Marta e la febbre di vivere «Così ci ha cambiati tutti»
by user
Comments
Transcript
Marta e la febbre di vivere «Così ci ha cambiati tutti»
Catania. Il neonato abbandonato Domenica ieri mattina nella 5 Aprile 2015 struttura apposita creata nella parrocchia di Gesù Lavoratore, a Giarre Sarà dato in adozione Pasquale, nato all’alba e salvato dalla Culla della vita Catania. È stato chiamato Pasqualino il bimbo che ieri notte, intorno alle 4, è stato deposto dentro la culla per la vita di Giarre, la seconda della Sicilia e una delle 50 attive in Italia, realizzata accanto alla chiesa di Gesù Lavoratore. Dentro, alcuni parrocchiani si erano attardati per i preparativi della Pasqua. Quando tutti sono andati via, qualcuno ha lasciato il neonato. Da quel momento, tutto ha funzionato così come da tre anni era stato previsto: i sensori hanno allertato la centrale del 118 e attraverso una telecamera gli operatori hanno verificato che all’interno si trovava un bambino. È partita l’ambulanza. Gli operatori hanno trovato il piccolo, che poteva avere un paio di ore di vita, con ancora attaccato il cordone ombelicale, con adosso vestiti di taglia più grande e che non piangeva. Hanno cercato di farlo reagire, era infreddolito e ha iniziato a piangere. È stato portato quindi al più vicino ospedale e poi al Policlinico di Catania. Medici e infermieri si sono offerti di adottarlo e lo hanno chiamato Pasquale. Il piccolo sta bene. Chi tre anni fa ha creato la culla ha saputo tutto ore dopo: il parroco don Nino Russo e il presidente del Centro di aiuto alla vita, Cesare Scuderi. Quando fu creata questa culla c’era anche chi dubitava. Il bimbo adesso è sot- to la tutela del Tribunale per i minori. Se entro i prossimi giorni la madre non si farà viva, sarà dato in adozione. Sei mesi fa, a seguito della morte di un bimbo abbandonato a Palermo in un cassonetto dei rifiuti, Cesare Scuderi aveva lanciato sui media un appello per ricordare alle mamme disperate la possibilità di lasciare il loro bimbo in questa culla. «È una grande gioia – ci dice – sapere che il nostro messaggio è stato recepito ed è l’occasione per ricordare di nuovo che le mamme possono trovare, con discrezione, in tutti i Centri di aiuto alla vita, ciò di cui hanno bisogno». (M. G. L.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Catania. È stato chiamato Pasqualino il bimbo che ieri notte, intorno alle 4, è stato deposto dentro la culla per la vita di Giarre, la seconda della Sicilia e una delle 50 attive in Italia, realizzata accanto alla chiesa di Gesù Lavoratore. Dentro, alcuni parrocchiani si erano attardati per i preparativi della Pasqua. Quando tutti sono andati via, qualcuno ha lasciato il neonato. Da quel momento, tutto ha funzionato così come da tre anni era stato previsto: i sensori hanno allertato la centrale del 118 e attraverso una telecamera gli operatori hanno verificato che all’interno si trovava un bambino. È partita l’ambulanza. Gli operatori hanno trovato il piccolo, che poteva avere un paio di ore di vita, con ancora attaccato il cordone ombelicale, con adosso vestiti di taglia più grande e che non piangeva. Hanno cercato di farlo reagire, era infreddolito e ha iniziato a piangere. È stato portato quindi al più vicino ospedale e poi al Policlinico di Catania. Medici e infermieri si sono offerti di adottarlo e lo hanno chiamato Pasquale. Il piccolo sta bene. Chi tre anni fa ha creato la culla ha saputo tutto ore dopo: il parroco don Nino Russo e il presidente del Centro di aiuto alla vita, Cesare Scuderi. Quando fu creata questa culla c’era anche chi dubitava. Il bimbo adesso è sot- to la tutela del Tribunale per i minori. Se entro i prossimi giorni la madre non si farà viva, sarà dato in adozione. Sei mesi fa, a seguito della morte di un bimbo abbandonato a Palermo in un cassonetto dei rifiuti, Cesare Scuderi aveva lanciato sui media un appello per ricordare alle mamme disperate la possibilità di lasciare il loro bimbo in questa culla. «È una grande gioia – ci dice – sapere che il nostro messaggio è stato recepito ed è l’occasione per ricordare di nuovo che le mamme possono trovare, con discrezione, in tutti i Centri di aiuto alla vita, ciò di cui hanno bisogno». (M. G. L.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Catania. Pasquale, nato all’alba e salvato dalla Culla della vita Marta e la febbre di vivere «Così ci ha cambiati tutti» Morta a 27 anni, ora è un faro per i più giovani Marta e la febbre di vivere C «Così ci ha cambiati tutti» Il neonato abbandonato ieri mattina nella struttura apposita creata nella parrocchia di Gesù Lavoratore, a Giarre Sarà dato in adozione 9 ATTUALITÀ GIORGIO PAOLUCCI studi alla Cattolica e poi collega questo ha colpito anche i medici. covero in ospedale, la scoperta di nella scuola dove insegnavano, riC’erano persone che andavano a un tumore al rene, l’intervento chicorda: «Quello che colpiva di Martrovarla semplicemente perché rurgico. Poi una guarigione e un i sono le malattie contagiota era il fatto che lei fosse sempre altri erano andati e avevano racrecupero che stupiscono gli stessi se. E ci sono le testimolieta. Come se avesse sempre dacontato della sua faccia lieta. Si medici, il ritorno agli studi per la nianze contagiose. Quelle vanti un regalo da scartare: tutta la andava a vedere cosa stava sucspecialistica, una tesi sulla Mache lasciano un segno nel cuore di L’ESEMPIO Marta Bellavista in gita sulle Alpi. La giovane è morta di cancro nel 2011 realtà, ogni incontro, ogni circocedendo in quella stanza d’ospedonna di Guadalupe che le frutta chi le incontra sulla sua strada. Sostanza, era come un regalo. Certa dale. Le infermiere venivano a una laurea con 110/110. Comincia no come una febbre di vita, un’eche c’era Gesù che le voleva bene». sbirciare e avevano una faccia coa insegnare a Gallarate, presso la nergia che accende l’esistenza e la il libro è nata quando una dottoSilvia, un’amica che le è stata acme di chi si chiedesse: "Ma quescuola Don Carlo Costamagna, la rilancia. In questi giorni si fa meressa, leggendo l’articolo di una ricanto fino agli ultimi istanti, comsta chi è, che muove mari e monmalattia riaffiora, aggredendo femoria di una testimonianza che ha vista che riportava il dialogo di menta: «Aveva una sete di felicità ti?". Forse avevano capito che stagato e intestino, i medici provano segnato la Storia del mondo, e inMarta con il padre, gli scrisse: «Fache le cose materiali non potevava accadendo qualcosa». la strada del trapianto di midollo sieme la storia di milioni di persote conoscere la storia di questa rano colmare. Era la sete di Cristo. osseo, donato dalla madre, ma l’efne: quella di Gesù. Ce ne sono tangazza a tutti. Può aiutare i nostri fiUna delle sue compagne più care Nel libro "Voglio tutto" e in un blog le GIORGIO PAOLUCCI studi Cattolica e poi collega questo hacosì colpito anche covero in ospedale, la scoperta di Martaalla voleva Lui, la Sua presenza, fetto non è quello sperato. Nella te altre che di quella sono imitagli a vivere». Ma conoscere grazie racconta il giorno deli medici. funeranella scuola dove insegnavano, riC’erano persone che andavano a un tumore al rene, l’intervento chitestimonianze di chi ha incontrato la fisicamente, realmente. Era lieta notte dell’8 ottobre 2010 il suo corzione e che rappresentano la moa questo diario dell’anima la feble: «Ci siamo accorte che non eracorda: che colpiva diin Martrovarla perché rurgico. Poi una guarigione della e un sono le malattie contagioma mai«Quello appagata nelle forme cui po si spegne nell’abbraccio dalità imisteriosa con cui Cristo bre di vita che bruciava nelle vene vamo lì asemplicemente ricordare un’amica che giovane di Rimini, scomparsa nel ta era il fattoQuesto, che lei dentro fosse sempre altri erano andati e avevano recupero che stupiscono gli stessi se. aErendersi ci sonopresente le testimosi palesava. la masua famiglia. continua agli e nel cuore di Marta è una scossa non c’era più. Non so spiegarlo,racma lieta. Come se avesse contato della di sua faccia lieta. Si medici, il del ritorno studi per la Quelle 2011. E grazie alla sua testimonianza lattia, ha cambiato leisempre e i suoidaLe pagine libroagli traboccano deluomininianze di oggi.contagiose. Li raggiunge, li inper tutti. Aiuta a capire quello che non si trattava una fine: lo si peravanti un regalo da scartare: tutta la andava a vedere cosa stava sucspecialistica, una tesi sulla Mache lasciano un segno nel cuore di L’ESEMPIO Marta Bellavista in gita sulle Alpi. La giovane è morta di cancro nel 2011 lo stupore di chi è rimasto segnaterpella, li fa vibrare, e spesso li va ripetendo Papa Francesco: l’incepiva nelle parole, negli sguardi, mici. La sua stanza di ospedale eha riscoperto il gusto di vivere realtà, ogni di incontro, ogni circocedendo in quella stanza donna di Guadalupe le frutta chi le incontra sua strada. Soto dall’incontro con la che sua umanità conquista. Cosìsulla è accaduto a tanti contro con Gesù cambia la vita. nelle sensazioni. Marta era d’ospeviva cora un porto mare, sempre piestanza, era come Certa dale. Lemai». infermiere a una laurea con 110/110. Comincia no come una febbre diMarta vita, un’estraripante. Arianna, compagna di che hanno incontrato Belme non L’idea divenivano pubblicare na di gente. Nonun eraregalo. mai sola, e © RIPRODUZIONE RISERVATA che c’era Gesù che le voleva bene». sbirciare e avevano una faccia coa insegnare a Gallarate, presso la nergia accendeverace, l’esistenza e la il libro è nata quando una dottolavista,che romagnola morta a Silvia, un’amica che le è stata acme di chi si chiedesse: "Ma quescuola Don Carlo Costamagna, la rilancia. giorni si fa meressa, leggendo l’articolo di una ri27 anni, In chequesti con la sua febbre di canto fino agli ultimi istanti, comsta chi è, che muove mari e monmalattia riaffiora, aggredendo femoria una testimonianza cheche ha vista che riportava il dialogo di vita hadisegnato tanta gente menta: «Aveva una sete di felicità ti?". Forse avevano capito che stagato e intestino, i medici provano segnato deldimondo, e inMarta con il padre, gli scrisse: «FacontinualaaStoria parlare lei come se che le cose materiali non potevava accadendo qualcosa». la strada del trapianto di midollo siemeancora la storia di milioni di persote conoscere la storia di questa rafosse viva. Basta leggere le no colmare. Era la sete di Cristo. osseo, donato dalla madre, ma l’efne: quella di Gesù. Ce ne sono tangazza a tutti. Può aiutare i nostri fiUna delle sue compagne più care pagine intense che raccolgono i Nel libro "Voglio tutto" e in un blog le Marta voleva Lui, la Sua presenza, fetto non è quello sperato. Nella te altre cheedi sono imitagli a vivere». Ma conoscere grazie racconta così il giorno del funerasuoi scritti le quella testimonianze detestimonianze di chi ha incontrato la fisicamente, realmente. Era lieta notte dell’8 ottobre 2010 il suo corzione e che rappresentano la moa questo diario dell’anima la feble: «Ci siamo accorte che non eragli amici e dei familiari, raccolte e ma mai appagata nelle forme in cui po si spegne nell’abbraccio della dalità misteriosa con cui Cristo bre di vita che bruciava nelle vene vamo lì a ricordare un’amica che giovane di Rimini, scomparsa nel rielaborate con pazienza e sapiensi palesava. Questo, dentro la masua famiglia. continua a rendersi presente agli e nel cuore di Marta è una scossa non c’era più. Non so spiegarlo, ma za da Emanuele Poverelli nel libro 2011. E grazie alla sua testimonianza lattia, ha cambiato lei e i suoi aLe pagine del libro traboccano deluomini di oggi.pubblicato Li raggiunge, li inper tutti. Aiuta a capire quello che non si trattava di una fine: lo si per"Voglio tutto", nei giorlo stupore di chi è rimasto segnaterpella, li fa vibrare, e spesso li va ripetendo Papa Francesco: l’incepiva nelle parole, negli sguardi, mici. La sua stanza di ospedale ehalariscoperto il della gustodetenzione di viveresenza ALESSIA GUERRIERI passare maggior parte – sorride, quando si paragona ad un criceto in ni scorsi da Itaca, a quattro anni to dall’incontro con la sua umanità conquista. Così accaduto a tanti contro con Gesù cambia la vita. menelle sensazioni. Marta era viva co- – perché ra un porto di mare, sempre pierimuginare sul passato, pensando invece a guagabbia questo mi aiutava a pensare dalla morte. Un èdiario dell’anima straripante. Arianna, compagna di che Marta Belme non mai». L’idea na di gente. Non eraella maivita sola, © RIPRODUZIONE RISERVATA dagnarmi con il mio lavoro la stima degli altri». glio». In quei quarantotto mesi «continuavo a riche hanno aiuta aincontrato capire cosa significa nonecontano tanto i passi che di fai,pubblicare lavista, romagnola verace,feconda, morta a Così è riuscito a ricambiare la fiducia degli opepetermi che ero lì per un’ingiustizia - è il suo racche la morte può essere ma le scarpe usate e le impronte che lasci. 27 anni, chevita. conAlasuo suamodo, febbreun di ratori. Da qui ha imparato a guardare i suoi comconto a bocce ferme - e che dovevo orientare tute generare «Anche se si cade, l’importante è come ti vita segnatoatanta gente che pagni d’internamento come esseri umani sforta la mia rabbia in qualcosa di positivo, come lo libroha pasquale, cui sono collerialzi e vai avanti». Andare oltre, per Domenico, continua a parlare di lei come se tunati, non come pazienti da curare. E questa è sport e la cucina». Lo avevano infatti fatto passagati un blog (www.scrittidimarsignifica provare a buttarsi dietro la spalle quelfosse ancora viva. Basta leggere le stata la sua fortuna. re come un patricida, quando invece la sua reata.it) e una pagina Facebook che la conflittualità in famiglia che lo ha portato nel pagine intense che raccolgono Libri, sport, la nuova avventura da studente d’inzione «comunque esagerata» – ammette Domestanno raccogliendo i contributii 2004 ad aggredire suo padre e a finire per quatsuoi scrittilettori. e le testimonianze defermieristica e la fede, poi, hanno fatto il resto. Per nico – alle parole di un padre padrone «violento dei primi tro anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario di gli amici e dei familiari, raccolte e con tutti in famiglia», era solo la sua ribellione ad Montelupo fiorentino. Indosso una diagnosi di È un’esistenza tanto breve quanto gli psichiatri «il merito è stato solo mio», ma rielaborate con pazienza sapienanni di umiliazioni e bugie. paranoico con deliri. «Quando dalla libertà, ti trointensa, quella di Marta,e ragazza continua a credere che «è stata la mano divina za da Emanuele Poverelli nel libro Oggi tutto è ancora scolpito nella mente, anche vi a vivere in cinque metri quadri con quattro piena di passioni, soprattutto la a guidarmi, perché dall’opg altrimenti non si e"Voglio nei se quella pagina è ormai superata grazie a un propersone impari ad adattarti, a rispettare il prosdanza etutto", l’arte, epubblicato attraversata dagiormilsce». La sua è una religiosità vissuta in solituALESSIA GUERRIERI passare maggior parte della detenzione senza – sorride, quando si paragona criceto in ni domande. scorsi da Itaca, a quattro anni getto alternativo messo in piedi ad dalun Dipartimensimo – racconta oggi che ha ripreso in mano la le Non riesce a tenerle dine chela«mi ha aiutato ad andare oltre la sofrimuginareoggi sul passato, pensando a guagabbia – perché questo mi aiutava a pensare medalla morte. Un diario dell’anima to di salute mentale di Pistoia; un percorso terapropria vita – ma il momento in cui, alla sera, per sé, le condivide con gli amici, ferenza»; Domenico così èinvece in grado di dagnarmi con il mio lavoro la stima deglie altri». glio». In «che quei ti quarantotto «continuavo a riche aiuta a capire del cosaliceo significa ella vita nonmandate contanola tanto passi che fai, peutico limita nellemesi scelte, ma porta a scasenti serrare a più cellai dietro di te ti prima i compagni a Ri«guardare il mondo con occhi diversi» di riCosì è riuscito a ricambiare la fiducia opepetermi che ero lì per un’ingiustizia è il suo racche laemorte può essere feconda, ma le scarpe usate e le impronte che lasci. varti dentro», con tutto il dolore che -implica. Cosenti morire». Da uno spazio d’annullamento mini poi dell’Università Cattolifugiarsi nel «santuario dei veri valori».degli La menratori. Da qui ha imparato a guardare i suoi comconto a bocce ferme e che dovevo orientare tute generare vita. A suo modo, un «Anche se si cade, l’importante è come ti munque, «ringrazio Dio di aver avuto un mestiere però Domenico, fiorentino oggi 57enne con una ca a Milano, dove nel 2002 si iscrite va agli anni in opg senza nemmeno una vipagni d’internamento come esseri umani sforta lalemia rabbia in ha qualcosa lo libro pasquale, a cui esono collerialzi e vai avanti». oltre,èper Domenico, tra mani che mi aiutatodia positivo, reagire», come fa mencompagna e lavoroAndare recuperato, riuscito a tirave a Lettere moderne diventa usita degli amici e i pochi colloqui con la madre, tunati, non pazienti da curare. E questa sport e la cucina». Lo avevano infatti passagatidei unpunti blogvivi (www.scrittidimarbuttarsi dietro la quelL’aggressione al padre, poi anni di significa tre continua a ripetere che anche se fatto adesso ci ire fuori ilprovare buono aper trasformare unspalle incubo in no della comunità di eppure «nelcome Vangelo il Signore dice: Ero carce-è stataelasiete sua fortuna. re comesu, un sono patricida, quando invece ladella sua reata.it) e una pagina FacebookÈche la conflittualità in famiglia che lo ha portato nel ronizza stati i giorni più duri sua un’occasione di riscatto. A mettere, insomma, uComunione e liberazione. su rato venuti a trovarmi». solitudine senza una visita Libri, sport,ci laha nuova avventura da studente d’inzione «comunque esagerata» ammette Domestanno percorso raccogliendo i contributi 2004 ad aggredire suo padre finire di percorsa. quatvita. Pensava addirittura che–non sarebbe mai no dopo l’altro i tasselli giusti,e aa passo questo intenso, di ricerDomenico messo una pietra sopra, ha difermieristica la fede,epoi, hannoche fattoè ildiverso resto. Per nico – alle parole diimmaginavo un padre padrone «violento deipersonale primi lettori. tro anni nell’ospedale psichiatrico di La reazione con la preghiera, la più uscito: «Già mi vecchio lì denLe scarpe da running che in questigiudiziario anni ha conca e di mille amicizie, mostrato a seestesso al mondo da con tutti in famiglia», era soloparte la suaproprio ribellione ad Montelupo fiorentino. Indosso una diagnosi di È un’esistenza tanto breve quanto gli psichiatri «il merito èsua stato solo mio», ma tro». E invece la sua rinascita dalla sumato non si contano più, tanto che in opg per che nel 2006, pochi mesi dopo la quel che si leggeva sulla cartella clinica. E corsa e la cucina, il suo mestiere anni di umiliazioni e bugie. paranoico con deliri. «Quando dalla libertà, ti trointensa, quella di Marta, ragazza continua a credere che «è stata la mano divina cucina dell’opg dove, visto il suo impiego in una tutti lui era il podista. «Nell’ora d’aria correvo nel laurea triennale, cade come un fulquesto basta. Oggi tutto è ancora scolpito nella mente, anche vi a vivere in cinque connell’altro quattro pienaladimalattia: passioni,una soprattutto la a guidarmi, perché dall’opg altrimenti non si emensa aziendale prima dell’arresto, «ho potuto cortile mezz’ora in un metri verso equadri mezz’ora mine colica, il ri© RIPRODUZIONE RISERVATA se quella pagina è ormai superata grazie a un propersone impari ad adattarti, a rispettare il prosdanza e l’arte, e attraversata da milsce». La sua è una religiosità vissuta in solitugetto alternativo messo in piedi dal Dipartimensimo – racconta oggi che ha ripreso in mano la le domande. Non riesce a tenerle dine che «mi ha aiutato ad andare oltre la softo di salute mentale di Pistoia; un percorso terapropria vita – ma il momento in cui, alla sera, per sé, le condivide con gli amici, ferenza»; oggi Domenico così è in grado di peutico «che ti limita nelle scelte, ma porta a scasenti serrare a più mandate la cella dietro di te ti prima i compagni del liceo a Ri«guardare il mondo con occhi diversi» e di rivarti dentro», con tutto il dolore che implica. Cosenti morire». Da uno spazio d’annullamento mini e poi dell’Università Cattolifugiarsi nel «santuario dei veri valori». La menmunque, «ringrazio Dio di aver avuto un mestiere però Domenico, fiorentino oggi 57enne con una ca a Milano, dove nel 2002 si iscrite va agli anni in opg senza nemmeno una vimani per che ripensare mi ha aiutato a reagire», fa mencompagna lavoro recuperato, è riuscito a tira- atra lesibile" ve a Lettere moderne e diventa usita degli amici e i pochi gli spazi. cella.eSperimentazione che si sta replicando blemi cristallizzati dal tempo e dalle urgenze, pie di contenuti, di colloqui con la madre, L’aggressione al padre, poi anni di a ripeteread che anchedetentiva se adessodiverci ire fuori il buono per un incubo no dei punti vivi della comunità di eppure «nel Vangelodiil Signore dice: Ero carce«Scelte collegate Poggioreale, che,trasformare racconta il direttore, «hainsem-tre continua «si sta cercando di costruire la normalità», diinsegnamento, un’idea ronizza su, sono stati i giorni più duri della sua un’occasione di riscatto. A mettere, insomma, uComunione e liberazione. È su rato e siete venuti a trovarmi». solitudine una visita pre vissuto in emergenza e aveva bisogno di ce il direttoresenza Antonio Fullone. doveri, di compesa, dove aumentare le chance di cambiavita.mento Pensava addirittura che non sarebbeil mai no dopo l’altro i tasselli giusti, a passo di corsa. questo percorso intenso, di ricerha messo una pietra sopra, ha diserenità». Da otto mesi allala Casa Circondariale tenze, diciservizio», e consapevolezza», ribadisce diret- Domenico La reazione con preghiera, la napole«Giàsono mi immaginavo vecchio lìattività, denLe scarpe da grado running che in questi anni ha con- deipiù uscito: ca personale e di mille amicizie, mostrato a se stesso e al mondo che è diverso da Primo raggiunto con la diminuzione tana, di consolidata esperienza, dinamico e conclude Fullone. tore. Così state intensificate le Un direttore arrivato 8 mesi fa E invece la sua rinascita partedagli proprio dalla sumato non si contano più, tanto chedei in opg perdi untro».dai che nel 2006, pochi mesi dopo la quel che sil’area leggeva sulla sua cartella clinica. E corsa e la cucina, mestiere detenuti - 1900 adesso invece 3mila sensibile, Fulloneilhasuo l’idea di carcere come Dentro, verde laboratori alla scuola, appuntavuole ridare dignità all’istituto dell’opg dove, visto il suo impiego una tutti luianno era ilfa podista. «Nell’ora d’aria correvo nel e aicucina laurea triennale, cade come un fulbasta. - grazie agli interventi legislativi «servizio pubblico e luogo della città», in grae la ludoteca per i menti di carattere culturale ai corsiindi for- questo mensa aziendale prima dell’arresto, «ho potuto cortile mezz’ora in un verso e mezz’ora nell’altro mine la malattia: una colica, il ri© RIPRODUZIONE RISERVATA trasferimenti in altre carceri di quelli con condo di ridare dignità a chi ha sbagliato. E lui pabambini, «perché mazione. Otto dei quali con la Regione per di pena più grande d’Italia Morta a 27 anni, ora è un faro per i più giovani Storie di Pasqua/1 C Fede e fornelli: c’è una ricetta contro la follia Storie di Pasqua/1 Dopo quattro anni di internamento nell’opg di Montelupo l’incubo diventa riscatto N Fede e fornelli: c’è una ricetta contro la follia Dopo quattro anni di internamento nell’opg di Montelupo l’incubo diventa riscatto Storie di Pasqua/2 N La svolta di Poggioreale, Storie di Pasqua/2da girone infernale a carcere laboratorio Storie di Pasqua/3 re essere una sorta di taumaturgo delle prigioni, ferita sempre aperta nella società. «Noi gestiamo vite, storie di emarginazione, di indigenza – replica il direttore–, siamo un laboratorio che anticipa le dinamiche sociali: per primi abbiamo conosciuto l’immigrazioblemi cristallizzati dal tempo e delle dalle relazioni urgenze, ne, le povertà, lo sfaldamento «si sta cercando di costruire la normalità», difamiliari». ceLecce il direttore Antonio A ha rimesso in Fullone. ordine il carcere, dove Da otto mesi alla Casa Circondariale napolemaltrattamenti e carenze di offerte erano cotana, di consolidata esperienza, dinamico e stati all’amministrazione penitenziaria una sensibile, Fullone ha l’idea carcere come condanna, e dove insieme addi interessanti ini«servizio pubblico e luogo della città», in graziative ora si applica il regime aperto e, dudo di ridare dignità a chi hanon sbagliato. E lui parante il giorno, i detenuti sono chiusi in re essere una sorta di taumaturgo delle prigioni, ferita sempre aperta nella società. «Noi gestiamo vite, storie di emarginazione, di indigenza – replica il direttore–, siamo un laboratorio che anticipa le dinamiche sociali: per primi abbiamo conosciuto l’immigrazione, le povertà, lo sfaldamento delle relazioni familiari». A Lecce ha rimesso in ordine il carcere, dove maltrattamenti e carenze di offerte erano costati all’amministrazione penitenziaria una condanna, e dove insieme ad interessanti iniziative ora si applica il regime aperto e, durante il giorno, i detenuti non sono chiusi in danna definitiva. Poggioreale è infatti carcere d’ingresso - 10mila all’anno il dato più basso - che raccoglie tutte le tipologie di reato e chi è in attesa di condanna definitiva o sconta una pena breve. Meno calca significa più spazio, tra i 3 e i 4 metri quadrati a persona, «ma cella. Sperimentazione che stadato replicando a legare la qualità della vita adsiun numeriPoggioreale, che, racconta il direttore, «hamansemco è riduttivo – precisa Fullone – e qui pre vissuto in socialità emergenza e avevaebisogno di cano spazi di e comuni l’organizserenità». zazione del tempo è complicata dalla vetustà Primo grado raggiunto con la diminuzione dei della struttura». detenuti - 1900 invece 3mila di un Per renderla piùadesso moderna si è dei chiesto aiuto a anno fa - grazie interventi legislativi e di ai professionisti: unagli protocollo con la Facoltà trasferimenti altre carceri di quelli con conarchitettura e in con l’associazione "Carcere posdanna definitiva. Poggioreale è infatti carcere d’ingresso - 10mila all’anno il dato più basso - che raccoglie tutte le tipologie di reato e chi è in attesa di condanna definitiva o sconta una pena breve. Meno calca significa più spazio, tra i 3 e i 4 metri quadrati a persona, «ma legare la qualità della vita ad un dato numerico è riduttivo – precisa Fullone – e qui mancano spazi di socialità e comuni e l’organizzazione del tempo è complicata dalla vetustà della struttura». Per renderla più moderna si è chiesto aiuto a professionisti: un protocollo con la Facoltà di architettura e con l’associazione "Carcere pos- imparare i mestieri più semplici: muratore, idraulico, aiuto cuoco, elettricista. Risorse utilizzate nella ristrutturazione degli ambienti del carcere stesso, così da impegnare le persone, accelerare i tempi, responsabilizzare, e da sfruttare a fine pena. sibile" per gli spazi. «Anche se ilripensare carcere lavora per il ’dopo’, ma non «Scelte collegate ad un’idea diversi occupa del ’dopo’ – annotadetentiva – cerchiamo di sa, dove aumentare le chance di cambiacostruire un accompagnamento dopo la dimento e consapevolezza», ribadisce il diretmissione. Perciò curiamo i collegamenti con tore. Così sono state intensificate le attività, i servizi sociali, con il volontariato e sopratdai laboratori alla scuola, dagliper appuntatutto la relazione con le famiglie recupementi di carattere culturale ai corsi di forrare la responsabilità degli affetti e la genitomazione. Otto dei quali con la Regione per rialità». Così il «passaggio in carcere si riemimparare i mestieri più semplici: muratore, idraulico, aiuto cuoco, elettricista. Risorse utilizzate nella ristrutturazione degli ambienti del carcere stesso, così da impegnare le persone, accelerare i tempi, responsabilizzare, e da sfruttare a fine pena. «Anche se il carcere lavora per il ’dopo’, ma non si occupa del ’dopo’ – annota – cerchiamo di costruire un accompagnamento dopo la dimissione. Perciò curiamo i collegamenti con i servizi sociali, con il volontariato e soprattutto la relazione con le famiglie per recuperare la responsabilità degli affetti e la genitorialità». Così il «passaggio in carcere si riem- non deve pagare chi è innocente», spazi per stare in momenti diversi con i familiari. Fuori, i marciapiedi sono senza le file di donne e bambini in attesa di entrare per un colloquio, in cerca di sole nelle giornate fredde, pieun diriparo contenuti, di dalla di pioggia, di ombra nella cainsegnamento, diviavai di donne, con il lolura. È tranquillo il doveri, compero caricodi di buste e di problemi: paiono se non tenze, di servizio»,e qualcuna anche sorride. serene, rassicurate conclude Come se laFullone. ristrutturazione delle mura anticiDentro,lal’area verde passe riconversione delle anime. Lentae la ludoteca per i mente, con costanza. bambini, «perché © RIPRODUZIONE RISERVATA non deve pagare chi è innocente», spazi per stare in momenti diversi con i familiari. Fuori, i marciapiedi sono senza le file di donne e bambini in attesa di entrare per un colloquio, in cerca di sole nelle giornate fredde, di un riparo dalla pioggia, di ombra nella calura. È tranquillo il viavai di donne, con il loro carico di buste e di problemi: paiono se non serene, rassicurate e qualcuna anche sorride. Come se la ristrutturazione delle mura anticipasse la riconversione delle anime. Lentamente, con costanza. La svolta di Poggioreale, da girone infernale a carcere laboratorio VALERIA CHIANESE NAPOLI AStorie di Pasqua/3 ria nuova vibra intorno al carcere di Poggioreale, benché il massiccio bugnato ottocentesco sia uguale, grigia isola tra traffico e palazzi. Fino all’anno scorso marchiato come ’il carcere più affollato Un direttore arrivato 8 mesi fa d’Europa’ e con la fama di "girone infernale", l’istituto di pena piùdignità grande d’Italia sta lentavuole ridare all’istituto mente cambiando e questa Pasqua significa pena più grande d’Italiadi proanchedi rinnovamento. Nel miscuglio VALERIA CHIANESE NAPOLI A ria nuova vibra intorno al carcere di Poggioreale, benché il massiccio bugnato ottocentesco sia uguale, grigia isola tra traffico e palazzi. Fino all’anno scorso marchiato come ’il carcere più affollato d’Europa’ e con la fama di "girone infernale", l’istituto di pena più grande d’Italia sta lentamente cambiando e questa Pasqua significa anche rinnovamento. Nel miscuglio di pro- © RIPRODUZIONE RISERVATA