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TEATRO DEI GORDI Per qualsiasi informazione non esitate a
 TEATRO DEI GORDI Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci http:/teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi
[email protected] Tel. +393391154163 (Camilla
un progetto di Teatro dei Gordi ideazione e regia Riccardo Pippa di e con Claudia Caldarano, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza scene e maschere Ilaria Ariemme disegno luci Giuliano Bottacin organizzazione Camilla Galloni spettacolo vincitore all'unanimità del Premio alla produzione Scintille 2015 Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2015, indetto dall’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine: spettacolo vincitore del Premio Speciale, Premio Giuria Allievi Nico Pepe e Premio del Pubblico con il sostegno di Centro Teatrale Mamimò – Armunia – Centro Artistico Il Grattacielo Sulla morte, senza esagerare Chi ne afferma l'onnipotenza è lui stesso la prova vivente che essa onnipotente non è. Non c'è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell'attimo. Invano scuote la maniglia d'una porta invisibile. A nessuno può sottrarre il tempo raggiunto. Sulla morte, senza esagerare. Wislawa Szymborska http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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Sinossi breve: Sulla soglia tra l'aldiquà e l'aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c'è la nostra Morte. I vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano, la invocano... L'unica certezza è la morte! Sì, d'accordo, ma non esageriamo. In fondo quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente! E poi che ne sa la Morte di ponti, di navi e di torte? Che ne sa, lei che è immortale, di cosa significhi morire? Lei sta lì, sempre sulla soglia, e col suo teschio dice alle anime “Guarda che stai per morire”. E aspetta, aspetta, paziente, quello lo sa fare bene, aspetta che l'anima dica “Vabbeh”, dica “D'accordo”, "Sono pronta" o al massimo “Non condivido ma mi adeguo” e imbocchi l'uscita. O l'entrata... Per dove? Non lo sa neanche lei. C'è persino chi trapassa senza neanche guardarla in faccia. Maschere contemporanee di cartapesta, figure familiari raccontano, senza parole, i loro ultimi istanti, le occasioni mancate, gli addii; raccontano storie semplici con ironia, per parlare della morte, sempre senza esagerare. Appunti per uno spettacolo di maschere mute: L'unica certezza è la morte. Parole sante. Ma di cosa siamo certi, cosa? Mi dispiace tanto. Ho saputo. Mi hanno detto. E' spirato, estinto, perito, scomparso, trapassato, volato via, non c’è più, è passato a miglior vita, si è spento, ha perso la battaglia contro la malattia, è venuto a mancare, se n'è andato, ci ha lasciato, ci ha abbandonato, ha finito i suoi giorni, ha reso l'anima a Dio, riposa in pace, in eterno, nella terra, in cielo, rimarrà sempre nei nostri cuori. Oppure: è scampato miracolosamente alla morte, strappato alla morte, ha visto la morte in faccia, gli è passata davanti tutta la vita. La morte è il contrario della vita? Sulla soglia dell’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c'è la nostra Morte. Ha un contratto a tempo indeterminato, molto lavoro da fare e un capo molto esigente. La fuggono, la sfidano, la cercano, la gufano, la negano, la invocano. E poi quanti ritardi nel suo lavoro, imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente. E che frustrazione far la guardia al famoso Aldilà senza mai poter dare un occhio dentro. E cosa ne sa lei che non ha carne, di cosa significhi abbandonare un corpo? Lei è lì, e col suo teschio dice alle anime “Guarda che sei morto”. Poi, aspetta, aspetta, paziente, quello lo sa fare bene, aspetta che l'anima del nuovo arrivato dica “Vabbeh”, dica “Ho capito”, “D'accordo”, oppure “Non condivido ma mi adeguo” e imbocchi l'uscita. O l'entrata. Non lo sa neanche lei. Un giorno, invece della solita anima, arriva un'altra Morte. Chi deve rimpiazzare chi? In attesa di chiarimenti dai piani alti, tocca insegnare al nuovo arrivato e ritrovare interesse nel proprio mestiere. Come non ci sarebbe l'Infinito di Leopardi senza la siepe che copre l'orizzonte, così questo http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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limite, questa soglia, la percezione della finitezza diviene slancio vitale, pulsione oltre il limite ed esperienza di ciò che di noi sfugge alla logica e resiste al tempo e alle cose. In scena cinque attori, cinque maschere contemporanee che raccontano una storia semplice, senza parole. Con questo progetto di spettacolo vogliamo proporre un teatro di figure, archetipi, immediatezza, di immaginari condivisi e di risate che possa parlare agli spettatori più disparati aldilà della loro provenienza linguistica e culturale. Metodologie di lavoro: La costruzione delle maschere Le nostre maschere di cartapesta nascono dalle suggestioni di un canovaccio iniziale e dai ritratti di Otto Dix e sono state riplasmate e perfezionate grazie al lavoro degli attori in scena, alla ricerca di uno sguardo efficace, di un colore organico e di un'espressione neutra e mutevole insieme. Non sono state costruite apposta per i singoli attori, ma per tutto il gruppo, in modo che ogni attore possa usarle tutte e possa mettere a disposizione del gruppo le proprie scoperte. Il training sul neutro Durante la costruzione delle maschere, abbiamo lavorato a ciò che per comodità chiamiamo neutro. Neutro è la nostra qualità di partenza, un'attitudine dell'attore funzionale al nostro lavoro con le maschere mute. Il training sulla neutralità si è focalizzato su sei aspetti particolari dello stare in scena: il respiro, lo sguardo, l'essenzialità, il bilanciamento dello spazio, il piacere dell'errore e la calma. L'obiettivo è la verità dello stare in scena prima e al di là delle parole. Il metodo è mutuato dal lavoro di Jacques Lecoq, Ariane Mnouchkine e Mario Gonzalez. 1. Il respiro (o regola dei 3 secondi): ad ogni richiesta o stimolo, l'attore deve rispondere solo dopo tre secondi. Anche un piccolo cenno del corpo è da considerarsi una risposta e va dunque ritardato del tempo di un respiro. E' una regola che si applica sempre, anche durante le fasi di spiegazione e chiarimento degli esercizi. I tre secondi sono il tempo del pensiero, evitano il chiacchiericcio, la fretta, il commento inutile, la reazione incontrollata. Nel lavoro di scena, i tre secondi di immobilità dell'attore si rivelano in realtà reazioni piene di pensiero, verità ed efficacia, a differenza del gesto didascalico, dell'istinto a teatralizzare dovuto all'insicurezza di non fare abbastanza, di non essere capiti o come fuga dalla verità della relazione. 2. Lo sguardo: lo sguardo deve essere vigile, pronto a catturare tutto ciò che succede. Lo sguardo deve essere sempre rivolto a un protagonista, al proprio obiettivo, a un altro attore o al pubblico. Non si deve mai chiudere o perdere, se non di proposito. Lo sguardo nelle maschere mute è il modo principale per relazionarsi e comunicare il proprio stato d'animo, per eleggere il protagonista di una scena, per cedere il proprio ruolo di protagonista a qualcuno e per orientare lo sguardo degli altri. 3. L'essenzialità: cioè ogni obiettivo va perseguito con logica ed economia, evitando ciò che non serve. 4. Il bilanciamento dello spazio: è un criterio che guida tutti gli esercizi all'interno dello spazio scenico e prevede una precisione certosina. Lo spazio viene bilanciato con meticolosità dagli attori, che si prendono tutto il tempo per farlo e si aiutano dandosi indicazioni a vicenda. http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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5. Il piacere dell'errore: se durante gli esercizi del training o di improvvisazione con le maschere s'infrange una regola, che significa di fatto andare contro uno di questi principi, si viene applauditi. Non è un applauso di derisione, ma un vero applauso, che si deve accettare e ricevere con piacere. L'errore, lo sbaglio, se non viene negato, può essere il sale di una sessione di improvvisazione e una grande occasione di scoperta e verità. 6. La calma: se uno ha un compito (come ad esempio sistemare la calza sulla testa di un compagno, sistemarsi in modo perfetto in una schiera, allineare perfettamente i piedi rispetto ad una linea tracciata sulla scena...), deve prendersi tutto il tempo necessario per svolgerlo, senza preoccuparsi di annoiare chi lo sta guardando e senza fingere di averlo svolto al meglio se non è così. Non si è alla ricerca dell'azione interessante, ma di quella vera. Ciò che è vero interessa e tutto il gruppo deve guardare e aspettare finché il protagonista non abbia portato a termine il suo compito. Non si finge di essere in un altro luogo rispetto allo spazio del laboratorio, non si finge che le azioni all'interno dei giochi teatrali abbiano un qualche significato metaforico al di là di ciò che sono concretamente. Le emozioni sono quelle che provano gli attori che stanno partecipando al laboratorio (gioia, imbarazzo, agitazione...) e non vanno né negate, né nascoste. Dal neutro alle maschere mute: gli stadi del lavoro Gli esercizi del training sul neutro sono soprattutto di movimento e bilanciamento dello spazio. Sono stati eseguiti inizialmente senza maschere, dando la possibilità agli attori di interagire con alcune precise parole. Poi sono stati eseguiti senza le parole, usando precisi cenni ed, infine, indossando le maschere mute. In questo modo abbiamo cercato di interiorizzare il linguaggio della maschera, in modo graduale, organico, naturale. Poi è seguito il lavoro di definizione delle maschere. Durante la costruzione delle maschere e prima di distribuirle in modo definitivo, ogni attore ha cominciato a produrre drammaturgie nascoste (appunti, poesie, monologhi, interviste...) a partire dal canovaccio, per creare un immaginario condiviso o per aiutarsi nel lavoro con le maschere. Nel training sul neutro, gli attori hanno cercato di trovare istintivamente il modo di muoversi della maschera che indossavano, il ritmo della maschera, ma con una fisicità naturale, adeguata e confortevole, aperta a diverse possibilità espressive e facendo tesoro di tutti i principi della neutralità. Sono state poi distribuite le maschere in maniera definitiva e ognuno degli attori ha scelto i vestiti per la propria maschera. Man mano che viene interiorizzato il linguaggio della maschera, le improvvisazioni si fanno via via più complesse, come utilizzare oggetti ad esempio, e si attribuiscono situazioni e obiettivi per iniziare la scrittura di scena e costruire, insieme, lo spettacolo. Ad oggi sono stati formalizzati 20 minuti e con questi abbiamo partecipato a due concorsi, abbiamo materiale scenico per 45 minuti, tuttavia lo spettacolo è un work in progress che necessita di un periodo di residenza per la chiusura del lavoro. http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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Chi siamo La parola “gordo” deriva dallo spagnolo e si traduce con grosso, grande, pingue, “elbilletegordo” è il biglietto vincente; in italiano corrisponde alla forma letteraria di ingordo, mentre il gurdus, era considerato dai latini come un tipo balordo, poco raccomandabile. Gordo si dice di un terreno quand’è grasso, fertile, ferace: ogni gordo è quel terreno da coltivare e far fruttare. Il Teatro dei Gordi, nasce nel 2010, dal desiderio di un gruppo di giovani tutti neodiplomati alla Scuola d'Arte drammatica Paolo Grassi di Milano di dare continuità al percorso di formazione teatrale intrapreso nei tre anni di accademia. Negli anni il gruppo ha lavorato alla realizzazione di spettacoli per adulti e bambini (Molto rumore per nulla, da William Shakespeare; Pinter Party da Harold Pinter; Il Grande Gigante Gentile da Roald Dahl) e ha collaborato alla realizzazione di eventi artistici e culturali sul territorio regionale e nazionale. A Milano i Gordi hanno lavorato con Galleria d’Arte Strasburgo, Lead Communication, Associazione CulturaleKiwi e Pesce Colorato e, dal 2010 al 2012, hanno lavorato con la produzione degli shows di Maurizio Crozza su La7. Alcuni degli attori del gruppo collaborano ancora alla realizzazione del programma “Crozza nel Paese delle Meraviglie”. Nel 2011, I Gordi replicano Il Compleanno di H. Pinter nel Lazio, partecipano con la prima versione di Molto rumore per nulla al La Mama Spoletopen Festival e presentano lo spettacolo Pinter Party inaugurando la rassegna Pinteriana al Centro Artistico “Il Grattacielo” di Livorno. Nell’anno scolastico 2011/2012 i Gordi propongono un laboratorio ai bambini e agli insegnanti di due quarte elementari degli istituti Anna Franck e Guglielmo Marconi di Limbiate. Il laboratorio dal titolo Vietato ai Giganti, ispirato alla storia narrata da Roald Dahl nel romanzo The BFG, (tradotto in italiano con IL GGG) si è concluso con una dimostrazione di lavoro che vedeva in scena con i professionisti del Teatro dei Gordi i giovanissimi attori delle due scuole. Dal gennaio 2013 a giugno 2014 si sono occupati dell’organizzazione del Laboratorio “Fuoco alla paglia”, laboratorio di alta formazione per attori secondo il metodo Vasiliev diretto da Giacomo Veronesi e Giovanni Longhin. Sempre nel 2013, il gruppo collabora all’organizzazione della prima edizione del Festival IT Indipendent Theatre e presenta la performance Don’t panic! Guida galattica al teatro indipendente. Partecipa alla seconda edizione del festival (maggio 2014) con Panic! Giganti in arrivo, un’ anteprima di 20 minuti dello spettacolo Il Grande Gigante Gentile, ultima produzione della compagnia dedicata al giovane pubblico. Lo spettacolo ha debuttato a Milano, a novembre 2014, nella rassegna dedicata a bambini e famiglie XXS – Primi applausi per piccole taglie, organizzata dall'Associazione Campo Teatrale e ha replicato: al Teatro Giuditta Pasta di Saronno (Rassegna Teatro Ragazzi per le scuole 2014/2015), presso la Sala Poli Sianesi di Rogoredo (Rassegna per bambini e famiglie Aeroplanini di carta organizzata dall’Associazione 4gatti di Milano), al Teatro Dario Fo di Camponogara (Rassegna Accomodatevi. Piccoli Spettatori Crescono 2014/2015, organizzata dell'Associazione Punto a Capo) e al Teatrino Groggia di Venezia, come spettacolo conclusivo della Rassegna Babymood. Nuovi Sguardi per la scena, direzione artistica dell'Associazione mpg.cultura. Nel 2015 con il progetto T.R.E – Teatri in rete per emergere, i Gordi vincono Funder35 bando di Fondazione Cariplo, in partenariato con Teatro Presente e Compagnia Oyès. http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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Il nuovo progetto di spettacolo originale è ideato dal regista veronese Riccardo Pippa. Il titolo del progetto è Sulla morte, senza esagerare, omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska. Con il primo studio dello spettacolo, realizzato con il supporto dell'Associazione Culturale Campo Teatrale di Milano e di Teatro Presente di Crevalcore, Teatro dei Gordi ha vinto il premio Scintille 2015, promosso da Teatro Alfieri di Asti e Tieffe Teatro Menotti di Milano. La giuria ha premiato all'unanimità il progetto ritenendolo meritevole di sviluppo e sostegno per l’originalità della costruzione drammaturgica, la cura dei dettagli, il lavoro attoriale e di regia, che lo proiettano decisamente verso una dimensione creativa di probabile livello internazionale. La giuria ha voluto premiare anche il coraggio della giovane compagnia di intraprendere la linea di un teatro senza parole, che riesce a comunicare in maniera efficace, suggestiva e poetica attraverso il movimento, il gesto, le invenzioni scenografiche. Ad oggi i soci di Compagnia sono: Attori: Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Daniele Cavone Felicioni, Jacopo Crovella, Roberta Lidia De Stefano, Antonio Gargiulo, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Maria Vittoria Scarlattei, Irene Timpanaro, Matteo Vitanza Regista: Marco Monzini / Drammaturga: Giulia Tollis Rappresentante Legale: Andrea Panigatti Scheda tecnica minima Luci 1 pc centro palco 2 pc proscenio centrale 2 spot (pc o sagomatori) sulle quinte (accoppiabili con i 2 lampioni in dotazione della compagnia) 2 sagomatori per corridoio in proscenio 1 sagomatore sulla panchina 1 piazzato 8/10 pc (dipende dalla grandezza dello spazio scenico) Audio Impianto audio con cavetto mini jack Oggettistica 1 panchina da parco (in dotazione della compagnia) 2 lampioni dimmerabili (in dotazione della compagnia) 2 quinte nere (per le entrate e le uscite degli attori) Referente Tecnico Giuliano Bottacin +393482659107 http://teatrodeigordi.wix.com/teatrodeigordi _ [email protected]
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