«Propongo di cacciare fino a metà gennaio dove fanno più danni»
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«Propongo di cacciare fino a metà gennaio dove fanno più danni»
Massa ❖ Carrara DOMENICA 17 FEBBRAIO 2013 IL TIRRENO XV «Propongo di cacciare fino a metà gennaio dove fanno più danni» Stefano Ferrari è il caposquadra della 38 “Succisa”: «Che bello ritrovarsi a cena dopo la battuta al cinghiale» ◗ PONTREMOLI Tutto inizia e finisce sempre da mamma Lina. La mattina con un caffè caldo ed una brioche quando il giorno dorme ancora e le case sono spente, la sera, al ritorno, dopo una battuta di caccia tra canaloni e macchie intense, con baccalà e bollito, due dei “piatti” che vanno per la maggiore. Va avanti così da anni, ogni stagione, pare da sempre; l’appuntamerno con la trattoria “Ferrari” nella piccola culla di Succisa, nel pontremolese, è una tradizione per gli uomini della squadra 38. E’ un luogo dove le mogli non sono ammesse in “quelle sere di briscola e canti alpini”, un posto sospeso, inattaccabile che custodisce e allo stesso tempo protegge le tante storie di una delle più longeve squadre della caccia al cinghiale dell’Ambito Territoriale di Caccia. I Succisa nascono ancora prima delle regole che hanno istituito la caccia di squadra. All’epoca ce n’erano addirittura due: i Succisa 1 ed i Succisa 2. Inevitabile la fusione. Territorio affascinante di confine tra l’Emilia e la Toscana e la Lunigiana il suo capo non poteva che essere un emigrante con salde radici pontremolesi: Stefano Ferrari, 57 anni, vive e lavora a Parma ormai dall’82. Fa il magazziniere nell’impero della pasta italiana, la Barilla, ma la sua passione, quella che lo fa salire sull’auto due-tre volte a settimana, abita ancora in quel di Succisa dove la madre, la Lina, manda avanti la trattoria. «Ha 85 anni mia mamma, è una forza della Il recupero di un cinghiale (foto archivio) Il caposquadra Stefano Ferrari natura – racconta orgoglioso Stefano – cucina ancora lei. La mattina prima di andare in battuta gli diciamo quello che vogliamo mangiare, e lei sta tutto il giorno a preparare la cena. E’ la parte più bella di ogni battuta, più bella anche delle cacciate fortunate». Un bicchiere di vino rosso è il naturale propulsore per accendere il juxe box fatto di repertorio di canti alpini e cori: «Ci sono tanti ex alpini tra di noi – racconta – ed alcuni componenti dei cori locali. Non si canta soltanto, si gioca anche a briscola e si parla tan- to. Le mogli? Qui no, sono cose da uomini». Da due anni, dopo una vita da gregario, Stefano è stato eletto “democraticamente” capo squadra come ci tiene a precisare. Prima di lui ci sono stati Vittorio Micheli, uno dei fondatori dei Succisa, e l’amico Ruggero Chiodi, altro veterano della caccia al cinghiale. Stefano e Ruggero cacciano fianco a fianco ormai da quarant’anni: «Siamo quel che resta della vecchia guardia insieme a Rino Micheli, figlio di Vittorio e a Giovanni Toma che di anni ne ha 86 ma ha la pas- sione ed il furore di un giovane; – afferma – è vero che l’età a volte non conta. Lui ne è l’esempio». Stefano, come la sua generazione, è stato iniziato da nonno Dino e da suo padre, Orlando: «Io non sono riuscito a trasmettere la passione a mio figlio – ammette – per la mia generazione la giornata della caccia è un momento per ritrovarsi, stare insieme e trascorrere qualche ora. Questo aspetto viene prima di tutto e prima, credo, delle poste e dei cinghiali». E di cinghiali i Succisa non se ne fanno mancare mai. La loro media è spavantosa: 150 ogni stagione. «Ci divertiamo – spiega – ci manteniamo sui soliti livelli ormai da anni». Alcuni anni fa sono riusciti ad abbattere, in una sola giornata, il numero record di 26 cinghiali: «Anche questa stagione non è mica andata male – si affretta a dire – ne abbiamo presi 23. E’ stata una bella cacciata». Anche secondo Ferrari qualcosina si potrebbe rivedere nella gestione del piano di pre- levamento: «In quelle zone dove i danni alle colture sono maggiori e costanti si potrebbe pensare di allungare anche di qualche settimana la stagione, magari fino alla metà di gennaio – propone – a maggior ragione quando nevica e non si può cacciare». Oltre che al cinghiale, Ferrari è un grande appassionato di caccia alla lepre. E’ iscritto all’Atc 2, quello di Parma, e all’Atc apuo-lunigianese: «Tra i due – prosegue – preferisco il cinghiale; è un gioco di squadra, è più emozionante. La caccia alla lepre è bella, se fatta in collina, ma a Parma sono tutte pianure». Quasi una noia insomma. Nulla a che vedere con il distretto 7 di Pontremoli dove cacciano i Succisa che va dalla Statale della Cisa fino a Pian della Faggiola: «Posti bellissimi – dice – come tutta la mia Lunigiana». Ecco i componenti della squadra. Giuseppe Albano, Mario Anelli, Carlo Angelotti, Marco Antiga, Pietro Benedetti, Enrico Bertoneri, Nucio Bertoneri, Carlo Bigini, MarcelloChiodi, Ruggero Chiodi, Mauro Clerici, Valter Del Pippo, Dino Dell’Amico, Stefano Dell’Amico, Fabio Fanti, Luigi Fava, Doriano Fazzi, Stefano Ferrari, Brigido Figini, Giuliano Filippi, Roberto Ghinetti, Renato Gozzani, Giovanni Lazzini, Silvano Malossi, Andrea Marfuggi, Lorenzino Marzocchi, Michele Marzocchi, Walter Marzocchi, Lorenzo Miccoli, Angelo Micheli, Daniele Micheli, Lido Micheli, Simone Micheli, Alberto Mignani, Amedeo Morelli, Giuseppe Luigi Mosti, Carlo Musetti, Giacomo Musetti, Guido Nicolesi, Silvio Nicolesi, Mario Nicoli, Maurizio Pelliccia, Francesco Peselli, Ruggero Pinti, Ugo Pioli, Giorgio Pitanti, Stefano Pizzanelli, Ivo Preti, Domenico Pucci, Gino Pucci,Luigi Soresina, Piero Stagnati, Ercole Maurizio Strenta, Marco Tacci, Americo Toma, Antonello Toma, Giovanni Toma, Gugliemo Toma, Serafino Toma, Nereo Toma, Andrea Tonazzini, Mario Tornaboni, Guido Vaia, Remo Venturi, Mauro Zamarioni, Rino Michele. Lezioni di cake design e solidarietà Il 2 marzo l’ iniziativa di “Insieme per il Gaslini - Gli amici di Virginia Marialinda” ◗ SARZANA Un corso di cake design - un’attività quanto mai di attualità, visto che letteralmente invade molti canali televisivi e il web nel segno della solidarietà. E’ quello in programma il prossimo 2 marzo, sabato; l’appuntamento è presso Abygaille Centro Ricreativo Ludoteca (Gioca Crea Festeggia), e sarà suddiviso in due sessioni mattutine con l'insegnante Elychef Cake Design di Genova, che abituato ad interagire con i più piccoli, saprà sicuramente attirare la loro attenzione nel modo più semplice e manuale possibile. Il contributo e la sinergia con la mamma che aiuterà il suo piccolo, sarà la riuscita dell'evento a livello personale. Al termine del corso, verrà consegnato un attestato di partecipazione ed un “omaggio” molto particolare che sará il lavoro svolto durante queste due ore passate insieme. I corsi dovranno essere assolutamente prenotati in quanto a numero chiuso. Una parte del ricavato servirà come detto per solidarietà, visto che l’iniziativa è promossa dal gruppo “Insieme per il Gaslini, Gli amici di Virginia Marialinda Scazzola", presente anche su Facebook. Ma vediamo i dettagli del corso. I partecipanti si ritroveranno ad Abygaille, in via del Murello (sopra il Millepiedi); la prima sessione sarà dalle 9.30 alle 11, la seconda dalle 11.30 alle 13. L'evento è inoltre sponsorizzato da Les Enfants di Marina di Carrara, Le Pepé di Marina di Carrara e dallo studio Dentista.Tv di Carrara. Per info: elicris–2006@libero. it. Promotrice dell’associazione è Eliana Danielli, mamma di Virginia Marialinda. «Io e mio marito Cristiano Scazzola, ex calciatore di Massese, Spezia, Fiorenzuola, Genoa, Modena, Lecco, Alessandria, Monza, Lumezzane, Paternò, Ivrea, Pisa e Pro Vercelli, e ora allenatore della Primavera della Pro Vercelli, più di 3 anni fa abbiamo fondato un gruppo che porta il nome di nostra figlia, “Insieme per il Gaslini-Gli amici di Virginia Marialinda Scazzola”. Virginia - per tutti Virgy è nata prematura, dopo solo 28 settimane e pesava 640 grammi. La piccola è stata per 96 giorni in rianimazione. In quel periodo abbiamo pregato e sperato molto, c'è stata tantissima paura ma anche gioie ed emozioni.Quando ci si trova in presenza di un autentico miracolo (e utilizzo tale termine a prescindere da qualsiasi credo), nasce la voglia di raccontarlo. E' quasi un bisogno di condividere con gli altri qualcosa di così straordinario, affinché noi stessi possiamo crederci pienamente, e dirci “E' successo davvero, è così che è andata”». E prosegue: «E' quanto ci è accaduto con la storia di Virgi- nia Marialinda. La vita stessa di questa bimba, della nostra adorata bambina dal musetto simpatico e dalla voce dolce e tintinnante, è una meravigliosa avventura che “non avrebbe dovuto” essere. E' incredibile che un soffio dal peso di 640 grammi, un corpicino nero e indifeso che ha dovuto subire un'operazione al cuore dopo solo quattro giorni di vita, possa essere oggi una bimba sana. Eppure è così. E noi vogliamo raccontarlo, parlare della lotta di Virginia Marialinda, delle sue manine minuscole che sono riuscite a rimanere attaccate a quella cosa grande che è la vita, appropriandosene per sempre. Perché ci piacerebbe vendere speranza a chi pensa di esserne senza, a chi pensa di essere perso, e considera la Natura una matrigna crudele. Vogliamo raccontare la sua nascita “rocambolesca” (dal momento in cui ha avvertito sua madre, senza alcun segno apparente, al momento in cui è I genitori Eliana e Cristiano con la piccola Virginia Marialinda venuta al mondo quando mancavano ancora tre mesi alla data che la natura aveva scritto per lei, con un corpicino il cui sviluppo si era fermato a un mese prima); le sue battaglie condotte da un'incubatrice, all' interno di una sala rianimazione piena di vita e speranza, quando il resto del mondo era là fuori a pregare, a lavorare per lei, ma in pochi ci credevano davvero; le sensazioni e le emozioni di sua madre e suo padre, di tutti coloro che l'amavano e lottavano al suo fianco; le testimonianze di quanti l'hanno accompagnata in questa lotta per la vita. Lo scopo del nostro gruppo è di aiutare le famiglie di bambini ricoverati all'ospedale Gaslini e non solo,che non hanno disponibilità economiche nemmeno per le cure e quindi che non possono vivere degnamente la vita che gli spetta». ©RIPRODUZIONERISERVATA