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Calamite, magneti, e bussole
Da Magnesia all'Etere: dalle calamite alle onde radio Quest'opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia. Calamite, magneti, e ...bussole Quando ero piccolo mi fu regalata una bellissima calamità a ferro di cavallo, a due colori. Andavo in giro per la casa appoggiandola ad ogni cosa che potesse attaccarsi. Pur avendo visto ed utilizzato, in seguito, calamite delle più svariate forme a cilindro, cubetto, etc... in cuor mio ho sempre pensato che le vere calamite dovessero essere a forma di ferro di cavallo. Proprio per questo partiremo il nostro viaggio dal magnetismo alle onde elettromagnetiche da una calamita a ferro di cavallo. Prima però un paio di precisazioni: 1) le calamite possono essere chiamate anche magneti; useremo indifferentemente i due termini 2) le calamite che utilizzeremo si definiscono permanenti: sono cioè barre di materiali che dopo un particolare trattamento conservano la capacità di attirare i metalli. I poli di un magnete A questo punto possiamo iniziare. Immaginate di prendere una calamita a ferro di cavallo e con la forza delle vostre mani di raddrizzare le due estremità. Otterrete una calamita diritta. Le due estremità della calamita si chiamano poli magnetici della calamita: uno si chiama polo nord e uno polo sud, proprio come i due poli della terra e questi nomi non sono dovuti ad una semplice coincidenza. Ora capirete il perché. Prendete una calamita dritta, legatela al centro con un filo sottile e sospendetela in modo che sia libera di girare come vuole. Essa, alla fine, si dispone in una posizione ben definita, indipendentemente dal punto di partenza. Uno degli estremi sarà posizionato sempre verso il polo Nord della terra (l'Artico dove vivono gli orsi bianchi polari) e lo indicheremo con N e l'altro estremo verso il polo Sud della terra (l'Antartico dove vivono i pinguini) e lo indicheremo con S. Per riconoscere il polo Nord magnetico possiamo fare un segno, colorarlo, scrivere una N sull'estremità della calamita che punta verso il polo Nord geografico. Fate una controprova. Prendete l'estremità che si ferma verso il Nord geografico e portatela a guardare verso il Sud geografico. Finché la tenete con la mano starà puntata verso Sud, ma appena la lasciate libera, ritornerà a dirigersi verso il polo Nord geografico. Come regola si può affermare che ogni calamita ha un solo polo nord e un solo polo sud magnetici, indipendentemente dalle dimensioni, dalla forma e dal peso. Riferendoci alle forme dei magneti, quelle più diffuse in commercio sono, oltre quella a ferro di cavallo, quelle a barra, a forma cilindrica e ad ago. Una grande invenzione: la Bussola C'era una volta... in un lontano paese, chiamato Cina, un inventore che costruì uno strumento che avrebbe rivoluzionato la navigazione: lo strumento fu poi chiamato Bussola. Ma cos'è e come funziona questo strumento? La bussola non è altro che una scatoletta con disegnata sul fondo una croce sui cui bracci sono segnati i quattro punti cardinali: il Nord, il Sud, l'Est e l'Ovest. Al centro della croce, sostenuto nel suo mezzo su una punta, è posto un piccolo magnete con le due metà colorate diversamente. Il magnete può muoversi liberamente e si dispone sempre mostrando una metà di un colore verso il Polo NORD della terra e la metà dell'altro colore verso il Polo SUD della terra. Ora la descrizione potrebbe risultare un po' difficile da capire. Avremo modo di approfondire la conoscenza della bussola, costruendone, fra poco, una tutta da soli e vedrete che sarà tutto più chiaro. Consiglio di acquistare comunque una bussola: sono in vendita a pochi (quattro cinque) euro. Oltre ad essere utile in caso ci si smarrisca in un bosco in montagna (a patto di saperla usare), la bussola è uno strumento indispensabile per proseguire nello studio del magnetismo e dell'elettricità. Attrazione e repulsione fra i poli Se prendiamo due magneti diritti e avviciniamo i due poli dello stesso colore cioè NORD-NORD oppure SUD-SUD, vediamo che si respingono, non si riescono ad attaccare. Invece se avviciniamo due poli di diverso colore cioè NORD-SUD o SUD-NORD si attirano e le calamite si attaccano. Prendete una bussola che vi sarete procurati in precedenza e una calamita. Provate a girare la calamita intorno alla bussola. Cosa succede? Il polo Sud della calamita attirerà il polo Nord della bussola e viceversa il polo Nord della calamita attirerà il polo Sud della bussola. Questo non deve stupire affatto dal momento che anche l'ago della bussola è un calamita con due poli (una calamita ad ago) e si comporta secondo la regola degli opposti che si attraggono e dei poli uguali che si respingono. Questo comportamento dell'ago della bussola ci tornerà particolarmente utile in alcuni esperimenti successivi. Materiali magnetici e magnetizzabili Prendete una moneta da un euro, un pezzo di foglio di alluminio per conservare gli alimenti (o una lattina di alluminio di una bevanda gasata), un lungo chiodo di ferro e un lungo chiodo di acciaio (questi due si possono acquistare in una qualsiasi ferramenta). Avvicinate ad ognuno di questi una calamita diritta, prima avvicinate il polo Nord magnetico e poi il polo Sud magnetico. Cosa succede? Quale di questi oggetti viene attirato, si attacca alla calamita? La moneta e il foglio di alluminio staranno fermi, disinteressanti dal fascino della calamita, al contrario dei due chiodi che correranno ad attaccarsi alla calamita sia che abbiate avvicinato il polo Sud che il polo Nord magnetico. Questo semplicissimo esperimento insegna che non tutti i metalli sono attratti dalle calamite. Gli oggetti che sono attratti dalle calamite si definiscono magnetici: fra questi oltre al ferro e l'acciaio troviamo anche la ghisa (es. i caloriferi delle nostre case sono spesso fatti in ghisa) e il nichel (alcuni articolo di bigiotteria, orecchini, collanine sono fatti in nichel). D'accordo direte voi, ma perché alcuni metalli sono attratti e altri no? La risposta è articolata e la tratteremo nel prossimo paragrafo. Prima però facciamo un altro semplice esperimento, che mostra una proprietà delle calamite. (Attenzione: una volta fatto questo esperimento la calamita non potrà più esser utilizzata) Versate della limatura di ferro su un foglio e rigiratevi dentro una calamita diritta. La limatura si attaccherà in ciuffi agli estremi, ad entrambe i poli (lo stesso facevano i chiodi) . Ci sarà poca o nessuna limatura vicino al centro della calamita. Questo indica che la capacità di attrarre di un magnete è concentrata vicino ai suoi estremi, mentre la regione intermedia è definita neutra. Mettiamo insieme un po' di calamite... Immaginiamo di mettere insieme due calamite: il polo sud attaccato al polo nord della calamita successiva. Cosa otterremo? Un magnete più grande con le stesse caratteristiche di una calamita unica delle stesse dimensioni. Continuiamo il gioco dell'immaginazione e costruiamo una calamita più grossa, disponendo più calamite una vicina all'altra e su più strati. Il magnete combinato avrà le stesse caratteristiche di un unico magnete della stessa forma e delle stesse dimensioni ed inoltre nella zona di giunzione (dove prima c'erano il polo Nord e il polo Sud) avremo una zona neutra con scarsa o nulla capacità di attrarre. Se vale questo ragionamento vale anche il ragionamento inverso. Possiamo immaginare qualsiasi calamita come un raggruppamento di calamite più piccole disposte come quelle dei nostri due esempi precedenti. Se avete colto questo punto siete in grado di capire anche la spiegazione del perché il ferro e l'acciaio sono attratti da una calamita. Ogni sbarretta di ferro (o acciaio o altro materiale magnetico) può essere immaginata come costituita da un numero grandissimo di piccolissime calamite, che sono disposte in modo disordinato. Quando mettiamo in contatto, ad es. (figura successiva), il polo sud di una calamita con la sbarretta non magnetizzata i piccoli magneti si girano, iniziano a muoversi e a girarsi e mentre prima erano disposti disordinatamente, poi si dispongono con tutti i poli nord verso il polo sud della calamita. Di conseguenza la sbarretta che prima non era magnetica, diventa magnetica: cioè diventa una calamita e si comporta come tale attaccandosi alla calamita permanente. In termini tecnici il processo viene chiamato di induzione magnetica perché la calamita induce la magnetizzazione della sbarretta. Anche se avviciniamo il polo nord di una calamita alla sbarretta di ferro o di acciaio i piccoli magneti si girano, iniziano a muoversi e a girarsi e ordinarsi, ma si dispongono, rispetto a prima, con tutti i poli sud delle piccole calamite verso il polo nord della calamita. Il fatto che le calamitine all'interno della sbarretta si orientano con i poli opposti a quello della calamita spiega il fatto che nell'esperimento iniziale il chiodo di ferro e di acciaio venivano attirati sia avvicinando il polo Nord che il polo Sud della calamita. La magnetizzazione della barretta (cioè il fatto di far diventare la barretta di ferro una calamita) ad opera di una calamita permanente non richiede necessariamente un contatto diretto fra calamita e barretta. Osservate la figura successiva nella quale la barretta di metallo (B) è magnetizzata dalla calamita permanete (A) che si trova ad una certa distanza. .. Adesso costruiamo una calamita permanente Con il chiodo d'acciaio Prendete ora un chiodo di acciaio con una mano e la calamita con l'altra mano. Strofinate la calamita sul chiodo. Attenzione! Ogni strofinamento deve essere fatto nella stesso verso (es. dall'alto verso il basso, dalla capocchia del chiodo alla punta) e con lo stesso estremo della calamita (es. il polo sud). Dopo aver strofinato il chiodo molte decine di volte (es. cinquecento volte) provate ad avvicinare prima la testa poi la punta del chiodo al polo sud della calamita. Cosa succede? Viene attratto da una parte e respinto dall'altra. Provate ad avvicinare prima la testa e poi la punta del chiodo di acciaio a delle graffette. Le attira come una qualsiasi calamita. Certo! Il chiodo è diventato una calamita permanente a tutti gli effetti cioè una barre di materiale che dopo un particolare trattamento conserva la capacità di attirare i metalli per un periodo prolungato. ...e con il chiodo di ferro E se avessimo fatto lo stesso procedimento con il chiodo di ferro? In questo caso le cose sarebbero andate diversamente. Il chiodo di ferro non sarebbe diventato una calamita permanente. Il motivo è dovuto al fatto che diverse qualità di metalli magnetici si comportano diversamente in seguito al processo di induzione magnetica. L'acciaio, a differenza del ferro, è in grado di conservare in modo permanente il magnetismo ricevuto: cioè i piccoli magneti di un pezzo di acciaio restano allineati e conservano il proprio allineamento anche quando si allontana la calamita che lo ha indotto. Il ferro diventa magnetico solo temporaneamente, in presenza della calamita, e perde il magnetismo molto velocemente quando la calamita viene allontanata.. Ed ora provate a rispondere da soli Se strofinate il chiodo di acciaio non sempre nello stesso verso: cioè una volta in un senso e una volta nell'altro il chiodo si magnetizza oppure no? Un suggerimento: quando lo strofino in un verso ordino le calamitine, quando lo strofino nel verso opposto le disordino. Prendete il chiodo magnetizzato di acciaio e sbattetelo con forza su una superficie dura come il pavimento (indossate degli occhiali di sicurezza) molte decine di volte (una cinquantina). Ora avvicinate il chiodo a delle graffette. Le attira oppure no? Perché? Suggerimento: i colpi hanno messo in disordine nuovamente tutte le piccole calamite che sono dentro il chiodo. Costruzione di una bussola Cosa serve: un chiodino sottile di acciaio (dovrebbe andar ben anche un piccolo ago) una calamita un tappo di sughero (tagliate una fettina sottile del tappo) una tazza mezzo piena di acqua pennarello indelebile Strofinate la calamita sul chiodo. Ogni strofinamento deve essere fatto nella stesso verso (es. dall'alto verso il basso, dalla capocchia del chiodo alla punta) e con lo stesso estremo della calamita (es. il polo sud). Strofinate il chiodo molte decine di volte (es. cinquecento volte). Appoggiate il tappo di sughero a galleggiare nella tazza e controllate che si possa muovere liberamente. Posate delicatamente l'ago magnetizzato. L'ago si orienterà lungo l'asse Nord-Sud. Dopo aver individuato indipendentemente dove sia il Nord e il Sud geografico, colorate con un pennarello indelebile, la meta dell'ago che punta verso il Nord Geografico. Complimenti, la bussola è pronta. Provate a posizionare la tazza in punti diversi della vostra casa, la parte dell'ago colorata si dirigerà sempre verso il Nord geografico. Il campo magnetico Vi sarà capitato di stare vicino ad un termosifone. Cosa sentite? Caldo, suppongo. E se vi allontanate dal termosifone? Meno caldo. Il calore che percepite sarà maggiore vicino al termosifone e diminuirà a mano a mano che vi allontanate. Immagino che su questo siamo tutti d'accordo. Che cosa c'entra questo con le calamite? Attorno ad un magnete esiste un campo invisibile all'occhio umano che è stato chiamato campo magnetico all'interno del quale la calamita fa sentire la sua forza di attrazione. Per intuire cosa sia un campo magnetico e quali siano le sue proprietà, può tornare utile pensate al termosifone caldo come se fosse la calamita e al calore che sentite avvicinandovi ad esso come se fosse il campo magnetico della calamita. Abbiamo detto che il campo magnetico è invisibile. Possiamo, però, renderlo visibile con un piccolo trucco, sfruttando la sua capacità di attirare il ferro. Prendete un magnete diritto, ponete sul magnete un cartoncino bianco. Adesso mettete su un foglietto piegato a metà un po' di limatura di ferro (può essere acquistata anche in farmacia). A questo punto versate lentamente la limatura sul cartoncino, spargendola attorno alla calamita. Contemporaneamente date dei delicati colpetti con un dito al cartoncino...Come per magia comincerà ad apparire un disegno caratteristico: i granelli di limatura si disporranno in modo simmetrico attorno ai poli e si potranno osservare delle linee che si dirigono da un polo all'altro. Queste linee si chiamano linee di forza del campo magnetico. Nella figura successiva sono disegnate in modo più chiaro e stilizzato le linee di forza che sono generate da un magnete a barra. Qualcuno di voi non sarà riuscito a trovare la limatura di ferro. Nessuna paura! Possiamo ovviare utilizzando al suo posto una matita e una bussola. Mettete la calamita al centro del cartoncino. Poi appoggiate la bussola a circa dieci, quindici centimetri dalla calamita, la calamita assume una certa direzione (attenzione non sarà quella del Nord geografico). Disegnate il contorno della bussola. Adesso togliete la bussola e disegnate, all'interno del contorno, la direzione che ha assunto l'ago magnetico. Ripetete molte volte, in diversi punti del cartoncino, questa procedura fino a che gli aghi disegnati sul cartoncino non faranno emergere una struttura, un disegno di linee simile a quello dai granelli di limatura di ferro. La direzione delle linee di forza magnetiche Si può immaginare che le linee di forza vadano dal polo nord al polo sud della calamita. Un esempio originale che ho trovato in una vecchia dispensa di mio padre la spiegava così. Immaginate di avere un grosso tubo, come quella di una stufa, per intenderci. A metà del tubo si possono mettere un ventilatore piccolo e, con la schiena al ventilatore, un piccolo aspirapolvere. Da una parte del tubo l'aria viene soffiata fuori e dall'altra viene tirata dentro. La parte da dove esce l'aria è il polo nord magnetico e quella dove viene aspirata è il polo sud magnetico. Se mettiamo un po' di polvere davanti al ventilatore l'immagine dovrebbe essere ancora più chiara: la polvere viene spinta fuori da un parte e tirata dentro dall'altra. Così è per le linee di forza magnetiche. L'attrazione e repulsione dei poli spiegata con le linee di forza Abbiamo visto che nel caso di una calamita le linee di forza magnetiche escono dal polo nord magnetico e rientrano nel polo sud magnetico. Questa regola vale non solo per una calamita ma anche per due calamite diverse. Quando sia avvicina (figura successiva) al polo Sud di una calamita (A) il polo Nord di una seconda calamita (B) le linee di forza che escono dalla calamita B si dirigono verso il polo Sud magnetico più vicino che è quello della calamita (A) legando, o meglio attirando, le due calamite. Discorso analogo può essere fatto quando si avvicinano due poli uguali di due calamite. Nella figura successiva le linee di forza in uscita dal polo Nord magnetico della calamita di sinistra non si uniranno a quelle della calamita di destra ma rientreranno nel polo sud magnetico più vicino. Così facendo le linee di forza delle due calamite non si legheranno fra loro e non ci sarà nessuna attrazione (anzi si respingeranno). L'induzione magnetica spiegata con le linee di forza Anche l'induzione magnetica può essere spiegata con le linee di forza. Per capirlo bisogna aggiungere un'ulteriore informazione. Le linee di forza tendono di preferenza ad attraversare i corpi ferromagnetici posti nel campo magnetico, ad esempio un chiodo o una sbarretta di ferro o acciaio. Un paio di figure chiariranno meglio cosa intendo dire. Nel caso in cui tra i due poli non ci sia solo aria Le linee di forza partono dal polo nord e si dirigono al polo sud come nella figura successiva. Se però inseriamo una sbarretta di ferro le linee cambiano strada preferendo attraversare la sbarretta. Armati di queste nuove idee torniamo alla figura vista in precedenza e, osserviamola, in termini di linee di flusso magnetico (figure successive) La sbarretta di ferro (B) si inserisce nel campo magnetico della calamita (A). Alcune linee in uscita dal polo Nord passano attraverso la sbarra di ferro prima di tornare a chiudersi sul polo Sud della calamita. In questo modo magnetizzano la sbarretta di ferro che così attira la limatura di ferro. Ma quanto è forte un magnete? Le calamite sono diverse per forma, dimensioni, tipo di materiale. E' abbastanza facile pensare che calamite diverse abbiano una diversa forza di attrarre i corpi magnetici. Gli studiosi hanno cercato diversi modi di misurare la forza di una calamita. Un metodo proposto è il seguente: si è deciso che ogni linea di forza che attraversa una calamita rappresenta un certo ammontare di capacità di attrarre e che l'insieme di tutte le linee di forza determinano il potere di attrazione della calamita. Quest'ultimo sarà proporzionale al numero totale delle linee di forza che le attraversano. In altre parole se una calamita è attraversata da duecento linee di forza ha un potere di attrazione due volte maggiore di una calamita attraversata da cento linee di forza e quadrupla di una attraversata da cinquanta linee di forza. Tecnicamente la forza di attrazione viene misurata dalla densità delle linee di forza cioè dal numero di linee di forza che attraversano un cm2 della sezione della calamita ed è espressa in unità di misura chiamata Gauss (oppure in Tesla, la conversione è semplice basta sapere che 10.000 Gauss corrispondo a 1Tesla). La figura successiva permette di chiarire meglio questi concetti: si vede una sezione frontale di 4 cm2 di un magnete in cui si riescono a contare in totale 36 linee di forza (ogni puntino corrisponde ad un uscita di una linea di forza). La forza di attrazione è pari a 9 Gauss, cioè 9 linee per cm2. Va bene penserete, ma come si fanno a contare se sono invisibili ed inoltre il sistema della limatura e della bussola non servono a nulla per calcolare in modo preciso le linee di forza? Esiste uno strumento elettronico, chiamato Gaussmetro, che si utilizza per misurare i Gauss e il cui costo si aggira attorno ai mille euro. Non spaventatevi. Non c'è nessun bisogno di acquistarlo. Utilizzeremo una soluzione alternativa, anche se non precisa come il gaussmetro, per misurare i Gauss sfruttando il fatto che la forza di attrazione di una calamita si può misurare, in un primo momento, in grammi (o chilogrammi) che potranno poi essere convertiti in Gauss. La frase appena scritta, forse, vi sembrerà una formula magica senza senso come “Sim Sala Bim”. Procediamo con ordine e tutto si chiarirà. Iniziamo con un esperimento facilissimo da fare. Prendete una calamita diritta. Ora avvicinate ad uno dei due poli un fermaglio da cancelleria (quelli che si utilizzano per tenere insieme i fogli). Resta attaccata? Sì, allora infilate un fermaglio nel primo fermaglio. La calamita regge due fermagli? Sì, allora aggiungete un terzo fermaglio? Regge ancora? Sì, allora continuate ad aggiungere fermagli finché la calamità non ce la farà più a sostenerli. Il peso in grammi dei fermagli che una calamita riesce a sostenere possiamo considerarla come una misura della sua forza di attrazione. Prendete altre calamite con forma e grandezza diversa e rifate l'esperimento. Reggono la stesso numero di fermagli? Alcune sì, altre un numero maggiore e altre un numero minore. Cosa avete imparato da questo semplice esperimento? Due cose: la prima che la forza di attrazione di una calamita si può misurare in grammi e la seconda che diverse calamite hanno forze diverse. Nella realtà per calcolare la forza di una calamita si può usare un marchingegno un poco più complesso da costruire ma facile da comprendere nelle sue parti e nel suo funzionamento. Il magnete di cui si vuole misurare la forza viene incollato ad un pezzo di legno sul quale viene avvitato un gancio. Si attacca poi la calamita ad una lamiera di acciaio dello spessore di un paio di centimetri, si inizia attaccando al gancio un peso (ad esempio di mezzo chilogrammo), se la calamita non si stacca si aggancia un secondo peso da mezzo chilogrammo, … si continua ad attaccare dei pesi finché la calamita non si stacca dalla lamiera di acciaio. A questo punto si riattacca la calamita di nuovo alla lamiera di acciaio e si attaccano tanti pesi da mezzo chilogrammo meno quello che ha fatto staccare la calamita. A questo punto si utilizzano pesi inferiori (es. cento grammi) che si sommano finché non si stacca nuovamente la calamita. La procedura si può continuare con pesi sempre minori fino a raggiungere il livello di precisione di peso voluto. Quando si compra un magnete accanto a molti dati di complessa comprensione viene quasi sempre fornito il valore della forza di attrazione in grammi o chilogrammi. Questo valore viene calcolato con strumentazioni simili a quella appena descritta. A volte la forza di attrazione di una calamita è chiamata anche forza di aderenza ed è espressa non in chilogrammi o grammi ma in Newton. Non spaventatevi per conoscere la forza in grammi o (chilogrammi) basta dividere il valore della forza per 9,8 (oppure 10, a fini pratici è uguale). Ad esempio se un calamita a barra viene indicata una forza di adesione di 38 Newton, essa corrisponde ad una forza di 3,87 chilogrammi (38 Newton diviso 9,8). Il valore della forza associato ad una calamita è il valore che si raggiunge in situazioni ideali, in particolare la distanza fra la calamita e la lamiera metallica sono a diretto contatto, un interstizio di mezzo millimetro dovuto ad un sottile strato di vernice o al fatto che la superficie è ruvida può ridurre notevolmente la forza di attrazione. I due tipi di calamite più diffuse in commercio sono quelle in ferrite (anche dette ceramiche) e quelle in neodimio. I magneti in ferrite sono più comuni (di questo tipo sono quelli che reggono gli stichers messi sulla porta del frigorifero) sono molto più deboli dei magneti al neodimio a parità di volume. Ad esempio, a parità di volume (3,14 cm 3) un magnete di ferrite dal peso di 15 grammi e al neodimio dal peso di 24 grammi reggono un blocco di ferro rispettivamente di 1,4 chilogrammi e 11 chilogrammi. [dato fornito sito www.supermagnete.com). Come convertire kilogrammi i gauss Nella tabella successiva viene mostrato il valore della forza attrattiva in Kg per cm 2 per i corrispondenti valori dei Gauss (numero di linee di forza che attraversano un cm2) . Gauss per cm2 Forza in Kg/cm2 Gauss per cm2 Forza in Kg/cm2 1.000 0,0406 (41 grammi) 11.000 4,907 2.000 0,1623 (162 grammi) 12.000 5,841 3.000 0,3651 (360 grammi) 13.000 6,855 4.000 0,6489 (649 grammi) 14.000 7,550 5.000 1,014 15.000 9,124 6.000 1,460 16.000 10,39 7.000 1,987 17.000 11,72 8.000 2,596 18.000 13,14 9.000 3,286 19.000 14,63 10.000 4,056 20.000 16,26 Un paio di esempi serviranno per capire come utilizzare i dati della tabella. Va sottolineato che i valori della tabella riguardano solo la situazione in cui c'è perfetto contatto fra il polo o i poli della calamita e la sbarretta di ferro il cui peso viene sostenuto (capirete meglio quest'affermazione dopo la lettura del paragrafo successivo “La distanza è nemica dell'attrazione”). Primo esempio. Acquistiamo un magnete dritto di sezione rettangolare di 0,5 cm 2 (es. 5 mm per 10 mm). Il fornitore afferma che la sua forza attrattiva è di 0,5 kg. Dividiamo il peso sostenuto 0,5 kg per 0,5 cm2 ottenendo una forza attrattiva di 1 kg per cm 2. In tabella ad una forza in Kg/cm 2 di 1 corrisponde un valore, in termini di Gauss, pari a 5.000. Secondo esempio Acquistiamo un magnete a forma di cavallo che, a detta del fornitore, sostiene un peso attaccato ad entrambe i poli di 100 kg. In questo caso si deve considerare che agendo entrambe i poli contemporaneamente la forza attrattiva è data dalla somma della forza attrattiva di ogni singolo polo; di conseguenza la forza portante è di 50 kg su ogni polo. La sezione di entrambe i poli è di 25 cm2 equivalente a 12,5 cm2 per ogni singolo polo. Dividiamo il peso sostenuto 50 kg per 12,5 cm 2 ottenendo una forza attrattiva di 4 kg per cm 2. In tabella ad una forza in Kg/cm 2 di 4 Kg corrisponde un valore, in termini di Gauss, di circa 10.000 Gauss. La distanza è nemica dell'attrazione La forza di attrazione di una calamita diminuisce in modo drammatico anche a brevi distanze. Anche se può essere trascurato per la comprensione del resto del testo risulta interessante immaginare di costruire uno strumento per misurare la forza di attrazione di una calamita rispetto ad una lamina di acciaio a diverse distanze. Ovviamente non possiamo utilizzare il congegno che avevamo descritto in precedenza. Se non vi viene in mente perché e vi venisse voglia di provare, vi suggerisco di spostare i piedi, i pesi cadendo possono fare molto male...Utilizzeremo, pertanto, un congegno così articolato. Sulla forca di legno un disco di ferro di circa due centimetri di altezza e di cinque di diametro è sospeso ad una bilancia a molla. La bilancia segnerà il peso del disco di ferro: ad esempio un chilogrammo. Incolliamo sul fondo del congegno la calamita lineare. Essa deve essere sotto il disco di ferro e separata dal disco di qualche millimetro. La bilancia segnerà a questo punto un peso maggiore; la differenza di peso indicherà la forza in grammi con cui il magnete attira il disco di ferro. Se sostituiamo calamite via via più forti (cioè con un maggiore numero di linee di forza che attraversano la calamita) il peso indicato dalla bilancia aumenterà a parità di distanza. Se invece utilizziamo sempre la stessa calamita e aumentiamo progressivamente la distanza il peso indicato dalla bilancia diminuirà. Nel grafico successivo (se non riuscite a capire il grafico potete leggere il box “Che cos'è un grafico”) si può notare come la forza in chilogrammi di un reale magnete (un disco magnetico, cioè simile ad un bottone, del diametro di 10 mm e altezza 5mm - sito www.supermagnete.com), diminuisce all'aumentare della distanza: la forza di attrazione passa da quasi 2,4 chilogrammi a diretto contatto con la lamina di metallo a 1 chilogrammo ad una distanza di un solo millimetro e ad un etto a cinque millimetri. Ad un centimetro (10 mm) la forza di attrazione è irrilevante. Per immaginare visivamente la relazione che lega la forza magnetica all'aumentare della distanza dalla calamita immaginate di leggere un libro in una stanza buia alla luce di una lampada da tavolo. La luminosità della lampada corrisponde alla forza del magnete. Se mettiamo il libro sotto la lampada riusciremo a vedere bene le scritte, se però ci allontaniamo la luminosità sarà sempre minore finché ad una certa distanza dalla lampada da tavolo non riusciremo più a distinguere, e a leggere, il testo scritto. Se anche questa analogia non vi basta riprendiamo quella del termosifone utilizzata per introdurre il concetto di campo magnetico: la sensazione di calore sul nostro corpo dovuta al termosifone diminuirà all'aumentare della distanza da esso fino a sparire. Box - Che cos'è un grafico? Mi ricordo ancora quando vidi per la prima volta un grafico. Avevo circa dieci anni, ero andato a trovare mio zio in ospedale, non mi ricordo più per quale motivo. Mio zio era molto appassionato di matematica e dopo i primi saluti, mi disse: “La vedi quella tabella agganciata ai piedi del letto. Quella contiene il grafico della mia temperatura? Sai cos'è?” Io risposi di no. “Che cosa vedi? “Una linea che va su e giù”. Sì e poi?... visto che non rispondevo aggiunse “Si stabilizza”,si ferma. Non ricordo molto altro di quella visita, solo che mio zio mi disse che se avessi studiato ne avrei visti molti di grafici simili a quello. Ed è vero in seguito ne ne ho visti molti nei libri di scienze, matematica ed economia. Per capire cos'è un grafico utilizzerò un esempio fittizio di grafico della temperatura. 41 40 Temperatura corporea in gradi 39 38 37 36 35 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Sulla riga orizzontale sono segnate, a distanze uguali, da destra verso sinistra le ore (dalle 1 di notte a mezzogiorno), mentre la temperatura invece è segnata sulla linea verticale con la temperatura corporea minima 35 gradi alla base e quella massima 41 gradi in alto. L'infermiera viene ogni ora e misura la temperatura con il termometro, poi segna sulla carta un punto all'incrocio della temperatura e dell'ora corrispondente. Per esempio, la carta mostra che alle ore 1 la temperatura era di 37 gradi, alle ore 2 la temperatura era di 38 gradi e così via. Questi punti possono essere uniti, a due a due, con dei segmenti. L'andamento della temperatura corporea è rappresentato graficamente dalla linea che unisce tutti i punti e che si chiama curva della temperatura corporea. In generale la maggior parte dei grafici che utilizzeremo nel libro cerca di dimostrare attraverso una linea l'andamento di un fenomeno al variare di una condizione. Nel grafico della temperatura il fenomeno di interesse è la temperatura del paziente e la condizione che varia è l'ora del giorno.