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Crack della Finabo In fumo risparmi per 100 milioni
a Le tappe A Crack della Finabo In fumo risparmi per 100 milioni Dall’esordio al crollo sancito in Tribunale A La finanziaria aveva una sede anche a Ranica Il legale rappresentante è stato arrestato Diverse decine di bergamaschi danneggiati A Ranica MARCO CONTI te da parte dei risparmiatori che si erano affidati alla Finabo, nelle sedi ufficiali di Roma, Bergamo (Ranica), Genova, Mantova e Treviso. Sarebbero diverse decine le persone che nella Bergamasca sono rimaste coinvolte dal crack della Finabo, società finanziaria Gli accertamenti con uffici sino alla scorsa prima- Gli accertamenti condotti dal vera anche a Ranica. Persone ed Nucleo speciale di polizia valuaziende che, dopo aver affidato taria della Guardia di Finanza in molti casi decine di migliaia hanno evidenziato che la finandi euro (ma alcuni investimen- ziaria agiva di fatto come una ti avrebbero riguardato qualche banca, non operando soltanto centinaia di migliaia di euro), dei finanziamenti, ma raccohanno visto svanire nel nulla i gliendo denaro tra i risparmiapropri risparmi. Ieri, dopo gli tori, anche tramite una rete di promotori, per una ordini di custodia cautelare firmati dal somma finora accerNegli uffici tata di almeno 100 giudice per le indagini preliminari della orobici milioni di euro. Dopo la cancellazione della procura di Roma, Pic’era solo Finabo, avvenuta nel na Guglielmi, è finito in carcere il legale un’addetta, 2008, dall’elenco derappresentante della gli intermediari fiall’oscuro nanziari autorizzati, Finabo, Giuseppe Camarotto, mentre il sodi tutto l’anno successivo veniva decretato il suo cio di maggioranza, Franco Bonaccorso si è reso ir- fallimento. Finabo era arrivata reperibile. I reati contestati: nella Bergamasca circa 7 anni fa, bancarotta fraudolenta, attività aprendo i propri uffici in una finanziaria abusiva e usura. Se- palazzina tra le vie Guglielmo condo quanto ricostruito da Marconi e Tezze a Ranica. In Giorgio Orano e Stefano Fava, i pochi mesi aveva intrapreso didue pubblici ministeri che, verse strade per farsi conoscecoordinati dal procuratore ag- re, compresa la pubblicità al pagiunto Nello Rossi, hanno con- lasport durante le partite della dotto l’inchiesta, al momento ri- Foppa. sulterebbero essere oltre 1.300 i risparmiatori in Italia che han- Interventi nell’ombra no visto andare in fumo i propri Dalle testimonianze raccolte tra risparmi, per un totale stimato un paio di ex clienti Finabo, ridi 100 milioni di euro. L’indagi- sulta che la finanziaria aveva cone è nata a seguito di alcune se- minciato ad operare nell’ombra gnalazioni di operazioni sospet- già prima dell’apertura ufficia- le. È capitato che i rappresentanti della Finabo abbiano incontrato i propri potenziali clienti, molti mesi prima dell’apertura della sede di Ranica, nelle loro residenze o al ristorante, mettendo sul tavolo proposte di investimento dagli interessi a due cifre molto allettanti. Nella sede di Ranica operava un’unica impiegata, all’oscuro e del tutto estranea alla vicenda. Tra i clienti, numerosi privati ed aziende. Il giro di clienti della Finabo a Ranica era cresciuto sempre di più, spesso proprio per gli alti rendimenti offerti. I rendimenti Interessi che, rispetto ai normali valori di mercato, erano decisamente più elevati, arrivando a superare spesso il 10% di rendimento fino a picchi ben sopra il 15%. Rendimenti che, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Finanza, potevano essere promessi grazie all’occultamento delle ingenti somme raccolte e fatte confluire sui conti correnti di Finabo, che poi li riutilizzava per la normale attività finanziaria. A Ranica i primi segnali che qualche cosa non quadrava si erano registrati all’inizio del 2009, quando i contatti con i vertici della Finabo si erano fatti difficoltosi. Qualche mese dopo, a maggio, tutto era precipitato, con la sparizione di qualsiasi contatto ufficiale di Finabo: l’inizio della fine per molti risparmiatori bergamaschi. ■ 7 anni fa Il debutto. La finanziaria è arrivata nella Bergamasca ufficialmente sette anni fa, anche se la sua operatività viene segnalata sul nostro territorio già molti mesi prima. Ora con il fallimento di Finabo vengono trascinati nel nulla cento milioni di euro dati alla finanziaria da almeno 1.300 risparmiatori. 2008 Il palazzo di Ranica che ospitava una filiale Finabo FOTO BEDOLIS LA TESTIMONIANZA «Credevo fosse tutto ok Svaniti 150 mila euro» n totale sono circa 150 mila euro svaniti nel nulla: «Il risparmio di una vita». Mentre racconta il suo incubo, gli occhi vagano nel vuoto. È Francesco, nome di fantasia, una delle persone raggirate dalla Finabo. «A me pareva tutto a posto – prosegue il racconto –, mi sembrava una società di cui ci si poteva fidare, aveva le carte in regola. Si trattava di sottoscrivere delle obbligazioni, quindi in teoria un’operazione abbastanza tranquilla, che davano rendimenti molto interessanti. Invece è finita molto male». I C’è chi invece è riuscito a evitare il peggio. «Ho incontrato alcuni anni fa, presentatomi da un amico, un rappresentante della Finabo – ricorda un’altra persona –. Ci vedemmo in un ristorante cittadino. La persona si presentava molto bene: sicura, elegante, mi parlò di conoscenze importanti, gente in Banca d’Italia e al Tesoro. Disse che bastava avere le conoscenze giuste e sapere come muoversi nel mercato. Mi dissi che era un peccato avere già investito i pochi risparmi che avevamo in Bot: oggi dico meno male». Società radiata. I guai ufficiali per Finabo iniziano nel 2008. Dopo gli accertamenti compiuti dal Nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle per verificare eventuali violazioni della normativa antiriciclaggio, la società viene radiata dall’elenco delle finanziarie tenuto dalla Banca d’Italia. 2009 Interviene la Procura. Nel 2009, la Procura di Roma chiede e ottiene il fallimento della Finabo. Sui siti Internet tra blog e forum, comincia il tam tam d’allarme di molti clienti della finanziaria. Marzo 2010 Dichiarato fallimento. È datata marzo 2010 la dichiarazione di fallimento di Finabo tramite provvedimento del Tribunale di Roma. Tutti i creditori, compresi gli obbligazionisti e chi aveva sottoscritto i contratti di deposito fiduciario e simili, sono stati chiamati a produrre istanza di ammissione al passivo entro il giugno scorso. Le speranze di recupero attraverso la procedura di fallimento sono ridotte al lumicino. Le uniche possibilità per le vittime sono affidate alla Procura, nel caso in cui riuscisse a scovare un patrimonio in grado di rimborsare i capitali sottoscritti sotto forma di obbligazioni e/o prestiti fiduciari dai risparmiatori.