Comments
Description
Transcript
Meccanica della rottura
Istituto federale per lo studio della neve e delle valanghe SNV, Davos Meccanica della rottura – Formazione di valanghe Jürg Schweizer AINEVA, Bormio, 20 settembre 2007 © Jürg Schweizer Meccanica della rottura Meccanica della rottura Liberty ships (II guerra mondiale) Liberty ships (WW II) „The ships that won the war...“ „The ships that won the war...“ • Basse temperature Î l‘acciaio diventa più fragile • Rapida produzione di massa con forza lavoro inesperta Î “errorir” • Ca. 2700 navi • 400 danneggiate • ca. 10 spezzate in due • Tipologia costruttiva: tutto saldato Î la rottura non ha modo di fermarsi Î Spunto per la moderna meccanica di rottura (Anderson, 1995) Stabilità del manto nevoso Meccanica di rottura Resistenza Stabilità = Tensione Distribuzione della tensione? ¾Scienza dei materiali: sensibilità all‘intaglio (resistenza dei materiali) ¾Meccanica di rottura 1 Meccanica di rottura σ Meccanica di rottura SpannungsSingularität ∼1/r' K: misura del livello del picco di tensione (determina l’instabilità di rottura) a:Lunghezza r FPZ: 5 cm K: Misura del livello del K ∼ σ √a Energia di rottura: picco di tensione (determina l’instabilità di rottura) σ : Tensione K ∼ σ √a G= della tensione o resilienza K2 E Î Energiebetrachtung Criterio di rottura Tasso di liberazione dell‘energia ≥ energia di rottua specifica (dello strato debole) a: Lunghezza. Fattore di instabilità ≥ resilienza della frattura Meccanica di rottura Stabilità del manto nevoso ¾ Spiega perchè si verifica la rottura prima che venga raggiunta la resistenza (Æ Liberty ships!). ¾ Spiega perché indici di stabilità definiti tramite misurazioni con telaio da taglio in corrispondenza dei distacchi di valanga siano spesso > 1, p. es. Perla (1977): valore medio 1.67 ¾ Presuppone che siano sempre presenti cosiddetti “punti difettosi” (-> modelli di distacco della valanga: la rottura iniziale esiste già!). ¾ Non spiega come si genera la rottura iniziale. ¾ Spiega con quale carico e lunghezza della frattura si ha la situazione di collasso. ¾ Spiega perché le strutture di grandi dimensioni si spezzano “prima” (in presenza della stessa propagazione della rottura, l’ambito che si scarica è maggiore) Neve della frattura Κ : fattore di intensità Resistenza Stabilità = Tensione Tensione Dimesione frattura Resilienza Neve • • • • • Lunghezza critica della frattura: Macroscopica? Microscopica? Ghiaccio Elevata porosità Densità: 30 ... 500 kg m-3 Straigrafia:anisotropa Elevata temperatura omologa: 0.95 Tm Æ metamorfosi, sinerizzazione • Scarsa resistenza specifica: σ/ρ = 2 ... 20 m2/s2 • Strain softening • Quasi fragile, scarsa resilienza (Grafik: M. Schneebeli) 5 mm 2 Distacco di una valanga Lastrone di neve (neve fresca) Neve vecchia Strato a debole coesione o scarsa coesione tra gli strati (superficie di neve vecchia) ψ © SLF (Jürg Schweizer) Distacco di una valanga ψ (Grafik: C. Sigrist) Distacco di una valanga 1. Rottura iniziale 2. Propagazione della rottura 3. Rottura di trazione ψ 1. Rottura iniziale 2. Propagazione della rottua 3. Rottura di trazione 4. Scorrimento (Grafik: C. Sigrist) Formazione di una valanga Comportamento di rottura della neve Î (Grafik: C. Sigrist) Distacco di una valanga- resilienza valanga McClung (1979; 1981) H (Palmer and Rice, 1973) Damage process (mm - cm) Failure localisation (cm - dm) Fracture propagation (dm - 10 m) x (10 - 100 m) 2L z ψ Î Problema della scala sinψ ρgH = τg Slab release h Esplosivo er b sla ak lay e w ar she ss r t s e Sciatore Meccanica di rottura (Schweizer et al., 2003) τp ω τr Kirchner, Michot and Suzucki (2000) (1 − ν ) 2 H (1 − ν ) ⎛ L⎞ K II = ⎜ (τ g − τ r ) ⎟ 2G 4G ⎝ H⎠ 2 = (τ p − τ r )δ 3 Tipologia di avvio delle fratture Modalità I Modalità II Modalità III (apertura simmetrica) (Spinta parallela al fronte della frattura) (Spinta parallela al fronte della Misurazione della resilienza Edge-cracked beam-shaped snow specimens (10 cm x 20 cm x 50 cm) subject to 3PB frattura) v = 200 mm/min © SLF (Christian Sigrist) (Schindler, 2004) Dipendenza della dimensione del campione Resilienza log (nominal strength) Quanto maggiore la struttura tanto minore la resistenza Strength criteria most lab. tests Valanga 2 1 LEFM most structures D0 log (characteristic size) ¾ Grandezza caratteristica: D0 = 20-30 cm (Sigrist, 2006) (ice : 3 J/m2, rock: 10 J/m2) (Sigrist et al., 2006) Tasso di liberazione dell’energia Rapporto tra resilienza alla trazione e al taglio: (per D = 0.2 – 1 m) ¾differenze di compattezza ¾ dimensione del lastrone 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 -20 -15 -10 -5 Snow temperature θ (°C) (McClung and Schweizer, 2006) 2 Î K Ic ∝ -10°C: 50-100% 1.2 Shear modulus G' (MPa) KIc/KIIc ≈ 5 K Ic E G = E 33% 1/2 GIIc ≈ 50 mJ m-2 Equazione di Arrhenius al di sotto di – 8°C (con un’energia di attivazione di Q = 0.16 eV) 2500 0 * Tasso critico di liberazione dell’energia: Dipendenza dalla tempertura Fracture toughness K Ic (Pa m ) Resistenza al taglio (Modus II) (Sigrist, 2006) 0 2000 1500 -20 -15 -10 -5 0 Snow temperature θ (°C) (Schweizer et al., 2004) 4 Mecc. di rottura- test sul campo Colonne: • carico crescente di una colonna incisa fino alla rottura • taglio fino alla rottura (Gauthier and Jamieson, 2006) w = 0.3 m m 1.8 m, ) .2 .2 m 1 m, l = 1 0.6 re l = (he w k ea ac r ye la © SLF (Jürg Schweizer) © SLF (Jürg Schweizer) Mecc. di rottura- test sul campo Colonne a) sollecitazione progressiva di una colonna incisa fino alla rottura b) taglio fino alla rottura (Gauthier and Jamieson, 2006) w = 0.3 m m 1.8 m, m) .2 , 1 = 1.2 m l 0.6 re l = (he w k ea 9coincidenza con i dati di laboratorio 9propagazione della rottura 9stabilità? ac r ye la Mecc. di rottura- test sul campo ¾ Lunghezza critica del taglio: 25 cm ¾ Tasso critico di liberazione dell’energia: 70 ±20 mJ m-2 ¾ L’energia di rottura (energia necessaria per provocare una rottura all’interno dello strato fragile): dipende solamente dalle caratteristiche del materiale dello strato a debole coesione. ¾ L’energia a disposizione per propagare la rottura dipende in primo luogo dalle caratteristiche dello strato sovrastante (il lastrone di neve) e dall’altezza del collasso. Î Strato debole + lastrone di neve (Sigrist and Schweizer, 2006) © SLF (Jürg Schweizer) Stabilità del manto nevoso Stabilità del pendio Ù variabilità Resistenza Stabilità = Tensione Tensione ? Dimesione della frattura Resilienza Jamieson (1995) 5 Stabilità del manto nevoso Lunghezza della frattura 9Stabilità “punto” ↔ stabilità “pendio” 9Che dimensioni deve avere una frattura perché il pendio sia instabile? 9I comuni test di stabilità ci dicono qualcosa in merito? 9Come si generano le fratture? 9Vi sono fratture sub-critiche? 9Le fratture possono riassorbirsi? • Dimensioni? Dove? • La concentrazione della tensione cresce all’aumentare della lunghezza della frattura, fino a raggiungere la resilienza del materiale (KIc). Lunghezza della frattura Influsso sulla formazione di valanhge 9 Macroscopica non microscopica 9 Dove? → variazioni di resistenza: là dove è (Birkeland et al., 2006) più debole 9 Le fratture subcritiche si riassorbono per sinterizzazione. (“Non aspettano!”) 9 Correlazione con la variabilità e la stabilità: le variazioni di resistenza (o di stabilità) inferiori alla lunghezza critica minima dovrebbero risultare stabilizzanti. Non vi è zona a debole coesione continuativa di una certa dimensione che potrebbe diventare instabile. Strutt. spaziale ξ Ù Lunghezza critica fratt. l Influsso sulla formazione di valanghe b Weak area Weak areas Distance up-slope (m) Distance up-slope (m) Räumliche Struktur 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0.18 N 0.16 N 0.14 N 0.12 N 0.10 N 0.08 N 0.06 N 0.04 N 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 Distance cross-slope (m) Distance cross-slope (m) 1.0 N 0.9 N 0.8 N 0.7 N 0.6 N 0.5 N 0.4 N 0.3 N 0.2 N (Grafik: K. Kronholm) Test del manto nevoso RB score RB release type Crack inititation Point st abilit y Weak areas Probabilità di distacco p = ƒ (m, σ, ξ) Weak areas (Schweizer, 2002) Weak area (Schweizer et al., 2007a) c Point st abilit y a Point st abilit y Point Point stability st abilit y propagazione spontanea della rottura ¾ Modello: 0.1 – 10 m (Schweizer, 1999) - Cartico da sciatore: ≤ 1 m (Schweizer and Camponovo, 2001) - Resilienza: ≤ 1 m Nell‘ambito - Bazant et al. (2003): ≈ D di alcuni (Spessore del lastrone di neve) 10 cm (McClung, p.c. 2007) - Più grande nella zona di (Schweizer et al., 2004) - processo: 5-20 cm ≈100 volte le dimensioni di un grano) Processo di rottura Ù Misurazioni in campo (Osserviamo gli elementi giusti?) Point st abilit y Point st abilit y ¾ lunghezza critica della frattura per una Strength Energy Weak areas con m = stabilità media del punto σ = variazione della stabilità del punto ξ = struttura spaziale (≈ lunghezza di autocorrelazione) Structure Crack propagation Structural instability index ("lemons", "yellow flags", ...) (after McCammon and Sharaf, 2005) 6 Test del manto nevoso Test del manto nevoso Processo di rottura Ù Misurazioni in campo (Osserviamo gli elementi giusti?) Processo di rottura Ù Misurazioni in campo (Osserviamo gli elementi giusti?) Bruchinitialisierung Schichtung / Struktur → Nietentest Festigkeit → Rutschblockstufe → C’è la stratificazione giusta: strato a debole coesione e lastrone di neve? → Lo strato a debole coesione è abbastanza fragile? → Il lastrone di neve è tale per cui può immagazzinare o rilasciare energia di deformazione? → Com’è la variabilità sull’area dello (della combinazione) strato debole (-lastrone di neve)? Bruchausbreitung Bruchenergie/Bruchzähigkeit → Art der Auslösung Kritische Bruchgrösse (Schweizer et al., 2007b) Test del manto nevoso Test del manto nevoso RB: grado e tipologia del distacco, test dei punti di contatto deboli Prevalentemente stabile (“Stabilità buona”), qualora nessun risultato del test si collochi in ambito critico •blocco di slittamento, grado ≥ 4 •blocco di slittamento, tipo di distacco: rottura parziale •test dei punti di contatto deboli: < 5 RB: grado e tipologia del distacco, test dei punti di contatto deboli “Stabilità media”: qualora uno dei tre risultati del test si collochi in ambito critico. (Schweizer et al., 2007b) (Schweizer et al., 2007b) Test del manto nevoso Test del manto nevoso RB: grado e tipologia del distacco, test dei punti di contatto deboli RB: grado e tipologia del distacco, test dei punti di contatto deboli. Test Prevalentemente instabile (“Stabilità scarsa”), qualora almeno due dei tre risultati del test si collocano in ambito critico: • blocco di slittamento, grado < 4 • blocco di slittamento, tipo di distacco: blocco intero • test dei punti di contatto deboli: ≥ 5 (Schweizer et al., 2007b) Importanza ai fini di: Stratigrafia RB grado Resistenza elevata elevata Predisposizione a Resilienza variabilità spaziale scarsa elevata RB tipologia di elevata scarsa distacco elevata scarsa Test die punti di contatto deboli media scarsa elevata media (Schweizer et al., 2007b) 7 Riassumendo Riassumendo • Distacco di valanga = processo di rottura → meccanica di rottura? • La neve è un materiale complesso, per cui la meccanica di rottura linear-elastica non vale • Le misurazioni delle caratteristiche di meccanica della rottura sono importanti per poter applicare modelli relativi al distacco di valanga. • La neve è uno dei materiali più “friabili” in assoluto. Gc = 50 … 500 mJ/m2 (ghiaccio: 3 J/m2, roccia: 10 J/m2) • La formazione della rottura non viene spiegata, ma è importante. • Importante per stimare l’importanza della variabilità spaziale in relazione alla formazione di valanghe • La meccanica di rottura rende più attenti alla propagazione della rottura in quanto importante criterio da soddisfarsi al fine del distacco di valanga. La propagazione della rottura è determinante anche per la dimensione della valanga, e quindi anche per il rischio. Riassumendo References • La meccanica di rottura conferma/sottolinea l’importanza dell’interazione strato debole/lastrone di neve. • I test del manto nevoso che forniscono (ulteriori) informazioni circa la propensione alla propagazione della rottura sono utili (e in parte debbono venire ancora sviluppati). • La tipologia del distacco e la tipologia dello strato di scivolamento nel test del blocco di slittamento hanno chiaramente correlate con la propagazione della rottura. References Palmer, A.C., and J.R. Rice. 1973. The growth of slip surfaces in the progressive failure of over-consolidated clay. Proc. Roy. Soc. Lond., Ser. A, 332(1591), 527-548. Perla, R. 1977. Slab avalanche measurements. Can. Geotech. J., 14(2), 206213 Schindler, H.J. 2004. Grundlagen der Bruchmechanik, Lecture Notes, ETH Zurich, Switzerland. Schweizer, J. 1999. Review of dry snow slab avalanche release. Cold Reg. Sci. Technol., 30(1-3), 43-57. Schweizer, J., and C. Camponovo. 2001. The skier's zone of influence in triggering slab avalanches. Ann. Glaciol., 32, 314–320. Schweizer, J. 2002. Zufall und Muster - Die Variabilität der Schneedecke in neuem Licht. Bergundsteigen - Zeitschrift für Risikomanagement im Bergsport. Oesterreichischer Alpenverein, Innsbruck, Austria, 11(4), 53-56. Schweizer, J., J.B. Jamieson, and M. Schneebeli. 2003. Snow avalanche formation. Rev. Geophys., 41(4), 1016, doi:1010.1029/2002RG000123. Schweizer, J., G. Michot, and H.O.K. Kirchner. 2004. On the fracture toughness of snow. Ann. Glaciol., 38, 1-8. Schweizer, J., K. Kronholm, J.B. Jamieson, and K.W. Birkeland. 2007a. Review of spatial variability of snowpack properties and its importance for avalanche formation. Cold Reg. Sci. Technol., in press, (doi:10.1016/j.coldregions.2007.1004.1009). Anderson, T.L. 1995. Fracture mechanics: fundamentals and applications, 2nd edition. CRC Press, Boca Raton, U.S.A. Bazant, Z.P., and J. Planas. 1998. Fracture and size effect in concrete and other quasibrittle materials. CRC Press, Boca Raton, U.S.A. Bazant, Z.P., G. Zi, and D. McClung. 2003. Size effect law and fracture mechanics of the triggering of dry snow slab avalanches. J. Geophys. Res., 108(B2), 2119, doi:2110.1029/2002JB001884. Jamieson, J.B. 1995. Avalanche prediction for persistent snow slabs. Ph.D. University of Calgary, Calgary AB, Canada. Kirchner, H.O.K., G. Michot, and T. Suzuki. 2000. Fracture toughness of snow in tension. Phil. Mag. A, 80(5), 1265-1272. McCammon, I., and D. Sharaf. 2005. Integrating strength, energy and structure into stability decisions: So you dig a pit and then what? The Avalanche Review, 23(3), 18-19. McClung, D.M. 1979. Shear fracture precipitated by strain softening as a mechanism of dry slab avalanche release. J. Geophys. Res., 84(87), 35193526. McClung, D.M. 1981. Fracture mechanical models of dry slab avalanche release. J. Geophys. Res., 86(B11), 10783-10790. McClung, D.M., and J. Schweizer. 2006. Fracture toughness of dry snow slab avalanches from field measurements. J. Geophys. Res., 111(F4), F04008, doi:04010.01029/02005JF000403. References Schweizer, J. McCammon, and J.B. Jamieson. 2007b. Snowpack observations and fracture concepts for skier-triggering of dry-snow slab avalanches. Cold Reg. Sci. Technol., in press, doi:10.1016/j.coldregions.2007.1004.1019. Sigrist, C., J. Schweizer, H.J. Schindler, and J. Dual. 2006. The energy release rate of mode II fractures in layered snow samples. International Journal of Fracture, 139(3-4), 461-475. Sigrist, C. 2006. Measurement of fracture mechancial properties of snow and application to dry snow slab avalanche release. Ph.D. ETH Zurich, Zurich, Switzerland. Sigrist, C., and J. Schweizer. 2007. Critical energy release rates of weak snowpack layers determined in field experiments. Geophys. Res. Lett., 34(3), L03502, doi:03510.01029/02006GL028576. 8