Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere Globalizzazione
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Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere Globalizzazione
Periodico di informazione economica Anno X - n. 67 Marzo/Aprile 2007 EDITORIALE Globalizzazione significa competizione tra territori CONFINDUSTRIA Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere INTERVISTA Un porto funzionale per la competizione globale FOCUS INNOVAZIONE SOMMARIO 2-3 EDITORIALE 8-9 4-5 CONFINDUSTRIA 10-11 ASSINDUSTRIA TURISMO La II giornata del turismo di Confindustria a Trieste Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere 6-7 INTERVISTA Un porto funzionale per la competizione globale Globalizzazione significa competizione tra territori 12-13 INTERNAZIONALIZZAZIONE Le imprese italiane e il mercato cinese Priorità per una Trieste in corsa verso il futuro 14 ENERGIA Un gruppo di lavoro per l’energia eco-compatibile 15-18 FOCUS INNOVAZIONE Inserto a cura di N. Pangher e D. Romeo 19 ASSINDUSTRIA Servizi operativi per le aziende associate 20-21 IMPRESE Actimex: un Premio all’innovazione 23 IMPRESA AL FEMMINILE Ergolines Lab: ricerca e soluzioni innovative 24-25 FORMAZIONE Collaborazione fra Università e Assindustria 26-27 FISCO E IMPRESA Conservazione digitale dei documenti e studi di settore 28 LAVORO L’andamento occupazionale nelle imprese associate 29-32 Direttore responsabile Paolo Battilana Hanno collaborato Giovanni Balbo, Alessandro Carta, Sabrina Del Sal, Sonia Lussi, Stefano Silvestri, Federica Zar Coordinamento editoriale Associazione Industriali Trieste Palazzo Ralli, piazza A. e K. Casali, 1 34134 Trieste telefono 040.3750111 telefax 040.364684 Progetto grafico e impaginazione Redazione e Pubblicità Illustrazioni Dunja Jogan APS agenzia promostampa snc di Aldo Poduie e Federica Zar viale Miramare, 17 - 34135 Trieste telefono 040.410910 - 040.410908 telefax 040.410908 [email protected] - www.apsonline.it In copertina foto di Marino Sterle Fotografie G. Crozzoli, F. Giraldi, A. Savella, M. Sterle. Archivi: APS, AREA Science Park, Confindustria e Aziende. NEWS Trieste Industria Periodico dell’Associazione Industriali Trieste Registrazione Tribunale Trieste n. 58 del 28.4.1949 Poste Italiane SpA Spedizione in a.p. - 70% DR TS Anno X - Numero 67 Marzo - Aprile 2007 Stampa Graphart Questo numero è stato chiuso in tipografia il 10 Maggio 2007 Editoriale Globalizzazione significa competizione tra territori Trieste deve fare delle proprie caratteristiche elementi di vantaggio sui sistemi concorrenti I continui progressi scientifici e tecnologici hanno via via ridotto il peso delle distanze fisiche. In campo economico nel passato, anche in quello recente, si operava in ambiti competitivi più limitati. Anche i gruppi a maggior vocazione internazionale erano definiti “multinazionali”, in quanto le distanze imponevano, per ogni Paese di attività, organizzazioni con un elevato grado di autonomia. Ora invece i vincoli delle distanze sono diminuiti e, per molti aspetti, si sono persino annullati. La realtà si è velocemente trasformata e, se prima si operava in un mondo in qualche misura segmentato, ora il campo delle operazioni è più vasto, divenendo in alcuni casi unico. Navigare nell’oceano non equivale a navigare in piccoli specchi d’acqua: si moltiplicano le opportunità, ma non meno le complessità. Una realtà globale significa inevitabilmente competizione tra sistemi Paese ma anche tra sistemi territoriali. La competizione territoriale richiede un’efficace strategia competitiva in termini di visione del futuro, la sua traduzione in obiettivi concreti, in scelte strategiche per conseguirli, in azioni realizzative. Essere competitivi significa far meglio dei concorrenti. Per ogni territorio, come per qualsiasi impresa, senza sviluppo il futuro è incerto. Non ci può essere sviluppo senza spiccata capacità di gestione strategica, senza capacità di innovazione continua, senza coesione. Che cosa significa gestire in modo “strategico” un territorio, quindi la sua competitività e il suo sviluppo? Significa, in buona sostanza, assicurare risposte concrete a punti chiave, sotto il profilo economico, delle competitività territoriali: > Perché un’impresa dovrebbe insediarsi qui? > Perché un’azienda già presente sul territorio dovrebbe decidere di rimanervi? > Perché si dovrebbe scegliere di portare qui un’iniziativa? > Perché un talento dovrebbe decidere di lavorare qui? Il business, per sua natura, è dinamico, si sposta dove il contesto è più favorevole e dove si genera valore. Da questa affermazione, per quanto ci riguarda, discende la considerazione che è in gioco il peso specifico del nostro territorio. A Trieste hanno sede industrie leader nazionali e internazionali nei settori più diversi. C’è una presenza molto significativa di Enti e di centri di ricerca, l’Università, una qualità della vita che pone la città ai primi posti delle 3 Globalizzazione significa competizione tra territori classifiche nazionali. Guardando quindi alla superficie del problema avremmo risposto positivamente a tutti i quesiti posti più sopra. Affrontando invece con maggiore attenzione i singoli aspetti la situazione presenta contorni meno confortanti. L’ultimo insediamento produttivo di una qualche rilevanza risale al 2002, a fronte di un numero certamente elevato di aziende che hanno dismesso l’attività. Il Porto, da tutti indicato come il principale motore del rilancio economico del territorio, solo nell’ultimo periodo ha evidenziato segnali di una lenta ripresa. Il comparto del turismo è in attesa di risposte per la prossima definizione di un’offerta congressuale, in quanto non si è stabilita la collocazione del nuovo Palacongressi. Il tema dell’ambiente e del recupero a fini produttivi delle aree inserite nel Sito Inquinato d’interesse nazionale, unici spazi che possono ospitare nuovi insediamenti industriali in provincia, nella sostanza è ancor tutto da risolvere. Tutto questo disegna una situazione che, a tutt’oggi, vede il nostro territorio tenere una posizione di discreto benessere, in termini di PIL e di occupati, che rischia però di erodersi se non si riuscirà a dare nuovo impulso alle attività economiche e all’offerta complessiva in termini di attrattività. I territori confinati della Slovenia e, più a nord, dell’Austria si muovono con ben altro dinamismo. La diminuzione della competitività di un territorio viene a determinare quindi il depauperamento del suo tessuto produttivo, con conseguente perdita di ricchezza. Sarebbe bene lavorare tutti assieme, istituzioni, parti economiche e sociali e pubbliche ammini- strazioni, al fine di promuovere con rinnovata energia le opportunità di sviluppo, in modo che il valore aggiunto, in termini di ricchezza creata dalle aziende esistenti e dall’attrazione di nuove attività economiche, possa fattivamente costituire il trampolino di lancio per ridefinire la centralità del ruolo che Trieste può candidarsi ad assumere nel nuovo contesto comunitario del centro-est Europa. Corrado Antonini Presidente Associazione Industriali Trieste Confindustria Fare impresa in Italia: cosa cambiare, come vincere Traccia dell’intervento di Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Confindustria, a Genova I Giuseppe Morandini a Trieste “Il Friuli Venezia Giulia è una regione assolutamente all’avanguardia, che porto come esempio durante numerosi incontri istituzionali a livello nazionale, perché ha saputo cogliere la sfida dell’era della conoscenza, interpretando in modo concreto le esigenze delle piccole imprese”. È stata accolta con vivo piacere lo scorso 12 marzo la visita a Trieste di Giuseppe Morandini, il corregionale Presidente della Piccola Industria di Confindustria, che ha incontrato i rappresentati delle Pmi locali in Assindustria Trieste. n questi mesi l’economia italiana ha imboccato di nuovo la strada dello sviluppo e siamo passati dalla crescita zero a un +2% del PIL. Come sempre i successi hanno molti padri, ma noi sappiamo che, come dimostrano i dati della produzione industriale e delle esportazioni, è quasi tutto merito nostro. L’industria italiana si è messa in movimento e cerca di trascinare il Paese. La ripresa la dobbiamo a noi stessi, ai nostri collaboratori, a chi con noi lavora nelle aziende. Essere protagonisti della ripresa, oltre che motivo di orgoglio, ci dà piena titolarità a dire che cosa occorre fare, quale direzione è giusto imboccare. Non consentiremo che si disperdano i risultati raggiunti. Per questo dobbiamo mettere al centro la crescita e l’impresa. Per questo abbiamo chiesto con forza un confronto a tutto campo sulla produttività, un indicatore chiave per il quale l’Italia indossa da troppo tempo la maglia nera. In dieci anni la produttività in Germania e Stati Uniti è cresciuta quattro volte tanto rispetto all’Italia. Non possiamo andare avanti così. Alzare il tasso di produttività significa elevare il tasso di sviluppo. Maggiore produttività nelle imprese e nel sistema Italia è la condizione per poter essere competitivi nel medio periodo, perché non possiamo gareggiare contro tutto e contro tutti solo riducendo i margini. Il confronto con il Governo e i sindacati può essere un’occasione importante se si assume davvero come missione del Paese quella di sciogliere i nodi che ostacolano la nostra capacità di crescita. Per questo occorre rigore nell’analisi e coerenza nelle proposte. Rigore nell’analisi significa prendere atto con serenità che gli elementi seppur parziali di flessibilità introdotti negli ultimi anni sul mercato del lavoro hanno dato buoni risultati: la disoccupazione è scesa al 6,8%, il dato più basso da quasi quindici anni. Se si combatte la flessibilità - che deve essere naturalmente tutelata e regolata - si lavora oggettivamente contro le possibilità di occupazione. Dobbiamo lavorare per nuovi e più efficaci ammortizzatori sociali, che dovranno tutelare lavoratori più flessibili e essere estesi alle imprese di minori dimensioni. Dobbiamo ripensare il sistema di welfare oggi così squilibrato a favore della previdenza e invece poco adeguato a sostenere chi cerca lavoro o chi ne resta privo per un periodo. Dobbiamo innovare la contrattazione, introducendo strumenti più moderni per pagare meglio i lavoratori, ma anche flessibilità e rispetto degli accordi per produrre più ricchezza. E pensiamo che sia davvero giunto il momento di guardare in modo diverso al lavoro straordinario, che non può essere discriminato come è stato fino ad oggi. Il fisco rappresenta ormai un elemento chiave per la competitività. Ridurre le tasse sulle imprese significa accrescere l’attrattività del Paese, stimolare la crescita e aumentare l’occupazione. E il fisco è uno degli elementi risolutivi per l’attrazione di investimenti esteri in cui l’Italia figura come fanalino di coda in Europa: il 5,8% del totale, contro il 20% della Gran Bretagna, il 14% della Francia e l’11% dell’Olanda. Uno studio europeo dimostra che ad ogni punto di riduzione della pressione fiscale sulle imprese gli investimenti esteri aumentano di quasi il 6%. Ecco perché quando sentiamo parlare di “regali alle imprese” pensiamo che, oltre a molta ignoranza, ci sia un elemento di ostilità che va respinto con grande fermezza. Questo clima ostile alle imprese lo abbiamo respirato anche in materia di politica ambientale. Le proposte di modifica del codice ambientale ci sono sembrate un vero e proprio manifesto a favore della delocalizzazione. Ora, dopo scontri e confronti, pare che siano state accolte gran parte delle nostre osservazioni e che, anche grazie all’attività delle Regioni, si cominci a tener conto delle preoccupazioni delle imprese. Abbiamo bisogno di una seria politica energetica, centrata su piani di risparmio, diversificazione delle fonti, realizzazione di nuovi impianti. Ne abbiamo bisogno soprattutto perché siamo uno strano Paese dove le imprese pagano l’energia più della media 5 “Sistema” cosa cambiare, per diventare comeattrattivi vincere Fare impresa inUnItalia: europea. Così noi imprenditori siamo quasi soli a spingere per realizzare rigassificatori e termovalorizzatori. Pensiamo anche che si debba guardare senza pregiudizi al nucleare di nuova generazione. Certo, senza nasconderci le difficoltà, in un Paese dove vengono rimesse in discussione anche centrali tradizionali già autorizzate. anni le SpA a controllo pubblico sono passate da 30 a 800. Occorre una radicale inversione di tendenza che in tutto il mondo è chiara: persino la Svezia ha varato un piano di privatizzazioni per 16 miliardi di euro. Noi chiediamo a gran voce che vengano riconosciuti i meriti che oggettivamente abbiamo nella ripresa economica. Ci piacerebbe, in La riforma della pubblica amministrazione è un altro pilastro di una vera azione orientata alla crescita. Si tratta di introdurre la meritocrazia nella selezione del personale e nei percorsi di carriera. C’è una questione di modello istituzionale da rivedere. In nessun Paese ci sono partiti così numerosi, “pesanti” e autoreferenziali. Abbiamo ai vari livelli 150mila persone elette e remunerate (dai Municipi al Parlamento europeo), a fronte di servizi ai cittadini e alle imprese largamente insoddisfacenti. Abbiamo denunciato un anno fa il fenomeno del neostatalismo municipale. Negli ultimi 10 un futuro non troppo lontano, poter dare atto alla politica di aver fatto scelte coraggiose per assicurare al Paese un futuro all’altezza delle nostre capacità e delle nostre ambizioni. Non partiamo da zero, perché possiamo contare sui tanti punti di eccellenza di un Paese ricco di talenti, di energie vitali e di progetti di successo. C’è un’Italia che eccelle e che merita di essere valorizzata. Se noi imprenditori riusciamo a realizzare una crescita del 2% nelle difficili condizioni di oggi, lascio immaginare a tutti voi cosa saremmo capaci di fare in un Paese normale. Assindustria Priorità per una Trieste in corsa verso il futuro In seguito alla nomina a Vice Presidente Vicario di Assindustria, prende la parola Adriano Del Prete S ito inquinato, rilancio delle attività portuali e della logistica anche attraverso una ridefinizione dei Punti Franchi, coinvolgimento dei centri di ricerca d’eccellenza nell’azione di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti, ponendo particolare attenzione, sotto quest’ultimo aspetto, ad un percorso di accompagnamento alla crescita dimensionale delle imprese. Sono questi i punti prioritari per lo sviluppo economico del territorio giuliano secondo Adriano Del Prete, neoleletto Vice Presidente Vicario dell’Associazione Industriali di Trieste. “La peculiarità della nostra provincia - afferma Adriano Del Prete, dal 2001 Direttore Generale della SIOT SpA - di essere confinante con la Slovenia, che attualmente presenta situazioni di assoluto interesse per eventuali investitori, ci consente di chiedere alle Istituzioni nazionali competenti in materia una prioritaria attenzione alla soluzione del problema delle bonifiche. La strada che noi Industriali proponiamo è quella di intervenire nei punti in cui il problema ambientale determina situazioni di reale criticità, come la ridefinizione della perimetrazione del sito inquinato di interesse nazionale utilizzando lo strumento dell’analisi del rischio, escludendo quei terreni che non presentano elementi di pericolo sotto il profilo della salute per coloro che vi operano o vi risiedono”. In questo quadro si può inserire anche l’annoso problema delle aree da destinare allo sviluppo dei traffici portuali e della logistica che, in futuro, dovranno poter accogliere le attività operanti ancora in Porto Vecchio. 7 Priorità per una Trieste in corsa verso il futuro “La nostra visione di riutilizzo dell’antico scalo - sottolinea il Vice Presidente di Assindustria, condividendo la posizione del Presidente dell’Autorità Portuale Boniciolli in merito alla necessità di approfondire il quadro normativo che regola i Punti Franchi - privilegia un progetto di portualità allargata e di fruizione degli spazi per attività terziarie e dell’economia prevalentemente legata al mare. Auspichiamo che l’operazione di riconfigurazione degli spazi nell’ambito del Porto Nuovo inizi quanto prima, con l’abbattimento dei magazzini ormai obsoleti e disposti su più piani e con il tombamento dello specchio acqueo tra il Molo V e il Molo VI. Una soluzione che consentirebbe di acquisire nuove aree a fini operativi e di costruire dei magazzini in linea con gli standard moderni della logistica”. In relazione alla necessità di creare le condizioni di base per rendere sempre più competitivo il territorio giuliano e per rafforzare il rapporto fra grandi e piccole imprese, l’Associazione Industriali di Trieste ha avviato un percorso per incentivare il trasferimento tecnologico. “In tale ambito - evidenzia Del Prete - Assindustria ha promosso la costituzione del Distretto del caffè e partecipa alla realizzazione di quello della cantieristica navale. In entrambi i casi si è posto l’accento sul tema del rapporto fra i vari componenti della filiera produttiva: per il caffè si è considerato lo spettro operativo che va dalla logistica alla torrefazione e dalla distribuzione alla vendita; per la navalmeccanica si è resa evidente l’opportunità di instaurare un rapporto più stretto fra le aziende della committenza e quelle della fornitura, considerato che il prodotto nave, nel caso di Fincantieri, viene realizzato per il 75% dai suoi fornitori”. Fra gli altri temi di particolare interesse per il Vice Presidente dell’Associazione Industriali, anche in relazione al suo ruolo di Presidente del Consorzio Energia, quello della necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. “Sotto questo profilo - afferma Adriano Del Prete - abbiamo visto con favore le opportunità che i due progetti di costruzione di stazioni di rigassificazione possono avere per le attività economiche del territorio. Riteniamo, in linea generale, che l’applicazione di elevati standard di sicurezza, oggi disponibili sul mercato, rendono certamente sostenibile la presenza degli impianti. Nello specifico abbiamo valutato, in relazione alle ricadute territoriali, di affiancare con maggior favore l’opzione dell’impianto a terra proposto da Gas Natural, in quanto prevede la completa bonifica del sito, propone un approvvigionamento di gas a minor prezzo per le utenze e offre l’utilizzo delle frigorie a favore dei processi produttivi”. Un porto funzionale per la competizione globale © Intervista La visione del Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, Claudio Boniciolli, illustrata durante un incontro in Assindustria U “Rilanciare il traffico su rotaia, verso Ovest e verso Est e realizzare un raccordo ferroviario tra il Porto di Trieste e quello di Capodistria: un investimento di 70 milioni di Euro perché i traffici girino a doppio senso”. “Il nuovo Piano Regolatore del Porto di Trieste è indispensabile, ma prima di tutto bisogna fare chiarezza su ciò che si può fare in area demaniale. Il mio obiettivo è riuscire a fare qualche cosa di concreto, che si basi sul diritto e, pertanto, che abbia un senso!”. “Agli imprenditori domando se i Punti Franchi servono o no; allo Stato chiedo una risposta chiara sull’assetto giuridico; dalla Dogana italiana auspico un comportamento uniforme”. n porto funzionale, con ampi piazzali e magazzini all’avanguardia tecnologica, collegati all’area retroportuale di Fernetti e raccordati al sistema regionale viario e ferroviario, per consentire un veloce transito delle merci verso i mercati europei e orientali, passando anche attraverso lo scalo sloveno di Capodistria. Basterebbe questo, secondo Claudio Boniciolli, Presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, per consentire allo scalo giuliano di competere, a livello nazionale e internazionale, nella difficile sfida per l’acquisizione di nuovi traffici, che individua nella penisola italiana, con la pluralità dei suoi porti, la piattaforma logistica per tutto l’Est Europeo e l’Oriente. “In questo contesto - sottolinea Boniciolli - Trieste potrà assumere una posizione di vantaggio, favorita dalla nuova centralità del Mediterraneo, se saprà partecipare alla creazione di un sistema che unisca, specializzandoli, gli scali dell’Alto Adriatico, da Ravenna a Venezia e Trieste, fino a Capodistria e Fiume”. Un percorso verso il rilancio del porto di Trieste che deve però avvenire in tempi assolutamente rapidi, prima che si aprano altre vie di scambio tra l’Oriente e l’Occidente, come quella “Artica”, già allo studio dei protagonisti dello shipping internazionale. “Oggi - afferma il Presidente dell’Autorità Portuale - i porti sono un concentrato di attività: marittime, cantieristiche, industriali, tecnologiche, e anche bancarie e finanziarie. Trieste non deve però misurarsi con i grandi porti mondiali (Rotterdam, Amburgo, Le Havre...) perché è uno scalo medio-piccolo, che deve confrontarsi con realtà quali La Spezia, Savona, Livorno, Salerno e, naturalmente, con i porti dell’ Adriatico, sia di parte italiana che balcanica. Sfruttando la sua posizione geopolitica e la crescita, nel settore logistico, in atto in tutta l’Europa Centro Orientale - continua Boniciolli, ricordando gli ingenti investimenti tedeschi per la navigazione lungo il Danubio, anche grazie ai quali il porto di Costanza è quello che sta registrando il 9 Un porto funzionale per la competizione globale massimo incremento dei traffici - Trieste deve ritrovare quella centralità che le era propria in epoca asburgica, senza mitizzare però quelli che, allora, erano i suoi punti di forza”. I Punti Franchi, ad esempio, di cui si deve conoscere il reale assetto giuridico prima di valutare ogni ipotesi di spostamento o soppressione. “L’Autorità Portuale - spiega il Presidente - vuole sapere esattamente cosa si può fare e chi può essere interessato a svolgere un’attività in tali ambiti. L’Ente continuerà a sostenere la validità dei Punti Franchi solo se gli operatori li definiranno utili per le loro attività: deve essere però lo Stato italiano - continua Boniciolli a darci una risposta chiara e inequivocabile sul loro utilizzo attuale e potenziale. Definire una volta per tutte l’assetto giuridico del Porto Vecchio è prodromico rispetto a ogni altro tipo di decisione, anche alla redazione del nuovo Piano Regolatore del Porto, che dovrà essere concordato e approvato dall’Autorità Portuale, dalla Provincia e dai Comuni competenti”. “Dobbiamo parlare del Porto e non del ‘mito del Porto’ - sottolinea Boniciolli avendo ben chiari tutti i problemi esistenti. Il Porto Vecchio, il cui difficile accesso limita di fatto l’acquisizione di nuovi traffici, è area di proprietà demaniale e tale resterà anche se venisse meno il regime di Punto Franco: ogni progetto di riconversione dovrà prevedere l’insediamento di attività consentite in un’area demaniale. E, poi, i magazzini del sito sono quasi tutti vincolati, quindi non potranno mai essere abbattuti. È necessario, ancora una volta, capire esattamente cosa si può fare in questi spazi prima di avviare progetti che, come è successo già troppe volte (da Polis a Trieste Futura, alla candidatura all’Expo), sono destinati a morire”. Ed ancora, ritornando ai falsi miti del Porto, “i nostri alti fondali, per restare tali - conclude il Presidente - dovrebbero poter essere dragati, e i magazzini del Porto Nuovo che sfiorano i cinquant’anni dovrebbero essere sostituiti da piazzali per il carico e lo scarico delle merci: non possiamo più permetterci di ospitare all’interno del Porto attività emporiali che non prevedano arrivi e partenze di navi”. Federica Zar Le opere previste dal Piano Operativo Triennale del Porto di Trieste per un importo di 628 milioni di euro. Alcuni degli interventi principali: 5,5 (da finanziare) Magazzino 42 (Stazione Marittima) 5,0 (da finanziare) Potenziamento Molo V 20,0 (da finanziare) Potenziamento Molo VI 120,0 (da finanziare) Allungamento Molo VII 9,0 (finanziati) Spostamento e ampliamento impianti ferroviari al Molo VII 278,0 (parzialmente finanziati) Piattaforma logistica 110,0 (da finanziare) Realizzazione di nuovi accosti Ro-Ro nell’aerea ex Aquila e riqualificazione ambientale Fonte: Autorità Portuale Trieste Turismo La II giornata del turismo di Confindustria a Trieste Sarà Trieste ad ospitare a luglio l’importante appuntamento. Un’occasione per alcune riflessioni Gilberto Benvenuti oi operatori turistici ricorderemo il 20 settembre 2005 come la giornata storica che ha segnato nel nostro settore la definitiva entrata in campo di Confindustria. È difficile stimare quanto la prima Giornata del Turismo, dal titolo “Perché l’Italia torni in testa”, tenutasi a Napoli, abbia contribuito al buon andamento turistico del 2006, ma va ammesso che ultimamente il buon esempio viene dall’alto. È infatti di questi giorni la notizia dell’incontro tra il Governo, rappresentato dal Presidente del Consiglio Romano Prodi e dal Vice N non tanto per contrastare la concorrenza delle destinazioni vacanziere intatte sotto il profilo naturalistico, bensì per difenderci da quella dei Paesi Europei che negli anni del boom italiano determinavano la domanda mentre oggi, per certi tipi di turismo in crescita come quello culturale, congressuale e degli short break, sono diventati temibili concorrenti del nostro Paese grazie soprattutto alla loro costante cura della qualità e dell’immagine, e al loro rapidissimo aggiornamento in rapporto al mercato. Neanche la nostra Associazione è rimasta ferma a guardare. Presidente Francesco Rutelli, e Confindustria, con il Vice Presidente Emma Marcegaglia e il Presidente di Federturismo Costanzo Jannotti Pecci, tenutosi lo scorso 11 aprile sui temi di Sviluppo e Competitività del Turismo Italiano. Questi sono segnali positivi, ma per uscire dalla spirale che per anni ci ha spinto verso il basso dobbiamo attivarci tutti seriamente, Grazie all’irrinunciabile appoggio di Emma Marcegaglia e all’impegno del nostro Presidente Antonini, già il 31 luglio 2006 il Presidente Luca Cordero di Montezemolo ha accolto per iscritto la nostra proposta di svolgere a Trieste la II Giornata del Turismo di Confindustria e, qualche giorno prima di Pasqua, ha fissato definitivamente la data della manifestazione per il 17 luglio 2007. 11 La II giornata del turismo di Confindustria a Trieste Il tema da noi suggerito è “La meeting industry italiana”, per lo stesso motivo per il quale, in materia di congressualità, ci siamo di recente segnalati al Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza come “concreti propositori di soluzioni credibili e fattibili sia per scegliere bene che per fare presto”, cominciando con l’avviare un’analisi in profondità anche di quell’insieme di servizi sui quali riteniamo si debba puntare per realizzare il nuovo Centro Congressi. Ci venga concesso però di lanciare un forte segnale d’allarme sui tempi. Scegliere presto e bene è urgente ma non più sufficiente. Dobbiamo considerare l’ipotesi che nel 2010 la Stazione Marittima non sia più disponibile come centro congressi e quindi, a nostro avviso, è irrinunciabile che anche la realizzazione avvenga in tempi rapidi, perfettamente calcolati, rispettati e, soprattutto, definiti. Qualsiasi dilazione di tempo nell’onorare anche una sola delle condizioni espresse qui sopra determinerà un gravissimo e forse irrecuperabile ritardo per la crescita turistica del nostro territorio. Ci siamo attivati perché siamo convinti che sia giunto il momento di tentare di persuadere chi ha la responsabilità di decidere che la Congressistica, da molti erroneamente considerata componente secondaria dell’industria turistica, crea ben più valore aggiunto sul territorio del turismo tradizionale, ed è forse l’unica componente dell’offerta generale capace di esercitare una sana azione di stimolo all’integrazione, garantendo contestualmente l’importante funzione indiretta di marketing per il turismo tradizionale. Quanto detto non è mera espressione di convincimenti personali, bensì il risultato al quale sono pervenuti esperti di fama internazionale supportati da WTO (World Tourism Organization), CIC (Convention Industry Council), ICCA (International Congress & Convention Association), IACC (International Association of Conference Centers) e altri. Nel caso si sentisse il bisogno di ulteriori conferme, segnaliamo che nel suddetto incontro con il Governo, il Presidente Pecci ha chiesto di “prestare una particolare attenzione al settore congressuale”, mettendo inoltre in luce la grande importanza dell’esigenza di “allungare la stagione turistica italiana con appropriati interventi di destagionalizzazione…”, ben sapendo che è proprio la meeting industry ad essere l’attività che risponde maggiormente a questa improcrastinabile esigenza del settore. Ribadiamo di credere sinceramente anche nell’apporto che le “navi bianche” possono dare allo sviluppo turistico di Trieste, ed è quindi giusto registrare che lo stesso Pecci indica il turismo crocieristico (non avulso dalla nautica da diporto), assieme al turismo della montagna, come uno degli interventi prioritari a livello nazionale. Molti sorrideranno per l’azzardo dell’esempio che segue, ma alle persone che più o meno consapevolmente, da troppi anni, ritardano lo sviluppo della congressualità triestina, segnaliamo che Vienna nel 2005, limitatamente all’attività congressuale, ha registrato la seguente performance: > Congressi n. 1.748 n. 274.077 > Partecipanti > Pernottamenti n. 1.033.996 euro 503.080.000,00 > Fatturato È giusto ammettere che il confronto con la Capitale austriaca risulta piuttosto megalomane ma, se in tempi non troppo lontani dai nostri Trieste poteva definirsi la terza città dell’Impero asburgico, siamo davvero certi che “sognare” che possa attrarre un decimo del mercato consolidato da Vienna sia solo un’utopia? Gilberto Benvenuti Vice Presidente Promotrieste Centro Congressi a spazi ridotti: diminuzione evidente dei convegni > 11 milioni di euro fatturati nel 2006 dal turismo congressuale in Friuli Venezia Giulia > 46.800 congressisti presenti sul territorio regionale (250 euro procapite per una media di 2 giorni di presenza) > 24 i convegni (dei quali 12 di livello internazionale) ospitati nel 2006 a Trieste negli spazi gestiti dalla PromoTrieste, limitati a causa delle esigenze del turismo croceristico > 2.805.500,00 euro l’indotto generato. > 43 le manifestazioni nel 2005 (con il Centro Congressi della Stazione Marittima totalmente disponibile), delle quali 18 di livello nazionale e 25 internazionale, con una presenza di oltre 20mila persone e un indotto generato pari a oltre 10 milioni di euro. Fonte: Turismo FVG Internazionalizzazione Le imprese italiane e il mercato cinese Uno start up a bassi costi nel mercato più dinamico del mondo. Ne parla Andrea Giusberti, Presidente di INSECO L a Cina è diventata un interlocutore ormai obbligato per qualsiasi impresa che guardi all’estero. Si tratta di un fatto ormai assodato, come è assodato che ci sia ancora qualche incertezza da parte delle aziende sul modo migliore di rapportarsi ad essa. Di questi importanti argomenti si è 1.500 circa le imprese italiane presenti in Cina nel 2005 2.546,6 milioni di dollari USA gli investimenti cumulati italiani in Cina nel 2005 i settori maggiormente rappresentati: metalmeccanico, tessile/abbigliamento, siderurgia, chimica, calzature i settori con maggiori opportunità: meccanotessile, tecnologie per la plastica, per il legno, per la ceramica, per i metalli, per le automobili e componentistica, per la meccanizzazione agricola parlato in Assindustria Trieste, durante un incontro fra il Presidente del Gruppo INSECO Andrea Giusberti e un nutrito gruppo di imprenditori. Ai flussi commerciali e agli investimenti, una volta orientati solo verso la Cina, si abbinano oggi i flussi inversi. Le imprese cinesi hanno infatti imparato a produrre di tutto e, di giorno in giorno, migliorano la loro qualità: le esportazioni a basso costo sono a valore aggiunto sempre maggiore, e con volumi crescenti (dai 266,7 miliardi di dollari del 2001 si è passati ai 660,2 miliardi del 2005). L’impresa italiana, che deve necessariamente inserirsi nel mercato cinese nelle due vesti di esportatore e di importatore, ha la necessità di conoscere da vicino il suo partner commer- ciale, che nel futuro diventerà probabilmente anche finanziario. Deve cioè prendere confidenza con il suo modo di agire, conoscerlo nel suo campo di azione, lavorare con lui nel suo mercato, cogliere le opportunità che lui gli offre. E lo deve fare in modo pragmatico e rapido per tentare di recuperare il gap con le imprese concorrenti degli altri Paesi, molto più lungimiranti nell’approccio al “Sistema Cina”, che può presentarsi in modo ostile, ma anche amichevole. “Da oltre venticinque anni il Gruppo INSECO, presente in Cina con la propria società locale INSECO Far East Ltd - ha messo in luce Andrea Giusberti - assiste le imprese italiane di ogni dimensione nell’avvio della propria presenza su questo mercato in modo originale e molto concreto. L’originalità è data dal fatto che la società cerca da sempre di adattare i propri servizi ai continui mutamenti del mercato interno e alla crescita del potere contrattuale dell’economia cinese, nello scacchiere dell’economia italiana e mondiale. La nostra concretezza - ha spiegato il Presidente del Gruppo INSECO - è conseguenza della profonda conoscenza delle potenzialità e dei limiti dell’impresa italiana che va all’ estero. Soprattutto quando si confronta con un nuovo mercato come quello cinese, difficile non tanto per ragioni di costume e lingua, quanto per la sua profonda mutevolezza che però, se ben sfruttata, crea opportunità impensabili in qualsiasi altro mercato”. Durante l’incontro, INSECO ha presentato una vasta gamma di servizi applicati a casi reali di note imprese ora presenti con successo in Cina. Fra questi, in particolare, ha destato interesse una soluzione a costi molto contenuti che garantisce la presenza fisica nel Paese. “Un servizio articolato - ha affermato l’ing. Giusberti - messo a punto parecchi anni fa, quando è diventato evidente che essere presenti costituisce un fattore determinante, soprattutto in questa terra dove tutto è nuovo e la vicinanza del proprio interlocutore costituisce per il cinese una discriminante per avviare una qualsiasi collaborazione. 13 Le imprese italiane e il mercato cinese Alla messa a punto del servizio ha contribuito anche la conoscenza dell’impresa italiana, spesso diffidente per sua natura e quindi bisognosa a sua volta di prendere confidenza con il partner commerciale estero, ma anche poco intenzionata a investire in situazioni incerte, soprattutto se i tempi per raggiungere risultati interessanti non sono brevi”. INSECO si è quindi posta l’obiettivo di consentire all’impresa di investire il minimo possibile nella fase di avvicinamento al nuovo mercato, e soprattutto di raggiungere tutti i risultati attesi con un budget certo e contenuto. Il pacchetto di servizi consiste nella domiciliazione dell’impresa presso gli uffici INSECO di Shanghai, nell’assunzione di un tecnico-commerciale cinese per conto della stessa, nella disponibilità di un desk nei propri uffici, ma soprattutto nella supervisione da parte di suoi manager locali, a garanzia dell’ efficacia dell’azione del personale assunto. Nell’arco di tempo in cui questo pacchetto viene erogato, l’impresa forma il suo primo staff cinese, comincia a parlare la nuova lingua in azienda, segue direttamente le proprie attività in Cina con la certezza di essere affiancata da personale che parla non solo inglese e cinese, ma anche italiano. “L’esperienza fatta con decine di imprese di ogni dimensione - ha concluso il Presidente di INSECO - è stata un successo. Quando le attività sono state avviate e l’impresa ha acquisito sicurezza, allora il nostro Gruppo l’aiuta a creare una propria struttura locale e trasferisce l’organico nel frattempo costituito. L’elemento caratterizzante del servizio, oltre al contenimento dei costi in poche migliaia di euro al mese, è la massima semplicità del suo avvio e la grande concretezza di azione”. Nel corso dell’incontro sono stati presentati casi riguardanti vari settori industriali e dei servizi, dall’alimentare al metalmeccanico, dall’editoria all’elettromeccanico, dal siderurgico al tessile-abbigliamento. Sono stati inoltre illustrati servizi come la valutazione della potenzialità del mercato, la definizione delle migliori strategie di ingresso, la creazione di una rete di vendita, la ricerca di partner finanziari e tecnologici, la promozione di marchi e prodotti, la creazione di società locali, la registrazione di marchi. “In Cina la presenza diretta sul mercato è essenziale - ha ricordato Giusberti - chi vuole vada, ma chi non vuole andare deleghi altri per lui”. > 100 circa le imprese assistite dal Gruppo INSECO > 400 milioni di dollari USA l’ammontare del massimo finanziamento organizzato (nel settore siderurgico) > i settori merceologici monitorati: metalmeccanico, elettromeccanica, energia, ambiente, tessile/abbigliamento, editoria, alimentare, metallurgia, costruzioni > le partnership: Merloni Progetti S.p.A. ingegneria industriale SUNSU Group Ltd - Shanghai accessori per abbigliamento, arredamento SNATT SCS Ltd - HK trasporti e logistica Metex Ltd - Mosca macchinari ferroviari Energia Un gruppo di lavoro per l’energia eco-compatibile La sfida dell’innovazione nel settore coinvolge Università, ricerca e industria triestine I l grande interesse verso le problematiche energetiche e le fonti rinnovabili e alternative ai tradizionali giacimenti di carbone, petrolio e gas naturale è pienamente giustificato in una società globale che prevede di raddoppiare il proprio fabbisogno energetico entro il 2020. Un interesse condiviso a livello locale dall’Associazione Industriali di Trieste, consapevole della sfida che il tema dell’ energia può rappresentare per il mondo delle imprese e, più in generale, per la qualità della vita di tutta la cittadinanza. “Sfruttare l’enorme potenzialità delle fonti rinnovabili - ha affermato il Vice Presidente di Assindustria Nicola Pangher, durante la presentazione del libro “La sfida del secolo. Energia” a cura di Piero Angela, svoltasi a fine marzo nell’Aula Magna dell’Università di Trieste - favorirebbe una re-industrializza- zione ambientale per la produzione di energia eco-compatibile: un’opportunità che consentirebbe anche di creare nuovi posti di lavoro da attività industriali, e quindi di gettare le basi per solide premesse di sviluppo. Al di là delle fondamentali scelte strategiche internazionali e degli importanti programmi di ricerca tesi all’innovazione del settore - sottolinea Nicola Pangher - Assindustria intende trasferire la sfida dell’energia a livello locale, proponendo la creazione di un gruppo di lavoro che coinvolga le imprese e il mondo scientifico triestino nella definizione di un progetto concreto per la riduzione dei costi energetici e delle emissioni inquinanti, attraverso l’utilizzo di energie alternative, come ad esempio le biomasse o l’idrogeno. È questa la nostra sfida all’innovazione nel settore dell’energia - ha concluso il Vice Presidente dell’Associazione degli Industriali che lanciamo agli enti locali e alle Istituzioni di ricerca e di trasferimento tecnologico della città affinché insieme si riescano a trovare delle soluzioni pratiche che ci permettano di vivere consumando energia in modo più intelligente e rispettoso dell’ambiente”. “Trovare soluzioni al problema energetico per un’umanità che aumenta al ritmo di 200.000 persone al giorno - ha affermato Renzo Rosei del Dipartimento di fisica dell’Università di Trieste, che ha organizzato la presentazione del volume di Piero Angela - è una vera sfida, forse ancora più complessa di quella che ha portato l’uomo sulla luna nel secolo scorso. Il problema dell’energia è connesso strettamente a tematiche scientifiche e tecnologiche, ma anche economiche, finanziarie, sociologiche e ambientali. Trieste potrebbe acquisire un ruolo di rilievo - ha concluso Renzo Rosei, considerando una carta vincente quella proposta dall’Associazione Industriali sia per la questione energetica, sia per uno sviluppo industriale high tech - nell’affrontare i difficili problemi che abbiamo davanti, grazie alla presenza sul territorio di istituzioni scientifiche di assoluto livello internazionale, che operano nei settori (come nanotecnologie e biotecnologie) più idonei ad affrontare la sfida con successo.” 15 Focus innovazione Per innovare i propri processi o i propri prodotti le aziende operano un cambiamento o una nuova combinazione dei cosiddetti “fattori produttivi”: risorse umane (in termini quantitativi e qualitativi), risorse finanziarie, conoscenze tecniche (“saper fare”), mezzi di produzione. L’obiettivo è quello di aumentare la soddisfazione del cliente e, nel contempo, l’utile d’impresa, derivato da idonei ricavi a compensazione dell’investimento iniziale. Prima di avviare un’innovazione è opportuno in ogni caso - e questo gli imprenditori certamente lo sanno - porsi alcune domande: > se i prodotti rivelano difficoltà di penetrazione del mercato, quali cambiamenti è opportuno apportare: costi di produzione, prestazioni, tecniche di marketing, aspetti di immagine dell’impresa, valorizzazione del brand? > la struttura organizzativa e le risorse umane disponibili in impresa sono adeguate a sostenere i suddetti cambiamenti? > è sufficiente il patrimonio tecnologico aziendale o è necessario acquisire nuove tecnologie oppure promuovere nuove alleanze, con altre imprese o con centri di ricerca? > quali prodotti si vendono bene adesso e presumibilmente si venderanno pure nel prossimo futuro ovvero è possibile fare efficaci previsioni per gli anni a venire e individuare con chiarezza nuove opportunità di mercato, tenendo conto di eventuali concorrenti (bench marking) al fine di sviluppare nuovi prodotti che abbiano successo? Nel settore produttivo dell’area triestina l’attitudine al cambiamento è molto marcata e permette una continua espansione dei mercati di numerose aziende. Lo dimostrano alcune testimonianze che vengono riportate in queste pagine, testimonianze che iniziano dal settore metalmeccanico e documenteranno in seguito “l’attitudine al cambiamento” in altri settori. Domenico Romeo Innovazione è cultura Dedicare una sezione della nostra rivista al tema dell’innovazione vuol essere per noi un’operazione di cultura. Perché innovare significa cambiare, e il settore industriale è forse quello che più di ogni altro sa trasformarsi per rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Le aziende dell’Associazione Industriali di Trieste sono protagoniste del cambiamento e le loro scelte strategiche influiscono sullo sviluppo di tutto il territorio. Vi proponiamo questo nuovo Inserto, curato insieme a Domenico Romeo, con l’obiettivo di dar voce alle numerose realtà che, nei diversi settori rappresentati in seno all’Assindustria, fanno dell’innovazione parte integrante della loro mission aziendale. Nicola Pangher Piero Vidali Officine Meccaniche Vidali Clyde Cofone Ortolan Mare Lorenzo Pischianz Install. Pro Mi sono occupato di innovazione, ovvero di “cambiamenti”, per quasi vent’anni, prima come Presidente di AREA Science Park e del Parco scientifico e tecnologico della Sicilia, poi come Rettore dell’Università di Trieste. E ho sempre notato che all’innovazione nel comparto produttivo non veniva mai data la necessaria risonanza. In una regione come la nostra, che punta sulla ricerca e sulla tecnologia, è importante che Trieste faccia conoscere la forza e la capacità innovativa delle sue imprese. Domenico Romeo Franco Volpi Volpi Tecno Energia Focus innovazione OFFICINE MECCANICHE VIDALI Piero Vidali: La piccola industria fa innovazione, di processo e di prodotto. Il nostro comparto, come quello siderurgico, sta vivendo un momento di ripresa proprio perché ha saputo rinnovarsi e innovarsi. L’innovazione è l’anima dell’impresa Da sempre, nelle grandi aziende orientate alla R & S come nelle piccole, per le quali rappresenta un fattore competitivo determinante. E il territorio giuliano, dove la scienza stimola la creatività e favorisce l’internazionalizzazione, presenta realtà straordinarie, spesso sconosciute, che considerano l’innovazione un processo naturale e indispensabile, la fonte di ogni cambiamento strategico in tutti i settori di attività aziendale: dalla ricerca di mercati alternativi al lancio di nuovi prodotti, dal miglioramento delle prestazioni in fase di produzione alla motivazione delle risorse umane. L’attitudine al cambiamento è innata, e non solo nelle imprese high-tech bensì anche in quelle che, forse erroneamente, si definiscono “tradizionali” perché operano in comparti quali il metalmeccanico, l’impiantistico, il siderurgico, il logistico, l’alimentare, ecc. In una recente classifica stilata dalla rivista americana Fortune sulla presenza di global companies nel mondo, Trieste viene indicata al secondo posto in Italia, dopo Roma e prima di Milano e Torino: il capoluogo giuliano viene considerato un sistema integrato dove Gruppi internazionali, grandi aziende e Pmi, insieme a Università e Centri di ricerca, concorrono allo sviluppo del territorio. Le Officine Meccaniche Vidali, in 130 anni di attività, hanno cercato sempre di progettare e costruire macchine speciali, per settori diversi e impieghi specifici: dal ferroviario al civile, dalle macchine per l’industria alimentare a quelle per il comparto navale. Fondate nel 1874, le Officine Meccaniche Vidali hanno progettato e costruito macchinari per impianti di sollevamento, con importanti realizzazioni, ad esempio, nel settore dei verricelli oceanografici, dotati di trasmissioni oleodinamiche di potenze rilevanti. PV: Attualmente, proprio per questo settore, costruiamo attrezzature per carotaggi e dragaggi, operando per realtà quali CNR, ENEA e per l’OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, in occasione delle sue spedizioni in Antartide. L’innovazione ha fatto la storia delle Officine Vidali, che hanno saputo relazionarsi con il mondo accademico per migliorare le loro performance e per progettare macchinari destinati a impieghi industriali specifici. PV: Insieme al Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Trieste, abbiamo realizzato un prototipo per l’applicazione della robotica ai carrelli motorizzati da adibire al servizio di lavaggio dei fianchi e delle vetrate delle navi da crociera. Un esempio, questo, di come il Sistema integrato “Grande industria (Fincantieri), piccola industria e ricerca (Università di Trieste)” possa rappresentare un asset derminante dello sviluppo. Trieste presenta un Sistema industriale completo, che differenzia la città rispetto ad altri territori: grandi aziende, Pmi, Università e Centri di ricerca sono leve strategiche per lo sviluppo. VOLPI TECNO ENERGIA Franco Volpi: Trasformazione della nostra attività e specializzazione in base alle richieste del mercato. È stato questo il primo passo verso l’innovazione della nostra azienda che, una ventina d’anni fa, è passata da impresa operante nel settore delle applicazioni marine di motori a benzina e diesel per uso cantieristico e navale a “industria perfetta”, produttrice di generatori diesel silenziati, fra i più compatti e leggeri esistenti al mondo. Fondata nel 1933, la Volpi Tecno Energia, grazie al successo ottenuto dai suoi gruppi elettronici per la nautica da diporto, dal 1980 si dedica infatti esclusivamente a progettare e costruire generatori sempre più specializzati, puntando sulla riduzione del peso e dell’ingombro, con una drastica riduzione della emissione acustica. FV: Lo sforzo innovatore che caratterizza la filosofia aziendale punta su prodotti dalle prestazioni costanti in ogni circostanza: grazie ad un esclusivo raffreddamento ad 17 acqua, i nostri generatori possono vantare un primato mondiale in silenziosità, non necessitando di alcun foro di ventilazione nei gusci esterni. Fra i prodotti nati dalla vera passione verso l’innovazione di Franco Volpi (che oltre a idearli, progettarli e costruirli si preoccupa anche di testarli sulla propria barca), il “Paguro 3000 compact”, il più leggero e silenzioso della categoria, che viene esportato in tutto il mondo grazie ad una joint-venture con un’azienda americana che si occupa di distribuzione e assistenza. FV: In questo caso abbiamo sfruttato la tecnologia dei magneti permanenti, finora utilizzati soltanto nel settore militare: è proprio questa particolarità tecnica che ci consente di essere competitivi e di far concorrenza anche ai Giapponesi: abbiamo trovato una soluzione che ci ha consentito unici al mondo - di applicare una componente militare per un uso civile. Proprio l’attenzione continua alla ricerca e all’innovazione, unitamente alla scelta di un mercato di nicchia, hanno consentito alla Volpi Tecno Energia di crescere (+20% di aumento del fatturato ogni anno, personale e produzione triplicata sebbene in una situazione di spazio limitato e nell’impossibilità di ampliare lo stabilimento perché localizzato nel Sito Inquinato), di superare i confini nazionali e di esportare i suoi prodotti nel mondo. FV: In passato abbiamo collaborato con AREA Science Park e con l’Università di Trieste per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici in fase di produzione, ad esempio quello della corrosione causata dal materiale esterno utilizzato per i nostri generatori. Per quanto riguarda la silenziosità raggiunta, utilizzando sempre materiali poveri, gli esperti sono giunti alla conclusione che l’innovazione da noi individuata è, al momento, la migliore in assoluto. E non necessita di brevetto: anche se ci copiassero, i prodotti sarebbero già obsoleti, perché la nostra azienda innova di continuo. In futuro, se la Volpi Tecno Energia non sarà costretta a trasferirsi in Slovenia per poter ampliare il suo stabilimento, a causa dei siti inquinati nella zona industriale, e far così fronte alle crescenti richieste del mercato, l’azienda potrebbe esplorare altre nicchie, come quelle della cogenerazione da utilizzarsi per il riscaldamento privato (casette, ville, fattorie, agriturismi, ecc.) in aree isolate del territorio e quindi non servite dalle normali reti energetiche. La creatività dell’imprenditore nasce dal piacere di fare le cose, dallo sperimentare soluzioni innovative, dal realizzare prototipi collaudandoli di persona. Focus innovazione ORTOLAN MARE Clyde Cofone: L’innovazione di A Trieste i cervelli non mancano, tra Università e Centri di ricerca. Dobbiamo agire insieme e trovare un sistema economicamente vantaggioso affinché la progettazione industriale non venga acquistata all’estero. processo e di prodotto è necessaria soprattutto per chi opera con il materiale più povero al mondo: il ferro. E in un settore, quello della carpenteria pesante, dove bisogna aggiungere valore alla produzione per poter restare competitivi, in quanto la concorrenza è globale e i competitor operano in Paesi dove il costo del lavoro è inesistente: Bulgaria, Romania, Polonia, e poi Cina e India. La Ortolan Mare iniziò la sua attività nel 1979, operando nel settore agricolo, in particolare nella costruzione di capannoni. In seguito, si dedicò alla realizzazione di grandi opere pubbliche (ponti di grosse dimensioni) e, nel 1993, si specializzò in un settore di nicchia, quello della costruzione di macchine portuali, riuscendo a conquistarsi uno spazio importante fra le realtà italiane operanti in tale difficile mercato. CC: Quarto gruppo metalmeccanico in Italia, con le sue 30mila tonnellate di acciaio trasformate ogni anno, la Ortolan Mare deve il suo successo ad un’intuizione quasi banale: la scelta di un sito idoneo per lo stabilimento, sul Canale Navigabile, dotato di banchina propria per l’imbarco e lo sbarco dei suoi manufatti. Le grandi gru portuali, da oltre 1.000 tonnellate di peso e con altezze superiori ai 60 metri, a Trieste vengono prodotte, collaudate e caricate su apposite navi per essere poi consegnate direttamente nei porti di destinazione. Operando come Contract Manufacturer per le più importanti società italiane (Fantuzzi-Reggiane, Italimpianti, Danieli, Voest-Alpine) e, anche attraverso di esse, su tutto il mercato mondiale, la società garantisce esperienza, serietà nel rispetto dei tempi, competitività dei prezzi. CC: Per restare Testi a cura di Federica Zar Foto di Fabrizio Giraldi sul mercato dovremo però avviare un percorso innovativo verso una nuova organizzazione aziendale. Il cambiamento deve consentire l’aggregazione delle nostre attività (oltre alle grandi gru portuali, costruzione e montaggio di ponti viari e ferroviari, realizzazioni di manufatti chiavi in mano) in una struttura fortemente innovata e competitiva, in grado di confrontarsi con aziende e gruppi di notevoli dimensioni. Così configurata, la Ortolan SpA potrà affrontare la competizione globale, soprattutto se supportata da un Sistema Paese in grado di accompagnare e sostenere le sue aziende in questa difficile sfida. In tal senso, anche la creazione in regione del Polo della navalmeccanica potrà contribuire ad avviare nuove forme di collaborazione fra imprese, volte anche alla tutela della nostra professionalità e alla salvaguardia della nostra capacità progettuale. INSTALL.PRO Lorenzo Pischianz: Rappresento un’azienda artigiana che opera nella progettazione e installazione di impianti elettrici e per la trasmissione di dati. Un settore che necessita di innovazione nel servizio offerto per poter stare sul mercato. La nostra capacità di innovare si misura, cioè, nella qualità delle prestazioni e delle risorse umane utilizzate. Per questo, investiamo molto sulle persone, sulla loro professionalità e sulla loro motivazione. E in pochi anni la Install. Pro è passata da 2 a 30 unità, nonostante la difficoltà di reperire manodopera qualificata. Se avessi un po’ di tempo, vorrei trovare un metodo per inserire meccanicamente, e non manualmente, i cavi elettrici degli impianti nelle apposite tubazioni. 19 Assindustria Servizi operativi per le aziende associate Si fa sempre più vasta e variegata l’offerta dell’Associazione Industriali di Trieste, diretta a diverse professionalità D a sempre vicina alle Aziende associate per permettere loro di avere servizi di qualità e risparmi in termini di tempo e denaro, Assindustria ha sviluppato nel tempo una vasta proposta di servizi operativi per supportare le imprese su temi legali, fiscali, ambientali, di gestione del personale e di gestione amministrativa. calcolo dei ratei sospesi, prospetto TFR, suddivisione per centri di costo e altro ancora. Ormai da molti anni l’Associazione offre assistenza fiscale ai dipendenti delle aziende, per una corretta compilazione e presentazione della dichiarazione dei redditi attraverso il modello 730. Il servizio viene offerto con il supporto del Caf Interregionale Dipendenti Srl, Con lo sportello legale le aziende hanno a disposizione gratuitamente una consulenza di professionisti per risolvere problematiche di carattere giuridico-contrattuale (contrattualistica, diritto commerciale, locazioni, appalti, recupero crediti ecc.). Attraverso l’Ufficio Ambiente e Sicurezza viene data la possibilità di avere check up ambientali gratuiti per una verifica della corretta gestione amministrativa degli adempimenti relativi alla sicurezza sul lavoro e alle disposizioni di carattere ambientale in tema di prelievi e scarichi idrici, rifiuti ed emissioni in atmosfera. Il servizio convenzionato per l’elaborazione di cedolini paga e modelli per gli adempimenti mensili e annuali conseguenti consente alle aziende un notevole risparmio. Inoltre vengono forniti, su richiesta e senza ulteriori aggravi, una serie di tabulati con dati e statistiche utili: situazione delle ferie, ex festività, a cui aderiscono oltre 50 Associazioni degli Industriali appartenenti al Sistema Confindustria. Il servizio prevede la compilazione e l’invio dei modelli 730 con il rilascio del visto di conformità che attesta, nei confronti dell'Amministrazione Finanziaria, la correttezza della dichiarazione del dipendente. Da pochi mesi, infine, Assindustria ha concluso, unitamente alle altre Associazioni del Triveneto, un accordo quadro per la fornitura di caselle di Posta Elettronica Certificata alle proprie aziende associate. Si tratta di un nuovo servizio destinato a sostituire la posta tradizionale nell’invio e ricezione di documenti che consentirà, a regime, notevoli risparmi di tempo e denaro. Sonia Lussi Responsabile Area Economia e Impresa Assindustria Trieste Posta Elettronica Certificata Assindustria Trieste ha sottoscritto un accordo quadro per la fornitura di caselle di posta elettronica certificata alle proprie aziende associate. È un nuovo strumento destinato a sostituire la posta tradizionale, che consentirà notevoli risparmi di tempo ed economici. L’accordo, sottoscritto da NEI S.p.A. (società che dal 2002 segue l’architettura del sito delle Associazioni Industriali del Triveneto) e CEDACRI S.p.A. (società accreditata dal CNIPA come gestore di PEC), garantirà condizioni economiche di canone annuale davvero favorevoli, con uno sconto rispetto al prezzo di mercato nell’ordine del 50%. Per informazioni, contattare: Assindustria Stefano Silvestri e Giovanni Balbo. Imprese Actimex: un Premio all’innovazione Un’impresa associata insediata in AREA Science Park è risultata tra le prime dieci nella competizione regionale 65 le domande di adesione pervenute alla Regione da parte di aziende © Actimex 37% da Udine 22% da Gorizia 22% da Trieste 19% da Pordenone C ’è anche un’azienda triestina tra le vincitrici del Premio Innovazione 2006: è Actimex, realtà di punta nel panorama della ricerca nutraceutica e cosmeceutica nazionale, che si è aggiudicata il sesto posto tra le imprese più innovative del Friuli Venezia Giulia grazie all’applicazione della propria piattaforma tecnologica brevettata (attivazione meccano-chimica) ad estratti di propoli, il principio naturale noto come rimedio per i malanni da freddo. Un Comitato Scientifico composto dal Presidente della Scuola di management Escp di Parigi Isaac Getz, dal Rettore dell’Università di Udine Furio Honsell, dal Rettore dell’Università di Trieste Francesco Peroni, dal Direttore della Sissa Stefano Fantoni, dal Presidente di Agemont Adalberto De Toni, dal Presidente del Polo Tecnologico di Pordenone Valter Taranzano e dal Presidente di AREA Science Park Gian Carlo Michellone ha decretato i vincitori dei prestigiosi riconoscimenti, assegnati dal Presidente della Regione Riccardo Illy nel corso di una cerimonia tenutasi nel quartiere fieristico di Udine, a Torreano di Martignacco. Esempio di come la ricerca applicata possa tradursi in una realtà produttiva, in cui l’integrazione con le realtà del territorio regionale, dell’Euroregione Alpe Adria e nazionale si attua in un mix di innovazione e attività market-oriented. Actimex ha vinto con un progetto dal titolo “La tecnologia di attivazione meccano-chimica e la Propociclina Plus”. A spiegare di cosa si tratta è Tiziana Canal, Direttore scientifico dell’azienda. “I principi attivi sono spesso ‘problematici’: possono essere poco solubili, scarsamente o variabilmente assorbiti dall’organismo, causare effetti collaterali più o meno sgraditi, come la gastrolesività. La tecnica farmaceutica classica - continua Tiziana Canal - ha studiato negli ultimi vent’anni diverse soluzioni tecnologiche per questi problemi: molte di queste sono risultate poco applicabili per problemi di costi e rese (una liofilizzazione, ad esempio, può durare anche 48 ore con rese molto basse), altre spesso si traducono in un processo poco eco-compatibile (uso di solventi, quindi con problemi sia sull’ambiente che per la nocività e sui consumi energetici)”. “Uno dei vantaggi della tecnologia sviluppata e brevettata da Actimex, l’attivazione meccano-chimica - spiega il direttore scientifico è che avviene allo stato solido: non utilizzando solventi organici non si rende necessario il loro recupero, diminuendo quindi drasticamente l’impatto ambientale e i consumi energetici. Il processo, inoltre, non dura mai più di due-tre ore e le rese sono mediamente oltre il 95%”. L’applicazione di questa tecnologia ad estratti di propoli ha permesso di ottenere un prodotto cinquanta volte più solubile di quelli attualmente reperibili sul mercato, quaranta volte più attivo nell’inibizione della crescita 21 © Actimex Actimex: un Premio all’innovazione batterica e formulabile anche in compresse orosolubili ed effervescenti, oltre che in sciroppi e spray completamente privi di alcool, normalmente usato nelle formulazioni classiche. “La tecnologia introdotta da Actimex nel settore nutraceutico ha prodotto un’innovazione molto rilevante - mette in luce Tiziana Canal - consentendo di adempiere al requisito tipico dei prodotti nutrizionali. È infatti essenziale che tali prodotti apportino quantità di nutrienti coerenti rispetto a una dieta variata: il problema tecnologico è che spesso i nutrienti da supplementare hanno pessime caratteristiche di biodisponibilità, per cui finora la scelta di aumentarne le dosi era obbligata. Ma spesso l’aumento della quantità non implica necessariamente che il nutriente venga assorbito: infatti, se un principio attivo non si solubilizza passa inalterato nel tratto gastro-intestinale e viene completamente eliminato”. “I punti di forza dell’innovazione tecnologica Actimex - conclude il direttore Canal - sono molteplici: si va dall’ottimizzazione della biodisponibilità, all’utilizzo di dosi più ridotte, alla coerenza con le linee guida europee per gli integratori alimentari, al miglioramento delle caratteristiche organolettiche, fino alla standardizzazione qualiquantitativa dei prodotti”. Il campo della cosmeceutica e della nutraceutica ha visto un boom negli ultimi anni, sulla scia della diffusione di una “cultura della salute” che pur vedendo ancora nel medico il depositario della conoscenza per quanto riguarda la cura delle patologie, mira all’utilizzo di prodotti di qualità e clinicamente testati per l’alimentazione e la cura del corpo. Il consumatore oggi si affida di © Actimex preferenza all’esperienza della ricerca scientifica, ma allo stesso tempo è attento all’ impiego di principi naturali, che ritiene garanzia di genuinità. Da qui il successo di Actimex, la cui ricerca applicata ha permesso già dopo il secondo anno di attività il deposito di tre brevetti e lo sviluppo della linea PROPOCICLINA, che si è rapidamente affermata sul mercato italiano; fino a poco tempo fa Actimex era presente sul mercato solo attraverso la cessione di licenze ad alcune tra le maggiori aziende italiane e multinazionali, ma dal 2005 vende i propri prodotti con il marchio Actiscience in Germania e Austria, e sta pianificando l’ingresso in altri Paesi. PROPOCICLINA® PLUS viene inoltre venduta da quest’anno nel circuito delle farmacie a marchio Actiscience, assieme ad altri prodotti dell’azienda (Rinociclina®, linea Rodiogen® e, da settembre, linea Biodefender®). Oltre a numerose collaborazioni con Università e centri di ricerca, Actimex ha attivato anche una partnership con un’importante azienda slovena, la Medex, per lo sviluppo di ulteriori linee di prodotti innovativi basati sulla propria tecnologia. Sabrina Del Sal Oggi a Trieste siamo all’avanguardia per offrire la migliore sicurezza privata. PS: per gli alieni ci stiamo preparando. • Servizi di vigilanza notturna e diurna • Centralizzazioni allarmi con intervento 24 ore su 24 • Videosorveglianza • Scorta, trasporto e trattamento valori • Fornitura ed installazione, anche in comodato, di impianti d’allarme • Vigilanza satellitare Filiale di TRIESTE - Via Valdirivo 34 - [email protected] Direzione Generale Italia: 33100 UDINE - Via Jacopo Linussio, 4 - Z.I.U. - Tel. 0432 608 201 - Fax 0432 523 665 - Filiali nel Nordest: Venezia - Pordenone - Gorizia [email protected] - www.italpol.it 23 Impresa al femminile Ergolines Lab: ricerca e soluzioni innovative Ergolines è una delle quattro aziende produttrici di stirrer al mondo, che esporta in numerosi Paesi europei ed extraeuropei. La filosofia che contraddistingue Ergolines è l’approccio custom, che si traduce in una estrema flessibilità progettuale volta a soddisfare le esigenze ingegneristiche specifiche del cliente, di cui Ergolines diventa partner tecnologico e strategico nel perseguimento di obiettivi qualitativi. Grazie a questo impegno, l’azienda sta incrementando significativamente le proprie quote sul mercato mondiale di settore: altri prodotti speciali per l’acciaieria sono già commercializzati, tra i quali una famiglia di sensori di livello dell’acciaio liquido in lingottiera, e altri, estremamente innovativi, sono in fase di qualificazione. L’elevata specializzazione dei prodotti e la qualità dei servizi offerti hanno permesso ad Ergolines di stabilire una partnership tecnologica e commerciale con il colosso austriaco Siemens - Voest Alpine. Oltre all’impegno nella siderurgia, l’attività di outsourcing di R&D continua, affiancata anche dalla partecipazione a progetti di ricerca europei, per i quali l’inserimento in AREA Science Park risulta particolarmente sinergico. Obiettivi futuri di Ergolines sono l’ulteriore ampliamento della gamma di prodotti e sistemi, in un quadro di sempre crescente partnership con i clienti, e l’acquisizione di una posizione di leadership tecnologica di riferimento mondiale nel settore. © Ergolines Lab © Ergolines Lab E rgolines Lab s.r.l., azienda insediata in AREA Science Park, nasce come società di servizi R&D multidisciplinari per le aziende, offrendo collaudate competenze in fisica, macchine elettriche, elettronica e chimica. I servizi offerti sono altamente qualificati e rivolti a soddisfare le necessità dei clienti, dalla concezione del prodotto fino alla realizzazione del prototipo pre-industrializzato e qualificato, garantendo nel contempo l’ottimizzazione dei materiali impiegati, delle tecnologie e dei processi produttivi. Dieci brevetti all’attivo sono testimonianza di un significativo sforzo rivolto all’innovazione. Parallelamente, Ergolines ha dedicato risorse e investimenti in progetti di ricerca interni, finalizzati allo sviluppo di una propria gamma di prodotti e sistemi speciali per l’industria. Il settore scelto, alla luce delle competenze già presenti in azienda, è stato quello dell’industria siderurgica, in particolare della produzione di acciaio in colata continua. L’obiettivo è stato brillantemente raggiunto, ed Ergolines dispone oggi di un catalogo di sensori, macchine elettriche e sistemi speciali per il controllo automatico dei processi siderurgici e per il miglioramento della qualità. Il business di punta dell’azienda è costituito da un’ampia gamma di stirrer (agitatori) a campo elettromagnetico rotante, utilizzati nella colata continua per ottenere la massima qualità di prodotto, riducendo al minimo le difettosità superficiali e strutturali dell’acciaio. © Ergolines Lab Un’impresa triestina che raccoglie consensi in tutta Europa per i suoi servizi altamente qualificati Sabrina Strolego, Amministratore Ergolines Lab Formazione Collaborazione fra Università e Assindustria Tutela e opportunità formative importanti per gli studenti, in vista di un fruttuoso inserimento nel mercato del lavoro l 6 marzo 2007 nella sede dell’Associazione Industriali di Trieste è stata sottoscritta una convenzione fra l’Università degli Studi di Trieste, rappresentata dai Presidi delle Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e di Economia, Rinaldo Rui e Giovanni Panjek, e l’Associazione, rappresentata dal Vice Presidente Nicola Pangher e dalla Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Michela Cattaruzza. La collaborazione fra l’Università e l’Associazione degli industriali triestini dura da tempo, ma il fatto che si sia sentito il bisogno di formalizzarla dimostra che essa ha raggiunto ormai un livello che non era più opportuno I della riservatezza, tutte cose in qualche modo ovvie per la loro evidente necessità. Ma accanto a queste, dal punto di vista dei contenuti l’accordo prevede una serie di ipotesi di collaborazione che sono già di per sé un programma di attività e costituiscono la vera ricchezza del nuovo rapporto. Oltre alla collaborazione diretta con la struttura dirigenziale e amministrativa dell’Associazione, è chiara l’intenzione di instaurare relazioni, tramite l’Associazione, anche con le aziende ad essa aderenti. Una delle attività formative alle quali il Ministero dell’Università e della Ricerca attribuisce molta importanza è quella dei tirocini che studenti e laureandi possono svolgere presso lasciare all’occasionalità delle singole iniziative, per quanto valide fossero. Ecco quindi un atto che stabilisce alcuni punti fermi sulla sicurezza dei soggetti reciprocamente ospitati quanto a copertura infortunistica, che richiama doverosamente al rispetto delle regole di disciplina dell’ente ospitante e all’obbligo enti e aziende. È un modo per dare agli studenti la possibilità di un primo contatto col mondo del lavoro, per sperimentare la trasposizione sul piano pratico delle conoscenze prevalentemente teoriche acquisite con lo studio universitario. Se lo studente è prossimo alla conclusione del suo percorso di studi, 25 Collaborazione fra Università e Assindustria l’occasione può essere utile per raccogliere in azienda i dati necessari per lo svolgimento di una tesi di laurea. Queste elaborazioni trovano spesso vivo apprezzamento da parte delle imprese, come approcci nuovi e originali ai problemi aziendali. Se la relazione che si instaura fra il tirocinante e la dirigenza aziendale è particolarmente fruttuosa, non sono rari i casi di una sua successiva trasformazione in vero e proprio rapporto di lavoro. Questo è un altro campo importantissimo di integrazione fra Università e mondo del lavoro: l’Università infatti è stata coinvolta direttamente dal Ministero nell’attività di placement dei propri laureati, e la strada dei tirocini sembra la più appropriata per raggiungere questo fine. Ma, specularmente, la stessa procedura è utile alle aziende per il recruiting, offrendo loro l’opportunità di conoscere e mettere alla prova laureandi o neolaureati da selezionare per eventuali assunzioni. Al di là dell’attività di tirocinio, alle aziende aderenti all’Associazione si offrirà la possibilità di organizzare incontri con studenti e laureandi delle varie Facoltà, in modo da far conoscere la loro attività. Ciò sarà utile per segnalare sbocchi lavorativi non sempre evidenti agli studenti, e in qualche caso per suggerire l’approfondimento di temi di studio corrispondenti ai settori in cui operano tali aziende. Da segnalare che l’associazione degli studenti della Facoltà di Scienze MMFFNN (GAUSS) ha organizzato una tavola rotonda sulle frontiere della Medicina, con interventi di scienziati e di industriali, in collaborazione con l’Associazione Industriali di Trieste. Un’altra sinergia fra Associazione e Università è rappresentata dall’attività formativa vera e propria, nella forma di interventi didattici di vario tipo, che vanno dai corsi integrativi, ai seminari, alle conferenze. Un travaso di esperienze, essenzialmente pratiche in un senso e prevalentemente teoriche dall’altro, che costituirà un prezioso arricchimento delle conoscenze di entrambe le parti. Nella fase di completamento della riforma universitaria, ora in atto, le Facoltà sono impegnate in una riformulazione della propria offerta didattica sulla base delle nuove indicazioni ministeriali, che danno notevole importanza al contributo delle associazioni professionali e di categoria nel determinare gli indirizzi e i contenuti della didattica. Anche questa sarà una preziosa occasione per collaborare nella costruzione di una figura di laureato quanto più aderente alle necessità dell’attuale mercato del lavoro. Rinaldo Rui Preside della Facoltà di Scienze MMFFNN Università degli Studi di Trieste L’Università di Trieste si conferma ai vertici nazionali per la capacità di inserimento nel mondo del lavoro dei propri iscritti: > Il 66,8% dei suoi laureati trova un impiego a solo un anno dal raggiungimento del titolo. > L’83,4% e l’89,7% dei laureati è invece occupato rispettivamente a tre e cinque anni dal raggiungimento del titolo. > Il 16,8% decide di proseguire gli studi dopo il conseguimento della laurea. > Nelle singole facoltà, a registrare il maggior numero di ex studenti assunti presso aziende è Ingegneria (85,1%), seguita nell’ordine da Scienze della Formazione (79,1%), dalla Scuola Superiore di Interpreti e Traduttori (73,7%) e da Architettura (71,4%). > Meno facile l’inserimento degli ex studenti di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (38,6), Psicologia (46,4%) e Giurisprudenza (26,3%). > Il 24,5% dei laureati di primo livello (laurea triennale) è occupato, mentre il 45,9% prosegue gli studi, iscrivendosi alla laurea specialistica. (fonte: Università di Trieste) Fisco e Impresa Conservazione digitale dei documenti e studi di settore Due eventi in Assindustria Trieste per illustrare alle imprese nuove importanti pratiche attive L a Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate del Friuli Venezia Giulia, in particolare nella figura del Direttore Franco Latti, ha partecipato attivamente alla concretizzazione di due seminari di grande attualità per le aziende: il primo avente per oggetto la conservazione digitale dei documenti tributari e la fatturazione elettronica, il secondo incentrato sugli studi di settore. Il primo evento, coordinato da Claudio Furlan, Presidente della Sezione merceologica Informatica e Reti di Assindustria Trieste, ha visto una nutrita presenza di imprese per lo più di piccole e medie dimensioni. Conservazione digitale dei documenti, fatturazione elettronica, posta elettronica certificata, sono tutti strumenti che possono avere un grandissimo impatto in senso positivo nella gestione delle pratiche aziendali, con risparmi in termini di tempo, denaro e spazio, e sono processi realizzabili in piena sintonia con le nome di legge. Inoltre alcuni di questi strumenti saranno a breve obbligatori per la comunicazione e lo scambio di documenti con la Pubblica Amministrazione. “Si tratta di metodi che possono all’inizio sembrare complessi - ha sottolineato Claudio Furlan - ma che sono molto pratici: investire in tecnologia, infatti, oggi porta alle imprese un ritorno in termini di competitività”. È per questi motivi, per favorire quindi le Aziende associate, che Assindustria organizzerà un altro incontro verso la fine del mese di maggio. 27 Nel corso del convegno, poi, Franco Latti, Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, ha fatto presente che l’impiego in azienda dei nuovi strumenti informatici può migliorare i rapporti con i fornitori e con il Fisco, limitando i tempi necessari per i controlli e comportando notevoli risparmi nella gestione dei documenti aziendali. Dalle relazioni di Aldo Lonciari e Lorenza Guglielmoni dello Studio ALG Avvocati e Commercialisti, che hanno illustrato le principali modalità di validazione elettronica dei documenti, è emerso che, da alcuni studi, i costi di una fattura cartacea vanno dai 15 ai 30 euro, mentre con la fatturazione elettronica i prezzi scendono del 50%. L’utilizzo di queste nuove tecnologie comporta l’accordo tra mittente e destinatario oltre che l’introduzione in azienda di nuovi strumenti software e hardware. In conclusione, allo stato attuale anche la parte normativa è completa, e muoversi nel senso della fatturazione elettronica prima possibile non potrà che garantire una miglior resa del sistema. L’Associazione degli Industriali della provincia di Trieste ha poi organizzato, sempre in collaborazione con la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, un secondo evento: un seminario sul tema degli studi di settore, dedicato in particolare alle piccole e medie imprese e imperniato sulle modifiche intervenute sul piano normativo alla fine del 2006. Il Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate Franco Latti ha concluso assicurando la più ampia collaborazione da parte degli uffici a confrontarsi con i contribuenti che dovessero rilevare delle incongruenze giustificate da particolari eventi della vita aziendale. Sonia Lussi Responsabile Area Economia e Impresa Assindustria Trieste SIOT S.p.A. UN IMPEGNO CONCRETO CHE PRODUCE RISORSE Rimorchiatori, ormeggiatori, piloti, altri servizi portuali, agenzie marittime, totale sbarcato nel 2006 T. M. 36.752.507 Navi scaricate al Terminale Marino nel 2006 426 APPORTO ALL’ECONOMIA LOCALE E NAZIONALE NEL 2006 (in migliaia di euro) Tasse portuali, tasse e sopratasse di ancoraggio Piloti, Agenzie marittime, Rimorchiatori Appalti e forniture Costi del personale Imposte ed altre spese Totale 7.404 20.024 32.246 8.431 4.695 72.800 SU QUESTE CIFRE COSTRUIAMO IL FUTURO SOCIETÀ ITALIANA per L’OLEODOTTO TRANSALPINO S.p.A. 34147 Trieste - Via Muggia, 1 Tel. 040 3889.111 Lavoro L’andamento occupazionale nelle imprese associate I risultati dell’indagine relativa al 2006 mettono in evidenza un quadro provinciale positivo L ’Associazione ha concluso un’indagine sulla situazione occupazionale nelle imprese associate nel 2006, che ha riguardato un campione significativo di aziende comprendente le grandi, le medie e le piccole, con una forza complessiva di circa 6.300 addetti. I risultati emersi hanno confermato un andamento positivo, del resto evidenziato anche da altre rilevazioni concernenti l’ambito regionale e quello provinciale. Sono aumentati gli occupati a tempo indeterminato, grazie alle assunzioni e alle stabilizzazioni (oltre 150) di altri rapporti (apprendistato, formazione e lavoro, inserimento, tempo determinato, lavoro somministrato). Questo ultimo dato conferma che le stabilizzazioni possono ridurre la presenza, nel mercato del lavoro, di situazioni di discontinuità occupazionale: di conseguenza vanno apprezzati e incoraggiati gli interventi pubblici che, come nel caso della Regione Friuli Venezia Giulia, sono finalizzati alla loro incentivazione. L’incremento degli occupati a tempo indeterminato corrisponde pienamente a quello verificatosi nelle imprese industriali manifatturiere che hanno partecipato alla rilevazione (15, con quasi 4.000 addetti). Un altro aspetto da sottolineare è che i rapporti a termine (tempo determinato e inserimento) costituiscono una frazione piuttosto esigua del totale di dipendenti: al 31 dicembre dello scorso anno la percentuale è risultata di poco superiore al 4,5%, smentendo le analisi che danno per scontata la presenza nel mercato del lavoro italiano di distorsioni e di una legislazione sempre più improntata alla flessibilizzazione dei rapporti. L’indagine ha fornito anche indicazioni per valutare l’impatto di alcune innovazioni legislative introdotte dalla riforma del mercato del lavoro, più nota come legge “Biagi”: i dati raccolti confermano la propensione da parte delle imprese per i contratti di somministrazione a termine, al fine di rispondere alla variabilità della domanda di mercato di brevissimo periodo. Il numero dei contratti di collaborazione coordinata a progetto (circa 100), sembra dimostrare che nelle aziende associate l’istituto viene utilizzato in maniera “genuina”, e cioè per disporre di risorse qualificate da dedicare ad attività specialistiche non strutturali. La stipula di contratti di inserimento è stata limitata (14% del totale di assunzioni), mentre l’apprendistato professionalizzante non si è diffuso nelle realtà produttive nelle quali il contratto di formazione e lavoro era lo strumento principale per l’inserimento dei giovani. A tale ultimo riguardo si può affermare che una disciplina normativa piuttosto complessa, che promana, oltre che dalla legge, anche dalla contrattazione collettiva e dalla regolamentazione della Regione, non ne incoraggia certo l’utilizzo; questa consapevolezza ha indotto l’Associazione, e deve orientare anche gli altri soggetti pubblici e privati che operano nel mercato del lavoro, ad informare e sensibilizzare di più e meglio i datori di lavoro sulle opportunità offerte da un istituto che può concorrere efficacemente all’accrescimento delle occasioni di lavoro per i giovani e alla loro qualificazione professionale, con importanti ricadute, per le imprese, sul livello qualitativo delle proprie risorse umane. Alessandro Carta Responsabile Area Sindacale e Risorse Umane Assindustria Trieste 29 News Assemblea Congafi 2007 Nell’ambito della propria attività, volta a conoscere più da vicino la realtà industriale triestina, venerdì 30 marzo il Gruppo Giovani Imprenditori di Assindustria Trieste ha fatto visita allo stabilimento della Pittway Tecnologica Srl, azienda leader nella progettazione e produzione di impianti antincendio. Il Presidente Filippo Novelli, assieme a Luca Freni, direttore dello stabilimento triestino, e a Valentina Carta, responsabile dell’area risorse umane, ha illustrato e mostrato ai Giovani di Assindustria Trieste tutte le fasi che attraversa il prodotto, dalla sua progettazione fino alla spedizione ai clienti finali, il tutto impostato in base alle sempre diverse esigenze del mercato. L’incontro è stato l’occasione per parlare anche della storia della società, che fa capo alla System Sensor, multinazionale operante nel campo dell’elettronica, e dei continui impieghi di risorse nel settore della Ricerca e Sviluppo per mantenere sempre alti i livelli di qualità del prodotto. In data 17 aprile 2007 si è tenuta presso l’Associazione Industriali di Trieste l’Assemblea ordinaria del Consorzio di Garanzia Fidi delle piccole e medie imprese industriali della provincia di Trieste. Durante l’assemblea il Presidente, Guido Crechici, ha fornito i numeri relativi alle operazioni del Consorzio alla data del 31.12.2006. In sintesi, si evidenziano: n. 502 operazioni effettuate per un totale di euro 50.874.910,20; affidamenti in essere per euro 70.086.150,20 a fronte di garanzie in essere di euro 38.226.234,41; affidamenti rilasciati per operazioni a breve termine per euro 46.528.410,20 e a medio termine per euro 4.346.500,00; nuove operazioni di leasing con Friulia Lis S.p.a. per euro 495.000,00 e di prefinanziamento FRIE per euro 580.000,00. Il Presidente ha illustrato il programma per l’anno in corso - di sviluppo degli interventi a garanzia delle imprese locali e l’allargamento delle attività alle aziende operanti nelle aree limitrofe della provincia di Trieste. Sempre in sede di Assemblea è stato approvato il bilancio e si è provveduto ad eleggere i componenti del Consiglio direttivo per il triennio 2007-2009. © Pittway Tecnologica Il Gruppo Giovani di Trieste fa visita alla Pittway Tecnologica Ultimo appuntamento con “L’imprenditore in classe” Si è concluso con l’incontro tra Andrea Illy, Amministratore delegato di illycaffè, e i ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale “Alessandro Volta” il ciclo “L’imprenditore in classe”, pensato dal Gruppo Giovani di Assindustria Trieste per avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa facendoli parlare con gli esponenti dell’industria locale. In seguito ad appuntamenti che hanno coinvolto singolarmente le ultime classi degli istituti Carli, Petrarca e Volta a partire dallo scorso novembre, portando nelle scuole i Giovani Imprenditori triestini, i ragazzi hanno partecipato a tre incontri di respiro più ampio, nel corso dei quali hanno ascoltato l’esperienza imprenditoriale di Carlo E. Sigliano, Furio Bragagnolo e Andrea Illy. “Il progetto si è rivelato un vero successo dice Massimo Chenda, Vice Presidente del Gruppo Giovani - ed ha riscosso sia l’interesse degli studenti che l’approvazione degli imprenditori, tutti disponibili a ripetere gli incontri. Questo ci spinge sicuramente a organizzarlo anche per il prossimo anno scolastico”. News “Siamo l’unica azienda del nostro settore sbarcata in India e crediamo di poterci conquistare spazi laddove ci sono grossi fabbisogni di energia, progettando sistemi ad alta efficienza energetica e con basso impatto ambientale”. Lo ha dichiarato il socio fondatore della Società d’ingegneria Masoli (Simm) Antonio Masoli a conclusione della missione economica in India svoltasi nella prima settimana di marzo, organizzata dal sistema delle Camere di Commercio, che ha visto coinvolte 24 aziende regionali tra cui appunto la società triestina. La missione ha toccato quattro importanti città indiane: iniziando da New Delhi, è passata da Bangalore a Chenney per terminare a Mumbay. “Riteniamo l’India un mercato fondamentale per il futuro e di enormi potenzialità soprattutto per quanto riguarda le energie alternative. Infatti questo Paese ha sottolineato Masoli - ha una poderosa crescita economica e sta cominciando ad interessarsi alle tematiche del risparmio energetico e della produzione di energia con fonti rinnovabili”. FINCANTIERI: Presentata la nuova “Emerald Princess” 288 metri di lunghezza, oltre 23 nodi di velocità massima, 1.539 cabine che possono ospitare fino a 3.500 passeggeri e un equipaggio di 1.200 elementi: sono i numeri della “Emerald Princess”, la nuova nave passeggeri presentata presso la Fincantieri di Monfalcone, commissionata alla società triestina dal Gruppo Carnival, leader mondiale nel settore crocieristico per il brand Princess Cruises. Erano presenti alla cerimonia il Presidente Corrado Antonini e l’Amministratore Delegato Giuseppe Bono per Fincantieri, il Vice Ministro dei Trasporti Cesare De Piccoli, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e l’Executive Vice President di Princess Cruises Rai Calouri. “Emerald Princess”, il cui progetto deriva per evoluzione da quello della serie “Grand Class”, è la ventiduesima nave da crociera costruita nello stabilimento di Monfalcone, dagli inizi degli anni Ottanta, e la dodicesima realizzata per Princess Cruises. © Holo 3D HOLO 3D: ologrammi speciali per l’Inter Serie olografiche speciali per celebrare il centenario e lo scudetto dell’Inter: è questa l’importante commessa che si è aggiudicata Holo 3D, azienda insediata in AREA Science Park specializzata in tecnologie anticontraffazione, unica nel suo genere in Italia. Nelle nuove serie ogni ologramma identifica univocamente il singolo prodotto grazie ad un codice random a 16 digits, permettendo agli ispettori di verificarne in tempo reale tramite un semplice sms l’autenticità e la corrispondenza merceologica. Nell’arco di una settimana, inoltre, la Gazzetta dello Sport ha richiesto alla Holo 3D la realizzazione di più di tre milioni di ologrammi, che andranno a certificare la qualità di prodotti editoriali dedicati alla squadra di calcio campione d’Italia. A guidare l’azienda è l’Amministratore delegato Glauco Miniussi, che il 15 maggio ha partecipato a un incontro organizzato dai Gruppi Giovani Industriali di Trieste e Udine proprio sul tema della lotta alla contraffazione. Quest’anno, inoltre, Holo 3D è stata candidata dalla IHMA (International Hologram Manufactures Association) per gli “Awards for Excellence in Holography”, grazie alle innovazioni introdotte nella realizzazione di ologrammi per gli orologi della linea Gianfranco Ferrè. © Fincantieri MASOLI: missione in India 31 News Il 4 maggio Wärtsilä Corporation ha pubblicato il rapporto sull’andamento della società nel primo trimestre 2007. I primi tre mesi del 2007, grazie a un robusto carico d’ordini e ad una continua crescita della domanda, hanno fatto registrare un balzo in avanti del fatturato del 29%, rapportato allo stesso periodo dello scorso anno: la capacità produttiva del gruppo Wärtsilä, leader mondiale nella produzione di motori di tipo navale con un’attuale quota di mercato del 46%, è impegnata per tutto il 2007 e gran parte del 2008. “Il futuro dello stabilimento - mette in luce il Presidente e Amministratore delegato di Wärtsilä Italia, Sergio Razeto - sta nella formazione di nuove forze: adesso siamo 1318, ma altri 100 dipendenti si aggiungeranno entro quest’anno”. I progetti di investimento del gruppo, avviati nello stabilimento triestino lo scorso anno, sono ormai a metà del percorso e prevedono la creazione di due linee di premontaggio per i motori del tipo “46”, postazioni di assemblaggio, la realizzazione di due nuove cabine di prova insonorizzate, una capillare riorganizzazione logistica e l’allungamento di uno dei capannoni per creare una zona riservata alla spedizione dei motori. A fine 2008 sarà operativo, inoltre, un ulteriore centro di lavorazione per giganteschi blocchi di motori, controllato tramite computer, che permetterà di incrementare la capacità operativa. L’importanza strategica di Trieste nell’ambito del gruppo è stata sottolineata anche da Ole Johansson, Presidente e Amministratore delegato del gruppo Wärtsilä, in una sua recente visita allo stabilimento giuliano. IS COPY: disponibile il nuovo servizio di print on demand © IS Copy A seguito del trasferimento della sede operativa della società all’interno della zona industriale di Trieste, la IS Copy ha affiancato alla storica attività di vendita, noleggio e assistenza tecnica macchine per l’ufficio una nuova divisione per la stampa digitale su richiesta. Il print on demand si rivolge a tutte le realtà che hanno necessità di stampare in breve tempo quantitativi limitati di documenti, tali da non giustificare l’utilizzo di apparecchiature off-set. Le apparecchiature utilizzate permettono non solo di ridurre i tempi di produzione ma anche i costi di gestione: un libro di 100 pagine può essere stampato, rilegato e confezionato in 200 copie in meno di un’ora dal momento della consegna del file. Anche per il servizio di print on demand la IS Copy ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001:2000. © Wartsila WÄRTSILÄ ITALIA: a Trieste nuovi investimenti News Sincrotrone ELETTRA: piattaforma e-science per annullare le distanze Lavorare a chilometri di distanza come se ci si trovasse fianco a fianco: questo è l’obiettivo che ci si prefigge con il Multipurpose Virtual Lab, prototipo in uso da alcuni mesi al Sincrotrone ELETTRA che permette agli scienziati di relazionare con i propri colleghi che si trovano in ogni parte del mondo. Telecamere ad alta velocità e risoluzione consentono di visualizzare perfettamente gli eventuali problemi, mentre un portale web permette agli operatori di accedere ai sistemi di controllo in assoluta sicurezza, grazie a una procedura di riconoscimento e abilitazione. Il prossimo obiettivo è rendere questa piattaforma e-science disponibile alla comunità, attivando possibilità di integrazione prima inimmaginabili. illycaffè: nel comparto del the con la francese Dammann Frères Gruppo Illy S.p.A., holding della famiglia Illy, ha acquisito la maggioranza della Dammann Frères, azienda francese che seleziona e produce the di alta gamma, la prima a introdurlo in Francia nel 1692 e a realizzare nei primi anni ’50 the con aromatizzazioni naturali. Le restanti quote rimarranno in mano alla famiglia Jumeau-Lafond, proprietaria del marchio da tre generazioni. Un ritorno alle origini per il Gruppo Illy, il cui business all’inizio degli anni ’30 era imperniato sull’intera gamma dei coloniali, e solo successivamente si è focalizzato sul caffè. “illycaffè contribuirà allo sviluppo di Dammann Frères soprattutto attraverso sinergie commerciali e scambio di conoscenze - ha dichiarato Andrea Illy, Presidente e Amministratore delegato della illycaffè - con questa acquisizione si consolida l’obiettivo di creare un gruppo leader di qualità nel settore dei coloniali, all’interno del quale ciascuna azienda, forte della propria individualità e competenza, sia il riferimento di alta gamma”. L’acquisizione delle quote di maggioranza di Dammann Frères, di cui la Gruppo Illy possedeva in precedenza delle quote di minoranza, si affianca all’acquisizione dell’80% di Domori, produttore di cioccolato di alta qualità, avvenuta lo scorso luglio e a quella del 40% di Agrimontana, società leader nella produzione di prodotti di alta pasticceria. APS: volume fotografico “Trieste Città della Scienza” Per FEST-Fiera dell’Editoria Scientifica, Aps comunicazione ha realizzato la III edizione aggiornata del volume fotografico “TRIESTE CITTÀ DELLA SCIENZA”. La pubblicazione presenta in 248 pagine tutte le realtà presenti a Trieste, fra le quali i Centri d’eccellenza internazionale (ICTP, ICGEB, ICS, TWAS) e nazionale (INFN, OGS - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Istituto Nazionale di Astrofisica), il sistema formativo (Università di Trieste e SISSA), i laboratori di AREA Science Park e del CBM - Distretto Tecnologico di Biomedicina Molecolare, il polo sanitario (Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti”, IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, Centro Studi Fegato), i Distretti di Biomedicina e di Navalmeccanica, nonché numerose imprese innovative, tutte iscritte ad Assindustria: Fincantieri, illycaffè, Sincrotrone Trieste, Gruppo Bracco, Eurospital, Alphagenics, Actimex, Insiel, Gruppo Burgo, Sviluppo Italia Friuli Venezia Giulia. I testi istituzionali introduttivi sono a firma del Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Esteri Gherardo La Francesca, del Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e del giornalista Piero Angela. La I edizione del volume (2002) è stata distribuita dal Ministero degli Esteri alle ambasciate italiane nel mondo e al sistema delle Nazioni Unite. La II edizione (2004) è stata realizzata per la candidatura di Trieste all’Expo Internazionale 2008. Questa nuova edizione sarà distribuita a università, parchi scientifici e tecnologici, investitori nazionali e internazionali, nonché alle Associazioni territoriali del Sistema Confindustria. WÄRTSILÄ® is a registered trademark. NO MARKETING PRESENTATION WILL POWER THIS PLATFORM. The world has enough talkers. We are doers. We are more than 14,000 men and women across the globe who are dedicated to achieving our clients’ goals – including around-the-clock production. 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