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Austerità, ma senza esagerare

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Austerità, ma senza esagerare
del popolo
Crescita e occupazione a firma UE
Rilancio dell’occupazione, politiche comunitarie a sostegno degli obiettivi economici e finanziari degli stati membri, austerità e crescita. L’Unione europea discute del
suo futuro economico con i rappresentanti
dei Parlamenti nazionali dei ventisette Paesi
UE. Martedì e ieri il Parlamento europeo ha
ospitato a Bruxelles “la settimana parlamentare europea sul semestre europeo”, che ha
visto impegnate le tre istituzioni comunitarie e cento parlamentari provenienti da tutta
l’UE per definire, anche a ridosso della riunione del Consiglio europeo sul nuovo quadro finanziario pluriennale dell’UE, le strategie di rilancio e di spesa dell’Unione europea ciascuno secondo le proprie competenze
e le proprie responsabilità.
Le commissioni Problemi economici,
Bilancio e Lavoro per l’occasione si sono riunite in seduta comune. Tra i temi affrontati il ruolo del budget comunitario per il raggiungimento degli obiettivi dei Paesi membri, la sussidiarietà necessaria per il percorso
di ripresa, come bilanciare le esigenze di austerità con quelle relative alla crescita, come
favorire l’occupazione giovanile. Hanno
partecipato, tra gli altri, i presidenti di Parlamento europeo (Martin Schulz), Consiglio
Ue (Herman Van Rompuy) e Commissione
europea (José Manuel Barroso), e i commissari europei per gli Affari economici e monetari (Olli Rehn) per la Programmazione
finanziaria e bilancio (Janusz Lewandowski), e per l’Occupazione e gli Affari sociali
(Laszlo Andor). Ha partecipato anche Peter
Praet, membro del comitato esecutivo della
Banca centrale europea.
AUSTERITÀ E RIGORE “Il Parlamento europeo, già da tre anni a tutt’oggi, ha messo in guardia i governi dell’Europa contro una politica orientata unicamente all’austerità e al rigore”, ha detto il
presidente del Parlamento europeo, Martin
Schulz nei giorni scorsi, intervenendo alla
conferenza di programma della Cgil. Ha
poi sottolineato che “è necessario risanare
i bilanci, non fosse altro che per il rispetto della giustizia generazionale, ma senza
investimenti sull’occupazione e la crescita,
questa è una politica distruttrice”. Secondo
Schulz “non è necessario essere economisti
per capire che, se l’economia di un Paese
non cresce, anche tagliando la spesa pubblica sarà molto difficile ridurre il debito.
Malgrado quest’evidenza, i governi europei hanno creduto che i programmi di austerità fossero la giusta punizione per i peccati del passato e che, taglio dopo taglio, la
fiducia dei mercati e la competitività ritorneranno: ma la realtà – ha affermato – davanti ai nostri occhi ci mostra che queste
ricette non funzionano!”.
OCCUPAZIONE DIGNITOSA “La
soluzione alla crisi – ha proseguito Schulz –
è creare occupazione dignitosa e sostenibile.
Soltanto così potremo restituire speranza. Il
lavoro è la realizzazione dell’individuo nella
società. Come tale, esso è sinonimo di stabilità, di libertà interiore e di dignità. In questo
quadro – ha spiegato – il ruolo dei sindacati
è essenziale. Chi vede i sindacati come elemento accessorio o come elemento di disturbo, non capisce il loro contributo a favore
della coesione sociale. I sindacati non sono
una ‘lobby’, una rappresentanza di interessi come le altre: essi difendono un diritto
fondamentale, il lavoro. La loro assunzione
di responsabilità verso i lavoratori e anche
verso chi il lavoro non ce l’ha è ancor più
preziosa in un periodo di crisi”. Per Schulz
“quando austerità e sacrifici colpiscono i più
deboli, quelli che più degli altri hanno bisogno di uno stato sociale forte, è allora che i
sindacati danno loro una voce”.
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Settimana parlamentare a Bruxelles
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IL PUNTO
di Christiana Babić
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290 • Giovedì, 31 gen
Austerità, ma senza esagerare
Austerità, ma che brutta eco. Già a pensarci una parte del sorriso inevitabilmente si cancella. “Austerità s. f. [dal lat. austerĭtas -atis; nel sign. 2, è un calco
dell’ingl. austerity (v.)]. – 1. L’essere austero, qualità di ciò che è austero: uomo
di grande a.; a. di vita, di costumi; a. di un ambiente, di un complesso architettonico; meno com., a. del clima, della stagione. Riferito al vino, sapore lievemente
aspro e astringente: il vin vecchio, perdendo la dolcezza, acquista quella forza piena d’a. (T. Tasso).
2. Regime economico-politico di risparmio nelle spese statali e di limitazione
dei consumi privati, imposto dal governo al fine di superare una crisi economica”.
Così sul vocabolario on line della Treccani. Ma non è che non piaccia soltanto a
noi, che potrebbe anche non significare molto. Non piace nemmeno agli esperti. E
questo dovrebbe far pensare. Ma vediamo che cosa dicono: “Non mi piace la parola austerità – ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi –, ma deve essere
chiaro che non ci possono essere crescita ed equità senza intervenire per ridurre
l’indebitamento. La domanda è come conciliare il risanamento (dei conti pubblici, ndr) e gli effetti di contrazione sull’economia”. Nemmeno il capo economista
del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, sembra essere un fan del
concetto. “Non siamo mai stati strenui difensori dell’austerità. Fin dall’inizio abbiamo sottolineato che il consolidamento fiscale deve essere lento e costante”, ha
dichiarato Blanchard, affermando che il governo del primo ministro britannico
David Cameron dovrebbe rivedere e temperare il suo programma di austerità imposto al Paese.
E anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde
suggerisce: “Sarebbe meglio che i Paesi europei lavorassero collettivamente e non
procedessero alla maniera di una marcia forzata per quanto riguarda la sostenibilità dei debiti pubblici dei Paesi dell’eurozona e il mantenimento della loro credibilità”. In altre parole: l’Europa è invitata a prendersi “un po’ più di tempo perché la Francia non dovrebbe andare da sola, la Spagna non dovrebbe andare da
sola e la Grecia non dovrebbe andare da sola dicendo ‘Io andrò più lentamente di
voi’”.
2 economia&finanza
Giovedì, 31 gennaio 2013
Si torna a parlare di privatizzazione dell’azienda che produce concimi artificiali
Petrokemija, sempre al limite
L
a privatizzazione della Petrokemija è nuovamente il pomo
della discordia all’interno della
coalizione di centrosinistra “Kukuriku”. Ivan Vrdoljak, il quale ha preso
il posto di Radimir Čačić a capo del
ministero dell’Economia, afferma
che la privatizzazione della Petrokemija non è attualmente al centro dei
suoi interessi, ma Mladen Pejnović,
direttore dell’Ufficio nazionale per la
gestione del patrimonio dello Stato e
persona di fiducia del premier Zoran
Milanović, non esclude che la Petrokemija possa essere privatizzata.
“Oggi nessuno prende in considerazione la privatizzazione della Petrokemija, però siamo molto concentrati sul futuro di questa
azienda, che non può e non deve
essere rappresentato dai 180 milioni di kune di debito registrati l’anno
scorso”, ribadisce Vrdoljak, il quale
aggiunge di non aver sentito parlare dell’idea di privatizzare la Petrokemija “nemmeno in discorsi ufficiosi. L’azienda di Kutina, in questo
momento, non è al centro dell’agenda del governo, però dobbiamo assolutamente studiare un modo per
rimettere i conti in ordine e per evitare l’accumulo dei debiti”. In questo senso, Vrdoljak sottolinea che il
governo presterà particolare attenzione alla tutela dei posti di lavoro e
agli interessi dei dipendenti.
Mladen Pejnović, invece, afferma che il problema principale è rappresentato dal gas, che la Petrokemija paga all’INA a un prezzo del
30 per cento superiore a quello praticato sul mercato. Inoltre, i debi-
ti sono causati anche dalla lentezza del processo di ristrutturazione
e dalla situazione sul mercato. “Anche se i mass media spingono in
primo piano la privatizzazione o la
vendita della Petrokemija, ciò non
rappresenta assolutamente la nostra
idea principale o almeno l’unica opzione”, prosegue Pejnović. “Tutto, quindi anche la privatizzazione,
deve sottostare alle necessità di ristrutturazione della Petrokemija,
con lo scopo di essere concorrenziali sul mercato, ossia di operare
con profitto e di mantenere i posti
di lavoro”.
Va ricordato che i rumors sulla privatizzazione della Petrokemija sono iniziati quando lo stesso Pejnović ha rilasciato un’intervista al periodico “Lider”, in cui ha
affermato che l’azienda sarà privatizzata nel corso di quest’anno.
“Se e quando si dovesse giungere
alla privatizzazione, non sarà certamente Pejnović a renderla nota”,
precisano fonti interne al ministero
dell’Economia. Però, l’intervista di
Pejnović ha sicuramente allarmato
i dipendenti e il sindacato, e perciò
è stato nuovamente attivato il Comando per la difesa della Petrokemija. “Il motivo principale di questa decisione è l’ennesimo tentativo di privatizzare la Petrokemija”,
si legge nella nota emessa da Kutina. Željko Klaus, fiduciario del
sindacato EKN (energetica, chimica e non metalli) presso la Petrokemija ha dichiarato al “Poslovni dnevnik”, che i debiti dell’anno
scorso sono stati causati principal-
Il governo croato ha annunciato la possibilità di privatizzare l’azienda di Kutina
mente dal prezzo del 30 per cento
più alto rispetto a quello vigente
sul mercato che l’INA ha addebitato all’azienda di Kutina. “La Petrokemija offre attualmente lavoro
a 2.298 persone e produce all’anno circa 1,25 milioni di tonnellate
di concimi – precisa Klaus -. Il costo dei lavoratori, il cui stipendio
in media ammonta a 5.100 kune al
netto, rappresenta a livello annuo
il 6,8 per cento dei costi d’esercizio dell’azienda, mentre il prezzo
del gas il 58 per cento”. Questi dati
corrispondono a quelli del rapporto della Petrokemija per il 2011,
quando i costi delle materie prima ammontavano al 77,6 per cento dei costi d’esercizio complessivi, mentre quello della forza lavoro
raggiungeva l’8,1 per cento.
“La Petrokemija non deve essere privatizzata e nemmeno si deve
diminuire il numero degli impiegati”, avverte Klaus, il quale aggiunge che l’azienda, a partire dal 2014,
avrà libero accesso al mercato del
gas dell’Ue, ossia svolgerà la propria
attività alle stesse condizioni della
concorrenza, e appena in quel momento “si comprenderebbe che attuare ora la privatizzazione sarebbe
un grosso errore”.
I rumors sulla possibile privatizzazione della Petrokemija hanno fatto salire il prezzo delle azioni
dell’azienda alla Borsa di Zagabria,
ma dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia, gli investitori hanno raffreddato il loro interesse
e hanno iniziato a vendere le azioni
dell’azienda.
I ricavi dei primi 20 club calcistici in Europa nella stagione 2011/12
Money League, il Real Madrid su tutti
I ricavi dei primi 20 club calcistici in Europa nella stagione 2011/12
sono cresciuti del 10% raggiungendo, a dispetto della crisi, la cifra record di 4,8 miliardi di euro. Il dato
emerge dalla sedicesima edizione
dello studio “Football Money League 2013” pubblicato da Deloitte.
Rispetto alla prima edizione della ri-
cerca Deloitte (stagione 1996/97), i
ricavi complessivi generati dai primi 20 club al mondo sono quadruplicati. Oggi le Top 20 rappresentano circa il 20 p.c. del totale dei ricavi
dell’industria del calcio, a conferma
della polarizzazione che caratterizza
il settore. Tra i risultati salienti del
report si segnala il primato del Real
Madrid che supera quota 500 milioni di ricavi in un anno, il boom degli incassi del Manchester City (+68
p.c.) che entra per la prima volta nella Top 10.
L’analisi “Football Money League 2012” realizzata da Deloitte
prende in considerazione i dati relativi alla stagione 2011/2012, esclu-
Milan, Juve, Inter, Roma e Napoli ai vertici
I club italiani cercano di resistere
Sono cinque i club italiani che resistono nella
Top20 della classifica Deloitte 2013. Il Milan si conferma primo club italiano, all’ottavo posto totale, con
ricavi pari a 256,9 milioni di euro, tornando a crescere (+9 p.c.) dopo il decremento del 3,7 p.c. rispetto
alla stagione 2009/10. Dopo quasi dieci anni di assenza, la Juventus che ha dominato il campionato
italiano della stagione 2011/12, torna nella Top 10.
Le performance in campo, spiega Deloitte, sono state
accompagnate da un’impressionante performance finanziaria (il fatturato con 195,4 milioni ha registrato
un incremento del 27 p.c.) grazie soprattutto allo Juventus Stadium, che ha consentito ai Bianconeri di
incrementare i ricavi da stadio del 174 p.c. rispetto
alla stagione precedente. Il nuovo sponsor sulla maglia della stagione in corso, il dominio in Serie A e la
partecipazione alla fase finale della Champions League consentiranno alla Juventus di restare tra le grandi d’Europa.
Il Napoli entrato per la prima volta nella prestigiosa classifica europea lo scorso anno conferma l’ascesa tra i grandi club calcistici, scalando la classifica e
raggiungendo la quindicesima posizione nella Top
20. La vittoria della Coppa Italia e la partecipazione
alla scorsa edizione della Champions League hanno
avuto impatti positivi sui ricavi del club (+29 p.c.).
Sul fronte milanese, l’Inter (185,9 milioni) scende al
dodicesimo posto e la Roma in diciannovesima posizione a causa di una contrazione dei ricavi.
La squadra che ha registrato il maggior calo dei
ricavi è la Roma con un -19 p.c. rispetto alla stagione precedente. Come spiegano gli esperti di Deloitte
le maggiori cause sono da imputare ai pessimi risultati ottenuti sul campo, soprattutto l’uscita dall’Europa League, che ha significato per il club minori premi
dalla Uefa. La settima posizione in Serie A e di conseguenza la mancata qualificazione alle competizioni
europee non consentiranno al club di beneficiare di
tali premi anche per la stagione 2012/13.
Nel dettaglio il Milan registra (qui parliamo del
bilancio chiuso al 31 dicembre 2011) incassi dal botteghino per 33,8 milioni, da sponsor/merchandising
per 96,8 e da diritti tv per 126,3. Per la Juventus la ripartizione è: 73 milioni dai ricavi commerciali; 90,6
dai diritti tv e 31,8 dai matchday. L’Inter ha ottenuto invece 112,4 milioni dai diritti televisivi, 50,3 dagli sponsor e 23,2 dal botteghino. Il giro d’affari del
Napoli è stato determinato per 38 milioni dal settore
commerciale, 85,8 dai diritti tv (italiani ed europei) e
24,6 dallo stadio. Infine, la Roma ha registrato introiti
per 64,4 dalle tv, 36,8 da sponsor e merchandising e
14,7 dal botteghino.
Cristiano Ronaldo, il fiore all’occhiello del Real Madrid
sia calcisticamente che economicamente
dendo le plusvalenze da calciomercato. Tra i Top 20 l’Inghilterra è rappresentata da sette club, l’Italia da
cinque, la Germania da quattro, la
Spagna e la Francia da due club.
Per il quinto anno consecutivo,
la classifica Money League al vertice è rimasta invariata: il Real Madrid
si conferma, sulla base dei ricavi, il
club calcistico più grande del mondo per l’ottavo anno consecutivo. I
ricavi del Real hanno superato i 500
milioni di euro registrando un incremento del 7 p.c. rispetto alla stagione
precedente. Secondo l’analisi di Deloitte il contratto pluriennale per la
sponsorizzazione della maglia, i diritti televisivi con Mediapro e la potenza del brand riconosciuto in tutto
il mondo garantirà alle “Merengues”
il primato in classifica anche per i
prossimi anni. Il Barcellona con 483
milioni e una crescita del 7 p.c. consolida il secondo posto nel mondo.
Il Manchester United invece si conferma il primo club inglese sfioran-
do i 400 milioni di ricavi. La vittoria
della Champions League 2011/12 ha
fruttato al Chelsea circa 60 milioni
dalla distribuzione Uefa, consentendo al club londinese di ridurre il gap
con il Bayern Monaco 368,4 milioni, attualmente quarto nella Top 20 e
primo club tedesco in classifica.
Il miglioramento più consistente
lo ha realizzato il Manchester City
che, guadagnando ben cinque posti, dal 12° al 7° posto, ha conquistato per la prima volta un posto nella
Top 10. Il Manchester City è il club
che ha generato l’incremento di fatturato più alto di tutti i tempi, raggiungendo i 285,6 milioni di euro,
con un incremento di ben 116 milioni (+68 p.c.). Inoltre, per gli analisti
di Deloitte, l’accordo decennale con
Etihad e i nuovi contratti commerciali con Hugo Boss e Nike consentiranno al club di far parte della Top
10 anche il prossimo anno, nonostante l’eliminazione dalle competizioni europee.
economia&finanza 3
Giovedì, 31 gennaio 2013
SONDAGGIO Per i cittadini il problema prioritario è la disoccupazione
Prima il lavoro poi l’UE
T
enuto conto della situazione congiunturale e dell’andamento dell’economia è
molto difficile affermare quale dovrebbe essere in questo momento la priorità strategica del governo croato. Nonostante ciò il portale
MojPosao ha deciso di provarci e
nel tentativo di trovare una risposta quanto più condivisa dai cittadini croati ha realizzato un sondaggio su un campione di oltre 500 intervistati. La maggior parte degli
interpellati (40 per cento) ritiene
che il governo presieduto da Zoran
Milanović dovrebbe concentrarsi innazitutto sulla riduzione della
disoccupazione perché, affermano,
“senza l’apertura di nuovi posti di
lavoro non può esserci uno sviluppo degli altri aspetti del comparto
economico”. “Se il numero di disoccupati fosse minore sarebbe
molto meglio. È insostenibile una
situazione che vede ben quattro
pensionati su una persona in rapporto di lavoro”, ha detto uno degli
intervistati, al quale si è riallacciato
un altro affermando: “È una vergogna che non si riesca a trovare una
soluzione per il mercato del lavoro.
La Croazia ha pochi cittadini e si
potrebbe vivere benissimo”.
EVITARE GLI ABUSI In
tema di occupazione e di ingresso
nel mondo del lavoro molti intervistati hanno sollevato il problema
delle “raccomandazioni”, indicando che “ci sono molti giovani che
desiderano lavorare, ma non viene data loro l’occasione. E così fi-
nisce che fanno le valigie e vanno
alla ricerca di un lavoro all’estero”.
Sempre in fatto di giovani e accesso al lavoro, poi, diversi ritengono
che sia necessario porre un limite al
periodo di volontariato, ma anche
all’impiego di studenti attraverso le
agenzie specializzate.
INVESTIMENTI Il 27 per
cento degli intervistati ritiene invece che il governo dovrebbe concentrarsi innanzitutto sulle formule capaci di incentivare gli investimenti.
“Solo nuovi investimenti possono
creare nuovi posti di lavoro”, affermano. Inoltre, “le aziende operanti
in Croazia sono talmente pressate
dal sistema fiscale che non hanno
alcuna possibilità di procedere con
nuove assunzioni”. E per risolvere
lo stallo, a detta di un intervistato,
sarebbe opportuno prevedere tutta una serie di misure: le zone economiche e l’esonero dalle tasse nei
primi cinque anni di attività.
BUROCRAZIA Per il 25 per
cento degli intervistati la priorità
dovrebbe essere la revisione delle procedure burocratiche, perché
quelle attuali sono troppo care e
soprattutto troppo lente. Inoltre,
anche le dimensioni dell’apparato
burocratico appaiono esagerate se
rapportate al territorio e al numero
di abitanti. “Ci sono troppe agenzie inutili e ministeri mastodontici.
Inoltre, bisognerebbe ridurre il numero dei Comuni e dei funzionari
che vi lavorano. Tutto questo perché non c’è investimento che possa assicurare i mezzi necessari per
il versamento degli stipendi per un
numero così grande di dipendenti
pubblici impiegati nel settore amministrativo”. E secondo alcuni un
primo passo per arrivare alla tanto
auspicata sburocratizzazione sarebbe quello di “ridurre le inutili ripetizioni e l’accumulo della documentazione”.
STRATEGIA
NAZIONALE Ancora, richiesti di indicare la priorità sulla quale dovrebbe
concentrarsi l’Esecutivo il quattro per cento degli interpellati ha
citato la realizzazione di una strategia nazionale, la modifica della
Legge sulla Banca centrale croata
(HNB), la posticipazione dell’ingresso nell’Unione europea, lo sviluppo del settore agrario e la limitazione delle importazioni. Infine,
soltanto il tre per cento degli interpellati ritiene che il governo debba
concentrarsi sull’allineamento con
le normative europee a tutti i livelli. Soltanto quando avremo le stesse leggi gli investimenti europei
diventeranno comprensibili anche
per noi. Fino ad allora continueremo a sfruttare soltanto una piccola
parte dei fondi a disposizione”, ha
commentato un intervistato, mentre un altro ha concluso: “È ovvio,
prima bisogna creare una base normativa e poi vanno stabilite le priorità”.
Conferenza HR Days il 14 e 15 marzo
Un premio della TripAdvisor all’albergo di Abbazia
Quattro temi di attualità relativi alla gestione delle risorse umane, rinomati relatori e lo
sguardo volto alle sfide dell’ingresso nell’Unione europea: questo e tanto altro ancora contraddistinguerà la conferenza HR Days
che il portale MojPosao e la società SELECTIO organizzano
all’albergo Lone di Rovigno il 14
e 15marzo. Ad aprire la due giorni intitolata “HR come vettore di
cambiamenti” sarà il ministro del
Lavoro e della Previdenza sociale, Mirando Mrsić. Il programma
prevede numerose conferenze, tavole rotonde e workshop, appuntamenti nel corso dei quali i partecipanti potranno scambiare opinioni con gli esperti del settore.
I quattro temi di attualità che
saranno affrontati in quell’occasione sono: la ristrutturazione, il
cambiamento della cultura aziendale, il riassetto del management
e la partnership tra i manager
croati. L’intervento del ministro Mrsić sarà invece incentrato
sui cambiamenti che attendono
il mercato del lavoro dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. In questo contesto il
ministro ha anticipato: “Le condizioni sul mercato del lavoro
sono già cambiate in modo significativo negli anni scorsi, in parte come conseguenza della crisi economica che ha determinato una riduzione della domanda
di forza lavoro. Oggi il posto di
lavoro fisso diventa sempre più
una categoria che appartiene al
passato, mentre si amplia sempre più il circolo dei lavoratori
TripAdvisor, il più grande consulente online per il settore viaggi
ha pubblicato che l’albergo Ambasador di Abbazia ha vinto il premio
annuale “Top 25 alberghi di lusso
in Croazia” per il 2013. Il premio
viene assegnato in base alle indicazioni dei turisti e dei viaggiatori
che esprimendo opinioni e impressioni scelgono i migliori alberghi
al mondo.
Il premio assegnato in base alle
opinioni dei viaggiatori e dei turisti “Travellers’ Choice awards”
viene assegnato da unici anni ai
migliori alberghi al mondo. A differenza degli altri premi i vincitori del “Travellers’ Choice awards”
della TripAdvisor vengono scelti
in base a milioni di impressioni e
opinioni espresse direttamente da
clienti.
“TripAdvisor è molto felice di
poter assegnare un riconoscimento ai migliori alberghi al mondo, e
di poterlo fare grazie al contributo dato da oltre 75 milioni di viaggiatori nel mondo”, ha dichiarato
Christine Petersen, presidente del
settore TripAdvisor for Business.”
In tutte le categorie, da quella ‘value for money’ fino ai migliori alberghi di lusso, le caratteristiche
dei vincitori del premio “Travellers’ Choice awards” sono un servizio eccellente, il valore dello
stesso e la sua qualità”, ha aggiunto Christine Petersen.
Per l’albergo Ambasador si
tratta del secondo premio assegnato dalla TripAdvisor. Nel 2012
l’albergo aveva ottenuto il Certificate of Excellence. Grande soddisfazione è stata espressa dalla
PR e risorse umane a Rovigno
autonomi. Tutti i protagonisti del
mondo del lavoro, non soltanto
i disoccupati, devono fare tutto
il possibile per diventare quanto
più competitivi. È fondamentale
investire nella propria formazione perché è questo l’unico strumento che può contribuire a trovare e/o mantenere il posto di lavoro. Il ministero del Lavoro e
della Previdenza sociale ha sviluppato le Misure di politica occupazionale attiva perché ritiene
che sia importante che sia il datore di lavoro sia la persona alla
ricerca di un’occupazione abbiano a disposizione tutte le informazioni necessarie”.
Tra gli esperti che interverranno alla conferenza in programma
a Rovigno figurano: Marek Mos,
HR Manager CEE & MENA, Google; Sue Mathews, Senior Lecturer, Oxford Brookes University; Dr. Ian Sutherland, Executive
PhD Director and Deputy Dean
for Research, IEDC – Bled School of Management; Tanya Šplajt
Brainović, direttrice del Reparto
risorse umane per la Croazia e la
Bosnia ed Erzegovina della CocaCola HBC Croazia, Mojca Domiter, direttrice esecutiva per le
risorse umane, Gruppo Atlantic.
L’elenco di tutti i relatori è disponibile sul sito www.HRDays.net.
La conferenza è organizzata con
il contributo degli sponsor: Infoart, Učilište Algebra, VIP, Japan
Tobacco International e IEDC
– Bled School of Management.
Partner per la Serbia è MojTim.
com, sponsor mediatici sono tportal, Lider e Posao.ba.
Albergo Ambasador, top del lusso
direttrice dell’Ambasador, Jelena Papeša. “È il secondo riconoscimento che la TripAdvisor ci assegna nell’arco di un anno. Ciò
rappresenta un importante elogio
e una grossa motivazione per tutto lo staff. Siamo felici che i nostri ospiti abbiano riconosciuto il
nostro impegno volto a innalzare
ulteriormente la qualità dei nostri
servizi”, ha dichiarato.
L’albergo Ambasador è una
delle strutture leader ad Abbazia,
che opera nell’ambito della Liburnia Riviera Hoteli, la più grande
società alberghiera nel Quarnero. Nel 2012 è stata nominata la
nuova direzione guidata da Jelena
Papeša. Quell’anno stesso è sta-
to avviato un ciclo di investimenti nell’albergo Ambasador e nella villa Ambasador. Ad oggi sono
stati ristrutturati il decimo (ultimo) piano dell’albergo, che è divenuto così il cosiddetto executive
floor, l’area piscina e il ristorante
all’aperto Hortenzija, il giardino
interno dotato di vasche whirpool
nella villa Ambasador e sono stati fatti significativi miglioramenti
per quanto attiene all’offerta enogastronomica e in generale all’offerta dell’albergo. Gli investimenti proseguiranno anche nel 2013.
Sono pianificate la ristrutturazione
delle altre stanze e nuovi miglioramenti volti all’ulteriore innalzamento della qualità dell’offerta.
4 economia&finanza
Giovedì, 31 gennaio 2013
MERCATI Si ragiona sulle scelte fiscali per dare sostenibilità ai conti pubblici
L’America, salvare la tripla A
C
omprare oro? Comprare
euro? Oppure la sterlina?
Niente di tutto ciò! Gli analisti consigliano: comprare tempo.
Questa sembra l’attività preferita e
questa volta i protagonisti sono gli
americani. Il fatto che la Camera
abbia approvato la misura per rimandare fino al prossimo maggio le decisioni sul tetto del debito (sospeso fino ad allora) ha fatto
sì che Fitch, una delle tre agenzie
di rating in grado di influenzare il
mercato, abbia dichiarato di non
voler più procedere ad eventuali tagli di merito di credito. Il Senato ha confermato di voler procedere al più resto all’approvazione del provvedimento e questo ha
convinto l’agenzia a muoversi in
questa direzione. È chiaro che, affermano gli analisti, nel momento
in cui non dovesse essere trovato
un accordo credibile nel medio periodo l’outlook, attualmente negativo, potrebbe portare ad un downgrade ma, se durante questi mesi si
ragionerà in maniera concerta sulle scelte fiscali in grado di dare sostenibilità ai conti pubblici, l’outlook potrebbe passare da negativo
a stabile, andando a togliere questa spada di Damocle dalla testa di
Obama e Bernanke.
AUMENTI DI VOLATILITÀ I mercati, stando al parere degli analisti, hanno già cominciato
a scontare questa risoluzione della
vicenda, ma ci sarà spazio per aumenti di volatilità che ultimamente arrivano nel momento in cui
una castagna viene tolta dal fuoco.
In questo caso, il sì del Senato potrebbe dare un boost al sentiment
degli investitori, che rimane, nel
breve periodo, in prevalenza prorischio. I tentativi di discesa visti
nei giorni scorsi sull’indice americano S&P500 non sono andati a
buon fine, così come sul Nasdaq,
dopo la discesa di settimana scorsa siamo ancora sopra 2,700 (formando minimi leggermente crescenti), mentre sul Dow Jones il
trend parla da solo.
MATERIE PRIME Sul fronte
materie prime il petrolio ha tentato
di rompere i supporti posti intorno
a 95.50 per poi tornare prepotentemente verso le resistenze di 97.00,
mentre l’oro ha corretto lievemente a rialzo andando a toccare quota 1,660.00 ma qui, lo sappiamo,
ci troviamo di fronte ad un movimento di impostazione tecnica di
medio periodo (sul forum potete vedere il perché). La pubblicazione degli ordini di beni durevoli americani, pur battendo di gran
lunga le attese degli analisti (4.6
p.c. vs un consensus di +2.0 p.c.)
non sono stati in grado di muovere
i mercati in maniera significativa e
questo ci conferma come le attese
degli investitori siano concentrate
sul fattore primario indicante una
ripresa, ovvero il miglioramento
della situazione occupazionale.
I lavori fervono soprattutto nel Nord Europa
Eolico offshore, sviluppo nel Mediterraneo
Non conosce crisi lo sviluppo dell’eolico offshore, ma per
il momento nessuna istallazione
è ancora operativa in Italia. Meglio andrà per il 2013-2014 per
cui nella penisola appenninica
sono già approvate installazioni
offshore pari al 4 p.c. del totale
realizzato nel biennio. Secondo
la valutazione della potente lobby
dell’eolico Ewea, comunque, nel
breve periodo non ci saranno sviluppi significativi nel Mediterraneo”, la cui potenzialità è dell’8
p.c. E solo sul lungo periodo si
intravedono migliori possibilità.
Fervono invece i lavori soprattutto nel mare del Nord,
nell’Atlantico, nel Baltico. Così
l’anno scorso sono state installate e connesse 293 nuove turbine
in 61 parchi eolici realizzati nelle
acque di dieci Paesi europei, il 33
p.c. in più rispetto a quanto si era
fatto nel 2011. Ciò ha significato
un incremento di 1165MW che
ha portato ad un totale di 4995
MW, tanto da poter fornire lo 0,5
p.c. del consumo elettrico europeo. La prima della classe per i
suoi parchi eolici offshore, con il
60 p.c. del totale, è la Gran Bre-
tagna, seguono la Danimarca, 18
p.c., il Belgio, 8 p.c., e la Germania con il 6 p.c.
Il settore, informa l’Ewea,ha
garantito nel 2012 quattro miliardi di investimento. Per il futuro le prospettive sono buone,
nonostante l’industria lamenti la
mancanza di un quadro legislativo sicuro e un deficit nel sistema di connessione alla rete. Entro il 2014 la potenza prodotta dai
parchi eolici offshore europei dovrebbe salire a 8300 MW.
Inoltre, le nuove turbine dei
parchi eolici offshore sono destinate ancora a crescere di potenza.
Secondo quanto pubblica Ewea
passeranno in un prossimo futuro da 4 a 5 KW di potenza. Attualmente il mercato è dominato
da quelle di 4 KW costruite dalla
Siemens, che è il principale fornitore del settore, ma la lobby assicura che 31 compagnie hanno presentato 38 nuovi modelli di turbine per la maggior parte di 5 KW.
Anche la potenza fornita dai parchi eolici è in aumento; nel 2012
mediamente si è avuta una produzione di 271 MW,il 36 p.c. in
più rispetto alla media dell’anno
precedente. E le novità per il settore non finiscono qui. Nel 2012
i parchi marini sono stati costruiti in acque mediamente profonde 22 metri ed ad una distanza di
29 chilometri dalla spiaggia. Da
quanto risulta da alcuni progetti
in futuro i parchi potranno essere
costruiti in acque profonde fino a
215 metri e a 200 chilometri dalla costa. Ciò anche grazie ad una
nuova generazione delle imbarcazioni utilizzate per la costruzione
dei parchi, in grado di operare in
acque più profonde e in condizioni del mare peggiori. Ciò ridurrà
anche i costi di costruzione.
Miglior servizio business class
Ad Alitalia il premio BizTravel
Alitalia ha ricevuto il BizTravel Award nelle categorie “Miglior Servizio di Business Class”
e “Migliore Uniforme dello
Staff di Bordo”. I premi sono
stati assegnati ieri a Milano da
oltre 1.500 manager, responsabili aziendali e agenti di viaggio
che fanno parte della Business
community del BizTravel Forum 2012, il tradizionale appuntamento sul mercato dei viaggi d’affari organizzato da UvetAmerican Express.
“Si tratta di un riconoscimento di cui siamo particolarmente
orgogliosi – dichiara Gianni Pieraccioni, chief commercial officer di Alitalia – perché premia
il nostro impegno per andare incontro alle esigenze di chi vola
per motivi di lavoro, la fascia di
viaggiatori più esigente del mercato. Questo premio conferma
ancora una volta la validità della nostra strategia di marketing
di diventare gli Ambasciatori
nel mondo delle eccellenze del
Made in Italy e di quello stile tipicamente italiano apprezzato in
tutti i Paesi. Una menzione speciale anche per il nostro personale di bordo che ogni giorno porta
nel mondo con grande eleganza
e professionalità la tradiziona-
le divisa verde e blu di Alitalia”.
Dal 2010 Alitalia ha completamente ridisegnato Magnifica, la
business class di lungo raggio
dei Boeing B777 e degli Airbus
A330, che oggi si colloca al vertice della categoria a livello globale. Magnifica è equipaggiata
interamente con sedili di ultima
generazione full flat, che si trasformano in un comodo letto. Il
servizio di bordo della Magnifica di Alitalia si caratterizza per
essere interamente ispirato a ricette tipiche regionali. Ogni tre
mesi si alternano menù e vini
regionali italiani, preparati con
prodotti DOP e IGP, per esportare nel mondo le eccellenze e le
tradizioni del territorio. Questa
scelta ha portato Alitalia a vincere, per tre anni consecutivi, il
premio, conferito dal mensile
americano Global Traveler per
la categoria “Best Airline Cuisine”, quale migliore compagnia
aerea al mondo per la qualità
dei pasti serviti a bordo. A bordo
della Magnifica di Alitalia i passeggeri trovano inoltre accessori firmati da grandi marchi italiani quali Richard Ginori e Frette
e una trousse di Bulgari con cosmetici e prodotti selezionati in
esclusiva per la Compagnia.
Oltre un miliardo di viaggiatori
Turismo, boom nel 2012
Boom del turismo nel 2012:
nonostante l’incertezza economica globale, per la prima volta
il numero di turisti internazionali nel mondo ha superato la soglia del miliardo, e aumenterà
ulteriormente nel 2013. Lo rivela uno studio dell’Organizzazione mondiale del turismo (Omt),
un’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Madrid, secondo
cui il picco massimo di viaggia-
tori è stato registrato nell’area
dell’Asia e del Pacifico con un
incremento di 14 milioni di turisti, per un totale di 233 milioni. In particolare, il 2012 ha segnato un aumento del 4 per cento rispetto al 2011 e il numero di
turisti internazionali è passato
da 996 milioni a un miliardo e
35 milioni. Per l’anno in corso,
inoltre, è prevista un’ulteriore
crescita del 3-4 per cento.
economia&finanza 5
Giovedì, 31 gennaio 2013
ATTUALITÀ Superato il miliardo di utenti. Sempre più attenzione alle società
Facebook, imprese in Rete
l
social network più amato al mondo ha superato il miliardo di utenti, 600 milioni dei quali accedono con il mobile. E in Italia? Sono
23 milioni le persone che utilizzano
Facebool almeno una volta al mese
e ben 14 milioni lo fanno quotidianamente. Tutto questo ha anche un
forte impatto sui nuovi modelli di
business delle imprese. Sul tema
proponiamo un’intervista a Luca
Colombo, country manager di Facebool Italia, realizzata da Raffaele
Barberio, direttore di Key4biz.
Il dato del mobile
Un’intervista che si è aperta
con una carrellata sui numeri di
Facebook in Italia, in Europa e
nel mondo.
In generale quello che stiamo
vedendo è una costante crescita.
Abbiamo visto, abbiamo attraversato una tappa importante per
la nostra azienda: un miliardo di
utenti nel mondo. Era un obiettivo già fissato da tempo, raggiunto
nelle ultime settimane e che rappresenta un po’ il fenomeno che si
sta sviluppando in tutto il mondo
e che vede alcune nazioni in crescita. L’Italia ha già raggiunto una
livello di penetrazione. Abbiamo
22 milioni i utenti che utilizzano
Facebook ogni mese e di questo
è interessante ricordare sempre i
14 milioni nel giorno perché non
è soltanto quante persone raggiungi, ma quante lo utilizzano.
L’altro dato che altrettanto rappresenta un po’ un momento di
svolta è il dato mobile. Nel mondo abbiamo oramai 600 milioni
di persone che utilizzano Facebook da dispositivi mobili una volta
al mese. In Italia siamo con questo numero, con questo parametro, a 10 milioni. Quindi, stiamo
vedendo dei numeri in costante
crescita. Il mondo mobile che sta
prendendo piede. Ci sono nazioni
che stanno crescendo ancora parecchio e stanno dando una spinta. L’Italia sta crescendo e ha già
raggiunto dei numeri certamente
importanti.
Questioni di target
Facebook è fatto di persone. Ci
sono differenze tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra nord
e sud?
Ricordiamo innanzitutto che inizialmente si pensava che Facebook
sarebbe stato come le multinazionali
ovvero come qualcosa che vede gli
Stati Uniti al centro dell’interesse. In
realtà l’81 p.c. di quanti stanno oggi
su Facebook è fuori dagli Stati Uniti. Quindi, oramai buona parte della
popolazione non è US centrica, ma è
distribuita in tutto il globo. La differenza oggi non la vediamo tra uomo/
donna o tra giovani/anziani. È proprio un fatto di predisposizione della
persona, delle fasce demografiche,
all’utilizzo più intenso o meno intenso. Quello che fa la differenza tra
una nazione e un’altra è il livello di
penetrazione. Quindi, ci sono nazioni nelle quali non siamo ancora entrati in maniera importante e in queste c’è un tipo di utilizzo e ci sono
quelle invece dove siamo presenti
con una penetrazione sulla popolazione piuttosto solida. Più o meno
le percentuali si replicano in manie- ha sostanzialmente rilevato Deloitte è che in Italia questo valore comra uguale.
plessivo equivale a circa 2,5 miliarPosti di lavoro
di e che in Europa il valore corriQuando pensiamo a Facebook spondente su 27 nazioni è di circa
pensiamo a nuovi amici, a nuovi 15 miliardi. Questo valore è districontatti, alla condivisione di foto buito in diverse aree dalla parte tele ci sfugge alle volte un elemen- co, alla parte di applicazioni e di coto che sta prendendo sempre più municazioni e tutto questo equivacorpo. Quanto Facebook contri- le a una generazione di circa 34mila
buisce al rilancio dell’economia? posti di lavoro in Italia, rispettivaQuesto è un aspetto importante mente 230mila in Europa. Quinche è stato evidenziato da una ricer- di, ha un impatto soprattutto per la
ca di Deloitte all’inizio di quest’an- presenza di un ecosistema di partner
no perché ha cercato di dare una di- che vivono attraverso Facebook. La
mensione di quello che è il fenome- presenza diretta è la piccola parte di
no Facebook a livello di economia, questo contributo all’economia.
vuoi europea vuoi anche italiana.
Il mondo
Facebook vive di pubblicità attraverso una sua forza vendita, ma aldelle professioni
trettanto anche attraverso tutta una
Facebook è fatto da persoserie di partner. Bene, come l’ecosistema dei partner come tutte le atti- ne, ma c’è anche il mondo delle
vità che vengono realizzate dai con- professioni e il mondo delle imsumatori su Facebook attraverso le prese che sta entrando vigorotelco o attraverso le applicazioni im- samente che sta entrando in Fapat nell’economia. Bene, quello che cebook. Che cosa offre alle im-
prese e cosa le imprese chiedono al social nertwork?
Quando hai 14 milioni di persone ogni giorno è un’opportunità
per comunicare con un target piuttosto allargato. Quindi alle aziende oggi viene data l’opportunità di
entrare in contatto con potenziali
consumatori, clienti e di dialogare
con loro. Quindi, questo è in primis
quello che noi offriamo al consumatore. È indirettamente un terreno fertile per le aziende per comunicare a loro volta con i loro potenziali clienti. Quindi, quello che viene fatto sostanzialmente è mettere
a disposizione delle aziende tutta
una serie di strumenti che permettono loro di fare attività di comunicazione e marketing utili a generare business per le proprie aziende.
Ancora una volta, è chiaro che con
questo tipo di audience puoi andare
a colpire una fascia di utenza molto
ampia, come pure andare molto in
profondità sapendo che puoi segmentare, che puoi targetizzare la
tua comunicazione in maniera molto profonda.
Promuovere
il marchio
Le imprese cercano modi nuovi per promuovere il loro marchio
e anche modi nuovi per sviluppare relazioni nuove con la propria
clientela. Può farci qualche esempio concreto di aziende che attraverso Facebook, in Italia, hanno
costruito questi nuovi percorsi.
Lavoriamo con diverse aziende. Alcuni dei settori con i quali lavoriamo maggiormente sono quelli
che vanno su fasce di età su target
di utenza molto vasto, insomma il
largo consumo tipicamente, che tra
l’altro è uno dei primi settori merceologici intermedi in quanto a investimenti pubblicitari. Quello che
è un esempio che mi piace citare è
quello di Alitalia perché già da tempo ha utilizzato Facebbok per entrare in relazione con i propri utenti e
consumatori. Alitalia fa customer
service, quindi risponde a problematiche dei propri clienti direttamente
sulla pagina di Facebbok. Lo fa in
maniera semplice e trasparente con
delle persone dedicate. Hanno proprio studiato un sistema attraverso
Facebook che permette di essere vicini ai loro consumatori. Hanno costruito nel frattempo anche una base
di oltre 800mila persone che sono
diventate i loro fan. Dall’altra parte
stanno cominciando anche a vedere
come questo tipo di sforzi in termini
di dialogo generano poi anche risultati in termini di vendite.
Novità in arrivo
Quali le novità previste per il
2013, per Facebook?
In generale Facebook cambia
ogni giorno, introduce qualcosa
di nuovo. Il ritmo di rinnovazione
deve essere molto elevato altrimenti
nel nostro mondo si rischia di rimanere un po’ indietro. Quindi, ci sono
diversi prodotti che arriveranno ma
non da qua a un anno, ma da qua alla
fine dell’anno. In generale vuoi per
le aziende come prodotti di advertising per dar loro sempre più strumenti a disposizione per raggiungere gli utenti, vuoi per gli utenti perché possano avere un’esperienza
sempre più ricca ci saranno sempre
più novità che vedremo di volta in
volta nelle prossime settimane. Difficile fare un elenco, ma ci saranno
tante novità.
6 economia&finanza
Giovedì, 31 gennaio 2013
IMPRESE Iniziativa Ice, giornalisti stranieri alle sfilate Alta Moda Roma
Avvicinare il Made in Italy
A
nche quest’anno l’ICEAgenzia per la promozione
all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane
in collaborazione con Altaroma ha
organizzato la presenza di una delegazione di giornalisti della stampa estera specializzata alle sfilate
di AltaRomAltaModa, svoltesi a
Roma dal 26 al 29 gennaio 2013
presso il Complesso Monumentale
di Santo Spirito in Sassia. Al preopening ha partecipato una delegazione di tredici giornalisti stranieri
provenienti da Brasile, Cina, Egitto, Francia, India, Inghilterra, Marocco, Olanda, Russia, Stati Uniti e Turchia in rappresentanza dei
più prestigiosi media internazionali del settore moda, quali Robb
Report, Harper’s Bazaar, Vogue,
L’Officiel, Pashion e Glamurama,
solo per citarne alcuni.
LUOGO D’INCONTRO AltaRomAltaModa è la fashion week
capitolina che, con i suoi due appuntamenti annuali a gennaio e luglio, costituisce un ideale luogo di
incontro tra grandi maison italiane e nuove realtà produttive e creative, dando un forte stimolo alla
crescita della tradizione artigianale italiana. In base alle elaborazioni dell’Agenzia ICE su dati Istat,
il comparto dei prodotti tessili,
dell’abbigliamento, pelli e accessori, nei primi dieci mesi del 2012
ha registrato un incremento delle
vendite estere del 3 p.c. che, combinato con una flessione del 7,7
p.c. delle importazioni, ha generato un surplus di circa 14 miliardi
di euro, secondo soltanto a quello
della meccanica, grazie soprattutto al contributo della domanda extra UE.
FATTURATO EXPORT Il
fatturato export complessivo del
settore ha comunque fatto superare 36,5 miliardi di euro nel periodo
gennaio-ottobre 2012, con un’incidenza di oltre l’11,2 p.c. sull’export complessivo dell’Italia. In par-
ticolare, oltre la metà della crescita delle esportazioni è da attribuire ai mercati asiatici, con aumenti
molto sostenuti delle vendite dirette nei Paesi dell’ASEAN (+21,6
p.c.), Cina (+15,8 p.c.) e Giappone (+19 p.c.), mentre si conferma
molto brillante la performance delle vendite dirette al mercato americano (+17,1 p.c.). Su questi mercati un nutrito numero di aziende,
L’andamento del commercio estero
Positivo il saldo extra-UE 2012
Migliora il saldo dell’interscambio italiano con i Paesi extra UE.
Secondo i dati diffusi dall’Istat nel
2012 l’Italia registra un surplus commerciale di 2,1 miliardi di euro grazie alla performance di dicembre che
presenta un saldo positivo di 3,3 miliardi di euro. L’Istat rileva che a dicembre, entrambi i flussi commerciali con i Paesi extra UE registrano
una flessione congiunturale, meno
marcata per l’export (-0,4 p.c.) rispetto all’import (-1,3 p.c.). La flessione congiunturale delle esportazioni riguarda tutti i principali raggruppamenti di prodotti, con l’eccezione
dell’energia (+10,4 p.c.) e dei beni
strumentali (+2,9 p.c.). Il calo delle vendite risulta particolarmente accentuato per i beni di consumo durevoli (-8,1 p.c.). La diminuzione congiunturale delle importazioni è limitata all’energia (-6,0 p.c.) e ai beni di
consumo non durevoli (-1,2 p.c.). Gli
altri raggruppamenti di beni, in particolare i beni strumentali (+4,4 p.c.) e
i prodotti intermedi (+3,6 p.c.), risultano invece in espansione.
Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale delle esportazioni è
positiva (+0,7 p.c.), trainata dai beni
strumentali (+2,5 p.c.) e dai beni di
consumo durevoli (+1,9 p.c.), mentre
la flessione delle importazioni (-4,6
p.c.) è particolarmente accentuata
per i beni di consumo durevoli (-9,3
p.c.) e per l’energia (-7,1 p.c.). Su
base annua, le esportazioni mostrano una contenuta espansione (+1,5
p.c.) mentre le importazioni presentano una marcata flessione (-7,0 p.c.).
A dicembre il saldo commerciale con
i Paesi extra UE è ampiamente positivo (+3,3 miliardi) e consente di conseguire un avanzo nell’interscambio annuale di 2,1 miliardi. L’avanzo commerciale con i Paesi extra
UE rilevato per il 2012 è sostenuto dall’ampio surplus registrato per
i prodotti non energetici, quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente
(da 39,1 miliardi nel 2011 a 64,3 miliardi). In particolare, l’avanzo conseguito per i beni strumentali spiega
quasi il 70 p.c. del surplus dei beni
non energetici. Nel 2012 si rileva una
significativa espansione delle vendite
di beni ai Paesi extra UE (+9,2 p.c.)
e una contrazione degli acquisti (-3,9
p.c.). I mercati di sbocco più dinamici nel 2012 sono stati: OPEC (+24,6
p.c.), Giappone (+19,1 p.c.), ASEAN
(+18,5 p.c.) e Stati Uniti (+16,8 p.c.).
Sempre nel 2012, la flessione tendenziale degli acquisti è diffusa a tutti i
principali mercati, con l’eccezione
di OPEC (+19,7 p.c.) e Russia (+8,4
p.c.).
generalmente medio-grandi, è riuscito a conseguire ottimi risultati grazie ad un continuo processo
di qualificazione del prodotto e ad
un posizionamento dell’offerta sui
segmenti a maggior valore aggiunto anche nei mercati più lontani.
PREVISIONI DI DOMANDA Per quanto concerne le previsioni di domanda nel breve medio
periodo, a fronte di un profilo len-
to di crescita dei mercati maturi, le
principali opportunità non potranno che provenire dai mercati emergenti, a patto che le imprese riescano a cogliere le ampie possibilità
offerte dal processo di catching up
dei redditi dei consumatori di questi Paesi, avvicinandoli all’offerta del Made in Italy. Sotto questo
profilo, saranno opportune politiche di promozione finalizzate alla
penetrazione nei grandi circuiti distributivi internazionali e a favorire, attraverso il sapiente utilizzo
di strumenti esistenti (contratti di
rete, consorzi, ecc.), forme di aggregazione che potrebbero aprire opportunità interessanti anche a
quelle imprese che, pur realizzando prodotti di elevata qualità, faticano ad imporre il proprio marchio.
Indagine Deloitte sui risparmi delle famiglie
Tagli alla cultura e al tempo libero
A soffrire maggiormente nel 2013 saranno il
settore dell’abbigliamento, quello del turismo e
del tempo libero come il cinema e le discoteche.
È quanto emerge da uno studio della Coldiretti
sull’impatto della crisi nei diversi comparti del
Made in Italy sulla base di una indagine Deloitte. Sul podio delle rinunce dettate dalla recessione nel 2013 salgono infatti, secondo Coldiretti, le spese per l’abbigliamento che quasi tre
italiani su quattro sono disposti a tagliare (74
p.c.), i divertimenti al quali il 72 p.c. è pronto a
dire addio e gli acquisti tecnologi che verranno
ridotti da ben il 71 p.c. dei cittadini.
EFFETTI NEGATIVI Gli effetti negativi,
sottolinea Coldiretti, si fanno sentire anche su
altri settori dell’economia con quello turistico
con il 66 p.c. degli italiani che è pronto a rivedere le proprie vacanze mentre solo il 51 p.c. è
disposto a ridurre qualche spesa alimentare o
per la salute (49 p.c.), che si classificano come
le voci più difficili da tagliare. Si tratta di un risultato che, conclude Coldiretti, è il frutto delle
aspettative negative sull’andamento del potere
d’acquisto nel 2013 per il quale ben il 48 p.c.
dei consumatori italiani si considera preoccupato e mantiene una visione negativa (contro il 34
p.c. della media europea), mentre solo l’8 p.c.
pensa che la propria capacità di spesa migliorerà (contro il 19 p.c. della media europea).
«NOI ITALIA» Sullo stesso tema va detto che l’indagine Istat “Noi Italia” rivela come
nel 2010 le famiglie italiane hanno destinato ai
consumi culturali (spese per ricreazione e cul-
tura) il 7,3 p.c. della spesa complessiva per consumi finali, una quota pressoché costante negli ultimi dieci anni. Secondo la stessa ricerca
410mila unità di lavoro (l’1,7% del totale) sono
state impiegate nel 2011 in attività di produzione di beni e servizi per la ricreazione e la cultura, al netto del settore editoriale, il 15,2 p.c.
in più rispetto al 2000. In Italia ogni anno vengono stampate in media 3,5 copie di opere librarie per ogni abitante e 6,5 copie di libri per
ragazzi.
LETTURE Nel 2012 solo il 46 p.c. degli
italiani ha letto almeno un libro nel tempo libero. Il 52,1 p.c. degli italiani legge un quotidiano almeno una volta a settimana e il 36,7
p.c. almeno cinque giorni su sette. Sono sempre di più le persone che utilizzano Internet per
la lettura di giornali, news o riviste: dall’11,0
p.c. del 2005 si è passati al 25,1 p.c. del 2012.
Il cinema è al primo posto tra le attività culturali svolte fuori casa dagli italiani nel corso del
2012 (49,8 p.c. della popolazione di 6 anni e
più), seguono le visite a musei e mostre (28,0
p.c.) e gli spettacoli sportivi (25,4 p.c.). Sono
18 milioni e 284mila le persone di tre anni e più
che praticano sport (circa una persona su tre):
il 21,9 p.c. vi si dedica in modo continuativo,
il 9,2 saltuariamente. Pur non praticando sport,
circa 17 milioni di persone svolgono un’attività
fisica, mentre i sedentari sono 23 milioni circa.
La pratica sportiva è aumentata nel corso del
tempo: dal 26,8 p.c. di “affezionati” del 1997 si
passa al 31,1 p.c. nel 2012.
economia&finanza 7
Giovedì, 31 gennaio 2013
PENSIONI Opinioni differenti sul modello misto pubblico-privato
Previdenza, sistemi sconosciuti
S
oltanto il 23,5 p.c. dei lavoratori italiani ritiene che andrà in pensione all’età desiderata. Il 25 p.c. dei lavoratori
pensa che andrà in pensione dopo
i 70 anni. Ne è convinto il 25,7 p.c.
degli occupati maschi e il 23,6 p.c.
delle donne, il 34 p.c. dei lavoratori autonomi, il 23,4 p.c. dei dipendenti privati e il 14,5 p.c. degli impiegati pubblici. Questi sono
i principali risultati della ricerca
“Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena”,
realizzata dal Censis per la Covip. La ricerca è stata presentata a Roma da Francesco Maietta,
responsabile del settore Politiche
sociali del Censis, e discussa da
Giuseppe De Rita, presidente del
Censis, Antonio Finocchiaro, presidente della Covip, e Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
INSODDISFAZIONE Pensa
che andrà in pensione tra i 67 e i
69 anni il 18,2 p.c. dei lavoratori:
il 19,9 p.c. tra i maschi e il 16,4
p.c. tra le donne. Ma solo il 5,2
p.c. dei lavoratori maschi e il 3,4
p.c. delle donne vorrebbero andare in pensione dopo i 70 anni. Il
31,2 p.c. desidererebbe andare in
pensione addirittura prima dei 60
anni (il 25,9 p.c. dei maschi e il
37,5 p.c. delle donne), il 46 p.c. tra
60 e 63 anni (il 46,5 p.c. dei maschi e il 45,6 p.c. delle donne) e
solo il 10 p.c. degli autonomi vorrebbe andare in pensione dopo i 70
anni, così come il 2,5 p.c. dei dipendenti privati e il 2,1 p.c. degli
impiegati pubblici. Voglia di fuggire dal proprio lavoro e voglia di
longevità attiva si saldano nel generare un’insoddisfazione diffusa
rispetto al prolungamento dell’età
pensionabile. La pensione è stata a
lungo percepita dagli italiani come
un’opportunità per fare finalmente
altro, lo strumento per spezzare la
rigidità della vita lavorativa. Adesso nella percezione collettiva queste convinzioni non ci sono più.
Indagine Istat «Noi Italia»
Sono 3,4 milioni i poveri assoluti
Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l’11,1 p.c.: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6 p.c. della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge il 5,2 p.c. delle
famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. È
quanto rileva l’Istat nell’indagine “Noi Italia”. Nel
2010 circa il 57 p.c. delle famiglie residenti in Italia
ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese).
In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza
nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6 p.c. in meno del dato medio
italiano); sempre in questa Regione, in base al reddito mediano, il 50 p.c. delle famiglie si colloca al
di sotto di 17.459 euro annui (circa 1.455 euro al
mese).
SVANTAGGIO A SUD Nel 2011 il 22,4 p.c.
delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre
delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice
sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto
all’anno precedente di oltre sei punti percentuali. Il
panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con un valore dell’indicatore pari al 37,5 p.c. (dal 25,8 p.c.
del 2010). Nei primi mesi del 2012, il 42,8 p.c. delle persone di 14 anni e più si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione diminuisce passando dal Nord al Sud del Paese, con una forte variabilità regionale, ma non a livello di genere. Nel 2011
in Italia la spesa per la protezione sociale, pari a
circa 7.700 euro pro capite, sfiora il 30 p.c. del Pil.
All’interno dei Paesi UE27, l’Italia presenta valori
appena superiori alla media dell’Unione, sia in termini pro capite, sia di quota sul Pil. Cresce la spesa
per l’assistenza sociale gestita dai comuni in rapporto al Pil, dallo 0,39 p.c. del 2003 allo 0,46 p.c.
nel 2009. In termini assoluti tale spesa ammonta a
7 miliardi di euro, con un valore medio pro capite
pari a 115,9 euro. Nel 2010 la spesa per prestazioni
sociali si attesta vicino al 19 p.c. del Pil, con un importo pro capite pari a 4.844 euro.
AMPIE DIFFERENZE A livello territoriale,
permangono ampie differenze, con spese per prestazioni pro capite più elevate nelle regioni settentrionali. Nello stesso anno sono state erogate 23,8
milioni di pensioni, mentre la spesa complessiva è
IDEOLOGIE Va comunque
detto che non ci sono preclusioni ideologiche rispetto alla previdenza complementare. Infatti, il 42
p.c. dei lavoratori considera il sistema previdenziale misto, fatto di
pubblico (pensione di base) e privato (pensione complementare),
come il più sicuro. Il 40 p.c. ritiene invece più affidabile il sistema
pubblico, il 18 p.c. quello privato.
La quota di lavoratori che vede nel
sistema misto il modello più sicuro
è maggiore tra gli autonomi (il 47
p.c.), piuttosto che tra gli impiegati pubblici (32 p.c.). Il sistema
pubblico, spiega il Censis, è quello
preferito dai dipendenti pubblici,
mentre il privato puro trova l’accordo di una quota molto più elevata tra gli autonomi.
SCARSA CONOSCENZA
Ma la conoscenza della previdenza complementare è scarsa: sono
16 milioni i lavoratori che non
hanno idea di come funzioni. Tra
i motivi della scelta di non aderire alla previdenza complementare, prosegue l’indagine del Censis, il 41 p.c. dichiara di non poterselo permettere, il 28 p.c. non si
fida di questi strumenti, il 19 p.c.
si ritiene troppo giovane per pensare alla pensione, il 9 p.c. preferisce lasciare il Tfr in azienda. Particolarmente bassa è la fiducia dei
lavoratori autonomi, tra i quali il
35 p.c. dichiara di non aderire perché non si fida degli strumenti di
previdenza complementare, percentuale che scende al 26,5 p.c.
tra i dipendenti pubblici e al 26,3
p.c. tra quelli privati. Oltre al fattore economico, quindi, la scarsa
diffusione della previdenza complementare dipende dalle voragini
informative e dalla ridotta fiducia
nei soggetti che attualmente offrono gli strumenti di previdenza
complementare.
GARANTIRE IL LAVORO
Comunque sia, secondo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero,
“per fare pensioni pubbliche e private adeguate ad una vecchiaia serena bisogna lavorare per il lavoro”. “Il risparmio – ha detto il ministro – nasce dal reddito, ma se
questo è discontinuo e basso, penso ai giovani, sono convinta che la
precarietà esista e vada combattuta, diventa un obiettivo difficile.
La riforma del mercato del lavoro
– ha proseguito il ministro – costituisce in questo senso un tassello
importante perché in un’economia
che torni a crescere noi vogliamo un lavoro maggiore in quantità e migliore in qualità. Questa è
la premessa che oggi manca per lo
sviluppo della previdenza integrativa”.
Si riduce il potere d’acquisto
Italiani sempre più pessimisti
di circa 258,5 miliardi di euro. La spesa pensionistica è il 16,6 p.c. del Pil; la maggior parte delle prestazioni pensionistiche (46,9 p.c.) e della spesa erogata (50,5 p.c.) si concentra al Nord. Nel 2010, per
la prima volta dal 2004, si è registrato un calo della
quota di comuni italiani che hanno attivato almeno
un servizio tra asili nido, micronidi o altri servizi
integrativi/innovativi per l’infanzia (55,2 p.c.). Per
questo servizio la disparità fra le Regioni è particolarmente ampia: si passa, infatti, dall’11,8 p.c. del
Molise al 99,5 p.c. del Friuli Venezia Giulia. Nel
2010 la percentuale di bambini in età 0-2 anni che
fruisce di servizi pubblici per l’infanzia raggiunge
il 14 p.c., in aumento di quasi 3 punti percentuali
rispetto al 2004. La distribuzione dell’offerta pubblica di servizi sul territorio nazionale è molto disomogenea, con ampi divari fra il Centro-Nord (18,6
p.c.) e il Mezzogiorno (5,3 p.c.).
ROMA – Ben il 48 p.c. degli
italiani pensa di veder ridotto il
proprio potere di acquisto nel 2013
contro il 34 p.c. dei cittadini europei, mentre solo l’8 p.c. pensa che
la propria capacita di spesa migliorerà (contro il 19 p.c. degli europei). È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sull’andamento
del potere di acquisto previsto dalla Deloitte per il 2013 che evidenzia gli effetti del crollo al minimo
dell’indice del clima di fiducia dei
consumatori a gennaio 2013.
Il calo di fiducia si riflette infatti
sulle previsioni di allocazione della
spesa dei consumatori italiani nel
2013 con il 74 p.c. degli intervistati
che – sottolinea Coldiretti – dichiara di voler tagliare i prodotti di ab-
bigliamento, il 72 p.c. le attivita’ di
divertimento, il 71 p.c. la tecnologia e il 66 p.c. per le vacanze mentre solo il 51 p.c. e disposto a ridurre qualche spesa alimentare o per la
salute (49 p.c.).
L’ottimismo degli analisti economici con la discesa dello spread
dei tassi non sembra trovare riscontro nelle famiglie italiane che prevedono un forte ridimensionamento dei consumi. Una evidente dimostrazione che i risultati ottenuti
sul piano finanziario devono essere
accompagnati – conclude Coldiretti – da interventi per aumentare il
reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione per rompere la spirale negativa e
sostenere la ripresa dell’economia.
8 economia&finanza
Giovedì, 31 gennaio 2013
INIZIATIVE Un progetto di comunicazione legato al bilancio firmato Pirelli
Il futuro in dieci parole
L’ANALISI DELLA
Prosegue il trend positivo
di Tamas Nagy
Sul mercato nazionale del capitale la scorsa settimana è trascorsa all’insegna della
tranquillità, mentre gli indici di Borsa hanno nuovamente guadagnato. Il CROBEX ha
chiuso la settimana a 1.902,25 punti (+0,90 per cento), mentre l’indice CROBEX10 a 1.067,62 punti (+1,49 per cento). Il volume di
scambi regolare ammontava a 77,6 milioni di kune, ovvero in media
15,5 milioni di kune al giorno, in linea con l’andamento di gennaio.
Il volume di scambi più significativo è quello realizzato dal titolo della Telecom croata (HT-R-A), 17,8 milioni, a fronte di un aumento del prezzo del titolo del 2,57 per cento a 219,02 kune. Buono anche il volume di scambi del titolo della Kutinska Petrokemija
(PTKM-R-A) il cui prezzo è rimasto praticamente invariato a livello
settimanale: 239 kune (+0,21 per cento), a fronte di scambi per 4,5
milioni. Tra gli altri titoli maggiormente scambiati da menzionare
ancora il titolo privilegiato del Gruppo Adris (ADRS-P-A) che ha
guadagnato il 3,82 per cento portandosi a 290,70 kune e l’azione
dell’AD Plastika (ADPL-R-A), che ha guadagnato il 4,37 per cento,
portandosi a 121,90 kune.
Tra i titoli che hanno realizzato scambi per più di un milione di kune si distinguono quelle del Gruppo Thermes (IPKK-R-A)
14,87 p.c. (207,31 kune) e dell’Hidroelektra (HDEL-R-A) 11,13 p.c.
(117,11 kune). Il principale perdente è la Dalekovod (DLKV-R-A)
-5,50 p.c. (66,87 kune).
La volatilità potrebbe rafforzare ulteriormente la prossima settimana tenuto conto che saranno pubblicati i primi resoconti annuali
delle società quotate alla ZSE. Il prosieguo degli scambi dipenderà anche dai risultati che emergeranno da questi rapporti. A livello
mondiale gli investitori non sono rimasti particolarmente impressionati dai risultati del quarto trimestre. Deludenti in particolare i risultati della Apple. Tenuto conto degli alti valori degli indici di Borsa è prevista prudenza tra gli investitori.
MERCATO DEI CAMBI
Euro, il vincitore della settimana
di Ivan Slamić
Quella scorsa è stata una settimana molto
vivace sul mercato monetario internazionale. Al momento il sentiment degli investitori
spinge a preferire investimenti a rischio. Si
tratta di una diretta conseguenza dell’ottimismo che contraddistingue queste giornate e
dell’opinione stando alla quale il peggio della
crisi è da considerarsi superato. I più recenti dati relativi all’andamento delle principali economie europee continuano comunque a
essere contradditori. Nonostante ciò a livello di Eurolandia si registra una lieve crescita dell’attività economica. La Francia si mantiene in zona rossa, ma questo fatto è mitigato dal miglioramento
del clima in Germania. Gli indici dell’andamento dell’economia in
Germania, pubblicati questa settimana, hanno sorpreso positivamente gli investitori. Tra le valute il vincitore è indubbiamente l’euro, che ha guadagnato portandosi a valori record. La moneta unica
ha toccato infatti i valori più alti registrati da mesi, per non dire da
anni nei confronti delle altre valute. Il cambio EUR/USD oscilla attorno a 1,3440. Al contempo il dollaro ha perso nei confronti della
kuna e attualmente viene scambiato a 5,640. Sia l’euro sia la kuna
hanno guadagnato anche nei confronti di CAD, SEK, AUD, NOK.
A registrare un ribasso significativo è stato ancora una volta lo
Yen giapponese e la Bank of Japan (BoJ) ha annunciato dei cambiamenti per quanto attiene alla politica monetaria. Il tasso di infalzione accettabile è stato alzato al 2.00 p.c. ed è stato annunciato il
varo di un programma di acquisti illimitati di titoli di Stato, il tutto
al fine di contribuire al miglioramento del clima. Lo JPY combatte già da anni la deflazione e un basso tasso di crescita, la riduzione
del valore dello JPY gioca a favore degli esportatori e dell’economia
prevalentemente orientata all’export. Lo JPY è una “valuta sicura”
e quindi guadagna in valore quando la situazione economica è incerta, mentre perde quando si torna in fase di ottimismo.
Anche l’altra “valuta rifugio, il franco svizzero sta registrando un deprezzamento. Si tratta della conseguenza di una decisione
presa dalle principali banche d’affari elvetiche, che hanno iniziato
a praticare tassi d’interesse negativi sui conti dei non residenti e degli investitori istituzionali. Il valore del CHF è passato, nei confronti
della kuna, da 6,260 a 6,100.
Sul mercato interbancario nazionale il cambio EUR/HRK si è
mantenuto molto stabile, oscillava tra 7,570 e 7,590. Un valore così
alto è dovuto a una forte richiesta di euro da parte degli investitori esteri e del settore corporate. Per il momento la Banca centrale
(HNB) non è intervenuta, ma nel caso la tendenza prosegua questo
non può essere escluso.
D
ieci parole, quelle che per
gli studenti universitari
esprimono i valori più
significativi per il loro futuro. È il progetto di comunicazione legato al bilancio Pirelli 2012,
che invita gli studenti di varie università internazionali a “immaginare” il domani chiedendo di indicare tramite la Rete (www.pirelli.com/corporate/en/default.
html e www.facebook.com/Pirelli/
app_434184549977354), la parola
che a loro giudizio coglie meglio
la caratteristica o l’elemento che
vorrebbero contasse di più negli
anni a venire. Le parole, accompagnate dai testi che ne motivano la
scelta, saranno selezionate e inviate a una giuria che individuerà le
dieci più rappresentative. I termini scelti, con le riflessioni proposte dagli studenti, saranno pubblicati nei volumi del bilancio 2012
di Pirelli e interpretati dalla matita di Liza Donnelly, una delle disegnatrici più celebri, graffianti e
raffinate del New Yorker.
FORMAZIONE Ai dieci “autori”, Pirelli offrirà un’esperienza di formazione retribuita di due
mesi presso l’headquarter di Milano, dove hanno sede il principale centro di ricerca e sviluppo del
gruppo, la fondazione Pirelli, che
raccoglie e diffonde il patrimonio storico e la cultura di impresa
della società, e l’Hangar Bicocca,
spazio dedicato alla produzione,
esposizione e promozione dell’arte
contemporanea. La giuria che selezionerà il materiale è composta
da Bina Agarwal, docente di Economia presso l’Università di Manchester e presidente della “International Society for Ecological Eco-
nomics”, Thomas Goetz, divulgatore di temi scientifici e a lungo
direttore della rivista Wired, Steve
McCurry, fotogiornalista e autore
dell’edizione 2013 del Calendario
Pirelli, Carlo Ratti, direttore del
MIT Senseable City Lab presso il
Massachusetts Institute of Technology (MIT), Giuseppe Tornatore, regista, produttore e sceneggiatore cinematografico e Sebastian
Vettel, pilota di Formula Uno tre
volte campione del mondo.
SPAZIO DI RIFLESSIONE
Dopo le illustrazioni di Stefan Glerum, il giovane disegnatore olandese che aveva “animato” l’edizione del 2011 insieme ai testi di
H. M. Enzensberger, G. Martinez,
W. L. Heat-Moon e J. Cercas, il
bilancio Pirelli proporrà quest’anno un altro “racconto”, parallelo a
quello più
tipicamente industriale e finanziario. Sara’ uno spazio di riflessione basato sugli stimoli che
stanno già arrivando dai ragazzi: “Empathy”, “Loyalty”, “Cre-
ativity”, “Diversity”, “Humility”,
“Courage”, “Imagination” sono
alcune tra le centinaia di proposte
inviate finora e che offriranno uno
spaccato originale, in un luogo insolito quale è un bilancio aziendale, di come i giovani guardano
al futuro. Sono molte le università che hanno già aderito all’iniziativa: Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università
degli Studi di Milano, Università
di Bologna, LUISS Guido Carli (Italia), ESCP Europe, Groupe
ESC Dijon Bourgogne, SKEMA
Business School, Reims Management School (Francia), German
University in Cairo (Egitto), Bogazici University, Istanbul Technical University (Turchia), The
University of Edinburgh, University of Cambridge (UK), University of Craiova, University POLITEHNICA of Bucharest (Romania), Universidad De La Salle Baji’o (Messico), McGill University
(Canada).
La sceglie un italiano su quattro
Prestiti, largo all’assicurazione
Di fronte ad una crisi economica sempre più forte, le paure degli italiani aumentano:
così, chi ha bisogno di chiedere un prestito decide di proteggersi, anche a costo di spendere
di più. Il broker online Prestiti.
it ha preso in esame 30.000 preventivi di finanziamento compilati nel corso del 2012, evidenziando che, nel 26 p.c. dei
casi, le richieste includevano
anche un’assicurazione sul prestito. “La copertura assicurativa
del credito – ha dichiarato Lorenzo Bacca, responsabile business unit Prestiti.it – è una forma di tutela che le banche offrono al titolare del finanziamento nel caso in cui non fosse
in grado di sostenere il pagamento delle rate e che, al contempo, offre maggiori garanzie
agli istituti finanziatori. In caso
di insolvenza, ad esempio per
perdita del lavoro, malattia, infortunio o decesso, è l’assicurazione che interviene, evitando
che si interrompa il pagamento delle rate. Ovviamente, tutto
secondo le clausole del contratto stipulato”.
DI CASO IN CASO La cifra media di un prestito “assicurato” – si legge in una nota – è di
circa 10.000 euro, da rimborsare
in cinque anni. Non tutti i finanziamenti, però, meritano la stessa attenzione: quelli per cui si è
più prudenti sono quelli che implicano un impegno maggiore in
termini di durata, tant’è che sotto i 36 mesi la richiesta di copertura è inferiore al 23 p.c. Questo
accade perché la paura maggiore
è quella di un improvviso peggioramento della propria situazione finanziaria nel corso degli
anni di durata del finanziamento. Per quanto riguarda le finalità, a vedere un maggior ricorso
ad una polizza di copertura del
credito sono quelle che implicano un investimento emotivo, oltre che finanziario: su tutte spiccano i prestiti per arredamento
(31,7 p.c.), quelli per matrimoni
e cerimonie (29,9 p.c.) e quelli
per la ristrutturazione della casa
(28,6 p.c.).
ONERE
AGGIUNTIVO
Ma cosa implica la sottoscrizione di una copertura assicurativa? Parliamo, evidentemente, di
un onere aggiuntivo per i clienti, che modifica la somma totale del finanziamento richiesto e
l’ammontare della singola rata.
L’incremento mensile varia da
banca a banca e tiene in considerazione durata, somma richiesta ed età anagrafica del cliente.
Per un prestito di 10.000 euro da
restituire il 60 mesi e finalizzato alla ristrutturazione di un immobile, ad esempio, l’incremento medio mensile è di appena
4 euro. “La CPI, ovvero Credit
Protection Insurance – continua
Bacca – è obbligatoria per legge solo nel caso in cui si faccia
ricorso alla cessione del quinto;
negli altri casi, la scelta di tutelarsi è lasciata al cliente. Va detto, tuttavia, che spesso l’incremento che questa implica sulla
rata mensile può rappresentare
un paracadute in caso di incidente che vale la pena prendere
in considerazione”.
Anno VIII / n. 290 del 31 gennaio 2013
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: ECONOMIA & FINANZA [email protected]
Redattore esecutivo: Christiana Babić / Impaginazione: Teo Superina
Collaboratori: Krsto Babić, Mauro Bernes - Foto: Goran Žiković, Ivor Hreljanović, Pixsell e archivio
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