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La forma delle galassie - Italo Bovolenta Editore

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La forma delle galassie - Italo Bovolenta Editore
DIDATTICA ATTIVA - Materiali integrativi - APPROFONDIMENTO
La forma delle galassie
Le galassie sono aggregati di stelle aventi dimensioni e
forma variabili. Le galassie di dimensioni maggiori possono contenere centinaia di miliardi di stelle e avere un
diametro superiore ai 300 000 a.l., ma esistono anche
galassie nane che contengono pochi milioni di stelle.
Si può immaginare la vastità di una galassia grazie
alla seguente proporzione: il rapporto fra il diametro
medio di una galassia e il diametro dell’orbita di rivoluzione della Terra si può paragonare al rapporto fra l’altezza di un uomo e il diametro di uno degli atomi che lo
compongono.
Dalla Terra, a occhio nudo è possibile osservare debolmente la galassia di Andromeda e due piccole galassie
denominate Nubi di Magellano, oltre ad una porzione
della Via Lattea, la galassia a cui appartiene il sistema
solare. Solo grazie all’utilizzo dei moderni telescopi, tra
cui il telescopio spaziale Hubble, è stata riconosciuta l’esistenza di alcuni miliardi di galassie.
Le galassie si trovano a distanze assai variabili dalla
Terra: le più vicine distano da noi 175 000 anni luce, le
più lontane distano oltre 10 miliardi di anni luce. Ciò
significa che le radiazioni che provengono dalle galassie
più lontane sono state emesse oltre 10 miliardi di anni
fa, perciò forniscono informazioni su come erano in passato tali corpi celesti e non sulla loro situazione attuale.
Le galassie si possono paragonare a delle isole nell’universo che si trovano a distanze enormi le une dalle altre.
La classificazione delle galassie è assai complessa, ma
per semplicità esse si possono suddividere in tre gruppi
principali in base alla loro forma: galassie a spirale, galassie ellittiche e galassie irregolari.
figura 1 Galassia a spirale M101 ripresa dal telescopio spaziale Hubble. La
sigla M101 è il codice con cui è contrassegnata tale galassia nel catalogo di
Messier degli oggetti celesti.
figura 2 Galassia a spirale barrata NGC 1300. La sigla NGC 1300 è il codice
con cui è contrassegnata tale galassia nel catalogo degli oggetti celesti denominato New General Catalogue.
–Le galassie a spirale (figura 1) sono le più diffuse e rappresentano circa il 60% delle galassie. Sono formate da
un nucleo centrale ingrossato dal quale si diparte un
numero variabile di bracci. Nel nucleo centrale si trovano le stelle più antiche, nei bracci si trovano stelle
giovani, gas e polveri che formeranno nuove stelle. Appartiene a questa categoria la Via Lattea.
Esiste un tipo particolare di galassie a spirale, caratterizzate da bracci che si dipartono da una barra, definite
perciò galassie a spirale barrata (figura 2) .
–Le galassie ellittiche (figura 3) hanno una forma ellissoidale o sferica, sono di grandi dimensioni e contengono stelle antiche. Inoltre, queste galassie non sono
sede di formazione di nuove stelle. Per queste ragioni
figura 3 Galassia ellittica M87.
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Marcella Di Stefano, Simona Pederzoli, Andrea Pizzirani -
Una introduzione allo studio del pianeta - Italo Bovolenta editore - 2011
DIDATTICA ATTIVA - Materiali integrativi - APPROFONDIMENTO
gli studiosi ritengono che tali galassie possano essere
derivate dalla fusione di galassie più piccole. Secondo
le stime rappresentano circa il 30% delle galassie.
–Le galassie irregolari (figura 4) non hanno una forma
geometrica definita e sono probabilmente di origine
recente, in quanto contengono una elevata quantità di
gas. Esse rappresentano il circa il 10% delle galassie.
–Esiste una quarta tipologia di galassie, definite galassie lenticolari (figura 5), che hanno una forma intermedia tra quelle a spirale e quelle ellittiche. Le galassie
lenticolari hanno una forma schiacciata, a disco, ma
non presentano i caratteristici bracci di quelle a spirale.
 figura 5 Galassia lenticolare NGC 5866 nella costellazione del Drago.
 figura 4 Galassia irregolare NGC 6822 ripresa dal telescopio del Cerro
Tololo Inter-American Observatory in Cile.
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Marcella Di Stefano, Simona Pederzoli, Andrea Pizzirani -
Una introduzione allo studio del pianeta - Italo Bovolenta editore - 2011
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