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Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere Globalizzazione

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Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere Globalizzazione
Periodico di informazione economica
Anno X - n. 67
Marzo/Aprile 2007
EDITORIALE
Globalizzazione significa competizione tra territori
CONFINDUSTRIA
Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere
INTERVISTA
Un porto funzionale per la competizione globale
FOCUS INNOVAZIONE
SOMMARIO
2-3
EDITORIALE
8-9
4-5
CONFINDUSTRIA
10-11
ASSINDUSTRIA
TURISMO
La II giornata del turismo
di Confindustria a Trieste
Fare impresa in Italia: cosa
cambiare, come vincere
6-7
INTERVISTA
Un porto funzionale per
la competizione globale
Globalizzazione significa
competizione tra territori
12-13
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Le imprese italiane
e il mercato cinese
Priorità per una Trieste
in corsa verso il futuro
14
ENERGIA
Un gruppo di lavoro per
l’energia eco-compatibile
15-18
FOCUS INNOVAZIONE
Inserto a cura di
N. Pangher e D. Romeo
19
ASSINDUSTRIA
Servizi operativi
per le aziende associate
20-21
IMPRESE
Actimex: un Premio
all’innovazione
23
IMPRESA AL FEMMINILE
Ergolines Lab: ricerca
e soluzioni innovative
24-25
FORMAZIONE
Collaborazione fra
Università e Assindustria
26-27
FISCO E IMPRESA
Conservazione digitale dei
documenti e studi di settore
28
LAVORO
L’andamento occupazionale
nelle imprese associate
29-32
Direttore responsabile
Paolo Battilana
Hanno collaborato
Giovanni Balbo, Alessandro Carta,
Sabrina Del Sal, Sonia Lussi,
Stefano Silvestri, Federica Zar
Coordinamento editoriale
Associazione Industriali Trieste
Palazzo Ralli, piazza A. e K. Casali, 1
34134 Trieste
telefono 040.3750111
telefax 040.364684
Progetto grafico e impaginazione
Redazione e Pubblicità
Illustrazioni
Dunja Jogan
APS agenzia promostampa snc
di Aldo Poduie e Federica Zar
viale Miramare, 17 - 34135 Trieste
telefono 040.410910 - 040.410908
telefax 040.410908
[email protected] - www.apsonline.it
In copertina
foto di Marino Sterle
Fotografie
G. Crozzoli, F. Giraldi, A. Savella, M. Sterle.
Archivi: APS, AREA Science Park,
Confindustria e Aziende.
NEWS
Trieste Industria
Periodico dell’Associazione
Industriali Trieste
Registrazione
Tribunale Trieste
n. 58 del 28.4.1949
Poste Italiane SpA
Spedizione in a.p. - 70% DR TS
Anno X - Numero 67
Marzo - Aprile 2007
Stampa
Graphart
Questo numero è stato chiuso
in tipografia il
10 Maggio 2007
Editoriale
Globalizzazione significa
competizione tra territori
Trieste deve fare delle proprie caratteristiche elementi
di vantaggio sui sistemi concorrenti
I
continui progressi scientifici e tecnologici
hanno via via ridotto il peso delle distanze
fisiche.
In campo economico nel passato, anche in
quello recente, si operava in ambiti competitivi
più limitati. Anche i gruppi a maggior vocazione internazionale erano definiti “multinazionali”, in quanto le distanze imponevano,
per ogni Paese di attività, organizzazioni con
un elevato grado di autonomia.
Ora invece i vincoli delle distanze sono diminuiti e, per molti aspetti, si sono persino
annullati. La realtà si è velocemente trasformata e, se prima si operava in un mondo in
qualche misura segmentato, ora il campo
delle operazioni è più vasto, divenendo in
alcuni casi unico.
Navigare nell’oceano non equivale a navigare
in piccoli specchi d’acqua: si moltiplicano le
opportunità, ma non meno le complessità.
Una realtà globale significa inevitabilmente
competizione tra sistemi Paese ma anche tra
sistemi territoriali. La competizione territoriale richiede un’efficace strategia competitiva in termini di visione del futuro, la sua
traduzione in obiettivi concreti, in scelte strategiche per conseguirli, in azioni realizzative.
Essere competitivi significa far meglio dei
concorrenti.
Per ogni territorio, come per qualsiasi
impresa, senza sviluppo il futuro è incerto.
Non ci può essere sviluppo senza spiccata
capacità di gestione strategica, senza capacità
di innovazione continua, senza coesione.
Che cosa significa gestire in modo “strategico” un territorio, quindi la sua competitività e il suo sviluppo? Significa, in buona
sostanza, assicurare risposte concrete a punti
chiave, sotto il profilo economico, delle competitività territoriali:
> Perché un’impresa dovrebbe insediarsi qui?
> Perché un’azienda già presente sul territorio dovrebbe decidere di rimanervi?
> Perché si dovrebbe scegliere di portare qui
un’iniziativa?
> Perché un talento dovrebbe decidere di
lavorare qui?
Il business, per sua natura, è dinamico, si
sposta dove il contesto è più favorevole e dove
si genera valore. Da questa affermazione, per
quanto ci riguarda, discende la considerazione che è in gioco il peso specifico del nostro
territorio.
A Trieste hanno sede industrie leader nazionali e internazionali nei settori più diversi.
C’è una presenza molto significativa di Enti e
di centri di ricerca, l’Università, una qualità
della vita che pone la città ai primi posti delle
3
Globalizzazione significa competizione tra territori
classifiche nazionali. Guardando quindi alla
superficie del problema avremmo risposto
positivamente a tutti i quesiti posti più sopra.
Affrontando invece con maggiore attenzione i
singoli aspetti la situazione presenta contorni
meno confortanti. L’ultimo insediamento
produttivo di una qualche rilevanza risale al
2002, a fronte di un numero certamente elevato di aziende che hanno dismesso l’attività.
Il Porto, da tutti indicato come il principale
motore del rilancio economico del territorio,
solo nell’ultimo periodo ha evidenziato
segnali di una lenta ripresa. Il comparto del
turismo è in attesa di risposte per la prossima
definizione di un’offerta congressuale, in
quanto non si è stabilita la collocazione del
nuovo Palacongressi. Il tema dell’ambiente e
del recupero a fini produttivi delle aree inserite nel Sito Inquinato d’interesse nazionale,
unici spazi che possono ospitare nuovi insediamenti industriali in provincia, nella
sostanza è ancor tutto da risolvere.
Tutto questo disegna una situazione che, a
tutt’oggi, vede il nostro territorio tenere una
posizione di discreto benessere, in termini di
PIL e di occupati, che rischia però di erodersi
se non si riuscirà a dare nuovo impulso alle
attività economiche e all’offerta complessiva
in termini di attrattività.
I territori confinati della Slovenia e, più a
nord, dell’Austria si muovono con ben altro
dinamismo.
La diminuzione della competitività di un territorio viene a determinare quindi il depauperamento del suo tessuto produttivo, con
conseguente perdita di ricchezza. Sarebbe
bene lavorare tutti assieme, istituzioni, parti
economiche e sociali e pubbliche ammini-
strazioni, al fine di promuovere con rinnovata
energia le opportunità di sviluppo, in modo
che il valore aggiunto, in termini di ricchezza
creata dalle aziende esistenti e dall’attrazione
di nuove attività economiche, possa fattivamente costituire il trampolino di lancio per
ridefinire la centralità del ruolo che Trieste
può candidarsi ad assumere nel nuovo contesto comunitario del centro-est Europa.
Corrado Antonini
Presidente
Associazione Industriali Trieste
Confindustria
Fare impresa in Italia: cosa
cambiare, come vincere
Traccia dell’intervento di Luca Cordero di Montezemolo,
Presidente di Confindustria, a Genova
I
Giuseppe
Morandini
a Trieste
“Il Friuli Venezia Giulia è una
regione assolutamente
all’avanguardia, che porto come
esempio durante numerosi
incontri istituzionali a livello
nazionale, perché ha saputo
cogliere la sfida dell’era della
conoscenza, interpretando
in modo concreto le esigenze
delle piccole imprese”.
È stata accolta con vivo piacere
lo scorso 12 marzo la visita
a Trieste di Giuseppe Morandini,
il corregionale Presidente
della Piccola Industria
di Confindustria, che ha
incontrato i rappresentati
delle Pmi locali
in Assindustria Trieste.
n questi mesi l’economia italiana ha
imboccato di nuovo la strada dello
sviluppo e siamo passati dalla crescita zero
a un +2% del PIL. Come sempre i successi
hanno molti padri, ma noi sappiamo che,
come dimostrano i dati della produzione
industriale e delle esportazioni, è quasi tutto
merito nostro. L’industria italiana si è messa
in movimento e cerca di trascinare il Paese.
La ripresa la dobbiamo a noi stessi, ai nostri
collaboratori, a chi con noi lavora nelle
aziende.
Essere protagonisti della ripresa, oltre che
motivo di orgoglio, ci dà piena titolarità a dire
che cosa occorre fare, quale direzione è giusto
imboccare. Non consentiremo che si disperdano i risultati raggiunti. Per questo dobbiamo mettere al centro la crescita e
l’impresa. Per questo abbiamo chiesto con
forza un confronto a tutto campo sulla produttività, un indicatore chiave per il quale
l’Italia indossa da troppo tempo la maglia
nera. In dieci anni la produttività in Germania e Stati Uniti è cresciuta quattro volte tanto
rispetto all’Italia. Non possiamo andare avanti
così. Alzare il tasso di produttività significa
elevare il tasso di sviluppo.
Maggiore produttività nelle imprese e nel
sistema Italia è la condizione per poter essere
competitivi nel medio periodo, perché non
possiamo gareggiare contro tutto e contro tutti
solo riducendo i margini.
Il confronto con il Governo e i sindacati può
essere un’occasione importante se si assume
davvero come missione del Paese quella di
sciogliere i nodi che ostacolano la nostra
capacità di crescita. Per questo occorre rigore
nell’analisi e coerenza nelle proposte.
Rigore nell’analisi significa prendere atto con
serenità che gli elementi seppur parziali di
flessibilità introdotti negli ultimi anni sul
mercato del lavoro hanno dato buoni risultati:
la disoccupazione è scesa al 6,8%, il dato più
basso da quasi quindici anni. Se si combatte la
flessibilità - che deve essere naturalmente tutelata e regolata - si lavora oggettivamente contro le possibilità di occupazione.
Dobbiamo lavorare per nuovi e più efficaci
ammortizzatori sociali, che dovranno tutelare
lavoratori più flessibili e essere estesi alle
imprese di minori dimensioni. Dobbiamo
ripensare il sistema di welfare oggi così squilibrato a favore della previdenza e invece poco
adeguato a sostenere chi cerca lavoro o chi ne
resta privo per un periodo.
Dobbiamo innovare la contrattazione, introducendo strumenti più moderni per pagare
meglio i lavoratori, ma anche flessibilità e
rispetto degli accordi per produrre più
ricchezza. E pensiamo che sia davvero giunto
il momento di guardare in modo diverso al
lavoro straordinario, che non può essere
discriminato come è stato fino ad oggi.
Il fisco rappresenta ormai un elemento chiave
per la competitività. Ridurre le tasse sulle
imprese significa accrescere l’attrattività del
Paese, stimolare la crescita e aumentare
l’occupazione. E il fisco è uno degli elementi
risolutivi per l’attrazione di investimenti esteri
in cui l’Italia figura come fanalino di coda in
Europa: il 5,8% del totale, contro il 20% della
Gran Bretagna, il 14% della Francia e l’11%
dell’Olanda. Uno studio europeo dimostra che
ad ogni punto di riduzione della pressione
fiscale sulle imprese gli investimenti esteri
aumentano di quasi il 6%.
Ecco perché quando sentiamo parlare di
“regali alle imprese” pensiamo che, oltre a
molta ignoranza, ci sia un elemento di ostilità
che va respinto con grande fermezza.
Questo clima ostile alle imprese lo abbiamo
respirato anche in materia di politica
ambientale. Le proposte di modifica del codice
ambientale ci sono sembrate un vero e proprio
manifesto a favore della delocalizzazione. Ora,
dopo scontri e confronti, pare che siano state
accolte gran parte delle nostre osservazioni e
che, anche grazie all’attività delle Regioni, si
cominci a tener conto delle preoccupazioni
delle imprese.
Abbiamo bisogno di una seria politica energetica, centrata su piani di risparmio, diversificazione delle fonti, realizzazione di nuovi
impianti. Ne abbiamo bisogno soprattutto
perché siamo uno strano Paese dove le
imprese pagano l’energia più della media
5
“Sistema”
cosa cambiare,
per diventare
comeattrattivi
vincere
Fare impresa inUnItalia:
europea. Così noi imprenditori siamo quasi
soli a spingere per realizzare rigassificatori e
termovalorizzatori. Pensiamo anche che si
debba guardare senza pregiudizi al nucleare
di nuova generazione. Certo, senza nasconderci le difficoltà, in un Paese dove vengono
rimesse in discussione anche centrali tradizionali già autorizzate.
anni le SpA a controllo pubblico sono passate
da 30 a 800. Occorre una radicale inversione di
tendenza che in tutto il mondo è chiara:
persino la Svezia ha varato un piano di privatizzazioni per 16 miliardi di euro.
Noi chiediamo a gran voce che vengano riconosciuti i meriti che oggettivamente abbiamo
nella ripresa economica. Ci piacerebbe, in
La riforma della pubblica amministrazione è
un altro pilastro di una vera azione orientata
alla crescita. Si tratta di introdurre la meritocrazia nella selezione del personale e nei
percorsi di carriera.
C’è una questione di modello istituzionale da
rivedere. In nessun Paese ci sono partiti così
numerosi, “pesanti” e autoreferenziali.
Abbiamo ai vari livelli 150mila persone elette e
remunerate (dai Municipi al Parlamento
europeo), a fronte di servizi ai cittadini e alle
imprese largamente insoddisfacenti.
Abbiamo denunciato un anno fa il fenomeno
del neostatalismo municipale. Negli ultimi 10
un futuro non troppo lontano, poter dare
atto alla politica di aver fatto scelte coraggiose per assicurare al Paese un futuro
all’altezza delle nostre capacità e delle
nostre ambizioni.
Non partiamo da zero, perché possiamo contare sui tanti punti di eccellenza di un Paese
ricco di talenti, di energie vitali e di progetti di
successo. C’è un’Italia che eccelle e che merita
di essere valorizzata. Se noi imprenditori
riusciamo a realizzare una crescita del 2%
nelle difficili condizioni di oggi, lascio immaginare a tutti voi cosa saremmo capaci di fare
in un Paese normale.
Assindustria
Priorità per una Trieste
in corsa verso il futuro
In seguito alla nomina a Vice Presidente Vicario di Assindustria,
prende la parola Adriano Del Prete
S
ito inquinato, rilancio delle attività
portuali e della logistica anche attraverso una ridefinizione dei Punti
Franchi, coinvolgimento dei centri di ricerca
d’eccellenza nell’azione di innovazione dei
processi produttivi e dei prodotti, ponendo
particolare attenzione, sotto quest’ultimo
aspetto, ad un percorso di accompagnamento
alla crescita dimensionale delle imprese.
Sono questi i punti prioritari per lo sviluppo
economico del territorio giuliano secondo
Adriano Del Prete, neoleletto Vice Presidente
Vicario dell’Associazione Industriali di Trieste.
“La peculiarità della nostra provincia
- afferma Adriano Del Prete, dal 2001 Direttore Generale della SIOT SpA - di essere confinante con la Slovenia, che attualmente
presenta situazioni di assoluto interesse per
eventuali investitori, ci consente di chiedere
alle Istituzioni nazionali competenti in materia una prioritaria attenzione alla soluzione
del problema delle bonifiche. La strada che noi
Industriali proponiamo è quella di intervenire
nei punti in cui il problema ambientale determina situazioni di reale criticità, come la ridefinizione della perimetrazione del sito
inquinato di interesse nazionale utilizzando lo
strumento dell’analisi del rischio, escludendo
quei terreni che non presentano elementi di
pericolo sotto il profilo della salute per coloro
che vi operano o vi risiedono”.
In questo quadro si può inserire anche l’annoso problema delle aree da destinare allo
sviluppo dei traffici portuali e della logistica
che, in futuro, dovranno poter accogliere le
attività operanti ancora in Porto Vecchio.
7
Priorità per una Trieste in corsa verso il futuro
“La nostra visione di riutilizzo dell’antico scalo
- sottolinea il Vice Presidente di Assindustria,
condividendo la posizione del Presidente dell’Autorità Portuale Boniciolli in merito alla
necessità di approfondire il quadro normativo che regola i Punti Franchi - privilegia un
progetto di portualità allargata e di fruizione
degli spazi per attività terziarie e dell’economia prevalentemente legata al mare. Auspichiamo che l’operazione di riconfigurazione
degli spazi nell’ambito del Porto Nuovo inizi
quanto prima, con l’abbattimento dei magazzini ormai obsoleti e disposti su più piani e
con il tombamento dello specchio acqueo tra
il Molo V e il Molo VI. Una soluzione che
consentirebbe di acquisire nuove aree a fini
operativi e di costruire dei magazzini in linea
con gli standard moderni della logistica”.
In relazione alla necessità di creare le condizioni di base per rendere sempre più competitivo il territorio giuliano e per rafforzare il
rapporto fra grandi e piccole imprese, l’Associazione Industriali di Trieste ha avviato un
percorso per incentivare il trasferimento
tecnologico. “In tale ambito - evidenzia Del
Prete - Assindustria ha promosso la costituzione del Distretto del caffè e partecipa alla
realizzazione di quello della cantieristica
navale. In entrambi i casi si è posto l’accento sul tema del rapporto fra i vari componenti della filiera produttiva: per il caffè si
è considerato lo spettro operativo che va
dalla logistica alla torrefazione e dalla distribuzione alla vendita; per la navalmeccanica
si è resa evidente l’opportunità di instaurare
un rapporto più stretto fra le aziende della
committenza e quelle della fornitura, considerato che il prodotto nave, nel caso di
Fincantieri, viene realizzato per il 75% dai
suoi fornitori”.
Fra gli altri temi di particolare interesse per il
Vice Presidente dell’Associazione Industriali,
anche in relazione al suo ruolo di Presidente
del Consorzio Energia, quello della necessità
di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. “Sotto questo profilo
- afferma Adriano Del Prete - abbiamo visto
con favore le opportunità che i due progetti di
costruzione di stazioni di rigassificazione
possono avere per le attività economiche del
territorio. Riteniamo, in linea generale, che
l’applicazione di elevati standard di sicurezza,
oggi disponibili sul mercato, rendono certamente sostenibile la presenza degli impianti.
Nello specifico abbiamo valutato, in relazione
alle ricadute territoriali, di affiancare con
maggior favore l’opzione dell’impianto a
terra proposto da Gas Natural, in quanto
prevede la completa bonifica del sito, propone
un approvvigionamento di gas a minor
prezzo per le utenze e offre l’utilizzo delle
frigorie a favore dei processi produttivi”.
Un porto funzionale per
la competizione globale
©
Intervista
La visione del Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste,
Claudio Boniciolli, illustrata durante un incontro in Assindustria
U
“Rilanciare il traffico su rotaia,
verso Ovest e verso Est
e realizzare un raccordo
ferroviario tra il Porto di Trieste
e quello di Capodistria:
un investimento di 70 milioni
di Euro perché i traffici girino
a doppio senso”.
“Il nuovo Piano Regolatore del
Porto di Trieste è
indispensabile, ma prima di
tutto bisogna fare chiarezza
su ciò che si può fare in area
demaniale. Il mio obiettivo è
riuscire a fare qualche cosa di
concreto, che si basi sul
diritto e, pertanto, che abbia
un senso!”.
“Agli imprenditori domando se
i Punti Franchi servono o no;
allo Stato chiedo una risposta
chiara sull’assetto giuridico;
dalla Dogana italiana auspico
un comportamento uniforme”.
n porto funzionale, con ampi
piazzali e magazzini all’avanguardia tecnologica, collegati
all’area retroportuale di Fernetti e raccordati al sistema regionale viario e ferroviario,
per consentire un veloce transito delle merci
verso i mercati europei e orientali, passando
anche attraverso lo scalo sloveno di Capodistria. Basterebbe questo, secondo Claudio
Boniciolli, Presidente dell’Autorità Portuale
di Trieste, per consentire allo scalo giuliano
di competere, a livello nazionale e internazionale, nella difficile sfida per l’acquisizione di nuovi traffici, che individua nella
penisola italiana, con la pluralità dei suoi
porti, la piattaforma logistica per tutto l’Est
Europeo e l’Oriente. “In questo contesto
- sottolinea Boniciolli - Trieste potrà assumere una posizione di vantaggio, favorita
dalla nuova centralità del Mediterraneo, se
saprà partecipare alla creazione di un sistema
che unisca, specializzandoli, gli scali dell’Alto
Adriatico, da Ravenna a Venezia e Trieste,
fino a Capodistria e Fiume”.
Un percorso verso il rilancio del porto di
Trieste che deve però avvenire in tempi assolutamente rapidi, prima che si aprano altre
vie di scambio tra l’Oriente e l’Occidente,
come quella “Artica”, già allo studio dei
protagonisti dello shipping internazionale.
“Oggi - afferma il Presidente dell’Autorità
Portuale - i porti sono un concentrato di
attività: marittime, cantieristiche, industriali, tecnologiche, e anche bancarie e
finanziarie. Trieste non deve però misurarsi
con i grandi porti mondiali (Rotterdam,
Amburgo, Le Havre...) perché è uno scalo
medio-piccolo, che deve confrontarsi con
realtà quali La Spezia, Savona, Livorno,
Salerno e, naturalmente, con i porti dell’
Adriatico, sia di parte italiana che balcanica. Sfruttando la sua posizione geopolitica
e la crescita, nel settore logistico, in atto in
tutta l’Europa Centro Orientale - continua
Boniciolli, ricordando gli ingenti investimenti tedeschi per la navigazione lungo il
Danubio, anche grazie ai quali il porto di
Costanza è quello che sta registrando il
9
Un porto funzionale per la competizione globale
massimo incremento dei traffici - Trieste
deve ritrovare quella centralità che le era
propria in epoca asburgica, senza mitizzare
però quelli che, allora, erano i suoi punti di
forza”. I Punti Franchi, ad esempio, di cui si
deve conoscere il reale assetto giuridico
prima di valutare ogni ipotesi di spostamento o soppressione. “L’Autorità Portuale
- spiega il Presidente - vuole sapere esattamente cosa si può fare e chi può essere interessato a svolgere un’attività in tali ambiti.
L’Ente continuerà a sostenere la validità dei
Punti Franchi solo se gli operatori li definiranno utili per le loro attività: deve essere
però lo Stato italiano - continua Boniciolli a darci una risposta chiara e inequivocabile
sul loro utilizzo attuale e potenziale. Definire una volta per tutte l’assetto giuridico
del Porto Vecchio è prodromico rispetto a
ogni altro tipo di decisione, anche alla redazione del nuovo Piano Regolatore del Porto,
che dovrà essere concordato e approvato
dall’Autorità Portuale, dalla Provincia e dai
Comuni competenti”.
“Dobbiamo parlare del Porto e non del
‘mito del Porto’ - sottolinea Boniciolli avendo ben chiari tutti i problemi esistenti.
Il Porto Vecchio, il cui difficile accesso
limita di fatto l’acquisizione di nuovi traffici, è area di proprietà demaniale e tale
resterà anche se venisse meno il regime di
Punto Franco: ogni progetto di riconversione dovrà prevedere l’insediamento di
attività consentite in un’area demaniale.
E, poi, i magazzini del sito sono quasi tutti
vincolati, quindi non potranno mai essere
abbattuti. È necessario, ancora una volta,
capire esattamente cosa si può fare in
questi spazi prima di avviare progetti che,
come è successo già troppe volte (da Polis a
Trieste Futura, alla candidatura all’Expo),
sono destinati a morire”. Ed ancora, ritornando ai falsi miti del Porto, “i nostri alti
fondali, per restare tali - conclude il Presidente - dovrebbero poter essere dragati, e i
magazzini del Porto Nuovo che sfiorano i
cinquant’anni dovrebbero essere sostituiti
da piazzali per il carico e lo scarico delle
merci: non possiamo più permetterci di
ospitare all’interno del Porto attività
emporiali che non prevedano arrivi e
partenze di navi”.
Federica Zar
Le opere previste dal Piano Operativo
Triennale del Porto di Trieste per un
importo di 628 milioni di euro.
Alcuni degli interventi principali:
5,5 (da finanziare)
Magazzino 42 (Stazione Marittima)
5,0 (da finanziare)
Potenziamento Molo V
20,0 (da finanziare)
Potenziamento Molo VI
120,0 (da finanziare)
Allungamento Molo VII
9,0 (finanziati)
Spostamento e ampliamento
impianti ferroviari al Molo VII
278,0 (parzialmente finanziati)
Piattaforma logistica
110,0 (da finanziare)
Realizzazione di nuovi accosti Ro-Ro
nell’aerea ex Aquila e riqualificazione
ambientale
Fonte: Autorità Portuale Trieste
Turismo
La II giornata del turismo
di Confindustria a Trieste
Sarà Trieste ad ospitare a luglio l’importante appuntamento.
Un’occasione per alcune riflessioni
Gilberto Benvenuti
oi operatori turistici ricorderemo
il 20 settembre 2005 come la
giornata storica che ha segnato
nel nostro settore la definitiva entrata in
campo di Confindustria.
È difficile stimare quanto la prima Giornata del Turismo, dal titolo “Perché l’Italia
torni in testa”, tenutasi a Napoli, abbia
contribuito al buon andamento turistico
del 2006, ma va ammesso che ultimamente
il buon esempio viene dall’alto. È infatti di
questi giorni la notizia dell’incontro tra il
Governo, rappresentato dal Presidente
del Consiglio Romano Prodi e dal Vice
N
non tanto per contrastare la concorrenza
delle destinazioni vacanziere intatte sotto il
profilo naturalistico, bensì per difenderci da
quella dei Paesi Europei che negli anni del
boom italiano determinavano la domanda
mentre oggi, per certi tipi di turismo in crescita come quello culturale, congressuale e
degli short break, sono diventati temibili
concorrenti del nostro Paese grazie soprattutto alla loro costante cura della qualità e
dell’immagine, e al loro rapidissimo aggiornamento in rapporto al mercato.
Neanche la nostra Associazione è rimasta
ferma a guardare.
Presidente Francesco Rutelli, e Confindustria, con il Vice Presidente Emma Marcegaglia e il Presidente di Federturismo
Costanzo Jannotti Pecci, tenutosi lo scorso
11 aprile sui temi di Sviluppo e Competitività del Turismo Italiano.
Questi sono segnali positivi, ma per uscire
dalla spirale che per anni ci ha spinto verso
il basso dobbiamo attivarci tutti seriamente,
Grazie all’irrinunciabile appoggio di Emma
Marcegaglia e all’impegno del nostro Presidente Antonini, già il 31 luglio 2006 il Presidente Luca Cordero di Montezemolo ha
accolto per iscritto la nostra proposta di svolgere a Trieste la II Giornata del Turismo di
Confindustria e, qualche giorno prima di
Pasqua, ha fissato definitivamente la data
della manifestazione per il 17 luglio 2007.
11
La II giornata del turismo di Confindustria a Trieste
Il tema da noi suggerito è “La meeting
industry italiana”, per lo stesso motivo per
il quale, in materia di congressualità, ci
siamo di recente segnalati al Sindaco di
Trieste Roberto Dipiazza come “concreti
propositori di soluzioni credibili e fattibili
sia per scegliere bene che per fare presto”,
cominciando con l’avviare un’analisi in
profondità anche di quell’insieme di servizi
sui quali riteniamo si debba puntare per realizzare il nuovo Centro Congressi.
Ci venga concesso però di lanciare un forte
segnale d’allarme sui tempi. Scegliere presto
e bene è urgente ma non più sufficiente.
Dobbiamo considerare l’ipotesi che nel 2010
la Stazione Marittima non sia più disponibile come centro congressi e quindi, a nostro
avviso, è irrinunciabile che anche la realizzazione avvenga in tempi rapidi, perfettamente calcolati, rispettati e, soprattutto,
definiti.
Qualsiasi dilazione di tempo nell’onorare
anche una sola delle condizioni espresse qui
sopra determinerà un gravissimo e forse
irrecuperabile ritardo per la crescita turistica
del nostro territorio.
Ci siamo attivati perché siamo convinti che
sia giunto il momento di tentare di persuadere chi ha la responsabilità di decidere che la
Congressistica, da molti erroneamente considerata componente secondaria dell’industria
turistica, crea ben più valore aggiunto sul
territorio del turismo tradizionale, ed è forse
l’unica componente dell’offerta generale
capace di esercitare una sana azione di
stimolo all’integrazione, garantendo contestualmente l’importante funzione indiretta di
marketing per il turismo tradizionale.
Quanto detto non è mera espressione di convincimenti personali, bensì il risultato al
quale sono pervenuti esperti di fama internazionale supportati da WTO (World Tourism
Organization), CIC (Convention Industry
Council), ICCA (International Congress &
Convention Association), IACC (International
Association of Conference Centers) e altri.
Nel caso si sentisse il bisogno di ulteriori conferme, segnaliamo che nel suddetto incontro
con il Governo, il Presidente Pecci ha chiesto
di “prestare una particolare attenzione al settore congressuale”, mettendo inoltre in luce
la grande importanza dell’esigenza di “allungare la stagione turistica italiana con appropriati interventi di destagionalizzazione…”,
ben sapendo che è proprio la meeting industry ad essere l’attività che risponde maggiormente a questa improcrastinabile esigenza
del settore.
Ribadiamo di credere sinceramente anche
nell’apporto che le “navi bianche” possono
dare allo sviluppo turistico di Trieste, ed è
quindi giusto registrare che lo stesso Pecci
indica il turismo crocieristico (non avulso
dalla nautica da diporto), assieme al turismo della montagna, come uno degli interventi prioritari a livello nazionale.
Molti sorrideranno per l’azzardo dell’esempio che segue, ma alle persone che più o
meno consapevolmente, da troppi anni,
ritardano lo sviluppo della congressualità
triestina, segnaliamo che Vienna nel 2005,
limitatamente all’attività congressuale, ha
registrato la seguente performance:
> Congressi
n.
1.748
n.
274.077
> Partecipanti
> Pernottamenti
n.
1.033.996
euro 503.080.000,00
> Fatturato
È giusto ammettere che il confronto con la
Capitale austriaca risulta piuttosto megalomane ma, se in tempi non troppo lontani dai
nostri Trieste poteva definirsi la terza città
dell’Impero asburgico, siamo davvero certi
che “sognare” che possa attrarre un decimo
del mercato consolidato da Vienna sia solo
un’utopia?
Gilberto Benvenuti
Vice Presidente
Promotrieste
Centro Congressi
a spazi ridotti:
diminuzione
evidente dei
convegni
> 11 milioni di euro fatturati nel 2006 dal turismo congressuale in Friuli Venezia Giulia
> 46.800 congressisti presenti sul territorio
regionale (250 euro procapite per una
media di 2 giorni di presenza)
> 24 i convegni (dei quali 12 di livello internazionale) ospitati nel 2006 a Trieste negli spazi
gestiti dalla PromoTrieste, limitati a causa
delle esigenze del turismo croceristico
> 2.805.500,00 euro l’indotto generato.
> 43 le manifestazioni nel 2005 (con il Centro
Congressi della Stazione Marittima totalmente disponibile), delle quali 18 di livello
nazionale e 25 internazionale, con una
presenza di oltre 20mila persone e un indotto
generato pari a oltre 10 milioni di euro.
Fonte: Turismo FVG
Internazionalizzazione
Le imprese italiane
e il mercato cinese
Uno start up a bassi costi nel mercato più dinamico del
mondo. Ne parla Andrea Giusberti, Presidente di INSECO
L
a Cina è diventata un interlocutore
ormai obbligato per qualsiasi impresa
che guardi all’estero. Si tratta di un
fatto ormai assodato, come è assodato che ci
sia ancora qualche incertezza da parte delle
aziende sul modo migliore di rapportarsi ad
essa. Di questi importanti argomenti si è
1.500 circa le imprese italiane
presenti in Cina nel 2005
2.546,6 milioni di dollari USA
gli investimenti cumulati italiani
in Cina nel 2005
i settori maggiormente
rappresentati: metalmeccanico,
tessile/abbigliamento, siderurgia,
chimica, calzature
i settori con maggiori opportunità:
meccanotessile,
tecnologie per la plastica,
per il legno,
per la ceramica,
per i metalli,
per le automobili e
componentistica,
per la meccanizzazione agricola
parlato in Assindustria Trieste, durante un
incontro fra il Presidente del Gruppo INSECO
Andrea Giusberti e un nutrito gruppo di
imprenditori.
Ai flussi commerciali e agli investimenti, una
volta orientati solo verso la Cina, si abbinano
oggi i flussi inversi. Le imprese cinesi hanno
infatti imparato a produrre di tutto e, di
giorno in giorno, migliorano la loro qualità:
le esportazioni a basso costo sono a valore
aggiunto sempre maggiore, e con volumi
crescenti (dai 266,7 miliardi di dollari del
2001 si è passati ai 660,2 miliardi del 2005).
L’impresa italiana, che deve necessariamente
inserirsi nel mercato cinese nelle due vesti di
esportatore e di importatore, ha la necessità di
conoscere da vicino il suo partner commer-
ciale, che nel futuro diventerà probabilmente
anche finanziario. Deve cioè prendere confidenza con il suo modo di agire, conoscerlo
nel suo campo di azione, lavorare con lui nel
suo mercato, cogliere le opportunità che lui
gli offre. E lo deve fare in modo pragmatico e
rapido per tentare di recuperare il gap con le
imprese concorrenti degli altri Paesi, molto
più lungimiranti nell’approccio al “Sistema
Cina”, che può presentarsi in modo ostile, ma
anche amichevole.
“Da oltre venticinque anni il Gruppo INSECO,
presente in Cina con la propria società
locale INSECO Far East Ltd - ha messo in
luce Andrea Giusberti - assiste le imprese
italiane di ogni dimensione nell’avvio della
propria presenza su questo mercato in modo
originale e molto concreto.
L’originalità è data dal fatto che la società
cerca da sempre di adattare i propri servizi ai
continui mutamenti del mercato interno e
alla crescita del potere contrattuale dell’economia cinese, nello scacchiere dell’economia
italiana e mondiale.
La nostra concretezza - ha spiegato il Presidente del Gruppo INSECO - è conseguenza
della profonda conoscenza delle potenzialità e
dei limiti dell’impresa italiana che va all’
estero. Soprattutto quando si confronta con un
nuovo mercato come quello cinese, difficile
non tanto per ragioni di costume e lingua,
quanto per la sua profonda mutevolezza che
però, se ben sfruttata, crea opportunità impensabili in qualsiasi altro mercato”.
Durante l’incontro, INSECO ha presentato
una vasta gamma di servizi applicati a casi
reali di note imprese ora presenti con successo
in Cina. Fra questi, in particolare, ha destato
interesse una soluzione a costi molto contenuti che garantisce la presenza fisica nel
Paese. “Un servizio articolato - ha affermato
l’ing. Giusberti - messo a punto parecchi anni
fa, quando è diventato evidente che essere presenti costituisce un fattore determinante,
soprattutto in questa terra dove tutto è nuovo
e la vicinanza del proprio interlocutore costituisce per il cinese una discriminante per
avviare una qualsiasi collaborazione.
13
Le imprese italiane e il mercato cinese
Alla messa a punto del servizio ha contribuito
anche la conoscenza dell’impresa italiana,
spesso diffidente per sua natura e quindi bisognosa a sua volta di prendere confidenza con
il partner commerciale estero, ma anche poco
intenzionata a investire in situazioni incerte,
soprattutto se i tempi per raggiungere risultati
interessanti non sono brevi”.
INSECO si è quindi posta l’obiettivo di
consentire all’impresa di investire il minimo
possibile nella fase di avvicinamento al nuovo
mercato, e soprattutto di raggiungere tutti i
risultati attesi con un budget certo e contenuto. Il pacchetto di servizi consiste nella
domiciliazione dell’impresa presso gli uffici
INSECO di Shanghai, nell’assunzione di un
tecnico-commerciale cinese per conto della
stessa, nella disponibilità di un desk nei propri uffici, ma soprattutto nella supervisione da
parte di suoi manager locali, a garanzia dell’
efficacia dell’azione del personale assunto.
Nell’arco di tempo in cui questo pacchetto
viene erogato, l’impresa forma il suo primo
staff cinese, comincia a parlare la nuova lingua in azienda, segue direttamente le proprie
attività in Cina con la certezza di essere
affiancata da personale che parla non solo
inglese e cinese, ma anche italiano.
“L’esperienza fatta con decine di imprese di
ogni dimensione - ha concluso il Presidente
di INSECO - è stata un successo. Quando le
attività sono state avviate e l’impresa ha
acquisito sicurezza, allora il nostro Gruppo
l’aiuta a creare una propria struttura locale e
trasferisce l’organico nel frattempo costituito.
L’elemento caratterizzante del servizio, oltre
al contenimento dei costi in poche migliaia di
euro al mese, è la massima semplicità del suo
avvio e la grande concretezza di azione”.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati
casi riguardanti vari settori industriali e dei
servizi, dall’alimentare al metalmeccanico,
dall’editoria all’elettromeccanico, dal siderurgico al tessile-abbigliamento. Sono stati
inoltre illustrati servizi come la valutazione
della potenzialità del mercato, la definizione
delle migliori strategie di ingresso, la creazione di una rete di vendita, la ricerca di partner finanziari e tecnologici, la promozione di
marchi e prodotti, la creazione di società
locali, la registrazione di marchi. “In Cina la
presenza diretta sul mercato è essenziale - ha
ricordato Giusberti - chi vuole vada, ma chi
non vuole andare deleghi altri per lui”.
> 100 circa le imprese assistite
dal Gruppo INSECO
> 400 milioni di dollari USA
l’ammontare del massimo finanziamento
organizzato (nel settore siderurgico)
> i settori merceologici monitorati:
metalmeccanico, elettromeccanica, energia,
ambiente, tessile/abbigliamento, editoria,
alimentare, metallurgia, costruzioni
> le partnership:
Merloni Progetti S.p.A.
ingegneria industriale
SUNSU Group Ltd - Shanghai
accessori per abbigliamento, arredamento
SNATT SCS Ltd - HK
trasporti e logistica
Metex Ltd - Mosca
macchinari ferroviari
Energia
Un gruppo di lavoro per
l’energia eco-compatibile
La sfida dell’innovazione nel settore coinvolge Università, ricerca
e industria triestine
I
l grande interesse verso le problematiche
energetiche e le fonti rinnovabili e alternative ai tradizionali giacimenti di carbone,
petrolio e gas naturale è pienamente giustificato in una società globale che prevede di raddoppiare il proprio fabbisogno energetico
entro il 2020. Un interesse condiviso a livello
locale dall’Associazione Industriali di Trieste,
consapevole della sfida che il tema dell’
energia può rappresentare per il mondo delle
imprese e, più in generale, per la qualità della
vita di tutta la cittadinanza.
“Sfruttare l’enorme potenzialità delle fonti
rinnovabili - ha affermato il Vice Presidente di
Assindustria Nicola Pangher, durante la presentazione del libro “La sfida del secolo. Energia” a cura di Piero Angela, svoltasi a fine
marzo nell’Aula Magna dell’Università di
Trieste - favorirebbe una re-industrializza-
zione ambientale per la produzione di energia eco-compatibile: un’opportunità che
consentirebbe anche di creare nuovi posti di
lavoro da attività industriali, e quindi di gettare le basi per solide premesse di sviluppo. Al
di là delle fondamentali scelte strategiche
internazionali e degli importanti programmi
di ricerca tesi all’innovazione del settore - sottolinea Nicola Pangher - Assindustria intende
trasferire la sfida dell’energia a livello locale,
proponendo la creazione di un gruppo di
lavoro che coinvolga le imprese e il mondo
scientifico triestino nella definizione di un
progetto concreto per la riduzione dei costi
energetici e delle emissioni inquinanti,
attraverso l’utilizzo di energie alternative,
come ad esempio le biomasse o l’idrogeno.
È questa la nostra sfida all’innovazione nel
settore dell’energia - ha concluso il Vice Presidente dell’Associazione degli Industriali che lanciamo agli enti locali e alle Istituzioni
di ricerca e di trasferimento tecnologico della
città affinché insieme si riescano a trovare
delle soluzioni pratiche che ci permettano di
vivere consumando energia in modo più
intelligente e rispettoso dell’ambiente”.
“Trovare soluzioni al problema energetico per
un’umanità che aumenta al ritmo di 200.000
persone al giorno - ha affermato Renzo Rosei
del Dipartimento di fisica dell’Università di
Trieste, che ha organizzato la presentazione del
volume di Piero Angela - è una vera sfida, forse
ancora più complessa di quella che ha portato
l’uomo sulla luna nel secolo scorso. Il problema dell’energia è connesso strettamente a
tematiche scientifiche e tecnologiche, ma
anche economiche, finanziarie, sociologiche e
ambientali. Trieste potrebbe acquisire un ruolo
di rilievo - ha concluso Renzo Rosei, considerando una carta vincente quella proposta dall’Associazione Industriali sia per la questione
energetica, sia per uno sviluppo industriale
high tech - nell’affrontare i difficili problemi
che abbiamo davanti, grazie alla presenza sul
territorio di istituzioni scientifiche di assoluto
livello internazionale, che operano nei settori
(come nanotecnologie e biotecnologie) più
idonei ad affrontare la sfida con successo.”
15
Focus
innovazione
Per innovare i propri processi o i propri prodotti le aziende operano un cambiamento o una
nuova combinazione dei cosiddetti “fattori produttivi”: risorse umane (in termini quantitativi e
qualitativi), risorse finanziarie, conoscenze tecniche (“saper fare”), mezzi di produzione.
L’obiettivo è quello di aumentare la soddisfazione del cliente e, nel contempo, l’utile
d’impresa, derivato da idonei ricavi a compensazione dell’investimento iniziale.
Prima di avviare un’innovazione è opportuno in ogni caso - e questo gli imprenditori certamente lo sanno - porsi alcune domande:
> se i prodotti rivelano difficoltà di penetrazione del mercato, quali
cambiamenti è opportuno apportare: costi di produzione, prestazioni,
tecniche di marketing, aspetti di immagine dell’impresa, valorizzazione del brand?
> la struttura organizzativa e le risorse umane disponibili in impresa sono
adeguate a sostenere i suddetti cambiamenti?
> è sufficiente il patrimonio tecnologico aziendale o è necessario acquisire nuove
tecnologie oppure promuovere nuove alleanze, con altre imprese o con centri
di ricerca?
> quali prodotti si vendono bene adesso e presumibilmente si venderanno pure nel
prossimo futuro ovvero è possibile fare efficaci previsioni per gli anni a venire e
individuare con chiarezza nuove opportunità di mercato, tenendo conto di eventuali
concorrenti (bench marking) al fine di sviluppare nuovi prodotti che abbiano
successo?
Nel settore produttivo dell’area triestina l’attitudine al cambiamento è molto marcata e permette
una continua espansione dei mercati di numerose aziende. Lo dimostrano alcune testimonianze
che vengono riportate in queste pagine, testimonianze che iniziano dal settore metalmeccanico e
documenteranno in seguito “l’attitudine al cambiamento” in altri settori.
Domenico Romeo
Innovazione è
cultura
Dedicare una sezione della nostra rivista al
tema dell’innovazione vuol essere per noi
un’operazione di cultura.
Perché innovare significa cambiare, e il
settore industriale è forse quello che più
di ogni altro sa trasformarsi per rispondere
alle richieste di un mercato in continua
evoluzione.
Le aziende dell’Associazione Industriali di
Trieste sono protagoniste del cambiamento e
le loro scelte strategiche influiscono sullo
sviluppo di tutto il territorio.
Vi proponiamo questo nuovo Inserto, curato
insieme a Domenico Romeo, con l’obiettivo
di dar voce alle numerose realtà che,
nei diversi settori rappresentati in seno
all’Assindustria, fanno dell’innovazione parte
integrante della loro mission aziendale.
Nicola Pangher
Piero Vidali
Officine Meccaniche Vidali
Clyde Cofone
Ortolan Mare
Lorenzo Pischianz
Install. Pro
Mi sono occupato di innovazione,
ovvero di “cambiamenti”,
per quasi vent’anni, prima come
Presidente di AREA Science Park
e del Parco scientifico e tecnologico
della Sicilia, poi come Rettore
dell’Università di Trieste.
E ho sempre notato che
all’innovazione nel comparto
produttivo non veniva mai data
la necessaria risonanza.
In una regione
come la nostra,
che punta sulla
ricerca e sulla
tecnologia,
è importante
che Trieste faccia
conoscere
la forza
e la capacità
innovativa delle
sue imprese.
Domenico Romeo
Franco Volpi
Volpi Tecno Energia
Focus innovazione
OFFICINE
MECCANICHE
VIDALI
Piero Vidali: La piccola industria fa innovazione, di processo e di
prodotto. Il nostro comparto,
come quello siderurgico, sta
vivendo un momento di ripresa
proprio perché ha saputo rinnovarsi
e innovarsi.
L’innovazione
è l’anima
dell’impresa
Da sempre, nelle grandi aziende
orientate alla R & S come nelle
piccole, per le quali rappresenta un
fattore competitivo determinante.
E il territorio giuliano, dove la scienza
stimola la creatività e favorisce
l’internazionalizzazione, presenta realtà
straordinarie, spesso sconosciute, che
considerano l’innovazione un processo
naturale e indispensabile, la fonte di ogni
cambiamento strategico in tutti i settori di
attività aziendale: dalla ricerca di mercati
alternativi al lancio di nuovi prodotti,
dal miglioramento delle prestazioni
in fase di produzione alla motivazione
delle risorse umane. L’attitudine al
cambiamento è innata, e non solo nelle
imprese high-tech bensì anche in quelle
che, forse erroneamente, si definiscono
“tradizionali” perché operano in
comparti quali il metalmeccanico,
l’impiantistico, il siderurgico,
il logistico, l’alimentare, ecc.
In una recente classifica stilata dalla
rivista americana Fortune sulla presenza
di global companies nel mondo, Trieste
viene indicata al secondo posto in Italia,
dopo Roma e prima di Milano e Torino:
il capoluogo giuliano viene considerato
un sistema integrato dove Gruppi
internazionali, grandi aziende e Pmi,
insieme a Università e Centri di ricerca,
concorrono allo sviluppo del territorio.
Le Officine Meccaniche Vidali, in 130 anni di
attività, hanno cercato sempre di progettare e
costruire macchine speciali, per settori diversi
e impieghi specifici: dal ferroviario al civile,
dalle macchine per l’industria alimentare a
quelle per il comparto navale.
Fondate nel 1874, le Officine Meccaniche
Vidali hanno progettato e costruito macchinari per impianti di sollevamento, con importanti realizzazioni, ad esempio, nel settore dei
verricelli oceanografici, dotati di trasmissioni
oleodinamiche di potenze rilevanti.
PV: Attualmente, proprio per questo settore,
costruiamo attrezzature per carotaggi e dragaggi, operando per realtà quali CNR, ENEA e
per l’OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e
Geofisica Sperimentale, in occasione delle sue
spedizioni in Antartide.
L’innovazione ha fatto la
storia delle Officine
Vidali, che hanno
saputo relazionarsi
con il mondo
accademico per
migliorare le loro
performance e per
progettare macchinari destinati a impieghi industriali specifici.
PV: Insieme al Dipartimento di Ingegneria
Meccanica dell’Università di Trieste,
abbiamo realizzato un prototipo per l’applicazione della robotica ai carrelli motorizzati
da adibire al servizio di lavaggio dei fianchi
e delle vetrate delle navi da crociera.
Un esempio, questo, di come il Sistema integrato “Grande industria (Fincantieri),
piccola industria e ricerca (Università
di Trieste)” possa rappresentare un asset
derminante dello sviluppo.
Trieste presenta
un Sistema
industriale
completo,
che differenzia
la città rispetto
ad altri territori:
grandi aziende,
Pmi, Università
e Centri di ricerca
sono leve
strategiche per lo
sviluppo.
VOLPI
TECNO
ENERGIA
Franco Volpi: Trasformazione della
nostra attività e specializzazione in base alle
richieste del mercato. È stato questo il primo
passo verso l’innovazione della nostra
azienda che, una ventina d’anni fa,
è passata da impresa operante nel
settore delle applicazioni marine di
motori a benzina e diesel per uso
cantieristico e navale a “industria
perfetta”, produttrice di generatori
diesel silenziati, fra i più compatti
e leggeri esistenti al mondo.
Fondata nel 1933, la Volpi Tecno Energia,
grazie al successo ottenuto dai suoi gruppi
elettronici per la nautica da diporto, dal 1980
si dedica infatti esclusivamente a progettare e
costruire generatori sempre più specializzati,
puntando sulla riduzione del peso e dell’ingombro, con una drastica riduzione della
emissione acustica.
FV: Lo sforzo innovatore che caratterizza la
filosofia aziendale punta su prodotti dalle
prestazioni costanti in ogni circostanza:
grazie ad un esclusivo raffreddamento ad
17
acqua, i nostri generatori possono
vantare un primato mondiale in
silenziosità, non necessitando di
alcun foro di ventilazione nei
gusci esterni.
Fra i prodotti nati dalla vera
passione verso l’innovazione di
Franco Volpi (che oltre a idearli,
progettarli e costruirli si preoccupa anche
di testarli sulla propria barca), il “Paguro
3000 compact”, il più leggero e silenzioso
della categoria, che viene esportato in tutto il
mondo grazie ad una joint-venture con
un’azienda americana che si occupa di
distribuzione e assistenza.
FV:
In questo caso abbiamo sfruttato la
tecnologia dei magneti permanenti, finora
utilizzati soltanto nel settore militare:
è proprio questa particolarità tecnica che ci
consente di essere competitivi e di far
concorrenza anche ai Giapponesi: abbiamo
trovato una soluzione che ci ha consentito unici al mondo - di applicare una componente militare per un uso civile.
Proprio l’attenzione continua alla
ricerca e all’innovazione,
unitamente alla scelta di
un mercato di nicchia, hanno consentito alla Volpi Tecno
Energia di crescere
(+20% di aumento
del fatturato ogni anno,
personale e produzione triplicata sebbene in una situazione
di spazio limitato e nell’impossibilità di ampliare lo stabilimento perché localizzato nel
Sito Inquinato), di superare
i confini nazionali e di esportare
i suoi prodotti nel mondo.
FV: In passato abbiamo collaborato con AREA Science Park e con
l’Università di Trieste per cercare
di risolvere alcuni problemi tecnici in fase di produzione, ad
esempio quello della corrosione
causata dal materiale esterno utilizzato per i nostri generatori.
Per quanto riguarda la silenziosità raggiunta,
utilizzando sempre materiali poveri, gli
esperti sono giunti alla conclusione che l’innovazione da noi individuata è, al momento, la
migliore in assoluto. E non
necessita di brevetto: anche se ci
copiassero, i prodotti sarebbero
già obsoleti, perché la nostra
azienda innova di continuo.
In futuro, se la Volpi Tecno
Energia non sarà costretta a
trasferirsi in Slovenia per poter
ampliare il suo stabilimento, a
causa dei siti inquinati nella zona
industriale, e far così fronte alle crescenti
richieste del mercato, l’azienda potrebbe
esplorare altre nicchie, come quelle della cogenerazione da utilizzarsi per il riscaldamento privato (casette, ville, fattorie,
agriturismi, ecc.) in aree isolate del territorio
e quindi non servite dalle
normali reti energetiche.
La creatività
dell’imprenditore
nasce dal piacere
di fare le cose,
dallo sperimentare
soluzioni
innovative,
dal realizzare
prototipi
collaudandoli
di persona.
Focus innovazione
ORTOLAN MARE
Clyde Cofone: L’innovazione di
A Trieste i cervelli
non mancano,
tra Università e
Centri di ricerca.
Dobbiamo agire
insieme e trovare
un sistema
economicamente
vantaggioso
affinché la
progettazione
industriale non
venga acquistata
all’estero.
processo e di prodotto è necessaria
soprattutto per chi opera con il
materiale più povero al mondo: il
ferro.
E in un settore, quello della carpenteria pesante, dove bisogna
aggiungere valore alla produzione
per poter restare competitivi, in quanto
la concorrenza è globale e i competitor operano in Paesi dove il costo del lavoro è inesistente: Bulgaria, Romania, Polonia, e poi
Cina e India.
La Ortolan Mare iniziò la sua attività nel
1979, operando nel settore agricolo, in particolare nella costruzione di capannoni. In
seguito, si dedicò alla realizzazione di grandi
opere pubbliche (ponti di grosse dimensioni)
e, nel 1993, si specializzò in un settore di
nicchia, quello della costruzione di
macchine portuali, riuscendo a
conquistarsi uno spazio importante fra le realtà italiane operanti in tale difficile mercato.
CC:
Quarto gruppo metalmeccanico in Italia, con le sue 30mila tonnellate di acciaio trasformate ogni anno, la
Ortolan Mare deve il suo successo ad un’intuizione quasi banale: la scelta di un sito idoneo
per lo stabilimento, sul Canale Navigabile,
dotato di banchina propria per l’imbarco e lo
sbarco dei suoi manufatti. Le grandi gru
portuali, da oltre 1.000 tonnellate di peso e
con altezze superiori ai 60 metri, a Trieste
vengono prodotte, collaudate e caricate su
apposite navi per essere poi consegnate
direttamente nei porti di destinazione.
Operando come Contract Manufacturer per le
più importanti società italiane (Fantuzzi-Reggiane, Italimpianti, Danieli, Voest-Alpine) e,
anche attraverso di esse, su tutto
il mercato mondiale, la
società garantisce
esperienza, serietà
nel rispetto dei
tempi, competitività dei prezzi.
CC: Per restare
Testi a cura di Federica Zar
Foto di Fabrizio Giraldi
sul mercato dovremo però avviare un
percorso innovativo verso
una nuova organizzazione aziendale.
Il cambiamento deve consentire l’aggregazione delle nostre attività (oltre alle grandi
gru portuali, costruzione e montaggio di
ponti viari e ferroviari, realizzazioni di
manufatti chiavi in mano) in una struttura
fortemente innovata e competitiva, in grado
di confrontarsi con aziende e gruppi di notevoli dimensioni. Così configurata, la Ortolan
SpA potrà affrontare la competizione globale,
soprattutto se supportata da un Sistema
Paese in grado di accompagnare e sostenere
le sue aziende in questa difficile sfida. In tal
senso, anche la creazione in regione del Polo
della navalmeccanica potrà contribuire ad
avviare nuove forme di collaborazione fra
imprese, volte anche alla tutela della nostra
professionalità e alla salvaguardia della
nostra capacità progettuale.
INSTALL.PRO
Lorenzo Pischianz:
Rappresento un’azienda artigiana che opera nella progettazione e installazione di
impianti elettrici e per la trasmissione di dati. Un settore che
necessita di innovazione nel servizio offerto per poter stare sul mercato.
La nostra capacità di innovare si misura,
cioè, nella qualità delle prestazioni e delle
risorse umane utilizzate. Per questo, investiamo molto sulle
persone, sulla loro professionalità e sulla loro
motivazione.
E in pochi anni la Install.
Pro è passata da 2 a 30
unità, nonostante la difficoltà di reperire manodopera
qualificata.
Se avessi un po’ di
tempo, vorrei trovare
un metodo per inserire
meccanicamente,
e non manualmente,
i cavi elettrici degli
impianti nelle apposite
tubazioni.
19
Assindustria
Servizi operativi
per le aziende associate
Si fa sempre più vasta e variegata l’offerta dell’Associazione Industriali
di Trieste, diretta a diverse professionalità
D
a sempre vicina alle Aziende
associate per permettere loro di avere
servizi di qualità e risparmi in
termini di tempo e denaro, Assindustria ha
sviluppato nel tempo una vasta proposta di
servizi operativi per supportare le imprese su
temi legali, fiscali, ambientali, di gestione del
personale e di gestione amministrativa.
calcolo dei ratei sospesi, prospetto TFR,
suddivisione per centri di costo e altro ancora.
Ormai da molti anni l’Associazione offre
assistenza fiscale ai dipendenti delle aziende,
per una corretta compilazione e presentazione
della dichiarazione dei redditi attraverso il
modello 730. Il servizio viene offerto con il supporto del Caf Interregionale Dipendenti Srl,
Con lo sportello legale le aziende hanno a
disposizione gratuitamente una consulenza di
professionisti per risolvere problematiche di
carattere giuridico-contrattuale (contrattualistica, diritto commerciale, locazioni, appalti,
recupero crediti ecc.).
Attraverso l’Ufficio Ambiente e Sicurezza viene
data la possibilità di avere check up ambientali
gratuiti per una verifica della corretta gestione
amministrativa degli adempimenti relativi alla
sicurezza sul lavoro e alle disposizioni di carattere ambientale in tema di prelievi e scarichi
idrici, rifiuti ed emissioni in atmosfera.
Il servizio convenzionato per l’elaborazione
di cedolini paga e modelli per gli adempimenti mensili e annuali conseguenti consente
alle aziende un notevole risparmio. Inoltre
vengono forniti, su richiesta e senza ulteriori
aggravi, una serie di tabulati con dati e statistiche utili: situazione delle ferie, ex festività,
a cui aderiscono oltre 50 Associazioni degli
Industriali appartenenti al Sistema Confindustria. Il servizio prevede la compilazione e
l’invio dei modelli 730 con il rilascio del
visto di conformità che attesta, nei confronti
dell'Amministrazione Finanziaria, la correttezza della dichiarazione del dipendente.
Da pochi mesi, infine, Assindustria ha concluso, unitamente alle altre Associazioni del
Triveneto, un accordo quadro per la fornitura
di caselle di Posta Elettronica Certificata alle
proprie aziende associate. Si tratta di un nuovo
servizio destinato a sostituire la posta tradizionale nell’invio e ricezione di documenti che
consentirà, a regime, notevoli risparmi di
tempo e denaro.
Sonia Lussi
Responsabile Area Economia e Impresa
Assindustria Trieste
Posta Elettronica
Certificata
Assindustria Trieste ha sottoscritto un accordo
quadro per la fornitura di caselle di posta
elettronica certificata alle proprie aziende
associate. È un nuovo strumento destinato a
sostituire la posta tradizionale, che consentirà
notevoli risparmi di tempo ed economici.
L’accordo, sottoscritto da NEI S.p.A. (società
che dal 2002 segue l’architettura del sito delle
Associazioni Industriali del Triveneto) e
CEDACRI S.p.A. (società accreditata dal CNIPA
come gestore di PEC), garantirà condizioni
economiche di canone annuale davvero
favorevoli, con uno sconto rispetto al prezzo
di mercato nell’ordine del 50%.
Per informazioni, contattare: Assindustria
Stefano Silvestri e Giovanni Balbo.
Imprese
Actimex: un Premio
all’innovazione
Un’impresa associata insediata in AREA Science Park è risultata
tra le prime dieci nella competizione regionale
65 le domande di
adesione pervenute
alla Regione da parte
di aziende
© Actimex
37% da Udine
22% da Gorizia
22% da Trieste
19% da Pordenone
C
’è anche un’azienda triestina tra le
vincitrici del Premio Innovazione
2006: è Actimex, realtà di punta nel
panorama della ricerca nutraceutica e
cosmeceutica nazionale, che si è aggiudicata
il sesto posto tra le imprese più innovative del
Friuli Venezia Giulia grazie all’applicazione
della propria piattaforma tecnologica brevettata (attivazione meccano-chimica) ad
estratti di propoli, il principio naturale noto
come rimedio per i malanni da freddo. Un
Comitato Scientifico composto dal Presidente
della Scuola di management Escp di Parigi
Isaac Getz, dal Rettore dell’Università di
Udine Furio Honsell, dal Rettore dell’Università di Trieste Francesco Peroni, dal Direttore
della Sissa Stefano Fantoni, dal Presidente di
Agemont Adalberto De Toni, dal Presidente del
Polo Tecnologico di Pordenone Valter Taranzano e dal Presidente di AREA Science Park
Gian Carlo Michellone ha decretato i vincitori
dei prestigiosi riconoscimenti, assegnati dal
Presidente della Regione Riccardo Illy nel
corso di una cerimonia tenutasi nel quartiere
fieristico di Udine, a Torreano di Martignacco.
Esempio di come la ricerca applicata possa
tradursi in una realtà produttiva, in cui l’integrazione con le realtà del territorio regionale,
dell’Euroregione Alpe Adria e nazionale si
attua in un mix di innovazione e attività
market-oriented. Actimex ha vinto con un
progetto dal titolo “La tecnologia di attivazione meccano-chimica e la Propociclina
Plus”. A spiegare di cosa si tratta è Tiziana
Canal, Direttore scientifico dell’azienda.
“I principi attivi sono spesso ‘problematici’:
possono essere poco solubili, scarsamente o
variabilmente assorbiti dall’organismo, causare effetti collaterali più o meno sgraditi,
come la gastrolesività. La tecnica farmaceutica classica - continua Tiziana Canal - ha
studiato negli ultimi vent’anni diverse soluzioni tecnologiche per questi problemi: molte
di queste sono risultate poco applicabili per
problemi di costi e rese (una liofilizzazione,
ad esempio, può durare anche 48 ore con rese
molto basse), altre spesso si traducono in un
processo poco eco-compatibile (uso di solventi, quindi con problemi sia sull’ambiente
che per la nocività e sui consumi energetici)”.
“Uno dei vantaggi della tecnologia sviluppata
e brevettata da Actimex, l’attivazione meccano-chimica - spiega il direttore scientifico è che avviene allo stato solido: non utilizzando solventi organici non si rende necessario il loro recupero, diminuendo quindi
drasticamente l’impatto ambientale e i consumi energetici. Il processo, inoltre, non dura
mai più di due-tre ore e le rese sono mediamente oltre il 95%”.
L’applicazione di questa tecnologia ad estratti
di propoli ha permesso di ottenere un prodotto cinquanta volte più solubile di quelli
attualmente reperibili sul mercato, quaranta
volte più attivo nell’inibizione della crescita
21
© Actimex
Actimex: un Premio all’innovazione
batterica e formulabile anche in compresse
orosolubili ed effervescenti, oltre che in
sciroppi e spray completamente privi di
alcool, normalmente usato nelle formulazioni classiche.
“La tecnologia introdotta da Actimex nel settore nutraceutico ha prodotto un’innovazione
molto rilevante - mette in luce Tiziana Canal
- consentendo di adempiere al requisito tipico
dei prodotti nutrizionali. È infatti essenziale
che tali prodotti apportino quantità di
nutrienti coerenti rispetto a una dieta variata:
il problema tecnologico è che spesso i
nutrienti da supplementare hanno pessime
caratteristiche di biodisponibilità, per cui
finora la scelta di aumentarne le dosi era
obbligata. Ma spesso l’aumento della quantità non implica necessariamente che il
nutriente venga assorbito: infatti, se un
principio attivo non si solubilizza passa
inalterato nel tratto gastro-intestinale e viene
completamente eliminato”.
“I punti di forza dell’innovazione tecnologica
Actimex - conclude il direttore Canal - sono
molteplici: si va dall’ottimizzazione della
biodisponibilità, all’utilizzo di dosi più
ridotte, alla coerenza con le linee guida
europee per gli integratori alimentari, al
miglioramento delle caratteristiche organolettiche, fino alla standardizzazione qualiquantitativa dei prodotti”.
Il campo della cosmeceutica e della nutraceutica ha visto un boom negli ultimi anni,
sulla scia della diffusione di una “cultura
della salute” che pur vedendo ancora nel
medico il depositario della conoscenza per
quanto riguarda la cura delle patologie, mira
all’utilizzo di prodotti di qualità e clinicamente testati per l’alimentazione e la cura
del corpo. Il consumatore oggi si affida di
© Actimex
preferenza all’esperienza della ricerca scientifica, ma allo stesso tempo è attento all’
impiego di principi naturali, che ritiene
garanzia di genuinità.
Da qui il successo di Actimex, la cui ricerca
applicata ha permesso già dopo il secondo
anno di attività il deposito di tre brevetti e lo
sviluppo della linea PROPOCICLINA, che si è
rapidamente affermata sul mercato italiano;
fino a poco tempo fa Actimex era presente sul
mercato solo attraverso la cessione di licenze
ad alcune tra le maggiori aziende italiane e
multinazionali, ma dal 2005 vende i propri
prodotti con il marchio Actiscience in Germania e Austria, e sta pianificando l’ingresso in
altri Paesi. PROPOCICLINA® PLUS viene
inoltre venduta da quest’anno nel circuito
delle farmacie a marchio Actiscience, assieme
ad altri prodotti dell’azienda (Rinociclina®,
linea Rodiogen® e, da settembre, linea Biodefender®). Oltre a numerose collaborazioni
con Università e centri di ricerca, Actimex ha
attivato anche una partnership con un’importante azienda slovena, la Medex, per lo sviluppo di ulteriori linee di prodotti innovativi
basati sulla propria tecnologia.
Sabrina Del Sal
Oggi a Trieste siamo all’avanguardia
per offrire la migliore sicurezza privata.
PS: per gli alieni ci stiamo preparando.
• Servizi di vigilanza notturna e diurna
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[email protected] - www.italpol.it
23
Impresa al femminile
Ergolines Lab: ricerca
e soluzioni innovative
Ergolines è una delle quattro aziende produttrici di stirrer al mondo, che esporta in numerosi Paesi europei ed extraeuropei.
La filosofia che contraddistingue Ergolines è
l’approccio custom, che si traduce in una
estrema flessibilità progettuale volta a soddisfare le esigenze ingegneristiche specifiche
del cliente, di cui Ergolines diventa partner
tecnologico e strategico nel perseguimento
di obiettivi qualitativi. Grazie a questo impegno, l’azienda sta incrementando significativamente le proprie quote sul mercato
mondiale di settore: altri prodotti speciali per
l’acciaieria sono già commercializzati, tra i
quali una famiglia di sensori di livello dell’acciaio liquido in lingottiera, e altri, estremamente innovativi, sono in fase di
qualificazione.
L’elevata specializzazione dei prodotti e la
qualità dei servizi offerti hanno permesso ad
Ergolines di stabilire una partnership tecnologica e commerciale con il colosso austriaco
Siemens - Voest Alpine. Oltre all’impegno
nella siderurgia, l’attività di outsourcing di
R&D continua, affiancata anche dalla partecipazione a progetti di ricerca europei, per i
quali l’inserimento in AREA Science Park
risulta particolarmente sinergico.
Obiettivi futuri di Ergolines sono l’ulteriore
ampliamento della gamma di prodotti e
sistemi, in un quadro di sempre crescente
partnership con i clienti, e l’acquisizione di
una posizione di leadership tecnologica di
riferimento mondiale nel settore.
© Ergolines Lab
© Ergolines Lab
E
rgolines Lab s.r.l., azienda insediata in
AREA Science Park, nasce come
società di servizi R&D multidisciplinari per le aziende, offrendo collaudate
competenze in fisica, macchine elettriche,
elettronica e chimica.
I servizi offerti sono altamente qualificati e
rivolti a soddisfare le necessità dei clienti,
dalla concezione del prodotto fino alla realizzazione del prototipo pre-industrializzato e
qualificato, garantendo nel contempo l’ottimizzazione dei materiali impiegati, delle
tecnologie e dei processi produttivi. Dieci
brevetti all’attivo sono testimonianza di un
significativo sforzo rivolto all’innovazione.
Parallelamente, Ergolines ha dedicato risorse
e investimenti in progetti di ricerca interni,
finalizzati allo sviluppo di una propria
gamma di prodotti e sistemi speciali per l’industria. Il settore scelto, alla luce delle competenze già presenti in azienda, è stato quello
dell’industria siderurgica, in particolare della
produzione di acciaio in colata continua.
L’obiettivo è stato brillantemente raggiunto,
ed Ergolines dispone oggi di un catalogo di
sensori, macchine elettriche e sistemi speciali
per il controllo automatico dei processi siderurgici e per il miglioramento della qualità.
Il business di punta dell’azienda è costituito
da un’ampia gamma di stirrer (agitatori) a
campo elettromagnetico rotante, utilizzati
nella colata continua per ottenere la massima
qualità di prodotto, riducendo al minimo le
difettosità superficiali e strutturali dell’acciaio.
© Ergolines Lab
Un’impresa triestina che raccoglie consensi in tutta Europa
per i suoi servizi altamente qualificati
Sabrina Strolego,
Amministratore
Ergolines Lab
Formazione
Collaborazione fra
Università e Assindustria
Tutela e opportunità formative importanti per gli studenti,
in vista di un fruttuoso inserimento nel mercato del lavoro
l 6 marzo 2007 nella sede dell’Associazione Industriali di Trieste è stata sottoscritta una convenzione fra l’Università
degli Studi di Trieste, rappresentata dai Presidi delle Facoltà di Scienze Matematiche,
Fisiche e Naturali e di Economia, Rinaldo
Rui e Giovanni Panjek, e l’Associazione,
rappresentata dal Vice Presidente Nicola
Pangher e dalla Presidente del Gruppo
Giovani Imprenditori Michela Cattaruzza.
La collaborazione fra l’Università e l’Associazione degli industriali triestini dura da tempo,
ma il fatto che si sia sentito il bisogno di formalizzarla dimostra che essa ha raggiunto
ormai un livello che non era più opportuno
I
della riservatezza, tutte cose in qualche modo
ovvie per la loro evidente necessità. Ma accanto
a queste, dal punto di vista dei contenuti l’accordo prevede una serie di ipotesi di collaborazione che sono già di per sé un programma di
attività e costituiscono la vera ricchezza del
nuovo rapporto. Oltre alla collaborazione
diretta con la struttura dirigenziale e amministrativa dell’Associazione, è chiara l’intenzione
di instaurare relazioni, tramite l’Associazione,
anche con le aziende ad essa aderenti.
Una delle attività formative alle quali il Ministero dell’Università e della Ricerca attribuisce molta importanza è quella dei tirocini che
studenti e laureandi possono svolgere presso
lasciare all’occasionalità delle singole iniziative, per quanto valide fossero. Ecco quindi un
atto che stabilisce alcuni punti fermi sulla sicurezza dei soggetti reciprocamente ospitati
quanto a copertura infortunistica, che
richiama doverosamente al rispetto delle regole
di disciplina dell’ente ospitante e all’obbligo
enti e aziende. È un modo per dare agli studenti la possibilità di un primo contatto col
mondo del lavoro, per sperimentare la trasposizione sul piano pratico delle conoscenze
prevalentemente teoriche acquisite con lo studio universitario. Se lo studente è prossimo
alla conclusione del suo percorso di studi,
25
Collaborazione fra Università e Assindustria
l’occasione può essere utile per raccogliere
in azienda i dati necessari per lo svolgimento
di una tesi di laurea. Queste elaborazioni
trovano spesso vivo apprezzamento da parte
delle imprese, come approcci nuovi e originali ai problemi aziendali.
Se la relazione che si instaura fra il tirocinante e la dirigenza aziendale è particolarmente fruttuosa, non sono rari i casi di una
sua successiva trasformazione in vero e proprio rapporto di lavoro. Questo è un altro
campo importantissimo di integrazione fra
Università e mondo del lavoro: l’Università
infatti è stata coinvolta direttamente dal
Ministero nell’attività di placement dei propri
laureati, e la strada dei tirocini sembra la più
appropriata per raggiungere questo fine. Ma,
specularmente, la stessa procedura è utile alle
aziende per il recruiting, offrendo loro l’opportunità di conoscere e mettere alla prova
laureandi o neolaureati da selezionare per
eventuali assunzioni.
Al di là dell’attività di tirocinio, alle aziende
aderenti all’Associazione si offrirà la possibilità di organizzare incontri con studenti e laureandi delle varie Facoltà, in modo da far
conoscere la loro attività. Ciò sarà utile per
segnalare sbocchi lavorativi non sempre evidenti agli studenti, e in qualche caso per suggerire l’approfondimento di temi di studio
corrispondenti ai settori in cui operano tali
aziende. Da segnalare che l’associazione degli
studenti della Facoltà di Scienze MMFFNN
(GAUSS) ha organizzato una tavola rotonda
sulle frontiere della Medicina, con interventi
di scienziati e di industriali, in collaborazione
con l’Associazione Industriali di Trieste.
Un’altra sinergia fra Associazione e Università
è rappresentata dall’attività formativa vera e
propria, nella forma di interventi didattici di
vario tipo, che vanno dai corsi integrativi, ai
seminari, alle conferenze. Un travaso di esperienze, essenzialmente pratiche in un senso e
prevalentemente teoriche dall’altro, che costituirà un prezioso arricchimento delle conoscenze di entrambe le parti.
Nella fase di completamento della riforma
universitaria, ora in atto, le Facoltà sono
impegnate in una riformulazione della propria offerta didattica sulla base delle nuove
indicazioni ministeriali, che danno notevole
importanza al contributo delle associazioni
professionali e di categoria nel determinare
gli indirizzi e i contenuti della didattica.
Anche questa sarà una preziosa occasione per
collaborare nella costruzione di una figura di
laureato quanto più aderente alle necessità
dell’attuale mercato del lavoro.
Rinaldo Rui
Preside della Facoltà di Scienze MMFFNN
Università degli Studi di Trieste
L’Università di Trieste si conferma ai vertici
nazionali per la capacità di inserimento nel
mondo del lavoro dei propri iscritti:
> Il 66,8% dei suoi laureati trova un impiego a
solo un anno dal raggiungimento del titolo.
> L’83,4% e l’89,7% dei laureati è invece
occupato rispettivamente a tre e cinque anni
dal raggiungimento del titolo.
> Il 16,8% decide di proseguire gli studi dopo
il conseguimento della laurea.
> Nelle singole facoltà, a registrare il maggior
numero di ex studenti assunti presso
aziende è Ingegneria (85,1%), seguita
nell’ordine da Scienze della Formazione
(79,1%), dalla Scuola Superiore di
Interpreti e Traduttori (73,7%) e da
Architettura (71,4%).
> Meno facile l’inserimento degli ex studenti di
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
(38,6), Psicologia (46,4%) e
Giurisprudenza (26,3%).
> Il 24,5% dei laureati di primo livello (laurea
triennale) è occupato, mentre il 45,9%
prosegue gli studi, iscrivendosi alla laurea
specialistica.
(fonte: Università di Trieste)
Fisco e Impresa
Conservazione digitale dei
documenti e studi di settore
Due eventi in Assindustria Trieste per illustrare alle imprese
nuove importanti pratiche attive
L
a Direzione Regionale dell’Agenzia
delle Entrate del Friuli Venezia Giulia, in particolare nella figura del
Direttore Franco Latti, ha partecipato attivamente alla concretizzazione di due seminari di grande attualità per le aziende: il
primo avente per oggetto la conservazione
digitale dei documenti tributari e la fatturazione elettronica, il secondo incentrato
sugli studi di settore.
Il primo evento, coordinato da Claudio
Furlan, Presidente della Sezione merceologica Informatica e Reti di Assindustria Trieste, ha visto una nutrita presenza di imprese
per lo più di piccole e medie dimensioni.
Conservazione digitale dei documenti, fatturazione elettronica, posta elettronica certificata, sono tutti strumenti che possono
avere un grandissimo impatto in senso
positivo nella gestione delle pratiche aziendali, con risparmi in termini di tempo,
denaro e spazio, e sono processi realizzabili
in piena sintonia con le nome di legge.
Inoltre alcuni di questi strumenti saranno a
breve obbligatori per la comunicazione e lo
scambio di documenti con la Pubblica
Amministrazione.
“Si tratta di metodi che possono all’inizio
sembrare complessi - ha sottolineato Claudio Furlan - ma che sono molto pratici:
investire in tecnologia, infatti, oggi porta
alle imprese un ritorno in termini di competitività”. È per questi motivi, per favorire
quindi le Aziende associate, che Assindustria organizzerà un altro incontro verso la
fine del mese di maggio.
27
Nel corso del convegno, poi, Franco Latti,
Direttore Regionale dell’Agenzia delle
Entrate, ha fatto presente che l’impiego in
azienda dei nuovi strumenti informatici
può migliorare i rapporti con i fornitori e
con il Fisco, limitando i tempi necessari per
i controlli e comportando notevoli risparmi
nella gestione dei documenti aziendali.
Dalle relazioni di Aldo Lonciari e Lorenza
Guglielmoni dello Studio ALG Avvocati e
Commercialisti, che hanno illustrato le
principali modalità di validazione elettronica dei documenti, è emerso che, da alcuni
studi, i costi di una fattura cartacea vanno
dai 15 ai 30 euro, mentre con la fatturazione elettronica i prezzi scendono del 50%.
L’utilizzo di queste nuove tecnologie comporta l’accordo tra mittente e destinatario
oltre che l’introduzione in azienda di nuovi
strumenti software e hardware. In conclusione, allo stato attuale anche la parte normativa è completa, e muoversi nel senso
della fatturazione elettronica prima possibile non potrà che garantire una miglior
resa del sistema.
L’Associazione degli Industriali della provincia di Trieste ha poi organizzato, sempre
in collaborazione con la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, un secondo
evento: un seminario sul tema degli studi di
settore, dedicato in particolare alle piccole e
medie imprese e imperniato sulle modifiche
intervenute sul piano normativo alla fine
del 2006.
Il Direttore Regionale dell’Agenzia delle
Entrate Franco Latti ha concluso assicurando la più ampia collaborazione da parte
degli uffici a confrontarsi con i contribuenti
che dovessero rilevare delle incongruenze
giustificate da particolari eventi della vita
aziendale.
Sonia Lussi
Responsabile Area Economia e Impresa
Assindustria Trieste
SIOT S.p.A.
UN IMPEGNO CONCRETO CHE PRODUCE RISORSE
Rimorchiatori, ormeggiatori, piloti, altri servizi portuali,
agenzie marittime, totale sbarcato nel 2006 T. M. 36.752.507
Navi scaricate al Terminale Marino nel 2006
426
APPORTO ALL’ECONOMIA LOCALE E NAZIONALE NEL 2006
(in migliaia di euro)
Tasse portuali, tasse e sopratasse di ancoraggio
Piloti, Agenzie marittime, Rimorchiatori
Appalti e forniture
Costi del personale
Imposte ed altre spese
Totale
7.404
20.024
32.246
8.431
4.695
72.800
SU QUESTE CIFRE COSTRUIAMO IL FUTURO
SOCIETÀ ITALIANA per L’OLEODOTTO TRANSALPINO S.p.A.
34147 Trieste - Via Muggia, 1 Tel. 040 3889.111
Lavoro
L’andamento occupazionale
nelle imprese associate
I risultati dell’indagine relativa al 2006 mettono in evidenza un
quadro provinciale positivo
L
’Associazione ha concluso un’indagine
sulla situazione occupazionale nelle
imprese associate nel 2006, che ha
riguardato un campione significativo di
aziende comprendente le grandi, le medie e le
piccole, con una forza complessiva di circa
6.300 addetti.
I risultati emersi hanno confermato un andamento positivo, del resto evidenziato anche da
altre rilevazioni concernenti l’ambito regionale e quello provinciale.
Sono aumentati gli occupati a tempo
indeterminato, grazie alle assunzioni e alle
stabilizzazioni (oltre 150) di altri rapporti
(apprendistato, formazione e lavoro, inserimento, tempo determinato, lavoro somministrato). Questo ultimo dato conferma che le
stabilizzazioni possono ridurre la presenza, nel
mercato del lavoro, di situazioni di discontinuità occupazionale: di conseguenza vanno
apprezzati e incoraggiati gli interventi pubblici
che, come nel caso della Regione Friuli Venezia
Giulia, sono finalizzati alla loro incentivazione.
L’incremento degli occupati a tempo indeterminato corrisponde pienamente a quello
verificatosi nelle imprese industriali manifatturiere che hanno partecipato alla rilevazione
(15, con quasi 4.000 addetti). Un altro aspetto
da sottolineare è che i rapporti a termine
(tempo determinato e inserimento) costituiscono una frazione piuttosto esigua del totale
di dipendenti: al 31 dicembre dello scorso anno
la percentuale è risultata di poco superiore al
4,5%, smentendo le analisi che danno per
scontata la presenza nel mercato del lavoro italiano di distorsioni e di una legislazione sempre più improntata alla flessibilizzazione dei
rapporti.
L’indagine ha fornito anche indicazioni per
valutare l’impatto di alcune innovazioni legislative introdotte dalla riforma del mercato del
lavoro, più nota come legge “Biagi”: i dati raccolti confermano la propensione da parte delle
imprese per i contratti di somministrazione a
termine, al fine di rispondere alla variabilità
della domanda di mercato di brevissimo
periodo.
Il numero dei contratti di collaborazione coordinata a progetto (circa 100), sembra dimostrare che nelle aziende associate l’istituto
viene utilizzato in maniera “genuina”, e cioè
per disporre di risorse qualificate da dedicare
ad attività specialistiche non strutturali. La stipula di contratti di inserimento è stata limitata
(14% del totale di assunzioni), mentre l’apprendistato professionalizzante non si è diffuso
nelle realtà produttive nelle quali il contratto di
formazione e lavoro era lo strumento principale per l’inserimento dei giovani.
A tale ultimo riguardo si può affermare che
una disciplina normativa piuttosto complessa,
che promana, oltre che dalla legge, anche
dalla contrattazione collettiva e dalla regolamentazione della Regione, non ne incoraggia
certo l’utilizzo; questa consapevolezza ha
indotto l’Associazione, e deve orientare anche
gli altri soggetti pubblici e privati che operano
nel mercato del lavoro, ad informare e sensibilizzare di più e meglio i datori di lavoro sulle
opportunità offerte da un istituto che può concorrere efficacemente all’accrescimento delle
occasioni di lavoro per i giovani e alla loro
qualificazione professionale, con importanti
ricadute, per le imprese, sul livello qualitativo
delle proprie risorse umane.
Alessandro Carta
Responsabile Area Sindacale e Risorse Umane
Assindustria Trieste
29
News
Assemblea
Congafi 2007
Nell’ambito della propria attività, volta a conoscere più da vicino la realtà industriale triestina,
venerdì 30 marzo il Gruppo Giovani Imprenditori di Assindustria Trieste ha fatto visita allo
stabilimento della Pittway Tecnologica Srl, azienda leader nella progettazione e produzione
di impianti antincendio.
Il Presidente Filippo Novelli, assieme a Luca Freni, direttore dello stabilimento triestino,
e a Valentina Carta, responsabile dell’area risorse umane, ha illustrato e mostrato ai Giovani
di Assindustria Trieste tutte le fasi che attraversa il prodotto, dalla sua progettazione fino alla
spedizione ai clienti finali, il tutto
impostato in base alle sempre
diverse esigenze del mercato.
L’incontro è stato l’occasione per
parlare anche della storia della società,
che fa capo alla System Sensor,
multinazionale operante nel campo
dell’elettronica, e dei continui impieghi
di risorse nel settore della Ricerca
e Sviluppo per mantenere sempre alti
i livelli di qualità del prodotto.
In data 17 aprile 2007 si è tenuta presso
l’Associazione Industriali di Trieste l’Assemblea
ordinaria del Consorzio di Garanzia Fidi delle
piccole e medie imprese industriali della
provincia di Trieste.
Durante l’assemblea il Presidente, Guido
Crechici, ha fornito i numeri relativi alle
operazioni del Consorzio alla data del
31.12.2006. In sintesi, si evidenziano:
n. 502 operazioni effettuate per un totale
di euro 50.874.910,20; affidamenti in essere
per euro 70.086.150,20 a fronte di garanzie
in essere di euro 38.226.234,41; affidamenti
rilasciati per operazioni a breve termine
per euro 46.528.410,20 e a medio termine
per euro 4.346.500,00; nuove operazioni
di leasing con Friulia Lis S.p.a. per
euro 495.000,00 e di prefinanziamento
FRIE per euro 580.000,00.
Il Presidente ha illustrato il programma per l’anno in corso - di sviluppo degli
interventi a garanzia delle imprese locali
e l’allargamento delle attività alle aziende
operanti nelle aree limitrofe della provincia
di Trieste.
Sempre in sede di Assemblea è stato approvato
il bilancio e si è provveduto ad eleggere
i componenti del Consiglio direttivo per
il triennio 2007-2009.
© Pittway Tecnologica
Il Gruppo Giovani di Trieste fa visita
alla Pittway Tecnologica
Ultimo appuntamento con
“L’imprenditore in classe”
Si è concluso con l’incontro tra Andrea Illy, Amministratore delegato di illycaffè, e i ragazzi
dell’Istituto Tecnico Industriale “Alessandro Volta” il ciclo “L’imprenditore in classe”, pensato
dal Gruppo Giovani di Assindustria Trieste per avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa
facendoli parlare con gli esponenti dell’industria locale. In seguito ad appuntamenti che hanno
coinvolto singolarmente le ultime classi degli istituti Carli, Petrarca e Volta a partire dallo scorso
novembre, portando nelle scuole i Giovani Imprenditori triestini, i ragazzi hanno partecipato a tre
incontri di respiro più ampio, nel corso dei quali hanno ascoltato l’esperienza imprenditoriale
di Carlo E. Sigliano, Furio Bragagnolo e Andrea Illy. “Il progetto si è rivelato un vero successo dice Massimo Chenda, Vice Presidente del Gruppo Giovani - ed ha riscosso sia l’interesse
degli studenti che l’approvazione degli imprenditori, tutti disponibili a ripetere gli incontri.
Questo ci spinge sicuramente a organizzarlo anche per il prossimo anno scolastico”.
News
“Siamo l’unica azienda del nostro settore
sbarcata in India e crediamo di poterci
conquistare spazi laddove ci sono grossi
fabbisogni di energia, progettando sistemi
ad alta efficienza energetica e con basso
impatto ambientale”. Lo ha dichiarato il
socio fondatore della Società d’ingegneria
Masoli (Simm) Antonio Masoli
a conclusione della missione economica
in India svoltasi nella prima settimana
di marzo, organizzata dal sistema
delle Camere di Commercio, che ha visto
coinvolte 24 aziende regionali tra cui
appunto la società triestina.
La missione ha toccato quattro importanti
città indiane: iniziando da New Delhi,
è passata da Bangalore a Chenney
per terminare a Mumbay.
“Riteniamo l’India un mercato
fondamentale per il futuro e di enormi
potenzialità soprattutto per quanto riguarda
le energie alternative. Infatti questo Paese ha sottolineato Masoli - ha una poderosa
crescita economica e sta cominciando
ad interessarsi alle tematiche del risparmio
energetico e della produzione di energia
con fonti rinnovabili”.
FINCANTIERI: Presentata la nuova
“Emerald Princess”
288 metri di lunghezza, oltre
23 nodi di velocità massima,
1.539 cabine che possono
ospitare fino a 3.500
passeggeri e un equipaggio
di 1.200 elementi: sono i
numeri della “Emerald
Princess”, la nuova nave
passeggeri presentata presso
la Fincantieri di Monfalcone,
commissionata alla società
triestina dal Gruppo Carnival,
leader mondiale nel settore
crocieristico per il brand
Princess Cruises.
Erano presenti alla
cerimonia il Presidente
Corrado Antonini e
l’Amministratore Delegato
Giuseppe Bono per
Fincantieri, il Vice Ministro
dei Trasporti Cesare De
Piccoli, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e l’Executive
Vice President di Princess Cruises Rai Calouri.
“Emerald Princess”, il cui progetto deriva per evoluzione da quello della serie “Grand
Class”, è la ventiduesima nave da crociera costruita nello stabilimento di Monfalcone,
dagli inizi degli anni Ottanta, e la dodicesima realizzata per Princess Cruises.
© Holo 3D
HOLO 3D: ologrammi
speciali per l’Inter
Serie olografiche speciali per celebrare il centenario e
lo scudetto dell’Inter: è questa l’importante commessa
che si è aggiudicata Holo 3D, azienda insediata in
AREA Science Park specializzata in tecnologie
anticontraffazione, unica nel suo genere in Italia.
Nelle nuove serie ogni ologramma identifica
univocamente il singolo prodotto grazie ad un codice
random a 16 digits, permettendo agli ispettori di
verificarne in tempo reale tramite un semplice sms
l’autenticità e la corrispondenza merceologica. Nell’arco di una settimana, inoltre,
la Gazzetta dello Sport ha richiesto alla Holo 3D la realizzazione di più di tre milioni
di ologrammi, che andranno a certificare la qualità di prodotti editoriali dedicati
alla squadra di calcio campione d’Italia.
A guidare l’azienda è l’Amministratore delegato Glauco Miniussi, che il 15 maggio
ha partecipato a un incontro organizzato dai Gruppi Giovani Industriali di Trieste e
Udine proprio sul tema della lotta alla contraffazione. Quest’anno, inoltre, Holo 3D
è stata candidata dalla IHMA (International Hologram Manufactures Association)
per gli “Awards for Excellence in Holography”, grazie alle innovazioni introdotte
nella realizzazione di ologrammi per gli orologi della linea Gianfranco Ferrè.
© Fincantieri
MASOLI:
missione in India
31
News
Il 4 maggio Wärtsilä Corporation ha pubblicato il rapporto sull’andamento della società nel primo
trimestre 2007.
I primi tre mesi del 2007, grazie a un robusto carico d’ordini e ad una continua crescita della
domanda, hanno fatto registrare un balzo in avanti del fatturato del 29%, rapportato allo stesso
periodo dello scorso anno: la capacità produttiva del gruppo Wärtsilä, leader mondiale nella
produzione di motori di tipo navale con un’attuale quota di mercato del 46%, è impegnata per
tutto il 2007 e gran parte del 2008.
“Il futuro dello stabilimento - mette in luce il Presidente e Amministratore delegato di Wärtsilä
Italia, Sergio Razeto - sta nella formazione di nuove forze: adesso siamo 1318, ma altri 100
dipendenti si aggiungeranno entro quest’anno”.
I progetti di investimento del gruppo, avviati nello stabilimento triestino lo scorso anno, sono
ormai a metà del percorso e prevedono la
creazione di due linee di premontaggio per i
motori del tipo “46”, postazioni di assemblaggio,
la realizzazione di due nuove cabine di prova
insonorizzate, una capillare riorganizzazione
logistica e l’allungamento di uno dei capannoni
per creare una zona riservata alla spedizione dei
motori. A fine 2008 sarà operativo, inoltre, un
ulteriore centro di lavorazione per giganteschi
blocchi di motori, controllato tramite computer,
che permetterà di incrementare la capacità
operativa. L’importanza strategica di Trieste
nell’ambito del gruppo è stata sottolineata anche
da Ole Johansson, Presidente e Amministratore
delegato del gruppo Wärtsilä, in una sua recente
visita allo stabilimento giuliano.
IS COPY: disponibile il nuovo servizio
di print on demand
© IS Copy
A seguito del trasferimento della sede operativa della società all’interno della zona industriale
di Trieste, la IS Copy ha affiancato alla storica attività di vendita, noleggio e assistenza tecnica
macchine per l’ufficio una nuova divisione per la stampa digitale su richiesta.
Il print on demand si rivolge a tutte le realtà che hanno necessità di stampare in breve tempo
quantitativi limitati di documenti, tali da non giustificare l’utilizzo di apparecchiature off-set.
Le apparecchiature utilizzate
permettono non solo di ridurre
i tempi di produzione ma
anche i costi di gestione:
un libro di 100 pagine può
essere stampato, rilegato
e confezionato in 200 copie
in meno di un’ora dal
momento della consegna
del file.
Anche per il servizio di print on
demand la IS Copy ha ottenuto
la certificazione di qualità ISO
9001:2000.
© Wartsila
WÄRTSILÄ ITALIA:
a Trieste nuovi investimenti
News
Sincrotrone ELETTRA:
piattaforma e-science
per annullare
le distanze
Lavorare a chilometri di distanza come se
ci si trovasse fianco a fianco: questo è
l’obiettivo che ci si prefigge con il
Multipurpose Virtual Lab, prototipo in
uso da alcuni mesi al Sincrotrone
ELETTRA che permette agli scienziati di
relazionare con i propri colleghi che si
trovano in ogni parte del mondo.
Telecamere ad alta velocità e risoluzione
consentono di visualizzare perfettamente
gli eventuali problemi, mentre un portale
web permette agli operatori di accedere
ai sistemi di controllo in assoluta
sicurezza, grazie a una procedura di
riconoscimento e abilitazione.
Il prossimo obiettivo è rendere questa
piattaforma e-science disponibile alla
comunità, attivando possibilità di
integrazione prima inimmaginabili.
illycaffè: nel comparto del the con la
francese Dammann Frères
Gruppo Illy S.p.A., holding della famiglia Illy, ha acquisito la maggioranza della Dammann Frères,
azienda francese che seleziona e produce the di alta gamma, la prima a introdurlo in Francia
nel 1692 e a realizzare nei primi anni ’50 the con aromatizzazioni naturali. Le restanti quote
rimarranno in mano alla famiglia Jumeau-Lafond, proprietaria del marchio da tre generazioni.
Un ritorno alle origini per il Gruppo Illy, il cui business all’inizio degli anni ’30 era imperniato
sull’intera gamma dei coloniali, e solo successivamente si è focalizzato sul caffè.
“illycaffè contribuirà allo sviluppo di Dammann Frères
soprattutto attraverso sinergie commerciali e scambio
di conoscenze - ha dichiarato Andrea Illy, Presidente
e Amministratore delegato della illycaffè - con questa
acquisizione si consolida l’obiettivo di creare un
gruppo leader di qualità nel settore dei coloniali,
all’interno del quale ciascuna azienda, forte della
propria individualità e competenza, sia il riferimento
di alta gamma”.
L’acquisizione delle quote di maggioranza di Dammann
Frères, di cui la Gruppo Illy possedeva in precedenza
delle quote di minoranza, si affianca all’acquisizione
dell’80% di Domori, produttore di cioccolato di alta
qualità, avvenuta lo scorso luglio e a quella del 40%
di Agrimontana, società leader nella produzione
di prodotti di alta pasticceria.
APS: volume fotografico
“Trieste Città della Scienza”
Per FEST-Fiera dell’Editoria Scientifica, Aps comunicazione ha realizzato la III edizione
aggiornata del volume fotografico “TRIESTE CITTÀ DELLA SCIENZA”. La pubblicazione
presenta in 248 pagine tutte le realtà presenti a Trieste, fra le quali
i Centri d’eccellenza internazionale (ICTP, ICGEB, ICS, TWAS) e
nazionale (INFN, OGS - Istituto Nazionale di Oceanografia e di
Geofisica Sperimentale, Istituto Nazionale di Astrofisica), il sistema
formativo (Università di Trieste e SISSA), i laboratori di AREA
Science Park e del CBM - Distretto Tecnologico di Biomedicina
Molecolare, il polo sanitario (Azienda Ospedaliero-Universitaria
“Ospedali Riuniti”, IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, Centro Studi
Fegato), i Distretti di Biomedicina e di Navalmeccanica, nonché
numerose imprese innovative, tutte iscritte ad Assindustria:
Fincantieri, illycaffè, Sincrotrone Trieste, Gruppo Bracco,
Eurospital, Alphagenics, Actimex, Insiel, Gruppo Burgo, Sviluppo
Italia Friuli Venezia Giulia. I testi istituzionali introduttivi sono a
firma del Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione
Culturale del Ministero degli Esteri Gherardo La Francesca, del
Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Riccardo
Illy e del giornalista Piero Angela.
La I edizione del volume (2002) è stata distribuita dal Ministero
degli Esteri alle ambasciate italiane nel mondo e al sistema delle
Nazioni Unite. La II edizione (2004) è stata realizzata per la candidatura di Trieste all’Expo
Internazionale 2008. Questa nuova edizione sarà distribuita a università, parchi scientifici e
tecnologici, investitori nazionali e internazionali, nonché alle Associazioni territoriali del
Sistema Confindustria.
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