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...le figlie d`oro del Bangladesh
Una giorna 5/02 34 Una giornata con... Renata Pisu ...le figlie d’oro del • Bangladesh CINA NEP AL INDIA BHUTAN INDIA BANGLA DESH OCEANO INDIANO CINA MYANMAR A Daulotda, ad un centinaio di chilometri da Dhaka, la capitale del Bangladesh, tutte le donne sono prostitute, quelle che non hanno più l’età lo sono state, quelle che non l’hanno ancora, lo sono già. N Nel loro villaggio-bordello, tutta la misera ecoEntro nella casa di una ottantenne che ormai non nomia del circondario ruota intorno all’attività di esercita da trent’anni ma che ora, mi spiega, deve circa tremila donne che vendono sesso. C’è la “espiare il suo peccato”, e per questo si prepara mescita di bevande, il chiosco che noleggia vi- ad andare in pellegrinaggio alla Mecca. È una deocassette, i banchetti di frutta e verdura; in- stanza abbastanza grande, c’è un ampio letto sul somma, c’è tutto meno che una scuola, un asilo quale mi fa accomodare, una cassapanca, un nido, un posto dove si possa comprare un gio- enorme televisore con lo schermo ricoperto da cattolino qualsiasi per i bambini di queste don- un centrino ricamato, chicchere per il caffè con i ne, di queste mamme. Per lo meno ottocento di fiorellini rosa, bicchieri e bicchierini, insomma, loro hanno un figlio che ancora non cammina: lo tutti i segni del benessere. E in più c’è un uomo, nascondono sotto la branda quando ricevono un un vecchio paralitico. “È suo marito?” le domancliente. Così, tra uno e l’altro, possono accudire i do. Lei ride e dice: “Sì, il marito del cuore”. piccoli, dargli il biberon. Una di queste mamme Così chiamano il loro uomo le donne che possomi racconta che si è accorta di essere incinta no permettersene uno, uno che se ne stia buono quando era già al sesto mese, così ha dovuto te- e zitto e che non si impicci del business perché nersi il bambino che “purtroppo è un maschio”. qui la prostituzione è affare di donne, non di maDice proprio così, e io mi stupisco perché non gnaccia o protettori, anche se al vertice della scac’è posto del sud del mondo dove non la, alla “Porta di Ingresso”, c’è sempre un si preferisca un bel maschietto. uomo, un poliziotto che fa da notaio il “Una figlia Invece, a Daulotda, tutte le donne spequale “autorizza” l’iscrizione di una donè oro per rano di partorire una femmina perché mamma sua”, na nel registro ufficiale delle prostitute “Una figlia è oro per mamma sua”, nel dietro pagamento di una somma che vanel senso senso che eredita il mestiere. ria e che è piuttosto alta se la ragazza è che eredita ‘ ‘ il mestiere. ata con... Fo to: An ti-S lav er y 35 ‘ Così al sesto mandarla a scuola…” grida all’assimese si stente sociale che mi accompagna. dicono: “Dio “E io, come campavo?” È furente. mio, che La notte prima avevo dormito nella mi succede “Casa Protetta” fuori dal villaggiobordello dove sono ospitate da una nella pancia?” ONG del Bangladesh le ragazze che vogliono recidere il cordone ombelicale con la madre puttana. Una ventina di ragazzine appena sopra i dieci anni mi avevano mostrato i loro quaderni, i loro libri di testo, orgogliose di imparare a leggere e scrivere e con una grande voglia, vagamente espressa, di accedere a Internet che fa parte del sogno del villaggio globale, un sogno sognato da qualche altra parte, non a Daulotda. Qui, in questo villaggio non brilla nemmeno una luce, l’elettricità va e viene, l’acqua è un pio desiderio, le case sono catapecchie con i tetti di lamiera ondulata: la sera, i volti imbellettati delle donne brillano a lume di candela, di lampade a petrolio, al guizzo delle fiamme di fornelli dove arrostiscono interiora di animali. Percorro una stradina e a un certo punto scorgo una tenda di juta sporca e lacera: la scosto ed entro. Una donna sdraiata su una branda che occupa più della metà dello spazio, mi fa cenno di entrare. Ha addosso una coperta turchese che la copre fino al collo. Ride e si tira giù la coperta fino alla vita: è nuda, ha due seni enormi, se li tocca, mi fa capire che ha appena servito un cliente mimando con le mani il gesto universale dell’accoppiamento. Poi solleva del tutto la coperta e mi mostra una bambina che dorme beata in fondo al letto, una bambina che avrà cinque o sei anni. “È mia” mi dice orgogliosa “è mia figlia”. Temo che la bambina sarà l’unico sostegno della sua vecchiaia che si annuncia precoce. ! ‘ una bambina, cioè se non ha i diciotto anni che la legge richiede perché possa legalmente esercitare. Sono soldi che servono a chiudere tutti e due gli occhi del poliziotto-lupo che domanda compito: “Quanti anni hai, Cappuccetto Rosso?” E Cappuccetto Rosso risponde “Venti”. E lui “Benissimo, venti”. Solo che Cappuccetto Rosso ne ha dieci, undici, dodici, non è nemmeno mestruata. Ma il Lupo che ne sa di mestruo, che ne sanno le bambine che rimangono incinte e non se ne accorgono perché le mestruazioni, prima, non le avevano mai avute e la prima volta che hanno perso sangue è stato quando il cliente privilegiato le ha deflorate? Così al sesto mese si dicono: Dio mio, che mi succede nella pancia? Ed è troppo tardi. Se l’avessero saputo prima, avrebbero abortito? Chissà. Ad ogni modo il bambino nasce ed è figlio di puttana. Ma anche la mamma è una bambina. Puttana? Ci aggiriamo per i vicoli del villaggio-bordello dal tardo risveglio: lunghi sbadigli sulle soglie delle capanne dai tetti di lamiera, sommarie toilette all’aria aperta, acqua che dai secchi si rovescia a mestolate su corpi femminili sempre pudicamente nascosti, anche nelle abluzioni mattutine delle abitanti di Daulotda che parrebbe un villaggio qualsiasi se non fosse che le donne sono tutte truccate, hanno tutte vistosi gioielli luccicanti. È l’ora dei bambini che giocano e si rincorrono per i viottoli fangosi, l’ora della maternità, non dell’adescamento. Dentro una corte, sulla soglia di un bugigattolo, si affaccia una ragazza dal volto purissimo che subito si ritrae perché è apparsa sua madre, una donna sulla trentina avanzata, il corpo sfasciato, un po’ di belletto sulle guance. Fa cenno alla figlia di sparire. Quanti anni avrà la ragazza? Forse quattordici, quindici al massimo. “Volevate portarmela via, 5/02 Nazma, portata dal Bangladesh, è costretta a prostituirsi in India