Mezzacorona, 42 milioni ai contadini Rizzoli: il vino trentino uscirà
by user
Comments
Transcript
Mezzacorona, 42 milioni ai contadini Rizzoli: il vino trentino uscirà
CANTINE L'assemblea del Ffelarotari ha approvato ieri il bilancio 90 euro il liquidato medio a quintale per i viticoltori Il reddito/ettaro è 14.200 euro, dipendenti a quota 412 Altri transfughi dalla cantina LaVis? Il consigliere delegato nega: ormai abbiamo chiuso i cancelli, se i nostri vicini vanno male è un danno per tutti quanti Mezzacorona, 42 milioni ai contadini Rizzoli: il vino trentino uscirà dalla cris «Ma niente vincoli ai soci tra le cooperative MEZZOCORONA - La super-cooperativa limita i danni dell'annus horribilis 2009-2010, remunerando i suoi 1.500 soci con un ancora lussuoso liquidato di 90 euro al quintale, sia pure in calo di 12 euro, ma pur sempre quasi il doppio dei 50 euro toccati ai vicini di La Vis, che il giorno prima hanno dovuto trangugiare il bilancio più amaro. Prima di andare nella sua assemblea, il ragazzo del '44 Fabio Rizzoli, granduca di Mezzacorona in smagliante forma (foto Hugo Munoz),ha parlato a tutto campo con il cronista. Cominciamo proprio dalla povera La Vis: farete ancora campagne acquisti di soci? «No, i nostri cancelli sono praticamente chiusi. Anche perché noi non vogliamo una La Vis debole: i nostri vigneti la circondano e, se i prezzi dei loro terreni calano, è un danno anche per noi. Dunque, spero che adesso si mettano apposto anche se io avevo suggerito un'altra via, che mi sembrava preferibile anche per salvaguardare i soci: il concordato preventivo. Ma a questo punto bisogna essere ottimisti». Cancelli chiusi a eventuali nuovi transfughi di La Vis, lei dice. Ma che cosa pensa, in generale, dei vincoli alla mobilità intercooperatìva dei soci, proposta da Cavit per salvaguardare i piani di investimento e recepita dal patto di sistema proposto dalla Federazione della cooperazione? «Sono assolutamente contrario e ho chiesto a Schelfi di ritirare quella clausola. E il comitato del settore agricolo mi ha dato ragione. La cooperazione è mutualità volontaria, non solidarietà obbligatoria. Se una cooperativa decide autonomamente di bloccare i recessi per un certo periodo può farlo, ma guai se lo decide dall'alto la Federazione. È come la regola della rotazione delle cariche: non può essere imposta dall'esterno della cooperativa». Anche su questo punto siete in di- saccordo con Cavit: insomma, la famosa sinergia tra i due colossi non la farete mai. «Non è così. Io credo che alla fine la crisi ci aiuterà a trovare, noi cento aziende del vino in Trentino, un modo di lavorare insieme. Non i^piccolLcontrapposti ai grandi, perché i grandi come noi sono fatti di mille piccoli viticoltori, ma ognuno con la sua specificità. I vignaioli sono una parte importante del mazzo di fiori della viticoltura, ma c'è tutto il resto del mazzo che dà forza all'insieme. Certo, la nostra mission è valorizzare i prodotti di qualità del Trentino, noi non importiamo e non imbottigliamo altro vino: e non abbiamo intenzione di cambiare strada, perché pensiamo che sia quella giusta. Mi rendo conto che io non suscito molta empatia, ma dico quello che penso: sulla strada della valorizzazione del vino trentino possiamo incontrarci con tutti, Cavit compresa; su altre strade, no». Vi sieteritrovaticompatti, però, nel dire no - attraverso una dura replica di Schelfi a Dellai - alla ricetta di San Michele per il rilancio del comparto. «Io dico solo che il vero esperto del vino ce l'avevamo noi, come consulente della Federazione, e si chiama Emilio Pedron. Non lo dico perché è stato per 6 anni il mio compagno di banco, né perché l'ho visto in azione alla guida del Giv: ma Pedron è il migliore eno-manager d'Italia, con il marchese Antinori. Trattarlo come un consulente di mezza tacca è stato una follia. E guardi che il suo piano non era prò Mezzacorona, visto che prevedeva tra l'altro di riportare La Vis in Cavit. Era un piano di una brevità, lucidità, concretezza eccezionale: era lui, Pedron, il trattore che ci poteva tirare rapidamente fuori dalla crisi, ma mi sa che abbiamo perso l'occasione». Veniamo al vostro bilancio, che regge nonostante i mala tempora che currunt: soddisfatto? «Sono soddisfatto perché la mia fissa non è il fatturato, che comunque è rimasto stabile. Come scriviamo nella premessa al bilancio consolidato, noi mettiamo in relazione due tipi di società che hanno scopi contrapposti: la capogruppo Mezzacorona ha uno scopo mutualistico che consiste nel massimizzare la remunerazione del conferimento del prodotto dei soci, mentre la Nosio spa (nostra al 63%) e le sue controllate hanno lo scopo della remunerazione del capitale. Dunque a Mezzacorona non si possono applicare i classici indici di resa di una società di capitali, perché il nostro obiettivo è l'equa remunerazione dei soci e l'accantonamento di quote di utili per il rafforzamento patrimoniale del gruppo». E dunque, il liquidato conta più del fatturato. E il patrimonio più dell'indebitamento, che sale di 10 milioni. «I 90 euro a quintale - 42 milioni in tutto ai soci - li confermeremo anche nel prossimo bilancio, perché il mercato è in ripresa. Due assemblee fa avevo avvertito che il pericolo era sfondare in basso la soglia degli 80 euro a quintale, perché sotto si lavora in perdita. Abbiamo tenuto, il reddito medio a ettaro è sui 14.200 euro, abbiamo superato l'annus horribilis assumendo altre 14 persone, arrivando a quota 412. E dopo aver investito nei passati esercizi 25/30 milioni l'anno. E senza mai aver fatto un'ora di cassa integrazione, senza aver licenziato nessuno, senza sovvenzioni particolari, pagando le tasse, e gli acconti ai soci con regolarità scientifica: il 2 febbraio, il 23 aprile, il 20 luglio e l'I 1 novembre di ogni anno. Come Mezzaocorona sca abbiamo 60 milioni di debiti a lungo, ma gli interessi passivi sono 200mila euro inferiori al rendimento dei nostri capitali. E gli oneri finanziari so- no appena l'I,5% del fatturato di gruppo. E il pattimòittiflU^ to di gruppo è salito a 58 milioni. Quest'azienda è diventata un benchmark di riferimento». Nuovi progetti? «In Sicilia, dopo il fotovoltaico, cominceremo anche con l'eolico. Obiettivo finale, coprire il nostro fabbisogno energetico di 11 milioni kwh annui, quest'estate con 5 ettari di pannelli fotovoltaici si arriva a 3,5». La Sicilia le ha regalato anche una pesante inchiesta giudiziaria. «Hanno dissequestrato. Sono sereno. La Sicilia è così, una terra straordinaria, con il dolce e l'amaro, lo la vivo da 10 anni e mi rendo conto che la capisco ancora poco. Ma è fantastica». Qualcuno dice: il giocattolo Mezzacorona funziona perché c'è il Fabio, da 40 anni in azienda. Ma dopo di lui, il diluvio. «No. Nessuno è insostituibile. E i 5 dirigenti (Claudio Rizzoli, Umberto Pichler, Severino Pe- renzoni, mister tutti 30 e lode Alberto Lusini e Francesco Giovannino - un chimico, due ingegneri, due economisti - sono una squadra super, che mi vuol bene, mi sopporta ancora ma è in grado di governare da sola». Lo vedremo quando il ragazzo del 1944, che ha già mezzo secolo di contributi previdenziali, deciderà che Mezzacorona cominci a navigare senza Usuo storico, tostissimo, poco diplomatico capitano. pgh Risultato +2,5 min, debiti 151 min In prima fila i 10 ex La Vis già accettati (altri 50 sono sulla soglia), l'assemblea con presenti 770 dei 1500 soci ha rieletto per acclamazione gli amministratori e i sindaci in scadenza e ha approvato il bilancio della coop che liquida le mele a 26,5 euro al quintale (Rizzoli ha escluso un ingresso nell'Op La Trentina, per ora). Di Fabio Facchinelli di Sorni, Enrico Dalpiaz di Mezzocorona e Danilo Tramonti di Grumo gli interventi più critici, rintuzzati da Rizzoli. Per quanto riguarda il consolidato di gruppo - che evidenzia un risultato netto in miglioramento di 2,5 min e una posizione finanziaria netta aumentata di 9,3 min (7,5 onerosi), a raggiungere quota 151 milioni - scrive il consulente prof. Alessandro Berti della R&A Consulting di Rimini (lo stesso del piano Pedron): «Il gruppo ha ridotto di oltre 2,2 min il capitale circolante netto operativo, riuscendo a creare corrispondente liquidità; grazie a tale performance, nonché alla migliorata redditività (mol +1,3%) il gruppo ha generato liquidità per 15 min (37 nel triennio) e ha rafforzato la sua situazione patrimoniale, mantenendo stabile a 1,93 il quoziente di indebitamento». Ulteriore dato positivo: l'incidenza degli oneri finanziari sul risultato operativo è scesa dal 114% del 2009 al 48%. Pedron, peccato Avrebbe potuto essere lui il vero trattore delrilanciodel settore Fabio Rizzoli CONTO ECONOMICO (in migliaia di euro) ANNATA AGRARIA MEZZOCORONA SCA RICAVI Vendite Altri ricavi TOTALE RICAVI COSTI Conferimento dei soci Altri acquisti Variazione rimanenze Prestazione di servizi Costi del personale Altri costi operativi Ammortamenti e svalutazioni TOTALE COSTI Altri (oneri) proventi non ricorrenti Proventi/oneri finanziari Imposte UTILE NETTO 65.119 2.240 67.359 65.645 2.520 68.165 41.581 11.104 505 3.178 4.384 1.476 3.765 65.993 91 178 -180 1.455 40.522 14.952 1.563 2.957 3.996 1.476 3.296 68.762 2.276 -519 -62 1.098 CONSOLIDATO DI GRUPPO (in migliaia di euro) DATI ECONOMICI Ricavi netti Costi esterni (remunerazione soci) Valore aggiunto Costo del lavoro Margine operativo lordo Ammortamenti, svalutazioni Risultato operativo Proventi diversi Proventi e oneri finanziari Risultato ordinario Componenti straordinarie nette Risultato prima delle imposte Imposte sul reddito Risultato netto 31/08/2010 Variaz. sul 2009 144.813 -1.031 114.672 -3.035 30.141 +2.004 16.344 +663 13.797 +1.340 8.951 +401 +939 4.846 -477 2.932 -2.817 +2.858 4-960 +3.321 -1.038 102.591 5.063 +2.283 1.044 -182 4.019 +2.464 DATI FINANZIARI Disponibilità liquide e azioni proprie Debiti finanziari a breve termine Posizione finanziaria netta a breve termine Posizione finanziaria a medio-lungo termine Posizione finanziaria netta totale 31/08/2010 Variaz. sul 2009 13.553 -976 36.413 -5.215 -22.860 +4.239 -127.984 -13.561 -9.321 -150.845