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Il portiere - CSI Varese

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Il portiere - CSI Varese
Il gioco del calcio nasce ufficialmente in
INGHILTERRA
nel 1863
una delle regole più importanti di quegli
anni decretava che era proibito fare uso
delle mani e delle braccia
VIETATO
nel 1871
venne concesso l’uso delle mani ad un
solo giocatore della squadra, inizialmente
tale uso si limitava alla propria metà
campo
60\45metri
2700 m2
45\23metri
e solo in seguito
fu ridotto alla propria area di rigore.
16,50 x 40,32
665 m2
5,50 x 18,32
Nacque così la figura e
il ruolo del portiere
E la porta quanto misura?
è costituita da due pali verticali distanti fra loro
7,32 mt e una sbarra trasversale posta a 2,44
mt dal suolo Lo spessore dei pali e della traversa
non deve superare i 12 cm.
Dietro le porte, fissate ai
pali e alla traversa devono
esserci delle reti collocate in
modo tale da non disturbare
il portiere
Per molti anni è stato
l’ultimo baluardo
enfatizzando il ruolo difensivo.
oggi deve essere considerato
il primo attaccante.
La scelta del portiere deve essere fatta in base
alle potenzialità (le doti) e non i limiti (le
carenze) del ragazzo ed orientare l’allenatore alle
scelte d’allenamento adeguate.
•
•
•
•
•
•
Per meglio capire il ruolo e di conseguenza la strategia per il
suo corretto allenamento, facciamo alcune osservazioni:
La particolarità del ruolo: allenamento con i compagni o da
solo
La diversità: usa le mani
La responsabilità: è l’ultima opposizione agli avversari
Discontinuità dell’azione: ha lunghe pause durante il gioco
La specificità della sua funzione: serve un suo allenatore
Il piacere ti tuffarsi: il coraggio
Elementi che caratterizzano la funzione
• il gioco con la palla nella parata: la presa, la
deviazione, la respinta
• il gioco con il suolo: il tuffo, l’uscita bassa
• la relazione con lo spazio: la porta, l’area, lo spazio
aereo
• la relazione con il proprio corpo: le qualità da allenare
(mobilità articolare, velocità e rapidità, forza)
• la relazione con il gioco: la posizione nella fase
difensiva, la posizione e i compiti nella fase offensiva, la
posizione nelle palle inattive
• il rapporto con la tecnica calcistica vera e propria:
calciare, stoppare, guidare la palla, colpire di testa,
contrastare
Le qualità fisiche del portiere:
• Statura superiore alla media
• Forza esplosiva
• Resistenza alla velocità
• Reattività (prontezza di riflessi)
•
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•
•
•
Equilibrio
Combinazione motoria
Differenziazione cinestetica
Trasformazione motoria
Orientamento spazio\temporale
Le caratteristiche psicologiche:
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•
•
Essere protagonista
Assunzione di responsabilità
Rapidità decisionale
Attitudine al comando
Livello attentivo alto
Stabilità emotiva
Autostima
Coraggio
FONDAMENTALI TECNICI
Considera tutti i movimenti e i
gesti atti ad iniziare l’azione
offensiva
Rinvio e rimessa con i piedi
Rinvio con le mani
Considera tutti i movimenti e i gesti
atti a proteggere la porta
CON PALLA SENZA PALLA
Deviazione
Posizione di base
Tuffo
Cambio di posizione
colpo di pugno
intervento di piede
FONDAMENTALI TATTICI
TATTICA
INDIVIDUALE
COLLETTIVA
OPEN SKILL
CONOSCERE
COOPERARE
Capacità di scelta delle
competenze in riferimento
alla situazione
Capacità di applicare le
indicazioni date e di
interagire cn i compagni
Il grande ostacolo da superare:
“la paura di sbagliare”
Solo attraverso l’esperienza dell’errore un ragazzo capisce dove, come,
quando e perchè ha sbagliato e con l’aiuto dell’allenatore potrà
migliorare la qualità tecnica della propria espressione; bisogna
mantenere un atteggiamento positivo che si può tradurre in:
- stimolare il ragazzo ad esprimersi senza paura
- sottolineare gli aspetti positivi della prestazione
- stimolare la solidarietà positiva
- comparare gli eventuali errori con quelli di famosi professionisti
- far capire la difficoltà del ruolo del portiere ai ragazzi che giocano con
lui
- ricordare che è pur sempre un gioco e che ci saranno altre partite
Stiamo vicini ai nostri ragazzi e
aiutiamoli a … sbagliare tranquillamente
CHIAREZZA IN TESTA, CORAGGIO NELLO SPIRITO E FORZA
NELLE GAMBE E NELLE BRACCIA
Il portiere è un soggetto "polivalente", capace cioè di adattarsi
immediatamente alle molteplici situazioni e alle svariate difficoltà
esecutive che una gara propone. La tecnica e la tattica vengono
immediatamente dopo.
Quindi un portiere può essere definito completo quando già in
possesso di buone qualità tecniche riesce ad espletare nel migliore
dei modi anche le situazioni tattiche.
Per fare ciò il portiere è chiamato ad intervenire e spaziare
all’interno di tutta l’area di rigore e anche oltre, con un
atteggiamento più votato all’attacco
Il portiere dovrà quindi lavorare in particolare sul posizionamento
nei cross (alti e bassi), nei tiri, nell’intercettamento della palla,
nelle azioni di sostegno, nei calci piazzati, nei duelli ecc., con una
lunga applicazione e soprattutto concentrazione
LE CAPACITÀ COORDINATIVE PER IL RUOLO
DEL PORTIERE
CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO
Per il portiere è fondamentale “sentire la porta” rispetto alla
posizione del pallone, saper calcolare quali potranno essere gli
spostamenti degli avversari e valutare come questi potranno
condizionare la dinamica della propria azione.
Per essere padrone della porta e dell’area di rigore bisogna
allenare la percezione, la visione periferica e la velocità d’analisi
e sviluppo del gioco per favorire un piazzamento corretto e
appropriato.
CAPACITA’ DI REAZIONE
La capacità di reazione permette al portiere di attivare una
risposta motoria rispetto ad un’azione nella quale si presume
sia richiesto il suo intervento.
La velocità d’analisi, di percezione degli stimoli acustici e visivi
risulta decisivo. E’ inoltre fondamentale la velocità di
realizzazione del programma mentale, oltre alla sua messa in
pratica ogni qualvolta si creino segnali inattesi.
CAPACITA’ DIFFERENZIAZIONE E ACCOPPIAMENTO
La capacità di differenziazione permette di modulare con
precisione la spinta verso l’alto o lo slancio per un tuffo, di
graduare i muscoli delle mani per bloccare o respingere un
pallone. L’accoppiamento azionerà i vari segmenti corporei
secondo la provenienza alta, a mezz’aria o radente del pallone e
nel combinare la corsa con lo stacco e la presa della palla.
CAPACITA’ D’EQUILIBRIO
La capacità che permette di mantenere l’equilibrio, di perderlo,
recuperarlo, dopo più o meno ampi spostamenti, per il portiere è
determinante.
Una corretta azione di tuffo non è altro che una volontaria e
controllata perdita dello stato di equilibrio.
Questa capacità va accresciuta usufruendo anche della preacrobatica, coinvolgendo principalmente le qualità percettive:
percezione ottica, acustica, vestibolare, esterocettiva e
propriocettiva.
CAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE
La capacità di anticipazione permette di percepire gli sviluppi di
un’azione, di conseguenza, di impostare la risposta motoria,
avendo già previsto i risultati.
Per meglio utilizzare questa capacità, il portiere dovrà avere una
padronanza della tecnica calcistica non inferiore a quella degli altri
giocatori; infatti, dall’attenta osservazione della posizione del
corpo di un avversario che sta per calciare, è possibile anticipare
la direzione del tiro o l’impossibilità di indirizzare la palla in un
determinato punto secondo la posizione assunta dall’attaccante.
Per fare ciò si deve prestare la massima attenzione all’impatto del
piede sul pallone per poterne prevedere la traiettoria.
CAPACITA’ DI RITMIZZAZIONE
Si tratta della capacità di percepire e di attribuire un opportuno
andamento ritmico agli atti motori attraverso un’appropriata
organizzazione cronologica delle contrazioni decontrazioni
muscolari.
LA TECNICA DEL PORTIERE
POSIZIONE DI PARTENZA
Gli arti inferiori devono essere divaricate ad una
larghezza pari o leggermente inferiore alla larghezza
delle spalle e il con il peso del corpo spostato
sull’avampiede. In questa posizione il Portiere si trova
sempre in una posizione pronta per reagire
Le braccia e le mani: Gli arti superiori, leggermente flessi
al gomito, devono stare allargate rispetto alla linea del
corpo. Le palme delle mani devono trovarsi all’altezza
dei fianchi rivolte una di fronte all’altra o orientate verso
l’esterno in direzione del pallone.
La testa ,seguendo il movimento della palla, dovrebbe
essere leggermente inclinata in avanti. Ciò servirà a
spostare il peso del corpo leggermente in avanti.
LA PRESA
LA PRESA POLLICI DENTRO che
viene utilizzata in genere per bloccare
palloni che vengono calciati ad
un'altezza pari o superiore al petto
e nei tuffi.
LA PRESA POLLICI FUORI che viene utilizzata in
genere per bloccare palloni che vengono calciati ad
un'altezza inferiore al petto su portiere fermo o su
breve movimento
La presa di un tiro rasoterra: la corretta
presa su tiro rasoterra centrale è quella che
vede il portiere col busto piegato in avanti, le
gambe leggermente aperte e tese, le braccia
che fanno binario scendendo parallelamente
alle gambe, le mani posizionate a cucchiaio
(con i pollici rivolti verso l'esterno) che
chiudono la presa portando il pallone al petto
subito dopo l'impatto.
Un altro corretto movimento per la presa dei
tiri rasoterra è quello che vede il portiere con
il busto in avanti, una gamba piegata
lateralmente, l'altra ben flessa con il
ginocchio quasi a terra, le mani a cucchiaio in
mezzo alle gambe che aspettano il pallone
per serrarlo all'addome subito dopo l'impatto
Presa del pallone in movimento rasoterra a destra del
portiere: il movimento è uguale a quello precedentemente
descritto, ma in questo caso il portiere si sposta verso destra
piegando il ginocchio sinistro e appoggiandolo a terra, il destro si
flette scivolando sul terreno. Per una corretta presa del pallone, il
portiere deve sempre trovarsi con il corpo dietro allo stesso.
Presa del pallone all’addome: se il
pallone giunge all'altezza dell'addome, il
portiere dovrà attendere lo stesso con le
mani a cucchiaio ed busto piegato
leggermente in avanti. Nel momento
dell'impatto col pallone il busto si flette per
evitare traumi e le braccia si chiudono
bloccando per serrare la presa .
Presa del pallone che rimbalza avanti: il movimento è uguale
a quello precedentemente descritto, ma in questo caso le gambe
devono subire una leggera flessione per permettere al portiere
maggiore elasticità e mobilità.
Presa del pallone sul tiro a ½ altezza:
presa all'addome ma con rapido
spostamento laterale o in avanti e
presa al petto.
come
Presa alta: quando il pallone giunge all'altezza della testa o
sopra la stessa per effettuare una corretta presa, la posizione
delle braccia dovrà essere leggermente allungata in avanti, le
mani dovranno essere aperte e posizionate dietro il pallone con i
pollici distanziati tra loro di un centimetro; gli indici distanti circa
tre-quattro centimetri.
Appena effettuata la presa, il pallone sarà portato al
petto tramite una rotazione delle mani intorno allo stesso.
Presa alta sulla corsa diagonale del portiere: come sopra,
con corsa diagonale in direzione del pallone; il piede che si stacca
da terra è quello più lontano al pallone questo (è consigliabile che
il salto venga effettuato con un solo piede e quasi mai con
entrambi). Il pallone dovrà essere bloccato nel punto più alto
possibile sfruttando la massima estensione delle braccia.
Respinte di pugno: per una corretta
respinta di pugno è necessario che il
portiere colpisca il pallone con la parte
piatta, effettuando un movimento del
braccio dal basso in alto; una volta deciso
di respingere di pugno staccare con la
gamba opposta al lato di provenienza del
pallone per favorire l’allungamento della
traiettoria, la posizione del piede contro
laterale deve essere
TUFFO IN PRESA O IN DEVIAZIONE?
Da uno studio di tipo statistico si nota che si utilizza maggiormente
la situazione di deviazione.; poiché è la migliore risposta a
- l'aumento della velocità della palla con conseguente diminuzione
del tempo di analisi e di reazione motoria ;
- le condizioni climatiche che modificano le traiettorie della palla ;
- la presenza di campi di gioco non uniformi nel manto erboso;
- la continua variazione dei materiali come palloni più leggeri;
- la presenza in area di avversari pronti a raccogliere un'eventuale
errore di presa.
L'allenamento sulla base di ciò che succede realmente durante la
gara, allenando maggiormente il gesto tecnico della deviazione,
rendendo capace di trasformare un gesto, che alla
base risulta istintivo in un gesto programmato,
consentirà di risolvere situazioni difficili in modo
drastico e decisivo con soluzioni precise piuttosto
che approssimative.
IL COMPORTAMENTO DEL PORTIERE SULLE
USCITE BASSE
Durante le gare del campionato di serie C/2
è emerso che su un totale di 1471 interventi
effettuati da un portiere durante l’intero
anno ben 1181 di essi (l’80.28%) lo hanno
visto impegnato in situazioni tattiche
(intercettamenti, uscite alte, uscite basse,
uscite in avanti, uscite in situazione di 1c1).
Di questi 1181 interventi, 114 ( circa il 10%)
sono stati realizzati con delle uscite basse.
La situazione di 1c1 è rappresentata da una distanza breve in cui
si viene a trovare il portiere e il portatore di palla.
In questo caso diventa importante la posizione di partenza
assunta dal portiere e dalla forza degli arti inferiori.
LA FASE OFFENSIVA
Da una ricerca è emerso che Bonner, estremo difensore dell’Eire,
durante i Mondiali del 1994 ha effettuato ben 152 azioni d’attacco,
che hanno rappresentato il 77,1% delle sue azioni complessive. Il
dato che fa maggiormente riflettere, tuttavia, riguarda il fatto che
solo 5 azioni offensive su 33 sono andate a buon fine mentre le
altre 28 sono state intercettate dagli avversari.
Quello di Bonner è stato un caso
limite, ma dalla ricerca effettuata
è emerso che la fase offensiva
dei portieri è stata in media del
64,3% rispetto all’intera attività
svolta, e solo il 30% delle loro
azioni hanno avuto esito positivo.
Da qui nasce l’importanza di dedicare una parte dell’allenamento
alla fase offensiva
Cos’è la fase offensiva
L’attività del portiere si divide in due fasi:
Azioni difensive; che si verificano quando il pallone è in
possesso degli avversari ed il portiere cerca di intercettarlo ovvero
di evitare che la palla vada in rete, e si dividono in:
 Intercettamento e presa;
 Uscite in presa e deviazione;
 Respinte;
 Tuffo in presa o in deviazione;
 Uno contro uno.
Azioni offensive; si verificano quando il pallone è in possesso
del portiere che lo dovrà distribuire secondo la situazione di gioco
che si è venuta a creare oppure secondo le indicazioni
dell’allenatore.
Le azioni offensive si dividono in:
1- Rilanci con le mani:
Con palla radente. Tale gesto tecnico viene utilizzato quando non
ci sono giocatori avversari nella traiettoria, ed è il rilancio più
semplice da imparare e da eseguire. Il pallone viene lanciato
come una palla da bowling, portando avanti l’arto inferiore
contrario al braccio utilizzato per lanciare;
Sopra la spalla. Il rilancio si utilizza quando il compagno che si
deve servire si trova a circa 10/15 metri. Il pallone viene lanciato
come un giavellotto e deve rimbalzare prima di raggiungere il
compagno;
A bilanciere. Il pallone viene bloccato fra la mano e il polso per
evitare che sfugga al controllo. Viene portato avanti l’arto inferiore
contrario al braccio usato per il lancio nonché perpendicolare al
tronco l’altro braccio. Il lancio avviene con un movimento
rotatorio.
2- Rinvii con i piedi:
Al volo;
Di controbalzo (o di drop);
Al volo laterale.
Per allenare il portiere sulla fase offensiva si dedicherà ampio
spazio all’addestramento nei giorni più lontani dalla gara, creando
invece situazioni di gioco durante gli ultimi allenamenti che
precedono la partita al fine di preparare anche psicologicamente
l’atleta.
ESEMPI di esercizi:
1. Esercizio: poste delle porticine di fronte al portiere ad ore 11 e 13 si chiede all’atleta
di incassare il pallone in rete usando i diversi tipi di rilancio con le mani sopra descritti.
2. Esercizio: come sopra sostituendo alle porticine delle sagome. Il portiere cercherà di
colpire tali figure.
3. Esercizio: delimitati degli spazi di forma quadrata con dei “cinesini”, si chiede al
portiere di lanciare con le mani ovvero calciare il pallone entro tali aree;
Una volta che l’atleta riuscirà ad eseguire agevolmente i predetti
esercizi, verrà introdotto un’ulteriore gesto tecnico:
4. Esercizio: uscita in presa e rilancio e/o rinvio come da esercizi
precedenti (ad esempio: il portiere, esce intercettando il cross
dell’allenatore e rinvia il pallone andando a colpire una sagoma;
5. Esercizio: tuffo in presa e rilancio e/o rinvio come da esercizi
precedenti (ad esempio: il portiere para in tuffo un tiro scagliato
dall’allenatore e successivamente rinvia il pallone all’interno dell’area
delimitata dai “cinesini”.
Negli ultimi esercizi descritti viene associata la fase difensiva a quella
offensiva.
Nell’approssimarsi della gara gli esercizi sopra descritti verranno
modificati al fine di renderli più aderenti alla situazione reale.
6. Esercizio: con l’area affollata il portiere dovrà uscire ed intercettare il
cross dell’allenatore per poi rinviare e/o rilanciare il pallone ad un
compagno in movimento.
COME ALLENARE?
Le differenze nei risultati e nell’effetto d’apprendimento sono fortemente
influenzate dai processi di percezione e di anticipazione (processi
cognitivi).
L’apprendimento motorio è basato su situazioni globali e parte quindi dal
principio che i maggiori progressi nella prestazione e nell’apprendimento
si ottengono tenendo conto dell’unità e delle correlazioni tra gli aspetti
condizionali,coordinativi, cognitivi, emotivi, accentuandoli al momento
opportuno.
Apprendere non è mai diventare capaci di ripetere lo
stesso gesto,
ma fornire con mezzi diversi una risposta adatta alla
situazione.
La tecnica non deve essere ridotta alla semplice esecuzione gestuale. E’
la situazione e non solo l’istruzione che insegna.
Bisogna quindi esaminare la scelta degli esercizi per valutare il loro
effetto anche sullo sviluppo cognitivo del portiere.
ESEMPIO DI LAVORO per campionato a 11 (la categoria non
ha una rilevanza nel obiettivo del lavoro e nello sviluppo sul
campo)
SEDUTE SETTIMANALI 3
MARTEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
Riscaldamento
Riscaldamento (tecnico Riscaldamento
(tecnico e\o fisico) : prese, respinte,
(tecnico )
coperture,lavoro
podalico ecc)
Forza generale
Esercitazioni
Palle alte ,
multiple(velocità,acroba respinte di
tica,reattività)
pugno,lavoro
podalico.
Lavoro con
Squadra
Lavoro con Squadra
Lavoro con
Squadra
campionato Professionistico - SEDUTE SETTIMANALI 5
MARTEDI MERCOLEDI GIOVEDI’
’
’
RISCALDAMENTO
VENERDI’
SABATO
RISCALDAMENTO
RISCALDAMENTO
RISCALDAMENTO
RISCALDAMENTO
(Tecnico o
fisico)
(Tecnico)
(Tecnico)
Forza
generale
Esercitazioni
multiple
Partita
Palle alte ,
amichevole o lavoro
Esercitazioni podalico
di velocità e
rapidità
Rapidità,
palle alte
Lavoro con
Squadra
Lavoro con
Squadra
Lavoro con
squadra se
non si
effettuata la
gara
amichevole
Lavoro con
Squadra
(Tecnico)
Lavoro con
Squadra
(Tecnico)
campionato a 7 - SEDUTE SETTIMANALI 3
MARTEDI’
Riscaldamento
(tecnico e\o fisico)
Forza generale
Lavoro con Squadra
MARTEDI’
Riscaldamento
(tecnico e\o fisico)
Forza generale
Lavoro con Squadra
GIOVEDI’
Riscaldamento (tecnico: prese,
respinte, coperture, lavoro
podalico ecc)
Esercitazioni multiple (velocità,
acrobatica, reattività)
Lavoro con Squadra
GIOVEDI’
Riscaldamento (tecnico: prese,
respinte, coperture, lavoro
podalico ecc)
Palle alte , respinte di pugno,
lavoro podalico.
Lavoro con Squadra
Grazie dell’attenzione e…
“Chi ascolta dimentica
Chi vede ricorda
Chi fa impara”
Arturo Consonni & Stefano Faletti
e-mail
cell.
cell.
[email protected]
+39 347 3711768
[email protected]
+39 347 3122490
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