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Parte settima- Reti fognanti

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Parte settima- Reti fognanti
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Parte settima
Le reti fognanti
Premessa
L’azione antropica sul territorio si è manifestata nei secoli in maniera sempre crescente ma, negli
ultimi decenni, si è intensificata in modo esponenziale, in relazione alle accresciute potenzialità offerte dalla tecnologia.
Si sono così verificati intensi fenomeni di trasformazione dell’uso del suolo, dovuti a processi di urbanizzazione, di industrializzazione e di coltivazione di vaste aree, che hanno comportato macroscopici interventi sul territorio. Pertanto la difesa idraulica del territorio non investe solamente le problematiche della difesa dalle inondazioni, ma anche il drenaggio delle aree urbane al fine di regolare
le acque meteoriche in eccesso ed incanalarle in un sistema di canalizzazioni, di manufatti, apparecchiature e macchinari atti a raccogliere ed allontanare dagli abitati le acque meteoriche e le acque
reflue prodotte dagli usi domestici, pubblici, artigianali ed industriali.
Un sistema siffatto prende il nome di fognatura dinamica.
La progettazione di una rete di fognatura è strettamente correlata alla conoscenza dell’afflusso meteorologico, pertanto origina dallo studio delle precipitazioni che, attraverso la mediazione del bacino,
vengono trasformate in portate secondo vari modelli di trasformazione afflussi-deflussi.
Per una valida progettazione della rete di fognatura occorrono:

Normativa vigente
NORMATIVA STATALE:




Circolare Ministeriale LLPP n.° 11633/74 "Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di
trattamento delle acque di rifiuto"
Legge 10/5/1976 n.°319 “Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento"
Delibera C.I. 4.2.1977 - Allegato 4 “Norme tecniche generali per la regolamentazione dell'installazione e
dell'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione"
Decreto Ministeriale LL.PP. 12/12/1985 "Norme tecniche relative alle tubazioni"
COMPETENZE REGIONALI
Piano Regionale di risanamento delle acque (art.8 Legge 319/76)
L.R. 29 luglio 2010, n. 31 - Norme regionali contenenti la prima attuazione del decreto legislativo 3 aprile 2006,
n. 152 (Norme in materia ambientale)
REGOLAMENTI COMUNALI
Le reti fognanti
353

Supporto cartografico

Corografia 1:25.000 1:10.000
- delimitazione dei confini amministrativi,
- delimitazione del bacino idrografico gravante sul centro da servire
- idrografia superficiale

Planimetria quotata 1:5000
- spartiacque ed impluvi naturali

Aerofotogrammetrici 1:2000 ÷ 1:1000
- perimetrazioni bacini scolanti

Piani Urbanistici e Previsioni di sviluppo

Dati demografici





Popolazione
Popolazione
Popolazione
Popolazione
residente (serie storica)
stabile non residente (collegi, caserme, ospedali)
fluttuante con pernottamento (alberghi, 2 case, ecc.)
fluttuante senza pernottamento (addetti unità lavorative)
Dati relativi alle unità produttive
 Tipologia dell’attività
 Numero addetti

Dati pluviometrici

Dati sull’idrografia superficiale

Dati freatimetrici
1. Caratteri di qualità delle acque di fogna
1.1 - Acque reflue domestiche
I caratteri di qualità delle acque reflue domestiche sono connessi fondamentalmente con la differente
tipologia degli insediamenti, con le dotazioni idriche, con la natura ed il livello di dotazione dei servizi.
Sussistono inoltre numerosi altri fattori che condizionano i caratteri delle acque di rifiuto domestiche,
quali la successione delle stagioni, la presenza di acque di falda infiltrate, l'accidentale immissione di
sostanze inusitate, ecc. I caratteri di qualità delle acque reflue, pertanto, in quanto dipendenti da
un limitato numero di fattori determinatori, sono in linea di massima determinabili a priori. Le indagini
di campo, anche se di tipo speditivo, sono peraltro sempre auspicabili e necessarie per avere valida
conferma degli assunti progettuali.
I principali indicatori ai quali viene fatto riferimento per quantizzare il livello di inquinamento delle
acque reflue sono costituiti da parametri chimico fisici, dal contenuto di materiale organico, di materie
solide, di nutrienti e di metalli pesanti. Le misure che vengono normalmente eseguite riguardano:
 il BOD ( Biochemical Oxygen Demand ): quantità di ossigeno richiesta dai microrganismi presenti in un liquame abilitati alla stabilizzazione aerobica delle sostanze organiche biodegradabili.
La determinazione si effettua prelevando un campione di liquame contenuto all'interno di una
bottiglia chiusa con un tappo misuratore della quantità di ossigeno consumata all'interno del
contenitore. Con riferimento al valore misurato sul display a 5 giorni (BOD5) questo risulta un
consumo di ossigeno pari al 68% del totale richiesto per la stabilizzazione.
354
Figura 1. Contenitore per la misurazione del BOD
 il COD ( Chemical Oxygen Demand ): quantità di ossigeno richiesta da un liquame per conseguire
la ossidazione chimica della quasi totalità delle sostanze organiche, sia biodegradabili che non
biodegradabili. Il valore del COD di un liquame è sempre superiore al valore del BOD e non
risente della presenza di inibitori tossici.
 il TOC ( Total Organic Carbon ): è una determinazione che, attraverso la titolazione dl carbonio
presente nel liquame, individua la totalità di sostanze organiche presenti nel liquame.






i solidi sospesi
l'azoto ammoniacale e nitroso
il fosforo, totale e come ortofosfati
i tensioattivi
gli olii ed i grassi
i metalli pesanti, specie il piombo e lo zinco.
Facendo riferimento alla situazione italiana, un liquame bruto domestico è caratterizzato da un BOD 5
pari a 200-300 ppm, con valori di picco, rilevabili nelle prime ore della giornata, pari a 400-500 ppm.
Nei collettori nei quali forte è la presenza di acque di falda infiltrate, il
BOD 5 può scendere fino a
valori di 100 ppm.
1.2 - Acque di drenaggio di origine meteorica
I caratteri di qualità delle acque di drenaggio urbano sono connessi fondamentalmente con le condizioni meteorologiche di tempo di pioggia, con l’intensità della precipitazione, con la differente tipologia degli insediamenti, con l'inquinamento atmosferico, con il materiale sedimentato nelle fogne, con
la natura e la quantità dei sedimenti sulla superficie dilavata. Sussistono inoltre numerosi altri fattori
che condizionano i caratteri delle acque di pioggia, quali la successione delle stagioni, il numero di
giorni non piovosi che precedono l'evento pluviometrico, la presenza di acque di falda infiltrate, la
natura ed il livello di dotazione dei servizi, le dotazioni idriche, l'accidentale immissione di sostanze
non usuali, ecc.
I caratteri di qualità delle acque di drenaggio, pertanto, in quanto dipendenti da un elevato numero
di fattori determinatori e da un elevatissimo numero di fattori accessori, non sono determinabili a
priori, ma richiedono lunghe ed onerose indagini di campo volte alla loro acquisizione in termini
statisticamente significativi.
I principali indicatori ai quali viene fatto riferimento per quantizzare il
Le reti fognanti
355
livello di inquinamento delle acque di drenaggio sono costituiti da parametri chimico fisici, dal contenuto di materiale organico, di materie solide, di nutrienti e di metalli pesanti. Le misure che vengono
normalmente eseguite riguardano:
per
per
per
per
per





i parametri chimico fisici
il materiale organico
le materie solide
i nutrienti
i metalli pesanti
pH, Temperatura, Conducibilità, Torbidità
BOD, COD e TOC
Solidi sospesi
Fosforo (totale e come ortofosfato)
Piombo, Zinco, Mercurio, Cadmio, Rame
Durante le precipitazioni i caratteri di qualità delle acque di pioggia risultano molto variabili in funzione sia del tasso e della natura dell'inquinamento atmosferico al momento presente, sia del ruscellamento e della contaminazione superficiale (presenza di vegetazione, erosione delle pavimentazioni
e del suolo, materia organica presente sulla superficie, traffico veicolare, rifiuti dell'attività umana,
ecc.), sia della capacità di mobilitazione di materiale sedimentato nelle canalizzazioni della rete di
fognatura.
2. Impianti di Fognatura – Definizioni
L’Allegato 4 alla Delibera del Comitato Interministeriale relativo alle “ Norme tecniche generali per
la regolamentazione dell’installazione e dell’esercizio degli impianti di fognatura e depurazione” riporta le definizioni di un’usuale e ricorrente terminologia che verrà spesso richiamata nei paragrafi
seguenti.
“Per
impianto di fognatura si intende il complesso di canalizzazioni, generalmente sotterranee, atte a racco-
gliere ed allontanare da insediamenti civili e/o produttivi le acque superficiali (meteoriche, di lavaggio, ecc.) e
quelle reflue provenienti dalle attività umane in generale. Le canalizzazioni funzionano a pelo libero; in tratti
particolari il loro funzionamento può essere in pressione (condotte di mandata da stazioni di sollevamento, attraversamenti in sifoni, ecc.).
Una rete di fognatura può essere a
sistema misto quando raccoglie nella stessa canalizzazione sia le acque di
tempo asciutto, che quelle di pioggia, ed a sistema separato se le acque reflue vengono raccolte in una apposita
rete distinta da quella che raccoglie le acque superficiali.
Le canalizzazioni, in funzione del ruolo che svolgono nella rete fognaria, sono distinte secondo la seguente terminologia:

fogne: canalizzazioni elementari che raccolgono le acque provenienti da fognoli di allacciamento e/o da
caditoie, convogliandole ai collettori;

collettori: canalizzazioni costituenti l'ossatura principale delle rete che raccolgono le acque provenienti
dalle fogne e, allorché conveniente, quelle ad essi direttamente addotte da fognoli e/o caditoie. I collettori
a loro volta confluiscono in un emissario;

emissario: canale che, partendo dal termine della rete, adduce le acque raccolte al recapito finale.
1) Le canalizzazioni fognarie e le opere d'arte connesse devono essere impermeabili alla penetrazione di acque
dall'esterno e alla fuoriuscita di liquami dal loro interno nelle previste condizioni di esercizio. Le sezioni prefabbricate devono assicurare l'impermeabilità dei giunti di collegamento e la linearità del piano di scorrimento. La
impermeabilità del sistema fognario deve essere attestata da appositi certificati di collaudo.
2) Le canalizzazioni e le opere d'arte connesse devono resistere alle azioni di tipo fisico, chimico e biologico
eventualmente provocate dalle acque reflue e/o superficiali correnti in esse. Tale resistenza potrà essere assicurata sia dal materiale costituente le canalizzazioni, che da idonei rivestimenti. L'impiego del materiale di rivestimento e delle sezioni prefabbricate è ammesso solo su presentazione di apposita dichiarazione di garanzia, debitamente documentata, della ditta di fabbricazione. Le canalizzazioni costituite da materiali metallici devono, inoltre, risultare idoneamente protette da eventuali azioni aggressive provenienti sia dall'esterno, che dall'interno
delle canalizzazioni stesse. Il regime delle velocità delle acque nelle canalizzazioni deve essere tale da evitare sia
356
la formazione di depositi di materiali, che l'abrasione delle superfici interne. I tempi di permanenza delle acque
nelle canalizzazioni non devono dare luogo a fenomeni di settizzazioni 1 delle acque stesse.
3) Manufatti di ispezione devono di norma essere previsti ad ogni confluenza di canalizzazione in un’ altra, ad
ogni variazione planimetrica tra due tronchi rettilinei, ad ogni variazione di livelletta ed in corrispondenza di ogni
opera d'arte particolare. II piano di scorrimento nei manufatti deve rispettare la linearità della livelletta della
canalizzazione in uscita dai manufatti stessi. I manufatti di cui sopra devono avere dimensioni tali da consentire
l'agevole accesso al personale addetto alle operazioni di manutenzione e controllo. Lungo le canalizzazioni, al fine
di assicurare la possibilità di ispezione e manutenzione, devono disporsi manufatti a distanza mutua tale da
permettere l'agevole intervento del personale addetto.
4) Le caditoie devono essere munite di dispositivi idonei ad impedire l'uscita dalle canalizzazioni di animali vettori
e/o di esalazioni moleste. Esse devono essere disposte a distanza mutua, tale da consentire la veloce evacuazione
nella rete di fognatura delle acque di pioggia e comunque in maniera da evitare ristagni di acque sulle sedi stradali
o sul piano di campagna.
5) Tutti gli allacciamenti previsti alle reti pubbliche devono essere muniti di idonei manufatti, le cui dimensioni ed
ubicazione devono permettere una agevole ispezionabilità al personale addetto alle operazioni di manutenzione
e controllo
6) Gli scaricatori di piena da reti di tipo misto devono essere dimensionati in modo tale da assicurare che le acque
scaricate presentino una diluizione compatibile con le caratteristiche e con l'uso del ricettore. I rapporti di diluizione e le modalità di scarico verranno stabiliti dagli Enti competenti alla autorizzazione allo scarico.
7) Le stazioni di sollevamento devono essere sempre munite di un numero di macchine tale da assicurare una
adeguata riserva. I tempi di attacco e stacco delle macchine devono consentire la loro utilizzazione al meglio delle
curve di rendimento ed al minimo di usura, tenendo conto che i periodi di permanenza delle acque nelle vasche
di adescamento non determinino fenomeni di setticizzazione delle acque stesse. Le stazioni di sollevamento devono essere munite o collegate ad idonei scaricatori di emergenza, tali da entrare autonomamente in funzione in
caso di interruzione di fomitura di energia. Qualora per ragioni planoaltimetriche non risulti possibile la installazione di scaricatori di emergenza, le stazioni di sollevamento devono, in aggiunta alla normale alimentazione di
energia, essere munite di autonomi gruppi energetici, il cui stato di manutenzione deve essere attestato dalle
annotazioni riportate su apposito registro. Autonomi gruppi energetici devono, inoltre, essere previsti in tutti quei
casi in cui il ricettore - dove potrebbe sversare lo scarico di emergenza - è sottoposto a particolari vincoli.
8) La giacitura nel sottosuolo delle reti fognarie deve essere realizzata in modo tale da evitare interferenze con
quella di altri sottoservizi. In particolare le canalizzazioni fognarie devono sempre essere tenute debitamente
distanti ed al di sotto delle condotte di acqua potabile. Quando per ragioni planoaltimetriche ciò non fosse possibile, devono essere adottati particolari accorgimenti al fine di evitare la possibilità di interferenze reciproche.
9) Lo studio di una rete di fognatura deve sempre riferirsi per gli elementi di base (previsioni demografiche ed
urbanistiche, dotazioni idriche, dati pluviometrici, tipologia portata e qualità dei liquami, etc.) a dati ufficiali o
comunque resi tali da apposita dichiarazione delle competenti Autorità.
10) La scelta del tipo di materiale delle canalizzazioni deve essere effettuata sulla base delle caratteristiche idrauliche, della resistenza statica delle sezioni, nonché in relazione alla tipologia ed alla qualità dei liquami da convogliare. Le canalizzazioni devono essere sempre staticamente verificate ai carichi esterni permanenti ed accidentali,
tenendo conto anche della profondità di posa e delle principali caratteristiche geotecniche dei terreni di posa e di
ricoprimento.
11) L'ente gestore della fognatura deve predisporre un idoneo programma di interventi di manutenzione ordinaria
e straordinaria della rete di fognatura gestita. Tale programma deve, in particolare, definire gli intervalli di tempo
entro i quali effettuare le normali operazioni di spurgo della rete nonché le verifiche concernenti sia le condizioni
1 Ristagno e putrefazione con conseguenti infezioni
Le reti fognanti
357
statiche dei manufatti e lo stato di usura dei rivestimenti. L'attuazione di detto programma deve risultare da
specifiche annotazioni da riportarsi su apposito registro. L'ente gestore deve, inoltre, disporre di una planimetria
quotata sviluppata in una scala adeguata per permettere la chiara individuazione della rete fognante gestita. La
stessa planimetria deve riportare lo schema della rete di distribuzione dell'acqua potabile. La planimetria di cui
sopra deve risultare costantemente aggiornata.
Gerarchicamente, procedendo dagli allacci dei privati e dalle caditoie stradali fino a giungere, dopo
opportuni trattamenti, al recapito finale di restituzione delle acque reflue in un recettore naturale, si
distinguono:

fognoli di allacciamento : di dimensione non inferiore a 200 mm, consentono la immissione in rete
degli scarichi domestici, dei servizi pubblici e delle acque meteoriche raccolte dalle caditoie
stradali.

canali di fogna : costituiscono la rete ramificata aperta che percorre tutte le strade del centro
abitato, eccettuate quelle servite dai collettori principali .

collettori principali : canalizzazioni a servizio di vaste aree.

collettori emissari : grandi canali che, raccolte le portate dai collettori principali, provvedono
all'allontanamento delle acque attraverso gli scaricatori di piena: le portate nere, raccolte nel
canale allacciante, vanno all'impianto di depurazione mentre le portate meteoriche vengono reimmesse al recettore con canali fugatori.
Figura 2. Rete fognante della città di L’Aquila
Le reti di fognatura sono, in genere, del tipo ramificato aperto.
Il funzionamento idraulico è a superficie libera, pur non mancando esempi di reti progettate anche
per il funzionamento in pressione. Con specifico riferimento all'origine delle acque raccolte e trasportate, le reti di fognatura vengono classificate in:
358
a.reti di fognatura a sistema unitario
Raccolgono e convogliano le acque pluviali e le acque reflue con un unico sistema di canalizzazioni.
In questi sistemi i collettori sono dimensionati in funzione delle portate meteoriche conseguenti all’evento di pioggia in progetto. Questa portata è nettamente maggiore (centinaia di volte) della portata delle acque reflue e poiché l’impianto di depurazione è dimensionato con valore di poco superiore
alla portata nera (portata nera diluita con rapporto di diluizione da 1- a 4), il supero dovrà essere
scaricato direttamente nel mezzo recettore con opportuni manufatti detti scaricatori di piena. L’ubicazione di questi dispositivi è consigliabile ogni qual volta sia possibile lo scarico diretto nel recettore
(scarichi di alleggerimento) e comunque all’ingresso del depuratore. In questi sistemi il lavaggio della
fognatura è legato al regime pluviometrico, pertanto nei periodi di secca l’esigua portata nera defluisce con velocità molto bassa con conseguente sedimentazione dei solidi e l’innesco di fenomeni putrefattivi. In seguito si chiarirà meglio questo aspetto e si descriveranno le soluzioni possibili per la
risoluzione del problema.
Figura 3. Schema di fognatura con sistema unitario
b.reti di fognatura a sistema separato
Le acque reflue vengono raccolte e convogliate con un sistema di canalizzazioni distinto dal sistema
di raccolta e convogliamento delle acque pluviali. La dimensione dei collettori delle acque pluviali è
praticamente identico a quello della corrispondente rete unitaria, mentre la rete nera è caratterizzata
da spechi di modeste dimensioni. Generalmente la rete pluviale scarica direttamente nel mezze recettore; oggi, dal punto di vista ambientale, si tende a separare le portata di prima pioggia che,
soprattutto dopo un lungo periodo di siccità, presenta elevati contenuti inquinanti a seguito del
lavaggio delle superfici stradali . Il sistema separato garantisce una portata nera pressoché costante
all’impianto di depurazione però, data la limitata quantità, può creare problemi di smaltimento della
parte solida, soprattutto nei tratti pianeggianti, per mancanza del lavaggio operato della portata
pluviale.
Figura 4. Schema di fognatura con sistema separato
Le reti fognanti
359
Non esistono ragioni di validità di un sistema rispetto all’altro.
Dal punto di vista igienico-sanitario entrambi i sistemi presentano il limite di non consentire il completo conferimento del carico inquinante, raccolto dalla fognatura, all’impianto di trattamento finale.
Nel sistema separato, privo di separatori di prima pioggia, le acque di lavaggio delle strade sono
scaricate dai collettori pluviali, senza trattamento, nei recettori. Nel sistema misto , durante eventi
tenui di pioggia, che attivano gli scaricatori di piena con gradi di diluizione poco superiori alla norma,
una parte del carico inquinante connesso alle portate nere è sversato direttamente nel recettore
senza trattamento. Infine costatato che l’inquinamento delle acque di prima pioggia è causato principalmente dal dilavamento delle superficie pavimentate (strade e piazze), nella realizzazione di
nuove reti di fognatura, in entrambi i sistemi, si tende a isolare, a monte dell’immissione nella rete,
le acque di pioggia intercettate e raccolte dai tetti e convogliarle verso il recettore più vicino, su
terreni permeabili o, attraverso pozzi perdenti, direttamente nella falda.
Le esigenze della raccolta ed allontanamento delle acque nere e delle bianche sono diverse e possono
portare a situazioni fra loro inconciliabili che rendono obbligata la scelta del sistema separato:
Le acque nere :
impongono : profondità di posa al disotto della rete idrica;
pendenza sufficiente per un continuo deflusso
ammettono : sollevamento meccanico caratterizzato da portate esigue e basse prevalenze.
Le acque bianche :
impongono : funzionamento a gravità (fatta l’unica eccezione del recettore a quota maggiore della
sezione terminale dell’emissario)
ammettono : posa superficiale (al limite pendenze naturali del reticolo idrografico)
basse pendenze
3. Tipologia delle reti di fognatura
Le reti di fognatura, come già detto, sono costituite da canali chiusi funzionanti a superficie libera.
L'andamento plano-altimetrico delle reti, pertanto, risulta strettamente connesso alla morfometria
dei luoghi ed alla natura ed ubicazione del mezzo ricettore finale; in funzione delle differenti realtà,
originano due schemi elementari o di base, perpendicolare ed a ventaglio, che potendo coesistere
tra loro realizzano schemi multipli: longitudinale, a terrazze e radiale .
i collettori principali, disposti sulle linee di massima pendenza, confluiscono nell’emissario che scorre parallelamente al mezzo recettore fino all’impianto di depurazione.
a - Schema perpendicolare:
Figura 5
360
con sistema misto, con scaricatori di piena al termine dei collettori principali;
con sistema separato, con i collettori pluviali che sversano direttamente nel recettore ;
con sistema separato e separatori di prima pioggia ubicati al termine dei collettori pluviali ed in
prossimità dell’e-missario.
b - Schema a ventaglio : i collettori principali, che raccolgono le reti dei bacini secondari, confluiscono in un unico punto dal quale inizia l’emissario verso l’impianto di trattamento. Se il sistema è
misto in questo punto verrà posizionato lo scaricatore di piena.
Figura 6
c - Schema a terrazze:
l’orografia del territorio impone la realizzazione di sottobacini indipendenti
tra di loro. Ognuno di essi è a servizio della propria zona posta a quota diversa e dotata di una propria ed autonoma configurazione
Figura 7
d - Schema radiale : Il centro da servire risulta suddiviso in più settori ognuno con rete di fognatura propria e con distinto recapito finale. Lo schema è tipico di città collinari con impluvi che convogliano verso bacini distinti
Le reti fognanti
361
Figura 8
4. La geometria delle sezioni degli spechi di fognatura
Gli spechi di fognatura, tutti, per ragioni igieniche, realizzati a sezione chiusa, hanno forme geometriche caratteristiche e differenziate in funzione del tipo di rete.
Nel caso di reti separate:

le acque bianche vengono incanalate in spechi a sezione circolare. In caso di collettori o emissari
a servizio di vasti bacini e per i quali è previsto il vettoriamento di portate elevate, si ricorre
all'adozione di più spechi a sezione circolare funzionanti in parallelo. Non sono infrequenti casi di
adozione di sezioni rettangolari di grandi dimensioni. In queste, per contenere lo spaiamento delle
acque in concomitanza di piccole portate, si ricorre all’accortezza di sagomare il fondo con
doppia falda convergente verso il centro;

le acque reflue vengono evacuate in spechi a sezione circolare di dimensione compresa da un
minimo di 250 mm ad un massimo di 800 mm (Tubi di Grès e P.V.C.). Nel caso di necessità di
adozione di spechi di dimensione superiore, si ricorre all'impiego di spechi di sezione semi ovoidale fino alla dimensione 70x70 cm e, successivamente, per dimensioni maggiori si adottano
spechi ovoidali fino alla dimensione 160x240 cm .
Figura 9. Sezioni correnti per spechi di fognatura
Nel caso di reti unitarie le acque, sia reflue che di pioggia, vengono trasportate, come già detto, in
unica canalizzazione realizzata, per le piccole e medie portate, con spechi a sezione circolare. Per
dimensioni maggiori a diametri commerciali, si adottano spechi ovoidali senza banchina. I grandi
362
collettori ed i canali emissari vengono realizzati con spechi con sezioni banchinate di notevoli dimensioni (fino a 3200x3200 ed oltre)
Figura 10. Sezioni per grandi spechi di fognatura
Il ricorso all'adozione di sezioni policentriche ovoidali sia per la rete nera di sistemi separati sia per
le reti miste è dettato da necessità idrauliche. Le portate nere, di limitata entità se raffrontate alle
portate bianche prodotte dalla stessa area servita (rapporti nero/bianco compresi tra 1/100 e 1/600),
debbono essere vettoriate con velocità sostenuta sia per ridurre i tempi di permanenza del liquame
in fognatura, sia per ostacolare fenomeni di sedimentazione delle sostanze organiche ed inorganiche
presenti nei reflui. Lo scopo viene conseguito ricorrendo all'impiego di spechi a sezione circolare per
piccole canalizzazioni ed a sezione ovoidale per dimensioni medie e grandi. In questi ultimi le portate
delle acque reflue vengono ad interessare la zona caratterizzata da forte curvatura ed elevato valore
del raggio idraulico, fattore determinatore di elevata velocità di flusso.
5. Materiali per canalizzazioni
Il trasporto dell’acqua è distribuito tra tubazioni realizzate in materiali con proprietà fisiche, chimiche
e meccaniche proprie che, a seconda dei casi , lo rendono più o meno idoneo alle reali condizioni di
utilizzazione.
Conseguentemente le tubazioni realizzate con differenti materiali hanno un proprio caratteristico
campo di applicazione, in funzione delle:

pressioni di esercizio

sollecitazioni dinamiche (traffico) o accidentali (sovrappressioni di moto vario)

tendenza alla corrosione

resistenza all’aggressività
A tutt’oggi non esiste ancora in Italia una legislazione o dei regolamenti che trattano della conservazione delle reti di fognatura nei riguardi delle interazioni fisico-chimiche tra materiali ed ambiente di
posa. L’argomento è della massima importanza, in quanto strettamente correlato alla durata nel
tempo dell’efficienza delle opere.
Le reti fognanti
363
Nell’analisi comparativa tra tubazioni e canalizzazioni realizzate con differenti materiali, vengono
prese in esame le caratteristiche più salienti con specifico riferimento all'impiego nel trasporto di
liquami. Queste sono:

resistenza alla corrosione ed all'abrasione

resistenza al flusso

comportamento meccanico e la posa in opera

tipo di giunto e pezzi speciali
Il mercato risponde in maniera esaustiva offrendo un’ampia gamma di prodotti che, a seconda del
materiale, possono essere classificati in tubazioni :

Metalliche: acciaio, ghisa sferoidale; l’acqua, sempre presente nel terreno, ne determina il comportamento elettrolitico. Le tubazioni metalliche, di acciaio e di ghisa, queste ultime in minore
misura, vanno incontro a fenomeni di corrosione elettrochimica. Il fenomeno può essere ingenerato sia dalla naturale formazione di pile galvaniche dovute all'eterogeneità del contatto suolo
metallo, sia dalla presenza nel suolo di correnti vaganti disperse da sistemi funzionanti a corrente
continua.

Lapidee: calcestruzzo armato, sia ordinario che precompresso, cemento amianto, Ecored, ceramico ; il calcestruzzo ed il cemento amianto, se ben lavorati, normalmente non destano preoccupazioni per l'interazione con l'ambiente di posa. Solo in particolari condizioni, quali quelle connesse con eccesso di anidride carbonica, presenza di sali di magnesio e di solfati, è da attendersi
l'attacco chimico dei conglomerati e la consequenziale loro disgregazione.

Plastiche: PVC (policloruro di vinile), PRFV (poliestere rinforzato con fibre di vetro) e PEAD (polietilene ad alta densità). I polimeri, matrice delle tubazioni di materiale plastico, per loro natura
sono resistenti agli attacchi chimici da parte dei suoli, mentre la presenza di sostanze additivate
può modificare tale comportamento. Il decadimento delle caratteristiche meccaniche delle tubazioni di materiale plastico è dovuto all’assorbimento di acqua e dei suoi soluti, specie i cloruri.

materiali cotti o ceramici : essenzialmente tubazioni realizzate in grès ceramico; sono caratterizzati
da spiccata resistenza all’azione chimica dell’ambiente. Ottima è la resistenza anche nei riguardi
delle sostanze considerate critiche per i materiali legati.
Alcune di esse non trovano un utilizzo pratico ed economico nella realizzazione di reti di fognatura,
come ad esempio le tubazioni di calcestruzzo armato normale e precompresso. Le tubazioni in acciaio
possono trovare un utilizzo pratico e conveniente solo nel caso di impianti di sollevamento. Pertanto,
nel presente Capitolo, verranno illustrati sinteticamente i processi di realizzazione ed i principali
campi di utilizzazione delle condotte correntemente utilizzate per la realizzazione di reti di fognatura,
rimandando successivamente, nel Capitolo riguardante gli Acquedotti, le restanti tubazioni.
5.1. Tubi di ghisa
Largamente impiegate in Francia le tubazioni di ghisa stanno entrando anche nella mentalità progettuale italiana che le ha sempre ritenute eccessivamente costose in raffronto ad altre canalizzazioni.
La ghisa è un materiale ferroso con elevato contenuto di carbonio. Nella fase di raffreddamento dallo
stato fuso si ha la separazione di grafite sotto forma lamellare distribuita nella massa metallica. La
presenza di grafite consente la lavorabilità della ghisa, ma la rende, nel contempo, fragile e poco
resistente. Nel 1950 ricercatori americani, aggiungendo alla ghisa fusa, alla temperatura di circa
1350 °C, piccole quantità di magnesio, ottennero la ghisa sferoidale, caratterizzata dalla presenza di
grafite libera in forma di noduli. Le caratteristiche meccaniche del nuovo materiale risultano confrontabili con quelle dell'acciaio per tubazioni, con perdita della fragilità e resistenza a trazione pari a 4050 kg/mm2.
364
Ghisa grigia: la grafite si presenta sotto
forma di lamelle che si comportano come
micro-cricche interne. Ai bordi delle lamelle
agiscono punti di tensione in seguito alla
concentrazione di linee di forza, causando
rotture di tipo fragile senza deformazione
plastica.
Figura 11. Micrografia di una ghisa grigia
Ghisa sferoidale o duttile: assenza di concentrazione di linee di forza poiché la grafite si
presenta sotto forma di miscro-sfere. Pertanto si avrà deformazione plastica senza
rotture di tipo fragile.
Figura 12. Micrografia di una ghisa grigia A ed una ghisa sferoidale B
I tubi di ghisa venivano realizzati con ghisa grigia di seconda fusione, colata entro forme verticali
realizzate con terra di fonderia secondo la più antica tradizione adottata per costruire i cannoni. Le
prime utilizzazioni di questi tubi risalgano al 1445 per la realizzazione di un acquedotto per il castello
di Dillimgurb (Germania) , rimasto in esercizio fino al 1760, anno di distruzione del castello.
Nel 1639 : condotte Medicee in Firenze – ancora in esercizio per alcuni tronchi ; nel 1644 realizzazione
delle condotte di Versailles, in parte ancora in esercizio .
La ghisa sferoidale è ottenuta per fusione, al cubilotto (1), di ghisa in pani, rottami di ghisa, acciaio
e ferro leghe. Dal cubilotto la ghisa passa ad un forno elettrico (2), il quale assicura uniformità di
composizione e di temperatura. Il successivo trattamento di sferoidizzazione (3) si raggiunge aggiungendo piccole quantità di magnesio ( 0,06%).
Figura 13
I tubi di ghisa sferoidale vengono prodotti per centrifugazione entro conchiglia metallica (metodo De
Lavaud-Arens ) o entro cassaforma rivestita con terra da fonderia (metodo Moore).
a Metodo De Lavaud-Arens
La ghisa liquida viene versata, con apposito canale ed in quantità, in peso, occorrente per realizzare
il tubo dello spessore assegnato (funzione della pressione di esercizio alla quale viene assegnato)
nella conchiglia , raffreddata ad acqua, posta in veloce rotazione e traslazione, per tutta la sua lunghezza. Il metallo liquido, tenuto a contatto con la superficie
interna della conchiglia dalla forza
Le reti fognanti
365
centrifuga, solidifica e forma il tubo, mentre la estremità opposta della conchiglia è chiusa da
un’anima riproducente la sagoma interna del bicchiere .
Figura 14
Al termine della centrifugazione il tubo estratto viene avviato al forno di ricottura, nel quale subisce
un trattamento termico per trasformare la struttura della matrice perlitica, causata dal rapido raffreddamento della conchiglia, in una struttura
ferritica. (Figura 15). I tubi sono mantenuti nel forno
a riverbero per circa 25 minuti alla temperatura di circa 900 °C; infine, raffreddati lentamente,
vengono estratti dal forno alla temperatura di circa 300 °C .
Figura 15
b Metodo Moore
Questo processo di fabbricazione, adottando conchiglie rivestite con terra di fonderia (materiale refrattario) con conseguente lento raffreddamento del tubo, evita il trattamento di ricottura. A fronte
di un risparmio energetico, risulta più laboriosa la fase di preparazione delle conchiglie, che devono
essere rivestite prima di ogni colata, con conseguente rallentamento della catena di produzione.
Rivestimenti protettivi e tinteggiature
Terminato il processo di fabbricazione, i tubi sono avviati alla zincatura e collaudati idraulicamente.
Figura 16. Zincatura
366
Figura 17. Collaudo Idraulico
A questo punto viene applicato, internamente e per centrifugazione, un rivestimento realizzato con
malta di cemento alluminoso che conferisce al tubo un miglior coefficiente di scabrezza.
Figura 18. Rivestimento interno
Al termine della stagionatura del rivestimento interno, le tubazioni vengono verniciate esternamente
con vernici epossidiche applicate a spruzzo.
Figura 19.Rivestimento esterno
A seconda del rivestimento esterno la commercializzazione li distingue in:
Natural (per acquedotti) – con rivestimento esterno multistrato zinco + alluminio, dove l’alluminio
ha la funzione di prolungare, nel tempo, l’azione protettiva dello zinco e quindi la durata del tubo.
Un’ulteriore protezione è data da un rivestimento aggiuntivo di finitura con vernice epossidica di
colore azzurro che sostituisce la tradizionale vernice bituminosa.
Figura 20
Le reti fognanti
367
Integral - con rivestimento esterno in zinco metallico ricoperto da una vernice epossidica di colore
rosso per dare la possibilità di identificazione delle reti idriche una volta posate;
Figura 21.
Tutti i pezzi, tubi e raccordi INTEGRAL sono in ghisa sferoidale ed hanno caratteristiche meccaniche eccezionali.
Solide e impermeabili, queste condotte assecondano i
cambiamenti ambientali senza danneggiarsi o fessurarsi
e non permettendo infiltrazioni.
Le giunzioni sono realizzate da giunti STANDARD di tipo
RAPIDO, che agiscono per compressione e che hanno
dato ottime performance nell’adduzione e distribuzione
dell’acqua.
Gli elastomeri che compongono questi anelli sono accuratamente selezionati e mantengono nel tempo le loro
caratteristiche meccaniche e fisico chimiche .
Figura 22. Sistema Integral – PAM Saint Gobain
Figura 23. Tratto di fognatura pensile autoportante realizzato con tubi in ghisa Integral
368
Alpinal : (per innevamento artificiale)
Il sistema ALPINAL® comprende tubi, pezzi stampati e
raccordi, soddisfacendo così al meglio il fabbisogno legato alla realizzazione delle tubature degli impianti di innevamento. I componenti sono realizzati in ghisa duttile,
un materiale che, per le sue caratteristiche, si adatta alla
perfezione all'impiego in terreni difficili. I vantaggi principali sono: 1 Semplicità di montaggio senza bisogno di
saldature. 2 Resistenza a pressioni elevate fino a 100
bar. 3 Elevata robustezza su terreni difficili. 4 Lunga durata grazie a rivestimenti speciali.
Figura 24 – Posa in opera tubi Alpinal
I tubi di ghisa sferoidale sono prodotti in barre lunghe 6 m con diametri variabili da 40 mm a 900
mm. Eccezionalmente, per realizzazioni esclusive, sono stati realizzati di diametro fino a 2000 mm.
Figura 25
Giunzioni e montaggio tubazioni
La giunzione dei tubi di ghisa avviene essenzialmente introducendo l’estremità liscia del tubo nel
corrispondente bicchiere. Anticamente l’intercapedine anulare risultante veniva riempita di piombo
fuso ribattuto a freddo, realizzando un giunto di tipo plastico soggetto, anche per piccoli cedimenti,
a perdite. Con l’avvento della ghisa sferoidale, caratterizzata da elevate capacità elastiche, sono state
ricercate tipologie di giunti che assicurassero anche una perfetta tenuta idraulica del giunto. Questo
si è reso possibile anche per la creazione di mescole di gomma naturale e sintetica particolarmente
pure, chimicamente stabili, esenti da forme di invecchiamento e rilassamento, sicure dal punto di
Le reti fognanti
369
vista igienico e conformate in modo da assicurare, con la sola compressione, la tenuta idraulica.
Questi giunti sono essenzialmente di due tipi :
Automatico o Rapido (push on joint) - Figura 26: la giunzione è ottenuta per compressione di una
guarnizione in elastomero EPDM (etilene-propilene), inserita nell’apposito alloggiamento all’interno
del bicchiere, sulla canna del tubo imboccato. La particolare forma tronco-conica ed il profilo divergente, a coda di rondine, assicurano la compressione necessaria alla tenuta, trasmettendo la pressione dell’acqua alla superficie cilindrica di contatto con la tubazione, generando forze antisfilamento
proporzionali alla pressione interna.
Figura 26 . Giunto Rapido
La Figura 27 illustra le fasi di montaggio dei tubi di ghisa con Giunto Rapido .




Pulizia accurata dell’interno del bicchiere, sede della guarnizione, e dell’estremità liscia del tubo
da imboccare;
tracciamento della linea di fede di lunghezza inferiore di 10 mm rispetto alla profondità del
bicchiere; questo giuoco, all’interno del bicchiere, ha lo scopo di assicurare la discontinuità elettrica e meccanica della condotta;
introduzione della guarnizione con la coda di rondine rivolta verso il fondo del bicchiere;
verificata la coassialità delle tubazioni , avviene la messa in tiro fino a quando la linea di fede
raggiunge il lembo del bicchiere.
Figura 27. Procedure per il montaggio di tubazioni di ghisa con il giunto rapido
Meccanico o Express (mechanical joint) .Questi tipi di giunto conferiscono una notevole elasticità
alla condotta, consentendo deviazioni angolari tra tubi contigui senza alcuna riduzione della tenuta
idraulica, anche per eventuali depressioni in condotta (ad esempio in fase di vuotatura dell’acquedotto).
Figura 28. Giunto Express
370
La Figura 29 illustra le fasi di montaggio dei tubi di ghisa con Giunto Express .


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

Pulizia accurata dell’interno del bicchiere, sede della guarnizione, e dell’estremità liscia del tubo
da imboccare;
Inserimento della controflangia sull’estremità liscia del tubo, con la concavità rivolta verso il
bicchiere e successiva introduzione della guarnizione;
tracciamento della linea di fede di lunghezza inferiore di 10 mm rispetto alla profondità del
bicchiere; questo giuoco, all’interno del bicchiere, ha lo scopo di assicurare la discontinuità elettrica e meccanica della condotta;
introdurre l’estremità liscia del tubo fino a far coincidere la linea di fede con il piano frontale del
bicchiere;
far scorrere la controflangia fino a farla aderire alla guarnizione e serrare, progressivamente,
con chiave dinamometrica i dadi con passate successive e seguendo lo schema di serraggio
Figura 29. Procedure per il montaggio di tubazioni di ghisa con Giunto Express
Sequenza di serraggio dei bulloni
Ai tubi per condotta si unisce una vasta gamma di pezzi speciali, realizzati per colata entro forme
fisse della ghisa fusa, con le estremità generalmente a bicchiere o a flangia, all’interno dei manufatti,
o quando è necessario introdurre riduzioni, giunti di dilatazione (a) smontaggio (b) e valvolismi (c).
Figura 30
Le reti fognanti
371
La resistenza all'abrasione e le caratteristiche idrauliche sono condizionate dalla resistenza del rivestimento interno realizzato con malta cementizia. Il giunto a bicchiere ha una buona tenuta garantita da guarnizione di gomma. La posa in opera è condizionata dal peso elevato delle tubazioni. Il
tubo, rigido, non richiede particolari prescrizioni per il letto di posa e per il rinfianco.
5.2. Tubazioni di gres
Argilla, acqua e fuoco sono i componenti principali dei tubi di gres ceramico prodotti in barre lunghe
2,0 m. I diametri variano da 200 mm a 800 mm. Il giunto è a bicchiere con tenuta idraulica garantita
da guarnizione prefabbricata e solidale al tubo realizzata con resina poliuretanica.
Il ciclo di produzione è riprodotto nel seguente schema
Le argille, prelevate nelle cave, dosate in quantità proporzionali e sottoposte ad un controllo di qualità
(1), vengono introdotte nei mescolatori ad elica per essere frantumate e raffinate per ottenere un
impasto omogeneo (2) al quale si aggiunge la chamotte (3), scarti di lavorazione o quelli derivati dalla
presenza di tubi difettosi o dalla rottura degli stessi, che viene reintrodotta nel ciclo produttivo. L'impasto, opportunamente umidificato (4), passa all’insilatore, per la plastificazione, ad ai reparti di estrusione (5) dove i tubi ed i vari manufatti in gres vengono formati. I tubi vengono posti in carrelli metallici
ed introdotti in capaci essiccatori a tunnel (6).
Figura 31. Estrusione
372
Dopo essiccati, vengono immersi in un bagno di engobbio (7) e sottoposti a successivo trattamento
termico di cottura e vetrificazione dove, superato un tunnel di preriscaldamento, sono immessi nel
forno per circa 70 ore alla temperatura di circa 1100° (8).
La cottura ad alte temperature aumenta la coesione del materiale, che acquista in durezza e resistenza meccanica, chiude le porosità e vetrifica le superfici rendendo il tubo impermeabile e con
elevata resistenza nei confronti di tutte le sostanze aggressive, acidi ed alcali, del terreno di posa e
delle acque di fogna. Fa eccezione il solo acido fluoridrico.
Figura 32. Essiccazione e bagno di engobbio
Il particolare profilo del giunto, le caratteristiche di elasticità del materiale, nonché l’interferenza tra
punta e bicchiere consentono di ottenere giunzioni di tenuta idraulica fino a 0,5 bar e minimi disassamenti (80 mm per metro per tubi < 20 cm , 30 mm per metro per tubi dal 250 al 500 mm ed
infine 20 mm per metro per tubi dal 600 al 800 mm).
Le reti fognanti
373
Figura 33. Disassamenti tubazioni
Seguono alcuni controlli specifici (10) ed in particolare, tra questi collaudi, c'è un test che avviene
per campionatura: il tubo è sottoposto ad una pressione elevatissima per provarne la resistenza
meccanica, resistenza che spesso supera abbondantemente il margine di sicurezza. Infine i tubi,
pallettizzati, sono spediti alle rispettive destinazioni (11).
Anche queste tubazioni sono corredate da numerosi pezzi speciali in gres.
Figura 34 . Caratteristiche geometriche dei pezzi speciali in Grès
Tubi grés di nuova generazione
I tubi e gli accessori di gres EUROTOP, conformi alla norma EN 295, sono a testate lisce.
Figura 35.
L’estrusione dei tubi avviene in continuo. Gli stessi vengono poi tagliati alla lunghezza desiderata. Su
ciascuno di essi viene montato un manicotto in polipropilene con sistema di assemblaggio di tipo E
come richiesto dalla norma EN 295 al fine di garantire un tenuta perfetta anche in condizioni di
esercizio difficili. Messo a confronto con il giunto a bicchiere il manicotto EuroTop presenta una profondità di incastro quasi doppia e di conseguenza non solo una elevata resistenza alle forze di taglio,
374
ma anche il mantenimento della tenuta ermetica in presenza di movimenti del terreno (in diagonale).
Questo sistema di assemblaggio viene utilizzato nella gamma di diametri 100-300mm. Nella messa
a punto di tali tubi è usata una nuova tecnologia di produzione e un nuovo sistema di cottura che
conferisce al prodotto finale le dimensioni geometriche rigorosamente volute. Le particolari dimensioni dei tubi consentono un loro assemblaggio con manicotto in polipropilene munito di anelli di
tenuta in EPDM e di un gradino centrale di battuta sul quale insistono le testate di due tubi contigui.
Tubi grés di grande diametro
Figura 36. Tubi di grande diametro
Le prestazioni idrauliche, data la superficie interna del tubo liscia, sarebbero elevate se non risultassero condizionate dall'elevata frequenza di giunti che, in genere ostativo per la celerità di posa, torna a tutto vantaggio
in presenza di tracciati tortuosi che si sviluppano entro strade strette. La posa in opera delle tubazioni di gres
ceramico è condizionata dalla fragilità del materiale e dalla delicatezza del giunto di poliuretano. E' sempre
necessaria la realizzazione del letto di posa delle tubazioni ottenuto con sabbia o con aridi granulari.
Le reti fognanti
375
5.3. Tubi CPC Composito Polimeri e Cemento (ex Cemento amianto)
La Legge n.°257 del 27.3.1992 “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto” sancisce il
divieto dell’estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto e
dei prodotti contenenti amianto. Per le tubazioni ed i serbatoi, utilizzati per il trasporto e lo stoccaggio
dell’acqua per usi civili ed industriali, venne concessa una deroga di due anni.
Il problema, in breve, riguarda la possibile cessione di fibre di amianto in presenza di acque particolarmente aggressive che potrebbero sciogliere il cemento dalla superficie interna della tubazione.
Ciò priverebbe di protezione le fibre di amianto, le quali non sarebbero più incapsulate nella matrice
di cemento e quindi potrebbero essere rilasciate nell’acqua, con effetto inquinante. Appunto per questo le tubazioni di cemento amianto, utilizzate nel campo acquedottistico, non risultano pericolose
alla salute in quanto è stato dimostrato che le fibre di amianto sono nocive se inalate; di conseguenza il problema insorge sia nella fase iniziale di fabbricazione del tubo, quando l’amianto veniva
macinato per suddividerne le fibre, e sia nella necessità di rimuovere o sostituire una condotta in
fibrocemento tuttora in esercizio.
Per tutto quanto esposto oggi le tubazioni di fibro-cemento vengono prodotte ovviamente senza
amianto impiegando fibre sintetiche di materie plastiche e cellulosa (le quali conferiscono al materiale una sufficiente resistenza a trazione) con cemento ed acqua di impasto, realizzando tubazioni
in CPC, Composito Polimeri e Cemento, utilizzate nel campo dello smaltimento delle acque reflue, le
quali vengono realizzate con tecnologia analoga a quella utilizzata, per anni, per la produzione dei
tubi di cemento-amianto.
La Figura 37 riproduce lo schema del ciclo di produzione dei tubi in CPC.
Figura 37. Schema del ciclo di produzione dei tubi in CPC
Nel miscelatore viene preparata una malta di cemento e polimeri molto liquida che viene avviata
nella macchina di produzione, detta Vasca olandese (Figura 30). Qui viene prelevata da un cilindro
pescatore e stesa su un nastro continuo, di tessuto permeabile di larghezza uguale alla lunghezza
del tubo da realizzare, trasportata ed avvolta, in strati sottili, sopra un mandrino rotante fino a
376
raggiungere lo spessore programmato.
Contemporaneamente l’impasto, compresso da rulli, perde l’acqua in eccesso ed acquista compattezza. Dopo l’avvolgimento, il tubo, supportato dal mandrino, passa alla calandratura e dopo sfilato
passa alla fase prestagionatura al forno e stagionatura in ambiente umido.
Figura 38. Macchina tubi o Vasca Olandese
Al termine di questa fase, le due estremità del tubo vengono tagliate e tornite per la predisposizione
del giunto che , generalmente, è a manicotto con anelli di tenuta in gomma o con giunti Gibault con
manicotto e flange di ghisa e guarnizioni di tenuta in polimero o gomme sintetiche. I diametri delle
tubazioni CPC variano da 200 mm a 1200 mm, mentre la lunghezza delle barre è di 5 m.
Il giunto per questo tipo di tubazioni viene realizzato con un
manicotto di uguale materiale con tenuta idraulica garantita da
guarnizione elastomerica.
Figura 39. Giunto a manicotto per tubi di fibrocemento CPC
Figura 40 . Posa in opera tubi di Ecored
Entro i manufatti di ispezione, in corrispondenza di apparecchiature, si adottava il giunto Gibault,
costruito prevalentemente in ghisa con guarnizioni a sezione toroidale, utilizzato anche per riparazioni e sostituzioni di tubi deteriorati. (Figura 41). Attualmente sono utilizzati giunti in acciaio per
pressioni di esercizio fino a 16 bar (giunti Vega) o maggiori (Giunti Fiton).
Le reti fognanti
377
Figura 41. Riparazione o sostituzione di una tubazione in Ecored con giunti Gibault, Fiton e Vega
Di ultima generazione è il giunto Duo-Fit in due pezzi; può essere utilizzato per interventi di riparazione, anche senza interruzione del servizio, su condotte giuntate a manicotto, su bicchiere o
giunto express nelle condotte in ghisa sferoidale
Figura 42. Giunto di riparazione o sostituzione Duo-Fit (Nova Siria)
Infine le curve ed i pezzi speciali sono in ghisa o
in acciaio
con le estremità predisposte alla
giunzione con i giunti della tubazione.
I tubi CPC, caratterizzati da elevata compattezza, presentano una buona resistenza nei confronti degli ordinari
agenti aggressivi, acidi ed alcalini, del terreno di posa e delle acque di fogna. Analogamente ai tubi di calcestruzzo sussiste il rischio di aggressione da parte dell'acido solforico. La resistenza delle tubazioni agli urti, data
la intrinseca fragilità del prodotto, è molto bassa. La resistenza all'abrasione, di contro, è notevole data la già
richiamata elevata compattezza. La tecnologia di produzione delle tubazioni di CPC assicura una superficie
interna liscia e poco porosa.
378
5.4. Tubi di PVC
Il cloruro di polivinile è una resina termoplastica prodotta dalla polimerizzazione del cloruro di vinile
con aggiunta di ingredienti richiesti dalla fabbricazione delle tubazioni. Queste vengono prodotte per
estrusione a caldo. Le barre possono essere lisce o con estremità sagomata a bicchiere, ottenuto con
successiva formatura a caldo.
Lo schema di produzione inizia con l'arrivo delle materie prime e degli additivi quali cariche, stabilizzanti/lubrificanti e coloranti che vengono opportunamente insilati in silos verticali di stoccaggio.
Figura 43. Produzione dei tubi in PVC per estrusione
Questi elementi servono per preparare le mescole, definite in base ai programmi settimanali di produzione, mediante l'ausilio dell'unità di miscelazione automatizzata nella quale si tiene conto del
riutilizzo della materia rimacinata e polverizzata. A seconda della tipologia del prodotto finito da
fabbricare, cioè tubazioni per uso acquedottistico, fognatura, edilizia, queste mescole vengono caricate nelle quantità desiderate nello stoccaggio compounds, dal quale escono pesate e con la qualità
desiderata, già pronte per la lavorazione sulle linee di estrusione.
Dopo aver montato le teste e filiere idonee per il tipo di prodotto da trasformare, si provvede alla
calibratura, centratura e raffreddamento della tubazione, marcature di identificazione del prodotto e
di conformità alle norme in vigore. Segue generalmente, a questo punto della lavorazione, la bicchieratura che può essere in linea con ciclo continuo o fuori linea (per i diametri nominali più grandi);
seguono attente rilevazioni in accordo con le diverse normative. Eventuali scarti vengono, a seguito
di polverizzazione, reinseriti nel ciclo di produzione. Il prodotto finito, confezionato, caricato a magazzino è pronto per la spedizione.
Figura 44. Estrusore
Le reti fognanti
379
Il ciclo tecnologico per la produzione di raccordi è sostanzialmente identico differenziandosi nella fase
di stampaggio che avviene mediante l'utilizzo di presse di iniezione, sempre secondo un programma
settimanale di produzione.
Il materiale denuncia un marcato comportamento visco-elastico. Le deformazioni, sotto carico costante, aumentano nel tempo. Le caratteristiche meccaniche sono fortemente condizionate dalla temperatura e decadono rapidamente per t > 20 °C.
Elevata è la resistenza del materiale alla corrosione ed all’attacco di agenti chimici, mentre risultano
modeste le caratteristiche meccaniche che ne limitano l’impiego nel campo delle basse e medie pressioni (PN = 4  16 bar).
I diametri in produzione sono compresi tra 30 mm e 630 mm. nIl prodotto è fornito in barre lunghe
6-12 m. Il giunto, di norma, è a bicchiere con guarnizione di gomma.
Figura 45. Tubi PVC fognatura tipo SN
La disponibilità di numerosi pezzi speciali , curve di varia ampiezza, diramazioni, innesti , ecc. , danno
la possibilità, al pari del sistema Integral di ghisa, di adattarsi a varie esigenze costruttive.
Figura 46. Raccordi e pezzi speciali per fognatura in PVC tipo SN
TUBI PVC Tipo ALVEHOL a parete strutturata, di colore rosso mattone RAL 8023 o grigio chiaro RAL
7037, per condotte interrate di reflui a superficie libera (non in pressione), nei campi fognari, civili
o industriali, conformi al prEN13476 (UNI 10968).
Il profilo della struttura è del tipo con parete a cavità longitudinali e superfici interne ed esterne lisce,
380
disponibili in barre. Le giunzioni sono con bicchiere e guarnizioni di tenuta in elastomero, conformi
alla norma UNI EN 681/1. La guarnizione è del tipo a labbro e ghiera interna in materiale rigido (Flex
Block), essa è posta nel bicchiere direttamente in fabbrica, in modo tale che risulti solidale col bicchiere e inamovibile. Tali giunzioni garantiscono massima velocità di posa nella massima sicurezza.
Figura 47 . TUBI PVC Tipo ALVEHOL
Classi di rigidità nominale SN
Il particolare profilo a "trave doppia T" conferisce le rigidità richieste dalla norma:
Classi di rigidità anulare
SN2
rigidità > 2
SN4
KN/m2
SN8
rigidità > 4
KN/m2
rigidità > 8 KN/m2
SN = Stifness Nominal (Rigidità nominale)
5.5.Tubi corrugati in polipropilene (PP) ed in polietilene alta densità (PPAD)
Tubazione in doppia parete per condotte di scarico interrate non in pressione. Classe di rigidità
anulare SN16 (pari al 16 Kn/m2. Diametri dal DE 125mm al DE 1200mm
Figura 48 Tubi corrugati in PP e PPAD
Il polipropilene è un polimero vinilico simile al polietilene, con la sola differenza che ha un gruppo metilico su
ogni atomo di carbonio della catena principale migliorando alcune caratteristiche cosi come evidenziato nella
Figura.
Figura 49
Le reti fognanti
381
Il collegamento fra gli elementi, può essere a manicotto o a bicchiere, corredati da apposite guarnizioni elastomeriche di tenuta in EPDM, conformi alla norma EN 681-1, da posizionare sulla prima
gola di corrugazione (fra le prime due costolature) nella testata di tubo che verrà inserita nel manicotto.
Figura 50. Giunzione a manicotto
Per la giunzione a bicchiere , dove predisposto, la guarnizione viene posizionata nell’apposita sede
ricavata nella gola di corrugazione tra le
costolature che verranno inserite nel bicchiere.
Figura 51. Giunzione a bicchiere
Le guarnizioni elastomeriche toroidali, fornite a corredo di ciascun bicchiere o manicotto, devono
essere idonee a garantire la tenuta delle giunzioni e la costanza nel tempo delle caratteristiche richieste. Pezzi speciali danno la possibilità di
Figura 52. Pezzi speciali
5.6. Spechi in calcestruzzo vibro compresso.
La “vibrocompressione” è un sistema che ha la capacità di garantire i requisiti di continuità, compattezza, uniformità di qualità e di spessore degli spechi , che potranno assumere varie forme, dalla
circolare, alla semi-ovoidale, ovoidale e scatolare prismatica. Le canalizzazioni dovranno possedere
caratteristiche di resistenza adeguate alle sollecitazioni ed alle azioni derivanti da peso proprio, grado
di riempimento, altezze minime e massime di ricoprimento sopra il vertice, carichi esterni, ecc.
382
Figura 53
Figura 54
Figura 55
A titolo di esempio per tubi circolari interrati con ricoprimento variabile da 0,80 a 3,00 mt e sottostanti a strade di prima categoria e pressione nominale interna massima kg. 0,5/cm 2 gli spessori
costruttivi nominali riferiti in chiave del tubo non dovranno essere inferiori a:
DN (mm)
300
400
500
600
800
1000
S (mm)
70
70
78
87
115
140
6. Posa in opera
Argomento comune alla tubazioni per acquedotto e, pertanto , descritto successivamente.
Le reti fognanti
383
7. La prova di tenuta idraulica
Scopo del collaudo é quello di verificare l'efficienza e la funzionalità idraulica di un collettore posato
in opera. La garanzia di tenuta idraulica di una condotta in tutte le sue parti (tubi, giunti, collegamenti
con le camerette) é un importante fattore di sicurezza, in quanto, eventuali infiltrazioni d'acqua possono determinare l'alterazione del regime idraulico del collettore, mentre fuoriuscite di liquame costituiscono un deleterio pericolo inquinante. Il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 12.12.85
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14.3.86 n. 61 impone, anche per le opere di fognatura, l'esecuzione di collaudi in opera per verificare sia la qualità dei materiali che la buona esecuzione dei
lavori di posa in opera. Nella presente scheda sono illustrate le metodologie per la realizzazione di
un collaudo in opera su un collettore di gres ceramico. L'attrezzatura per la realizzazione pratica del
test é costituita da tappi a espansione o cuscinetti di tenuta, che assicurano la chiusura del tratto di
condotta, e da un tubo piezometrico, che consente di verificare il grado di riempimento e la pressione
idraulica. Procedere al riempimento della tratta sino a superare di qualche centimetro il colmo della
condotta.
Riempire la colonna piezometrica fino ad un'altezza di 5 m. (0,5 bar) L'altezza di riempimento da
raggiungere nella colonna piezometrica deve tenere in considerazione la lunghezza e la pendenza del
tratto in esame.
Esempio: per una condotta lunga 50 m. con pendenza dell'uno per cento, al fine di assicurare una
pressione di prova di 0,5 bar e non superiore, il livello da raggiungere nella colonna piezometrica
dovrà essere di 4,5 m. anziché 5 m.
Figura 56. Prova idraulica Tubazioni di Gres
Dopo circa un'ora di messa a regime iniziare il controllo dell'assorbimento effettuando 2 letture del
livello dell'acqua nel tubo piezometrico a distanza di 15 minuti; questo valore dovrà essere ammissibile con i valori Estrapolati , per i vari diametri, dalla Norma UNI EN 1610.
384
8. Le portate delle reti di fognatura
8a. Portata nera o fecale
La valutazione della portata fecale riveste ampio margine di incertezza data l’impossibilità intrinseca
di conoscere attendibilmente:




la quantità della portata addotta dall'acquedotto che raggiunge la rete di fognatura;
l'entità delle eventuali perdite dalle canalizzazioni;
la possibile immissione di acque parassite;
la distribuzione dei flussi nell'arco della giornata.
Si perviene ad attendibili stime della portata fecale considerando le dotazioni idriche assentite e la
numerosità della popolazione da servire. Peraltro non tutta l'acqua immessa nella rete di distribuzione idrica perviene alla rete di fognatura. Parte, a causa delle perdite fisiologiche proprie della
rete di distribuzione, non perviene agli utenti. Inoltre, parte della portata effettivamente utilizzata
viene dispersa
per evaporazione, evapotraspirazione e dispersione
nel
suolo (innaffia-
mento piante e giardini, lavaggio di biancheria e pavimenti, ecc.).
I dati relativi a rilevamenti mirati alla valutazione della percentuale dell'acqua immessa nella rete di
distribuzione che raggiunge la fognatura risultano molto dispersi. L'ordine di grandezza delle perdite è del 30-40%.
Nel caso di fognatura separata, facendo riferimento per il dimensionamento idraulico degli spechi alle
portate fecali, prudenzialmente si assume che l’80% della dotazione idrica verrà vettoriata dal sistema fognante.
Noti pertanto la dotazione idrica del giorno dei maggiori consumi d2 [l/ab x giorno] ed il numero
N di abitanti da servire con la rete di fognatura, risulta agevole determinare il valore della portata media fecale con la relazione:
0,8  N  d
[l/s]
86400
qmed 
Per acquisire il valore della portata di picco fecale necessita definire il valore del coefficiente di punta
Cp, rapporto tra la portata fecale massima e la portata fecale media giornaliera. Non è corretto fare
riferimento all'analogo coefficiente di punta adottato nel dimensionamento della rete in pressione
idropotabile, dato il potere regolatore delle reti di fognatura correlato al funzionamento di queste in
condizioni di moto vario a superficie libera.
La letteratura tecnica in argomento indica valori sperimentali di Cp compresi tra 1,3 ed 1,5 (valori
sperimentalmente rilevati nelle reti fognarie di Foggia Cp  1,5 e di Napoli Cp = 1,26).
Per la determinazione di Cp 3 in fase di progettazione la Water Pollution Control Federation consiglia
il ricorso alla relazione : Cp = 20 N-0,2 [N in migliaia].
Pertanto il valore della portata nera di progetto è dato alla relazione:
qmax 
0,8 Cp  N d
86400
[l/s]
Nel caso di reti separate la qmax sarà la portata di dimensionamento dello speco per un assegnato
valore del Grado di Riempimento, 50%÷60 % della sezione totale dello speco, generalmente di
forma circolare. Nel caso di reti unitarie, ricordato che la portata bianca è centinaia di volte la
portata nera, non è necessario, per il dimensionamento dello speco, tener conto della nera qmax .
2 Rilevabile dall’Ente gestore dell’acquedotto
3 Maggiore è la popolazione tanto più Cp tende ad 1
Le reti fognanti
385
Occorrerà comunque verificare per lo speco, dimensionato per la massima portata pluviale Qmax ,
nel periodo di stagione secca, ovvero in assenza delle portate pluviali, il valore della velocità.
Questa dovrà risultare maggiore di una soglia limite, che verrà specificata in seguito, per consentire
lo smaltimento della portata nera che , per maggiore sicurezza, in questa verifica viene assunta pari
al 50% della qmax.
Determinazione della popolazione
Nel caso di nuovo progetto, si fa riferimento alle indicazioni delle Norme di Attuazione del Piano
Regolatore Generale vigente per le zone oggetto delle opere di urbanizzazione ed in particolare ai
seguenti parametri urbanistici:
St - Superficie territoriale [m2]: area complessiva dei lotti ricompresi un una determinata
Zona con specifica destinazione urbanistica ; è
somma della Superficie fondiaria Sf e delle superfici da destinare ad opere di urbanizzazione
interne all’area di intervento (strade, parcheggi,
aree di manovra, spazi verdi, ecc.)
Sf – Superficie fondiaria [m2]: area netta edificatoria pari alla St depurata delle superfici da
destinare ad opere di urbanizzazione
Uf – Indice di utilizzazione fondiaria
[m2/m2] esprime in m2 la massima Superficie
utile Su costruibile per ogni m2 di Superficie fondiaria Sf
V – Volume residenziale costruibile [m3] :prodotto della Su*h con h = altezza del piano da pavimento a soffitto;
IVC – Indice volumetrico capitarlo o Standard residenziale per abitante:
per zone non residenziali [abitante / ha] ,
con ha= ettari di superficie edificabile
per zone residenziali
N – Popolazione ricadente in una Zona :
per zone non residenziali : prodotto dell’ IVC*Sf
per zone residenziali
386
prodotto dell’ IVC*V
[abitante / m3]
8b. Portata Pluviale
Il valore della portata massima di pioggia può essere determinato adottando differenti procedure.
Tra queste le più diffuse sono:


metodo cinematico, fondato sul concetto della corrivazione;
metodo del volume d’invaso, basato sul concetto della laminazione.
In tutti i metodi, la
pioggia di progetto, per un assegnato valore del tempo di ritorno T, esprime il
legame funzionale tra altezza di pioggia h e durata secondo la nota relazione di stima:
h  a  tn [mm]
8.b.1 Il Metodo Cinematico
Il Metodo cinematico è basato su un modello concettuale lineare e stazionario secondo il quale il
bacino viene schematizzato come un insieme di canali lineari (elementi che producono soltanto un
ritardo dell’uscita rispetto all’ingresso). La pioggia più temibile per la rete posta a monte della sezione
considerata è quella la cui durata è tp= tc , tempo di corrivazione .
Pertanto la massima portata è esprimibile con la formula:
 A
Qmax  
h
10
A
tc
3600
[m3/s]
superficie bacino [ha]
 h altezza di precipitazione [mm]
  valore del coefficiente di afflusso caratteristico dell’area A
 tc tempo di corrivazione [ore]
Non tutto l'afflusso pluviometrico viene trasformato dall'operatore bacino in deflusso nella rete di
fognatura. Sono cause della perdita gli invasi nelle depressioni della superficie del suolo, il velo
idrico trattenuto dalla tensione superficiale, l'infiltrazione nel sottosuolo, l'evaporazione. Nelle aree
urbanizzate l’infiltrazione risulta la causa principale di perdita. Si tiene conto del fenomeno attraverso il coefficiente di afflusso definito quale rapporto tra il volume netto o efficace Vn della pioggia
ed il volume totale Vtot della precipitazione.
=
Vn
Vtot
Nello studio delle portate di piena di bacini urbani il valore di
, funzione dei caratteri fisici, morfo-
metrici e clivometrici del bacino (tipo di pavimentazione, di copertura degli edifici, la presenza di
aree a verde, pendenze, ecc.), viene assunto costante, facendo riferimento a condizioni particolarmente gravose riguardo l’umidità del suolo, ipotizzato saturo, e l’intensità di infiltrazione, considerata a regime.
Valori del coefficiente di afflusso  secondo Kuichling.
Tetti impermeabili
0,70-0,95
Pavimentazione di asfalto in buono stato
0,85-0,90
Pavimenti di pietra o laterizio con connessure cementate
0,75-0,85
Pavimentazione a macadam
0,25-0,60
Strade e viali con ghiaietto
0,15-0,30
Superfici non pavimentate, piazzali ferroviari
0,10-0,30
Parchi, giardini, prati
0,05-0,25
Aree boscose e foreste
0,01-0,20
Le reti fognanti
387
Valori del coefficiente  in funzione del tipo di urbanizzazione
Costruzioni ad alta densità
0.80
Costruzioni rade
0,60
Costruzioni con ampie corti e giardini
Villini
0,50
0,30-0,40
Prati, giardini, aree non edificate
Parchi e boschi
0,20
0,05-0,10
Per bacini scolanti caratterizzati da superfici Ai alle quali vanno attribuiti differenti valori del coefficiente di afflusso
i, per l’intera
area viene stimato un coefficiente medio con la seguente espres-
sione:

La determinazione del
 i A i
A i
tempo di corrivazione tc viene conseguita, per i tronchi iniziali della
rete, con la relazione:
tc = to + L/V
 to
tempo di ruscellamento o di raggiungimento della
pioggia dal punto di caduta nella canalizzazione idraulicamente più vicina ; viene assunto pari a 5-10 minuti, in funzione del grado di urbanizzazione del centro abitato e della pendenza delle
superfici.
 L/V tempo di vettoriamento o di percorrenza entro il
tratto di canalizzazione lungo L
percorso in condi-
zioni di moto uniforme dalla portata Q con velocità
media V.
388
N.B. Poiché a priori non è nota la portata Q e tantomeno le dimensioni definitive dello speco, la
velocità V è incognita e, pertanto , per poter esplicitare un valore di primo tentativo del t c si dà un
valore di primo tentativo o fittizio alla velocità V = Vf .
Per i tratti successivi, il tempo di corrivazione si calcola con la relazione:
tc = m + L/V
con m valore massimo dei tempi di corrivazione dei percorsi canalizzati a monte.
Come detto, impostato per ogni tronco un valore di velocità media fittizia V f è possibile definire un
tempo di corrivazione tc [ore], con il quale è possibile determinare :
l'altezza di precipitazione
l'intensità di precipitazione
h = a tcn
h
i 
tc
Q max  '
la portata di pioggia
[mm];
[mm/ora]
h 1000
A
tc 3600
[m3/s]
per A [km2] ; a questa viene sommata, nel caso di sistema misto, la portata nera Q n (peraltro
ininfluente) per la verifica della massima portata fluente Qt nella sezione di calcolo.
Nota la Qt , occorre verificare sia il grado di riempimento  della sezione che, sotto l’ipotesi di flusso
in moto uniforme, si ottiene con la relazione di stima :
2
1
Q t   k R 3  i2
e, successivamente, che la velocità V media

[a]
Qt
sia confrontabile con la Vf,assunta in precedenza.

Per la soluzione della [a] possono essere utilizzate le scale di deflusso adimensionalizzate :
Q=Q(h) e V=V(h)
Nel caso in cui Vr≠Vf
Vr  Vf questo è il
occorrerà riverificare lo speco ;
caso in cui, ovviamente,
le dimensioni dello speco selezionato sono tali da
rispettare sia il grado di riempimento che la velocità media di scorrimento.
Nel caso in cui, fatto salvo il grado di riempimento, il valore massimo della velocità ecceda il limite
consentito per il tipo di materiale utilizzato per la costruzione dello speco si provvederà a ridurre la
pendenza della canalizzazione, con l'inserimento di salti di fondo.
Solo dopo il dimensionamento dello speco per la massima portata di pioggia occorrerà verificare il
valore delle velocità minima, in regime di tempo secco, che si verifica quando la fogna convoglia il
50% della portata nera di punta.
Si potrebbe verificare anche il caso in cui le piccole portate fecali non abbiano una velocità sufficiente
per evitare fenomeni di sedimentazione. Nel caso di fogne unitarie, in cui non è possibile modificare
né la forma dello speco e né tanto meno variare la pendenza, sarà opportuno inserire dei pozzetti di
lavaggio.
Nel caso di sistema separato si procederà, ovviamente, alle verifiche sopradette separatamente per
i due spechi fognari .
Le reti fognanti
389
Figura 57. Parametri geometri della sezione circolare
390
Figura 58. Parametri geometri della sezione ovoidale
Le reti fognanti
391
Esempio 32. Progetto di una piccola rete di fognatura
Progettare la rete di fognatura, del tipo unitario, per la località riportata nello schema di Figura 1.
Sono date le espressioni della curva di possibilità pluviometrica, per precipitazioni rilevate in un periodo di osservazione di 50 anni, con tempo di ritorno T=15 anni :
h = 34 t 0,45 per durate t < 1 ora e h = 34 t 0,28 per 1 < t < 24 ore .
La dotazione idropotabile del giorno dei massimi consumi è di 250 l/ab*giorno
Figura. 1 – Planimetria
Tabella I
Parametri urbanistici
Zona
St
Destinazione
Sf
TN
38550
Tecnologica
27000
CM
42480
Commerciale
30000
Uf
Su
IVC
70 ab/ha
50 ab/ha
42000
0,7 m2/m2
29400
1ab/ 80 m3
PEEP
68610
PEEP
VPA
29400
Verde attrezzato
A
45115
Residenziale
22500
0,4 m2/m2
9000
1ab/100 m3
B
93760
Completamento
58000
0,7 m2/m2
40600
1ab/ 80 m3
Dimensioni commerciali degli spechi utilizzabili :
Tubi in PVC UNI EN 1401 SN8- SDR 34
DN mm
Di
mm
Peso kg/m
250
315
400
500
630
242,7
305,8
388,3
485,4
611,6
8,34
13,2
21,4
33,4
53,0
Tubi in Gres - UNI EN 295
DN mm
250
300
350
400
500
600
700
800
1000
Di
250
300
350
400
500
600
700
800
1000
51
65
102
107
173
220
295
360
512
mm
Peso kg/m
392
Tubi Ovoidali in cls vibrato - DIN 4032
b
h
r
peso
cm
cm
cm
kg
60
90
30
1365
70
105
35
1820
80
120
40
2390
90
135
45
2780
100
150
50
3176
120
180
60
4345
r
h
fondello
in gres
b
Escludendo il funzionamento in pressione, i condotti di fognatura si calcolano come canali a superficie
libera in regime di moto uniforme. La determinazione dei parametri idraulici viene effettuata utilizzando la formula di Chézy, assumendo per  la formula di Manning-Strickler, introducendo valori del
coefficiente di scabrezza tipici per il materiale usato :
Q   k R 2 / 3 i1 / 2
[m2]

 Sezione bagnata

k Coefficiente di scabrezza [m1/3 s-1]
k = 90 per tubazioni di PVC
k = 95 per tubazioni di Gres
k = 80 per tubazioni in Calcestruzzo
 R Raggio idraulico [m]
i
Pendenza del collettore
Di seguito sono riportati, in modo tabellare, i dati elaborati per la verifica idraulica degli spechi, con
l’ausilio delle tabelle dei parametri geometrici delle sezioni circolare e ovoidale inglese, tratte dal
manuale Colombo. Il grado di riempimento massimo è stato fissato in :
GR  60 % per spechi
circolari e GR  70 % per spechi ovoidali. In considerazione dei materiali utilizzati per le tubazioni
possono essere accettati valori massimi di velocità  5 m/s per tubazioni in Gres e PVC e  4 m/s
per tubi ovoidali.
Nelle seguenti Figure 2 e 3 sono raffigurate le scale di deflusso di spechi circolari e semiovoidali con
evidenziata in rosso la condizione di grado riempimento massimo .
1. Le portate nere o fecali
Nota la dotazione idrica del giorno dei maggiori consumi d [l/ab * giorno] e determinato il numero
N di abitanti da servire con la rete di fognatura, il valore massimo della portata fecale risulta
 0,8 Cp N d 

Q n  
 86400 
[l/s]
1,3 < Cp  1,5 .
Utilizzando i dati di Tabella I vengono definiti gli abitanti afferenti ad ogni zona e le relative portate
nere
Le reti fognanti
393
Tabella II
Zona
Sf
Uf
m2
Su
volumi
m2
m3
IVC
abitanti
Cp
N°
portata
l/s
TN
27000
70 ab/ha
189
1,4
0,6
CM
30000
50 ab/ha
150
1,4
0,5
42000
0,7
29400
88200
1ab/ 80 m3
1103
1,4
3,6
22500
0,4
9000
27000
1ab/100 m3
270
1,4
0,9
121800
1ab/ 80 m3
1523
1,4
4,9
PEEP
VPA
A
B
58000
0,7
40600
2. portate bianche o di pioggia
La valutazione della portata massima, o di picco, viene effettuata con riferimento alla formula
Qmax  
con
h
10
A
tc
3600
(m3/s) [1]
h
, intensità della pioggia (mm/ora) di durata pari al tempo di corrivazione t c (ore) del bacino
tc
e  coefficiente di afflusso ( Tabella III) , A superficie del bacino in ha
Tabella III
Valori del coefficiente  in funzione del tipo di urbanizzazione
Strade , piazze, lastricati
Costruzioni ad alta densità
Costruzioni rade
Villini
Prati, giardini, aree non edificate
0,90
0,80
0,60
0,30  0,40
0,20
I valori della precedente tabella vengono applicati alle singole superfici scolanti omogenee ; nel caso
in cui nell'ambito di uno stesso bacino siano presenti due o più sottozone omogenee, si determina il
valore medio ' , ragguagliato all'area At dell'intero bacino, come media ponderata dei singoli valori
di
i delle rispettive superfici Ai
' 
 i A i
At
Nella Figura 2 è riprodotto lo schema della rete di fognatura ; nella Tabella IV sono riportati i dati
relativi dei singoli collettori e dei sottobacini afferenti.
Figura 2. Sottobacini
394
Tabella IV
Collettore
Lunghezza
Sottobacini
TN
1
38550
Strade e Piazzali
CM
3
4570
0,9
42480
0,6
Piazza
8622
0,9
PEEP
68610
0,8
Strada e Piazza
315
VPA
B- Completamento
5
8751
0,9
29400
0,2
93760
0,8

345
6
43120
0,63
51102
0,65
77361
0,81
29400
0,20
100793
0,81
49805
0,41

400
4
0,6

185
270
'
S totale

365
2

Superfici
Strada e Piazza
7033
0,9
A - Residenziale
45115
0,4
VPA
2460
0,2
Strada e Piazza
2230
0,9
Ricordato che Il tempo di corrivazione tc
per i tronchi iniziali
tc = to + L/V

to, tempo di ruscellamento, assunto 5 minuti

tempo di vettoriamento entro il tratto di canalizzazione lungo L percorso in condizioni di moto
uniforme dalla portata Q con velocità media V.
per i tronchi seguenti
tc = m + L/V

m valore massimo dei tempi di corrivazione dei tronchi a monte.
Dimensionamento degli spechi
Nella seguente Tabella V sono riportati i dati relativi alla determinazione della portata di pioggia Q p,
di primo tentativo, afferente ad ogni collettore nella sezione di chiusura del sottobacino tributario.
Tabella V
Determinazione delle portate di pioggia di primo tentativo
Coll.
Superficie
1
2
3
4
5
6
3-4-5
5-6-7
m
43120
51102
77361
29400
100763
49805
200983
351551

L
0.63
0.65
0.81
0.20
0.81
0.41
0.64
0.68
m
365
185
400
315
345
270
120
130
2
i
Vf
tc
0.02
0.008
0.035
0.045
0.035
0.045
0.008
0.010
m/s
1.4
1.0
3.0
1.3
3.0
2.0
2.8
3.0
ore
0.156
0.135
0.120
0.151
0.115
0.121
0.168
0.180
a
34
34
34
34
34
34
34
34
n
h
i
0.45
0.45
0.45
0.45
0.45
0.45
0.45
0.45
mm
14.72
13.79
13.11
14.50
12.86
13.13
15.23
15.72
mm/ora
94.56
102.41
108.96
96.31
111.58
108.73
90.72
87.30
Qp
3
m /s
0.714
0.945
1.897
0.157
2.530
0.617
3.241
5.797
Nota :
per i collettori 3.4.5. e 5.6.7. i tempi di corrivazione, essendo tronchi seguenti, sono tc = m + L/V.
Le reti fognanti
395
Nella Tabella VI sono riassunti i dati caratteristici di ogni collettore e le dimensioni geometriche
degli spechi utilizzati e da verificare idraulicamente :
Figura 3. Schema della rete
Tabella VI
Caratteristiche dei collettori e portate di verifica
Coll.
Materiale
Pendenza
Qp
Qn
Qt
m3/s
m3/s
m3/s
Speco
1
PVC
0,020
circolare
DN 630
0,714
0,0006
0,7146
2
PVC
0,008
circolare
DN 630
0,945
0,0005
0,9455
3
Cls
0,035
ovoidale
60*90
1,897
0,0036
1,9006
4
PVC
0,045
circolare
DN 250
0,157
5
Cls
0,035
ovoidale
80*120
2,530
0,0049
2,5349
6
Gres
0,045
circolare
DN 500
0,617
0,0009
0,6179
3-4-5
Cls
0,008
ovoidale
100*150
3,241
0,0047
3,2457
5-6-7
Cls
0,010
ovoidale
120*180
5,797
0,0105
5,8075
0,1570
Collettore 1
C1
lunghezza
Bacino
43120 m
tc= 0,155
Qp=
circolare
h/r
1,00
1,10
1,20
2
3
0,7143 m /s
1,5708
1,7705
1,9681
a= 34
0,5000
0,5298
0,5553
Q/(*)
0,9895
1,1592
1,3296
n= 0,45
3
Qt= 0,7149
m
h
m
0,300
0,330
0,360
m/s
mm/ora
0,0006 m /s
r= 0,30
R/r
Vf= 1,4
imax= 94,66
14,71 mm
Qn=
DN= 630
A/r
i= 0,02
j= 0,63
hmax=
ore
2
365 m
PVC
A
2
m
0,141
0,159
0,177
R
m
0,150
0,159
0,167
Q
3
m /s
0,508
0,595
0,683
3
m /s
k= 90
V
GR
m/s
3,59
3,73
3,85
%
50
55
60
Il collettore in esame smaltisce una portata massima di 0,683 m 3/s (< 0,7149) con un grado di
riempimento prossimo al 60% ed una velocità reale di 3,85 m/s, valore molto diverso dalla velocità
fittizia di scorrimento Vf = 1,4 m/s di primo tentativo. Posto pertanto Vf = 3,6 m/s, valore accettabile
per il tipo di materiale adottato, varieranno i valori di t c , hmax, imax, Qp ed infine Qt . Con questo
ultimo valore si verifica uno speco ovoidale 60*90 con raggio r=0,30 m
396
C1
lunghezza
Bacino
43120 m
tc= 0,111
2
0,8588 m /s
h/r
A/r
1,60
1,80
2,00
2
R/r
2,2305
2,6242
3,0233
a= 34
n= 0,45
3
r= 0,3
CLS
A
R
2
m
0,480
0,540
0,600
3
Qt= 0,8594
m
h
1,5146
1,8628
2,2251
m/s
mm/ora
0,0006 m /s
Q/(*)
0,5596
0,5980
0,6314
Vf= 3,6
imax= 113,82
mm
Qn=
W 60*90
ovoidale
i= 0,02
j= 0,63
hmax= 12,65
ore
3
Qp=
365 m
m
0,201
0,236
0,272
m
0,168
0,179
0,189
m /s
k= 80
Q
3
m /s
0,691
0,850
1,015
V
GR
m/s
3,44
3,60
3,73
%
53
60
67
Il Collettore 1, così come modificato, risulta verificato
Collettore 2
C 2
lunghezza
Bacino
51102
m
ore
Qp= 0,946
m /s
3
A/r
2
r= 0,305
0,5553
0,5763
0,5925
Vf= 1,00
a= 34
m/s
n= 0,45
imax= 102,54
Qn= 0,0005
R/r
1,9681
2,1617
2,3489
i= 0,008
13,78 mm
DN= 630
h/r
1,20
1,30
1,40
185 m
j= 0,65
hmax=
tc= 0,134
circolare
2
mm/ora
3
m /s
3
Qt= 0,9466
m
PVC
Q/(*)
h
A
1,3296
1,4970
1,6570
m
0,366
0,397
0,427
m
0,183
0,201
0,219
2
m /s
k= 90
R
Q
m
0,169
0,176
0,181
m /s
0,451
0,508
0,562
3
V
GR
m/s
2,46
2,53
2,57
%
60
65
70
Lo speco è sottodimensionato .
C 2
lunghezza
Bacino
51102
tc= 0,102
m
2
hmax=
ore
3
Qp= 1,101
185 m
m /s
h/r
A/r
2,00
2,10
2,20
2
3,0233
3,2220
3,4207
0,6314
0,6452
0,6590
r= 0,35
Q/(*)
2,2251
2,4077
2,5903
m/s
n= 0,45
imax= 119,31
Qn= 0,0005
R/r
Vf= 2,70
a= 34
12,17 mm
W 70*105
ovoidale
i= 0,008
j= 0,65
mm/ora
3
m /s
3
Qt= 1,1013
m
CLS
h
A
m
0,700
0,735
0,770
m
0,370
0,395
0,419
2
m /s
k= 80
R
Q
m
0,221
0,226
0,231
m /s
0,969
1,048
1,128
3
V
GR
m/s
2,62
2,66
2,69
%
67
70
73
Il Collettore 2 risulta verificato da uno speco ovoidale delle dimensioni 70*105 cm, con grado di
riempimento GR  73% e velocità V  2,7 m/s
Collettore 3
C3
lunghezza
Bacino
77361
tc= 0,120
Qp=
ovoidale
h/r
2,30
2,40
2,50
1,899
m
2
3
m /s
0,6696
0,6775
0,6820
i= 0,035
 0,81
r= 0,3
2,7662
2,9323
3,0837
m /s
m
0,690
0,720
0,750
A
2
m
0,325
0,342
0,358
3
Qt= 1,9028
m
h
mm/ora
3
0,0036
m/s
n= 0,45
imax= 109,11
mm
Qn=
Q/(*)
Vf= 3
a= 34
hmax= 13,10
ore
W 60*90
A/r^2
R/r
3,6142
3,8015
3,9800
400 m
R
m
0,201
0,203
0,205
CLS
Q
3
m /s
1,670
1,770
1,861
m /s
k= 80
V
GR
m/s
5,13
5,17
5,20
%
77
80
83
La sezione ipotizzata è insufficiente ed il valore della velocità risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo 0,01 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo, mentre il valore della Vf di secondo tentativo è elevato a 3,4 m/s .
Le reti fognanti
397
C3
lunghezza
Bacino
77361
tc= 0,116
m
400 m
3
A/r
2
R/r
2,6242
2,8238
3,0233
0,5980
0,6147
0,6314
a= 34
CLS
A
R
2
m
0,810
0,855
0,900
3
Qt= 1,9418
m
h
1,8628
2,0440
2,2251
n= 0,45
m /s
r= 0,45
Q/(*)
m/s
mm/ora
3
Qn= 0,0036
W 90*135
h/r
Vf= 3,4
imax= 111,35
12,88 mm
m /s
ovoidale
i= 0,01
 0,81
hmax=
ore
Qp= 1,938
1,80
1,90
2,00
2
m
0,531
0,572
0,612
k= 80
Q
m
0,269
0,277
0,284
m /s
3
m /s
1,772
1,944
2,117
V
GR
m/s
3,33
3,40
3,46
%
60
63
67
Collettore 4
C4
lunghezza
Bacino
29400
m
0,150 ore
Qp=
0,157 m /s
315 m
h/r
A/r
2
R/r
1,5708
1,7705
1,9681
0,5000
0,5298
0,5553
Q/(*)
m /s
PVC
A
R
2
m
0,120
0,132
0,144
3
Qt= 0,157
m
h
0,9895
1,1592
1,3296
n= 0,45
0 m /s
r= 0,12
m/s
96,41 mm/ora
3
Qn=
DN= 250
Vf= 1,3
a= 34
imax=
14,49 mm
3
circolare
i= 0,045
j= 0,2
hmax=
tc=
1,00
1,10
1,20
2
m
0,023
0,025
0,028
k= 90
Q
m
0,060
0,064
0,067
3
m /s
0,066
0,078
0,089
V
GR
m/s
2,93
3,04
3,14
%
50
55
60
Occorre aumentare la dimensione dello speco e correggere il valore della V f
C4
lunghezza
Bacino
29400
tc=
2
3
0.191 m /s
circolare
h/r
A/r
imax=
12.39 mm
0.4285
0.4662
0.5000
Vf= 3.8
m/s
n= 0.45
116.82 mm/ora
3
0 m /s
r= 0.194
R/r
1.1735
1.3711
1.5708
i= 0.045
a= 34
Qn=
DN= 400
2
315 m
 0.2
hmax=
0.106 ore
Qp=
0.80
0.90
1.00
m
3
Qt= 0.191
m
m /s
PVC
Q/(*)
h
A
0.6669
0.8243
0.9895
m
0.155
0.175
0.194
m
0.044
0.052
0.059
2
k= 90
R
Q
m
0.083
0.090
0.097
m /s
0.161
0.198
0.238
3
V
GR
m/s
3.64
3.85
4.03
%
40
45
50
Collettore 5
C5
lunghezza
Bacino
100763 m
2
ore
Qp= 2,533
m /s
3
h/r
1,60
1,80
2,00
A/r
2,2305
2,6242
3,0233
R/r
0,5596
0,5980
0,6314
r= 0,4
Q/(*)
1,5146
1,8628
2,2251
Vf= 3
a= 34
m
0,640
0,720
0,800
mm/ora
3
m /s
3
Qt= 2,5382
m
h
m/s
n= 0,45
imax= 111,74
12,84 mm
Qn= 0,0049
W 80*120
2
i= 0,035
j= 0,81
hmax=
tc= 0,115
ovoidale
345 m
CLS
A
2
m
0,357
0,420
0,484
R
m
0,224
0,239
0,253
Q
3
m /s
1,969
2,422
2,893
m /s
k= 80
V
GR
m/s
5,52
5,77
5,98
%
53
60
67
Il Collettore 5, pur risultando verificato il GR < 70%, ha un valore della velocità troppo elevato,
pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo 0,012 , da recuperare
con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf di secondo tentativo è fissato a 3,6 m/s .
398
C5
lunghezza
Bacino
100763 m
2
ore
Qp= 2,600
m /s
h/r
A/r
R/r
2,6242
3,0233
3,222
0,5980
0,6314
0,6452
Q/(*)
CLS
A
R
2
m
0,720
0,800
0,840
3
Qt= 2,6052
m
h
1,8628
2,2251
2,4077
n= 0,45
m /s
r= 0,4
m/s
mm/ora
3
Qn= 0,0049
W 80*120
2
Vf= 3,6
a= 34
imax= 114,69
12,57 mm
3
ovoidale
i= 0,012
j= 0,81
hmax=
tc= 0,110
1,80
2,00
2,1
345 m
m
0,420
0,484
0,516
m
0,239
0,253
0,258
m /s
k= 80
Q
3
m /s
1,418
1,694
1,833
V
GR
m/s
3,38
3,50
3,56
%
60
67
70
dopo il cambiamento di pendenza lo speco è insufficiente e pertanto va ampliato
C5
lunghezza
Bacino
100763 m
2
ore
Qp= 2,636
m /s
h/r
A/r
2,6242
3,0233
3,222
R/r
0,5980
0,6314
0,6452
Q/(*)
CLS
A
R
2
m
0,900
1,000
1,050
3
Qt= 2,6406
m
h
1,8628
2,2251
2,4077
n= 0,45
m /s
r= 0,5
m/s
mm/ora
3
Qn= 0,0049
W 100*150
2
Vf= 4,0
a= 34
imax= 116,25
12,43 mm
3
ovoidale
i= 0,012
j= 0,81
hmax=
tc= 0,107
1,80
2,00
2,1
345 m
m
0,656
0,756
0,806
m
0,299
0,316
0,323
m /s
k= 80
Q
3
m /s
2,571
3,071
3,323
V
GR
m/s
3,92
4,06
4,13
%
60
67
70
Collettore 6
C6
lunghezza
Bacino
49805 m
2
0,121 ore
Qp=
0,6176 m /s
h/r
3
A/r
1,00
1,10
1,05
1,20
Qn=
1,5708
1,7705
1,8693
1,9681
0,5000
0,5298
0,5425
0,5553
Qt= 0,6185
m
Grès
h
A
R
2
m
0,250
0,275
0,263
0,300
0,9895
1,1592
1,2444
1,3296
n= 0,45
3
Q/(*)
m/s
108,88 mm/ora
0,0009 m /s
r= 0,25
R/r
Vf= 2
a= 34
imax=
13,12 mm
DN= 500
2
i= 0,045
j= 0,41
hmax=
tc=
circolare
270 m
m
0,098
0,111
0,117
0,123
m
0,125
0,132
0,136
0,139
3
m /s
k= 95
Q
3
m /s
0,495
0,579
0,622
0,665
V
GR
m/s
5,04
5,24
5,32
5,40
%
50
55
53
60
Il valore della velocità risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza
di fondo dallo 0,045 allo 0,02 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle V f di
secondo tentativo è fissato a 4,0 m/s .
C 6
lunghezza
Bacino
49805 m
2
0,102 ore
Qp=
0,6778 m /s
h/r
1,00
1,10
1,05
1,20
3
2
1,5708
1,7705
1,8693
1,9681
0,5000
0,5298
0,5425
0,5553
Q/(*)
0,9895
1,1592
1,2444
1,3296
n= 0,45
3
Qt= 0,6787
m
h
m
0,300
0,330
0,315
0,360
m/s
119,49 mm/ora
0,0009 m /s
r= 0,30
R/r
Vf= 4,0
a= 34
imax=
12,16 mm
Qn=
DN= 600
A/r
i= 0,02
j= 0,41
hmax=
tc=
circolare
270 m
Grès
A
2
m
0,141
0,159
0,168
0,177
R
m
0,150
0,159
0,163
0,167
Q
3
m /s
0,536
0,628
0,674
0,720
3
m /s
k= 95
V
GR
m/s
3,79
3,94
4,01
4,07
%
50
55
53
60
Le reti fognanti
399
Collettore 3.4.5
C 3.4.5
lunghezza
Bacino
200983 m
2
0,168 ore
Qp=
3,241 m /s
3
A/r
1,80
2,00
2,10
2
R/r
2,6242
3,0233
3,2220
0,5980
0,6314
0,6452
Vf= 2,8
a= 34
90,72 mm/ora
3
Qn=
0,0049 m /s
r= 0,50
Q/(*)
m /s
CLS
A
R
2
m
0,900
1,000
1,050
3
Qt= 3,246
m
h
1,8628
2,2251
2,4077
m/s
n= 0,45
imax=
15,23 mm
W 100*150
ovoidale
i= 0,008
 0,64
hmax=
tc=
h/r
120 m
m
0,656
0,756
0,806
m
0,299
0,316
0,323
k= 80
Q
3
m /s
2,099
2,507
2,713
V
GR
m/s
3,20
3,32
3,37
%
60
67
70
Occorre aumentare la dimensione dello speco e correggere il valore della V f
C 3.4.5
lunghezza
Bacino
200983 m
tc=
Qp=
hmax=
3
3,270 m /s
2
R/r
2,2305
2,4274
2,6242
i= 0,008
0,5596
0,5788
0,5980
Vf= 3,6
a= 34
91,51 mm/ora
3
Qn=
0,0049 m /s
r= 0,60
m/s
n= 0,45
imax=
15,12 mm
W 120*180
A/r
1,60
1,70
1,80
120 m
 0,64
0,165 ore
ovoidale
h/r
2
3
Qt= 3,275
m
m /s
CLS
Q/(*)
h
A
1,5146
1,6887
1,8628
m
0,960
1,020
1,080
m
0,803
0,874
0,945
2
R
Q
m
0,336
0,347
0,359
m /s
2,775
3,094
3,413
k= 80
3
V
GR
m/s
3,46
3,54
3,61
%
53
57
60
Collettore 5.6.7
C 5.6.7
lunghezza
Bacino
351551 m
tc= 0,180
Qp=
5,797 m /s
1,60
1,80
2,00
2,10
2,2305
2,6242
3,0233
3,2220
R/r
0,5596
0,5980
0,6314
0,6452
Vf= 3
mm/ora
3
0,0105 m /s
r= 0,6
m/s
n= 0,45
imax= 87,30
mm
Qn=
W 120*180
2
i= 0,01
a= 34
hmax= 15,72
3
A/r
130 m
 0,68
ore
ovoidale
h/r
2
Qt= 5,808
m
CLS
Q/(*)
h
A
1,5146
1,8628
2,2251
2,4077
m
0,960
1,080
1,200
1,260
m
0,803
0,945
1,088
1,160
2
R
Q
m
0,336
0,359
0,379
0,387
m /s
3,103
3,816
4,559
4,933
3
3
m /s
k= 80
V
GR
m/s
3,86
4,04
4,19
4,25
%
53
60
67
70
Non risulta verificato il GR > 70% ed il valore della velocità risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento delle
pendenza di fondo dallo 0,01 allo 0,006 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo.
Il valore delle Vf di secondo tentativo è fissato a 3,5 m/s ed
infine, non disponendo di sezioni ovoidali maggiori occorre assumere come sezione uno speco rettangolare b=120 cm ed
h=160 cm e verificarne la sufficienza attraverso la costruzione
della scala di deflusso
400
Collettore 5.6.7
Bacino
351551 m
tc= 0,178
Qp=
lunghezza
2
130 m
i= 0,006
 0,68
a= 34
hmax= 15,65
ore
3
5,828 m /s
Qn=
m
0,01
0,05
0,10
0,25
0,50
0,75
1,00
1,10
1,17
1,30
1,40
1,60
1,80

2
m
0,01
0,07
0,14
0,35
0,70
1,05
1,40
1,54
1,64
1,82
1,96
2,24
2,52
3
Q
V
GR
m
0,01
0,05
0,09
0,18
0,29
0,36
0,41
0,43
0,44
0,46
0,47
0,49
0,39
3
m/s
0,3
0,8
1,2
2,0
2,7
3,1
3,4
3,5
3,6
3,7
3,7
3,8
3,3
%
0,6
2,8
5,6
13,9
27,8
41,7
55,6
61,1
65,0
72,2
77,8
88,9
100
m /s
0,004
0,056
0,171
0,702
1,908
3,305
4,802
5,418
5,854
6,672
7,307
8,591
8,389
mm/ora
0,0105 m /s
R
m/s
n= 0,45
imax= 87,77
mm
Speco rettangolare
b = 1,40
pendenza di fondo :
i = 0,006
cls gettato in cassaforma metallica
h
Vf= 3,5
Qt= 5,838
3
m /s
h= 1,80
k= 80
1,8
h [m]
1,5
1,2
0,9
0,6
0,3
0,0
0
2
4
6
8
Portate [m3/s]
Terminato il dimensionamento, si riassumono nella seguente Tabella VII le tipologie e le dimensioni
degli spechi
Tabella VII
Caratteristiche dei collettori
Coll.
Materiale
Pendenza
Pendenza
1
Cls
2
Speco
strada
collettore
sezione
0,020
0,020
ovoidale
Cls
0,008
0,008
3
Cls
0,035
4
PVC
0,045
5
Cls
6
Vr
dimensione
Qt
m3/s
m/s
W 60*90
0,859
3,6
ovoidale
W 70*105
1,101
2,7
0,010
ovoidale
W 90*135
1,942
3,4
0,045
circolare
DN 400
0,191
3,8
0,035
0,012
ovoidale
W 100*150
2,640
4,0
Gres
0,045
0,020
circolare
DN 600
0,678
4,0
3-4-5
Cls
0,008
0,008
ovoidale
W 120*180
3,275
3,6
5-6-7
Cls
0,010
0,006
Rettangol.
140*180
5,838
3,5
Le reti fognanti
401
Verifica in regime di stagione secca
Nelle fognature a sistema misto, come in questo caso di studio, una volta dimensionati gli spechi per
il massimo evento pluviometrico, correlato al tempo di ritorno di progetto, si devono verificare le
velocità minime allorché nella fognatura sia presente la sola portata nera o parte di essa, che,
essendo in quantità centinaia di volte minore a quella pluviale, occupa una minima parte della sezione
e per tiranti idrici limitati potrebbero presentarsi valori di velocità molto bassi tanto da consentire
la sedimentazione dei liquami, con conseguenti fenomeni di putrefazione che originano la produzione
di idrogeno solforato.
Questa circostanza, noti gli effetti estremamente dannosi per la stabilità della canalizzazione, deve
essere evitata e, lì dove le velocità dovessero risultare basse, occorrerà inserire opportuni pozzetti
di lavaggio.
Collettore 2 con speco ovoidale W 70*105
Collettore 3 con speco ovoidale W 90*135 e portata nera
A titolo di esempio si prendono in esame due collettori, il
e portata nera Qmax= 0,0005 m3/s ed il
Qmax= 0,0036 m3/s.
Per quanto disposto dalla Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 11633, la velocità minima
vmin = 0,50 m/s viene riferita alla portata nera media giornaliera rispettivamente : Q= 0,00025
m3/s e Q= 0,0018 m3/s.
Collettore C2 : si utilizza la parte alta della Tabella di Figura 3 e si rileva alla portata di verifica un
valore di velocità V  0,3 m/s al disotto del limite minimo consentito e, pertanto, è necessario
introdurre un pozzetto di lavaggio di testata
C2
lunghezza
Q= 0,00025
h/r
A/r
0,015
0,020
0,025
0,030
0,035
0,040
2
3
Qmax= 0,0005
m /s
3
R/r
0,0024
0,0037
0,0052
0,0069
0,0086
0,0105
i= 0,008
m /s
W 70*105
ovoidale
185 m
0,0099
0,0132
0,0165
0,0197
0,023
0,0262
r= 0,35
Q/(*)
m
h
R
2
m
0,005
0,007
0,009
0,011
0,012
0,014
0,0001
0,0002
0,0003
0,0005
0,0007
0,0009
fondello in grès
A
m
0,0003
0,0005
0,0006
0,0008
0,0011
0,0013
m
0,003
0,005
0,006
0,007
0,008
0,009
Q
3
m /s
0,0001
0,0001
0,0002
0,0003
0,0004
0,0005
k= 95
V
GR
m/s
0,18
0,23
0,24
0,31
0,34
0,36
%
0,5
0,7
0,8
1,0
1,2
1,3
Collettore C3 : si rileva alla portata di verifica un valore di velocità V  0,6 m/s valore accettabile
per l’autolavaggio.
C3
lunghezza
h/r
0,030
0,035
0,040
0,045
0,050
0,055
0,060
402
3
Qmax= 0,0036
m /s
m /s
W 90*135
A/r
i= 0,01
3
Q= 0,0018
ovoidale
400 m
2
0,0069
0,0086
0,0105
0,0126
0,0147
0,017
0,0192
R/r
0,0197
0,023
0,0262
0,0294
0,0326
0,036
0,0389
r= 0,45
m
fondello in grès
Q/(*)
h
A
0,0005
0,0007
0,0009
0,0012
0,0015
0,002
0,0022
m
0,014
0,016
0,018
0,020
0,023
0,025
0,027
m
0,0014
0,0017
0,0021
0,0026
0,0030
0,0034
0,0039
2
R
Q
m
0,009
0,010
0,012
0,013
0,015
0,016
0,018
m /s
0,0006
0,0008
0,0010
0,0014
0,0017
0,0021
0,0025
3
k= 95
V
GR
m/s
0,40
0,45
0,48
0,53
0,57
0,61
0,64
%
1,0
1,2
1,3
1,5
1,7
1,8
2,0
8.b.2. Il metodo del volume d’invaso o del coefficiente udometrico
Il metodo tiene presente, nella trasformazione afflussi-deflussi, del principio della conservazione
della massa. Correntemente viene utilizzato il Metodo diretto o del Coefficiente Udometrico basato
sulla ricerca di una portata massima Q tra tutte quelle per le quali è possibile un'eguaglianza tra
durate ammissibili e durate possibili, in relazione alla curva di possibilità pluviometrica adottata.
La formulazione classica è espressa dalla relazione:



1
n
u  2168 n  a w
1 
  1 
n 
[l/s ha]
u = Q/A, coefficiente udometrico
a espresso in [m/ora]4
v  v2  v3
w = V/A
→ w  1
A
invaso specifico [m]
V , in questa formula, rappresenta il volume idrico totale invasato dal bacino scolante di area A.
E' costituito, pertanto, dalla somma:

del volume v1 invasato dalle canalizzazioni della rete di fognatura;
Per i tronchi estremi si ha:
v 1 = W 1 x L1
con L1, lunghezza del tronco ed W1 , massimo valore dell’area bagnata in funzione della forma e
del correlato grado di riempimento Gr.
Per gli altri tronchi della rete vi si calcola, nel rispetto dell’ipotesi del funzionamento sincrono ,
con la relazione:
vi= i (Wi Li )

del volume v2 invasato nelle grondaie, nelle caditoie, nelle cunette stradali, nei pozzetti, nei
fognoli di allacciamento privati, ecc.; necessita conoscere nel dettaglio il sistema elementare di
raccolta e convogliamento delle acque di pioggia, unitamente alla tipologia e numero delle grondaie, dei pozzetti, delle caditoie, e di tutti gli altri elementi costituenti la rete non tenuti in conto
nel calcolo di v1. Per v2 può darsi un valore approssimativo5 di 5÷10 m3/ha

del volume v3 costituente il velo idrico superficiale: per aree urbanizzate pianeggianti, a veli
idrici di spessore compreso tra 5 mm e 6 mm, equivalenti a 50 m3/ha e 60 m3/ha, e per aree
urbanizzate caratterizzate da clivometria accentuata, a veli idrici di spessore compreso tra 3 mm
e 4 mm, equivalenti a 30 m3/ha e 40 m3/ha.
Procedimento analitico
 
Applicando l’equazione u  2168 n  a
1 
1   1 
 n  si determina un primo valore del coefficiente udonw
metrico u’ con il quale è possibile stimare la correlata portata Q’= u’A ; nota questa, si procede alla
h=a tn
h [mm] a [mm ora-1]
h=a/1000* tn
5 funzione della densità di pozzetti di ispezione nella rete
4
h [m]
a [m ora-1]
Le reti fognanti
403
verifica della sezione dello speco Wi nei confronti sia della forma e sia del grado di riempimento
assunto nel predimensionamento iniziale.
Nell’ipotesi che la sezione Wi non sia verificata, occorrerà definire una nuova sezione Wi’ che, variando
solo il valore di v1, ridefinirà un w’ ed infine un nuovo valore del coefficiente udometrico u”.
Il problema è risolto quando i valori dei coefficienti udometrici di due successive iterazioni risultano
pressoché coincidenti (scarto <2%) .
Esempio 33. Metodo del Volume d’invaso
Si prende in esame un bacino planimetricamente identico al caso di studio precedente ma con pendenze dei vari tronchi di fognatura caratterizzati da pendenze meno acclivi e, pertanto, da giustificare
l’utilizzo del metodo del volume di invaso.
Ricordato che il metodo è di verifica, occorre preliminarmente pre-dimensionare la rete in modo da
poter definire un primo valore del volume v1 invasato gli spechi :
Coll.
Riscritta
Materiale
Pendenza
Pendenza
Speco
Grmax
strada
collettore
sezione
dimensione
%
1
PVC
0,004
0,004
circolare
DN 500
60
2
PVC
0,004
0,004
circolare
DN 630
60
3
Cls
0,003
0,003
ovoidale
W 80*1200
70
4
PVC
0,005
0,005
circolare
DN 400
50
5
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 80*120
70
6
Gres
0,004
0,004
circolare
DN 600
60
3-4-5
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 120*180
70
5-6-7
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 120*180
70
la
relazione:
Z  2168 n   a
1
n
, dove
1
n
u  2168 n   a w
 n1 


 n 
Z w
a è espresso in [m/ora],
 n1 


 n 
riuniti
u  Z w
 n 1 


 n 
i
termini
[l/s ha]
costanti
con
[a]
Nella seguente tabella sono riportati tutti gli elementi necessari per la determinazione del coefficiente
v  v2  v3
udometrico di primo tentativo u' , secondo l'espressione [a]
[m]
w 1
10000 A
assumendo :
404
v2 =
5 m3/ha
v3 = 30 m3/ha per le aree pavimentate
80 m3/ha per le aree a verde.
v3 =
Noti i valori di u', dei singoli sottobacini tributari, si determinano i valori delle portate Q con le quali
verificare le dimensioni degli spechi,
che in via del tutto preliminare e per mera comodità didattica
assumeremo uguali a quelle dimensionate con il precedente metodo, mentre le pendenze dei collettori saranno quelle iniziali
Tabella I
Coll.
Superficie
m2
43120
51102
77361
29400
100763
49805

i
Sezione
0,004
0,004
0,003
0,005
0,004
0,004
DN 500
DN 630
80*120
DN 400
80*120
DN600
r
m
0,238
0,300
0,400
0,190
0,350
0,300
Bacini
Superficie
m2
43120
51102
77361
29400
100793
49805
1
2
3
4
5
6
Coll.
L
m
365
185
400
315
345
270
1
2
3
4
5
6
Coll.
v1
m3
40,69
32,77
206,21
17,86
136,17
47,82
1
2
3
4
5
6
t=n-1/n
Coll.
Z
1
2
3
4
5
6
0,1905
0,2042
0,3331
0,0149
0,3331
0,0734
1
2
3
4
5
6
0,63
0,65
0,81
0,20
0,81
0,41
a
m/ora
0,034
0,034
0,034
0,034
0,034
0,034
n
0,45
0,45
0,45
0,45
0,45
0,45
0,1905
0,2042
0,3331
0,0149
0,3331
0,0734
k
GR
A/r
90
90
80
90
90
95
60
60
70
50
70
60
1,9681
1,9681
3,2220
1,5708
3,2220
1,9681
v2
m3
m3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
80
50,40
30
24,90
30
m3/ha
5
5
5
0
5
5
Z
2
v3
m3
129,36
153,31
232,08
235,20
302,38
149,42
A
m2
0,1115
0,1771
0,5155
0,0567
0,3947
0,1771
1,3296
1,3296
2,4077
0,9895
2,4077
1,3296
Qmax
m3/s
0,165
0,305
0,916
0,075
0,834
0,322
v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
235,20
352,78
174,32
v1+v2+v3
m3
191,61
211,63
476,97
253,06
488,95
222,14
w
m
0,0044
0,0041
0,0062
0,0086
0,0049
0,0045
Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805
Qpiena
m3/s
0,616
0,853
1,295
0,015
2,261
0,273
Q/(*)
-1,2222
w
0,0044
0,0041
0,0062
0,0086
0,0049
0,0045
w
t
749,87
817,33
502,51
334,22
673,64
746,46
u'
142,88
166,93
167,37
4,97
224,37
54,75
Dal primo confronto tra le portate stimate Qpiena e quelle massime Qmax esitabili dalle sezioni di
pre dimensionamento si evince la sufficienza dei soli collettori 4 e 6 . Nelle successive Tabelle verrà
comunque verificato ogni singolo collettore partendo dalla condizione iniziale di pre dimensionamento .
Collettore 1
C1
circolare
h/r
1,00
1,10
i= 0,004
DN 500
2
A/r
Q/(*)
1,5708
0,9895
1,7705
1,1592
PVC
k= 90
r= 0,242
h
A
Q
0,24
0,0920
0,128
0,27
0,1037
0,150
Q= 0,616
V
1,39
1,45
GR
50
55
Il collettore 1 è sottodimensionato e pertanto va aumentato dal DN 500  all’ovoidale 70*105
Le reti fognanti
405
C1
ovoidale
h/r
1,60
1,80
1,90
1,95
2,00
i= 0,004
70*105
2
A/r
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
2,8238
2,0440
2,9235
2,1345
3,0233
2,2251
CLS
k= 80
Q= 0,616
r= 0,35
h
0,56
0,63
0,67
0,68
0,70
A
0,2732
0,3215
0,3459
0,3581
0,3704
Q
0,466
0,573
0,629
0,657
0,685
V
1,71
1,78
1,82
1,83
1,85
GR
53
60
63
65
67
Collettore 2
C2
circolare
h/r
1,00
1,10
1,20
1,30
1,40
i= 0,004
DN 630
2
A/r
Q/(*)
1,5708
0,9895
1,7705
1,1592
1,9681
1,3296
2,1617
1,4970
2,3489
1,6570
PVC
h
0,31
0,34
0,37
0,40
0,43
k= 90
r= 0,305
A
Q
0,1461
0,237
0,1647
0,278
0,1831
0,319
0,2011
0,359
0,2185
0,397
Q= 0,853
V
1,62
1,69
1,74
1,79
1,82
GR
50
55
60
65
70
Il collettore 2 è sottodimensionato e pertanto va aumentato
C2
ovoidale
h/r
1,60
1,80
1,90
1,95
2,00
i= 0,004
80*120
A/r2
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
2,8238
2,0440
2,9235
2,1345
3,0233
2,2251
CLS
k= 80
Q= 0,853
r= 0,4
h
0,64
0,72
0,76
0,78
0,80
A
0,3569
0,4199
0,4518
0,4678
0,4837
Q
0,665
0,818
0,898
0,938
0,978
V
1,86
1,95
1,99
2,00
2,02
GR
53
60
63
65
67
Collettore 3
C3
ovoidale
h/r
1,60
1,80
1,90
1,95
2,00
i= 0,003
80*120
2
A/r
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
2,8238
2,0440
2,9235
2,1345
3,0233
2,2251
CLS
k= 80
Q= 1,295
r= 0,4
h
0,64
0,72
0,76
0,78
0,80
A
0,3569
0,4199
0,4518
0,4678
0,4837
Q
0,576
0,709
0,778
0,812
0,847
V
1,61
1,69
1,72
1,74
1,75
GR
53
60
63
65
67
il collettore è sottodimensionato
C3
ovoidale
h/r
i= 0,003
90*135
A/r2
Q/(*)
CLS
k= 80
Q= 1,295
r= 0,45
h
A
Q
V
GR
1,90
2,8238
2,0440
0,86
0,5718
1,065
1,86
63
1,95
2,9235
2,1345
0,88
0,5920
1,112
1,88
65
2,00
2,10
3,0233
3,2220
2,2251
2,4077
0,90
0,95
0,6122
0,6525
1,159
1,254
1,89
1,92
67
70
Si accetta questa condizione al limite rimandando alla successiva iterazione di verifica.
406
Collettore 4
C4
i= 0,006
DN 400
circolare
h/r
A/r2
Q/(*)
PVC
Q= 0,015
k= 90
r= 0,194
h
A
Q
V
GR
0,50
0,6142
0,2711
0,10
0,0231
0,024
1,03
25
0,60
0,7927
0,3876
0,12
0,0298
0,034
1,14
30
0,90
1,3711
0,8243
0,17
0,0516
0,072
1,40
45
1,00
1,5708
0,9895
0,19
0,0591
0,087
1,47
50
Lo speco è sovradimensionato , pertanto si riduce al DN 250
C4
i= 0,006
DN 250
circolare
h/r
A/r2
Q/(*)
PVC
Q= 0,015
k= 90
r= 0,121
h
A
Q
V
GR
0,60
0,7927
0,3876
0,07
0,0116
0,010
0,83
30
0,90
1,3711
0,8243
0,11
0,0201
0,021
1,02
45
Lo speco è ancora sovradimensionato ma, non è conveniente scendere al disotto del DN 250
Collettore 5
C5
ovoidale
h/r
i= 0,004
80*120
2
A/r
Q/(*)
CLS
k= 80
Q= 2,261
r= 0,4
h
A
Q
V
GR
1,90
2,8238
2,0440
0,76
0,4518
0,898
1,99
63
1,95
2,9235
2,1345
0,78
0,4678
0,938
2,00
65
2,00
3,0233
2,2251
0,80
0,4837
0,978
2,02
67
Il collettore è nettamente sottodimensionato e va aumentato
C5
ovoidale
h/r
i= 0,004
120*180
2
A/r
Q/(*)
CLS
k= 80
Q= 2,261
r= 0,6
h
A
Q
V
GR
1,60
2,2305
1,5146
0,96
0,8030
1,962
2,44
53
1,80
2,6242
1,8628
1,08
0,9447
2,413
2,55
60
1,90
2,8238
2,0440
1,14
1,0166
2,648
2,60
63
C6
i= 0,005
circolare
DN600
h/r
A/r2
Q/(*)
0,80 1,1735
0,6669
0,90 1,3722
0,8282
1,00 1,5708
0,9895
Grès
Collettore 6
k= 95
Q= 0,273
r= 0,30
h
0,24
0,27
0,30
A
0,1056
0,1235
0,1414
Q
0,181
0,224
0,268
V
1,71
1,82
1,90
GR
40
45
50
Collettore sufficiente . Si aggiorna la Tabella I con gli spechi verificati
Le reti fognanti
407
Tabella II
Coll.
L
m
365
185
400
315
345
270
1
2
3
4
5
6
Coll.
v1
m3
144,06
95,37
260,98
7,24
400,17
47,82
1
2
3
4
5
6
t=n-1/n
Coll.
Sezione
0,004
0,004
0,003
0,006
0,004
0,005
W 70*105
W 80*120
W 90*135
DN250
W 120*180
DN 600
Bacini
Superficie
m2
m3/ha
43120
5
51102
5
77361
5
29400
0
100793
5
49805
5
1
2
3
4
5
6
r
m
0,350
0,40
0,45
0,121
0,60
0,30
2
k
GR
A/r
80
80
80
90
80
95
70
70
70
50
70
60
3,2220
3,2220
3,2220
1,5708
3,2220
1,9681
v2
m3
m3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
80
50,40
30
24,90
30
v3
m3
129,36
153,31
232,08
235,20
302,38
149,42
A
m2
0,3947
0,5155
0,6525
0,0230
1,1599
0,1771
2,4077
2,4077
2,4077
0,9895
2,4077
1,3296
Qmax
m3/s
0,741
1,058
1,255
0,025
3,120
0,360
v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
235,20
352,78
174,32
v1+v2+v3
m3
294,98
274,23
531,75
242,44
752,95
222,14
w
m
0,0068
0,0054
0,0069
0,0082
0,0075
0,0045
Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805
Qpiena
m3/s
0,288
0,485
0,887
0,013
1,048
0,216
Q/(*)
-1,1739
Z
1
2
3
4
5
6
i
w
w
0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754
0,0068
0,0054
0,0069
0,0082
0,0075
0,0045
t
u"
u'
347,84
66,73
462,56
94,98
345,91 114,60
279,33
4,42
313,70 103,93
574,71
43,34
142,88
166,93
167,37
4,97
224,47
54,75
Dall’esame della Tabella II si rileva che l’eguaglianza tra i coefficienti udometrici per il bacino afferente il collettori C4 e pertanto questo risalta definitivamente verificato. Pertanto nella seconda
iterazione andranno verificate tutte le altre sezioni per le quali sono variati i valori delle portate
Qpiena stimate con i valori di u'' u’.
Collettore 1
C1
circolare
2
i= 0,004
DN 630
k= 90
PVC
Q= 0,288
r= 0,305
h/r
A/r
Q/(*)
h
A
Q
V
GR
1,00
1,5708
0,9895
0,31
0,1461
0,237
1,62
50
1,20
1,9681
1,3296
0,37
0,1831
0,319
1,74
60
Il collettore 1 è stato ridimensionato ad uno speco in PVC DN 630
Collettore 2
C2
i= 0,004
70*105
2
A/r
Q/(*)
ovoidale
h/r
CLS
k= 80
Q= 0,485
r= 0,35
h
A
Q
V
GR
1,60
2,2305
1,5146
0,56
0,2732
0,466
1,71
53
1,80
2,6242
1,8628
0,63
0,3215
0,573
1,78
60
1,90
2,8238
2,0440
0,67
0,3459
0,629
1,82
63
Il collettore 2 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
70*135
Collettore 3
C3
ovoidale
h/r
i= 0,003
80*120
2
A/r
Q/(*)
CLS
k= 80
Q= 0,887
r= 0,4
h
A
Q
V
GR
1,90
2,8238
2,0440
0,76
0,4518
0,778
1,72
63
1,95
2,9235
2,1345
0,78
0,4678
0,812
1,74
65
2,00
2,10
3,0233
3,2220
2,2251
2,4077
0,80
0,84
0,4837
0,5155
0,847
0,916
1,75
1,78
67
70
408
Il collettore 3 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
80*120
Collettore 5
C5
ovoidale
h/r
1,60
1,80
1,90
i= 0,004
90*105
2
A/r
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
2,8238
2,0440
CLS
k= 80
Q= 1,048
r= 0,45
h
0,72
0,81
0,86
A
0,4517
0,5314
0,5718
Q
0,911
1,120
1,229
V
2,02
2,11
2,15
Il collettore 5 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
GR
53
60
63
90*105
Collettore 6
C6
circolare
h/r
0,80
0,90
1,00
i= 0,005
DN600
2
A/r
Q/(*)
1,1735
0,6669
1,3722
0,8282
1,5708
0,9895
Grès
k= 95
Q= 0,216
r= 0,30
h
0,24
0,27
0,30
A
0,1056
0,1235
0,1414
Q
0,181
0,224
0,268
V
1,71
1,82
1,90
GR
40
45
50
Il collettore 6 resta invariato
Si aggiorna la Tabella II
Tabella III
Coll.
L
m
365
185
400
315
345
270
1
2
3
4
5
6
Coll.
v1
m3
53,34
73,02
206,21
7,24
225,10
47,82
1
2
3
4
5
6
t=n-1/n
Coll.
1
2
3
4
5
6
i
Sezione
0,004
0,004
0,003
0,006
0,004
0,005
DN 630
W 70*135
W 80*120
DN250
W 90*105
DN 600
Bacini
Superficie
m2
m3/ha
43120
5
51102
5
77361
5
29400
0
100793
5
49805
5
1
2
3
4
5
6
r
m
0,305
0,35
0,40
0,121
0,45
0,30
2
k
GR
A/r
90
80
80
90
80
95
60
70
70
50
70
60
1,5708
3,2220
3,2220
1,5708
3,2220
1,9681
v2
m3
m3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
80
50,40
30
24,90
30
v3
m3
129,36
153,31
232,08
235,20
302,38
149,42
A
m2
0,1461
0,3947
0,5155
0,0230
0,6525
0,1771
0,9895
2,4077
2,4077
0,9895
2,4077
1,3296
Qmax
m3/s
0,237
0,741
0,916
0,025
1,449
0,360
v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
235,20
352,78
174,32
v1+v2+v3
m3
204,26
251,88
476,97
242,44
577,87
222,14
w
m
0,0047
0,0049
0,0062
0,0082
0,0057
0,0045
Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805
Qpiena
m3/s
0,443
0,536
1,007
0,013
1,429
0,216
Q/(*)
-1,1739
Z
w
w
0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754
0,0047
0,0049
0,0062
0,0082
0,0057
0,0045
t
535,51
511,11
392,99
279,33
428,00
574,71
u"'
u"
102,74
104,95
130,20
4,42
141,80
43,34
66,73
94,98
114,60
4,42
103,93
43,34
Dal confronto tra u''' ed u'' restano da verificare solo gli spechi C1 , C2, C3 e C5 per i quali resta
ancora una differenza tra i valori dei coefficienti udometrici u”’ ed u”
Collettore 1
C1
circolare
2
i= 0,004
DN 700
k= 95
Grès
Q= 0,443
r= 0,35
h/r
A/r
Q/(*)
h
A
Q
V
GR
1,00
1,5708
0,9895
0,35
0,1924
0,362
1,88
50
1,20
1,9681
1,3296
0,42
0,2411
0,486
2,02
60
Il collettore 1 è stato ridimensionato ad uno speco in Grès
DN 700
Le reti fognanti
409
Collettore 2
C2
i= 0,004
ovoidale
CLS
70*105
k= 80
Q= 0,536
r= 0,35
h/r
1,60
A/r2
2,2305
Q/(*)
1,5146
h
0,56
A
0,2732
Q
0,466
V
1,71
GR
1,80
2,6242
1,8628
0,63
0,3215
0,573
1,78
60
53
Il collettore 2 resta invariato
Collettore 3
C3
i= 0,003
ovoidale
h/r
1,40
1,50
1,60
A/r2
1,8475
2,0390
2,2305
CLS
100*150
Q/(*)
1,1816
1,3481
1,5146
k= 80
Q= 1,007
r= 0,5
h
0,70
0,75
0,80
A
0,4619
0,5098
0,5576
Q
0,815
0,930
1,045
V
1,77
1,82
1,87
Il collettore 3 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
GR
47
50
53
100*150
Collettore 5
C5
i= 0,004
ovoidale
CLS
100*150
k= 80
Q= 1,429
r= 0,5
h/r
1,60
A/r2
2,2305
Q/(*)
1,5146
h
0,80
A
0,5576
Q
1,207
V
2,16
GR
1,80
2,6242
1,8628
0,90
0,6561
1,484
2,26
60
Il collettore 5 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
53
90*105
Tabella IV
Coll.
1
2
3
4
5
6
Coll.
1
2
3
4
5
6
L
m
365
185
400
315
345
270
v1
m3
70,23
73,02
322,20
7,24
277,90
47,82
t=n-1/n
Coll.
1
2
3
4
5
6
Z
0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754
i
Sezione
0,004
0,004
0,003
0,006
0,004
0,005
DN 700
W 70*135
W 100*150
DN250
W 100*150
DN 600
Bacini
Superficie
m2
m3/ha
43120
5
51102
5
77361
5
29400
0
100793
5
49805
5
1
2
3
4
5
6
r
m
0,350
0,35
0,50
0,121
0,50
0,30
GR
A/r
95
80
80
90
80
95
60
70
70
50
70
60
1,5708
3,2220
3,2220
1,5708
3,2220
1,9681
v2
m3
m3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
80
50,40
30
24,90
30
v3
m3
129,36
153,31
232,08
235,20
302,38
149,42
A
m2
0,1924
0,3947
0,8055
0,0230
0,8055
0,1771
Q/(*)
0,9895
2,4077
2,4077
0,9895
2,4077
1,3296
Qmax
m3/s
0,362
0,741
1,661
0,025
1,919
0,360
v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
235,20
352,78
174,32
v1+v2+v3
m3
221,15
251,88
592,96
242,44
630,67
222,14
w
m
0,0051
0,0049
0,0077
0,0082
0,0063
0,0045
Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805
Qpiena
m3/s
0,404
0,536
0,780
0,013
1,290
0,216
-1,1739
w
0,0051
0,0049
0,0077
0,0082
0,0063
0,0045
w
t
uIV
487,80
93,58
511,11 104,95
304,37 100,84
279,33
4,42
386,25 127,96
574,71
43,34
u"'
102,74
104,95
130,20
4,42
141,80
43,34
restano da verificare gli spechi C1 , C3, e C5
410
2
k
Collettore 1
C1
i= 0,004
circolare
Grès
k= 95
DN 700
2
Q= 0,404
r= 0,35
h/r
A/r
Q/(*)
h
A
Q
V
GR
1,00
1,5708
0,9895
0,35
0,1924
0,362
1,88
50
1,20
1,9681
1,3296
0,42
0,2411
0,486
2,02
60
Il collettore C1 resta invariato
Collettore 3
C3
ovoidale
h/r
1,60
1,80
2,00
i= 0,003
80*120
A/r2
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
3,0233
2,2251
CLS
k= 80
Q= 0,780
r= 0,4
h
0,64
0,72
0,80
A
0,3569
0,4199
0,4837
Q
0,576
0,709
0,847
Il collettore 3 è stato ridimensionato ad uno speco ovoidale in CLS
V
1,61
1,69
1,75
GR
53
60
67
80*120
Collettore 5
C5
ovoidale
h/r
1,60
1,80
1,90
i= 0,004
100*150
2
A/r
Q/(*)
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
2,8238
2,0440
CLS
k= 80
Q= 1,290
r= 0,5
h
0,80
0,90
0,95
A
0,5576
0,6561
0,7059
Q
1,207
1,484
1,628
V
2,16
2,26
2,31
GR
53
60
63
resta invariato
Tabella V
Coll.
1
2
3
4
5
6
Coll.
1
2
3
4
5
6
L
m
365
185
400
315
345
270
v1
m3
70,23
73,02
322,20
7,24
277,90
47,82
t=n-1/n
Coll.
1
2
3
4
5
6
Z
0,1918
0,2053
0,3313
0,0158
0,3313
0,0754
i
Sezione
0,004
0,004
0,003
0,006
0,004
0,005
DN 700
W 70*135
W 80*120
DN250
W 100*150
DN 600
Bacini
Superficie
m2
m3/ha
43120
5
51102
5
77361
5
29400
0
100793
5
49805
5
1
2
3
4
5
6
r
m
0,350
0,35
0,50
0,121
0,50
0,30
2
k
GR
A/r
95
80
80
90
80
95
60
70
70
50
70
60
1,5708
3,2220
3,2220
1,5708
3,2220
1,9681
v2
m3
m3/ha
21,56
30
25,55
30
38,68
30
0,00
80
50,40
30
24,90
30
v3
m3
129,36
153,31
232,08
235,20
302,38
149,42
A
m2
0,1924
0,3947
0,8055
0,0230
0,8055
0,1771
Q/(*)
0,9895
2,4077
2,4077
0,9895
2,4077
1,3296
Qmax
m3/s
0,362
0,741
1,661
0,025
1,919
0,360
v2+v3
m3
150,92
178,86
270,76
235,20
352,78
174,32
v1+v2+v3
m3
221,15
251,88
592,96
242,44
630,67
222,14
w
m
0,0051
0,0049
0,0077
0,0082
0,0063
0,0045
Superficie
ha
4,3120
5,1102
7,7361
2,9400
10,0793
4,9805
Qpiena
m3/s
0,404
0,536
0,780
0,013
1,290
0,216
-1,1739
w
0,0051
0,0049
0,0077
0,0082
0,0063
0,0045
w
t
uV
487,80
93,58
511,11 104,95
304,37 100,84
279,33
4,42
386,25 127,96
574,71
43,34
uIV
93,58
104,95
100,84
4,42
127,96
43,34
Restano da verificare la sezione 6 dell’allacciante 3.4.5. e la sezione 7 dell’allacciante 4.5.6.
Le reti fognanti
411
Sezione 6
C 4.5.6
ovoidale
h/r
1,40
1,60
1,80
2,00
i= 0,004
100*150
2
A/r
Q/(*)
1,8475
1,1886
2,2305
1,5146
2,6242
1,8628
3,0233
2,2251
Q1+Q2+Q3+Q4= 1,733
k= 80
r= 0,5
h
0,70
0,80
0,90
1,00
A
0,4619
0,5576
0,6561
0,7558
Q
0,947
1,207
1,484
1,773
V
2,05
2,16
2,26
2,35
GR
47
53
60
67
Sezione 7
C 4.5.6
ovoidale
h/r
1,80
2,00
2,10
2,20
i= 0,004
120*180
A/r2
Q/(*)
2,6242
1,8628
3,0233
2,2251
3,222
2,4077
3,4207
2,5903
QT= 3,239
k= 80
r= 0,6
h
1,08
1,20
1,26
1,32
A
0,9447
1,0884
1,1599
1,2315
Q
2,413
2,883
3,119
3,356
V
2,55
2,65
2,69
2,73
GR
60
67
70
73
La seguente Tabella VI riassume le caratteristiche finali dei collettori in esame:
Tabella VI
Coll.
Materiale
Pendenza
Pendenza
Speco
Qt
V
m/s
strada
collettore
sezione
dimensione
m3/s
1
Gres
0,004
0,004
ovoidale
DN 700
0,404
1,9
2
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 70*105
0,536
1,7
3
Cls
0,003
0,003
ovoidale
W 80*120
0,780
1,7
4
PVC
0,006
0,006
circolare
DN 250
0,013
0,9
5
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 100*150
1,290
2,2
6
Gres
0,004
0,004
circolare
DN 600
0,216
1,8
3-4-5
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 100*150
1,733
2,3
5-6-7
Cls
0,004
0,004
ovoidale
W 120*180
3,239
2,7
Verifica in regime di stagione secca
Anche in questo caso si deve eseguire una verifica sulle velocità minime in assenza del contributo di
portata dovuto alle piogge. Vengono presi in esame i due collettori:
Collettore 2 con speco ovoidale
W 70*105 , portata nera
Q= 0,00025 m3/s
C2
lunghezza
Q= 0,00025
h/r
0,025
0,030
0,035
0,040
412
A/r
2
0,0052
0,0069
0,0086
0,0105
i= 0,004
3
Qmax= 0,0005
m /s
3
m /s
W 70*105
ovoidale
185 m
Qmax= 0,0005 m3/s , portata di verifica
R/r
0,0165
0,0197
0,023
0,0262
r= 0,35
m
fondello in grès
Q/(*)
h
A
0,0003
0,0005
0,0007
0,0009
m
0,009
0,011
0,012
0,014
m
0,0006
0,0008
0,0011
0,0013
2
R
Q
m
0,006
0,007
0,008
0,009
m /s
0,0001
0,0002
0,0003
0,0003
3
k= 95
V
GR
m/s
0,17
0,22
0,24
0,26
%
0,8
1,0
1,2
1,3
si rileva alla portata di verifica un valore di velocità V
 0,24 m/s al disotto del limite minimo
consentito e, pertanto, è necessario introdurre un pozzetto di lavaggio di testata
Collettore 3-4-5 con speco ovoidale
verifica Q= 0,00235 m3/s.
C 3-4-5
lunghezza
h/r
0,050
0,055
0,060
0,070
2
0,0147
0,017
0,0192
0,0242
400 m
i= 0,004
3
Qmax= 0,0047
m /s
m /s
W 100*150
A/r
100*150, portata nera Qmax= 0,0047 m3/s , portata di
3
Q= 0,00235
ovoidale
W
R/r
0,0326
0,036
0,0389
0,0451
r= 0,5
m
fondello in grès
Q/(*)
h
A
0,0015
0,002
0,0022
0,0031
m
0,025
0,028
0,030
0,035
m
0,0037
0,0042
0,0048
0,0061
2
R
Q
m
0,016
0,018
0,019
0,023
m /s
0,0014
0,0018
0,0021
0,0029
3
k= 95
V
GR
m/s
0,39
0,41
0,43
0,48
%
1,7
1,8
2,0
2,3
si rileva alla portata di verifica un valore di velocità V  0,43 m/s ; anche per questo collettore deve
essere previsto un pozzetto di lavaggio in testata.
9. Progetto di una nuova rete
Le principali attività di progettazione in materia di Lavori Pubblici sono state illustrate al Capitolo 9;
la progettazione di qualsiasi opera pubblica, con particolare riferimento all'Art.16 della Legge Quadro
sui Lavori Pubblici, è articolata in tre livelli:

Preliminare Definitivo ed Esecutivo
Dalla Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 gennaio 1974 n.° 11633 vengono riportate le
“Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di trattamento delle acque reflue”
che forniscono istruzioni dettagliate circa il contenuto del progetto di massima6 e del progetto esecutivo.
Progetto di Massima (Definitivo )
Il progetto di massima deve essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indispensabili:
A. RELAZIONE E CALCOLI
I Considerazioni generali sulle caratteristiche del centro da servire (ad es. posizione geografica, condizioni geologiche, situazione socio-economiche, se trattasi di centri turistici, alberghieri ecc.).
II Delimitazione orografica ed amministrativa del bacino gravitante sul centro da servire.
III Studio idrologico riferito a adeguati elementi desunti dai dati del Servizio Idrografico Italiano, atto a definire
le leggi di pluviometria dominanti nel bacino stesso.
IV Studio indicativo delle eventuali opere di difesa dalle acque meteoriche provenienti da monte del centro da
servire, al fine di determinare l'effettivo bacino interessato dalle opere di sistemazione di eventuali corsi d'acqua
che possano avere interesse sulle opere di fognatura.
V Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire all'epoca della redazione del progetto;
previsione della futura popolazione e sua distribuzione dedotta dagli studi sopra prescritti in merito alla redazione
dello « studio preliminare » e che potranno anche essere effettuati direttamente a corredo del progetto di massima. In modo particolare per i centri turistici e balneari si terrà conto della popolazione fluttuante e dei suoi
possibili futuri incrementi nella considerazione delle particolari esigenze cui devono soddisfare tali centri residenziali.
VI Valutazione e localizzazione di eventuali scarichi liquidi provenienti da particolari complessi (attività industriali,
macelli, ospedali, ecc.).
6 Oggi detto Progetto Definitivo
Le reti fognanti
413
VII Delimitazione delle aree costituenti i singoli bacini colanti serviti dalla rete di progetto, con la indicazione dei
relativi coefficienti di assorbimento da parte delle superfici interessate.
VIII Elementi desunti dal « Piano Regolatore generale degli acquedotti e del corretto smaltimento delle acque di
rifiuto »; sia in ordine alle portate distribuite o previste da parte della rete idrica, sia in ordine allo scarico delle
acque raccolte dalla rete fognante.
IX Verifica della capacità funzionale delle opere della fognatura esistente in relazione agli interventi da progettare.
X Criteri di scelta del sistema di fognatura adottata (misto o separato). In particolare la scelta dovrà essere
giustificata da considerazioni, sia tecniche che economiche (ivi comprese le spese di esercizio), che tengano conto
delle condizioni igieniche, orografiche, urbanistiche e sociali del centro da servire con la rete in progetto, e del
livello di qualità che le acque dovranno avere al punto di scarico finale.
Nella giustificazione del sistema adottato dovrà risultare che è stato tenuto conto della posizione del recapito o
dei recapiti finali delle acque reflue, in considerazione delle eventuali possibilità di autodepurazione, di esistenza
e di persistenza di portate di diluizione, di eventuali utilizzazioni del recapito a valle degli scarichi. Nel caso di
piccoli agglomerati, è opportuno considerare le difficoltà di funzionamento che per reti miste si presentano in
pratica per gli scaricatori di piena, in relazione alle esigue portate di tempo asciutto rispetto a quelle di pioggia.
XI Notizie sul recipiente e dimostrazione della possibilità di scaricare dal punto di vista idraulico e dell'equilibrio
dell'ambiente, anche in relazione ai possibili interrimenti ed alle subsidenze ove queste siano da temersi.
XII Scelta dei tipi costruttivi delle sezioni fognarie da realizzarsi con indicazione dei materiali prescelti e delle
formule di resistenza idraulica adoperate.
Nella scelta dei materiali dovrà tenersi anche conto delle velocità di deflusso. Nello stabilire la giacitura delle varie
canalizzazioni dovrà tenersi conto della presenza di altri sottoservizi cittadini ed in particolare della giacitura delle
tubazioni della distribuzione idrica, quando esistente, ovvero da prevedersi.
XIII Calcolo, limitato ai collettori ed all'emissario, delle portate nere, medie e di punta, da presentare sotto forma
di tabelle con la indicazione delle pendenze, delle velocità e delle altezze d'acqua sia per le portate medie che per
quelle di punta.
La velocità relativa alle portate medie non dovrà di norma essere inferiore ai 50 cm/s. Quando ciò non si potesse
realizzare dovranno essere interposti in rete adeguati sistemi di lavaggio. La velocità relativa alle portate di punta
non dovrà di norma essere superiore ai 4 m/s.
XIV Calcolo, limitato ai collettori ed all'emissario, delle portate pluviali e di scorrimento superficiale, esponendo
il metodo di calcolo adoperato, eseguito sulla base sulla base dello studio idrologico e dei coefficienti di assorbimento dei terreni; i risultati saranno presentati sotto forma tabellare, con l'indicazione dei coefficienti udometrici
calcolati, delle pendenze, delle sezioni, delle portate, delle velocità, delle altezze dell'acqua. La velocità massima
non dovrà di norma superare i 5 m/s.
XV Per il calcolo delle fognature a sistema separato valgono le indicazioni sopra esposte; per quelle a sistema
misto il calcolo anzidetto dovrà essere eseguito sia per le condizioni di tempo asciutto (portate nere) che per
quelle di tempo di pioggia (portate nere + portate pluviali), rimanendo valevoli le indicazioni già date.
XVI Calcolo, per le eventuali stazioni di sollevamento, delle prevalenze manometriche da vincere e del diametro
delle tubazioni di mandata con indicazione del materiale che le costituisce. Dovranno essere inoltre indicati numero e tipo di dispositivi elevatori da adoperare, nonché le potenze da impegnare.
XVII Per ciascuno degli eventuali scaricatori di piena dovranno essere indicati tipo e dimensioni nonché le portate
in gioco, motivando la ubicazione anche in relazione alle caratteristiche del recipiente finale.
XVIII Dovrà infine indicarsi il presunto importo globale delle opere progettate, come risulterà dallo specifico
allegato « Preventivo sommario di costo delle opere », nonché il presumibile costo annuo delle spese di gestione
(esercizio e manutenzione).
B. COROGRAFIA
Essa dovrà rappresentare, in scala almeno 1:25.000 su tavolette dell'Istituto Geografico Militare, la delimitazione
del bacino imbrifero gravitante sul centro da servire, proponendo eventuali opere di difesa dalle acque esterne al
centro; le delimitazioni del bacino proprio della rete fognante; la posizione di eventuali scaricatori di piena; la
posizione del recapito e dei recapiti finali delle acque reflue; la posizione dell'eventuale impianto di trattamento
dei liquami ed il tracciato dell'emissario fino al punto di recapito finale. Ove lo scarico avvenga in un impluvio o
corso d'acqua occorrerà indicare per quest'ultimo il percorso e le zone attraversate per un adeguato tratto a valle.
Se lo scarico si effettua in mare o in lago la corografia dovrà comprendere le zone litoranee adiacente per una
adeguata estensione riportando gli eventuali centri balneari ed altri insediamenti di particolare interesse. Dovranno inoltre essere forniti elementi relativi ai venti dominanti, alle correnti marine ed ai fondali antistanti mediante carta batimetrica.
C. PLANIMETRIA QUOTATA DEL CENTRO DA SERVIRE CON INDICAZIONE DELLA NUOVA RETE DI FOGNATURA CON INCLUSE LE
PARTI DELLA RETE ESISTENTE EVENTUALMENTE UTILIZZATE; SULLA PLANIMETRIA SARÀ INDICATA ALTRESÌ
L'INDICAZIONE DELLE EVENTUALI STAZIONI DI SOLLEVAMENTO E DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Questa dovrà essere rappresentata in scala almeno 1:10.000 e dovrà riportare le quote del terreno, assolute o
relative, dei punti salienti del centro da servire con eventuale indicazione delle curve di livello; lo schema della
414
rete di distribuzione dell'acqua potabile; le zone con diversa densità di popolazione, quelle destinate a industrie
con le relative tipologie e le superfici con diverso coefficiente di assorbimento; il tracciato della rete di progetto
con distinta indicazione delle nuove fogne e di quelle esistenti eventualmente utilizzate, con indicato il verso di
movimento delle acque; la indicazione, con lettere ovvero con numeri, di ciascuno collettore, in maniera tale che
risulti facilitato il riferimento ai profili longitudinali e alle tabelle di calcolo; la posizione di eventuali opere d'arte
particolari (come attraversamenti ferroviari, opere di alleggerimento o scarico, stazione di sollevamento, ecc.);
la posizione dell'eventuale impianto di trattamento dei liquami. Dovranno inoltre essere indicate le eventuali aree
da espropriare per la realizzazione di opere particolari. La planimetria dovrà anche riportare le quote del prevedibile massimo livello di pelo d'acqua del/dei corpi idrici recipienti nel/nei punti di scarico. Per maggior chiarezza,
quanto detto potrà riportarsi in più tavole (ad es.: planimetria quotata con rete; planimetria delle zone urbanizzate
e di quelle di espansione, con i relativi pesi insediativi sia demografici sia industriali e corrispondenti indici di
consumo, con particolare riguardo alle risultanze degli accertamenti di cui al punto VI della relazione; planimetria
con suddivisione delle aree nei riguardi del coefficiente di assorbimento, ecc.).
D. DISEGNI DEI PROFILI DEI COLLETTORI E DELL'EMISSARIO
Dovranno essere allegati al progetto, in scala almeno 1:2000 per le lunghezze ed 1:200 per le altezze, i disegni
dei profili di tutti i collettori e dell'emissario; essi dovranno essere rappresentati nelle scale innanzi indicate ovvero, qualora se ne ravvisi l'opportunità ed al fine di rendere più evidenti i dislivelli, anche in altre scale di differente rapporto, specie per quella delle altezze. Dovranno essere dati anche i profili delle eventuali condotte di
mandata. Gli elaborati dovranno indicare la linea del terreno e quelle del cielo e del fondo delle sezioni progettate;
dovranno inoltre essere indicate le quote di fondo e di cielo dei collettori confluenti, dei quali dovranno essere
specificati i numeri o le lettere di identificazione; sui profili sarà poi indicata la posizione e le eventuali opere d'arte
particolari. Gli elaborati dovranno essere completati da due fincature orizzontali, l'una superiore al profilo, l'altra
inferiore. Quella superiore dovrà indicare la sezione progettata, identificata in maniera che essa trovi riscontro
nei disegni delle sezioni tipo, le portate e le velocità previste, le pendenze delle livellette, i nomi delle strade
interessate. Quella inferiore dovrà indicare le quote del terreno, quelle di cielo e di fondo delle sezioni, la misura
delle distanze parziali e progressive; per i pozzetti di salto dovranno essere indicate le quote a monte ed a valle
del salto.
E. DISEGNI DELLE SEZIONI DEI COLLETTORI E DELL'EMISSARIO
I disegni dovranno indicare in scala idonea per una chiara interpretazione, e comunque almeno 1:100, i tipi
costruttivi delle sezioni fognarie adoperate. Dovranno essere specificati i materiali adottati e le sezioni stesse
dovranno essere accompagnate dalle relative scale di velocità e portate in funzione delle altezze di riempimento.
Per fognature miste il minimo condotto da adoperare sarà quello circolare del diametro di 300 mm; per reti
separate il minimo condotto da adoperare sarà per la rete nera quello circolare del diametro di 200 mm e per
quella bianca del diametro di 300 mm.
Le reti fognanti
415
F. DISEGNI DELLE OPERE D'ARTE TIPO E DI QUELLE PARTICOLARI PIÙ IMPORTANTI
I Disegni saranno redatti in scala idonea per una chiara interpretazione, in relazione alle dimensioni dei manufatti
e comunque non inferiore a 1:100 e dovranno essere specificati i materiali adottati. Le opere d'arte ricorrenti,
costituite essenzialmente da pozzetti di ispezione, confluenza e deviazione, pozzetti di salto, pozzetti di alloggio
dei sifoni di cacciata, caditoie, ecc., rappresentate almeno con una sezione trasversale ed una pianta. I pozzetti
dovranno avere dimensioni tali da consentire agevolmente al personale addetto l'accesso e le operazioni di manutenzione della rete, e la canna di discesa dovrà essere tangente ad uno dei lati del pozzetto stesso. I disegni
delle opere d'arte particolari come quelle di scaricatori di piena, stazioni di sollevamento, attraversamenti ferroviari, ecc. dovranno essere redatti in scala idonea per una chiara interpretazione in relazione alle dimensioni dei
manufatti e comunque non inferiore ad 1:100. Dovranno inoltre essere forniti nelle scale suddette i disegni delle
opere terminali della rete indicando i livelli di massimo pelo di acqua da considerare nei recipienti stessi, le eventuali protezioni delle opere finali della fognatura (ad es. per gli scarichi a mare, scogliere, moli, pennelli, ecc.), i
manufatti di scarico, ecc.
G. DISEGNI INDICATIVI DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE E DEI SERVIZI ACCESSORI, CON INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DA
IMPEGNARE
La progettazione comprenderà un disegno che indichi il ciclo di trattamento previsto e lo schema planimetrico
delle opere con indicazione delle dimensioni e dell'andamento altimetrico dell'area da impegnare, nonché lo
schema altimetrico con il profilo idraulico dei percorsi che i liquami seguiranno nelle varie fasi del trattamento.
H. PREVENTIVO SOMMARIO DI COSTO DELLE OPERE E DELLE SPESE DI GESTIONE (ESERCIZIO E MANUTENZIONE)
Il preventivo dovrà indicare l'importo delle opere progettate, suddividendo l'importo stesso in cifre riassuntive
che comprendano globalmente:
 costo delle canalizzazioni, compresi i movimenti di terra e le pavimentazioni;
 costo delle opere di trasformazione ed allaccio delle fognature esistenti eventualmente utilizzate;
 costo delle opere d'arte ricorrenti;
 costo delle eventuali opere d'arte particolari;
 costo di eventuali apparecchiature;
 costo dell'eventuale impianto di trattamento;
 costi ed oneri per eventuali demolizioni e ricostruzioni di opere di pubblici servizi esistenti nel sottosuolo ed
interferenti con la fognatura progettata;
 indennizzi per espropri ed eventuali servitù;
 preventivo dei costi di gestione delle eventuali stazioni di sollevamento ed impianti di depurazione.
Il preventivo sommario dovrà anche evidenziare l'importo delle opere urgenti.
Il Progetto Esecutivo7
Il progetto esecutivo dovrà essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indispensabili, oltre ovviamente da tutti quegli altri elaborati che i progettisti dovessero reputare utili alla
migliore illustrazione delle opere:
a - relazione e calcoli
I……Possibilità di utilizzazione di opere di fognatura già preesistenti o di inserimento delle opere proposte nel
complesso di quelle realizzate con precedenti lotti.
II Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire o della parte interessata all'epoca della
redazione del progetto esecutivo; previsione della futura popolazione e sua distribuzione, dedotta dalle risultanze
degli accertamenti di carattere urbanistico effettuati in sede di redazione del progetto di massima, risultanze
opportunamente aggiornate in relazione alle previsioni dei vigenti strumenti urbanistici locali e territoriali al momento della redazione del progetto esecutivo.
III Valutazione e localizzazione di eventuali scarichi liquidi provenienti da particolari complessi (attività industriali,
macelli, ospedali ecc.).
IV Delimitazione delle aree costituenti i singoli bacini colanti serviti dalla rete di progetto, con la indicazione dei
relativi coefficienti di assorbimento da parte delle superfici interessate.
V Eventuale aggiornamento degli elementi desunti dal « Piano Regolatore generale degli acquedotti e del corretto
smaltimento delle acque di rifiuto », sia in ordine alle portate distribuite o previste da parte della rete idrica, sia
in ordine allo scarico delle acque raccolte dalla rete fognante.
7 Come si vedrà dagli elaborati, molti di questi rappresentano l’aggiornamento
definitivo.
416
ed l’estensione del progetto
VI Scelta particolareggiata dei tipi costruttivi e delle modalità di costruzione delle sezioni fognature da realizzare
con indicazione dei materiali prescelti e delle formule di resistenza idraulica adoperate. Nella scelta di materiali
dovrà tenersi conto anche delle velocità di deflusso. Nello stabilire la giacitura delle varie canalizzazioni dovrà
tenersi
conto
delle
possibilità
di
intralcio
e
di
incrocio
con
altri
sottoservizi
cittadini.
Dovrà inoltre indicarsi la giacitura delle tubazioni della distribuzione idrica, quando esistente ovvero da prevedersi,
e collocare le canalizzazioni fognarie sempre al di sotto garantendo che tra l'estradosso della loro copertura e le
generatrice inferiore delle tubazioni per l'approvvigionamento idrico vi sia un opportuno dislivello e comunque
non inferiore ai 30 cm. In casi particolari, fermo restando la norma di porre le canalizzazioni di fognatura al di
sotto di quelle di approvvigionamento idrico, qualora non potesse essere osservata la distanza minima di 30 cm
anzidetta, dovranno disporsi adeguate opere di protezione della condotta idrica.
VII Calcolo delle portate nere, medie e di punta delle canalizzazioni della rete facente parte del progetto esecutivo, da presentare sotto forma di tabelle con l'indicazione per i singoli tratti delle pendenze, delle velocità e delle
relative altezze d'acqua sia per le portate medie che per quelle di punta.
La velocità relativa alle portate medie non dovrà di norma essere inferiore ai 50 cm/s. Quando ciò non si potesse
realizzare dovranno essere interposti in rete adeguati sistemi di lavaggio. La velocità relativa alle portate di punta
non dovrà di norma essere superiore ai 4 m/s.
VIII Calcolo delle portate pluviali di tutte le canalizzazioni della rete facente parte del progetto esecutivo, esponendo il metodo di calcolo adoperato, eseguito sulla base dello studio idrologico delle durate degli eventi meteorici,
dell'estensione, delle aree dei bacini colanti e dei coefficienti di assorbimento dei terreni; dovrà tenersi conto
anche della frequenza con cui potranno verificarsi gli eventi più gravosi; i risultati saranno presentati sotto forma
tabellare, con l'indicazione dei coefficienti udometrici calcolati, delle pendenze, delle sezioni, delle portate, delle
velocità, delle altezze d'acqua. La velocità massima eccezionale non dovrà superare di norma i 5 m/s. La velocità
di esercizio, a prescindere dai detti limiti che hanno valore indicativo dovranno comunque essere correlate alla
resistenza all'usura dei materiali di cui le fogne sono rivestite.
IX Per il calcolo delle fognature a sistema separato valgono le indicazioni sopra esposte; per quelle a sistema
misto il calcolo anzidetto dovrà essere eseguito sia per le condizioni di tempo asciutto (portate nere) che per
quelle di tempo di pioggia (portate nere + portate pluviali), rimanendo valevoli le indicazioni già date.
X Calcolo delle eventuali stazioni di sollevamento, con l'indicazione delle prevalenze geodetiche e manometriche
da vincere, del diametro e del materiale delle tubazioni di mandata, del tipo e del numero di pompe o altro
dispositivo elevatorio (coclee ad es.) da adoperare, dei relativi rendimenti, della riserva predisposta, della potenza
impegnata, dei tempi di funzionamento tra attacco e stacco delle macchine; dovranno essere illustrati i provvedimenti predisposti per l'idonea protezione delle macchine e delle condotte di mandata con particolare riguardo
sia ai fenomeni di colpo d'ariete, che a quelli di corrosione o di isolamento. Dovranno inoltre essere illustrate le
modalità adottate per assicurare lo scarico di emergenza in caso di interruzione di funzionamento delle macchine,
in maniera da non rigurgitare la fogna d'arrivo o almeno contenere il rigurgito entro i limiti accettabili; qualora,
per ragioni di quota ciò non fosse possibile, dovrà provvedersi all'installazione di gruppi elettrogeni di riserva, tali
quindi da assicurare il funzionamento delle macchine in caso di emergenza. Laddove per notevoli variazioni nelle
portate da elevare (come in genere avviene quando si tratta di fognature miste) e al fine di realizzare velocità
accettabili, possono richiedersi più condotte di mandata, occorre evidenziare che con le minori portate il liquame
non ristagni nelle condotte temporaneamente escluse dal funzionamento.
XI Calcolo idraulico degli eventuali scaricatori di piena, ammissibili solo quando le caratteristiche delle acque da
scaricare lo consentano, per ciascuno dei quali dovrà essere indicato il tipo e le portate in gioco, così come
dovranno riportarsi i criteri di dimensionamento sia di essi che dei relativi canali fugatori.
XII Dovrà essere indicato secondo quale criterio vengono disposte le caditoie atte a raccogliere le portate pluviali,
dovrà altresì indicarsi il criterio secondo il quale sono intervallati i pozzetti di ispezione. Questi ultimi, comunque,
non potranno distare tra loro più di 20-25 metri quando le sezioni non siano praticabili (altezza inferiore a 1,05
m); potranno disporsi a maggiore distanza, e comunque non superiore a m 50 per le fogne praticabili. Qualora
l'altezza dei collettori o dell'emissario sia superiore a 2,00 m potrà accettarsi che i pozzetti siano disposti tra loro
sino alla distanza massima di 150 m; per tratti in galleria la distanza sarà stabilita caso per caso.
XIII Dovrà indicarsi l'importo delle opere progettate sulla base del computo metrico estimativo e dell'elenco dei
prezzi allegato al Capitolato Speciale di Appalto.
XIV Per le eventuali stazioni di sollevamento ed impianti di depurazione indicarsi dettagliati preventivi dei costi
di gestione per anno, suddivisi secondo le voci principali (personale, energia elettrica, ecc.).
b - corografia
La corografia sarà conforme a quella del progetto di massima. Dovrà però indicare quali parti delle opere siano
state eventualmente già eseguite, quali parti si intendono realizzare successivamente, dando evidenza alle nuove
situazioni ed ai nuovi elementi che comportino adattamenti del progetto di massima, ma tali però da non costituirne modifica sostanziale per cui si ponga la necessità di una variante del progetto di massima.
Per accertare la rispondenza dei tracciati della rete progettata alle previsioni dei piani urbanistici, la corografia
sarà redatta e riprodotta su copia dei piani regolatori vigenti e adottati per le zone da servire con la fognatura.
Qualora il Comune non sia dotato di piani urbanistici, la planimetria di cui al successivo punto D dovrà essere
redatta su un accurato rilievo delle strade da servire nonché degli edifici circostanti, in modo che risultino i rapporti
tra la rete ed il centro abitato.
c - planimetria quotata dell'intero centro da servire con indicazione della rete di fognatura e degli eventuali
impianti di sollevamento e depurazione
Dovrà essere conforme a quella del progetto di massima ma aggiornata e completa di tutti gli elementi già indicati per la corografia di cui al punto precedente.
d - planimetria quotata del lotto delle opere progettate con indicazione della rete di fognatura e degli eventuali
impianti di sollevamento e depurazione
Le reti fognanti
417
Con indicazione della rete di fognatura e degli eventuali impianti di sollevamento e di depurazione.
Questa dovrà essere rappresentata in scala almeno 1:2000 e dovrà riportare:
 le quote del terreno, assolute o relative, dei punti salienti e almeno di tutti i capofogna e di tutti gli incroci
stradali; dovranno altresì riportarsi le monografie dei caposaldi di riferimento;
 le zone con diversa densità di popolazione e le superfici con diverso coefficiente di assorbimento;
 il tracciato della rete con indicato chiaramente sia il verso del movimento delle acque, sia l'identificazione con
lettere ovvero con numeri, di ciascuna fogna e di ciascun collettore, in maniera tale che risulti facile il riferimento ai profili longitudinali ed alle tabelle di calcolo;
 la posizione dei pozzetti d'ispezione, di confluenza, di deviazione, di salto, di alloggio dei sifoni di cacciata e
comunque di tutte le opere d'arte ricorrenti; dovrà altresì riportarsi in un'apposita leggenda la simbologia
adoperata per ciascuna delle opere anzidette;
 la posizione di eventuali opere d'arte particolari (come attraversamenti ferroviari, opere di alleggerimento e
scarico, stazioni di sollevamento, ecc.) e dovrà riportarsi in una apposita leggenda la simbologia adoperata per
ciascuna delle opere anzidette;
 la posizione dell'eventuale impianto di trattamento dei liquami.
Dovranno inoltre essere indicate le eventuali aree da espropriare o da asservire per il passaggio di fogne, di
collettori o dell'emissario, per la realizzazione delle opere d'arte particolari e dell'intero impianto di trattamento.
La planimetria dovrà anche riportare le quote del prevedibile massimo livello di pelo d'acqua del/dei corpi idrici
recipienti nel/nei punti di scarico. Qualora il/i recipienti siano costituiti da impluvi, torrenti o comunque corsi
d'acqua, dovrà riportarsi inoltre la/le sezioni degli alvei. Nel caso di scaricatori a mare o in lago dovranno essere
forniti gli elementi già richiesti per il progetto ma a livello esecutivo. Per maggiore chiarezza, quanto potrà riportarsi in più tavole (ad esempio planimetria quotata con rete; planimetria con suddivisione delle aree nei riguardi
del coefficiente di assorbimento ecc.).
e - disegni dei profili delle fogne, dei collettori dell'emissario
Dovranno essere allegati al progetto, in scala almeno 1:2000 per le lunghezze e 1:200 per le altezze, i disegni
dei profili di tutte le fogne, dei collettori e dell'emissario inclusi nel lotto esecutivo, attenendosi a quanto prescritto
al
punto
D
relativo
al
progetto
di
massima
per
i
corrispondenti
documenti.
Sui profili esecutivi dovranno essere indicati anche il tipo di pavimentazione delle strade interessate e la natura
dei terreni da scavare e di sedime. Al termine di ogni profilo dovrà essere indicato in quale fogna, o collettore o
emissario, o opera d'arte particolare o impianto di trattamento o recapito la canalizzazione riportata nel profilo
stesso confluisce.
f - disegni delle sezioni delle fogne, dei collettori, dell'emissario, delle opere d'arte tipo e di quelle particolari
I disegni delle sezioni delle fogne, dei collettori e dell'emissario dovranno indicare, in scala idonea per una chiara
interpretazione, e comunque non inferiore a 1:50, i tipi costruttivi di tutte le canalizzazioni progettate.
Dovranno contenere tutti gli elementi già prescritti ai punti E ed F del progetto di massima con dettagli ed estensioni a livello esecutivo. Gli stessi criteri saranno seguiti per i disegni delle opere d'arte tipo, quali pozzetti di
ispezione, confluenza e deviazione, pozzetti di salto, pozzetti di alloggio dei sifoni di cacciata, caditoie, ecc. che
saranno redatti in scala idonea e comunque non inferiore ad 1:50 e dovranno specificare i materiali adottati specie
per i rivestimenti. Sempre gi stessi criteri saranno seguiti per i disegni delle opere d'arte particolari, come quelle
di alleggerimento e scarico, stazioni di sollevamento, attraversamenti ferroviari, ecc. che dovranno essere redatti
in scala idonea e comunque non inferiore ad 1:100 e comprenderanno sezioni e piante quotate di ogni singola
opera in un numero adeguato ad una chiara identificazione delle spese stesse. I disegni specificheranno altresì i
materiali adottati. I disegni delle opere terminali della rete indicheranno in particolare, nel caso di scarico in alvei
o comunque in corpi idrici fluviali, lacuali o marini, i livelli di massimo pelo d'acqua da considerare nei recipienti
stessi, le eventuali protezioni delle opere finali della fognatura (ad es. per gli scarichi a mare, scogliere, moli,
pennelli, ecc.), i manufatti di scarico ecc. Al fine di assicurare il buon funzionamento della rete, il progettista
dovrà indicare il tipo di allacciamento da parte dei privati, facendo sì che gli allacciamenti stessi non richiedano
la manomissione gli spechi fognari.
g - disegni delle eventuali stazioni di sollevamento e profili delle condotte di mandata relative
I disegni dei profili delle eventuali condotte di mandata dovranno essere rappresentati in scala almeno 1:2000
per le lunghezze ed 1:200 per le altezze. Qualora se ne ravvisi la necessità, e al fine di rendere più evidenti i
dislivelli, i disegni potranno essere rappresentati anche in scale differenti da quelle indicate, specie per quanto
riguarda le altezze. Gli elaborati dovranno rappresentare la linea del terreno, quella di posa delle condotte e la
linea piezometrica e saranno muniti di due fincature, l'una superiore al profilo l'altra inferiore. Quella superiore
indicherà il diametro ed il materiale costituente le condotte specificando il tipo di giunto adottato, la portata
sollevata, il valore della perdita di carico unitaria e di quella totale, la velocità del moto dei liquami nella condotta,
il nome e il tipo di pavimentazione delle strade lungo cui corrono le condotte e la presumibile natura dei terreni
da scavare e di sedime. Quella inferiore indicherà le quote del terreno, quelle di posa delle condotte, la misura
delle distanze parziali e di quelle progressive. Al termine dei profili dovrà indicarsi il recapito delle condotte rappresentate. I disegni delle sezioni delle condotte saranno in scala almeno 1:50 ed indicheranno i materiali costituenti le condotte, il tipo di giunto adottato, e le particolarità di posa in opera (selle, corsetti, ecc.).
h - documenti relativi all'eventuale impianto di depurazione e servizi accessori
L'impianto di depurazione può venire realizzato sia con progetto dell'Amministrazione che mediante Appalto Concorso da indire da parte dell'Amministrazione tra ditte specializzate. Nel primo caso il numero ed il tipo di elaborati
che dovranno essere forniti saranno precisati nelle norme che riguardano specificamente gli impianti di trattamento.
418
Nel secondo caso dovrà essere invece fornito un particolareggiato Disciplinare di Bando di Appalto Concorso,
corredato da disegni schematici, come specificato al successivo punto n.
i - computo metrico estimativo e preventivo delle spese di gestione (esercizio e manutenzione)
Il metrico estimativo dovrà indicare per ogni fogna, collettore o per l'emissario, per le opere d'arte tipo e per
quelle particolari il dettaglio del costo, con riferimento all'elenco dei prezzi unitari allegato al Capitolato Speciale
d'Appalto. In particolare, per quanto riguarda i movimenti di terra e la scomposizione e il rifacimento delle pavimentazioni
stradali,
dovrà
farsi
riferimento
a
quanto
risultante
dai
profili
di
progetto.
Oltre le opere in Appalto ed i compensi a corpo il computo metrico estimativo comprenderà anche le somme a
disposizione dell'Amministrazione Appaltante per espropriazioni e servitù, per forniture dirette, per l'eventuale
Appalta Concorso dell'impianto di depurazione, nonché le somme per imprevisti e revisione prezzi nonché quelle
per le spese di progettazione, direzione dei lavori, collaudi e simili.
l - capitolato speciale di appalto con allegato elenco prezzi
Il Capitolato Speciale d'appalto dovrà essere redatto secondo le norme vigenti e conterrà tutte le norme che
andranno a regolare i rapporti tra l'Amministrazione Appaltante e l'Impresa assuntrice dei lavori.
Al Capitolato dovrà accompagnarsi l'elenco dei prezzi unitari dei materiali, delle mercedi orarie, dei noli e dei
lavori a misura. Il progettista potrà adottare i prezzi fissati dall'Amministrazione Appaltante ove da quest'ultima
sia stata redatta apposita tariffa. Negli altri casi, o per alcuni tipi di lavori i cui prezzi non fossero fissati dalle
tariffe, il progettista dovrà formulare i prezzi stessi; in tal evenienza, egli dovrà giustificarli, fornendo le analisi
dei prezzi, dalle quali dovranno risultare tutti gli elementi che concorrono a formare i valori finali .
m - disciplinare per la richiesta di offerte per eventuali macchinari ed apparecchiature
Qualora per la compiutezza dell'opera si richiedano macchinari e particolari apparecchiature (macchine elevatorie,
apparecchiature meccaniche ed elettriche, attrezzature per gli impianti di depurazione ecc.) che non possono
rientrare nei lavori d'appalto, ma siano da acquistarsi direttamente dall'Amministrazione Appaltante, si dovrà
redigere un apposito Disciplinare per la richiesta di offerte dei macchinari e delle apparecchiature suddette. Detto
Disciplinare dovrà specificare l'oggetto dell'offerta e dare precise indicazioni sulle caratteristiche che dovrà presentare
il
materiale
richiesto
e
le
condizioni
di
inserimento
nelle
opere
progettate.
Saranno quindi indicate le modalità dell'offerta, quella di fornitura e quelle di pagamento e di collaudo.
n - disciplinare di bando di appalto concorso per eventuale impianto di depurazione
Il disciplinare dovrà contenere le condizioni per la partecipazione all'Appalto Concorso ed i seguenti elementi
articolati come appresso:
1. Oggetto dell'Appalto
Dovranno essere forniti i dati relativi alle portate ed al tipo di liquami da trattare ed al numero di abitanti da
servire; grafici illustranti la zona destinata all'impianto con le quote del terreno; i dati caratteristici (sezioni, quote,
ecc.) dell'emissario in arrivo e del corpo idrico che dovrà ricevere l'affluente. Dovrà essere specificato il grado di
efficienza depurativa che si richiede all'impianto, in termini di riduzione dei principali elementi inquinanti. Saranno
indicate le fasi secondo cui dovrà svolgersi il trattamento nell'ambito del ciclo già previsto dal progetto di massima.
Le Ditte concorrenti dovranno presentare offerta per la soluzione indicata dal disciplinare, da considerarsi offerta
base indispensabile, rimanendo però libere di presentare soluzioni di varianti che esse giudichino più convenienti,
sempre che sia stata garantita l'efficienza depurativa richiesta. Sarà precisato se il progetto deve riguardare
l'intero impianto, ovvero la realizzazione delle opere debba limitarsi ad un primo lotto. In tal caso occorrerà anche
indicare i dati relativi alle portate ed al tipo di liquame da trattare e gli abitanti da servire con il primo lotto e
dovrà essere richiesta la presentazione del progetto almeno di massima dell'intero impianto. L'appalto dovrà
comprendere opere murarie, macchinario e apparecchiature e quant'altro occorre per consegnare funzionante
l'impianto all'Amministrazione Appaltante.
2. Modalità di presentazione del Progetto - Offerta da parte delle Ditte concorrenti.
Il progetto-offerta dovrà comprendere almeno un grafico indicante il ciclo di trattamento che la Ditta concorrente
intende realizzare; uno schema dello stesso ciclo dal quale risultino il numero di unità operative a mezzo delle
quali il ciclo sarà svolto nonché tutti i collegamenti sia idraulici, che elettrici, termici o chimici che si intendono
eseguire; una planimetria generale dell'impianto in scala almeno 1:500 dalla quale risultino le quote alle quali si
trovano le singole opere; un profilo altimetrico del percorso che liquami avranno durante le singole fasi del trattamento ed uno del percorso dei fanghi in scale adeguate per una chiara interpretazione del funzionamento
dell'impianto; disegni costruttivi quotati di ciascuna delle opere previste, o almeno di ciascuno dei tipi di opera se
queste fossero più di una, in scala almeno 1:100 comprendendo piante sezioni quotate tali da indicare chiaramente sia le apparecchiature offerte che le opere murarie. Il progetto dovrà inoltre essere corredato da una
relazione illustrante i criteri generali ispiratori delle opere previste e dalla quale risultino sia i calcoli di proporzionamento che i rendimenti depurativi che in ciascuna delle fasi di trattamento saranno raggiunti. Dovranno altresì
indicarsi, nell'offerta per le macchine e le apparecchiature, i tipi proposti nonché i pesi, i consumi elettrici previsti,
le potenze da impegnare per ciascuno di essi ed i nominativi delle Ditte costruttrici. Il progetto dovrà poi essere
corredato da un computo metrico estimativo che consideri separatamente le opere murarie dalle apparecchiature,
dando per queste ultime anche i prezzi unitari, in maniera da permettere all'Amministrazione Appaltante un
agevole confronto tra le offerte presentate. Infine le Ditte Concorrenti dovranno presentare uno schema di Capitolato Speciale di Appalto, in armonia con le norme del disciplinare dal quale risultino tutti i rapporti che la Ditta
intende istituire con l'Amministrazione. Il costo delle opere dovrà risultare in un'offerta che distinguerà le opere
murarie dalle apparecchiature; all'offerta dovrà anche essere accompagnato un preventivo per la gestione e manutenzione dell'impianto specificando le voci principali (personale, materiali, energia elettrica). La Ditta dovrà
Le reti fognanti
419
provvedere all'avviamento dell'impianto stesso e consegnarlo funzionante, nonché provvedere alla sua conduzione con proprio personale specializzato per un periodo di effettivo funzionamento a regime da precisare nel
disciplinare e di norma non inferiore ad 1 anno. La Ditta dovrà altresì provvedere all'istruzione del personale della
Amministrazione Appaltante destinato alla conduzione dell'impianto. Le Ditte concorrenti rilasceranno esplicita
dichiarazione di sollevare l'Amministrazione Appaltante da qualsiasi onere per diritti di brevetti o privative. Il
progetto dovrà essere firmato da un ingegnere abilitato allo esercizio della professione.
3. Modalità di aggiudicazione dell'opera.
Il disciplinare dovrà comprendere le modalità secondo cui saranno aggiudicate le opere e dovrà altresì indicare
le qualifiche dei membri della commissione cui tale compito sarà devoluto.
4. Modalità di esecuzione, pagamenti e collaudo delle opere.
Nel disciplinare saranno indicati i termini di esecuzione e consegna delle opere ed i termini e le modalità di pagamento e di collaudo.
o - piano parcellare dei terreni da asservire ovvero da espropriare
Qualora si renda necessario asservire o espropriare dei terreni al progetto dovrà essere allegato il piano parcellare,
che indicherà il foglio di mappa catastale ed il numero delle particelle interessate alla procedura; esso piano dovrà
ovviamente essere concordante con quanto indicato nella planimetria della rete e dovrà fissare inoltre il prezzo
delle indennità da corrispondere ai proprietari. A tale proposito appare opportuno chiedere il parere dell'Ufficio
Tecnico Erariale sulla congruità dei prezzi fissati, allegando il detto parere al suddetto piano parcellare. Di norma
il primo lotto esecutivo dovrà comprendere l'espropriazione di tutte le aree comunque occorrenti per la realizzazione delle opere ed in particolare per l'impianto di depurazione.
In una prima fase, per un corretto tracciamento della rete, supponendo inesistenti i fabbricati, le
canalizzazioni dovranno posizionarsi in corrispondenza dei compluvi, replicando quella che sarebbe
la rete idrografica naturale del bacino in studio. I vincoli creati dalle costruzioni e dalla viabilità
esistenti portano a scostamenti dalla soluzione ottimale. Risulta opportuno che le canalizzazioni principali seguano la viabilità maggiore e che i canali a servizio di sottobacini vengono portati verso un
unico emissario. E' necessario inoltre conoscere le quote del piano di posa della rete idrica e degli
altri servizi. La rete di fognatura, per ovvie ragioni igieniche, verrà posizionata sempre al di sotto
della rete idrica, sottostandovi di almeno 0,50 m. Per rispettare tale vincolo si debbono realizzare,
specie per le canalizzazioni principali, per i collettori e per i canali emissari, scavi molto profondi.
10. Condizioni di funzionamento
Le acque di pioggia sono generalmente raccolte con grondaie, che corrono lungo i bordi dei tetti,
raccordate a tubazioni verticali, pluviali, che sversano nella rete di drenaggio.
Le acque di uso domestico vengono raccolte
dai collettori di piano ed inviate alle colonne
di scarico a servizio dell'intero edificio.
Nella Figura 1 è riprodotto lo schema completo di fognatura domestica.
Tutti gli apparecchi domestici scaricano attraverso sifoni per evitare il ritorno, nelle
abitazioni,
gne.
delle
Nell'impianto
esalazioni
è
anche
delle
fo-
presente
la rete interna di ventilazione connessa alla
colonna di areazione; tale sistema evita il disinnesco dei sifoni.
Figura 60. Allacciamento di scarichi privati
alla rete pubblica di fognatura
Le colonne di scarico sono realizzate con tubi di ghisa o di gres del diametro pari a 100-150 mm.
Per le condotte di scarico della rete interna si usano sempre più frequentemente materiali plastici.
I fognoli privati (corsetti) provvedono a recapitare le acque raccolte nella rete di fognatura pubblica.
420
10.1. Velocità limite
Il dimensionamento idraulico di una rete di fognatura si completa con le verifiche delle velocità limite
ammesse. Queste infatti, per fognature unitarie e per fognature nere, non debbono scendere al di
sotto di valori minimi, per evitare l'instaurarsi di condizioni favorevoli alla sedimentazione delle
sostanze trasportate.
Fenomeni di aggressione possono manifestarsi anche in presenza degli ordinari liquami domestici.
Ne è causa l'idrogeno solforato sviluppato nei processi metabolici di microrganismi anaerobici, il cui
habitat negli spechi è localizzato in prossimità della superficie libera per flusso di acque reflue, che
attaccano i solfati e le sostanze organiche contenenti zolfo presenti nei liquami. Nelle canalizzazioni
di fognatura il gas, idrogeno solforato, raggiunge le zone superiori aerate, ove, attraverso processi
metabolici sviluppati da specifici microrganismi aerobi ( thiobacillus concretivorus), viene trasformato
in acido solforico, particolarmente aggressivo nei confronti dei calcestruzzi.
Figura 61
Il rischio potenziale di sviluppo dell'idrogeno solforato è legato al valore del BOD efficace, espresso
con la relazione:
BOD  BOD5  1,07 (T 20)
con T, temperatura del liquame.
Noti questi valori è possibile definire i valori delle velocità di flusso critiche per lo sviluppo in fogna
di idrogeno solforato
Tabella I
(Pomeroy e Bowlus)
BOD efficace
Velocità minima
(mg/l)
(m/s)
55
125
225
350
500
690
900
0,30
0,45
0,60
0,75
0,90
1,05
1,20
Per indagare il rischio di sviluppo dell'idrogeno solforato nei canali di fognatura che convogliano liquami domestici viene fatto riferimento alla formula "Z"
 3B
P
Z   0 ,5 0o,333 
i q
L
nella quale:
Le reti fognanti
421
Bo è il valore del BOD5 a 20 oC, espresso in [g/m3]
i è la pendenza della canalizzazione
P è il perimetro bagnato
q è la portata della canalizzazione, espressa in [l/s]
L è la larghezza della superficie libera
Per valori di:
"Z"  5000 non si sviluppa idrogeno solforato.
"Z"  7000 sono da attendersi attacchi di acido solforico sulle pareti delle canalizzazioni.
"Z"  10000 si è in presenza di attacco marcato.
"Z" > 25000 si ha la completa distruzione degli spechi entro pochi anni dall'entrata in funzione.
Velocità minime di autolavaggio:

Germania:

Metcalf ed Eddy :
vmin = 0,5  0,6 m/s
vmin = 0,60 m/s
vmin = 0,75 m/s

per sistemi di fognatura separata
per sistemi di fognatura unitaria.
La citata Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 11633 indica la velocità minima, riferita
alla portata nera media giornaliera: vmin = 0,50 m/s
Per fognature sia separate che unitarie, inoltre, le velocità non debbono superare prefissati valori
massimi per evitare l'innesco e lo sviluppo di fenomeni erosivi dei materiali costituenti le canalizzazioni e gli spechi.
Velocità massima ammissibile:

per spechi privi di rivestimento della cunetta con materiali lapidei o cotti :

per portate massime fecali:
vmax = 4,0 m/s

per portate pluviali:
vmax = 5,0 m/s
vmax = 2,40 m/s
10.2. Il lavaggio delle fogne
Nei casi in cui le velocità minime non possono essere garantite, o per la bassa pendenza delle canalizzazioni o a seguito della necessità di contenere la velocità massima entro i limiti consentiti,
è necessario prevedere, nel sistema di drenaggio, apparecchi per le cacciate d'acqua al fine di spurgare la fogna dai depositi e dai sedimenti di sostanze solide organiche ed inorganiche.
Le cacciate d'acqua sono richieste in tutti i rami estremi terminali della rete nei quali le portate
sono minime e vengono smaltite con basse velocità anche in presenza di livellette con pendenza
notevole.
Dato il potere di laminazione, correlato al funzionamento in moto vario a superficie libera delle
canalizzazioni di fognatura, l'efficacia delle cacciate risulta limitata a tratti di breve sviluppo.
In presenza di canali caratterizzati da limitata pendenza è necessario provvedere, oltre che alle
cacciate di testata, anche a cacciate di linea.
Per fogne di diametro D = 200 mm, con volumi di cacciata pari a 1200 litri e portate di cacciata
pari a 25  30 l/s, l'efficacia del sistema di pulizia si esaurisce in 180  240 m. Nel caso di pendenze
delle canalizzazioni superiori all' 1% il volume di cacciata può scendere a 500 litri.
Per la determinazione del volume di cacciata Ω [m3] necessario per lo spurgo di un tratto di fogna
lungo L può farsi riferimento alla relazione
W
422
Q0 L g hm

V0 V0  ghm
3
 [m ]
nella quale:



Q0, è il valore della portata di cacciata [m3/s]
V0, è il valore della velocità in moto uniforme, correlata alla portata Q 0 , velocità tale da
consentire lo spurgo della fogna
hm, è l'altezza media [m] del flusso per portata Q0 .
Per garantire un efficiente spurgo della fognatura si devono assicurare dalle due alle tre cacciate
giornaliere. Il lavaggio automatico è ottenuto con l'innesco di dispositivi a sifone (tipo Contarino,
tipo Milano, ecc.).
Nelle Figure 62 ÷ 64
sono riprodotti un pozzetto di cacciata di testata e di linea con istallato il
dispositivo Contarino.
Figura 62 . Pozzetto di lavaggio o di cacciata di testata
Figura 63 . Pozzetto di lavaggio o di cacciata di linea prefabbricato
Le reti fognanti
423
Figura 64 . Pozzetto di lavaggio o di cacciata di linea
Nel caso di fogne di grande dimensione le cacciate con i dispositivi indicati non sono realizzabili,
data la connessa necessità di elevati volumi d'acqua per assicurare l'efficacia dell'intervento. Il lavaggio in questi casi si effettua arrestando il flusso in fogna, sezionandola temporaneamente con
l'ausilio di paratoie a funzionamento manuale ubicate in corrispondenza di pozzetti di ispezione.
L'interruzione del flusso causa l'invaso a monte della paratoia di volumi d'acqua che, nei tempi e
nei modi opportuni, vengono istantaneamente liberati causando il lavaggio della fogna.
Figura 65 . Paratoia per spechi ovoidali
Se la sezione degli spechi è circolare lo spurgo può essere effettuato inserendo una sfera, pig, di
diametro di poco inferiore al diametro della sezione della fogna.
Figura 66 . Pig
Il dislivello causato dal rigurgito del flusso, all'interno del collettore, fa avanzare il pig assicurando
424
lo spurgo.
Figura 67 . Principio di funzionamento del Pig.
10.3. La ventilazione delle fogne
All'interno dei canali di fognatura, anche in assenza di fenomeni putrefattivi, si sviluppano gas contenenti elevate concentrazioni di anidride carbonica. Nei casi di processi putrefattivi in atto, i gas
sviluppati hanno anche cattivo odore e possono contenere metano, gas infiammabile ed in grado di
formare, in presenza di aria ed in assenza di ventilazione, miscele detonanti.
La ventilazione delle fognature non viene realizzata con bocchette stradali, dati i fastidi che le
esalazioni dei gas arrecherebbero alla popolazione. Alla ventilazione si provvede di regola attraverso
le canne private, sia pluviali che fecali (Figura 68), prolungate fino alla copertura degli edifici, le
quali disperdono nell'atmosfera i gas prodotti, mentre il rientro d'aria negli spechi è assicurato dalle
bocchette stradali, escludendosi in tal modo la fuoriuscita da queste di cattivi odori.
Figura 68. Schemi di ventilazione per fogne miste e separate.
10.4. Le opere d'arte
Per un corretto funzionamento di una rete di fognatura, ai manufatti sopra esposti si associano altre
opere d' arte costituite da:
caditoie stradali
pozzetti di ispezione
pozzetti a salto o di caduta
pozzetti di confluenza
scaricatori di piena
separatori di prima pioggia
Di seguito sono brevemente descritte le caratteristiche essenziali delle differenti opere:
Le reti fognanti
425
Caditoie stradali
Le caditoie si dispongono ad interasse di 20-25 m, con aree servite pari a 250-300 m2. Attraverso le
caditoie stradali, le acque di pioggia e, nella stagione estiva, le acque
di lavaggio delle strade
vengono raccolte e collettate nella rete di fognatura. La Figura 69 illustra caditoie posizionate in linea
con la fognatura, tipiche per pavimentazioni selciate con compluvio sull’asse stradale.
Figura 69. Caditoie in linea
Nel caso di cunette laterali
le caditoie vengono utilizzate con
pozzetti di sedimentazione delle
materie solide con chiusura superiore con griglie in ghisa. Il collegamento con i fognoli di raccordo
alla rete fognaria è bene che sia del tipo a sifone.
Figura 70. Caditoie con pozzetti sifonati e griglia di chiusura
Le griglie, trattenendo i rifiuti solidi, tendono ad occludersi. Pertanto dovrà essere prevista una manutenzione periodica con asportazione del materiale solido con successivo lavaggio.
Figura 71. Pulizia di una caditoia
Per la raccolta del materiale solido sono state proposte alternative consistenti in cestelli metallici collocati all’interno dei pozzetti, anche in quelli prefabbricati.
426
Figura 72. Caditoie con cestello
Le caditoie a bocca di lupo, o alla francese, presentano l’imbocco realizzato in corrispondenza del
gradino.
Figura 73. Caditoie a bocca di lupo
Per intercettare le acque di ruscellamento sull’intera larghezza della carreggiata stradale vengono
realizzate canalette, anche prefabbricate, con griglie metalliche realizzate con l’accortezza di prevenire la possibilità di intercettare le ruote di bicicletta.
Le reti fognanti
427
Figura 74. Caditoie continue
Pozzetti di ispezione
La natura delle acque trasportate, ricche di sostanze solide, il funzionamento idraulico a superficie
libera, le forte variabilità delle portate, sono tutti elementi che richiedono operazioni di spurgo e
manutenzione. In presenza di spechi non praticabili (altezza inferiore a 1,20 m), al fine di consentire
agevoli operazioni di controllo, risulta indispensabile l'inserimento di pozzetti di ispezione, posti ad
interasse di 2025 m. Per spechi praticabili l'interasse dei pozzetti può essere esteso a distanza non
superiore a 50 m
.
Figura 75.Pozzetti di ispezione in linea su spechi circolari ed ovoidali
428
L'accesso al pozzetto si realizza attraverso la bocca protetta da chiusino di ghisa. La discesa si
effettua tramite scala del tipo alla marinara.
Figura 76. Pozzetto di ispezione in linea prefabbricato
I pozzetti di ispezione debbono inoltre essere previsti in corrispondenza sia delle deviazioni planimetriche che in corrispondenza delle confluenze tra rami della rete di fognatura
Figura 77. Pozzetti di ispezione con deviazioni planimetriche
Le reti fognanti
429
Figura 78. Pozzetti di ispezione e di confluenza
Nei casi in cui le pendenze naturali danno luogo a velocità eccessive del flusso nelle canalizzazioni,
si realizzano profili con pendenza ridotta, interrotti dalla presenza di salti di fondo. Per evitare
eccessivi approfondimenti degli scavi, l'altezza dei salti è limitata a 2,0-2,50 m.
Figura 79. Stralcio profilo longitudinale
Figura 80.Pozzetti di ispezione e di salto per spechi circolari e semi-ovoidali
430
Figura 81. Pozzetti di salto pre-fabbricati
Nel caso di sensibili pendenze la distanza tra i pozzetti si riduce fino al punto di avere una serie di
gradoni. Questi possono essere sostituiti da uno scivolo
Figura 82. Pozzetti di salto a gradoni o con scivolo
Per garantire il funzionamento dei pozzetti di salto dovrà essere verificato che il deflusso della portata
verso valle non sia limitato da fenomeni di rigurgito.
Le reti fognanti
431
11. Manufatti speciali di scarico e di invaso
Le reti di fognatura , sia esse a sistema misto che separato, sono soggette ad eventi pluviometrici
estremamente variabili nell’anno e negli anni. La presenza di impianti di depurazione con funzionamento ottimale con carico inquinante pressoché costante obbliga l’afflusso delle acque reflue fino ad
un massimo grado di diluizione 3 ÷ 5 volte la portata nera media giornaliera. Pertanto nei sistemi
misti dovrà essere prevista la realizzazione di opportuni manufatti, scaricatori di piena, all’interno
dei quali vengono separate le acque nere diluite dalla portata pluviale, centinaia di volte maggiore.
Questo dispositivo viene inserito anche a monte di eventuali impianti di sollevamento Questo dispositivo viene altresì interposto nella rete mista a monte di ogni impianto di sollevamento in modo da
ridurre sensibilmente la portata di sollevamento e, pertanto, la potenza dell’impianto e l’energia
spesa.
Viceversa nei periodi estivi, caratterizzati da periodi con assenza di precipitazioni, la
prima pioggia,
convoglia nella fogna bianca, nella fase iniziale dell’evento meteorico, un notevole carico inquinante
derivante da tutto ciò che può depositarsi sulla sede stradale (rifiuti , polveri di gas di scarico e di
ferodi , residui derivanti dall’usura dei pneumatici, oli e grassi ecc.). Tale inconveniente cresce in
rapporto all’intervallo tra due eventi meteorici consecutivi.
Pertanto è necessario trasferire, con un separatore di prima pioggia, alla fogna nera queste acque;
trascorso del tempo dall’inizio della pioggia, se questa persiste ed aumenta di intensità, la portata
meteorica potrà essere considerata “pulita” e, pertanto, inviata al mezzo recettore.
11.1. Scaricatori di piena
Il dispositivo, riprodotto nella Figura 83, viene inserito, come detto, nelle reti di fognatura mista
con lo scopo di provvedere all'evacuazione, direttamente nel mezzo ricettore naturale ed in concomitanza di eventi di pioggia, delle portate meteoriche in eccesso. In assenza di queste le portate
nere vengono indirizzate direttamente all’impianto di depurazione.
Figura 83. Scaricatore di piena con sfioratore laterale
Raggiunto un prestabilito grado di diluizione delle acque fecali (rapporto acque nere - acque bianche
pari a 1 a 3 ÷1 a 5), la condotta di adduzione al depuratore raggiunge il massimo grado di riempimento; per diluizioni maggiori la corrente rigurgita verso monte sino al superamento della soglia
dello sfioratore longitudinale cominciando a sversare nell’emissario, fino al recettore.
11.2. La regolazione delle portate di piena
L’espansione dei centri abitati comporta una trasformazione di parte del territorio che, con costruzioni
ed opere di urbanizzazione, si trasforma da terreno permeabile in terreno scarsamente permeabile,
alterando dunque il coefficiente di afflusso che è un elemento determinante per la stima della portata
di piena. La conseguenza di ciò è un aumento della portata che si risente nei tronchi terminali di una
432
rete, dove le dimensioni degli spechi non sono più sufficienti per lo smaltimento.
In luogo di realizzare un collettore di adeguate dimensioni, un criterio utilizzabile per risolvere il
problema è quello di inserire, a monte dei tronchi critici, delle vasche di laminazione dell’onda di
piena.
Figura 84
Il principio di funzionamento si basa sul concetto della continuità, pertanto limitando la portata al
valore ammissibile occorrerà un volume V da invasare per tutto il tempo che questa è superata dal
valore della portata in ingresso.
Dopo il tempo t1 il volume precedentemente invasato sarà restituito a valle.
Figura 85
Per quanto attiene la tipologia delle vasche di laminazione, queste possono essere in serie ed in
parallelo secondo gli schemi di Figura 86. In ambedue i casi gli ingressi e le uscite dalle vasche sono
regolati in automatico dai livelli nella camera di alimentazione a valle dell’emissario .
Le reti fognanti
433
86 a. vasche in serie
86 b . vasche in parallelo
Nel caso in cui le vasche non possono essere vuotate con deflusso libero dovrà essere previsto un
sistema di pompe di sollevamento.
Quando non sia possibile realizzare tutto il volume di laminazione, per mancanza di aree da assoggettare a tale servizio, la parte eccedente può essere sfiorata verso un “elemento” di accumulo
provvisorio (depressione naturale, campagna, ecc,)
Figura 87.
Una soluzione ottimale è rappresentato dalla Figura 88, dove è possibile utilizzare un laghetto per il
contenimento dei volumi di supero delle vasche di laminazione .
434
Figura 88. Sistema di alleggerimento delle portate di piena
11.3. Separatori di prima pioggia
Acque di prima pioggia
Il piano di Tutela delle acque della Regione Abruzzo, in attuazione del Decreto Legislativo 152/06 e
s.m.i. nel Quadro programmatico al punto
3.4.5 Disposizioni inerenti le reti fognarie e i relativi sca-
richi definisce :
Acque di prima pioggia
Le acque di prima pioggia sono costituite dalle acque di scorrimento superficiale defluite nei primi
istanti di un evento di precipitazione e di norma caratterizzate da elevate concentrazioni di sostanze
inquinanti, spesso superiori a quelle registrate negli stessi reflui in condizioni ordinarie. …..
L’individuazione delle portate che necessitano di captazione e trattamento è quindi vincolata a un’accurata caratterizzazione delle acque di prima pioggia in termini quali-quantitativi. Sulla scorta
dell’esperienza della Regione Lombardia, per la quantificazione delle acque di prima pioggia si identificano le stesse nei primi 5 mm di acqua uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dalla fognatura.
Per il calcolo delle portate si assume che tale valore si verifichi in un periodo di tempo di 15 minuti
per eventi meteorici distanziati tra loro di almeno 48 ore.
I coefficienti di afflusso alla rete sono considerati pari a:
 1 per superfici lastricate od impermeabilizzate
 0,3 per superfici permeabili di qualsiasi tipo.

Restano escluse da tale computo le superfici coltivate.
Considerando i suddetti parametri e tenendo conto della prassi progettuale consolidata, il volume di
acque di prima pioggia da contenere e/o sottoporre a trattamento risulta compreso tra 25 e 50 m3 per
Le reti fognanti
435
ettaro. Sulla base della definizione data dalla Regione Lombardia e di considerazioni derivanti da approfondimenti storici e tecnici sulle situazioni locali collegate agli eventi meteorici, si propone la seguente definizione delle acque di prima pioggia:
le acque di prima pioggia sono identificate come i primi 40 m3 di acqua per ettaro sulla superficie
scolante servita dalla fognatura, per eventi meteorici distanziati tra loro di almeno 7 giorni.
Tale definizione è giustificata dall’aver considerato un coefficiente di afflusso medio tra quelli normalmente utilizzati per superfici impermeabilizzate e non.
Acque meteoriche in fognature miste
Il sistema di drenaggio urbano di tipo misto è costituito da collettori unici che convogliano all’impianto
di trattamento ovvero al recettore finale le acque reflue urbane intese anche come miscela di acque
reflue domestiche ed industriali nonché le acque meteoriche di dilavamento in occasione di precipitazioni. Il loro dimensionamento, pertanto, sarà basato sulle portate delle acque meteoriche che risultano
prevalenti anche rispetto alle portate delle altre acque reflue in occasione dei massimi eventi previsti
in progetto. Tenuto conto che in tempo di pioggia l’impianto di trattamento delle acque reflue, in ingresso, può accettare portate, normalmente definite “nere diluite”, poco superiori a quelle “nere medie
di tempo secco”, la portata eccedente detto valore deve essere scaricata direttamente nei corpi idrici
ricettori attraverso appositi manufatti denominati “scolmatori” o “scaricatori di piena”; questi sono
realizzati lungo la rete quando sia possibile lo scarico in idoneo ricettore (scaricatori di alleggerimento) o comunque all’ingresso dell’impianto di trattamento come by-pass dell’impianto, eventualmente previa disinfezione. Le portate di supero da recapitare nei ricettori sono definite in base alle
esigenze idrauliche ed ambientali del recettore, tenendo conto degli obiettivi di qualità dei corpi idrici
definiti dal Piano di Tutela delle Acque. Fermo restando che nella progettazione di detti interventi i
parametri di riferimento, per quanto possibile, dovranno essere validati da studi specifici, la normale
prassi progettuale e le normative del settore prevedono generalmente che le portate nere diluite siano
commisurate a 3-5 volte le portate nere medie; ne consegue che nell’impianto saranno convogliate
portate di pioggia pari a 2-4 volte le portate nere medie.
Disciplina delle acque di prima pioggia in fognature miste
Relativamente alle acque di prima pioggia recapitanti in fognature miste: − si prescrive la realizzazione, in corrispondenza degli scolmatori e/o all’ingresso dell’impianto di trattamento delle acque reflue urbane, di sistemi di accumulo delle acque di prima pioggia (vasche di prima pioggia); − tali acque
di prima pioggia vanno successivamente, ad evento meteorico terminato, alimentate all’impianto di
trattamento; − la portata eccedente le acque di prima pioggia può essere convogliata, tramite gli scolmatori o il by-pass dell’impianto di depurazione, direttamente nei corpi idrici recettori. Lo scarico degli
scolmatori deve essere preventivamente autorizzato ; Al fine di procedere all’applicazione della disciplina sopra richiamata per gli scarichi di acque di prima pioggia in fognature miste entro 18 mesi
dall’adozione del Piano di Tutela delle Acque, gli Enti d’Ambito inseriscono nei Piani d’Ambito, ove
non già presenti, le seguenti informazioni: o ubicazione degli scolmatori per ogni sistema fognario; o
corpo recettore per ogni scolmatore; o indicazione e dimensione dell’area scolante afferente ad ogni
fognatura; Sulla base di tali informazioni, gli Enti d’Ambito elaborano programmi per l’applicazione
della disciplina degli scarichi di acque di prima pioggia in fognature miste, con la seguenti priorità: o
entro il periodo di validità del presente Piano, gli agglomerati con almeno 10.000 abitanti equivalenti
i cui reflui recapitano in corsi d’acqua o tratti di essi classificati in Stato Ambientale “scadente” o
“pessimo” (cfr. Relazione Generale R 1.5 “Schede Monografiche”) devono essere dotati di sistemi di
trattamento e gestione delle acque di prima pioggia. Sono fatte salve situazioni particolari ove non vi
sia la possibilità tecnica di realizzazione di tali sistemi a costi sostenibili; o entro il periodo di validità
del primo aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque, gli agglomerati con almeno 10.000 a.e. devono essere dotati di sistemi di trattamento e gestione delle acque di prima pioggia. Sono fatte salve
situazioni particolari ove non vi sia la possibilità tecnica di realizzazione di tali sistemi a costi sostenibili. Le nuove reti fognarie e gli ampliamenti di reti fognarie esistenti, per le quali alla data di adozione del Piano di Tutela delle Acque non siano state completate tutte le procedure di appalto e affidamento lavori, devono prevedere la realizzazione di sistemi di raccolta, trattamento e/o smaltimento
delle acque di prima pioggia.
436
Una volta determinata la portata
qi (volume defluito in 15 minuti) occorre dimensionare il dispositivo
di separazione.
Nella Figura 30 è riportato lo schema di un dispositivo con luce sul fondo della fogna bianca a monte
dell’emissario; questa viene attivata per portate fino al massimo valore qi.
Figura 89. Separatore di acque di prima pioggia
Per favorire l’imbocco della luce può essere dimensionata una soglia emergente dal fondo di altezza
h pari al tirante di moto uniforme per la portata di prima pioggia qi.
E’ ovvio che per portate crescenti i tiranti aumentano; superata la soglia, queste iniziano a confluire
nell’emissario.
Nel caso in cui la portata
qi risultasse non esitabile o compatibile con l’impianto di depurazione sarà
necessaria la realizzazione di vasche di laminazione.
Sono soggette a regolamentazioni acque di prima pioggia provenienti da superfici scolanti dove sono
presenti “attività inquinanti”.
12. Impianti di sollevamento di acque nere
Le reti di fognatura sono progettate per funzionare a gravità con flusso a superficie libera. Situazioni
topografiche locali impongono, a volte, la realizzazione di impianti di sollevamento.
La natura delle acque trasportate e la forte variabilità delle portate pongono particolari problemi
alla progettazione di un impianto di sollevamento, sia nei riguardi del macchinario (tipo e numero di
pompe), sia relativamente al volume ed alla geometria ottimale della vasca di aspirazione.
L' impianto va dimensionato in funzione della portata massima da sollevare, ma, data la forte variabilità delle portate, la portata totale va ripartita su più pompe funzionanti in parallelo. (Figura 30).
Le pompe debbono essere istallate con la girante sommersa, sempre sotto battente, condizione che
garantisce l'immediato avvio del sollevamento.
Le reti fognanti
437
La condotta di mandata, in corrispondenza del funzionamento di una sola pompa, deve essere percorsa dal flusso con velocità non inferiore ad 1 m/s per evitare la sedimentazione e l'accumulo
delle sostanze solide presenti nei liquami.
Figura 90. Impianto di sollevamento realizzato con pompe centrifughe di tipo sommerso.
Le pompe centrifughe per acque nere sono speciali, caratterizzate dalla particolare geometria della
girante che è di tipo aperto e che consente il passaggio di corpi di notevoli dimensioni. Inoltre
possono essere provviste di valvola a forte getto per la pulizia del pozzo. All’avvio della pompa la
valvola è aperta ; la contropressione nella tubazione provoca un getto che genera un moto rotatorio
che porta in sospensione fanghi e materiali sedimentati . Dopo qualche secondo la valvola si chiude.
Figura 91.
L’installazione della macchina è generalmente fissa all’interno del pozzo (Figura 92 a); possono anche
realizzarsi installazioni portatili (b) o fisse, ma in camera a secco (c).
a
b
Figura 92 . Metodi di installazione
438
c
La dimensione del pozzo dovrebbe essere la minore possibile sia per ridurre i costi e sia per mantenere meno possibile il liquame stagnate; è ovvio che il volume minimo è funzione sia dal numero
delle macchine e sia dalla durata del sollevamento. Premesso che questo non è continuo il sollevamento sarà regolato dal numero di avviamenti che l’elettropompa può subire nell’arco di un’ora.
Nelle pause il liquame, solo acque nere nel sistema separato o diluito nel sistema unitario, si raccoglie
nel pozzo fino a raggiungere un livello massimo, regolato da un interruttore a bulbo di mercurio i
rinchiuso in un involucro impermeabile galleggiante.
Figura 93. Schema di un pozzo
Questo è sospeso all’altezza voluta tramite il cavo elettrico che lo collega al quadro di avviamento
dell’elettropompa. Man mano il volume diminuisce riportando il livello al valore minimo, anche questo
regolato da un altro interruttore a mercurio che chiude il circuito e spegne l’elettropompa. Successivamente ha inizio un nuovo ciclo.
Figura 94 . Regolatori di livello
I principi da adottare nella progettazione di un pozzo sono illustrati in manuali8 contenenti regole
pratiche frutto di una estesa serie di dati acquisiti con test su modelli in scala. Per la progettazione
di pozzi da due a quattro pompe si farà riferimento a pozzi standard Flygt (Figura 95).
8 American Hydraulic Institute e British Hydromechanics Research Association
Le reti fognanti
439
Figura 95. Pozzi standards Flygt
Le dimensioni planimetriche del pozzo vengono ricavate da un nomogramma in funzione della portata nominale di una pompa che funzioni da sola. Per portate al disotto di 100 l/s le dimensioni
vengono lette direttamente sull’asse delle ascisse.
Figura 96. Dimensioni interne e correlato nomogramma
Quando vengono realizzati progetti fuori dello standard è necessario eseguire prove di funzionalità
su modello idraulico in scala ridotta, al fine di ottimizzare il flusso verso le pompe , l’eliminazione di
vortici e di aria in prossimità dell’aspirazione.
Figura 97. Pozzo con macchine contrapposte e con disposizione toroidale
440
Determinazione del Volume di sollevamento
Come detto precedentemente il volume utile del pozzo, compreso tra il livello massimo di avviamento
ed il livello minimo di arresto, è funzione della portata nominale Q1 e del massimo numero massimo
z di avviamenti orari delle elettropompe.
Nel caso di una sola macchina per Qi (portata in ingresso) si avrà un volume :
V  Q i  Tr
Tr 
V
Qi
tempo di riempimento
Durante la vuotatura dovrà essere sollevato oltre il volume V un incremento V = Qp- Qi  Tv
Tv  V 
Tv, tempo di vuotatura
V
Qp  Qi
La durata di un ciclo è Tk= Tr+ Tv
Tk 
V
V
V
Qi
Qp  Qi
Il tempo minimo di un ciclo è determinato dal numero massimo di avviamenti Z della pompa (
accettabili per il motore ed il suo sistema di raffreddamento). Per qualsiasi portata di ingresso Qi il
ciclo più breve si verifica quando Qi = 0,5 Qp ed il volume richiesto è pari
V
Q p * 3600
4 z
[m3]
Nel caso di due macchine Tk
è minimo quando
Qi = Qp1+ 0,5 Qp1
da cui
Qp1=Qp2=2/3 Qi
mentre il volume richiesto è
Vtot  V1  h  S
essendo :
V1 = volume utile richiesto da una elettropompa
S = superficie della vasca
h = differenza tra i livelli di avvio ed arresto ,
generalmente 30 cm.
Nel caso di stazione equipaggiata con n elettropompe uguali che si avviano in sequenza all’aumentare
del livello e, sempre in sequenza, si staccano al diminuire del livello, il volume totale richiesto è dato
dall’espressione:
Vtot  V1  n  1  h  S
Le reti fognanti
441
Esempio 34. Dimensionamento pozzetto di sollevamento
Dimensionare una stazione di pompaggio per una portata in ingresso Qi=58 l/s e prevalenza 5 metri.
Volendo utilizzare due elettropompe identiche , la portata nominale di ciascuna macchina sarà:
Qp1=Qp2=2/3 Qi

Qp1=Qp2=2/3* 58 = 38,6 l/s
Per la portata nominale e la prevalenza resta definita l’elettropompa
LT 04
Scelto il tipo di elettropompa, dai dati di targa, si rileva che il numero di avviamenti /ora è z=15
Inoltre è possibile definire le dimensioni della macchina
Con la portata nominale di una pompa viene dimensionata la base del pozzo . Poiché questa è minore
di 100 l/s le dimensioni minime vengono lette in corrispondenza dell’ascisse
442
La superficie in pianta risulta :
S=2,60*1,35=3,50 m2 ;
il volume totale è espresso dalla relazione: Vtot  V1  n  1  h  S
in cui
e pertanto
Q p1 * 3600
0,039 * 3600
 2,34 m3
4z
4  15
Vtot  2,34  (2  1)  0,30* 3,50  3,4 3
V1 

m
V
h  tot  0,97
S
m
Essendo il livello minimo di aspirazione pari a 0,43 m
l’avviamento della prima elettropompa sarà posto a
quota + 1,40 m dal fondo del pozzo ; la quota di avvio
della seconda pompa sarà
1,40 +h =1,40+0,30 =1,70 m.
Infine la quota di arresto della prima macchina sarà
pari all’altezza minima di aspirazione 0,43 m e la seconda sarà 0,43+ h=0,73 m.
Le reti fognanti
443
13. Impianti di sollevamento di acque bianche
Nei casi in cui il collettore emissario sia posto a quota inferiore del mezzo recettore è indispensabile
il ricorso ad impianti di sollevamento caratterizzati da elevata portata e bassa prevalenza. Questi tipi
di impianti vengono comunemente chiamati idrovori dal nome delle elettropompe, idrovore, utilizzate per lo smaltimento di grandi volumi di acqua e basse prevalenze, generalmente H < 10 m).
Nella Figura 39 è raffigurato un impianto idrovoro caratterizzato da una idrovora ad asse verticale
con tubazione di scarico realizzata con un sifone “ a cavaliere dell’argine “ . A monte delle macchine
sono presenti una griglia di protezione ed una paratoia di sezionamento, mentre a valle la condotta
sfocia in una vasca di dissipazione che, nei periodi di magra del recettore, ha il compito di dissipare
il contenuto energetico della portata in uscita dalla condotta ed evitare il disinnesco del sifone.
Figura 98. Schema di impianto idrovoro
A seconda dell’ubicazione del recettore e del tipo di macchine sono possibili tre schemi più semplici
sia dal punto di vista costruttivo che gestionale (Figura 99)
444
Figura 90. Schemi di installazioni munite di elettropompe sommergibili Flygt
Nota la portata da esitare e la prevalenza la scelta delle macchine è legata passa attraverso una
prima scelta attraverso diagrammi " a mosaico" del tipo riprodotti nella Figura 40. Da questi è possibile risalire al tipo di macchina che risponde a portata e prevalenza richiesti. Successivamente è
possibile il dimensionamento della stazione di sollevamento, utilizzando soluzioni standard legate al
numero delle macchine.
Figura 91. Diagrammi a mosaico per elettropompe sommergibili Flygt serie P
Il dimensionamento è molto simile a quanto già visto precedentemente per le stazioni di sollevamento
delle acque nere. La particolarità costruttiva di queste idrovore fa sì che possano essere calettate
all’interno di un tubo contenitore in acciaio (Figura 92) a stazione di sollevamento ultimata.
Le reti fognanti
445
Figura 92. Schema di stazione di sollevamento con una sola macchina
L’elettropompa poggia semplicemente su un anello alla base del tubo contenitore senza fissaggi pertanto la macchina può essere rimossa agevolmente per la manutenzione. Anche per questi impianti
sono possibili diverse tipologie; per ognuna di esse sono disponibili tabelle di dimensionamento.
Figura 93. Schema di stazione di sollevamento con quattro macchine
L’afflusso dell’acqua verso la pompa deve essere uniforme in modo da evitare trascinamento di aria
con conseguente innesco di vortici. Tra i criteri da adottare per la progettazione di un impianto, è
importante la verifica del rapporto tra la sommergenza S ed il diametro D della condotta di aspirazione . (Figura 94)
446
Figura 94
S
 a  b  Fr
D
con : a =1,5 e b=2,5
VD 
4 Q
 D
2
Fr 
VD
g D
Le reti fognanti
447
14. Manufatti di restituzione nel recettore
Nelle seguenti Figure9 95 ÷97 sono riportati esempi di manufatti di restituzione nel mezzo recettore.
A seconda dei valori delle velocità in uscita sono da prevedere elementi di dissipazione del contenuto
energetico della corrente.
Figura 95
Figura 96
Figura 97
9 Ridisegnate da FOGNATURE di L.Da Deppo e C. Datei – Edizioni Libreria Cortine Padova
448
15. Controllo ed Ispezione
L’indagine deve essere intesa ad individuare tutte le possibili cause di degrado della tubazione o
l’esistenza di problemi di diversa natura che possono interferire con l’efficienza del sistema.
Il controllo visivo può essere effettuato direttamente se l’ impianto è ispezionabile ovvero con una
telecamera filoguidata o robotizzata.
Figura 98
Nelle seguente Figura 99 sono visibili la rottura della calotta superiore di uno speco circolare (a) un'
immissione laterale sensibilmente protesa all’interno della canalizzazione (b) l'estensione di una radice (c) ed infine uno speco ovoidale in ottime condizioni con immissione laterale a raso (d).
Figura 99
Per una buona manutenzione è indispensabile una pulizia programmata della condotta per liberarla
dal materiale di deposito.
I sistemi di pulizia più comunemente usati sono, generalmente :



Meccanici
Idraulici
Chimici
Il Sistema Meccanico più comunemente impiegato, per brevi tratti di condotta, prevede l'utilizzo di
semplici scovoli trainati da cavi. Più moderno e’ il Pig Uretanico (o Poliuretanico) rivestito con vari
Le reti fognanti
449
tipi di materiali abrasivi o con spazzole metalliche. E’ assimilabile ad un tappo di schiuma poliuretanica con diametro leggermente più grande di quello della condotta da risanare (2-4 %) che, inserito
nella tubazione in un punto di accesso, viene spinto dalla pressione idraulica del fluido, avanza in
esso ad una velocità non eccedente i 2 m/s, rimuovendo così al suo passaggio gran parte delle
incrostazioni, grazie agli abrasivi cui è rivestito.
Figura 100. Frese filoguidate
Quando l'operazione di pulizia ha bisogno di una maggiore energia per spurgare lo speco parzialmente ostruito si ricorre ai Metodi idraulici:
Kanal Jet. Consta di una serie di ugelli e frese rotanti che, utilizzando getti d’acqua ad elevata pressione, rimuovono ed asportano depositi ed ostruzioni presenti nella tubazione. Grazie alle alte pressioni di utilizzo (800-1000 bar), questo sistema è efficace anche per la rimozione di grossi depositi
calcarei o di calcestruzzo.
Figura 101. Sistemi Kanal Jet
Sand Jet. Vengono immesse, alta velocità, nella canalizzazione di fogna determinate quantità di
materiali abrasivi miscelati ad azoto gassoso. L’azione abrasiva è controllata sia attraverso la pressione e la portata del gas, sia attraverso la scelta della più opportuna granulometria degli inerti
abrasivi in sospensione. Successivamente, con opportuni sistemi, sia l’azoto che gli abrasivi vengono
separati e recuperati nei punti di scarico.
Figura 102.Sistema Sand Jet
La Pulizia Chimica viene generalmente effettuata mediante l’utilizzo di due tamponi, uno di monte ed
uno di valle, spinti dalla pressione idraulica all’interno della condotta. Tra i due tamponi vengono
immessi in soluzione i preparati chimici, generalmente ossidi e carbonati, capaci di reagire con le
incrostazioni ed i depositi della condotta da pulire. Il tempo di scorrimento è, ovviamente, regolabile;
espulso
il materiale in sospensione la condotta viene pulita con una serie di lavaggi successivi.
Usualmente questo metodo è abbinato ad uno di quelli descritti in precedenza al fine di renderli più
efficaci.
450
15. Riabilitazione
Comprendono diversi tipi di lavorazioni necessari per ripristinare l’efficienza di una condotta e generalmente vengono ricompresi in interventi di :

Controllo ed ispezione: analisi sull’effettivo stato della tubazione o della tratta da risanare;

Manutenzione: volti a migliorarne le prestazioni senza apporto di materiali (es. Pulitura interna)

Riparazione: eliminazione di difetti o danni localizzati (es. sigillatura di crepe e fessure)

Rinnovo: restituire ad una condotta le condizioni di efficienza entro limiti di sicurezza soddisfacenti (es. ricostruzione del rivestimento interno)

Sostituzione: quando la rete o un tratto di essa, si presenti strutturalmente irrecuperabile o la
riduzione del diametro interno non sia più sufficiente a garantire una adeguata funzionalità di
esercizio.

Nuove installazioni
15.1.Tecnologie trenchless nella riabilitazione delle reti di fognatura
Le TT Tecnologie Trenchless o, più semplicemente No Dig (senza scavo), costituiscono un insieme
di procedimenti che hanno rivoluzionato il modo di operare nel campo degli interventi sulle reti tecnologiche, in particolare nel settore idrico e del gas.
Le tradizionali tecniche di intervento a cielo aperto rappresentano un peso rilevante nei confronti
delle normali attività svolte nel contesto urbano, il cui controvalore economico può incidere fortemente sul costo totale dell’opera.
Figura 103. Scavi a cielo aperto
Posare tubazioni di qualsiasi materiale in trincee in ambito urbano o intervenire su quelle già esistenti,
costituisce allora, un problema di natura tecnica ed uno sforzo notevole di natura economica. Ciò in
funzione della struttura urbanistica delle nostre città, particolarmente compressa ed articolata e dal
mal realizzato coordinamento dei servizi sotterranei.
Open Cut
No Dig
Le reti fognanti
451
L’esigenza di ricercare una valida alternativa ai metodi tradizionali di intervento, altamente inefficaci dal punto di vista dell'economia generale e, soprattutto, in relazione ai costi indiretti (sospensione delle attività commerciali) hanno contribuito al rapido sviluppo di metodologie a ridottissimo
uso di scavi.
Il settore No Dig manifesta la sua efficacia, non tanto in relazione alle sole risorse di realizzazione
(Costi Diretti), quanto nella capacità di abbattere gli impatti scaturiti, durante le varie fasi della
cantierizzazione, con gli spazi collettivi circostanti (Costi Indiretti).
Queste tecniche, sviluppate essenzialmente negli ultimi anni, sono già largamente utilizzate in U.S.A,
Giappone e Nord Europa; anche in Italia, soprattutto, le Società che gestiscono pubblici servizi hanno
rivolto la loro attenzione all’utilizzo delle tecnologie di intervento su reti interrate, mediante un limitato ricorso a scavi a cielo aperto, sia per nuove realizzazioni che per la riabilitazione di reti già
esistenti.
I principali vantaggi offerti dalle TT possono sintetizzarsi in :

riduzione dei danneggiamenti alle pavimentazioni, soprattutto se di pregio storico;

riduzione dei problemi connessi con gli ingombri di cantiere e con l’eliminazione dei materiali di
risulta;

riduzione dei tempi e dei costi totali di intervento;

miglioramento delle condizioni di sicurezza e della qualità del lavoro.
Attualmente in commercio esistono innumerevoli brevetti, alcuni dei quali particolarmente suggestivi
nella loro applicazione.
CIPP (Cured In Place Pipe)
Il più interessante tra i Sistemi Sigillanti si basa sulla retroversione di una calza di feltro impregnata
di particolari resine (poliestere o epossidiche) termoindurenti inserita rovesciata all’interno della tubazione da risanare
Fase A: a seconda dei vai brevetti ( Phoenix, Insituform, Paltem, InLinear, ecc) varia il sistema di
inserimento e retroversione che può utilizzare acqua o vapore , Fase B. Infine la polimerizzazione
della resina mono o bi componente può avvenire gradualmente con temperature e tempi prefissati
utilizzando insufflaggio di aria calda o di vapore conferendo la dovuta rigidità al corpo della calza e
la necessaria coesività tra resina e tubazione da risanare (fase C). Il materiale di supporto costituente
la calza è una trama di feltro supportata da resine poliestere e rinforzata da un reticolo di spessore
variabile a seconda delle condizioni di esercizio e dello spessore del tubo.
452
La tenuta idraulica è garantita dallo strato più interno del rivestimento costituito a seconda del fluido
da convogliare da PVC o poliuretano dello spessore di alcuni decimi di mm. Le pareti esterne della
calza, sono preventivamente cosparse con una apposita resina che agisce da collante e penetra,
risanandole, nelle fessurazione della tubazione .
Point Liner System
Rotture localizzate possono essere rapidamente sanate andando a posizionare casseforme gonfiabili nei punti ammalorati . Per la ricostruzione viene utilizzata resina e feltro
di supporto. Con questi sistemi possono essere rinnovate tubazioni per il trasporto di
gas, acqua, acque di scarico ed altri fluidi con diametri compresi tra 150 e 3000 mm.
Le reti fognanti
453
SPINSEAL
Con questo termine si identificano un vasto numero di trattamenti per il rinnovamento di condotte
sia per la distribuzione di acqua e sia per la raccolta di acque di scarico. Il sistema ha come obiettivo
il ripristino della tenuta in corrispondenza dei giunti e la ricostruzione del rivestimento interno delle
condotte. Utilizzando apparecchiature robotizzate, introdotte nella canalizzazione da un pozzetto di
ispezione, si possono applicare all’interno delle tubazioni rivestimenti poliuretanici per il risanamento
e sigillatura dei giunti, riparazioni di tubazioni bucate e fessurate, eliminazione e livellamento di
immissioni sporgenti, ripristini di collegamenti in immissioni rientranti. Quando il fluido trasportato è
l’acqua, oltre all’applicazione del rivestimento poliuretanico, viene spruzzato uno strato di malta cementizia inerte a copertura della resina in modo da evitare il contatto dell’acqua potabile con la
resina.
15.2. Trenchless Microtunnelling Technology
Queste tecniche traggono origine dai metodi di scavo delle gallerie ; ovviamente per piccoli diametri
non essendo possibile lo stazionamento di operatori all’interno sono state messe appunto tecniche e
metodologie di controllo a distanza sia dei dispositivi di avanzamento, generalmente frese, e sia dei
sistemi di spingimento, generalmente martinetti o jacks.
454
Storicamente si fa risalire al 1900 l’anno in cui per la prima volta ad opera della Northerm Pacific
Railroad Company furono spinti tubi di acciaio per sottopassare il corpo ferroviario .
La tecnica classica è quella comunemente detta Pipe jacking, La prima operazione consiste nella
realizzazione di due camere o pozzetti : il primo di spinta il secondo di ricevimento
Il pozzo di spinta, generalmente caratterizzato da una struttura robusta per assicurare il contrasto
esercitato dalla pressione dei martinetti, ha dimensioni decisamente maggiori dell’altro per consentire tutte le operazioni connesse alla perforazione del terreno, del recupero del materiale, introduzione del tronco di tubazione, controllo dell’allineamento, ecc.
Nel pozzo di ricevimento dovrà essere previsto solo l’ingombro per l’eventuale recupero della fresa .
La forza necessaria per mandare avanti il pipe jacking viene fornita da martinetti ad alta pressione
che spingono uniformemente sulla circonferenza della tubazione attraverso un anello di spinta o
ariete .
Il diametro dell’ariete ed il numero dei martinetti dipende, ovviamente, dal diametro del tubo da
spingere.
Le macchine per la posa in opera di tubazioni con sistemi microtunnelling si dividono in due gruppi,
a seconda delle metodologia di allontanamento e recupero del materiale scavato.
1. sistema Auger : il materiale scavato dalla testa della fresa viene trasportato, con una coclea,
all’interno del pozzetto di spinta dove viene recuperato e portato a rifiuto.
Le reti fognanti
455
2. sistema Slurry : il materiale di scavo viene recuperato e miscelato con il liquido di ricircolo
formando una miscela che viene trasportata, da un sistema idraulico, in serbatoi posti in superficie,
dove avviene la separazione, per sedimentazione, del materiale solido e del liquido di ricircolo che
viene riutilizzato nello scavo.
16. Controllo in tempo reale di una rete con obiettivi:

riduzione delle portate al colmo con gli scaricatori di piena

controllo della quantità dell' inquinante con eventuale possibilità di diluizione fino a para-
metri compatibili con l'impianto di depurazione .
456
Fly UP