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Austerità, ma senza esagerare
del popolo Crescita e occupazione a firma UE Rilancio dell’occupazione, politiche comunitarie a sostegno degli obiettivi economici e finanziari degli stati membri, austerità e crescita. L’Unione europea discute del suo futuro economico con i rappresentanti dei Parlamenti nazionali dei ventisette Paesi UE. Martedì e ieri il Parlamento europeo ha ospitato a Bruxelles “la settimana parlamentare europea sul semestre europeo”, che ha visto impegnate le tre istituzioni comunitarie e cento parlamentari provenienti da tutta l’UE per definire, anche a ridosso della riunione del Consiglio europeo sul nuovo quadro finanziario pluriennale dell’UE, le strategie di rilancio e di spesa dell’Unione europea ciascuno secondo le proprie competenze e le proprie responsabilità. Le commissioni Problemi economici, Bilancio e Lavoro per l’occasione si sono riunite in seduta comune. Tra i temi affrontati il ruolo del budget comunitario per il raggiungimento degli obiettivi dei Paesi membri, la sussidiarietà necessaria per il percorso di ripresa, come bilanciare le esigenze di austerità con quelle relative alla crescita, come favorire l’occupazione giovanile. Hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di Parlamento europeo (Martin Schulz), Consiglio Ue (Herman Van Rompuy) e Commissione europea (José Manuel Barroso), e i commissari europei per gli Affari economici e monetari (Olli Rehn) per la Programmazione finanziaria e bilancio (Janusz Lewandowski), e per l’Occupazione e gli Affari sociali (Laszlo Andor). Ha partecipato anche Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. AUSTERITÀ E RIGORE “Il Parlamento europeo, già da tre anni a tutt’oggi, ha messo in guardia i governi dell’Europa contro una politica orientata unicamente all’austerità e al rigore”, ha detto il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz nei giorni scorsi, intervenendo alla conferenza di programma della Cgil. Ha poi sottolineato che “è necessario risanare i bilanci, non fosse altro che per il rispetto della giustizia generazionale, ma senza investimenti sull’occupazione e la crescita, questa è una politica distruttrice”. Secondo Schulz “non è necessario essere economisti per capire che, se l’economia di un Paese non cresce, anche tagliando la spesa pubblica sarà molto difficile ridurre il debito. Malgrado quest’evidenza, i governi europei hanno creduto che i programmi di austerità fossero la giusta punizione per i peccati del passato e che, taglio dopo taglio, la fiducia dei mercati e la competitività ritorneranno: ma la realtà – ha affermato – davanti ai nostri occhi ci mostra che queste ricette non funzionano!”. OCCUPAZIONE DIGNITOSA “La soluzione alla crisi – ha proseguito Schulz – è creare occupazione dignitosa e sostenibile. Soltanto così potremo restituire speranza. Il lavoro è la realizzazione dell’individuo nella società. Come tale, esso è sinonimo di stabilità, di libertà interiore e di dignità. In questo quadro – ha spiegato – il ruolo dei sindacati è essenziale. Chi vede i sindacati come elemento accessorio o come elemento di disturbo, non capisce il loro contributo a favore della coesione sociale. I sindacati non sono una ‘lobby’, una rappresentanza di interessi come le altre: essi difendono un diritto fondamentale, il lavoro. La loro assunzione di responsabilità verso i lavoratori e anche verso chi il lavoro non ce l’ha è ancor più preziosa in un periodo di crisi”. Per Schulz “quando austerità e sacrifici colpiscono i più deboli, quelli che più degli altri hanno bisogno di uno stato sociale forte, è allora che i sindacati danno loro una voce”. c vo /la .hr dit w.e ww Settimana parlamentare a Bruxelles e economia & finanza An no VIII • n. IL PUNTO di Christiana Babić 3 201 o i na 290 • Giovedì, 31 gen Austerità, ma senza esagerare Austerità, ma che brutta eco. Già a pensarci una parte del sorriso inevitabilmente si cancella. “Austerità s. f. [dal lat. austerĭtas -atis; nel sign. 2, è un calco dell’ingl. austerity (v.)]. – 1. L’essere austero, qualità di ciò che è austero: uomo di grande a.; a. di vita, di costumi; a. di un ambiente, di un complesso architettonico; meno com., a. del clima, della stagione. Riferito al vino, sapore lievemente aspro e astringente: il vin vecchio, perdendo la dolcezza, acquista quella forza piena d’a. (T. Tasso). 2. Regime economico-politico di risparmio nelle spese statali e di limitazione dei consumi privati, imposto dal governo al fine di superare una crisi economica”. Così sul vocabolario on line della Treccani. Ma non è che non piaccia soltanto a noi, che potrebbe anche non significare molto. Non piace nemmeno agli esperti. E questo dovrebbe far pensare. Ma vediamo che cosa dicono: “Non mi piace la parola austerità – ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi –, ma deve essere chiaro che non ci possono essere crescita ed equità senza intervenire per ridurre l’indebitamento. La domanda è come conciliare il risanamento (dei conti pubblici, ndr) e gli effetti di contrazione sull’economia”. Nemmeno il capo economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, sembra essere un fan del concetto. “Non siamo mai stati strenui difensori dell’austerità. Fin dall’inizio abbiamo sottolineato che il consolidamento fiscale deve essere lento e costante”, ha dichiarato Blanchard, affermando che il governo del primo ministro britannico David Cameron dovrebbe rivedere e temperare il suo programma di austerità imposto al Paese. E anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde suggerisce: “Sarebbe meglio che i Paesi europei lavorassero collettivamente e non procedessero alla maniera di una marcia forzata per quanto riguarda la sostenibilità dei debiti pubblici dei Paesi dell’eurozona e il mantenimento della loro credibilità”. In altre parole: l’Europa è invitata a prendersi “un po’ più di tempo perché la Francia non dovrebbe andare da sola, la Spagna non dovrebbe andare da sola e la Grecia non dovrebbe andare da sola dicendo ‘Io andrò più lentamente di voi’”. 2 economia&finanza Giovedì, 31 gennaio 2013 Si torna a parlare di privatizzazione dell’azienda che produce concimi artificiali Petrokemija, sempre al limite L a privatizzazione della Petrokemija è nuovamente il pomo della discordia all’interno della coalizione di centrosinistra “Kukuriku”. Ivan Vrdoljak, il quale ha preso il posto di Radimir Čačić a capo del ministero dell’Economia, afferma che la privatizzazione della Petrokemija non è attualmente al centro dei suoi interessi, ma Mladen Pejnović, direttore dell’Ufficio nazionale per la gestione del patrimonio dello Stato e persona di fiducia del premier Zoran Milanović, non esclude che la Petrokemija possa essere privatizzata. “Oggi nessuno prende in considerazione la privatizzazione della Petrokemija, però siamo molto concentrati sul futuro di questa azienda, che non può e non deve essere rappresentato dai 180 milioni di kune di debito registrati l’anno scorso”, ribadisce Vrdoljak, il quale aggiunge di non aver sentito parlare dell’idea di privatizzare la Petrokemija “nemmeno in discorsi ufficiosi. L’azienda di Kutina, in questo momento, non è al centro dell’agenda del governo, però dobbiamo assolutamente studiare un modo per rimettere i conti in ordine e per evitare l’accumulo dei debiti”. In questo senso, Vrdoljak sottolinea che il governo presterà particolare attenzione alla tutela dei posti di lavoro e agli interessi dei dipendenti. Mladen Pejnović, invece, afferma che il problema principale è rappresentato dal gas, che la Petrokemija paga all’INA a un prezzo del 30 per cento superiore a quello praticato sul mercato. Inoltre, i debi- ti sono causati anche dalla lentezza del processo di ristrutturazione e dalla situazione sul mercato. “Anche se i mass media spingono in primo piano la privatizzazione o la vendita della Petrokemija, ciò non rappresenta assolutamente la nostra idea principale o almeno l’unica opzione”, prosegue Pejnović. “Tutto, quindi anche la privatizzazione, deve sottostare alle necessità di ristrutturazione della Petrokemija, con lo scopo di essere concorrenziali sul mercato, ossia di operare con profitto e di mantenere i posti di lavoro”. Va ricordato che i rumors sulla privatizzazione della Petrokemija sono iniziati quando lo stesso Pejnović ha rilasciato un’intervista al periodico “Lider”, in cui ha affermato che l’azienda sarà privatizzata nel corso di quest’anno. “Se e quando si dovesse giungere alla privatizzazione, non sarà certamente Pejnović a renderla nota”, precisano fonti interne al ministero dell’Economia. Però, l’intervista di Pejnović ha sicuramente allarmato i dipendenti e il sindacato, e perciò è stato nuovamente attivato il Comando per la difesa della Petrokemija. “Il motivo principale di questa decisione è l’ennesimo tentativo di privatizzare la Petrokemija”, si legge nella nota emessa da Kutina. Željko Klaus, fiduciario del sindacato EKN (energetica, chimica e non metalli) presso la Petrokemija ha dichiarato al “Poslovni dnevnik”, che i debiti dell’anno scorso sono stati causati principal- Il governo croato ha annunciato la possibilità di privatizzare l’azienda di Kutina mente dal prezzo del 30 per cento più alto rispetto a quello vigente sul mercato che l’INA ha addebitato all’azienda di Kutina. “La Petrokemija offre attualmente lavoro a 2.298 persone e produce all’anno circa 1,25 milioni di tonnellate di concimi – precisa Klaus -. Il costo dei lavoratori, il cui stipendio in media ammonta a 5.100 kune al netto, rappresenta a livello annuo il 6,8 per cento dei costi d’esercizio dell’azienda, mentre il prezzo del gas il 58 per cento”. Questi dati corrispondono a quelli del rapporto della Petrokemija per il 2011, quando i costi delle materie prima ammontavano al 77,6 per cento dei costi d’esercizio complessivi, mentre quello della forza lavoro raggiungeva l’8,1 per cento. “La Petrokemija non deve essere privatizzata e nemmeno si deve diminuire il numero degli impiegati”, avverte Klaus, il quale aggiunge che l’azienda, a partire dal 2014, avrà libero accesso al mercato del gas dell’Ue, ossia svolgerà la propria attività alle stesse condizioni della concorrenza, e appena in quel momento “si comprenderebbe che attuare ora la privatizzazione sarebbe un grosso errore”. I rumors sulla possibile privatizzazione della Petrokemija hanno fatto salire il prezzo delle azioni dell’azienda alla Borsa di Zagabria, ma dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia, gli investitori hanno raffreddato il loro interesse e hanno iniziato a vendere le azioni dell’azienda. I ricavi dei primi 20 club calcistici in Europa nella stagione 2011/12 Money League, il Real Madrid su tutti I ricavi dei primi 20 club calcistici in Europa nella stagione 2011/12 sono cresciuti del 10% raggiungendo, a dispetto della crisi, la cifra record di 4,8 miliardi di euro. Il dato emerge dalla sedicesima edizione dello studio “Football Money League 2013” pubblicato da Deloitte. Rispetto alla prima edizione della ri- cerca Deloitte (stagione 1996/97), i ricavi complessivi generati dai primi 20 club al mondo sono quadruplicati. Oggi le Top 20 rappresentano circa il 20 p.c. del totale dei ricavi dell’industria del calcio, a conferma della polarizzazione che caratterizza il settore. Tra i risultati salienti del report si segnala il primato del Real Madrid che supera quota 500 milioni di ricavi in un anno, il boom degli incassi del Manchester City (+68 p.c.) che entra per la prima volta nella Top 10. L’analisi “Football Money League 2012” realizzata da Deloitte prende in considerazione i dati relativi alla stagione 2011/2012, esclu- Milan, Juve, Inter, Roma e Napoli ai vertici I club italiani cercano di resistere Sono cinque i club italiani che resistono nella Top20 della classifica Deloitte 2013. Il Milan si conferma primo club italiano, all’ottavo posto totale, con ricavi pari a 256,9 milioni di euro, tornando a crescere (+9 p.c.) dopo il decremento del 3,7 p.c. rispetto alla stagione 2009/10. Dopo quasi dieci anni di assenza, la Juventus che ha dominato il campionato italiano della stagione 2011/12, torna nella Top 10. Le performance in campo, spiega Deloitte, sono state accompagnate da un’impressionante performance finanziaria (il fatturato con 195,4 milioni ha registrato un incremento del 27 p.c.) grazie soprattutto allo Juventus Stadium, che ha consentito ai Bianconeri di incrementare i ricavi da stadio del 174 p.c. rispetto alla stagione precedente. Il nuovo sponsor sulla maglia della stagione in corso, il dominio in Serie A e la partecipazione alla fase finale della Champions League consentiranno alla Juventus di restare tra le grandi d’Europa. Il Napoli entrato per la prima volta nella prestigiosa classifica europea lo scorso anno conferma l’ascesa tra i grandi club calcistici, scalando la classifica e raggiungendo la quindicesima posizione nella Top 20. La vittoria della Coppa Italia e la partecipazione alla scorsa edizione della Champions League hanno avuto impatti positivi sui ricavi del club (+29 p.c.). Sul fronte milanese, l’Inter (185,9 milioni) scende al dodicesimo posto e la Roma in diciannovesima posizione a causa di una contrazione dei ricavi. La squadra che ha registrato il maggior calo dei ricavi è la Roma con un -19 p.c. rispetto alla stagione precedente. Come spiegano gli esperti di Deloitte le maggiori cause sono da imputare ai pessimi risultati ottenuti sul campo, soprattutto l’uscita dall’Europa League, che ha significato per il club minori premi dalla Uefa. La settima posizione in Serie A e di conseguenza la mancata qualificazione alle competizioni europee non consentiranno al club di beneficiare di tali premi anche per la stagione 2012/13. Nel dettaglio il Milan registra (qui parliamo del bilancio chiuso al 31 dicembre 2011) incassi dal botteghino per 33,8 milioni, da sponsor/merchandising per 96,8 e da diritti tv per 126,3. Per la Juventus la ripartizione è: 73 milioni dai ricavi commerciali; 90,6 dai diritti tv e 31,8 dai matchday. L’Inter ha ottenuto invece 112,4 milioni dai diritti televisivi, 50,3 dagli sponsor e 23,2 dal botteghino. Il giro d’affari del Napoli è stato determinato per 38 milioni dal settore commerciale, 85,8 dai diritti tv (italiani ed europei) e 24,6 dallo stadio. Infine, la Roma ha registrato introiti per 64,4 dalle tv, 36,8 da sponsor e merchandising e 14,7 dal botteghino. Cristiano Ronaldo, il fiore all’occhiello del Real Madrid sia calcisticamente che economicamente dendo le plusvalenze da calciomercato. Tra i Top 20 l’Inghilterra è rappresentata da sette club, l’Italia da cinque, la Germania da quattro, la Spagna e la Francia da due club. Per il quinto anno consecutivo, la classifica Money League al vertice è rimasta invariata: il Real Madrid si conferma, sulla base dei ricavi, il club calcistico più grande del mondo per l’ottavo anno consecutivo. I ricavi del Real hanno superato i 500 milioni di euro registrando un incremento del 7 p.c. rispetto alla stagione precedente. Secondo l’analisi di Deloitte il contratto pluriennale per la sponsorizzazione della maglia, i diritti televisivi con Mediapro e la potenza del brand riconosciuto in tutto il mondo garantirà alle “Merengues” il primato in classifica anche per i prossimi anni. Il Barcellona con 483 milioni e una crescita del 7 p.c. consolida il secondo posto nel mondo. Il Manchester United invece si conferma il primo club inglese sfioran- do i 400 milioni di ricavi. La vittoria della Champions League 2011/12 ha fruttato al Chelsea circa 60 milioni dalla distribuzione Uefa, consentendo al club londinese di ridurre il gap con il Bayern Monaco 368,4 milioni, attualmente quarto nella Top 20 e primo club tedesco in classifica. Il miglioramento più consistente lo ha realizzato il Manchester City che, guadagnando ben cinque posti, dal 12° al 7° posto, ha conquistato per la prima volta un posto nella Top 10. Il Manchester City è il club che ha generato l’incremento di fatturato più alto di tutti i tempi, raggiungendo i 285,6 milioni di euro, con un incremento di ben 116 milioni (+68 p.c.). Inoltre, per gli analisti di Deloitte, l’accordo decennale con Etihad e i nuovi contratti commerciali con Hugo Boss e Nike consentiranno al club di far parte della Top 10 anche il prossimo anno, nonostante l’eliminazione dalle competizioni europee. economia&finanza 3 Giovedì, 31 gennaio 2013 SONDAGGIO Per i cittadini il problema prioritario è la disoccupazione Prima il lavoro poi l’UE T enuto conto della situazione congiunturale e dell’andamento dell’economia è molto difficile affermare quale dovrebbe essere in questo momento la priorità strategica del governo croato. Nonostante ciò il portale MojPosao ha deciso di provarci e nel tentativo di trovare una risposta quanto più condivisa dai cittadini croati ha realizzato un sondaggio su un campione di oltre 500 intervistati. La maggior parte degli interpellati (40 per cento) ritiene che il governo presieduto da Zoran Milanović dovrebbe concentrarsi innazitutto sulla riduzione della disoccupazione perché, affermano, “senza l’apertura di nuovi posti di lavoro non può esserci uno sviluppo degli altri aspetti del comparto economico”. “Se il numero di disoccupati fosse minore sarebbe molto meglio. È insostenibile una situazione che vede ben quattro pensionati su una persona in rapporto di lavoro”, ha detto uno degli intervistati, al quale si è riallacciato un altro affermando: “È una vergogna che non si riesca a trovare una soluzione per il mercato del lavoro. La Croazia ha pochi cittadini e si potrebbe vivere benissimo”. EVITARE GLI ABUSI In tema di occupazione e di ingresso nel mondo del lavoro molti intervistati hanno sollevato il problema delle “raccomandazioni”, indicando che “ci sono molti giovani che desiderano lavorare, ma non viene data loro l’occasione. E così fi- nisce che fanno le valigie e vanno alla ricerca di un lavoro all’estero”. Sempre in fatto di giovani e accesso al lavoro, poi, diversi ritengono che sia necessario porre un limite al periodo di volontariato, ma anche all’impiego di studenti attraverso le agenzie specializzate. INVESTIMENTI Il 27 per cento degli intervistati ritiene invece che il governo dovrebbe concentrarsi innanzitutto sulle formule capaci di incentivare gli investimenti. “Solo nuovi investimenti possono creare nuovi posti di lavoro”, affermano. Inoltre, “le aziende operanti in Croazia sono talmente pressate dal sistema fiscale che non hanno alcuna possibilità di procedere con nuove assunzioni”. E per risolvere lo stallo, a detta di un intervistato, sarebbe opportuno prevedere tutta una serie di misure: le zone economiche e l’esonero dalle tasse nei primi cinque anni di attività. BUROCRAZIA Per il 25 per cento degli intervistati la priorità dovrebbe essere la revisione delle procedure burocratiche, perché quelle attuali sono troppo care e soprattutto troppo lente. Inoltre, anche le dimensioni dell’apparato burocratico appaiono esagerate se rapportate al territorio e al numero di abitanti. “Ci sono troppe agenzie inutili e ministeri mastodontici. Inoltre, bisognerebbe ridurre il numero dei Comuni e dei funzionari che vi lavorano. Tutto questo perché non c’è investimento che possa assicurare i mezzi necessari per il versamento degli stipendi per un numero così grande di dipendenti pubblici impiegati nel settore amministrativo”. E secondo alcuni un primo passo per arrivare alla tanto auspicata sburocratizzazione sarebbe quello di “ridurre le inutili ripetizioni e l’accumulo della documentazione”. STRATEGIA NAZIONALE Ancora, richiesti di indicare la priorità sulla quale dovrebbe concentrarsi l’Esecutivo il quattro per cento degli interpellati ha citato la realizzazione di una strategia nazionale, la modifica della Legge sulla Banca centrale croata (HNB), la posticipazione dell’ingresso nell’Unione europea, lo sviluppo del settore agrario e la limitazione delle importazioni. Infine, soltanto il tre per cento degli interpellati ritiene che il governo debba concentrarsi sull’allineamento con le normative europee a tutti i livelli. Soltanto quando avremo le stesse leggi gli investimenti europei diventeranno comprensibili anche per noi. Fino ad allora continueremo a sfruttare soltanto una piccola parte dei fondi a disposizione”, ha commentato un intervistato, mentre un altro ha concluso: “È ovvio, prima bisogna creare una base normativa e poi vanno stabilite le priorità”. Conferenza HR Days il 14 e 15 marzo Un premio della TripAdvisor all’albergo di Abbazia Quattro temi di attualità relativi alla gestione delle risorse umane, rinomati relatori e lo sguardo volto alle sfide dell’ingresso nell’Unione europea: questo e tanto altro ancora contraddistinguerà la conferenza HR Days che il portale MojPosao e la società SELECTIO organizzano all’albergo Lone di Rovigno il 14 e 15marzo. Ad aprire la due giorni intitolata “HR come vettore di cambiamenti” sarà il ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, Mirando Mrsić. Il programma prevede numerose conferenze, tavole rotonde e workshop, appuntamenti nel corso dei quali i partecipanti potranno scambiare opinioni con gli esperti del settore. I quattro temi di attualità che saranno affrontati in quell’occasione sono: la ristrutturazione, il cambiamento della cultura aziendale, il riassetto del management e la partnership tra i manager croati. L’intervento del ministro Mrsić sarà invece incentrato sui cambiamenti che attendono il mercato del lavoro dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. In questo contesto il ministro ha anticipato: “Le condizioni sul mercato del lavoro sono già cambiate in modo significativo negli anni scorsi, in parte come conseguenza della crisi economica che ha determinato una riduzione della domanda di forza lavoro. Oggi il posto di lavoro fisso diventa sempre più una categoria che appartiene al passato, mentre si amplia sempre più il circolo dei lavoratori TripAdvisor, il più grande consulente online per il settore viaggi ha pubblicato che l’albergo Ambasador di Abbazia ha vinto il premio annuale “Top 25 alberghi di lusso in Croazia” per il 2013. Il premio viene assegnato in base alle indicazioni dei turisti e dei viaggiatori che esprimendo opinioni e impressioni scelgono i migliori alberghi al mondo. Il premio assegnato in base alle opinioni dei viaggiatori e dei turisti “Travellers’ Choice awards” viene assegnato da unici anni ai migliori alberghi al mondo. A differenza degli altri premi i vincitori del “Travellers’ Choice awards” della TripAdvisor vengono scelti in base a milioni di impressioni e opinioni espresse direttamente da clienti. “TripAdvisor è molto felice di poter assegnare un riconoscimento ai migliori alberghi al mondo, e di poterlo fare grazie al contributo dato da oltre 75 milioni di viaggiatori nel mondo”, ha dichiarato Christine Petersen, presidente del settore TripAdvisor for Business.” In tutte le categorie, da quella ‘value for money’ fino ai migliori alberghi di lusso, le caratteristiche dei vincitori del premio “Travellers’ Choice awards” sono un servizio eccellente, il valore dello stesso e la sua qualità”, ha aggiunto Christine Petersen. Per l’albergo Ambasador si tratta del secondo premio assegnato dalla TripAdvisor. Nel 2012 l’albergo aveva ottenuto il Certificate of Excellence. Grande soddisfazione è stata espressa dalla PR e risorse umane a Rovigno autonomi. Tutti i protagonisti del mondo del lavoro, non soltanto i disoccupati, devono fare tutto il possibile per diventare quanto più competitivi. È fondamentale investire nella propria formazione perché è questo l’unico strumento che può contribuire a trovare e/o mantenere il posto di lavoro. Il ministero del Lavoro e della Previdenza sociale ha sviluppato le Misure di politica occupazionale attiva perché ritiene che sia importante che sia il datore di lavoro sia la persona alla ricerca di un’occupazione abbiano a disposizione tutte le informazioni necessarie”. Tra gli esperti che interverranno alla conferenza in programma a Rovigno figurano: Marek Mos, HR Manager CEE & MENA, Google; Sue Mathews, Senior Lecturer, Oxford Brookes University; Dr. Ian Sutherland, Executive PhD Director and Deputy Dean for Research, IEDC – Bled School of Management; Tanya Šplajt Brainović, direttrice del Reparto risorse umane per la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina della CocaCola HBC Croazia, Mojca Domiter, direttrice esecutiva per le risorse umane, Gruppo Atlantic. L’elenco di tutti i relatori è disponibile sul sito www.HRDays.net. La conferenza è organizzata con il contributo degli sponsor: Infoart, Učilište Algebra, VIP, Japan Tobacco International e IEDC – Bled School of Management. Partner per la Serbia è MojTim. com, sponsor mediatici sono tportal, Lider e Posao.ba. Albergo Ambasador, top del lusso direttrice dell’Ambasador, Jelena Papeša. “È il secondo riconoscimento che la TripAdvisor ci assegna nell’arco di un anno. Ciò rappresenta un importante elogio e una grossa motivazione per tutto lo staff. Siamo felici che i nostri ospiti abbiano riconosciuto il nostro impegno volto a innalzare ulteriormente la qualità dei nostri servizi”, ha dichiarato. L’albergo Ambasador è una delle strutture leader ad Abbazia, che opera nell’ambito della Liburnia Riviera Hoteli, la più grande società alberghiera nel Quarnero. Nel 2012 è stata nominata la nuova direzione guidata da Jelena Papeša. Quell’anno stesso è sta- to avviato un ciclo di investimenti nell’albergo Ambasador e nella villa Ambasador. Ad oggi sono stati ristrutturati il decimo (ultimo) piano dell’albergo, che è divenuto così il cosiddetto executive floor, l’area piscina e il ristorante all’aperto Hortenzija, il giardino interno dotato di vasche whirpool nella villa Ambasador e sono stati fatti significativi miglioramenti per quanto attiene all’offerta enogastronomica e in generale all’offerta dell’albergo. Gli investimenti proseguiranno anche nel 2013. Sono pianificate la ristrutturazione delle altre stanze e nuovi miglioramenti volti all’ulteriore innalzamento della qualità dell’offerta. 4 economia&finanza Giovedì, 31 gennaio 2013 MERCATI Si ragiona sulle scelte fiscali per dare sostenibilità ai conti pubblici L’America, salvare la tripla A C omprare oro? Comprare euro? Oppure la sterlina? Niente di tutto ciò! Gli analisti consigliano: comprare tempo. Questa sembra l’attività preferita e questa volta i protagonisti sono gli americani. Il fatto che la Camera abbia approvato la misura per rimandare fino al prossimo maggio le decisioni sul tetto del debito (sospeso fino ad allora) ha fatto sì che Fitch, una delle tre agenzie di rating in grado di influenzare il mercato, abbia dichiarato di non voler più procedere ad eventuali tagli di merito di credito. Il Senato ha confermato di voler procedere al più resto all’approvazione del provvedimento e questo ha convinto l’agenzia a muoversi in questa direzione. È chiaro che, affermano gli analisti, nel momento in cui non dovesse essere trovato un accordo credibile nel medio periodo l’outlook, attualmente negativo, potrebbe portare ad un downgrade ma, se durante questi mesi si ragionerà in maniera concerta sulle scelte fiscali in grado di dare sostenibilità ai conti pubblici, l’outlook potrebbe passare da negativo a stabile, andando a togliere questa spada di Damocle dalla testa di Obama e Bernanke. AUMENTI DI VOLATILITÀ I mercati, stando al parere degli analisti, hanno già cominciato a scontare questa risoluzione della vicenda, ma ci sarà spazio per aumenti di volatilità che ultimamente arrivano nel momento in cui una castagna viene tolta dal fuoco. In questo caso, il sì del Senato potrebbe dare un boost al sentiment degli investitori, che rimane, nel breve periodo, in prevalenza prorischio. I tentativi di discesa visti nei giorni scorsi sull’indice americano S&P500 non sono andati a buon fine, così come sul Nasdaq, dopo la discesa di settimana scorsa siamo ancora sopra 2,700 (formando minimi leggermente crescenti), mentre sul Dow Jones il trend parla da solo. MATERIE PRIME Sul fronte materie prime il petrolio ha tentato di rompere i supporti posti intorno a 95.50 per poi tornare prepotentemente verso le resistenze di 97.00, mentre l’oro ha corretto lievemente a rialzo andando a toccare quota 1,660.00 ma qui, lo sappiamo, ci troviamo di fronte ad un movimento di impostazione tecnica di medio periodo (sul forum potete vedere il perché). La pubblicazione degli ordini di beni durevoli americani, pur battendo di gran lunga le attese degli analisti (4.6 p.c. vs un consensus di +2.0 p.c.) non sono stati in grado di muovere i mercati in maniera significativa e questo ci conferma come le attese degli investitori siano concentrate sul fattore primario indicante una ripresa, ovvero il miglioramento della situazione occupazionale. I lavori fervono soprattutto nel Nord Europa Eolico offshore, sviluppo nel Mediterraneo Non conosce crisi lo sviluppo dell’eolico offshore, ma per il momento nessuna istallazione è ancora operativa in Italia. Meglio andrà per il 2013-2014 per cui nella penisola appenninica sono già approvate installazioni offshore pari al 4 p.c. del totale realizzato nel biennio. Secondo la valutazione della potente lobby dell’eolico Ewea, comunque, nel breve periodo non ci saranno sviluppi significativi nel Mediterraneo”, la cui potenzialità è dell’8 p.c. E solo sul lungo periodo si intravedono migliori possibilità. Fervono invece i lavori soprattutto nel mare del Nord, nell’Atlantico, nel Baltico. Così l’anno scorso sono state installate e connesse 293 nuove turbine in 61 parchi eolici realizzati nelle acque di dieci Paesi europei, il 33 p.c. in più rispetto a quanto si era fatto nel 2011. Ciò ha significato un incremento di 1165MW che ha portato ad un totale di 4995 MW, tanto da poter fornire lo 0,5 p.c. del consumo elettrico europeo. La prima della classe per i suoi parchi eolici offshore, con il 60 p.c. del totale, è la Gran Bre- tagna, seguono la Danimarca, 18 p.c., il Belgio, 8 p.c., e la Germania con il 6 p.c. Il settore, informa l’Ewea,ha garantito nel 2012 quattro miliardi di investimento. Per il futuro le prospettive sono buone, nonostante l’industria lamenti la mancanza di un quadro legislativo sicuro e un deficit nel sistema di connessione alla rete. Entro il 2014 la potenza prodotta dai parchi eolici offshore europei dovrebbe salire a 8300 MW. Inoltre, le nuove turbine dei parchi eolici offshore sono destinate ancora a crescere di potenza. Secondo quanto pubblica Ewea passeranno in un prossimo futuro da 4 a 5 KW di potenza. Attualmente il mercato è dominato da quelle di 4 KW costruite dalla Siemens, che è il principale fornitore del settore, ma la lobby assicura che 31 compagnie hanno presentato 38 nuovi modelli di turbine per la maggior parte di 5 KW. Anche la potenza fornita dai parchi eolici è in aumento; nel 2012 mediamente si è avuta una produzione di 271 MW,il 36 p.c. in più rispetto alla media dell’anno precedente. E le novità per il settore non finiscono qui. Nel 2012 i parchi marini sono stati costruiti in acque mediamente profonde 22 metri ed ad una distanza di 29 chilometri dalla spiaggia. Da quanto risulta da alcuni progetti in futuro i parchi potranno essere costruiti in acque profonde fino a 215 metri e a 200 chilometri dalla costa. Ciò anche grazie ad una nuova generazione delle imbarcazioni utilizzate per la costruzione dei parchi, in grado di operare in acque più profonde e in condizioni del mare peggiori. Ciò ridurrà anche i costi di costruzione. Miglior servizio business class Ad Alitalia il premio BizTravel Alitalia ha ricevuto il BizTravel Award nelle categorie “Miglior Servizio di Business Class” e “Migliore Uniforme dello Staff di Bordo”. I premi sono stati assegnati ieri a Milano da oltre 1.500 manager, responsabili aziendali e agenti di viaggio che fanno parte della Business community del BizTravel Forum 2012, il tradizionale appuntamento sul mercato dei viaggi d’affari organizzato da UvetAmerican Express. “Si tratta di un riconoscimento di cui siamo particolarmente orgogliosi – dichiara Gianni Pieraccioni, chief commercial officer di Alitalia – perché premia il nostro impegno per andare incontro alle esigenze di chi vola per motivi di lavoro, la fascia di viaggiatori più esigente del mercato. Questo premio conferma ancora una volta la validità della nostra strategia di marketing di diventare gli Ambasciatori nel mondo delle eccellenze del Made in Italy e di quello stile tipicamente italiano apprezzato in tutti i Paesi. Una menzione speciale anche per il nostro personale di bordo che ogni giorno porta nel mondo con grande eleganza e professionalità la tradiziona- le divisa verde e blu di Alitalia”. Dal 2010 Alitalia ha completamente ridisegnato Magnifica, la business class di lungo raggio dei Boeing B777 e degli Airbus A330, che oggi si colloca al vertice della categoria a livello globale. Magnifica è equipaggiata interamente con sedili di ultima generazione full flat, che si trasformano in un comodo letto. Il servizio di bordo della Magnifica di Alitalia si caratterizza per essere interamente ispirato a ricette tipiche regionali. Ogni tre mesi si alternano menù e vini regionali italiani, preparati con prodotti DOP e IGP, per esportare nel mondo le eccellenze e le tradizioni del territorio. Questa scelta ha portato Alitalia a vincere, per tre anni consecutivi, il premio, conferito dal mensile americano Global Traveler per la categoria “Best Airline Cuisine”, quale migliore compagnia aerea al mondo per la qualità dei pasti serviti a bordo. A bordo della Magnifica di Alitalia i passeggeri trovano inoltre accessori firmati da grandi marchi italiani quali Richard Ginori e Frette e una trousse di Bulgari con cosmetici e prodotti selezionati in esclusiva per la Compagnia. Oltre un miliardo di viaggiatori Turismo, boom nel 2012 Boom del turismo nel 2012: nonostante l’incertezza economica globale, per la prima volta il numero di turisti internazionali nel mondo ha superato la soglia del miliardo, e aumenterà ulteriormente nel 2013. Lo rivela uno studio dell’Organizzazione mondiale del turismo (Omt), un’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Madrid, secondo cui il picco massimo di viaggia- tori è stato registrato nell’area dell’Asia e del Pacifico con un incremento di 14 milioni di turisti, per un totale di 233 milioni. In particolare, il 2012 ha segnato un aumento del 4 per cento rispetto al 2011 e il numero di turisti internazionali è passato da 996 milioni a un miliardo e 35 milioni. Per l’anno in corso, inoltre, è prevista un’ulteriore crescita del 3-4 per cento. economia&finanza 5 Giovedì, 31 gennaio 2013 ATTUALITÀ Superato il miliardo di utenti. Sempre più attenzione alle società Facebook, imprese in Rete l social network più amato al mondo ha superato il miliardo di utenti, 600 milioni dei quali accedono con il mobile. E in Italia? Sono 23 milioni le persone che utilizzano Facebool almeno una volta al mese e ben 14 milioni lo fanno quotidianamente. Tutto questo ha anche un forte impatto sui nuovi modelli di business delle imprese. Sul tema proponiamo un’intervista a Luca Colombo, country manager di Facebool Italia, realizzata da Raffaele Barberio, direttore di Key4biz. Il dato del mobile Un’intervista che si è aperta con una carrellata sui numeri di Facebook in Italia, in Europa e nel mondo. In generale quello che stiamo vedendo è una costante crescita. Abbiamo visto, abbiamo attraversato una tappa importante per la nostra azienda: un miliardo di utenti nel mondo. Era un obiettivo già fissato da tempo, raggiunto nelle ultime settimane e che rappresenta un po’ il fenomeno che si sta sviluppando in tutto il mondo e che vede alcune nazioni in crescita. L’Italia ha già raggiunto una livello di penetrazione. Abbiamo 22 milioni i utenti che utilizzano Facebook ogni mese e di questo è interessante ricordare sempre i 14 milioni nel giorno perché non è soltanto quante persone raggiungi, ma quante lo utilizzano. L’altro dato che altrettanto rappresenta un po’ un momento di svolta è il dato mobile. Nel mondo abbiamo oramai 600 milioni di persone che utilizzano Facebook da dispositivi mobili una volta al mese. In Italia siamo con questo numero, con questo parametro, a 10 milioni. Quindi, stiamo vedendo dei numeri in costante crescita. Il mondo mobile che sta prendendo piede. Ci sono nazioni che stanno crescendo ancora parecchio e stanno dando una spinta. L’Italia sta crescendo e ha già raggiunto dei numeri certamente importanti. Questioni di target Facebook è fatto di persone. Ci sono differenze tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra nord e sud? Ricordiamo innanzitutto che inizialmente si pensava che Facebook sarebbe stato come le multinazionali ovvero come qualcosa che vede gli Stati Uniti al centro dell’interesse. In realtà l’81 p.c. di quanti stanno oggi su Facebook è fuori dagli Stati Uniti. Quindi, oramai buona parte della popolazione non è US centrica, ma è distribuita in tutto il globo. La differenza oggi non la vediamo tra uomo/ donna o tra giovani/anziani. È proprio un fatto di predisposizione della persona, delle fasce demografiche, all’utilizzo più intenso o meno intenso. Quello che fa la differenza tra una nazione e un’altra è il livello di penetrazione. Quindi, ci sono nazioni nelle quali non siamo ancora entrati in maniera importante e in queste c’è un tipo di utilizzo e ci sono quelle invece dove siamo presenti con una penetrazione sulla popolazione piuttosto solida. Più o meno le percentuali si replicano in manie- ha sostanzialmente rilevato Deloitte è che in Italia questo valore comra uguale. plessivo equivale a circa 2,5 miliarPosti di lavoro di e che in Europa il valore corriQuando pensiamo a Facebook spondente su 27 nazioni è di circa pensiamo a nuovi amici, a nuovi 15 miliardi. Questo valore è districontatti, alla condivisione di foto buito in diverse aree dalla parte tele ci sfugge alle volte un elemen- co, alla parte di applicazioni e di coto che sta prendendo sempre più municazioni e tutto questo equivacorpo. Quanto Facebook contri- le a una generazione di circa 34mila buisce al rilancio dell’economia? posti di lavoro in Italia, rispettivaQuesto è un aspetto importante mente 230mila in Europa. Quinche è stato evidenziato da una ricer- di, ha un impatto soprattutto per la ca di Deloitte all’inizio di quest’an- presenza di un ecosistema di partner no perché ha cercato di dare una di- che vivono attraverso Facebook. La mensione di quello che è il fenome- presenza diretta è la piccola parte di no Facebook a livello di economia, questo contributo all’economia. vuoi europea vuoi anche italiana. Il mondo Facebook vive di pubblicità attraverso una sua forza vendita, ma aldelle professioni trettanto anche attraverso tutta una Facebook è fatto da persoserie di partner. Bene, come l’ecosistema dei partner come tutte le atti- ne, ma c’è anche il mondo delle vità che vengono realizzate dai con- professioni e il mondo delle imsumatori su Facebook attraverso le prese che sta entrando vigorotelco o attraverso le applicazioni im- samente che sta entrando in Fapat nell’economia. Bene, quello che cebook. Che cosa offre alle im- prese e cosa le imprese chiedono al social nertwork? Quando hai 14 milioni di persone ogni giorno è un’opportunità per comunicare con un target piuttosto allargato. Quindi alle aziende oggi viene data l’opportunità di entrare in contatto con potenziali consumatori, clienti e di dialogare con loro. Quindi, questo è in primis quello che noi offriamo al consumatore. È indirettamente un terreno fertile per le aziende per comunicare a loro volta con i loro potenziali clienti. Quindi, quello che viene fatto sostanzialmente è mettere a disposizione delle aziende tutta una serie di strumenti che permettono loro di fare attività di comunicazione e marketing utili a generare business per le proprie aziende. Ancora una volta, è chiaro che con questo tipo di audience puoi andare a colpire una fascia di utenza molto ampia, come pure andare molto in profondità sapendo che puoi segmentare, che puoi targetizzare la tua comunicazione in maniera molto profonda. Promuovere il marchio Le imprese cercano modi nuovi per promuovere il loro marchio e anche modi nuovi per sviluppare relazioni nuove con la propria clientela. Può farci qualche esempio concreto di aziende che attraverso Facebook, in Italia, hanno costruito questi nuovi percorsi. Lavoriamo con diverse aziende. Alcuni dei settori con i quali lavoriamo maggiormente sono quelli che vanno su fasce di età su target di utenza molto vasto, insomma il largo consumo tipicamente, che tra l’altro è uno dei primi settori merceologici intermedi in quanto a investimenti pubblicitari. Quello che è un esempio che mi piace citare è quello di Alitalia perché già da tempo ha utilizzato Facebbok per entrare in relazione con i propri utenti e consumatori. Alitalia fa customer service, quindi risponde a problematiche dei propri clienti direttamente sulla pagina di Facebbok. Lo fa in maniera semplice e trasparente con delle persone dedicate. Hanno proprio studiato un sistema attraverso Facebook che permette di essere vicini ai loro consumatori. Hanno costruito nel frattempo anche una base di oltre 800mila persone che sono diventate i loro fan. Dall’altra parte stanno cominciando anche a vedere come questo tipo di sforzi in termini di dialogo generano poi anche risultati in termini di vendite. Novità in arrivo Quali le novità previste per il 2013, per Facebook? In generale Facebook cambia ogni giorno, introduce qualcosa di nuovo. Il ritmo di rinnovazione deve essere molto elevato altrimenti nel nostro mondo si rischia di rimanere un po’ indietro. Quindi, ci sono diversi prodotti che arriveranno ma non da qua a un anno, ma da qua alla fine dell’anno. In generale vuoi per le aziende come prodotti di advertising per dar loro sempre più strumenti a disposizione per raggiungere gli utenti, vuoi per gli utenti perché possano avere un’esperienza sempre più ricca ci saranno sempre più novità che vedremo di volta in volta nelle prossime settimane. Difficile fare un elenco, ma ci saranno tante novità. 6 economia&finanza Giovedì, 31 gennaio 2013 IMPRESE Iniziativa Ice, giornalisti stranieri alle sfilate Alta Moda Roma Avvicinare il Made in Italy A nche quest’anno l’ICEAgenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con Altaroma ha organizzato la presenza di una delegazione di giornalisti della stampa estera specializzata alle sfilate di AltaRomAltaModa, svoltesi a Roma dal 26 al 29 gennaio 2013 presso il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia. Al preopening ha partecipato una delegazione di tredici giornalisti stranieri provenienti da Brasile, Cina, Egitto, Francia, India, Inghilterra, Marocco, Olanda, Russia, Stati Uniti e Turchia in rappresentanza dei più prestigiosi media internazionali del settore moda, quali Robb Report, Harper’s Bazaar, Vogue, L’Officiel, Pashion e Glamurama, solo per citarne alcuni. LUOGO D’INCONTRO AltaRomAltaModa è la fashion week capitolina che, con i suoi due appuntamenti annuali a gennaio e luglio, costituisce un ideale luogo di incontro tra grandi maison italiane e nuove realtà produttive e creative, dando un forte stimolo alla crescita della tradizione artigianale italiana. In base alle elaborazioni dell’Agenzia ICE su dati Istat, il comparto dei prodotti tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori, nei primi dieci mesi del 2012 ha registrato un incremento delle vendite estere del 3 p.c. che, combinato con una flessione del 7,7 p.c. delle importazioni, ha generato un surplus di circa 14 miliardi di euro, secondo soltanto a quello della meccanica, grazie soprattutto al contributo della domanda extra UE. FATTURATO EXPORT Il fatturato export complessivo del settore ha comunque fatto superare 36,5 miliardi di euro nel periodo gennaio-ottobre 2012, con un’incidenza di oltre l’11,2 p.c. sull’export complessivo dell’Italia. In par- ticolare, oltre la metà della crescita delle esportazioni è da attribuire ai mercati asiatici, con aumenti molto sostenuti delle vendite dirette nei Paesi dell’ASEAN (+21,6 p.c.), Cina (+15,8 p.c.) e Giappone (+19 p.c.), mentre si conferma molto brillante la performance delle vendite dirette al mercato americano (+17,1 p.c.). Su questi mercati un nutrito numero di aziende, L’andamento del commercio estero Positivo il saldo extra-UE 2012 Migliora il saldo dell’interscambio italiano con i Paesi extra UE. Secondo i dati diffusi dall’Istat nel 2012 l’Italia registra un surplus commerciale di 2,1 miliardi di euro grazie alla performance di dicembre che presenta un saldo positivo di 3,3 miliardi di euro. L’Istat rileva che a dicembre, entrambi i flussi commerciali con i Paesi extra UE registrano una flessione congiunturale, meno marcata per l’export (-0,4 p.c.) rispetto all’import (-1,3 p.c.). La flessione congiunturale delle esportazioni riguarda tutti i principali raggruppamenti di prodotti, con l’eccezione dell’energia (+10,4 p.c.) e dei beni strumentali (+2,9 p.c.). Il calo delle vendite risulta particolarmente accentuato per i beni di consumo durevoli (-8,1 p.c.). La diminuzione congiunturale delle importazioni è limitata all’energia (-6,0 p.c.) e ai beni di consumo non durevoli (-1,2 p.c.). Gli altri raggruppamenti di beni, in particolare i beni strumentali (+4,4 p.c.) e i prodotti intermedi (+3,6 p.c.), risultano invece in espansione. Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale delle esportazioni è positiva (+0,7 p.c.), trainata dai beni strumentali (+2,5 p.c.) e dai beni di consumo durevoli (+1,9 p.c.), mentre la flessione delle importazioni (-4,6 p.c.) è particolarmente accentuata per i beni di consumo durevoli (-9,3 p.c.) e per l’energia (-7,1 p.c.). Su base annua, le esportazioni mostrano una contenuta espansione (+1,5 p.c.) mentre le importazioni presentano una marcata flessione (-7,0 p.c.). A dicembre il saldo commerciale con i Paesi extra UE è ampiamente positivo (+3,3 miliardi) e consente di conseguire un avanzo nell’interscambio annuale di 2,1 miliardi. L’avanzo commerciale con i Paesi extra UE rilevato per il 2012 è sostenuto dall’ampio surplus registrato per i prodotti non energetici, quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente (da 39,1 miliardi nel 2011 a 64,3 miliardi). In particolare, l’avanzo conseguito per i beni strumentali spiega quasi il 70 p.c. del surplus dei beni non energetici. Nel 2012 si rileva una significativa espansione delle vendite di beni ai Paesi extra UE (+9,2 p.c.) e una contrazione degli acquisti (-3,9 p.c.). I mercati di sbocco più dinamici nel 2012 sono stati: OPEC (+24,6 p.c.), Giappone (+19,1 p.c.), ASEAN (+18,5 p.c.) e Stati Uniti (+16,8 p.c.). Sempre nel 2012, la flessione tendenziale degli acquisti è diffusa a tutti i principali mercati, con l’eccezione di OPEC (+19,7 p.c.) e Russia (+8,4 p.c.). generalmente medio-grandi, è riuscito a conseguire ottimi risultati grazie ad un continuo processo di qualificazione del prodotto e ad un posizionamento dell’offerta sui segmenti a maggior valore aggiunto anche nei mercati più lontani. PREVISIONI DI DOMANDA Per quanto concerne le previsioni di domanda nel breve medio periodo, a fronte di un profilo len- to di crescita dei mercati maturi, le principali opportunità non potranno che provenire dai mercati emergenti, a patto che le imprese riescano a cogliere le ampie possibilità offerte dal processo di catching up dei redditi dei consumatori di questi Paesi, avvicinandoli all’offerta del Made in Italy. Sotto questo profilo, saranno opportune politiche di promozione finalizzate alla penetrazione nei grandi circuiti distributivi internazionali e a favorire, attraverso il sapiente utilizzo di strumenti esistenti (contratti di rete, consorzi, ecc.), forme di aggregazione che potrebbero aprire opportunità interessanti anche a quelle imprese che, pur realizzando prodotti di elevata qualità, faticano ad imporre il proprio marchio. Indagine Deloitte sui risparmi delle famiglie Tagli alla cultura e al tempo libero A soffrire maggiormente nel 2013 saranno il settore dell’abbigliamento, quello del turismo e del tempo libero come il cinema e le discoteche. È quanto emerge da uno studio della Coldiretti sull’impatto della crisi nei diversi comparti del Made in Italy sulla base di una indagine Deloitte. Sul podio delle rinunce dettate dalla recessione nel 2013 salgono infatti, secondo Coldiretti, le spese per l’abbigliamento che quasi tre italiani su quattro sono disposti a tagliare (74 p.c.), i divertimenti al quali il 72 p.c. è pronto a dire addio e gli acquisti tecnologi che verranno ridotti da ben il 71 p.c. dei cittadini. EFFETTI NEGATIVI Gli effetti negativi, sottolinea Coldiretti, si fanno sentire anche su altri settori dell’economia con quello turistico con il 66 p.c. degli italiani che è pronto a rivedere le proprie vacanze mentre solo il 51 p.c. è disposto a ridurre qualche spesa alimentare o per la salute (49 p.c.), che si classificano come le voci più difficili da tagliare. Si tratta di un risultato che, conclude Coldiretti, è il frutto delle aspettative negative sull’andamento del potere d’acquisto nel 2013 per il quale ben il 48 p.c. dei consumatori italiani si considera preoccupato e mantiene una visione negativa (contro il 34 p.c. della media europea), mentre solo l’8 p.c. pensa che la propria capacità di spesa migliorerà (contro il 19 p.c. della media europea). «NOI ITALIA» Sullo stesso tema va detto che l’indagine Istat “Noi Italia” rivela come nel 2010 le famiglie italiane hanno destinato ai consumi culturali (spese per ricreazione e cul- tura) il 7,3 p.c. della spesa complessiva per consumi finali, una quota pressoché costante negli ultimi dieci anni. Secondo la stessa ricerca 410mila unità di lavoro (l’1,7% del totale) sono state impiegate nel 2011 in attività di produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura, al netto del settore editoriale, il 15,2 p.c. in più rispetto al 2000. In Italia ogni anno vengono stampate in media 3,5 copie di opere librarie per ogni abitante e 6,5 copie di libri per ragazzi. LETTURE Nel 2012 solo il 46 p.c. degli italiani ha letto almeno un libro nel tempo libero. Il 52,1 p.c. degli italiani legge un quotidiano almeno una volta a settimana e il 36,7 p.c. almeno cinque giorni su sette. Sono sempre di più le persone che utilizzano Internet per la lettura di giornali, news o riviste: dall’11,0 p.c. del 2005 si è passati al 25,1 p.c. del 2012. Il cinema è al primo posto tra le attività culturali svolte fuori casa dagli italiani nel corso del 2012 (49,8 p.c. della popolazione di 6 anni e più), seguono le visite a musei e mostre (28,0 p.c.) e gli spettacoli sportivi (25,4 p.c.). Sono 18 milioni e 284mila le persone di tre anni e più che praticano sport (circa una persona su tre): il 21,9 p.c. vi si dedica in modo continuativo, il 9,2 saltuariamente. Pur non praticando sport, circa 17 milioni di persone svolgono un’attività fisica, mentre i sedentari sono 23 milioni circa. La pratica sportiva è aumentata nel corso del tempo: dal 26,8 p.c. di “affezionati” del 1997 si passa al 31,1 p.c. nel 2012. economia&finanza 7 Giovedì, 31 gennaio 2013 PENSIONI Opinioni differenti sul modello misto pubblico-privato Previdenza, sistemi sconosciuti S oltanto il 23,5 p.c. dei lavoratori italiani ritiene che andrà in pensione all’età desiderata. Il 25 p.c. dei lavoratori pensa che andrà in pensione dopo i 70 anni. Ne è convinto il 25,7 p.c. degli occupati maschi e il 23,6 p.c. delle donne, il 34 p.c. dei lavoratori autonomi, il 23,4 p.c. dei dipendenti privati e il 14,5 p.c. degli impiegati pubblici. Questi sono i principali risultati della ricerca “Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena”, realizzata dal Censis per la Covip. La ricerca è stata presentata a Roma da Francesco Maietta, responsabile del settore Politiche sociali del Censis, e discussa da Giuseppe De Rita, presidente del Censis, Antonio Finocchiaro, presidente della Covip, e Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. INSODDISFAZIONE Pensa che andrà in pensione tra i 67 e i 69 anni il 18,2 p.c. dei lavoratori: il 19,9 p.c. tra i maschi e il 16,4 p.c. tra le donne. Ma solo il 5,2 p.c. dei lavoratori maschi e il 3,4 p.c. delle donne vorrebbero andare in pensione dopo i 70 anni. Il 31,2 p.c. desidererebbe andare in pensione addirittura prima dei 60 anni (il 25,9 p.c. dei maschi e il 37,5 p.c. delle donne), il 46 p.c. tra 60 e 63 anni (il 46,5 p.c. dei maschi e il 45,6 p.c. delle donne) e solo il 10 p.c. degli autonomi vorrebbe andare in pensione dopo i 70 anni, così come il 2,5 p.c. dei dipendenti privati e il 2,1 p.c. degli impiegati pubblici. Voglia di fuggire dal proprio lavoro e voglia di longevità attiva si saldano nel generare un’insoddisfazione diffusa rispetto al prolungamento dell’età pensionabile. La pensione è stata a lungo percepita dagli italiani come un’opportunità per fare finalmente altro, lo strumento per spezzare la rigidità della vita lavorativa. Adesso nella percezione collettiva queste convinzioni non ci sono più. Indagine Istat «Noi Italia» Sono 3,4 milioni i poveri assoluti Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1 p.c.: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6 p.c. della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 5,2 p.c. delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. È quanto rileva l’Istat nell’indagine “Noi Italia”. Nel 2010 circa il 57 p.c. delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6 p.c. in meno del dato medio italiano); sempre in questa Regione, in base al reddito mediano, il 50 p.c. delle famiglie si colloca al di sotto di 17.459 euro annui (circa 1.455 euro al mese). SVANTAGGIO A SUD Nel 2011 il 22,4 p.c. delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di oltre sei punti percentuali. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con un valore dell’indicatore pari al 37,5 p.c. (dal 25,8 p.c. del 2010). Nei primi mesi del 2012, il 42,8 p.c. delle persone di 14 anni e più si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione diminuisce passando dal Nord al Sud del Paese, con una forte variabilità regionale, ma non a livello di genere. Nel 2011 in Italia la spesa per la protezione sociale, pari a circa 7.700 euro pro capite, sfiora il 30 p.c. del Pil. All’interno dei Paesi UE27, l’Italia presenta valori appena superiori alla media dell’Unione, sia in termini pro capite, sia di quota sul Pil. Cresce la spesa per l’assistenza sociale gestita dai comuni in rapporto al Pil, dallo 0,39 p.c. del 2003 allo 0,46 p.c. nel 2009. In termini assoluti tale spesa ammonta a 7 miliardi di euro, con un valore medio pro capite pari a 115,9 euro. Nel 2010 la spesa per prestazioni sociali si attesta vicino al 19 p.c. del Pil, con un importo pro capite pari a 4.844 euro. AMPIE DIFFERENZE A livello territoriale, permangono ampie differenze, con spese per prestazioni pro capite più elevate nelle regioni settentrionali. Nello stesso anno sono state erogate 23,8 milioni di pensioni, mentre la spesa complessiva è IDEOLOGIE Va comunque detto che non ci sono preclusioni ideologiche rispetto alla previdenza complementare. Infatti, il 42 p.c. dei lavoratori considera il sistema previdenziale misto, fatto di pubblico (pensione di base) e privato (pensione complementare), come il più sicuro. Il 40 p.c. ritiene invece più affidabile il sistema pubblico, il 18 p.c. quello privato. La quota di lavoratori che vede nel sistema misto il modello più sicuro è maggiore tra gli autonomi (il 47 p.c.), piuttosto che tra gli impiegati pubblici (32 p.c.). Il sistema pubblico, spiega il Censis, è quello preferito dai dipendenti pubblici, mentre il privato puro trova l’accordo di una quota molto più elevata tra gli autonomi. SCARSA CONOSCENZA Ma la conoscenza della previdenza complementare è scarsa: sono 16 milioni i lavoratori che non hanno idea di come funzioni. Tra i motivi della scelta di non aderire alla previdenza complementare, prosegue l’indagine del Censis, il 41 p.c. dichiara di non poterselo permettere, il 28 p.c. non si fida di questi strumenti, il 19 p.c. si ritiene troppo giovane per pensare alla pensione, il 9 p.c. preferisce lasciare il Tfr in azienda. Particolarmente bassa è la fiducia dei lavoratori autonomi, tra i quali il 35 p.c. dichiara di non aderire perché non si fida degli strumenti di previdenza complementare, percentuale che scende al 26,5 p.c. tra i dipendenti pubblici e al 26,3 p.c. tra quelli privati. Oltre al fattore economico, quindi, la scarsa diffusione della previdenza complementare dipende dalle voragini informative e dalla ridotta fiducia nei soggetti che attualmente offrono gli strumenti di previdenza complementare. GARANTIRE IL LAVORO Comunque sia, secondo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, “per fare pensioni pubbliche e private adeguate ad una vecchiaia serena bisogna lavorare per il lavoro”. “Il risparmio – ha detto il ministro – nasce dal reddito, ma se questo è discontinuo e basso, penso ai giovani, sono convinta che la precarietà esista e vada combattuta, diventa un obiettivo difficile. La riforma del mercato del lavoro – ha proseguito il ministro – costituisce in questo senso un tassello importante perché in un’economia che torni a crescere noi vogliamo un lavoro maggiore in quantità e migliore in qualità. Questa è la premessa che oggi manca per lo sviluppo della previdenza integrativa”. Si riduce il potere d’acquisto Italiani sempre più pessimisti di circa 258,5 miliardi di euro. La spesa pensionistica è il 16,6 p.c. del Pil; la maggior parte delle prestazioni pensionistiche (46,9 p.c.) e della spesa erogata (50,5 p.c.) si concentra al Nord. Nel 2010, per la prima volta dal 2004, si è registrato un calo della quota di comuni italiani che hanno attivato almeno un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi integrativi/innovativi per l’infanzia (55,2 p.c.). Per questo servizio la disparità fra le Regioni è particolarmente ampia: si passa, infatti, dall’11,8 p.c. del Molise al 99,5 p.c. del Friuli Venezia Giulia. Nel 2010 la percentuale di bambini in età 0-2 anni che fruisce di servizi pubblici per l’infanzia raggiunge il 14 p.c., in aumento di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2004. La distribuzione dell’offerta pubblica di servizi sul territorio nazionale è molto disomogenea, con ampi divari fra il Centro-Nord (18,6 p.c.) e il Mezzogiorno (5,3 p.c.). ROMA – Ben il 48 p.c. degli italiani pensa di veder ridotto il proprio potere di acquisto nel 2013 contro il 34 p.c. dei cittadini europei, mentre solo l’8 p.c. pensa che la propria capacita di spesa migliorerà (contro il 19 p.c. degli europei). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’andamento del potere di acquisto previsto dalla Deloitte per il 2013 che evidenzia gli effetti del crollo al minimo dell’indice del clima di fiducia dei consumatori a gennaio 2013. Il calo di fiducia si riflette infatti sulle previsioni di allocazione della spesa dei consumatori italiani nel 2013 con il 74 p.c. degli intervistati che – sottolinea Coldiretti – dichiara di voler tagliare i prodotti di ab- bigliamento, il 72 p.c. le attivita’ di divertimento, il 71 p.c. la tecnologia e il 66 p.c. per le vacanze mentre solo il 51 p.c. e disposto a ridurre qualche spesa alimentare o per la salute (49 p.c.). L’ottimismo degli analisti economici con la discesa dello spread dei tassi non sembra trovare riscontro nelle famiglie italiane che prevedono un forte ridimensionamento dei consumi. Una evidente dimostrazione che i risultati ottenuti sul piano finanziario devono essere accompagnati – conclude Coldiretti – da interventi per aumentare il reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione per rompere la spirale negativa e sostenere la ripresa dell’economia. 8 economia&finanza Giovedì, 31 gennaio 2013 INIZIATIVE Un progetto di comunicazione legato al bilancio firmato Pirelli Il futuro in dieci parole L’ANALISI DELLA Prosegue il trend positivo di Tamas Nagy Sul mercato nazionale del capitale la scorsa settimana è trascorsa all’insegna della tranquillità, mentre gli indici di Borsa hanno nuovamente guadagnato. Il CROBEX ha chiuso la settimana a 1.902,25 punti (+0,90 per cento), mentre l’indice CROBEX10 a 1.067,62 punti (+1,49 per cento). Il volume di scambi regolare ammontava a 77,6 milioni di kune, ovvero in media 15,5 milioni di kune al giorno, in linea con l’andamento di gennaio. Il volume di scambi più significativo è quello realizzato dal titolo della Telecom croata (HT-R-A), 17,8 milioni, a fronte di un aumento del prezzo del titolo del 2,57 per cento a 219,02 kune. Buono anche il volume di scambi del titolo della Kutinska Petrokemija (PTKM-R-A) il cui prezzo è rimasto praticamente invariato a livello settimanale: 239 kune (+0,21 per cento), a fronte di scambi per 4,5 milioni. Tra gli altri titoli maggiormente scambiati da menzionare ancora il titolo privilegiato del Gruppo Adris (ADRS-P-A) che ha guadagnato il 3,82 per cento portandosi a 290,70 kune e l’azione dell’AD Plastika (ADPL-R-A), che ha guadagnato il 4,37 per cento, portandosi a 121,90 kune. Tra i titoli che hanno realizzato scambi per più di un milione di kune si distinguono quelle del Gruppo Thermes (IPKK-R-A) 14,87 p.c. (207,31 kune) e dell’Hidroelektra (HDEL-R-A) 11,13 p.c. (117,11 kune). Il principale perdente è la Dalekovod (DLKV-R-A) -5,50 p.c. (66,87 kune). La volatilità potrebbe rafforzare ulteriormente la prossima settimana tenuto conto che saranno pubblicati i primi resoconti annuali delle società quotate alla ZSE. Il prosieguo degli scambi dipenderà anche dai risultati che emergeranno da questi rapporti. A livello mondiale gli investitori non sono rimasti particolarmente impressionati dai risultati del quarto trimestre. Deludenti in particolare i risultati della Apple. Tenuto conto degli alti valori degli indici di Borsa è prevista prudenza tra gli investitori. MERCATO DEI CAMBI Euro, il vincitore della settimana di Ivan Slamić Quella scorsa è stata una settimana molto vivace sul mercato monetario internazionale. Al momento il sentiment degli investitori spinge a preferire investimenti a rischio. Si tratta di una diretta conseguenza dell’ottimismo che contraddistingue queste giornate e dell’opinione stando alla quale il peggio della crisi è da considerarsi superato. I più recenti dati relativi all’andamento delle principali economie europee continuano comunque a essere contradditori. Nonostante ciò a livello di Eurolandia si registra una lieve crescita dell’attività economica. La Francia si mantiene in zona rossa, ma questo fatto è mitigato dal miglioramento del clima in Germania. Gli indici dell’andamento dell’economia in Germania, pubblicati questa settimana, hanno sorpreso positivamente gli investitori. Tra le valute il vincitore è indubbiamente l’euro, che ha guadagnato portandosi a valori record. La moneta unica ha toccato infatti i valori più alti registrati da mesi, per non dire da anni nei confronti delle altre valute. Il cambio EUR/USD oscilla attorno a 1,3440. Al contempo il dollaro ha perso nei confronti della kuna e attualmente viene scambiato a 5,640. Sia l’euro sia la kuna hanno guadagnato anche nei confronti di CAD, SEK, AUD, NOK. A registrare un ribasso significativo è stato ancora una volta lo Yen giapponese e la Bank of Japan (BoJ) ha annunciato dei cambiamenti per quanto attiene alla politica monetaria. Il tasso di infalzione accettabile è stato alzato al 2.00 p.c. ed è stato annunciato il varo di un programma di acquisti illimitati di titoli di Stato, il tutto al fine di contribuire al miglioramento del clima. Lo JPY combatte già da anni la deflazione e un basso tasso di crescita, la riduzione del valore dello JPY gioca a favore degli esportatori e dell’economia prevalentemente orientata all’export. Lo JPY è una “valuta sicura” e quindi guadagna in valore quando la situazione economica è incerta, mentre perde quando si torna in fase di ottimismo. Anche l’altra “valuta rifugio, il franco svizzero sta registrando un deprezzamento. Si tratta della conseguenza di una decisione presa dalle principali banche d’affari elvetiche, che hanno iniziato a praticare tassi d’interesse negativi sui conti dei non residenti e degli investitori istituzionali. Il valore del CHF è passato, nei confronti della kuna, da 6,260 a 6,100. Sul mercato interbancario nazionale il cambio EUR/HRK si è mantenuto molto stabile, oscillava tra 7,570 e 7,590. Un valore così alto è dovuto a una forte richiesta di euro da parte degli investitori esteri e del settore corporate. Per il momento la Banca centrale (HNB) non è intervenuta, ma nel caso la tendenza prosegua questo non può essere escluso. D ieci parole, quelle che per gli studenti universitari esprimono i valori più significativi per il loro futuro. È il progetto di comunicazione legato al bilancio Pirelli 2012, che invita gli studenti di varie università internazionali a “immaginare” il domani chiedendo di indicare tramite la Rete (www.pirelli.com/corporate/en/default. html e www.facebook.com/Pirelli/ app_434184549977354), la parola che a loro giudizio coglie meglio la caratteristica o l’elemento che vorrebbero contasse di più negli anni a venire. Le parole, accompagnate dai testi che ne motivano la scelta, saranno selezionate e inviate a una giuria che individuerà le dieci più rappresentative. I termini scelti, con le riflessioni proposte dagli studenti, saranno pubblicati nei volumi del bilancio 2012 di Pirelli e interpretati dalla matita di Liza Donnelly, una delle disegnatrici più celebri, graffianti e raffinate del New Yorker. FORMAZIONE Ai dieci “autori”, Pirelli offrirà un’esperienza di formazione retribuita di due mesi presso l’headquarter di Milano, dove hanno sede il principale centro di ricerca e sviluppo del gruppo, la fondazione Pirelli, che raccoglie e diffonde il patrimonio storico e la cultura di impresa della società, e l’Hangar Bicocca, spazio dedicato alla produzione, esposizione e promozione dell’arte contemporanea. La giuria che selezionerà il materiale è composta da Bina Agarwal, docente di Economia presso l’Università di Manchester e presidente della “International Society for Ecological Eco- nomics”, Thomas Goetz, divulgatore di temi scientifici e a lungo direttore della rivista Wired, Steve McCurry, fotogiornalista e autore dell’edizione 2013 del Calendario Pirelli, Carlo Ratti, direttore del MIT Senseable City Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Giuseppe Tornatore, regista, produttore e sceneggiatore cinematografico e Sebastian Vettel, pilota di Formula Uno tre volte campione del mondo. SPAZIO DI RIFLESSIONE Dopo le illustrazioni di Stefan Glerum, il giovane disegnatore olandese che aveva “animato” l’edizione del 2011 insieme ai testi di H. M. Enzensberger, G. Martinez, W. L. Heat-Moon e J. Cercas, il bilancio Pirelli proporrà quest’anno un altro “racconto”, parallelo a quello più tipicamente industriale e finanziario. Sara’ uno spazio di riflessione basato sugli stimoli che stanno già arrivando dai ragazzi: “Empathy”, “Loyalty”, “Cre- ativity”, “Diversity”, “Humility”, “Courage”, “Imagination” sono alcune tra le centinaia di proposte inviate finora e che offriranno uno spaccato originale, in un luogo insolito quale è un bilancio aziendale, di come i giovani guardano al futuro. Sono molte le università che hanno già aderito all’iniziativa: Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università degli Studi di Milano, Università di Bologna, LUISS Guido Carli (Italia), ESCP Europe, Groupe ESC Dijon Bourgogne, SKEMA Business School, Reims Management School (Francia), German University in Cairo (Egitto), Bogazici University, Istanbul Technical University (Turchia), The University of Edinburgh, University of Cambridge (UK), University of Craiova, University POLITEHNICA of Bucharest (Romania), Universidad De La Salle Baji’o (Messico), McGill University (Canada). La sceglie un italiano su quattro Prestiti, largo all’assicurazione Di fronte ad una crisi economica sempre più forte, le paure degli italiani aumentano: così, chi ha bisogno di chiedere un prestito decide di proteggersi, anche a costo di spendere di più. Il broker online Prestiti. it ha preso in esame 30.000 preventivi di finanziamento compilati nel corso del 2012, evidenziando che, nel 26 p.c. dei casi, le richieste includevano anche un’assicurazione sul prestito. “La copertura assicurativa del credito – ha dichiarato Lorenzo Bacca, responsabile business unit Prestiti.it – è una forma di tutela che le banche offrono al titolare del finanziamento nel caso in cui non fosse in grado di sostenere il pagamento delle rate e che, al contempo, offre maggiori garanzie agli istituti finanziatori. In caso di insolvenza, ad esempio per perdita del lavoro, malattia, infortunio o decesso, è l’assicurazione che interviene, evitando che si interrompa il pagamento delle rate. Ovviamente, tutto secondo le clausole del contratto stipulato”. DI CASO IN CASO La cifra media di un prestito “assicurato” – si legge in una nota – è di circa 10.000 euro, da rimborsare in cinque anni. Non tutti i finanziamenti, però, meritano la stessa attenzione: quelli per cui si è più prudenti sono quelli che implicano un impegno maggiore in termini di durata, tant’è che sotto i 36 mesi la richiesta di copertura è inferiore al 23 p.c. Questo accade perché la paura maggiore è quella di un improvviso peggioramento della propria situazione finanziaria nel corso degli anni di durata del finanziamento. Per quanto riguarda le finalità, a vedere un maggior ricorso ad una polizza di copertura del credito sono quelle che implicano un investimento emotivo, oltre che finanziario: su tutte spiccano i prestiti per arredamento (31,7 p.c.), quelli per matrimoni e cerimonie (29,9 p.c.) e quelli per la ristrutturazione della casa (28,6 p.c.). ONERE AGGIUNTIVO Ma cosa implica la sottoscrizione di una copertura assicurativa? Parliamo, evidentemente, di un onere aggiuntivo per i clienti, che modifica la somma totale del finanziamento richiesto e l’ammontare della singola rata. L’incremento mensile varia da banca a banca e tiene in considerazione durata, somma richiesta ed età anagrafica del cliente. Per un prestito di 10.000 euro da restituire il 60 mesi e finalizzato alla ristrutturazione di un immobile, ad esempio, l’incremento medio mensile è di appena 4 euro. “La CPI, ovvero Credit Protection Insurance – continua Bacca – è obbligatoria per legge solo nel caso in cui si faccia ricorso alla cessione del quinto; negli altri casi, la scelta di tutelarsi è lasciata al cliente. Va detto, tuttavia, che spesso l’incremento che questa implica sulla rata mensile può rappresentare un paracadute in caso di incidente che vale la pena prendere in considerazione”. Anno VIII / n. 290 del 31 gennaio 2013 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: ECONOMIA & FINANZA [email protected] Redattore esecutivo: Christiana Babić / Impaginazione: Teo Superina Collaboratori: Krsto Babić, Mauro Bernes - Foto: Goran Žiković, Ivor Hreljanović, Pixsell e archivio