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Eventi oltre Manica
Eventi oltre Manica Badminton Horse Trials & Pony Grand National 2008 IN QUESTO NUMERO | Charles Lindbergh | Isole Tremiti | Saint-Vincent | Via Francigena Archeoastronomia | Torino World Design Capital | MittelFest | Chute Libre 11 08 LUGLIO Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% aut. 87 - DCB Aosta - n. 11/08 AirVallée EDITORIALE Gentili lettori eccoci a voi, puntuali come sempre, con questo numero estivo di Flightmag, che copre il periodo di luglio, agosto e settembre, che è di grande rilevanza per il turismo. In tutta Italia si sommano gli eventi di rilievo, culturali, artistici e di intrattenimento, ma per il riposo ed il relax costituiscono un richiamo molto forte le spiagge, che negli ultimi anni sono state oggetto di grandi investimenti, grazie ai finanziamenti dell’UE, e che oggi si presentano ad esempio in Liguria, ampie e per la maggior parte libere, ma dotate di infrastrutture essenziali per i bagnanti, come docce e servizi nonché piste ciclabili, e sempre più numerose ostentano con orgoglio la bandiera blu, sinonimo di acque pulite. E, poi, la rete di sentieri, che si snodano su colline e montagne offrendo escursioni dai vari livelli di difficoltà, senza dimenticare la via Francigena che copre il territorio nazionale. Ogni regione italiana offre bellezze naturali che gratificano la vista e colmano il cuore di emozioni. Purtroppo quest’anno sul settore, che ha un ruolo della massima importanza per l’economia Il direttore Bruno Baschiera nazionale, grava la pesante incognita del costo dei carburanti. Mentre scriviamo queste righe osserviamo con preoccupazione che benzina e gasolio salgono di prezzo giorno dopo giorno, a un ritmo vertiginoso e che sembra inarrestabile. È inevitabile, alla luce di queste premesse, prevedere una riduzione degli spostamenti con conseguenze negative sul turismo. Non resta che augurarsi che le cose cambino in meglio per dare al maggior numero possibile di persone la possibilità di godere di un po’ di giorni di meritato riposo. Da noi comunque viene un sincero augurio di buone vacanze e un invito a ritrovarci per il prossimo numero che coprirà i mesi si ottobre, novembre e dicembre anche questi con momenti di interesse in vari ambiti. \ Chers lecteurs, l’été, la saison par antonomase liée aux “grandes vacances”, vient d’arriver et les opérateurs du tourisme ont dans leur panier, pour accueillir l’hôte, une offre riche en art, musique, sport, oenogastronomie. Mais l’Italie entière a de son côté un atout, sans pareil, dans son paysage : collines, montagnes, lacs et plages. Pour ce qui concerne les vacances à la mer, on peut remarquer avec satisfaction que, ces dernières années, on a octroyé à plusieurs plages le drapeau bleu, synonyme de pureté de l’eau. Grâce aux fonds de l’UE, les plages ont été agrandies, surtout en Liguria, et les libres se sont dotées d’infrastructures essentielles telles que douches, pistes cyclables, toilettes. A’ la montagne on a créé un réseau de sentiers pour les randonneurs, sans oublier la Via Francigena, qui attire plusieurs pèlerins ; elle débute à Canterbury, entre en Vallée d’Aoste à travers le col du Grand-SaintBernard pour arriver à Rome. Mais alors tout va bien ! Non, il y a de l’inquiétude dans l’air, car trop de variables économiques ont enregistré des cours négatifs et notamment le prix de l’essence qui, jour après jour atteint un maximum historique. En tout cas Bonnes Vacances ! 01 SOMMARIO 04 Assistenti di volo Passato e presente di un lavoro “tra le nuvole” 08 Sviluppo del Sistema Aeroportuale della VdA Investimenti per circa 30 milioni di euro 10 Charles Lindbergh L’aquila solitaria 44 2008: Torino World Design Capital Per tutto l’anno eventi di importanza internazionale 46 Gianni Bersezio L’arte di un uomo di montagna 48 MittelFest Un palcoscenico sull’Europa 50 Le Dahu Histoire d’un animal mystérieux 51 Il fatto di N’Gba. Un romanzo di Pietro Semino 12 Isole Tremiti Alla scoperta delle “Perle dell’Adriatico” 17 Angoli di Roma Il Gianicolo 18 Saint-Vincent La Riviera delle Alpi 22 Palmanova (Udine) Città fortezza a forma di stella 23 Castello di Govone Roccaforte nelle Langhe e Roero 26 Parco naturale Mont Avic L’area protetta regionale 32 Rifugio Punta Chaligne Un modo originale di vivere la montagna 34 La Via Francigena in Valle d’Aosta Alla scoperta di uno dei più antichi itinerari di pellegrinaggio 36 Archeoastronomia Le popolazioni antiche e l’astronomia 38 Gemona del Friuli Agosto medievale dal 30 luglio al 10 agosto 41 Gastronomia a Bard 5a edizione del Marché au Fort SOMMARIO 53 Grivel Mont-Blanc L’azienda leader per gli uomini della montagna 57 Chute Libre Le ciel, les oiseaux et vous ! 58 Sportivi che lasciano il “segno” Corrado Herin: downhiller 60 Rugby in Valle d’Aosta Un feeling che continua 61 Badminton: un nome, un evento Coppa del Mondo di Completo “a casa” del Duca di Beaufort 68 Agenda 70 Shopping Assistenti di volo di Paola Colla Passato e presente di un lavoro “tra le nuvole” I 04 l 15 maggio 1930, a Cresco negli USA, Ellen Churc scrive una pagina della storia dell’aviazione diventando la prima hostess al mondo. Prestò servizio su un volo proveniente da Oakland in California e diretto a Chicago nell’Illinois. All’inizio i piloti americani ed alcuni passeggeri erano scettici sull’utilità delle prime assistenti di volo, ma ben presto cambiarono idea. Alcuni passeggeri che viaggiavano di frequente chiamavano addirittura in anticipo per sapere se la loro stewardess preferita (la parola assistente di volo arrivò dopo) fosse sul loro volo. Le prime hostess erano infermiere diplomate i cui compiti, oltre ad aver cura del passeggero, comprendevano anche mansioni come aggiustare le sedie rotte, caricare i bagagli, parlare di meteorologia e visibilità. Si faceva un po’ di tutto e il lavoro era tutt’altro che facile. Dopo l’attacco di Pearl Harbour nel dicembre 1941, ci fu un’enorme domanda di infermiere e le hostess (tutte infermiere diplomate) furono ben presto inviate al fronte. Da quel momento il requisito di essere infermiere non fu più obbligatorio per le nuove assunzioni nelle compagnie aeree. Negli anni Cinquanta avvenne una nuova trasformazione. Un tipico manuale di uno dei tanti centri di formazione per assistenti di volo spiegava che “una perfetta hostess doveva essere contemporaneamente un caporale istruttore, una madre amorevole e avere le attenzioni sottomesse e maliziose di una geisha, con i modi e le conversazioni di una guida turistica”. In sintesi un po’ madre, un po’ geisha e un po’ moglie “in addestramento”, pronta ad accudire un neonato così come a preparare un cocktail. Ma, quando i tranquilli anni ‘50 lasciarono il posto agli “spregiudicati” anni ‘60, l’esperienza ad alta quota di un’assistente di volo, come pure l’idea che la gente aveva di loro, cambiò notevolmente. L’archetipo occidentale della donna moglie e madre di famiglia era ormai al tramonto. Negli anni ‘60, le compagnie aeree puntarono tutto sulle loro assistenti di volo. Sulla stampa e tv vennero lanciate campagne ammiccanti, dove protagoniste erano affascinanti hostess. Le assistenti di volo diventarono così il prodotto che faceva vendere le linee aeree e furono “riconfezionate” in modo più L’estate di Air Vallée Anche per quest’estate la compagnia aerea Air Vallée riconferma l’operativo voli dall’aeroporto di Genova per la Sardegna, in particolare per Olbia e Cagliari, con una serie di collegamenti particolarmente adatti per le vacanze. Fino al mese di settembre queste tratte verranno effettuate quotidianamente. La novità principale di quest’anno riguarda l’introduzione del volo Torino-Olbia, le due città saranno collegate durante il weekend fino al 14 settembre. A causa dei lavori di ampliamento dell’aeroporto Corrado Gex che hanno preso il via lo scorso mese di giugno, tutti i voli provenienti e diretti ad Aosta verranno spostati sul capoluogo piemontese per l’intero periodo di chiusura dell’aeroporto. Dal mese di luglio riprenderà anche il volo per Roma con orari ancora in via di definizione. A tal proposito, Air Vallée metterà a disposizione dei propri passeggeri una navetta per raggiungere Torino da Aosta e viceversa il cui costo è compreso nel prezzo del biglietto. Si ricorda, infine, che i voli turistici per andare alla scoperta delle più belle e alte cime della Valle d’Aosta effettuati da Helops continueranno per tutta l’estate. Viaggiare con Air Vallée è veramente confortevole grazie ad una flotta composta da due Dornier 328 jet da 31 posti di nuova concezione e con standard di qualità e sicurezza ai massimi livelli. attraente. Nel decennio seguente, che si ricorda tutt’oggi come il periodo del femminismo e delle conquiste dei lavoratori, le assistenti di volo finalmente riuscirono ad ottenere una serie di diritti a lungo negati come la possibilità di sposarsi e di diventare madri. Nel giro di pochi anni le hostess si erano evolute da ragazze copertina a competenti donne in carriera in un settore in continua evoluzione. Gli anni ‘80 coincisero invece con un boom economico che coinvolse tutto il mondo industrializzato e di conseguenza anche il ruolo delle assistenti di volo subì un nuovo cambiamento: non più testimonial pubblicitario del vettore, ma figura di riferimento del passeggero, una persona su cui fare affidamento grazie alla sua comprovata competenza professionale. Sono passati più di 70 anni da quando Ellen Churc divenne la prima assistente di volo, ma da allora la rilevanza attribuita a questo lavoro è cresciuta sempre di più. Anche per la compagnia aerea Air Vallée il ruolo delle hostess e degli stewart di volo è di vitale importanza perché garantisce un’assistenza continua e professionale ai viaggiatori e a tutto l’equipaggio. Per questo motivo la compagnia seleziona accuratamente le persone che andranno a ricoprire questa mansione. Requisiti fondamentali richiesti sono il possesso del brevetto (conseguito dopo un corso teorico e 100 ore di volo), un’età compresa tra i 21 e i 31 anni, la conoscenza della lingua inglese e una bella presenza. Per quanto riguarda le doti caratteriali, invece, vengono apprezzate in particolare la disponibilità, la cordialità, la serietà, la precisione, la predisposizione a lavorare in team e l’orientamento al problem solving. La ventottenne Solange Cheney, che al suo attivo ha più di 3000 ore di volo, è una degli otto assistenti in forza ad Air Vallée, compagnia per la quale lavora dal 2001. Diversamente da 05 quanto accade alla maggior parte delle hostess, Solange da bambina non sognava di fare questo mestiere, la sua aspirazione più grande era diventare un’infermiera. Dopo varie esperienze professionali, sette anni fa rispose ad un semplice annuncio sul giornale che scadeva proprio in quel giorno. Desiderava mettersi alla prova con un lavoro nuovo, amava volare e stare a contatto con le persone… non poteva proprio lasciarsi scappare questa opportunità che sembrava arrivare al momento giusto! Nonostante l’elevato numero di persone che presero parte alla selezione, Solange venne scelta e da lì iniziò tutto il suo percorso all’interno di Air Vallée. Oggi presta servizio su tutte le tratte proposte dalla compagnia, sia su voli di linea, sia su voli privati. Insieme ai suoi colleghi è responsabile dei servizi complementari a bordo degli aeromobili ed interviene nei casi di emergenza e di pronto soccorso. Gli assistenti si occupano anche del controllo degli aerei prima della partenza del volo e dopo l’atterraggio per assicurarsi che tutto funzioni correttamente. Oltre al lavoro quotidiano sui voli “ordinari”, gli assistenti di Air Vallée hanno avuto in passato il privilegio di accompagnare in volo alcune personalità di spicco del mondo dell’industria e dello sport, ma soprattutto hanno avuto l’onore di assistere l’attuale Pontefice Benedetto XVI e il suo predecessore Giovanni Paolo II durante i viaggi che li hanno portati in Valle d’Aosta per alcune vacanze estive. Solange ricorda, in particolare, la profonda emozione provata durante il breve incontro avuto con Papa Giovanni Paolo II, una persona dallo straordinario carisma. Nonostante siano passati sette anni da quando iniziò a fare questo lavoro, Solange continua ad affrontare ogni giornata lavorativa con il sorriso e con una grande energia perché ciò che fa la rende felice e trasmette questa sua serenità ai propri colleghi e a tutti i passeggeri di Air Vallée. > Solange Cheney. Per informazioni: Orari, tariffe e prenotazione Tel. +39.0165.303303 - [email protected] www.airvallee.com Sviluppo del Sistema Aeroportuale della Valle d’Aosta Investimenti per circa 30 milioni di euro La Valle d’Aosta, posta all’estremità nord-occidentale dell’Italia, confina con la regione francese Rhône- 08 Alpes, con il cantone svizzero del Vallese e con il Piemonte e grazie alla presenza dei due trafori stradali del Monte Bianco e del Gran San Bernardo e di due valichi alpini, del Grande e del Piccolo San Bernardo, utilizzabili nel periodo estivo, è regione di transito che permette un rapido collegamento con Francia e Svizzera. La più piccola regione italiana si estende per 3.300 chilometri quadrati ed ha una popolazione residente di 122.000 abitanti. La Valle d’Aosta presenta la vette più alte dell’Europa centro-occidentale, con quattro “4000”, il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa e il Gran Paradiso, che costituiscono una forte attrattiva turistica. Ed è proprio quello del turismo, con una offerta molto ampia ed articolata, il comparto che dà il maggiore contributo all’economia regionale. In questo contesto un ruolo significativo lo ha avuto il trasporto aereo, per il quale è stato deciso, da parte dell’Amministrazione Regionale Valdostana un impegnativo Piano di Sviluppo. Ma vediamo intanto qual è la situazione attuale. Il Sistema Aeroportuale della Valle d’Aosta è costituito dallo scalo “Corrado Gex” di Saint-Christophe. L’aeroporto si trova alle porte di Aosta, su una superficie di 30 ettari, ed è aperto al traffico commerciale nazionale ed internazionale. È stato inaugurato nel maggio del 1959 e in esso operano servizi aerei di linea regolare, charter, aeromobili di compagnie locali e di privati, aeroclub e mezzi della Protezione Civile. L’edificio aeroportuale ospita la società di gestione Avda S.p.A., gli uffici della Protezione Civile, della rete regionale di radiocomunicazione e altri servizi. All’aeroporto “Corrado Gex” opera voli commerciali la sola compagnia aerea Air Vallée la cui flotta è composta da due Dornier 328 jet, da 31 posti ciascuno. Air Vallée, oltre all’attività di linea e charter, gestisce tramite la controllata Helops una flotta di elicotteri utilizzati nell’ambito della Protezione Civile, per l’eliski e per rifornimenti e trasporto merci ai rifugi ed ai cantieri in montagna. Lo sviluppo dell’aeroporto “Corrado Gex” rappresenta un importante “motore” per la crescita socioeconomica complessiva della Valle d’Aosta, un valido supporto alla vocazione turistica della regione. Il sistema di trasporto aereo offrirà connessioni dirette e frequenti con località diverse, riducendo al minimo i ritardi e le perdite di tempo e permettendo un interscambio agevole con la rete stradale e ferroviaria. Un concreto sviluppo dell’aeroporto potrà favorire anche l’organizzazione di pacchetti di viaggio che prevedano un soggiorno non solo settimanale durante le stagioni turistiche, ma anche nei week-end per molti mesi dell’anno. Gli interventi. La Regione Autonoma Valle d’Aosta, nel Piano di sviluppo aeroportuale, ha indicato la serie di interventi di potenziamento infrastrutturale, che saranno ultimati entro il 2011 e possono essere sinteticamente riassunti nei tre indirizzi seguenti: la massimizzazione della lunghezza della pista di volo, con le relative superfici di sicurezza; l’installazione delle radioassistenze alla navigazione aerea; la costruzione di una nuova aerostazione passeggeri. Il piano di sviluppo mira a realizzare una infrastruttura aeroportuale funzionale alle esigenza della collettività valdostana e di sostegno all’economia regionale in una logica di sostenibilità ambientale e di piena compatibilità con l’esercizio del servizio di soccorso con elicottero e l’attività aeroscolastica e sportiva dell’Aeroclub Valle d’Aosta. Il programma di investimenti previsti per l’implementazione del Piano di sviluppo aeroportuale, approvato dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta nella sua seduta del 12 gennaio 2006, ammonta a circa 30 milioni di euro. Il rinnovato aeroporto favorirà l’incremento delle capacità di traffico ed operativa dello scalo, l’aumento del numero di voli giornalieri così come delle rotte, l’utilizzo dello scalo da parte di aeromobili di capienza maggiore, i cosiddetti “regional carriers” con 70 o più passeggeri, la possibilità di atterrare anche dopo il tramonto, il miglioramento dell’affidabilità del servizio con accresciuti margini di sicurezza a beneficio dell’utenza, l’esercizio delle attività di soccorso con elicottero da parte della Protezione civile senza limitazioni di orario, lo sviluppo del segmento in forte espansione della aviazione privata e degli aerotaxi. La nuova Aerostazione. Per la progettazione della nuova Aerostazione la Regione Valle d’Aosta, ha istruito un bando di gara a rilevanza comunitaria per il tramite della partecipata AVDA S.p.A. - società di gestione dell’aeroporto “Corrado Gex”. Il bando di gara è stato vinto dal raggruppamento costituito da Tecno Engineering 2C, dallo studio Gae Aulenti Architetti Associati e da TecnoServices Vallée d’Aoste. Il ciclo completo delle progettazioni si concluderà entro il primo semestre del 2009 e la costruzione della nuova struttura verrà completata entro il 2011. Il progetto architettonico, curato personalmente dall’Arch. Gae Aulenti, prevede un orientamento del nuovo Terminal parallelo alla pista di volo, in direzione Est-Ovest, giudicato più corretto per la visibilità dell’aeroporto sia per chi arriva in volo ad Aosta, sia per chi accede all’area dalla strada statale, sia per chi percorre l’autostrada oltre la pista. Il nuovo edificio è il risultato della composizione di otto corpi principali, concepiti come “solide torri” monolitiche, con base quadrata di 9x9 metri e alte 13,80 metri, unite da tre elementi trasparenti, vetrati e leggeri, che formano le pensiline di protezione per i passeggeri che entrano ed escono. La distinzione fra i volumi più chiusi delle torri e quelli trasparenti degli atri vetrati corrisponde ad una distinzione funzionale oltre che formale: le torri contengono al piano terreno le funzioni di sosta e di lavoro, sale partenze e arrivi, uffici, caffetteria e spazi commerciali; gli atri luminosi e vetrati sono dinamici spazi di transito con punti di vista e prospettive differenti. Grande importanza assume la galleria centrale, che è il nucleo principale dell’edificio, attorno al quale ruotano tutte le funzioni. Come una galleria urbana, su di essa si affacciano al piano terra gli spazi commerciali, il check-in, l’accesso alle sale partenze e l’uscita dell’area arrivi; al primo piano le passerelle di distribuzione degli uffici e al secondo le terrazze del ristorante e di una sala mostre. 09 Charles Lindbergh di Carlo d’Agostino L’aquila solitaria Q 10 uando il 22 maggio 1927, dopo 33 ore e 30 minuti di volo e 5809 (5776 secondo altre fonti) chilometri percorsi, il suo « Spirit of St. Louis” toccò il terreno dell’aeroporto parigino di Le Bourget, probabilmente Charles Lindberg non pensava di essersi “consegnato alla storia”, ma ancora oggi la sua impresa è ricordata come una delle più belle ed avvincenti avventure della storia dell’aeronautica. Charles Lindberg nasce il 4 febbraio 1906 a Detroit nel Michigan, suo padre è un immigrato di origine svedese che, naturalizzato americano, svolge attività politica mentre la madre Evangeline Lodge Land fa la maestra. Dopo la consueta frequenza della scuola di base, Charles si iscrive ad una università del Wisconsin, ma il volo lo attrae e pochi mesi dopo abbandona gli studi per iscriversi alla Scuola di Volo nel Nebraska dove ottiene il brevetto, acquista un piccolo aereo ed inizia – siamo ormai negli anni ’20 – quella attività che molti ex piloti militari degli Stati Uniti stanno svolgendo dopo la loro partecipazione alla 1^ guerra mondiale in Europa: quello che è definito “circo dell’aria”. Vola per tutti gli Stati dell’Unione e per pochi dollari organizza “battesimi dell’aria” per gli audaci che vogliono assaporare il “rischio” del volo, partecipa a manifestazioni acrobatiche, qualunque cosa pur di volare. Ad un certo punto l’aviazione dell’esercito – che ha certamente aerei migliori del suo o in ogni caso di quelli che pilota – lo spinge ad arruolarsi e giungerà fino al grado di sottotenente, ma il suo spirito individuale non si abitua alla vita militare, si congeda ed inizia l’attività di “pilota postale” portando pacchi e lettere da St. Louis a Chicago. Nel frattempo altri piloti stanno ottenendo successo in lunghi voli, ma sono sempre in due e magari con passeggeri a bordo e questo contrasta con lo spirito individualista di Lindberg che ben presto invece è attratto dall’offerta di un premio di 25.000 dollari di un proprietario di diversi alberghi a New York, appassionato d’aviazione, per chi riuscirà per primo e da solo a bordo ad attraversare l’Atlantico da New York a Parigi. Lindberg incomincia ad effettuare ricerche per disporre di un aereo adatto allo scopo ma non riesce a trovare nulla, fino a quando una modesta industria aeronautica di San Diego, la Ryan Aircraft, che ha al suo attivo alcuni velivoli non eccezionali, non si dice disposta a realizzare per lui un aereo appositamente progettato: sarà tanto personalizzato, che per ottenere un maggior carico di carburante, un serbatoio sarà posto dinnanzi al posto di pilotaggio e Lindberg lo dovrà pilotare guardando da un piccolo periscopio posto sulla parte superiore della fusoliera o dai finestrini laterali! In poco tempo l’aereo prende forma, ha un’apertura alare di circa 22 metri mentre la fusoliera è lunga quasi 8 metri e mezzo, dispone di un motore Wright Whirlwind da 223 HP che gli assicura una velocità di crociera di 180 km/h, il peso è di soli 975 kg ma a pieno carico per la trasvolata sarà di 2379 kg Dopo alcuni voli di prova, Lindberg porta l’aereo al campo di volo “Roosevelt” nei pressi di New York ed il 20 maggio 1927 decolla verso Parigi dove, come abbiamo detto, atterrerà dopo 33 ore e mezza di volo: un volo avventuroso, difficile, problematico soprattutto per combattere il sonno e per riuscire a seguire la rotta, scriverà poi in un suo libro che dopo ore ed ore di volo su un oceano solitario, nello scorgere una flottiglia di pescherecci, si calerà su essi a bassa quota per chiedere – riducendo il motore al minimo per farsi sentire – da che parte si trova l’Irlanda. La sua impresa ebbe vastissima risonanza, già all’atterraggio la folla di migliaia di persone accorsa sul campo superò le scarse forze della Polizia municipale e solo il caso lo salvò da calorose ma troppo pesanti attenzioni: la Francia lo onorò con la Legion d’Onore, il presidente degli Stati Uniti lo riportò in patria sull’ammiraglia della flotta americana nel Mediterraneo, l’incrociatore “Memphis” organizzando poi la grande parata di Broadway. Una tragedia doveva colpire qualche anno dopo il grande trasvolatore, sposato nel 1929 con Ann Morrow, il primo dei suoi sei figli verrà rapito nel 1932 ed ucciso dal rapitore che verrà identificato, catturato e condannato a morte: pochi mesi dopo Lindberg si trasferirà in Inghilterra e successivamente in Francia. Allo scoppio della 2^ guerra mondiale rientrerà in Patria e si dedicherà al collaudo di alcuni velivoli per controllarne le capacità belliche, poi sarà dirigente della Pan American World Airways e si spegnerà il 26 agosto 1974 nella sua residenza di Maui nelle Haway. Il suo “Spirit of St. Louis” è attualmente nel Museo dell’Aria e dello Spazio della Smithsonian Institution di Washington dove lo consegnò Lindberg nel 1929. Per saperne di più Moderno Prometeo e pioniere dell’aviazione, “amico” dei nazisti e anticipatore della battaglia per l’ambiente: vita e leggenda di una delle figure più affascinanti e controverse del secolo raccontata con dovizia di particolari da A.Scott Berg, che con questo libro, edito in Italia da Mondadori, ha ottenuto il Premio Pulitzer 1999 per la migliore biografia. “Lindbergh l’aquila solitaria” di A. Scott Berg - edizioni Mondadori (2000). > Nella pagina precedente: Charles e Anne Lindbergh. > A fianco: dipinto murale all’esterno dell’Aeroporto di San Diego raffigurante Lindbergh. 11 Ph. Erik Farina Isole Tremiti di Stefania Marchiano Alla scoperta delle “Perle dell’Adriatico” Cinque isole di incredibile bellezza sorgono a circa 12 miglia al largo del Gargano in un mare dall’ac- 12 qua cristallina: sono le Isole Tremiti. Questo arcipelago di dimensioni piuttosto ridotte (circa 3 kmq complessivi) è la meta preferita, ogni anno, di migliaia di turisti in cerca di relax e soprattutto di una full immersion in una natura incontaminata ed estremamente eterogenea. Le cinque isole (San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa) offrono infatti la possibilità di esplorare ambienti di rara bellezza ed incredibilmente diversi fra di loro. In appena 20 chilometri di costa ce n’è davvero per tutti i gusti: spiagge sabbiose contornate da coste basse, baie, calette e promontori, ma anche coste alte e rocciose a strapiombo sul mare. Un glorioso ed antico passato rende inoltre l’arcipelago ricco di monumenti e reperti appartenenti a epoche che spaziano dall’età neolitica a quella greca e romana; in particolare l’isola di San Nicola offre agli appassionati di storia ed archeologia numerose fortificazioni, muraglie, un’imponente fortezzaabbazia e la Chiesa di Santa Maria a Mare, risalenti all’XI° secolo. Inoltre per chi fosse in cerca di ulteriori suggestioni non mancano storie, leggende ed aneddoti narranti le mille vicissitudini che hanno “fatto”, nei secoli, la storia di queste isole: eroi greci, re, monaci, pirati, briganti e persino esiliati politici ne sono gli assoluti protagonisti. Come per tutti i nomi di luoghi che vantano una buona dose di fascino e mistero anche quello delle Isole Tremiti ha origini incerte che oscillano tra storia e mito: anticamente chiamate Isole Diomedee poiché avvistate, secondo la leggenda, proprio dall’eroe greco dopo una tempesta, avrebbero in seguito acquisito il nome Tremiti dal terremoto (Tremetus) che le separò dalla penisola garganica. Secondo invece la versione dello studioso Cocorella l’arcipelago, inizialmente composto da un’unica isola ed un monte, cambiò nome a metà del XVI° secolo, quando mutò la propria conformazione geografica dando luogo a tre isole e a tre monti, da questi ultimi derivò appunto il nome Tremiti. Oggi la sempre crescente presenza di turisti e visitatori ha fatto del turismo la principale risorsa eco- Evento Festività dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Viene celebrata il 15 e 16 Agosto. Durante questa festa, la statua della Madonna viene portata in processione sia a terra tra le vie dell’abitato, sia a mare, intorno alle isole, su di un peschereccio opportunamente addobbato. Negli stessi giorni gli abitanti dell’isola organizzano altre manifestazioni quali una frittura gigantesca di pesce azzurro in piazza e l’albero della cuccagna. nomica dell’arcipelago, che in origine basava presumibilmente la propria economia sulla pesca e sull’agricoltura. Delle cinque isole solo San Domino e San Nicola sono abitate le altre, in parte per le ridotte dimensioni, in parte per la particolare conformazione, sono disabitate. A partire dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri fondi nazionali e comunitari hanno reso possibile il restauro dei monumenti storici più importanti, inoltre nel 1989 è stata istituita la riserva naturale marina “Isole Tremiti” . Le cosidette “perle dell’Adriatico” sono un vero e proprio paradiso terrestre tutto italiano e sono raggiungibili esclusivamente via mare dai porti di Rodi, Peschici, Vieste, Manfredonia (Foggia) e Termoli (Campobasso). Per informazioni: www.comune.isoletremiti.fg.it www.isoletremiti.it Ph. Erik Farina Ph. Erik Farina Estate e voglia di Mare Una vacanza al sapore di mare: le migliori proposte in Italia e nel mondo Quest’anno sono 25 le candeline spente sulla torta di Eurotravel. Oltre vent’anni di esperienza permettono all’operatore di fare la differenza e sono un elemento fondamentale per riuscire a proporre in tutto il mondo strutture di alto livello e vacanze adatte a soddisfare le esigenze di tutti i viaggiatori. Per l’estate 2008 Eurotravel propone quattro soluzioni mare davvero imperdibili in Messico, a Mauritius e naturalmente in Italia. Per chi sogna una bella vacanza da trascorrere sotto il caldo sole dei Tropici, Eurotravel consiglia il Catalonia Royal Tulum*****, situato nel cuore della Riviera Maya, in Messico, affacciato direttamente sulla bellissima spiaggia di Xpu-Ha, in una splendida area caratterizzata da meravigliosi “cenotes” naturali. Questo elegante complesso è raggiungibile in 50 minuti dall’aeroporto internazionale di Cancun e dista 20 minuti da Tulum e da Playa del Carmen. Le 288 camere, dislocate in 6 edifici a 2 piani, perfettamente integrati nella vegetazione tropicale, sono dotate di tutti i comfort; alcune sono attrezzate per portatori di handicap. Particolarmente ricca risulta essere l’offerta gastronomica di questo villaggio che dispone di 6 ristoranti e 4 bar: il ristorante principale a buffet “La Selva”, “La Palapa”, il messicano “Centenario”, l’italiano “Toscana”, il “Royal Steak” e “La Terrace”, dove è possibile gustare carne e pesce alla griglia. Durante il giorno, lo staff di animazione internazionale organizza attività sportive e ricreative, giochi e tornei. La sera, intrattenimento in teatro con spettacoli, cabaret, karaoke, bingo e tanta musica. Quote a partire da € 990 a persona per un soggiorno “all inclusive” di 9 giorni e 7 notti con volo da Milano e Roma. Da quest’estate entra a far parte delle proposte Eurotravel il nuovissimo Pearle Beach Resort**** situato a Mauritius. Questo delizioso complesso “all inclusive” è situato a Wolmar, Flic en Flac, lungo la costa occidentale dell’isola, affacciata su un’incantevole spiaggia di sabbia bianca che crea uno splendido contrasto con 15 l’azzurro cristallino dell’Oceano Indiano. Raccolto, ma allo stesso tempo vivace, il resort offre ai propri ospiti un’atmosfera rilassante e ospitale, oltre ad una vasta gamma di servizi. Il complesso dispone di 74 camere elegantemente arredate che offrono tutti i più moderni comfort. All’interno del resort è presente un ristorante principale che propone piatti internazionali e mauriziani con esotici buffet e barbecue per la cena, grill e buffet d’insalate per il pranzo, servito sulla terrazza presso la spiaggia. Al pool & beach bar, oltre a rinfrescanti bibite e cocktail a base di frutti tropicali, si potranno apprezzare i più spettacolari tramonti di tutta l’isola. Il complesso dispone di una piscina fronte mare con vasca idromassaggio per adulti e zona riservata ai bambini, di una terrazza solarium e di un centro benessere con palestra. All’interno del resort è possibile giocare dedicarsi agli sport di mare e praticare snorkeling nella laguna. Lo staff d’animazione internazionale propone un leggero programma d’intrattenimento che prevede durante il giorno attività sportive e ricreative, giochi e tornei. La sera, musica e spettacoli. Per questa proposta, quote a partire da € 1.290 a persona per un soggiorno “all inclusive” di 9 giorni e 7 notti con volo da Milano e Roma. Un bambino con età compresa tra 2 e 12 anni accompagnato da due adulti paganti avrà il soggiorno gratuito e pagherà solo € 400 di quota volo. Per quanto riguarda il mare italiano Eurotravel quest’anno punta sulla bella Calabria e sul suo mare cristallino. Inaugurato nella stagione estiva 2007, Cala dei Saraceni Resort Spa & Congress****L sorge in una posizione panoramica sul mare lungo la costa ionica nel tratto più settentrionale, tra Calabria e Basilicata a pochi chilometri dal grazioso paese di Roseto Capo Spulico e a 37 km da Sibari, rinomata per le antiche vestigia della Magna Grecia. Accogliente e raccolto, il complesso si sviluppa ad ellisse intorno all’ampia piscina con pool bar; è costituito da un corpo centrale su due piani affacciato su una terrazza naturale dove trovano spazio il ristorante principale, il lounge bar, una parte di camere e il Roof Garden Re- 16 staurant, dal quale si possono apprezzare il panorama e l’antico castello normanno. Intorno alla piscina ed alla zona relax con angoli idromassaggio si affacciano le restanti camere e le prestigiose Acqua Suite. Questa nuova struttura, che si fregia del marchio Spirito Libero, dedicata esclusivamente ad una clientela adulta, Eurotravel propone per la prima volta la formula Super All Inclusive per usufruire di tutti i servizi di qualità e della frizzante animazione per vivere intensamente la vacanza. Quote a partire da € 690 a persona per un pacchetto volo e hotel 7 notti con trattamento super all inclusive. Partenze previste da Milano. Affacciato direttamente sul mare, con spettacolare vista sullo splendido Castello Aragonese, il Baia Degli Dei Beach Resort**** è un complesso di recente costruzione, vicinissimo al centro della località “Le Castella”. Realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente circostante unisce antichi ambienti e nuovi comfort. Il complesso è ideale per trascorrere una vacanza fatta di mare, natura, relax, ma anche di sport e divertimento. Il villaggio dispone di camere arredate con gusto ed eleganza matte a disposizione degli ospiti camere classic, superior, junior suite e suite. Il ristorante, in sala con aria condizionata o sulla terrazza esterna, offre una cucina ricca di piatti nazionali e tipici calabresi. Per quanto riguarda le attrezzature, ci sono 3 piscine di cui una per bambini, un anfiteatro per l’animazione, campi da tenni, calcetto, ping pong e bocce, e una palestra attrezzata, non mancano inoltre bar, bazar, tabacchi, parrucchiere, internet point e servizio medico. È presente anche un centro benessere con idromassaggio, sauna e bagno turco; possibilità di fare massaggi e trattamenti estetici. L’animazione diurna è all’insegna dello sport, mentre quella serale prevede balli e divertimento. Da maggio a settembre i bambini potranno usufruire di un programma settimanale di giochi tematici proposti dall’animazione. Quote a partire da € 641 a persona per un pacchetto volo e hotel 7 notti con trattamento all inclusive light. Partenze previste da Milano, Bergamo e Verona. Per il solo soggiorno quote a partire da € 455 per persona a settimana con trattamento all inclusive light. > Nella pagina precedente: Eurotravel Club Baia Degli Dei Beach Resort - Calabria. > Sopra: Eurotravel Club Cala dei Saraceni - Calabria. Eurotravel Club Catalonya Royal Tulum - Messico. Angoli di Roma di Ester Giova Il Gianicolo Una passeggiata tra le più affascinanti di Roma è sicuramente quella del Gianicolo, famosa oltre che per gli splendidi panorami anche per la ricchezza di testimonianze storiche che permettono di rivivere la storia della città. Il colle deve il nome a Giano, dio qui venerato dagli antichi romani. Vi furono poi edificati molti monasteri e chiese, tra cui quella di San Pietro in Montorio che sorse proprio sul luogo dove, secondo la tradizione, fu crocefisso San Pietro. Fu poi ricostruita per ordine di re Ferdinando e di Isabella di Spagna. Nel cortile a destra si trova il famoso Tempietto del Bramante (1502), piccolo ma armonioso per le perfette proporzioni, chiaro simbolo del sogno rinascimentale di restituire Roma alla sua antica grandezza. Durante il rinascimento nobili famiglie romane scelsero il Gianicolo per costruirvi le loro sontuose dimore, oggi adibite a musei: Palazzo Corsini e Villa Farnesina alle pendici del colle, vicino al Tevere, o più in alto Villa Lante. Nel 1849 il colle fu teatro di scontri tra l’esercito francese che minacciava Roma e le truppe italiane guidate da Giuseppe Garibaldi. In onore dell’eroe fu posta sul piazzale la grande statua equestre e, sul viale in discesa, sorge il monumento di sua moglie Anita. Il simbolo del Gianicolo è però la monumentale Fontana dell’Acqua Paola, tutta in marmo bianco; commemora la riapertura nel 1612 dell’acquedotto costruito da Traiano. Deve il suo nome a Paolo V, papa Borghese, che la fece restaurare. Simboli del colle sono anche il cannone che dal lontano 1904 annuncia ai romani lo scoccare del mezzogiorno e la “quercia del Tasso”, in realtà il troncone fulminato del famoso albero alla cui ombra si sedeva il poeta. Lo scrosciare dell’acqua del “fontanone”, il panorama di Roma, il verde circostante, le splendide testimonianze del passato rendono il Gianicolo un luogo unico, cui dedicare una passeggiata nel corso di una vacanza romana. Ph. Flickr Ph. Wikipedia Per informazioni: www.villafarnesina.it www.galleriaborghese.it/corsini > Sopra: fontana dell’Acqua Paola. Il Faro. Ph. Flickr > A fianco: statua di Garibaldi 17 Saint-Vincent di Angelo Musumarra La Riviera delle Alpi Edouard Aubert, il famoso scrittore parigino che visitò la Valle d’Aosta nella seconda metà del XIX° 18 secolo così descrive Saint-Vincent:…ad ogni passo il paesaggio offre orizzonti nuovi, scorci inattesi, effetti di luce che sfuggono a qualsiasi descrizione. Poco fa avanzavo tra rupi scure, spoglie, sospeso sull’orlo di un precipizio di cui gli occhi avevano difficoltà a sondare la profondità ed eccomi, ora in una piana boscosa, marciando all’ombra di secolari castagni, distribuiti a macchia su colline coperte di bionde messi…Proseguendo nello scritto descrive Saint-Vincent come…spettacolo grandioso e sorridente, luminoso e forte, che riempie il cuore di vive emozioni, fortifica lo spirito e fa pensare a Dio. Ecco in poche parole la sintesi e l’anima del nostro paese. Da sempre ospitalità, a Saint-Vincent, è sinonimo di qualità: strutture ricettive di ogni tipologia, dove potrete trascorrere piacevoli soggiorni, immersi nel verde o comodamente alloggiati in una zona centrale. Qualsiasi sarà la soluzione scelta, rimarrete certamente soddisfatti dell’accoglienza! Nell’estate 2008, alle emozioni sui tavoli del “Casino de la Vallée”, si aggiungono quelle organizzate dal “Consorzio InSaintVincent”, per una serie di appuntamenti imperdibili con il divertimento, la cultura e le tradizioni che si terranno nell’elegante piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, palcoscenico naturale delle manifestazioni della cittadina termale. Dopo il grande successo della “Gran Fondo di Saint-Vincent”, domenica 8 giugno con oltre mille e quattrocentro iscritti che si sono confrontati in bicicletta sui diversi percorsi delle strade valdostane, saranno di nuovo le due ruote a caratterizzare l’inizio della stagione estiva, sabato 12 luglio, con lo spettacolare motoraduno curato dall’associazione “Teste di Caschi” di Saint-Vincent, che festeggia, con i soci ed amici, il suo quarto anniversario. A coronare la giornata, la sera a partire dalle 21.30 sono in concerto le band “Radiogang” e “DuraCultura”. Sabato 26 luglio, alle ore 21.30, sarà la simpatia e l’arte magica di Raul Cremona, cabarettista e prestigiatore, spesso ospite della Casa da Gioco, a catalizzare l’attenzione di villeggianti e residenti, mentre il giorno successivo, dalle 17.30, le degustazioni di prodotti tipici valdostani non mancheranno di essere prese d’assalto dai buongustai che si troveranno a passare per la cittadina termale. “InSaintVincent” presenta anche occasioni per uno svago speciale: i più piccoli si potranno emozionare, martedì 29 luglio, con le “Fiabe illuminate”, anticipate alle ore 21.00, mentre i più grandi, mercoledì 30, potranno divertirsi, alle 21.30, con il tradizionale “Bingo” e giovedì 31, tutta la famiglia, dalle 21.30, potrà godersi il grande cinema all’aperto. Il mese di agosto si apre con un incontro di grande prestigio: venerdì 1° agosto il colonnello del Ris (Reparto investigativo speciale) di Parma, Luciano Garofano (vedi foto), sarà ospite, alle 21.30, del salotto curato dal libraio eporediese Italo Cossavella, dove parlerà della sua esperienza professonale presentando il suo libro, “Delitti imperfetti atto I e atto II”. Si torna a sorridere con il cabaret d’autore, alle 21.30 di sabato 2, insieme a Rocco Barbaro, mentre si veleggerà verso il romantico musical “Romeo e Giulietta”, in programma alle 21.30 di domenica 3 agosto nell’ambito del “Festival di Musica da Camera” di “Artété”, sull’onda golosa delle degustazioni di prodotti tipici, il pomeriggio dalle 17.30. Per la gioia dei più piccini, martedì 5, tornano, alle 21.00, le “Fiabe illuminate”, così come per i grandi il tradizionale “Bingo”, alle 21.30 di mercoledì 6 agosto. Per il salotto culturale di Cossavella, alle 21.30 di giovedì 7 agosto, il giornalista Oliviero Beha sarà il cuore del talk-show sui temi più attuali. Venerdì 8 agosto si apre la “tre giorni” dedicata all’undicesima edizione del “Festival di Saint-Vincent di Teatro di Strada”, dove, fino a domenica 10, i migliori “buskers” si esibiranno per le vie del centro storico, per divertire e stupire grandi e piccini. A Saint-Vincent c’è spazio anche per gli amanti del ballo: una delle migliori orchestre, quella di “Radio Zeta”, suonerà in piazza Zerbion lunedì 11 agosto dalle 21.30, per volteggiare sotto le stelle. Si entra in una altro magico mondo il giorno seguente, al Palasport dalle 21.00, con i personaggi fantastici della Melevisione e il suo pubblico di giovanissimi, che ritroverà i suoi beniamini anche il 19 agosto. Dopo le tranquille emozioni del Bingo, giovedì 13 alle 21.30, in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto inizia un crescendo di emozioni: venerdì 14 il filosofo Stefano Zecchi e la sua visione della bellezza animano il talk-show di Cossavella, la comicità di Baz in veste di “lettore multimediale” arriva domenica 16 mentre lunedì 17 sfilano le candidate alla fascia di “Miss Cinema” per “Miss Italia”, in una serata che chiude il pomeriggio dedicato alla degustazione di prodotti locali. Martedì 18 agosto la rassegna “Artété” sceglie nuovamente lo sfondo della piazza centrale di Saint-Vincent per il concerto della “Fanfara di Tirana”. Ancora “Bingo” e cinema, rispettivamente il 20 e il 21 agosto, coronati dall’ultimo appuntamento con le degustazioni, domenica 24 a chiusura della due giorni della Fiera delle Alpi, incorniciano il talk-show con Paolo Crepet venerdì 22 e il cabaret stralunato, sabato 23, di “Pino e Gli Anticorpi”. Cultura, cabaret, tradizione ed appuntamenti di prestigio: come fare quest’estate a non passare per “InSaintVincent”? Per informazioni: www.saintvincentvda.it www.palais.it 19 Borsa del Turismo di Montagna A Saint-Vincent debutto con 100 Tour Operator Dal 27 al 30 marzo si è tenuta a Saint-Vincent, al Centro congressi del Grand Hotel Billia, la prima edizione di BuYn’Vda, la Borsa Internazionale del Turismo di montagna, organizzata da TTG Italia, Regione Valle d’Aosta e La Chambre, la Camera di Commercio, il cui presidente, Pierantonio Genestrone, ha detto: “con l’iniziativa abbiamo voluto far diventare protagonista l’offerta turistica valdostana, confrontandoci con i maggiori acquirenti a livello internazionale”. Si è trattato di un importante passo innovativo perché, come ha ancora aggiunto Genestrone, “sono stati i Tour Operator a venire a conoscere la nostra regione, la nostra offerta e le nostre strutture e non il contrario come solitamente avveniva”. I venditori partecipanti sono stati 29, dai Consorzi Turistici alle terme, dal Casinò ai Maestri di sci, dalla Adava, l’Associazione degli albergatori, alla Fondazione per la formazione professionale e turistica e molti privati. La risposta è stata molto positiva e tale da far pensare “all’apertura di un percorso che potrà diventare ancora più proficuo in futuro”, ha detto l’Assessore Regionale al Turismo Ennio Pastoret. Per quanto riguarda i Tour Operator, il 76 per cento è arrivato dall’estero e il 24 per cento dall’Italia. Per quanto riguarda l’estero, vi sono stati 18 tedeschi, 14 russi, 10 inglesi e altrettanti ungheresi, e poi 7 americani, 6 polacchi e rappresentanti di Olanda, Norvegia, Repubblica Ceca, Francia, Danimarca, Belgio e Svezia. Uno dei momenti “clou” è stato il 28 marzo quando il Centro Congressi si è trasformato in una Piazza Affari in miniatura con gli incontri fra i “buyer” e i “seller”. Paolo Audino, amministratore delegato di TTG Italia, azienda che è attiva nel settore della formazione di operatori specializzati in ambito turistico, ha detto che “il mercato valdostano ha grandi potenzialità, però ha bisogno di essere adeguatamente strutturato, per vincere la forte competizione che vi è ormai a livello internazionale; per questo abbiamo anche previsto impegni di formazione per operatori locali”. Per i “buyer” italiani e stranieri che ancora non conoscevano la Valle d’Aosta sono state organizzate una serie di visite ai principali comprensori sciistici, una salita a Punta Helbronner, con la “funivia dei ghiacciai”, escursioni con racchette da neve e un “trekking e yoga”; e ancora la scoperta fra cultura, sport ed enogastronomia della Comunità Montana Gran Paradiso, del castello di Sarre e delle terme di Pré-Saint-Didier. Per il progetto BuYn’Vda sono stati investiti più di 200 mila euro. 21 Palmanova (Udine) di Giulia Zanello Città fortezza a forma di stella Una stella a nove punte protetta da un largo fossato e tre cerchie di fortificazione, tre porte d’accesso che conducono ad un cuore esagonale racchiuso al centro: è così che appare Palmanova dall’alto. Traccia riconoscibile della dominazione veneziana, la cittadina nasceva il 7 ottobre 1593 per volontà della Serenissima Repubblica come tentativo di arginare e contrastare le incursioni ottomane. La città fortezza, concepita come macchina bellica e disegnata a tavolino secondo canoni geometrici, esprime un ordine ed un’elegante razionalità che rimandano alla perfezione classica. Dall’esterno gli unici edifici visibili oltre alle mura sono le tre porte monumentali, stilisticamente diverse, ma che mantengono tuttora le caratteristiche architettoniche originali: Porta Aquileia fu la prima ad essere eretta, ed è l’esempio della fusione tra la ricchezza e l’eleganza della pietra d’Istria, Porta Cividale ospita nella parte superiore il Museo militare e da Porta Udine sono ancora visibili le rovine del ponte levatoio. All’interno della fortezza sono ancora presenti gli edifici militari, come il Civico Museo storico di Borgo Udine, che ospita collezioni di armi antiche e l’Antica Polveriera Veneta, che rappresenta il più antico edificio datato della località. Una serie di costruzioni risalenti all’età napoleonica, come la Polveriera Napoleonica e la Caserma difensiva, completano infine lo scenario di questo gioiello urbanistico. Per rimanere immersi in questo clima storico e per comprendere un quadro vivente della Palmanova del ‘600, non si può mancare il 12 e 13 luglio alla rievocazione storica in costume, con la parata tra dame, nobili e popolani, durante la quale vengono simulate vere e proprie battaglie e sfide tra le borgate. 22 © Ufficio Turismo Palmanova © Ufficio Turismo Palmanova > Sopra: Porta Udine. > Sopra a sinistra: antica mappa di Palmanova. > Sotto: il Duomo e la Piazza Grande. Una delle stagioni in cui si può apprezzare in particolar modo la bellezza di questa cittadina è proprio l’estate: piacevolmente seduti a sorseggiare un aperitivo al Caffè Torinese, si può ammirare la meravigliosa Piazza Grande, sotto lo sguardo austero dello stendardo, simbolo della fortezza che s’innalza da un basamento in pietra. Sulla piazza si affacciano pure i principali edifici come il Duomo dogale, risalente al primo Seicento, il Palazzo del Provveditore, sede attuale del Municipio, la Loggia della Gran Guardia e il Palazzo del Monte di Pietà. Ogni lunedì la piazza si trasforma in un enorme mercato che rimanda alle antichissime tradizioni seicentesche: qui è possibile degustare ed acquistare golosità e prodotti tipici friulani. Per informazioni: www.comune.palmanova.ud.it Castello di Govone di Elvira Augello Roccaforte nelle Langhe e Roero Con i suoi splendidi panorami collinari che esaltano l’unicità del suo territorio, conosciuto soprattutto per il ricco patrimonio enogastronomico, le Langhe e Roero vantano una considerevole presenza di roccaforti di importanza storica. È stata creata una rete fra i castelli presenti sul territorio al fine di valorizzare tale patrimonio architettonico. Grazie a questo progetto si potranno conoscere, oltre alla storia dei luoghi, le leggende, gli aneddoti e gli avvenimenti delle fortezze che da secoli vigilano sul territorio facendone ormai parte integrante. I protagonisti sono i castelli di: Grinzane Cavour (sede del suggestivo “Museo delle Langhe”), Govone (custode di un originale ciclo di “papier peint”), Serralunga d’Alba (la meglio conservata fra le fortezze difensive che punteggiano numerose le colline di Langa), Barolo (le cui cantine testimoniano la nascita del “re” dei vini, il Barolo, e che dal prossimo anno diverrà sede del Museo del vino firmato da François Confino), Magliano Alfieri (dimora dell’adolescenza per il futuro drammaturgo Vittorio), Roddi (castello destinato a trasformarsi in museo), Mango (sede dell’Enoteca regionale del Moscato) e Benevello (indissolubilmente legato alla figura del beato Francesco Faà di Bruno). Le roccaforti sono presentate ai visitatori attraverso una serie di iniziative e spettacoli itineranti fino al mese di luglio. Splendore e sfarzo sono termini che descrivono molto bene il Castello di Govone: il salone d’onore e l’ampio scalone che collega il parco, i pregiati stucchi e i preziosi “papier peint” cinesi raccontano di una dimora fastosa, disegnata secondo il genio juvarriano sullíimpianto medievale di un maniero trecentesco. Ph. Wikipedia E un nome, su tutti, risuona tra le sue stanze: quello di Jean Jacques Rousseau che, ancora giovane, fu chiamato dai Solaro per risistemare la biblioteca. Il castello di Govone fu ricostruito alla fine del Seicento per i Conti Solaro, all’epoca proprietari, seguendo i progetti degli architetti Guarino Guarini e Benedetto Alfieri. A fine ‘700 castello e terreni passarono allo Stato e successivamente vennero acquistati da Vittorio Amedeo III di Savoia. Dopo una serie di vicissitudini e di passaggi di proprietà l’antico maniero tornò in possesso dei Savoia. Furono molti gli artisti che vi lasciarono il loro contributo: Giuseppe Cardone, Michele Borda, Luigi Vacca, Fabrizio Sevesi, Carlo Pagani e Andrea Piazza. Castello e terreni rimasero di proprietà dei Savoia fino al 1870. Nel 1897 l’Amministrazione Comunale di Govone acquistò il castello. Sono stati molti gli interventi conservativi eseguiti negli ultimi anni, come i restauri del portale principale d’ingresso al castello e delle porte del salone delle feste, dei pavimenti in legno del piano nobile, degli affreschi della cappella di corte e all’esterno il restauro delle facciate nord e sud. Nel 1997, il castello di Govone è stato riconosciuto dall’U.N.E.S.CO. come patrimonio dell’Umanità ed è entrato a far parte del circuito storico culturale delle Residenze Sabaude. Per informazioni: www.comune.govone.cn.it www.sitiunesco.it Lucchetti Attrezzature Alberghiere Da 50 anni nel mondo Professional Food-Service Cosa hanno in comune i più noti Alberghi, i più rinomati Ristoranti piuttosto che le grandi mense aziendali o le Scuole Alberghiere della Valle d’Aosta? La risposta è semplicissima. Dovendo garantire una quantità di pasti numericamente e qualitativamente impegnativa sono dotati di impianti di cucina Zanussi Electrolux, un marchio rappresentato ormai da cinquant’anni da Lucchetti Attrezzature Alberghiere. La famiglia Lucchetti ha alle spalle quasi mezzo secolo di vita imprenditoriale, tanto che ormai con i fratelli Guido, 47 anni, e Paolo, 39, ha già consolidato il passaggio alla terza generazione, con il prossimo arrivo in azienda di Matteo e Simone. Nel 1959 nasce a Châtillon Elettrocasa, che si specializza nella vendita di elettrodomestici a marchio Rex (sempre facente parte del gruppo Zanussi). Francesco e Wilma Lucchetti sono tra i primi in Valle d’Aosta a lanciarsi in questo settore. Loro non lo sanno ancora ma si tratta di un’intuizione felice visto che anticipano di pochissimo il boom economico degli anni ’60 che trasformerà gli elettrodomestici da oggetti di lusso per pochi a costosi, ma non impossibili, sogni per le famiglie italiane del tempo. All’inizio degli anni ’60 – commenta Guido Lucchetti – papà inizia ad occuparsi anche del settore “professionale”, vale a dire dei macchinari destinati a comporre gli impianti di cucina di ristoranti e alberghi, strutture che proprio in quegli anni cominciavano a sorgere in Valle d’Aosta di pari passo con l’aumentare del turismo. Sino ad allora per realizzare un impianto del genere bisognava spostarsi nei grandi centri urbani, quali Torino o Milano. Le apparecchiature di quel tempo erano relativamente semplici e con pochi contenuti tecnologici: cucine a gasolio, tavoli da lavoro, celle frigorifere, lavastoviglie, ecc. Negli anni queste apparecchiature sono diventate sempre più sofisticate ed in grado di soddisfare le più svariate esigenze: forni multifunzione in grado di cucinare in maniera del tutto automatica e di auto-lavarsi a fine servizio, abbattitori rapidi di temperatura, confezionatrici sottovuoto, cuocipasta automatici e piastre vetrocerami- che ad induzione capaci di bollire 5 lt. di acqua in 80 secondi! “Oggi - confessa con una punta d’orgoglio Paolo – ci ritroviamo a sostituire in alcuni locali impianti ed apparecchiature installati da papà”. Sono i figli, ed in qualche caso i nipoti dei titolari di allora che hanno rilevato l’attività del padre o del nonno, a chiamarci. Segno di un rapporto fiduciario che si perpetua nel tempo, da una generazione all’altra. I fratelli Lucchetti illustrano così l’attività dell’azienda che oggi conta su una squadra articolata e ben strutturata composta da addetti commerciali e da tecnici; mentre la progettazione degli impianti è curata direttamente da Guido, la gestione e l’amministrazione è seguita dal fratello Paolo. I dieci collaboratori, che sono parte vitale ed integrante dell’azienda, provvedono direttamente alle varie fasi dell’attività aziendale, quali trasporto, assemblaggio, installazione e collaudo delle apparecchiature nonché all’assistenza tecnica post-vendita, vanto e fiore all’occhiello dell’azienda (basti pensare che ogni anno vengono gestite mediamente quasi 3.000 richieste di assistenza tecnica nel solo territorio valdostano con una movimentazione di oltre 10.000 parti di ricambio). Infine – confidano i fratelli Lucchetti – supportati dai protagonisti dell’enogastronomia regionale e nazionale, per continuare a tramandare la tradizione culinaria che ci appartiene, adeguandola alle nuove tecnologie disponibili, abbiamo creato dal 2006 una piattaforma - un vero e proprio atelier de cuisine - dedicato agli operatori del settore della ristorazione, dalla quale prendono vita nuove idee, nuovi metodi e nuove proposte per “fare cucina”; il tutto per valorizzare ancora di più gli alimenti e gli antichi sapori. Parco naturale Mont Avic Area protetta valdostana I comuni di Champdepraz e Champorcher ospitano l’unico parco naturale della Valle d’Aosta, area protetta che tutela un ampio territorio caratterizzato da paesaggi suggestivi e poco modificati dall’uomo. La rete sentieristica include un tratto dell’Alta via n. 2 e della “Via alpina” e si snoda in una fascia altimetrica compresa fra il fondovalle della Dora Baltea ed i 3185 m del Mont Glacier, vetta posta sullo spartiacque che separa i bacini dei torrenti Chalamy e Ayasse. La prima vallata presenta diffusi affioramenti rocciosi d’alta quota ed una vasta fascia forestale dominata dal pino uncinato, mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore estensione delle praterie alpine. L’intero parco è ricco di acque superficiali che danno origine ad innumerevoli corsi d’acqua e ad oltre 40 laghi alpini; alcuni antichi bacini lacustri ospitano ora torbiere di elevato valore naturalistico, ricche di specie floristiche e faunistiche rare e localizzate. La fauna è estremamente diversificata, vista l’ampia gamma di ambienti presenti; alcuni fra i più conosciuti animali alpini quali il camoscio, lo stambecco e la marmotta sono agevolmente osservabili soprattutto nella conca di Dondena, mentre Champdepraz ospita molte specie di uccelli delle foreste ed un elevatissimo numero di farfalle ed altri insetti. Il Parco naturale Mont Avic può essere raggiunto sia da Champdepraz seguendo la strada comunale che porta a Chevrère (1.300 mt.), sia da Champorcher (località Mont-Blanc 1.700 mt. e, in periodo estivo, Dondena 2.100 mt.). I rifugi alpini situati in località Lac Blanc, Dondena e Miserin consentono nei mesi estivi un’agevole permanenza nell’area protetta. Il Centro visitatori del Parco con annesso museo naturalistico è situato a Chevrère; lo spazio destinato all’accoglienza del pubblico è stato rinnovato nella primavera 2008 e presenta un’esposizione dedicata alla Rete delle aree protette alpine (Alparc - Convenzione delle Alpi). Un totem consente di interrogare i siti Internet del Parco Naturale Mont Avic, di Alparc e di Federparchi, ricchi di informazioni riguardanti parchi e riserve naturali. Il Parco Naturale Mont Avic è la prima area protetta europea ad essere stata registrata ai sensi della direttiva comunitaria EMAS (gestione ambientale verificata). Ai visitatori viene richiesto di evitare qualsiasi comportamento che possa danneggiare l’ambiente e di seguire esclusivamente i sentieri segnalati al fine di ridurre il disturbo arrecato alla fauna; i cani possono essere introdotti nel parco, purché al guinzaglio. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso di Elvira Augello Lo straordinario mondo dell’alta montagna Primo parco nazionale istituito in Italia, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, abbraccia un ampio territorio di alte montagne che arrivano fino a 4.061 metri, vetta del Gran Paradiso. È caratterizzato da un ambiente prevalentemente alpino in cui le montagne incise e modellate nel tempo dai ghiacciai e dai torrenti hanno dato origine alle attuali vallate. I boschi, che ricoprono quasi il 20% della superficie totale dell’area protetta, sono di notevole importanza e rappresentano il rifugio per un gran numero di specie animali come ad esempio lo stambecco, simbolo del parco, la marmotta, il gipeto e l’aquila reale che spesso attirano lo sguardo dei turisti durante le loro passeggiate. Un ambiente così variegato rappresenta una meta per tantissimi visitatori tutto l’anno. Boschi di larici, pini e abeti, vaste praterie e pascoli alpini ricchi di fiori nella stagione estiva, rocce e ghiacciai costituiscono, infatti, lo scenario ideale per l’esistenza di una fauna ricca e per una visita alla scoperta del mondo dell’alta montagna in ogni stagione. La primavera e l’estate sono i mesi della fioritura e delle escursioni d’alta quota e l’inverno, quando il territorio si ricopre di neve, è l’occasione per passeggiare con gli sci. Flora, fauna e un ricco patrimonio culturale: questo è il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Paesi e alpeggi confermano la lunga storia della civiltà dei pastori, nei villaggi elementi decorativi e artistici testimoniano una religiosità popolare, sulle facciate delle case si possono vedere affreschi, probabili ex-voto risalenti all’Ottocento. Interessanti espressioni artistiche popolari sono rappresentate dai piloni votivi, presenti soprattutto in Val Soana, dislocati anche a quote elevate lungo i principali itinerari pedonali: il più alto si trova a 2.000 metri, a ridosso del Santuario di San Besso. Ph. Enzo Massa Micon - archivio PNGP Un po’ atipico e collocato a 2.019 metri di quota, il Santuario, raggiungibile solo a piedi dopo quasi due ore di cammino, ogni anno il 10 agosto, richiama centinaia di fedeli che vi si recano per venerare il Santo. L’ultimo fine settimana di agosto anche il Santuario di Pascondò, a Ribordone, si anima richiamando quasi un migliaio di persone che si radunano per celebrare una grande festa religiosopopolare. Il Santuario venne costruito nel XVII secolo. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è davvero un territorio ricco sotto tutti gli aspetti. Gli ambienti che lo caratterizzano sono un autentico paradiso che vale davvero la pena visitare. Per informazioni: www.pngp.it Ph. Luciano Ramires - archivio PNGP 27 © ThreeSixty L’Oro Blu Acqua e territorio valdostano L’acqua è una risorsa rinnovabile ma l’intensità del suo sfruttamento e l’elevata densità degli insediamenti civili e produttivi, che ne determinano il degrado qualitativo, stanno riducendo la disponibilità di questa risorsa sia per quanto riguarda la vita degli ecosistemi naturali, sia per il soddisfacimento dei bisogni civili ed economici. Inoltre, con frequenze sempre più ricorrenti, veniamo sollecitati a riflettere sul problema dell’emergenza acqua. Questo consegue anche al fatto che alle aree storicamente caratterizzate dalla mancanza di questa risorsa, colpite da periodiche siccità, si aggiungono processi di degrado della qualità delle acque, sprechi, utilizzi irrazionali e l’affacciarsi preoccupante delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Anche in Valle d’Aosta le risorse idriche hanno difficoltà a soddisfare tutte le richieste per uso potabile, ambientale, irriguo ed industriale. L’amministrazione regionale ha dunque ritenuto necessario delineare azioni di governo della risorsa acqua, che garantiscano un giusto equilibrio tra le necessità idriche per lo sviluppo economico e sociale e la tutela dell’ambiente naturale predisponendo il Piano Regionale di Tutela delle Acque. Il Piano, approvato nel febbraio del 2006 dal Consiglio regionale, definisce il quadro delle azioni, degli interventi, delle regole e dei comportamenti per la tutela della qualità e della quantità delle acque e al tempo stesso per la salvaguardia e la riqualificazione dell’ecosistema fluviale. Con il Piano la Valle d’Aosta ha iniziato un percorso di riorganizzazione normativa della materia che vedrà come prossima tappa una specifica legge sulla gestione delle risorse idriche nella quale saranno ribaditi gli obiettivi già anticipati nel Piano e riorganizzate le diverse procedure per il razionale utilizzo delle risorse idriche. Da dove proviene l’acqua? L’acqua, in un territorio alpino, si presenta come ghiaccio in alta quota, acqua corrente nei torrenti e fiumi, acqua ferma nei laghi e acqua fluente nel sottosuolo. Si tratta di un sistema costantemente 29 © ThreeSixty alimentato dalla pioggia e dalla neve e pertanto si definisce risorsa rinnovabile. Le varie tipologie di materiali danno luogo a modalità diverse di circolazione dell’acqua che producono: le sorgenti e le falde acquifere. Le sorgenti. Sono punti di fuoriuscita terminali delle acque circolanti nelle fratture delle rocce. In Valle d’Aosta sono circa 2000, con una portata piuttosto limitata: pochi litri al secondo. Le falde acquifere. Sono una sorta di fiume sotterraneo, dalla velocità di scorrimento, nei sedimenti alluvionali del fondovalle, piuttosto ridotta. In Valle sono localizzate nei settori più ampi del fondovalle, dove i sedimenti raggiungono la massima estensione e lo spessore maggiore, come ad Aosta dove è pari a più di 200 metri. La falda si può trovare ad una profondità variabile da 1 metro sino a 35 metri e si innalza in estate con lo scioglimento dei ghiacciai. Localmente può venire in superficie dando origine a laghi, come a Les Iles di SaintMarcel, a pochi chilometri da Aosta. La captazione delle acque di falda avviene con pozzi dotati pompe che garantiscono portate di decine di litri al secondo. Il Monitoraggio. Il concetto dei nuovi sistemi di monitoraggio è che il corpo idrico deve essere visto nel suo insieme fatto di acqua, vegetazione, fauna, substrato geologico, ma anche di interazioni con l’ambiente circostante, tenendo conto di morfologia, clima e antropizzazione. L’ARPA, ente preposto al monitoraggio in Valle d’Aosta, ha predisposto due reti di controllo delle acque superficiali, una per la Dora Baltea ed i suoi affluenti e l’altra per i laghi. Le stazioni di campionamento sono 30 per i fiumi ed i torrenti e 20 per i laghi considerati a rischio per impatti antropici legati ad attività turistiche. 31 © ThreeSixty Rifugio Punta Chaligne di Eugenia Mola di Larissé Un modo originale di vivere la montagna I 32 l rifugio Chaligne rappresenta un modo di vivere la montagna un po’ speciale. È quella montagna che si adatta a gite di qualunque livello e che nelle notti d’estate, quando tutto è silenzio, stanchi dopo lunghe camminate fra le vette più alte d’Europa, si assapora chiacchierando sino a quando il sonno impasta le parole. Moira Henriet, progettista laureata in architettura, nata e cresciuta in Valle d’Aosta e di antiche origini valdostane, oltre alla professione che ama e che svolge fra Aosta e Milano, ha deciso negli ultimi anni di ristrutturare e di gestire personalmente un vecchio caseggiato di media montagna, dando al luogo un sapore molto speciale. È una vallata, quella del Gran San Bernardo, in particolare la zona di Buthier e Chaligne, che conosce molto bene perché da piccola vi trascorreva le vacanze correndo in quei prati accompagnata dal nonno e dai genitori. L’idea di ristrutturare una parte dell’Alpeggio di Chaligne, di proprietà della famiglia, mantenendone tutte le peculiarità, senza interventi invasivi, ma che piuttosto ne valorizzassero la storicità, è nata nel 1998. Affrontate tutte le problematiche legate alla fattibilità di un orientamento ecocompatibile con il recupero, ove possibile, dei materiali originali e con l’impiego di quelli locali, il progetto viene approvato nel 2003 per poter poi prendere forma nel 2006. Nasce così il rifugio Chaligne, in una zona di media montagna, meno conosciuta dal turismo di massa, dove al momento non vi sono altri rifugi (in progetto quello del Fallère), gestito al femminile e curato nei minimi particolari. Le mie montagne sono quelle del Sud Tirolo, sono nata lì, ai piedi delle Dolomiti, ma ho imparato a rispettare l’imponenza e la severità delle vette valdostane, grazie a Moira, al suo rifugio e alla sua ineguagliabile accoglienza. A volte parto con uno dei miei cani, dopo una mattinata di lavoro, e m’incammino sul sentiero che sale verso la Punta, fra prati e boschi. Seguo il suono lontano dei campanacci delle mucche al pascolo, ascolto il cinguettio degli uccelli, osservo il volo dei piccoli rapaci, sento il fischio delle marmotte man mano che mi avvicino alla meta. Raramente scorgo uno scoiattolo che sceso da Scheda tecnica Rifugio Chaligne 1943 mt. Località: Alpe Chaligne - Gignod - Valle d’Aosta Villaggio vicino: Buthier Massiccio: Mont Fallère - Pointe Chaligne Accesso: a piedi o in mountain bike - 1.15 h da Alpe Mendey (segnavia 3A) Responsabile: Henriet Moira Telefono: 348.3366924 Mail: [email protected] Sito internet: www.chaligne.com Apertura: giugno - settembre Disponibilità: 36 posti letto Prezzi: 35/60 euro mezza pensione un albero, mi guarda incuriosito e poi se ne va indaffarato. Arrivo nel primo pomeriggio, dopo una camminata di un’ora circa per raggiungere i 1943 metri di altitudine, per uno spuntino che, fra una chiacchiera e l’altra, si trasforma in una ricca merenda. Moira mi dedica un po’ del suo tempo e mi racconta della sua esperienza: “è un vero work in progress, ogni giorno imparo cose nuove; un confronto continuo con un mondo che non conoscevo, affronto mille problemi, i più disparati, mi alzo all’alba e vado a dormire quando tutti si sono ritirati”. “Il rifugio è stato progettato come rifugio meta per cui con qualche confort in più rispetto alla tipologia abituale”. Moira ha investito Come raggiungere il rifugio Da Aosta si segue la S.S. n. 27 in direzione Gran San Bernardo; oltrepassato il Comune di Gignod dopo 4 km. si incontra il bivio per Buthier sulla sinistra; si sale per altri 4 km. dove inizia la strada rurale. Dal Tunnel del Gran San Bernardo si segue la S.S. n. 27 in direzione Aosta; oltrepassato di Comune di Etroubles dopo 5 km si incontra il bivio per Buthier sulla destra; si sale per altri 4 km. dove inizia la strada rurale. molte energie anche nella ristorazione: propone piatti e prodotti della tradizione valdostana valorizzando in particolare quelli degli alpeggi attivi nella zona, il tutto viene reinterpretato in modo più creativo. È difficile resistere alla tentazione dei profumi che provengono dalla cucina soprattutto quando si rientra da camminate più impegnative: Punta Chaligne (2.607 mt.), Mont d’Arsy (2.827 mt.), Mont de La Tsa (2.742 mt.) e il Mont Fallère (3.090 mt.). Le camere, per chi decide di fermarsi e suddividere la camminata in più tappe, sono essenziali, ma confortevoli, caratterizzate da diversi colori e accessibili anche a disabili. Tutte sono dotate di servizi. La struttura inoltre è attrezzata con pannelli solari per garantire un’ecologica produzione di acqua calda e l’integrazione del sistema di riscaldamento nei periodi meno caldi. Il rifugio Chaligne è raggiungibile da tutti, giovani e meno giovani, camminatori e non, poiché è disponibile un servizio navetta su richiesta e una comoda strada poderale è percorribile in auto dai portatori di handicap. I progetti di Moira sono moltissimi: dal connubio agricoltura-turismo a iniziative diverse destinate a bambini o adulti per conoscere e vivere la montagna rispettandola. Lascio il rifugio sempre a malincuore, ma so di potervi tornare in qualunque momento per ritrovare quel clima familiare che solo Moira sa creare con la sua passione e le sue attenzioni. Mi porto a casa panorami indescrivibili e un grande senso di pace e silenzio. 33 Ph. Metrò Studio Associato La Via Francigena in Valle d’Aosta di Viviane Bellot Alla scoperta di uno dei più antichi itinerari di pellegrinaggio La Via Francigena, l’itinerario che da Canterbury porta a Roma, non è solamente un cammino di fede 34 intrapreso da migliaia di romei (i pellegrini diretti a Roma) nel corso dei secoli, ma soprattutto un percorso nella storia e nella cultura europea essendo stato, sin dall’epoca medioevale, una delle più importanti vie di comunicazione. Queste considerazioni hanno portato il Consiglio d’Europa a riconoscere il 9 dicembre 2004 la Via Francigena come “Grande Itinerario Culturale Europeo”. In Italia il cammino trova la porta di ingresso proprio in Valle d’Aosta, al Colle del Gran San Bernardo, per poi proseguire lungo la valle del Grand-Combin e, una volta giunti ad Aosta, scendere sino a PontSaint-Martin, lungo la vallata centrale. Si tratta di un percorso interamente percorribile a piedi, in bicicletta ed addirittura a cavallo. Da segnalare la recente iniziativa, organizzata dalla Federazione Italiana sport equestri, di una “Cavalcata lungo la Via Francigena”, che ha visto come testimonial il noto paroliere Giulio Rapetti in arte Mogol, e che, per l’anno prossimo, nelle intenzioni del maestro, dovrebbe portare sul territorio valdostano più di 200 cavalieri. Lungo l’itinerario, tracciato da apposita segnaletica orizzontale ed arricchito da numerosi pannelli tematici, è possibile ammirare oltre alle bellezze che la natura offre, anche chiese, castelli e perché no, fare una pausa per degustare prodotti tipici e vini locali. Il recupero nonché la rivitalizzazione della “strada” che rappresenta l’unione e la comunicazione tra le diverse culture dei paesi europei è stato possibile grazie anche al progetto di cooperazione transnazionale Leader Plus denominato “I Cammini d’Europa”, con il quale il Gal Valle d’Aosta, in partenariato con altri Gal, italiani e stranieri, ha lavorato con enti pubblici e privati, su scala locale, regionale, nazionale ed europea, per valorizzare e promuovere questo itinerario. Tra le tante iniziative, per il terzo anno consecutivo, durante l’estate, con la collaborazione delle AIAT presenti lungo il tracciato valdostano, prenderanno avvio “Le giornate del pellegrino”, che permette- geie.com e sul portale www.camminideuropa.com. In Valle d’Aosta vi sono tutti i presupposti per migliorare ed ampliare ulteriormente il prodotto turistico “Via Francigena”, in modo da renderlo strutturato ed in grado di offrire, a chi lo desidera, l’opportunità di conoscere un volto diverso della nostra splendida valle, ripercorrendo le antiche tappe di pellegrinaggio. Ovviamente per conseguire detto risultato occorrerà la collaborazione non solo degli enti locali ma anche e soprattutto dei privati, i quali sinora hanno dimostrato di credere in questo progetto. ranno a turisti e non di scoprire e vivere il fascino della Via Francigena in compagnia di una guida escursionistica. Segnale forte dell’importanza di valorizzare il percorso, non solo quale itinerario di pellegrinaggio, ma anche e soprattutto quale itinerario turistico-culturale, viene anche dagli operatori privati. Ad oggi sono già 35 le strutture che, in Valle d’Aosta, hanno deciso di accreditarsi alla rete de I Cammini d’Europa, organizzazione che a livello nazionale vede più di 120 strutture accreditate, le quali possono vantare di essere entrate a far parte di un progetto europeo ed esporre un’apposita targa di riconoscimento con il marchio Cammini d’Europa. Inoltre, grazie anche al supporto dell’Opera Romana Pellegrinaggi, tour operator del Vaticano, sono stati promossi in Fiere del turismo di stampo internazionale (Madrid, Berlino, Parigi) pacchetti turistici lungo la Via Francigena, consultabili sul sito www.camminideuropa- Sigerico Sigerico (950 ca. - 28 ottobre 994) è stato arcivescovo di Canterbury a partire dal 990. Attorno al 990 si recò a Roma per ricevere dalle mani del Pontefice il pallio, simbolo della dignità arcivescovile. La sua notorietà odierna è legata essenzialmente al ritrovamento del diario di viaggio di ritorno, dove sono annotate le 80 tappe di quella che sarebbe stata chiamata nei secoli successivi Via Francigena. Per informazioni: GAL Vallée d’Aoste Leader Tel. +39.0165.363969 [email protected] www.galvda.it www.camminideuropa.com www.associazioneviafrancigena.com 35 © Dreamstime.com Archeoastronomia di Guido Cossard Le popolazioni antiche e l’astronomia L’ 36 archeoastronomia studia le conoscenze di astronomia delle popolazioni antiche e le loro connessioni con la vita religiosa e sociale dell’epoca. Una delle aree più interessanti al mondo, sotto questo aspetto, è la Valle d’Aosta. Numerosi e importanti siti preistorici attestano l’importanza che la regione rivestiva nel passato, sia per la sua posizione strategica, in virtù della presenza dei passi più importanti d’Europa, sia per la presenza di numerosi minerali quali oro, rame e ferro. Il sito più importante di tutti, e unico nel suo genere, è l’area megalitica di Saint Martin de Corléans, ad Aosta, ove sorgerà un grande parco archeologico, ora in fase di realizzazione. La fase più antica del sito è stata caratterizzata dall’erezione di un allineamento di grossi pali che presenta un importante significato astronomico. Cinquemila anni fa, a Saint Martin de Corléans, il cui orizzonte é caratterizzato da numerose montagne, in corrispondenza della direzione individuata dall’allineamento, avveniva un singolare fenomeno: la Luna, in un periodo ben determinato del suo complesso ciclo di 18,6 anni, sfiorava la montagna a sud del sito per circa 16°, dando l’impressione di scivolare per lungo tempo sul profilo della montagna, e poi veniva quasi totalmente occultata da un rilievo posto sul monte di fronte all’area. In direzione di tale vetta venne diretto l’allineamento di pali, a testimonianza dell’importanza che tale fenomeno doveva rivestire per gli antichi abitatori della zona. La stessa direttrice fu seguita per innalzare decine di stele, alcune della quali antropomorfe e riccamente decorate. Nell’area sono presenti anche dolmen, menhir, pozzi rituali (botroi), quasi tutti orientati astronomicamente, in direzione di punti dell’orizzonte nei quali sorgevano in date particolari il Sole la Luna o stelle brillanti, tra le quali vogliamo ricordare Deneb, la stella più luminosa del Cigno, e Betelgeuse, in Orione. La regione VDA è così ricca di siti che da una decina di anni opera sul territorio l’Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana (ARSAV), sviluppando un lavoro di ricerca e numerose iniziati- ve di divulgazione dell’argomento. In particolare, tutti gli anni viene organizzata una osservazione, il 21 giugno, al passo del Piccolo San Bernardo, in occasione di un rarissimo fenomeno che avviene al solstizio d’estate. Sul passo si erge un grande cromlech (la parola viene dall’antico bretone, croum significa cerchio e lech si traduce con pietra sacra), un cerchio di pietre, che alcuni recenti scavi hanno mostrato essere preistorico. Il cerchio di menhir più alto d’Europa, vista la sua quota di oltre duemila metri, è attualmente formato da 46 pietre erette. Le pietre non sono molto alte, ma il diametro del cerchio è notevole, ben 72 metri, L’orizzonte nord ovest è dominato da una montagna dal tipico profilo, che si chiama Lancebranlette e che presenta la caratteristica di essere una meridiana naturale. L’espressione meridiana naturale indica quei rilievi, o in generale quegli elementi naturali, che segnano un’ora o una data particolare. Il Lancebranlette è una meridiana naturale perché il Sole tramonta dietro alla sua cima in un momento ben preciso dell’anno, e cioè in occasione del giorno del solstizio d’estate. Fatto ancora più spettacolare, il tramonto della nostra stella non avviene proprio dietro la vetta, ma in corrispondenza di una sella posta ad una quota leggermente inferiore. L’effetto è affascinante: l’ombra proiettata assume la forma di un semicerchio che, lentamente, mano a mano che il Sole scende, si allunga verso il sito sacro. Quando la falce scura diventa tangente al cerchio di pietre sembra avvolgerlo. Si ha così, per poche decine di secondi all’anno, l’area sacra che rimane illuminata, mentre tutto attorno prevalgono le tenebre. La Valle d’Aosta presenta ancora numerosi siti orientati astronomicamente, tra i quali un castelliere a Lignan (Nus), una pietra altare al Gran San Bernardo e un dolmen al Col d’Arla. Infine è da ricordare una stele votiva, rinvenuta ad Aosta, dedicata da parte di un certo Montanus alla Luna e risalente al II sec. d.C. 37 © Dreamstime.com © Archivio Pro Glemone Gemona del Friuli di Andrea Biagiotti “Agosto medievale” dal 30 luglio al 10 agosto Se nei primi giorni di agosto vi capitasse di passare per il borgo di Gemona del Friuli, a una trentina 38 di chilometri a nord di Udine, in fuga dalla calura estiva tra le Prealpi Giulie, non stupitevi di incrociare tra le vie del centro colorati giocolieri, mendicanti, dame e cavalieri: siete capitati nel bel mezzo della manifestazione “Agosto Medievale a Gemona”. Da ormai quindici anni infatti l’antica cittadina friulana, di cui si ebbe notizia già nel 611 d.C. nell’opera “Historia Longobardorum” dello storico Paolo Diacono (anche se la sua origine risale all’epoca paleoveneta), si mobilita per ricreare quell’atmosfera insieme magica e ricca di fascino, che sarà in grado di riportarvi indietro di otto secoli. La festa ha inizio il 30 luglio con la presentazione delle varie borgate accompagnate dalla Dama Castellana e dal Capitano, cui seguono il sorteggio per la sfida del palio di Niederlech e la cena propiziatoria, in cui chiunque vorrà potrà prendere posto assieme ai cittadini gemonesi alla lunghissima tavolata che si snoda lungo la centrale via Bini. Il 9° palio del Niederlech si terrà nel pomeriggio del giorno dopo, giostra d’estate tra borghi i cui giochi sono ispirati alla gabella medievale, e che attraverso i “duelli” e le sfide di abilità e resistenza tra i Borghi proclamerà le due borgate finaliste. Dal 1° al 3 agosto si entrerà nel vivo della rievocazione storica: avrà inizio infatti il “Tempus est jucundum”, giunto alla 16° edizione. Per tre serate Gemona offrirà uno spettacolo sorprendente, illuminata dolcemente dal tremore delle fiaccole e delle candele. Nelle piazze e per le anguste vie del centro si vivrà in uno scorcio del basso Medioevo: taverne e locande proporranno le vivande tipiche della tradizione friulana (che si potranno pagare con le “monete dell’epoca”, appositamente approntate per l’occasione), gli artigiani dalle loro botteghe illustreranno i mestieri antichi, le compagnie erranti faranno sfoggio delle proprie abilità teatrali e non mancherà lo strepitìo burlesco di imbonitori e alchimisti intenti a catturare l’attenzione dei passanti, mentre a garantire “l’ordine” ci saranno attenti armigeri e cavalieri. Rievocazioni storiche in Friuli Venezia Giulia La festa gemonese è solo uno dei numerosi appuntamenti che animeranno l’estate “medievale” friulana. Ecco di seguito altre rievocazioni storiche che si svolgeranno tra luglio e settembre in tutto il Friuli Venezia Giulia: Dall’11 al 13 luglio Castello in Festa, Castello di Caneva, a Caneva (PN) 12 e 13 luglio Rievocazione Storica in Costume, a Palmanova (UD) Dal 14 al 17 agosto Giornate Medievali della Macia, a Spilimbergo (PN) Dal 22 al 24 agosto Palio di San Donato a Cividale (UD) 31 agosto Giornata Medievale di Strassoldo (UD) Dal 5 al 7 settembre XXIII^ Rievocazione Storica Palio dei Rioni di Cordovado (PN) Dal 12 al 14 settembre Medioevo a Valvasone (UD) Dal 14 settembre Palio dei Turchi a Mortegliano (UD) 20 e 21 settembre La Giostra dei Castelli, a Pordenone (PN) © Archivio Pro Glemone Il 4 agosto le due borgate finaliste del palio si misureranno sul selciato del Duomo in una partita a dama vivente, e la vincitrice avrà il privilegio di incoronare la Dama Castellana di Gemona, cui verranno consegnate le chiavi della città. Terminata la rievocazione storica sarà ugualmente possibile fino al 10 agosto divertirsi tra i tendoni dei concerti e provare le specialità negli stand eno-gastronomici che riempiranno la centrale Piazza del Ferro. 39 © Archivio Pro Glemone Gastronomia a Bard 5a edizione del “Marché au Fort” Racchiusa tra le montagne più alte d’Europa, la Valle d’Aosta cela uno straordinario patrimonio di sapori e tradizioni. Prodotti genuini che conservano, nella loro unicità, l’identità più autentica di questa terra. Domenica 12 ottobre 2008, il Borgo medioevale di Bard, ai piedi dello storico Forte, darà modo agli amanti della buona tavola, di conoscere la variegata offerta di prodotti dell’enogastronomia valdostana grazie alla quinta edizione di “Marché au Fort”. L’evento rappresenta la più importante e vasta rassegna dedicata alla degustazione e vendita dei prodotti tipici della Valle d’Aosta. Sulle bancarelle degli oltre cento produttori che prenderanno parte alla rassegna, il pubblico troverà un ricco paniere di specialità. Tra queste, la Fontina e gli altri formaggi tipici, il lardo di Arnad e il Jambon de Bosses. Tutti prodotti per veri gourmet, certificati con il marchio di qualità Dop. Al “Marché au Fort” si potranno degustare e acquistare anche le pregiate carni locali, mele, castagne, noci, frutti di bosco, miele e i rinomati vini Doc della Valle d’Aosta. La manifestazione abbraccerà, dalle ore 9.00 alle 18.00, gli angoli più caratteristici del Borgo medievale di Bard. Nelle cantine degli antichi palazzi, esperti e tecnici illustreranno i prodotti cardine della produzione valdostana, le proprietà nutrizionali e le tecniche di lavorazione. I visitatori verranno coinvolti in degustazioni e percorsi guidati, accompagnati da animazioni lungo le vie e le piazze del borgo. La giornata sarà anche l’occasione per una visita al Forte di Bard, divenuto il principale centro di interpretazione delle Alpi e luogo privilegiato di comunicazione del patrimonio culturale della Valle d’Aosta. Al suo interno è visitabile il Museo delle Alpi, percorso multimediale e interattivo che conduce i visitatori in un viaggio virtuale nel tempo e nello spazio, alla scoperta dell’arco alpino. La manifestazione è promossa dall’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, dall’Associazione Forte di Bard, dalla Camera valdostana delle imprese e delle professioni, dal Comune di Bard. Per informazioni: Forte di Bard Tel. +39.0125.833811 www.fortedibard.it 41 Gruppo IFAS Primaria realtà nel settore automotive Ifas Gruppo è, dal 2004, il marchio della holding Comipac (Compagnia Italiana Partecipazioni Commerciali) e rappresenta una delle realtà commerciali più importanti nella vendita di auto e servizi. La Holding Comipac nasce nel 2001, grazie all’iniziativa del suo fondatore Nicola Loccisano, la cui grande esperienza nel settore automotive fa intravedere la possibilità di gestire in modo del tutto innovativo ed efficiente le dinamiche commerciali del mercato automobilistico, in virtù del famoso detto “l’unione fa la forza”. Così a partire da quell’anno, Comipac si impegna nel raccogliere, nel suo ormai qualificatissimo portafoglio aziendale, i più prestigiosi brand del settore e fregiandosi dal 2004 anche dello storico marchio commerciale Ifas Gruppo, dal 1951 Auto & Servizi. Niente di più idoneo per rappresentare la brillante idea imprenditoriale di Nicola Loccisano. In poco tempo, Ifas Gruppo diventa così protagonista indiscussa nel mercato della vendita di autoveicoli in Italia, offrendo ai propri Clienti le marche più famose e richieste (Abarth, Alfa Romeo, Chevrolet, Chrysler, Daihatsu, Dodge, Ferrari, Fiat, Ford, Galeon imbarcazioni, Great Wall, Honda, Hyundai, Jaguar, Jeep, Lancia, Land Rover, Meta, Maserati, Mitsubishi, Opel, Saab e Santana) e quindi un ventaglio di prodotti e servizi in grado di soddisfare anche i più esigenti. In questo quadro così delineato, oggi sono ben 29 le aziende che fanno parte di Ifas Gruppo, di cui 25 controllate e 4 correlate, ognuna specializzata in un ambito particolare anche non automotive: dal settore dell’importazione diretta alla commercializzazione di autovetture nuove ed usate, dalla vendita di imbarcazioni all’assistenza tecnica e meccanica, dal noleggio ai servizi finanziari ed assicurativi. I numeri che ne derivano sono di tutto rispetto, tra cui 23 marchi commercializzati, 69 punti vendita, 28 centri assistenza gestiti direttamente ed una rete di oltre 150 officine autorizzate, con una presenza territoriale compresa tra Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Questa solida struttura reticolare, del tutto integrata, ogni giorno è animata da una popolazione di professionisti competenti e motivati composta da più di 800 persone tra manager, amministratori, addetti alla vendita e operai specializzati. > Sopra: la sede centrale IFAS. > Sotto: Nicola Loccisano, il fondatore. 43 2008: Torino World Design Capital di Elvira Augello Per tutto l’anno eventi di importanza internazionale T 44 orino è una città che non smette mai di sorprendere. Capace di stupire e di rinnovarsi continuamente sta ormai diventando un riferimento autorevole a livello internazionale. Negli ultimi anni la città, disegnando nuove vie di sviluppo, ha cambiato vocazione passando da una storica radice industriale ad una diversificata economia dei servizi volta alla valorizzazione della ricerca e dell’innovazione. La presenza e lo sviluppo di centri di ricerca, centri stile, laboratori di modelleria e prototipistica in tantissimi settori produttivi costituisce un valore aggiunto della forte tradizione industriale piemontese e torinese. Quest’anno Torino è stata nominata World Design Capital, titolo che riconosce alla città e al territorio piemontese numerose eccellenze nel campo del design. La nomina a World Design Capital, infatti, premia quelle regioni del mondo che dimostrano di far leva sul design, sulla ricerca progettuale e sull’innovazione come fattori di sviluppo economico, sociale e culturale. Questo evento collocherà Torino fra le città europee del design e contribuirà alla diffusione della cultura della progettazione sul territorio nazionale. Per tutto il 2008 il territorio piemontese sarà il palcoscenico che ospiterà centinaia di eventi legati al design cui stanno partecipando numerosi cittadini e turisti. Il Calendario delle attività si estende fino a dicembre 2008 e a ciascun mese della programmazione corrisponde un tema, un punto di vista particolare sul design, sull’architettura, sulla grafica. Gli appuntamenti sono davvero tutti molto interessanti. Ne citiamo alcuni fra quelli in programma nella città di Torino. “Trilogia dell’Automobile”è un evento espositivo dedicato alla storia e all’evoluzione dell’automobile. Questa rassegna rappresenta una testimonianza unica su uno degli aspetti più cruciali e significativi della storia del design, dell’attività di progettazione, studio e produzione dell’automobile. L’analisi di “Dream” parte dagli anni ‘50, momento in cui l’industria dell’auto italiana mentre si impegna a costruire l’auto per tutti rimane attratta dal fascino del modello fuori serie. Tutti i Marchi e tutti i grandi Maestri hanno offerto una personale visione del bello e hanno cercato di individuare gli stilemi della società futura. Con la mostra “Prodotti di svolta”, invece, si intende avviare un percorso di ricerca e di sensibilizzazione su materiali e manufatti ecosostenibili partendo dall’arte e dalla creatività. Questa tipologia di prodotti, che sono già ampiamente utilizzati nell’architettura bioecologica e nell’ecodesign, rappresentando una valida alternativa nel settore delle costruzioni, combinano le tecnologie d’avanguardia con la responsabilità nei confronti dell’ambiente. “The Human-Made Design” è un’esposizione che nasce dall’idea di un innovativo ‘design sensibile’, in grado di trasformare i luoghi di vita in uno spazio per la mente in cui l’uomo può vivere in equilibrio e armonia. Per informazioni: www.torinoworlddesigncapital.it Gianni Bersezio di Alberto Baschiera L’arte di un uomo di montagna Giancarlo (Gianni) Bersezio è nato a Saluzzo, in provincia di Cuneo, l’8 febbraio del 1943 e si è diplo- 46 mato al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nella sua famiglia va ricordato il bisnonno commediografo, autore della celebre opera “Le miserie di Monsù Travet”, nonchè giornalista e tra i fondatori de La Stampa. Gianni, simile al bisnonno, non ha seguito le orme paterne nella professione forense, ma ha preferito dedicare tutto il suo tempo alla montagna e alla pittura, dove si è espresso al meglio diventando, nello sci, Direttore della Scuola di Bardonecchia e Istruttore Nazionale e poi Maestro nella capitale alpina di Courmayeur mentre nelle arti figurative ha realizzato quadri, manifesti, sculture esposti sia in Italia, sia all’estero. “La neve ed i colori sono il mio mondo” dice Gianni”e quando si scioglie la neve ecco che fiorisce la mia creatività”. Oggi è valdostano di adozione, sposato con Enrica Coquillard, di una vecchia famiglia della regione. Dal 1986 al 2000 è vissuto a Courmayeur, e dice “sono stati anni nei quali sono stato veramente bene, ho trovato un ambiente positivo, ricco di stimoli e sono riuscito ad esprimermi al massimo”. Gianni Bersezio risiede adesso ad Aosta, in una bella casa nel verde in una zona collinare e aggiunge “seguo gli stimoli artistici che si sviluppano in me, in tranquillità e cercando di mantenere inalterata la mia creatività”. Ma ritornando indietro nel tempo, al Liceo Artistico ha disegnato moltissimo: voleva comperarsi una 600 e così ha cominciato a lavorare come disegnatore tecnico in vari studi di architettura e ha poi continuato come illustratore pubblicitario e pittore. Le solide basi artistiche, la creatività di un uomo che ama i colori vivaci, con uno spirito libero ed aperto, lo hanno spinto a confrontarsi con il mondo circostante: la passione per lo sport, dallo sci al ciclismo, ne fanno un uomo eclettico, pieno di energia, con occhi curiosi, dai grandi sorrisi e di animo gentile. Gianni Bersezio racchiude in se stesso, come accade negli artisti, tante realtà differenti. Le sue opere si schiudono come un racconto tra l’immaginario e il fumettistico. Senza seguire una linea precisa, Gianni segue il suo fare creativo, i suoi desideri. Produce disegni, fumetti, paesaggi, città, elementi astratti, animali ed altro. “Non si deve aver paura di passare da una tecnica all’altra, anzi lo trovo stimolante e divertente” aggiunge l’artista. Bersezio è legato alla solidità della montagna ma è anche aperto ai più moderni influssi che lo circondano: per il Museo della Grivel, storica azienda di Courmayeur, che produce attrezzature da montagna, Gianni ha realizzato delle splendide sculture, originali, vive ed emotivamente coinvolgenti, utilizzando i ritagli della lavorazione delle piccozze. “È da tanti anni che lavoro e da tanti che espongo, in particolare a Courmayeur” aggiunge l’artista “prima alla Maison Fleur, poi all’Epace Fleur, ma anche nella vicina Chamonix e a Mégève”. Nel 1996 ha avuto la grande soddisfazione di presentare alla Torre del Lebbroso di Aosta la sua personale dal titolo: ”Lo spazio dell’immagine”. La sua attuale produzione racconta di contrasti: il grande Tatà che spunta tra le vie centrali di Aosta o il peperone incastrato tra due edifici di una viuzza del capoluogo regionale, mucche che pascolano nei prati, personaggi da fumetti, animali volanti e storie di persone. Gianni Bersezio è un fiume in piena che crea colori e forme per rallegrare la vita, ma guardandole meglio emerge un’ironia profonda che porta a riflettere sui perché della vita. > Sopra a sinistra: “Coazze”, acrilico su tavoletta. > Sopra a destra: “Entrando in VDA dal Colle del Gran San Bernardo”, tecnica mista su tavoletta. > Sotto: “L’incoronazione di Carlo Magno”, acciaio. © Bengt Wanselius/briljans.com MittelFest di Sabrina Del Sal Un palcoscenico sull’Europa Costruire il tempo: è questo il tema dell’edizione 2008 di MittelFest, festival di Prosa, Danza, Poesia, 48 Arti Visive e Marionette dei Paesi del Centro Europa che dal 1991 si propone nel panorama culturale italiano ed europeo come una finestra sull’arte dei Paesi dell’Europa Centro Orientale, e che anche quest’anno animerà l’estate friulana dal 19 al 27 luglio. Sarà Cividale del Friuli, cittadina candidata dall’Unesco a patrimonio dell’umanità, ad ospitare la kermesse, la cui direzione è stata affidata per il terzo anno consecutivo a uno degli artisti più noti dell’Europa Orientale, il regista Moni Ovadia. La qualità degli spettacoli in cartellone ha decretato il successo di questo appuntamento, che nella scorsa edizione ha richiamato oltre 20.000 spettatori e che viene ormai considerato, di diritto, il festival estivo più importante d’Italia. I temi di MittelFest sono sempre articolati, e trattati dai diversi artisti ospiti secondo prospettive differenti ed accattivanti. Questo approccio si rifà alla natura stessa del festival, concepito come occasione di interscambio culturale tra le due facce di una stessa Europa, che si confrontano e si presentano sul palcoscenico. E la scelta, per il 2008, di parlare di tempo nasce da alcune considerazioni sul presente, sulla precarietà dell’esistenza e dei valori, che portano a considerare il futuro come una dimensione progettuale, da costruire: un tema particolarmente congeniale a un festival di frontiera come MittelFest, vero ponte tra culture diverse. Tra gli ospiti più attesi di questa 17a edizione, organizzata dall’Associazione MittelFest, c’è sicuramente il ballerino russo Mikhail Baryshnikov, l’erede conclamato di Rudolf Nureyev, che si esibirà nel trittico “Three Duets”, duettando con la ballerina Ana Laguna e il danzatore David Neumann. Lo spettacolo è presentato dal Baryshnikov Arts Center, laboratorio aperto a tutti gli artisti indipendenti con sede nel cuore di New York, uno dei più recenti e ambiziosi progetti realizzati dal celebre ballerino. La pagina teatrale prevede tra l’altro la coraggiosa maratona su Amleto “Progetto NON ESSERE, Hamlet’s portraits”, oltre 12 ore consecutive di teatro firmate e interpretate da Antonio Latella, e il percorso Fragili © Luca D’Agostino © Luca D’Agostino Futuri, un insieme di spettacoli proposti da registi, attori e compagnie della nuova generazione teatrale. Ci sarà spazio anche per la musica e per co-produzioni da numerosi Paesi europei come Slovenia e Austria, ma anche Romania, Serbia, Croazia, Repubblica Ceca, Macedonia. Il festival verrà inaugurato sabato 19 luglio dal concerto poetico sul testo di Paolo Rumiz “Da Budapest al Mar Nero. Viaggio nei Balcani”, e si chiuderà domenica 27 luglio in Piazza Duomo, quando Moni Ovadia riproporrà il suo spettacolo più noto, l’esilarante esempio di cabaret yiddish, “Oylem Goylem”. Per informazioni: www.mittelfest.org Cividale del Friuli. Cenni storici Secondo la tradizione, la città fu fondata nel 50 a. C. da Giulio Cesare e chiamata Forum Julii (foro di Giulio). Occupata nel 568 dai Longobardi, guidati dal re Alboino, Cividale divenne la capitale del primo ducato longobardo. Nell’VIII secolo, durante la dominazione dei Franchi, la città mutò il suo antico nome di Forum Julii in quello di Civitas Austriae. Il termine Civitas si tradurrà in seguito nell’attuale Cividale. Con la nascita dello Stato patriarcale friulano (1077), quest’ultima divenne la sede temporale del patriarcato. Nel 1420 fu soggetta al dominio della Repubblica veneta. Numerose testimonianze artistiche confermano l’importanza storica della città. 49 © Luca D’Agostino Le Dahu de Alexandra Lianes Histoire d’un animal mystérieux La légende du Dahu est bien connue des montagnards. Nombreux sont ceux qui ont entendu parler de lui. Et pourtant rares sont ceux qui l’ont apperçu. Il fait parti de la classe des animaux mystérieux tels le Yeti ou le monstre du Loch Ness. Mais la légende subsiste. De la France, à l’Italie en passant par la Suisse et même en Afrique du Nord et aux Etats Unis, nombreuses sont les histoires qui circulent à son propos. L’auteur et dessinateur Patrick Leroy a rendu encore plus vivant cet animal mythique avec son ouvrage « Le Dahu, légende vivante des montagnes ». L’animal est documenté des sabots à la tête, de la préhistoire à nos jours. Son livre a d’ailleurs recontré un vif succès en se vendant à plus de 50.000 exemplaires depuis sa première édition en 2000. Mais à quoi ressemble cet animal ? D’un point de vue morphologique, le Dahu est proche du chamois et du bouquetin. Mais si cet animal est devenu aussi célèbre, c’est qu’il possède une caractéristique exceptionnelle : le Dahu a la particularité d’avoir les pattes d’un côté plus courtes que de l’autre. L’inconvénient : l’animal ne peut se retourner. Ses pattes se retrouveraient alors dans le vide et ce serait la chute fatale. On distingue deux familles de Dahus. Les lévogyre : ceux dont les membres gauches sont plus coursts et les dextrogyres dont les membres droits sont les plus courts. Mais c’est sans doute la chasse au Dahu qui a le plus participé à la renommée de l’animal. La méthode de chasse la plus connue utilise la spécificité même de l’animal : la dissymétrie de ses membres. Etienne Leroy nous présente cette méthode : « Pour chasser un Dahu, il “Le Dahu, légende vivante des montagnes” suffit de se munir de Patrick LeRoy - Editions du Mont. d’un sac. Après avoir repéré le mammifère, le chasseur vient se placer le plus discrètement possible derrière lui. Lorsqu’il est suffisamment près, il donne un coup de sifflet. L’animal, surpris, se retourne d’un seul coup. Ses pattes les plus courtes se retrouvent alors dans le vide et le Dahu roule dans la pente. Le chasseur, qui se sera posté en contrebas, ouvre son sac pour récupérer le dahu dans sa chute. » Une belle légende qui fait encore courir de nombreux enfants pour le chasser mais aussi les plus grands d’entre nous.. Infos: www.editionsdumont.fr Il fatto di N’Gba. Astronomia, archeologia e science-fiction Un romanzo di Pietro Semino Nel romanzo «Il fatto di N’Gba» si legge che «Hans, a Trieste, sfogliava pagine di storia, di fisica e di metafisica, camminando nel reticolo delle fodre, le viuzze antiche, fino alle Rive, per inseguire con lo sguardo le scie di navi liberty e dei traghetti passeggeri e merci in movimento nel golfo con i loro preziosi carichi di caffè. Trieste porto di consegna, sede di torrefazioni, di esperti crudisti, spedizionieri e decaffeinizzatori; Trieste, dove bere il caffè è un rito e l’espresso al bar può essere chiamato nero, se il caffè è liscio; deca, se decaffeinato; macchia, se macchiato o goccia, se gocciato e in caffetteria la parola capo, vuol dire cappuccino, ma in tazza piccola e per capo in bi’ tutti intendono un cappuccino mini, servito in un bicchiere da vino; la Trieste di Saba e da decrittare alla lunga aveva fatto nascere in lui la voglia di viaggiare». Lui -Hans- è un cittadino svizzero dei Grigioni, collabora con una emittente radiofonica di Guadalajara (Messico) ed è viaggiatore interessato ai fenomeni e alle culture dei mondi primitivi. La casualità lo spinge però a lasciare momentaneamente il suo status di reporter radiofonico, e a partire per la foresta africana - con un nuovo incarico - per una nuova vita. Pronto cioè a vivere tra una arcana tribù del mondo remoto un…incontro che lascerebbe persino allibito Robbie Williams: la popolarissima popstar appassionata di sagome volanti e cose del genere. «Il fatto di N’Gba» (Altravista, 125 pagine, 11 euro) distribuito da Del Porto, è scritto da Pietro Semino, autore di numerosi libri di cucina, racconti brevi, saggi e reportages dall’Europa all’Asia, approdato alla narrativa dopo aver trovato una vecchia agenda di tela nera, rimasta nell’ombra per molto tempo. © Dreamstime.com Pagine intime e poi anche contatti con Hans Blick di Ilanz, che fra culture complesse, domande (esistono nell’universo pianeti identici alla Terra? È possibile che in essi vivano esseri simili a noi?), constatazioni (ciò che è accertato è che l’universo nella sua fase attuale si espande, e i miliardi di giganteschi ammassi di stelle, gas e polveri, le “galassie” che lo compongono, si stanno allontanando fra di loro) e strane situazioni, si mette a indagare su inquietanti-sospette tracce aliene rinvenute in aree anomale e tra le rovine di antiche civiltà. Perché, come recita l’incipit, Look above…We are not alone. Per informazioni: www.edizionialtravista.com 51 © Dreamstime.com Ph. Hallgrimur Magnusson Grivel Mont-Blanc di Alberto Baschiera L’azienda leader per gli uomini della montagna In molti casi basta una parola, una sigla, un nome, per racchiudere tutto l’immaginabile che sinteticamente esprime un’offerta non paragonabile a nessun’altra: Grivel è questo. Parliamo dell’azienda Grivel Mont Blanc, definita anche “l’ombelico dell’alpinismo” e chiamata, in inglese, come “the oldest mountain equipement company in the World –Since 1818”, la più vecchia fabbrica di attrezzature da montagna nel Mondo-Dal 1818. Ed è proprio così, perché è stato in quell’anno che la famiglia di fabbri Grivel, di Courmayeur, nota per la produzione di attrezzi agricoli, forgiò la prima piccozza, spinta dalla richiesta di nuovi personaggi, che per una passione allora ritenuta piuttosto bizzarra, volevano scalare le montagne. I “nuovi personaggi” erano viaggiatori inglesi dell’800, sui quali vi è una ricca letteratura: molti di essi si limitavano a visitare la Valle d’Aosta descrivendone usi e costumi, ma altri, più avventurosi, si lasciavano tentare dal desiderio di raggiungere le splendide cime, che si presentavano ai loro occhi. Era logico che per affrontare le impegnative scalate, molte delle quali mai prima tentate, occorressero strumenti adeguati. Così è cominciata la produzione Grivel e la “testa” dei nuovi attrezzi era realizzata con il miglior materiale di cui un piccolo fabbro di montagna potesse disporre, quello recuperato dalle rotaie ferroviarie, con forgiatura a mano. Si aggiungeva poi un manico di solido frassino ed un puntale. Non è un caso che alle pendici del Monte Bianco, la montagna più alta delle Alpi, meta ambita di ogni scalatore, siano nati, per mano di abili artigiani, i migliori attrezzi per le ascensioni su ghiaccio. Un ulteriore passo avanti vi fu quando nel 1909 l’ingegnere Oscar Eckenstein chiese a Henry Grivel di fabbricare i primi ramponi e poi nel 1929 quando Laurent Grivel, figlio di Henry, ebbe l’intuizione di aggiungervi due punte frontali, permettendo agli scalatori di rimanere rivolti alla parete anche mentre affrontavano ripide pendenze. Quella innovazione fu la chiave per la conquista dell’ultima parete inviolata delle Alpi, la Nord dell’Eiger, nel luglio del 1938. 53 Intanto andavano avanti anche un serie di miglioramenti, come quello per i ramponi Grivel superleggeri, con una lega di nichelcromo-molibdeno, di 360 grammi, a 12 punte, usati per conquistare le tre vette più alte del mondo, l’Everest, il K2 e il Kangchenjunga. Alla fine degli anni ’70 il marchio Grivel era riuscito ad imporsi a livello mondiale fra gli appassionati della montagna, ma in seguito, a causa di un progressivo disinteresse dei successori della famiglia alle sorti dell’impresa, tutto sembrava dovesse finire. Ma, fortunatamente, così non è stato. Infatti nel 1983, Gioacchino Gobbi, figlio del noto alpinista Toni e cugino dei Grivel, decise, con la moglie Elisabetta, di “scommettere” sulla storica azienda, ritenendo che il nome e la tradizione fossero una valore da mantenere e accrescere e che la localizzazione ai piedi del Monte Bianco fosse una carta vincente. E così è stato. Ma seguiamo ancora i vari passi che sono stati fatti. Fino all’arrivo di Gioacchino ed Elisabetta la produzione era rimasta a livello artigianale, con le piccozze ed i ramponi prodotti su commissione, quasi fossero pezzi unici. L’arrivo di Gioacchino e Betta ha determinato una svolta innovativa: investimenti nella ricerca, trasferimento operativo in una regione ad alta tecnologia qual’è Vivaro di Pordenone. Tutto questo ha determinato alta qualità e riduzione di costi, due variabili da soddisfare per competere con gli agguerriti concorrenti internazionali. Oggi il marchio valdostano continua ad essere il più apprezzato nel mondo dell’alpinismo, con risultati di tutto rispetto, se si pensa che si tratta comunque di un prodotto di nicchia: un fatturato medio di 5 milioni di euro all’anno, con una crescita del 20 per cento rispetto al 2005, esportazione del 92 per cento dei prodotti in 25 paesi, dal Nepal all’Islanda, dal Sud Africa alla Nuova Zelanda. L’obiettivo fondamentale di Gioacchino ed Elisabetta di Valter Grivel. Ph. Gianluca Boetti coniugare tradizione e storia con innovazione tecnologica è stato raggiunto. Un esempio: non potendosi più fare la piccozza in legno, materiale non industrializzabile, i Gobbi sono gli unici a produrla in lamellare di legno con fibre di carbonio. E guardare avanti significa anche mettersi alla prova con altri attrezzi, come le racchette da neve, i caschi, i bastoncini allungabili da escursione, gli zaini, sempre però con un elevato contenuto di originalità e di personalizzazione. A Courmayeur, proprio “sotto” il Monte Bianco, vi è la “testa pensante” della Grivel, in una struttura di 3.000 metri quadrati che ha le sembianze di una gigantesca baita: qui si progetta, si assembla, si imballa e si spedisce. Ma qui, con un passato così ricco di storia, non poteva mancare il Museo Grivel. Nella sala espositiva si possono ripercorrere quasi due secoli di alpinismo e di pari passo la storia dell’azienda. La struttura, molto ben organizzata e completa, malgrado le non rilevanti dimensioni, è particolarmente adatta alle visite didattiche perché può aiutare a coinvolgere i giovani nelle attività legate alla montagna. La Grivel, dal 1991, premia, in collaborazione con la rivista Montagnes Magazine e con il Groupe de Haute Montagne, ogni anno, la migliore impresa alpinistica mondiale con una piccozza d’oro, il “Piolet d’or”. Dal 2006 è prevista la versione asiatica del concorso, il “Piolet d’or Aisa”per la miglior scalata compiuta da alpinisti di quel continente. Sono importanti anche le iniziative di rilevanza sociale della Grivel che sostiene gli alpinisti che si impegnano in scalate “speciali” con ragazzi disabili. Ancora, nella sede di Courmayeur c’è una parete ad alta tecnologia di arrampicata indoor: se ne può variare l’inclinazione e di conseguenza la pendenza e il livello di difficoltà: è utile a chi vuole avvicinarsi all’alpinismo e ai collaboratori dell’azienda per testare dei materiali. Ph. Leo Himst Chute Libre de Alexandra Lianes Le ciel, les oiseaux et vous ! Vous avez toujours rêvé d’évoluer tel un oiseau dans les airs... D’admirer depuis le ciel les paysages lointains... L’homme a rendu possible cette expérience inédite grâce à la chute libre. Le saut en duo, appelé tandem, est la voie la plus simple pour goûter à un maximum d’adrénaline, des sensations exceptionnelles et indéfinissables. Grâce à un parachute biplace, mis au point au début des années 80, le saut en tendem a permis de démocratiser le saut en parachute. Au bord du lac du Bourget, le plus grand lac naturel d’Europe, vous pouvez goûter à cette aventure inédite qui restera sans doute l’un des moment les plus intense de votre vie ! L’aventure débute à terre. Un moniteur professionnel et diplômé par la Fédération Française de Parachutisme vous explique les consignes de sécurité et la position de chute. Imaginez une banane... Votre corps en l’air devra prendre la même forme : le ventre vers le sol, le dos cambré et les bras en étoile. Après cette première approche théorique indispensable, vous allez pouvoir apprécier pleinement la suite du programme. Et la suite, se passe là haut dans le ciel. A bord d’un avion, qui vous élève à 4000 mètres au dessus du sol, vous voilà prêt pour le grand saut. Solidement arrimé à votre moniteur, grâce à un équipement spécifique, vous attendez le : GO ! Puis, c’est 50 secondes de chute libre à... 200 kilomètres heure. Le sol qui initialement paraissait bien lointain se rapproche à toute vitesse... dieu merci votre moniteur est là. Il se charge de tout. A 1.500 mètres environ, il déclenche l’ouverture du parachute pour des sensations plus douces mais néanmoins toujours aussi intenses. Les cinq prochaines minutes, vous pourrez contempler la terre vue du ciel. De là, un magnifique panorama s’offira à vous... Vos yeux ne seront pas déçus du voyage : le Mont-Blanc, la chaîne du Jura, la Chartreuse... par temps exceptionnel la vue s’étend de Lausanne à Lyon...un cadeau du ciel. Puis, c’est l’atterrissage, tout en douceur... et déjà l’envie de recommencer ! Infos: www.centre-parachutisme.com Ph. Andrea Rosset Sportivi che lasciano il “segno” di Stefania Marchiano Corrado Herin: downhiller Non capita tutti i giorni di intervistare un atleta con la “A” maiuscola, uno di quelli che nel proprio 58 palmarès può contare non solo partecipazioni e buoni risultati in gare nazionali, internazionali e circuiti di Coppa del Mondo, ma anche numerose vittorie e dei titoli assoluti. Ancora più improbabile credere che questi possa aver raggiunto traguardi così importanti non in una ma addirittura in due discipline sportive totalmente differenti fra loro. Eppure la Valle d’Aosta può, a questo riguardo, vantare i natali di uno di questi sportivi D.O.C.: Corrado Herin, due volte Campione del mondo di slittino su pista naturale e vincitore della Coppa del Mondo di downhill nel 1997. La nostra attenzione va, in quest’occasione, al Corrado downhiller, essendo stata quella del “DH” la disciplina che ha maggiormente lasciato un segno nel cuore di questo personaggio. Facciamo pertanto un salto indietro nel tempo per dare uno sguardo, un po’ più da vicino, ai traguardi importanti che hanno segnato indelebilmente la carriera sportiva di questo atleta che si avvicina a questa disciplina nell’ottobre 1991, partecipando ad una tappa del campionato regionale valdostano. Nel 1992, dopo due buoni piazzamenti in competizioni regionali e nazionali decide di partecipare al Campionato Italiano…e lo vince! Attirando inevitabilmente su di sé gli sguardi, a dire il vero un po’ stupiti, e l’attenzione di atleti e spettatori costretti a domandarsi chi fosse quel ragazzo, apparso dal nulla, ora detentore del Titolo Italiano. Questa importante vittoria vale a Corrado non solo immediata notorietà, ma anche la conquista di uno sponsor e l’inserimento in un vero e proprio team di professionisti. Da questo momento in poi la sua carriera sportiva è in continua ascesa con ottimi piazzamenti ai Campionati Europei, ai Campionati del Mondo e in numerosi Grand Prix, oltre alla riconquista del titolo italiano nel 1995. L’apice del successo viene però raggiunto nel 1997: anno in cui vince la Coppa del Mondo. Campionato Italiano Assoluto Downhill. Pila, 18-20 luglio 2008 Il percorso di gara è lo stesso che nel 2005 ha ospitato la tappa di Coppa del Mondo di downhill. Appuntamento dunque a partire dal 18 luglio con il seguente programma: Venerdì 18 Prima sessione di prove libere. Sabato 19 A partire dalle ore 8.00 ricognizione del percorso e dalle ore 12.00 prove libere non assistite; dalle ore 12.30 fino alle ore 17.30 prove libere assistite. Domenica 20 Due manches di gara che assegneranno al miglior atleta il titolo Italiano; prima manche dalle ore 10.00 alle ore 12.30, seconda manche dalle ore 13.30 alle ore 16.30. Ph. Andrea Rosset Tutto procede dunque a gonfie vele…sino al 1998, anno in cui lo sponsor lascia “a piedi” Corrado ed i suoi compagni di squadra. Dopo circa un anno di riflessioni, maturate in un periodo non proprio facile, Corrado, decide nel 1999 di “mettersi in proprio” dando vita ad un nuovo team, la MTB Herin School, e di continuare a gareggiare, organizzando da sé, con il prezioso aiuto della compagna Roberta che si sarebbe occupata della parte logistica ed amministrativa, le trasferte di Coppa del Mondo. Una decisione difficile ma senz’altro necessaria, premiata comunque da una nuova serie di buoni risultati fra cui ad esempio la vittoria nel 1999 dell’Arai Explosion in Giappone e la vittoria del Campionato Italiano, cat. Elite, e del Giro d’Italia Downhill nel 2001. Dopo essersi ritirato dall’attività agonistica nel 2002 è diventato allenatore della Nazionale di downhill e collabora tutt’oggi in qualità di tecnico all’interno dei comitati organizzatori di competizioni di alto livello come ad esempio la tappa di Coppa del Mondo svoltasi in Valle d’Aosta, a Pila, nel 2005 ed il Campionato Italiano di downhill che si svolgerà quest’anno sempre a Pila. Ph. Andrea Rosset La premiazione è prevista per le ore 17.00 circa. Ph. Newspower EOS Rugby in Valle d’Aosta di Simonetta Padalino Un feeling che continua Il mondiale francese 2007 oramai alle spalle, concluso il torneo del sei nazioni con una vittoria 23 a 20 contro la Scozia all’ultimo minuto grazie ad un drop di Andrea Marcato, il calendario del sei nazioni 2009 già ufficializzato, prima partita fuori casa contro l’Inghilterra, la nazionale azzurra si prepara ad affrontare i prossimi appuntamenti. Il torneo del sei Nazioni, vinto quest’anno dalla fortissima squadra del Galles, è il momento maggiore di espressione sportiva per le squadre europee più forti. L’Italia ne fa parte a pieno titolo dal 2000 quando con il suo ingresso nel torneo il cinque nazioni diventa il 6 nazioni. Un rincontro di pubblico sempre più forte, con ottimi ascolti televisivi, ma anche da chi lo spettacolo lo vuole vedere dal vivo, allo stadio Flaminio sono state aggiunte per le partite in casa diverse tribune mobili per accogliere il sempre maggior numero del variopinto pubblico che in queste occasioni invade pacificamente Roma. Negli ultimi test match la nazionale ha affrontato il Sud Africa il 21 giugno a Cape Town e l’Argentina il 28 giugno a Cordoba (al momento di andare in stampa non siamo ancora in grado di conoscerne i risultati). Per prepararsi alle sfide autunnali, dove sono previsti altri test match nel nostro paese con date e luoghi da definirsi, gli uomini del commissario tecnico, l’inglese e sud africano d’adozione Nick Mallet, affiancato dall’amatissimo ex giocatore Alessandro Troncon, si recheranno in Valle d’Aosta per il ritiro estivo dal 27 luglio al 1° Agosto. La Valle d’Aosta è partner ufficiale della nazionale azzurra grazie ad un accordo siglato nel 2006, una partnership importante per i campioni della palla ovale che nella splendida cornice delle montagne valdostane sono stati accolti negli scorsi ritiri con grande entusiasmo. Ma anche per la Valle d’Aosta è stato importante legare il proprio nome allo sport che è diventato il simbolo del giocare “pulito”, dove il rispetto dei compagni, dell’avversario ed anche dell’arbitro fanno parte della sua cultura sportiva. Dove 60 dopo che si è lottato duramente in campo si onora l’avversario applaudendolo nel corridoio e dove nel terzo tempo si mangia e si beve insieme, vincitori e vinti. Decisamente un buon esempio da consegnare alle giovani generazioni che si avvicinano allo sport. Ph. Eugenia Mola di Larissé Badminton: un nome, un evento di Stefania Marchiano Coppa del Mondo di Completo “a casa” del Duca di Beaufort Assistere all’Horse Trials che ha luogo ogni anno a Badminton (U.K.) per un appassionato di equitazione è un po’ come andare nel paese dei balocchi…per un neofita o per un semplice curioso può significare la scoperta di un nuovo “mondo”. È la tappa più importante e selettiva dell’intero circuito di coppa del mondo di completo: duecentomila spettatori, ottanta binomi partenti, 4 giorni di gare per tre prove impegnative e molto diverse fra loro (dressage, salto ostacoli e lo spettacolare quanto temuto cross-country) questi gli incredibili numeri di Badminton 2008. La manifestazione è inoltre condita da momenti divertenti e colorati come il Grand National dei Ponies, vera e propria corsa di galoppo alle siepi dove i protagonisti sono cavalli e fantini in “miniatura”, e la sfilata del Duca di Beaufort a cavallo, presidente onorario dell’Horse Trials, seguito dai suoi fedeli cani da caccia: situazioni che, se in un primo momento possono strappare solo un sorriso, in un Paese come l’Inghilterra, dove l’equitazione è lo sport nazionale, hanno invece un’enorme importanza. Tutto racchiuso, dulcis in fundo, nella meravigliosa cornice di Badminton House, castello risalente al XVII° secolo oggi residenza dell’undicesimo Duca di Beaufort, che ogni anno “ospita” con piacere nella sua immensa tenuta questa famosa tappa del mondiale, i binomi che vi partecipano e le centinaia di migliaia di spettatori che accorrono da tutto il mondo per assistervi. La prova di cross-country, data la sua spettacolarità, è quella che esercita il maggior richiamo sia sul pubblico, sia sui media. È una prova di velocità su terreno naturale, disseminata di ostacoli fissi di ogni tipo; il percorso si snoda infatti all’interno del parco per circa sette chilometri, che devono essere percorsi da cavallo e cavaliere, valicando colline, attraversando boschi e radure, superando indenni e senza penalità i ventinove ostacoli “mozzafiato” che incontrano sul loro cammino. Questa spettacolare prova è quella che attribuisce più punti nelle tre giornate di gara, ma è anche la più difficile e rischiosa: richiede infatti al binomio prestazioni al limite delle sue capacità, doti ed abilità 61 non comuni, un elevato grado di addestramento, tanto coraggio e tanta fiducia l’uno nell’altro. Quella del completo è una disciplina molto dura, al tempo stesso splendida ed avvincente, in grado di creare tra cavallo e cavaliere un legame indissolubile. Per informazioni: www.badminton-horse.co.uk Ph. Eugenia Mola di Larissé Ph. Eugenia Mola di Larissé Badminton Horse Trials 1-4 maggio 2008 Quest’anno il completo è stato vinto per la prima volta dal francese Nicolas Touzaint su Hidalgo de l’Ile, il secondo gradino del podio è andato alla britannica Lucy Wiegersma su Shaabrak, mentre il terzo posto è stato conquistato da William Fox-Pitt in sella a Ballincoola. Meno fortunate le italiane Susanna Bordone su Ava e Vittoria Panizzon su Rock Model, che nonostante non abbiamo portato a casa dei risultati significativi hanno comunque gareggiato e rappresentato il nostro Paese in una delle competizioni sportive più difficili al mondo. Arrivederci dunque al prossimo anno dal 7 al 10 maggio e, come vuole la migliore tradizione inglese, sempre ospiti del Duca di Beaufort. The Shetland Pony Grand National di Stefania Marchiano Piccoli campioni crescono I Grand National dei Ponies sono delle vere e proprie corse di galoppo ad ostacoli dove talentuosi fantini, tra i nove ed i tredici anni, gareggiano in sella ai loro ponies, di razza Shetland, esclusivamente per beneficenza. Solitamente si svolgono in abbinamento ad importanti concorsi di salto ostacoli e completo come ad esempio il Badminton Horse Trials. Le corse dei ponies nel Paese di Sua Maestà sono sempre molto attese e riscuotono grandissimo successo ed importanza: dal 1981 il denaro complessivamente raccolto e devoluto in beneficenza grazie a queste competizioni ammonta infatti ad oltre mezzo milione di dollari. Queste gare meritano di essere viste non solo in nome della giusta causa per cui prendono vita, ma anche perché sono davvero uniche e divertenti: i ponies entrano in campo e sfilano tutti insieme montati dai rispettivi fantini, vengono in seguito accompagnati sulla linea di partenza dove, dopo appena pochi secondi, prendono il via. Lanciati al galoppo si sfidano lungo un percorso ad anello disseminato di ostacoli che riproducono perfettamente, seppur in miniatura, le siepi utilizzate nelle corse di galoppo. La competizione non è aperta a tutti poiché richiede ai piccoli fantini assetto, abilità, tenacia ed una buona dose di coraggio. Tutti i binomi sono obbligatoriamente iscritti allo “Shetland Pony Stud Book Performance Award Scheme” ed hanno il dovere di competere, nel corso della loro stagione agonistica, anche in altre discipline equestri quali ad esempio il dressage, il salto ostacoli, il cross-country e la gymkhana. Durante la stagione estiva ogni gara del circuito Grand National aiuta i migliori “jockeys” a qualificarsi per la finalissima che si svolge, ogni anno, nell’ambito di quello che è considerato il top event dell’equitazione britannica: l’Olympia International Horse Show di Natale, importantissimo concorso di salto ostacoli. Castellaro Golf Resort “Perla” del Ponente ligure Il Castellaro Golf Resort è la più moderna struttura turistico alberghiera del ponente ligure. Sorge a 6,5 chilometri dallo svincolo di Sanremo est e a soli 4 chilometri dal mare. In posizione panoramica con vista sul mare, circondato dal verde del campo da golf, offre ai suoi ospiti un insieme di servizi di altissimo livello. Il Golf Club è un complesso sportivo con un campo da golf a 9 buche (oltre a campo pratica e club house), che grazie al clima favorevole della Riviera è aperto tutto l’anno senza vincoli stagionali. Gli appassionati hanno a disposizione anche un pro-shop, con un ampio ventaglio di attrezzature ed accessori per praticare la disciplina. Il Resort si snoda su un’estensione di circa 25 ettari, splendidamente inserito, nel tipico stile dei borghi ligure. Varie le sistemazioni proposte: camere d’albergo, suite family e appartamenti mono o bilocali. L’hotel, a quattro stelle, dispone di 64 camere. Gli appartamenti-vacanza, 120 in totale, 50 monolocali e 70 bilocali, si snodano in sei blocchi abitativi: offrono tutti i più moderni comfort e angolo cottura completamente attrezzato. Sono a disposizione 20 suite family: si tratta di appartamenti dislocati nel complesso residenziale intorno all’hotel, senza angolo cottura, ma con servizio ristorazione direttamente collegato all’albergo. La grande piscina esterna davanti all’hotel e il centro benessere con piscina coperta ad acqua climatizzata, sauna, bagno turco e palestra attrezzata, garantiscono relax e forma fisica. L’offerta gastronomica è particolarmente curata: oltre all’elegante ristorante dell’hotel, troviamo il ristorante tipico per la scoperta della cucina ligure, il bar-ristorante della club house, infine il bargelateria presso gli impianti sportivi. Sport e relax sono garantiti a 360 gradi: gli ospiti potranno cimentarsi su campetti da tennis, calcetto, basket, squash e pallavolo. Un centro congressi da 800 posti completa l’elegante struttura: dispone di sale modulari per banchetti e riunioni, feste e spettacoli, dotate delle attrezzature più moderne per accogliere adeguatamente ogni evento. Per informazioni: Castellaro Golf Resort Strada per i Piani 1, Imperia Tel: +39.0184.054100 www.castellarogolf.it 65 Aregai Marina Residenza Turistico Alberghiera Si amplia l’offerta del porto di Marina degli Aregai Per rendere davvero unico il soggiorno presso il porto turistico di Marina degli Aregai, la struttura continua ad ampliare la sua offerta: ha preso il via l’attività di una nuova residenza turistico alberghiera a quattro stelle, chiamata “Aregai Marina Rta”, con annesso uno stabilimento balneare attrezzato, aperto tutto l’anno, completo di servizio bar, assistenza ai bagnanti, possibilità di noleggio barche e scuola di vela e diving. Arricchiscono la proposta un’area sportiva con campi campetti da calcio a 5 e tennis, e un’area giochi per bambini. La struttura sarà completata nell’immediato futuro (maggio 2009) da un centro di talassoterapia, con due ampie vasche per i trattamenti, una grande piscina per lo sport e i momenti ludici, una palestra attrezzata e cabine per l’estetica. “Aregai Marina Rta” è inoltre strettamente collegata al Golf Club e al centro Benessere di Castellaro Golf Resort, raggiungibile grazie una navetta sempre a disposizione della clientela. Il complesso di “Aregai Marina Rta” è diviso in due parti, una adibita ad hotel e una composta da appartamenti residenziali. Le 24 suite mettono a disposizione un ampio terrazzo privato con splendida vista sul mare, dotate di ogni comfort, con aria condizionata-riscaldamento, cassaforte, frigobar, telefono diretto con l’esterno, televisori al plasma con collegamento satellitare, tea corner, room service. Sono a disposizione anche 86 appartamenti, con angolo cottura, telefono, tv, balcone, dehors o giardinetto, riscaldamento e aria condizionata. Il ristorante dispone di 150 posti a sedere in un ambiente elegante e raffinato. L’offerta eno-gastronomica propone cucina tipica ligure, cucina nazionale ed internazionale, ed una cantina con un’ampia scelta di vini selezionati tra le migliori marche offerte dal mercato. Non è finita: a Marina degli Aregai è sorta anche una nuova zona commerciale battezzata Aregai Shopping. Il complesso annovera numerose attività di commercio e servizio a disposizione di diportisti e utenti dell’approdo. Lo spazio è stata pensato con lo scopo di rendere la permanenza ad Aregai la più pratica e funzionale possibile, permettendo a chi sceglie un periodo di villeggiatura presso il porto la possibilità di avere a portata di mano ogni utile servizio quotidiano. Sono presenti un parrucchiere e un centro per l’estetica, una lavanderia, un negozio di prodotti gastronomici tipici e un minimarket, un punto vendita di arredo tessile e uno dedicato all’oggettistica per la casa, una palestra per il fitness e il body building, una scuola di danza latinoamericana, una rivendita di tabacchi e giornali ed una boutique d’abbigliamento, una pizzeria e un bar ristorante. Sono in attività inoltre diversi negozi specializzati per la manutenzione delle imbarcazioni, agenzie nautiche ed assicurative. Per informazioni: Aregai Marina RTA**** Via Gianni Cozzi, 1 - 18010 Santo Stefano Al Mare (IM) Tel: + 39.0184.610.000 - www.areagaimarina.it 67 AGENDA Alì Babà e i Quaranta Ladroni La storia del povero taglialegna Alì Babà e del ricco fratello Kassim, entrambi venuti a conoscenza della formula per aprire la grotta magica ove si nasconde il tesoro del brigante Mustafà. Il narratore in scena anima i pupazzi e muove le scenografie creando uno spettacolo comico adatto a tutta la famiglia. Torino, Casa del Teatro Ragazzi • 15 luglio 2008 Ligabue in concerto Dopo il tour europeo, che lo ha visto esibirsi nel mese di aprile nelle più importanti capitali e città (Madrid, Barcellona, Amsterdam, Parigi, Berlino, Londra), Ligabue torna ad esibirsi in Italia con un tour denominato ‘’Elle-Elle Stadi 2008’’. Cagliari, Fiera • 22 luglio 2008 Pat Metheny in concerto Nell’ambito della rassegna Gezmataz Festival e Workshop si esibisce il grande chitarrista statunitense, compositore dalle mille sfaccettature, produttore innovativo e pioniere della chitarra. Genova, Teatro della Corte • 23 luglio 2008 Golem. Cine-concerto Per la rassegna Teatro a Corte, in programma uno spettacolo in cui immagini filmiche, musiche e voci interagiscono tra loro, dando vita a uno show che è una commistione di linguaggi diversi, una contaminazione multimediale che si interroga sulla nozione di spazio scenico. Una partitura musicale scritta dai Supershock, giovani autori torinesi che si cimentano nella sonorizzazione del film capolavoro dell’espressionismo tedesco “Il Golem” (1920). Torino, Reggia di Venaria • 24 e 25 luglio 2008 Fêtes de Genève Tradizionale evento estivo che propone spettacoli di ogni genere: concerti rock e classici, sfilate, fuochi d’artificio. Sono attese in città per questo appuntamento più di 400 mila persone. Ginevra • dal 31 luglio al 10 agosto 2008 Stars on ice Scenderanno in pista, nel Forum Sport Center, atleti internazionali di altissimo livello. Acrobati e artisti del ghiaccio allieteranno il pubblico con le loro performance acrobatiche di gran classe. Courmayeur • 16 agosto 2008 AGENDA Jovanotti in concerto L’artista romano arriva a settembre a Cagliari per l’unica data in Sardegna del suo “Safari Tour 2008”, che prende il nome dal suo ultimo album, “Safari”, uscito a metà gennaio e già arrivato al quinto disco di platino. Cagliari, Fiera • 10 settembre 2008 Correggio e l’antico Prima monografica dedicata ad Antonio Allegri detto il Correggio: l’unico dei tre artisti appartenenti alla cosiddetta triade rinascimentale, con Raffaello e Michelangelo, al quale non sia mai stata dedicata un’esposizione complessiva. Più di 20 le tele esposte con alcune novità assolute. Si potranno vedere insieme per la prima volta la Danae della Galleria Borghese, Giove ed Io e Il ratto di Ganimede dalla Kunsthistorisches di Vienna, Educazione di Cupido dalla National Gallery di Londra e Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro dal Louvre. Roma,Villa Borghese • fino al 14 settembre Guarini, Juvarra, Antonelli L’esposizione si propone di descrivere l’importanza del disegno come strumento di comunicazione, presentando l’opera dei grandi architetti che hanno lasciato un’impronta indelebile della loro creatività a Torino. Torino, Palazzo Bricherasio • fino al 14 settembre Apertura del MAO (Museo Arte Orientale) Un museo che vuole fornire una panoramica il più possibile rappresentativa della produzione artistica asiatica. La collezione sarà suddivisa in cinque gallerie corrispondenti alle cinque regioni del continente asiatico. Torino, Palazzo Mazzonis • 16 settembre 2008 God & Goods La mostra God & Goods vuole osservare come, attraverso il dubbio, un gruppo di artisti sfidi gli stereotipi e le limitazioni del concetto di Dio per sostituirlo con tanti altri e infiniti punti interrogativi. God & Goods si propone di aprire un dialogo con il tema della religione in quanto dibattito vastissimo, controverso e irrisolto ma anche concetto aperto a nuove e molteplici forme di interpretazione. Udine,Villa Manin-Codroipo • fino al 28 settembre 2008 Balthus - 100e anniversaire La retrospettiva invita a percorrere tutti i periodi e i temi di Balthus: ritratti, paesaggi, senza dimenticare le giovani ninfe languide che costituiscono la componente maggiore del “ mistero Balthus “. Martigny, Fondation Gianadda • fino al 23 novembre 2008 SHOPPING Le Croci di Pasquale Bruni L’alta gioielleria riscopre la magia e le tentazioni di un paradiso terrestre. Le croci in diamante si intrecciano come i rami di un giar giardino incantato su cui si posano delicati fiori di pavé che vestono la donna di una leggerezza incantata. Collana in oro bianco e diamanti linea Giardini dell’ Eden. Gioiellerie Ered Eredi Trossello Aosta - via De Tillier, 39 - Tel. +39.0165.41058 - Courmayeur - via Roma, 34 - Tel. +39.0165.846733 www.gioiellerie www.gioiellerietrossello.com Francesco Biasia Borsa in vitello con angoli a soffietto, cuciture a contrasto, manici a maniglia, glia, tracolla e chiusura a coulisse PAULA COLLE COLLECTION. Pelletterie Zanetta Aosta - Via E. Aubert, 13 - Tel. +39.0165.231783 Aosta - Via porta Praetoria, 16 - Tel. +39.0165.44434 Chamonix Mont-Blanc France - Rue du Docteur Paccard, 70 Tel. +39.0033.0.450.532241 Ray Ban - Aviator 3025 I prodotti solari Darphin I solari Darphin vantano una doppia azione: sono idratanti e leggeri per una pelle pura, ma La Ray Ban, storica azienda, venne fondata nel 1937 su richiesta dell’aeronautica dell’esercito degli Stati Uniti. Il primo modello prodotto fu il Ray Ban Aviator e venne fornito ai piloti dell’esercito. Oggi i Ray Ban sono molto più che semplici occhiali da sole, sono diventati nel tempo e nella storia veri e propri status symbol. anche ricchi di principi attivi protettivi, nutrienti e rigeneranti per una cura schermo ristrutturante e anti-età. Centri Ottica Reverchon Farmacia Dott. Nicolaa Aosta - Via De Tillier, 27 - Tel. +39. 0165.40667 Via Porta Praetoria - Tel. +39.0165.363879 d, 18 V.le Federico Chabod, Aosta Tel. +39.0165.31379 Pollein - Loc. Autoporto Galleria Commerciale Les Corbeilles Tel +39.0165.364051 Courmayeur - Via Monte Bianco, 30 - Tel. +39.0165.848244 www.reverchon.it Wellness by Nature. ature. Il benessere dalla natura Trattamenti per il corpo a base di nuovi principi attivi naturali esclusivi Babor, offrono un’esperienza davvero unica. Preziosi “ingredienti” con effetto anti-aging quali: acqua termale di Acquisgrana, microgranuli di zeolite, estratto di sorbo selvatico, regalano al corpo efficacia e delicatezza per un effetto di benessere totale. Centro Estetico Rosanna Via Vevey, 19 - Aosta - Tel. +39.0165 361314 SHOPPING Jambon de Bosses DOP Il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP na600 sce a Saint-Rhémy-en-Bosses. Qui, a 1.600 are metri di altitudine, il clima secco, la particolare esposizione e la combinazione dei flussi d’aria che scendono dai colli sovrastanti creano l’amnatura biente ideale per la lavorazione e stagionatura ma si di questo prosciutto. Allo speciale microclima anti. aggiunge la sapienza artigiana dei suoi abitanti. Il risultato è un pregiatissimo prosciutto cruro, do dalla forma compatta, colore rosso scuro, sapore aromatico e fragrante, leggermentee salato e con un retrogusto dolce. De Bosses s.r.l. Fraz. Bourg de Saint-Rhémy, 1 11010 Saint-Rhémy en Bosses (Ao) www.jambondebosses.it Tel. +39. 0165.780821 Fumin della Cave des Onze Communes Il Fumin è un vitigno autoctono presente solo in Valle d’Aosta. Il vino che ne deriva ha un colore e, rosso malvaceo carico, quasi impenetrabile, erstabile nel tempo; l’odore è intenso e pertti sistente, con forti note di confettura, frutti di bosco su un sottofondo speziato di liquirizia che ben si armonizza con le note fumée del legno di affinamento; il sapore è asciutto, pieno, morbido, ricco di corpo e struttura, con finale gradevole di tannini morbidi e austeri. Abbinamenti enogastronomici: selvaggina, arrosti, carni rosse grigliate, formaggi stagionati. Cave des Onze Communes Loc. Urbains, 3 - 11010 Aymavilles (Ao) www.caveonzecommunes.it Tel. +39.0165.902912 Reinhold Speck di Bertolin Dall'attenta selezione di materie prime di alta qualità si ottiene Reinhold speck, il nuovo nato della Maison Bertolin. La stagionatura del Reinhold speck avviene in un periodo non inferiore ai 120 giorni. L'affumicatura è una tecnica di conservazione tipica della cultura walser. Ancora una volta le tradizioni della Valle d'Aosta rappresentano l'ingrediente fondamentale dei prodotti Bertolin, che in ogni fetta racchiudono tutto il sapore delle nostre montagne. Salumificio Maison Bertolin - Loc. Champagnolaz, 10 - 11020 Arnad (Ao) Tel. +39.0125.966127 - www.bertolin.it Dolci voluttà di Kakaó Reina, un cuore tenero e voluttuoso di bavarese alla vaniglia con una scorza orgogliosa e testarda di arachidi e fave di cioccolato. La pezzata rossa delle torte nasce nel duemilasei, in concomitanza con l’istituzione della Festa della Valle d’Aosta Kakaó - V.le Conte Crotti - Aosta Torrette di Grosjean Il Torrette è un vino rosso armonico, dal sapore asciutto. È attualmente il vino valdostano prodotto in maggior quantità. La sua area di produzione è la più vasta tra le DOC di zona. Maison Vigneronne Frères Grosjean Frazione Ollignan,1 - 11020 Quart Tel +39.0165.775791 DIRETTORE RESPONSABILE Bruno Baschiera REDAZIONE Grafis S.r.l. Loc. Variney, 46 - 11010 Gignod (Ao) Tel. +39.335.5476136 - [email protected] Segreteria: Lina Coquillard EDIZIONE E AMMINISTRAZIONE Gedirama S.r.l. Reg. Borgnalle, 12/A - 11100 Aosta Tel. +39.0165.31255 - www.gedirama.it - [email protected] PUBBLICITÀ Gedirama S.r.l. Reg. Borgnalle, 12/A - 11100 Aosta Tel. +39.0165.31255 - Fax +39.0165.236449 - [email protected] HANNO COLLABORATO Claudio Coriasco, Mario Facchini, Corrado Hérin, Jean Lazier, Ufficio Stampa Eurotravel, Ufficio Stampa Press Office & P.R. Milano FOTOGRAFIE Eugenia Mola di Larissé (foto di copertina), Archivio D'Agostino, Archivio Regione Valle d'Aosta, Agenzia Dreamstime.com, Agenzia Newspower, Agenzia ThreeSixty, Erik Farina, Flickr, Studio Lazier, Andrea Rosset, Ufficio Stampa Forte di Bard PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE Maria Serena Monfrini Reg. Borgnalle, 12 - 11100 Aosta Tel. e Fax +39.0165.060559 - [email protected] STAMPA Tipografia Testolin Loc. Condemine, 13 - 11010 Sarre (Ao) Tel. +39.0165.552815 - Fax +39.0165.553589 www.tipografiatestolin.it - [email protected] AirVallée FlightMag Magazine de bord Trimestrale - Anno III - N° 11 - luglio 2008 Reg. Tribunale di Aosta N. 20/05 del 24-11-05 Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati.