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Transumanza di greggi in pianura
L’ECO DI BERGAMO 22 LUNEDÌ 9 MARZO 2015 Provincia [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Greggi al pascolo Casirate dice no «Ma è illegittimo» «Quel provvedimento va contro la legge regionale» «Due leggi regionali dicono che la transumanza è soggetta solo a un controllo sanitario: se le pecore sonosanepossonopassare»,spiegaAvogadri,presidente dell’associazione degli alpeggi. Il gregge di Adelmo Grassenis, più di mille pecore, in un campo di Pandino. Prima di raggiungere la cittadina cremasca, aveva pascolato a Casirate FOTO CESNI Fa discutere l’ordinanza che vieta la transumanza anche nei mesi invernali. I pastori: «Non ha senso» Casirate GIUSEPPE ARRIGHETTI Non bastavano A4, Brebemi, Teem, Tav e, domani, Pedemontana, a rendere difficile la vita dei pastori bergamaschi: il Comune di Casirate d’Adda ha vietato il pascolo alle greggi vaganti, estendendo a tutto l’anno una precedente ordinanza che impediva alle pecore di brucare l’erba dal 1° marzo al 30 novembre. Ora anche i mesi invernali, i più preziosi per chi deve fronteggiare la scarsità di erba tentando di passare nel maggior numero possibile di campi e prati, sono «off-limits»: per 365 giorni all’anno se una pecora verrà avvistata a pascolare, le autorità cercheranno il suo pastore per affibbiargli una multa che andrà da un minimo di cento a un massimo di 600 euro. L’ordinanza, firmata dal sindaco Mauro Faccà, sta facendo discutere gli addetti ai lavori: pastori, veterinari, amministratori, ma anche appassionati del variegato mondo della transumanza, si accapigliano: è legittimo il provvedimento? Oppure è l’ennesimo maldestro tentativo di mettere fine a una tradizione millenaria che in ogni caso troverà, o per vie legali o in altro modo, una scappatoia per sopravvivere e anzi continuare a essere un «patrimonio culturale immateriale» come l’ha definita la stessa Regione Lombardia? Alessandro Avogadri, presidente dell’associazione per la valorizzazione degli alpeggi, non ha dubbi: «Quel provvedimento è il- legittimo perché contrario allo spirito di ben due leggi regionali, la numero 8 del 2007 e la numero 33 del 2009. Entrambe hanno chiarito in maniera inequivocabile che la transumanza è soggetta esclusivamente a un controllo di tipo sanitario: se il servizio veterinario dell’Asl dice che le pecore sono sane, nessuno può impedire il loro passaggio». Già, ma è proprio su questo punto che le interpretazioni di- Si lamentano «danni arrecati alle colture». E ad Arzago è in vigore da anni L’esperta: questo è l’effetto di cittadini affetti da «puzza al naso» vergono: «La nostra ordinanza infatti – spiega il sindaco Faccà – non vieta il passaggio, il transito, degli animali, ma vieta il pascolo». Motivo? L’ordinanza ne elenca quattro: proprietari di terreni agricoli che si lamentano per i danni provocati dalle greggi; cittadini che si lamentano per i «problemi igienici sanitari che vengono provocati dal passaggio di greggi e armenti»; strade comunali e terreni privati invasi da pecore «senza alcuna autorizzazione»; animali che «anche se custoditi» invadono i terreni «in modo arbitrario e incontrollato». «Abbiamo ricevuto troppe lamentele dai nostri agricoltori o semplici cittadini – conclude il sindaco – e abbiamo deciso di intervenire». «Ma vietare il pascolo senza poter vietare il passaggio non ha senso – ribatte Avogadri – quale pastore è mai in grado di controllare che neppure una delle sue mille pecore, nell’attraversare Casirate d’Adda, non bruchi nemmeno un ciuffo d’erba?». Il confronto è aperto, ma che le interpretazioni siano divergenti lo dimostra proprio il caso di Casirate d’Adda. Il Comune guidato dal sindaco Faccà condivide il servizio di Polizia locale con i comuni di Arzago d’Adda e di Calvenzano: ebbene, nei tre paesi ci sono tre disposizioni diverse. A Casirate è stata firmata recentemente la nuova ordinanza, a Arzago d’Adda il divieto è inserito, da circa sei anni, in un articolo del regolamento di Polizia urbana (e ha fatto «elevare» un paio di multe); a Calvenzano non c’è nessuna restrizione. Moltiplichiamo queste tre situazioni per tutti i comuni della Bassa, della Brianza, del Pavese e del Novarese (le province maggiormente battute dai pastori bergamaschi) e ne avremo un quadro difforme e parecchio complicato, di fronte al quale però i pastori, e i loro portavoce, non si arrendono. Tino Ziliani, pastore camuno presidente dell’associazione Pa- La Regione «La pastorizia vagante forma di tutela ambientale» Valorizzare la pastorizia ovina vagante, presente sul territorio lombardo con 151 allevamenti di transumanza, con una consistenza di 58.153 capi, contro gli allevamenti stanziali che ammontano invece a 5.226 allevamenti, con un patrimonio zootecnico di 45.077 capi, è l’obiettivo di un progettopresentatoallaGiuntaregionale qualche tempo fa dall’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava.«Stiamolavorando-spiegal’assessore - alla redazione di un piano specifico perché vogliamo sostenere i pastori vaganti, che rappresentano una cultura di minoranza, riconosciuta nel Registro delle eredità culturali immateriali della Lombardia». Il piano di azione è già stato presentato anche al ministero delle Politiche agricole. Le proposte operative, riguardano le modalità di incremento della superficie pascolabile in alpeggio, in golena (lo spazio compreso tra uncorsod’acquaeilsuoargine)enelle aree a parco; la valorizzazione dei Valcanale, un festival celebra gli uomini degli alpeggi ARDESIO «Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori/ lascian gli stazzi e vanno verso il mare. Vanno verso l’Adriatico selvaggio / che verde è come i pascoli dei monti…». Così Gabriele d’Annunzio rese famosa la transumanza autunnale dei pastori abruzzesi. Anche scrittori e poeti siciliani descrissero il peregrinare lungo le «Trazzere reali», strade in terra battuta utilizzate per portare greggi e mandrie dalla montagna al mare e viceversa. La transumanza dalle valli orobiche alla pianura è stata narrata da Michele Corti nel suo volume «I bergamini, transumanza d’alpeggio». «Si tratta di una secolare consuetudine – scrive l’autore, docente universitario – oggi quasi scomparsa sia per la diminuzione della pastorizia, sia perché gli animali vengono quasi sempre portati con appositi camion dai luoghi di svernamento agli alpeggi estivi e viceversa». Ancora , tuttavia, benché pochi, vi sono pastori che, seguendo percorsi naturali o tracciati dall’uomo, la transumanza la effettuano secondo tradizioni antiche. Per non perdere la memoria di questa secolare tradizione i giova- ni di Valcanale dell’Associazione «Valcanale Team» – che da qualche tempo si impegnano per migliorare l’accoglienza turistica della piccola borgata di Ardesio – stanno organizzando il Festival della transumanza, il 4 e 5 luglio. Dice Omar Zucchelli, che presiede l’associazione: «La transumanza è un’usanza praticata sin dai tempi antichi nella Valcanale. Riteniamo che proprio la nostra borgata, caratterizzata da paesaggio da cartolina e numerosi pascoli, ben presentati nella recente pellicola “L’ultimo pastore”, di Marco Bonfanti, costituisca il Il passaggio a Valcanale FOTO BOCCARDI prodotti ovini; un sostegno al reddito dei pastori e alla loro cultura; la regolamentazione del transito delle greggi e dell’impatto sulla fauna selvatica; il controllo sanitario degli animali e la tracciabilità dei capi; la protezione delle greggi dai grandi predatori. «La pastoriziavagante–spieganoitecnici della Regione – rappresenta anche una forma di tutela ambientale: gli animali che si spostano e mangiano migliorano gli ambienti utilizzando aree non coltivate destinate all’abbandono e questa azione di contenimento della vegetazione invasiva e infestante incrementa la biodiversità vegetale e contribuisce alla stabilizzazione ecologica dell’ambiente». G. AR. contesto ideale per sostenere un’iniziativa del genere. Diverse le iniziative che stiamo organizzando: spettacoli legati al mondo dell’alpe; la mostra “Suoni d’alpeggio-la nostra terra”, a cura del professor Giovanni Mocchi e del fotografo Matteo Zanga; sculture lignee realizzate dal vivo da un artista con la motosega; una fattoria didattica per avvicinare i bambini al mondo della natura; bancarelle con prodotti dell’alpe; momenti conviviali con prodotti tipici». Anima del festival sarà il pastore Renato Zucchelli di Valcanale (reso famoso proprio dal film di Marco Bonfanti), che durante l’estate sale ai pascoli alpini della contrada con il suo gregge di 1.500 pecore, 40 mucche e 15 asini. 1 Enzo Valenti 23 L’ECO DI BERGAMO LUNEDÌ 9 MARZO 2015 Gli allevamenti transumanti rimasti in Lombardia La pastorizia ovina vagante è presente sul territorio lombardo con 151 allevamenti di transumanza e una consistenza di 58.153 capi, contro gli allevamenti stanziali che ammontano invece a 5.226 allevamenti e un patrimonio zootecnico di 45.077 capi. L’intento della Regione Lombardia è quello di valorizzare gli allevamenti vaganti a tutela dell’ambiente e della biodiversità 151 Il pastore errante della Bassa «Mille difficoltà, ma non mollo» Adelmo Grassenis, di Clusone, ogni anno con un migliaio di pecore migra dalla Valtellina a Casirate e Rivolta d’Adda. «Che fatica» MARTA TODESCHINI stori lombardi, conosciuto in tutta la Valle Seriana dove d’estate viene chiamato a lavorare con la sua squadra di tosatori, chiama in causa addirittura la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: «L’articolo 13 recita testualmente: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato”. E un piccolo comune vuole negare a noi e ai nostri animali il diritto di passaggio?». Chiude il cerchio Anna Carissoni, ricercatrice di Parre e autrice di alcuni libri dedicati alla pastorizia bergamasca e a tutti i suoi protagonisti: «Quella di Casirate è una delle tante ordinanze che i sindaci emettono a causa di cittadini particolarmente affetti da “puzza al naso” che non sopporta- no le strade imbrattate, oppure a causa di un singolo pastore che si comporta in modo scorretto, danneggiando colture oppure pascolando nei fondi privati. E così, invece di colpire il singolo che sbaglia, vengono emanate ordinanze come questa, che finiscono per danneggiare tutti i pastori, e per semplificare la vita alle forze dell’ordine, che così non devono scomodarsi a controllare la veridicità di ogni singola lamentela dei privati: si vieta il pascolo e, se infrangi il divieto, hai violato la legge. Moltissimi cittadini, che a parole amano tanto la natura, non si rendono conto del fatto che la pastorizia è la sola attività veramente naturale ed ecologica che ci sia rimasta». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA «Ma ci sarà modo di farla togliere, no?». La domanda di Adelmo Grassenis è un concentrato di sana ingenuità e senso pratico. Lui che di pastorizia vive da una vita e da trent’anni solca con le sue greggi la Bassa, l’ordinanza del sindaco di Casirate la prende come un fulmine a ciel sereno. «Ma come, da quando?» chiede. Dal primo febbraio. Una brutta gatta da pelare: lui da queste parti ci resta – ogni anno da trent’anni – da dicembre a febbraio. È per questo motivo che spera in un cambio dell’ultima ora, in un ripensamento. Certo di bastoni tra le ruote Grassenis ne ha dovuti scostare parecchi. Racconta la sua quotidiana battaglia contro divieti e gente non troppo entusiasta di vederlo spuntare all’orizzonte, rispondendo al telefono da Pandino, 12 chilometri e mezzo da Casirate, 14 minuti passando dalla statale 472 (fonte google maps) che per lui e chi lo segue diventano invece settimane. A seguirlo sono qualcosa come mille pecore e più, una decina di asini e il figlio Omar, ventun anni, pure iscritto ai coltivatori diretti. «Casirate, Fara, Rivolta, Pandino»: il pastore snocciola i paesi che d’inverno sono la casa dei suoi animali, l’area dove svernare prima di risalire verso la Valtellina. Tutti sui rimorchi Sui camion, rigorosamente sui camion: «Non ci sono più posti dove fermarsi – spiega il pastore – e così si devono caricare le pecore sui rimorchi». E addio poesia di greggi belanti a svegliare paesi interi: Grassenis sborsa i suoi diecimila euro per pagare i cinque camion neces- Tutelare l’attività, Regione in campo Valorizzare la pastorizia ovina vagante, presente sul territorio lombardo con 151 allevamenti di transumanza, con una consistenza di 58.153 capi, contro gli allevamenti stanziali che ammontano invece a 5.226 allevamenti, con un patrimonio zootecnico di 45.077 capi. Questo l’obiettivo di un progetto presentato alla Giunta regionale qualche tempo fa dall’assessore all’Agricoltura Gianni Fava. «La Direzione generale dell’Agricoltura – spiega Fava – sta lavorando alla redazione di un piano, in quanto esiste la necessità di sostenere i pastori vaganti, che rappresentano una cultura di minoranza, riconosciuta nel Registro delle eredità culturali immateriali della Lombardia». Il piano è già stato presentato al ministero delle Politiche agricole e ha coinvolto l’Associazione pastori della Lombardia, le Direzioni generali della Salute, Ambiente, Sicurezza, Cultura, Comunità montane e prevede azioni coordinate su più fronti. Le proposte operative riguardano le modalità di incremento della superficie pascolabile in alpeggio, in golena e nelle aree a parco; la valorizzazione dei prodotti ovini; un sostegno al reddito Regione in difesa della pastorizia Adelmo Grassenis con il figlio Omar nei campi di Pandino FOTO CESNI La protesta Vie ecologiche distrutte dal cemento Nemmeno i coltelli e i bastoni branditi per difendere le proprie «batìde» (cioè i percorsi utilizzati dai pastori nel periodo invernale per passare da una provincia all’altra e trovare nutrimento per le loro pecore) possono fare molto contro l’avanzata del cemento. L’ampliamento della A4, la costruzione della Brescia-BergamoMilano e della tangenziale est esterna di Milano, i lavori per l’alta veloci- dei pastori e alla loro cultura; la regolamentazione del transito delle greggi e dell’impatto sulla fauna selvatica; il controllo sanitario degli animali e la tracciabilità dei capi; la protezione delle greggi dai grandi predatori. La pastorizia vagante rappresenta anche una forma di tutela ambientale insostituibile: gli animali che si spostano e mangiano migliorano «gli ambienti naturali utilizzando aree marginali non coltivate altrimenti destinate all’abbandono – spiegano i tecnici della Regione – e questa azione di contenimento della vegetazione invasiva e infestante incrementa la biodiversità vegetale e contribuisce alla stabilizzazione ecologica dell’ambiente». 1 G. Ar. tà ferroviaria e, in futuro, quelli per la Pedemontana, oltre che sottrarre fisicamente migliaia di ettari al pascolo degli animali, tagliano la pianura e le imprimono ferite che eliminano sentieri, collegamenti e strade bianche che costituivano veri e propri corridoi ecologici per il passaggio degli animali da un campo all’altro. A gennaio dell’anno scorso, un intero gregge, con tanto di cani e asini al seguito, si vendicò di questo «sopruso» sfruttando proprio i collegamenti di cantiere della tangenziale estesterna di Milano, un’infrastruttura che verrà completata giusto in tempo per l’Expo. Dove si parlerà di cibo. Ma dove le pecore non riusciranno ad arrivare. sari a trasportare l’intero armento e via, in tre ore (senza traffico) si è a mangiare pizzoccheri sulla roulotte in dotazione e godersi l’estate. Più o meno come tutti gli altri pastori che la transumanza, quella vera che dura mesi di spostamenti lenti di prato in prato, sono sempre più in difficoltà a farla. E non è soltanto colpa della cementificazione. Anche dove la natura è generosa e i prati abbondano (Casirate docet), sono gli animali a due zampe a dir la loro. Che non sia tutta poesia, per il pastore nato a Clusone 51 anni fa, lo ammette lui stesso: «Ce n’è sempre una: o ci sono i verdi che ci accusano di distruggere piante e arbusti o ci sono i volontari che fanno i verbali». Poi però non sfugge un controsenso, quello di «notare come i posti dove ci hanno vietato di andare, l’anno dopo siano diventati pieni di spine». Poi c’è la paura delle malattie, la paura che le bestie ti entrino in casa, la paura di restare intrappolati nell’auto in coda dietro a un gregge «e non si vive più, né noi né loro», sbotta il pastore. «Si paga per colpa di pochi» A Casirate hanno pensato di tagliare la testa alla pecora paventando sanzioni da 100 a 600 euro. Il pastore baradello pensa di conoscere il perché, «colpa di uno che lo scorso anno ha pelato le piante – dice –, ma per un caso isolato non ci devono rimettere tutti». Una soluzione, aggiunge speranzoso, si troverà. La fiaba antica del pastore errante non si ferma. Non basterà un’ordinanza: il mondo è un grande campo. 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Buon Compleanno! Tanti auguri EMANUELE per i tuoi 4 anni!! Brembate, 9 marzo 2015 Mamma, papà, LEO, e nonni.