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Eventi oltre Manica

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Eventi oltre Manica
Eventi oltre Manica
Badminton Horse Trials & Pony Grand National 2008
IN QUESTO NUMERO | Charles Lindbergh | Isole Tremiti | Saint-Vincent | Via Francigena
Archeoastronomia | Torino World Design Capital | MittelFest | Chute Libre
11
08
LUGLIO
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% aut. 87 - DCB Aosta - n. 11/08
AirVallée
EDITORIALE
Gentili lettori
eccoci a voi, puntuali come sempre, con questo numero estivo di Flightmag, che copre il periodo di luglio, agosto e settembre, che è di grande rilevanza per il turismo. In tutta Italia si
sommano gli eventi di rilievo, culturali, artistici e di intrattenimento, ma per il riposo ed il relax
costituiscono un richiamo molto forte le spiagge, che negli ultimi anni sono state oggetto di
grandi investimenti, grazie ai finanziamenti dell’UE, e che oggi si presentano ad esempio in Liguria, ampie e per la maggior parte libere, ma dotate di infrastrutture essenziali per i bagnanti,
come docce e servizi nonché piste ciclabili, e sempre più numerose ostentano con orgoglio
la bandiera blu, sinonimo di acque pulite. E, poi, la rete di sentieri, che si snodano su colline e
montagne offrendo escursioni dai vari livelli di difficoltà, senza dimenticare la via Francigena che
copre il territorio nazionale. Ogni regione italiana offre bellezze naturali che gratificano la vista
e colmano il cuore di emozioni.
Purtroppo quest’anno sul settore, che ha un ruolo della massima importanza per l’economia
Il direttore
Bruno Baschiera
nazionale, grava la pesante incognita del costo dei carburanti. Mentre scriviamo queste righe
osserviamo con preoccupazione che benzina e gasolio salgono di prezzo giorno dopo giorno,
a un ritmo vertiginoso e che sembra inarrestabile. È inevitabile, alla luce di queste premesse,
prevedere una riduzione degli spostamenti con conseguenze negative sul turismo. Non resta
che augurarsi che le cose cambino in meglio per dare al maggior numero possibile di persone
la possibilità di godere di un po’ di giorni di meritato riposo. Da noi comunque viene un sincero
augurio di buone vacanze e un invito a ritrovarci per il prossimo numero che coprirà i mesi si
ottobre, novembre e dicembre anche questi con momenti di interesse in vari ambiti.
\
Chers lecteurs,
l’été, la saison par antonomase liée aux “grandes vacances”, vient d’arriver et les opérateurs du tourisme
ont dans leur panier, pour accueillir l’hôte, une offre riche en art, musique, sport, oenogastronomie.
Mais l’Italie entière a de son côté un atout, sans pareil, dans son paysage : collines, montagnes, lacs et
plages. Pour ce qui concerne les vacances à la mer, on peut remarquer avec satisfaction que, ces dernières
années, on a octroyé à plusieurs plages le drapeau bleu, synonyme de pureté de l’eau. Grâce aux fonds de
l’UE, les plages ont été agrandies, surtout en Liguria, et les libres se sont dotées d’infrastructures essentielles
telles que douches, pistes cyclables, toilettes.
A’ la montagne on a créé un réseau de sentiers pour les randonneurs, sans oublier la Via Francigena, qui
attire plusieurs pèlerins ; elle débute à Canterbury, entre en Vallée d’Aoste à travers le col du Grand-SaintBernard pour arriver à Rome. Mais alors tout va bien ! Non, il y a de l’inquiétude dans l’air, car trop de
variables économiques ont enregistré des cours négatifs et notamment le prix de l’essence qui, jour après
jour atteint un maximum historique.
En tout cas Bonnes Vacances !
01
SOMMARIO
04 Assistenti di volo
Passato e presente di un lavoro “tra le nuvole”
08 Sviluppo del Sistema Aeroportuale della VdA
Investimenti per circa 30 milioni di euro
10 Charles Lindbergh
L’aquila solitaria
44 2008: Torino World Design Capital
Per tutto l’anno eventi di importanza internazionale
46 Gianni Bersezio
L’arte di un uomo di montagna
48 MittelFest
Un palcoscenico sull’Europa
50 Le Dahu
Histoire d’un animal mystérieux
51 Il fatto di N’Gba.
Un romanzo di Pietro Semino
12 Isole Tremiti
Alla scoperta delle “Perle dell’Adriatico”
17 Angoli di Roma
Il Gianicolo
18 Saint-Vincent
La Riviera delle Alpi
22 Palmanova (Udine)
Città fortezza a forma di stella
23 Castello di Govone
Roccaforte nelle Langhe e Roero
26 Parco naturale Mont Avic
L’area protetta regionale
32 Rifugio Punta Chaligne
Un modo originale di vivere la montagna
34 La Via Francigena in Valle d’Aosta
Alla scoperta di uno dei più antichi itinerari di pellegrinaggio
36 Archeoastronomia
Le popolazioni antiche e l’astronomia
38 Gemona del Friuli
Agosto medievale dal 30 luglio al 10 agosto
41 Gastronomia a Bard
5a edizione del Marché au Fort
SOMMARIO
53 Grivel Mont-Blanc
L’azienda leader per gli uomini della montagna
57 Chute Libre
Le ciel, les oiseaux et vous !
58 Sportivi che lasciano il “segno”
Corrado Herin: downhiller
60 Rugby in Valle d’Aosta
Un feeling che continua
61 Badminton: un nome, un evento
Coppa del Mondo di Completo “a casa” del Duca di Beaufort
68 Agenda
70 Shopping
Assistenti di volo
di Paola Colla
Passato e presente di un lavoro “tra le nuvole”
I
04
l 15 maggio 1930, a Cresco negli USA, Ellen Churc scrive una pagina della storia dell’aviazione diventando la prima hostess al mondo. Prestò servizio su un volo proveniente da Oakland in California e diretto a Chicago nell’Illinois. All’inizio i piloti americani ed alcuni passeggeri erano scettici sull’utilità delle
prime assistenti di volo, ma ben presto cambiarono idea. Alcuni passeggeri che viaggiavano di frequente
chiamavano addirittura in anticipo per sapere se la loro stewardess preferita (la parola assistente di
volo arrivò dopo) fosse sul loro volo. Le prime hostess erano infermiere diplomate i cui compiti, oltre
ad aver cura del passeggero, comprendevano anche mansioni come aggiustare le sedie rotte, caricare i
bagagli, parlare di meteorologia e visibilità. Si faceva un po’ di tutto e il lavoro era tutt’altro che facile.
Dopo l’attacco di Pearl Harbour nel dicembre 1941, ci fu un’enorme domanda di infermiere e le hostess (tutte infermiere diplomate) furono ben presto inviate al fronte. Da quel momento il requisito di
essere infermiere non fu più obbligatorio per le nuove assunzioni nelle compagnie aeree.
Negli anni Cinquanta avvenne una nuova trasformazione.
Un tipico manuale di uno dei tanti centri di formazione per assistenti di volo spiegava che “una perfetta
hostess doveva essere contemporaneamente un caporale istruttore, una madre amorevole e avere le
attenzioni sottomesse e maliziose di una geisha, con i modi e le conversazioni di una guida turistica”. In
sintesi un po’ madre, un po’ geisha e un po’ moglie “in addestramento”, pronta ad accudire un neonato
così come a preparare un cocktail.
Ma, quando i tranquilli anni ‘50 lasciarono il posto agli “spregiudicati” anni ‘60, l’esperienza ad alta quota
di un’assistente di volo, come pure l’idea che la gente aveva di loro, cambiò notevolmente.
L’archetipo occidentale della donna moglie e madre di famiglia era ormai al tramonto.
Negli anni ‘60, le compagnie aeree puntarono tutto sulle loro assistenti di volo. Sulla stampa e tv vennero lanciate campagne ammiccanti, dove protagoniste erano affascinanti hostess. Le assistenti di volo
diventarono così il prodotto che faceva vendere le linee aeree e furono “riconfezionate” in modo più
L’estate di Air Vallée
Anche per quest’estate la compagnia aerea Air Vallée riconferma l’operativo voli dall’aeroporto di Genova per la Sardegna, in particolare per
Olbia e Cagliari, con una serie di collegamenti particolarmente adatti
per le vacanze. Fino al mese di settembre queste tratte verranno effettuate quotidianamente.
La novità principale di quest’anno riguarda l’introduzione del volo Torino-Olbia, le due città saranno collegate durante il weekend fino al 14
settembre. A causa dei lavori di ampliamento dell’aeroporto Corrado
Gex che hanno preso il via lo scorso mese di giugno, tutti i voli provenienti e diretti ad Aosta verranno spostati sul capoluogo piemontese per
l’intero periodo di chiusura dell’aeroporto.
Dal mese di luglio riprenderà anche il volo per Roma con orari ancora
in via di definizione. A tal proposito, Air Vallée metterà a disposizione
dei propri passeggeri una navetta per raggiungere Torino da Aosta e
viceversa il cui costo è compreso nel prezzo del biglietto.
Si ricorda, infine, che i voli turistici per andare alla scoperta delle più
belle e alte cime della Valle d’Aosta effettuati da Helops continueranno
per tutta l’estate.
Viaggiare con Air Vallée è veramente confortevole grazie ad una flotta
composta da due Dornier 328 jet da 31 posti di nuova concezione e con
standard di qualità e sicurezza ai massimi livelli.
attraente. Nel decennio seguente, che si ricorda tutt’oggi come il
periodo del femminismo e delle conquiste dei lavoratori, le assistenti di volo finalmente riuscirono ad ottenere una serie di diritti a
lungo negati come la possibilità di sposarsi e di diventare madri.
Nel giro di pochi anni le hostess si erano evolute da ragazze copertina a competenti donne in carriera in un settore in continua
evoluzione.
Gli anni ‘80 coincisero invece con un boom economico che coinvolse tutto il mondo industrializzato e di conseguenza anche il
ruolo delle assistenti di volo subì un nuovo cambiamento: non più
testimonial pubblicitario del vettore, ma figura di riferimento del
passeggero, una persona su cui fare affidamento grazie alla sua
comprovata competenza professionale.
Sono passati più di 70 anni da quando Ellen Churc divenne la prima assistente di volo, ma da allora la rilevanza attribuita a questo
lavoro è cresciuta sempre di più. Anche per la compagnia aerea Air
Vallée il ruolo delle hostess e degli stewart di volo è di vitale importanza perché garantisce un’assistenza continua e professionale
ai viaggiatori e a tutto l’equipaggio. Per questo motivo la compagnia
seleziona accuratamente le persone che andranno a ricoprire questa mansione. Requisiti fondamentali richiesti sono il possesso del
brevetto (conseguito dopo un corso teorico e 100 ore di volo),
un’età compresa tra i 21 e i 31 anni, la conoscenza della lingua
inglese e una bella presenza.
Per quanto riguarda le doti caratteriali, invece, vengono apprezzate in particolare la disponibilità, la cordialità, la serietà, la precisione, la predisposizione a lavorare in team e l’orientamento al
problem solving. La ventottenne Solange Cheney, che al suo attivo
ha più di 3000 ore di volo, è una degli otto assistenti in forza ad Air
Vallée, compagnia per la quale lavora dal 2001. Diversamente da
05
quanto accade alla maggior parte delle hostess, Solange da bambina non sognava di fare questo mestiere, la sua aspirazione più
grande era diventare un’infermiera. Dopo varie esperienze professionali, sette anni fa rispose ad un semplice annuncio sul giornale
che scadeva proprio in quel giorno. Desiderava mettersi alla prova
con un lavoro nuovo, amava volare e stare a contatto con le persone… non poteva proprio lasciarsi scappare questa opportunità
che sembrava arrivare al momento giusto!
Nonostante l’elevato numero di persone che presero parte alla
selezione, Solange venne scelta e da lì iniziò tutto il suo percorso
all’interno di Air Vallée.
Oggi presta servizio su tutte le tratte proposte dalla compagnia,
sia su voli di linea, sia su voli privati. Insieme ai suoi colleghi è responsabile dei servizi complementari a bordo degli aeromobili ed
interviene nei casi di emergenza e di pronto soccorso. Gli assistenti
si occupano anche del controllo degli aerei prima della partenza
del volo e dopo l’atterraggio per assicurarsi che tutto funzioni correttamente.
Oltre al lavoro quotidiano sui voli “ordinari”, gli assistenti di Air
Vallée hanno avuto in passato il privilegio di accompagnare in volo
alcune personalità di spicco del mondo dell’industria e dello sport,
ma soprattutto hanno avuto l’onore di assistere l’attuale Pontefice
Benedetto XVI e il suo predecessore Giovanni Paolo II durante i
viaggi che li hanno portati in Valle d’Aosta per alcune vacanze estive. Solange ricorda, in particolare, la profonda emozione provata
durante il breve incontro avuto con Papa Giovanni Paolo II, una
persona dallo straordinario carisma.
Nonostante siano passati sette anni da quando iniziò a fare questo
lavoro, Solange continua ad affrontare ogni giornata lavorativa con
il sorriso e con una grande energia perché ciò che fa la rende
felice e trasmette questa sua serenità ai propri colleghi e a tutti i
passeggeri di Air Vallée.
> Solange Cheney.
Per informazioni:
Orari, tariffe e prenotazione
Tel. +39.0165.303303 - [email protected]
www.airvallee.com
Sviluppo del Sistema Aeroportuale della Valle d’Aosta
Investimenti per circa 30 milioni di euro
La Valle d’Aosta, posta all’estremità nord-occidentale dell’Italia, confina con la regione francese Rhône-
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Alpes, con il cantone svizzero del Vallese e con il Piemonte e grazie alla presenza dei due trafori stradali del Monte Bianco e del Gran San Bernardo e di due valichi alpini, del Grande e del Piccolo San
Bernardo, utilizzabili nel periodo estivo, è regione di transito che permette un rapido collegamento
con Francia e Svizzera. La più piccola regione italiana si estende per 3.300 chilometri quadrati ed ha
una popolazione residente di 122.000 abitanti. La Valle d’Aosta presenta la vette più alte dell’Europa
centro-occidentale, con quattro “4000”, il Monte Bianco, il Cervino, il Monte Rosa e il Gran Paradiso,
che costituiscono una forte attrattiva turistica. Ed è proprio quello del turismo, con una offerta molto
ampia ed articolata, il comparto che dà il maggiore contributo all’economia regionale. In questo contesto un ruolo significativo lo ha avuto il trasporto aereo, per il quale è stato deciso, da parte dell’Amministrazione Regionale Valdostana un impegnativo Piano di Sviluppo.
Ma vediamo intanto qual è la situazione attuale. Il Sistema Aeroportuale della Valle d’Aosta è costituito
dallo scalo “Corrado Gex” di Saint-Christophe. L’aeroporto si trova alle porte di Aosta, su una superficie di 30 ettari, ed è aperto al traffico commerciale nazionale ed internazionale. È stato inaugurato
nel maggio del 1959 e in esso operano servizi aerei di linea regolare, charter, aeromobili di compagnie
locali e di privati, aeroclub e mezzi della Protezione Civile. L’edificio aeroportuale ospita la società di
gestione Avda S.p.A., gli uffici della Protezione Civile, della rete regionale di radiocomunicazione e altri
servizi. All’aeroporto “Corrado Gex” opera voli commerciali la sola compagnia aerea Air Vallée la cui
flotta è composta da due Dornier 328 jet, da 31 posti ciascuno. Air Vallée, oltre all’attività di linea e
charter, gestisce tramite la controllata Helops una flotta di elicotteri utilizzati nell’ambito della Protezione Civile, per l’eliski e per rifornimenti e trasporto merci ai rifugi ed ai cantieri in montagna.
Lo sviluppo dell’aeroporto “Corrado Gex” rappresenta un importante “motore” per la crescita socioeconomica complessiva della Valle d’Aosta, un valido supporto alla vocazione turistica della regione.
Il sistema di trasporto aereo offrirà connessioni dirette e frequenti
con località diverse, riducendo al minimo i ritardi e le perdite di
tempo e permettendo un interscambio agevole con la rete stradale e ferroviaria. Un concreto sviluppo dell’aeroporto potrà favorire
anche l’organizzazione di pacchetti di viaggio che prevedano un
soggiorno non solo settimanale durante le stagioni turistiche, ma
anche nei week-end per molti mesi dell’anno.
Gli interventi.
La Regione Autonoma Valle d’Aosta, nel Piano di sviluppo aeroportuale, ha indicato la serie di interventi di potenziamento infrastrutturale, che saranno ultimati entro il 2011 e possono essere
sinteticamente riassunti nei tre indirizzi seguenti: la massimizzazione della lunghezza della pista di volo, con le relative superfici di
sicurezza; l’installazione delle radioassistenze alla navigazione aerea;
la costruzione di una nuova aerostazione passeggeri.
Il piano di sviluppo mira a realizzare una infrastruttura aeroportuale funzionale alle esigenza della collettività valdostana e di sostegno
all’economia regionale in una logica di sostenibilità ambientale e
di piena compatibilità con l’esercizio del servizio di soccorso con
elicottero e l’attività aeroscolastica e sportiva dell’Aeroclub Valle
d’Aosta. Il programma di investimenti previsti per l’implementazione del Piano di sviluppo aeroportuale, approvato dal Consiglio
regionale della Valle d’Aosta nella sua seduta del 12 gennaio 2006,
ammonta a circa 30 milioni di euro.
Il rinnovato aeroporto favorirà l’incremento delle capacità di traffico ed operativa dello scalo, l’aumento del numero di voli giornalieri
così come delle rotte, l’utilizzo dello scalo da parte di aeromobili
di capienza maggiore, i cosiddetti “regional carriers” con 70 o più
passeggeri, la possibilità di atterrare anche dopo il tramonto, il miglioramento dell’affidabilità del servizio con accresciuti margini di
sicurezza a beneficio dell’utenza, l’esercizio delle attività di soccorso con elicottero da parte della Protezione civile senza limitazioni
di orario, lo sviluppo del segmento in forte espansione della aviazione privata e degli aerotaxi.
La nuova Aerostazione.
Per la progettazione della nuova Aerostazione la Regione Valle
d’Aosta, ha istruito un bando di gara a rilevanza comunitaria per il
tramite della partecipata AVDA S.p.A. - società di gestione dell’aeroporto “Corrado Gex”. Il bando di gara è stato vinto dal raggruppamento costituito da Tecno Engineering 2C, dallo studio Gae
Aulenti Architetti Associati e da TecnoServices Vallée d’Aoste.
Il ciclo completo delle progettazioni si concluderà entro il primo
semestre del 2009 e la costruzione della nuova struttura verrà
completata entro il 2011. Il progetto architettonico, curato personalmente dall’Arch. Gae Aulenti, prevede un orientamento del
nuovo Terminal parallelo alla pista di volo, in direzione Est-Ovest,
giudicato più corretto per la visibilità dell’aeroporto sia per chi
arriva in volo ad Aosta, sia per chi accede all’area dalla strada statale, sia per chi percorre l’autostrada oltre la pista. Il nuovo edificio
è il risultato della composizione di otto corpi principali, concepiti
come “solide torri” monolitiche, con base quadrata di 9x9 metri
e alte 13,80 metri, unite da tre elementi trasparenti, vetrati e leggeri, che formano le pensiline di protezione per i passeggeri che
entrano ed escono. La distinzione fra i volumi più chiusi delle torri
e quelli trasparenti degli atri vetrati corrisponde ad una distinzione
funzionale oltre che formale: le torri contengono al piano terreno
le funzioni di sosta e di lavoro, sale partenze e arrivi, uffici, caffetteria e spazi commerciali; gli atri luminosi e vetrati sono dinamici
spazi di transito con punti di vista e prospettive differenti.
Grande importanza assume la galleria centrale, che è il nucleo
principale dell’edificio, attorno al quale ruotano tutte le funzioni.
Come una galleria urbana, su di essa si affacciano al piano terra gli
spazi commerciali, il check-in, l’accesso alle sale partenze e l’uscita
dell’area arrivi; al primo piano le passerelle di distribuzione degli
uffici e al secondo le terrazze del ristorante e di una sala mostre.
09
Charles Lindbergh
di Carlo d’Agostino
L’aquila solitaria
Q
10
uando il 22 maggio 1927, dopo 33 ore e 30 minuti di volo e 5809 (5776 secondo altre fonti)
chilometri percorsi, il suo « Spirit of St. Louis” toccò il terreno dell’aeroporto parigino di Le Bourget,
probabilmente Charles Lindberg non pensava di essersi “consegnato alla storia”, ma ancora oggi la sua
impresa è ricordata come una delle più belle ed avvincenti avventure della storia dell’aeronautica.
Charles Lindberg nasce il 4 febbraio 1906 a Detroit nel Michigan, suo padre è un immigrato di origine
svedese che, naturalizzato americano, svolge attività politica mentre la madre Evangeline Lodge Land
fa la maestra. Dopo la consueta frequenza della scuola di base, Charles si iscrive ad una università del
Wisconsin, ma il volo lo attrae e pochi mesi dopo abbandona gli studi per iscriversi alla Scuola di Volo
nel Nebraska dove ottiene il brevetto, acquista un piccolo aereo ed inizia – siamo ormai negli anni ’20 –
quella attività che molti ex piloti militari degli Stati Uniti stanno svolgendo dopo la loro partecipazione
alla 1^ guerra mondiale in Europa: quello che è definito “circo dell’aria”.
Vola per tutti gli Stati dell’Unione e per pochi dollari organizza “battesimi dell’aria” per gli audaci che
vogliono assaporare il “rischio” del volo, partecipa a manifestazioni acrobatiche, qualunque cosa pur di
volare. Ad un certo punto l’aviazione dell’esercito – che ha certamente aerei migliori del suo o in ogni
caso di quelli che pilota – lo spinge ad arruolarsi e giungerà fino al grado di sottotenente, ma il suo spirito individuale non si abitua alla vita militare, si congeda ed inizia l’attività di “pilota postale” portando
pacchi e lettere da St. Louis a Chicago.
Nel frattempo altri piloti stanno ottenendo successo in lunghi voli, ma sono sempre in due e magari
con passeggeri a bordo e questo contrasta con lo spirito individualista di Lindberg che ben presto
invece è attratto dall’offerta di un premio di 25.000 dollari di un proprietario di diversi alberghi a New
York, appassionato d’aviazione, per chi riuscirà per primo e da solo a bordo ad attraversare l’Atlantico
da New York a Parigi. Lindberg incomincia ad effettuare ricerche per disporre di un aereo adatto allo
scopo ma non riesce a trovare nulla, fino a quando una modesta industria aeronautica di San Diego,
la Ryan Aircraft, che ha al suo attivo alcuni velivoli non eccezionali,
non si dice disposta a realizzare per lui un aereo appositamente
progettato: sarà tanto personalizzato, che per ottenere un maggior
carico di carburante, un serbatoio sarà posto dinnanzi al posto di
pilotaggio e Lindberg lo dovrà pilotare guardando da un piccolo
periscopio posto sulla parte superiore della fusoliera o dai finestrini laterali!
In poco tempo l’aereo prende forma, ha un’apertura alare di circa
22 metri mentre la fusoliera è lunga quasi 8 metri e mezzo, dispone
di un motore Wright Whirlwind da 223 HP che gli assicura una
velocità di crociera di 180 km/h, il peso è di soli 975 kg ma a pieno
carico per la trasvolata sarà di 2379 kg
Dopo alcuni voli di prova, Lindberg porta l’aereo al campo di volo
“Roosevelt” nei pressi di New York ed il 20 maggio 1927 decolla
verso Parigi dove, come abbiamo detto, atterrerà dopo 33 ore e
mezza di volo: un volo avventuroso, difficile, problematico soprattutto per combattere il sonno e per riuscire a seguire la rotta, scriverà poi in un suo libro che dopo ore ed ore di volo su un oceano
solitario, nello scorgere una flottiglia di pescherecci, si calerà su essi
a bassa quota per chiedere – riducendo il motore al minimo per
farsi sentire – da che parte si trova l’Irlanda.
La sua impresa ebbe vastissima risonanza, già all’atterraggio la folla
di migliaia di persone accorsa sul campo superò le scarse forze
della Polizia municipale e solo il caso lo salvò da calorose ma troppo pesanti attenzioni: la Francia lo onorò con la Legion d’Onore, il
presidente degli Stati Uniti lo riportò in patria sull’ammiraglia della
flotta americana nel Mediterraneo, l’incrociatore “Memphis” organizzando poi la grande parata di Broadway.
Una tragedia doveva colpire qualche anno dopo il grande trasvolatore, sposato nel 1929 con Ann Morrow, il primo dei suoi sei figli
verrà rapito nel 1932 ed ucciso dal rapitore che verrà identificato,
catturato e condannato a morte: pochi mesi dopo Lindberg si trasferirà in Inghilterra e successivamente in Francia. Allo scoppio della
2^ guerra mondiale rientrerà in Patria e si dedicherà al collaudo
di alcuni velivoli per controllarne le capacità belliche, poi sarà dirigente della Pan American World Airways e si spegnerà il 26 agosto
1974 nella sua residenza di Maui nelle Haway.
Il suo “Spirit of St. Louis” è attualmente nel Museo dell’Aria e dello
Spazio della Smithsonian Institution di Washington dove lo consegnò Lindberg nel 1929.
Per saperne di più
Moderno Prometeo e pioniere dell’aviazione, “amico” dei nazisti
e anticipatore della battaglia per l’ambiente: vita e leggenda di
una delle figure più affascinanti e controverse del secolo raccontata con dovizia di particolari da A.Scott Berg, che con questo
libro, edito in Italia da Mondadori, ha ottenuto il Premio Pulitzer
1999 per la migliore biografia.
“Lindbergh l’aquila solitaria” di A. Scott Berg - edizioni
Mondadori (2000).
> Nella pagina precedente: Charles
e Anne Lindbergh.
> A fianco: dipinto murale all’esterno
dell’Aeroporto di San Diego raffigurante Lindbergh.
11
Ph. Erik Farina
Isole Tremiti
di Stefania Marchiano
Alla scoperta delle “Perle dell’Adriatico”
Cinque isole di incredibile bellezza sorgono a circa 12 miglia al largo del Gargano in un mare dall’ac-
12
qua cristallina: sono le Isole Tremiti.
Questo arcipelago di dimensioni piuttosto ridotte (circa 3 kmq complessivi) è la meta preferita, ogni
anno, di migliaia di turisti in cerca di relax e soprattutto di una full immersion in una natura incontaminata ed estremamente eterogenea. Le cinque isole (San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e
Pianosa) offrono infatti la possibilità di esplorare ambienti di rara bellezza ed incredibilmente diversi fra
di loro. In appena 20 chilometri di costa ce n’è davvero per tutti i gusti: spiagge sabbiose contornate da
coste basse, baie, calette e promontori, ma anche coste alte e rocciose a strapiombo sul mare.
Un glorioso ed antico passato rende inoltre l’arcipelago ricco di monumenti e reperti appartenenti a
epoche che spaziano dall’età neolitica a quella greca e romana; in particolare l’isola di San Nicola offre
agli appassionati di storia ed archeologia numerose fortificazioni, muraglie, un’imponente fortezzaabbazia e la Chiesa di Santa Maria a Mare, risalenti all’XI° secolo. Inoltre per chi fosse in cerca di ulteriori
suggestioni non mancano storie, leggende ed aneddoti narranti le mille vicissitudini che hanno “fatto”,
nei secoli, la storia di queste isole: eroi greci, re, monaci, pirati, briganti e persino esiliati politici ne sono
gli assoluti protagonisti.
Come per tutti i nomi di luoghi che vantano una buona dose di fascino e mistero anche quello delle
Isole Tremiti ha origini incerte che oscillano tra storia e mito: anticamente chiamate Isole Diomedee
poiché avvistate, secondo la leggenda, proprio dall’eroe greco dopo una tempesta, avrebbero in seguito
acquisito il nome Tremiti dal terremoto (Tremetus) che le separò dalla penisola garganica.
Secondo invece la versione dello studioso Cocorella l’arcipelago, inizialmente composto da un’unica
isola ed un monte, cambiò nome a metà del XVI° secolo, quando mutò la propria conformazione geografica dando luogo a tre isole e a tre monti, da questi ultimi derivò appunto il nome Tremiti.
Oggi la sempre crescente presenza di turisti e visitatori ha fatto del turismo la principale risorsa eco-
Evento
Festività dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Viene celebrata il 15 e 16 Agosto.
Durante questa festa, la statua della Madonna viene portata in
processione sia a terra tra le vie dell’abitato, sia a mare, intorno alle isole, su di un peschereccio opportunamente addobbato.
Negli stessi giorni gli abitanti dell’isola organizzano altre manifestazioni quali una frittura gigantesca di pesce azzurro in piazza
e l’albero della cuccagna.
nomica dell’arcipelago, che in origine basava presumibilmente la
propria economia sulla pesca e sull’agricoltura. Delle cinque isole
solo San Domino e San Nicola sono abitate le altre, in parte per
le ridotte dimensioni, in parte per la particolare conformazione,
sono disabitate.
A partire dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri fondi nazionali e
comunitari hanno reso possibile il restauro dei monumenti storici
più importanti, inoltre nel 1989 è stata istituita la riserva naturale
marina “Isole Tremiti” .
Le cosidette “perle dell’Adriatico” sono un vero e proprio paradiso
terrestre tutto italiano e sono raggiungibili esclusivamente via mare
dai porti di Rodi, Peschici, Vieste, Manfredonia (Foggia) e Termoli
(Campobasso).
Per informazioni:
www.comune.isoletremiti.fg.it
www.isoletremiti.it
Ph. Erik Farina
Ph. Erik Farina
Estate e voglia di Mare
Una vacanza al sapore di mare: le migliori proposte in Italia e nel mondo
Quest’anno sono 25 le candeline spente sulla torta di Eurotravel. Oltre vent’anni di esperienza permettono all’operatore di fare la differenza e sono un elemento fondamentale per riuscire a proporre
in tutto il mondo strutture di alto livello e vacanze adatte a soddisfare le esigenze di tutti i viaggiatori.
Per l’estate 2008 Eurotravel propone quattro soluzioni mare davvero imperdibili in Messico, a Mauritius
e naturalmente in Italia.
Per chi sogna una bella vacanza da trascorrere sotto il caldo sole dei Tropici, Eurotravel consiglia il Catalonia Royal Tulum*****, situato nel cuore della Riviera Maya, in Messico, affacciato direttamente sulla
bellissima spiaggia di Xpu-Ha, in una splendida area caratterizzata da meravigliosi “cenotes” naturali.
Questo elegante complesso è raggiungibile in 50 minuti dall’aeroporto internazionale di Cancun e dista
20 minuti da Tulum e da Playa del Carmen.
Le 288 camere, dislocate in 6 edifici a 2 piani, perfettamente integrati nella vegetazione tropicale, sono
dotate di tutti i comfort; alcune sono attrezzate per portatori di handicap.
Particolarmente ricca risulta essere l’offerta gastronomica di questo villaggio che dispone di 6 ristoranti e 4 bar: il ristorante principale a buffet “La Selva”, “La Palapa”, il messicano “Centenario”, l’italiano
“Toscana”, il “Royal Steak” e “La Terrace”, dove è possibile gustare carne e pesce alla griglia. Durante il
giorno, lo staff di animazione internazionale organizza attività sportive e ricreative, giochi e tornei.
La sera, intrattenimento in teatro con spettacoli, cabaret, karaoke, bingo e tanta musica.
Quote a partire da € 990 a persona per un soggiorno “all inclusive” di 9 giorni e 7 notti con volo da
Milano e Roma.
Da quest’estate entra a far parte delle proposte Eurotravel il nuovissimo Pearle Beach Resort****
situato a Mauritius.
Questo delizioso complesso “all inclusive” è situato a Wolmar, Flic en Flac, lungo la costa occidentale
dell’isola, affacciata su un’incantevole spiaggia di sabbia bianca che crea uno splendido contrasto con
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l’azzurro cristallino dell’Oceano Indiano. Raccolto, ma allo stesso
tempo vivace, il resort offre ai propri ospiti un’atmosfera rilassante
e ospitale, oltre ad una vasta gamma di servizi. Il complesso dispone di 74 camere elegantemente arredate che offrono tutti i più
moderni comfort. All’interno del resort è presente un ristorante
principale che propone piatti internazionali e mauriziani con esotici
buffet e barbecue per la cena, grill e buffet d’insalate per il pranzo,
servito sulla terrazza presso la spiaggia. Al pool & beach bar, oltre
a rinfrescanti bibite e cocktail a base di frutti tropicali, si potranno
apprezzare i più spettacolari tramonti di tutta l’isola. Il complesso
dispone di una piscina fronte mare con vasca idromassaggio per
adulti e zona riservata ai bambini, di una terrazza solarium e di un
centro benessere con palestra. All’interno del resort è possibile
giocare dedicarsi agli sport di mare e praticare snorkeling nella laguna. Lo staff d’animazione internazionale propone un leggero programma d’intrattenimento che prevede durante il giorno attività
sportive e ricreative, giochi e tornei. La sera, musica e spettacoli.
Per questa proposta, quote a partire da € 1.290 a persona per un
soggiorno “all inclusive” di 9 giorni e 7 notti con volo da Milano e
Roma. Un bambino con età compresa tra 2 e 12 anni accompagnato da due adulti paganti avrà il soggiorno gratuito e pagherà
solo € 400 di quota volo.
Per quanto riguarda il mare italiano Eurotravel quest’anno punta
sulla bella Calabria e sul suo mare cristallino.
Inaugurato nella stagione estiva 2007, Cala dei Saraceni Resort
Spa & Congress****L sorge in una posizione panoramica sul mare
lungo la costa ionica nel tratto
più settentrionale, tra Calabria e
Basilicata a pochi chilometri dal
grazioso paese di Roseto Capo
Spulico e a 37 km da Sibari, rinomata per le antiche vestigia
della Magna Grecia. Accogliente e
raccolto, il complesso si sviluppa
ad ellisse intorno all’ampia piscina
con pool bar; è costituito da un
corpo centrale su due piani affacciato su una terrazza naturale
dove trovano spazio il ristorante
principale, il lounge bar, una parte
di camere e il Roof Garden Re-
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staurant, dal quale si possono apprezzare il panorama e l’antico
castello normanno. Intorno alla piscina ed alla zona relax con angoli
idromassaggio si affacciano le restanti camere e le prestigiose Acqua Suite. Questa nuova struttura, che si fregia del marchio Spirito
Libero, dedicata esclusivamente ad una clientela adulta, Eurotravel
propone per la prima volta la formula Super All Inclusive per usufruire di tutti i servizi di qualità e della frizzante animazione per
vivere intensamente la vacanza.
Quote a partire da € 690 a persona per un pacchetto volo e
hotel 7 notti con trattamento super all inclusive. Partenze previste
da Milano.
Affacciato direttamente sul mare, con spettacolare vista sullo
splendido Castello Aragonese, il Baia Degli Dei Beach Resort****
è un complesso di recente costruzione, vicinissimo al centro della
località “Le Castella”. Realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente
circostante unisce antichi ambienti e nuovi comfort. Il complesso
è ideale per trascorrere una vacanza fatta di mare, natura, relax,
ma anche di sport e divertimento. Il villaggio dispone di camere
arredate con gusto ed eleganza matte a disposizione degli ospiti
camere classic, superior, junior suite e suite. Il ristorante, in sala con
aria condizionata o sulla terrazza esterna, offre una cucina ricca di
piatti nazionali e tipici calabresi. Per quanto riguarda le attrezzature,
ci sono 3 piscine di cui una per bambini, un anfiteatro per l’animazione, campi da tenni, calcetto, ping pong e bocce, e una palestra
attrezzata, non mancano inoltre bar, bazar, tabacchi, parrucchiere,
internet point e servizio medico. È presente anche un centro benessere con idromassaggio, sauna e bagno turco; possibilità di fare
massaggi e trattamenti estetici. L’animazione diurna è all’insegna
dello sport, mentre quella serale prevede balli e divertimento.
Da maggio a settembre i bambini potranno usufruire di un programma settimanale di giochi tematici proposti dall’animazione.
Quote a partire da € 641 a persona per un pacchetto volo e hotel 7 notti con trattamento all inclusive light. Partenze previste da
Milano, Bergamo e Verona.
Per il solo soggiorno quote a partire da € 455 per persona a settimana con trattamento all inclusive light.
> Nella pagina precedente: Eurotravel Club Baia Degli Dei Beach
Resort - Calabria.
> Sopra: Eurotravel Club Cala dei Saraceni - Calabria.
Eurotravel Club Catalonya Royal Tulum - Messico.
Angoli di Roma
di Ester Giova
Il Gianicolo
Una passeggiata tra le più affascinanti di Roma è sicuramente
quella del Gianicolo, famosa oltre che per gli splendidi panorami
anche per la ricchezza di testimonianze storiche che permettono
di rivivere la storia della città. Il colle deve il nome a Giano, dio qui
venerato dagli antichi romani.
Vi furono poi edificati molti monasteri e chiese, tra cui quella di San
Pietro in Montorio che sorse proprio sul luogo dove, secondo la
tradizione, fu crocefisso San Pietro. Fu poi ricostruita per ordine di
re Ferdinando e di Isabella di Spagna. Nel cortile a destra si trova
il famoso Tempietto del Bramante (1502), piccolo ma armonioso
per le perfette proporzioni, chiaro simbolo del sogno rinascimentale di restituire Roma alla sua antica grandezza.
Durante il rinascimento nobili famiglie romane scelsero il Gianicolo
per costruirvi le loro sontuose dimore, oggi adibite a musei: Palazzo Corsini e Villa Farnesina alle pendici del colle, vicino al Tevere, o
più in alto Villa Lante.
Nel 1849 il colle fu teatro di scontri tra l’esercito francese che minacciava Roma e le truppe italiane guidate da Giuseppe Garibaldi.
In onore dell’eroe fu posta sul piazzale la grande statua equestre e,
sul viale in discesa, sorge il monumento di sua moglie Anita.
Il simbolo del Gianicolo è però la monumentale Fontana dell’Acqua Paola, tutta in marmo bianco; commemora la riapertura nel
1612 dell’acquedotto costruito da Traiano.
Deve il suo nome a Paolo V, papa Borghese, che la fece restaurare.
Simboli del colle sono anche il cannone che dal lontano 1904 annuncia ai romani lo scoccare del mezzogiorno e la “quercia del
Tasso”, in realtà il troncone fulminato del famoso albero alla cui
ombra si sedeva il poeta. Lo scrosciare dell’acqua del “fontanone”,
il panorama di Roma, il verde circostante, le splendide testimonianze del passato rendono il Gianicolo un luogo unico, cui dedicare
una passeggiata nel corso di una vacanza romana.
Ph. Flickr
Ph. Wikipedia
Per informazioni:
www.villafarnesina.it
www.galleriaborghese.it/corsini
> Sopra: fontana dell’Acqua Paola.
Il Faro.
Ph. Flickr
> A fianco: statua di Garibaldi
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Saint-Vincent
di Angelo Musumarra
La Riviera delle Alpi
Edouard Aubert, il famoso scrittore parigino che visitò la Valle d’Aosta nella seconda metà del XIX°
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secolo così descrive Saint-Vincent:…ad ogni passo il paesaggio offre orizzonti nuovi, scorci inattesi,
effetti di luce che sfuggono a qualsiasi descrizione. Poco fa avanzavo tra rupi scure, spoglie, sospeso
sull’orlo di un precipizio di cui gli occhi avevano difficoltà a sondare la profondità ed eccomi, ora in
una piana boscosa, marciando all’ombra di secolari castagni, distribuiti a macchia su colline coperte di
bionde messi…Proseguendo nello scritto descrive Saint-Vincent come…spettacolo grandioso e sorridente, luminoso e forte, che riempie il cuore di vive emozioni, fortifica lo spirito e fa pensare a Dio.
Ecco in poche parole la sintesi e l’anima del nostro paese.
Da sempre ospitalità, a Saint-Vincent, è sinonimo di qualità: strutture ricettive di ogni tipologia, dove potrete trascorrere piacevoli soggiorni, immersi nel verde o comodamente alloggiati in una zona centrale.
Qualsiasi sarà la soluzione scelta, rimarrete certamente soddisfatti dell’accoglienza!
Nell’estate 2008, alle emozioni sui tavoli del “Casino de la Vallée”, si aggiungono quelle organizzate dal
“Consorzio InSaintVincent”, per una serie di appuntamenti imperdibili con il divertimento, la cultura e
le tradizioni che si terranno nell’elegante piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, palcoscenico naturale delle
manifestazioni della cittadina termale.
Dopo il grande successo della “Gran Fondo di Saint-Vincent”, domenica 8 giugno con oltre mille e
quattrocentro iscritti che si sono confrontati in bicicletta sui diversi percorsi delle strade valdostane,
saranno di nuovo le due ruote a caratterizzare l’inizio della stagione estiva, sabato 12 luglio, con lo
spettacolare motoraduno curato dall’associazione “Teste di Caschi” di Saint-Vincent, che festeggia, con
i soci ed amici, il suo quarto anniversario. A coronare la giornata, la sera a partire dalle 21.30 sono in
concerto le band “Radiogang” e “DuraCultura”.
Sabato 26 luglio, alle ore 21.30, sarà la simpatia e l’arte magica di Raul Cremona, cabarettista e prestigiatore, spesso ospite della Casa da Gioco, a catalizzare l’attenzione di villeggianti e residenti, mentre il
giorno successivo, dalle 17.30, le degustazioni di prodotti tipici valdostani non mancheranno di essere prese d’assalto dai buongustai
che si troveranno a passare per la cittadina termale.
“InSaintVincent” presenta anche occasioni per uno svago speciale: i
più piccoli si potranno emozionare, martedì 29 luglio, con le “Fiabe
illuminate”, anticipate alle ore 21.00, mentre i più grandi, mercoledì
30, potranno divertirsi, alle 21.30, con il tradizionale “Bingo” e giovedì 31, tutta la famiglia, dalle 21.30, potrà godersi il grande cinema
all’aperto.
Il mese di agosto si apre con un incontro di grande prestigio: venerdì 1° agosto il colonnello del Ris (Reparto investigativo speciale)
di Parma, Luciano Garofano (vedi foto), sarà ospite, alle 21.30, del
salotto curato dal libraio eporediese Italo Cossavella, dove parlerà
della sua esperienza professonale presentando il suo libro, “Delitti imperfetti atto I e atto II”. Si torna a sorridere con il cabaret
d’autore, alle 21.30 di sabato 2, insieme a Rocco Barbaro, mentre
si veleggerà verso il romantico musical “Romeo e Giulietta”, in programma alle 21.30 di domenica 3 agosto nell’ambito del “Festival di
Musica da Camera” di “Artété”, sull’onda golosa delle degustazioni
di prodotti tipici, il pomeriggio dalle 17.30.
Per la gioia dei più piccini, martedì 5, tornano, alle 21.00, le “Fiabe
illuminate”, così come per i grandi il tradizionale “Bingo”, alle 21.30
di mercoledì 6 agosto. Per il salotto culturale di Cossavella, alle
21.30 di giovedì 7 agosto, il giornalista Oliviero Beha sarà il cuore
del talk-show sui temi più attuali.
Venerdì 8 agosto si apre la “tre giorni” dedicata all’undicesima edizione del “Festival di Saint-Vincent di Teatro di Strada”, dove, fino a
domenica 10, i migliori “buskers” si esibiranno per le vie del centro
storico, per divertire e stupire grandi e piccini.
A Saint-Vincent c’è spazio anche per gli amanti del ballo: una delle
migliori orchestre, quella di “Radio Zeta”, suonerà in piazza Zerbion lunedì 11 agosto dalle 21.30, per volteggiare sotto le stelle.
Si entra in una altro magico mondo il giorno seguente, al Palasport dalle 21.00, con i personaggi fantastici della Melevisione e il
suo pubblico di giovanissimi, che ritroverà i suoi beniamini anche il
19 agosto. Dopo le tranquille emozioni del Bingo, giovedì 13 alle
21.30, in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto inizia un crescendo di
emozioni: venerdì 14 il filosofo Stefano Zecchi e la sua visione della
bellezza animano il talk-show di Cossavella, la comicità di Baz in
veste di “lettore multimediale” arriva domenica 16 mentre lunedì
17 sfilano le candidate alla fascia di “Miss Cinema” per “Miss Italia”,
in una serata che chiude il pomeriggio dedicato alla degustazione
di prodotti locali. Martedì 18 agosto la rassegna “Artété” sceglie
nuovamente lo sfondo della piazza centrale di Saint-Vincent per il
concerto della “Fanfara di Tirana”. Ancora “Bingo” e cinema, rispettivamente il 20 e il 21 agosto, coronati dall’ultimo appuntamento
con le degustazioni, domenica 24 a chiusura della due giorni della
Fiera delle Alpi, incorniciano il talk-show con Paolo Crepet venerdì
22 e il cabaret stralunato, sabato 23, di “Pino e Gli Anticorpi”.
Cultura, cabaret, tradizione ed appuntamenti di prestigio: come
fare quest’estate a non passare per “InSaintVincent”?
Per informazioni:
www.saintvincentvda.it
www.palais.it
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Borsa del Turismo di Montagna
A Saint-Vincent debutto con 100 Tour Operator
Dal 27 al 30 marzo si è tenuta a Saint-Vincent, al Centro congressi del Grand Hotel Billia, la prima edizione di BuYn’Vda, la Borsa
Internazionale del Turismo di montagna, organizzata da TTG Italia,
Regione Valle d’Aosta e La Chambre, la Camera di Commercio, il
cui presidente, Pierantonio Genestrone, ha detto: “con l’iniziativa
abbiamo voluto far diventare protagonista l’offerta turistica valdostana, confrontandoci con i maggiori acquirenti a livello internazionale”.
Si è trattato di un importante passo innovativo perché, come ha
ancora aggiunto Genestrone, “sono stati i Tour Operator a venire a
conoscere la nostra regione, la nostra offerta e le nostre strutture
e non il contrario come solitamente avveniva”.
I venditori partecipanti sono stati 29, dai Consorzi Turistici alle terme, dal Casinò ai Maestri di sci, dalla Adava, l’Associazione degli
albergatori, alla Fondazione per la formazione professionale e turistica e molti privati.
La risposta è stata molto positiva e tale da far pensare “all’apertura di un percorso che potrà diventare ancora più proficuo in
futuro”, ha detto l’Assessore Regionale al Turismo Ennio Pastoret.
Per quanto riguarda i Tour Operator, il 76 per cento è arrivato
dall’estero e il 24 per cento dall’Italia. Per quanto riguarda l’estero,
vi sono stati 18 tedeschi, 14 russi, 10 inglesi e altrettanti ungheresi,
e poi 7 americani, 6 polacchi e rappresentanti di Olanda, Norvegia,
Repubblica Ceca, Francia, Danimarca, Belgio e Svezia.
Uno dei momenti “clou” è stato il 28 marzo quando il Centro
Congressi si è trasformato in una Piazza Affari in miniatura con gli
incontri fra i “buyer” e i “seller”.
Paolo Audino, amministratore delegato di TTG Italia, azienda che
è attiva nel settore della formazione di operatori specializzati in
ambito turistico, ha detto che “il mercato valdostano ha grandi potenzialità, però ha bisogno di essere adeguatamente strutturato, per
vincere la forte competizione che vi è ormai a livello internazionale; per questo abbiamo anche previsto impegni di formazione per
operatori locali”.
Per i “buyer” italiani e stranieri che ancora non conoscevano la
Valle d’Aosta sono state organizzate una serie di visite ai principali
comprensori sciistici, una salita a Punta Helbronner, con la “funivia
dei ghiacciai”, escursioni con racchette da neve e un “trekking e
yoga”; e ancora la scoperta fra cultura, sport ed enogastronomia
della Comunità Montana Gran Paradiso, del castello di Sarre e
delle terme di Pré-Saint-Didier.
Per il progetto BuYn’Vda sono stati investiti più di 200 mila euro.
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Palmanova (Udine)
di Giulia Zanello
Città fortezza a forma di stella
Una stella a nove punte protetta da un largo fossato e
tre cerchie di fortificazione, tre porte d’accesso
che conducono ad un
cuore esagonale racchiuso al centro: è così
che appare Palmanova
dall’alto.
Traccia riconoscibile della dominazione
veneziana, la cittadina nasceva il 7
ottobre 1593 per volontà della Serenissima Repubblica come tentativo di arginare e contrastare le incursioni ottomane.
La città fortezza, concepita come macchina bellica e disegnata a
tavolino secondo canoni geometrici, esprime un ordine ed un’elegante razionalità che rimandano alla perfezione classica.
Dall’esterno gli unici edifici visibili oltre alle mura sono le tre porte
monumentali, stilisticamente diverse, ma che mantengono tuttora
le caratteristiche architettoniche originali: Porta Aquileia fu la prima ad essere eretta, ed è l’esempio della fusione tra la ricchezza
e l’eleganza della pietra d’Istria, Porta Cividale ospita nella parte
superiore il Museo militare e da Porta Udine sono ancora visibili le
rovine del ponte levatoio.
All’interno della fortezza sono ancora presenti gli edifici militari,
come il Civico Museo storico di Borgo Udine, che ospita collezioni di armi antiche e l’Antica Polveriera Veneta, che rappresenta
il più antico edificio datato della località. Una serie di costruzioni
risalenti all’età napoleonica, come la Polveriera Napoleonica e la
Caserma difensiva, completano infine lo scenario di questo gioiello
urbanistico.
Per rimanere immersi in questo clima storico e per comprendere
un quadro vivente della Palmanova del ‘600, non si può mancare il
12 e 13 luglio alla rievocazione storica in costume, con la parata tra
dame, nobili e popolani, durante la quale vengono simulate vere e
proprie battaglie e sfide tra le borgate.
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© Ufficio Turismo Palmanova
© Ufficio Turismo Palmanova
> Sopra: Porta Udine.
> Sopra a sinistra: antica mappa di Palmanova.
> Sotto: il Duomo e la Piazza Grande.
Una delle stagioni in cui si può apprezzare in particolar modo la
bellezza di questa cittadina è proprio l’estate: piacevolmente seduti
a sorseggiare un aperitivo al Caffè Torinese, si può ammirare la meravigliosa Piazza Grande, sotto lo sguardo austero dello stendardo,
simbolo della fortezza che s’innalza da un basamento in pietra.
Sulla piazza si affacciano pure i principali edifici come il Duomo
dogale, risalente al primo Seicento, il Palazzo del Provveditore, sede
attuale del Municipio, la Loggia della Gran Guardia e il Palazzo del
Monte di Pietà. Ogni lunedì la piazza si trasforma in un enorme
mercato che rimanda alle antichissime tradizioni seicentesche: qui è
possibile degustare ed acquistare golosità e prodotti tipici friulani.
Per informazioni: www.comune.palmanova.ud.it
Castello di Govone
di Elvira Augello
Roccaforte nelle Langhe e Roero
Con i suoi splendidi panorami collinari che esaltano l’unicità del
suo territorio, conosciuto soprattutto per il ricco patrimonio enogastronomico, le Langhe e Roero vantano una considerevole presenza di roccaforti di importanza storica. È stata creata una rete fra
i castelli presenti sul territorio al fine di valorizzare tale patrimonio
architettonico.
Grazie a questo progetto si potranno conoscere, oltre alla storia
dei luoghi, le leggende, gli aneddoti e gli avvenimenti delle fortezze
che da secoli vigilano sul territorio facendone ormai parte integrante. I protagonisti sono i castelli di: Grinzane Cavour (sede del
suggestivo “Museo delle Langhe”), Govone (custode di un originale
ciclo di “papier peint”), Serralunga d’Alba (la meglio conservata fra
le fortezze difensive che punteggiano numerose le colline di Langa), Barolo (le cui cantine testimoniano la nascita del “re” dei vini, il
Barolo, e che dal prossimo anno diverrà sede del Museo del vino
firmato da François Confino), Magliano Alfieri (dimora dell’adolescenza per il futuro drammaturgo Vittorio), Roddi (castello destinato a trasformarsi in museo), Mango (sede dell’Enoteca regionale
del Moscato) e Benevello (indissolubilmente legato alla figura del
beato Francesco Faà di Bruno).
Le roccaforti sono presentate ai visitatori attraverso una serie di
iniziative e spettacoli itineranti fino al mese di luglio.
Splendore e sfarzo sono termini che descrivono molto bene il Castello di Govone: il salone d’onore e l’ampio scalone che collega il
parco, i pregiati stucchi e i preziosi “papier peint” cinesi raccontano
di una dimora fastosa, disegnata secondo il genio juvarriano sullíimpianto medievale di un maniero trecentesco.
Ph. Wikipedia
E un nome, su tutti, risuona tra le sue stanze: quello di Jean Jacques
Rousseau che, ancora giovane, fu chiamato dai Solaro per risistemare la biblioteca.
Il castello di Govone fu ricostruito alla fine del Seicento per i Conti Solaro, all’epoca proprietari, seguendo i progetti degli architetti
Guarino Guarini e Benedetto Alfieri. A fine ‘700 castello e terreni
passarono allo Stato e successivamente vennero acquistati da Vittorio Amedeo III di Savoia.
Dopo una serie di vicissitudini e di passaggi di proprietà l’antico
maniero tornò in possesso dei Savoia. Furono molti gli artisti che
vi lasciarono il loro contributo: Giuseppe Cardone, Michele Borda,
Luigi Vacca, Fabrizio Sevesi, Carlo Pagani e Andrea Piazza.
Castello e terreni rimasero di proprietà dei Savoia fino al 1870. Nel
1897 l’Amministrazione Comunale di Govone acquistò il castello.
Sono stati molti gli interventi conservativi eseguiti negli ultimi anni,
come i restauri del portale principale d’ingresso al castello e delle
porte del salone delle feste, dei pavimenti in legno del piano nobile,
degli affreschi della cappella di corte e all’esterno il restauro delle
facciate nord e sud.
Nel 1997, il castello di Govone è stato riconosciuto dall’U.N.E.S.CO.
come patrimonio dell’Umanità ed è entrato a far parte del circuito
storico culturale delle Residenze Sabaude.
Per informazioni:
www.comune.govone.cn.it
www.sitiunesco.it
Lucchetti Attrezzature Alberghiere
Da 50 anni nel mondo Professional Food-Service
Cosa hanno in comune i più noti Alberghi, i più rinomati Ristoranti
piuttosto che le grandi mense aziendali o le Scuole Alberghiere
della Valle d’Aosta?
La risposta è semplicissima. Dovendo garantire una quantità di pasti
numericamente e qualitativamente impegnativa sono dotati di impianti di cucina Zanussi Electrolux, un marchio rappresentato ormai
da cinquant’anni da Lucchetti Attrezzature Alberghiere.
La famiglia Lucchetti ha alle spalle quasi mezzo secolo di vita imprenditoriale, tanto che ormai con i fratelli Guido, 47 anni, e Paolo,
39, ha già consolidato il passaggio alla terza generazione, con il prossimo arrivo in azienda di Matteo e Simone.
Nel 1959 nasce a Châtillon Elettrocasa, che si specializza nella vendita di elettrodomestici a marchio Rex (sempre facente parte del
gruppo Zanussi).
Francesco e Wilma Lucchetti sono tra i primi in Valle d’Aosta a
lanciarsi in questo settore. Loro non lo sanno ancora ma si tratta
di un’intuizione felice visto che anticipano di pochissimo il boom
economico degli anni ’60 che trasformerà gli elettrodomestici da
oggetti di lusso per pochi a costosi, ma non impossibili, sogni per le
famiglie italiane del tempo.
All’inizio degli anni ’60 – commenta Guido Lucchetti – papà inizia
ad occuparsi anche del settore “professionale”, vale a dire dei macchinari destinati a comporre gli impianti di cucina di ristoranti e alberghi, strutture che proprio in quegli anni cominciavano a sorgere
in Valle d’Aosta di pari passo con l’aumentare del turismo. Sino ad
allora per realizzare un impianto del genere bisognava spostarsi nei
grandi centri urbani, quali Torino o Milano.
Le apparecchiature di quel tempo erano relativamente semplici e
con pochi contenuti tecnologici: cucine a gasolio, tavoli da lavoro,
celle frigorifere, lavastoviglie, ecc.
Negli anni queste apparecchiature sono diventate sempre più sofisticate ed in grado di soddisfare le più svariate esigenze: forni multifunzione in grado di cucinare in maniera del tutto automatica e di
auto-lavarsi a fine servizio, abbattitori rapidi di temperatura, confezionatrici sottovuoto, cuocipasta automatici e piastre vetrocerami-
che ad induzione capaci di bollire 5 lt. di acqua in 80 secondi!
“Oggi - confessa con una punta d’orgoglio Paolo – ci ritroviamo
a sostituire in alcuni locali impianti ed apparecchiature installati da
papà”. Sono i figli, ed in qualche caso i nipoti dei titolari di allora che
hanno rilevato l’attività del padre o del nonno, a chiamarci. Segno
di un rapporto fiduciario che si perpetua nel tempo, da una generazione all’altra.
I fratelli Lucchetti illustrano così l’attività dell’azienda che oggi conta
su una squadra articolata e ben strutturata composta da addetti
commerciali e da tecnici; mentre la progettazione degli impianti è
curata direttamente da Guido, la gestione e l’amministrazione è seguita dal fratello Paolo.
I dieci collaboratori, che sono parte vitale ed integrante dell’azienda, provvedono direttamente alle varie fasi dell’attività aziendale,
quali trasporto, assemblaggio, installazione e collaudo delle apparecchiature nonché all’assistenza tecnica post-vendita, vanto e fiore all’occhiello dell’azienda (basti pensare che ogni anno vengono
gestite mediamente quasi 3.000 richieste di assistenza tecnica nel
solo territorio valdostano con una movimentazione di oltre 10.000
parti di ricambio).
Infine – confidano i fratelli Lucchetti – supportati dai protagonisti
dell’enogastronomia regionale e nazionale, per continuare a tramandare la tradizione culinaria che ci appartiene, adeguandola alle
nuove tecnologie disponibili, abbiamo creato dal 2006 una piattaforma - un vero e proprio atelier de cuisine - dedicato agli operatori del settore della ristorazione, dalla quale prendono vita nuove
idee, nuovi metodi e nuove proposte per “fare cucina”; il tutto per
valorizzare ancora di più gli alimenti e gli antichi sapori.
Parco naturale Mont Avic
Area protetta valdostana
I comuni di Champdepraz e Champorcher ospitano l’unico parco naturale della Valle d’Aosta, area protetta che tutela un ampio
territorio caratterizzato da paesaggi suggestivi e poco modificati
dall’uomo. La rete sentieristica include un tratto dell’Alta via n. 2 e
della “Via alpina” e si snoda in una fascia altimetrica compresa fra
il fondovalle della Dora Baltea ed i 3185 m del Mont Glacier, vetta
posta sullo spartiacque che separa i bacini dei torrenti Chalamy e
Ayasse. La prima vallata presenta diffusi affioramenti rocciosi d’alta
quota ed una vasta fascia forestale dominata dal pino uncinato,
mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore estensione
delle praterie alpine.
L’intero parco è ricco di acque superficiali che danno origine ad
innumerevoli corsi d’acqua e ad oltre 40 laghi alpini; alcuni antichi
bacini lacustri ospitano ora torbiere di elevato valore naturalistico,
ricche di specie floristiche e faunistiche rare e localizzate.
La fauna è estremamente diversificata, vista l’ampia gamma di
ambienti presenti; alcuni fra i più conosciuti animali alpini quali il
camoscio, lo stambecco e la marmotta sono agevolmente osservabili soprattutto nella conca di Dondena, mentre Champdepraz
ospita molte specie di uccelli delle foreste ed un elevatissimo numero di farfalle ed altri insetti. Il Parco naturale Mont Avic può essere raggiunto sia da Champdepraz seguendo la strada comunale
che porta a Chevrère (1.300 mt.), sia da Champorcher (località
Mont-Blanc 1.700 mt. e, in periodo estivo, Dondena 2.100 mt.).
I rifugi alpini situati in località Lac Blanc, Dondena e Miserin consentono nei mesi estivi un’agevole permanenza nell’area protetta.
Il Centro visitatori del Parco con annesso museo naturalistico è
situato a Chevrère; lo spazio destinato all’accoglienza del pubblico
è stato rinnovato nella primavera 2008 e presenta un’esposizione
dedicata alla Rete delle aree protette alpine (Alparc - Convenzione delle Alpi). Un totem consente di interrogare i siti Internet
del Parco Naturale Mont Avic, di Alparc e di Federparchi, ricchi di
informazioni riguardanti parchi e riserve naturali.
Il Parco Naturale Mont Avic è la prima area protetta europea ad
essere stata registrata ai sensi della direttiva comunitaria EMAS
(gestione ambientale verificata). Ai visitatori viene richiesto di evitare qualsiasi comportamento che possa danneggiare l’ambiente
e di seguire esclusivamente i sentieri segnalati al fine di ridurre il
disturbo arrecato alla fauna; i cani possono essere introdotti nel
parco, purché al guinzaglio.
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso
di Elvira Augello
Lo straordinario mondo dell’alta montagna
Primo parco nazionale istituito in Italia, il Parco Nazionale del
Gran Paradiso, abbraccia un ampio territorio di alte montagne che
arrivano fino a 4.061 metri, vetta del Gran Paradiso.
È caratterizzato da un ambiente prevalentemente alpino in cui le
montagne incise e modellate nel tempo dai ghiacciai e dai torrenti
hanno dato origine alle attuali vallate. I boschi, che ricoprono quasi
il 20% della superficie totale dell’area protetta, sono di notevole
importanza e rappresentano il rifugio per un gran numero di specie animali come ad esempio lo stambecco, simbolo del parco, la
marmotta, il gipeto e l’aquila reale che spesso attirano lo sguardo
dei turisti durante le loro passeggiate.
Un ambiente così variegato rappresenta una meta per tantissimi
visitatori tutto l’anno. Boschi di larici, pini e abeti, vaste praterie e
pascoli alpini ricchi di fiori nella stagione estiva, rocce e ghiacciai
costituiscono, infatti, lo scenario ideale per l’esistenza di una fauna
ricca e per una visita alla scoperta del mondo dell’alta montagna
in ogni stagione. La primavera e l’estate sono i mesi della fioritura
e delle escursioni d’alta quota e l’inverno, quando il territorio si
ricopre di neve, è l’occasione per passeggiare con gli sci.
Flora, fauna e un ricco patrimonio culturale: questo è il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Paesi e alpeggi confermano la lunga storia della civiltà dei pastori, nei villaggi elementi decorativi e artistici
testimoniano una religiosità popolare, sulle facciate delle case si
possono vedere affreschi, probabili ex-voto risalenti all’Ottocento. Interessanti espressioni artistiche popolari sono rappresentate
dai piloni votivi, presenti soprattutto in Val Soana, dislocati anche a
quote elevate lungo i principali itinerari pedonali: il più alto si trova
a 2.000 metri, a ridosso del Santuario di San Besso.
Ph. Enzo Massa Micon - archivio PNGP
Un po’ atipico e collocato a 2.019 metri di quota, il Santuario, raggiungibile solo a piedi dopo quasi due ore di cammino, ogni anno
il 10 agosto, richiama centinaia di fedeli che vi si recano per venerare il Santo. L’ultimo fine settimana di agosto anche il Santuario di
Pascondò, a Ribordone, si anima richiamando quasi un migliaio di
persone che si radunano per celebrare una grande festa religiosopopolare. Il Santuario venne costruito nel XVII secolo.
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è davvero un territorio ricco
sotto tutti gli aspetti. Gli ambienti che lo caratterizzano sono un
autentico paradiso che vale davvero la pena visitare.
Per informazioni:
www.pngp.it
Ph. Luciano Ramires - archivio PNGP
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© ThreeSixty
L’Oro Blu
Acqua e territorio valdostano
L’acqua è una risorsa rinnovabile ma l’intensità del suo sfruttamento e l’elevata densità degli insediamenti civili e produttivi, che ne determinano il degrado qualitativo, stanno riducendo la disponibilità
di questa risorsa sia per quanto riguarda la vita degli ecosistemi naturali, sia per il soddisfacimento dei
bisogni civili ed economici.
Inoltre, con frequenze sempre più ricorrenti, veniamo sollecitati a riflettere sul problema dell’emergenza acqua. Questo consegue anche al fatto che alle aree storicamente caratterizzate dalla mancanza di
questa risorsa, colpite da periodiche siccità, si aggiungono processi di degrado della qualità delle acque,
sprechi, utilizzi irrazionali e l’affacciarsi preoccupante delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Anche in Valle d’Aosta le risorse idriche hanno difficoltà a soddisfare tutte le richieste per uso potabile,
ambientale, irriguo ed industriale. L’amministrazione regionale ha dunque ritenuto necessario delineare
azioni di governo della risorsa acqua, che garantiscano un giusto equilibrio tra le necessità idriche per
lo sviluppo economico e sociale e la tutela dell’ambiente naturale predisponendo il Piano Regionale di
Tutela delle Acque.
Il Piano, approvato nel febbraio del 2006 dal Consiglio regionale, definisce il quadro delle azioni, degli
interventi, delle regole e dei comportamenti per la tutela della qualità e della quantità delle acque e al
tempo stesso per la salvaguardia e la riqualificazione dell’ecosistema fluviale.
Con il Piano la Valle d’Aosta ha iniziato un percorso di riorganizzazione normativa della materia che
vedrà come prossima tappa una specifica legge sulla gestione delle risorse idriche nella quale saranno
ribaditi gli obiettivi già anticipati nel Piano e riorganizzate le diverse procedure per il razionale utilizzo
delle risorse idriche.
Da dove proviene l’acqua?
L’acqua, in un territorio alpino, si presenta come ghiaccio in alta quota, acqua corrente nei torrenti
e fiumi, acqua ferma nei laghi e acqua fluente nel sottosuolo. Si tratta di un sistema costantemente
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© ThreeSixty
alimentato dalla pioggia e dalla neve e pertanto si definisce risorsa
rinnovabile. Le varie tipologie di materiali danno luogo a modalità
diverse di circolazione dell’acqua che producono: le sorgenti e le
falde acquifere.
Le sorgenti.
Sono punti di fuoriuscita terminali delle acque circolanti nelle fratture delle rocce. In Valle d’Aosta sono circa 2000, con una portata
piuttosto limitata: pochi litri al secondo.
Le falde acquifere.
Sono una sorta di fiume sotterraneo, dalla velocità di scorrimento,
nei sedimenti alluvionali del fondovalle, piuttosto ridotta. In Valle
sono localizzate nei settori più ampi del fondovalle, dove i sedimenti raggiungono la massima estensione e lo spessore maggiore,
come ad Aosta dove è pari a più di 200 metri. La falda si può
trovare ad una profondità variabile da 1 metro sino a 35 metri e si
innalza in estate con lo scioglimento dei ghiacciai. Localmente può
venire in superficie dando origine a laghi, come a Les Iles di SaintMarcel, a pochi chilometri da Aosta.
La captazione delle acque di falda avviene con pozzi dotati pompe
che garantiscono portate di decine di litri al secondo.
Il Monitoraggio.
Il concetto dei nuovi sistemi di monitoraggio è che il corpo idrico
deve essere visto nel suo insieme fatto di acqua, vegetazione, fauna,
substrato geologico, ma anche di
interazioni con l’ambiente circostante, tenendo conto di morfologia, clima e antropizzazione.
L’ARPA, ente preposto al monitoraggio in Valle d’Aosta, ha predisposto due reti di controllo delle
acque superficiali, una per la Dora
Baltea ed i suoi affluenti e l’altra
per i laghi.
Le stazioni di campionamento
sono 30 per i fiumi ed i torrenti e
20 per i laghi considerati a rischio
per impatti antropici legati ad attività turistiche.
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© ThreeSixty
Rifugio Punta Chaligne
di Eugenia Mola di Larissé
Un modo originale di vivere la montagna
I
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l rifugio Chaligne rappresenta un modo di vivere la montagna un po’ speciale. È quella montagna che
si adatta a gite di qualunque livello e che nelle notti d’estate, quando tutto è silenzio, stanchi dopo
lunghe camminate fra le vette più alte d’Europa, si assapora chiacchierando sino a quando il sonno
impasta le parole.
Moira Henriet, progettista laureata in architettura, nata e cresciuta in Valle d’Aosta e di antiche origini
valdostane, oltre alla professione che ama e che svolge fra Aosta e Milano, ha deciso negli ultimi anni di
ristrutturare e di gestire personalmente un vecchio caseggiato di media montagna, dando al luogo un
sapore molto speciale. È una vallata, quella del Gran San Bernardo, in particolare la zona di Buthier e
Chaligne, che conosce molto bene perché da piccola vi trascorreva le vacanze correndo in quei prati
accompagnata dal nonno e dai genitori.
L’idea di ristrutturare una parte dell’Alpeggio di Chaligne, di proprietà della famiglia, mantenendone
tutte le peculiarità, senza interventi invasivi, ma che piuttosto ne valorizzassero la storicità, è nata nel
1998. Affrontate tutte le problematiche legate alla fattibilità di un orientamento ecocompatibile con il
recupero, ove possibile, dei materiali originali e con l’impiego di quelli locali, il progetto viene approvato
nel 2003 per poter poi prendere forma nel 2006. Nasce così il rifugio Chaligne, in una zona di media
montagna, meno conosciuta dal turismo di massa, dove al momento non vi sono altri rifugi (in progetto
quello del Fallère), gestito al femminile e curato nei minimi particolari.
Le mie montagne sono quelle del Sud Tirolo, sono nata lì, ai piedi delle Dolomiti, ma ho imparato a
rispettare l’imponenza e la severità delle vette valdostane, grazie a Moira, al suo rifugio e alla sua ineguagliabile accoglienza. A volte parto con uno dei miei cani, dopo una mattinata di lavoro, e m’incammino
sul sentiero che sale verso la Punta, fra prati e boschi. Seguo il suono lontano dei campanacci delle
mucche al pascolo, ascolto il cinguettio degli uccelli, osservo il volo dei piccoli rapaci, sento il fischio
delle marmotte man mano che mi avvicino alla meta. Raramente scorgo uno scoiattolo che sceso da
Scheda tecnica
Rifugio Chaligne 1943 mt.
Località: Alpe Chaligne - Gignod - Valle d’Aosta
Villaggio vicino: Buthier
Massiccio: Mont Fallère - Pointe Chaligne
Accesso: a piedi o in mountain bike - 1.15 h da Alpe Mendey
(segnavia 3A)
Responsabile: Henriet Moira
Telefono: 348.3366924
Mail: [email protected]
Sito internet: www.chaligne.com
Apertura: giugno - settembre
Disponibilità: 36 posti letto
Prezzi: 35/60 euro mezza pensione
un albero, mi guarda incuriosito e poi se ne va indaffarato.
Arrivo nel primo pomeriggio, dopo una camminata di un’ora circa
per raggiungere i 1943 metri di altitudine, per uno spuntino che, fra
una chiacchiera e l’altra, si trasforma in una ricca merenda. Moira
mi dedica un po’ del suo tempo e mi racconta della sua esperienza:
“è un vero work in progress, ogni giorno imparo cose nuove; un
confronto continuo con un mondo che non conoscevo, affronto
mille problemi, i più disparati, mi alzo all’alba e vado a dormire
quando tutti si sono ritirati”.
“Il rifugio è stato progettato come rifugio meta per cui con qualche
confort in più rispetto alla tipologia abituale”. Moira ha investito
Come raggiungere il rifugio
Da Aosta si segue la S.S. n. 27 in direzione Gran San Bernardo;
oltrepassato il Comune di Gignod dopo 4 km. si incontra il bivio
per Buthier sulla sinistra; si sale per altri 4 km. dove inizia la
strada rurale.
Dal Tunnel del Gran San Bernardo si segue la S.S. n. 27 in direzione Aosta; oltrepassato di Comune di Etroubles dopo 5 km
si incontra il bivio per Buthier sulla destra; si sale per altri 4 km.
dove inizia la strada rurale.
molte energie anche nella ristorazione: propone piatti e prodotti
della tradizione valdostana valorizzando in particolare quelli degli
alpeggi attivi nella zona, il tutto viene reinterpretato in modo più
creativo. È difficile resistere alla tentazione dei profumi che provengono dalla cucina soprattutto quando si rientra da camminate più
impegnative: Punta Chaligne (2.607 mt.), Mont d’Arsy (2.827 mt.),
Mont de La Tsa (2.742 mt.) e il Mont Fallère (3.090 mt.).
Le camere, per chi decide di fermarsi e suddividere la camminata in
più tappe, sono essenziali, ma confortevoli, caratterizzate da diversi
colori e accessibili anche a disabili.
Tutte sono dotate di servizi. La struttura inoltre è attrezzata con
pannelli solari per garantire un’ecologica produzione di acqua calda e l’integrazione del sistema di riscaldamento nei periodi meno
caldi.
Il rifugio Chaligne è raggiungibile da tutti, giovani e meno giovani,
camminatori e non, poiché è disponibile un servizio navetta su
richiesta e una comoda strada poderale è percorribile in auto dai
portatori di handicap. I progetti di
Moira sono moltissimi: dal connubio agricoltura-turismo a iniziative diverse destinate a bambini o
adulti per conoscere e vivere la
montagna rispettandola.
Lascio il rifugio sempre a malincuore, ma so di potervi tornare
in qualunque momento per ritrovare quel clima familiare che solo
Moira sa creare con la sua passione e le sue attenzioni.
Mi porto a casa panorami indescrivibili e un grande senso di
pace e silenzio.
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Ph. Metrò Studio Associato
La Via Francigena in Valle d’Aosta
di Viviane Bellot
Alla scoperta di uno dei più antichi itinerari di pellegrinaggio
La Via Francigena, l’itinerario che da Canterbury porta a Roma, non è solamente un cammino di fede
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intrapreso da migliaia di romei (i pellegrini diretti a Roma) nel corso dei secoli, ma soprattutto un
percorso nella storia e nella cultura europea essendo stato, sin dall’epoca medioevale, una delle più
importanti vie di comunicazione. Queste considerazioni hanno portato il Consiglio d’Europa a riconoscere il 9 dicembre 2004 la Via Francigena come “Grande Itinerario Culturale Europeo”.
In Italia il cammino trova la porta di ingresso proprio in Valle d’Aosta, al Colle del Gran San Bernardo,
per poi proseguire lungo la valle del Grand-Combin e, una volta giunti ad Aosta, scendere sino a PontSaint-Martin, lungo la vallata centrale.
Si tratta di un percorso interamente percorribile a piedi, in bicicletta ed addirittura a cavallo.
Da segnalare la recente iniziativa, organizzata dalla Federazione Italiana sport equestri, di una “Cavalcata
lungo la Via Francigena”, che ha visto come testimonial il noto paroliere Giulio Rapetti in arte Mogol, e
che, per l’anno prossimo, nelle intenzioni del maestro, dovrebbe portare sul territorio valdostano più
di 200 cavalieri.
Lungo l’itinerario, tracciato da apposita segnaletica orizzontale ed arricchito da numerosi pannelli tematici, è possibile ammirare oltre alle bellezze che la natura offre, anche chiese, castelli e perché no, fare
una pausa per degustare prodotti tipici e vini locali.
Il recupero nonché la rivitalizzazione della “strada” che rappresenta l’unione e la comunicazione tra le
diverse culture dei paesi europei è stato possibile grazie anche al progetto di cooperazione transnazionale Leader Plus denominato “I Cammini d’Europa”, con il quale il Gal Valle d’Aosta, in partenariato
con altri Gal, italiani e stranieri, ha lavorato con enti pubblici e privati, su scala locale, regionale, nazionale
ed europea, per valorizzare e promuovere questo itinerario.
Tra le tante iniziative, per il terzo anno consecutivo, durante l’estate, con la collaborazione delle AIAT
presenti lungo il tracciato valdostano, prenderanno avvio “Le giornate del pellegrino”, che permette-
geie.com e sul portale www.camminideuropa.com. In Valle d’Aosta vi sono tutti i presupposti per migliorare ed ampliare ulteriormente il prodotto turistico “Via Francigena”, in modo da renderlo
strutturato ed in grado di offrire, a chi lo desidera, l’opportunità di
conoscere un volto diverso della nostra splendida valle, ripercorrendo le antiche tappe di pellegrinaggio.
Ovviamente per conseguire detto risultato occorrerà la collaborazione non solo degli enti locali ma anche e soprattutto dei privati, i
quali sinora hanno dimostrato di credere in questo progetto.
ranno a turisti e non di scoprire e vivere il fascino della Via Francigena in compagnia di una guida escursionistica.
Segnale forte dell’importanza di valorizzare il percorso, non solo
quale itinerario di pellegrinaggio, ma anche e soprattutto quale itinerario turistico-culturale, viene anche dagli operatori privati.
Ad oggi sono già 35 le strutture che, in Valle d’Aosta, hanno deciso
di accreditarsi alla rete de I Cammini d’Europa, organizzazione che
a livello nazionale vede più di 120 strutture accreditate, le quali
possono vantare di essere entrate a far parte di un progetto europeo ed esporre un’apposita targa di riconoscimento con il marchio
Cammini d’Europa.
Inoltre, grazie anche al supporto dell’Opera Romana Pellegrinaggi,
tour operator del Vaticano, sono stati promossi in Fiere del turismo
di stampo internazionale (Madrid, Berlino, Parigi) pacchetti turistici
lungo la Via Francigena, consultabili sul sito www.camminideuropa-
Sigerico
Sigerico (950 ca. - 28 ottobre 994) è stato arcivescovo di Canterbury a partire dal 990. Attorno al 990 si recò a Roma per
ricevere dalle mani del Pontefice il pallio, simbolo della dignità
arcivescovile.
La sua notorietà odierna è legata essenzialmente al ritrovamento
del diario di viaggio di ritorno, dove sono annotate le 80 tappe di quella che sarebbe stata chiamata nei secoli successivi Via
Francigena.
Per informazioni:
GAL Vallée d’Aoste Leader
Tel. +39.0165.363969
[email protected]
www.galvda.it
www.camminideuropa.com
www.associazioneviafrancigena.com
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Archeoastronomia
di Guido Cossard
Le popolazioni antiche e l’astronomia
L’
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archeoastronomia studia le conoscenze di astronomia delle popolazioni antiche e le loro connessioni con la vita religiosa e sociale dell’epoca.
Una delle aree più interessanti al mondo, sotto questo aspetto, è la Valle d’Aosta. Numerosi e importanti siti preistorici attestano l’importanza che la regione rivestiva nel passato, sia per la sua posizione
strategica, in virtù della presenza dei passi più importanti d’Europa, sia per la presenza di numerosi
minerali quali oro, rame e ferro.
Il sito più importante di tutti, e unico nel suo genere, è l’area megalitica di Saint Martin de Corléans,
ad Aosta, ove sorgerà un grande parco archeologico, ora in fase di realizzazione. La fase più antica del
sito è stata caratterizzata dall’erezione di un allineamento di grossi pali che presenta un importante
significato astronomico. Cinquemila anni fa, a Saint Martin de Corléans, il cui orizzonte é caratterizzato
da numerose montagne, in corrispondenza della direzione individuata dall’allineamento, avveniva un
singolare fenomeno: la Luna, in un periodo ben determinato del suo complesso ciclo di 18,6 anni,
sfiorava la montagna a sud del sito per circa 16°, dando l’impressione di scivolare per lungo tempo sul
profilo della montagna, e poi veniva quasi totalmente occultata da un rilievo posto sul monte di fronte
all’area. In direzione di tale vetta venne diretto l’allineamento di pali, a testimonianza dell’importanza
che tale fenomeno doveva rivestire per gli antichi abitatori della zona.
La stessa direttrice fu seguita per innalzare decine di stele, alcune della quali antropomorfe e riccamente decorate.
Nell’area sono presenti anche dolmen, menhir, pozzi rituali (botroi), quasi tutti orientati astronomicamente, in direzione di punti dell’orizzonte nei quali sorgevano in date particolari il Sole la Luna o stelle
brillanti, tra le quali vogliamo ricordare Deneb, la stella più luminosa del Cigno, e Betelgeuse, in Orione.
La regione VDA è così ricca di siti che da una decina di anni opera sul territorio l’Associazione Ricerche
e Studi di Archeoastronomia Valdostana (ARSAV), sviluppando un lavoro di ricerca e numerose iniziati-
ve di divulgazione dell’argomento. In particolare, tutti gli anni viene
organizzata una osservazione, il 21 giugno, al passo del Piccolo San
Bernardo, in occasione di un rarissimo fenomeno che avviene al
solstizio d’estate.
Sul passo si erge un grande cromlech (la parola viene dall’antico
bretone, croum significa cerchio e lech si traduce con pietra sacra),
un cerchio di pietre, che alcuni recenti scavi hanno mostrato essere preistorico. Il cerchio di menhir più alto d’Europa, vista la sua
quota di oltre duemila metri, è attualmente formato da 46 pietre
erette. Le pietre non sono molto alte, ma il diametro del cerchio è
notevole, ben 72 metri,
L’orizzonte nord ovest è dominato da una montagna dal tipico
profilo, che si chiama Lancebranlette e che presenta la caratteristica di essere una meridiana naturale. L’espressione meridiana
naturale indica quei rilievi, o in generale quegli elementi naturali,
che segnano un’ora o una data particolare.
Il Lancebranlette è una meridiana naturale perché il Sole tramonta
dietro alla sua cima in un momento ben preciso dell’anno, e cioè in
occasione del giorno del solstizio d’estate.
Fatto ancora più spettacolare, il tramonto della nostra stella non
avviene proprio dietro la vetta, ma in corrispondenza di una sella
posta ad una quota leggermente inferiore. L’effetto è affascinante:
l’ombra proiettata assume la forma di un semicerchio che, lentamente, mano a mano che il Sole scende, si allunga verso il sito
sacro. Quando la falce scura diventa tangente al cerchio di pietre
sembra avvolgerlo. Si ha così, per poche decine di secondi all’anno,
l’area sacra che rimane illuminata, mentre tutto attorno prevalgono
le tenebre.
La Valle d’Aosta presenta ancora numerosi siti orientati astronomicamente, tra i quali un castelliere a Lignan (Nus), una pietra altare
al Gran San Bernardo e un dolmen al Col d’Arla.
Infine è da ricordare una stele votiva, rinvenuta ad Aosta, dedicata
da parte di un certo Montanus alla Luna e risalente al II sec. d.C.
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Gemona del Friuli
di Andrea Biagiotti
“Agosto medievale” dal 30 luglio al 10 agosto
Se nei primi giorni di agosto vi capitasse di passare per il borgo di Gemona del Friuli, a una trentina
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di chilometri a nord di Udine, in fuga dalla calura estiva tra le Prealpi Giulie, non stupitevi di incrociare
tra le vie del centro colorati giocolieri, mendicanti, dame e cavalieri: siete capitati nel bel mezzo della
manifestazione “Agosto Medievale a Gemona”. Da ormai quindici anni infatti l’antica cittadina friulana,
di cui si ebbe notizia già nel 611 d.C. nell’opera “Historia Longobardorum” dello storico Paolo Diacono
(anche se la sua origine risale all’epoca paleoveneta), si mobilita per ricreare quell’atmosfera insieme
magica e ricca di fascino, che sarà in grado di riportarvi indietro di otto secoli.
La festa ha inizio il 30 luglio con la presentazione delle varie borgate accompagnate dalla Dama Castellana e dal Capitano, cui seguono il sorteggio per la sfida del palio di Niederlech e la cena propiziatoria,
in cui chiunque vorrà potrà prendere posto assieme ai cittadini gemonesi alla lunghissima tavolata che
si snoda lungo la centrale via Bini.
Il 9° palio del Niederlech si terrà nel pomeriggio del giorno dopo, giostra d’estate tra borghi i cui giochi
sono ispirati alla gabella medievale, e che attraverso i “duelli” e le sfide di abilità e resistenza tra i Borghi
proclamerà le due borgate finaliste.
Dal 1° al 3 agosto si entrerà nel vivo della rievocazione storica: avrà inizio infatti il “Tempus est jucundum”, giunto alla 16° edizione. Per tre serate Gemona offrirà uno spettacolo sorprendente, illuminata
dolcemente dal tremore delle fiaccole e delle candele. Nelle piazze e per le anguste vie del centro
si vivrà in uno scorcio del basso Medioevo: taverne e locande proporranno le vivande tipiche della
tradizione friulana (che si potranno pagare con le “monete dell’epoca”, appositamente approntate per
l’occasione), gli artigiani dalle loro botteghe illustreranno i mestieri antichi, le compagnie erranti faranno sfoggio delle proprie abilità teatrali e non mancherà lo strepitìo burlesco di imbonitori e alchimisti
intenti a catturare l’attenzione dei passanti, mentre a garantire “l’ordine” ci saranno attenti armigeri e
cavalieri.
Rievocazioni storiche in Friuli Venezia Giulia
La festa gemonese è solo uno dei numerosi appuntamenti che
animeranno l’estate “medievale” friulana.
Ecco di seguito altre rievocazioni storiche che si svolgeranno tra
luglio e settembre in tutto il Friuli Venezia Giulia:
Dall’11 al 13 luglio
Castello in Festa, Castello di Caneva, a Caneva (PN)
12 e 13 luglio
Rievocazione Storica in Costume, a Palmanova (UD)
Dal 14 al 17 agosto
Giornate Medievali della Macia, a Spilimbergo (PN)
Dal 22 al 24 agosto
Palio di San Donato a Cividale (UD)
31 agosto
Giornata Medievale di Strassoldo (UD)
Dal 5 al 7 settembre
XXIII^ Rievocazione Storica Palio dei Rioni di Cordovado (PN)
Dal 12 al 14 settembre
Medioevo a Valvasone (UD)
Dal 14 settembre
Palio dei Turchi a Mortegliano (UD)
20 e 21 settembre
La Giostra dei Castelli, a Pordenone (PN)
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Il 4 agosto le due borgate finaliste del palio si misureranno sul
selciato del Duomo in una partita a dama vivente, e la vincitrice
avrà il privilegio di incoronare la Dama Castellana di Gemona, cui
verranno consegnate le chiavi della città.
Terminata la rievocazione storica sarà ugualmente possibile fino al
10 agosto divertirsi tra i tendoni dei concerti e provare le specialità negli stand eno-gastronomici che riempiranno la centrale Piazza
del Ferro.
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Gastronomia a Bard
5a edizione del “Marché au Fort”
Racchiusa tra le montagne più alte d’Europa, la Valle d’Aosta cela
uno straordinario patrimonio di sapori e tradizioni. Prodotti genuini
che conservano, nella loro unicità, l’identità più autentica di questa
terra. Domenica 12 ottobre 2008, il Borgo medioevale di Bard, ai
piedi dello storico Forte, darà modo agli amanti della buona tavola,
di conoscere la variegata offerta di prodotti dell’enogastronomia
valdostana grazie alla quinta edizione di “Marché au Fort”.
L’evento rappresenta la più importante e vasta rassegna dedicata
alla degustazione e vendita dei prodotti tipici della Valle d’Aosta.
Sulle bancarelle degli oltre cento produttori che prenderanno parte alla rassegna, il pubblico troverà un ricco paniere di specialità.
Tra queste, la Fontina e gli altri formaggi tipici, il lardo di Arnad e il
Jambon de Bosses. Tutti prodotti per veri gourmet, certificati con il
marchio di qualità Dop. Al “Marché au Fort” si potranno degustare
e acquistare anche le pregiate carni locali, mele, castagne, noci, frutti
di bosco, miele e i rinomati vini Doc della Valle d’Aosta.
La manifestazione abbraccerà, dalle ore 9.00 alle 18.00, gli angoli
più caratteristici del Borgo medievale di Bard. Nelle cantine degli
antichi palazzi, esperti e tecnici illustreranno i prodotti cardine della
produzione valdostana, le proprietà nutrizionali e le tecniche di
lavorazione. I visitatori verranno coinvolti in degustazioni e percorsi
guidati, accompagnati da animazioni lungo le vie e le piazze del
borgo. La giornata sarà anche l’occasione per una visita al Forte di
Bard, divenuto il principale centro di interpretazione delle Alpi e
luogo privilegiato di comunicazione del patrimonio culturale della
Valle d’Aosta.
Al suo interno è visitabile il Museo delle Alpi, percorso multimediale e interattivo che conduce i visitatori in un viaggio virtuale nel
tempo e nello spazio, alla scoperta dell’arco alpino. La manifestazione è promossa dall’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle
d’Aosta, dall’Associazione Forte
di Bard, dalla Camera valdostana
delle imprese e delle professioni,
dal Comune di Bard.
Per informazioni:
Forte di Bard
Tel. +39.0125.833811
www.fortedibard.it
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Gruppo IFAS
Primaria realtà nel settore automotive
Ifas Gruppo è, dal 2004, il marchio della holding Comipac (Compagnia Italiana Partecipazioni Commerciali) e rappresenta una delle realtà commerciali più importanti nella vendita di auto e servizi.
La Holding Comipac nasce nel 2001, grazie all’iniziativa del suo
fondatore Nicola Loccisano, la cui grande esperienza nel settore
automotive fa intravedere la possibilità di gestire in modo del tutto
innovativo ed efficiente le dinamiche commerciali del mercato automobilistico, in virtù del famoso detto “l’unione fa la forza”.
Così a partire da quell’anno, Comipac si impegna nel raccogliere,
nel suo ormai qualificatissimo portafoglio aziendale, i più prestigiosi
brand del settore e fregiandosi dal 2004 anche dello storico marchio commerciale Ifas Gruppo, dal 1951 Auto & Servizi.
Niente di più idoneo per rappresentare la brillante idea imprenditoriale di Nicola Loccisano.
In poco tempo, Ifas Gruppo diventa così protagonista indiscussa
nel mercato della vendita di autoveicoli in Italia, offrendo ai propri Clienti le marche più famose e richieste (Abarth, Alfa Romeo,
Chevrolet, Chrysler, Daihatsu, Dodge, Ferrari, Fiat, Ford, Galeon
imbarcazioni, Great Wall, Honda, Hyundai, Jaguar, Jeep, Lancia, Land
Rover, Meta, Maserati, Mitsubishi, Opel, Saab e Santana) e quindi
un ventaglio di prodotti e servizi in grado di soddisfare anche i più
esigenti.
In questo quadro così delineato, oggi sono ben 29 le aziende che
fanno parte di Ifas Gruppo, di cui 25 controllate e 4 correlate,
ognuna specializzata in un ambito particolare anche non automotive: dal settore dell’importazione diretta alla commercializzazione
di autovetture nuove ed usate, dalla vendita di imbarcazioni all’assistenza tecnica e meccanica, dal noleggio ai servizi finanziari ed
assicurativi.
I numeri che ne derivano sono di tutto rispetto, tra cui 23 marchi
commercializzati, 69 punti vendita, 28 centri assistenza gestiti direttamente ed una rete di oltre 150 officine autorizzate, con una
presenza territoriale compresa tra Piemonte, Lombardia, Liguria e
Valle d’Aosta. Questa solida struttura reticolare, del tutto integrata,
ogni giorno è animata da una popolazione di professionisti competenti e motivati composta da più di 800 persone tra manager,
amministratori, addetti alla vendita e operai specializzati.
> Sopra: la sede centrale IFAS.
> Sotto: Nicola Loccisano, il fondatore.
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2008: Torino World Design Capital
di Elvira Augello
Per tutto l’anno eventi di importanza internazionale
T
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orino è una città che non smette mai di sorprendere. Capace di stupire e di rinnovarsi continuamente sta ormai diventando un riferimento autorevole a livello internazionale. Negli ultimi anni la città,
disegnando nuove vie di sviluppo, ha cambiato vocazione passando da una storica radice industriale ad
una diversificata economia dei servizi volta alla valorizzazione della ricerca e dell’innovazione.
La presenza e lo sviluppo di centri di ricerca, centri stile, laboratori di modelleria e prototipistica in
tantissimi settori produttivi costituisce un valore aggiunto della forte tradizione industriale piemontese
e torinese.
Quest’anno Torino è stata nominata World Design Capital, titolo che riconosce alla città e al territorio
piemontese numerose eccellenze nel campo del design. La nomina a World Design Capital, infatti,
premia quelle regioni del mondo che dimostrano di far leva sul design, sulla ricerca progettuale e
sull’innovazione come fattori di sviluppo economico, sociale e culturale. Questo evento collocherà
Torino fra le città europee del design e contribuirà alla diffusione della cultura della progettazione sul
territorio nazionale.
Per tutto il 2008 il territorio piemontese sarà il palcoscenico che ospiterà centinaia di eventi legati al
design cui stanno partecipando numerosi cittadini e turisti. Il Calendario delle attività si estende fino a
dicembre 2008 e a ciascun mese della programmazione corrisponde un tema, un punto di vista particolare sul design, sull’architettura, sulla grafica.
Gli appuntamenti sono davvero tutti molto interessanti. Ne citiamo alcuni fra quelli in programma nella
città di Torino. “Trilogia dell’Automobile”è un evento espositivo dedicato alla storia e all’evoluzione
dell’automobile.
Questa rassegna rappresenta una testimonianza unica su uno degli aspetti più cruciali e significativi
della storia del design, dell’attività di progettazione, studio e produzione dell’automobile. L’analisi di
“Dream” parte dagli anni ‘50, momento in cui l’industria dell’auto italiana mentre si impegna a costruire
l’auto per tutti rimane attratta dal fascino
del modello fuori serie. Tutti i Marchi
e tutti i grandi Maestri hanno offerto una personale visione del bello e
hanno cercato di individuare gli stilemi della società futura.
Con la mostra “Prodotti di svolta”, invece, si intende avviare un percorso di
ricerca e di sensibilizzazione su materiali e
manufatti ecosostenibili partendo dall’arte e dalla creatività.
Questa tipologia di prodotti, che sono già ampiamente utilizzati
nell’architettura bioecologica e nell’ecodesign, rappresentando una
valida alternativa nel settore delle costruzioni, combinano le tecnologie d’avanguardia con la responsabilità nei confronti dell’ambiente. “The Human-Made Design” è un’esposizione che nasce dall’idea
di un innovativo ‘design sensibile’, in grado di trasformare i luoghi
di vita in uno spazio per la mente in cui l’uomo può vivere in equilibrio e armonia.
Per informazioni:
www.torinoworlddesigncapital.it
Gianni Bersezio
di Alberto Baschiera
L’arte di un uomo di montagna
Giancarlo (Gianni) Bersezio è nato a Saluzzo, in provincia di Cuneo, l’8 febbraio del 1943 e si è diplo-
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mato al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nella sua famiglia va ricordato
il bisnonno commediografo, autore della celebre opera “Le miserie di Monsù Travet”, nonchè giornalista e tra i fondatori de La Stampa. Gianni, simile al bisnonno, non ha seguito le orme paterne nella
professione forense, ma ha preferito dedicare tutto il suo tempo alla montagna e alla pittura, dove si è
espresso al meglio diventando, nello sci, Direttore della Scuola di Bardonecchia e Istruttore Nazionale
e poi Maestro nella capitale alpina di Courmayeur mentre nelle arti figurative ha realizzato quadri,
manifesti, sculture esposti sia in Italia, sia all’estero.
“La neve ed i colori sono il mio mondo” dice Gianni”e quando si scioglie la neve ecco che fiorisce la
mia creatività”. Oggi è valdostano di adozione, sposato con Enrica Coquillard, di una vecchia famiglia
della regione. Dal 1986 al 2000 è vissuto a Courmayeur, e dice “sono stati anni nei quali sono stato
veramente bene, ho trovato un ambiente positivo, ricco di stimoli e sono riuscito ad esprimermi al
massimo”. Gianni Bersezio risiede adesso ad Aosta, in una bella casa nel verde in una zona collinare
e aggiunge “seguo gli stimoli artistici che si sviluppano in me, in tranquillità e cercando di mantenere
inalterata la mia creatività”.
Ma ritornando indietro nel tempo, al Liceo Artistico ha disegnato moltissimo: voleva comperarsi una
600 e così ha cominciato a lavorare come disegnatore tecnico in vari studi di architettura e ha poi
continuato come illustratore pubblicitario e pittore.
Le solide basi artistiche, la creatività di un uomo che ama i colori vivaci, con uno spirito libero ed aperto, lo hanno spinto a confrontarsi con il mondo circostante: la passione per lo sport, dallo sci al ciclismo,
ne fanno un uomo eclettico, pieno di energia, con occhi curiosi, dai grandi sorrisi e di animo gentile.
Gianni Bersezio racchiude in se stesso, come accade negli artisti, tante realtà differenti. Le sue opere si
schiudono come un racconto tra l’immaginario e il fumettistico. Senza seguire una linea precisa, Gianni
segue il suo fare creativo, i suoi desideri. Produce disegni, fumetti,
paesaggi, città, elementi astratti, animali ed altro. “Non si deve aver
paura di passare da una tecnica all’altra, anzi lo trovo stimolante e
divertente” aggiunge l’artista.
Bersezio è legato alla solidità della montagna ma è anche aperto
ai più moderni influssi che lo circondano: per il Museo della Grivel,
storica azienda di Courmayeur, che produce attrezzature da montagna, Gianni ha realizzato delle splendide sculture, originali, vive
ed emotivamente coinvolgenti, utilizzando i ritagli della lavorazione
delle piccozze.
“È da tanti anni che lavoro e da tanti che espongo, in particolare a
Courmayeur” aggiunge l’artista “prima alla Maison Fleur, poi all’Epace Fleur, ma anche nella vicina Chamonix e a Mégève”.
Nel 1996 ha avuto la grande soddisfazione di presentare alla Torre del Lebbroso di Aosta la sua personale dal titolo: ”Lo spazio
dell’immagine”.
La sua attuale produzione racconta di contrasti: il grande Tatà che
spunta tra le vie centrali di Aosta o il peperone incastrato tra due
edifici di una viuzza del capoluogo regionale, mucche che pascolano nei prati, personaggi da fumetti, animali volanti e storie di persone.
Gianni Bersezio è un fiume in piena che crea colori e forme per
rallegrare la vita, ma guardandole meglio emerge un’ironia profonda che porta a riflettere sui perché della vita.
> Sopra a sinistra: “Coazze”, acrilico su tavoletta.
> Sopra a destra: “Entrando in VDA dal Colle del Gran San Bernardo”,
tecnica mista su tavoletta.
> Sotto: “L’incoronazione di Carlo Magno”, acciaio.
© Bengt Wanselius/briljans.com
MittelFest
di Sabrina Del Sal
Un palcoscenico sull’Europa
Costruire il tempo: è questo il tema dell’edizione 2008 di MittelFest, festival di Prosa, Danza, Poesia,
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Arti Visive e Marionette dei Paesi del Centro Europa che dal 1991 si propone nel panorama culturale
italiano ed europeo come una finestra sull’arte dei Paesi dell’Europa Centro Orientale, e che anche
quest’anno animerà l’estate friulana dal 19 al 27 luglio.
Sarà Cividale del Friuli, cittadina candidata dall’Unesco a patrimonio dell’umanità, ad ospitare la kermesse, la cui direzione è stata affidata per il terzo anno consecutivo a uno degli artisti più noti dell’Europa
Orientale, il regista Moni Ovadia. La qualità degli spettacoli in cartellone ha decretato il successo di
questo appuntamento, che nella scorsa edizione ha richiamato oltre 20.000 spettatori e che viene
ormai considerato, di diritto, il festival estivo più importante d’Italia.
I temi di MittelFest sono sempre articolati, e trattati dai diversi artisti ospiti secondo prospettive differenti ed accattivanti. Questo approccio si rifà alla natura stessa del festival, concepito come occasione
di interscambio culturale tra le due facce di una stessa Europa, che si confrontano e si presentano sul
palcoscenico. E la scelta, per il 2008, di parlare di tempo nasce da alcune considerazioni sul presente,
sulla precarietà dell’esistenza e dei valori, che portano a considerare il futuro come una dimensione
progettuale, da costruire: un tema particolarmente congeniale a un festival di frontiera come MittelFest,
vero ponte tra culture diverse.
Tra gli ospiti più attesi di questa 17a edizione, organizzata dall’Associazione MittelFest, c’è sicuramente
il ballerino russo Mikhail Baryshnikov, l’erede conclamato di Rudolf Nureyev, che si esibirà nel trittico
“Three Duets”, duettando con la ballerina Ana Laguna e il danzatore David Neumann. Lo spettacolo è
presentato dal Baryshnikov Arts Center, laboratorio aperto a tutti gli artisti indipendenti con sede nel
cuore di New York, uno dei più recenti e ambiziosi progetti realizzati dal celebre ballerino. La pagina
teatrale prevede tra l’altro la coraggiosa maratona su Amleto “Progetto NON ESSERE, Hamlet’s portraits”, oltre 12 ore consecutive di teatro firmate e interpretate da Antonio Latella, e il percorso Fragili
© Luca D’Agostino
© Luca D’Agostino
Futuri, un insieme di spettacoli proposti da registi, attori e compagnie della nuova generazione teatrale. Ci sarà spazio anche per
la musica e per co-produzioni da numerosi Paesi europei come
Slovenia e Austria, ma anche Romania, Serbia, Croazia, Repubblica
Ceca, Macedonia.
Il festival verrà inaugurato sabato 19 luglio dal concerto poetico
sul testo di Paolo Rumiz “Da Budapest al Mar Nero. Viaggio nei
Balcani”, e si chiuderà domenica 27 luglio in Piazza Duomo, quando Moni Ovadia riproporrà il suo spettacolo più noto, l’esilarante
esempio di cabaret yiddish, “Oylem Goylem”.
Per informazioni: www.mittelfest.org
Cividale del Friuli. Cenni storici
Secondo la tradizione, la città fu fondata nel 50 a. C. da Giulio
Cesare e chiamata Forum Julii (foro di Giulio). Occupata nel
568 dai Longobardi, guidati dal re Alboino, Cividale divenne la
capitale del primo ducato longobardo. Nell’VIII secolo, durante
la dominazione dei Franchi, la città mutò il suo antico nome di
Forum Julii in quello di Civitas Austriae.
Il termine Civitas si tradurrà in seguito nell’attuale Cividale.
Con la nascita dello Stato patriarcale friulano (1077), quest’ultima divenne la sede temporale del patriarcato. Nel 1420 fu
soggetta al dominio della Repubblica veneta. Numerose testimonianze artistiche confermano l’importanza storica della città.
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© Luca D’Agostino
Le Dahu
de Alexandra Lianes
Histoire d’un animal mystérieux
La légende du Dahu est bien connue des montagnards. Nombreux
sont ceux qui ont entendu parler de lui. Et pourtant rares sont
ceux qui l’ont apperçu. Il fait parti de la classe des animaux mystérieux tels le Yeti ou le monstre du Loch Ness. Mais la légende
subsiste. De la France, à l’Italie en passant par la Suisse et même en
Afrique du Nord et aux Etats Unis, nombreuses sont les histoires
qui circulent à son propos.
L’auteur et dessinateur Patrick Leroy a rendu encore plus vivant
cet animal mythique avec son ouvrage « Le Dahu, légende vivante
des montagnes ».
L’animal est documenté des sabots à la tête, de la préhistoire à nos
jours. Son livre a d’ailleurs recontré un vif succès en se vendant à
plus de 50.000 exemplaires depuis sa première édition en 2000.
Mais à quoi ressemble cet animal ?
D’un point de vue morphologique, le Dahu est proche du chamois
et du bouquetin. Mais si cet animal est devenu aussi célèbre, c’est
qu’il possède une caractéristique exceptionnelle : le Dahu a la particularité d’avoir les pattes d’un côté plus courtes que de l’autre.
L’inconvénient : l’animal ne peut se retourner.
Ses pattes se retrouveraient alors dans le vide et ce serait la chute
fatale.
On distingue deux familles de Dahus. Les lévogyre : ceux dont les
membres gauches sont plus coursts et les dextrogyres dont les
membres droits sont les plus courts.
Mais c’est sans doute la chasse au Dahu qui a le plus participé
à la renommée de
l’animal. La méthode de chasse la
plus connue utilise
la spécificité même
de l’animal : la dissymétrie de ses membres. Etienne Leroy
nous présente cette
méthode : « Pour
chasser un Dahu, il
“Le Dahu, légende vivante des montagnes”
suffit de se munir
de Patrick LeRoy - Editions du Mont.
d’un sac. Après avoir
repéré le mammifère, le chasseur vient se placer le plus discrètement possible derrière lui.
Lorsqu’il est suffisamment près, il donne un coup de sifflet. L’animal,
surpris, se retourne d’un seul coup.
Ses pattes les plus courtes se retrouvent alors dans le vide et le
Dahu roule dans la pente.
Le chasseur, qui se sera posté en contrebas, ouvre son sac pour
récupérer le dahu dans sa chute. »
Une belle légende qui fait encore courir de nombreux enfants
pour le chasser mais aussi les plus grands d’entre nous..
Infos: www.editionsdumont.fr
Il fatto di N’Gba. Astronomia, archeologia e science-fiction
Un romanzo di Pietro Semino
Nel romanzo «Il fatto di N’Gba» si legge che «Hans, a Trieste,
sfogliava pagine di storia, di fisica e di metafisica, camminando nel
reticolo delle fodre, le viuzze antiche, fino alle Rive, per inseguire
con lo sguardo le scie di navi liberty e dei traghetti passeggeri e
merci in movimento nel golfo con i loro preziosi carichi di caffè.
Trieste porto di consegna, sede di torrefazioni, di esperti crudisti,
spedizionieri e decaffeinizzatori; Trieste, dove bere il caffè è un rito
e l’espresso al bar può essere chiamato nero, se il caffè è liscio;
deca, se decaffeinato; macchia, se macchiato o goccia, se gocciato
e in caffetteria la parola capo, vuol dire cappuccino, ma in tazza
piccola e per capo in bi’ tutti intendono un cappuccino mini, servito
in un bicchiere da vino; la Trieste di Saba e da decrittare alla lunga
aveva fatto nascere in lui la voglia di viaggiare».
Lui -Hans- è un cittadino svizzero dei Grigioni, collabora con una
emittente radiofonica di Guadalajara (Messico) ed è viaggiatore
interessato ai fenomeni e alle culture dei mondi primitivi.
La casualità lo spinge però a lasciare momentaneamente il suo status di reporter radiofonico, e a partire per la foresta africana - con
un nuovo incarico - per una nuova vita. Pronto cioè a vivere tra una
arcana tribù del mondo remoto un…incontro che lascerebbe persino allibito Robbie Williams: la popolarissima popstar appassionata
di sagome volanti e cose del genere.
«Il fatto di N’Gba» (Altravista, 125 pagine, 11 euro) distribuito da
Del Porto, è scritto da Pietro Semino, autore di numerosi libri di
cucina, racconti brevi, saggi e reportages dall’Europa all’Asia, approdato alla narrativa dopo aver trovato una vecchia agenda di tela
nera, rimasta nell’ombra per molto tempo.
© Dreamstime.com
Pagine intime e poi anche contatti con Hans Blick di Ilanz, che fra
culture complesse, domande (esistono nell’universo pianeti identici
alla Terra? È possibile che in essi vivano esseri simili a noi?), constatazioni (ciò che è accertato è che l’universo nella sua fase attuale si
espande, e i miliardi di giganteschi ammassi di stelle, gas e polveri, le
“galassie” che lo compongono, si stanno allontanando fra di loro) e
strane situazioni, si mette a indagare su inquietanti-sospette tracce
aliene rinvenute in aree anomale e tra le rovine di antiche civiltà.
Perché, come recita l’incipit, Look above…We are not alone.
Per informazioni: www.edizionialtravista.com
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© Dreamstime.com
Ph. Hallgrimur Magnusson
Grivel Mont-Blanc
di Alberto Baschiera
L’azienda leader per gli uomini della montagna
In molti casi basta una parola, una sigla, un nome, per racchiudere tutto l’immaginabile che sinteticamente esprime un’offerta non paragonabile a nessun’altra: Grivel è questo. Parliamo dell’azienda Grivel
Mont Blanc, definita anche “l’ombelico dell’alpinismo” e chiamata, in inglese, come “the oldest mountain
equipement company in the World –Since 1818”, la più vecchia fabbrica di attrezzature da montagna
nel Mondo-Dal 1818.
Ed è proprio così, perché è stato in quell’anno che la famiglia di fabbri Grivel, di Courmayeur, nota per
la produzione di attrezzi agricoli, forgiò la prima piccozza, spinta dalla richiesta di nuovi personaggi, che
per una passione allora ritenuta piuttosto bizzarra, volevano scalare le montagne. I “nuovi personaggi”
erano viaggiatori inglesi dell’800, sui quali vi è una ricca letteratura: molti di essi si limitavano a visitare la
Valle d’Aosta descrivendone usi e costumi, ma altri, più avventurosi, si lasciavano tentare dal desiderio
di raggiungere le splendide cime, che si presentavano ai loro occhi.
Era logico che per affrontare le impegnative scalate, molte delle quali mai prima tentate, occorressero
strumenti adeguati. Così è cominciata la produzione Grivel e la “testa” dei nuovi attrezzi era realizzata
con il miglior materiale di cui un piccolo fabbro di montagna potesse disporre, quello recuperato dalle
rotaie ferroviarie, con forgiatura a mano. Si aggiungeva poi un manico di solido frassino ed un puntale.
Non è un caso che alle pendici del Monte Bianco, la montagna più alta delle Alpi, meta ambita di ogni
scalatore, siano nati, per mano di abili artigiani, i migliori attrezzi per le ascensioni su ghiaccio.
Un ulteriore passo avanti vi fu quando nel 1909 l’ingegnere Oscar Eckenstein chiese a Henry Grivel
di fabbricare i primi ramponi e poi nel 1929 quando Laurent Grivel, figlio di Henry, ebbe l’intuizione di
aggiungervi due punte frontali, permettendo agli scalatori di rimanere rivolti alla parete anche mentre
affrontavano ripide pendenze.
Quella innovazione fu la chiave per la conquista dell’ultima parete inviolata delle Alpi, la Nord dell’Eiger,
nel luglio del 1938.
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Intanto andavano avanti anche un serie di miglioramenti, come
quello per i ramponi Grivel superleggeri, con una lega di nichelcromo-molibdeno, di 360 grammi, a 12 punte, usati per conquistare
le tre vette più alte del mondo, l’Everest, il K2 e il Kangchenjunga.
Alla fine degli anni ’70 il marchio Grivel era riuscito ad imporsi a
livello mondiale fra gli appassionati della montagna, ma in seguito,
a causa di un progressivo disinteresse dei successori della famiglia
alle sorti dell’impresa, tutto sembrava dovesse finire.
Ma, fortunatamente, così non è stato. Infatti nel 1983, Gioacchino
Gobbi, figlio del noto alpinista Toni e cugino dei Grivel, decise, con
la moglie Elisabetta, di “scommettere” sulla storica azienda, ritenendo che il nome e la tradizione fossero una valore da mantenere e
accrescere e che la localizzazione ai piedi del Monte Bianco fosse
una carta vincente. E così è stato.
Ma seguiamo ancora i vari passi che sono stati fatti. Fino all’arrivo
di Gioacchino ed Elisabetta la produzione era rimasta a livello artigianale, con le piccozze ed i ramponi prodotti su commissione,
quasi fossero pezzi unici.
L’arrivo di Gioacchino e Betta ha determinato una svolta innovativa: investimenti nella ricerca, trasferimento operativo in una regione ad alta tecnologia qual’è Vivaro di Pordenone.
Tutto questo ha determinato alta qualità e riduzione di costi, due
variabili da soddisfare per competere con gli agguerriti concorrenti
internazionali. Oggi il marchio valdostano continua ad essere il più
apprezzato nel mondo dell’alpinismo, con risultati di tutto rispetto,
se si pensa che si tratta comunque di un prodotto di nicchia: un
fatturato medio di 5 milioni di euro all’anno, con una crescita del
20 per cento rispetto al 2005, esportazione del 92 per cento dei
prodotti in 25 paesi, dal Nepal all’Islanda, dal Sud Africa alla Nuova
Zelanda. L’obiettivo fondamentale di Gioacchino ed Elisabetta di
Valter Grivel.
Ph. Gianluca Boetti
coniugare tradizione e storia con innovazione tecnologica è stato
raggiunto. Un esempio: non potendosi più fare la piccozza in legno,
materiale non industrializzabile, i Gobbi sono gli unici a produrla in
lamellare di legno con fibre di carbonio.
E guardare avanti significa anche mettersi alla prova con altri attrezzi, come le racchette da neve, i caschi, i bastoncini allungabili
da escursione, gli zaini, sempre però con un elevato contenuto di
originalità e di personalizzazione.
A Courmayeur, proprio “sotto” il Monte Bianco, vi è la “testa pensante” della Grivel, in una struttura di 3.000 metri quadrati che ha
le sembianze di una gigantesca baita: qui si progetta, si assembla, si
imballa e si spedisce.
Ma qui, con un passato così ricco di storia, non poteva mancare il
Museo Grivel. Nella sala espositiva si possono ripercorrere quasi
due secoli di alpinismo e di pari passo la storia dell’azienda.
La struttura, molto ben organizzata e completa, malgrado le non
rilevanti dimensioni, è particolarmente adatta alle visite didattiche
perché può aiutare a coinvolgere i giovani nelle attività legate alla
montagna. La Grivel, dal 1991, premia, in collaborazione con la rivista Montagnes Magazine e con il Groupe de Haute Montagne,
ogni anno, la migliore impresa alpinistica mondiale con una piccozza d’oro, il “Piolet d’or”. Dal 2006 è prevista la versione asiatica
del concorso, il “Piolet d’or Aisa”per la miglior scalata compiuta da
alpinisti di quel continente.
Sono importanti anche le iniziative di rilevanza sociale della Grivel
che sostiene gli alpinisti che si impegnano in scalate “speciali” con
ragazzi disabili.
Ancora, nella sede di Courmayeur c’è una parete ad alta tecnologia di arrampicata indoor: se ne può variare l’inclinazione e di
conseguenza la pendenza e il livello di difficoltà: è utile a chi vuole
avvicinarsi all’alpinismo e ai collaboratori dell’azienda per testare
dei materiali.
Ph. Leo Himst
Chute Libre
de Alexandra Lianes
Le ciel, les oiseaux et vous !
Vous avez toujours rêvé d’évoluer tel un oiseau dans les airs...
D’admirer depuis le ciel les paysages lointains... L’homme a rendu
possible cette expérience inédite grâce à la chute libre. Le saut en
duo, appelé tandem, est la voie la plus simple pour goûter à un
maximum d’adrénaline, des sensations exceptionnelles et indéfinissables.
Grâce à un parachute biplace, mis au point au début des années 80,
le saut en tendem a permis de démocratiser le saut en parachute.
Au bord du lac du Bourget, le plus grand lac naturel d’Europe, vous
pouvez goûter à cette aventure inédite qui restera sans doute l’un
des moment les plus intense de votre vie !
L’aventure débute à terre. Un moniteur professionnel et diplômé
par la Fédération Française de Parachutisme vous explique les consignes de sécurité et la position de chute. Imaginez une banane...
Votre corps en l’air devra prendre la même forme : le ventre vers
le sol, le dos cambré et les bras en étoile.
Après cette première approche théorique indispensable, vous allez
pouvoir apprécier pleinement la suite du programme. Et la suite, se
passe là haut dans le ciel. A bord d’un avion, qui vous élève à 4000
mètres au dessus du sol, vous voilà prêt pour le grand saut.
Solidement arrimé à votre moniteur, grâce à un équipement spécifique, vous attendez le : GO ! Puis, c’est 50 secondes de chute
libre à... 200 kilomètres heure. Le sol qui initialement paraissait bien
lointain se rapproche à toute vitesse... dieu merci votre moniteur
est là. Il se charge de tout. A 1.500 mètres environ, il déclenche
l’ouverture du parachute pour des sensations plus douces mais
néanmoins toujours aussi intenses.
Les cinq prochaines minutes, vous pourrez contempler la terre vue
du ciel. De là, un magnifique panorama s’offira à vous... Vos yeux
ne seront pas déçus du voyage : le Mont-Blanc, la chaîne du Jura, la
Chartreuse... par temps exceptionnel la vue s’étend de Lausanne à
Lyon...un cadeau du ciel.
Puis, c’est l’atterrissage, tout en douceur... et déjà l’envie de recommencer !
Infos: www.centre-parachutisme.com
Ph. Andrea Rosset
Sportivi che lasciano il “segno”
di Stefania Marchiano
Corrado Herin: downhiller
Non capita tutti i giorni di intervistare un atleta con la “A” maiuscola, uno di quelli che nel proprio
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palmarès può contare non solo partecipazioni e buoni risultati in gare nazionali, internazionali e circuiti
di Coppa del Mondo, ma anche numerose vittorie e dei titoli assoluti.
Ancora più improbabile credere che questi possa aver raggiunto traguardi così importanti non in una
ma addirittura in due discipline sportive totalmente differenti fra loro.
Eppure la Valle d’Aosta può, a questo riguardo, vantare i natali di uno di questi sportivi D.O.C.: Corrado
Herin, due volte Campione del mondo di slittino su pista naturale e vincitore della Coppa del Mondo
di downhill nel 1997.
La nostra attenzione va, in quest’occasione, al Corrado downhiller, essendo stata quella del “DH” la
disciplina che ha maggiormente lasciato un segno nel cuore di questo personaggio. Facciamo pertanto
un salto indietro nel tempo per dare uno sguardo, un po’ più da vicino, ai traguardi importanti che
hanno segnato indelebilmente la carriera sportiva di questo atleta che si avvicina a questa disciplina
nell’ottobre 1991, partecipando ad una tappa del campionato regionale valdostano.
Nel 1992, dopo due buoni piazzamenti in competizioni regionali e nazionali decide di partecipare al
Campionato Italiano…e lo vince! Attirando inevitabilmente su di sé gli sguardi, a dire il vero un po’
stupiti, e l’attenzione di atleti e spettatori costretti a domandarsi chi fosse quel ragazzo, apparso dal
nulla, ora detentore del Titolo Italiano.
Questa importante vittoria vale a Corrado non solo immediata notorietà, ma anche la conquista di
uno sponsor e l’inserimento in un vero e proprio team di professionisti.
Da questo momento in poi la sua carriera sportiva è in continua ascesa con ottimi piazzamenti ai
Campionati Europei, ai Campionati del Mondo e in numerosi Grand Prix, oltre alla riconquista del
titolo italiano nel 1995. L’apice del successo viene però raggiunto nel 1997: anno in cui vince la Coppa
del Mondo.
Campionato Italiano Assoluto Downhill.
Pila, 18-20 luglio 2008
Il percorso di gara è lo stesso che nel 2005 ha ospitato la tappa
di Coppa del Mondo di downhill.
Appuntamento dunque a partire dal 18 luglio con il seguente programma:
Venerdì 18
Prima sessione di prove libere.
Sabato 19
A partire dalle ore 8.00 ricognizione del percorso e dalle ore
12.00 prove libere non assistite; dalle ore 12.30 fino alle ore
17.30 prove libere assistite.
Domenica 20
Due manches di gara che assegneranno al miglior atleta il titolo
Italiano; prima manche dalle ore 10.00 alle ore 12.30, seconda
manche dalle ore 13.30 alle ore 16.30.
Ph. Andrea Rosset
Tutto procede dunque a gonfie vele…sino al 1998, anno in cui lo
sponsor lascia “a piedi” Corrado ed i suoi compagni di squadra.
Dopo circa un anno di riflessioni, maturate in un periodo non
proprio facile, Corrado, decide nel 1999 di “mettersi in proprio”
dando vita ad un nuovo team, la MTB Herin School, e di continuare a gareggiare, organizzando da sé, con il prezioso aiuto della
compagna Roberta che si sarebbe occupata della parte logistica ed
amministrativa, le trasferte di Coppa del Mondo.
Una decisione difficile ma senz’altro necessaria, premiata comunque da una nuova serie di buoni risultati fra cui ad esempio la vittoria nel 1999 dell’Arai Explosion in Giappone e la vittoria del Campionato Italiano, cat. Elite, e del Giro d’Italia Downhill nel 2001.
Dopo essersi ritirato dall’attività agonistica nel 2002 è diventato allenatore della Nazionale di downhill e collabora tutt’oggi in qualità
di tecnico all’interno dei comitati organizzatori di competizioni di
alto livello come ad esempio la tappa di Coppa del Mondo svoltasi
in Valle d’Aosta, a Pila, nel 2005 ed il Campionato Italiano di downhill che si svolgerà quest’anno sempre a Pila.
Ph. Andrea Rosset
La premiazione è prevista per le ore 17.00 circa.
Ph. Newspower EOS
Rugby in Valle d’Aosta
di Simonetta Padalino
Un feeling che continua
Il mondiale francese 2007 oramai alle spalle, concluso il torneo
del sei nazioni con una vittoria 23 a 20 contro la Scozia all’ultimo
minuto grazie ad un drop di Andrea Marcato, il calendario del sei
nazioni 2009 già ufficializzato, prima partita fuori casa contro l’Inghilterra, la nazionale azzurra si prepara ad affrontare i prossimi
appuntamenti.
Il torneo del sei Nazioni, vinto quest’anno dalla fortissima squadra
del Galles, è il momento maggiore di espressione sportiva per le
squadre europee più forti. L’Italia ne fa parte a pieno titolo dal
2000 quando con il suo ingresso nel torneo il cinque nazioni diventa il 6 nazioni.
Un rincontro di pubblico sempre più forte, con ottimi ascolti televisivi, ma anche da chi lo spettacolo lo vuole vedere dal vivo, allo
stadio Flaminio sono state aggiunte per le partite in casa diverse
tribune mobili per accogliere il sempre maggior numero del variopinto pubblico che in queste occasioni invade pacificamente Roma.
Negli ultimi test match la nazionale ha affrontato il Sud Africa il
21 giugno a Cape Town e l’Argentina il 28 giugno a Cordoba (al
momento di andare in stampa non siamo ancora in grado di conoscerne i risultati).
Per prepararsi alle sfide autunnali, dove sono previsti altri test
match nel nostro paese con date e luoghi da definirsi, gli uomini
del commissario tecnico, l’inglese e sud africano d’adozione Nick
Mallet, affiancato dall’amatissimo ex giocatore Alessandro Troncon,
si recheranno in Valle d’Aosta per il ritiro estivo dal 27 luglio al 1°
Agosto.
La Valle d’Aosta è partner ufficiale della nazionale azzurra grazie
ad un accordo siglato nel 2006, una partnership importante per i
campioni della palla ovale che nella splendida cornice delle montagne valdostane sono stati accolti negli scorsi ritiri con grande
entusiasmo. Ma anche per la Valle d’Aosta è stato importante legare il proprio nome allo sport che è diventato il simbolo del
giocare “pulito”, dove il rispetto dei compagni, dell’avversario ed
anche dell’arbitro fanno parte della sua cultura sportiva. Dove
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dopo che si è lottato duramente in campo si onora l’avversario
applaudendolo nel corridoio e dove nel terzo tempo si mangia e si
beve insieme, vincitori e vinti.
Decisamente un buon esempio da consegnare alle giovani generazioni che si avvicinano allo sport.
Ph. Eugenia Mola di Larissé
Badminton: un nome, un evento
di Stefania Marchiano
Coppa del Mondo di Completo “a casa” del Duca di Beaufort
Assistere all’Horse Trials che ha luogo ogni anno a Badminton (U.K.) per un appassionato di equitazione è un po’ come andare nel paese dei balocchi…per un neofita o per un semplice curioso può
significare la scoperta di un nuovo “mondo”.
È la tappa più importante e selettiva dell’intero circuito di coppa del mondo di completo: duecentomila
spettatori, ottanta binomi partenti, 4 giorni di gare per tre prove impegnative e molto diverse fra loro
(dressage, salto ostacoli e lo spettacolare quanto temuto cross-country) questi gli incredibili numeri di
Badminton 2008.
La manifestazione è inoltre condita da momenti divertenti e colorati come il Grand National dei Ponies, vera e propria corsa di galoppo alle siepi dove i protagonisti sono cavalli e fantini in “miniatura”, e
la sfilata del Duca di Beaufort a cavallo, presidente onorario dell’Horse Trials, seguito dai suoi fedeli cani
da caccia: situazioni che, se in un primo momento possono strappare solo un sorriso, in un Paese come
l’Inghilterra, dove l’equitazione è lo sport nazionale, hanno invece un’enorme importanza.
Tutto racchiuso, dulcis in fundo, nella meravigliosa cornice di Badminton House, castello risalente al
XVII° secolo oggi residenza dell’undicesimo Duca di Beaufort, che ogni anno “ospita” con piacere nella
sua immensa tenuta questa famosa tappa del mondiale, i binomi che vi partecipano e le centinaia di
migliaia di spettatori che accorrono da tutto il mondo per assistervi.
La prova di cross-country, data la sua spettacolarità, è quella che esercita il maggior richiamo sia sul
pubblico, sia sui media. È una prova di velocità su terreno naturale, disseminata di ostacoli fissi di ogni
tipo; il percorso si snoda infatti all’interno del parco per circa sette chilometri, che devono essere percorsi da cavallo e cavaliere, valicando colline, attraversando boschi e radure, superando indenni e senza
penalità i ventinove ostacoli “mozzafiato” che incontrano sul loro cammino.
Questa spettacolare prova è quella che attribuisce più punti nelle tre giornate di gara, ma è anche la
più difficile e rischiosa: richiede infatti al binomio prestazioni al limite delle sue capacità, doti ed abilità
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non comuni, un elevato grado di addestramento, tanto coraggio e
tanta fiducia l’uno nell’altro.
Quella del completo è una disciplina molto dura, al tempo stesso
splendida ed avvincente, in grado di creare tra cavallo e cavaliere
un legame indissolubile.
Per informazioni: www.badminton-horse.co.uk
Ph. Eugenia Mola di Larissé
Ph. Eugenia Mola di Larissé
Badminton Horse Trials
1-4 maggio 2008
Quest’anno il completo è stato vinto per la prima volta dal francese Nicolas Touzaint su Hidalgo de l’Ile, il secondo gradino del
podio è andato alla britannica Lucy Wiegersma su Shaabrak,
mentre il terzo posto è stato conquistato da William Fox-Pitt in
sella a Ballincoola.
Meno fortunate le italiane Susanna Bordone su Ava e Vittoria
Panizzon su Rock Model, che nonostante non abbiamo portato a
casa dei risultati significativi hanno comunque gareggiato e rappresentato il nostro Paese in una delle competizioni sportive più
difficili al mondo.
Arrivederci dunque al prossimo anno dal 7 al 10 maggio e, come
vuole la migliore tradizione inglese, sempre ospiti del Duca di Beaufort.
The Shetland Pony Grand National
di Stefania Marchiano
Piccoli campioni crescono
I Grand National dei Ponies sono delle vere e proprie corse di
galoppo ad ostacoli dove talentuosi fantini, tra i nove ed i tredici
anni, gareggiano in sella ai loro ponies, di razza Shetland, esclusivamente per beneficenza. Solitamente si svolgono in abbinamento ad
importanti concorsi di salto ostacoli e completo come ad esempio
il Badminton Horse Trials.
Le corse dei ponies nel Paese di Sua Maestà sono sempre molto
attese e riscuotono grandissimo successo ed importanza: dal 1981
il denaro complessivamente raccolto e devoluto in beneficenza
grazie a queste competizioni ammonta infatti ad oltre mezzo milione di dollari.
Queste gare meritano di essere viste non solo in nome della giusta
causa per cui prendono vita, ma anche perché sono davvero uniche e divertenti: i ponies entrano in campo e sfilano tutti insieme
montati dai rispettivi fantini, vengono in seguito accompagnati sulla linea di partenza dove, dopo appena pochi secondi, prendono
il via. Lanciati al galoppo si sfidano lungo un percorso ad anello
disseminato di ostacoli che riproducono perfettamente, seppur in
miniatura, le siepi utilizzate nelle corse di galoppo.
La competizione non è aperta a tutti poiché richiede ai piccoli fantini assetto, abilità, tenacia ed una buona dose di coraggio.
Tutti i binomi sono obbligatoriamente iscritti allo “Shetland Pony
Stud Book Performance Award Scheme” ed hanno il dovere di
competere, nel corso della loro stagione agonistica, anche in altre
discipline equestri quali ad esempio il dressage, il salto ostacoli, il
cross-country e la gymkhana.
Durante la stagione estiva ogni gara del circuito Grand National
aiuta i migliori “jockeys” a qualificarsi per la finalissima che si svolge,
ogni anno, nell’ambito di quello che è considerato il top event
dell’equitazione britannica: l’Olympia International Horse Show di
Natale, importantissimo concorso di salto ostacoli.
Castellaro Golf Resort
“Perla” del Ponente ligure
Il Castellaro Golf Resort è la più moderna struttura turistico alberghiera del ponente ligure. Sorge a 6,5 chilometri dallo svincolo di
Sanremo est e a soli 4 chilometri dal mare. In posizione panoramica con vista sul mare, circondato dal verde del campo da golf, offre
ai suoi ospiti un insieme di servizi di altissimo livello.
Il Golf Club è un complesso sportivo con un campo da golf a 9
buche (oltre a campo pratica e club house), che grazie al clima
favorevole della Riviera è aperto tutto l’anno senza vincoli stagionali. Gli appassionati hanno a disposizione anche un pro-shop,
con un ampio ventaglio di attrezzature ed accessori per praticare
la disciplina. Il Resort si snoda su un’estensione di circa 25 ettari,
splendidamente inserito, nel tipico stile dei borghi ligure.
Varie le sistemazioni proposte: camere d’albergo, suite family e appartamenti mono o bilocali. L’hotel, a quattro stelle, dispone di 64
camere. Gli appartamenti-vacanza, 120 in totale, 50 monolocali e
70 bilocali, si snodano in sei blocchi abitativi: offrono tutti i più moderni comfort e angolo cottura completamente attrezzato.
Sono a disposizione 20 suite family: si tratta di appartamenti dislocati nel complesso residenziale intorno all’hotel, senza angolo
cottura, ma con servizio ristorazione direttamente collegato all’albergo. La grande piscina esterna davanti all’hotel e il centro benessere con piscina coperta ad acqua climatizzata, sauna, bagno turco
e palestra attrezzata, garantiscono relax e forma fisica.
L’offerta gastronomica è particolarmente curata: oltre all’elegante
ristorante dell’hotel, troviamo il ristorante tipico per la scoperta
della cucina ligure, il bar-ristorante della club house, infine il bargelateria presso gli impianti sportivi. Sport e relax sono garantiti
a 360 gradi: gli ospiti potranno cimentarsi su campetti da tennis,
calcetto, basket, squash e pallavolo.
Un centro congressi da 800 posti completa l’elegante struttura:
dispone di sale modulari per banchetti e riunioni, feste e spettacoli,
dotate delle attrezzature più moderne per accogliere adeguatamente ogni evento.
Per informazioni:
Castellaro Golf Resort
Strada per i Piani 1, Imperia
Tel: +39.0184.054100
www.castellarogolf.it
65
Aregai Marina Residenza Turistico Alberghiera
Si amplia l’offerta del porto di Marina degli Aregai
Per rendere davvero unico il soggiorno presso il porto turistico di
Marina degli Aregai, la struttura continua ad ampliare la sua offerta:
ha preso il via l’attività di una nuova residenza turistico alberghiera
a quattro stelle, chiamata “Aregai Marina Rta”, con annesso uno
stabilimento balneare attrezzato, aperto tutto l’anno, completo di
servizio bar, assistenza ai bagnanti, possibilità di noleggio barche e
scuola di vela e diving. Arricchiscono la proposta un’area sportiva
con campi campetti da calcio a 5 e tennis, e un’area giochi per
bambini. La struttura sarà completata nell’immediato futuro (maggio 2009) da un centro di talassoterapia, con due ampie vasche per
i trattamenti, una grande piscina per lo sport e i momenti ludici,
una palestra attrezzata e cabine per l’estetica. “Aregai Marina Rta”
è inoltre strettamente collegata al Golf Club e al centro Benessere
di Castellaro Golf Resort, raggiungibile grazie una navetta sempre
a disposizione della clientela.
Il complesso di “Aregai Marina Rta” è diviso in due parti, una adibita
ad hotel e una composta da appartamenti residenziali.
Le 24 suite mettono a disposizione un ampio terrazzo privato con
splendida vista sul mare, dotate di ogni comfort, con aria condizionata-riscaldamento, cassaforte, frigobar, telefono diretto con
l’esterno, televisori al plasma con collegamento satellitare, tea corner, room service. Sono a disposizione anche 86 appartamenti, con
angolo cottura, telefono, tv, balcone, dehors o giardinetto, riscaldamento e aria condizionata.
Il ristorante dispone di 150 posti a sedere in un ambiente elegante
e raffinato. L’offerta eno-gastronomica propone cucina tipica ligure,
cucina nazionale ed internazionale, ed una cantina con un’ampia
scelta di vini selezionati tra le migliori marche offerte dal mercato.
Non è finita: a Marina degli Aregai è sorta anche una nuova zona
commerciale battezzata Aregai Shopping.
Il complesso annovera numerose attività di commercio e servizio
a disposizione di diportisti e utenti dell’approdo. Lo spazio è stata
pensato con lo scopo di rendere la permanenza ad Aregai la più
pratica e funzionale possibile, permettendo a chi sceglie un periodo di villeggiatura presso il porto la possibilità di avere a portata di
mano ogni utile servizio quotidiano.
Sono presenti un parrucchiere e un centro per l’estetica, una lavanderia, un negozio di prodotti gastronomici tipici e un minimarket,
un punto vendita di arredo tessile e uno dedicato all’oggettistica
per la casa, una palestra per il fitness e il body building, una scuola
di danza latinoamericana, una rivendita di tabacchi e giornali ed una
boutique d’abbigliamento, una pizzeria e un bar ristorante. Sono in
attività inoltre diversi negozi specializzati per la manutenzione delle
imbarcazioni, agenzie nautiche ed assicurative.
Per informazioni:
Aregai Marina RTA****
Via Gianni Cozzi, 1 - 18010 Santo Stefano Al Mare (IM)
Tel: + 39.0184.610.000 - www.areagaimarina.it
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AGENDA
Alì Babà e i Quaranta Ladroni
La storia del povero taglialegna Alì Babà e del ricco fratello Kassim, entrambi venuti
a conoscenza della formula per aprire la grotta magica ove si nasconde il tesoro del
brigante Mustafà. Il narratore in scena anima i pupazzi e muove le scenografie creando uno spettacolo comico adatto a tutta la famiglia.
Torino, Casa del Teatro Ragazzi • 15 luglio 2008
Ligabue in concerto
Dopo il tour europeo, che lo ha visto esibirsi nel mese di aprile nelle più importanti
capitali e città (Madrid, Barcellona, Amsterdam, Parigi, Berlino, Londra), Ligabue torna
ad esibirsi in Italia con un tour denominato ‘’Elle-Elle Stadi 2008’’.
Cagliari, Fiera • 22 luglio 2008
Pat Metheny in concerto
Nell’ambito della rassegna Gezmataz Festival e Workshop si esibisce il grande chitarrista statunitense, compositore dalle mille sfaccettature, produttore innovativo e
pioniere della chitarra.
Genova, Teatro della Corte • 23 luglio 2008
Golem. Cine-concerto
Per la rassegna Teatro a Corte, in programma uno spettacolo in cui immagini filmiche,
musiche e voci interagiscono tra loro, dando vita a uno show che è una commistione
di linguaggi diversi, una contaminazione multimediale che si interroga sulla nozione
di spazio scenico.
Una partitura musicale scritta dai Supershock, giovani autori torinesi che si cimentano nella sonorizzazione del film capolavoro dell’espressionismo tedesco “Il Golem”
(1920).
Torino, Reggia di Venaria • 24 e 25 luglio 2008
Fêtes de Genève
Tradizionale evento estivo che propone spettacoli di ogni genere: concerti rock e
classici, sfilate, fuochi d’artificio. Sono attese in città per questo appuntamento più di
400 mila persone.
Ginevra • dal 31 luglio al 10 agosto 2008
Stars on ice
Scenderanno in pista, nel Forum Sport Center, atleti internazionali di altissimo livello.
Acrobati e artisti del ghiaccio allieteranno il pubblico con le loro performance acrobatiche di gran classe.
Courmayeur • 16 agosto 2008
AGENDA
Jovanotti in concerto
L’artista romano arriva a settembre a Cagliari per l’unica data in Sardegna del suo
“Safari Tour 2008”, che prende il nome dal suo ultimo album, “Safari”, uscito a metà
gennaio e già arrivato al quinto disco di platino.
Cagliari, Fiera • 10 settembre 2008
Correggio e l’antico
Prima monografica dedicata ad Antonio Allegri detto il Correggio: l’unico dei tre artisti appartenenti alla cosiddetta triade rinascimentale, con Raffaello e Michelangelo, al
quale non sia mai stata dedicata un’esposizione complessiva.
Più di 20 le tele esposte con alcune novità assolute. Si potranno vedere insieme per la
prima volta la Danae della Galleria Borghese, Giove ed Io e Il ratto di Ganimede dalla
Kunsthistorisches di Vienna, Educazione di Cupido dalla National Gallery di Londra e
Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro dal Louvre.
Roma,Villa Borghese • fino al 14 settembre
Guarini, Juvarra, Antonelli
L’esposizione si propone di descrivere l’importanza del disegno come strumento di
comunicazione, presentando l’opera dei grandi architetti che hanno lasciato un’impronta indelebile della loro creatività a Torino.
Torino, Palazzo Bricherasio • fino al 14 settembre
Apertura del MAO (Museo Arte Orientale)
Un museo che vuole fornire una panoramica il più possibile rappresentativa della
produzione artistica asiatica. La collezione sarà suddivisa in cinque gallerie corrispondenti alle cinque regioni del continente asiatico.
Torino, Palazzo Mazzonis • 16 settembre 2008
God & Goods
La mostra God & Goods vuole osservare come, attraverso il dubbio, un gruppo di
artisti sfidi gli stereotipi e le limitazioni del concetto di Dio per sostituirlo con tanti
altri e infiniti punti interrogativi. God & Goods si propone di aprire un dialogo con il
tema della religione in quanto dibattito vastissimo, controverso e irrisolto ma anche
concetto aperto a nuove e molteplici forme di interpretazione.
Udine,Villa Manin-Codroipo • fino al 28 settembre 2008
Balthus - 100e anniversaire
La retrospettiva invita a percorrere tutti i periodi e i temi di Balthus: ritratti, paesaggi,
senza dimenticare le giovani ninfe languide che costituiscono la componente maggiore del “ mistero Balthus “.
Martigny, Fondation Gianadda • fino al 23 novembre 2008
SHOPPING
Le Croci di Pasquale Bruni
L’alta gioielleria riscopre la magia e le tentazioni di un paradiso terrestre. Le croci in diamante si intrecciano come
i rami di un giar
giardino incantato su cui si posano delicati fiori di pavé che vestono la donna di una leggerezza incantata. Collana in oro bianco e diamanti linea Giardini dell’ Eden.
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Ray Ban - Aviator 3025
I prodotti solari Darphin
I solari Darphin vantano una doppia azione:
sono idratanti e leggeri per una pelle pura, ma
La Ray Ban, storica azienda, venne fondata nel 1937 su richiesta dell’aeronautica
dell’esercito degli Stati Uniti. Il primo modello prodotto fu il Ray Ban Aviator e venne fornito ai piloti dell’esercito. Oggi i Ray Ban sono molto più che semplici occhiali
da sole, sono diventati nel tempo e nella storia veri e propri status symbol.
anche ricchi di principi attivi protettivi, nutrienti
e rigeneranti per una cura schermo ristrutturante e anti-età.
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Wellness by Nature.
ature. Il benessere dalla natura
Trattamenti per il corpo a base di nuovi principi attivi naturali esclusivi Babor, offrono un’esperienza davvero unica. Preziosi “ingredienti” con effetto anti-aging quali: acqua termale di Acquisgrana, microgranuli di
zeolite, estratto di sorbo selvatico, regalano al corpo efficacia e delicatezza per un effetto di benessere
totale.
Centro Estetico Rosanna
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SHOPPING
Jambon de Bosses DOP
Il Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP na600
sce a Saint-Rhémy-en-Bosses. Qui, a 1.600
are
metri di altitudine, il clima secco, la particolare
esposizione e la combinazione dei flussi d’aria
che scendono dai colli sovrastanti creano l’amnatura
biente ideale per la lavorazione e stagionatura
ma si
di questo prosciutto. Allo speciale microclima
anti.
aggiunge la sapienza artigiana dei suoi abitanti.
Il risultato è un pregiatissimo prosciutto cruro,
do dalla forma compatta, colore rosso scuro,
sapore aromatico e fragrante, leggermentee
salato e con un retrogusto dolce.
De Bosses s.r.l.
Fraz. Bourg de Saint-Rhémy, 1
11010 Saint-Rhémy en Bosses (Ao)
www.jambondebosses.it
Tel. +39. 0165.780821
Fumin della Cave des Onze Communes
Il Fumin è un vitigno autoctono presente solo in Valle
d’Aosta. Il vino che ne deriva ha un colore
e,
rosso malvaceo carico, quasi impenetrabile,
erstabile nel tempo; l’odore è intenso e pertti
sistente, con forti note di confettura, frutti
di bosco su un sottofondo speziato di liquirizia che ben si armonizza con le note
fumée del legno di affinamento; il sapore
è asciutto, pieno, morbido, ricco di corpo
e struttura, con finale gradevole di tannini
morbidi e austeri. Abbinamenti enogastronomici: selvaggina, arrosti, carni rosse
grigliate, formaggi stagionati.
Cave des Onze Communes
Loc. Urbains, 3 - 11010 Aymavilles (Ao)
www.caveonzecommunes.it
Tel. +39.0165.902912
Reinhold Speck di Bertolin
Dall'attenta selezione di materie prime di alta qualità si ottiene Reinhold speck, il nuovo
nato della Maison Bertolin. La stagionatura del Reinhold speck avviene in un periodo non
inferiore ai 120 giorni. L'affumicatura è una tecnica di conservazione tipica della cultura walser. Ancora una volta le tradizioni della Valle d'Aosta rappresentano l'ingrediente
fondamentale dei prodotti Bertolin, che in ogni fetta racchiudono tutto il sapore delle
nostre montagne.
Salumificio Maison Bertolin - Loc. Champagnolaz, 10 - 11020 Arnad (Ao)
Tel. +39.0125.966127 - www.bertolin.it
Dolci voluttà di Kakaó
Reina, un cuore tenero e voluttuoso di bavarese alla vaniglia con una scorza orgogliosa e testarda di arachidi e fave
di cioccolato.
La pezzata rossa delle torte nasce nel duemilasei, in concomitanza con l’istituzione della Festa della Valle d’Aosta
Kakaó - V.le Conte Crotti - Aosta
Torrette di Grosjean
Il Torrette è un vino rosso armonico, dal sapore asciutto. È attualmente il vino valdostano
prodotto in maggior quantità. La sua area di
produzione è la più vasta tra le DOC di zona.
Maison Vigneronne Frères Grosjean
Frazione Ollignan,1 - 11020 Quart
Tel +39.0165.775791
DIRETTORE RESPONSABILE
Bruno Baschiera
REDAZIONE
Grafis S.r.l.
Loc. Variney, 46 - 11010 Gignod (Ao)
Tel. +39.335.5476136 - [email protected]
Segreteria: Lina Coquillard
EDIZIONE E AMMINISTRAZIONE
Gedirama S.r.l.
Reg. Borgnalle, 12/A - 11100 Aosta
Tel. +39.0165.31255 - www.gedirama.it - [email protected]
PUBBLICITÀ
Gedirama S.r.l.
Reg. Borgnalle, 12/A - 11100 Aosta
Tel. +39.0165.31255 - Fax +39.0165.236449 - [email protected]
HANNO COLLABORATO
Claudio Coriasco, Mario Facchini, Corrado Hérin, Jean Lazier,
Ufficio Stampa Eurotravel,
Ufficio Stampa Press Office & P.R. Milano
FOTOGRAFIE
Eugenia Mola di Larissé (foto di copertina), Archivio D'Agostino,
Archivio Regione Valle d'Aosta,
Agenzia Dreamstime.com, Agenzia Newspower,
Agenzia ThreeSixty, Erik Farina, Flickr,
Studio Lazier, Andrea Rosset, Ufficio Stampa Forte di Bard
PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE
Maria Serena Monfrini
Reg. Borgnalle, 12 - 11100 Aosta
Tel. e Fax +39.0165.060559 - [email protected]
STAMPA
Tipografia Testolin
Loc. Condemine, 13 - 11010 Sarre (Ao)
Tel. +39.0165.552815 - Fax +39.0165.553589
www.tipografiatestolin.it - [email protected]
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Trimestrale - Anno III - N° 11 - luglio 2008
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