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Informazioni utili sul Papilloma Virus e il Vaccino
Servizio Sanitario Nazionale - Regione Veneto AZIENDA ULSS N. 6 “VICENZA” Viale F. Rodolfi n. 37 – 36100 VICENZA COD. REGIONE 050 – COD. U.L.SS. 006 – COD.FISC. E P.IVA 02441500242 Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica Via IV Novembre 46 – 36100 Vicenza Direttore f.f.: Dr. Andrea Todescato Pap Test e Vaccinazione antipapilomavirus due amici inseparabili per proteggere le donne contro il tumore del collo dell’utero Dal papillomavirus al tumore del collo dell’utero: una storia lunga che possiamo cercare di cambiare. Il cancro del collo dell'utero rappresenta, in Europa, la seconda causa di morte per cancro tra le donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni, dopo quello della mammella. In Italia sono diagnosticati circa 3500 nuovi casi all'anno e 1500 decessi; nel Veneto circa 200 nuovi casi all'anno. Fortunatamente il Pap test, quando eseguito ogni 3 anni a partire dall’età di 25 anni (lo screening viene offerto gratuitamente dal servizio sanitario nazionale), permette, nella maggior parte dei casi, di individuare e trattare con successo quelle alterazioni della mucosa del collo dell’utero che precedono lo sviluppo di questo tumore. I responsabili di queste alterazioni che, come detto, se non individuate e trattate possono progredire fino al cancro del collo dell’utero, appartengono alla famiglia dei papillomavirus umani. Vi sono più di 100 tipi diversi di questo virus, alcuni vivono sulla nostra pelle, altri si trovano sulle mucose degli organi genitali. Questi ultimi si trasmettono con facilità attraverso il contatto sessuale, anche non completo. Il preservativo(condom), che va sempre utilizzato per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, non conferisce una completa protezione nei confronti di questo virus. Nella maggior parte dei casi l’ infezione viene acquisita proprio nei primi anni dopo l’inizio dell’attività sessuale, in giovane età. Fortunatamente, nella grande maggioranza dei casi(circa il 90%), i papillomavirus “mucosali” vengono spontaneamente eliminati dalla difese naturali della donna; alcuni tipi di HPV definiti “ad alto rischio” possono però rimanere in modo persistente a livello genitale e così trasformare le cellule del collo dell'utero normali in cellule anormali. In alcuni casi, dopo un lungo periodo di tempo, anche 10 – 20anni, queste cellule anormali possono evolvere in cancro del collo dell’utero; è per questo che la maggior parte delle donne che sviluppano questo tipo di tumore ha un'età compresa tra i 35 e 54 anni, conseguenza proprio di un'infezione acquisita molti anni prima. Riassumendo: circa 800 donne ogni 1000 entreranno in contatto con il papillomavirus nel corso della propria vita. di queste solo 80 avranno una infezione persistente e 8 presenteranno una lesione precancerosa individuabile nella maggior parte dei casi con il pap test e trattabile con successo. Tel. 044475.22.21 Fax 044451.11.27 e mail: [email protected] Il Pap test: screening non più giovane ma preziosissimo – non sempre il nuovo è meglio. Questo screening è ancora lo strumento più efficace per prevenire lo sviluppo del tumore del collo dell’utero; da solo ha la capacità di impedire che si sviluppino circa l’80 per cento di questo tumore, indipendentemente dal tipo di papillomavirus che lo ha provocato. Il pap test individua le lesioni della mucosa del collo dell’utero quando queste sono già presenti. È da sottolineare che 8 casi di tumore su 10 si verificano in donne che non eseguono questo accertamento o che, risultate positive al test, non si sottopongono al percorso diagnostico terapeutico previsto in questi casi. Preoccupa il fatto che l’adesione allo screening organizzato, attivato da alcuni anni anche nell’Azienda Ulss, con invito diretto alla donna tra i 25 e 64 anni ed esecuzione gratuita, non trovi la giusta partecipazione. Arriva il vaccino: usiamolo con la giusta conoscenza e ci darà una mano Il vaccino ha dimostrato di essere efficace nel prevenire le alterazioni precancerose della mucosa del collo dell’utero provocate dai tipi 16 e 18 di Papillomavirus, che sono responsabili di circa il 70% dei tumore del collo dell'utero, quindi non da tutti. Il vaccino agisce quindi contro l’infezione dai tipi 16 e 18, prima che possano provocare la lesione della mucosa; riduce in modo importante la probabilità di avere un pap test positivo ed evita pertanto di doversi sottoporre agli interventi diagnostico - terapeutici. Da tenere ben presente che il vaccino no protegge né contro tutti i papillomavirus, né tanto meno contro tutte le altre infezioni trasmissibili per via sessuale. La scelta di garantire l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione alle dodicenni è perché il vaccino ha dimostrato la sua efficacia quando l’infezione da Papillomavirus non è presente; se la vaccinazione viene eseguita prima dell’inizio dell’attività sessuale si ha la probabilità maggiore che il vaccino possa proteggere la donna; inoltre sono importanti anche i seguenti aspetti: a questa età si ha la migliore risposta al vaccino; la frequenza ancora delle scuole medie inferiori facilita l’adesione e garantisce di raggiungere, nel modo più certo, senza disuguaglianze, tutte le adolescenti; la presenza ancora del ruolo dei genitori nel prendere una decisione; l’esperienza consolidata dei servizi vaccinali ad operare in questa fascia di età, su una popolazione di ragazze che è ben conosciuta ed è stata seguita fin dalla primissima infanzia. La vaccinazione è attualmente registrata anche per le donne fino ai 45 anni Per eseguire la vaccinazione delle donne in attività sessuale(fino a 45 anni) non sono necessari né convenienti pap test, ricerca dei Papillomavirus, visite ginecologiche; questo perchè: o la presenza di infezione da Papillomavirus 16 e 18 è bassa; o è frequente l’eliminazione spontanea dell’infezione; o non ci sono cure per eliminare l’infezione da papillomavirus; è da tener presente che qualsiasi accertamento, specie di screening, ha ragione di essere eseguito solo se ci sono validi ed efficaci interventi da mettere in atto in caso di positività; altrimenti si ingenera in modo ingiustificato uno stato di preoccupazione ed ansia senza essere in grado di fornire una soluzione. Attenzione però: il vaccino non è terapeutico; non guarisce cioè le lesioni, provocate dal Papillomavirus, che sono già presenti a livello del collo dell’utero; in caso di presenza di un HPV 16 o 18 il vaccino non modifica la storia dell'infezione; non facilita cioè l’eliminazione dei papillomavirus già presenti a livello del collo dell’utero. Il vaccino contiene solo il rivestimento esterno del virus, ottenuto mediante tecnica di ingegneria genetica e pertanto in nessun modo può causare infezione o malattia. E’ somministrato in tre dosi per iniezione intramuscolare nel muscolo deltoide (parte alta del braccio) in un periodo di 6 mesi. Può dare reazioni, come la comparsa di dolore, gonfiore, rossore nella sede di iniezione o più raramente un rialzo di febbre di breve durata. Messaggio chiave: La Vaccinazione, se poi si continua ad effettuare lo screening, rende più completa, sicura e facile la prevenzione del tumore del collo dell’utero Start A partire dal 2008 le strutture vaccinali distrettuali dell’Azienda Ulss n°6, Servizio di Igiene e Sanità Pubblica: ogni anno invitano alla vaccinazione antipapilloma virus tutte le adolescenti che nel corso dell’anno compiono i 12 anni (si è iniziato nel 2008 con quelle nate nel 1996); la vaccinazione è gratuita. offrono la disponibilità della vaccinazione alle donne fino ai 45 anni, con le seguenti modalità: la vaccinazione è soggetta a pagamento, secondo il tariffario regionale; l’importo per ciascuna dose è di € 61,46; la prestazione vaccinale viene erogata solo previo appuntamento; per la prenotazione (anche telefonica), è necessario rivolgersi, presso le sedi del Distretto Socio Sanitario riportate nella sezione recapiti della pagina Vaccinazione anti Papilloma Virus. Presso tutte le sedi del Distretto Socio Sanitario sarà disponibile del materiale informativo. Sicuramente informazione e consulenza potrà essere fornita dagli specialisti ginecologi e pediatri e dai Consultori Familiari A cura del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, Azienda Ulss n°6