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- Nia Guaita

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- Nia Guaita
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PRIMA PARTE: L’ABITO FA IL MONACO
-
Pochi minuti per essere OK
L’abbigliamento sul luogo di lavoro
Psicologia dell’aspetto
SECONDA PARTE: LE RELAZIONI IN AZIENDA
-
Come comportarsi col capo
Cose da non fare mai in azienda
Come.. salvare la faccia in situazioni imbarazzanti
Sensibilità interculturale
I ritardi
Gestire il proprio tempo
Le scuse
L’arte della conversazione
TERZA PARTE: LE SITUAZIONI CRITICHE
-
Riconoscere ed evitare i fenomeni di mobbing, le
molestie, le gaffe
QUARTA PARTE : UN PO’ DI ORGANIZZAZIONE
-
Migliora l’ambiente di lavoro
La gestione delle e-mail
I biglietti da visita
Regole per migliorare l’immagine
QUINTA PARTE: VITA SOCIALE
-
Come comportarsi a un cocktail e cena d'affari
Comportamento a tavola
Cosa non fare in pubblico
Essere ospiti o ricevere ospiti a casa
Cosa regalare
Il linguaggio dei fiori
SESTA PARTE: DOMANDE, RISPOSTE, TEST E CONSIGLI
2
OBIETTIVO: organizzare una gestione nei rapporti con gli altri che sia perfetta.
E’ importante, in ogni caso, mantenere un’attenzione alla qualità della vita: troppo
spesso si vedono persone di successo pagare la propria carriera con una serie
infinita di sconfitte nella vita personale.
Questo, spesso, è il risultato di “training” di formazione che, nell’esclusiva ottica
aziendale, s’illudono di costruire uomini vincenti, senza preoccuparsi di distruggere
le singole personalità.
Si può così vedere ragazzi che, con la testa piena di nozioni inculcate in corsi più o
meno prestigiosi, si lanciano all’arrembaggio ma non riescono ad abbindolare
nessuno con la loro falsa sicurezza.
Non è più il tempo del manager nevrotico che vive di caffè e sigarette, che veste
solo firmato e che afferma di non dormire mai, che ha perennemente male allo
stomaco o alla testa e che è incapace di apparire tranquillo se non fuori di casa, che
legge solo la rassegna stampa e non riesce a vedere un film per intero o leggere un
libro; quel manager insomma che se alla fine inciampa e fallisce, non riesce più a
rialzarsi.
Oggi bisogna trovare il modo d’essere professionisti coerenti con il nostro modo di
essere, non solo per quanto riguarda il lavoro, ma per impostare la propria vita con
serenità e ottimismo per diventare vincenti e indistruttibili…
Tutta la nostra vita, da quando siamo piccoli all’età matura, è dedicata a
organizzare e gestire noi stessi; la maniera in cui riusciamo a organizzarci fa
la differenza fra chi è vincente e chi no.
LA CONOSCENZA DEL MANAGEMENT, QUINDI, NON E’ UN PROBLEMA
SPECIFICO DEI MANAGER, MA DI TUTTI COLORO CHE LAVORANO IN
AZIENDA
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POCHI MINUTI PER ESSERE O.K.
Fino al secolo scorso "la pulizia personale" in Europa, era considerata nociva sia
per la salute fisica, che per quella spirituale. Sfatate queste leggende, oggi è la
mancanza di tempo la nemica della nostra cura del corpo. L’ideale per voi, in ogni
caso, sarebbe quello di poter affrontare con tranquillità ogni impegno professionale.
Ricordate: possono dare fastidio i capelli unti, la forfora, le mani in disordine, l’alito
pesante, il sudore e un’epidermide piena d’impurità... La moderna vita sociale e
lavorativa, basata sui contatti interpersonali, non perdona cadute di stile dovute alla
trascuratezza.
Tutto dipende da quanto tempo abbiamo a disposizione la mattina ed anche, in
alcuni casi, dalle priorità che diamo alle varie occupazioni prima di uscire da casa.
Sicuramente se abbiamo dei problemi a "carburare", dovremo per prima cosa farci
un caffè, ma mentre prepariamo la macchinetta, potremo già aprire l’acqua della
doccia regolandone il termostato per ottenere una temperatura né troppo calda né
troppo fredda. Bevuto il nostro caffettino, buttiamoci sotto questo tonificante getto,
utilizziamo sapone neutro, e diamoci una rapida lavata anche ai capelli con appena
un’ombra di shampoo (l’utilizzo quotidiano non è a tutti consigliabile), quindi ne
basterà poco per eliminare il grasso. Fare uso, invece, di prodotti specifici, se si ha
la forfora. Una volta la settimana utilizzare il guanto di crine, aiuta a eliminare le
cellule morte. Il tutto vi prenderà non più di cinque minuti.
Ora dovrete radervi: acqua tiepida nel lavabo e, mentre lasciate un attimo riposare
la schiuma sul viso, potrete lavarvi i denti. L’igiene della bocca è molto importante
(spesso da quest’ultima dipende la freschezza del nostro alito durante la giornata),
quindi spazzolare i denti per almeno due minuti, se vedete che avete la lingua
impastata, spazzolate anche lei. Utilizzate dentifrici anti tartaro (soprattutto se siete
fumatori) ed una volta al giorno potete utilizzare anche quelli schiarenti.
Dopo esservi rasati e aver cosparso il viso d’eau de toilette, ricordatevi di usare
anche un buon deodorante ascellare e, se avete problemi di sudorazione dei piedi,
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utilizzate quegli spray specifici che si possono spruzzare anche nelle scarpe. Molto
utili soprattutto quando avete a che fare con scarpe sportive di gomma. Quindi sei
minuti di barba più due minuti di denti. Evitate di utilizzare spesso il phon, poiché
danneggia i capelli. Non esagerate neanche con la gommina, anche se è di moda,
perché fa sembrare pelati anche gli uomini con folta capigliatura. Calcoliamo ancora
due minuti per gli ultimi ritocchi:
TOTALE 20 MINUTI, in questo modo però, sarete freschi e profumati per molte ore.
Abbiate in ogni modo l’accortezza di qualche piccolo trucchetto da utilizzare nella
giornata:
1. Evitate di mangiare aglio o cipolla a pranzo, se questo dovesse accadere,
abbiate sempre con voi delle gomme senza zucchero del genere
Happydent.
2. Tenetevi in macchina un rasoio elettrico, nell’eventualità non aveste
tempo di passare a casa per una rinfrescata prima di un appuntamento a
cena; potrete farne uso, come anche naturalmente di una buona colonia.
3. In ufficio o in macchina prevedere, soprattutto se fate parte della categoria
degli "sbrodoloni", una camicia, una cravatta, una felpa di ricambio. Non
c’è niente di peggio che presentarsi a un appuntamento di lavoro, a una
riunione, con evidenti segni del menù di mezzogiorno sugli abiti.
4. Per finire ricordiamoci che, anche la macchina e il nostro ufficio, fanno
parte del nostro biglietto da visita, quindi facciamo in modo che
rispecchino sempre il meglio di noi.
L'abbigliamento sul luogo di lavoro
Si sa, "l'abito non fa il monaco", ma l'aspetto esteriore comunica molte
caratteristiche del tuo modo di essere. Sul lavoro è spesso richiesto un
abbigliamento curato, perché questo contribuisce a ottenere maggiore attenzione
dagli interlocutori.
E del resto chi non si è mai accorto del potere di un abito bello e comodo? In poco
tempo puoi sentirti raggiante e sicuro/a di te.
Avere un abbigliamento curato
La chiave per dirimere ogni dubbio sull'abbigliamento consiste nell'indossare abiti
adeguati alle circostanze; questo significa anche mostrare attenzione ad accessori e
abbinamenti. Per ottenere un risultato apprezzabile, ritaglia alcuni minuti della tua
mattina per dedicarli alla scelta degli abiti più adatti per la giornata che ti attende.
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Ecco alcuni test di base cui rispondere davanti allo specchio per un rapido "checkup":
Hai macchie (se sei un uomo, guarda con attenzione la cravatta!)?
Il vestito che indossi è ben stirato?
La camicia ha i polsini e il colletto puliti e in ordine? Le tue scarpe hanno
la punta o il tacco consumati? Sono pulite?
Hai indossato calzini abbastanza lunghi (perché non è proprio il massimo
lasciare intravedere una parte di gamba quando siedi…)?
Le lenti degli occhiali sono trasparenti o hanno bisogno di una spolverata?
Business style
L'abbigliamento formale sul lavoro segue norme piuttosto rigide e prestabilite, ma
negli ultimi tempi la sua egemonia sta cedendo il passo e, soprattutto tra gli
impiegati più giovani, si diffonde una tendenza al "casual" (che non vuol dire
"casuale"!). È certo però che lo stile "affari", seppur meno pratico, si adatta a quasi
tutte le situazioni professionali.
Per l'uomo comprende:
Abito scuro (la cintura è d'obbligo!)
Camicia in tinta unita o con combinazione a righe
Cravatta di colore in armonia con la camicia
Scarpe nere o marrone
Calzini lunghi e neri
Per la donna:
Tailleur
Vestito leggero e spezzato, oppure un tailleur pantalone con blusa
Scarpe dal tacco basso
Gioielli o bigiotteria non appariscente
Occasioni speciali
Se sei stato invitato/a un ricevimento d'affari e la serata sarà elegante (sul biglietto
d'invito è richiesto l'abito scuro), dovrai indossare un abito che in qualche modo
dimostri l'importanza dell'occasione cui stai partecipando. In casi molto formali, agli
uomini può essere indicato di vestire in smoking. In tal caso, poiché non è uno stile
d'abitudine, ecco alcuni particolari cui occorre prestare attenzione:
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La camicia deve avere gemelli o copri-bottoni
Calzini neri e fini
Scarpe di vernice e in vera pelle
Il colore dello smoking: nero, senza dubbio, anche d'estate
L'abito scuro, per le signore, vuol dire molte cose. I modelli, i materiali e i tessuti
degli abiti possono essere tra i più vari, così come scarpe e accessori. Le uniche
regole da rispettare sono il buon gusto e la convenienza rispetto all'occasione. Sono
da evitare le scollature troppo profonde e l'eccesso di gioielli, che conferirebbero un
effetto "kitsch-natalizio" sicuramente inelegante.
Il vestito intelligente
Grosse rivoluzioni non ce ne saranno mai, dato che il “manager” è comunque più
sicuro di se ed a suo agio in giacca e cravatta.
Con questo, però, non deve necessariamente “morire” indossando grisaglie pesanti,
camicie bianche e mocassini stringati. Oggi ci sono molte possibilità di variare il
proprio abbigliamento con un tocco di fantasia che personalizza: il gessato con la
riga colorata, per esempio, che rimane esteticamente più “easy”, e anche grazie a
questi nuovi tessuti morbidi e indeformabili che ti permettono l’aggiunta di tasche
(alle giacche) porta cellulari, palmari ecc..
La ricerca condotta dalla Bocconi con titolo “L’abito del manager tra informalità,
nomadismo e funzionalità”, ha evidenziato la necessità di creare un abbigliamento
in grado di soddisfare le esigenze del manager moderno: abiti adatti agli
spostamenti in scooter per riunioni improvvise, che siano confezionati con tessuti
facilmente smacchiabili; abiti indossabili piacevolmente sia sotto i bocchettoni
dell’aria condizionata sia sotto il sole di ferragosto. La ricerca è partita da un
problema contingente che è stato il famoso “friday wear” (moda arrivata
dall’America); ogni venerdì, nelle grandi corporation americane, c’era la libertà di
abbigliamento anche per i manager. Il risultato fu catastrofico: dopo i primi timidi
pantaloni kaki e t-shirt, negli uffici dirigenziali cominciarono a circolare kafetani,
bermuda panta-buggy, t.shirt demenziali, canotte.
Ridimensionate le concessioni, escludendo quindi jeans, t-shirt, scarpe da jogging e
vestiti etnici, è comunque d’obbligo avere sempre a portata di mano il classico kit
(pantaloni-giacca-cravatta) per ogni evenienza.
La New economy aveva sfornato giovani assolutamente “casual”, i quali però hanno
aggiustato il tiro modificando il loro abbigliamento per gli appuntamenti al di fuori
dell’ufficio o alle riunioni. Preferendo sicuramente gli spezzati ai completi, la camicia
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botton down alla cravatta, le scarpe stringate sportive al mocassino, ma comunque
ricreando un aspetto curato se pur non totalmente conformista.
Come sarà l’abito intelligente?
Impeccabile ma easy
Rassicurante ma mai troppo alla moda
Morbido nella forma ma funzionale
Unico per più occasioni (giacché al manager, “la divisa” piace anche il sabato e
domenica)
Il guardaroba del manager:
OUT
Il friday wear
I tessuti pesanti
L’abito tradizionale
Tutto ciò che fa “moda”
Il completo grigio piombo
La giacca a due bottoni
La camicia bianca
La cravatta regimental
I pantaloni kaki
La t-shirt o la polo
Le scarpe stringate e quelle da jogging
IN
classic-easy (formale ma libero)
I tessuti interseason (cioè per tutte le stagioni)
Abito multifunzionale (adatto a più occasioni)
Abiti di qualità ma confortevoli
Il gessato con righe colorate
Le camicie intramontabili Oxford, righe e quadretti piccoli
Le cravatte in maglia di seta con disegni effetto lucido opaco
Scarpe: polacchini e mocassini
Cinture mai banali: pitone, squalo e… “chi più ne ha, più ne metta”
Psicologia dell'aspetto
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Il “vestito” aziendale, ad ogni modo, va costruito in funzione del vostro habitat
mentale, per non apparire inadatto e finto. Alcuni testi insegnano come proporsi,
esagerando però l’immagine dell’uomo di successo, e facendolo quindi somigliare a
quello che siamo abituati a vedere nelle pubblicità.
Attenzione perché è sicuramente utile apparire sempre sbarbati di fresco, profumati
e con una sana abbronzatura, ma qualche difetto è bene che appaia, per dare
credibilità e per rassicurare chi si affronta.
Anche nel muovervi e atteggiarvi non esasperate la sicurezza, siate genuini.
L’abbigliamento va studiato con attenzione che non deve essere però maniacale;
spesso la giacca e la cravatta sono uno stile richiesto dall’azienda, in questi casi è
bene adeguarsi anche se sarebbe comunque interessante se riusciste a crearvi un
vostro stile (anche originale se ne siete capaci), l’importante è che poi diventi un
vostro modo di vita perché i veri professionisti devono dare un’immagine di loro
stessi costante come per le loro capacità mentali.
L’aspetto culturale è altrettanto importante e va gestito come parte integrante della
vostra immagine; la maggior parte degli interlocutori di un’azienda sono persone di
buon livello, quindi bisogna acculturarsi leggendo possibilmente saggistica varia
(scegliendo magari argomenti di attualità).
Un atteggiamento pieno di vitalità e di decisione è la “ciliegina sulla torta”.
Ricordatevi però che chi esprime questi attributi può creare nei suoi interlocutori
delle reazioni inverse: ammirazione e devozione o invidia e boicottaggio; quindi
bisogna sempre chiedersi se, in quella determinata situazione, è meglio o più utile
manifestarli apertamente o utilizzarli ugualmente ma senza enfatizzarli troppo.
Quindi il vero professionista deve cercare di essere anche un po’ psicologo e calarsi
nelle dinamiche dei rapporti tra gli individui.
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COME COMPORTARSI CON CAPO E SUPERIORI
Fra i rapporti personali più importanti nella vita lavorativa di ciascuno (e
probabilmente anche il più complesso), c'è quello con i superiori.
Il rispetto e la gentilezza sono di certo l'atteggiamento giusto da tenere, ma non per
convenienza.
Ricorda che dai superiori c'è sempre qualcosa da imparare.
Come affrontare un nuovo capo
Se un nuovo capo ha occupato il posto di un superiore con cui avevi un buon
rapporto, dovrai trovare un modo corretto di costruire il nuovo legame di lavoro.
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Lascia l'iniziativa al nuovo direttore, permetti che sia lui a fissare lo stile e
il tono delle vostre conversazioni.
Assolutamente da evitare sono i gesti di prematura confidenza, come
dargli del tu o chiamarlo per nome.
Cerca di essere riservato finché non sarà lui stesso a richiedere maggior
apertura.
Conquista la sua fiducia con l'impegno quotidiano in ufficio.
Dimostra di possedere la giusta competenza; col tempo potresti anche
essere coinvolto in decisioni di alto livello.
Aspira a diventare un collaboratore e non a restare un "sottoposto"!
Come incontrare un superiore
Passiamo ora a un istante concreto della relazione con il tuo superiore: gli incontri di
lavoro. Come comportarti una volta entrato nel suo ufficio?
 In primo luogo evita di "scavalcare" i suoi assistenti, chiedi a loro se puoi
incontrare il capo.
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In ufficio, non sederti finché non lo richiede il capo.
Cerca di essere discreto, aspetta che risolva il compito che ha per le mani
prima di disturbarlo.
Ringrazialo sempre per l'attenzione che ti sta dedicando.
Evita di metterti in mostra, un appuntamento con il capo deve servire a
esporre una situazione.
Lascia che siano altri a parlare bene di te.
Storie d'amore in ufficio: innamorarsi dovunque, eccetto che in ufficio, se
possibile...
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L'amore è bello, ma le società in genere sono poco sentimentali,
quindi preferiscono che gli amori non interferiscano con la produttività
D'altro canto però oggi è frequente che ci s’innamori sul lavoro, vista
la grande quantità di tempo che tutti impieghiamo ogni giorno nel
guadagnarci il pane...
Comunque sia, ricorda che la vista di due persone in stretta intimità,
che si baciano, abbracciano, o soltanto si lanciano occhiate di fuoco,
disturba la concentrazione di chi assiste alla scena, perciò sarebbe
meglio evitarle e agire con somma discrezione...
Se intrecci una storia d'amore in ufficio con una persona sposata, il
tuo posto di lavoro è seriamente a rischio. Le voci in ufficio infatti
corrono abbastanza in fretta e purtroppo, specialmente se sei donna,
corri il rischio di essere marchiata d'infamia e costretta a vivere in un
ambiente non proprio simpatico...
Se sei single e ti innamori di un/a single, problemi ce ne sono di
meno, ma preferisci comunque la via della discrezione
Anche se esci solo occasionalmente con qualcuno dell'ufficio, non
parlarne a nessuno. Potresti suscitare delle invidie e poi saresti
controllato/a in ogni tuo movimento...una fotocopia un po' più lunga
del normale susciterebbe infiniti pettegolezzi.
In bagno
E’ sicuramente indice di buona educazione, lasciare la stanza da bagno
perfettamente in ordine quindi:
1.
Fare attenzione, quando si fa pipì, a mirare possibilmente all’interno del
w.c.
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2.
3.
4.
5.
6.
Se si dovesse casualmente bagnare l’asse del gabinetto, perché non la si
è alzata con il coperchio, asciugarla con un pezzetto di carta igienica.
Richiudere SEMPRE asse e coperchio dopo aver fatto scorrere l’acqua.
Quando ci si lava le mani, lasciare pulito il lavabo e asciugare eventuali
laghetti sul piano.
Se si utilizza un pettine non proprio, eliminare gli eventuali capelli residui.
Un piccolo e utile segreto è accendere un fiammifero, per coprire
eventuali sgradevoli odori: lo zolfo è molto efficace per sovrastare i
miasmi del bagno.
Ricordatevi sempre che queste regole di buona educazione, andrebbero applicate
in tutte le toilette degli uffici e dei luoghi pubblici, dove, bisogna inoltre ricordare, di
non soffermarsi troppo a lungo, poiché altre persone potrebbero averne bisogno.
Cose da non fare mai in azienda (...ma non solo)
1.
2.
3.
4.
5.
Non cospargersi di profumo per coprire la puzza di sudore.
La gomma americana consigliata per rinfrescare l’alito, va utilizzata per il
tempo utile allo scopo e poi eliminata avvolgendola in un pezzetto di carta.
Comunque evitare di masticare o succhiare caramelle in pubblico.
Non soffiarsi il naso a trombetta, ma neppure nascondersi voltando le
spalle agli altri, non sventolare il fazzoletto con relativi bacilli, né guardare
i risultati dopo esserselo soffiato ma farlo scomparire discretamente in
tasca e, per quanto riguarda i fazzoletti di carta MAI appallottolarli dopo
l’uso e metterli nel portacenere.
Mai mettersi le dita nel naso (spesso si vedono persone anche con
aspetto serissimo, che, convinte di essere al sicuro da sguardi indiscreti,
si lanciano in ricerche accanite nel naso o nelle orecchie.)
Dovete essere sempre curati e affascinanti. Sarebbe sgradevole farsi
sorprendere sciatti e trasandati.
Qualche consiglio per salvare la faccia in situazioni imbarazzanti.
Il tuo capo vuole sapere come mai non gli hai ancora consegnato il progetto
cui lavori ormai da lungo tempo
Non dare assolutamente l’impressione di essere un perditempo, rispondigli con una
proposta d’incontro (che stavi giusto per fargli), spigandogli che con le tue nuove
idee il progetto si trasformerà in qualche cosa di assolutamente all’avanguardia e
innovativo.
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Hai appena terminato una presentazione e ti è posta una domanda alla quale
non sai (o non vuoi) rispondere
Non devi assolutamente rimanere zitto, appariresti confuso o sfuggente, quindi
rispondi alla domanda che avresti voluto ti fosse posta, esempio: “ Grazie per
avermi posto la domanda sui possibili licenziamenti per esubero, perché questo mi
permette di tornare sulla questione vitale della necessità di approvvigionarsi di
materiale……”.
Dopodiché evita d’incrociare lo sguardo della persona che ti ha fatto la domanda (in
modo che non possa insistere), e passando in rassegna il resto degli astanti, chiudi
la riunione.
Il capo entra d’improvviso nel tuo ufficio e ti scopre al computer che
videogiochi
L’impressione iniziale potrebbe essere quella che stai oziando… ma non è così!
Stai facendo ricerche! “Sa, la paletta di colori utilizzata in questo videogioco è
proprio quella che dovremmo utilizzare per le nostre presentazioni ai clienti…..”:
Hai fatto un pessimo lavoro e il tuo capo ti manda a chiamare
Scusati immediatamente per avergli consegnato erroneamente una bozza, e
promettigli di fargli avere sulla sua scrivania il mattino seguente l’originale.
Ti è chiesto un parere a una riunione mentre eri distratto
No, non sei affatto distratto, eri ancora concentrato su di una questione vitale
discussa in precedenza; a questo punto replica:” Ottima domanda, ma vorrei tornare
un attimo a quanto detto poco fa…..”.
Incroci il tuo capo mentre arrivi in ritardo in ufficio, mal rasato e con i postumi
di una sbronza
L’impressione potrebbe essere quella che la tua vita sociale sia fuori controllo; ma
non è colpa della tua vita privata questo tuo aspetto devastato, bensì di un’uscita
serale di lavoro con quelli “dell’ufficio vendita” per scoprire cosa c’è dietro quelle
strane stime per l’anno in corso che hai letto su documenti interni della società…
Hai quindi dovuto fare “l’amicone” e adeguarti ai loro ritmi di bevute (bevono come
delle spugne), per ottenere informazioni…
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Al lavoro sei un vero disastro
In questo caso, torna utile la segretaria: incolpa di qualsiasi cosa a lei.
Per quale motivo non hai risposto ai nostri messaggi?
“Ma come, vuoi dire che la mia segretaria non vi ha avvisato che ero fuori città?”.
Come mai non sei venuto alla riunione?
“La mia segretaria me l’aveva segnata per il mercoledì della prossima settimana!”.
E’ una bottiglia di gin vuota quella che vedo nel cestino dei tuoi rifiuti?
“Santo cielo, la mia segretaria ha ripreso a bere!”.
Devi licenziare un collaboratore incapace e instabile
In una situazione normale non avresti nessun tipo di problemi; ti è giunta voce però,
che il suddetto è caratterialmente instabile. A questo punto cerca di rigirare la
frittata: fai in modo che la decisione dell’azienda di “farlo fuori” non trapeli, ma anzi
al contrario, esalterai le sue qualità manageriali e sosterrai che lui è troppo valido ed
in gamba per restare ad occupare un posto dove non ha possibilità di carriera,
mentre fuori c’è un mondo di opportunità che non aspettano altro di essere colte ….
Un dipendente ti chiede un aumento che non puoi concedergli
Ribalta la situazione affermando che una richiesta di questo tipo nasconde un
desiderio di maggiore responsabilità; quindi prepara, alla presenza del tuo uomo,
una lista di obiettivi assolutamente vaga e improbabile, aggiungendo che se
saranno raggiunti, l’aumento sarà cosa fatta!
Come dimostrare sensibilità interculturale
Quanti affari restano in sospeso o, peggio, falliscono per una scarsa capacità di
comprendere la cultura d’interlocutori stranieri!?
In un mondo in cui il lavoro acquista dimensioni globali, diventa indispensabile
adottare comportamenti adeguati e attenti alle differenze culturali.
Come prepararsi all'incontro con altre culture
In caso di viaggio all'estero o di una visita da parte di colleghi stranieri, preparati con
cura. Aggiorna le tue conoscenze sul paese dove sei diretto o da cui provengono i
tuoi ospiti e tieniti al corrente sui seguenti aspetti:
La forma di governo e, magari, i nomi dei principali politici del paese
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I nomi delle città principali, delle maggiori personalità culturali e dei più
famosi musei e monumenti
Le date delle più importanti festività nazionali e religiose: è una gaffe non
da poco voler fissare un appuntamento in un giorno dedicato al riposo!
I saluti e altre frasi comunemente usate nella vita di ogni giorno; è un
particolare che può sembrare quasi inutile (poiché spesso si comunica in
inglese), ma rivela un profondo rispetto per la cultura dei tuoi partner
Se possibile, fatti insegnare anche il modo con cui gli affari sono condotti
in quel paese.
Come ricevere un collega straniero
Se stai per ricevere la visita di un collega straniero offrigli le giuste attenzioni nel
rispetto della sua cultura e tieni anche conto che è probabile che il suo arrivo sia
preceduto da un lungo viaggio.
È meglio non riempire d’impegni il primo giorno di visita. Il tuo ospite vorrà
riprendersi dalla fatica del viaggio.
Fai trovare nella sua stanza d'albergo una guida completa della tua città.
Tieni sempre sottomano un vocabolario della sua lingua: non credere che
la tua possa bastare a risolvere le trattative.
Assicurati che in tutte le riunioni importanti sia presente un bravo
interprete.
Evita di criticare il governo del paese da cui il collega proviene.
Sono sempre valide le normali regole di ospitalità: anzitutto cordialità,
disponibilità e comprensione delle altrui esigenze
Come scegliere un regalo per una persona straniera
I regali scambiati nel corso di affari internazionali hanno grande significato.
Dimostrano il desiderio di instaurare un rapporto di lavoro sincero e durevole.
Cerca un oggetto che serva a ricordare la tua gentilezza e rispetti la sensibilità del
tuo collega. Ecco alcuni suggerimenti.
Regala oggetti che siano simboli della tua cultura. È una fortuna che
l'Italia permetta una così vasta scelta! Alcuni esempi: libri d'arte, compact
disc di musica sinfonica, oggetti di artigianato o, perché no, una bottiglia di
buon vino.
Ricorda che ogni cultura ha i suoi caratteri e i suoi tabù. Alcuni consigli:
non offrire oggetti di pelle a un indiano (la mucca è sacra, per lui); non
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regalare alcolici a un musulmano, perché considerati empi; niente oggetti
bianchi per colleghi asiatici: è il colore del lutto.
Se il dono è un pranzo in un buon ristorante, valgono regole simili.
Assicurati che nel menu del ristorante dove hai invitato il tuo collega siano
assenti piatti che possano offendere la sua religione o la sua cultura.
Gestire il ritardo
Se ancora una volta sei arrivato in ritardo al tuo appuntamento e pochi minuti sono
bastati per provocare una certa irritazione in chi ti ha atteso, forse questo è il
momento di affrontare il problema.
Ecco, racchiusi in poche righe i consigli per imparare a rispettare la puntualità e per
evitare, con garbo e naturalezza, l'imbarazzo di certe situazioni.
Perché non ritardare
Prova a ripensare a ciò che è successo l'ultima volta che hai fatto tardi a un
appuntamento e a quali conseguenze ha avuto il tuo comportamento. Ecco un
elenco da leggere con cura:
È facile che l'interlocutore sia rimasto indispettito dal tuo atteggiamento.
Hai dovuto perdere tempo a trovare una giustificazione.
Probabilmente hai fatto perdere tempo prezioso alla persona con cui ti sei
incontrato: la pianificazione della sua giornata rischia di saltare.
Potresti lasciare un'impressione negativa di te, che potrebbe anche durare
a lungo.
Prima di cominciare a discutere del motivo dell'appuntamento, hai dovuto
dilungarti in scuse e giustificazioni: altri minuti sprecati quando potevano
essere meglio impiegati.
Adesso hai capito perché è sempre meglio essere puntuali?
Come scusarsi del ritardo
Arrivato in ritardo, hai una sola possibilità: trovare una scusa convincente e, se
possibile, sincera per il tuo comportamento. Non si deve essere né eccessivi né
troppo misurati: esiste un giusto atteggiamento per ogni tipo di ritardo.
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Nel caso tu sia arrivato con meno di 10 minuti di ritardo, sarà sufficiente
limitarsi ad una semplice frase di scuse in cui mostrarti dispiaciuto
dell'accaduto.
Se, invece, ti sei fatto aspettare per un periodo molto lungo, ad esempio
mezz'ora, mostrati sinceramente amareggiato e offri una giustificazione
chiara ma sintetica.
Per i ritardi davvero consistenti, di circa un'ora ad esempio, il consiglio è di
assumere un atteggiamento remissivo e quasi da penitente.
Inoltre è opportuno, se non doveroso, spedire una lettera di scuse.
Tieni conto che in una tale situazione sei stato molto scortese e che il tuo
interlocutore è (a ragione!) molto irritato.
Come non perdere e non far perdere tempo
Può darsi che i tuoi ritardi non siano dovuti a piccoli inconvenienti, come il traffico o
altri contrattempi, ma a una maniera sbagliata di affrontare i tuoi impegni.
Fai un esame del modo in cui gestisci gli appuntamenti di lavoro: sei sicuro di non
perdere tempo in cose secondarie o inutili?
Ti elenco qualche consiglio per evitare sprechi di tempo.
Innanzitutto non spenderti in chiacchiere introduttive: le persone occupate
hanno bisogno che si arrivi subito al punto. Abituati ad arrivare subito al
dunque.
Ti può essere molto utile preparare, prima dell'incontro, un "ordine del
giorno" informale: sarà più semplice non dimenticare nessuno degli
argomenti che t’interessa affrontare.
Cerca di essere chiaro nelle tue parole: il tempo perso a spiegare concetti
mal esposti può essere facilmente evitato se sarai in grado di farti
comprendere immediatamente dall'interlocutore.
Infine: andare via non appena hai terminato ed esaurito la ragione
dell'appuntamento, è un segno di rispetto verso il tuo interlocutore, che
con ogni probabilità, ha come te altri impegni da seguire.
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Come ottimizzare la gestione del proprio tempo
"Il tempo è denaro" recita un vecchio detto popolare che negli anni non ha perso la
sua veridicità.
Se il tempo è una risorsa rara e preziosa, va gestita con oculatezza, perciò nelle
prossime righe imparerai a usare una serie di accorgimenti che ti aiuteranno a
evitare sprechi o inefficienze.
Come analizzare il tuo tempo
Poniti alcune domande di questo tipo: quante volte sono interrotto durante
la giornata? Le mie telefonate sono troppo lunghe? Sono puntuale o
spesso sono in ritardo? Sono capace di delegare ad altri? Sono capace di
sfruttare le nuove tecnologie per risparmiare tempo?
Compara la successione degli impegni con l'andamento quotidiano delle
tue energie. Spesso ci dedichiamo a un affare quando le nostre attenzioni
sono ormai svanite.
Domandati se il carico di lavoro che di solito assumi non è eccessivo. Una
regola d'oro per il buon manager è saper delegare al momento giusto alla
persona giusta. Altrimenti, corri il rischio di non aver tempo per i compiti di
maggior rilievo.
Registra minuziosamente la tua giornata. Annota, ora per ora, ciò che stai
facendo e come. Annota anche i ritardi o le fasi inoperose.
Ti servirà a migliorare.
Come impiegare il tuo tempo
Dopo aver analizzato il modo in cui abitualmente gestisci il tuo tempo, giunge il
momento di correggerlo.
L'organizzazione anzitutto: affronta ogni giornata avendo bene in mente
cosa ti aspetta in ufficio.
Non accumulare compiti che non ti paiono possibili da eseguire tutti in una
stessa giornata.
Suddividi i compiti che ti aspettano in base alla loro importanza.
Sfrutta tale ripartizione per distribuire i vari impegni nell'arco della
giornata.
Fissa gli appuntamenti più importanti nei momenti in cui sai di poter dare il
meglio, mentre assegna ai momenti vicini alle pause i compiti meno
impegnativi.
18
Delega ai colleghi tutto ciò che non ti deve interessare direttamente.
Usa le pause per attività poco stressanti ma utili: la lettura dei quotidiani,
uno sguardo alla posta elettronica, gli scambi di opinioni con i colleghi.
Infine, impara a guardare in maniera critica al tuo lavoro.
Chiediti sempre se puoi fare qualcosa in minor tempo senza sacrificare la
qualità!
Come usare un'agenda per gestire il proprio tempo
Qual è il migliore amico del manager? Probabilmente la sua agenda.
E' fondamentale per un uomo d'affari affidarsi all'aiuto di una buona agenda. In
commercio puoi trovare quella che meglio si addice alle tue esigenze.
Abituati a consultare e aggiornare la tua agenda ogni mattina.
Ogni volta che porti a termine un compito, cancellalo dalla pagina (è un
consiglio banale, ma non sottovalutare la soddisfazione di vedere i tuoi
impegni diminuire in modo visibile!)
Dividi gli impegni secondo l'importanza, così sarà più rapido scegliere su
cosa concentrarti.
Completa la lista degli appuntamenti di lavoro con gli impegni familiari o
del tuo tempo libero.
Saper fare le scuse
Poiché gli errori sono sempre in agguato nessuno dovrebbe credere di essere
infallibile. Ammettere le proprie responsabilità è indice di sensibilità e intelligenza,
così come lo è dimostrare il proprio rammarico verso chi è stato da noi danneggiati.
Impara a scusarti per le tue mancanze: è un modo per offrire un'immagine di
correttezza e serietà.
Perché scusarsi
Non importa se il danno causato è volontario oppure no: chi ne è responsabile deve
farsi avanti e assumersi le responsabilità del caso. Vediamo per quali motivi
scusarsi è il comportamento migliore.
Il momento delle scuse è l'occasione per un esame critico dei fatti e per
capire la ragione della tua mancanza. Dove e perché hai sbagliato?
Impara così a non ripetere l'errore.
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È un modo per entrare in contatto con i tuoi superiori e mostrare il tuo
attaccamento al lavoro; lo sforzo per una scusa dimostra che il tuo lavoro
è importante e t’interessa svolgerlo nel modo migliore.
Sarà paradossale, ma scusarsi per un errore serve anche a conquistare il
rispetto e la fiducia degli altri. I tuoi interlocutori saranno più disponibili con
chi riconoscere i propri errori
Quando scusarsi
La prima regola è "fai più in fretta che puoi!".
Meno tempo passa e meglio è. Un comportamento solerte mostra cura e
partecipazione verso il tuo lavoro, inoltre offre un'immagine responsabile e onesta di
te. Eccoti alcuni suggerimenti.
In primo luogo, recati immediatamente dal "danneggiato" e porgi il tuo
sincero rammarico.
Il telefono può sostituire una visita faccia a faccia, solo per i casi in cui un
incontro reale è difficile.
Anche i biglietti di scuse devono essere preceduti o seguiti da una visita
tempestiva.
Scusarsi in ritardo è sempre meglio che non farlo affatto. In questo caso,
però, occorre domandare perdono anche del tempo che si è lasciato
passare…
Come scusarsi
Vediamo infine come puoi porgere correttamente le tue scuse. Al di là della rapidità,
esistono alcune regole formali da seguire. Servono per esibire sincerità e
responsabilità. Prendiamo alcune situazioni di esempio.
Le scuse faccia a faccia: usa scuse sincere ma non eccessive.
Se non ti pare poco rispettoso (quindi da evitare con i superiori), metti una
mano sulla spalla dell'altro per dare risalto alla tua sincerità.
Un biglietto di scuse: le scuse a voce sono indispensabili, ma in alcune
circostanze possono anche non bastare; un biglietto ti può aiutare. Anche
in tal caso devi essere bravo a recapitare il biglietto
"a tempo di record". In questo caso, non cercare di mitigare la tua
responsabilità: è un tentativo che, addirittura, potrebbe sortire l'effetto
contrario.
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Un piccolo regalo: il biglietto può essere accompagnato da un piccolo
dono. La regola vale soprattutto nei confronti di una persona cara. Guarda
al regalo (e scrivilo nel biglietto!) come un gesto di pace; ti basta qualcosa
di molto semplice: la classica scatola di cioccolatini o un mazzo di fiori
saranno perfetti!
Come migliorare i rapporti umani: niente più stress nell'interagire con le
persone
Avere dei buoni rapporti umani fa di noi delle persone felici e alla base di buoni
rapporti c'è la capacità di comunicare. Ecco un' occasione per imparare ad ottenere
il massimo da noi e dagli altri.
Impara ad ascoltare
Permetti a chi ti sta parlando di esprimere liberamente le sue idee, senza
interromperlo/a.
Simpatizza con il tuo interlocutore! Mettiti nei suoi panni, cerca di pensare
come farebbe lui/lei.
Ascolta in modo attivo
Mostrati interessato a quanto ti stanno comunicando. Nessuno ha voglia
di parlare con chi non lo considera...
Ascolta e non pensare invece a cosa rispondere, ricorda che non è un
duello, ma un simpatico colloquio tra due persone...
Fai qualche domanda per saperne di più su quanto ti raccontano: le
domande aprono nuove linee di comunicazione.
Ascolta in modo riflessivo
Fornisci a chi ti sta davanti la tua impressione sincera su quanto hai
ascoltato. Questo farà capire al tuo interlocutore che sei stato a sentirlo.
E' possibile che tu abbia capito male - d'altronde nessuno è infallibile! - e
che questo porti a un piccolo scontro: non ti preoccupare! Contribuirà a
spiegare meglio le vostre posizioni.
Aspetta prima di parlare...
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Aspetta prima di parlare finché il tuo interlocutore non è disposto ad
ascoltarti.
Se dall'altra parte non c'è attenzione alle tue parole, anche se
t’impegnerai a comunicare nel modo migliore, sarà tutta fatica sprecata!
Non interrompere...
Se qualcuno t’interrompe, porgi l'altra guancia: se sei cortese e permetti
agli altri di parlare, loro faranno lo stesso con te (si spera....).
Se non lo fanno, questo significa che sono davvero maleducati e puoi far
loro notare che stanno interrompendo il processo comunicativo...
Aiuta gli altri ad ascoltare in modo attivo
Non aver paura di chiedere alle altre persone se capiscono ciò che dici e
chiedi loro di domandare se non sei stato chiaro su qualcosa...
Non perdere la pazienza di fronte ad un interlocutore che non ti
capisce...insisti!
Non avere paura delle pause
Il silenzio di solito mette a disagio, ma tu non devi averne paura. La
comunicazione è fatta anche e soprattutto di pause del discorso.
Ascolta anche durante i silenzi: ci sono persone che sfruttano le pause
per raccogliere i pensieri
Le regole per non sbagliare nell'arte della conversazione
Consigli utili
Prima regola per saper parlare bene in ogni occasione: saper ascoltare
bene! E' importantissimo saper ascoltare le parole altrui, non solo per
carpire le informazioni, ma anche per rubare qualche segreto
"argomentativo".
Saper ascoltare bene vuol dire soprattutto avere il coraggio di chiedere
chiarimenti quando non hai ben capito qualcosa…
Rivolgi un'attenzione spietata al congiuntivo: è il modo verbale più
bistrattato, ma serve così tanto…
Discorsi brevi!
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Un discorso breve cattura meglio l'attenzione della gente.
Ricorda che a nessuno piace sentire infiniti sermoni da parte di chiunque,
fosse pure l'oratore migliore del mondo.
Perciò cerca di condensare le tue idee in pochi periodi ben articolati ma
non troppo "barocchi", te ne saranno tutti grati e riuscirai a farti capire
molto meglio!!
Argomenti di discussione e non...
Un buon argomento di conversazione è sempre la famiglia: tutti l’hanno e
di solito tutti amano parlarne, salvo che non siano iper-riservati!
Parla dei libri che hai letto ultimamente, dei film che hai visto, di qualche
spettacolo teatrale o televisivo che ha fatto scalpore…
Preferisci anche argomenti di attualità particolarmente intriganti, magari evitando la
politica per non incappare in discussioni troppo…accese!
Dove posare lo sguardo durante una conversazione: quando non sai dove
mettere gli occhi...
A me gli occhi!
Guarda bene in faccia la persona con cui parli: non proprio negli occhi, ma
guarda a un immaginario punto sulla fronte. Mentre i suoni escono dalla
sua bocca, guardalo in questo punto, anche se non t’interessa
minimamente quello che dice e magari stai pensando come scappare da
quella noiosissima festa. Avrà comunque l'impressione che lo ascolti.
Per dare un'occhiata in giro (magari alla ricerca di un interlocutore meno
noioso…) approfitta dei momenti in cui sei tu a parlare. Se lo facessi
mentre altri hanno la parola, il gesto sarebbe vagamente offensivo, non
credi?
Sottolinea le tue parole con le espressioni degli occhi: avranno più forza.
La formula dei puntini di sospensione
Per evitare la sensazione di panico che di solito ti coglie quando qualcuno
si aspetta una risposta da te e tu scopri di non avere minimamente
ascoltato il suo sermone degli ultimi cinque minuti, perso com'eri a
fantasticare sulla tua vita, adotta questa semplice regola: di solito, almeno
23
le ultime parole che ti hanno detto le ricordi, perciò sfruttale per
recuperare il terreno perso.
Fa' un salto nel vuoto, dicendo: " In sostanza quindi lei intende che…" e a
questo punto imbastisci una frase da quelle poche parole captate. Il tuo
interlocutore - specialmente se hai mantenuto il contatto visivo, dandogli
quindi l'impressione di ascoltarlo - riprenderà a chiarire il suo pensiero.
L'arte di gestire elogi e complimenti
Un complimento è davvero un regalo meraviglioso che illumina il volto e l'animo di
chi lo riceve (salvo che non sia freddo come la pietra...). Aiuta a superare gli intoppi
e le insicurezze della vita. Per questo è importante che tu elogi le persone quando
pensi qualcosa di positivo sul loro conto. Hai il potere di far stare meglio la gente,
usalo! E starai meglio anche tu...
Fare elogi e complimenti
Non ci vuole molto a elogiare qualcuno, specialmente nel campo
lavorativo. Basta dire: "Ottimo lavoro!". E il gioco è fatto. Ricorda che uno
stimolo positivo fa rendere di più...
Attenzione a fare complimenti: se sono sinceri e vengono dal profondo,
allora non saranno mai troppi, se invece sono palesemente falsi (qualcuno
ha fatto un discorso disastroso e tu gli dici: "Complimenti, bel discorso!") o
hanno lo scopo di tirare su di morale, risparmiateli.
Gli svantaggi in questo caso superano i vantaggi.
Non usare i complimenti per accattivarti le simpatie altrui. Di solito in
questi casi c'è un ritorno di fiamma: chi "subisce" i tuoi complimenti si
accorge senz'altro che sono finti...
Un ottimo complimento è sincero, spontaneo, ed esce allo scoperto sia in
pubblico sia in privato, secondo ciò che piace al destinatario
Accettare elogi e complimenti
Riconoscili sempre. I complimenti sono fatti per essere riconosciuti e
dev'essere palese il riconoscimento. Perciò ringrazia e cambia argomento,
con nonchalance.
Cambiare argomento è importante: insistere su un complimento rivolto a
se stessi, è di cattivo gusto...perciò la risposta deve essere del tipo
"gentile, grazie", "grazie molte".
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Sbagliatissimo invece sorvolare su un complimento o sminuirlo. A che
serve? Serve solo a far dispiacere la persona che te l'ha fatto e a farle
pensare che forse non ne valeva la pena...
Ringrazia chi ti fa i complimenti e augurati che continui a farteli!
Quando e come essere spiritosi: non strafare...è meglio!
La cosa buffa dell'umorismo è senz'altro il fatto che tutti ci sforziamo spesso di
essere spiritosi senza riuscirci affatto! L'umorismo migliore è infatti quello delle
bucce di banana, cioè quello improvviso e inaspettato…comunque sia, mai voler
essere spiritosi a tutti i costi! Si rischia solo di essere odiosi…
Regole di comportamento
Non sforzarti di essere spiritoso/a, se lo fai, non riuscirai affatto divertente.
Anzi, potresti sembrare insicuro/a.
Non raccontare barzellette, salvo che tu non sia già all'interno di un
gruppo di persone: c'è forse qualcosa di peggio di sentir cadere nel vuoto
la propria barzelletta in mezzo a degli sconosciuti?
Evita di esordire dicendo che il tuo aneddoto personale è davvero
"irresistibilmente comico": non lo sarà più se lo introduci così!
Non toccare mai le persone per incoraggiarle a ridere.
Ridi con moderazione, anzi, ridi dopo che altri hanno riso…per prendere
tempo sorridi.
Non prendere in giro il prossimo, prendi in giro te stesso (sai già che non ti
offendi).
Evita di tirare fuori una battuta per ogni occasione.
Come comportarsi con gli spiritosoni
A mali estremi, estremi rimedi: fuggi!
Se non puoi fuggire e lo spirito di patata è uno di quelli che ha sempre la
barzelletta pronta, puoi dire "Io le barzellette non le capisco mai", o peggio
ancora la devastante frase "Buona questa, l'ho già sentita!". Tacerà
all'istante…
Se invece l'interlocutore è uno di quelli che dicono scemenze e poi ne
ridono da soli, resisti all'impulso omicida e sorridi con aria vaga finché non
capisce da solo che è ora di smettere.
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RICONOSCERE ED EVITARE I FENOMENI DI MOBBING, LE MOLESTIE,
LE GAFFE
Il concetto di mobbing (dall'inglese "to mob": assalire) è relativamente recente (i
primi studi sull'argomento sono degli anni '80), ma ognuno di noi può facilmente
intuire cosa significhi pensando alla figura forse più "mobbizzata" del cinema
italiano: il rag. Ugo Fantozzi. E' l'esempio per eccellenza…vediamo perché.
Riconoscere
Il mobbing è un fenomeno tipico del mondo del lavoro, in sostanza un
comportamento ostile, protratto nel tempo da parte dei superiori e dei
vicini di scrivania, il cui scopo può essere vario, ma il cui effetto è
senz'altro quello di gettare nello sconforto chi ne è oggetto.
Continuità nel tempo ed elevata frequenza degli episodi ostili sono le due
caratteristiche fondamentali del mobbing, ciò che lo distingue
dall'italianissimo "sfottò"…(e il povero rag. Fantozzi ne sa qualcosa…).
Gli effetti di una prolungata esposizione al mobbing possono essere
incredibili: all'inizio un fastidioso mal di testa, difficoltà di digestione,
improvvisi problemi d'insonnia. Nel giro di poco tempo i sintomi si
aggravano e l'ansia e la frustrazione sono somatizzate in gastrite, bruciori
di stomaco, ulcera, tachicardia. Per arrivare perfino, nei casi più gravi, alla
depressione e al tentativo di suicidio.
Esistono categorie di persone a rischio di mobbing? Sì. Se sei distratto
(non ti accorgi di quello che sta succedendo), presuntuoso (ti
sopravvaluti), passivo (troppo sensibile), buontempone (rischi di diventare
il buffone del gruppo), o pauroso (hai timore di tutto e di tutti) ritieniti a
rischio…
Evitare
L'importante in questi casi è essere tempestivi.
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Se ritieni di essere oggetto di mobbing, non sottovalutare niente! Ricorda
che un'esposizione anche di soli 6 mesi ad episodi di mobbing può avere
effetti a lungo termine sulla tua salute.
Inizia a chiederti perché arrivare a casa, la sera è sempre più un sollievo e
perché invece entrare in ufficio al mattino ti provoca quella strana ansia…
Guardati da certe persone: il frustrato (scarica problemi privati sugli altri),
l'istigatore (sempre alla ricerca di nuove cattiverie), il megalomane (ha una
visione distorta di se stesso), il narcisista (quello peggiore).
Se sei una vittima, cerca di tenere un elenco completo dei torti che
subisci, potrà esserti molto utile per prenderti la tua rivincita in sede
legale. Inoltre rivolgiti a qualche ente pubblico specializzato in psicologia
del lavoro. Sapranno come aiutarti nel modo migliore!
Difendersi dalle molestie sessuali sul lavoro: come comportarsi in caso di...
Abuso o non abuso
Il primo problema è definire se le attenzioni che si ricevono da parte di qualcuno (di
un superiore in genere) sono un abuso sessuale o no. Il problema è che spesso due
persone hanno due concetti molto diversi di "abuso sessuale", perciò quello che è
abuso per uno, può non esserlo per l'altro. Alcuni esempi di abuso conclamato:
1.
2.
3.
Un superiore ti richiede favori sessuali facendoti intendere che
se non gli saranno accordati, la tua carriera subirà un brusco
stop o addirittura sarai costretta a dare le dimissioni.
Un ambiente ostile sul posto di lavoro. In genere quando esiste
un'atmosfera troppo "maschilista". I colleghi si comportano più
come animali a caccia che come uomini e fanno a gara a chi fa
la battuta più pesante.
Sulla strada verso la fotocopiatrice sei oggetto di commenti
equivoci o contatti sospetti.
Per cominciare a capire quando la semplice maleducazione sfocia nell'abuso...
1.
Un complimento sul nuovo vestito che veste a pennello, non è
un abuso sessuale. E' un semplice complimento. Forse
orientato sessualmente, ma complimento. D'altra parte però se
fa uso di termini dichiaratamente equivoci e sembra detto per
mettere in imbarazzo, allora può essere considerato molestia. E'
l'intenzione che fa la differenza.
27
2.
3.
4.
Anche per quanto riguarda gli scherzi è l'intenzione a
distinguere la molestia dalla semplice goliardia di un gruppo di
lavoro.
Storielle equivoche, commenti di dubbio gusto e tutto ciò che
sembri volgare o usato per farti sentire in imbarazzo, sono da
considerarsi molestie.
Contatti equivoci, come un superiore che ti tiene
insistentemente un braccio o che ti bacia non sulla guancia, ma
molto vicino alla bocca...
Come gestirlo
Diversi sono i modi di gestire una molestia sessuale: se vivi in un
ambiente di lavoro ostile, dove la battutaccia e il pecoreccio sono
all'ordine del giorno, la prima cosa che devi fare è mostrare
immediatamente un forte disappunto per queste cose. Potrebbe bastare a
ridimensionarle.
Mai mostrarti in imbarazzo, è quello che si cerca di ottenere con certi
comportamenti infantili...non dare questa soddisfazione!
Accusa chi fa il furbo di essere infantile: avrai ottenuto di metterlo in
imbarazzo come lui voleva fare con te...
In caso di situazioni di gruppo è certo più facile assumere un comportamento
corretto, ma in caso di situazioni a due, tutto diventa più pericoloso: ecco come
comportarti.
Quando qualcuno assume nei tuoi riguardi un comportamento che ti
infastidisce, o mette le mani dove non dovrebbe, scansati con decisione.
Se non vuol capire, e si rifà sotto, digli in faccia che quel che fa non ti
piace per niente, e che la smetta. Se non la smette ancora, colpiscilo, per
fargli capire che sai difenderti anche fisicamente, e non solo a parole.
Scrivi un dettagliato rapporto, con ora e luogo della molestia e consegnalo
personalmente al capo del personale.
Quando chi ti importuna è il tuo capo
o
o
Se è il tuo capo che ti importuna e lavori in una grossa società,
avvertilo privatamente che lo denuncerai al suo superiore. In
genere, chi molesta è anche codardo e di fronte a questa
minaccia spesso la smette.
In entrambi i casi - sia la smetta, oppure no - dovrai
documentare le tue eventuali accuse al suo superiore o
28
all'ufficio del personale, redigendo completi rapporti sulle
molestie, con orari e date.
In questi casi la precisione è fondamentale!
Se invece ti trovi a fronteggiare questa situazione in una piccola azienda o se ad
esempio sei la segretaria di un professionista, è meglio che cerchi un altro lavoro: la
situazione difficilmente migliorerà, e l'aria in ufficio potrebbe farsi sempre più
pesante...
Come affrontare le gaffe: rimediare è un'arte
Primo: tutti commettono delle goffaggini. Secondo: a tutto c'è un rimedio. Quindi non
preoccuparti troppo…
L'abito sbagliato
Terrore! Tutti indossano lo smoking (per le signore, l'abito nero lungo) e tu jeans e
maglione: hai completamente frainteso lo spirito e il tenore della festa. Gli sguardi di
tutti ti crocifiggono. Hai diverse possibilità di scelta.
Puoi andartene. E' certo la soluzione più radicale: giri i tacchi ed esci,
noleggi un bel DVD e ti passi una tranquilla serata casalinga, convinto che
era destino che accadesse. Ma questo vuol dire arrendersi…
Altra possibilità è andare a casa a cambiarti d'abito, scegliendo quello
adatto. Questo ha senso solo se nessuno o pochissimi ti hanno già visto,
altrimenti la seconda entrata con l'abito perfetto avrà l'unico effetto di
renderti ancora più ridicolo/a!
Puoi fingere che tu ritieni il tuo abbigliamento il migliore per l'occasione e
che siano tutti gli altri a sbagliare. Certo, questa è la scelta più rischiosa e
sfacciata, ma se riesci a sostenerla, è anche quella che ti darà le maggiori
soddisfazioni…
L'incubo presentazioni
La prossima volta che dovrai presentare qualcuno di cui dovresti
assolutamente ricordare il nome, ma in realtà proprio non te lo ricordi
(accidenti!), adotta questi trucchi:
Costringilo a presentarsi da solo. Questa è la via migliore e più astuta: se
agirai bene, nessuno sospetterà la tua mancanza. All'interno di un gruppo,
29
sorridi verso l'Innominato/a e poi presentagli qualcuno di cui ti ricordi bene
il nome. A quel punto sarà obbligato a presentarsi da solo…
Confessa! …e poi approfittane! Ammetti di aver dimenticato il nome della
persona che devi presentare e scusati sinceramente. A presentazione
avvenuta approfittane per intavolare un discorso su come alcune persone
abbiano difficoltà a ricordare i nomi della gente. Avrai rimediato alla gaffe
e attaccato bottone allo stesso tempo.
Presenta la persona con un giro di parole invece del suo vero nome. Sii
adulatore! Prova con una cosa del tipo: "Mario, voglio presentarti una
persona che ti piacerà!". Toccherà alla persona adesso presentarsi. Ce
l'hai fatta!
Imparare a essere ottimisti: il bicchiere...è mezzo pieno!
Sei pessimista? Allora è importante che impari a essere ottimista! Vedere il
bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è solo questione di abitudine. Sei abituato a
vedere le cose in negativo, ma puoi abituarti a vederle in positivo…pensa che studi
clinici hanno evidenziato come gli ottimisti siano più sani e più felici di chi vede
sempre tutto nero!
Presa di coscienza
Per costruirti un atteggiamento ottimista devi prima di tutto sentirti il
responsabile primario del tuo stato mentale positivo (non dare meriti agli
altri, quando ce li hai tu…), della tua vita, della tua attuale situazione e
anche della tua salute.
Acquisita questa convinzione, devi "solo" agire in modo da realizzare quei
cambiamenti che auspichi da così tanto tempo. Ora è tutto più facile,
perché trovi in te la forza
Condizionare la mente e gli atteggiamenti
Per stare bene, devi riuscire ad autoconvincerti di avere una buona
autostima e un atteggiamento mentale sano. Sono fattori fondamentali per
avere una buona salute, fisica e psichica.
L'autostima si conquista sul campo: esercitandosi e mettendosi alla prova.
Fissati degli obiettivi realistici, scrivili e documenta i tuoi sforzi e i tuoi
successi.
Pensa e recita affermazioni cariche di positività.
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Sforzati di vedere sempre il lato buono delle cose. Non è facile, ma una
volta assimilato il meccanismo, lo sarà…
Assicurati che ogni pensiero rivolto a te stesso sia buono, incoraggiante,
simpatico e amorevole. Prenditi cura di te. Migliora la qualità dei discorsi
con te stesso!
Farsi domande migliori
Ci sono domande rivolte a noi stessi che ci fanno bene e altre che invece ci fanno
solo del male…ti stupirai di quanta importanza le domande che ci facciamo abbiano
sulla nostra vita.
Quando la mente cerca una risposta alle domande stimolanti e positive che ci
facciamo, riprogramma l'inconscio a credere di avere energia in abbondanza per
affrontare gli obiettivi prefissati.
Qualunque sia la situazione, farti domande migliori non potrà che farti sentire
meglio!
Prova a farti queste domande al mattino appena sveglio, e incomincerai la giornata
con un atteggiamento vincente!
1.
2.
3.
4.
5.
Come posso rendere la giornata di oggi un capolavoro e che
azioni devo intraprendere?
Di cosa devo essere riconoscente ? (fai mentalmente una lista)
Che cosa posso fare oggi per migliorare la mia mente, il corpo e
lo spirito?
Come posso rendermi utile al mondo nel mio piccolo?
Che cosa posso fare oggi per ridere e divertirmi?
Sembra troppo facile? Infatti lo è…
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COME MIGLIORARE L'AMBIENTE DI LAVORO
La scrivania: lavorare nell'ordine conviene!
Per ridurre lo stress sul lavoro, inizia dalla tua scrivania, il luogo in cui nascono tutte
le tue intuizioni geniali!
Non lasciar perdere dicendo che nel tuo disordine trovi tutto: nell'ordine si lavora
comunque meglio…
Ricorda che...
Fogli e cartelle è meglio sistemarli sugli scaffali o sulla libreria e non sulla
scrivania, dove occupano posto e confondono le idee…
I giornali non acquistano valore invecchiando, tanto vale buttarli dopo
averli letti, no?
I tuoi appunti scrivili su fogli grandi, i foglietti si perdono facilmente…
Fai ordine!
Molti non buttano le cose per timore che venga il giorno in cui potranno
essere utili. Per evitare di essere sommerso da ogni genere di articolo,
puoi seguire la "regola dei tre mesi": tutto ciò che è rimasto sulla tua
scrivania per tre mesi senza essere letto, va riposto altrove (raccoglitore, o
cestino!).
Ordina fogli e appunti in tre diverse pile:
1.
2.
3.
Da fare ora: lavoro da completare oggi, o domani al più tardi…
Da fare più avanti: metti il foglio nel vassoio delle cose in
sospeso e completa il lavoro entro la fine della settimana.
Altro: riponi in una cartella per l'archivio o getta via.
32
Organizzati!
Metti sulla scrivania dei vassoi sovrapposti per ordinare i fogli
risparmiando spazio.
Usa un vassoio apposito per le pratiche sospese e accertati di svuotarlo
una volta alla settimana.
Disponi le cose che usi più spesso in modo che siano più accessibili.
Metti il computer in modo da non doverti contorcere per usarlo…
Migliora l'ambiente
Lo stress è influenzato dagli stimoli visivi, come il colore di ciò che ci
circonda: le aziende spesso usano i colori per creare diversi stati d'animo.
Progetta anche tu il tuo ufficio in questo senso: usa colori diversi se vuoi
essere stimolato oppure rilassato…
Scegli la tonalità che ti piace di più
Sistema piante, fiori e fotografie che ti piacciono: ti sentirai più a tuo agio e
aumenterai il tuo rendimento!
Impegnati a rendere il tuo ufficio accogliente come la tua casa… in fondo
ci passi un sacco di tempo…!
10 consigli per gestire le proprie e-mail
Ogni volta che ci assentiamo dall’ufficio per qualche tempo, al ritorno siamo
letteralmente invasi da e-mail di tutti i tipi.
Ecco quindi 10 consigli per non rimanerne asfissiati:
1.
2.
3.
4.
5.
Fate una prima revisione dei messaggi, eliminando (senza aprirli)
pubblicità o e-mail di provenienza sconosciuta; gli altri classificateli
secondo il grado d’urgenza.
Differite la lettura degli allegati a quando avrete tempo a disposizione.
Potete stampare le più importanti in previsione di una vostra risposta.
Createvi un indirizzo “pattumiera”: lasciare il proprio indirizzo nella rete,
significa essere bombardati da messaggi di tutti i tipi, spesso indesiderati;
la soluzione è di crearsi un indirizzo con fornitori gratuiti (hotmail,
yahoo…) da utilizzare all’occasione.
Utilizzate i filtri automatici per classificare le vostre e-mail ricorrenti.
Eliminate il messaggio sonoro dell’arrivo di posta, perché vi distrae. E’
sufficiente controllare la posta ogni due ore.
33
6.
7.
I vostri colleghi o superiori potrebbero essere stufi di ricevere
sistematicamente una copia delle vostre note, anche se pertinenti,
soprattutto se si accorgono che le indirizzate a una dozzina di persone.
Almeno utilizzate la funzione “copia carbone invisibile” che nasconderà la
lista dei destinatari.
Inserite sempre la vostra firma, si tratta di un atto di educazione.
Sapete di possedere un telefono? L’e-mail va bene, ma per le questioni
urgenti può essere preferibile l’utilizzo del telefono.
Come avere biglietti da visita impeccabili: chi ben si presenta è a metà
dell'opera...
Progetta con cura il tuo biglietto da visita
Se lavori in proprio, puoi dare libero sfogo alla tua innata creatività anche
nel design dei tuoi biglietti da visita. Se invece lavori per una società con
un suo logo, allora sfogati sulle tele da pittore e metti il logo sui biglietti da
visita. Sei obbligato a farlo....
Ricorda che anche piccole cose, come un simbolino ben studiato,
possono trasmettere grandi concetti sul tuo lavoro o la tua società, molto
più efficacemente delle parole!
Comunque sia, ricordati di non esagerare con lo sfarzo sui biglietti da
visita: troppa ridondanza può solo renderti ridicolo e non professionale.
Una cosa da tenere bene a mente: progetta il tuo capolavoro tenendo
presente un formato che ben s’inserisca in un porta biglietti o in un
portafoglio. Altrimenti potrebbe essere perso!
Accertati che il tuo biglietto contenga tutte le informazioni necessarie su di
te e su come raggiungerti: telefono, fax, e-mail, cellulare, posizione
ricoperta nell'azienda e così via...
Come ti presenti
Anche se quello che hai davanti è un cliente che ha bisogno del tuo
biglietto da visita, non dargli mai l'ultimo che ti è rimasto, tutto rovinato o
stropicciato... E' meglio che tu gli appunti i tuoi dati su un foglio bianco e
gli prometti di inviargli un biglietto appena arrivato in ufficio. Un biglietto
imperfetto può dare una brutta immagine di te!!
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Se cambi numero di telefono, fax, indirizzo fisico, o di e-mail, butta i
vecchi biglietti e fanne di nuovi. Per favore, non cancellare i dati vecchi
scrivendo i nuovi con la biro...che figura fai??
Se hai rapporti di lavoro a livello internazionale, è sempre buona norma
avere biglietti da visita in inglese che comunicano le informazioni anche a
chi non capisce la tua lingua. Se devi viaggiare in Oriente per lavoro,
portati dietro una gran quantità di biglietti: laggiù amano molto
scambiarseli
Altri consigli
Puoi certamente utilizzare i tuoi biglietti per scrivere qualcosa sul retro. Ad
esempio per fissare un appuntamento con un cliente...
Se usi il tuo biglietto in accompagnamento a un mazzo di fiori o a un
regalo, tira una linea diagonale sulla parte frontale, per far capire che lo
stai personalizzando e che si deve leggere la dedica sul retro...
Firma sempre il tuo messaggio personale, anche se il biglietto è intestato:
questo trasforma la comunicazione da impersonale a personale.
Non dare il tuo biglietto a chiunque incontri...sii discreto: dare il biglietto da
visita a destra e a manca può dare l'impressione che tu voglia vendere
qualcosa a qualcuno...
Non parlare di affari a qualcuno che hai conosciuto a una festa privata,
perciò non dargli il tuo biglietto da visita, perché significa che lo stai
facendo!!!
Porta sempre con te un biglietto da visita, ma non esagerare nel mostrarlo
in pubblico...sii discreto, ricorda!!
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COME PARTECIPARE A FESTE IN UFFICIO E RICEVIMENTI D'AFFARI
Ogni buon professionista non deve solo destreggiarsi fra le insidie del mondo degli
affari; molto spesso, infatti, deve partecipare a occasioni mondane. Devi sapere
come comportarti in queste situazioni.
Come comportarsi a un cocktail d'affari
I cocktail stanno diventando tra le occasioni preferite per intrattenere i soci in affari.
Cerca di ricordare questi suggerimenti:
Vesti nel modo appropriato: scegli nel guardaroba gli abiti che più ti
paiono adeguati all'occasione.
Arriva puntuale: non arrivare né in largo anticipo né con troppo ritardo; è
un segno di rispetto.
Non portare con te nessuno, salvo che non sia stato concesso con l'invito.
È meglio tenere il bicchiere nella mano sinistra, così da avere la destra
libera per i saluti.
Dopo uno spuntino, pulisci le dita con una salvietta.
Cerca di mescolarti alla gente: non restare isolato in un angolo! Presentati
alle altre persone e scambia qualche battuta in modo cordiale.
Come partecipare a una cena in ufficio
Rispetto ai cocktail d'affari, le feste e i ricevimenti in ufficio hanno un tono più
ufficiale. Molto spesso sono organizzate per accogliere personalità importanti,
oppure per consegnare premi e riconoscimenti. Se la tua azienda ha deciso di
preparare una serata del genere, ecco come comportarti.
Indossa il tuo miglior abito da sera. Se il ricevimento si tiene subito dopo il
lavoro, è bene portare da casa i vestiti e cambiarsi in ufficio.
Presentati ai dirigenti (se non lo hai mai fatto), ma non interrompere se li
vedi impegnati in altre conversazioni.
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Cerca d'essere ben disposto verso i presenti, anche con colleghi e le loro
famiglie tieni un atteggiamento aperto. Non è questa la serata migliore per
sedere in un angolo!
Non esagerare nel bere, dopo il secondo bicchiere, fermati.
Come NON comportarsi in pubblico
Ecco un elenco di gesti e comportamenti che, nel modo più assoluto, non fanno
parte di un atteggiamento educato in pubblico.
Siccome partecipare a un appuntamento sociale, vuol dire, anzitutto, comportarsi
secondo etichetta, è meglio leggere con attenzione la lista che segue.
Alcune cose da non fare mai:
Grattarsi
Truccarsi davanti a tutti
Masticare gomme
Togliere le scarpe sotto il tavolo
Stuzzicare il naso
Tossire senza una mano davanti alla bocca
Parlare a bocca piena
Sbadigliare (anche se la serata è noiosa...)
Essere scomposti a tavola
Come comportarti di fronte ad un buffet: non solo mangiare...
La prima cosa che tutti fanno a una festa è procurarsi qualcosa da mangiare o da
bere e quindi il buffet è il luogo attorno a cui tutti gravitano con interesse…Per
questo può essere sfruttato non solo per placare i morsi della fame e della sete, ma
anche per socializzare…in fondo l'obiettivo principale è questo, no??
Non ti accampare nei pressi del buffet: a parte il rischio - serio - di
prenderti una bella sbronza o indigestione, questo atteggiamento dimostra
uno scarso interesse verso il prossimo. In particolare, non fare come
quelle persone che stanno intorno al buffet e si scolano un bicchiere dopo
l'altro per avere poi così la sicurezza necessaria ad attaccare bottone.
Offriti come volontario per aiutare i padroni di casa a portare altri cibi o
bevande, a disporre o affettare qualcosa. Fare qualcosa accattiva le
simpatie della gente e inoltre quello/a che hai aiutato dovrà per forza
rivolgerti la parola per un po'.
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Fai commenti sulle pietanze e sulla loro presentazione. Cibi e rinfreschi
sono un ottimo argomento di conversazione, a patto che dopo un po'
l'argomento cibo porti ad altri argomenti. Il troppo stroppia!
Evita qualsiasi commento negativo sul rinfresco, salvo che non sia
l'interlocutore a cominciare per primo. Non si può mai sapere chi ha
cucinato e comunque corri il serio rischio di offendere qualcuno.
Evita di servirti di piatti o bicchieri pieni per indicare qualcosa a qualcuno:
è sconveniente e può causare incidenti.
Evita di monopolizzare il barman (a patto che ci sia). Scambiare due
parole è lecito, ma ricorda che lui è lì per lavorare e i padroni di casa (che
lo pagano…) e gli altri ospiti potrebbero non gradire il rallentamento del
servizio.
Usa il tempo che passi ad aspettare di essere servito per socializzare con
chi aspetta vicino a te: è una situazione favorevolissima al dialogo!
Nei luoghi pubblici esistono regole di comportamento e di buona educazione che
non vanno ignorati. Spesso il pericolo è che l'abitudine a frequentare sempre lo
stesso locale ci induca a esagerare in disinvoltura, e assumere, quindi,
atteggiamenti involontariamente maleducati. Ecco come comportarci:
Al bar
Sia che entriamo nel "solito bar" o in uno nuovo, salutiamo all'entrata e
all'uscita con un "buongiorno" generale.
Nel fare l'ordine ricordiamo sempre il "per piacere" e "grazie".
Non pensiamo che il fatto di dare del tu a camerieri e baristi denoti
democrazia, denota solo mancanza di rispetto.
Non ingombriamo il banco con nostri pacchetti e borse o peggio con i
gomiti.
Se siamo in compagnia, non teniamo il tono della conversazione troppo
alto.
Con la brioche evitiamo di fare la zuppetta nella tazza del cappuccino.
Alcuni locali lasciano a disposizione dei clienti dei quotidiani: non
monopolizziamoli.
Nelle ora di punta evitiamo di indugiare davanti alla nostra tazza vuota,
mentre altre persone aspettano il loro turno di avvicinarsi al bancone;
evitiamo anche di incontrarci davanti alla vetrinetta dei panini, creando dei
veri ingombri.
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All'ora dell'aperitivo usiamo l'apposito stecchino per portare alla bocca le
olive e sputiamo il nocciolo con discrezione, nel palmo della mano, per poi
buttarlo nel cestino portarifiuti (i noccioli rosicchiati nel piattino accanto
alle olive offrono uno spettacolo poco piacevole).
La toilette è una sola a disposizione di molti quindi non usiamola come
succursale del bagno di casa.
Al bar non si può prenotare, quindi cerchiamo di non occupare con
giornali e indumenti le sedie per amici e colleghi che devono raggiungerci.
Data la vicinanza dei tavolini, non inquiniamo con le chiacchiere ai
telefonini, il relax dei nostri vicini di tavolo.
Ricordate: chi accompagna una signora deve sempre entrare per primo nel bar e,
onde evitare scontri con la compagna, è meglio preavvisarla con una frase tipo
"faccio strada".
Se incontriamo per caso un amico al bar, è cortese cercare di arrivare prima alla
cassa per offrirgli la consumazione; questo non vale per l'incontro al fast-food o
nello stesso bar per la pausa pranzo. La regola vale anche per le signore.
Al ristorante
Comportamento:
farsi notare il meno possibile, parlando e ridendo a bassa voce e per chiamare il
cameriere si cerchi di attirare la sua attenzione con un cenno discreto della mano e,
al massimo, uno "scusi".
All'entrata gli uomini precedono le signore; indipendentemente dal sesso, la persona
che invita fa passare l'invitato nel seguire il maître o il cameriere verso il tavolo
assegnato.
L'uomo siede alla destra della donna, le riserva il posto lungo la parete o che
comunque le permetta di vedere la sala. Ogni uomo siede a fianco di una signora
che non sia sua moglie (o compagna). Nel caso di due coppie, ciascuna signora
siederà alla destra dell'uomo che non è suo marito.
Se invece l'uomo e la donna siedono da soli, ai due lati consecutivi di un tavolo
quadrato, lui siederà alla sua destra per utilizzare il braccio destro e quindi versarle
da bere.
I signori siedono un attimo dopo le signore. Se durante il pasto una di loro si
allontana, per qualunque motivo, si alzano contemporaneamente a lei, si risiedono
appena si allontana e si rialzano appena riappare.
I signori devono impartire gli ordini ai camerieri, sempre con gentilezza
naturalmente. Se il cameriere è occupato altrove, durante il pasto, ogni uomo
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provvederà che la signora alla sua sinistra abbia sempre acqua e vino nei bicchieri.
Ci si può rivolgere ai commensali del tavolo vicino per chiedere in prestito sale,
pepe o l'oliera, a condizione di restituirli dopo l'uso.
Vietato toccarsi i capelli o rifarsi il trucco . Nel caso di un cibo malcucinato, di un
vino cattivo o di una posata o un piatto non pulitissimi, ci si limita, senza spiegazioni
o recriminazioni, a chiedere che vengano sostituiti.
Al momento di alzarci, poseremo il tovagliolo, senza piegarlo, alla sinistra del piatto.
Uscendo saluteremo con un cenno del capo e un sorriso chi ci ha servito
Da non fare:
togliersi la giacca e appenderla al sedile della sedia.
portare con se il cane (anche se educatissimo)
fumare sigaro o pipa (dove è concesso fumare)
mostrarsi incontentabili (credendo di essere chic)
commentare o motivare la propria scelta al cameriere (il quale, peraltro,
se ne infischia se "il formaggio ingrassa da morire" o "il pesce mi mette
bruciori di stomaco").
piantare in asso i commensali per andare a salutare ad altri tavoli. E'
sufficiente un saluto a distanza
Chi invita:
Evita di scegliere un locale con prezzi folli o con cucina troppo creativa
perché faccia colpo.
Arriva con qualche minuto di anticipo e aspetta vicino all'ingresso gli
ospiti; se marito e moglie, il marito aspetta fuori i ritardatari, mentre la
moglie può intrattenere gli altri al bar o al tavolo offrendo loro un aperitivo.
Suggerisce la disposizione dei posti che ritiene migliore.
Se la tavolata è numerosa (per evitare lentezze nel servizio) avrà
concordato un menù in precedenza e scelto i vini adatti.
Se non ha scelto, può chiedere al maître le specialità del locale, e
suggerirle, ma senza insistere.
Farà distribuire un menù (se il ristorante ne possiede uno) senza
l'indicazione dei prezzi.
Si assume il compito di scegliere il vino, ma può chiedere consigli ai
presenti. Dopo averlo assaggiato, lo farà servire ai suoi ospiti.
Il padrone di casa deve rimanere lucido quindi non vale la scusa di dare il
buon esempio.
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E' sempre chi invita che deve (uomo o donna che sia) rendersi conto se ci
sono pecche nella qualità del cibo o del vino, poiché l'ospite non si
lamenta mai.
Propone caffè e liquori ma senza insistere
Chi e' ospite:
Beve l'aperitivo solo se è ordinato da chi invita.
Non ordina i cibi più costosi, ma neppure solo i più economici.
Si rivolge all'anfitrione per esprimere la propria ordinazione (non
direttamente al cameriere).
Se il menù è già stato fissato (e vi sono piatti che sono vietati per ragioni
di salute o religione) chiede di sostituirli con qualche cosa di semplice tipo:
riso all'inglese o mozzarella.
Si comporta come se fosse in casa del proprio anfitrione e quindi evita
critiche e cerca anzi un motivo per elogiare qualche cosa.
Se chi invita paga il conto a tavola, si cerca di ignorarlo, limitandosi alla
fine della serata a ringraziare con qualche commento tipo: "siamo stati
davvero bene", etc.
A proporre la fine della serata deve essere l'anfitrione, mai l'ospite:
darebbe l'impressione di non gradire la compagnia.
A tavola
"A tavola si riconosce il vero signore"; ma bisogna ammettere che se ne vedono
pochi...
Eppure molte persone sono maleducate a tavola per mancanza di allenamento.
Sono quelle che dicono: "So che questo non si deve fare, ma siamo in famiglia",
ripromettendosi di rispettare le regole quando avranno o saranno ospiti. E invece,
dobbiamo abituarci a essere educati proprio nell'intimità dei nostri pasti quotidiani;
se no, nelle occasioni "ufficiali", quando vorremmo ben figurare, non saremo né
disinvolti né sicuri di noi stessi.
Ecco dunque delle regole base da seguire sempre, da soli e in compagnia.
Comportamento a tavola
Si pone la sedia alla giusta distanza del tavolo per sedere eretti (non
rigidi)
Non ci si dondola sulla sedia.
Non si allungano le gambe sotto la tavola (piedi sotto la sedia)
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Le mani devono essere sempre sul tavolo; quando non sono occupate
con le posate, stanno "a riposo" appoggiate all’altezza dei polsi
Attenzione ai gomiti: mai puntarli sulla tavola.
Chi deve prendere medicine, lo faccia con discrezione, senza allineare
pillole o flaconi.
A tavola sarebbe bene non starnutire ne soffiarsi il naso. Se non
possiamo farne a meno, portiamo al naso il fazzoletto senza spiegarlo,
con naturalezza, ed evitando di guardarci dentro, rimettiamolo in tasca.
Si mastica a bocca chiusa
Si porta il cibo alla bocca, in piccoli bocconi, chinando il capo sul piatto il
minimo indispensabile: le posate raggiungono la bocca e non viceversa.
Non si solleva il piatto della minestra per raccogliere fino all'ultima goccia;
tutt'al più la si inchina verso il centro della tavola (cioè al contrario di
quanto si fa di solito)
Non si puliscono con tovaglioli piatti, posate e bicchieri
Nelle pause non si giocherella con il pane, i grissini, le stoviglie
Si parla solo quando la bocca è libera dal cibo
Non soffiamo mai sui cibi e bevande calde per farli raffreddare
Non si porta alla bocca un nuovo boccone prima di avere inghiottito il
precedente
Mentre si mastica, non ci si serve dal piatto di portata, non ci si dedica ad
altre cose (tipo condire l'insalata); si mastica e basta!
Non si gesticola con le posate in mano
Mangiando non si accarezzano cani e gatti e non gli si porgono bocconi di
cibo
A tavola non ci si toccano i capelli, il naso, le orecchie e non ci si gratta.
Non ci si allenta la cintura
Dimenticare gli stuzzicadenti (fornirsi di spazzolino e dentifricio da viaggio)
Quando qualcuno ci versa da bere, non solleviamo il bicchiere verso la
bottiglia e per rifiutare non copriamolo con la mano, basta dire “No grazie”
Non si prende mai in mano il bicchiere della persona cui si versa da bere
Ci si pulisce la bocca con il tovagliolo prima e dopo aver bevuto
Assolutamente vietato sollevare il mignolo quando si beve
Si beve a piccoli sorsi, senza far rumore, né vuotare il bicchiere di un fiato
La mano che tiene il bicchiere sta su da sola, senza bisogno di
appoggiare sul tavolo il gomito
Il bicchiere non va riempito fino all'orlo, ma solo per tre quarti
Non si mescolano acqua e vino nello stesso bicchiere
Non si deve insistere per versare da bere a chi rifiuta
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Forchette e coltelli vanno impugnati tenendoli tra il pollice e l'indice,
allungando leggermente quest'ultimo dito lungo il manico della posata, per
esercitare la giusta pressione necessaria per tagliare o per infilzare il
boccone, ma senza mai toccare la lama del coltello o i rebbi della
forchetta
Il cucchiaio va tenuto tra pollice e indice, mentre le altre dita sono
ripiegate verso il palmo della mano. Esistono due modi per portare il
cucchiaio alla bocca: accostarlo di lato tenendo il manico parallelo alle
labbra oppure avvicinarlo alla parte più stretta e appuntita dell'ovale. Finita
la minestra, il cucchiaio va lasciato nella fondina
Tra un boccone e l'altro o in attesa di essere serviti di nuovo nello stesso
piatto, le posate, che non vanno mai trattenute in mano senza essere
utilizzate, devono essere poste con le punte a contatto e i manici
lievemente divaricati ai bordi del piatto
.A fine pasto tre possibilità altrettanto giuste:.
Ossa, lische e noccioli si fanno scivolare dalla bocca sulla forchetta, e poi
sull'orlo del piatto
Non si intinge il pane nel sugo o nella salsa
Non si porta mai il coltello alla bocca
Non si adopera il coltello con: il pesce (salvo che manchino le posate
apposite), la frittata, le uova (anche sode), i legumi, le verdure cotte e
crude, i soufflé, i flan, gli sfornati
Per prendere il sale dalla saliera si deve usare l'apposito cucchiaino, non
la punta del coltello (o peggio le dita)
Come usare le posate a tavola
Tre forchette alla sinistra del piatto, due coltelli e un cucchiaio alla destra, altre tre
posate davanti al piatto, tre bicchieri differenti. Ti trovi in un ristorantino chic, il
maître parla esclusivamente francese e tu hai da 10 minuti di fronte una piccola
"quaglietta marinata al lampone", ma non sai da quale posata cominciare… Panico!
Si tratta senza dubbio di un incubo per tanti; in questi casi è meglio conoscere
queste poche norme
Preparare il menù
Ipotizziamo che tu abbia deciso di invitare il tuo datore di lavoro a cena. Ovviamente
vuoi fare bella figura e vuoi che anche i minimi particolari siano debitamente curati.
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Il primo passo da compiere è definire il menù delle portate che saranno servite.
Infatti, secondo il tipo di pietanza dovrai provvedere alla scelta della posata
appropriata. Ad esempio: è inutile predisporre un cucchiaio se nel menù non è
prevista una pietanza in brodo. Analogamente dovrai definire la sequenza delle
portate, partendo dall'aperitivo per arrivare fino al dessert.
Le regole d'oro
1. Le posate per le pietanze salate vanno disposte ai lati
del piatto, quelle per il dolce e la frutta in alto, davanti
al piatto. Eventualmente le posate da frutta possono
essere portate in tavola al momento.
2. La disposizione, come anticipato, deve tener conto
dell'ordine in cui saranno serviti i vari piatti. Man mano
che saranno portate le pietanze, il commensale userà
le posate sistemate più all'esterno, scalando via via
verso quelle più interne.
3. Per ogni portata devono essere predisposte altrettante
posate. Chi si occuperà del servizio dovrà badare a
portare via le posate usate di volta in volta.
4. Le forchette vanno a sinistra, i cucchiai e i coltelli a
destra; sopra vanno le posate da dolce, frutta e
formaggio. I coltelli vanno rivolti con la lama verso il
piatto, mentre cucchiai e forchette devono avere la
parte concava verso l'alto.
5. Evita di mettere sul tavolo troppe posate. Ricorda che i
coltelli non possono mai essere più di 3. Se il pasto
avesse bisogno di ulteriori posate, aggiungile di volta
in volta.
Come usare le posate
Fra un boccone e l'altro, forchetta e coltello vanno riposti sul piatto, vicino
ai bordi, paralleli tra di loro o con le punte leggermente convergenti.
Terminata la pietanza, le posate invece devono essere lasciate al centro
del piatto. Il cucchiaio, una volta usato, va posato dentro il piatto col
manico che sporge dall'orlo.
Gli spaghetti e la pasta lunga in genere si mangiano arrotolandoli con la
sola forchetta, senza usare il cucchiaio. Per le frittate non si usa il coltello,
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solo la forchetta. Il paté e le mousse si mangiano con la forchetta e non si
spalmano sul pane, ma su crostini appositamente preparati.
Il pane non si taglia con il coltello ma si spezza con le mani.
Presentazioni: come essere corretti e disinvolti
Come impressionare gli altri facendo una presentazione
Pronuncia i nomi chiaramente e distintamente. Quando farfugli il nome di
qualcuno o lo pronunci a voce talmente bassa che ti è chiesto di ripeterlo,
non stai facendo un buon lavoro...
Se sei tu a essere presentato male, sussurra all'orecchio di chi ti presenta
il tuo nome corretto. Preferisce certo essere corretto da te piuttosto che
continuare a presentarti in modo sbagliato.
Usa nome e cognome e anche il titolo - se esiste - della persona che
presenti. Alla gente piace sapere con chi sta parlando...
Nomina il posto o la città dove la persona vive, se questo è importante per
capire chi è.
Se devi presentare qualcuno, fallo alla svelta. Nessuno ama stare in
disparte in attesa di essere presentato...
Quando non ti ricordi il nome del tuo interlocutore
Devi presentare qualcuno e non ti ricordi il suo nome...che situazione terribile...
Ricorda, difficilmente si avvera il miracolo che quella persona pronunci da
sola il suo nome...tocca a te provvedere in merito!
Rimedia immediatamente con una frase del tipo: "Perdonami, ho
dimenticato il tuo nome. Devi sapere che spesso ho difficoltà anche con il
nome di mia madre". Il tuo interlocutore si farà una bella risata e non ce
l'avrà con te.
Se sei tu nella situazione e ti sembra che il tuo interlocutore non ti presenti
perchè ha scordato il tuo nome, prendi l'iniziativa ed esci allo scoperto.
Quando non conosci nessuno
Fai due bei respiri profondi prima di entrare nella sala dove non conosci
nessuno.
Metti una bella carica di vivacità nella tua voce e ripetiti che ti senti bene e
tranquillo.
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Entra, così "pompato" nella stanza a testa alta e col sorriso sul volto!
Appena varcata la soglia, individua due o tre persone che conversano
affabilmente. Dirigiti verso di loro e appena fanno una pausa nella
conversazione, presentati alla persona più vicina a te. Con sicurezza.
Come e quando proporre un brindisi
Il brindisi è un'arma sociale potentissima
Come e quando proporlo
Il brindisi non è proprio solo di occasioni "ufficiali" come matrimoni, cerimonie di
premiazione: va benissimo anche in una normale festa aziendale!
Proporre un brindisi è una strada che hai per raggiungere diversi obiettivi: riprenderti
da una gaffe, placare un diverbio, replicare a un insulto, defilarti da una compagnia.
Puoi proporre un brindisi quando devi fare un annuncio o semplicemente perché
qualcuno ti porta qualcosa da bere e tu vuoi rendere con un gesto simbolico la bella
atmosfera di allegria che c'è nell'aria…
In genere, prima di procedere al brindisi, è buona educazione aspettare una pausa
delle conversazioni, così come è buona educazione smettere di parlare se qualcuno
leva il calice…
Due suggerimenti
Dopo aver brindato, non scolarti tutto il contenuto del bicchiere! A meno
che non fosse davvero poco, oppure a meno che tu ti trovi in un paese
come la Russia, dove l'usanza impone di fare un bel sorso lungo…
Se qualcuno propone un brindisi mentre tu hai il bicchiere vuoto, alzalo
soltanto in segno di omaggio, non far finta di bere e non fermare tutti
dicendo: "Ferma, ferma, prima devo fare il pieno!!". Veramente pessimo.
Lasciare la mancia: quando e quanto...
Esprimere la propria soddisfazione con stile: l'importanza della mancia
Contrariamente a quanto potresti pensare, la mancia non è un optional...
E' verissimo che non sei costretto da nessuno a darla, specialmente quando non ti
ritieni soddisfatto del servizio che ti è stato offerto.
Ma è altrettanto vero che quando invece sei soddisfatto o non hai particolari appunti
da muovere al servizio reso, è meglio darla. Dimostra che sei una persona elegante.
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Inoltre tieni presente che, soprattutto all'estero, la mancia è la voce che incide di più
sugli introiti mensili di camerieri, fattorini, portieri, etc...privarne la persona
interessata non è cortese.
Alberghi
Dai al portiere 2 euro se ti porta il bagaglio fino alla reception, e 4 euro a
bagaglio al fattorino che ti porta le valigie in camera.
Dai al fattorino che ti porta messaggi, biancheria pulita, pacchetti, 2 euro
ogni volta che apri la porta ed è lui. Se sei particolarmente soddisfatto del
servizio, puoi pure abbondare...
La gratitudine per il servizio in camera spesso è già inclusa nel conto
(controlla prima di firmare la ricevuta), ma se il cameriere ti serve come un
principe o come se fossi il cliente più importante dell'albergo, prevedi pure
un extra di 10 euro per ricompensarlo.
Se la reception ti fornisce dei servizi particolari come la prenotazione dei
biglietti del teatro o la prenotazione del ristorante che hai scelto, lascia
almeno 10 euro.
Ristoranti
Dai alla guardarobiera 2 euro per borsa, cappotto, sciarpa.
Per il maître tieni pronti 10 euro se riesce a trovarti un bel tavolo nella sala
completamente stracolma e iperprenotata .
All'inserviente della toilette (vale anche in autogrill) dagli 1 euro.
Calcola poi una mancia del 7% sul totale del conto per il cameriere che ti
ha servito tutta la sera.
Infine, quando te ne vai, lascia 5 euro al portiere che ti ha trovato un taxi o
al posteggiatore che ti ha riportato la macchina!
Come attaccare discorso durante le occasioni mondane: per non restare zitti
in un angolo
Preliminari
Una volta scelto il gruppo di persone "bersaglio" del tuo approccio, si presenta il
grande dilemma: stringere o non stringere la mano?
La risposta è…no! Se le persone cui ti vuoi rivolgere stanno già parlando fra loro e
magari hanno per le mani un bicchiere o un piatto di pasta, un tramezzino, NON
DEVI porre la mano da stringere. Il gesto in sé indica buona educazione, ma in
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questi casi porrebbe l’accento troppo il fatto che ti vuoi inserire nel gruppo; potrebbe
essere fastidioso agli occhi degli altri. Certo, se qualcuno ti presenta o ti porge la
mano, allora è consentito…
E con i sorrisi, come si fa? In genere è meglio non sorridere a bocca piena,
spalancata, entrando in un gruppo. Preferisci un discreto sorriso a bocca chiusa
Quattro approcci
Approccio diretto: funziona perché va a toccare la corda della timidezza che c'è in
ognuno di noi e poi perché mette i tuoi interlocutori in una posizione di potere (loro
già si conoscono) che non li fa sentire minacciati. L'unico problema? Sembrare
sinceri…e per sembrarlo un po' bisogna pure esserlo! Attento/a però: usa questa
tecnica solo quando non conosci davvero nessuno, altrimenti può essere
controproducente..!
Intrufolo: avvicinati senza dare nell'occhio al gruppetto che hai scelto… Fai
piano…e nel frattempo ascolta attentamente tutto ciò che è detto. Quando sarai
abbastanza vicino/a, inserisciti senza dare nell'occhio nella conversazione, come se
ci fossi sempre stato, in modo che gli altri quasi non si accorgano della tua
intrusione. Questo in genere predispone bene le persone perché non vivono
l'ingresso nella loro conversazione come un'intrusione, anche se lo è. Attento/a però
a portare a termine la tua manovra: devi dire qualcosa di pertinente in breve tempo,
altrimenti ti sale l'ansia, vieni preso/a dai dubbi e fallisci miseramente…!
Tattiche Adulatorie: qui si va nell'ovvio, non c'è molta necessità di spiegare, ma
anche in questo caso esistono errori possibili nei quali non bisogna cadere;
Mai strafare! Non cominciare con apprezzamenti sul vestito di qualcuno, è troppo
invadente come incipit. Magari dirotta la tua attenzione sugli accessori, tipo gli
orecchini (meno diretti)
Mai essere troppo esuberanti.
Mai dire : "Scusate, ho visto che siete persone simpatiche, posso fermarmi un po'
qui con voi?". Ti guarderanno come un appestato…
Il test di Sottigliezza: Osserva e studia con precisione una o due persone del
gruppo a cui miri, cerca di ascoltare quello che dicono nella conversazione. Impara
in pochi minuti come si comportano, che tipi sono.
Ancora in generale
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Non dire mai a qualcuno per agganciarlo/a: " Lei che lavoro fa?".
Domanda terribile!
Se vuoi socializzare in una festa, non portarti amici: socializzare in coppia
è molto più difficile che da soli…
Qualsiasi cosa ti esca di bocca come battuta iniziale del tuo approccio,
dilla convinto e con sicurezza: se non ne sei convinto neanche tu, come
puoi convincere gli altri??
Come uscire da una conversazione in modo delicato
Quando defilarsi
Posto che uscire da una conversazione spesso è quasi più difficile che entrarvi, non
ci si può defilare bruscamente, ma ci vuole stile, come in tutte le cose.
Primo motivo per defilarsi: il tuo interlocutore ti fa soffrire. Nessuno prova piacere a
conversare con mister Attaccabottoni o miss Rompiscatole. Per questo è meglio
svignarsela e alla svelta!
Altra situazione: il gruppetto di persone che ti stavi lavorando evapora piano piano di solito per la presenza di un individuo sgradevole - e tu finisci per restare solo con
questa persona. Prima di farti prendere dal panico, trova una scusa e scappa.
Occhio all'orologio: se sei a una festa per conoscere persone, non trattenerti mai più
di venti minuti - mezz'ora con ciascuno…
Il galateo della fuga
Prima di fuggire da qualsiasi gruppo devi sapere DOVE fuggire: scegli
preventivamente un altro gruppetto di persone o un luogo, il bagno o il buffet ad
esempio… Molte classiche frasi di fuga contengono un accenno al luogo in cui sei
diretto/a! E poi, se non dai l'impressione di avere una destinazione chiara, chi si
vede abbandonato da te, potrebbe offendersi…
Le cinque leggi che regolano l'uscita da un gruppo:
1. Mentire è ammesso. Indispensabile.
2. Nessuno sa quel che davvero pensi. Tutti devono accontentarsi
di quel che dici loro.
3. Il tuo interlocutore pensa soprattutto a se stesso.
4. Meglio fuggire da qualcuno che vedere qualcuno che fugge da
te: prendi l'iniziativa!
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5.
Cambiamento=movimento, movimento=cambiamento. La stasi
è la morte della socializzazione.
...manovre per uscire di scena
Approccio diretto…in retromarcia. Dì semplicemente che vuoi socializzare
con altri.
La dissolvenza: si può usare quando non si è completamente impegnati in
una conversazione e ce la si può svignare senza troppi problemi. Mentre
non ti guardano, comincia a indietreggiare lentamente…
Cambio della guardia: quando una persona nuova entra nel gruppetto in
cui sei e te la vuoi svignare, approfitta della nuova energia che si origina
dal cambiamento e prima che il gruppo si assesti di nuovo, allontanati
Fuga indolore: quando ti trovi di fronte ad un interlocutore insopportabile o
logorroico, cerca di concentrarti su ciò che ti dice in modo da trovare un
possibile appiglio per assumere il controllo della conversazione. Quando
ce l'avrai fatta, non dargli/le modo di riprenderselo: porta la conversazione
verso una conclusione che sembri naturale e dirigiti verso qualcuno
facendo finta di conoscerlo.
Finta ricerca: mentre sei tu a parlare (hai finalmente preso il controllo della
conversazione con miss Noia in Persona…!) getta gli occhi a destra e
sinistra dando l'impressione di cercare una persona in particolare. Dopo
qualche minuto, congeda la persona con cui non vuoi più parlare
dicendole di aver finalmente visto chi cercavi. Giustifica tutto col fatto che
non vi vedete da vent'anni, che devi discutere d’importanti questioni di
lavoro…etc..
Avere o essere ospiti
L'arte di ospitare è altrettanto difficile di quella di essere ospiti. Vi sono anfitrioni
particolarmente dotati e quindi, gli inviti a casa di costoro, sono molto ambiti. Vi
sono peraltro invitati doc, e sono quelli richiesti in quasi tutte le riunioni in quanto,
con il loro comportamento disinvolto ma simpatico e educato, aiutano la riuscita
della serata.
Avere ospiti a casa
Chi riceve:
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Nell'invitare deve essere chiaro sull'ora e il giorno dell'invito ed anche sul
tono dell'occasione, per permettere all'ospite di vestire in maniera
adeguata.
Una persona nuova, conosciuta in casa d'altri, deve essere invitata
insieme a coloro presso cui è avvenuta la conoscenza.
Neanche durante la visita più informale di amici intimi, sono permesse le
pantofole. Si deciderà per un capo semplice ed elegante (ma non
esagerato) per non offuscare chi ospiti.
Cercare di riunire persone affini per posizione sociale e educazione, ma
con professioni diverse altrimenti la conversazione sarà noiosa.
Evitare di accoppiare persone di note opposte fedi politiche o che hanno
litigato o ex coppie.
Esilia (senza pietà), in un'altra parte della casa, i tuoi adorati amici a
quattro zampe.
Il padrone di casa non deve pretendere di divertirsi.
Se non c'è personale di servizio: l'uomo accoglie gli ospiti sulla porta,
appende i cappotti degli uomini e invita le signore a lasciare i propri sul
letto della camera matrimoniale. La moglie li attende in salotto, da loro il
benvenuto e fa le presentazioni, accennando qualche domanda per
fornire lo spunto a conversazioni successive. In attesa della cena, offre gli
aperitivi man mano a chi entra. Non chiede mai "che cosa volete", ma
avrà preparato o un cocktail speciale oppure diverse bottiglie a scelta.
Piattini con olive, salatini e piccole tartine serviranno a stuzzicare
l'appetito in attesa della cena.
Il bravo anfitrione deve cercare di pilotare la conversazione in modo tale
che tutti possano intervenire, bloccando qualche ospite troppo
chiacchierone (con tatto, naturalmente).
Se qualche cosa non va come dovrebbe nell'organizzazione, cerca di
rimediarvi senza dare nell'occhio; se non può fare nulla, lo ignora.
Se qualcuno degli ospiti sa cantare o suonare o raccontare barzellette, gli
può chiedere di esibirsi solo se è sicuro di fare una cosa gradita a lui e
anche agli altri presenti.
Saprà poi arginare con garbo e fermezza il protagonismo di chi, una volta
al centro dell'attenzione, non vuole più tornare nell'ombra.
Salvo che non si fosse deciso prima il programma della serata, tipo "dopo
cena un giro di carte" non impone a nessuno un certo tipo di passatempo,
al massimo offre un sottofondo musicale piacevole che però non costringa
ad alzare la voce.
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L'ospite che decide di accomiatarsi si aspetta una frase del tipo: "ci lasci
già?", "non puoi fermarti ancora un po'?", ma sarebbe infastidito da
maggiore insistenza.
Al momento del commiato, il marito accompagna all'uscita chi se ne va, lo
aiuta a indossare il cappotto, lo ringrazia per essere venuto e aspetta sulla
porta fino a che non abbia preso l'ascensore o le scale. La moglie si unirà
a lui per salutare l'ultimo invitato.
Non permetterà che si sparli o si rida alle spalle dell'ultimo che si è
allontanato, se accade, cambierà discorso.
Come assegnare i posti a tavola
Quando si decide di invitare un buon numero di ospiti per un banchetto, è buona
norma fare in modo, da perfetti padroni di casa, di assegnare in anticipo i posti agli
ospiti, in modo da non abbandonarli nell'imbarazzante situazione di scegliere da soli
dove sedersi.
Naturalmente, quanto più il pranzo sarà formale, tanto più le regole da rispettare
saranno rigorose.
Ecco in semplici passi come districarsi tra le regole del galateo e rispettarne i
principi di base.
Per una tavola con dieci commensali
Se il tavolo è di forma rettangolare e gli ospiti sono sufficientemente
numerosi, ad esempio sono in dieci, i padroni di casa occuperanno i posti
a capotavola.
In particolare la padrona di casa, se manca il personale di servizio,
occuperà il posto più vicino alla cucina; alla sua destra avrà l'ospite
maschio di maggior riguardo (il più anziano, il più importante o il meno
conosciuto) e alla sua sinistra il secondo per importanza.
Allo stesso modo il padrone di casa avrà alla sua destra la signora di
maggior riguardo e alla sua sinistra la seconda per importanza. Si
alterneranno poi uomini e donne, con l'accorgimento di dividere le coppie.
Per una tavola con otto commensali
Se i commensali sono otto, solo uno dei padroni di casa starà a
capotavola e avrà di fronte l'ospite più importante del suo stesso sesso.
Secondo il galateo anglosassone a capotavola in questo caso deve
sedere l'uomo, invece secondo il galateo latino, la donna.
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Se poi la tavolata è lunga, i posti d'onore sono al centro del tavolo e qui
staranno i padroni di casa e gli ospiti rispettando le regole esposte in
precedenza . Più ci si avvicina al fondo del tavolo meno diventano
importanti i posti.
Per una tavola con quattro commensali
Se al banchetto è stata invitata soltanto un'altra coppia, l'unica regola da
rispettare è che il padrone di casa deve avere alla sua destra l'invitata.
Infine una cura speciale: se si invitano persone mancine bisogna cercare
di farle sedere all'estremità sinistra del tavolo in modo da evitare loro
imbarazzanti scontri di gomito con il vicino.
Essere ospiti in casa
L'invitato:
Se l'invito è scritto, è obbligato a confermare telefonicamente prima
possibile; se è a voce, non chiede, prima di accettare, chi siano gli altri
ospiti.
Non estende l'invito ad altri; può, eccezionalmente, telefonare in anticipo
per chiedere il permesso di farlo (a patto che l'amico sia molto decorativo
e molto educato). Vietato farlo per le cene placeé (cioè quando la cena è
seduta e a numero chiuso).
Cura il proprio aspetto in modo particolare, qualunque sia il tono
dell'occasione: indossi pure i jeans, ma con una camicia impeccabile,
accessori ben scelti, una gradevole fragranza da dopo-doccia...
Non conduce con sé bambini o animali, salvo che l'invito non li comprenda
esplicitamente.
Cerca di essere piacevole partecipando alla conversazione senza, però,
monopolizzarla. Evita accuratamente i suoi problemi personali.
Lascia ai padroni di casa l'iniziativa di offrire da bere, sceglie tra quanto
proposto ed evita, se non c'è nulla di suo gusto, di chiedere altro.
Se in casa di non fumatori, chiede il permesso prima di accendere una
sigaretta.
Non si toglie la giacca, non si siede scompostamente né si sdraia sulle
poltrone, non tocca né sposta gli oggetti, non assaggia nei piatti di portata,
non dà consigli, non disapprova.
Non beve più di quanto farebbe se pagasse le consumazioni, né fuma di
più perchè gli è messo a disposizione un intero pacchetto.
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Finge di ignorare quello che non va, non esprime critiche su nulla, ma
neppure loda tutto, perchè così toglierebbe valore all'apprezzamento.
In caso di necessità chiede di "potersi lavare le mani".
Se deve accomiatarsi presto, non si fa notare dagli altri ospiti, per non
dare il segnale della partenza a tutti, e "fila via all'inglese", cioè salutando
solo i padroni di casa cui spiegherà i motivi, esprimendo rammarico di non
potersi fermare più a lungo.
Cosa regalare
Quando si è invitati:
Se siamo invitati da amici possiamo portare direttamente un mazzo di fiori, o un
libro o un DVD (regali che, se non piacciono, o si hanno già, si possono cambiare).
Se conosciamo bene i gusti del destinatario, e lo stile della casa, possiamo portare
un piccolo oggetto prezioso, d'argento, di cristallo, di porcellana.
Se ci sono dei bambini, potremmo sbizzarrirci con giochi o libri illustrati o DVD di
cartoni animati.
Non molto originali ma sempre "giusti", una scatola di dolci o cioccolatini, oppure
una bottiglia di vino o champagne, purché sia davvero buona.
Dobbiamo, però, tenere presente che il galateo impone, a chi riceve il regalo, di
aprirlo immediatamente e condividerne il contenuto con i presenti. Quindi nessun
problema con cioccolatini o dolcini vari che possono accompagnare il caffè, ma il
vino come sappiamo, deve essere armonizzato con le vivande offerte.
Non conoscendo il menu, quindi sarà bene orientarsi sui liquori o vini da dessert,
oppure su spumanti o champagne brut, da portare già opportunamente raffreddati, e
che potranno essere serviti come aperitivo.
Il vassoio di paste o i gelati non si addicono per un invito a cena in quanto
rischierebbero di sciupare l'armonia del pasto (a meno che, ad una richiesta
specifica tra amici "cosa porto?" il padrone di casa non vi dica "tu pensa ai
dessert").
Il galateo de fiori
A chi regalare fiori?
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A chi amiamo, a chi ci è simpatico, a chi dobbiamo gratificare, a chi possiede poco
per dargli l'illusione del superfluo, a chi ha tutto per donargli una bellezza senza
termini di paragone.
Perché?
Per esprimere un augurio, manifestare un affetto, partecipare, ringraziare.
Quando?
Per un invito a cena: la pianta o il mazzo di fiori va recapitato qualche ora prima
dell'invito, in modo che la padrona possa fare più bella la casa. Di persona? Solo un
mazzolino poco ingombrante.
Per lauree e compleanni.
Per il ritorno a casa per una nascita o una convalescenza.
A Natale, sì all'omaggio floreale al professionista che ci ha seguito con particolare
competenza.
Nei rapporti di lavoro, congressi o convegni, accogliere i convenuti con un fiore, fa
sempre piacere.
Fiori a un uomo? Perché no?
Evitare rose, gigli o violette. Ma una composizione od una pianta fiorita, se lui ha il
pollice verde, sarà sicuramente gradita. Ma anche uno spinoso e, costosissimo,
cactus.
Anche i fiori seguono le mode, non ci sono però tavolozze ufficiali dei colori trendy,
ne trattati sugli accostamenti giusti o su quelli cafoni. Ma il linguaggio che abbinava
al fiore giallo la gelosia, si è evoluto.
Ecco un elenco aggiornato dei fiori che fanno "tendenza":
GAROFANO
E' tra i più venduti (pensare che era scomparso da un sacco di tempo). Gli
americani l’hanno rilanciato, nella nuova qualità screziata, bianco o giallo con
pennellate di rosso, consacrandolo come "il fiore del corteggiamento gay".
Il garofanino profumato alla cannella, da regalare in grandi mazzi legati da rafia
naturale, è tornato di moda; Dianthus o "fiore di Giove" compare spesso nei ritratti
maschili del Rinascimento: significa amicizia, fedeltà e fiducia.
Nella varietà con i petali che sfumano dal bianco al verde acido, presentato in un bel
vaso d'argento, è molto chic.
.
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ANTHURIUM
E' molto decorativo, e altresì molto moderno. Adatto a chi ama le linee pulite
all'orientale, e magari, possiede una casa feng shui.
Il più indicato è quello bianco oppure verde tenue o appena rosato.
Il massimo dell'effetto è regalare un unico anthurium in un vaso alto bianco e
geometrico.
GIRASOLE
Di solito se ne regala uno per volta avvolto in carta gialla da macelleria.
Molto decorativo, fa tendenza, è ideale per un omaggio tra amici (anche se il suo
significato è falsità).
Era il fiore degli Incas, diventò poi il simbolo di Luigi XIV di Francia, il Re Sole.
Volge il capo a seguire il corso del sole, si potrebbe insinuare che sta sempre "dalla
parte giusta".
ORTENSIA
Il suo significato è freddezza e solitudine, quindi mai regalarla alle single.
Sempre a tutto il resto del mondo, soprattutto la varietà dai fiori appena verdini: è
molto trendy.
PEONIA
Fiore femminilissimo, con corolle enormi ma morbide e lievi.
Offrirle bianche a una signora è il colmo della raffinatezza.
Per i cinesi, la peonia, è come per noi la rosa: la regina dei fiori.
TULIPANO
Ha moltissimi significati: da "sei il primo amore" a "ammiro la tua riservatezza".
Va da solo o mischiato a iris, margherite o fresie.
E' il fiore dell'amore dell'antica Persia, ma la "tulipomania" imperversò in Europa nel
'500. Nei Paesi Bassi il fiore arrivò via Venezia e Vienna, e ci fu chi si rovinò per un
bulbo, poiché costava più di un quadro. Così molti si consolarono con quelli dipinti
su tela che oggi, in compenso, valgono miliardi.
CALLA
Bellissima per la sua spata slanciata e avvolgente, è perfetta per un omaggio
formale.
Di origine africana, è diventata uno dei simboli dell'Art Dèco. Ce ne sono di diversi
colori, oltre al classico bianco, gialle, rosate e violacee.
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ROSA
Ormai superate le classiche dal gambo lunghissimo.
Fa più chic quella antica, sontuosa e vellutata.
Oppure il bouquet corto fitto di corolle.
Fino a due secoli fa la rosa fioriva solo in primavera, fu Giuseppina Beauharnais a
introdurre in Europa la qualità di rose rifiorenti, grazie agli incroci con quelle cinesi.
AGAPANTO
Se avete un'amica "tremendamente chic" e un po' formale, fateglielo recapitare,
magari prima di un invito a una cena di rappresentanza, da solo o insieme a pochi
altri fiori.
Il nome deriva dal greco agape (affetto), ma questo fiore, originario del Sudafrica, è
soprattutto un esempio di autentica classe. Alto, slanciato, dalla ricca infiorescenza
azzurra a ombrello, ha bisogno di un ambiente ampio intorno.
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ALLIUM
E' il fiore dell'aglio (ma non spaventatevi), perché i sontuosi globi di fiorellini stellati
si possono donare senza paura e faranno la gioia di una padrona di casa che ama
l'arredo minimale.
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AMARYLLIS
E' un fiore particolarmente vistoso che fa sicuramente fare un figurone a chi lo
regala per ringraziare di una gentilezza. Se siete un po' esibizionista, questi grandi
fiori a imbuto, amaranto, rosso, rosa e bianco, saranno un perfetto biglietto da visita;
non dimenticate poi, che il nome è quello di una ninfa greca e che vuole dire
splendente.
ANIGOZANTHOS
Sono i fiori simbolo dell'Australia.
E’ un fiore decisamente anticonvenzionale ed è adatto da regalare anche ad un
uomo.
In particolare all'amico o al professionista che ha già tutto.
I racemi dai fiori verde-gialli, talvolta screziati di rosso, sono coperti da una peluria
lanuginosa.
E' un fiore che va regalato da solo.
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FRITILLARIA
Della vera signora ne stuzzica la vanità.
La fritillaria imperialis, è il prediletto da Elisabetta I di Inghilterra.
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Ostenta la superba corona di fiori a campana, sospesi in cima allo stelo e oscillanti
sotto un cerchio di foglie. Il nome deriva dal latino "fritillus", ciotola dei dadi, cui
somiglierebbe.
FUCSIA
Da regalare a chi ha il pollice verde.
Oggi, dopo un periodo di oblio, è tornata di gran moda.
E' simbolo di amabilità, e va donata in prevalenza a una padrona di casa che
v’inviterà per una colazione in campagna. Gli ospiti che Paola di Liegi riceve nelle
Serre Reali in Belgio, percorrono una fiabesca galleria di fucsie.
Così come se vi capiterà di fare un salto in Irlanda, vedrete chilometri di muretti in
pietra che ne sono rivestiti.
.
GLOXINIA
E' la pianta più trandy da regalare a una single.
Con i suoi fiori a calice, rossi o rosa, le sue foglie carnose, è vistosa e sensuale; non
ama il troppo caldo pur essendo una pianta estiva e ad ottobre dovrete dirle addio.
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IBISCO
Fiore perfetto per una donna sfavillante ma incostante: dura un solo giorno.
La pianta di hibiscus rosa viene da lontano: in Polinesia è portato tra i capelli dalle
ragazze, mentre i ragazzi ne tengono uno dietro l'orecchio destro se sono fidanzati,
mentre se sono liberi dietro l'orecchio sinistro. Decidete voi che simbologia
desiderate esprimere.
ORNITOGALO
E' un simbolo di devozione e gratitudine; è simbolo anche di verginale purezza. Si
regala da solo o in composizioni di sapore antico. Gli inglesi lo chiamano "Star of
Bethlehem" perché con il colore bianco argenteo dei fiorellini, sembra la coda della
cometa.
.
RIBES SANGUINEUM da fiore
Se volete stupire con qualche cosa di strano e inconsueto, vi consiglio questa pianta
da giardino che arriva dalla California e, più che per i frutti, è pregiata per i fiori di
color rosa intenso. Oggi la moda vuole delle composizioni floreali inneggianti la
natura, con infiorescenze campestri, bacche e frutti.
.
ORCHIDEA
Per finire parlo un po' di questo esotico fiore che oggi è regalato in molte occasioni.
Le diverse qualità più in voga sono : le Phalaenopsis, che nella loro essenzialità
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ricordano
i
grafismi
giapponesi,
la
Vanda,
la
Cambria.
Forse però non ne conoscete il significato nel linguaggio dei fiori, eccolo: "Grazie
per esserti concessa". Attenzione dunque.
Se è per questo, ai tempi della regina Vittoria, non si poteva neanche pronunciarne
quel nome derivato da "orchis" (i tuberi tondi e appaiati, assomigliano agli attributi
maschili).
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TEST
1) In occasione della presentazione di vostra moglie ad un collega o al vostro
capo, qual è la formula più corretta?
A) “ Lei conosce….. (nome), mia moglie? ”
B) “ Lei conosce la mia consorte? ”
C) “ Lei conosce la mia signora? ”
D) “ Lei conosce… (nome e cognome)? “
2) Sui biglietti da visita è lecito:
A preporre al nome titoli nobiliari e titoli accademici
B barrare il titolo di studio quando si consegna il biglietto a un amico
C scrivere il titolo di studio in grassetto
D scrivere il cognome materno, se nobile
3) Se si decide di consegnare un regalo a mano, come comportarsi con il
biglietto?
A) Allegarlo al regalo
B) Spedirlo in anticipo
C) Lasciarlo in seguito in portineria
D) Si può eliminare
4) Quale di questi comportamenti si addice a un gentiluomo che va a prendere
una signora con l'automobile?
A Scendere dall'auto e aprire la portiera per fare entrare in automobile la
signora
B Scendere dall'auto per lasciare guidare il veicolo dalla signora
C Aspettare la signora seduto in macchina
D Far salire la signora in auto e accendere la radio ad alto volume per
mitigare un eventuale imbarazzo iniziale.
5) In una riunione, suona il cellulare (avete dimenticato di spegnerlo). Che
cosa si può rispondere?
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A Soltanto "Sì" e "No"
B "Adesso non posso"
C "Scusa, ti posso richiamare più tardi?"
D E' meglio non rispondere al telefono
.
6) Quando chiamiamo una persona al telefono cellulare, con quale delle
seguenti frasi è meglio esordire?
A) “Dove sei?”
B) “Ti disturbo? Posso parlarti?”
C) “Finalmente sono riuscito a trovarti! Volevo dirti…”
D) “Richiamami subito”
7) Per rispondere ad un messaggio di posta elettronica, cosa è meglio fare?
A) Selezionare il tasto “rispondi” e digitando il testo di risposta.
B) Selezionare il tasto “rispondi”, avendo l’accortezza di cancellare il testo originale,
ma lasciando l’oggetto.
C) Selezionare il tasto “rispondi”, cancellando il testo originale e modificando
l’oggetto.
D) Selezionare l’indirizzo e chiedendo al mittente il permesso di rispondergli.
Risposte
1) Per presentare la moglie o dei famigliari, in genere, si dice il nome della persona
e si aggiunge il grado di parentela; quindi la risposta più corretta è la A
2) I biglietti da visita devono essere improntati alla massima semplicità: nome e
cognome soltanto per mandare un presente a domicilio; agli amici si aggiunga
telefono, indirizzo ed eventuale indirizzo di posta elettronica, mentre per affari anche
il titolo di studio e la posizione aziendale. Se si dispone di un solo tipo di biglietto ,
bisogna barrare il titolo di studio quando lo si utilizza per comunicazioni diverse da
quelle di lavoro. La risposta corretta è pertanto la B.
Da evitare lo sfoggio dei titoli nobiliari anche se è considerato lecito lo stemma del
casato per le famiglie di alto lignaggio. Secondo il galateo tradizionale, infine, la
carta dei biglietti da visita deve essere bianca mentre lo stampato è preferibile
limitarsi al nero.
3) Quando si porta un regalo a mano, il biglietto è d’obbligo, tanto più, che spesso i
padroni di casa non hanno il tempo di aprire immediatamente tutti i regali, e quindi il
biglietto è utile per l’identificazione. Se si portano dei fiori, non c’è bisogno di
biglietto; ma nel caso siano fatti recapitare prima dell’occasione o dopo,
naturalmente si.
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4) La galanteria nei confronti di una signora si manifesta sin dal primo attimo. Se si
va a prenderla in automobile, è indice di buona educazione scendere dalla
macchina per aprirle la portiera, facendosi trovare già davanti al portone quando lei
si presenta, anche in caso di auto guidata da autista (all'ora sarà quest'ultimo ad
aprirle la portiera).
Restare in auto mentre lei arriva non è educato e non la protegge da eventuali
pericoli in agguato per strada. Neanche la radio ad alto volume va d'accordo con la
buona educazione che suggerisce invece di rivolgerle la parola per iniziare la
conversazione. La risposta giusta è quindi la A.
5) E' con cortesia che si deve rimandare a più tardi la telefonata ricevuta sul
telefonino in un momento poco opportuno. Chi chiama, sentendosi rispondere in
malo modo, si chiederà perchè sia stato tenuto acceso. La risposta esatta è la C.
6) Con l’uso ormai “esagerato” dei cellulari, spesso si rischia di disturbare una
persona per futili motivi; quindi la risposta esatta è la B, in quanto l’interlocutore ha
la possibilità di confermare subito la sua disponibilità o meno di parlare. Il fatto di
utilizzare frasi tipo “ Che cosa stai facendo” o “Che fine avevi fatto” non sono gentili
e violano la privacy delle persone.
7) La risposta giusta è senz’altro la B in quanto, cancellando il messaggio originale,
si facilita la lettura di quello nuovo e si evitano catene infinite di “domande/risposte”.
Il fatto di lasciare immutato l’oggetto, in compenso, facilita il legame fra il primo
messaggio e la vostra risposta.
Piccoli consigli
Si abbottonano: la giacca dello smoking e quella del tight, mai quella del frac e mai
lo spencer. Se lo smoking è a doppio petto (e vuole solo 4 bottoni), dei due si
abbottona solo il superiore.
Si abbottonano completamente i panciotti del tight, del frac e dello smoking. Si
lascia sempre libero l'ultimo bottone inferiore dei sei del classico gilet. La giacca a
tre bottoni con il gilet si può lasciare, in maniera confidenziale, aperta, ma è meglio
abbottonare il centrale.
Senza gilet si abbottona il centrale o i primi due superiori. La giacca a due bottoni
vuole allacciato solo il primo superiore. Sul doppio petto (a sei bottoni), dei due si
chiude solo il superiore. Sul blazer (a sei bottoni) si allacciano tutti poiché l'orgoglio
dell'origine militare non vuole essere dimenticato. Mai e poi mai, si slacciano, sotto
la giacca, i bottoni dei polsini della camicia.
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Il fiore è un simbolo e s'intona alla tradizione. Verrà indossato all'occhiello
dell'impeccabile revers, solo la sera per salutare il giorno che muore. In Inghilterra
sarà un garofano, una gardenia in Francia, un'orchidea negli Stati Uniti. L'unico
colore consentito è il bianco.
Se vedrete un gentleman alle corse ippiche con un fiordaliso appuntato sul tight,
saprete che costui è a conoscenza delle regole corrette dell'abbigliarsi poiché, tale
fiore, è l'unico che si può portare di giorno. Eccezione alla regola: il fiore che
esibirete sul tight in occasione di un matrimonio.
Le iniziali ricamate a mano, sulla camicia in basso a sinistra, vi fanno stare nella
scia della tradizione classica. Cominciando a metterle sui fazzoletti, sulle pantofole,
sull'accappatoio, e su tutto il resto che vi verrà in mente, darete inizio a un
narcisismo sfrenato. E volgare.
Domande e risposte
D. Mi hanno chiamato a contribuire al regalo collettivo per un collega che mi è
profondamente antipatico; cosa devo fare, posso non partecipare?
R. Per chi si sposa, o ha un bambino oppure è il suo compleanno etc., non tiriamoci
indietro, né differenziamo l'offerta a secondo delle simpatie personali o, peggio,
sulla base di considerazioni utilitaristiche. Se poi siamo noi gli organizzatori,
badiamo che i regali siano dello stesso valore (i corredini identici, le rose in numero
uguale). Meglio sembrare privi di fantasia, che ispirare il risentimento di chi si crede
ingiustamente penalizzato.
D. Ho appena cambiato lavoro ma vengo dallo stesso settore e ho molta
esperienza. Come è meglio comportarsi nel nuovo ambiente?
R. Entrando in un nuovo ambiente di lavoro, anche se siamo dei "veterani" del
ramo, comportiamoci come se entrassimo in una casa sconosciuta: studiamo
l'atmosfera, le persone, i ruoli, le abitudini, non per giudicarli, o peggio criticarli, ma
per coglierne le "leggi non scritte" cui cercheremo di adeguarci con semplicità.
Salutiamo per primi e autopresentiamoci ai nuovi colleghi senza timidezza, né
eccessiva confidenza. Valutiamo bene la nostra posizione rispetto a inferiori e
superiori, e atteniamoci ad essa.
D. Sono da poco stato promosso e non ho ancora l'abitudine al comando.
Come comportarmi?
R. Per prima cosa usiamo sempre grande gentilezza. Nel dare ordini, facciamo uso
di "per favore" e "grazie"; è meglio evitare sia il tono tassativo, sia il tentativo di
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instaurare un rapporto di falsa complicità, come per farci perdonare la nostra
posizione. Per rimproverare o far rimarcare un errore, aspettiamo di essere a
quattr'occhi con "l'imputato", e ricordiamoci quanto diceva la grande Caterina di
Russia ovvero: che bisogna lodare ad alta voce e sgridare a voce bassa. Chi ha una
segretaria, si avvalga della sua collaborazione senza esagerare: non le chieda di
fare il numero per telefonate private, né l'incarichi di commissioni personali.
D. Ho spesso l'occasione di sedere accanto al mio capo in mensa, come
comportarmi?
R. Con la maggior naturalezza possibile, evitando di parlare di lavoro, ma anche di
assillarlo con ossequi eccessivi e atteggiamenti complimentosi. Che argomentazioni
dunque scegliere? Possiamo parlare dei figli, nostri, ma soprattutto suoi, delle
vacanze, dei viaggi. Insomma restiamo sui temi nostri, sono sempre i migliori.
D. Vorrei invitare il mio capo a cena a casa mia. Cosa fare?
R. La risposta dipende, naturalmente, dal tipo di rapporto, e anche dall'ambiente di
lavoro più o meno confidenziale. Come regola generale, dovremmo sempre lasciare
che sia lui a invitare per primo, ed evitare iniziative che potrebbero rivelarsi
inopportune: non tocca a noi pretendere di approfondire un rapporto con qualcuno
che in qualche modo ha un ruolo superiore.
E' importante comunque formulare l'invito in modo da lasciargli possibilità di rifiutare
senza sentirsi messo alle strette,per esempio con una frase volutamente generica:
"Mi farebbe molto piacere se lei e sua moglie potreste venire a cena da me una
sera". Se il boss si mostra interessato e disponibile, gli lasceremo scelta della data,
mentre, di fronte ad una risposta vaga del tipo "sarebbe bello" o "vedremo di
combinare", non insisteremo più ed eviteremo anche di tornare alla carica in
seguito; è evidente che non ha piacere di allacciare rapporti extra ufficio.
Nel caso di un assenso, organizzeremo una cena seduta per sei/otto persone, con il
capo al posto d'onore e altri ospiti scelti in modo che abbiano qualcosa in comune
con lui/lei: l'età, un interesse, un hobby. Proibitissimo, naturalmente, parlare di
lavoro. E altrettanto proibito, l'indomani, vantarsi della serata con colleghi non
ammessi.
D. Entrando in un bar è giusto cedere il passo ad una signora?
R. Assolutamente no! Infatti, chi accompagna una signora al bar spesso crede di
essere galante cedendole cavallerescamente il passo all'entrata, mentre in questo
caso il cavaliere deve entrare per primo, quasi come per accertarsi che l'ambiente
sia all'altezza della propria compagna.
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D. Sono un frequentatore abituale del bar sotto al mio ufficio, è giusto dare del
tu al personale?
R. Per prima cosa entrando nel bar, anche se è la succursale del nostro ufficio,
rivolgeremo un "buongiorno" generale, e nel fare l'ordinazione useremo sempre i
doverosi "per favore" e "grazie".
Se anche siamo frequentatori abituali di un certo locale, evitiamo di assumere arie
di padronanza, urlando "il solito" e dando del tu al barista; gesto solo in apparenza
democratico, che in realtà sottintende una netta mancanza di rispetto.
D. Al momento di pagare il conto al ristorante non so mai come comportarmi...
R. Quando si organizza un pasto al ristorante il segreto sta nell'essere chiari fin
dall'inizio. "Vieni a cena con noi da Pinco Pallino domani sera?" è una frase che non
lascia dubbi. Mentre se ci si mette d'accordo per andare a cena tra amici, magari
per scoprire un nuovo locale, è sottinteso che il conto verrà equamente diviso. In
parti uguali, naturalmente, in quanto tra amici una contabilità troppo puntuale è
sinonimo di grettezza.
E' concesso fare calcoli certosini con relativi passaggi di soldi solo se l'età media del
gruppo è sotto i vent'anni. Quando non si è più teen-ager si deve accettare di
contribuire a pagare quello che non si è consumato; però è buona regola
mantenersi, al momento di ordinare, più o meno al livello degli altri: se tutti
mangiano la pizza, evitare di ordinare un risotto con abbondante grattugiata di
tartufo...
D. Bisogna o no lasciare la mancia al bar o al ristorante?
R. Ci sono alcuni paesi dove la mancia è obbligatoria: gli Usa per esempio, perchè
nel conto non è inclusa la voce "servizio". In altri, invece, come il Giappone, è
considerata lesiva della dignità di chi la riceve. Qui da noi la mancia è ancora un di
più, una possibilità offerta al cliente di stabilire un rapporto diretto, e di premiare
immediatamente chi lo ha servito con particolare solerzia e gentilezza. Ecco perchè
non dobbiamo sentirci obbligati se non siamo stati trattati bene.
Al ristorante, non è più in uso calcolare la mancia in rigorosa percentuale sul conto,
dal momento che i prezzi sono molto aumentati. Niente mancia se chi ci serve è il
proprietario. Al bar basta, volendo, arrotondare l'importo, cioè lasciare gli spiccioli
del resto sul piattino.
D. Quando accompagno a casa un'amica di sera devo scendere dalla
macchina?
R. Naturalmente l'uomo deve scendere dall'auto e aspettare, prima di ripartire, che
la signora sia entrata e abbia richiuso il portone dietro di se.
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