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Untitled - Fondazione Nicola Trussardi
1 Mescolando pop art e performance, minimalismo e Walt Disney, McCarthy ha inventato un linguaggio unico che è stato celebrato da tutti i musei del mondo, tra cui la Tate Modern di Londra, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles e il Whitney Museum di New York. Paul McCarthy lavora dalla fine degli anni ’60 a installazioni, sculture e video che esplorano il lato oscuro del sogno americano. Pirati, clown, pupazzi di babbo natale, barattoli di ketchup, avatar fatti in casa, bulli e pupe, maiali e bottiglie di whisky sono i giocattoli che animano il mondo ipertrofico di Paul McCarthy: ogni sua mostra è pensata come un gigantesco parco a tema in cui si celebrano baccanali e parodie di serial televisivi. I travestimenti di Paul McCarthy innestano la tradizione della commedia dell’arte sulle soap opera americane: come il direttore di un circo, Paul McCarthy mette in scena spettacoli in cui giocano sosia di celebrità, presidenti e regine, da Alice nel Paese delle Meraviglie a George Bush, da Angelina Jolie ai Sette Nani. 2 PIG ISLAND L’ISOLA DEI PORCI Static (Pink), 2004-2009 Silicone, acciaio / Silicone, stainless steel 271 x 164 x 324 cm Collezione privata / Private collection Pig Island – L’isola dei porci è la prima grande mostra in Italia di Paul McCarthy, il leggendario artista americano che con la sua lunga carriera ha scritto pagine fondamentali della storia dell’arte contemporanea. Pensata appositamente per gli spazi monumentali e sotterranei di Palazzo Citterio, Pig Island – L’isola dei porci combina opere storiche, video, nuove produzioni e una sorprendente anteprima mondiale per costruire una gigantesca opera d’arte totale in cui il palazzo – straordinario esempio di architettura settecentesca nei cui sotterranei sono state scavate negli anni ’80 nuove enormi sale espositive, rimaste chiuse per oltre venticinque anni – si anima dei sogni e delle visioni di McCarthy. Nella mostra Pig Island – L’isola dei porci le opere pantagrueliche di Paul McCarthy si fondono con la brutalità di spazi non-finiti per immergere i visitatori in un enorme collage in tre dimensioni. 3 Pig Island – L’isola dei porci porta a Milano il mondo burlesco e feroce di Paul McCarthy: fin dall’ingresso nella mostra il visitatore si immerge nella realtà surreale e nella satira politica dell’opera di McCarthy con STATIC (PINK) (2004-2009) | SALA 1 | una maschera di silicone rosa colta in un momento di beffarda lascivia. Nel mondo di McCarthy ogni gerarchia è stravolta: come ne La fattoria degli animali di George Orwell, la politica si trasforma in una commedia grottesca in cui animali e esseri umani si scambiano di ruolo e il caos sembra regnare sovrano. Girati con la collaborazione del figlio Damon, e con una produzione degna dei più imponenti kolossal cinematografici, i film PIRATE PARTY (2005), HOUSEBOAT PARTY (2005) | SALE 2, 3 e 4 | e F-FORT PARTY (2005) | SALA 10 | sono stati realizzati durante infinite sessioni di performance all’interno di spazi al confine tra il parco d’intrattenimento e l’architettura fai da te. Come in un carnevale, ruoli e gerarchie sono messe a soqquadro. Fortini da western di serie B e navi da Pirati dei Caraibi si popolano di personaggi di una Disneyland per adulti in cui si svolgono battaglie infuriate e scontri bizzarri. Con gesti e risate sguaiate, corsari e soldati si dedicano a pratiche violente e volgari del tutto immotivate come se l’azionismo viennese incontrasse la finzione e il glamour di Hollywood: litri di ketchup e di sciroppo al cioccolato scorrono a fiumi dalle protesi mozzate di gambe e di braccia mentre incalza il ritmo di una fiaba senza trama e senza lieto fine. Nella sala successiva, il galeone di BLACK BOW BILBAO (2001-2005) | SALA 5 | sembra quasi un parco di divertimenti portatile, la maquette di una scenografia mai realizzata. La mostra della Fondazione Nicola Trussardi è anche l’occasione per riscoprire alcune delle prime sculture di Paul McCarthy in cui l’artista infiltra il corpo umano, i suoi organi e la sua carne, in opere che all’apparenza sembrano utilizzare il linguaggio del minimalismo più freddo ma che lo investono di nuove pulsioni e desideri. In CHAIR WITH BUTT PLUG (1978) | SALA 6 | una sedie – la sedia è un motivo ricorrente nella storia dell’arte, dalle sedie di Van Gogh a quelle dell’arte concettuale – diventa uno strumento per indagare la sessualità e per proporre un nuovo punto di vista stralunato sul mondo delle cose. 4 Con KETCHUP SANDWICH (1970) | SALA 6 | Paul McCarthy costruisce un cubo perfetto in vetro inframmezzando ogni strato con il simbolo del cibo spazzatura d’oltreoceano. Giocando sulle associazioni evocate dal cibo da fast-food e da effetti speciali da quattro soldi, il ketchup – che nel mondo di McCarthy rappresenta anche un fluido corporeo – diventa un gigantesco monumento da adorare, un pallone da parata alto oltre quindici metri che troneggia nel cortile esterno di Palazzo Citterio, nell’opera DADDIES TOMATO KETCHUP INFLATABLE (2007) | SALA 10 |. Tutte le icone e i simboli del mondo di oggi crollano nelle mani di McCarthy che utilizza gli strumenti della parodia per restituire tutta la loro falsità e la loro meschinità, come in PAULA JONES (2010) | SALA 7 | in cui l’artista guarda ai fumetti per indagare il voyeurismo, la più contemporanea delle debolezze umane. Per la mostra della Fondazione Nicola Trussardi, Paul McCarthy porta a Milano una delle sue opere più complesse e ambiziose, presentata qui in anteprima mondiale. PIG ISLAND (2003-2010) | SALA 8 | è un enorme accumulo fatto di creta, metallo, polistirolo, legno, plastica e ogni altro materiale da bricolage che costruisce una versione contemporanea di un Merzbau di Kurt Schwitters. Cresciuta nello studio dell’artista in sette anni di lavoro, PIG ISLAND raccoglie in oltre centro metri quadrati un’antologia surreale dei temi che hanno animato tutta la carriera dell’artista. L’opera PIG ISLAND è stata portata a Milano dallo studio di Los Angeles dell’artista con meticolosa attenzione, trasportando ogni minuscolo pezzo di plastica, ogni oggetto e rifiuto che l’artista ha ammassato in questa scultura ciclopica. PIG ISLAND appare in questo bunker scavato sotto la città come un gigantesco reperto archeologico: il capolavoro di McCarthy è un’isola del tesoro alla rovescia in cui bucanieri ed eroine si abbandonano a una festa indiavolata, un nuovo naufragio della speranza. PIG ISLAND è una Zattera della Medusa in cui i protagonisti possono finalmente liberarsi delle loro inibizioni. Come tutta la mostra, la scultura brulica di sogni e incubi: è un percorso nell’inconscio della nostra società sospesa tra eros e tabù, spazzatura e icone. Nei sotterranei più bui di Palazzo Citterio, si incontra allora la scultura DREAMING (2005) | SALA 1 | : Paul McCarthy si ritrae nudo – sognante o forse morto – in una scultura iperrealista che lo trasforma in un fantoccio o forse in un idolo. 5 Pig Island – L’isola dei porci con la Fondazione Nicola Trussardi è la sua prima mostra personale in un’istituzione italiana. Shit Face Painting, 1974 Still da video / Video still Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 6 Palazzo Citterio è una dimora nobiliare situata nel centro storico di Milano, in via Brera, risalente alla seconda metà del Settecento; fu acquisito al demanio dello Stato su richiesta del Ministero per i Beni e le Attività Culturali negli anni ’70 per essere destinato ad attività espositive e culturali in relazione alle esigenze di espansione della Pinacoteca di Brera. Dopo un primo intervento di adeguamento funzionale i lavori furono interrotti fino a quando a metà degli anni ‘80 fu redatto un nuovo progetto dall’architetto inglese James Stirling che prevedeva l’insediamento nel palazzo di un moderno museo ad ampliamento della Pinacoteca di Brera. I lavori hanno subito diverse interruzioni a causa di contenziosi legali con i vicini e di complesse vicende legate alle destinazioni d’uso del complesso. Le parti originarie del palazzo settecentesco ancora ben conservate sono le facciate con gli eleganti poggioli lungo la via Brera, il cortile porticato interno, le cantine con le volte e le stanze nobili al primo piano; l’intervento dell’architetto Stirling non è poi stato realizzato se non per il volume interrato che, pur rimasto allo stato rustico, denuncia chiaramente i tratti distintivi stilistici e spaziali del grande architetto inglese. Il 24 novembre 2008 è stato firmato il “Protocollo d’intesa per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di Milano” fra comune di Milano e i Ministeri della Difesa e dei Beni e le Attività Culturali. L’obiettivo primario del protocollo è il rilancio di Brera con l’ampliamento della Pinacoteca anche a Palazzo Citterio in una logica complessiva di sviluppo culturale della città di Milano nella prospettiva dell’EXPO 2015. Questa mostra – che svela il palazzo al pubblico per la prima volta dopo oltre venticinque anni – è una preziosa occasione per aprire alla cittadinanza le porte di questo prestigioso edificio e far conoscere un tesoro misconosciuto in attesa del suo prossimo rilancio a servizio della cultura cittadina. PALAZZO CITTERIO PAUL MCCARTHY Paul McCarthy (Salt Lake City,1945) vive e lavora a Los Angeles, California. Nella sua lunga carriera ha esposto nei musei più prestigiosi del mondo tra cui il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (2000), la Tate Modern di Londra (2003), l’Haus der Kunst di Monaco (2005), il Whitney Museum of American Art di New York (2008), il Moderna Museet di Stoccolma (2006), la Whitechapel Gallery di Londra (2005), l’Hamburger Bahnhof Museum für Gegenwart di Berlino (2008) e il John Paul Getty Museum di Los Angeles (2008). L’artista americano ha partecipato alle più grandi kermesse dell’arte contemporanea tra cui la Biennale di Venezia (quattro edizioni: nel 2001, 1999, 1995 e 1993), la Biennale del Whitney Museum di New York (tre edizioni: nel 2004, 1997 e 1995), la Biennale di Berlino (2006), la Biennale di Santa Fe (2004), la Biennale di Lione (2003) e la Biennale di Sidney (due edizioni: nel 2010 e 2000). 7 Paul McCarthy - Damon McCarthy Houseboat Party, 2005 Still da video / Video stills Installazione video a 3 canali, 54’32” / 3 channels video installation, 54’32” Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 8 9 Ketchup Sandwich, 1970 Vetro, ketchup, bottiglie di ketchup Heinz / Glass, ketchup, Heinz ketchup bottles 76 x 76 x 76 cm Courtesy Moderna Museet, Stockholm / Courtesy Moderna Museet, Stoccolma Dreaming, 2005 Silicone dipinto, maglietta, capelli artificiali, plastica, polistirolo, sedia da giardino / Painted silicone, t-shirt, artificial hair, plastic, styrofoam, garden chair 180 x 62 x 71 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 10 11 Paul McCarthy - Damon McCarthy Pirate Party, 2005 Still da video / Video stills Installazione video a 4 canali, 92’00” / 4 channels video installation, 92’00” Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 12 13 SALA 1 / ROOM 1 Static (Pink), 2004-2009 Silicone, acciaio / Silicone, stainless steel 271 x 164 x 324 cm Collezione privata / Private collection Dreaming, 2005 Silicone dipinto, maglietta, cappelli artificiali, plastica, polistirolo, sedia da giardino / Painted silicone, t-shirt, artificial hair, plastic, styrofoam, garden chair 180 x 62 x 71 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 2, 3, 4 / ROOM 2, 3, 4 Paul McCarthy - Damon McCarthy Pirate Party, 2005 Installazione video a 4 canali, 92’00” / 4 channels video installation, 92’00” Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 6 / ROOM 6 Ketchup Sandwich, 1970 Vetro, ketchup, bottiglie di ketchup Heinz / Glass, ketchup, Heinz ketchup bottles 76 x 76 x 76 cm Courtesy Moderna Museet, Stoccolma / Courtesy Moderna Museet, Stockholm Chair with Butt Plug, 1978 Sedia di legno, dilatatore anale di gomma Doc Johnson, bulloni / Wooden chair, Doc Johnson butt plug, bolts 88.9 x 45.7 x 43.2 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 7 / ROOM 7 Paula Jones, 2010 Silicone, alluminio, legno, lattice, poliuretano / Silicone, aluminum, wood, latex, polyurethane 170.2 x 121.9 x 243.8 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 8 / ROOM 8 Pig Island, 2003-2010 Tecnica mista / Mixed media 11 x 10 x 6 m Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 9 / ROOM 9 Paul McCarthy - Damon McCarthy F-Fort Party, 2005 Installazione video a 2 canali, 30’00” / 2 channels video installation, 30’00” Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 10 / ROOM 10 Daddies Tomato Ketchup Inflatable, 2001 Tessuto di nylon vinilico, ventilatori, attrezzatura / Nylon fabric, fans, equipment 15,3 x 4 x 4 m Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth PIA N O IN TER R ATO U N D ER G R OU N D F L OOR Paul McCarthy - Damon McCarthy Houseboat Party, 2005 Installazione video a 3 canali, 54’32” / 3 channels video installation, 54’32” Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth SALA 5 / ROOM 5 Black Bow Bilbao, 2001-2005 Polistirolo, legno, silicone / Styrofoam, wood, silicone 121.9 x 91.4 x 127 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 14 PIANO TER R A GROUND F L OOR ENTRATA / ENTRANCE USCITA / EXIT 15 Pig Island – L’isola dei porci is the first major exhibition in Italy by Paul McCarthy, a legendary American artist who over his long career has played a key role in the history of contemporary art. Specially conceived for the monumental underground spaces of Palazzo Citterio, Pig Island brings together historic works, videos, and an extraordinary new installation making its world debut. A giant “total artwork”, the exhibition makes Palazzo Citterio come to life with McCarthy’s dreams and visions. Installed in a unique example of 18th-century architecture which was transformed in the ’80s, with the creation of an underground level, but has remained closed for over 25 years, Pig Island – L’isola dei porci combines the artist’s Rabelaisian works with the rawness of these unfinished spaces, immersing visitors in an enormous three-dimensional collage. Mingling Pop Art with performance, Minimalism with Walt Disney, McCarthy has invented a unique language that has been celebrated by prestigious museums around the world, such as Tate Modern in London, the Museum of Contemporary Art in Los Angeles, and the Whitney Museum in New York. Since the late ’60s, Paul McCarthy has been creating installations, sculptures and videos that explore the dark side of the American dream. Pirates, clowns, Santa Claus figures, ketchup containers, home-made avatars, guys and dolls, pigs and bottles of whisky are the toys that people McCarthy’s hypertrophic world; his exhibitions are conceived like giant theme parks that stage raving bacchanals and subtle parodies of TV serials, with various disguises that graft the commedia dell’arte tradition onto American soap operas. Like a circus ringmaster, McCarthy presents shows attended by mutant monsters and impersonations of celebrities, ranging from Alice in Wonderland to George Bush, Angelina Jolie to the Seven Dwarves. 16 PIG ISLAND L’ISOLA DEI PORCI Paula Jones, 2010 Silicone, alluminio, legno, lattice, poliuretano / Silicone, aluminum, wood, latex, polyurethane 170.2 x 121.9 x 243.8 cm Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 17 Pig Island – L’isola dei porci brings McCarthy’s ferociously burlesque world to Milan: upon entering the show, visitors are plunged into a surreal political satire with STATIC (PINK) (2004-2009) | ROOM 1 |, a pink silicone mask caught in a moment of sneering lasciviousness. In McCarthy’s universe, all hierarchies are turned on their heads: like Orwell’s Animal Farm, politics become a grotesque comedy where animals and human beings trade their roles, and chaos reigns supreme. Filmed in collaboration with his son Damon, in a production that rivals the most impressive cinematic extravaganzas, PIRATE PARTY (2005) and HOUSEBOAT PARTY (2005) | ROOMS 2, 3, and 4 | and F-FORT PARTY (2005) | ROOM 10 | were created in endless performance sessions within spaces that blend amusement-park aesthetics with DIY architecture. Again, as in a Mardi Gras, the natural order of things is turned upside-down. Forts out of second-rate Westerns and ships out of Pirates of the Caribbean are peopled by characters from an adult Disneyland, who wage bizarre, frenzied battles. With wild gestures and raucous laughter, these pirates and soldiers throw themselves into violent, crass, completely unmotivated escapades, as if Viennese Actionism had encountered the fiction and glamour of Hollywood: quarts of ketchup and chocolate syrup gush from the stumps of severed arms and legs, in the surging rhythm of a fairy tale without a plot or a happy ending. In the next room, the galleon in BLACK BOW BILBAO (2001-2005) | ROOM 5 | looks like some kind of portable theme park, the model for a set that was never built. The Fondazione Nicola Trussardi exhibition is also an opportunity to rediscover some of Paul McCarthy’s earliest sculptures, in which the artist delves into the human body, its organs, and its flesh, in works that seem to adopt the chilliest language of Minimalism while infusing it with new urges and desires. In CHAIR WITH BUTT PLUG (1978) | ROOM 6 |, a chair—an object that is a recurring theme in art history, from Van Gogh to conceptual art—becomes a tool for exploring sexuality and presenting a bewildering new vision of the world of objects. 18 In KETCHUP SANDWICH (1970) | ROOM 6 |, Paul McCarthy constructs a perfect cube out of glass plates that are slathered with the symbol of the American junk diet. Playing on its evocations of fast food and cheap special effects, ketchup—which in McCarthy’s world also represents a bodily fluid—also becomes a gigantic monument to be adored, a parade float, over 15 meters high, that looms above the outdoor courtyard of Palazzo Citterio in DADDIES TOMATO KETCHUP INFLATABLE (2007) | ROOM 10 |. All the icons and symbols of today’s world crumble at the hands of McCarthy, who wields the tools of parody to expose their pettiness and hypocrisy: as in PAULA JONES (2010) | ROOM 7 | which mixes voyeurism and desire. For the Fondazione Nicola Trussardi show, Paul McCarthy introduces the public to one of his most complex and ambitious works, presented here in its world debut. PIG ISLAND (2003-2010) | ROOM 8 | is an enormous accumulation of clay, metal, Styrofoam, wood, plastic, and every other possible sculptural material, forming a contemporary version of a Merzbau by Kurt Schwitters. After 7 years of growth in the artist’s studio, PIG ISLAND fills over 100 square meters with a surreal anthology of the themes that have animated McCarthy’s career through the years. It was shipped to Milan from Los Angeles with meticulous attention, transporting every miniature scrap of plastic, every object and piece of rubbish that the artist collected in his gigantic sculpture. Displayed in this bunker dug out under the city, PIG ISLAND turns into a giant archeological artifact; McCarthy’s masterpiece is a treasure island in reverse, where buccaneers and damsels throw themselves with abandon into wild revels, in yet another shipwreck of hope. PIG ISLAND is a Raft of the Medusa whose characters can cast off inhibitions. Like the rest of the exhibition, the sculpture is swarming with dreams and nightmares; it is a journey through the subconscious of our society, amid Eros and taboos, junkpiles and jujus. Last but not least, in one of the dark chambers of Palazzo Citterio, we encounter the sculpture DREAMING (2005) | ROOM 1 | : Paul McCarthy portrays himself naked—dreaming, or perhaps dead—in a hyperrealistic sculpture that transforms him into a mannequin, or perhaps an idol. 19 Pig Island – L’isola dei porci, organized by Fondazione Nicola Trussardi, is his first solo show with an Italian institution. Pig Island, 2003-2010 Maquette Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 20 Palazzo Citterio is an aristocratic residence located in the historic center of Milan, on Via Brera. It dates back to the second half of the 18th century, and was purchased by the Italian state at the request of the Ministry of Cultural Heritage in the ‘70s, to be used for exhibitions and cultural events as an extension of the Pinacoteca di Brera. After an initial renovation, the project came to a halt until the mid-’80s, when a new design was prepared by British architect James Stirling, who had been engaged to create a modern museum inside the palazzo to expand the Pinacoteca. Work was repeatedly interrupted due to legal disputes with the neighbours and complex developments regarding the intended use of the complex. The original, well-preserved sections of the 18th-century building include the facades, with their elegant balconies overlooking Via Brera, the internal porticoed courtyard, the vaulted cellars, and the rooms on the piano nobile; Stirling’s design was only implemented in the underground spaces, which remain in a rough, unfinished state, yet clearly show the distinctive stylistic and spatial approach of this great British architect. On November 24, 2008, a memorandum of understanding regarding the conservation and promotion of Milanese cultural heritage was signed by the City of Milan, the Ministry of Defense and the Ministry of Culture. Its main focus was to re-launch the Brera by expanding the Pinacoteca to Palazzo Citterio, as part of an overall strategy of cultural development for the city of Milan in preparation for EXPO 2015. This exhibition—which opens the doors of this prestigious building for the first time in over 25 years is a valuable opportunity to introduce the general public to a little-known treasure that will soon be recovered to serve the city’s cultural life. PALAZZO CITTERIO PAUL MCCARTHY Paul McCarthy (born in Salt Lake City, 1945) lives and works in Los Angeles, California. Over his long career he has exhibited at the world’s most prestigious museums, including the Museum of Contemporary Art in Los Angeles (2000), Tate Modern in London (2003), Haus der Kunst in Munich (2005), the Whitney Museum of American Art in New York (2008), Moderna Museet in Stockholm (2008), the Whitechapel Gallery in London (2005), Hamburger Bahnhof Museum für Gegenwart in Berlin (2008), and the John Paul Getty Museum in Los Angeles (2008). The American artist has also taken part in the leading contemporary art festivals, including the Venice Biennale (four times: in 2001, 1999, 1995 and 1993), the Whitney Biennial in New York (three times: in 2004, 1997 and 1995), the Berlin Biennale (2006), the Santa Fe Biennial (2004), the Lyon Biennale (2003) and the Biennale of Sydney (twice: in 2010 and 2000). 21 Pig Island, 2003-2010 Montaggio dell’opera / Production shot Tecnica mista / Mixed media 11 x 10 x 6 m Courtesy l’artista e Hauser & Wirth / Courtesy the artist and Hauser & Wirth 22 23 Fondazione Nicola Trussardi Pig Island – L’Isola dei porci Una mostra di / An exhibition by Paul McCarthy Palazzo Citterio, via Brera 14, Milano dal 20 maggio al 4 luglio 2010 May 20-July 4, 2010 Tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 Open daily 10am-8pm Ingresso libero / Free entrance A cura di / Curated by Massimiliano Gioni Si ringrazia / Thanks to Cristina Ambrosini Sandrina Bandera Paolo Bettoni Caterina Bon Valsassina Stefano Conta Paola Croci Sabrina De Cillis Gaetano Di Gregorio Francesco Ferrari Barbara Ferriani Domenico Giacomarro Hauser & Wirth Paul McCarthy’s Studios Marc Payot Karin Seinsoth Rafaela Trevisan V.D.S. Montage Stefano Valsecchi Un ringraziamento speciale a / Very special thanks to Paul McCarthy’s crew Grafica / Graphic Design Andrea Lancellotti Un ringraziamento speciale al Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano / Special thanks to Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano Arch. Alberto Artioli, Soprintendente Arch. Annamaria Terafina Geom. Attilio Colianni Con il patrocinio di / Under the patronage of Si ringrazia / Thanks to Tutte le immagini / All images © Paul McCarthy Fondazione Nicola Trussardi Presidente / President Beatrice Trussardi Direttore artistico / Artistic Director Massimiliano Gioni Produzione / Production Barbara Roncari Progetti speciali / Special Projects Roberta Tenconi Comunicazione / Communication Flavio Del Monte Per informazioni / For any further info Fondazione Nicola Trussardi Piazza della Scala, 5 – 20121 Milano Tel. +39 02 8068821 [email protected] www.fondazionenicolatrussardi.com Ufficio stampa / Press Office Anna Francesca Tapella Assistente di produzione / Production Assistant Beatrice Girelli