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ute tecnologia del benessere un`arte di vivere a) la calma e` la tua
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U.T.E.
Bollate, Garbagnate Milanese e Novate Milanese
TECNOLOGIA DEL BENESSERE
Anno 2011/2012
UN'ARTE DI VIVERE
Via segreta alla serenità
A) LA CALMA E' LA TUA SALUTE
Milioni di persone sono assillate da un nemico segreto che provoca da solo più sciagure e
sofferenze di qualsiasi altro malanno: la preoccupazione. Essa, come i medici sanno, può indurre
uno stato patologico, consuma la nostra energia, compromette la salute, rende la vita un tormento
intollerabile e l'accorcia di anni.
La corsa e l'affanno prendono la nostra anima. Abbiamo perduto il piacere della sosta e il godimento
che ne deriva. Si vede tutto in superficie; correndo, si pensa solo al domani, mai all'oggi.
La fretta è insicurezza
La società dei consumi è la società dell'urgenza e dell'ansia. Si spinge a consumare per poter
produrre sempre e di più, senza sosta. La premura è esasperata per mantenere la produzione, per
guadagnare maggiormente. Questo è, in sostanza, lo scopo di tutto: il denaro, messo sull'altare,
idolo di tutto il mondo.
Gli uomini sono inchiodati nel tempo e schiavi di questo, ne portano il distintivo al polso:
l'orologio. Sempre in lotta con i minuti, gli occhi di continuo alle lancette.
Guai a chi ha bisogno di correre per sopravvivere: basta un inceppo da nulla per provocare la
rottura.
1. PER EVITARE DI DANNEGGIARE SE STESSI
L'ansia è normale quando l'uomo affronta una difficoltà e ha bisogno della forza necessaria per
superarla. E' un'ansia benefica perché desta energie, provoca atti volitivi positivi, eccita vigore,
produce attività e dà potenza.
L'ansia è negativa quando è agitazione e urgenza: l'affannarsi della vita di oggi.
C'è pure un'ansia patologica, quella debilitante che si sviluppa dinanzi a ostacoli che l'uomo, anche
inconsciamente, ritiene di non poter superare.
L'ansia può arrivare a causare vere e proprie malattie per il mutamento nella chimica e nella
struttura organica nel fisico di persone che erano normalissime.
Lo stare in ansia non diminuisce il dolore del domani; non fa altro che sottrarre all'oggi la sua forza.
E' uno stato patologico che ha conseguenze dannose sulla salute fisica perché interessa lo stomaco,
gli intestini, la digestione, il cuore e la circolazione, i polmoni, il cervello e il sistema nervoso.
L'origine di molte malattie
Il corpo e la psiche non vanno considerati come entità a sé stanti, senza rapporti fra di loro. Le due
parti sono strettamente connesse e si influenzano reciprocamente.
Il bambino che arrossisce, impacciato, e balbetta, quando viene rimproverato, dimostra quanto il
timore sia capace d'introdurre disfunzione negli organi.
Se pensiamo a cibi gustosi, abbiamo sùbito un aumento di salivazione.
Così pensieri, parole, letture possono stimolare gli organi sessuali, far venire la pelle d'oca, far
rabbrividire. Il corpo partecipa ad ogni stato emotivo.
Questa azione reciproca fra la psiche e il corpo è ormai universalmente riconosciuta. Il legame
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strettissimo fra di loro deve essere ben attentamente considerato per gli effetti nella vita dell'uomo.
Le preoccupazioni tolgono freschezza non solo allo spirito, ma al cuore.
La decadenza precoce del corpo viene come naturale conseguenza di una vita di contrasti, di lotte e
di ansie. Gli eccessi di tensione emotiva sono dannosi alla salute e favoriscono malattie di ogni
genere e l'arteriosclerosi. Ogni emozione negativa restringe le arterie coronarie, agendo sui nervi del
cuore.
Molte persone afflitte da disturbi e da malanni vanno da un medico ad un altro, spesso senza
risultato. Ma avviene, pure, che trovino qualcuno dei tanti buoni medici che sanno vedere oltre
l'organismo fisico e riescono a trovare la causa dei disturbi. Soltanto allora si accorgono che
all'origine vi è un fatto doloroso, un avvenimento spiacevole, vero e proprio trauma psichico che ha
ferito nel profondo. Forse il fatto può essere stato perfino dimenticato, ma l'orma è restata
nell'animo. E' questa che ha prodotto il male fisico.
Come avviene che la mente può far ammalare il corpo
Ogni tensione si ripercuote sempre negativamente sulla salute.
Il meccanismo di ripercussione è abbastanza semplice. Lo stimolo emotivo agisce sul cervello. Così
ogni apprensione, ogni paura, sono scosse che subisce la psiche che, per mezzo del cervello, quale
reazione, impartisce ordini di difesa, di tutela, di salvezza ai nervi; ordini che arrivano a tutti i
visceri. Questi, come atteggiamento difensivo, si contraggono perché il timore è contrazione,
restringimento, chiusura.
“Mi manca il fiato, il cuore mi martella, ho avuto una stretta al cuore” sono espressioni che si
sentono di frequente da coloro che sono sottoposti a questi disturbi. Soffrono pure di vertigini, di
tremori e di svenimenti.
Il contrario avviene quando l'uomo è inondato da sentimenti di gioia. Il suo polso ha il battito più
vivo, l'afflusso del sangue nel cuore è abbondante, e tutti gli organi si espandono.
Si determinano, in questi casi, modificazioni in meglio in tutto l'organismo, che derivano da uno
stato felice della psiche.
La più parte dei malanni odierni può derivare da cause psichiche o nervose, dato il crescente ritmo
emotivo della vita di oggi.
Non è tanto il lavoro fisico che logora e consuma, quanto il pensiero fisso, la tensione.
La calma è un'armatura invulnerabile
Per evitare tanti mali, devi amare la calma. Sia questa uno dei tuoi ideali preferiti: ne avrai immenso
giovamento per la tua evoluzione. Ama il lavoro sereno e costante, ma detesta l'agitazione e
l'irritazione. Questo servirebbe solo a logorarti.
La calma è la tua salute: la calma esteriore dei gesti misurati, non i movimenti impulsivi. Ma
soprattutto devi amare la calma interiore, quella che ti fa rimanere sereno in ogni circostanza, in
mezzo a qualunque tempesta.
E ricorda: vivere è una scienza, vivere bene è un'arte. Cerca di impararla bene.
Camminare sempre con i freni tirati sarebbe, per un'auto, cosa a lungo impossibile. Eppure molti,
nella vita, vanno sempre con i freni stretti, cioè con quella tensione inconscia che li fa diffidenti,
guardinghi, duri, con i muscoli contratti, la grinta cagnesca, col respiro sospeso e i denti serrati.
Quelli che camminano così frenati, devono imparare a procedere naturalmente.
La vita è salute
La malattia è un'assenza, qualcosa che manca, una disarmonia.
La vita è salute. Il contrario è squilibrio da ristabilire. Anche l'ombra è sole che manca. Basta
togliere l'ostacolo. Elemento terapeutico fondamentale per guarire di ogni male è la fiducia nella
guarigione. Chi è sicuro di guarire e fa entrare nel suo intimo questa convinzione, è già guarito a
metà. Per l'altra metà deve fare quello che è indicato per guarire. I pensieri, divenuti operanti
nell'interno, agiranno come dissolventi di tutto ciò che ha prodotto il male. Proprio come il sole per
l'ombra.
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Lo spirito che guarisce
La forza medicatrice della natura è la potenza dell'uomo a risanare se stesso. Lo stesso corpo è in
grado di generare sostanze che sono l'antidoto che distrugge il veleno prodotto dai microbi. Li
uccide e li espelle. Questa sostanza può essere prodotta nel fegato, nel pancreas, nel midollo delle
ossa, nella tiroide o altrove.
Però, anche questi tessuti sono soggetti al controllo del sistema nervoso come tutti gli altri.
“Spirito sano in corpo sano” è il motto della più antica saggezza. L'influenza del sistema nervoso è
accresciuta dall'ottimismo e dalla fiducia, mentre può essere diminuita dai turbamenti interiori.
Dallo spirito scaturisce la forza potente e salutare che risana.
2. TERAPIE PER UNA VITA SERENA
Quando corri, pensa: debbo andare più piano; quando vai più piano, pensa: debbo fermarmi;
quando stai fermo pensa: debbo sdraiarmi; ed allora ti vincerà una grande calma.
La prima padronanza da conquistare è quella del proprio ritmo di vita.
La fretta, prodotta dalla tensione, genera logorio e stanchezza.
La calma deve essere la regola nell'agire. Calma non è lentezza, ma ordine nella successione dei
fatti. Vi è grande calma anche nel velocissimo vorticare dei mondi, ma poiché è regolare e
armonico, si svolge nel ritmo naturale che è suprema calma.
A essere calmi ne guadagna sempre il proprio lavoro.
Impara a cambiare marcia
Nessuno che non sappia cambiare marcia saprà mai guidare l'auto per le strade movimentate e
accidentate che deve percorrere. Allo stesso modo, non si possono affrontare le circostanze della
vita, tanto diverse fra loro, sempre con lo stesso ritmo interiore. Bisogna imparare a sapere agire al
rallentatore o accelerando fino al massimo; compiere certe azioni in modo automatico, senza
impiegarvi il pensiero, ed altre con la maggiore intensità di concentrazione; lavorare con regolarità
e saper chiamare a raccolta tutte le proprie energie, in dati momenti, per determinati risultati.
Cura il tuo stato d'animo
Quando ci sentiamo felici, ogni cosa anche se brutta o mediocre, ci sembra bella. E' l'animo che dà
il colore alle cose. Per questo lo stato d'animo è d'importanza capitale: chi lo ha compreso, pone la
massima cura alla condizione del proprio animo; modificando questo, si modifica pure l'effetto delle
cose su di noi, mentre a poco servirebbe mutare soltanto le cose.
Quando qualcosa di negativo vuole guastare il tuo animo, sappi reagire: puoi sempre rifiutare ciò
che una forza negativa vorrebbe importi, portandoti al suo livello. Agisci così dinanzi alle offese,
alle sciagure, a ogni evento contrario.
Comincia da ciò che fa chi ha trovata la via della saggezza:
1) osserva le cose e i fatti della vita con occhio sereno;
2) guarda sempre alla parte buona che ogni cosa ha in sé;
3) abbi sempre pronto un repertorio di pensieri sereni ai quali fissare la tua mente.
C'è anche chi ricorre efficacemente a un libro di poesie, o di barzellette, di aneddoti piacevoli, alla
lettura di qualche autore preferito, all'ascolto di buona musica.
Chi può, viaggi, cambi ambiente, si rinnovi nell'aspetto cambiando vestito, esca per una passeggiata
all'aperto o meglio in campagna, vada al cinema, a far un giro in un grande mercato, ricorra a svaghi
che rompano comunque la tensione.
Allora, come dopo aver preso una medicina efficace, l'umore nero svanisce e ci si sente veramente
sollevati.
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Se fosse marmellata...
Un minuscolo cerino può far esplodere un grosso deposito di carburante, ma se il deposito, anziché
esplosivo contenesse marmellata, non avverrebbe nessuno scoppio.
Il deterioramento dei nervi è uno stato di pericolosi imprevisti. Chi è stanco, preoccupato, esaurito,
porta dentro di sé una potenziale carica esplosiva di paura, di scontento, d'insoddisfazione, e vede
tutto del colore della diffidenza e della difesa personale, tanto che basta poco per irritarlo e indurlo
ad atti che stupiscono chi considera soltanto la piccola causa che ha provocato la reazione
sconsiderata.
La stanchezza e la malattia affievoliscono la resistenza agli istinti, alle passioni, ai sentimenti
negativi, al lavoro mentale. L'irritabilità dà preoccupazioni, per esaurimento, per debolezza, legate a
malattie fisiche, a insonnia ecc.
Come si scarica l'elettricità interna
Vi sono alcuni che dopo essere stati in certi ambienti, o anche durante giornate nuvolose, si sentono
particolarmente aggravati da tensione. E' una carica elettrica che si può notare anche dall'esterno:
occhio corrucciato, tendenza a tenere i pugni chiusi, silenzio, braccia serrate.
L'uomo agisce come un vero e proprio circuito elettrico che, se resta chiuso, tende a
sovraccaricarsi. Non tenere i pugni serrati, ma apri le mani come se dalle dita debba uscire qualcosa
da cui liberarti. Anche la parola può servire a scaricare. Il parlare, allora, fa bene. Non restare in
silenzio, ma parla, parla. Ogni cosa che esce da te servirà a scaricarti, senza eccedere, senza arrivare
a quello che consiglia qualcuno, e cioè battere i pugni sul tavolo, rompere piatti, bicchieri e
bottiglie, picchiare tavole. Certi eccessi sono ridicoli!
Scarica l'elettricità interna in eccesso, ma sempre con moderazione, in maniera che l'equilibrio sia
sempre la regola.
Il filtro della tensione
L'atteggiamento positivo di fede, di amore, e di fiducia in sé, sono il vero filtro attraverso il quale
passa la negatività, man mano che si forma e viene trasformata, impedendo ogni ritensione
pericolosa. Quando invece si fosse già formato nell'interno un accumulo di tensione, è necessario
eliminarla, lasciando che le cose vadano per il loro verso, affrontandole solo nel momento che si
presentano, non prima.
Anche l'acqua può aiutare
In molte circostanze, per scaricarsi, basta ricorrere semplicemente all'acqua con abluzioni alle mani,
oppure ricorrere ad un bel bagno per alleggerire la tensione nervosa accumulata durante il giorno.
Quando non si ha l'acqua a disposizione può bastare il toccare un metallo, tenere le mani poggiate
ad un muro, mettersi seduto per terra, avere insomma contatto con qualcosa che stabilisca una via
d'uscita.
Prendi coscienza della tua tensione
La tensione che cova dentro di noi, e quella dei muscoli che ne è la manifestazione esterna, tende a
divenire inconscia, per cui i muscoli rimangono contratti, senza che ce ne accorgiamo.
Molti hanno l'aspetto preoccupato e non ne sono consapevoli. Se ne accorgono gli altri, ma
l'interessato l'ignora perché non si vede. Devi imparare ad avvertire la tensione inconscia, a
percepirla. Affiorerà così ciò che è dentro. Ecco un buon esercizio per questo:
Invia con la volontà il massimo potenziale di energia ai singoli muscoli, energia tesa al più alto
grado. Comincia con i muscoli del volto, delle gambe, delle braccia, dell'addome. Poi rilasciati.
Ripeti l'esercizio, contraendo le mascelle con la massima forza. Poi fa lo stesso con i muscoli degli
occhi e della fronte. Nota la sensazione che provi con i muscoli tesi al massimo, e cerca di percepire
in modo cosciente questa tensione. Poi, rilasciati tutto. Arriverai così a percepire la tensione che era
in te, e che ignoravi del tutto. Potrai percepire anche la tua tensione psichica e mentale.
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Impara a rilassarti
Rilassamento significa abbandono della tensione, ritiro dell'energia che tiene tesi, scarico della forza
trattenuta. Il rilassamento deve essere non solo fisico, ma anche psichico – mentale, perché la
tensione più nociva è quella psichica dalla quale dipende anche quella dei nervi e dei muscoli.
I fisiologi hanno dimostrato che una delle ragioni per cui certe persone sono irritabili, sospettose, è
che vivono con volto chiuso, rigido, i muscoli tirati, le mascelle contratte. Questo li fa tenere
sempre sulla difensiva armata, sobbalzando ad ogni rumore, ombrosi e permalosi alla minima
contrarietà e offesa. Se i muscoli fossero rilasciati e in pace, anche i nervi sarebbero in pace.
Ciò che fa bene all'anima, fa bene anche al corpo. Per questo l'atteggiamento d'amore verso tutto e
tutti ha il più grande effetto terapeutico, perché aperto, distensivo, riposante; l'opposto di quello di
sospetto, di diffidenza e di timore che è chiuso, teso e carico di espressione negativa, pericolosa
anche per il corpo.
L'azione benefica della gioia sul corpo fisico
Come primo esercizio per ristabilire armonia nel tuo corpo fisico, abbandona il volto cupo del
preoccupato. Prova a sorridere, anche se non ti va. Può avvenire che la distensione dall'esterno
penetri dentro. Ricorda:
“Questo mondo è come uno specchio: se sorridi, ti sorride; se lo guardi arcigno e diffidente, con lo
stesso viso arcigno e diffidente guarderà te.”
Con la gioia le arterie si dilatano; l'apparato circolatorio che condiziona l'arco di vita dell'individuo,
avrà grande giovamento. La ricetta della bontà e della gioia porta la serenità del vivere e la
comprensione per gli altri; è anche la migliore cura per la longevità perché tutto ciò che aiuta
direttamente o indirettamente l'apparato cardiovascolare fa guadagnare anni di vita.
Questo è ormai affermato scientificamente, e ripetuto da tutti i medici.
Ridi e sarai sano
Il sorriso è simbolo di rilassamento. Per questo si deve prendere l'abitudine al sorriso. Non prendere
troppo sul serio le cose che non hanno importanza, fino ad arrivare alla saggezza di ridere di te
stesso.
“La contentezza è un potente tonico della mente. Tra l'anima e il corpo esiste uno stretto rapporto;
se l'anima è ottimista, il corpo è in buona salute. E' per questa ragione che i medici, quando seguono
una malattia, prescrivono di ridere tre volte al giorno.” (Swami Sivananda Saravasti)
Cerca dentro di te
Ogni problema si risolve nell'interno dell'uomo. Quando avrai compresa questa grande verità, sarà
una svolta importante per la tua vita, e tale che la tua esistenza cambierà completamente.
Esamina te stesso: vedi quali siano i mali che subisci e quelli temuti. Devi scoprirne le cause. Se
puoi eliminarli, cerca di provvedervi. Sei tu che devi farlo, non altri.
Tu diverrai un (a) uomo (donna) sereno (a)
La tua massima cura deve essere per il tuo interno, quello che finora, forse, hai trascurato.
Abbi fiducia in te stesso. Ogni guarigione dipende dalle forze che sono dentro di noi. Come hanno
prodotto il male così possono guarirlo. Si tratta di chiamare a raccolta, e di farle agire, le potenti
forza positive che cacceranno le altre.
Hai una potenza dentro di te che finora hai adoperato a tuo danno senza saperlo. Ora vedrai come
puoi utilizzarla per il tuo bene. Allora diverrai un (a) uomo (donna) sereno (a).
Ama la calma
Per la tua pace interiore ti gioverà riflettere che la maggior parte delle cose per cui l'uomo si affanna
non hanno nessuna importanza. La calma interiore vale più dell'agitarsi.
Non prendere mai nessuna decisione sotto la spinta immediata di una emozione violenta. Sappi
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aspettare, almeno il giorno dopo, facendo trascorrere una notte d'intervallo.
Ciò servirà ad attenuare l'emozione per impadronirtene, e per conquistare il controllo su di essa.
Il segreto per governare te stesso sta nell'ascoltare la voce interiore: là è la legge, là la guida
migliore della tua vita, la più sicura che ti dirà ciò che devi fare e ti condurrà con certezza dove devi
giungere. La fretta è nemica del bene. La calma è il segno della sicurezza.
Cinque cose da ricordare
1) Scopri le cause delle tue inquietudini. Cerca di portarle alla luce. Studia i tuoi timori, i tuoi
desideri: esàminati con calma, nel profondo. Fa penetrare il sole dove è l'ombra.
2) Scrivi su di un foglio di carta ciò che ti turba, i tuoi problemi. Elenca le cose che formano i
tuoi assilli. Fa salire sul piano della coscienza ciò che giace in fondo, nascosto in te, e che tu
hai tendenza a ricacciare dentro. Rileggi almeno una volta la settimana ciò che hai scritto.
Dopo qualche tempo, vedrai che comincerai a depennare qualche cosa, poi, man mano,
progressivamente, non ne rimarrà niente.
3) I quattro quinti dei nostri mali sono causati da noi stessi. Siamo noi, quindi, che dobbiamo
provvedere a eliminarli. Dobbiamo coscientemente liberarci da ciò che rende penosa la
nostra vita.
4) Le facoltà di cui l'uomo (donna) è dotato sono strumenti sufficienti per far affrontare e
superare gli avvenimenti per realizzare quello che deve. Chi saprà esercitarle, potrà trarre da
esse tutto ciò che possono rendere.
5) La sostanza di ogni problema umano è nell'uomo (donna) stesso: se è forte lui, le cose tutte
gli sembreranno deboli. Al contrario, se lui è debole, tutto gli sarà aspro e difficile.
Il problema è uno solo: rafforzare se stesso, sviluppando e potenziando le proprie facoltà. Allora,
come per incanto, tu sentirai che divengono leggere le cose che prima ti erano sembrate pesanti.
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B) ALLE SORGENTI DELLA NATURA
Il progresso ha ridotto gli uomini di oggi in agglomerati di milioni di abitanti nelle città dove
vivono una vita artificiale, staccati dalla terra e incasellati come oggetti.
Abbiamo tradita la natura. Alterate le condizioni ambientali, l'odierna società si va trasformando
sempre più in una Babele frenetica, dove tutto si agita nella disarmonia. Tutto è diventato artificiale
e sofisticato: perfino l'aria, l'acqua, il fuoco.
Si devono eliminare i veleni
L'aria delle città, dei luoghi dove sono officine, stabilimenti, impianti industriali, è divenuta un
pericolo permanente per la salute. Con essa respiriamo l'80% delle malattie.
Poiché la salute del corpo e quella dell'anima sono strettamente legati, il disagio fisico si ripercuote
su quello della psiche. Il corpo è intossicato da alimenti sofisticati, avvelenato dall'alcol e dal
tabacco. Il cervello, ritenuto il solo strumento di conquista, è oscurato dall'orgoglio e dalla
presunzione. Il prezzo morale di queste droghe è troppo elevato rispetto all'illusorio godimento che
arrecano, perché un uomo (donna) sensato possa continuare a farsene schiavo.
Per ristabilire il nostro equilibrio
Per la propria rigenerazione l'uomo (donna) ha a portata di mano una fonte inesauribile: la natura.
Da essa può attingere la vita, può ritrovarla, quando, per essersene allontanato, è colpito da malattie
e da squilibri. E' la Grande Madre che nutre e dà vita, che purifica e rinnova.
Abbiamo messo migliaia di anni per uscire dalle foreste, ora sentiamo un vivo bisogno di ritornarvi,
se non proprio come un tempo, almeno per riassaporare quello che nessuna civilizzazione ci ha
dato, e che solo la natura ci può dare.
Una salutare rigenerazione alle fonti della vita
La natura ha un'azione benefica e ristoratrice sullo spirito umano, nella psiche e sul corpo. Noi
amiamo i luoghi tranquilli, i silenzi della natura, non solo perché lì più facilmente parla la voce
dello spirito, lontano dalle grida dissonanti della società degli uomini, ma anche per la capacità di
rinnovare energie e suscitarne delle nuove. Il benefico effetto ristoratore, stimolante a vibrazioni più
armoniche, ci fa meglio sentire la parte essenziale di noi.
Può anche aiutare il contatto fisico con l'erba, con le acque, la vicinanza degli alberi. Camminando
sui prati, per i boschi, in riva al mare, si scarica tutta la tensione innaturale accumulata.
Sciogli al contatto della terra ogni carica tossica, nervosa, malsana, nel fisico e nella psiche, che ti
ha portato squilibrio, dissolvi la vita artificiale, ritrova il vero equilibrio della natura. Respirare a
pieni polmoni in aperta campagna, fra i monti e i boschi, lungo un ruscello, nella quiete serena dei
campi, è ritrovare la purezza dimenticata.
Semplicità di vita
I bimbi trovano il tutto nelle cose da nulla, gli adulti, sofisticati, al contrario, non sanno trovare
niente neppure nelle cose importanti. Chi riuscisse a liberarsi dalle complicazioni della vita, dagli
inutili carichi, dalle ipocrisie, dalle false convenienze, avrebbe già eliminato gran numero delle
preoccupazioni che appesantiscono l'esistenza umana.
Tenersi all'essenziale, per la propria condizione, è la ricetta per eliminare automaticamente
un'infinità di fastidi e noie. Si deve riflettere a ciò che è importante: sono ben poche le cose per le
quali vale la pena di darsi pensiero.
Accontentarsi di ciò che serve, del necessario, è la formula per ritrovare se stessi.
La semplicità di vita è fonte di esistenza serena; la preoccupazione non toglie mai al domani i suoi
dolori, ma unicamente priva l'oggi della sua forza.
Ama ciò che è naturale. Attieniti alle cose semplici, e la tua vita sarà immensamente semplificata:
eviterai l'enorme dispendio di energie che la complicazione e l'artificio richiedono.
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L'arte del riposare
Perché lo stato fisico non divenga causa di preoccupazione, occorre concedere al corpo,
periodicamente, il riposo necessario a recuperare le energie disperse.
Chi non osserva il riposo giornaliero, secondo il ritmo che la natura richiede, danneggia se stesso,
perché gli viene a mancare la ripresa delle energie che gli sono necessarie.
Riposa naturalmente chi non prende il gioco della vita troppo sul serio. Per questo vi sono esempi di
uomini giunti a tarda età, occupati nel lavoro dell'intelligenza, ma senza il logorio della
preoccupazione.
Il sonno ristoratore
L'uomo dorme meno degli animali perché l'uomo ha problemi che gli animali non hanno, e ciò che
disturba e rompe il sonno sono i pensieri. Il fattore psicologico ha una importanza incalcolabile nel
sonno. Qualsiasi preoccupazione può contribuire a rimanere svegli. Ma la prima preoccupazione da
evitare è proprio quella di non poter dormire.
Il riposo può avvenire anche senza il sonno, purché si resti sdraiati e si ottenga una certa distensione
fisica e mentale. Chi non dorme, ma riposa, ristora egualmente le forze, perché il riposo è valido
quasi quanto il sonno. Giacere perfettamente tranquilli procura un riposo di poco inferiore al sonno,
dicono i medici. L'importante è riposare, e soprattutto non preoccuparsi se il sonno non viene.
Questa preoccupazione è peggiore dell'insonnia stessa e non fa che allontanarlo di più.
Il sonno va sempre preceduto da rilassamento: è la preparazione che giova in tutte le cose. Certo,
non sono tali le letture di argomenti truci o di affari, spettacoli televisivi che turbano, il pensiero di
cose che generano ansietà o eccitazione. L'esercizio di sgombrare la mente prima del sonno è la
migliore preparazione.
Frequenta persone riposanti
Conoscerai certamente persone riposanti, dalla cui conversazione si ritorna ristorati, arricchiti di
energie nuove. Ebbene, ricerca la compagnia di queste. Tu hai bisogno di rinnovamento, perciò
fuggi i temperamenti nervosi, assorbenti, caotici, pessimisti, quelli che ti debilitano, sottraendoti
dell'energia. Ricerca le persone calme, buone, serene, che hanno una particolare radiazione di
tranquillità.
Le persone quiete e riposanti agiranno su di te beneficamente, senza che esse perdano nulla,
irradieranno su di te pace e tranquillità. Sentirai la bellezza dell'armonia esterna che emana da
quelle che hanno l'armonia anche nel loro interno, perché hanno quietato se stesse.
I colori che calmano
Il colore del luogo di lavoro, della stanza in cui vivi, delle cose intorno, delle pareti, del vestito,
della cravatta, daranno un certo tono al tuo umore.
Vi sono colori che deprimono come il nero; che esaltano, come il bianco; che eccitano, come il
rosso; che calmano, come il rosa o il turchese.
I due colori più diffusi nella natura, il verde e l'azzurro, i colori della campagna, del mare e del
cielo, sono colori riposanti che infondono serena tranquillità.
Il colore è una vibrazione, e come tale non è destinata a rimanere in se stessa, ma a comunicarsi
intorno, e, per legge di simpatia, a far vibrare anche chi viene in relazione con esso.
La luce soffusa favorisce l'attività interiore, mentre la forte illuminazione irrita, eccita e porta
l'uomo verso l'esterno.
Aborrire dai colori chiassosi, dalle tinte forti e stravaganti, è trovare riposo.
Negli ambienti dove vi fosse totale assenza di luce naturale, converranno le tonalità avorio, mentre
dove è preferibile un ambiente caldo, è conveniente il colore corallo.
La musica è il miglior tranquillante
La musica possiede la facoltà di distoglierci dai nostri pensieri assillanti e di allontanare la nostra
mente dai crucci della vita di ogni giorno.
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La musica che guarisce
La musica ha grande potere sull'animo: potere di esaltare e di deprimere, di eccitare e di quietare,
d'inasprire e di consolare; essa dà pace e guerra, gioia e dolore.
Conserva una raccolta di belle musiche e di canti, che servono a riportare su il tuo animo nei
momenti di pesantezza; vi ricorrerai per gustare godimenti che altri non possono dare. Con la
musica gli antichi guarivano i mali dello spirito, e anche quelli del corpo ad essi legati. La
vibrazione armonica riporta l'equilibrio agli atomi fisici e psichici, e ristabilisce la salute. Si deve
usare il potere che ha la musica per ridare calma all'animo, per elevare dove è quiete e dove non
giungono i rumori degli uomini.
E' bello riposare con una musica distensiva che fa salire nelle sfere dove tutto è armonia. Chi sa
valersene ha il mezzo per regalare a se stesso i più bei momenti di serenità: Beethoven, Bach,
Schubert, Vivaldi, ecc. …
I rumori che fanno ammalare
La causa di molte malattie, nell'età del meccanicismo, è dovuta ai rumori, da cui ormai nessuno può
salvarsi, neppure nei luoghi più remoti. Non sono soltanto i rumori delle macchine e delle auto, i
sibili delle sirene, dei reattori. Sono certamente più malefiche certe vibrazioni violente che
penetrano come cunei e tentano di dissociare le facoltà umane.
In questa epoca di caos è frequente imbattersi in chi contrabbandi per musiche ammassi di stridori
disgustosi. Oggi gli uomini sembrano colpiti dalla follia dei frastuoni, dal fracasso scomposto, dallo
strepitio accompagnati da urla selvagge, da scatti frenetici, in una cacofonia aritmica propria dei
selvaggi della foresta.
Un'alluvione di canzoni e musiche negro-americane, la più scadente produzione per gente di colore,
ricalcate sui ritmi sincopati del jazz o del rock, canzoni biascicate in inglese con voci da drogati
balbuzienti, dall'azione diseducativa, vengono propinate a giovani immaturi, vero veleno psichico
dai peggiori effetti.
Per le anime più sensibili, che hanno in sé musica e armonia, è uno sconquasso e un vero tormento,
una tortura che produce effetti dannosi anche nel fisico.
Per questo, chi cerca la serenità fugge questi schiamazzi come i peggiori nemici dell'armonia
interiore che va coltivata con ogni cura.
La musica della natura
La migliore musica è quella della natura, che si ascolta in campagna, per i monti, nei boschi, nella
distensione campestre, quella che si gode sotto un albero, e che rapisce. E' fatta di mille piccole
cose: il ronzio di un'ape, il volo di un uccello, lo stormire delle foglie, il rumore delle acque.
Ma è nella notte, che la natura sembra parlare di più all'animo con la sua voce misteriosa, resa
fascinosa dal silenzio stellare e dalle cose cui qualche rumore lontano, un suono, una voce,
l'abbaiare di un cane, sembrano dar rilievo maggiore.
Rifugiati nei silenzi della natura
Certo, non si può andare quando si vuole sui picchi delle Alpi a contemplare, incantati, i dirupi e le
valli, tra i silenzi delle abetaie, delle Dolomiti, a respirare l'aria purissima e a bearsi in quei luoghi
fra l'immensa pace montana; né si può restare troppo a lungo a guardare, estasiato, i voli di uccelli,
isolati o a stormi, quasi fuori dal mondo. E neppure ci si può ristorare quando si vuole dinanzi alle
belle cascate d'acqua spumeggianti o in riva ai laghi alpini, limpidi, dalle trasparenze purissime.
Ma sono viaggi che la fantasia consente quando vogliamo, senza spesa e senza disagi. La
meravigliosa facoltà di rappresentarci le cose, rivivendole con l'immaginazione, ci dà la possibilità
di godere quello che, nel momento, non sempre ci è consentito.
Vi è chi per riposarsi passa ore a sfogliare libri dove sono raffigurate le altitudini dei monti, e si
aiuta così nei viaggi della fantasia. E' un piacere a molti ignoto, mentre per altri è un vero ristoro
quotidiano dopo il quale si ritorna veramente freschi e riposati.
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La distensione interiore
Riposo non è il non far niente, ma è cambiare occupazione, nel senso latino dell'otium. Riposo è
occupazione nuova, gioiosa, varia. Così è riposo cambiare ambiente, persone, lavoro. Deve riposare
quella parte che nei giorni comuni si affatica e si logora. La distensione vera, quella che vale, è la
distensione interiore, dell'animo. Senza questa, l'altra, quella dei muscoli, non vale nulla.
E' così bello un volto tranquillo da cui traspare serenità interiore, che guarda tutto con amore e con
simpatia, avvolgendo con lo sguardo uomini e cose, in una emanazione di bene e di pace.
Tornerà a te ciò che parte da te, ma con forza raddoppiata, quella che gli altri ti rimanderanno per
gratitudine.
A differenza del rilassamento dei muscoli e dei nervi, la distensione interiore avviene soltanto
elevandosi. Il pensiero deve lasciare le cose basse, tristi, penose e portarsi alle mille cose belle che
allietano la vita più vasta.
Il segreto della serenità
Non dobbiamo lasciare che il nostro animo sia abbandonato a se stesso, all'umore che gli deriva da
una cattiva digestione, da una giornata nuvolosa o da un incontro spiacevole. Lo stato del nostro
animo deve poter galleggiare su tutte queste miserie senza risentirne turbamento. Siamo noi che
dobbiamo pilotare il nostro animo, non farci influenzare troppo dalle cose.
Il miglior modo per ritrovare il buon umore, se abbiamo perso la nostra allegria naturale, è di
mostrarci allegri, di agire e di esprimerci come se lo fossimo. Per sentirci coraggiosi,
comportiamoci come se fossimo coraggiosi, ricorriamo a tutta la nostra volontà, e il coraggio
prenderà il posto della paura.
Proprio nel momento in cui saresti portato a chiuderti in te stesso, in modo arcigno, sdegnosamente,
prova a sorridere. Chissà che il sorriso esterno non si comunichi all'interno e faccia allontanare
quelle nuvole nere che minacciavano pioggia, fulmini e lampi.
La luce del sorriso
Quando il sorriso è l'espressione trasparente di un animo sereno, allora è la gioia vera della vita, il
canto dell'anima che diffonde ed innalza l'armonia di una coscienza pura. La luce di un sorriso dà al
volto una bellezza che nessun ornamento può eguagliare.
Il sorriso che illumina è il sole che splende sulla tua vita. Accogli ogni mattina con un sorriso, e la
tua giornata avrà una luce nuova. Il mattino è la giovinezza della giornata e deve essere illuminato
da un sorriso. Ma non devi assumere la maschera del sorriso fisso, freddo, di cui devi diffidare.
Il potere comunicativo del sorriso
Per legge di simpatia, sorriso richiama altro sorriso. Avviene come nel cielo quando d'un tratto
risplende il sole, spazzando via le nubi. Sorridi sempre quando puoi, sorridi agli uomini e agli
avvenimenti, sorridi alle cose e alle circostanze. Vedrai allora, una felice corrispondenza in tutto ciò
che viene verso di te.
Il volto della preoccupazione, che rovina la gioia di vivere, deve sparire.
Deve essere sostituito da quello del sorriso che attrae a sé, e richiama le forze serene di luce che
portano la pienezza della vita gioiosa.
Coltiva la gioia
L'uomo che progredisce deve abituarsi a vivere con gioia, a coltivare la gioia.
La gioia non ha niente a che fare con l'allegria, manifestazione più esteriore che sentimento interno.
La gioia è armonia dello spirito; l'allegria, invece, è espressione materiale. Ma... ognuno suona lo
strumento che ha.
Non dimenticare
1)La natura ha i suoi ritmi alterni. La natura non ha fretta, mentre l'uomo vuol fare tutto presto. Chi
sapesse aspettare il bene, e non i mali, avrebbe con sé una delle chiavi della vita.
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2)L'uomo è uno spirito che opera attraverso un corpo. La salute sta nell'equilibrio e nell'armonia fra
le due parti.
3)Molte malattie vengono più per mancanza di riposo e per aver contrariato i ritmi della natura che
per altra ragione.
4)Il modo più semplice e pratico di riposarsi consiste nel far profonde respirazioni con qualche
secondo d'intervallo fra l'inspirazione e l'espirazione; di frequente rilassa i muscoli in qualunque
posizione ti trovi.
5)La quiete delle cose spinge ad interiorizzarsi: è la ripresa di contatto col nostro vero Io interiore.
Allora avverrà il più efficace ricaricamento di energie che attingono alla loro vera naturale sorgente.
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C)UN IDEALE PER TE
Il vuoto provocato nell'animo per mancanza di ideali è sempre riempito da qualche cosa. Purtroppo
non si tratta mai delle cose migliori. Sono spesso pensieri oscuri, fantasmi di mali che occupano la
mente, idee nere che tormentano. Ma spesso vi è pure indolenza e inerzia. Lo vediamo nell'abulia di
molti giovani che non si sa che cosa vogliono, che si trascinano come nati-stanchi proprio perché
senza mèta, né programma.
Chi è diretto verso una mèta cammina con passo risoluto, mentre chi non sa dove andare si trascina.
L'ideale trasmuta la sofferenza
Perfino nelle peggiori condizioni di privazione, l'amore di un grande ideale può rendere l'uomo
felice. La felicità, cioè la pienezza di vita, è pienezza interiore. Quando l'anima è ricca, è adempiuta
la condizione della felicità. La carica interna trasforma in gioia tutte le contrarietà e le disavventure
umane.
Chiedete a un uomo (donna) quali sono i suoi ideali: lo conoscerete meglio di tante artificiose
indagini psicologiche fatte a base di inutili tests.
I prodigi di un ideale
L'ideale è la sintesi migliore e più alta della vita di ciascuno, che annulla e assorbe i timori, i guai,
che rendono l'esistenza faticosa.
Ogni ideale forma un nucleo intorno al quale ruotano i pensieri dell'uomo e i suoi sentimenti.
Questa forza in movimento stimola, a sua volta, l'Io e la volontà ad uno sforzo morale per
raggiungere i propri fini. Per questo è capace di operare prodigi.
Il lavoro scaccia la preoccupazione
Non è il lavoro che uccide gli uomini, ma la preoccupazione. Il lavoro è salutare: difficilmente si
aggrava un uomo al di là delle sue forze. La preoccupazione è la ruggine sulla lama. Chi vuol
sottrarsi alla presa di un qualche pensiero fisso che tormenta, ha bisogno di tenersi fortemente
occupato in una attività intensa.
“Il migliore antidoto della preoccupazione è il lavoro”
Il lavoro come gioia
Tutti devono lavorare e occuparsi per vivere, ma non è detto che si debba vivere agitati nell'inferno
dell'ansia. Il lavoro deve essere gioia non affanno.
Il lavoro fisico non logora, è il pensiero fisso che consuma. L'ozio stanca ed è fonte di mali.
L'attività, soprattutto quella creativa, ricrea e rinnova l'uomo.
Le occupazioni e il lavoro sono cose necessarie e positive: sono la vita stessa. Impegnarsi in
un'attività, proporsi un ideale, equivale a occuparsi, per uno scopo.
Le aspirazioni sbagliate
Chi si batte per un'idea e ad essa dedica la propria esistenza fino a sacrificarvi ogni altra cosa, si
colloca su di un piano più alto di chi vive solo per interessi.
Ma bisogna guardarsi dal darsi delle mète sbagliate. L'uomo pone spesso, come suoi problemi
essenziali, la conquista delle cose illusorie e per esse soffre e si affanna. E si corre, si corre, senza
chiedersi se la grande fatica valga il piccolo scopo. Agitati di fuori e di dentro, stanchi e affannati, a
sera, si riposa delusi per ricominciare il giorno dopo.
La vita odierna è caratterizzata dalla concezione utilitaristica ed edonistica dell'esistenza. La ricerca
del godimento e del denaro sembra aver ossessionata la maggioranza degli uomini. E questo porta
ad agitarsi per procurarselo.
Fintanto che l'uomo crede che tutto consista nella ricchezza, nella fama e nel godimento, e aspira
con tutte le sue forze alla conquista di queste cose il cui raggiungimento egli chiama successo, la
sua vita sarà affannata e infelice.
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Il benessere non è tutto
Chi si pone come ideale il solo benessere dovrà subire molto dolore perché, anche se riesce a
raggiungerlo, dopo molta fatica, durerà poco, e, poi, vedrà crollare tutto. Infatti, è fatale che ogni
cosa, salute, beni, fortuna, vanno nel tempo man mano cambiando e poi finiscono.
Per questo, il solo benessere come ideale è cosa meschina. E sono egualmente meschine altre mète
errate come quelle di potenza, di predominio e di fama. Solo chi ha una visione miope dell'esistenza
può esserne soddisfatto. Né il denaro, né la sicurezza, né l'isolamento da potenziali minacce di mali
temuti, sono ideali degni e rifugi sicuri.
L'uomo che ha raggiunto il benessere e la sicurezza materiale non tarda a divenire il più disgraziato
degli uomini se non provvede a proporsi un ideale che convogli le sue migliori energie su di un
punto più alto.
1) DISTINGUI CIO' CHE VALE
Due amici, un giorno, passarono in rassegna le cose che non si possono acquistare col denaro.
Fecero un elenco nel quale figurava la parte migliore della vita: l'intelligenza, il coraggio, la pace, la
tranquillità interiore, tutte le capacità psichiche e spirituali, perfino la salute fisica.
Le cose sono spesso la misura dell'uomo. Se il denaro fosse sufficiente a dare la felicità varrebbe la
pena fare ogni sforzo per conquistarlo.
Disprezzare il denaro è una pretesa, amarlo troppo è un'ossessione. Se il benessere materiale
contribuisce in qualche misura ad eliminare l'infelicità, non dà, però, la felicità.
La scala dei valori
Si debbono saper discernere i valori delle cose, e imparare a distinguere quelli illusori da quelli
reali. Senza questo discernimento, e finché non si sia sviluppato, si resta spiritualmente minorenni, e
si vive come in una nebbia attaccandosi a ciò che è più vicino. Correre dietro le lucciole non è un
ideale, ma una cosa futile o, tutto al più, l'esperienza di un momento.
L'uomo animale cerca solo la soddisfazione dei propri istinti: mangiare, accoppiarsi, esistere.
Man mano che progredisce, egli sente altri bisogni e altre esigenze, oltre quelli della vita fisica.
Valori illusori e valori reali
Mettiti un momento a rifletter quali siano i valori reali della vita, e quelli apparenti e illusori.
D'improvviso ti si chiarirà la vista: vedrai per quante stupidità ti agiti, mentre, forse, trascuri quello
che è il solo importante. Ti accorgerai che solo l'ignoranza è la causa dei tanti tormenti degli
uomini.
I veri valori sono pochi. Il resto è gioco di nessuna importanza o di considerazione relativa, che un
breve giro di tempo svuoterà.
Quando capirai che non vale la pena affliggersi per cose di nessuna importanza per te, per ciò che è
illusorio e apparenza, allora, finalmente, avrai fatto il primo passo decisivo verso l'inizio di una vita
nuova.
Non date valore alle cose effimere
Chi riesce ad accontentarsi soltanto di ciò che è necessario, realizza la liberazione da mille vane
preoccupazioni. Realizza l'essenza! Se ti lasci attrarre e disperdere da ciò che è vuoto, le tue energie
si affievoliranno man mano. Concentra le tue forze su ciò che vale. Lascia cadere quello che
impedisce e disperde. Guarda alla sostanza!
Alla ricerca del bene vero
L'uomo (donna) non è sempre in grado di valutare quale sia il suo vero bene. Spesso è portato a
scegliere secondo criteri diversi da quello giusto.
Noi commettiamo errore nella valutazione del nostro vero bene quando desideriamo ci avvenga solo
ciò che ci è gradito. Così l'uomo è spinto a desiderare per sé soltanto ciò che piace, senza rendersi
conto se questo sia il suo vero bene, e neppure se può nuocere ad altri.
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Non sempre è male ciò che è sgradito
né sempre è bene ciò che è piacevole
L'uomo (donna) chiama bello ciò che gli fa piacere, disgrazia ciò che gli reca dolore. Anche per il
tempo meteorologico fa la stessa valutazione: il cielo col sole è ritenuto bello; con la pioggia,
cattivo. E' un apprezzamento sbagliato e soggettivo che non ha rispondenza nella realtà. Infatti, se le
piante potessero parlare, non direbbero che è brutto il tempo quando piove.
Accettare quello che capita, sia piacevole o sgradito, è sempre la migliore filosofia.
La prima lezione dell'arte di vivere:
non guardare le cose soltanto dall'aspetto gradito o spiacevole.
L'uomo attaccato ai godimenti e alle cose gradite, riesce difficilmente a persuadersi che ciò che non
gli fa piacere possa, invece, giovargli. Giudicare di un fatto soltanto dal lato piacevole o sgradito, è
un apprezzamento puramente sensoriale, non certo intelligente, e tanto meno giusto.
Il solo metro valido è quello del bene: se i fatti, le cose o le persone producono il bene, allora
soltanto sono sicuramente buoni.
2) LO SCOPO DELLA VITA
Perché si vive? A che serve tutto il travaglio dell'esistenza?
Se ti chiedessero all'improvviso che cosa ti fa vivere, qual'è lo scopo della tua esistenza, che cosa
stimola il tuo agire, quale legame ti tiene attaccato alla vita ecc. … come risponderesti?
Hai già un tuo ideale o trascorri i giorni uno dopo l'altro senza essere cosciente del perché vivi e
agisci?
Rispondi a queste domande:
-Chi sono?
-Da dove vengo?
-Cosa voglio?
-Cosa sto facendo?
-Dove sto andando?
Rifletti sulle tue risposte e vedi se stai andando nella direzione giusta, che tu vuoi. Se no... devi
cambiare...
Scegli il tuo ideale
Può essere tuo ideale un'attività industriale, politica, sociale, organizzativa, educativa, una
professione libera o anche un impiego, tutto, qualunque cosa, purché non vi cerchi soltanto il gretto
interesse personale, ma, soprattutto, il bene degli altri e della società. E' questa la condizione che lo
rende degno del sacrificio che tu vi dedichi.
Dove si trova la felicità
Confucio ha detto: “Colui che desidera assicurare il bene di altri, si è già assicurato il proprio”.
Una delle cose più belle della vita è che nessuno può cercare sinceramente di aiutare un'altra
persona senza aiutare se stesso. Quando abbiamo fatto del bene, ci accorgiamo che anche noi ci
sentiamo bene: è come un calore che torna a riscaldarci, è un'energia che viene a darci più forza.
Questo è il segreto per essere felice: irradiare pensieri di amore, di armonia, di bene e di
comprensione verso tutte le persone, gli ambienti e i problemi che sono intorno. Irradiare verso tutti,
vicini e lontani, ogni giorno, ogni ora, ogni momento!
Vivere sempre da giovani nella purezza degli ideali
L'illusione di restar giovani tingendosi i capelli o spianando le rughe è cosa puerile, e da sciocchi.
Vivere da giovani è vivere nella purezza degli ideali, nella visione di una vita, conquistata con le
energie sempre rinnovantesi, in un lavoro pieno di gioia, e con animo pieno di amore, che va oltre la
piccola vicenda umana.
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D)CONOSCI TE STESSO E TROVERAI LA PACE
La vita dell'uomo è un'avventura alla ricerca di se stesso.
Il nostro interno è complesso: vi sono zone chiare e illuminate, ed altre oscure e nascoste; abbiamo
energie sconosciute, possibilità da sviluppare, forze inutilizzate cui potremmo dare un giusto
impiego.
Noi non siamo il nostro corpo
Noi lavoriamo attraverso il corpo: per questo esso ha grande importanza. Ma noi non siamo il
nostro corpo. Noi siamo il potere interiore che lo fa agire. Per questo possiamo dominarlo.
Il corpo è soltanto lo strumento col quale ci manifestiamo, è il mezzo che adoperiamo.
Noi non siamo neppure la nostra psiche
Noi non siamo la nostra psiche, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, la nostra ragione o i nostri
pensieri.
Verso la realtà
Noi siamo una parte, sia pur infinitamente piccola, dell'Universo infinito.
E' questa la scoperta e la conquista più vera, la premessa e l'auto realizzazione, la conoscenza
integrale di noi stessi, non limitata alla psiche, ma portata ai livelli più alti.
1) CERCA DENTRO DI TE
Quando siamo angustiati da noie e tormenti è chiaro che qualcosa non funziona dentro. Diciamo
dentro, non fuori, perché le cose possono anche andare a modo loro, fuori, ma non produrranno
nessun effetto dentro di noi, se non in rapporto alla nostra reazione ad esse. In questo sta il
problema: come noi reagiamo alle cose.
La persona saggia resta calma e serena dinanzi ai fatti spiacevoli e agli stimoli contrari proprio
perché ha già eliminato dall'interno la negatività, che non c'è più.
Per guarire bisogna agire sulle cause vere interiori, ed eliminarle allo stato potenziale, di modo che
qualunque sia il mondo esterno, niente varrà a suscitarle.
Impara ad osservarti
L'autoanalisi va riferita all'io personale che comprende il mondo della personalità così detta
cosciente e anche a quella inconscia.
Sono le nostre qualità, i difetti, le tendenze, il carattere. Fanno parte di questo gli istinti, le
emozioni, i pensieri, la ragione, la volontà; che ricevono gli impulsi dalle zone inferiori del
subcosciente e da quelle del Supercosciente.
Essere osservatori di se stessi, sereni, impersonali, non è cosa facile. Ma senza un minimo di questa
conoscenza che ci permetta un lavoro di formazione, la nostra vita resterà abbandonata a se stessa
come cosa senza importanza.
Per un'opera costruttiva dovremo arrivare a saperne a sufficienza di noi in modo da dare mano a
eliminare ciò che è negativo, a colmare ciò che manca e sviluppare quello che merita di essere
potenziato.
a)IL TEMPERAMENTO
E' il primo condizionamento della nostra esistenza perché è lo stampo che si riceve nascendo.
Nel temperamento affiorano tutte le energie dinamiche dell'inconscio, e in esso si trova l'origine
prima di tutti gli stati del nostro animo.
Conosciti ed accettati
Per fare l'avvocato, l'uomo politico, l'organizzatore e simili non sarà necessario lo stesso
temperamento che per il notaio, l'uomo contemplativo, il medico o il ragioniere.
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Allo stesso modo che non s'impiega una grossa scure per fare un delicato intarsio.
Si deve conoscere il proprio temperamento per capire il compito della propria esistenza e l'attività
più congeniale.
Se conoscendoti, riconosci che non sei come vorresti, accettati come sei, senza drammatizzare, ma
cerca di migliorare.
Ama il tuo temperamento. Ama perfino quelli che ritieni tuoi difetti, amali come piccoli fratelli che
hanno bisogno di amore per perfezionarsi.
b) LE VIE DELL'AUTOCONOSCENZA
Prendiamo contatto con noi stessi e cominciamo a studiarci.
Per capire qualcosa di noi, è necessario osservare il modo di reagire ai fatti e alle cose. Soltanto così
ci possiamo rendere conto delle nostre tendenze e degli interessi prevalenti.
Si potrà vedere dapprima dei due movimenti psichici dell'estroversione e dell'introversione che si
alternano nella nostra psiche, quale sia quello prevalente.
Dovremmo scoprire qual è in noi il lato prevalente: se quello istintivo, l'emotivo o il mentale.
Durante il giorno diremo, talvolta, a noi stessi: alt! Per osservarci, per un controllo senza preavviso.
Forse scopriremo quello che di noi non conosciamo.
Se osserviamo noi stessi con la stessa attenzione con cui ci occupiamo degli altri, forse riusciremmo
a conoscerci meglio.
Le azioni e i fatti rivisti dopo che li abbiamo vissuti, le parole pronunciate e i pensieri che sono
passati nella nostra mente, appariranno nella loro realtà, senza veli interessati.
I moventi nascosti delle nostre azioni dovranno essere scovati con franchezza e messi in luce. Sarà
molto utile prendere appunti delle nostre constatazioni.
Nei labirinti della mente istintiva
La mente istintiva ha una carica potente, ma non ha consistenza in se stessa, è forza bruta, non ha
capacità di giudizio perché non discerne; subisce gli impulsi, esegue gli ordini, si muove facilmente
nella direzione in cui viene spinta: ed è proprio in questo la sua pericolosità, perché è credula e,
lasciata a se stessa o mossa da forza negative, può produrre immensi danni.
Di qui la necessità di far luce sul contenuto ignoto di quel ricettacolo, esplorarlo per conoscere che
cosa serbi. A un attento osservatore non tarderà a rivelarsi se vi sono in esso zavorre di idee
negative, residui d'ambienti, di persone, discorsi, letture, di fatti, pensieri, di sentimenti, di
impressioni che abbiano tracciato un solco nefasto, e inciso nel profondo.
In questo registratore occulto, tutto è conservato dalla natura inferiore e umana che l'uomo ha in sé.
Si tratta di conoscerlo per fare pulizia di ogni negatività, sgombrare ogni contenuto poiché è là che
si annida il nemico della nostra pace, i pensieri, i sentimenti che, poi, riaffiorando, sfociano in
azioni negative.
La nostra mente cosciente
Per guarire dai conflitti interiori bisogna scovare il male all'origine, tirarlo fuori da dove nasce,
affrontarlo dove vive e trova alimento.
La nostra mente cosciente può influenzare la mente istintiva, quella che viene chiamata
subcosciente. Questa influenza è ciò che si chiama suggestione, ed è una forza potente che si può
applicare tanto in senso favorevole che contrario.
Per ottenere risultati positivi si deve affermare con profonda fede un pensiero, un'idea. Avverrà che
il subcosciente s'incaricherà di dargli corpo e forma. Se lo carichi d'impressioni di bene, di riuscita,
avrai risultati straordinari. Ma è necessario che prima abbandoni letture, amici, ambienti, impregnati
di negatività, carichi di concezioni materiali che ti comunicano idee e pensieri nocivi,
sterili cerebralismi incapaci di elevare l'uomo dallo stato di animalità, aggravata dall'uso distorto
della ragione.
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E) LIBERTA' DA OGNI TIMORE
La paura è un sentimento istintivo della nostra parte animale che va superato. Per l'animale, il
timore può essere un mezzo utile che spesso lo aiuta per la sua conservazione. L'uomo, però, è su un
piano diverso.
Ma è bene ricordare che tutte le paure, spesso, non hanno nessun fondamento oggettivo. Sono
soltanto un turbamento della psiche.
Il primo nemico della pace interiore
Non saremo mai liberi, se non conquistiamo la libertà da ogni paura. Si tratta di sostituire un
sentimento negativo con un altro positivo, più potente e più alto, salendo un più elevato livello di
vita: dal piano animale a quello dell'uomo. E' l'unico modo per dominarlo, svuotandolo di tutta la
sua forza, per annientarlo, poi.
L'uomo è sempre preoccupato di difendere quello che ha: i beni, la reputazione, la salute, e, spesso,
intendendolo a suo modo, l'onore, il nome e così via. Per tutto questo teme, e si preoccupa.
Devi acquistare sicurezza
L'uomo afferma di non aver paura quando fida nella sua forza fisica, nella potenza di cui sente di
disporre. E si ritiene forte.
Chi è saggio, non teme nessuno perché conosce leggi ad altri ignote, leggi giuste che sono al di
sopra della piccola testa dell'uomo materiale e scettico.
Il debole, che ignora queste leggi, e ritiene sia in potere di altri fargli del male e sopraffarlo, a loro
arbitrio, teme.
Affronta le singole paure che affiorano alla tua coscienza.
Scova quelle che covano in fondo al tuo subcosciente. Se vai incontro ad esse si ritireranno. Se
fuggi, ti rincorreranno. Affrontale senza esitare. Solo allora spariranno come l'ombra dinanzi alla
luce.
La via per la liberazione
Libertà per lo stolto, è fare ciò che vuole; libertà per il saggio è liberazione dalla schiavitù degli
istinti e dalle passioni.
Chi assoggetta gli altri e le cose, ritiene di essere il dominatore, mentre non sa che proprio allora,
più che mai, le sue relazioni con ciò che domina sono soltanto relazioni di forza, cioè di paura, la
più dura schiavitù dell'uomo.
Chi domina gli altri non ha realizzata la libertà dalla paura. C'è una sola via per questo: l'amore.
Sostituire la paura con l'amore: ecco la suprema realizzazione dell'uomo (donna) per la sua felicità.
L'educazione al coraggio
Il male enorme che oggi fanno tanti genitori, di togliere tutte le difficoltà ai loro figlioli, credendo di
far loro del bene, sarà duramente pagato dai figlioli stessi quando saranno grandi.
Allora essi, quando si accorgeranno che la vita è una vetta da conquistare con la fatica, crederanno
che tutti siano loro nemici, imprecheranno contro tutti, saranno dei frustrati.
L'uomo deve essere educato a non temere: a saper affrontare con energia le situazioni che si
presentano. E' necessario soprattutto imparare a sopportare le contraddizioni, le cose spiacevoli, le
avversità, tutto ciò che non è gradito.
Coraggio è affrontare con calma ciò che può capitare di non gradito; è lo stato d'animo permanente
di prontezza nel far fronte alle situazioni spiacevoli.
Anche le operazioni chirurgiche non sono gradite, ma talvolta sono necessarie.
Che cos'è il coraggio
Coraggio, quindi, non sono le bravate e neppure il “fegato”, la prodezza, né la temerità di chi osa, o
l'intrepidezza del prode e valoroso. L'accezione vera di coraggio, più che ardimento e audacia, è
l'atteggiamento di colui che si fa animo dinanzi alle contrarietà della vita, senza preoccuparsi.Pag17
Serenità è fortezza d'animo
Certe professioni sono meno adatte a temperamenti troppo emotivi e sensibili. La scelta della
professione ha molta importanza per la serenità della vita.
Ma poiché la sostanza di ogni problema è nell'uomo, la soluzione è soltanto nel rafforzamento del
suo interno, in modo che ogni turbamento proveniente dall'esterno trovi la salda roccia nella
fortezza del suo animo.
La forza morale
Vi sono momenti supremi nella vita in cui vince soltanto chi è allenato a una grande fortezza
morale. Le quotidiane vicende servono a prepararci a quei momenti. Si deve detestare la paura
come la peggiore condizione d'animo col quale si possa affrontare una realtà, che, invece, richiede
doppia forza proprio perché ingrata. Si deve essere addestrati a fronteggiare qualunque cosa con
energia e prontezza, misurandola alla forza dell'avversità, ed essere, anzi, di un punto più forte della
minaccia, per dominarla e vincerla.
Qualunque sia il problema particolare di ciascuno, piccolo o grande, ciò che vale è la forza d'animo
con la quale si affronta.
E' la fortezza d'animo che conta, la potenza delle proprie energie che vale. E poi non si deve
dimenticare l'altra funzione che hanno le avversità e i guai: stimolare i pigri, raffrenare chi ha
energie esuberanti, affinare gli uni e gli altri.
L'educazione alla fortezza
Una delle quattro fondamentali virtus di cui parla Platone è la fortezza. Le altre tre sono: prudenza,
giustizia, temperanza.
L'educazione alla fortezza è essenziale. Chi manca di questa educazione, manca di un appoggio
basilare nella vita.
Vi sono momenti della vita nei quali sembra che tutto voglia crollare intorno a noi. Niente è
favorevole, le cose sembrano andare tutte a rovescio, nessuna iniziativa riesce, anzi le avversità si
succedono l'una dopo l'altra; si è colpiti nei sentimenti e negli interessi, bloccando la nostra strada
come massi caduti non si sa dove. Non più volti amici, ogni cosa è contraria, nessuna porta si apre:
tutti i semafori segnano rosso.
Avvertiamo allora, in maniera drammatica, la solitudine più squallida, perché gli uomini e le cose
sembrano diventati nemici
L'uomo che non ha imparato a vincere queste difficoltà e i momenti di tensione, sarà travolto. Dovrà
pure imparare a piegarsi come l'albero sotto la raffica del vento, e poi a raddrizzarsi, quando la
bufera è passata. Così si eserciterà a conservarsi internamente sereno, in modo da non perdere la
calma nel turbine delle avversità.
Combatti serenamente la tua battaglia
Non indietreggiare mai dinanzi a una prova. Il fuggire sarebbe dover affrontare di nuovo, un'altra
volta, la stessa esperienza.
Si deve amare la pace, ma non ritrarsi in un angolo quando si deve fare la propria parte. Mentre
combatti serenamente la battaglia per il tuo ideale, in qualunque campo, su qualsiasi fronte, cerca di
rimanere sereno.
Serenità è assenza di inquietudine e di turbamento. Mantenersi tranquilli nella battaglia, è il
requisito sicuro per vincere.
L'autorità interna liberatrice da ogni timore
Alla coscienza non si può mentire, e di fronte ad essa non ci si può nascondere: è un'autorità che
esige verità e lealtà.
I rimorsi, le inquietudini e le preoccupazioni non potranno mai essere eliminati se non si eliminano
le cause. Chi pretende la serenità, vivendo una vita disonesta, pretende cosa impossibile.
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Per affermare la tua libertà
Difendi sempre il tuo diritto ad avere una personale opinione.
Diffida di coloro che sotto qualunque pretesto volessero importi la loro.
Afferma sempre coraggiosamente il tuo pensiero, ma confrontalo con quello degli altri. Cerca di
vederne la differenza e abbraccia quello che ritieni migliore.
Non ritenere che un'idea sia vera perché è maggiore il numero di coloro che l'affermano. Non è il
numero che fa la verità.
La paura di sbagliare
Non c'è uomo infallibile sulla terra. Nessuno è immune da errori perché la vita è un travaglio alla
ricerca della verità.
Molti considerano errore l'agire degli altri quando questo non si accorda con le proprie idee. Essi si
erigono a legge per tutti, mentre non sanno che ciascuno risponde secondo ciò che vede da solo, non
come vede il vicino.
Chi ha compreso questo, non teme di sbagliare, anche se ciò non si accorda con gli altri. Egli segue
il proprio lume che è il migliore, ed agisce con la maggior sicurezza, nella libertà personale cui ha
assoluto diritto.
La paura di morire
Che cosa diverremo dopo morti è un pensiero che assilla molti.
La vita dell'uomo è sospesa a un filo. Basta un attimo, un piccolo grumo di sangue, un embolo, un
nonnulla, a troncarlo. Così è pure della vita della Terra, del sistema solare, della nostra galassia e di
quelle infinite che roteano nello spazio in un equilibrio stupendo, in una armonia retta da una mano
invisibile con Leggi, non fatte, certo, dagli uomini.
Non temere la morte. Bisogna coscientemente superare questo che è il massimo timore dell'uomo.
Per non temere la morte
L'uomo muore come ha vissuto. La morte non è una disgrazia per chi ha vissuto facendo del bene.
E' anzi il coronamento di un'opera per un'ascesa più alta.
E' necessario realizzare la continuità della vita per non temere la morte. Chi lo ha fatto, considera la
sua parte superiore non soggetta alla morte; la fine del corpo non cosa tragica, né drammatica. Anzi,
per alcuni, diviene un'aspettativa, talvolta perfino gioiosa.
Soltanto chi non ha più paura di morire, non ha più paura di nulla. Allora solo si comincia a vivere
nella libertà, a vivere pienamente, in ogni vicenda lieta o penosa, per gli ideali del bene.
Il timore della povertà
Il necessario per vivere è ciò che conta: il necessario, secondo la propria condizione e il proprio
compito nella vita. Le ambizioni del vano, il desiderio dell'inutile, la libidine della ricchezza non
fanno parte del bagaglio di chi nel mare della vita, vuol restare sereno.
Guarire con l'amore
Una delle vie segrete per la propria evoluzione e la conquista della felicità è quella di dare agli altri
ciò che si vuole conquistare per sé: dando si riceve. Così dando amore si riceve amore; dando gioia
si riceve gioia; facendo felici altri, si riceve felicità per se stessi. La serenità si conquista facendo
sereni altri.
“Se vuoi essere felice, rendi felici gli altri”.
Sette motivi per acquistare la sicurezza
1) La paura ingrandisce i mali, dà coraggio all'aggressore e potenzia la forza aggreditrice.
2) La paura attira il male come il vortice risucchia un oggetto, mentre il coraggio lo mette in
fuga.
3) Il male che altri volesse farti non dipende dalla volontà altrui. Ogni danno che ti
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colpisce realmente è la forza negativa da te partita in un tempo forse dimenticato che ora
ritorna al punto di partenza.
4) Sappi accettare quello che ti capita come la cosa più bella che ti possa capitare.
5) La paura non ha nessuna consistenza obiettiva, né corrispondenza con i fatti temuti che
spesso non si verificheranno mai, ma sono soltanto nella psiche che va curata e potenziata.
6) Nessuno potrà mai colpirti a tuo danno se non per effetto giusto di una causa da te prodotta;
e non potrà farlo che nella misura dei tuoi debiti da pagare, contratti con le tue stesse azioni
negative.
7) Noi non siamo mai soli. Siamo difesi e protetti dalle nostre azioni e da chi presiede a questa
Suprema Legge. C'è un Disegno superiore entro il quale si muove l'agire degli uomini e
delle cose. Ogni azione al di là è impossibile.
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F) LA MANUTENZIONE DI SE'
E' inutile lamentare i guasti quando non si sia provveduto alla manutenzione.
Gli istinti superiori, i sentimenti, sono forze preziose che vanno indirizzate, guidate, sorvegliate. La
volontà, la ragione devono essere mantenute in allenamento.
Non restare numero nel gregge, ma divieni qualità
La vita può dirsi nostra soltanto quando è architettata da noi, quando ogni legge, ogni giudizio è
fatto nostro perché accettato dopo il vaglio, e, entrato nell'apertura della coscienza e da essa
approvato, è ritenuto vero e giusto.
Allora diventa per noi la vera legge. Ogni altra regola è soltanto artificiale perché esterna; se
imposta, è destinata a rallentare l'uomo nel cammino verso la verità, poiché non v'è progresso vero
se non in questa libertà di coscienza.
Per uscire dal numero e divenire qualità si deve diventare padroni di se stessi. Chi dovrà comandare
in noi non dovranno essere più gli istinti o le emozioni, ma soltanto la nostra intelligenza.
Finché l'uomo non avrà imparato a disciplinare se stesso, non potrà mai uscire dalla massa e dal
gregge.
Prendi tu la guida
Per evitare tante angustie interiori dobbiamo imparare a ben regolare le manifestazioni della nostra
vita.
Potremmo risparmiarci gran parte delle sofferenze se imparassimo a farlo. Eppure l'uomo (donna)
aspira alla serenità, ma non sa imboccare la via giusta per conquistarla.
Sei tu che devi guidare i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e le tue azioni: solo se senti questo bisogno,
realizzi la grande libertà da innumerevoli paure.
Non lasciarti governare dalle cose esterne: non essere né schiavo né servo. L'uomo libero decide da
solo del proprio destino.
Chi crede di poter eliminare le inquietudini e acquistare serenità senza rinunciare a nulla,
continuando a vivere come prima, sbaglierebbe di grosso. Sarà sempre un tormentato, e vivrà fra
continue ansie.
Le difficoltà e i ritmi della vita moderna sono barriere che non tutti riescono a superare. Per farlo,
sono utili due cose: 1) più ordine nella tua vita; 2) controlla il tuo mondo interiore.
A questo scopo, impara, anzitutto a osservarti. Se saprai raggiungere la strada indicata dalla tua
volontà, ti sarà più facile.
1.PIU' ORDINE NELLA TUA VITA
Quelli che disperdono le proprie energie in troppe cose inutili, si occupano di mille faccende che
non servono, non realizzano ciò che è importante nella vita. Fanno tutto, si dedicano a tutto, ma non
trovano il tempo per le cose essenziali, e se ne lamentano. Anziché seguire la propria strada, su di
una direzione precisa, vagano in tutti i campi.
Sii spettatore di te stesso
Saper osservare se stesso mentre si agisce, è un buon raggiungimento sulla via della padronanza di
sé; è elemento essenziale per elevarsi sul piano della serenità.
Comincia con un piccolo giro di vite
Stabilisci in concreto il tuo programma, così: 1) fissa bene il punto e i limiti di ciò che vuoi
raggiungere; 2) questo devi, non desiderare, ma fortemente volere con tutte le tue energie.
L'intelligenza ti mostrerà dove puoi arrivare. Lì tendi con ogni tua forza. Desiderare non è volere.
Lascia gli sterili desideri a coloro che vogliono auto tormentarsi o ingannare se stessi. Abbandona i
sogni vani che occupano inutilmente le ore che potresti dedicare a cose più importanti.
La volontà è potenza conosciuta soltanto da chi ha capacità di arrivare.
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Diminuisci le tue occupazioni, semplificando il tuo lavoro
Tutti sanno che la confusione è tra le cause principali di tensione. Per questo è necessario
organizzare il proprio lavoro facendo per prime le cose più importanti, una cosa per volta, evitando
la fretta.
La saggezza della vita sta nel sopprimere ciò che non è essenziale. Chi non saprà fare questo, vivrà
sommerso nel disordine e nella confusione, senza sapere mai da dove cominciare, oppresso dalle
innumerevoli cure che ogni giornata della vita umana presenta e aggrava sempre di più.
Non ti occupare di tutto, ma solamente di ciò che scegli di più importante, selezionando tra
l'immensa congerie di cose che assalgono ogni giorno.
Comincia ad operare una drastica discriminazione fra tutte le cose che ti incalzano e ti pressano.
Discerni bene: persone, impegni, appuntamenti, affari, letture, corrispondenza, ecc...
Elimina inesorabilmente i perditempo, le cose inutili, ingombranti, non necessarie.
Ordine interno e ordine esterno
Chi vive disordinatamente, chi è incapace di un piano, deve subire poi la scossa del travaglio che ne
deriva, anche se all'esterno ostenta spensieratezza.
Se l'ordine, invece, è stato prima stabilito all'interno, nei pensieri, nei desideri, la vita esterna si
svilupperà secondo la misura e il ritmo del motore interiore.
Le preoccupazioni che dipendono dalla vita disordinata non si possono curare che eliminando il
male nella sua causa, cioè mettendo ordine nella propria vita.
2. CONTROLLA IL TUO MONDO INTERIORE
Gli elementi che costituiscono la nostra psiche, gli istinti, le emozioni e i pensieri, sono elementi
attivi e dinamici in continuo movimento e vibrazione. Hanno una loro forza vitale e propulsiva che
produce effetti concreti, come cosa reale e viva, qual è. Finché noi li ignoriamo, ed essi agiscono,
avremo in casa degli sconosciuti che producono solo danni.
E' gravemente erronea la teoria e la pratica di dare libero sfogo agli istinti, alle emozioni, senza
regola né remora, abbandonando se stesso a un'aberrante licenza. Chi non possiede ancora capacità
proprie di azione, di controllo e di regolazione, non avendo nella sua costituzione stabilità, è
destinato a molte sofferenze.
a) IL CONTROLLO DELLE EMOZIONI
Quando si è in preda a una forte emozione, non è possibile troncarla immediatamente. Si deve
lasciare il tempo che si calmi da sola, come le onde di una tempesta. Ci vuole, ma poi passa.
L'importante, nel momento, è non alimentarla, ma distogliere il più possibile la mente con altri
pensieri.
La sosta di un attimo, durante il quale si rimane come in attesa, è di enorme utilità.
Non reagire mai immediatamente. Un attimo di attesa può avere un valore incalcolabile. Durante
quell'istante può avvenire il lampo d'intuizione che salva da errori dalle gravi conseguenze. Anche
la ragione può subentrare e far comprendere.
Basta un attimo, spesso, per evitare all'uomo danni irreparabili.
Impara a sdrammatizzare, sempre
Ottimo esercizio è analizzare, dividere ogni emozione negativa che giunge a noi, scomponendola
nelle sue parti, prima che ci induca ad agire. Le cose che turbano, non sono mai come si vedono.
Dinanzi al novantanove per cento dei fatti che tentano di assalire per muovere all'inquietudine,
all'ira, alla paura, all'esaltazione, si può dire tranquillamente: “Non è importante, non ne vale la
pena”. Li avrai sgonfiati di tutta l'aria che vi soffiano dentro gli emotivi, e li fanno apparire enormi.
L'emozione muove la volontà
Abbiamo bisogno di acquistare il controllo delle nostre emozioni. Ciò non vuol dire che dobbiamo
divenire insensibili, ma soltanto che non dobbiamo farci governare da esse.
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Odio, amore, collera, timore, gelosia, ambizione, coraggio, desiderio di vivere, di possedere ecc.: la
natura emozionale dell'uomo (donna) è fatta di queste componenti. Dinanzi ad un pericolo, una
minaccia, un'attrattiva, a cosa ripugnante, a un tradimento ecc., nell'interno dell'uomo (donna) si
muove qualcosa, si agita, in tumulto.
Questi, a loro volta, mettono in moto la volontà, che talvolta scatta immediatamente, prima che la
ragione subentri a considerare, a pensare, a giudicare.
Come amministrare le proprie emozioni
E' necessario dominare l'emozione proprio per non lasciarsi trasportare da essa in manifestazioni
esteriori inconsulte o in una agitazione interna nociva.
Diminuire e attenuare serve per conservare la chiarezza del pensare, e la calma del decidere. Così,
sdrammatizzare i fatti e le paure, serve allo stesso fine.
Il segreto per evitare tanti guai: non reagire subito agli stimoli
Ritardare la reazione, rilassandosi, sembra essere il segreto per evitare le conseguenze inevitabili di
una eccessiva sensibilità.
La vitalità di certi sentimenti negativi, come la paura, l'ira, la collera, è legata alla nostra reazione.
Se si rompe il legame, si estinguono. Ma, il difficile, è proprio il rompere nel momento giusto, cioè
tra l'arrivo dello stimolo sgradito e la nostra reazione. Se tra questi due momenti, s'interpone un
certo gesto magico, il rilassamento, il miracolo è fatto, il prodigio è compiuto.
Questo saper aspettare è davvero l'arte suprema per non restare vittime di stimoli pericolosi o di
sentimenti negativi.
Il consiglio di contare fino a trenta prima di rispondere a uno stimolo sgradito, si basa su questo
principio: “Dominare la reazione ritardandola”.
Quando qualcosa chiede a te una reazione immediata dì a te stesso: “Un momento, aspetta, poi
vedrò il da fare”. Ucciderai così, non dando loro vitalità, stimoli che potrebbero rovinarti se dai
loro alimento.
La capacità di restare rilassati dinanzi agli stimoli sgradevoli: ecco il primo gradino di una grande
conquista.
b) I SENTIMENTI VANNO REGOLATI
L'emotivo che è soltanto passivo non ha capacità di esprimere sentimenti e affetti né di riversare
sugli altri l'energia emotiva. Egli non dà, subisce; è soltanto movimento e reazione, non ricchezza
interiore. Per questo l'emotivo di tipo inferiore, poco evoluto, è talvolta egocentrico, incapace
d'amore e d'interesse per gli altri.
La differenza fondamentale tra l'emotivo sensitivo e il sentimentale affettivo è che il primo è
ricevente passivo, mentre il secondo è irradiante attivo.
La carica degli affettivi è vera ricchezza interiore anche di quelli meno portati a manifestarla perché
introversi.
Chi è dotato di questa carica affettiva deve guardarsi dal pericolo di divenire preda di attaccamenti
eccessivi, di affetti esclusivi e gelosi, di antipatie e odii invincibili.
Anche l'affetto può talvolta offuscare la mente, mentre spesso è in contrasto con essa.
L'aspetto positivo e radiante della vita emotiva
Al contrario delle emozioni, che sono l'aspetto negativo e passivo, gli affetti sono stati d'animo,
sentimenti positivi e radianti, stati emotivi prolungati che nascono nell'interno e si proiettano
all'esterno.
La realtà di una legge universale, quella di attrazione e repulsione, si manifesta con i due affetti
fondamentali: amore e odio.
Sono affetti di amore-attrazione: la bontà, il rispetto, come anche la cordialità, la venerazione, la
stima; ciò che avvicina come l'amicizia, la fraternità, la simpatia; tutto quello che unisce: la fedeltà,
la comprensione, la benevolenza; ciò che serve a costruire: la solidarietà, la partecipazione, Pag.23
l'associazione; che serve ad elevare come la devozione, la pietà, la generosità d'animo, il senso di
protezione, la tenerezza, la compassione, il tatto ecc. … sono tutti affetti positivi che portano l'uomo
(donna) a un livello più alto.
Al polo opposto, vi è ciò che respinge, come l'inimicizia, la discordia, l'antagonismo, l'invidia; che
allontana come l'avversione, la gelosia, la ribellione; che divide come il disprezzo, l'antipatia,
l'astio; ciò che abbassa, che costringe, che violenta, che divide. Ciò che esprime orgoglio e
separazione; l'arroganza, l'ironia, la crudeltà, e ogni atteggiamento egoistico. Questi sono affetti di
odio-repulsione.
L'uomo (donna) sprigiona continuamente energia col pensiero, col sentimento e con la parola.
L'espressione naturale della vita è amore, pace, armonia, abbondanza.
Per raggiungere il potere dell'Intelligenza che governa la vita, l'unica via è l'autocontrollo.
I sentimenti negativi lasciati a se stessi, portano l'uomo alla rovina per la grande carica di forza che
posseggono.
Controllandoli, si agisce alla sorgente, si opera all'origine, prima che divengano azioni. In caso
contrario si resterà in loro balìa senza guida.
Come avviene il controllo
Un buon esercizio è questo: siedi in un luogo tranquillo. Esamina la tua attività interiore. Pensa a
qualcuno che ti ha offeso e controlla i sentimenti che sorgono spontanei da te verso di lui. Passa in
rassegna momenti, fatti, persone, situazioni che ti hanno provocato agitazione; e nota come hai
reagito nei sentimenti.
Verrai a conoscere ciò che esce da te in quelle circostanze. Forse ne rimarrai meravigliato e
mortificato.
Se sarai capace di fare questo controllo durante una giornata intera, ti renderai conto del tuo stato di
salute morale, e ti accorgerai quanto lavoro ti rimane ancora da fare su te stesso.
Verranno in luce i concetti sui quali è fissata la tua attenzione e che formano l'aura che ti circonda.
Saranno, certo, pensieri e sentimenti di bene e d'amore, ma fra questi ve ne saranno di antipatia, di
rivalità, di interessi egoistici che s'intrecciano con quelli di critica, di risentimento, di condanna, o,
anche, di sospetto, d'invidia, d'intolleranza, di vanità, di timore, d'impazienza. Vi sarà poi la gamma
di sentimenti animali e sensuali, appetiti, desideri di avere, di potere, di dominare, forse anche di
ostilità ecc. ...
L'azione positiva sui sentimenti
In tutte le circostanze in cui ti verrai a trovare, imponi sempre, per prima cosa, a te stesso, la calma.
Questa consiste nella padronanza sui tuoi sentimenti, e precede quella sulle parole e sugli atti.
A questo fine, prima di accoglierli, controlla che ogni sentimento che voglia farti agire sia positivo.
Va eliminato come veleno ciò che è contro l'amore, scartato come pericoloso tutto ciò che è
negativo, rancore, animosità, irritazione, timore, moventi egoistici, critica e simili.
Al posto di questi, fa entrare come amici e accogli come portatori benèfici di bene, di salute e di
benessere, ciò che è positivo: fiducia, simpatia, cordialità, desiderio di bene per gli altri. Purifica i
sentimenti separandoli dal tuo interesse personale e materiale e da rancori.
La mente può aiutare in questo. Quando vi è armonia tra pensiero e sentimenti, tra cuore e mente,
allora realizzi la condizione ideale. Il pensiero e il sentimento sono i soli grandi poteri creativi nella
vita dell'universo.
L'autocontrollo è l'unico mezzo per dominare i propri pensieri e i propri sentimenti, qualificandoli
in bene, cioè prendendo solo la parte positiva, dirigendoli e usandoli per creare solo del bene.
c)REGOLA I TUOI DESIDERI
Tutti i sentimenti vanno controllati, padroneggiati e diretti. Tra questi, causa spesso di tanti
tormenti, sono i desideri. Chi non sa mettere coraggiosamente i confini ai propri desideri, avrà
sempre l'infelicità per compagna.
E allora, come fare? Rinunciare alle cose migliori? Annullare ogni volontà di progredire?
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Estinguere il desiderio?
A tutti questi interrogativi si può rispondere, senz'altro, no. La vita è degna di essere vissuta. Certo,
ma non con uno scopo soltanto animale, di mangiare e riprodursi. E neppure con quello solo di
godere e spassarsela. Questi meschini obiettivi saranno sempre contrastati e sorgenti di continui
dolori. Sono obiettivi sbagliati che non potranno mai eliminare le ansie, ma le accresceranno.
Bisogna governare i propri desideri, eliminando quelli dannosi ed elevando tutti gli altri verso scopi
più sereni.
Questo desiderio di vivere, allora, non genera più preoccupazioni. Soffrire per questo ideale non è
dolore; lottare non è odiare; privarsi di qualcosa e sacrificarsi, non dà sofferenza. Far del bene, è
godere; amare, è gioire. Le cose avverse, allora, rafforzano la volontà di arrivare allo scopo.
Il tormento dei desideri.
I desideri insoddisfatti sono un tormento perché sono lo stato di colui che, teso per prendere
qualcosa, per quanto si alzi sulla punta dei piedi con ogni sforzo, non arriva a toccarla. E allora,
prova in sé un insieme di sentimenti che sono di disappunto e di rancore, di ansia e di angoscia.
Non migliore è la condizione dell'uomo se, finalmente, il desiderio è stato soddisfatto. Avviene
questo: quando ha ottenuto una cosa, e la possiede, la assapora e la gusta. Ma, poi, non tarda a
sentirne l'insufficienza. Si accorge del vuoto che contiene. Eppure l'aveva tanto desiderata prima;
aveva lottato, aveva sofferto, si era battuto per ottenerla, per poi concludere: tutto qui?
La soddisfazione totale di tutti gli appetiti è la base dell'infelicità. E' la cenere di un incendio.
Infatti, dopo raggiunta la soddisfazione, ci si accorge che la cosa era nulla.
Il desiderio che cresce appena soddisfatto, viene a costituire un bisogno nuovo, un'occasione di
nuova agitazione. E l'uomo diventa schiavo della propria comodità, del benessere raggiunto. E' una
corsa senza fine: per questo le esigenze illusorie hanno fatto degli uomini di oggi dei nevrotici,
degli irrequieti, sempre tormentati e agitati, di dentro e di fuori.
Ciò che è necessario
Chi vuol conquistare libertà e serenità deve occuparsi solo di ciò che è necessario. Non si deve
perdere in creazioni di necessità limitatrici o nell'inseguimento di false felicità.
Le cose necessarie sono poche. Ma, a queste, l'uomo ne aggiunge innumerevoli altre, inutili. Si
creano bisogni fittizi, immaginari, perché l'uomo ha particolare attitudine a trasformare il semplice
in complicato. Arriva così a rendersi schiavo del superfluo al quale non sa più rinunciare.
Ogni desiderio va regolato, perché, se spinto al suo maximum e portato allo stato violento e,
cronico, diventa passione. Sotto l'imperio di essa, l'uomo non è più libero.
I desideri vanno elevati.
Non sono molti gli uomini (donne) che sanno fare a meno delle cose inutili e dannose. Eppure,
astenersi da queste dovrebbe essere del tutto naturale. Ma quando l'uomo non ha imparato il sano
impiego della ragione, ha scarso sviluppo della volontà e poco lume della mente, e si rende succube
dell'attrattiva superficiale di ciò che è illusorio. Il fumo, l'alcool, gli alimenti intossicanti, le veglie
notturne, le cento bevande sofisticate sono deleteri come ogni abuso nel soddisfacimento di bisogni
pur naturali; l'eccesso in tutti i campi, a lungo andare, produce mali che sono poi fonti di
preoccupazioni. Come si fa a lamentarsi quando non si sa provvedere a se stessi?
Devi volere, non desiderare
Desiderare e volere stanno fra loro come il sognare e l'agire. E' un sentimento, il desiderare, fine a
se stesso, senza un risultato concreto, soltanto sterile, che arriva, però, anche a danneggiare, per il
fatto che fa esaurire una forza che potrebbe ben diversamente essere utilizzata.
Il desiderio è un gradino più basso del volere. Chi è meno dotato di volontà, desidera sempre e
molto, proprio perché il desiderare è in proporzione inversa alla capacità di volere. Al contrario, il
volitivo non desidera, o meglio, non si ferma al gradino sterile del desiderio, ma agisce per
conquistare ciò che ritiene debba volere. “Ciò che desidero, lo voglio!”
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d)REGOLA I TUOI ATTACCAMENTI
L'attaccamento ai beni e alle cose produce il timore di restarne privi, e genera l'appetito di
possederne di più.
Vi sono pure attaccamenti sentimentali che legano e paralizzano. Chi ne è vittima è praticamente
impedito in ogni movimento verso altre direzioni.
Ma il legame più rischioso è quello dei vizi e delle passioni. Essi spesso riducono l'uomo a oggetto,
e gli tolgono ogni forza per reagire e liberarsi.
Noi sorridiamo quando vediamo l'attaccamento degli altri alle cose che riteniamo futili, mentre non
vediamo i nostri.
Noi siamo attaccati alle cose più di quanto sarebbe necessario. Per questo, al pensiero di dovercene
separare siamo inquieti e preoccupati.
Più si dipende da condizioni esterne per la serenità, e meno serenità si trova.
Saper godere le cose quando si hanno,
non lamentarsi quando mancano
Se dite all'uomo (donna) comune di provare a fare a meno, per un giorno, dell'auto, o del caffè, o
del giornale, o delle sigarette, o dell'alcool, certamente vi guarderà storto.
Chiederà, forse, il perché. Se rispondete che è soltanto per affermare la capacità di comandare a se
stesso, per dimostrare se è lui il padrone di sé o le cose di lui, difficilmente capirà.
Saper godere delle cose quando si hanno, è scoprire ciò che esse possono darci. E' saggezza essere
contenti di tutto ciò che nella propria vita può essere utile e necessario, e perfino di quello che tale
non sarebbe, ma che viene a noi quasi come mandato dal nostro destino. Non è facile, però, farne a
meno, restare sereni senza desiderio, né rammarico, con accettazione distaccata, senza lamentarci
quando quelle cose non le abbiamo o ci vengono a mancare.
Ricchi e poveri sono categorie morali, non economiche
Il saggio non teme di perdere niente: egli ha tutto con sé. E' la vera ricchezza che nessuno gli potrà
mai togliere.
Povero è veramente colui che fa corpo con le cose che crede di possedere, che è attaccato a quelle
che ha, siano esse stracci o preziosi gioielli, che è invidioso dei beni altrui.
Al contrario, è ricco davvero chi, pur possedendo il mondo intero, è staccato tanto dai suoi possessi,
che considera suo soltanto ciò che ha operato di bene.
Attaccarsi, ma con giudizio
Per evitare l'infelicità è necessario abbandonare le cose prima che esse stesse abbandonino noi.
La vita è un divenire, non una posizione di stasi; un viaggio, non una permanenza; un mezzo, non
un fine. Si direbbe un albergo dove si sosta da turisti, non una stabile dimora.
Per questo, ogni attaccamento eccessivo è errore e danno. Infatti il dolore del distacco è sempre
proporzionato all'aderenza, al legame che si è stabilito con uomini e cose.
Non far corpo con le cose. Sii te stesso. Eviterai molte sofferenze, molte apprensioni che gli uomini
si fabbricano da soli. Se ti attacchi troppo, avverrà che soffrirai soltanto al pensiero che possano
venirti a mancare. Il dolore, la sofferenza sono il naturale corollario dell'attaccamento.
Gli antichi hanno insegnato che il dolore è il frutto dell'ignoranza, perché solo l'ignoranza delle cose
elevate produce attaccamento a quelle effimere, e il distacco da queste, sofferenza. E' da saggi
vivere senza eccessivi legami, senza troppi interessi particolari.
Una voce lontana (Antica Grecia – Aristippo - Pensieri)
Tre cose tengono l'animo quieto e tranquillo:
1) lasciarci dietro quel che non ci appartiene;
2) non sprofondarsi nelle cose inutili;
3) non prendersi travaglio delle cose che dovranno venire, né di quelle che sono già passate.
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Il governo delle passioni
E' necessario dominare le passioni in modo da non arrivare mai agli eccessi.
Il primo punto è la libertà dalle passioni. Se queste imperversano sono cicloni che non danno pace,
turbini che prendono, nel loro vortice, l'uomo ancora incapace di sottrarsi alla loro forza.
La ragione può aiutare in questo. Anzi, essa è strumento per liberarsi dalla presa delle passioni che
rendono l'uomo schiavo. Persistendo nel buon uso e nell'esercizio della ragione, può trarre tutti gli
elementi che gli fanno comprendere come sia suo interesse non lasciarsi dominare dai bassi istinti e
rendersi libero dai moti passionali.
Il compito della ragione nel governo
degli istinti e delle emozioni
Chi sapesse fare il giusto uso della ragione nella condotta della propria vita, armonizzandola con le
altre facoltà di cui è dotato, sensibilità, intelligenza e volontà, potrebbe vivere un'esistenza
equilibrata, pur fra le tante difficoltà da superare.
La parte istintiva ed emotiva dell'uomo va controllata perché non abbia a prevalere. Questo è il
compito della ragione, strumento meraviglioso.
Una sana ragione può liberare dalle prepotenze delle basse tendenze e dominare gli istinti e le
passioni. Essa è una facoltà preziosa che va esercitata e sviluppata per renderla valido contrappeso,
insieme alla volontà, alla eccessiva emotività.
Ma, attenzione... per la sua validità ed efficacia la ragione va purificata dal dominio dell'egoismo.
Al servizio di questo, essa è inquinata, offusca la visione psichica e produce solo danno, come il
cattivo uso di uno strumento prezioso è causa di rovina e di mali.
1)
2)
3)
4)
5)
6)
CONSIGLI PRATICI PER IL GOVERNO DI SE'
Governa la tua giornata in modo che non sia tu la causa dei tuoi mali, o lo sia il meno
possibile. Non ti proporre di fare troppe cose, ma piuttosto cerca di far bene,
coscientemente, ciò che fai.
Guarda la vita con occhio sereno. Cerca la parte migliore in tutte le cose. Sdrammatizza ciò
che ti giunge come violenta emozione. Rimani te stesso; devi divenire padrone di te stesso.
Non far dipendere la tua serenità dalle cose esteriori: saresti in balìa del peggiore dei
padroni.
Rifuggi dalle emozioni violente come fossero dei veleni e dei tossici. E, infatti, tali sono
effettivamente per la psiche.
Se non limiti i tuoi desideri, i desideri limiteranno te, e ti faranno loro prigioniero, mentre tu
ridicolmente crederai di espanderti. Trasforma i desideri in volontà per realizzare il tuo
ideale.
Ama la vita per le grandi possibilità che ti offre di progredire. Ma non attaccarti troppo.
L'amore non è attaccamento, è collaborazione di bene per la persona o la cosa amata.
Lo scopo dell'evoluzione è sostanzialmente quello di trarre l'uomo dal piano animale. E'
affinamento e spesso anche lotta. Ciò che l'uomo deve combattere è proprio la sua natura
inferiore, e cioè gli istinti animali e le forze negative che lo muovono e lo agitano.
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G)LA VITA COME ESPERIENZA
Comprendere il significato dell'esistenza umana, che è un mezzo, non un fine, è la cosa più
importante ed è un primo passo indispensabile verso la serenità.
La vita, una strada difficile.
La vita è come un viaggio. Il tragitto di ogni strada varia di continuo, è diverso, e non sempre
agevole.
Per raggiungere un luogo si attraversano zone ridenti e piacevoli, ma, talvolta, anche squallide e
desolate. E' frequente il richiamo di divieto di sosta o gli avvertimenti “pericolo di frane” “strada
dissestata” “caduta di massi” “divieto di transito” ecc. …
Per la riuscita di ogni viaggio, sono circostanze determinanti le condizioni atmosferiche: il cielo
sereno o coperto, la pioggia o il gelo, il freddo o il caldo e, soprattutto, se si compia di giorno o di
notte.
Le analogie si traggono facilmente e le applicazioni personali possono essere trasparenti. Ogni
uomo (donna) è diverso dall'altro; ciascuno ha il proprio compito, e deve far bene quello che fa.
Inutile e vano, anzi dannoso, per chi è in salita, guardare e invidiare chi si trova su un bel rettifilo, in
zona ridente, con una macchina nuova e potente.
La strada varia di continuo, e nulla, come la vicenda umana, è mutevole.
Ma più importante di ogni situazione esterna, è lo stato d'animo del viaggiatore e le sue condizioni
morali. Ciò influisce su tutti i fatti: può colorarli in modo diverso e opposto, alleviarli o aggravarli,
nei riflessi che essi hanno su di lui, poiché l'elemento principale è sempre l'uomo (donna).
1.TU SAI DOVE VAI?
Elemento fondamentale di ogni viaggio è sapere dove si va. La vita non è un'avventura. Tu non puoi
vivere ignorando la tua mèta. Le strade sono tante, ma ciascuno deve conoscere la propria.
E' necessario chiarire in sé questo problema essenziale. Acquisterai, allora, grande tranquillità.
Pochi conoscono la propria strada e sanno dove vanno.
A che serve la vita?
L'esistenza umana non è solo una mèta di gioia e di felicità, né un viaggio di piacere, ma è piuttosto
la via che si deve percorrere verso una mèta lontana. Essa è esperienza, è prova, officina di
esercitazione e laboratorio di perfezionamento. Noi dobbiamo lavorare ed impegnarci al meglio.
Questo è il primo convincimento da operare in se stessi per poter capire qualche cosa di ciò che
avviene nell'esistenza umana.
C'è un motore misterioso che spinge ad andare
Chi cammina, irrobustisce le gambe; chi sta fermo, impigrisce. L'apatìa non è migliore
dell'agitazione.
La spinta che muove gli agitati ad affrettarsi viene dall'interno: il pensiero dà l'impulso, il pensiero
inquieto incalza. L'agitarsi, alla sua origine è chiamato aspirazione, bisogno, necessità. Sono
desideri di vita. Vanno da quelli ordinari del mangiare, del vestire, dell'abitare, a quelli più elevati
del mondo della coscienza.
Ogni problema, nel momento in cui si presenta, è il protagonista della nostra esistenza: la occupa
tutta, non esiste altro fuori di esso. Quelli degli altri sono ignorati.
Di qui l'incomprensione reciproca degli uomini (donne) pur affannati dalle stesse necessità.
Guarda la strada che hai dinanzi
Ognuno ha la propria strada, e il proprio ritmo di marcia. E tu segui la tua, e non guardare quella
degli altri.
Evita ogni scontro; quando non puoi, cambia strada. Dà la mano a chi è stanco. Non combattere gli
uomini, se non riesci ad amarli. Se, quando guidi, tu guardassi di qua e di là, ammirando il
paesaggio, non tarderesti a finire in una scarpata.
Cura il tuo lavoro, senza preoccuparti di quello degli altri. Ingerirsi nelle faccende altrui,
occuparsi di ciò che non riguarda, è causa sempre di guai.
Se si tratta di aiutare, invece, si deve far sempre, con amore. Ed è la cosa più bella.
Guarda dove passi. Distrarsi è pericoloso.
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Una visione più grande
La visione miope porta a vedere solo isolatamente e in senso limitato i fenomeni della vita.
Bisogna liberarsi di questo difetto della vista che è proprio di chi vede le cose dal punto di vista
materiale. Ciò porta per conseguenza una grande aridità e desolazione nell'animo, acrimonia,
pessimismo, soprattutto nei momenti cruciali dell'esistenza, quelli del dolore, delle perdite, dei lutti,
e della morte; momenti nei quali è più che mai necessario vedere chiaro, e ogni fatto nel contesto di
un più vasto panorama.
La visione materialista della vita è la causa di tante ansie e di tutti i turbamenti. Infatti è naturale che
l'uomo si tormenti, guardando i singoli fatti, isolatamente, senza legarli con altri, cui sono collegati
come effetti o come causa di altri. Visti da soli, essi appaiono senza un perché, né se ne comprende
la ragione, proprio perché non si è capaci di inquadrarli in una visione ampia. Per questo, essi,
credono al caso.
Avviene la stessa cosa a chi, non sapendo leggere, si ferma a guardare i singoli tratti e le linee che
compongono le parole, senza capirne il significato.
Si può credere o non credere nell'esistenza del Sole, ciò non gli impedirà di brillare. Il credere o il
negare non cambia nessuna realtà. L'uomo nega ciò che non comprende.
Il problema è personale. Aprirsi alla ricerca della verità, senza preclusioni, è solo questo il problema
da risolvere.
2.EVOLUZIONE: I PERCHE' DELL'ESISTENZA
Nel perenne andare delle cose, niente muore, ma tutto si trasforma.
Il mutare e la trasformazione vanno riferiti alla forma, non alla sostanza che non cambia.
E' certo molto importante, per l'indirizzo della propria vita, il credere a questo.
Però, il credere o il non credere, non dipende dalla volontà, ma piuttosto dallo stato di evoluzione
morale di ciascuno, o da particolari condizioni del momento.
Arrivato a un certo gradino, vi sono domande fondamentali alle quali nessun uomo (donna) può
sottrarsi: il destino umano nell'oltretomba, il perché della vita terrena, dell'ineguaglianza fra gli
uomini, il perché del dolore, del male, della lotta, del rimorso, del ricordo, delle speranze... Sono
problemi che ciascuno dovrà affrontare, che non può risolvere col non pensarci.
Quelli che non credono che niente muore, ma tutto si trasforma, sono quelli che hanno dimenticato
la loro origine. Essi hanno perduta la memoria e non ricordano da dove provengono.
Dimenticare è cancellare ogni ricordo del passato; per questo le situazioni nuove sono fatti
inspiegabili. Per questo si nega.
Ma dinanzi a una realtà nuova che non si sa spiegare per mancanza di ricordo, è necessario
impiegare la ragione, perché se è grave danno perdere la memoria, altrettanto grave, e peggio,
sarebbe perdere anche la ragione. Questa può aiutare per risalire la china dopo la discesa verso la
materia che ha dato l'oblio.
La ragione è un potente strumento, caratteristico dell'uomo (donna), che lo qualifica in uno stato
evolutivo avanzato rispetto agli animali. Se non si adopera, o si usa malamente, non si ottengono i
risultati che può dare, come per ogni altro strumento.
Il problema, per chi non crede, è duplice: cercare di ricordare con la meditazione e la
concentrazione, e... ragionare! Per queste vie potrà tornare la conoscenza della verità che già
possedeva.
Ma non è questione di un momento. Questo può avvenire, quando l'uomo (donna) per grado
evolutivo giunge a quel punto di maturità. Prima si dibatterà nella negazione, nel dubbio,
nell'incertezza.
Armonizzando la propria vita con le leggi che ha in sé, percorrerà la via più breve e diretta , per
giungere a quel punto felice in cui il ricordo sarà chiaro. E quello sarà il giorno più felice!. Pag.29
3.GLI STRUMENTI DEL NOSTRO CAMMINO
Gli strumenti che servono di guida all'uomo nel cammino della vita sono nell'uomo stesso. La luce
dell'intelligenza e della ragione ci fanno vedere la strada; anche l'istinto e l'intuito, ai due opposti
limiti, e a livelli diversi, possono illuminare i nostri passi.
Sentimento, intelligenza, volontà: tre grandi forze dell'uomo
E' il cuore, non la mente, il vero sole e il centro dell'uomo.
Il sentimento è una delle più grandi forze dell'uomo.
Anche col solo sentimento si possono ottenere le realizzazioni più insospettate perché le qualità del
sentimento sono molteplici e suppliscono talvolta l'azione dei sensi fisici.
Ma chi è troppo sensibile deve energicamente intervenire anche con la volontà per modificare ciò
che porta danno. Un temperamento troppo apprensivo ha bisogno di essere riequilibrato,
sviluppando facoltà e capacità umane che facciano, in certo modo, da contrappeso. Ogni squilibrio,
altrimenti, produce inevitabilmente altri squilibri.
La volontà ha una funzione importante in questo processo. Essa è una potente forza di spinta e di
freno dalle capacità insuperabili. Rafforzata con opportuni esercizi progressivi, la volontà è la
potenza che salva in molte circostanze della vita, poiché, manovrata come si deve, dà risultati sicuri.
Quando sensibilità e volontà fossero unite a un grande controllo e autogoverno, allora, si avrebbe il
vero ideale della vita.
La sensibilità, allora, è strumento prezioso di informazione; l'intelligenza di valutazione; e la
volontà di applicazione.
La volontà è una potente forza di spinta e di freno
L'uomo che non sa volere è un buono a nulla. La figura dell'abulico è tipica di colui che non ha
forza propria, ma è spinto in ogni direzione da forze estranee.
Il tuo valore si stima dalla volontà di regolare te stesso.
Per chi voglia avere lo strumento più efficiente per il governo della propria vita è indispensabile
esercitare la volontà con atti ripetuti e costanti.
Se ti eserciti a fare ogni giorno qualcosa che ti è sgradita e che costi un piccolo sacrificio, riuscirai
in breve a fortificare la tua volontà a tal punto da affrontare con facilità anche le cose che prima ti
sembravano impossibili.
4.LA MISURA DI NOI STESSI CI E' DATA
DALLE CIRCOSTANZE CONTRARIE
Sono le circostanze difficili a rivelare a noi stessi quello che veramente siamo. Queste occasioni si
presentano da sole, al tempo giusto, nel disegno della vita di ciascuno.
“Nessuno conosce veramente il proprio carattere finché non sia rimasto senza benzina, non abbia
comprato qualcosa a rate, o non abbia allevato un adolescente”.
La vita ci misura. I momenti di emergenza ci danno la dimensione delle nostre qualità e dei nostri
difetti: il coraggio, la fede, l'amore: può riemergere la bestia ancora dormiente, possiamo veder
brillare qualità che erano dentro nascoste.
Le strade difficili
Dinanzi agli ostacoli l'uomo (donna) non deve arrendersi. Deve combattere. Le difficoltà sono fatte
per essere vinte o superate.
Osserva l'acqua del ruscello quando nel suo corso viene a trovarsi dinanzi a una pietra. Se non
riesce a superarla, perché troppo grossa, gira intorno, e prosegue il suo cammino. Se il sasso sbarra
il corso, l'acqua non ha fretta: accresce pian piano il suo volume, fino a sormontare il sasso. E poi
va oltre.
Saper attendere è arte sconosciuta ai più. L'impazienza vuol eliminare subito l'impedimento, e
produce altri inconvenienti da riparare dopo. Molte difficoltà si risolvono da sole, senza che tu ci
metta le mani a imbrogliarle di più, o ti logori troppo col pensiero per sbrogliarle.
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Le avversità sono strumento di evoluzione
La vita umana si svolge tra limitazioni, scogli, intoppi, condizionamenti.
Le avversità sono strumento di evoluzione. Per questo, quando l'uomo ha risolto alcuni problemi,
altri se ne presentano man mano che egli sale i gradini dell'alta scalinata.
Mentre egli ascende questa, si risolveranno automaticamente quelli. E' puerile credere di poter
risolvere certi problemi prima di migliorare se stessi, come s'illudono di fare coloro che non
conoscono l'uomo nella sua più vasta dimensione.
Vivere equivale ad avere fastidi, speranze, timori, spesso a dover lottare, a contrastare, a fare
programmi e trar fuori dalla propria mente, pensieri, e dal proprio cuore, sentimenti. Per questo la
vita diventa, per molti, uno stato di perenne inquietudine.
Non temere le contrarietà e le opposizioni: l'aquilone ha bisogno del vento per alzarsi. E' pure il
vento che lo sostiene alto, fluttuante, nel libero cielo, controvento.
Serenità senza contrasti è solo illusione, annullata dalla minima avversità in chi non è temprato per
la lotta.
Noi maturiamo nella lotta, non nell'inerzia
Nella vita, nessuno ha tutto, e nessuno è esente da lotte; ognuno ha le proprie esperienze, quelle che
gli occorrono per la propria evoluzione. Ciascuno nasce nelle condizioni ed ha l'intelligenza per
quello che ha scelto di fare. Per questo si deve sfruttare al massimo la propria intelligenza, operando
il meglio possibile nelle condizioni in cui si trova a vivere.
Le esperienze sono tutte valide e non ve ne sono di migliori o peggiori, di alte o di basse, ma
soltanto di più o meno adatte al proprio fine evolutivo.
L'esperienza personale è la via maestra dell'apprendimento, ma ciò è vero, soprattutto, nei primi
gradini dell'evoluzione quando l'uomo ha bisogno di provare e toccare di persona, e più che dalle
parole vuol essere persuaso dai fatti.
5.LA VITA E' ESPERIENZA DA TRAMUTARE IN SAGGEZZA
E' necessario non guardare un lato solo, ma possibilmente tutti gli aspetti di ogni cosa.
Ognuno deve fare le proprie esperienze. Chi volesse sottrarsi a quelle più penose e pesanti, farebbe
male a se stesso. Non si può togliere o evitare ciò che serve al proprio o all'altrui miglioramento.
Ciò vale anche per le persone che amiamo.
“Le difficoltà sono le strutture d'acciaio che servono a formare il carattere. Le esperienze della vita
sono il collaudo delle nostre forze.
Cerca di adattarti alla strada che percorri
Una delle grandi risorse dell'uomo (donna) è la capacità di adattamento.
Adattamento è trasformazione della cosa che è diversa, ma vorrebbe rimanere ciò che è.
Questa capacità è espressione di vitalità che trova la propria via di salvezza.
Adattarsi è armonizzarsi con le cose, stabilire con esse un rapporto giusto.
Alcune malattie hanno radici profonde nei contrasti della psiche con l'ambiente.
I due mondi troppo diversi e divergenti, col contrastare generano il male.
Molti disturbi nervosi derivano dalla incapacità di adattamento. Urti, conflitti, si rinnovano ogni
giorno, in continuazione.
Nel contrasto vi è logorio di forze.
Bisogna imparare ad adattarsi alla vita, anche a quella che non abbiamo potuto scegliere.
Non potremo mai trarre buon profitto da essa se non sapremo accettarla, per trarne tutte le possibili
risorse.
Quando guidiamo l'auto ci adattiamo alla strada naturalmente.
Vediamo pure di adeguare il nostro cammino alla strada che ci è di fronte, cambiando quando serve,
senza drammi inutili, semplicemente, proprio come si fa guidando l'auto.
Se sapessimo fare questo, molti problemi si andrebbero a risolvere da soli.
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I due aspetti che hanno le cose
Ogni cosa sulla terra ha due facce, l'una di luce, l'altra di ombra. Se l'una è gradita, l'altra si
vorrebbe evitare. La parte gradita ci fa accettabile la cosa intera, e l'accoglimento di questa è il
prezzo che noi paghiamo per avere quella che desideriamo.
Ed è giusto che la paghiamo con l'accettazione della parte che non vorremmo.
Le paure, le ansie, i pericoli fanno parte del comune destino degli uomini, come le salite, le curve e
gli intralci sono parte di ogni strada. Non c'è chi ne sia esente, né possa evitarli. Chi volesse solo la
pianura non potrebbe andare lontano. La sorte di chi viaggia è pure quella di fare incontri di ogni
sorta, anche di quelli che non vorrebbe.
E purtroppo, talvolta, si hanno pure degli incidenti.
Chi cerca nella vita solo ciò che piace, è destinato alla sofferenza.
I panorami più belli non si ammirano dalle autostrade, ma piuttosto dai sentieri tortuosi di montagna
che salgono ripidi e raggiungono le vette più eccelse.
Così le salite della vita sono molto frequenti proprio perché si deve ascendere.
Progressivamente l'uomo (donna) deve staccarsi dalle cose banali, abbandonare la sua parte animale
per raggiungere il proprio punto più alto: la sua volontà e la sua coscienza che è la mèta del suo
cammino.
Ogni salita porta sempre a una vetta
“L'uomo ragionevole – ha scritto G.B. Shaw - adegua se stesso al mondo, l'uomo irragionevole
persiste nel tentare di adeguare il mondo a se stesso”.
Se tutto fosse sempre liscio e piano, che cosa sarebbe l'esistenza umana? Certo, peggiore di quella
che è ora, fra lotte, contrasti, difficoltà; uno squallore di una monotonia insopportabile. L'acqua
stagnante è sede di putredine e di vermi, ben diversa da quella che precipita chiara e cristallina, in
bianche cascatelle, o di quella che zampilla dalle sorgenti.
C'è un desiderio in fondo all'anima di ognuno: che le cose vadano secondo il proprio gradimento.
Invece di capire il perché del percorso accidentato, e cambiare la marcia, adeguandola alla strada,
noi desideriamo che cambi la strada, che si livelli dove è in salita, magicamente.
Chi intraprende un viaggio, come chi conosce le leggi della vita, deve accettare il percorso come si
presenta, con animo sereno; affronta ogni situazione come colui che sta percorrendo la sua strada;
non si agita quando il tragitto è diverso dal proprio desiderio, quasi che tutto dovesse essere sempre
gradevole.
C'è modo e modo di affrontare le difficoltà della vita. Ma, chi ha scelto di farlo con coraggio, va
avanti sereno, anche se non sempre può essere contento di quanto può capitargli.
Sa che dopo le più ripide salite si aprono sempre i panorami più incantevoli, come dopo ogni
periodo triste e doloroso, ne comincia un altro bello e piacevole, secondo la legge delle alterne
vicende che regola ogni esistenza.
E, poi, c'è da ricordare che ogni salita porta sempre a una vetta.
6.LA VETTA CUI SI DEVE MIRARE
Ne “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti” Giorgio Vasari scrive di Leonardo da
Vinci:
“Egli, con lo splendore del suo aspetto, che bellissimo era, rasserenava ogni animo mesto”.
La serenità interiore traspare dalle anime grandi. Essa ha una potente influenza su quelli che le
circondano. Avvicinando personalità eccezionali per elevatezza di spirito, è proprio questo che
colpisce: esse irradiano e diffondono al di fuori qualche cosa che attrae.
Sono queste le vette cui mirare.
Non saranno davvero modelli di vita gli uomini esagitati, travagliati dalle piccolezze umane, alle
prese con le futili vicende che passano, portati da esse come fuscelli e sbattuti qua e là come piume
in una giornata di vento.
Le influenze benefiche che irradiano le persone più progredite sono l'energia interiore propria dei
livelli più elevati. Per questo fa bene avvicinarle.
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L'esempio dei saggi
Nessuno può indicarci una strada meglio di chi vi è già passato prima di noi. Egli la conosce, può
quindi informarci su ogni dettaglio. Per questo l'insegnamento dei saggi è prezioso: essi hanno già
fatte le esperienze per le quali noi stiamo passando. Chi ne tiene conto e ne fa tesoro, risparmia a se
stesso innumerevoli dolori, sceglie il meglio, e trova la strada della serenità.
Chi vuole pace, deve quietare se stesso fra il turbinio della vita, e trarre ispirazione e stimolo dagli
insegnamenti e dagli esempi di questi grandi. Dai libri di saggezza si può trarre vero alimento per
l'anima. La lettura di essi dà forza per proseguire il cammino, dà pace nelle traversie della vita.
Alcune regole da ricordare
Come un piccolo codice del proprio cammino, ciascuno dovrebbe avere delle norme cui attenersi
nella vita. Eccone un esempio:
1)Cerca di capire il significato dell'esistenza che è solo una via, non una mèta; un mezzo, non un
fine; strumento di miglioramento attraverso l'esperienza, non fine di godimento.
Sappi, quindi, dove stai andando. Tu vivi per uno scopo. Chiedi a te stesso quale possa essere.
Scambiare il mezzo per il fine, è sempre causa di molti mali.
2)Impara ad adattare la tua vita alle condizioni che si presentano e alle circostanze. Cerca di
essere in armonia e in pace con il tuo spirito, con gli altri, con l'ambiente in cui vivi, con le cose.
3)Adopera sempre, e bene, gli strumenti che hai: istinto, ragione, sentimento, intelligenza. E,
soprattutto, l'intuito e la volontà. Più ne svilupperai l'efficienza e meglio vivrai.
4)Tira dritto per la tua strada. Non occuparti di dove vanno gli altri e che cosa fanno. Non
intervenire nelle faccende altrui. Guarda dinanzi a te, e vedrai meglio.
Se guardi indietro andrai incontro a guai sicuri.
Fermati solo se devi aiutare qualcuno. Eviterai i tanti inutili affanni di quelli che, invece di
occuparsi di se stessi, s'ingeriscono degli altri.
5)Non te la prendere troppo per le cose della vita. Non ne vale la pena. Fa' che il tuo animo resti
sempre sereno. La calma sia la tua forza.
Ogni scoglio e contrasto sia come la cote(1) che affini le tue capacità.
6)Le difficoltà fanno parte della vita dell'uomo, quali necessari ingredienti per la sua crescita.
Fuggirle vorrebbe dire farsi inseguire da esse, evitarle è cosa vana: fanno parte del disegno nella
vita di ciascuno.
Ogni porta è fatta per essere aperta. Il fine di ogni situazione difficile è quello di stimolare a trovare
dentro di sé la soluzione. Ogni problema è spinta a muovere gli ingranaggi interni, inerti o
arrugginiti.
Chi aspetta dall'esterno la soluzione dei propri problemi, non farà un passo avanti nel cammino
della propria evoluzione.
(1) cote = Pietra abrasiva durissima, usata per affilare lame
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H)LA GIOIA DEL CALMO PENSARE
1. LA POTENZA DEL PENSIERO
Pochi si rendono conto dell'enorme potere che il pensiero esercita nella vita dell'uomo. Si può
affermare con prove sicure che la nostra vita è quale la fanno i nostri pensieri: noi diveniamo quello
che pensiamo.
Diverrai quello che pensi
Il pensiero è una forza, proprio come l'elettricità e la gravitazione. L'organismo chiamato corpo è
una dinamo azionata dall'energia del pensiero.
Tu diverrai quello che pensi e come pensi. Dai tuoi pensieri dipende la tua vita. La tua mente ti può
fare allegro o triste, sano o malato, sereno o preoccupato. Da ciò l'importanza di nutrirla bene.
Il pensiero che crea
Il pensiero è una forza vivente, un'entità operante, capace di dare vita alle cose, portando sul piano
umano concreto ciò che prima era soltanto immateriale, dando loro dimensione e qualità, forma e
colore, consistenza e perfino peso. Agisce non solo sulle cose esterne, ma nel corpo dell'uomo, sui
muscoli, anche involontari, modella la fisionomia agendo come lo scalpello dello scultore.
Così sul volto si rispecchiano i pensieri, offuscando, illuminando e irradiando.
La fantasia come strumento creativo
L'immaginazione può essere la chiave per la soluzione di molti problemi.
Tutte le grandi imprese sono state compiute da coloro che avevano un'immaginazione sviluppata e
disciplinata: essi hanno visto con gli occhi della mente quello che gli altri non vedevano, e hanno
creato nuove forme.
Sono creazioni della fantasia i più grandi capolavori, non soltanto quelli di poeti e di romanzieri per
la letteratura, ma, nell'arte, quelli di pittori, scultori, architetti, musicisti ecc. e nella scienza e nella
tecnica.
I più grandi uomini hanno saputo cogliere, nel campo della fantasia creativa, i successi più felici e
sono stati capaci di intuire cose reali da mondi superiori. Alla fantasia è stato attribuito il carattere
dell'elaborazione estetica delle rappresentazioni, distinguendola in questo dall'immaginazione. Ma è
certo che, immaginazione o fantasia, essa ha un posto grandissimo nella nostra vita psichica, ed una
parte determinante nella nostra serenità d'animo. Essa lavora sempre, anche se non ne siamo
coscienti, e ci può dare la gioia o l'infelicità.
Il potere dell'immaginazione
Il potere immaginativo, stimolato e sostenuto dal sentimento, sembra avere una potenza maggiore
del pensiero logico.
Nella lotta fra immaginazione e volontà, vince sempre l'immaginazione. Ha ragione chi afferma che
l'immaginazione, e non la volontà, è la prima facoltà dell'uomo. Ma, da questo, sarebbe errore
dedurre che non si debba educare la volontà.
L'immaginazione ha una capacità enorme di spingere l'uomo all'azione. La sua potenza è tale che
quando ha operato la messa in moto, non c'è nulla che possa fermarla.
Gli effetti della suggestione e dell'auto suggestione sono dovuti proprio a questo. Perciò, chi vuol
ottenere un risultato sicuro deve persuadere altri, o persuadere se stesso. E' la via diretta e certissima
del risultato.
Il motivo è che l'immaginazione agisce sull'inconscio, mentre la volontà si riferisce solo alla parte
cosciente di noi.
L'immaginazione, muovendo l'inconscio, produce talvolta un vero scatenamento irrefrenabile.
Per riuscire vittoriosi contro un'immaginazione negativa, il metodo più efficace è quello di mettere
in moto, per scacciarla, una più potente immaginazione positiva.
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2. COME PENSANO GLI UOMINI (DONNE)
L'alimentazione mentale avviene attraverso le letture, la conversazione, l'osservazione delle cose e,
soprattutto, la meditazione. Queste sono le fonti di cui nutriamo la nostra mente. Per questo è
necessaria una selezione per le letture e le conversazioni, la qualità dell'ambiente da cui si possono
prendere pensieri salutari o nefasti.
L'incitamento all'odio di certa stampa faziosa è quanto di più nefasto possa compiersi nell'animo di
milioni di uomini. Così pure spettacoli, riviste, televisione, attraverso un'azione interessata di
propaganda di parte cercano di realizzare l'asservimento degli altri.
Sono i giornali i grandi veleni nella vita di oggi. Le deformazioni delle notizie, gli ingigantimenti
interessati delle cose futili, le prospettive di parte, le presentazioni solo di ciò che fa colpo e
sensazione, non di quello che fa bene, rende la stampa di oggi fra i maggiori mali dei tempi attuali.
Se si sapesse trovare nutrimento in letture serene, eliminando scritti negativi, altra linfa circolerebbe
nella mente.
Selezionando persone, ambienti che si frequentano, si sarebbe più sereni, sapendo quanto tutto ciò
agisce dentro di noi.
Le idee che entrano dentro di te, dispongono di te, e ti vincono. Appena entrate, operano anche
senza che tu lo avverta; agiscono trasformando, dominando, convincendo. La loro azione è tanto
attiva che noi siamo il risultato delle idee che sono entrate in noi. Questo è l'effetto prodigioso della
persuasione, della convinzione, e non c'è forza che la eguagli. E' una soggezione alla quale nessuno
può sottrarsi.
Pensare distruttivamente è la causa prima di molte condizioni penose nelle quali viene a trovarsi chi
ancora non conosce il buon uso dell'energia che dà vita a tutto. Nutrirsi di pensieri negativi è
autolesionismo. E' lo stesso che alimentarsi di veleni.
I tre quarti dei nostri malanni derivano dal pensiero malsano e disordinato.
La pazza di casa, la fantasia
La fantasia è una grande forza che, lasciata a se stessa, può condurre alla rovina, mentre,
disciplinata e sapientemente utilizzata, porta risultati vantaggiosi. Come per ogni strumento, l'effetto
dipende dal modo come viene adoperata e dall'uso che se ne fa.
La fantasia è la facoltà con la quale si possono costruire le cose più inverosimili, ingigantire le cose
piccole, invertire, trasformare le proporzioni. Può avvenire che dinanzi a fantasmi giganti, fatti da
lui stesso, l'uomo si senta minacciato, oppresso, e si veda piccino piccino. Allora è l'incubo: teme,
trema, freme, indietreggia, non sa dove rifugiarsi. Sono fantasmi, è vero, ma egli ne è vittima e si
tormenta. E' sofferenza che logora, consuma, distrugge. Sono pensieri trasformati in realtà. Non
importa che siano colossi fittizi, ombre: sono forme materializzate, risultato di una mente alterata.
L'immaginazione negativa abbandonata a se stessa.
Vi sono di quelli che sono sempre divisi: il corpo qua, la mente là. Non hanno pace: si figurano
sempre la parte brutta di ogni cosa, e le conseguenze sfavorevoli di ogni fatto. La mente si popola di
immagini di timore: il medico, l'avvocato, l'esattore, i carabinieri, il superiore. Una cambiale in
scadenza si trasforma nelle scena dell'usciere che sequestra mobili e suppellettili, e poi il disonore e
la miseria. In un piccolo malessere si vede una grande malattia, e forse... un funerale. Un
telegramma è immaginato come l'annuncio di un male. Una denuncia si trasforma in un processo
e... nel carcere.
Vivono nelle ipotesi, non nella realtà.
Perché cedere all'assalto di forze sconosciute e nocive? Perché permettere ad esse l'ingresso in casa,
quando gli effetti sono sicuramente nefasti?
La potenza di un'immaginazione malata, lasciata a se stessa nel creare o nell'ingigantire i mali o i
pericoli, è la rovina dell'uomo. I dolori provocati da essa sono assai maggiori e di più forte intensità
di quelli che, giornalmente nella vita vissuta, ci si presentano di volta in volta a provare la nostra
capacità di superamento.
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Non dare corpo alle ombre
Molti mali degli uomini (donne) esistono solo nella mente di chi se ne fa un tormento. Troppe volte
ci si affligge per cose del tutto inesistenti. Ma perché non fermarsi prima, un momento, a esaminare
se ci sia almeno un minimo di realtà in quello che vediamo nella mente, prima di abbandonarci al
timore? La vita di ogni giorno va vissuta nella sua realtà, non nelle ipotesi, nei sospetti, nei
dubbi, nelle paure.
Il governo della fantasia è parte di quel dominio di sé che ogni uomo che voglia progredire deve
proporsi di raggiungere. Né potrà conoscere la serenità chi non sa governare la propria mente. Il
primo atto di questo raggiungimento, è quello di non impressionarsi per le cose che la fantasia
presenta.
3.L'ARTE DI PENSARE BENE
La mente umana è il più perfetto apparecchio trasmittente e ricevente che esista. Pensieri
partono e pensieri arrivano: gli uni sono emessi da noi; altri, registrati in arrivo dal mondo
circostante. Quelli che partono da noi, sorgono dal nostro essere complesso, ed esprimono noi
stessi.
Il pensare è l'attività umana più alta. Per questo è necessario applicarla alle cose elevate, distoglierla
il più possibile da quelle banali o impiegarla alle comuni solo per quanto necessario.
Cura il tuo modo di pensare e di sentire
Avrai compiuto un buon passo avanti nella via dell'evoluzione se ti persuaderai profondamente che
nella vita dell'uomo (donna) tutto è sottomesso all'influenza del suo pensiero.
Chi è persuaso di questo, ha risolto gran parte dei problemi della sua vita se pone ogni cura a
controllare e dominare questo punto di sé da cui scaturisce il resto della sua esistenza.
Le forze istintive ed emotive che sopraffanno spesso l'uomo comune e determinano la sua esistenza,
si esprimono nelle parole e nelle azioni quale fase finale. Ma prima di sfociare per queste vie, esse
passano per i pensieri e i sentimenti. Se fossero arrestate in tempo in questi punti, non potrebbero
manifestarsi in modo negativo, ma, subendo allora una trasformazione, sarebbero rese incapaci di
produrre quei danni che d'ordinario producono in coloro che lasciano libero corso alla loro
manifestazione.
Attenzione! Impara bene soltanto chi riesce a superare la noia dell'esercitarsi e del ripetere
l'esercizio fino alla possibile perfezione...
La disciplina della mente
Se hai il dominio sui tuoi pensieri, sei veramente tu il padrone. Ma se non eserciti questa
padronanza, allora sei il servitore e la vittima della mente, e ne subirai le perniciose conseguenze.
Una mente inquieta, che ha innumerevoli e mutevoli varietà di espressioni, ha necessità di essere
occupata su argomenti sereni. Bisognerebbe averne sempre pronti, a disposizione: piacevoli,
interessanti, utili, costruttivi.
Il pensiero guidato è fonte di gioia
“La mente falsamente diretta può far male più di un nemico o di un avversario.
La mente, rettamente diretta, può far bene più della madre o del padre.”
La direzione che diamo ai nostri pensieri dipende da noi. Dobbiamo guidarli, non essere portati da
loro. Vi è un'arte di pensare che si deve imparare per non essere vittime di se stessi e delle cose. E'
necessario curare al massimo questa che è certamente la più importante perché e la sorgente stessa
della vita.
L'arte del pensare bene consiste:
1) nel purificare la mente dai pensieri negativi;
2) nel controllare il meccanismo del pensiero;
3) nel curare lo sviluppo della propria capacità di pensiero attraverso la meditazione e la
concentrazione.
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1. PURIFICARE LA MENTE DAI PENSIERI NEGATIVI
Liberarsi dai pensieri negativi è la condizione necessaria alla buona salute dello spirito, allo stesso
modo che disintossicarsi è indispensabile per la salute del corpo.
a) Sgombra la mente, prendi nota
E' necessario pulire la mente, portarvi aria serena e gioiosa, indispensabile per una vita di lavoro.
Per sgombrare la mente dai tanti piccoli e grandi pensieri che preoccupano è buona norma annotarli
in un taccuino. Trasferirli dalla mente sulla carta è una maniera cortese di cacciarli via. Là, se ne
staranno per conto loro, poi, ad uno ad uno li affronteremo. Poi, li cacceremo anche da lì.
C'è chi la sera prima di coricarsi scrive su di un foglio di carta tutte le cose che farà il giorno dopo.
Liberato così dai pensieri fastidiosi che affida alla carta, si addormenta in pace.
L'indomani ha il vantaggio non solo di ritrovare in bell'ordine le cose da ricordare, ma, eliminando
ogni confusione dalla propria mente, la conserva sempre libera e sgombra.
Ciò è utile per chiunque lavori in qualsiasi attività.
b) Trasforma in positivi tutti i tuoi pensieri
Ogni tanto, per un giorno intero prova a esercitarti al controllo dei pensieri in modo che l'attenzione
sia rivolta unicamente alle cose positive. Nessuna intromissione di pensieri negativi, neppure in
minima parte.
Dal mattino, col primo pensiero, mira a ciò che è luce solare, ottimismo, bontà, energia salutare,
bene, vita, sorriso, floridezza, pensieri gioiosi e costruttivi.
Se ti capita di fare lo spiacevole incontro di persone malate di criticismo, per le quali non va bene
nulla, cerca di evitarle; se non puoi, fa' loro intendere chiaramente che il veleno che portano non è
la tua bevanda preferita. Pensa al lato buono di ogni cosa. Indirizza i pensieri verso il bene, il piano
positivo, realizzatore, costruttivo.
(Chi indirizza i propri pensieri verso il piano negativo, non potrà che piangere se stesso per gli
effetti distruttivi che dovrà subire.)
c) Ingigantisci il bene visualizzando l'effetto positivo.
A chi crede al male e guarda al male, male gli avverrà. La mente satura di pensieri negativi attira
nuove forze negative. Credi al bene e guarda al bene.
Di fronte ad una impresa da compiere, c'è un metodo efficace: pensa di averla già portata a termine
felicemente. Vedine i buoni effetti che tu ne attendevi.
Visualizza la nuova situazione in tutta la sua bellezza, come se l'avessi già raggiunta. Dà corpo a
questa realtà, alimentala con la tua fiducia e con il tuo amore.
Quando stai per intraprendere qualcosa, devi esaminare tutto. Ma non soltanto il contro. Ti devi
figurare l'effetto positivo, il bene, il vantaggio, l'utile. Devi sviluppare la più grande fiducia
nell'effetto positivo.
2.IMPARA A CONTROLLARE IL MECCANISMO DEL PENSIERO
Non si può vivere sereni senza imparare a pensare bene, cioè a controllare il meccanismo del
pensiero. Controllo è anzitutto sorveglianza alle entrate e alle uscite fino a rendersi ben conto e a
conoscere gli ospiti che accogliamo in casa nostra. Lo stato del nostro animo, e di riflesso la salute
del corpo, dipende dai pensieri di cui nutriamo la nostra mente.
Gli uomini agiscono male e stanno male perché pensano in modo sbagliato e distorto. Imparando a
controllare il meccanismo del pensiero, si riduce ogni cosa alle naturali proporzioni senza gli
ingigantimenti dell'immaginazione mal diretta.
a) Come impedire l'entrata a pensieri distruttivi
La tua salute è nella tua mente. I tuoi pensieri potranno fare la tua felicità.
Vi sarà minore ressa di pensieri negativi che vogliono entrare nella tua mente se saprai operare un
netto taglio nel campo delle letture, scegliendo il nutrimento per la tua mente.
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Evita, a questo fine, le riviste futili e inutili, i giornali di parte, faziosi, che non ti offrono.
l'informazione ma spesso soltanto la deformazione della verità.
Altre fonti avvelenate di pensieri da evitare sono le persone e gli ambienti moralmente negativi e
malsani. Essi ne emanano naturalmente. Farai bene a starne lontano finché non ti sarai fortificato
sufficientemente.
Chiudi le porte della mente ai pensieri molesti, spiacevoli. Aprili a quelli sereni. Sono quelli che ne
richiameranno altri simili, mentre avverrà che continuando nel tuo controllo, quelli negativi
verranno sempre meno a molestare, non trovando per loro l'ambiente adatto.
b) Tenere la mente occupata deve essere un impegno costante
La mente vuota è naturalmente riempita da altro, se non provvedi tu a farlo. Non permettere mai
alla tua mente di rimuginare idee distruttive. Per questo attingi buoni pensieri alle fonti che tu sai:
letture serene, amici veri, conversazioni giovevoli, ambienti sani da cui puoi trarre alimento vitale
per il tuo ideale superiore di vita.
Tieni la mente occupata con pensieri da te eletti. Non tenerla mai vuota se non nei momenti nei
quali vuoi riposarti. Il tuo controllo però, anche allora, resti sempre, quello di guardiano silenzioso
che osserva.
Rifuggi da ciò che forma l'occupazione mentale degli sciocchi, degli abulici, e dell'infinito numero
degli stolti.
Ricorda che il pensiero forma l'uomo, ed è l'espressione dell'uomo.
c) Impara a ritirare la coscienza dalle cose
Può darsi che tu sia costretto a trovarti, talora, in ambiente negativo o debba subire situazioni
sgradevoli o anche soltanto contrastanti.
Devi imparare a non sentire nulla e a non vedere affatto, pur restando col corpo dove devi stare.
Tu puoi sottrarre te stesso alla disarmonia e al contrasto. La tua anima può allontanarsi dalle cose
negative. Ha poca importanza dove si trova il nostro corpo quando si vive concentrati nel proprio
pensiero.
d) Impara a manovrare il ricambio dei pensieri
Si dice: non pensarci.
Ma l'obiezione naturale è questa: Come si fa a non pensarci se devo risolvere la faccenda?
Certo, bisogna pensare, per risolvere ogni questione; ma pensarci con mente calma per trovare la
soluzione, non per farsi ipnotizzare, contemplando atterriti i fantasmi che si agitano nella fantasia. E
neppure si deve non pensarci per sfuggire il problema, e così ricacciarlo nel subcosciente dove
lavorerebbe, facendo un gran male.
Come spostare e sostituire i pensieri
Chiodo scaccia chiodo, si dice. Sostituire con un altro pensiero rende facile il non pensare a ciò che
tormenta. Come la corda dell'arco, la nostra mente non può stare sempre tesa e per giunta fissa sulla
stessa idea. Un ricambio di pensieri, un relax che ricrei, sono una necessità per la salute mentale.
Può servire a questo la lettura di libri divertenti, di aneddoti, di barzellette, di poesie, di avventure,
di viaggi. Leggere od occuparsi di cose piacevoli, è un buon metodo per spostare il pensiero da
argomenti sgraditi ad altri attraenti. Sono da compiangere quelli che si dilettano di letture che
portano la mente su scene di odio, di crudeltà, su problemi ripugnanti che glorificano il delitto e
dipingono avidamente situazioni negative.
I pensieri negativi vanno eliminati, sostituendoli con pensieri possibilmente opposti a quelli
eliminati.
Così a pensieri di scoraggiamento sostituire quelli di ottimismo, di serenità, di coraggio; ad altri di
paura, quelli di fiducia, di speranza, di fede; a pensieri malevoli e critici, pensieri di bontà; a quelli
di depressione, pensieri di fortezza e affermazioni di sicurezza. L'annientamento di un pensiero
negativo ti darà maggiore forza per annientare altri pensieri simili.
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3. COME SVILUPPARE LA FORZA DEL PENSIERO
Chi pensa troppo, pensa male, vittima di forze molteplici, disordinate, contrastanti.
L'accumulo e l'accavallarsi dei pensieri produce disordine e turbamento interiore.
Coltivando solo i pensieri positivi, si entra direttamente nella gran via che porta alla vetta della
serenità. E poiché pensieri simili si attraggono, ciò permette di cacciare più facilmente pensieri
nocivi, evitando con ciò che questi possano attirarne altri a loro simili.
1) La pratica della meditazione
Meditare è fermare il pensiero intorno a qualche cosa, a un argomento, a lungo, per esaminarlo in
ogni suo aspetto, penetrandovi pure con la mente per comprenderlo il più possibile.
2) L'esercizio della concentrazione
Concentrarsi su ciò che si sta facendo, senza distrarsi, è la maniera migliore per farlo bene: i
pensieri convergenti verso un solo punto acquistano potenza straordinaria.
La concentrazione è un rimedio efficace contro le ansie, le preoccupazioni, e serve a eliminare ogni
inquietudine. Anche se altri pensieri vengono sovente a disturbare, si calmano i tumulti della mente
e le agitazioni si quietano. Gli altri pensieri vengono tutti assorbiti dal pensiero unico che è fermo,
concentrato sull'oggetto.
Qualunque sia l'oggetto su cui tu mediti, la concentrazione è uno stato di quiete perché elimina gli
altri pensieri.
Quando la mente è concentrata, anche il respiro diviene più calmo e meno percettibile perché vi è
intima connessione tra pensiero e respirazione.
Il potere della concentrazione aumenta se ti abitui a stare con te stesso, ritirandoti ogni tanto dal
rumore delle cose esterne, nel silenzio meditativo. Giova anche la disciplina dei sensi, la rinuncia a
letture dispersive della mente, alla eccessiva loquacità. Allora la mente si abituerà a concentrarsi più
facilmente. E ne constaterai gli effetti salutari.
3) Gli esercizi di visualizzazione
Chiudete gli occhi e concentratevi lentamente. Riuscirete a vedere oggetti distanti, a sentire suoni
lontani, a inviare messaggi in qualsiasi parte del mondo.
Visualizzare è propriamente questo, vedere con gli occhi della mente.
La visualizzazione è la sublimazione (1) della concentrazione poiché annulla tutte le onde del
mondo esterno per realizzare la più alta espressione della mente, estingue ogni movimento emotivo
per la congiunzione più diretta che si possa raggiungere.
Si può passare alla visualizzazione dopo ripetuti esercizi di concentrazione su cose concrete.
Quando la mente si è concentrata su un dato oggetto, allora, chiudendo gli occhi si tenta la
rappresentazione immaginaria richiamando l'immagine alla mente, provando e riprovando a
trattenerla.
Col ripetuto esercizio si possono ottenere notevoli risultati.
(1) sublimazione = Elevazione, in senso spirituale o morale.
Tratto dal libro: “Un'arte di vivere” di Amadeus Voldben, Edizioni Mediterranee
Elaborazione a cura di Vittorio Longo
Altri testi consigliati:
-Antony Robbins: “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri.” Edizione Euroclub Italia
-Martin E.P. Seligman: “Imparare l'ottimismo” Giunti Gruppo Editoriale
-Deepak Chopra: “Guarirsi da dentro” Sperling & Kupfer Editori
-Daniel Goleman: “La forza della meditazione” RCS Libri
-Stefan Klein: “La formula della felicità” Longanesi & C.
-Francesco Padrini: “L'energia dentro di noi” Mondadori
-Fritjof Capra: “Il Tao della fisica” Adelphi Edizioni
-R. Bize/P. Goguelin: “L'equilibrio del corpo e della mente” Sansoni S.p.A. Firenze
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