposito i due artisti – Avete mai sentito ridere Winnie, ripercorrere la memoria di Lei attraverso la memoria di Lui? L’ossessione del gesto, della parola, del pensiero ritornante mediante il gesto, la parola, il pensiero di un uomo? Quella a finale che si esplicita senza alcuna forzatura nel delirio di una grande interpretazione a prova d’uomo?» Paradossalmente e nonostante i successi e la fama fino ad allora raggiunti, proponendo di nuovo lo stesso progetto la compagnia ottenne un rifiuto anche 35 anni dopo... Rem & Cap reagirono creando Altri giorni felici, lavoro inedito in cui permangono echi beckettiani e che trova ora una suggestiva forma scenica. Nello spettacolo - dicono gli autori - si riversano «memorie, lampi, suggestioni, guizzi di una realtà empirica, infranta tra il passato che si ripropone nel ricordo e la ripetizione di un gesto, di una frase, di una parola lasciata ad un prossimo essere umano che ancora deve vivere. Altri giorni felici che ripropongono ed interpretano per la loro natura enigmatica l’essenza “tragica” della condizione umana. Una confessione tra il Novecento e il nuovo Millennio». Un testo che un pubblico sensibile alla poesia che si fa scena, non deve lasciarsi sfuggire e che vedrà impegnati sul palcoscenico Claudio Remondi (cui si deve pure la drammaturgia) e Davide Svignano, mentre scenografia e regia sono affidati al talento di Riccardo Caporossi. Un capolavoro della drammaturgia del Novecento il beckettiano Giorni Felici: vi è racchiusa un’emblematica denuncia della condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo, del suo senso d’impotenza davanti all’assurdo della realtà di fine millennio... La scrittura di Beckett, inoltre, possiede il merito di tradurre situazioni e sentimenti per lo più statici (l’attesa, il ricordo, la lotta contro la futilità dell’esistenza) in opere che, pur scostandosi da moltissimi degli elementi costitutivi della tradizione drammaturgica occidentale, creano una nuova teatralità dando corpo a immagini e pensieri che coniugano profondità di senso a una raffinata levità. È probabilmente tutto questo ad aver conquistato due artisti sensibili, colti e innovatori come Claudio Remondi e Riccardo Caporossi creatori di una delle più vitali poetiche teatrali della scena contemporanea italiana: la cifra caratteristica del loro lavoro usa macchine e materiali poveri sostanziandosi in spettacoli di lirica bellezza visiva.Al centro delle loro riflessioni invece è la dolente condizione esistenziale dell’individuo: una figura fragile che sembra presa a prestito dall’immaginario beckettiano e chapliniano. Una immagine poetica e teatrale che nella delicata Winnie di Giorni Felici trova forse la sua più precisa e suggestiva concretizzazione. E proprio da Winnie infatti, nel 1970, doveva partire la parabola artistica di Remondi & Caporossi: i due avevano scelto Giorni Felici per esprimere il loro sodalizio sulle scene per la prima volta. La piéce però non ebbe mai luogo davanti al pubblico poiché l’avente diritto del testo non permise la rappresentazione adducendo che un uomo (Claudio Remondi, unico interprete) non poteva comprendere i problemi di una cinquantenne. Come se l’autore avesse inventato il personaggio di Winnie per dare sfogo alle monomanie di una donna matura e non per considerare la condizione esistenziale di una persona – uomo o donna, non importa – che si trova davanti a sé stesso, solo, senza vie di fuga. Nell’originale beckettiano, Winnie è sepolta fino alla vita in una montagnola di terra, ove è destinata inesorabilmente a sprofondare: così i prossimi appuntamenti altri percorsi altri percorsi Lei dunque capirà Altri giorni felici SALA BARTOLI Politeama rossetti Politeama rossetti Politeama rossetti di Claudio Magris con Daniela Giovanetti regia di Antonio Calenda di Claudio Remondi con Claudio Remondi, Davide Savignano regia di Riccardo Caporossi di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice con Simone Sibillano, Edoardo Luttazzi, Valentina Gullace regia di Fabrizio Angelini di Gianrico Tedeschi con Gianrico Tedeschi regia di Gianni Fenzi calendario recite MAR 14 novembre h. 20.30 turno AP calendario recite GIO 16 novembre h. 20.30 turno M calendario recite VEN 10 novembre RITO ESAU h. 21.00 turno libero SAB 25 novembre h. 21.00 turno libero SAB 11 novembre RITO ESAUturno h. 21.00 libero DOM 26 novembre h. 17.00 turno libero DOM 12 novembre h. 17.00 turno libero MAR 28 novembre h. 21.00 turno libero MAR 14 novembre h. 21.00 turno libero MER 29 novembre h. 17.00 turno libero MER 15 novembre h. 17.00 turno libero GIO 30 novembre h. 21.00 turno libero GIO 16 novembre RITO ESAUturno h. 21.00 libero VEN 1 dicembre h. 21.00 turno libero VEN 17 novembre RITO ESAU h. 21.00 turno libero SAB 2 dicembre h. 21.00 turno libero SAB 18 novembre RITO ESAU h. 21.00 turno libero DOM 3 dicembre h. 17.00 turno libero DOM 19 novembre h. 17.00 turno libero GIO 23 novembre h. 21.00 turno libero VEN 24 novembre h. 21.00 turno libero Platea C-Gallerie Interi € 12 Ridotti € 10 abbonamento con le stelle Tutti i settori 1* prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 15 Ridotti € 12,50 abbonamento con le stelle Posto unico 1* prosa Jesus SmemoranChrist do la ballata del Superstar tempo ritrovato VEN 17 novembre RITO ESAUturno h. 20.30 O SAB 18 novembre h. 16.00 turno FAM h. 20.30 turno N DOM 19 novembre h. 16.00 turno P prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 38 Ridotti € 31 Platea C Interi € 35 Ridotti € 29 Prima Galleria Interi € 29 Ridotti € 24 MAR 21 novembre RITO h. 21.00 turno libero ESAU MER 22 novembre h. 17.00 turno libero prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 20 Ridotti € 17 musical Seconda Galleria Interi € 24 Ridotti € 19 Loggione € 7,50 calendario recite SAB 25 novembre h. 20.30 turno C DOM 26 novembre h. 16.00 turno D prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 28 Ridotti € 23 Platea C Interi € 20 Ridotti € 16 Gallerie Interi € 15 Ridotti € 12 Lo spettacolo è compreso nel tagliando “grandi maestri” per gli abbonati dei turni prosa C e D. Gli abbonati degli altri turni potranno acquistare il biglietto al prezzo speciale di 10 euro (1 euro per gli abbonati “gold” e “platinum”) a partire da martedì 7 novembre. abbonamento abbonamento con le stelle con le stelle Platea A-B 3* Platea A-B 2* Platea C e I Galleria 2* Platea C e Gallerie 1* II Galleria 1* i prossimi appuntamenti musical altri percorsi altri percorsi prosa eventi speciali Sweet Charity Dove andremo a finire? Nella tana L’uomo, la bestia e la virtù Lo Schiaccianoci Politeama rossetti SALA BARTOLI SALA BARTOLI Politeama rossetti Politeama rossetti testo di Neil Simon musiche di Cy Coleman liriche di Dorothy Fields con Lorella Cuccarini, Cesare Bocci regia di Saverio Marconi testo e regia di Enrico Vaime con Massimo Bagliani da Franz Kafka di e con Luigi Lo Cascio di Luigi Pirandello con Leo Gullotta regia di Fabio Grossi musica di P.I. Ciaikovskij con il Balletto di Mosca “La Classique” e con l’Orchestra del Teatro Coccia di Novara calendario recite SAB 2 dicembre h. 20.30 turno N DOM 3 dicembre h. 16.00 turno P h. 20.30 turno libero MAR 5 dicembre h. 20.30 turno M MER 6 dicembre h. 20.30 turno libero GIO 7 dicembre h. 20.30 turno libero VEN 8 dicembre h. 16.00 turno FAM h. 20.30 turno O calendario recite calendario recite calendario recite MAR 5 dicembre h. 21.00 turno libero MAR 12 dicembre RITO ESAU h. 21.00 turno libero MER 6 dicembre h. 21.00 turno libero MER 13 dicembre h. 21.00 turno libero GIO 7 dicembre h. 21.00 turno libero GIO 14 dicembre h. 21.00 turno libero VEN 8 dicembre h. 21.00 turno libero VEN 15 dicembre h. 21.00 turno libero SAB 9 dicembre h. 21.00 turno libero SAB 16 dicembre h. 21.00 turno libero DOM 10 dicembre h. 17.00 turno libero DOM 17 dicembre h. 17.00 turno libero SAB 9 dicembre h. 20.30 turno libero DOM 10 dicembre h. 16.00 turno libero abb. stelle Recite del 3/12 (ore 20.30) e 6/12 (ore 20.30) Platea A-B-C 2* Gallerie 1* tutte le altre recite Platea A-B-C 3* Gallerie 2* prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 15 Ridotti € 12,50 prezzo dei biglietti Posto unico Interi € 15 Ridotti € 12,50 abbonamento con le stelle Posto unico 1* abbonamento con le stelle Posto unico 1* MER 13 dicembre h. 20.30 turno PRI GIO 14 dicembre h. 16.00 turno E GIO 14 dicembre h. 20.30 turno A VEN 15 dicembre h. 20.30 turno B SAB 16 dicembre h. 20.30 turno C DOM 17 dicembre h. 16.00 turno D prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 28 Ridotti € 23 Platea C Interi € 20 Ridotti € 16 calendario recite MER 27 dicembre h. 20.30 turno libero prezzo dei biglietti Platea A-B Interi € 38 Ridotti € 31 Platea C Interi € 35 Ridotti € 29 I Galleria Interi € 29 Ridotti € 24 II Galleria Interi € 24 Ridotti € 19 Loggione € 7,50 Gallerie Interi € 15 Ridotti € 12 abbonamento con le stelle Platea A-B 3* Platea C e I Galleria 2* II Galleria 1* abbonamento con le stelle Platea A-B 2* Platea C e Gallerie 1* prenotazioni abbonamenti stelle dal 21 novembre. Prevendita biglietti dal 23 novembre il Rossetti News Concerto di cori alpini il 24 novembre Si rinnova venerdì 24 novembre alle ore 20.30 al Politeama Rossetti l’ormai tradizionale appuntamento con i caratteristici cori alpini. Il Circolo Culturale Alpini dell’ANA di Trieste prosegue nella tradizione avviata in occasione della 77° Adunata Nazionale tenutasi nella nostra città nel maggio 2004, quando i cori alpini si esibirono in teatri, scuole, case di riposo e in molti altri luoghi di ritrovo. Da quel momento la collaborazione tra il Circolo e il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia è diventata costante con serate come “Aspettando l’ Adunata” e “Ricordando l’Adunata”. A ridosso del Natale 2005 il “Rossetti” ha ospitato un altro spettacolo intitolato “Trieste, il Natale e gli Alpini” sostenuto da cori dell’ ANA e dagli “Amici del dialetto Triestino”. Tutte le serate sono sempre state presentate a cura della Sezione “Medaglia d’Oro Guido Corsi” di Trieste che è stata fondata ad opera degli Alpini superstiti del primo conflitto mondiale a cui parteciparono inquadrati nella gloriosa “Compagnia Volontari” che riuniva 2107 combattenti giuliani, istriani, fiumani e dalmati, allora sudditi austriaci, che passarono clandestinamente il confine per arruolarsi nel Regio Esercito Italiano. Il Circolo Culturale Alpini dell’Associazione Nazionale Alpini è impegnato su diversi fronti, oltre agli appuntamenti di incontro con i cori e i canti alpini, vanno ricordate le attività di solidarietà e la collaborazione con la Protezione Civile. Gli inviti gratuiti per assistere al concerto del 24 novembre saranno disponibili a partire da martedì 14 novembre presso la biglietteria del Politeama Rossetti. Il programma di quest’anno comprende, oltre al coro di Trieste e a quello di Montegrappa, l’esibizione della Civica Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi”. Un trionfo per Ligabue... Un vero e proprio trionfo del rock’n’roll: possono essere sintetizzati così i due concerti che Luciano Ligabue ha tenuto in un Politeama Rossetti gremito in ogni ordine di posti da 3.000 fan provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. I biglietti, grazie alla rete di prevendita vivaticket.it e al servizio di call-center telefonico 040-986-986-6 utilizzati dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, sono stati venduti su tutto il territo- rio nazionale (persino nelle provincie di Catania, Bari, Roma, Milano, Torino, Genova...) e anche all’estero, in Slovenia, Croazia, Austria e Svizzera. Ligabue non ha certamente deluso le aspettative dei suoi fan, allestendo un concerto acustico, particolarmente confacente allo spazio teatrale, e una scaletta 14 nella quale i successi dell’ultimo album “Nome e Cognome” si sono alternati alle hit più celebri della sua carriera. Ad applaudire Ligabue si è vista anche Elisa, la cantante monfalconese di cui è recentemente uscito il nuovo singolo scritto proprio da Ligabue. al Teatro Sala Uno dal 21 novembre Aquila sapiens in scena a Roma Andrà in scena dal 21 al 26 novembre 2006 alla Sala Uno di Roma lo spettacolo Aquila sapiens sapiens di Maria Letizia Compatangelo, messo in scena da Manuel Giliberti e interpretato da un protagonista di grande classe ed esperienza quale Osvaldo Ruggieri. Spettacolo di produzione, Aquila sapiens sapiens ha debuttato con successo lo scorso marzo alla Sala Bartoli ed è stato applaudito in diverse città italiane durante l’estate. Tema dello spettacolo è il mito di Prometeo, affrontato in modo ironico, surrea- le, intelligente e toccante, puntando l’attenzione efficacemente sull’uomo. Assolutamente singolare il punto di vista che l’autrice – che si impegna sulla scena contemporanea sia come scrittrice che come traduttrice – sceglie per questo lavoro: protagonista del monologo infatti, per la prima volta, non è il coraggioso Titano ma l’avvoltoio incaricato da Zeus di tormentarlo. Da prometeo l’Avvoltoio otterrà nutrimento anche per l’anima e la mente e piano piano si trasformerà in un’aquila maestosa. diretto da Antonio Calenda “Trieste a Teatro” Periodico del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia www.ilrossetti.com/triesteteatro.asp Anno XV - numero 135 - 10 novembre 2006 redazione Viale XX Settembre, 45 - 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it e-mail [email protected] Autorizz. Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna in breve Par tiranno martedì 9 gennaio le prenotazioni per i prossimi due spettacoli del tagliando “altri percorsi” in programma alla Sala Bartoli: il primo, Migliore di Mattia Torre, con Valerio Mastandrea, andrà in scena dal 30 gennaio al 4 febbraio 2007, mentre il secondo, L’arte e la maniera di abbordare il proprio capoufficio per chiedergli un aumento, di Georges Perec, con Rita Maffei, sarà in scena da martedì 6 a domenica 11 febbraio. I biglietti saranno in vendita dall’11 gennaio. Sarà visitabile fino a domenica 11 marzo 2007 al Palazzo Grassi di Venezia la mostra Picasso. La joie de vivre 1945-1948, dedicata alle opere realizzate dal grande artista spagnolo negli anni del dopoguerra trascorsi in Provenza, nelle quali esplora i grandi temi mitologici mediterranei. A corredo della mostra è possibile visitare l’esposizione di opere post-pop della collezione François Pinault. I biglietti per visitare la mostra possono essere acquistati anche alla cassa del Politeama Rossetti. Dopo il trionfale avvio con Ligabue, la stagione dei concerti di musica leggera del Rossetti prosegue il 21 dicembre con la PFM. Nei primi mesi del 2007 arriveranno Goran Bregovic con la sua Weddings & Funerals Band (giovedì 8 febbraio) e Fiorella Mannoia (martedì 20 febbraio). Da segnalare anche l’appuntamento a metà strada tra cabaret e musica con Cochi e Renato. Adolfo Levier (Trieste, 1873-1953) - Caffè all’aperto, 1910 - olio su tela, cm 65x92 il colore del benessere sociale Non può esserci stabile ricchezza economica senza ricchezza spirituale. In qualsiasi ambito siano rivolti – dalla sanità allo sviluppo economico, dalla scienza alla cultura, all’arte, al tempo libero – gli interventi della Fondazione sono sempre caratterizzati da concreto impegno verso la collettività. In una società evoluta sono modulazioni che arricchiscono di felici tonalità il colore del benessere sociale.