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Untitled - Fondazione Nicola Trussardi

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Untitled - Fondazione Nicola Trussardi
1
Mescolando pop art e performance, minimalismo e
Walt Disney, McCarthy ha inventato un linguaggio
unico che è stato celebrato da tutti i musei del mondo,
tra cui la Tate Modern di Londra, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e il Whitney Museum di
New York. Paul McCarthy lavora dalla fine degli anni
’60 a installazioni, sculture e video che esplorano il lato oscuro del sogno americano.
Pirati, clown, pupazzi di babbo natale, barattoli di
ketchup, avatar fatti in casa, bulli e pupe, maiali e bottiglie di whisky sono i giocattoli che animano il mondo
ipertrofico di Paul McCarthy: ogni sua mostra è pensata come un gigantesco parco a tema in cui si celebrano baccanali e parodie di serial televisivi. I travestimenti di Paul McCarthy innestano la tradizione della
commedia dell’arte sulle soap opera americane: come
il direttore di un circo, Paul McCarthy mette in scena
spettacoli in cui giocano sosia di celebrità, presidenti
e regine, da Alice nel Paese delle Meraviglie a George
Bush, da Angelina Jolie ai Sette Nani.
2
PIG ISLAND
L’ISOLA DEI PORCI
Static (Pink), 2004-2009
Silicone, acciaio
/ Silicone, stainless steel
271 x 164 x 324 cm
Collezione privata
/ Private collection
Pig Island – L’isola dei porci è la prima grande mostra
in Italia di Paul McCarthy, il leggendario artista americano che con la sua lunga carriera ha scritto pagine fondamentali della storia dell’arte contemporanea.
Pensata appositamente per gli spazi monumentali e
sotterranei di Palazzo Citterio, Pig Island – L’isola dei
porci combina opere storiche, video, nuove produzioni e una sorprendente anteprima mondiale per costruire una gigantesca opera d’arte totale in cui il palazzo – straordinario esempio di architettura settecentesca nei cui sotterranei sono state scavate negli anni
’80 nuove enormi sale espositive, rimaste chiuse per
oltre venticinque anni – si anima dei sogni e delle visioni di McCarthy. Nella mostra Pig Island – L’isola dei
porci le opere pantagrueliche di Paul McCarthy si fondono con la brutalità di spazi non-finiti per immergere
i visitatori in un enorme collage in tre dimensioni.
3
Pig Island – L’isola dei porci porta a Milano il mondo burlesco e feroce
di Paul McCarthy: fin dall’ingresso nella mostra il visitatore si immerge nella realtà surreale e nella satira politica dell’opera di McCarthy
con STATIC (PINK) (2004-2009) | SALA 1 | una maschera di silicone
rosa colta in un momento di beffarda lascivia.
Nel mondo di McCarthy ogni gerarchia è stravolta: come ne La fattoria degli animali di George Orwell, la politica si trasforma in una commedia grottesca in cui animali e esseri umani si scambiano di ruolo e
il caos sembra regnare sovrano.
Girati con la collaborazione del figlio Damon, e con una produzione degna dei più imponenti kolossal cinematografici, i film PIRATE PARTY
(2005), HOUSEBOAT PARTY (2005) | SALE 2, 3 e 4 | e F-FORT PARTY
(2005) | SALA 10 | sono stati realizzati durante infinite sessioni di performance all’interno di spazi al confine tra il parco d’intrattenimento
e l’architettura fai da te. Come in un carnevale, ruoli e gerarchie sono messe a soqquadro. Fortini da western di serie B e navi da Pirati
dei Caraibi si popolano di personaggi di una Disneyland per adulti in
cui si svolgono battaglie infuriate e scontri bizzarri. Con gesti e risate
sguaiate, corsari e soldati si dedicano a pratiche violente e volgari del
tutto immotivate come se l’azionismo viennese incontrasse la finzione
e il glamour di Hollywood: litri di ketchup e di sciroppo al cioccolato
scorrono a fiumi dalle protesi mozzate di gambe e di braccia mentre
incalza il ritmo di una fiaba senza trama e senza lieto fine.
Nella sala successiva, il galeone di BLACK BOW BILBAO (2001-2005)
| SALA 5 | sembra quasi un parco di divertimenti portatile, la maquette di una scenografia mai realizzata.
La mostra della Fondazione Nicola Trussardi è anche l’occasione per
riscoprire alcune delle prime sculture di Paul McCarthy in cui l’artista
infiltra il corpo umano, i suoi organi e la sua carne, in opere che all’apparenza sembrano utilizzare il linguaggio del minimalismo più freddo
ma che lo investono di nuove pulsioni e desideri.
In CHAIR WITH BUTT PLUG (1978) | SALA 6 | una sedie – la sedia
è un motivo ricorrente nella storia dell’arte, dalle sedie di Van Gogh
a quelle dell’arte concettuale – diventa uno strumento per indagare
la sessualità e per proporre un nuovo punto di vista stralunato sul
mondo delle cose.
4
Con KETCHUP SANDWICH (1970) | SALA 6 | Paul McCarthy costruisce un cubo perfetto in vetro inframmezzando ogni strato con il simbolo del cibo spazzatura d’oltreoceano. Giocando sulle associazioni evocate dal cibo da fast-food e da effetti speciali da quattro soldi, il ketchup
– che nel mondo di McCarthy rappresenta anche un fluido corporeo
– diventa un gigantesco monumento da adorare, un pallone da parata
alto oltre quindici metri che troneggia nel cortile esterno di Palazzo Citterio, nell’opera DADDIES TOMATO KETCHUP INFLATABLE (2007) |
SALA 10 |. Tutte le icone e i simboli del mondo di oggi crollano nelle
mani di McCarthy che utilizza gli strumenti della parodia per restituire
tutta la loro falsità e la loro meschinità, come in PAULA JONES (2010)
| SALA 7 | in cui l’artista guarda ai fumetti per indagare il voyeurismo, la
più contemporanea delle debolezze umane.
Per la mostra della Fondazione Nicola Trussardi, Paul McCarthy porta
a Milano una delle sue opere più complesse e ambiziose, presentata
qui in anteprima mondiale. PIG ISLAND (2003-2010) | SALA 8 | è un
enorme accumulo fatto di creta, metallo, polistirolo, legno, plastica
e ogni altro materiale da bricolage che costruisce una versione contemporanea di un Merzbau di Kurt Schwitters. Cresciuta nello studio
dell’artista in sette anni di lavoro, PIG ISLAND raccoglie in oltre centro
metri quadrati un’antologia surreale dei temi che hanno animato tutta la carriera dell’artista. L’opera PIG ISLAND è stata portata a Milano
dallo studio di Los Angeles dell’artista con meticolosa attenzione, trasportando ogni minuscolo pezzo di plastica, ogni oggetto e rifiuto che
l’artista ha ammassato in questa scultura ciclopica. PIG ISLAND appare
in questo bunker scavato sotto la città come un gigantesco reperto archeologico: il capolavoro di McCarthy è un’isola del tesoro alla rovescia in cui bucanieri ed eroine si abbandonano a una festa indiavolata,
un nuovo naufragio della speranza. PIG ISLAND è una Zattera della
Medusa in cui i protagonisti possono finalmente liberarsi delle loro
inibizioni. Come tutta la mostra, la scultura brulica di sogni e incubi: è
un percorso nell’inconscio della nostra società sospesa tra eros e tabù,
spazzatura e icone. Nei sotterranei più bui di Palazzo Citterio, si incontra allora la scultura DREAMING (2005) | SALA 1 | : Paul McCarthy
si ritrae nudo – sognante o forse morto – in una scultura iperrealista
che lo trasforma in un fantoccio o forse in un idolo.
5
Pig Island – L’isola dei porci con la Fondazione Nicola
Trussardi è la sua prima mostra personale in un’istituzione italiana.
Shit Face Painting, 1974
Still da video / Video still
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
6
Palazzo Citterio è una dimora nobiliare situata nel centro storico di Milano, in via Brera, risalente alla seconda metà del Settecento; fu acquisito al demanio dello
Stato su richiesta del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali negli anni ’70 per essere destinato ad attività
espositive e culturali in relazione alle esigenze di espansione della Pinacoteca di Brera. Dopo un primo intervento di adeguamento funzionale i lavori furono interrotti fino a quando a metà degli anni ‘80 fu redatto
un nuovo progetto dall’architetto inglese James Stirling
che prevedeva l’insediamento nel palazzo di un moderno museo ad ampliamento della Pinacoteca di Brera. I
lavori hanno subito diverse interruzioni a causa di contenziosi legali con i vicini e di complesse vicende legate
alle destinazioni d’uso del complesso.
Le parti originarie del palazzo settecentesco ancora
ben conservate sono le facciate con gli eleganti poggioli lungo la via Brera, il cortile porticato interno, le
cantine con le volte e le stanze nobili al primo piano;
l’intervento dell’architetto Stirling non è poi stato realizzato se non per il volume interrato che, pur rimasto
allo stato rustico, denuncia chiaramente i tratti distintivi
stilistici e spaziali del grande architetto inglese.
Il 24 novembre 2008 è stato firmato il “Protocollo
d’intesa per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di Milano” fra comune di Milano e
i Ministeri della Difesa e dei Beni e le Attività Culturali.
L’obiettivo primario del protocollo è il rilancio di Brera
con l’ampliamento della Pinacoteca anche a Palazzo
Citterio in una logica complessiva di sviluppo culturale
della città di Milano nella prospettiva dell’EXPO 2015.
Questa mostra – che svela il palazzo al pubblico per la
prima volta dopo oltre venticinque anni – è una preziosa occasione per aprire alla cittadinanza le porte di
questo prestigioso edificio e far conoscere un tesoro
misconosciuto in attesa del suo prossimo rilancio a
servizio della cultura cittadina.
PALAZZO
CITTERIO
PAUL
MCCARTHY
Paul McCarthy (Salt Lake City,1945) vive e lavora a Los
Angeles, California. Nella sua lunga carriera ha esposto
nei musei più prestigiosi del mondo tra cui il Museum
of Contemporary Art di Los Angeles (2000), la Tate
Modern di Londra (2003), l’Haus der Kunst di Monaco
(2005), il Whitney Museum of American Art di New
York (2008), il Moderna Museet di Stoccolma (2006),
la Whitechapel Gallery di Londra (2005), l’Hamburger
Bahnhof Museum für Gegenwart di Berlino (2008) e il
John Paul Getty Museum di Los Angeles (2008). L’artista americano ha partecipato alle più grandi kermesse
dell’arte contemporanea tra cui la Biennale di Venezia
(quattro edizioni: nel 2001, 1999, 1995 e 1993), la
Biennale del Whitney Museum di New York (tre edizioni: nel 2004, 1997 e 1995), la Biennale di Berlino
(2006), la Biennale di Santa Fe (2004), la Biennale di
Lione (2003) e la Biennale di Sidney (due edizioni: nel
2010 e 2000).
7
Paul McCarthy - Damon McCarthy
Houseboat Party, 2005
Still da video / Video stills
Installazione video a 3 canali, 54’32”
/ 3 channels video installation, 54’32”
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
8
9
Ketchup Sandwich, 1970
Vetro, ketchup, bottiglie di ketchup Heinz
/ Glass, ketchup, Heinz ketchup bottles
76 x 76 x 76 cm
Courtesy Moderna Museet, Stockholm
/ Courtesy Moderna Museet, Stoccolma
Dreaming, 2005
Silicone dipinto, maglietta, capelli
artificiali, plastica, polistirolo,
sedia da giardino
/ Painted silicone, t-shirt, artificial hair,
plastic, styrofoam, garden chair
180 x 62 x 71 cm
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
10
11
Paul McCarthy - Damon McCarthy
Pirate Party, 2005
Still da video / Video stills
Installazione video a 4 canali, 92’00”
/ 4 channels video installation, 92’00”
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
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13
SALA 1 / ROOM 1
Static (Pink), 2004-2009
Silicone, acciaio
/ Silicone, stainless steel
271 x 164 x 324 cm
Collezione privata
/ Private collection
Dreaming, 2005
Silicone dipinto, maglietta,
cappelli artificiali, plastica,
polistirolo, sedia da giardino
/ Painted silicone, t-shirt,
artificial hair, plastic,
styrofoam, garden chair
180 x 62 x 71 cm
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 2, 3, 4 / ROOM 2, 3, 4
Paul McCarthy
- Damon McCarthy
Pirate Party, 2005
Installazione video a 4 canali,
92’00” / 4 channels
video installation, 92’00”
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 6 / ROOM 6
Ketchup Sandwich, 1970
Vetro, ketchup, bottiglie di
ketchup Heinz / Glass, ketchup,
Heinz ketchup bottles
76 x 76 x 76 cm
Courtesy Moderna Museet,
Stoccolma / Courtesy Moderna
Museet, Stockholm
Chair with Butt Plug, 1978
Sedia di legno, dilatatore anale
di gomma Doc Johnson, bulloni
/ Wooden chair, Doc Johnson
butt plug, bolts
88.9 x 45.7 x 43.2 cm
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 7 / ROOM 7
Paula Jones, 2010
Silicone, alluminio, legno,
lattice, poliuretano
/ Silicone, aluminum, wood,
latex, polyurethane
170.2 x 121.9 x 243.8 cm
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 8 / ROOM 8
Pig Island, 2003-2010
Tecnica mista / Mixed media
11 x 10 x 6 m
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 9 / ROOM 9
Paul McCarthy
- Damon McCarthy
F-Fort Party, 2005
Installazione video a 2 canali,
30’00” / 2 channels video
installation, 30’00”
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
SALA 10 / ROOM 10
Daddies Tomato Ketchup
Inflatable, 2001
Tessuto di nylon vinilico,
ventilatori, attrezzatura
/ Nylon fabric, fans, equipment
15,3 x 4 x 4 m
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
PIA N O IN TER R ATO
U N D ER G R OU N D F L OOR
Paul McCarthy
- Damon McCarthy
Houseboat Party, 2005
Installazione video a 3 canali,
54’32” / 3 channels video
installation, 54’32”
Courtesy l’artista e Hauser &
Wirth / Courtesy the artist and
Hauser & Wirth
SALA 5 / ROOM 5
Black Bow Bilbao,
2001-2005
Polistirolo, legno, silicone
/ Styrofoam, wood, silicone
121.9 x 91.4 x 127 cm
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth / Courtesy
the artist and Hauser & Wirth
14
PIANO TER R A
GROUND F L OOR
ENTRATA / ENTRANCE
USCITA / EXIT
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Pig Island – L’isola dei porci is the first major exhibition
in Italy by Paul McCarthy, a legendary American artist
who over his long career has played a key role in the
history of contemporary art. Specially conceived for the
monumental underground spaces of Palazzo Citterio,
Pig Island brings together historic works, videos, and
an extraordinary new installation making its world
debut. A giant “total artwork”, the exhibition makes
Palazzo Citterio come to life with McCarthy’s dreams
and visions. Installed in a unique example of 18th-century architecture which was transformed in the ’80s,
with the creation of an underground level, but has remained closed for over 25 years, Pig Island – L’isola dei
porci combines the artist’s Rabelaisian works with the
rawness of these unfinished spaces, immersing visitors
in an enormous three-dimensional collage.
Mingling Pop Art with performance, Minimalism with
Walt Disney, McCarthy has invented a unique language that has been celebrated by prestigious museums around the world, such as Tate Modern in London, the Museum of Contemporary Art in Los Angeles, and the Whitney Museum in New York. Since the
late ’60s, Paul McCarthy has been creating installations, sculptures and videos that explore the dark side
of the American dream. Pirates, clowns, Santa Claus
figures, ketchup containers, home-made avatars, guys
and dolls, pigs and bottles of whisky are the toys that
people McCarthy’s hypertrophic world; his exhibitions
are conceived like giant theme parks that stage raving
bacchanals and subtle parodies of TV serials, with various disguises that graft the commedia dell’arte tradition onto American soap operas. Like a circus ringmaster, McCarthy presents shows attended by mutant
monsters and impersonations of celebrities, ranging
from Alice in Wonderland to George Bush, Angelina
Jolie to the Seven Dwarves.
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PIG ISLAND
L’ISOLA DEI PORCI
Paula Jones, 2010
Silicone, alluminio, legno,
lattice, poliuretano
/ Silicone, aluminum, wood,
latex, polyurethane
170.2 x 121.9 x 243.8 cm
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
17
Pig Island – L’isola dei porci brings McCarthy’s ferociously burlesque
world to Milan: upon entering the show, visitors are plunged into a
surreal political satire with STATIC (PINK) (2004-2009) | ROOM 1 |, a
pink silicone mask caught in a moment of sneering lasciviousness. In
McCarthy’s universe, all hierarchies are turned on their heads: like Orwell’s Animal Farm, politics become a grotesque comedy where animals and human beings trade their roles, and chaos reigns supreme.
Filmed in collaboration with his son Damon, in a production that rivals
the most impressive cinematic extravaganzas, PIRATE PARTY (2005)
and HOUSEBOAT PARTY (2005) | ROOMS 2, 3, and 4 | and F-FORT
PARTY (2005) | ROOM 10 | were created in endless performance sessions within spaces that blend amusement-park aesthetics with DIY
architecture. Again, as in a Mardi Gras, the natural order of things is
turned upside-down.
Forts out of second-rate Westerns and ships out of Pirates of the
Caribbean are peopled by characters from an adult Disneyland, who
wage bizarre, frenzied battles. With wild gestures and raucous laughter, these pirates and soldiers throw themselves into violent, crass,
completely unmotivated escapades, as if Viennese Actionism had encountered the fiction and glamour of Hollywood: quarts of ketchup
and chocolate syrup gush from the stumps of severed arms and legs,
in the surging rhythm of a fairy tale without a plot or a happy ending.
In the next room, the galleon in BLACK BOW BILBAO (2001-2005)
| ROOM 5 | looks like some kind of portable theme park, the model
for a set that was never built.
The Fondazione Nicola Trussardi exhibition is also an opportunity to
rediscover some of Paul McCarthy’s earliest sculptures, in which the
artist delves into the human body, its organs, and its flesh, in works
that seem to adopt the chilliest language of Minimalism while infusing it with new urges and desires. In CHAIR WITH BUTT PLUG
(1978) | ROOM 6 |, a chair—an object that is a recurring theme in
art history, from Van Gogh to conceptual art—becomes a tool for
exploring sexuality and presenting a bewildering new vision of the
world of objects.
18
In KETCHUP SANDWICH (1970) | ROOM 6 |, Paul McCarthy constructs a perfect cube out of glass plates that are slathered with the
symbol of the American junk diet. Playing on its evocations of fast
food and cheap special effects, ketchup—which in McCarthy’s world
also represents a bodily fluid—also becomes a gigantic monument to
be adored, a parade float, over 15 meters high, that looms above the
outdoor courtyard of Palazzo Citterio in DADDIES TOMATO KETCHUP INFLATABLE (2007) | ROOM 10 |. All the icons and symbols of
today’s world crumble at the hands of McCarthy, who wields the
tools of parody to expose their pettiness and hypocrisy: as in PAULA
JONES (2010) | ROOM 7 | which mixes voyeurism and desire.
For the Fondazione Nicola Trussardi show, Paul McCarthy introduces
the public to one of his most complex and ambitious works, presented here in its world debut. PIG ISLAND (2003-2010) | ROOM 8 | is
an enormous accumulation of clay, metal, Styrofoam, wood, plastic,
and every other possible sculptural material, forming a contemporary
version of a Merzbau by Kurt Schwitters. After 7 years of growth in
the artist’s studio, PIG ISLAND fills over 100 square meters with a surreal anthology of the themes that have animated McCarthy’s career
through the years. It was shipped to Milan from Los Angeles with meticulous attention, transporting every miniature scrap of plastic, every
object and piece of rubbish that the artist collected in his gigantic sculpture. Displayed in this bunker dug out under the city, PIG ISLAND turns
into a giant archeological artifact; McCarthy’s masterpiece is a treasure island in reverse, where buccaneers and damsels throw themselves
with abandon into wild revels, in yet another shipwreck of hope.
PIG ISLAND is a Raft of the Medusa whose characters can cast off
inhibitions. Like the rest of the exhibition, the sculpture is swarming
with dreams and nightmares; it is a journey through the subconscious
of our society, amid Eros and taboos, junkpiles and jujus. Last but not
least, in one of the dark chambers of Palazzo Citterio, we encounter
the sculpture DREAMING (2005) | ROOM 1 | : Paul McCarthy portrays himself naked—dreaming, or perhaps dead—in a hyperrealistic
sculpture that transforms him into a mannequin, or perhaps an idol.
19
Pig Island – L’isola dei porci, organized by Fondazione
Nicola Trussardi, is his first solo show with an Italian
institution.
Pig Island, 2003-2010
Maquette
Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist and Hauser & Wirth
20
Palazzo Citterio is an aristocratic residence located
in the historic center of Milan, on Via Brera. It dates
back to the second half of the 18th century, and was
purchased by the Italian state at the request of the
Ministry of Cultural Heritage in the ‘70s, to be used
for exhibitions and cultural events as an extension of
the Pinacoteca di Brera. After an initial renovation,
the project came to a halt until the mid-’80s, when
a new design was prepared by British architect James
Stirling, who had been engaged to create a modern
museum inside the palazzo to expand the Pinacoteca.
Work was repeatedly interrupted due to legal disputes
with the neighbours and complex developments regarding the intended use of the complex. The original, well-preserved sections of the 18th-century building include the facades, with their elegant balconies
overlooking Via Brera, the internal porticoed courtyard,
the vaulted cellars, and the rooms on the piano nobile;
Stirling’s design was only implemented in the underground spaces, which remain in a rough, unfinished
state, yet clearly show the distinctive stylistic and spatial approach of this great British architect.
On November 24, 2008, a memorandum of understanding regarding the conservation and promotion
of Milanese cultural heritage was signed by the City
of Milan, the Ministry of Defense and the Ministry of
Culture. Its main focus was to re-launch the Brera by
expanding the Pinacoteca to Palazzo Citterio, as part
of an overall strategy of cultural development for the
city of Milan in preparation for EXPO 2015.
This exhibition—which opens the doors of this prestigious building for the first time in over 25 years is a
valuable opportunity to introduce the general public
to a little-known treasure that will soon be recovered
to serve the city’s cultural life.
PALAZZO
CITTERIO
PAUL
MCCARTHY
Paul McCarthy (born in Salt Lake City, 1945) lives and
works in Los Angeles, California. Over his long career
he has exhibited at the world’s most prestigious museums, including the Museum of Contemporary Art in
Los Angeles (2000), Tate Modern in London (2003),
Haus der Kunst in Munich (2005), the Whitney Museum of American Art in New York (2008), Moderna
Museet in Stockholm (2008), the Whitechapel Gallery
in London (2005), Hamburger Bahnhof Museum für
Gegenwart in Berlin (2008), and the John Paul Getty
Museum in Los Angeles (2008).
The American artist has also taken part in the leading
contemporary art festivals, including the Venice Biennale (four times: in 2001, 1999, 1995 and 1993), the
Whitney Biennial in New York (three times: in 2004,
1997 and 1995), the Berlin Biennale (2006), the Santa
Fe Biennial (2004), the Lyon Biennale (2003) and the
Biennale of Sydney (twice: in 2010 and 2000).
21
Pig Island, 2003-2010
Montaggio dell’opera
/ Production shot
Tecnica mista
/ Mixed media
11 x 10 x 6 m
Courtesy l’artista
e Hauser & Wirth
/ Courtesy the artist
and Hauser & Wirth
22
23
Fondazione Nicola Trussardi
Pig Island – L’Isola dei porci
Una mostra di / An exhibition by
Paul McCarthy
Palazzo Citterio, via Brera 14, Milano
dal 20 maggio al 4 luglio 2010
May 20-July 4, 2010
Tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00
Open daily 10am-8pm
Ingresso libero / Free entrance
A cura di / Curated by
Massimiliano Gioni
Si ringrazia / Thanks to
Cristina Ambrosini
Sandrina Bandera
Paolo Bettoni
Caterina Bon Valsassina
Stefano Conta
Paola Croci
Sabrina De Cillis
Gaetano Di Gregorio
Francesco Ferrari
Barbara Ferriani
Domenico Giacomarro
Hauser & Wirth
Paul McCarthy’s Studios
Marc Payot
Karin Seinsoth
Rafaela Trevisan
V.D.S. Montage
Stefano Valsecchi
Un ringraziamento speciale a
/ Very special thanks to
Paul McCarthy’s crew
Grafica / Graphic Design
Andrea Lancellotti
Un ringraziamento speciale
al Ministero per i Beni e le Attività
Culturali - Soprintendenza per
i Beni Architettonici e per il Paesaggio
di Milano / Special thanks to
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali - Soprintendenza
per i Beni Architettonici
e per il Paesaggio di Milano
Arch. Alberto Artioli, Soprintendente
Arch. Annamaria Terafina
Geom. Attilio Colianni
Con il patrocinio di
/ Under the patronage of
Si ringrazia / Thanks to
Tutte le immagini / All images
© Paul McCarthy
Fondazione Nicola Trussardi
Presidente / President
Beatrice Trussardi
Direttore artistico / Artistic Director
Massimiliano Gioni
Produzione / Production
Barbara Roncari
Progetti speciali / Special Projects
Roberta Tenconi
Comunicazione / Communication
Flavio Del Monte
Per informazioni / For any further info
Fondazione Nicola Trussardi
Piazza della Scala, 5 – 20121 Milano
Tel. +39 02 8068821
[email protected]
www.fondazionenicolatrussardi.com
Ufficio stampa / Press Office
Anna Francesca Tapella
Assistente di produzione
/ Production Assistant
Beatrice Girelli
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