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Periferie calde: problema antico e ignorato
esteri dicembre 2007 pagina 11 PARIGI / Due ragazzi muoiono in un incidente stradale con una volante della polizia: è guerra urbana La rabbia delle banlieue Il presidente Sarkozy: tolleranza zero verso i capi rivolta ANGELO MARZELLA illers-le-bel, quartiere della periferia di PariV gi. Due adolescenti sfrecciano su una piccola moto da cross. Senza casco. L'asfalto corre veloce sotto le gomme della due ruote non omologata per il trasporto su strada. Sono felici, si stanno divertendo. L'ebbrezza della corsa, la spensieratezza dell'età impediscono ai due ragazzini di valutare il pericolo. L'incrocio si avvicina. La moto non decelera. Il segnale del dare precedenza va a farsi benedire. È un attimo e i due ragazzi si ritrovano a volare, buttati per aria da una volante della polizia che sopraggiungeva dall'altra parte dell'incrocio. La corsa dei ragazzi in moto finisce lì. Due vite stroncate. Da un tragico incidente, secondo la polizia. Dagli sbirri, secondo il resto dei giovani di Villers-le-bel. Quartiere di Parigi, Banlieue, come dicono i francesi per indicare le zone periferiche delle grandi città, abitate per lo più da immigrati. La rivolta ha inizio. Questa versione dell'incidente non convince. A Villers-le-bel vogliono chiarezza. Chiedono che l'inchiesta vada avanti. La Momenti di guerriglia urbana nelle periferie parigine Negli ultimi scontri urbani, feriti 77 agenti delle forze dell’ordine violenza il loro modo di farsi sentire. Di sputare in faccia alle istituzioni il loro rancore, che viene da lontano. Dai soprusi, dall'emarginazione, dall'abuso di potere, che i ragazzi delle Banlieue sopportano da anni. La polizia è il nemico, da sempre. Stavolta ha ucciso due di loro. La ferocia della reazione non ha limiti: tre scuole, la biblioteca muni- In studio il «Plan Banlieue» a sostegno delle zone a rischio cipale, la tesoreria e un supermercato in fiamme, automobili distrutte, proiettili sui poliziotti. Questo il bilancio della guerriglia urbana che scatenatasi il 26 novembre (all'indomani della morte dei due ragazzini), si è protratta per due giorni. «È stato come se avessero intenzione di ucciderci. Sappiamo della presenza di armi nelle periferie - ha detto uno dei poliziotti che ha aperto il fuoco durante le proteste - ma non avevo mai visto una cosa del genere, sembrava di essere in un film. Sono stato colpito alla mano e ho cercato di proteggere i miei colleghi». Alla fine degli scontri saranno 77 i rappresentanti delle forze dell'ordine feriti, cinque dei quali in condizioni gravi. Il presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy ha incontrato all'Eliseo i genitori dei due ragazzi uccisi nell'incidente. La posizione del governo resta comunque di «tolleranza zero» per i capibanda della rivolta. Il sottosegretario alla Politica Urbana, Fedela Amara sta lavorando al «Plan Banlieue», un piano a sostegno delle periferie più a rischio. Nate come città provvisorie per gli immigrati, ora sono ghetti sovraffollati regno del rancore. Nel 2005 la rivolta più violenta Periferie calde: problema antico e ignorato francese con il termine "banlieue" si indile periferie, i sobborghi delle metropoIli.ncano Sulla etimologia esistono due scuole di pensiero. La prima sostiene che il significato letterale indicava l'area che circonda la città e che era sottomessa alla sua giurisdizione (ban: potere di amministrare, lieue: luogo). La seconda invece fa riferimento al senso di esclusione che la periferia evoca rispetto al centro cittadino e fa quindi risalire l'origine del termine alla messa al bando degli individui più poveri e pericolosi. Le banlieue si sono sviluppate soprattutto tra gli anni '60 e '70, in seguito all'immigrazione di massa dalle ex colonie. Pensate come città di transito per gli immigrati, sono poi diventate la loro dimora definitiva. Questa dimensione da città provvisoria, degradata, priva di infrastrutture e sovraffollata è stata terreno fertile per il diffondersi della criminalità. Le banlieue sono presto diventate dei ghetti, dove per i giovani è semplice recuperare armi Le zone calde degli scontri a Parigi e droga. L'emarginazione ha generato un senso di rivalsa sociale che spesso ha dato sfogo a reazioni di piazza più o meno violente. Fino al novembre 2005. Quell'anno, a Clichysous-Bois, due adolescenti muoiono fulminati da un trasformatore. Un terzo rimane gravemente ferito. Secondo testimoni, i tre erano inseguiti dalla polizia che li accusava ingiu- stamente di furto. Gli adolescenti avevano scavalcato il muro per nascondersi quando hanno impattato il trasformatore. Il prefetto locale Molins e l'allora Ministro degli Interni Sarkozy hanno sempre negato questa versione dei fatti. Ma questo non è bastato a placare l'ira nelle banlieue: veicoli incendiati, sassaiole e proiettili contro gli agenti di polizia. Una guerra civile che ha raggiunto l'apice nella notte tra il 6 e il 7 novembre (1408 veicoli incendiati e 395 arresti) e si è via via stemperata fino a spegnersi nella repressione delle forze dell'ordine. Sarkozy disse di voler «ripulire le banlieue» con l'idrante usato per lavare le automobili. Frasi che ancora riecheggiano: all'elezione di Sarko come presidente della Repubblica Francese, nel maggio 2007, le banlieue sono insorte di nuovo. Tensioni, meno gravi, che evidenziano un malessere sociale non ancora sanato. Esploso con tutta la sua forza nei giorni scorsi, per l'ennesima volta. (a.marz.)