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dabo tallio, coinvolta Arpat

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dabo tallio, coinvolta Arpat
dabo tallio, coinvolta Arpat
d irettore d i Gaia scrive che l'agenzia s ap eva d e i l'in
i am to dal 2013
ScamMo tallio, Gaia
tira in ballo anche Arpat ;
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ScmdaluLJlio,coincolta \rpa!
A
IN
Scandalo tallio, Gai010a
tira in ballo anche
Nella relazione del direttore della società che gestisce la rete idrica
si riferisce che l'agenzia regionale sapeva già nel 2013 del valore oltre i limiti
di Luca Basile
1 PIETRASANTA
La relazione in cui Gaia informa il Comune della presenza,
già dall'estate 2013, del tallio
nell'acqua di Valdicastello sorgente Molini di S. Anna - da
ieri mattina è al vaglio della
Procura. A decidere per l'immediata consegna della documentazione, con allegate le
analisi dei diversi campionamenti, il sindaco Domenico
Lombardi. «La relazione ci è
stata recapitata da Gaia venerdì scorso dopo un'attesa di oltre 3 mesi, visto che ne avevamo fatto richiesta nel novembre scorso: una volta letta abbiamo deciso di portarla immediatamente in Procura. Sul
contenuto non entro nel merito: ci sono delle indagini in corso e quindi mantengo - spiega
Lombardi - il massimo riserbo.
È chiaro che se abbiamo deciso di consegnare il tutto alla
Procura significa che abbiamo
ravvisato la presenza di elementi sicuramente importanti. A tempo debito tutto sarà
chiarito, nella logica della trasparenza e della correttezza
dei comportamenti che da
sempre caratterizza la mia amministrazione».
Fin qui Lombardi, che altro
non aggiunge a margine di una
vicenda di cui Il Tirreno, nella
cronaca di ieri, ha svelato
aspetti inediti e clamorosi. In
sostanza l'acqua nella frazione
era inquinata già nel2013 e Gaia, come certifica la relazione a
firma del direttore della società che gestisce il servizio idrico,
Paolo Peruzzi, ne era a conoscenza. Quanto meno in chi
era demandato al controllo e al
monitoraggio delle acque. E
parliamo di un valore, quello
accertato, ben al di sopra dei
parametri di riferimento, visto
che Molini di S.Anna, nell'agosto del 2013, presentava una
presenza di tallio pari a 12 microgranlmi per litro. Come a dire ben sei volte superiore alla
soglia consentita.
L'assessore Vìtk
mí sono fídato.
forse ho sbagliato
«É una v'scenda dal contorni
ancora da definire, ma non ml
sento ingannato. Non riscontro
un atteggiamento malevolo in
questavícenda, anche se
parliamo di un episodio
lnduhbíanmente grave».
L'assessore all'ambiente Italo
viti non ha voglia di parlare
eppure è proprio a lui che un
referente di Gaia, a margine
delle analisi del 2013, aveva
riferito di esíts nella norma e
dell'assenza di tallio nell'acqua
a valdícastello. «Avevo ricevuto
rassícurazíoní verbali: forse,
ripensandoci oggi, avrei dovuto
sollecitare l'invio del cartaceo
delle analisi, ma mi sono fidato
delle parole di una persona che
non penso mi abbia volutamente
mentito. Detto questo quanto
staernergendo è motivo di seria
riflessione. ma è compito della
Procura fare chiarezza». (l.b.)
Ma nella ricostruzione di Peruzzi emerge altro: in particolare si racconta di uno scambio
di mail intercorso sempre fra
Gaia e Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale. In sostanza Gaia invia ad Arpat - siamo sempre nell'agosto
di due anni fa - gli esiti degli
esami effettuati nelle sorgenti
di Valdicastello - campionamenti eseguiti dietro richiesta
dei ricercatori dell'Università
di Pisa che avevano evidenziato una presenza anomala nel
fosso Baccatoio e nella zona
mineraria di metalli pesanti -:
l'agenzia rileva, fra i diversi esiti, un parametro anomalo - i 12
rnicrograrnmi per litro di tallio
a Molini di S.Anna - e chiede a
Gaia di ripetere il controllo.
Dunque, stando al soggetto gestore, Arpat era a conoscenza
della contaminazione da tallio
della sorgente.
Quello che segue a questa richiesta non ha spiegazione, a
rigore di logica: Gaia non esegue il nuovo campionamento
e non è dato sapere se Arpat
solleciti o meno l'esito. La questione finisce così nel dimenticatoio salvo poi tornare alla ribalta nel settembre 2014 quando, sempre dietro pressioni dei
ricercatori
dell'Università,
esplode l'emergenza tallio a
Valdicastello fino all'ordinanza sindacale di divieto di potabilità del 3 ottobre. Divieto poi
esteso, nelle settimane successive, anche al centro storico e
poi, gradualmente, revocato.
In poche parole, stando alla
relazione in mano alla Procura, Gaia e Arpat sapevano della
contaminazione, ma per ragioni oggi ignote, non avrebbero
dato seguito a tutta la procedura conseguente relativa alle
controanalisi. Risvolti scioccanti per chi, quell'acqua, ha
continuato a berla fino all'ordinanza di divieto dell'anno dopo. Ma siamo solo all'incipit di
uno scandalo su cui molto resta da scrivere. Con una comunità, quella di Valdicastello,
che si chiede con chi ha avuto
a che fare in tutti questi mesi di
confronti, tavole rotonde e
consigli comunali aperti. Perché anche questo degli incontri, in sede pubblica o in ambito istituzionale, andati in scena negli ultimi tempi, è aspetto
che merita un approfondimento: ai Comitati - non solo di Valdicastello, ma anche quello del
centro storico - era stato detto
e ribadito che del tallio nell'ac-
qua potabile nessuno aveva
sentito parlare prima del settembre 2014. Oggi si scopre
che non era così, che Gaia sapeva e che Arpat - leggendo la
relazione di Peruzzi - era stata
informata dello sforamento a
Molini di S.Anna. Qualcuno cominci a chiedere scusa a queste persone. Gli altri risvolti, in
sede giudiziaria, verranno di
conseguenza.
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Un carte ocheseg La ._ .s zionpotabile , adestra il centro città durante l'emergenz t,ìihù
Acqua torbida, bisognerà attendere
Acqua torbida a Valdicastello: la problematica (come dimostra
la foto) continua a riguardare alcune utenze private. Gaia, per il momento, non interviene sulle cisterne domestiche, attendendo l'esito
di nuove analisi i cui esiti saranno ufficializzati nei prossimi giorni.
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