Comments
Description
Transcript
articolo su Campbell
T. Colin Campbell, Thomas M. Campbell The China Study Macro Edizioni - 2011 (aggiornato Ottobre 2012) Pagg. 400 - €.17,00 1) Cosa ha portato T. Colin Campbell a scrivere China Study (…gli anni da ricercatore) 2) Cenni sul libro 3) Cenni sull’autore 4) Il problema degli esperimenti sugli animali, di cui si parla nel libro 1) COSA HA PORTATO RICERCATORE) T. COLIN CAMPBELL A SCRIVERE CHINA STUDY (…GLI ANNI DA Oltre 40 anni fa, Campbell inizia un dottorato di ricerca alla Cornell University incentrato sulla scoperta di metodi migliori per far crescere più in fretta le mucche e le pecore. Lo fa perché è convinto che sia così. Scrive nella introduzione al libro “Cercavo di apportare miglioramenti alla nostra capacità di produrre proteine animali, il fondamento di quella che mi era stata presentata come “buona alimentazione”. Mi accingevo a promuovere una salute migliore perorando il consumo di una maggiore quantità di carne, latte e uova”. Ma succede qualcosa di inaspettato: inaspettati risultati lo porteranno, dopo anni di studio e di ricerche, a dimostrare scientificamente la pericolosità dell’alimentazione carnea e la salubrità di quella vegan: tutto con una enormità di dati scientifici alla mano. Scrive Campbell “Man mano che si faceva nitido (pericolosità delle proteine animali) , questo quadro cominciava a mettere in discussione e a mandare in frantumi alcune delle supposizioni alle quali ero più affezionato. Ho cominciato – scrive, a proposito degli sua carriera, - a coordinare l’assistenza tecnica per un progetto su scala nazionale nelle Filippine condotto su bambini malnutriti. Parte del progetto si è trasformata in un’indagine sull’insolita incidenza nei bambini filippini di cancro al fegato, una patologia che di solito interessa i soggetti adulti. Si pensava che la causa del problema fosse un elevato consumo di aflatossina, una micotossina riscontrata nelle arachidi e nel frumento. L’aflatossina veniva definita come uno dei più potenti carcinogeni mai scoperti. Per dieci anni il nostro obiettivo principale nelle Filippine è stato migliorare la malnutrizione infantile fra i poveri, un progetto finanziato dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale. Alla fine abbiamo fondato circa centodieci centri educativi di “autoaiuto” in tutto il paese. Lo scopo di quell’impegno nelle Filippine era semplice: assicurarsi che i bambini ottenessero quante più proteine possibile. Era opinione corrente che gran parte della malnutrizione infantile fosse causata da una carenza di proteine, in particolare di quelle presenti nei cibi di origine animale. Le università e i governi di tutto il mondo erano all’opera per attenuare quello che veniva percepito come un “gap proteico” nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia lavorando a quel progetto ho scoperto un oscuro segreto: i bambini la cui dieta era più ricca di proteine erano quelli che avevano la maggior probabilità di ammalarsi di cancro al fegato! Erano i bambini delle famiglie più benestanti. Mi sono poi imbattuto in un rapporto di ricerca proveniente dall’India che presentava alcune scoperte rilevanti e davvero provocatorie. I ricercatori indiani avevano studiato due gruppi di ratti. 1 A un gruppo avevano somministrato l’aflatossina cancerogena e l’avevano poi sottoposto a una dieta composta per il 20% da proteine, un livello analogo a quello consumato da molti di noi in Occidente. All’altro gruppo era stata somministrata la stessa quantità di aflatossina, ma la dieta a cui era stato sottoposto era costituita da proteine solo per il 5%. Incredibilmente, ognuno degli animali che avevano seguito la dieta con il 20% di proteine presentava un cancro al fegato, mentre ognuno di quelli la cui alimentazione era composta per il 5% da proteine non si era ammalato di quel tumore. Era un punteggio di 100 a 0 che non lasciava alcun dubbio sul fatto che nel controllo del cancro l’alimentazione ha la meglio sui carcinogeni chimici, anche se molto potenti. Abbiamo anche scoperto che non tutte le proteine avevano quell’effetto. Quali sono le proteine che favoriscono sempre e in grande misura il cancro? La caseina, che costituisce l’87% delle proteine del latte vaccino, favoriva tutti gli stadi del processo tumorale. Quale tipo di proteina non favoriva il cancro, perfino se assunta in dosi elevate? Le proteine sane erano quelle vegetali, comprese quelle del frumento e della soia. Man mano che si faceva nitido, questo quadro cominciava a mettere in discussione e a mandare in frantumi alcune delle supposizioni alle quali ero più affezionato. Le numerose associazioni relative al rapporto fra dieta e malattia, moltissime giungevano alla medesima conclusione: i soggetti che si nutrivano prevalentemente di cibi di origine animale erano quelli che si ammalavano delle patologie più croniche. Perfino le assunzioni relativamente ridotte di alimenti animali erano associate a effetti sfavorevoli. Le persone che mangiavano le maggiori quantità di cibi vegetali erano le più sane e tendevano a evitare le malattie croniche. 2) CENNI SUL LIBRO Risultato di una ricerca durata ventisette anni sulla popolazione della Cina rurale (oltre a più di 750 pubblicazioni scientifiche come riferimenti al libro e 8 mila associazioni statisticamente significative fra i vari fattori dietetici e le malattie), The China Study è uno studio condotto sotto la gestione congiunta della Cornell University, dell'Università di Oxford e dell'Accademia Cinese di Medicina Preventiva e sovvenzionato dagli Istituti nazionali di sanità (National Institutes of Health, NIH), dall'Associazione americana per la lotta contro i tumori (American Cancer Society) e dall'Istituto americano per la ricerca sul cancro (American Institute for Cancer Research). Lo studio ha mostrato che un elevato consumo di alimenti di origine animale è associato alla maggior parte delle malattie croniche, mentre le persone che osservano principalmente una dieta vegetariana sono le più sane. The China Study denuncia anche la disinformazione alimentare prodotta da potenti lobby, enti governativi e scienziati. Il New York Times l'ha definito il Grand Prix dell'epidemiologia. Si tratta dello studio più completo e affidabile sul rapporto tra la dieta e il rischio di sviluppare malattie. La ricerca è stata possibile grazie alla collaborazione di ventiquattro equipe sanitarie provinciali cinesi, coordinate dal dott. Junshi Chen, ognuna costituita da un numero di operatori sanitari fra dodici e quindici, addestrati a eseguire la raccolta di sangue, cibo e urine e a completare i questionari. Imponente e accurata la ricerca che ha preso in esame un'ampia gamma di malattie e fattori legati all'alimentazione e allo stile di vita nella Cina rurale e a Taiwan. 2 La Cina si è infatti rivelata un laboratorio ideale per le indagini condotte dal dott. Campbell, grazie alla disponibilità di dati affidabili su malattie e mortalità forniti dal governo cinese e grazie alla presenza di una popolazione geneticamente stabile con caratteristiche alimentari molto diverse. Il progetto "ha prodotto più di 8 mila associazioni statisticamente significative fra i vari fattori dietetici e le malattie". La scoperta più significativa riguarda la correlazione tra consumo di proteine animali e il rischio di sviluppare malattie croniche degenerative. Fino al punto che patologie come il diabete, le cardiopatie, l'obesità possono essere fatte regredire - sono le conclusioni dello studio - attraverso una dieta sana. All'alimentazione si attribuisce un ruolo chiave anche nella genesi di alcuni tipi di cancro, delle malattie autoimmuni, dei disturbi visivi, di quelli cerebrali in età avanzata, delle malattie delle ossa e dei reni. E la dieta ritenuta vincente in base a prove sotto il profilo della prevenzione e della lotta a queste patologie è quella a base di cibi naturali e vegetali. Con un linguaggio comprensibile ai non esperti, ma al contempo esaustivo per i professionisti della salute, il testo è corredato da grafici, tabelle e diagrammi. Le conclusioni cui giunge questa monumentale ricerca conducono a promuovere una nuova alimentazione. Eccone alcune: 1) La genetica non è il fattore predominante nella genesi delle malattie 2) Il controllo ossessivo di grassi, carboidrati, colesterolo e omega-3 non dà come risultato una buona salute 3) Farmaci e chirurgia non curano le malattie di cui siamo affetti 4) I medici non sanno esattamente cosa consigliare per rimanere in buona salute 5) Solo con la dieta e lo stile di vita si può guarire dalle malattie cardiache 6) Il cancro al seno è correlato a una situazione ormonale alterata che è determinata dal cibo che mangiamo 7) Il consumo di latticini aumenta il rischio di cancro alla prostata 8) Gli antiossidanti contenuti in frutta e vegetali sono correlati a una migliore performance mentale nella terza età 9) Vari tipi di cancro sono correlati al consumo eccessivo di proteine animali The China Study denuncia anche la disinformazione alimentare prodotta da potenti lobby, enti governativi e scienziati. Gli autori denunciano le relazioni tra le case farmaceutiche e la salute e i meccanismi attraverso cui queste riescono ad influenzare la nostra percezione e cura delle patologie. Questo studio è potenzialmente in grado di salvare milioni di vite umane Scrive lo stesso Campbell nella prefazione al libro: malgrado l'abbondanza di informazioni e opinioni, pochissime persone sanno davvero che cosa dovrebbero fare per migliorare la loro salute. 3 Questo non dipende dalla mancanza di ricerca. Le ricerche sono state fatte, disponiamo di un'enorme quantità di informazioni sui legami fra alimentazione e salute, ma la vera scienza è stata sepolta sotto un cumulo di informazioni irrilevanti, se non addirittura dannose: la scienza spazzatura, le diete alla moda e la propaganda dell'industria alimentare. 3) CENNI SULL’AUTORE T. Colin Campbell, originario del Nord Virginia, è un biochimico statunitense, nutrizionista pioniere professore della ricerca sull’alimentazione, emerito professore di “Nutritional Biochemistry” (Nutrizione e Biochimica) alla Cornell University e noto per la pubblicazione del rapporto The China Study sulla comparazione tra l'alimentazione occidentale e cinese. Ha all’attivo una lunga carriera nell’ambito della ricerca scientifica, avendo lavorato per vent’anni nelle Commissioni della National Academy of Science e collaborato alla stesura e allo sviluppo di politiche nazionali e internazionali sulla nutrizione e la salute. Ha lavorato presso il MIT dove ha contribuito alla scoperta della diossina e al Virginia Tech relativamente ad un progetto finanziato dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale. In seguito ai suoi studi relativi alla correlazione evidente fra cibo e malattie, Campbell ha adottato un'alimentazione naturale vegana e raccomanda la formazione degli operatori medici in tal senso. Nel 2010 in seguito a un'operazione al cuore, l'ex presidente degli Stati Uniti d'America Bill Clinton ha adottato a sua volta la nutrizione vegetariana raccomandata da T. Colin Campbell assieme ai colleghi Caldwell Esselstyn e Dean Ornish. 4) IL PROBLEMA DEGLI ESPERIMENTI SUGLI ANIMALI, DI CUI SI PARLA NEL LIBRO Anche Campbell nel suo libro “The China Study” in un passo dice che sa benissimo che i risultati che si appresta a citare sono nati dalla sperimentazione animale e che questa è una cosa che ferisce ma si sente in dovere di farlo perché ne ha tratto delle conclusioni condivisibili nel risultato seppure deprecabili nel metodo. Quando ha iniziato gli studi, lui era un comune ricercatore ‘onnivoro’ che si accingeva a promuovere, scrive così nella introduzione al libro ”una salute migliore perorando il consumo di una maggiore quantità di carne, latte e uova” Gli studi di Campbell sono validi proprio perché sono studi epidemiologici, svolti su una larga popolazione umana, quello che ha fatto sui topi è del tutto irrilevante ai fini delle conclusioni, infatti se avesse fatto solo gli esperimenti sui topi i suoi studi varrebbero zero. 4