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tante condoglianze!
TANTE CONDOGLIANZE!
(C’E’ DA…. MORIRE DAL RIDERE!)
di Claudio Morici
PERSONAGGI:
TERESA, moglie di Ernesto
CLELIA, amica/vicina
JOLE, madre di Teresa
ANTONIO, padre di Teresa
Don DON LUIGI, fratello di Teresa
MATTIA, amico di Don DON LUIGI
ANGELICA, cameriera
Colonnello DUPONT
SIGNORA DUPONT
RAGAZZO POMPE FUNEBRI
MARIA
LOLA
ZIA ADDOLORATA
VOCE FUORI CAMPO
Nota dell’autore
Questo testo, liberamente tratto da “Povero Piero” e “Visita di condoglianze” di
Achille Campanile, è stato appositamente scritto per la campagna “Stand Up for
African mothers” di AMREF per la formazione di ostetriche in Africa. Ha debuttato
nell’aprile 2013 al Teatro Eliseo di Roma.
PROLOGO
Il sipario si apre lentamente.
All’apertura del sipario la scena rappresenta un salotto. Divano al centro. Poltrone e
sedie intorno.
VOCE Benché si sappia quasi con certezza che tutti debbono.. voglio dire.. cioè.. si,
insomma, che tutti debbano morire (almeno finora, mi sembra, non s'hanno esempi
di persone sfuggite a questa sorte), pure, tutti restano sorpresi del fenomeno e lo
considerano un caso incredibile se non addirittura impossibile. Non ci credete?
Mattia, seduto sul divano legge un giornale
VOCE
Prego
Anzitutto il modo. E’ importante come si danno certe notizie. Ci vuole tatto.
ANGELICA (ENTRA) Tocca a noi?
VOCE
Ancora no! Ora tocca a Don DON LUIGI!
ANGELICA Ah.. va bene.. (esce)
VOCE
Prego!
da sinistra entra Don Don Luigi, leggendo il breviario.
MATTIA
Scusi…scusi…ma lei chi è?
DON DON LUIGI
MATTIA
VOCE
No?!...
Ecco. Appunto. Ho detto tatto! Prego.. rifacciamo
DON DON LUIGI
VOCE
Ma non lo sa? Ernesto è morto!
Rifaccio?
Rifai…prego
MATTIA
E vai no? T’ha detto rifai.. rifai
(Don Don Luigi esce)….mentre da dietro le quinte si sentono i rimproveri degli altri
attori
VOCE
Prego!
Don Luigi riesce per rientrare subito dopo, si avvicina ad Mattia che legge il giornale
DON LUIGI Carissimo fratello! Come sta?
MATTIA
Bene, bene.
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DON LUIGI (si siede) Bella giornata eh?
MATTIA
Bellissima (rialza il giornale) Bah!.
DON LUIGI Sa una cosa?
MATTIA
Cosa?
DON LUIGI È morto Ernesto.
MATTIA No?!...
VOCE
Vabbè.. andiamo avanti!
MATTIA Ma chi? Il marito di tua sorella?
DON LUIGI Proprio lui!
MATTIA È incredibile!
DON LUIGI Anch'io, ti assicuro, non riesco a convincermi.
MATTIA E’ impossibile!
VOCE
Ma cosa c’è di “impossibile” scusate?? Un decesso?
DON LUIGI Beh.. è.. complicato
VOCE
Complicato??
MATTIA
Me l’aspettavo! Ma quanti anni aveva?
VOCE
Ecco poi l’unica cosa che realmente interessa
MATTIA
Ma quanti anni aveva?
VOCE
mai fare questa domanda!
DON LUIGI L’età tua. Preciso.
VOCE
L’avevo detto io..
MATTIA
E come stava?
VOCE
Ah ecco, questa poi è l’altra cosa che interessa: “oh mamma, potrà
accadere anche a me?” ma poi ci convinciamo… “no.. lui non stava
bene forse”
DON LUIGI Stava benissimo
MATTIA Ah, ecco
(Continuano a bassa voce)
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VOCE Per favore fuori! (don Luigi e Mattia escono protestando) Insomma, si
pronunciano frasi che, a voler essere benevoli, bisogna definire insensate. Faccio un
esempio. (a Mattia e Don Luigi) Voi due unitevi agli altri.. (sembrano non capire) ho
detto fuori su! Prego. (nessuno entra) Ho detto prego!
Si affaccia Angelica
ANGELICA Tocca a noi?
VOCE
Certo, io sono solo una voce fuori campo
ANGELICA Davvero? (esce gridando verso le quinte) tocca a noi!!!!
Dietro le quinte si sentono grida di giubilo
VOCE
Per favore signori!! …
ANGELICA (rientra e si affaccia) pianto giusto??
VOCE
Pianto, certo...
ANGELICA (esce gridando verso le quinte) pianto!!!! (dirige il pianto degli attori
come un direttore d’orchestra)
(dietro le quinte si sente piangere in maniera forzata; poco dopo entrano Teresa,
Jole, Clelia, Angelica, e i coniugi Dupont tutti piangenti)
TERESA (entrando sorretta da Don Luigi) Non ce la faccio, non ce la faccio
CLELIA
Coraggio Teresa, coraggio
TERESA No, non ce la faccio
CLELIA Forza! (simula di darle un pugno in pancia)
TERESA
Grazie amici cari.. grazie!
SIGNORA DUPONT (piangendo) Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo
di averlo avuto
TUTTI Ehh???
SIGNORA DUPONT
averlo avuto
(seria) Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di
TUTTI Aahh…
DON LUIGI
Ci ha lasciati per sempre.
MATTIA Chi l’avrebbe mai detto? Così giovane poi!
JOLE Beh.. giovane… non direi proprio
CLELIA
TERESA
Povera Teresa mia
Ditemi che non è vero.
MATTIA E’ vero, è vero..
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DUPONT Diceva così per dire
ANGELICA Stava così bene..
JOLE Veramente stava messo maluccio da tempo..
SIGNORA DUPONT (alzandosi con le braccia aperte) Sono sempre i migliori quelli
che se ne vanno..
TUTTI (la guardano esterrefatti)
DUPONT
Si stava meglio quando si stava peggio!
TERESA Rosso di sera bel tempo si spera
CLELIA Una rondine non fa primavera!
MATTIA Quando hai sete non c’è niente di meglio che un bicchiere d’acqua
ANGELICA
I neri hanno il ritmo nel sangue
JOLE
…e non solo quello
TERESA
Mamma, ti prego
JOLE
Beh, quel che è vero è vero!
VOCE
Per favore, signori! Stiamo degenerando!
MATTIA
TUTTI
(indicando la signora Dupont) ma ha cominciato lei!!
ha cominciato lei!!
VOCE
Tutti fuori e rientrate per favore!
Escono tutti sbuffando poi rientrano
VOCE
Prego!
TERESA
Grazie amici cari.. grazie!
SIGNORA DUPONT
avuto
DON LUIGI
Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di averlo
Ci ha lasciati per sempre.
MATTIA Chi l’avrebbe mai detto? Così giovane poi!
JOLE
CLELIA
Giovanissimo!
Povera Teresa mia
TERESA
Ditemi che non è vero
MATTIA
Non è vero
ANGELICA Stava così bene..
JOLE
Benissimo
SIGNORA DUPONT Sono sempre i migliori quelli che (il marito le pesta un piede)
ahia!
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DUPONT
Se n’è andato con grande dignità!
TERESA
JOLE
E’ stato un fulmine a ciel sereno!
Ma dove avrà imparato a fare così bene il morto?
ANGELICA E’ così naturale il signore, sembra che lo avesse sempre fatto
CLELIA
Poi era così.. così..
TERESA
Così? Cosa?
CLELIA
disinvolto
TERESA
Ah, ecco
SIGNORA DUPONT E’ questione di cultura, di classe.
MATTIA
Quanto abbiamo da imparare!
DUPONT
Guardate che sguardo fiero!
JOLE
(osserva) Bah.. a me sembra un po’.. spento
SIGNORA DUPONT
TERESA
Poi era così.. così..
Così? Cosa?
SIGNORA DUPONT
TERESA
calmo
Ah, ecco
SIGNORA DUPONT La calma è la virtù dei morti!
DUPONT
(la corregge) Dei forti! La calma è la virtù dei forti!
MATTIA (esageratamente solenne) Chi? Chi avrebbe mai potuto immaginare una
cosa simile? Mai! Mai! Mai!
(Nel frattempo Teresa sviene ripetutamente e Don Luigi, Clelia e la Sig.ra Dupont
tentano di rianimarla)
VOCE
Scusi, signore, se m'intrometto nei vostri discorsi, ma forse il povero
Ernesto era un tipo speciale?
MATTIA
VOCE
E allora, mi scusi, perché lei non avrebbe mai potuto immaginare che
un giorno gli sarebbe capitato quello che prima o poi capita a tutti? Quello che
non si può immaginare, semmai, è che uno non muoia
MATTIA
VOCE
Non credo. Normalissimo.
Beh.. Ma non doveva morire, questo voglio intendere.
Ah, ecco! Ma perché non me l'ha detto subito? II povero Ernesto fruiva
dunque d'un esonero speciale.
MATTIA
VOCE
L’esenzione dal trapasso.
DON LUIGI
VOCE
Come sarebbe scusi?
Ma che dice?
Scusi, è il suo amico che lo dice: non doveva morire. Io ritengo che,
invece, doveva morire. Come tutti, prima o poi.
MATTIA
Ma non riesco a convincermi che un uomo come Ernesto...
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VOCE
Sentite? Tutte frasi ammissibili nel solo caso che il fenomeno si sia
manifestato ora per la prima volta al mondo.
SIGNORA DUPONT (agli altri indicando Antonio) Tenete d'occhio er vecchio
TERESA Céline!
SIGNORA DUPONT Il suocero, tenete d'occhio il suocero che non commetta
qualche sciocchezza irrimediabile.
CLELIA Commetterà l’atto estremo
VOCE
Ah ecco, l'idea dominante poi è che qualcuno dei parenti debba morir di
dolore, o suicidarsi.
MATTIA
A me fa paura quel suo aspetto come inebetito.
JOLE
Tranquilli, quello è il suo aspetto normale
CLELIA
Sembra quasi che non capisca.
JOLE
Direi che la cosa non ha alcun rapporto con l'evento luttuoso.
ANGELICA
VOCE
Non sono affatto tranquilla. È capace di buttarsi dalla finestra.
Ma via, guardatelo! Non saprebbe nemmeno arrampicarsi sul
davanzale!
MATTIA (gridando) Signor Antonio, la prego non faccia una pazzia!
ANTONIO
VOCE
Io? Non ci penso nemmeno.
Ora, indipendentemente dall'abbandonarsi ad improbabili atti disperati,
vediamo che cosa succederebbe se davvero ai superstiti capitasse di morir di
dolore.
TERESA
Io non resisto.
(Cade morta)
JOLE
Nemmeno noi.
(Cadono morti tutti, compresa Angelica)
DON LUIGI (sollevandosi a metà ad Angelica) Ma tu che c'entri? Tu sei la donna di
servizio.
ANGELICA Che c’entra? Faccio parte della commedia, voglio morire anch'io. (Giù)
VOCE
Ma voi direte che è esagerato supporre che muoiano tutti. Bene. Allora
riserviamo questa morte al minimo numero di persone che più amavano il defunto
(Tutti si alzano)
VOCE Addirittura a una sola. Vediamo: Per la morte di Ernesto, muore di dolore….
TUTTI Ooooo (tipo Grande Fratello)
VOCE Soltanto la vedova.
TUTTI (si complimentano con Teresa)
VOCE Ma per la stessa ragione, la morte di Teresa fa morire una sola persona…
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TUTTI Ooooo
VOCE
la madre.
(Jole cade morta)
VOCE Ed ecco che la morte della signora Jole provoca il decesso di…
TUTTI Ooooo
VOCE Suo figlio
(Don Luigi muore)
VOCE E la morte di questo porterebbe al fulminamento, per dolore, del di lui padre.
(si sente un tonfo da dietro le quinte)
ANGELICA Ah!...
(Cade morta)
DON LUIGI
(ad Angelica, sollevandosi a metà) Ma tu che c'entri? Tu sei la donna
di servizio.
ANGELICA Ancora? Ma io quando muoio? Voglio morire anch'io. (Giù)
VOCE
Tuttavia, anche in questo caso, la serie dei decessi per dolore sarebbe
eccessiva. E di questo passo si giungerebbe rapidamente alla completa
cancellazione dell'umanità dalla faccia della terra. (Ai personaggi) I signori,
possono risuscitare.
(Tutti si alzano)
VOCE Che schifezza di estremo saluto povero Ernesto! Dunque, facciamo così.
Ricominciamo con ordine. Ora voi uscite di scena e rientrate come si deve.
(Tutti escono sbuffando ed accusandosi a vicenda, scavalcando la cameriera
che rimane a terra)
VOCE Ho detto tutti
(esce anche Angelica sbuffando)
VOCE Cominciamo con una musica adatta alla situazione intanto
(parte una musica rock)
VOCE Ho detto adatta! E’ una visita di condoglianze non un rave!
(parte una musica allegra)
VOCE Per favore. Un po’ più adatta
(musica triste)
VOCE Oh, adesso va bene, cominciamo, buon divertimento! Ah, e…. tante
condoglianze!
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…INIZIO
Si riapre il sipario, nel salotto sono seduti Teresa, Clelia e i coniugi Dupont
SIGNORA DUPONT
DUPONT
(sospira) Cosa vuole? Siamo nati per morire.
Soffrire, siamo nati per soffrire.
Teresa si asciuga gli occhi.
CLELIA
E’ quello che dicevo io un momento fa a Teresa. Le stesse parole,
precise precise.
Sospiri.
SIGNORA DUPONT (a Teresa) Anche Pierre, mio marito, conosceva appena il
povero Ernesto, eppure gli è dispiaciuto tanto, vero caro?
Il signor Dupont si mantiene silenzioso e impassibile.
TERESA (al signor Dupont) Grazie colonnello, grazie. (Dupont, senza scomporsi
accenna un piccolo gesto di cortesia col capo).
SIGNORA DUPONT (a Teresa) Ha capito di morire?
TERESA Mah. (Apre le braccia come chi non sa. ha un nuovo flusso di lacrime)
Povero Ernesto! Se mi dovessero dire: «Non è morto, è cieco » per me sarebbe
meglio.
CLELIA Ah, certo! fra morta e cieca io preferirei cieca. (Alla signora Dupont) Lei
preferisce morta o cieca?
SIGNORA DUPONT
Io morta e tu? (al signor Dupont).
DUPONT (un po’ seccato) Cieco.
JOLE (che è entrata con alcuni telegrammi) Che razza di discorsi. lo preferisco né
morta né cieca se permettete.
CLELIA
Vabbè, si diceva così.. per ridere!
JOLE …se proprio devo scegliere mi rifaccio le tette
SIGNORA DUPONT
Vabbè che c’entra?
TERESA (presentandola tristemente) Mia madre.
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Strette di mano lunghe, vigorose e silenziose. Poi la signora Jole via. Intanto Teresa
ha aperto i telegrammi e li passa ai vicini, che li scorrono scuotendo il capo con
tristezza e se li passano. Il signor Dupont, che se ne disinteressa, li rifiuta col gesto.
MATTIA (entrando a braccia tese verso Teresa, in tono patetico) Dov’è, dov’è,
dov’è… Signora Teresa!
Teresa s’alza e ha un nuovo attacco di pianto, mentre Mattia le stringe tutt’e due le
mani a lungo. Poi Teresa gl’indica una poltrona e torna a sedere nel divano. Mattia
prende posto, scambia qualche cenno di saluto coi presenti; sospira. Teresa, che
intanto ha ripreso un cofanetto che aveva vicino, tira fuori religiosamente fotografie,
vecchie lettere, e ricordi del defunto.
TERESA (mostrando altre fotografie alla signora Dupont e a Clelia) Guardate qui era
appena nato, qui mentre faceva il bagnetto, qui il primo giorno di scuola, qui il nostro
matrimonio…
SIGNORA DUPONT (ha trovato una foto che rappresenta Ernesto nudo) Oh!!!
TERESA (strappa dalle mani della signora Dupont la foto compromettente) Non so
come sia potuta finire qui!!!
CLELIA Voglio vedere anch’io!
TERESA No, questa no!
TERESA (ricomincia a piangere e passa una fotografia alla signora Dupont)
Guardate, qui è tutto lui.
SIGNORA DUPONT (guardando la fotografia) E’ vero! E’ tutto lui!. (La passa al marito, che, senza guardarla, la passa a Mattia).
MATTIA
Sembra che stia per parlare da un momento all’altro! (Scuote il capo
guardando la fotografia. Poi, non sapendo che farne, la porge di nuovo a Dupont, ma
questi gli fa cenno di passarla alla signora Dupont e a Clelia).
SIGNORA DUPONT già vista, grazie (gestaccio)
MATTIA
Sembra che stia per parlare da un momento all’altro!
ANGELICA (la prende e la porta all’orecchio) Si sente male..
TERESA
era un po’ che si sentiva male!
ANGELICA (guardando la fotografia sospira) Povero signor Ernesto!.
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Poi la cameriera cerca inutilmente di piazzare la foto a qualcuno dei presenti ma
ognuno, a modo, rifiuta. Entra Jole.
MATTIA Avete visto il suocero di là? Bisognerà tenerlo d’occhio che non commetta
qualche sciocchezza irrimediabile. A me fa paura quel suo aspetto come inebetito.
JOLE Tranquilli, è il suo aspetto abituale quello.
MATTIA Ah ecco, meno male
ANTONIO (rivolgendosi alla moglie e alla figlia) Teresa, Jole, potete venire un
momento di là?
TERESA Con permesso. (Via, come un automa, con Jole)
Restano i visitatori soli. Da una parte le donne, dall’altra i coniugi Dupont e Mattia.
CLELIA Povera Teresa!.. Quanto mi commuovono questi momenti! (a Angelica) Tu
ti sei commossa?
ANGELICA Mi sto ancora commovendo
CLELIA
Non hai ancora finito?
ANGELICA Vorrei commuovermi ancora un po’
CLELIA
Prego.. prego
ANGELICA Grazie, (piange a comando)
MATTIA Volete ascoltare un sonetto che ho composto per l’occasione?
DUPONT
No grazie
MATTIA (tira fuori dalla tasca un foglio) è davvero bello sa?
CLELIA
Se proprio deve…
MATTIA Ecco qui (legge ad alta voce): resterai nei nostri cuori caro Ernesto / amico
affettuoso / cittadino integerrimo / lavoratore indefesso / sposo esemplare / figlio
amoroso / cugino soddisfacente / cognato passabile / nipote tenerissimo / pronipote
modello / suocero insuperabile / avolo, bisavolo e arcavolo impareggiabile / a te i
posteri diranno un giorno: / grazie, arcavolo!
SIGNORA DUPONT
Bella, davvero
Proseguono a bassa voce.
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ANTONIO (rientrando) Scusateci. Teresa viene subito. Mi serve il vostro consiglio.
Dobbiamo telegrafare agli zii. (Tutto questo quasi sottovoce). Ma con una certa
forma.
DUPONT
Ah, certo. Non bisogna telegrafare con brutale franchezza la notizia
del decesso. Povera gente. Debbono affrontare il viaggio e non sarebbe umano
esporli allo strazio di farlo con l’angosciosa certezza.
ANTONIO
Ha ragione colonnello. Lei come consiglia di fare?
DUPONT
subito».
Come s’usa in questi casi mon Dieu! « Ernesto gravissimo. Venite
SIGNORA DUPONT Che sciocchezza caro! Tanto vale allora telegrafare: «Ernesto
morto» no?
JOLE Giusto
DUPONT Ma è per non allarmarli
SIGNORA DUPONT Bah!
MATTIA
Mi perdoni sa, ha ragione sua moglie, si sa che quando si telegrafa
«gravissimo » vuol dire morto.
JOLE Giusto
DUPONT (alla moglie) Ma chi è quello?
SIGNORA DUPONT (sottovoce) Un amico del cognato.
DUPONT
MATTIA
Allora telegrafate: «Ernesto grave»: è meno allarmante
Ma de che?
DUPONT
Come si permette scusi?
MATTIA dico che non mi pare. Scusi eh, ma capiranno che non vogliamo allarmarli
con «gravissimo» e che Ernesto è proprio gravissimo, cioè morto.
DUPONT E allora telegrafate: «Ernesto non tanto bene. Venite subito»
CLELIA Ma scusi, le pare possibile? Uno che non sta bene in modo tale da
richiedere l’immediata partenza dei suoi cari, vuol dire che è gravissimo, ecco lì che
siamo da capo.
JOLE
Giusto
DUPONT
Allora propongo: «Ernesto non benissimo. Venite subito».
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MATTIA Ancora? vede, colonnello, non è tanto il non bene o il non benissimo o
l’indisposizione, quanto il «venite subito», l’appello, che toglie ogni valore
all’eufemismo. Anzi, quanto maggiore sarà il contrasto fra la prima frase e la seconda
tanto più si allarmeranno.
SIGNORA DUPONT
Ma certo, telegrafando Ernesto «discretamente» o anche
«Ernesto bene », seguito da «venite subito», sfido chiunque a non allarmarsi. Se è
uno a cui vuoi bene.
CLELIA Giusto. E’ sulla seconda frase che bisogna puntare, per evitare allarmi.
ANTONIO D’altra parte dobbiamo chiamarli qui per i funerali. Non possiamo mica
telegrafare « Ernesto non bene, restate dove siete ».
CLELIA Questo è chiaro.
DUPONT Aspettate. E se invece di Ernesto gravissimo, telegrafassimo « Filippo
gravissimo. Venite subito»?
ANGELICA (gridando) Oddio! Filippo è gravissimo!
CLELIA
Ma chi è Filippo adesso?
ANGELICA Non lo so.. lo ha detto lui
SIGNORA DUPONT Che c’entra Filippo, se è morto Ernesto?
DUPONT Così non si allarmerebbèro.
MATTIA Non si allarmerebbèro (si corregge) allarmerebbero, ma non capirebbero
nemmeno. Chi è ‘sto Filippo?
DUPONT Così, faccio per dire. Un nome qualsiasi. Del resto c’è il portiere qui nella
casa che mi pare si chiami Filippo
SIGNORA DUPONT
entrare in testa?
Ma a che serve telegrafare che è morto il portiere? Ti vuole
MATTIA La notizia della morte di un ignoto Filippo non li allarmerebbe. Al massimo
direbbero: Filippo è morto. Chissenefrega. Salute a noi
ANGELICA Povero Filippo
CLELIA
Ma che c’entra Filippo?
ANGELICA Non lo so.. mi fa pena il fatto che nessuno si interessi del suo decesso
DUPONT
Non li credo così cinici . Sono convinto che loro non possono non
provare per la morte di un loro simile quel minimo di umana pietà che non si nega
nemmeno a un cane perdonatemi eh!
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MATTIA Ma non al punto di muoversi e venire qui.
SIGNORA DUPONT (subito) E’ vero Pierre scusa! Filippo non può essersi
ammalato. Punto.
ANGELICA Beh, la cosa mi tranquillizza
DUPONT Allora invertiamo le parti: telegrafiamo che loro sono gravissimi e che
Ernesto parte subito.
JOLE
Giusto
MATTIA Apprezzo l’impegno. Ma lei crede che una persona si allarmerebbe di
meno, sentendo che è gravissima lei stessa piuttosto che un terzo, sia pure molto
caro? Il contrario! La salute è la prima cosa. E poi, sentendoselo comunicare per
telegrafo. C’è da far pigliare un accidente al destinatario.
SIGNORA DUPONT Sei proprio assurdo caro. Certe volte sarei tentata di avviare le
pratiche di separazione.
DUPONT Allora, come si fa?
MATTIA Facciamo così: «Ernesto ottimamente. Non muovetevi ».
ANTONIO Mi pare la cosa migliore. «Ernesto ottimamente. Non muovetevi » Se
vogliono capire, capiranno. (Via).
Tutti siedono soddisfatti.
Pausa
MATTIA (per rompere gli imbarazzi) E così… e vabbè.. (tutti guardano in terra,
allora, a parte, a Dupont, che s’interessa scarsamente al discorso) Pensi: io mi sono
visto sparire in meno d’un mese tre amici…. tutti press’a poco della mia età… Anche
un certo Evaristo!
DUPONT (improvvisamente) Scherza?
MATTIA Ma perché lo conosceva?
DUPONT Evaristo De Rosi?
MATTIA Lui. Non lo sa? È morto stanotte: un.. un accidente pare.
DUPONT (atterrito) Mon Dieu!
MATTIA Glielo garantisco.
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DUPONT Sono incredùlo
MATTIA prego?
DUPONT Ma se l’ho visto ieri sera e stava benissimo!
MATTIA Una sincope. Pare.
DUPONT (mettendosi a piangere) Oh, povero Evaristo! Eravamo Come fratelli.
(Singhiozza col capo fra le mani).
CLELIA Shhhhh!!! Lo faccia stare zitto!
SIGNORA DUPONT Caro smettila! non ti far trovare da Teresa che piangi per un
altro. Non mi pare delicato.
DUPONT
(piangendo) Ma non posso trattenermi.
SIGNORA DUPONT
Sforzati. Eccola.
TERESA (rientra e resta sorpresa vedendo Dupont in lacrime) Lei gli voleva molto
bene, è vero?
Dupont la guarda imbarazzato e non sa che cosa rispondere
SIGNORA DUPONT
E come! Si conoscevano appena, ma mio marito è così. Di
una sensibilità che non immagina! Gli è venuto in mente a un tratto di una volta che
incontrò il povero Ernesto, e s’è messo a piangere.
Il colonnello in lacrime conferma.
La signora Dupont e Teresa proseguono a bassa voce.
CLELIA (a parte, a Mattia che le si è avvicinato) Che uomo sensibile..
MATTIA (piano) Ma lui non piange per Ernesto, piange per Evaristo. Evaristo De
Rosi, che è morto stanotte.
CLELIA
(esterrefatta) De Rosi è morto?
MATTIA
Ma perché lo conosceva anche lei?
CLELIA Ehhh, (Alla cameriera che le siede accanto) hai sentito Angelica? È morto
De Rosi.
ANGELICA No! E come?
MATTIA (conferma col capo) Un incidente d’auto, pare.
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Angelica si abbandona nella sua poltrona, piangendo disperatamente. Teresa sente i
singhiozzi e credendoli per Ernesto le va vicino, l’abbraccia e piange con lei.
TERESA Grazie, Angelica cara, grazie (rimane seduta con Angelica a guardare le
vecchie fotografie)
SIGNORA DUPONT
Ma come è stato?
(piano, di lontano a Mattia, badando che Teresa non senta)
MATTIA (s ‘avvicina con la signora Clelia ai Dupont, badando sempre che Teresa
non senta) Se n’è andato nel sonno. Pare.
CLELIA
Era sonnambulo?
MATTIA Ma no! Non si è mosso dal suo letto.
CLELIA
Se n’è andato con tutto il letto?
MATTIA Il letto è rimasto lì con lui sopra.
SIGNORA DUPONT Era un letto con le ruote?
MATTIA Mentre dormiva, se n’è (segno con la mano) andato mentre dormiva. Pare
sia andato a letto in perfetta salute, come tutte le sere, e dopo tre ore era morto.
DON LUIGI (che è entrato da poco, ha sentito e crede che parlino del povero
Ernesto) Ma che dite? era malato da due mesi.
DUPONT (sempre in lacrime) Adesso si parlava di Evaristo De Rosi, che è morto
stanotte. (Ha un singhiozzo) Povero Evaristo!
SIGNORA DUPONT Ma non facciamo capire alla signora che piangiamo per un
altro, (a Don Luigi) anche lei conosceva il povero Evaristo?
DON LUIGI No. Sono il fratello di Teresa, signora.
Tutti sono imbarazzati, mentre Dupont continua a piangere.
TERESA (che si è staccata da Angelica, torna presso Dupont) Colonnello è
commovente. Non me lo sarei aspettato. Davvero.
DON LUIGI Scusa, Teresa, sai, ma il signore non sta piangendo per il povero
Ernesto, piange per un certo.. Evaristo, morto, pare, anche lui.
TERESA (ha capito tutto, ritraendosi da Dupont freddissima) Ah, scusi. (Alla
signora Dupont) Potevi dirmelo subito, cara. Non c’è niente di male.
SIGNORA DUPONT
E’ stato per un riguardo al tuo dolore.
TERESA (le volta le spalle; fa cenno di seguirla, anche Clelia si avvicina e fanno un
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capannello con Teresa al centro) Non capisco perché venga qui a piangere un altro.
Poteva fare a meno di venire. Nessuno l’ha pregato.
SIGNORA DUPONT (con molto riguardo) No, Teresa, lui è venuto per Ernesto, poi
però qui ha saputo che è morto anche Evaristo, e ora piange per tutt’e due.
TERESA Non è vero. Per Ernesto non ha pianto.
CLELIA Forse era più amico di Evaristo che del povero Ernesto.
TERESA (la guarda con aria di rimprovero e scoppia a piangere)
CLELIA Scusa, scusa, scusa
Angelica ha un nuovo scoppio di pianto. Durante questa scena Angelica passa con
un the e dei pasticcini. Nel frattempo un ragazzo vestito di nero con Maria si affaccia
alla porta e, scambiato per un vicino, viene invitato a prendere anche lui il the.
TERESA (alla signora Clelia che piange) Quindi anche tu piangevi per quest’altro?
CLELIA
Scherzi? Teresa, non devi pensare...
TERESA Lascia andare. Bell’amica! Prima sei stata mezz’ora qui senza versare
una lacrima.
CLELIA
Ma avevo già pianto due giorni fa, a casa.
TERESA Va bene, va bene; tu non hai nessun dovere, naturalmente, di piangere
per mio marito e per me. Tengo soltanto a mettere le cose in chiaro.
CLELIA Teresa, io piangevo per tutti e due. E comunque guarda: ora non piango più.
(Sgrana gli occhi sotto lo sguardo di Teresa, perché questa ne constati l’asciuttezza).
TERESA Oh, tu sei padrona, naturalmente, di piangere per chi vuoi e finché vuoi; e
io non ho alcun diritto di proibirtelo. Soltanto, sai, trovo che in casa mia a due giorni
di distanza dalla morte del mio povero marito, si potrebbe ben piangere per lui e non
per altri.
CLELIA Oh, Teresa, davvero mi fai piangere a dirmi queste cose. Se non piango è
proprio perché tu non debba credere che piango per altri (e va a sedersi).
TERESA Ma piangi, piangi, come te lo debbo dire? Tanto il mio dolore è tale che
nessuno può aggiungervi o togliervi niente. (Piange: la signora Dupont l’abbraccia
piangendo; Teresa la respinge) Vai, vai, anche tu, ognuno pianga per conto proprio.
Non confondiamo le lacrime.
DON LUIGI
Mia sorella non ha tutti i torti. E che modi! Venite a fare una visita di
condoglianze e vi mettete a piangere per un altro! Ma dove siamo?
TERESA (piangendo) Povero Ernesto, anche questo doveva capitargli!
17
MATTIA
(al ragazzo) Scusi sa, ma lei è qui per Ernesto o per Evaristo?
RAGAZZO
MATTIA
(legge un foglio) Pe’ Ernesto credo. ‘St’Evaristo a me nun me risulta.
Lei dunque conosceva Ernesto?
RAGAZZO
Io? No!
DON LUIGI
(fraintendendo) Ah è un amico di Ernesto? Oh, sia lodato il cielo!
Teresa, c’è uno che piange per il povero Ernesto finalmente!
CLELIA
(alla signora Dupont) Veramente a me non sembra che stia piangendo!
Teresa va presso il ragazzo e lo abbraccia piangendo. Nel frattempo entrano Antonio
e Jole
DUPONT (a parte) Povero Evaristo!
MARIA (che ha sentito; a Don Luigi) Scusi, ma non si chiamava Ernesto?
DON LUIGI Si, ma lui parla di un altro.
MARIA
Ah.. E perché piange questo Evaristo se è morto Ernesto?
DON LUIGI
Perché è morto anche Evaristo.
MARIA Uh mamma! Una strage! Sembra un film de Tarantino! Ma chi è questo
Evaristo?
DON LUIGI
Sarebbe lungo spiegarle tutto.
MARIA (tra sé) Non ci capisco niente. (Al fidanzato) Ma quanta gente ce sta lì
dentro? (A Teresa) Signora, le faccio le mie condoglianze più vive. Sento che un
nuovo lutto s’è abbattuto sulla sua casa.
TERESA
Non s’è abbattuto nessun nuovo lutto. Già è abbastanza grande quello
che mi ha colpito. (Con amarezza). Purtroppo, questi signori sono venuti qui a
piangere un altro, invece che il mio povero marito.
ANTONIO
vergogna!
E’ una cosa indegna! E’ la prima volta che sento un fatto simile. Una
DUPONT Scusi, signora, non siamo venuti qui per piangere un altro. Purtroppo si
tratta d’una tremenda coincidenza che accomuna nel nostro pianto i nomi di Ernesto
e di Evaristo.
JOLE Io rispetto il dolore altrui. Ma qui si deve piangere Ernesto e non Evaristo! E
che cazzo!
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DON LUIGI
Mamma, per favore!
DUPONT Perdoni, signora, ma noi eravamo già qui quando s’è saputo di Evaristo e
non abbiamo potuto trattenere il nostro dolore. Certi sfoghi del cuore non si possono
rimandare ad ora fissa. Ma questo, le assicuro, non diminuisce il sincero dolore che
noi tutti proviamo per la fine del nostro caro amico…
MATTIA Ernesto
DUPONT Ernesto
CLELIA (alla signora Dupont) Ma se neanche lo conosceva!
SIGNORA DUPONT Vedi, Teresa, io non sono sospetta, perché non piango, ma
debbo dirti che, malgrado la nuova disgrazia, tutti sono rimasti qui. E questo ti
dimostra...
TERESA Vadano pure, se vogliono.
MATTIA No, signora. Andandocene noi confermeremmo quello che ha potuto
pensare in un momento di nervosismo, più che giustificato, d’altronde. E invece ci
stringiamo tutti intorno a lei
TERESA Piangendo un altro. Grazie. Smetta di piangere, anche lei, buffone.
MATTIA Le assicuro che piango per Evaristo.
TERESA (scoppia a piangere)
MATTIA Ernesto, scusi, volevo dire Ernesto.
TERESA Vada, vada.
MARIA Ma pure sti due c’hanno er nome uguale!
MATTIA Parola d’onore! Anzi, se questo può farle piacere le dirò che della morte di
questo Evaristo De Rosi in fondo a me non importa niente
.
TERESA Lo dice solo per consolarmi
MATTIA No, no quel che è giusto, è giusto. Le ripeto, il decesso di questo signore
mi lascia del tutto indifferente. Anzi!
DUPONT Anzi?
MATTIA Diciamo indifferente ecco
DUPONT
Bell’amico!
MARIA Ma se po’ sapè, il marito della signora era Ernesto o Evaristo?
19
(Nel frattempo Teresa va verso il ragazzo osservandolo insospettita)
DON LUIGI
crede.
Era Ernesto. Ma se lei vuoi piangere per Evaristo, ormai faccia come
MARIA No, no. Preferisco non piangere per nessuno.
Gli occhi di Teresa si posano sul ragazzo, che cerca subito di darsi un contegno di
persona ridente.
RAGAZZO Signò, adesso nun ve la pijate co’ me eh? Io so’ arivato adesso e giuro
che nun sto a piagne… pe’ nessuno! (Stralunando gli occhi, perché si veda che sono
asciutti). Guardi.
TERESA Lei è l’unico sincero.
DON LUIGI (conciliante) Se è per questo, non faccia complimenti, pianga pure.
CLELIA
Ma perché non piange lei scusi?
RAGAZZO Lo farei pure si figuri ma.. a parte che non saprei bene pe’ chi.. e poi..
mi trattengo, appunto per evitare equivoci.
JOLE (suadente) Molto gentile da parte sua. Davvero moolto gentile..
MARIA Ao! A signò!
DON LUIGI Mamma!
TERESA Mi scusi ma lei era amico di mio marito? Un parente? Sa, con tutta questa
gente…
RAGAZZO (mangiando) Veramente no. Me presento, Io so’ il ragazzo delle pompe
funebri. Morto lieto, morto
JOLE
Pom.. Oohh.. moolto affascinante!
Teresa scoppia a piangere
DUPONT
Ma le sembra modo dico io?
SIGNORA DUPONT Che modi!
DUPONT
Ma non ve l’insegnano l’educazione giovanotto??
DON LUIGI Ma non le sembra indelicato dico io?? Qui si piange un morto, anzi due,
e lei si presenta come il ragazzo delle.. delle.. guardi, non me lo faccia neanche dire!
RAGAZZO
Ma scusate, mica me sto a presentà a ‘na festa de compleanno! Se
nun lavoro adesso quando lavoro?
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ANGELICA
CLELIA
Questo è vero
Su questo ha ragione
MARIA
E’ il mio fidanzato… (lo prende sotto braccio)
JOLE
Ah.. E poteva dirlo subito no?
MARIA
Abbiamo intenzione di sposarci!
JOLE
(delusa) Bah..
DON LUIGI
(al ragazzo) Tante condoglianze!
RAGAZZO
Grazie…
MATTIA
Si faccia coraggio!
RAGAZZO
Grazie. Ora scusate se ve metto prescia.. ma c’avrei altri tre funerali
oggi, ringraziando il Cielo stanotte è andata benino! Quattro clienti! E de ‘sti tempi
capite..
CLELIA
Bene! Sono contenta per lei! Se lo merita!
SIGNORA DUPONT
MARIA
Poi dicono la crisi! Il lavoro bisogna meritarselo. Bravo!
..E se continua così ci sposiamo presto!
ANGELICA
RAGAZZO
DUPONT
Che cosa romantica…
Oh, a proposito, (accingendosi a prendere appunti) Il feretro?
Mon Dieu che modi!
TERESA
Ah, il più ricco possibile! Anche il carro. Non voglio badare a spese.
Voglio il carro con i cavalli.
DON LUIGI
TERESA
Ma che stiamo nell’ottocento?
(battendo i piedi) I cavalli, i cavalli!
RAGAZZO Famo sei cavalli?
TERESA
Non è possibile di più?
RAGAZZO Signora, è il massimo. Ma guardi che sei cavalli so’ più che sufficienti
DON LUIGI
Teresa, non ti pare che siano troppi, sei cavalli? In fondo
basterebbero quattro. Anche due. A stretto rigore, perfino uno, per quel che pesava
il povero Ernesto.
21
JOLE
…anche un mulo volendo
TERESA
(capricciosa) Sei cavalli.
ANTONIO
Manco ci fosse da portare un reggimento.
TERESA
Sei cavalli ho detto!
RAGAZZO
(segna) Bene allora, sei. Oh, e invece pe’ la lapide? Faccio de testa
mia? ‘Na cosetta a modo? Così, pe’ nun da nell’occhio… (fissa Dupont)
DUPONT
Scusi, sa, ma perché mi fissa così?
RAGAZZO Oh, gnente, me scusi! E’ ‘na deformazione professionale. Sa, lei è il più
anziano qui dentro
DUPONT Scusi ma che c’entra?
MARIA
(affettuosa gli si avvicina) Sa.. ci manca poco per poterci comprare la
cucina nuova!
ANGELICA
RAGAZZO
CLELIA
Lei dev’esse un centoottanta per cinquanta!
Ma è bravissimo!
RAGAZZO
JOLE
Che cosa romantica…
Grazie.. è che c’ho occhio!
(gli si avvicina) Complimenti! Anch’io ho occhio con le misure sa?
MARIA Ao! A signò!
DON LUIGI
MARIA
Mamma!
Facendo due conti ci verrebbe para para.. magari pure in muratura!
SIGNORA DUPONT Bisognerebbe aiutarli questi ragazzi non credi Pierre?
MARIA (prende Dupont sotto il braccio) E su.. una cucina in muratura… sarebbe il
nostro sogno!
ANGELICA
Che cosa carina…
DUPONT (a Jole) Mi scusi, ma suo marito ha l’età mia grossomodo!
ANTONIO
Senza complimenti, prima lei.. prima lei..
SIGNORA DUPONT Pierre, devi sempre creare problemi! Egoist!
22
DUPONT
Capisco la situazione amici ma, il problema è che sto bene
SIGNORA DUPONT Mai una volta che fai una cosa gentile!
RAGAZZO E va bene fa niente. Peccato però. Trovandosi qui…
DON LUIGI Trovandosi qui cosa?
RAGAZZO Vojo dì.. avreste risparmiato la chiamata…
MATTIA
JOLE
(a Don Luigi) E questo è vero, questo è vero!
Che delicatezza questo giovanotto..
DUPONT
Ma io sto bene!
MATTIA
Che c’entra? Anche Evaristo stava bene
TERESA
DUPONT
JOLE
pochi giorni
Ancora??
Non so.. mi sento un po' imbarazzato.
(al ragazzo) Senta, non è che può ripassare? Magari è questione di
RAGAZZO Vabbè, non si preoccupi, non si preoccupi (chiude l’agendina). Allora
bene così. (alla signora Dupont) tenga, questo è il mio biglietto, visto che state a
diventà clienti ve posso fa ‘no sconto comitiva.. pensatece
SIGNORA DUPONT Senza meno!
CLELIA Abbia fede ragazzo, abbia fede! Vedrà che bella casa vi farete!
ANGELICA (A Maria) Auguri!
MARIA Grazie. A presto!
RAGAZZO A presto allora, per la lapide faccio di testa mia.. casomai lascio un po’
de spazio, hai visto mai voleste ripensacce…! (si inchina) Le mie esequie!
JOLE
TUTTI
Le faremo sapere giovanotto!
Arrivederci, auguri!
Escono il ragazzo e Maria accompagnati da Angelica
CLELIA
Che cari ragazzi!
SIGNORA DUPONT
Bisogna incoraggiarli questi giovani!
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ANGELICA (entra turbata) Signora, c'è di là la signora.. (sottovoce) shshshsh…
TERESA Ehhh?
ANGELICA La zia Addolorata!
TERESA
(imbarazzata)
facciamo??
Oh, mamma! La zia Addolorata?? E adesso come
DON LUIGI Come facciamo??!
MATTIA
Ma perché scusi?
JOLE
Ma come perché! La zia è malata di cuore! La vista del povero Evaristo
lì dentro sarebbe fatale!
MATTIA
E adesso che facciamo?
DUPONT
Dobbiamo assolutamente portarlo di la!
CLELIA
Ma chi?
DUPONT
Ernesto!!
JOLE
Giusto! Forza, forza di là, di là!
Don Luigi, Mattia e il colonnello Dupont si caricano la bara sulle spalle e la portano
via
TERESA
(chiamando la signora Dupont e Clelia che fanno capannello) Venite,
venite. Mi raccomando come se niente fosse, allegre!
SIGNORA DUPONT/ CLELIA Allegre, allegre, allegre
TERESA
Eccola, sedute
SIGNORA DUPONT/ CLELIA (scoppiano a ridere)
TERESA Shhh meno
(nel frattempo Angelica rientra accompagnando la zia Addolorata)
TERESA
Carissima zia! Che sorpresa
ZIA
Teresa, cara, ma perché ci hai messo così tanto per farmi entrare?
JOLE
…Ma perché c’era tanto, tanto disordine ecco perché!
ZIA
(si guarda intorno) Ed ora dov’è?
TERESA
Chi?!
24
ZIA
Dico, il disordine. Ora dov’è?
ANGELICA (entrando) Ora è di là
ZIA
Avete portato il disordine di là?
JOLE
…esattamente. Siamo persone pulite noi!
ZIA
Ah, ecco
TERESA
(fa le presentazioni) La signora Clelia, mia vicina, la signora Dupont,
mia zia Addolorata. Accomodati zia.
CLELIA/Sig.ra DUPONT
Molto lieta….carucce le amiche tue..
Imbarazzo generale, le donne si scambiano sguardi e gesti, la signora Dupont e
Clelia scoppiano a ridere
ZIA
E’ tutto a posto?
TERESA
Sì, è tutto a posto
CLELIA/Sig.ra DUPONT Tutto a posto
ZIA Gnente, gnente so un po’ strane ste amiche tue?
TERESA Ma no zietta cara, tu, piuttosto, ti… ti trattieni a lungo?
ZIA
Vorrei prendermi un thè, grazie, posso andare in bagno?
TERESA
Certo, Angelica accompagna la zia Addolorata al bagno
ANGELICA (grida) Noooooo!
SIGNORA DUPONT Ma che modi questi giovani!
CLELIA Bah
JOLE
TERESA
E allora? Stai al posto tuo tu sai?
Come sarebbe?
ANGELICA Sarebbe che di la.. c’è disordine
TERESA
Oddio il disordine lo avete portato al bagno?
ANGELICA Si!
Nel frattempo rientrano Mattia, Don Luigi e il colonnello
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DON LUIGI
ZIA
carissima zietta! Come stai? Quanto tempo!
e tu chi sei bel giovanotto?
DON LUIGI
ma come chi sono!
TERESA
(chiama a raccolta gli uomini per spiegare la situazione e mentre
parlano la zia esce di scena) C’è un emergenza: zia Addolorata vuole andare al
bagno!
DUPONT
E che c’entriamo noi signora, mi scusi eh? Capisco la cavalleria ma ce
la dobbiamo portare noi? Io ho imbarazzo mi scusi eh!
MATTIA
A me sinceramente fa proprio impressione
TERESA
Ma troverà disordine!
MATTIA
E chi se ne frega mi scusi eh! Non c’è la cameriera? E capisco dover
portare di là il.. il…
JOLE
la zia è scappata!
ANGELICA Sarà andata al bagno?
CLELIA
Da sola?
TERESA
Oddio Don Luigi, Mattia correte a vedere in bagno!
Don Luigi corre fuori con Mattia e Angelica
DUPONT
Ma è così che si fa mon Dieu! Dovrà imparare a farla da sola prima o
poi! Voi italiani siete troppo mammoni
MATTIA
JOLE
(rientrando) E’ occupato!
Bussate! Sfondate la porta!
DON LUIGI
addosso?
(rientrando) Mamma, ma è un suo diritto mi pare no? Doveva farsela
Tutti corrono verso la quinta laterale come parlassero verso il bagno
TERESA
ZIA
Zia Addolorata sei lì dentro??
Occupato!
SIGNORA DUPONT Mi scusi, signora, è occupato soltanto da lei o anche da altri?
ZIA
Diamine, chi vuole che ci sia? Sono sola. All’età mia! Che idee..
26
CLELIA
JOLE
non c'è nessun altro con lei?
Ci sta mettendo troppo tempo! Non mi convince!
DUPONT
Ma avrà i suoi motivi la poveretta.. magari sta imparando a fare da sola
SIGNORA DUPONT Mi scusi, signora se la disturbo ancora. Mi risponda con tutta
franchezza: perché si trattiene tanto nel bagno?
DUPONT
ZIA
Ah, questa poi!
Se mi trattengo, avrò le mie buone ragioni, no?
CLELIA Certo, scusi, scusi, scusi.
Tutti tornano in scena e in una scena muta Teresa spiega agli uomini il motivo della
loro preoccupazione.
Nel frattempo rientra la zia
TERESA
Oh Santo Cielo zietta mi hai fatto stare in pensiero!
SIGNORA DUPONT E.. allora?
ZIA
Allora che?
JOLE
Dico: nel bagno, tutto in ordine?
CLELIA
ZIA
Di là, al bagno, ha avuto emozioni forti?
In che senso?
SIGNORA DUPONT Voglio dire.. come è andata eh?
ZIA
Ma.. in genere non scendo nei particolari ma… direi benino grazie. Poco
ma bene. Il giusto ecco!
TERESA
ZIA
Non c’era disordine?
Non mi sembra. No. Ma ero concentrata.
DUPONT
Brava signora, vedrà che si impara subito, è una cosa naturale
ANGELICA
più!
TERESA
JOLE
(rientrando allarmata) Signora Teresa! Al bagno! Il disordine non c’è
Oh Santo Cielo e dov’è andato?
D'altronde, non può mica esser volato in cielo
27
DON LUIGI
JOLE
Ma così presto
MATTIA
ZIA
Non c’è perché l’abbiamo portato in camera da letto!
Il disordine?
DON LUIGI
ZIA
MATTIA
ZIA
MATTIA
comodo
ZIA
MATTIA
Certo che sì, è scritto così
(cercando di far capire a Teresa) Per forza in bagno non entrava!
E come lo avete portato?
Me lo sono caricato sulle spalle!
Ora bisognerà levarlo anche da lì allora
Scherza signora? Dopo tutta la fatica? Mi dia retta lì sta comodo
il disordine?
il disordine, il disordine
TERESA
Però adesso basta, col portarlo avanti e indietro. Il disordine resti dove
sta. Un po’ di rispetto Santo Cielo! Non bastava quell’Evaristo
ZIA
(a Don Luigi) Mi scusi giovanotto, chi è questo Evaristo?
DON LUIGI
Un altro disordine. Ma non siamo qui per lui. Qui siamo riuniti per
il nostro di disordine!
ZIA
Credo mi prenderò del thè.. (ad Angelica) Giovanotto, dove posso trovare
del the?
ANGELICA Ma veramente io sono Angelica, la cameriera
ZIA Sei un amico di mio nipote Don Luigi? E’ tanto che non lo vedo
MATTIA (che intanto ha confabulato con gli altri, avanzando verso Teresa con
molto riguardo) A questo proposito signora, a nome di tutti desidero spiegarle...
TERESA
(sedendosi) La ringrazio, ma si risparmi delle pietose bugie.
MATTIA
Permetta che le spieghi.
JOLE (indignata, sedendosi) Oh, sfacciati!
DUPONT Vede, signora, sua figlia deve capire che non c’è stata alcuna mancanza
di riguardo verso il suo dolore da parte nostra. Tutto è avvenuto perché l’amico
Mattia ci ha portato una dolorosa notizia.
28
TERESA (a Mattia) Ah, è stato lei, eh? Grazie. La ringrazio proprio.
MATTIA Ma io che colpa ho?
TERESA
pettegolo!
Lasciamo stare! l’ho sempre conosciuto come un chiacchierone,
MATTIA (dolente) Signora!
Entra Angelica e resta sull’uscio
ANGELICA Ehm.. scusate
Ma nessuno le bada
TERESA Viene qui a portar via le lacrime al mio povero marito.
DUPONT Ma no, signora. Santo cielo, non m’era mai capitata una cosa simile. Io
capisco il suo dolore, capisco il suo risentimento, perfino, ma da parte nostra le
garantisco che non c’è alcun malanimo verso il povero Ernesto, al quale eravamo
tutti affezionati. Ciò non toglie che, saputo della morte di Evaristo...
JOLE
Ancora? Io me ne strainfìschio di Evaristo.
DON LUIGI Mamma, ti prego, non aggravare la situazione.
JOLE
Oh, sappiamo tutti chi era!
ANGELICA Ehm.. scusate
JOLE (Inviperita a Dupont) Non c’è da far paragoni fra lui e quella bell’anima del
mio povero genero.
DON LUIGI Mamma, “parce sepolto”.
JOLE Eh, ma mi ci tirano per i capelli! Debbo vedere che a due giorni di distanza
dalla morte del mio genero, i suoi amici vengono qui e, per suprema irrisione al
dolore di mia figlia, si mettono a piangere un altro; mentre il corpo del mio povero
genero è, direi quasi, ancora caldo.
MATTIA (piano alla signora Dupont) Lo capisco. Ma quello di Evaristo volendo è più
caldo.
SIGNORA DUPONT (sospirando) Eccome!
DUPONT Tutto è successo perché la fine di Evaristo è stata così repentina. Stava
benissimo. (A Mattia) Racconti, racconti!
MATTIA Io?
29
CLELIA Oh, basta! Qui si deve piangere Evaristo, e non Ernesto.
DON LUIGI (tirandola per una manica) Guardi che si sbaglia. Qui si deve piangere
Ernesto.
CLELIA Ah, già. Mi fanno confondere coi nomi. Ma tuo marito era Ernesto giusto?
(Teresa le volta le spalle)
DON LUIGI
Era Ernesto. Era Ernesto!
CLELIA Ecco, Ernesto. Appunto. Ernesto.
JOLE Facciamo così. Chi vuol piangere Evaristo De Rosi, fuori di questa casa!
Tutti tacciono imbarazzati.
ANGELICA Scusate!!
TERESA
Angelica! Ancora? Cosa c’è??
ANGELICA C’è… c’è la fidanzata del signor Evaristo
Sbalordimento e silenzio generale; tutti si guardano in faccia stupefatti
TERESA
Falla passare (in piedi con aria di sfida)
tutti gli sguardi si volgono verso la porta, mentre la Angelica si fa da parte per
lasciare il passo a Lola. La ragazza ha una faccia di circostanza e vedendo Teresa,
la saluta con un mesto cenno del capo, ma la vedova le volta le spalle.
DON LUIGI
spalle).
(la guarda dall’alto in basso) Buongiorno, buongiorno (Gli volta le
sorpresa per l’accoglienza ostile, saluta la signora Jole con un altro mesto e
riguardoso cenno del capo.
JOLE (secca) Buongiorno, buongiorno. (Gli volta le spalle).
LOLA (rivolgendosi a Teresa) Signora Teresa!
TERESA
Non capisco perché è qui!
LOLA Ma.. per.. per il signor Ernesto suo marito
TERESA
Perché non piange il suo Evaristo invece? Lei in fondo è l’unica che ne
avrebbe diritto
LOLA Non capisco perché dovrei piangere il mio fidanzato!
30
Eliminato: ,
Eliminato: .
JOLE (secca) Senta signorina, qui tutti piangono il suo Evaristo e lei che, tutto
sommato, ne avrebbe il diritto se ne frega? lei già si mostra così insensibile da venire
qui proprio oggi e con tutto quello che il suo Evaristo ha combinato, ma addirittura
questo, no!
LOLA Ma perché dovrei piangere?
DUPONT Che insensibilità!
SIGNORA DUPONT perché è lì su adesso! (indica in alto)
LOLA (alza la testa) In soffitta? Impossibile, è li giù!
JOLE Nell’eterno dolore? E come lo sa?
LOLA No, è giù. Che mi aspetta in macchina! Sono salita solo per una visita alla
signora Teresa
tutti si guardano in faccia stupefatti; qualcuno rivolge occhiate interrogative a Mattia,
il più sbalordito di tutti
DUPONT
(a Mattia piano) Ma non era defunto?
Mattia allarga le braccia
SIGNORA DUPONT
un accidente?
(a Mattia) Ma che ci aveva raccontato lei, che gli era venuto
MATTIA (stringendosi nelle spalle) A me l’aveva detto lei. Avrà scherzato.
DUPONT Sono scherzi da cretini, però.
MATTIA Ma non aveva l’aria di scherzare. Piangeva persino. Non riusciva quasi a
parlare per il dispiacere. Vi pare possibile che scherzasse?
DUPONT
Del resto sentiamo subito. (Chiama) Signorina Lola! Permette? Si
accomodi (tutti si affollano attorno a Lola e a Mattia, che si rivolge a Lola piuttosto
risentito)
MATTIA Mi scusi, ma lei che cosa m’aveva detto? Che Evaristo era morto?
LOLA (lo guarda esterrefatta) Io? Sta scherzando?
MATTIA Lei, lei, poco fa, dal dentista. Mentre io uscivo e lei entrava. Si ricorda che ci
siamo incontrati?
LOLA Certo. Mi ricordo benissimo.
MATTIA (al pubblico) Signori della Corte, l’imputato ricorda benissimo.
(a Lola) E le ho domandato come mai non c’era il suo fidanzato ricorda?
31
LOLA Certo. Mi ricordo benissimo. Mi chiese: “come mai non c’è il suo fidanzato
che in genere l’accompagna sempre?” Immagino volesse provare a rimorchiarmi
MATTIA Scherza?! (imbarazzato) (al pubblico) Non date retta. (a Lola) E’ che di
solito veniva con lei per una cura, e lei ha alzato gli occhi al cielo e gemendo ha
detto: «ha finito di soffrire».
LOLA Certo. Mi ricordo benissimo.
DUPONT (in piedi davanti alla signorina Lola tipo piantone) Ma allora perché l’ha
detto?
LOLA Perché s’era appena levato il dente.
MATTIA Ho capito, ma perché ha alzato gli occhi al cielo allora?
LOLA
Io?
MATTIA Lei, lei.. Signori della Corte, perché lei gemeva, con un’espressione di
dolore?
LOLA
Ma perché mi faceva male il dente mio. Un dolore terribile mi creda
MATTIA
Ma ha anche detto sospirando: «Adesso Evaristo sta meglio di noi», è
vero o non è vero?
DUPONT E’ vero o non è vero?
LOLA Certo, perché lui se l’era già tolto il dente. Mentre noi ce lo dovevamo ancora togliere.
TUTTI
Ahhhhhhhhh
MATTIA (scatta indignato) E va bene! Ma chi poteva immaginarlo? Sento dire:
(alzando gli occhi al cielo per rifare l’atteggiamento di Lola) «ha finito di soffrire... Ora
sta meglio di noi». ho creduto che fosse morto.
LOLA
Ah, questo era l’equivoco? (comincia a ridere di gusto)
DUPONT
(ridendo) Oh, che granchio! Oh, che granchio!
SIGNORA DUPONT (con voce soffocata) Caro non ti far vedere a ridere!
DUPONT (seccato) Ma in questa casa non si può né piangere né ridere. Io non
riesco a trattenermi
SIGNORA DUPONT Invece ti trattieni
ZIA
Scusate.. io sono un po’ stanca.. andrei a riposare un po’ in camera da
32
letto (e si avvia verso la camera da letto)
TERESA Ma sì, vai vai
ZIA
(ad Angelica che l’accompagna) Grazie giovanotto
Tutti vengono presi da un’ilarità nervosa collettiva che quanto più essi cercano di
reprimere, tanto più cresce sino a diventare spasmodica
ANGELICA La zia Addolorata è andata in camera da letto!!!
TUTTI
(scattando verso le quinte a soggetto) Nooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
EPILOGO
VOCE Beh, buffo no? Benché questa sia l’unica cosa certa della vita di ognuno, pare
che ognuno pensi di poter essere il primo ad esserne esentato. Questo per amore
della vita. Di questo meravigliosa commedia in cui ognuno ogni giorno ha il suo ruolo
da protagonista. Ed è bello recitarla con gioia fino in fondo, fino a che il sipario non si
chiuda. Tanto poi.. si riaprirà per gli applausi finali… al vostro buon cuore!
Sipario
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