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LOTTA AI RODITORI I mezzi di informazione in questo periodo hanno portato alla luce il fenomeno della presenza di ratti nella nostra città. Nulla di allarmistico, ma impariamo un po’ a conoscerli per sapere come vivono, si riproducono, quali ripercussioni di salute possono avere e come difenderci. Riconoscere il problema è il primo passo per affrontarlo e tutti possono dare un contributo nella lotta ai roditori. Generalità I topi ed i ratti fanno parte dell'ordine dei roditori appartenenti alla classe dei mammiferi. I danni che causano sono ingenti e non solo quelli diretti verso il patrimonio ecologico ed economico, ma anche per le possibili epidemie che possono diffondere sia direttamente che indirettamente (salmonellosi, colera, leptospirosi, febbre emorragica, dissenteria amebica, trichinosi, peste bubbonica, etc.). Già al momento della comparsa dell'uomo sulla terra, i topi erano allenati alla competizione e avevano tutta l'esperienza acquisita nei secoli. Combattuti dai mammiferi carnivori, dagli uccelli rapaci, da alcuni rettili, sterminati da cataclismi che sconvolgevano la terra, decimati dalle inondazioni, dalla siccità, avevano ben avuto modo d'imparare l'arte della sopravvivenza. I topi sono cosmopoliti perché dotati di una straordinaria capacità di adattamento che consente loro di vivere nelle più svariate condizioni ambientali. Questa capacità di adattamento è il motivo della espansione dei topi nel mondo. Grazie alla loro prodigiosa prolificità si rifanno rapidamente delle perdite subite. I murini possono vivere da 2 a 4 anni, solo eccezionalmente di più. Le femmine dei murini, feconde dal terzo al trentesimo mese di vita, possono essere coperte sei-sette volte l'anno e da ogni gestazione, che dura tre settimane, si hanno da 3 a 7 feti, secondo la specie. Prudenti e sospettosi per natura, i topi vivono in uno stato di allarme permanente e difficilmente si fanno sorprendere da nemici o pericoli vari. Sono astutissimi nel sottrarsi alla lotta e a volte giungono, per ritardare il nemico che li incalza, a sacrificare i vecchi per salvare le giovani generazioni feconde. Le tane sono un modello di architettura difensiva e di organizzazione logistica e vengono costruite nel luogo più appartato, asciutto e non soggetto ad allagamenti. Sono poi divise in più scomparti, per il ricovero dei vecchi non più adatti alla procreazione e per la nidificazione. Tutte le diverse cavità sono comunicanti fra loro ed il mondo esterno per mezzo di cunicoli ben mascherati. Alla stessa famiglia dei topi selvatici, MURIDAE, ma di maggior interesse igienico-sanitario, appartengono i topi (Mus Musculus) e i ratti (Rattus Norvegicus e Rattus Rattus). 1 Il Rattus Norvegicus Comunemente chiamato Ratto delle chiaviche, Pantegana o Ratto delle fogne. In poco più di un secolo, partendo dalle steppe russe, questa specie ha conquistato la quasi totalità del Pianeta. Infatti, nella seconda metà del XVIII secolo, probabilmente per un fenomeno tellurico di vasta portata, inizia una migrazione che in pochi decenni gli consente di invadere l'Europa e, successivamente con i traffici commerciali giunge nelle Americhe e via di seguito negli altri continenti. Animale vigoroso e aggressivo sottrae spazio al Rattus Rattus e fa suoi in breve tempo gli habitat sotterranei, soprattutto se collegati alla rete idrica o fognante. I maschi possono superare i 600 g. di peso con dimensioni simili al ratto dei tetti, ma con corporatura più tozza, con coda più corta del corpo e orecchie ed occhi più piccoli. In laboratorio giunge a vivere fino a 7 anni, ma in natura l'aspettativa di vita difficilmente arriva a 10/11 mesi. La maturità sessuale giunge fra i due mesi e mezzo e i tre mesi. La gestazione è di poco superiore alle tre settimane e lo svezzamento di quattro. Una femmina in un anno è in grado di produrre una figliolanza di 40 unità in 4-5 nidiate. Le caratteristiche psico-fisiche sensoriali indicano animali con odorato, gusto, tatto-udito molto sviluppati; mentre possono contare su una vista piuttosto ridotta. Sono animali assai forti, in grado di fare salti in alto di quasi 80 cm. e salti in lungo, da fermi, di 110/120 cm. e con la rincorsa raddoppiano le performances. Sono capaci di nuotate in superficie e in apnea di tutto rispetto. Riescono a scavare lunghe gallerie nel terreno perforando sbarramenti di cemento magro e metalli teneri. 2 Il Rattus Rattus Comunemente chiamato Ratto dei tetti, questa specie è giunta nel nostro paesi dalla lontana Mesopotamia, probabilmente approfittando dei traffici marittimi dell'impero romano. E' certamente la causa delle più importanti epidemie di peste nell'epoca medioevale e ancor oggi rappresenta un potenziale vettore di numerose malattie infettive: salmonellosi, afta epizootica, adenovirosi, leptospirosi, listeriosi, rickettsiosi, arborviriosi, dermatofitosi, leishmaniosi, verminiosi ed altre ancora. Più agile del forte ratto delle fogne, in genere colonizza i solai le strutture elevate dei silos e sovente le chiome degli alberi, con una certa predilezione per i pini marittimi e le palme. I maschi della specie possono raggiungere i 300/500 g. di peso, la lunghezza del corpo può arrivare a 16-21 cm., mentre la coda è più lunga del corpo di almeno un paio di centimetri. La dieta è onnivora, con preferenza alle proteine di origine vegetale e giornalmente giunge a superare i 20 g. di sostanza secca e 20 ml. di acqua, ma il ratto nero dei tetti può restare senza bere per più giorni. La durata della vita in cattività può arrivare sei anni, mentre in natura in genere non riesce a superare l'anno. La maturità sessuale giunge dopo due mesi e mezzo dalla nascita, la gestazione è di tre settimane, lo svezzamento di quattro. Le nidiate per femmina in un anno sono fra le sei e le otto per un numero di nati di 34 soggetti/anno. Le caratteristiche psicofisiche lo fanno un abile arrampicatore (riesce a salire entro tubature verticali di 10 cm. di diametro). 3 Il Mus Musculus Roditore ormai famoso, tanto da essere chiamato Topolino Domestico, è un'entità infestante in grado di colonizzare ogni sito, dalla lavatrice di casa (ove l'istinto lo preserva dagli innegabili rischi delle parti mobili: basti pensare al cestello rotante delle biancheria durante la centrifugazione!) agli apparati dei centri di elaborazione dati computerizzati ove il suo potenziale insediamento è visto come una vera e propria calamità. Il "nostro" topolino può arrivare fino a 30 g. di peso, però è un buon mangiatore: da tre a cinque g al giorno (proporzionalmente un uomo di 70 Kg. di peso dovrebbe mangiare da 7 a più di 10 Kg. di cibo pro die), in compenso beve poco (da 1 a 2 cc. al dì) ma può stare senza acqua per lunghi periodi. Dati bio-etologici più importanti sono: - durata della vita in condizioni di cattività fino a quattro anni; - aspettativa di vita (in condizioni naturali) stimata a circa 6 mesi; - maturità sessuale a due mesi e mezzo dalla nascita, gestazione 20 gg. così come lo svezzamento; - numero di nidiate in un anno per femmina 6-10 per una cinquantina di neonati! Le caratteristiche psico-fisiche di questi muridi si possono sintetizzare in una notevole curiosità attenuata dalla paura, giustificata peraltro, con evidenti fenomeni di neofobia (paura del nuovo). Inoltre, presentano performance eccezionali: riescono a saltare fino a 30 cm., si buttano senza danni da altezze superiori a 2 m., passano in buchi poco più grandi di un centimetro di diametro e sono in grado di arrampicarsi su ogni superficie: dei funambolici mini atleti. Quali malattie possono trasmettere Febbre da morso Questa malattia può comparire a seguito del morso di ratti, se questi risultano infetti da particolari germi (Streptobacillus moniliformis e Spirillum minus). L’infezione streptobacillare, a differenza di quella spirobacillare, può derivare anche da consumo di alimenti o acqua contaminati da feci di ratto. I batteri albergano nel cavo orale e nella faringe dei ratti. L’infezione è stata riscontrata in tutto il mondo, ma più frequentemente in America e Giappone. E’ malattia piuttosto rara nell’uomo. Sono particolarmente sensibili i bambini sotto i 12 anni, soprattutto in aree suburbane o degradate infestate da topi. La malattia si manifesta con febbre, vomito, dolori muscolari e articolari, seguiti da lesioni cutanee (esantema, macule o papule non pruriginose localizzate alle estremità). Questi sintomi perdurano per circa una settimana, e possono alternarsi ripetutamente a periodi di remissione della sintomatologia, in assenza di adeguata terapia antibiotica. Leptospirosi Sicuramente è questa la patologia di più frequente riscontro, legata alla presenza di topi e ratti nell’ambiente. L’infezione è sostenuta da svariate specie di batteri appartenenti al genere 4 Leptospira. Questi germi possono considerarsi comuni abitatori di ambienti acquatici (fosse, rogge, canali). Vivono dispersi nell’acqua contaminata dalle urine di topi e ratti che rappresentano i naturali serbatoi di leptospire. E’ stato calcolato che circa il 30% dei ratti alberga leptospire a livello renale, e costantemente ne elimina in quantità con le urine, disseminandole nell’ambiente. In acqua le leptospire possono sopravvivere per mesi. L’infezione può avvenire mediante l’assunzione di acqua contaminata, ma anche per semplice contatto con acque infette, attraverso microlesioni di cute o mucose. Solitamente la malattia si presenta in due fasi ed inizia clinicamente, dopo un periodo di incubazione che varia da 2 a 20 giorni, in modo improvviso con febbre elevata, cefalea e forti dolori muscolari ed articolari; può comparire anche ittero, iperemia congiuntivale, ed eruzioni cutanee, segni meningei e, nei casi più gravi, notevole compromissione delle condizioni generali. Questa fase dura 4-9 giorni, con brividi riccorrenti e febbre, che spesso sale oltre 39°C. Segue poi una defervescenza e, successivamente, al 6°-12° giorno di malattia, si presenta la seconda fase o fase immune. La febbre e gli altri sintomi precoci si ripresentano e possono svilupparsi segni di meningismo. Nella seconda fase, oltre ai sintomi già citati, può incorrere anche difficoltà respiratoria. In rari casi può avvenire il decesso. Nel cane è relativamente frequente il riscontro di questa malattia, perché spesso la specie di leptospira implicata non è la stessa nei confronti della quale i cani vengono solitamente vaccinati. I vaccini disponibili proteggono il cane nei confronti di due sierotipi (Canicola e Icterohaemorrhagiae), ma i sierotipi presenti nell’ambiente sono assai più numerosi. La leptospirosi è malattia soggetta a denuncia obbligatoria, e soggiace alla seguente normativa: 1. Regolamento di Polizia Veterinaria (DPR 320/54). Art.1: La leptospirosi è inserita tra le malattie per le quali si applicano le disposizioni di cui al citato Regolamento. Art. 5: I casi di leptospirosi devono essere segnalati dal Veterinario Ufficiale all’Ufficiale Sanitario unitamente alle misure da adottare per impedire il contagio all’uomo. 2. O.M. 26/03/1970. Il sospetto di leptospirosi canina va formulato in caso di sindromi ittero-emorragiche o gastroenteriche o nefritiche. La diagnosi deve essere convalidata da esami di laboratorio (art.3). Accertata la diagnosi vanno adottati, in tutto o in parte, i seguenti provvedimenti: a) ISOLAMENTO E SEQUESTRO DEGLI ANIMALI INFETTI; b) DISTRUZIONE DI FETI E INVOGLI FETALI; c) DISINFEZIONI; d) DERATTIZZAZIONE (art.4). La revoca del sequestro viene effettuata a guarigione clinica ottenuta a seguito di terapia antibiotica, risultante da certificazione rilasciata dal Veterinario curante. 3. O.M. 04/09/1985. Ribadisce le stesse disposizioni dell’ordinanza precedente. Solo il punto b) viene modificato, inserendo la possibilità di inviare feti e invogli fetali ai laboratori, in condizioni di sicurezza, per le diagnosi differenziali. Salmonellosi Infezioni da salmonella sono piuttosto comuni sia nell’uomo che nelle più svariate specie animali. Esistono circa 1800 sierotipi differenti di salmonelle. La trasmissione dell’infezione avviene attraverso l’assunzione di cibi o acque contaminate da feci di animali o persone ammalate. I ratti possono trasmettere salmonelle anche e solo mediante azione meccanica, per via del fatto che questi animali, vivendo spesso all’interno di ambienti luridi come fogne o pozzi neri, possono veicolare i germi sul proprio mantello, contaminato da acqua infetta. In alternativa possono contribuire alla disseminazione dei germi attraverso le feci. L'infezione da Salmonella si manifesta con una gastroenterite: il sintomo caratteristico é una forte diarrea e compare entro 48 ore dall'ingestione di cibo o acqua contaminata. La gravità dei sintomi varia dai semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, dolore addominale, nausea, vomito e diarrea) fino a forme cliniche più gravi. Nella maggior parte dei casi la malattia ha un decorso benigno e non richiede l’ospedalizzazione, ma talvolta l’infezione può aggravarsi al punto tale da rendere necessario il ricovero. Le salmonellosi nell’uomo possono anche causare lo stato di portatore asintomatico, continuando ad eliminare nelle feci il batterio della Salmonella, ancora per 4-5 settimane. Infezioni da rickettsia Con il termine di Rickettsiosi si indicano alcune malattie sostenute da microrganismi appartenenti al genere rickettsia. L’unica rickettsiosi endemica in Italia è la Febbre Bottonosa del mediterraneo (FBM). La malattia è frequente in Sicilia (500 casi nell’uomo riscontrati ogni 5 anno) ed in altre regioni dell’Italia meridionale e centrale. La malattia è trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zecche, che rappresentano veri serbatoi della malattia. Le zecche, a loro volta, possono trasmettere l’infezione ad altri animali, che a loro volta si trasformano in possibili vettori della malattia. Importanti vettori sono cani, ratti o altri roditori. La malattia può trasmettersi anche mediante inalazione di materiale infetto polverizzato (infezione per via respiratoria o congiuntivale). Si manifesta come forma febbrile, dolori muscolari e articolari, esantema (macule e pustole cutanee) che decorrono per una o due settimane. Peste Ha ormai solo valore storico menzionare la “morte nera”, diffusasi in Europa verso la metà del XIV secolo, con catastrofiche conseguenze: si calcola che morì di peste circa un terzo dell’intera popolazione europea. Epidemie successive colpirono svariate città dell’Europa, tra cui quella ricordata da Manzoni nei Promessi Sposi che colpì la città di Milano nel XVII secolo, e un secolo prima l’epidemia di peste a Venezia, con vera decimazione della popolazione; secondo la tradizione, le gondole veneziane da allora sono rigorosamente dipinte di nero, come segno di lutto a perenne memoria della catastrofica pestilenza. In epoche più recenti epidemie si sono verificate nel sud est asiatico, URSS, Iran, Africa e America Latina. La malattia oggi è tutt’altro che debellata, in quanto vengono ancora registrati nel mondo dai 1.000 ai 3.000 casi all’anno, soprattutto concentrati in Africa e Asia, ma anche nel continente nordamericano (Canada sudoccidentale, Stati Uniti occidentali e meridionali, Messico). Nel 2009 un importante focolaio con 13 casi di malattia si è verificato in un villaggio libico, ai confini con l’Egitto. La peste bubbonica è sostenuta da un batterio (Yersinia pestis), che alberga e si diffonde all’interno di popolazioni di topi e ratti. La trasmissione da un ratto all’altro avviene tramite la puntura delle pulci, ma anche, forse, attraverso il morso diretto dei ratti. La pulce è quindi il vettore della malattia, e questo insetto, che si infetta succhiando il sangue di topi a loro volta già infettati, può, pungendo poi le persone, trasmettere la malattia anche all’uomo. L’infezione può trasmettersi da uomo a uomo, seppure meno frequentemente, anche attraverso la puntura di altri insetti parassiti, quali pidocchi e cimici. Rabbia I ratti e i topi, come tutti i mammiferi, possono albergare il virus della rabbia, e trasmetterlo quindi mediante il morso infetto. Eventualità questa piuttosto remota, ma comunque sempre teoricamente possibile. LOTTA INTEGRATA CONTRO I RODITORI L'uomo crea l'ambiente ideale per i ratti e i topi fornendo loro una costante sorgente di cibo, acqua e nascondigli. Il controllo dei roditori è necessario ed auspicabile perché i roditori: • diffondono malattie sia per diretto contatto sia fungendo da vettori per altri organismi; • causano danni strutturali estesi con il loro costante rosicchiamento; • danneggiano e contaminano le colture alimentari prima e dopo la raccolta cibandosene, rosicchiandole e contaminandole con le loro urine, feci e peli. Difficile quantificare il grado di diffusione della popolazione dei roditori nella nostra città. Esistono diverse stime; di sicuro, come per altre città metropolitane come Parigi o New York, il numero di ratti supera di gran lunga quello della popolazione residente. Un efficace programma di controllo aiuta ad assicurare che le malattie, i danni e le contaminazioni che i roditori causano non diventino o rimangano un problema serio. Il programma deve avvalersi di diverse misure che integrano la loro azione; la semplice derattizzazione non è sufficiente per raggiungere buoni risultati. 6 Punti principali della lotta integrata Ispezione dei luoghi L'ispezione deve permettere di identificare il tipo di roditore, le aree interessate e i mezzi di esclusione che devono essere messi in atto. Un'accurata ispezione comincia dall'esterno. Bisogna focalizzarsi sulle aree che forniscono cibo, nascondiglio ed acqua. Queste includeranno le aree con vegetazione, le piantagioni, le unità di stoccaggio, pile di rifiuti o legname. Come punto iniziale di lotta, devono essere annotati in dettaglio tutti i possibili punti d'ingresso, la presenza di cibo, acqua e potenziali nascondigli. Siccome i roditori sono più attivi durante la notte, gli appostamenti danno risultati migliori se effettuati dopo il tramonto. Per ottenere la migliore valutazione dell'entità del problema dei roditori, i locali devono essere ispezionati accuratamente utilizzando una buona torcia portatile per controllare tutte le zone buie. Dove i roditori passano ripetutamente è possibile vedere marcature a macchie causate dai loro peli unti. Ogni tana di roditore ha due fori: uno che è usato più di frequente e l'altro, che rappresenta la via di fuga, che è usato in caso di emergenza e che spesso è riempito di detriti. Particolare attenzione deve essere posta, oltre che alle aree di verde soprattutto se incolte, anche ai cantieri di scavo, per la manutenzione delle reti sotterranee di servizi (gas, condutture dell’acqua, fognarie, rete telefonica, ecc.), per bonifiche dei terreni o nuove costruzioni. Infatti, in questi casi viene sovvertito l’habitat che i roditori si erano creato portandoli allo scoperto e costringendoli alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento di cibo. E’ quindi importante che quando si effettuano scavi nel terreno venga sempre eseguito un monitoraggio sui luoghi ed un’eventuale derattizzazione preliminare o contestuale ai lavori da eseguire. Misure di igiene La rimozione delle sorgenti di cibo è una componente chiave per un efficace controllo; spesso all’esterno le persone che alimentano gatti o colombi sono responsabili dell’infestazione di ratti. I rifiuti, il cibo e gli alimenti devono essere custoditi in contenitori sigillati. L'immondizia e i residui di cibo devono essere rimossi regolarmente. Occorre eliminare i detriti esterni e la vegetazione incolta, perché forniscono nascondigli essenziali ai roditori. La zona esterna agli edifici deve avere una zona perimetrale sgombera da erbacce e detriti per almeno un metro tutt’intorno. Vanno potati i rami che possono raggiungere o sovrastare l'edificio. Va evitata la presenza di macchinari in disuso, tubi, assi, o pile di legname, che i roditori possano utilizzare come nido o nascondiglio. In caso di pesante infestazione di roditori è consigliato, prima di alterare il loro habitat, effettuare una derattizzazione a tappeto, per diminuirne la popolazione. Come tenerli lontani • chiudete tutti i fori sui muri perimetrali; • non lasciate aperture superiori a 6 mm. Attorno alle porte e alle finestre; • installate meccanismi di auto-chiusura alle porte più utilizzate. I topi possono passare in aperture di 6 mm., mentre i ratti necessitano di almeno 12 mm. ll più efficace e duraturo controllo dei roditori è tenerli fuori dagli edifici. Porte, finestre, tramezzi e muri crepati sono aree dalle quali i roditori possono facilmente trovare accesso. Occorre stare attenti anche alle aperture in prossimità dei tetti degli edifici. Le grondaie, gli sfiatatoi degli attici e dei tetti, le sporgenze e i condizionatori d'aria possono fornire accesso ai vuoti all'interno dei muri e ad altre aree in una struttura. Occorre montare reticelle in cima e alla base delle caditoie delle grondaie. Materiali raccomandati per il controllo dei roditori: 7 - Rete metallica - cavi di 1 mm. Metallo perforato - spessore 0,7 mm. Fogli di metallo zincato - spessore 0,5 mm. cemento - miscela 1:3 o più ricca. Derattizzazione L’efficace programma di controllo deve combinare l'utilizzo delle esche e il posizionamento di trappole per raggiungere un alto grado di successo. Qualsiasi sia il principio attivo utilizzato, l'appetibilità dell'esca è la chiave per un buon risultato. I formulati attualmente usati per l’avvelenamento delle esche alimentari sono prodotti di sintesi anticoagulanti derivati degli storici Warfarin e Cumadin usati anche in medicina. I principi maggiormente usati sono: Bromadiolone, Brodifacum e Difenacum, che hanno la particolarità di far raggiungere al dose letale in una o poche ingestioni, lasciando inalterata la caratteristica tipica degli anticoagulanti e cioè, la morte per emorragia a 3/5 giorni dall’ingestione, per non far conoscere all’animale il rapporto tra la causa e l’effetto. Da alcuni anni per motivi di sicurezza verso gli altri animali e le persone è stata richiesta l’aggiunta di un amaricante il Denatonium Benzoato non avvertito dai roditori. I coformulanti devono sfruttare il senso del gusto e il desiderio di mordere dei roditori. È possibile iniziare il controllo con esche non avvelenate in modo da determinare l'entità dell'infestazione. Bisogna tenere presente che se i roditori (specialmente i ratti) sono visibili di giorno, allora il problema è particolarmente grave. Per una efficace derattizzazioni le postazioni di esche vanno poste ad una distanza di almeno 10 m. una dall’altra. L’utilizzo dei rodenticidi deve essere effettuato da Ditte specializzate ed autorizzate per il loro impiego, secondo schemi e procedure codificate da precise normative Il Regolamento di Igiene Art. 1.4.11 Interventi di derattizzazione. Quando per la presenza di ratti e topi, accertata in un edificio, od in una zona, possa temersi un danno alla salute pubblica, il Responsabile del Servizio dispone le necessarie operazioni di derattizzazione da ripetersi periodicamente. Qualora vengano usate esche, esse non devono essere accessibili all'uomo e agli animali domestici. I ratti catturati o uccisi durante le operazioni di derattizzazione dovranno, su richiesta del Servizio competente, essere tenuti a disposizione per i controlli necessari. Quando si tratti di macelli o stabilimenti alimentari, con Servizio veterinario a carattere continuativo, il provvedimento va concordato con il Servizio di medicina veterinaria dell'ASL. Art. 1.4.12 Avviso. Gli abitanti delle case e gli utenti degli ambienti e dei luoghi sottoposti ad interventi di derattizzazione, disinfezione e disinfestazione, devono essere tempestivamente informati dei motivi, della data delle operazioni e delle cautele da prendere a tutela delle persone e delle cose. In base alla Legge n° 638 del 2.12.1975, sono soggetti a denuncia i casi di intossicazione da antiparassitari. Art. 1.4.13 Prodotti impiegati. I prodotti usati per le operazioni di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione devono essere registrati presso il Ministero della Sanità come Presidi medico-chirurgici, secondo le modalità stabilite dall'art. 189 del R.D. n° 1265/1934 e dal R.D. n° 3112/1928 e successive integrazioni e modificazioni. (omissis) Art. 1.4.14 Protezione degli addetti. Nel corso delle operazioni di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione gli addetti devono essere dotati di idonei mezzi di protezione. 8 Art. 1.4.16 Oneri del proprietario. Tutti gli interventi di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione vengono effettuati a cura e spese dei proprietari degli edifici e dei terreni in cui hanno luogo, o di chi ne ha l'effettiva disponibilità. Gli interventi sui beni demaniali (strade, fognatura, ecc.) sono a carico degli Enti territoriali proprietari. Restano a carico della ASL gli interventi che per loro natura non appaiano riferibili ad immobili determinati. (omissis …) 9