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GIULIA Le scrivo il mio percorso scolastico e di vita

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GIULIA Le scrivo il mio percorso scolastico e di vita
GIULIA
Le scrivo il mio percorso scolastico e di vita. Non credo di avere la solita
storia, e lo capirà subito, in quanto ho moltissima voglia di fare e sono
testarda.
Come prima cosa partiamo con analizzare il percorso della scuola primaria.
Ho frequentato la scuola primaria XXXXXXXXX in una sezione modulo ( fino
all’una). Ovviamente all’inizio del percorso i problemi non si sono presentati,
ma arrivati in terza si notava una differenza con i compagni. Studiavo molte
ore e comunque il risultato era sempre scarso oppure sufficiente. Allora mia
madre si è recata dall’insegnante di classe per chiedere spiegazioni e quale
fosse il problema nell’apprendimento e la risposta, un po’ troppo sentita è
stata: “ la bambina non ha molta voglia di fare… deve applicarsi di più”.
Ovviamente il problema non era di certo questo e i dubbi sono continuati
finchè non sono arrivata in quinta elementare. Mia madre di nuovo ha
chiesto il colloquio con l’insegnante per capire il motivo delle mie difficoltà,
ma nuovamente la risposta fu analoga. Nello studio risultavo essere molto
lenta. A voce alta ero e sono in grado di leggere diciamo quasi
correttamente tutte le parole, ma la mia attenzione va nella giusta lettura
delle lettere e non nel senso del testo. Se l’insegnante faceva un riassunto
della storia prima di leggerla riuscivo a capire da sola tutti i dettagli, mentre
invece se mi chiedeva di leggere ad alta voce il senso lo perdevo
completamente.
Passata la primaria, sono andata alla scuola secondaria di primo grado, le
medie alla XXXXXXX. Anche lì nessuno ha capito il mio problema e quindi ho
dovuto lavorare da sola. Con l’aumento del materiale da leggere era sempre
più difficile affrontare le verifiche e le interrogazioni. Avendo un’età un po’
più elevata delle elementari sono riuscita a creare una mia strategia di
lavoro. Per prima cosa dovevo leggere il testo, successivamente con
l’evidenziatore evidenziavo le frasi importanti ed infine con la matita
cerchiavo le parole chiave. Questo era per me un metodo infallibile, ma
capirà subito da lei, che era un lavoro lunghissimo che mi portava via
tantissime energie e ore. Per leggere una pagina di Storia ad esempio
impiegavo 30 minuti circa. Ovviamente alle medie il carico è ben più che
elevato di una pagina quindi dovevo selezionare le parti più importanti,
facendo riferimento ai riassunti in fondo al libro o a fine capitolo. Durante le
interrogazione e le verifiche quindi sapevo le cose, ma in modo
approssimativo e superficiale e apparivo agli occhi dei professori come una
persona che non ha voglia di fare e si legge i riassuntini per non far scena
muta. Anche qui i professori non sono stati in grado di capire il problema,
nonostante le richieste di mia madre per approfondire il problema.
Ovviamente non le dico i sensi di colpa e l’imbarazzo di questo rendimento
scolastico.
Testarda comunque come sono, ho deciso di iscrivermi al liceo Scuola
superiore XXXXXXXX. Ovviamente tutti i professori me lo avevano
sconsigliato, in quanto avevo poca voglia di studiare. Per fortuna non li ho
assecondati e ho intrapreso questo percorso. In prima superiore finalmente
ho avuto un insegnante capace di capire i miei problemi e mi ha indicato di
effettuare il test per la dislessia e disgrafia. Ed ecco il vero risultato, la
ragazza è dislessica. Da qui ho avuto la certezza che non era del tutto colpa
mia, e che finalmente potevo riscattarmi. Devo dire sinceramente che non
tutti gli insegnanti hanno saputo come affrontare la situazione, o per
ignoranza o per mancata volontà, non sono stata aiutata molto. Quindi tutte
le superiori le ho affrontate da sola senza grossi aiuti. Gli insegnanti non
erano a conoscenza di strategie o di utilizzo di supporti come il computer.
Finite le superiori mi sono iscritta all’Università di XXXXXXXXXXXXXXXXX.
Devo dire che ora sono al terzo anno e sono molto fiera del percorso fatto.
Nonostante tutto non ho mai perso anni scolastici e sono riuscita con le mie
forze a fare tutto. Non dico che sia stato il percorso più facile perché
sicuramente non lo è, ma è stato un percorso “forzato”. Forzato in quanto
non ho mai trovato insegnanti che capissero il problema e successivamente
che mi spiegassero come affrontarlo. Questa è più o meno la mia storia.
Sotto aggiungo dei consigli che possono essere utile per insegnanti o ragazzi
dislessici.
Come prima cosa importante da sottolineare è che l’utilizzo di certi libri
facilita la lettura. Mi spiego meglio, la carta molto lucida riflette la luce e
rende le lettere incomprensibili. L’interlinea è fondamentale, se viene
utilizzato un carattere tanto piccolo e con poco spazio tra le righe si ha
molta difficoltà nel leggere il testo.
Le insegnanti dovrebbero, secondo me, effettuare un breve riassunto prima
di leggere un testo, in modo tale da definire il contesto e permettere al
ragazzo di capire di cosa si parla. Ovviamente utile evitare la lettura ad alta
voce davanti ai compagni.
Tecniche utilizzate da me per lo studio: effettuare una lettura lenta, a bassa
voce, sottolineare le parole chiave e effettuare uno schema riassuntivo.
Finita la lettura io studio solo con lo schema, perché la lettura della mia
scrittura mi risulta essere più facile.
Utilizzo di strumenti: computer, lettori vocali… per lo studio a casa sono
fondamentali ed io li uso sempre, ma per l’utilizzo in classe sono un po’
scettica in quanto bisogna preparare prima i compagni. A 15 anni una
persona ha già la sua “identità” e magari non ha paura delle critiche e delle
domande dei compagni. A 10 anni invece, se un bambino utilizza il computer
in classe può esser deriso e preso in giro.
Forse per questo motivo io non trovando mai professori e insegnanti capaci
di capire il mio problema non ho mai voluto utilizzare supporti.
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