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A Torino in ospedale si Continua a fumare…
A Torino in ospedale si Continua a fumare… Progetto per la creazione di un ospedale senza fumo A ritroso nel tempo è possibile fare un brevissimo focus sulle normative italiane che regolano il divieto di fumo in particolare negli ambienti sanitari: risale a ben 36 anni fa la legge italiana (n. 584 dell’11 novembre 1975) che sancisce, nello specifico, il divieto di fumare negli ospedali e nelle scuole. Si deve attendere fino al gennaio 2005, per l’entrata in vigore dell’articolo 51 della legge 3/2003 a tutela della salute dei non fumatori che estende il divieto di fumare a tutti i luoghi pubblici e di lavoro1. Una ricerca del 2008 condotta in alcuni ospedali italiani, pubblicata sull’European Journal of Public Health2, ha fatto emergere come nelle strutture sanitarie il divieto di fumo non sia rispettato. Risulta inoltre che la percentuale di operatori sanitari che fumano (sia donne che uomini) è il doppio rispetto a quella calcolata per la popolazione generale italiana nel 2008. Chi lavora negli ospedali fuma, quindi, più del resto della popolazione e lo fa anche durante l’orario di servizio. Dai dati pubblicati nella ricerca risulta che il novanta per cento delle persone intervistate ha dichiarato di aver visto colleghe e colleghi fumare negli ospedali, il luogo preferito sono le toilette riservate al personale, seguono le cucine. L’introduzione del divieto di fumare in ospedale porta necessariamente ad una ridefinizione dei luoghi dove le persone fumano. E’ stato osservato3 come i fumatori dopo l’applicazione del divieto tendano a spostare le aree in cui fumano al di fuori della struttura, in particolare in prossimità degli ingressi. Emerge perciò la necessità di applicare divieti totali all’interno delle strutture sanitarie e di estendere i divieti anche a quelle aree all’aperto (balconi ed ingressi di ospedali o ambulatori) in quanto zone di passaggio e di notevole visibilità. Il divieto di fumo negli ospedali, negli ambulatori e in tutti i luoghi di lavoro nell’ambito delle aziende sanitarie è strategicamente importante per una struttura il cui scopo è curare e garantire la salute del cittadino, occuparsi dei fumatori che intendono perdere l’abitudine, proteggere i dipendenti e i pazienti dall’esposizione al fumo passivo e promuovere scelte e comportamenti che non danneggino la salute. Infine, le organizzazioni sanitarie hanno il dovere di essere un esempio positivo per tutte le altre realtà lavorative. In tale contesto è stato avviato nel mese di gennaio 2010 il progetto “Molinette libero dal fumo” che si pone l’obiettivo di affrontare il tema del tabagismo all’interno dell’AOU Molinette, per creare un ospedale dove finalmente sia rispettato il divieto di fumo e dove gli operatori acquisiscano maggior coscienza del proprio ruolo sanitario che deve offrire un’immagine di salute all’utenza. Il progetto “Molinette libero dal fumo” prende spunto da due pubblicazioni italiane, le “Raccomandazioni per ambienti di lavoro liberi dal fumo” della Regione Piemonte e dalla guida “Verso un’azienda libera dal fumo” pubblicata dal Ministero della Salute. Altro aspetto importante del progetto riguarda gli effetti sulla prevalenza dei fumatori derivanti dal divieto di fumo in ambiente di lavoro; risulta, da una revisione di 26 studi, che tali effetti sono paragonabili a quelli che si otterrebbero aumentando le tasse sulle sigarette4. E’ emerso da alcuni sopraluoghi effettuati dal gruppo di lavoro aziendale, impegnato in questo progetto, che in molti reparti dell’ospedale si fuma nei bagni ed in alcuni casi nelle cucine. La presenza di locali adibiti abusivamente a fumoir nei reparti si può ricondurre ad un elevato numero di operatori che fuma e spesso alla presenza di un Responsabile della struttura dedito al fumo . La conferma che anche all’interno dell’ospedale Molinette il divieto di fumo non è rispettato deriva da una survey effettuata tra i dipendenti mediante un questionario (a cui hanno risposto circa 1000 operatori). Ben il 53% dei dipendenti dichiara infatti che il divieto non è rispettato e almeno il 18% lamenta di essere stato esposto al fumo passivo in alcune aree all’interno della struttura (bagni, cucine, etc…). La creazione di un ambiente di lavoro libero dal fumo deve essere attentamente pianificata, deve partire da un percorso di progettazione partecipata nel quale tutti gli attori dell’organizzazione sono chiamati a definire l’approccio più adatto alla realtà lavorativa in cui si trovano ad operare. La strategia contro il fumo in ambiente ospedaliero, in quanto agisce su comportamenti individuali dei lavoratori, necessita di un’azione organica che preveda, oltre alle restrizioni, programmi di comunicazione e di supporto ai fumatori che desiderano perdere l’abitudine 5. Una novità importante del progetto “Molinette libero dal Fumo” è sicuramente l’introduzione del nuovo regolamento aziendale deliberato dal Direttore dell’Azienda Ospedaliera con atto n. 551/562/70/2010 del 23 dicembre 2010 che prevede l’estensione del divieto di fumo alle aree esterne in prossimità dei due ingressi principali dell’ospedale (C.so Bramante e Via Genova). In conclusione si può affermare che dagli interventi organizzativi in precedenza descritti è scaturita una maggiore sensibilizzazione del personale dipendente e una più evidente attenzione alla prevenzione sul tema specifico. Maria Carmen Azzolina - Cristiano Piccinelli 1. Charrier L. et al. “Effective laws for tobacco control: EU directives and Italian legislation”, Epidem Prev, 2006 2. Ficarra MG et al. “Tobacco use prevalence, knowledge and attitudes among Italian hospital healthcare professionals”, European Journal of Public Health, 2010 3. Nagle AL et al. “Smoking on hospital grounds and the impact of outdoor smoke-free zones”, Tob. Control, 1996 4. C Fichtenberg, “Effects of smoke-free workplaces on smoking behaviour: systematic review”. BMJ, 2002 5. Charrier L. et al. “Raccomandazioni per ambienti di lavoro liberi dal umo”, Regione Piemonte 2006