Comments
Description
Transcript
bagni di lucca
MARCELLO CHERUBINI - MASSIMO BETTI BAGNI DI LUCCA il fascino di un’antica stazione termale Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l Progetto “Thermae Europae” Iniziativa Comunitaria Cultura 2000 Bagni di Lucca, 2008 La stampa riprodotta in copertina e quelle nel corpo del testo appartengono a collezione privata: SIX VUES DES BAINS DE LUCQUES Peintes exactement d’après nature PAR PANIERAI et lithographiées par I. Iacollet Publiées par Joseph Cordon Imprimées par Auguste Bry, rue Favart, 8 A PARIS © Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l Proprietà artistica e letteraria riservata Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata Edizione gennaio 2008 Realizzazione Foto Pastrengo Bagni di Lucca (Lu), 2008 Le fotografie sono state realizzate da: Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l, Bagni di Lucca Foto Pastrengo, Bagni di Lucca Mi trovo nella piacevole circostanza di esprimere alcune considerazioni e riflessioni su di una pubblicazione che certamente contribuirà a far conoscere le Terme di Bagni di Lucca ad un vasto pubblico internazionale perché promossa da una iniziativa di Cultura Comunitaria, rientrante nel Progetto “Thermae Europae” 2000. L’affascinante storia delle Terme di Bagni di Lucca che il prof. Marcello Cherubini ed il dott. Massimo Betti hanno steso con la loro conosciuta competenza e passione, ci induce a riflettere sulla inderogabile necessità che il prestigioso nostro passato debba esser ben conosciuto da tutti e specie da chi è chiamato ad amministrare la nostra comunità, perché siamo convinti che la cultura in senso lato, e specie quella storica, deve costituire il fondamento di ogni iniziativa di sviluppo elaborata per il presente, ma proiettata verso il futuro. Il passato deve essere infatti un’ispirazione ed un riferimento per la continuità. Ci complimentiamo pertanto con gli autori e con il signor Paolo Mazzei, Amministratore delle Terme di Bagni di Lucca, che ha fortemente voluto realizzare questa importante pubblicazione che certamente contribuirà a richiamare sul nostro territorio gran numero di visitatori. Il Sindaco di Bagni di Lucca Giancarlo Donati PRESENTAZIONE E’ dall’anno 2000 che ha avuto inizio la gestione delle Terme di Bagni di Lucca da parte della nostra Società: la Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l. E’ da quel momento in poi che si sono sviluppati programmi e interventi mirati a far rivivere queste Terme con l’obbiettivo di ridare ai suoi antichi stabilimenti “Jean Varraud” e “Casa Boccella” un livello di efficienza, di innovazione e di gradimento pari alla notorietà di cui ancora godono sia per l’eccelsa qualità delle proprie acque sia per le cure che vi si praticano. Il cammino è stato duro e faticoso ma, paghi del lavoro fatto fino a qui, possiamo continuare sulla stessa strada con lo stesso ottimismo che ci ha animato dall’inizio. Il nostro impegno, da ora in poi, è quello di dare alle Terme di Bagni di Lucca un’immagine autonoma e ben definita, con una considerazione: per essere realmente innovativi bisogna essere anche conservatori: conservatori di paesaggi, di tradizioni, di culture e di lingue, perché si tratta di un patrimonio enorme, perché si tratta del lavoro di intere generazioni. Un percorso che non trascura niente, ma esalta il passato, sicuri come siamo di poterne trovare le vestigia in un presente proiettato a rinverdirne gli splendori. Queste Terme fondano il proprio equilibrio nel bilanciamento incessante tra innovazione e tradizione che viene esaltato proprio nel loro tenace lavoro di marketing territoriale. Thermæ Europæ, inserito nel Programma Comunitario Cultura 2000 diventa, così, un evento importante e determinante per proiettare le Terme di Bagni di Lucca su nuovi territori oltre a farle ottenere anche un importante riconoscimento a livello europeo. Con grande interesse e con grande piacere abbiamo affidato la realizzazione di questa pubblicazione, che andrà a far parte di un volume internazionale comprendente le più grandi realtà termali d’Europa, agli studiosi che più e meglio di altri hanno saputo presentare la storia di Bagni di Lucca in quanto, alle indubbie capacità di storici e di scrittori, hanno saputo unire l’amore e il vanto per la loro terra. Questa pubblicazione, di grande rilevanza letteraria, per la qualità degli autori, e promozionale per la città di Bagni di Lucca, va ad aggiungersi alla già notevolissima produzione letteraria su questa realtà termale, arricchendola e completandola di nuovi studi. Si ringraziano gli autori per il loro lavoro e la loro preziosa collaborazione. Un ringraziamento particolare va a Alberto D’Alessandro, che ci ha chiamati a far parte di questo gruppo (orgogliosi di farne parte) e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca che ha contribuito in maniera determinante alla stampa di quest’opera. Paolo Mazzei Amministratore di Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l 5 6 PREFAZIONE Una pubblicazione, destinata a far conoscere e conseguentemente a veicolare il Centro Termale di Bagni di Lucca in un circuito di turismo europeo e quindi internazionale, dovrebbe essere impostata principalmente a presentare le strutture turistico-ricettive e culturali a disposizione, la realtà socio-economica, le capacità e le prospettive di sviluppo. Noi non abbiamo, di proposito, ubbidito rigorosamente a questi criteri perché Bagni di Lucca è particolare e diremo unica - come cercheremo di dimostrare - rispetto a moltissimi centri termali italiani ed europei e perché, d’altra parte, l’indicazione data dal Progetto Thermae Europae è quella di procedere ad un’analisi storica dell’eredità termale in Europa, con lo scopo di “inventariare” anche il patrimonio architettonico-termale, per procedere quindi alla programmazione di un piano di valorizzazione della cultura del termalismo in Europa. Per molti anni, nell’intraprendere progetti di recupero del patrimonio termale e ricettivo, l’iniziativa pubblica e privata di Bagni di Lucca ha dovuto fare i conti con i troppi vincoli imposti dalle Istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, con la conseguenza che sia il pubblico che il privato hanno lasciato importanti strutture termali e turistiche abbandonate a se stesse. Oggi, fortunatamente, sembra che le maglie del vincolismo si siano un poco allargate. La Comunità Europea e i vari Governi nazionali hanno inoltre dimostrato sensibilità e interesse al recupero di un comune patrimonio culturale, così che fondi finalizzati sono pervenuti nelle casse dell’Amministrazione locale. E’ conseguentemente iniziata una faticosa, costosa, difficile e paziente opera di recupero di tutti gli antichi stabilimenti termali, del Casinò dei Giuochi e di altre strutture importanti e significative per il nostro passato, ma anche indispensabili ad un auspicabile importante futuro. Di tutti questi interventi di recupero daremo conto nella presente pubblicazione. Di tutti gli stabilimenti termali e di altri importanti architetture riferiremo il racconto della loro storia, attingendo alle numerose fonti scritte costituite da diari di viaggio, epistolari, studi che, nel corso dei secoli, sono state lasciate da quanti furono attratti dapprima dalla fama delle capacità terapeutiche delle nostre acque termali, quindi dalla bellezza della nostra vallata e dalla spensierata aria di mondanità europea che il soggiorno ai Bagni di Lucca, specie nel XIX secolo, sapientemente sapeva loro offrire. Oggi i privati hanno iniziato a riordinare gli alberghi, le pensioni e i ristoranti, ammodernandone le strutture per adeguarle sempre più e sempre meglio alle esigenze del turismo del tempo 7 presente. Molti stranieri e italiani hanno acquistato e ristrutturato vecchie case, casali ed anche interi borghi antichi per condurvi una vita a più significativa dimensione umana o per dar vita a positive esperienze di agriturismo. Auspichiamo, quindi, che la presente pubblicazione solleciti il moderno turista europeo a ritornare ai Bagni di Lucca spinto innanzi tutto dalla curiosità di riconoscere, di rileggere e di ritrovare nelle architetture, nei paesaggi, nel calore e nella freschezza delle acque, quegli incanti che fecero dire le più belle parole a molti poeti, scrittori e artisti giunti qua da ogni Paese. Perché le molte memorie e pagine di Michel de Montaigne, di Elizabeth Barrett e Robert Browning, di George Gordon Byron, di Mary e Percy Bysshe Shelley, di Ouida, di Heinrich Heine, di Alphonse de Lamartine, di Charles Montesquieu, di Alexandre Dumas padre e di moltissimi altri loro connazionali, furono scritte con le emozioni e con i sentimenti suscitati dal rigoglìo dei nostri colli e dei nostri boschi e con l’incanto profuso dalla nostra sorridente vallata solcata da corsi di limpide acque. 8 gli autori IL territorio Bagni di Lucca, nella regione toscana, è a circa 27 Km dalla città di Lucca, lungo la strada statale n° 12 del Brennero in direzione dell’Abetone, stazione sciistica, da cui dista appena 37 Km. Venticinque sono i paesi più o meno grandi che costituiscono il Comune di Bagni di Lucca , il cui capoluogo è La Villa, a 150 m s.l.m.. Il Comune ha una popolazione di 6421 abitanti. La valle è solcata dal torrente Lima arricchito dalle fresche acque di non pochi torrenti che scendono dalle fiancate dei monti. Il Lima, che nel corso dei millenni ha limato, con la sua forza erosiva i fianchi vallivi, affluisce nel fiume Serchio. Come ebbe a scrivere il poeta tedesco Heinrich Heine che qui soggiornò nell’estate del 1828, …il fascino della valle sta senza dubbio nel fatto che essa non è troppo grande né troppo piccola, che l’anima di chi guarda non è sopraffatta, ma armonicamente nutrita dal paesaggio delizioso, che le stesse cime dei monti, come dovunque negli Appennini, non hanno la forma sgraziata, bizzarramente e goticamente sublime, delle caricature di montagne, di cui la Germania è piena come di caricature d’uomo, ma sembrano esprimere nelle forme nobilmente modellate, di un verde gaio, una civiltà superiore, e accordarsi melodicamente col cielo di un pallido azzurro. La sorridente vallata 9 Il clima della vallata è caratterizzato da temperature non rigide durante l’inverno e non troppo calde durante l’estate; la valle è infatti riparata dai venti e la calura è mitigata dalle brezze montane. La temperatura media annua è di circa 13,5° C, con medie invernali di 6° C ed estive di 21° C. Le piogge sono moderate con una media annua di 1523 mm. L’innevamento invernale è generalmente limitato alle alte quote. La flora e la fauna sono quelle tipiche delle regioni italiane appenniniche: i boschi ricchi di pinastri, querce, alloro e ginestre, di castagni, faggi, carpini e di abeti, costituiscono l’habitat ideale per molti animali fra i quali oggi particolarmente numerosi i cinghiali, ma anche caprioli e cervi, capre selvatiche e poi volpi, faine, lepri, scoiattoli ed altri piccoli mammiferi. Sono di recente apparsi anche i lupi dell’Appennino. Il sottobosco è ricchissimo dei suoi pregiati frutti: mirtilli, lamponi, more e tanti e tanti saporiti funghi porcini. Numerosi gli uccelli di ogni specie. Nell’impervia zona dell’Orrido di Botri, Riserva Naturale Protetta affidata alla gestione del Corpo Forestale dello Stato, non è raro assistere al solenne volo dell’aquila reale. L’Orrido di Botri si trova nel territorio di Bagni di Lucca, alle falde del monte Tre Potenze (m 1940). E’ una profonda forra formata dal letto del torrente Mariana, chiamato nel secondo tratto Rio Pelago. La prima parte della forra è denominata Solco Grande; la seconda Le Chiuse. Sull’origine di questa spaccatura, lunga circa 4 chilometri, che separa nettamente le pendici del Monte Mosca (m 1480) dalla dorsale dell’Ospedaletto (m 1314), sono state avanzate dai geologi molte ipotesi. La più accreditata è quella della cosiddetta “regressione erosiva”, la cui genesi però va ricercata in una “regressione di una soglia di caduta” dovuta a cause tettoniche. Dalla foce del torrente Rio Pelago nel torrente Fegana, in località Ponte a Gaio, può avere inizio l’escursione dentro l’Orrido, che presenta punti di una certa difficoltà e richiede una particolare attenzione. Il corridoio ha pareti a strapiombo che non distano più di tre/quattro metri l’una dall’altra. Tra i monti, meta di escursioni di grande interesse e bellezza paesaggistica, dobbiamo ricordare il Prato Fiorito (m 1297) che esercita ancora quel fascino già descritto nella prima metà del sec. XIX da una gentile signora inglese, Elizabeth Clotilda Stisted, che avremo poi occasione di conoscere meglio: Noi partimmo ieri per esplorare alcuni villaggi della montagna. La nostra via segue il fiume e noi risalimmo la Lima lungo una bella via fino alla Fabbrica di Ferro. ……..Alcuni piccoli cavalli e una portantina aperta ci trasportarono alla fabbrica, di dove, dopo aver traversato il torrente asciutto, nel luogo del villaggio, noi proseguimmo attraverso una foresta di castagni, i quali ci offrirono una deliziosa ombra, finché sbucammo in una aperta pianura circondata da un anfiteatro di montagne. 10 Il tappeto di verde velluto del Prato Fiorito A destra si elevano i fianchi rocciosi del Prato Fiorito. La sua forma è simile a un mezzo cono: il lato in pendio è coperto di un tappeto di verde velluto, ricamato di fiori. Una quantità di giunchiglie, genziane, peonie e molti altri fiori, che sono la bellezza dei nostri giardini, qui fioriscono senza coltivazione ed attirano molte persone a faticose ascensioni verso la sommità durante i mesi di maggio e di giugno. E’ un bel campo per un botanico. Noi abbiamo sentito dire di gite che sono partite a mezzanotte per vedere il sole sorgere dalla vetta e sbocciare i fiori ingemmati dalle perle della rugiada, per finire in un allegro picnic con il ritorno al lume della luna: il che è molto pittoresco. Il panorama di lassù è vasto e si estende da Livorno alle altre città della costa con un ampio tratto di mare blu, ornato dalle isole della Corsica, Elba ed altre. Le acque minerali dei Bagni sono ritenute, dalla tradizione paesana, scorrere al di sotto del Prato Fiorito e contribuire alla sua straordinaria vegetazione. E’anche da ricordare che qui sulla sommità, nei tempi pagani, c’era un tempio dedicato ad Esculapio, dove erano coltivate erbe medicinali in onore della divinità, di cui questi fiori sono ritenuti avanzi. E’ certo però che nessun altro monte all’intorno li produce. La sezione del cono presenta rocce a perpendicolo. Il precipizio dall’alto è pauroso e contrasta col velluto fiorito dell’altro lato. 11 Anche il poeta Percy Bysshe Shelley ascese il Prato Fiorito nell’estate del 1818 e, scrivendo all’amico, maestro e suocero William Godwin, ricorda: Mary ed io abbiamo raggiunto un posto chiamato Prato Fiorito in cima alle montagne. La strada si inerpica fra boschi e torrenti e dal ciglio di grandi burroni si scorgono scenari magnificamente belli. Io non posso descriverteli, ma ti prego, anche se invano: vieni a vederli!! Nell’estate del 1853 Elizabeth Barrett con il suo amato sposo Robert Browning raggiunsero a dorso di mulo la vetta del Prato Fiorito: ... sei miglia all’andata tutte in salita e sei miglia al ritorno A questa esperienza particolarmente piacevole e gioiosa ispirò a Robert quella bellissima lirica d’amore che è By the Fire-side. ***** Le acque dei numerosi torrenti che solcano la Val di Lima sono ricche di pesci. Barbi, lasche, anguille e soprattutto trote, anche di grosse dimensioni, attraggono sulle rive dei corsi d’acqua un gran numero di appassionati pescatori. L’agricoltura e la pastorizia, un tempo cardini dell’economia, sia pur di sussistenza, delle popolazioni locali, oggi hanno ceduto il passo alla prevalente economia del terziario. Nel fondovalle sono abbastanza vitali alcune industrie artigianali, fra cui quella delle figurine e dei presepi in gesso, oggi realizzati anche in materiale plastico, che vengono esportati in tutto il mondo. La raffinata arte di far figurine indusse sulla fine del XIX secolo e per i primi decenni del XX molti abitanti ad intraprendere la faticosa strada dell’emigrazione in tutti i Continenti. I paesi sono distribuiti sul fondovalle e sul versante sinistro e destro del Lima. Sul fondovalle il capoluogo, La Villa, e le frazioni di Ponte a Serraglio, Fornoli, Fabbriche di Casabasciana, Isola, Val Fegana. Sul versante destro le frazioni di Bagni Caldi, Granaiola, Pieve di Monti di Villa, Monti di Villa, Montefegatesi, S. Gemignano di Controne, Pieve di Controne, S. Cassiano di Controne, Palleggio, Cocciglia, Limano, Vico Pancellorum. Sul versante sinistro le frazioni di Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Casabasciana, Crasciana, Casoli, Lucchio. Vi sono poi numerosi e caratteristici piccoli centri abitati, detti località, che fanno parte di alcune delle citate frazioni. Ciascun paese ha sue proprie caratteristiche e bellezze paesaggistiche che meritano di essere ammirate. 12 I paesi sono tutti facilmente raggiungibili dal Capoluogo per mezzo di comode strade asfaltate. Molte delle antiche mulattiere che collegavano i paesi tra di loro, sono ancora oggi percorribili e di queste ci si può servire per fare delle escursioni in paesaggi di una suggestione unica. I borghi, quasi tutti di origine altomedievale, sono generalmente posti su alture dominanti le vallate sottostanti. Sono di antichissima origine e custodiscono preziose e ineguagliabili memorie del loro passato. Tutti hanno una loro chiesa che fu ed è il riferimento della memoria collettiva. Alcuni di questi sacri edifici sono ammirevoli per la peculiarità della loro struttura architettonica. Ricordiamo la Pieve di S. Giovanni Battista a Pieve di Monti di Villa, la Pieve di S. Giovanni Battista a Pieve di Controni, la Pieve di S. Paolo a Vico Pancellorum, la Pieve vecchia dei SS. Quirico e Giulitta a Casabasciana ed infine la Chiesa Monumentale di S. Cassiano di Controne. Tutte di stile romanico, hanno pregi architettonici e artistici di grande rilievo e risalgono ai primi secoli del primo millennio dopo Cristo. Da Bagni di Lucca si possono facilmente e in breve tempo raggiungere città e località di grande interesse turistico, quali Lucca (Km 24), Pisa (Km 43), Firenze (Km 84), Siena (Km 146) e la costa della Versilia (Km 42) con Viareggio, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi, che sono fra i più rinomati centri balneari d’Italia. Il comprensorio sciistico dell’Abetone dista appena 37 Km. Lucchio e la sua rocca 13 BREVE EXCURSUS STORICO La Val di Lima fu certamente abitata sin dalla preistoria, così come documentano non pochi ritrovamenti effettuati in antri e grotte del territorio. Liguri, Celti, Etruschi hanno anch’essi lasciato tracce della loro presenza. A partire dal II sec. a.C. iniziò la colonizzazione da parte dei Romani che lasciarono testimonianze, specie nella toponomastica locale. Con la conquista della Toscana da parte dei Longobardi nel 570 d.C. il territorio della Val di Lima vede la prenetazione di questo popolo che, convertitosi al Cristianesimo nel 603 d.C., darà inizio, con la fondazione di numerose chiese, alla costituzione di proprietà ecclesiastiche che passeranno, dopo il Mille, nelle mani di famiglie nobili lucchesi di origine longobarda. I Lupari, i Suffredinghi, i Porcaresi si contenderanno il territorio, arroccati nei loro castelli. Mentre la città di Lucca agli inizi del XII secolo dette vita al suo Comune, l’organizzazione comunale in Val di Lima data dai primi anni del XIII secolo. Non fu facile per il potente Comune di Lucca assoggettare i feudi che si erano costituiti in Val di Lima, ma alla fine tutto il territorio fu annesso a Lucca, di cui seguì poi le sorti. Nacque in tal modo la Vicaria della Val di Lima, una delle Vicarie del Contado Lucchese, a sua volta divisa in Comunità, la cui vita sociale ed economica era regolata da precise norme statutarie. Lunga fu la vita della Vicaria e diverse le vicende delle circa sedici Comunità, che condussero sempre una vita sostanzialmente pacifica in un’economia di tipo rurale. Nel 1802 la Vicaria cessò per entrare a far parte del Circondario degli Appenini; nel 1823 fu costituita la Comunità del Bagno a Corsena che, nel 1862, divenne l’attuale Comune di Bagni di Lucca. La storia della Val di Lima e delle sue Terme si legge nella storia della Repubblica di Lucca, nella storia del Principato di Lucca affidato da Napoleone a sua sorella Elisa Baciocchi (18051814), nella storia del Ducato di Maria Luisa di Borbone, prima, e di suo figlio Carlo Lodovico poi (1815-1847) e, quindi nella storia del Granducato di Toscana (1847-1859). Bagni di Lucca, divenuto, come già detto, comune autonomo nel 1862, seguirà quindi le vicende nazionali. 14 LE ACQUE E GLI STABILIMENTI TERMALI Il territorio di Bagni di Lucca fu conosciuto, sin dal Medioevo, soprattutto per le sorgenti termominerali che scaturiscono dai fianchi di uno sperone roccioso chiamato il Colle di Corsena. Come scrive il Prof. Giampiero Venturelli dell’Università di Parma, le acque termali di Bagni di Lucca hanno attratto l’attenzione di chimici, geochimici, geologi e medici soprattutto durante il corso del secolo scorso. La storia geologica di queste acque è assai interessante e documentata in numerose pubblicazioni scientifiche anche recenti (cfr. Venturelli G. et alii, 2005 in Journal of Hydrology, 307: 270-293). Si tratta di acque ricche di calcio, solfato e cloruro derivati dall’interazione con rocce antiche, di età Triassica. In particolare, calcio e solfato possono derivare da dissoluzione di gesso (solfato di calcio), sodio e cloro da minerali molto solubili, soprattutto salgemma (il sale da cucina!). In base a calcoli chimici effettuati nel lavoro citato, si è potuto dimostrare che acque di precipitazione meteorica (pioggia e neve disciolta), infiltratesi nel sottosuolo qualche decina di anni or sono o forse più, fino a profondità di 2-3 chilometri, raggiungono temperature di circa 7075° C a causa dell’incremento di temperatura che si ha procedendo dalla superficie terrestre verso l’interno della terra. Le acque calde, ricche di elementi acquisiti per dissoluzione dei minerali delle rocce con cui esse sono venute a contatto, risalgono poi velocemente lungo fratture per emergere alla superficie terrestre con temperature che possono raggiungere anche i 54° C, come avviene ad esempio al Doccione del Bagno Caldo. L’infiltrazione delle acque piovane che alimentano le sorgenti avviene soprattutto in zone caratterizzate dalla presenza di rocce calcaree fortemente permeabili per fratturazione (ad esempio: Prato Fiorito-Monte Coronato, etc.). Le sorgenti più calde, quali Doccione, Bernabò e Demidoff, durante l’arco dell’anno mantengono pressoché costante sia la temperatura sia la composizione chimica. Ciò conferma il fatto che le acque si trattengono in profondità per un periodo di tempo talmente lungo da consentire una loro marcata omogeneizzazione sia chimica che termica. Recenti indagini geofisiche commissionate dall’Amministrazione Comunale alle Università di Pisa e di Chieti, hanno evidenziato che ad una profondità di 600/700 metri vi è un’alta probabilità di trovare la quantità di acqua termale sufficiente ad alimentare moderni stabilimenti termali con piscine, alberghi e nuovi centri di benessere. La pressione a cui queste acque sono sottoposte ne favorirebbe la spontanea fuoriuscita dal pozzo senza bisogno di pompe e le loro temperature sarebbero alquanto elevate e superiori a quella della sorgente del Doccione al Bagno Caldo che, coi suoi 54,1° C è, oggi, la più calda. 15 Ogni ipotesi di sviluppo del termalismo di Bagni di Lucca è stata sempre subordinata alla possibilità di avere quantità di acque termali tali da soddisfare le esigenze di una moderna realtà. In questo contesto territoriale ricco di acque torrentizie, di fresche sorgenti, di abbondanti acque termali, di gradevole clima e di scorci paesaggistici di raffinata armonia, si è sviluppato, a partire dal XII secolo, il termalismo che ha richiamato quanti ricercavano sollievo alle loro malattie nelle virtù salutari delle calde acque. I più insigni medici, scienziati, chimici e idrologi hanno studiato e analizzato le qualità e proprietà terapeutiche delle acque dei Bagni di Lucca. La ricca bibliografia sta a testimoniare della fama che queste sorgenti termali godettero nel corso dei secoli. Basti citare, per l’arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, Gentile da Foligno, Ugolino da Montecatini, Gabriele Falloppio, Ranieri Solenander, Francesco Redi, Fabrizio Ardizzone, Giuseppe Duccini, Giuseppe Benvenuti, Domenico Moscheni, Giacomo Franceschi, Alessandro Carina. Naturalmente, anche nel corso del XX secolo ed oggi le acque termali di Bagni di Lucca sono oggetto dell’interesse di studiosi e saggisti e la relativa bibliografia è assai ricca. Le principali sorgenti per portata e calore sono quelle sulle quali furono edificati in epoche remote gli stabilimenti termali del Bagno Caldo, del S. Giovanni, delle Docce Basse, del Bernabò e del Bagno alla Villa. Vediamo quindi i singoli stabilimenti, indicando per ciascuno di essi le vicende storiche, le peculiarità architettoniche e le proprietà terapeutiche. L’acqua del Bagno Caldo Giochi d’acqua termale nella piscina dell’Antico AlbergoTerme 16 Il Bagno Caldo, l’odierno stabilimento “Jean Varraud” E’ fra tutti il più antico. Nelle vicinanze della sorgente di acqua che raggiunge la temperatura di 54,1° C, la Repubblica lucchese autorizzò nel 1291 la costruzione di ricoveri per i poveri, le albergarie o i chiusi. Lo stabilimento era costituito da due piccole vasche, nelle quali affluiva l’acqua che scaturiva da un antro costituente il primo nucleo di quella oggi detta la Grotta Grande. Le vasche, riservate l’una alle donne l’altra agli uomini, permettevano al malato di immergersi e di sostarvi per qualche minuto. La Repubblica lucchese aveva a cuore la salute, specie dei meno abbienti, e a loro riservò ogni possibile attenzione. Poi, agli inizi del XVI secolo, lo stabilimento fu ingrandito e da allora si iniziò a far uso della grotta, cioè del bagno a vapore, e fu introdotto l’uso delle docce. Quest’ultimo metodo curativo incontrò grande fortuna perché l’acqua calda, lasciata cadere a lungo sulla parte malata, dava in effetti risultati quasi miracolosi! La sorgente fu allora chiamata il doccione. Nella seconda metà del XVI secolo fu individuata una seconda sorgente, meno ricca e leggermente meno calda, chiamata il fontino, alimentava altri piccoli bagni per i poveri. Oggi questa sorgente alimenta la seconda grotta dello Stabilimento, di recente chiamata grotta Paolina in onore della bellissima sorella di Napoleone Bonaparte, andata in sposa al Principe Borghese, che fu spesso a Bagni di Lucca. Sempre nelle seconda metà del XVI secolo furono costruiti i tre lucernai a cupola emisferica che avevano, ed hanno, la funzione di illuminare i sottostanti locali e derivano dalla forma convenzionale del laconicum proprio delle terme romane. Il laconicum era infatti un piccolo ambiente molto riscaldato che serviva per il bagno di sudore; terminava in una cupola con apertura rotonda chiusa da un disco di bronzo appeso a catene. Il bagnante, avvicinando o allontanando il disco dall’apertura, regolava il calore. Solo col 1808 iniziano i radicali lavori di ammodernamento dello stabilimento. Fu Elisa Baciocchi, dal 1805 principessa di Lucca, che commissionò l’ampliamento di tutto l’edificio. Fu avanzata la facciata di circa quattro metri, incorporando in tal modo un precedente grazioso porticato; fu ampliata la piazzetta antistante abbattendo le antiche albergherie ed altre costruzioni. L’avanzamento della facciata consentì di costruire al piano superiore un ampio locale destinato a Casinò dei giuochi e a luogo di ritrovo per i villeggianti che affluivano sempre più numerosi ai Bagni di Lucca. Infatti la principessa Elisa, amante della vita mondana, si innamorò dei Bagni di Lucca: si costruì una splendida dimora reale con ampie scuderie per trascorrervi parte della stagione estiva attraendo intorno a sé i più bei nomi dell’aristocrazia italiana ed europea. Bagni di Lucca venne così a trasformarsi da luogo di cura in ambita meta di villeggiatura. Elisa ampliò, abbellì tutti gli stabilimenti, aprì comode strade, viali e sentieri per fresche e riposanti passeggiate, incoraggiò la costruzione di nuove case, alberghi e luoghi di incontro per offrire ai Bagni di Lucca anche tutti i requisiti di elegante centro alla moda. 17 Per realizzare tutto questo ambizioso programma, Elisa si servì dei più famosi architetti e ingegneri lucchesi, ma anche francesi, che vennero chiamati al suo servizio. L’odierno assetto architettonico degli stabilimenti e quello urbanistico dei paesi di Ponte a Serraglio e del capoluogo La Villa sono sostanzialmente quelli pensati e voluti da Elisa Bonaparte Baciocchi. Dopo questa necessaria digressione, riportando il discorso sullo stabilimento del Bagno Caldo, si può dire che nessun sostanziale rifacimento, dopo quello che abbiamo visto, fu apportato fino al 1923, quando l’ingegnere Jean Varraud cui il Comune aveva affidato la gestione delle Terme, volle ulteriormente ampliare e ammodernare lo stabilimento, oggi a lui intitolato. In epoca più recente, intorno agli anni ‘70 del 1900, è stata acquisita, e trasformata in stabilimento collegato con quello ottocentesco, l’antica e nobile casa Boccella dove oggi sono gli uffici di accettazione ed i reparti riservati a trattamenti specifici. In un capitolo a parte indicheremo le cure e i trattamenti termali offerti dallo stabilimento “J. Varraud-Casa Boccella”. Antico reparto dello stabilimento “Jean Varraud” 18 Il Bagno San Giovanni Si ha memoria di questo Stabilimento sin dal 1305. Ubicato in posizione dominante, il paese di Ponte a Serraglio fu intitolato al Santo Giovanni Battista, una cui immagine era venerata all’interno. Il 24 giugno, giorno della ricorrenza del Santo, i paesani usavano bagnarsi con l’acqua che scaturiva da un piccolo antro. La sorgente che lo alimenta non è molto copiosa ed ha una temperatura di 38° C. In antico era dotato di alcune vasche in comune per immersione, di modeste dimensioni. Nel XV secolo fu ampliato, forse da Domenico Bertini cui la Repubblica lucchese aveva commissionato il riordino di alcuni stabilimenti. Le vasche aumentarono di numero e furono destinate ciascuna ad una determinata categoria di persone, a seconda del loro rango sociale. Nel XIX secolo Elisa Baciocchi lo ampliò, lo ammodernò, lo abbellì rivestendo le vasche di marmo e il suo utilizzo durò fino ai primi anni del ‘900. Questo stabilimento era frequentato preferibilmente dagli statisti, cioè da cittadini dello Stato Lucchese, ed aveva, come ricordato da uno studio del medico Giuseppe Benvenuti del 1758, la seguente organizzazione: sette cove singole (qui cova sta per tinozza da bagno), un bagno a comune per i cittadini, un bagno a comune per le cittadine; un bagno per i cavalieri; uno per le donne forestiere; uno per le ebree. L’introduzione in questo Stabilimento, ma anche negli altri del comprensorio, di vasche individuali, contraddistingue Prospetto ovest del Bagno San Giovanni 19 il riordino delle Terme lucchesi voluto da Elisa Baciocchi. Ma anche le vasche singole altro non erano che la riproposta del solium proprio delle terme romane. I romani con questo termine indicavano infatti la vasca, la tinozza. I bagni con vasche comuni erano dettati da ragioni di carattere funzionale, come il contenimento dell’aria calda e la possibilità di un riscaldamento uniforme, ed erano presenti già negli impianti delle terme romane. La bella sala ottagonale del Bagno S. Giovanni ne è un austero esempio. Come già detto, anche la copertura a cupola emisferica è elemento tipico delle struttura delle terme romane. I recenti lavori di restauro hanno messo in luce quattro antiche vasche per i bagni in comune e altri antichissimi elementi architettonici. E’ stato altresì ritrovato un cartiglio di pietra con incisa la dicitura PER L’ EBREE. Quest’ultimo ritrovamento ha confermato la destinazione delle vasche nel senso sopraindicato. In una parete è stata rinvenuta un’incisione riproducente forse un marchio commerciale, su un’altra le tracce dell’originaria posizione dell’immagine di S. Giovanni. L’acqua di questo stabilimento, di non elevata temperatura, era usata per le immersioni, ma anche e, soprattutto, raccomandata per cure idropiniche e con essa si preparava una specie di pomata per la pelle, come del resto ricorda lo stesso Michel de Montaigne. Il cartiglio di pietra indicante la destinazione di una delle antiche vasche: per l’ebree Planimetria dello stabilimento 20 Le Docce Basse Questo stabilimento, di antichissime origini, fu detto “del/di Gualoppino”, per motivi che ignoriamo, ed anche il Bagno Rosso per la colorazione rossiccia dei depositi delle sue acque termali ferruginose. Anche qui si fece uso del sistema di far cadere l’acqua calda sulla parte malata del corpo e fu per questo che lo stabilimento in seguito venne chiamato Docce Basse, per distinguerle da quelle del sovrastante Bagno Caldo. Il sistema delle docce è documentato da tutti i medici che si occuparono, a partire dal XV secolo, di queste sorgenti termali e delle loro virtù terapeutiche. Ricordiamo Gentile da Foligno, Ugolino da Montecatini e Gabriele Falloppio, il quale afferma di essere lui stesso guarito da una grave forma di sordità facendo ricorso a queste acque. Docce Basse, il porticato elisiano 21 Fino al XVII secolo queste erano le sorgenti conosciute e utilizzate: la Rossa; la Maritata, perché benefica nei casi di sterilità delle donne; la Coronale, perché utilizzata nelle forme di varie malattie alla testa; la Disperata perché a lei si ricorreva nei casi più gravi. In seguito furono trovate altre sorgenti cui si dettero nomi accattivanti: la Trastullina, la Fortunata, la Desiderata, la Perseveranza, la Piacevole, la Delicata, la Leggiadra, la Soave. Queste acque venivano mescolate tra loro, tranne la Rossa che ha una temperatura di 42,5° C Lo stabilimento subì nel corso dei secoli numerosi interventi di ampliamento e di miglioria. Tali interventi venivano ordinati dalla Repubblica di Lucca in occasione dell’arrivo di illustri personaggi. Ad esempio nel 1669 giunse a Bagni di Lucca la granduchessa di Toscana, Vittoria della Rovere, assistita dell’insigne medico Francesco Redi, che nell’occasione fece molti esperimenti con le acque termali. La Repubblica di Lucca, tempestivamente informata del suo arrivo, ordinò che lo stabilimento delle Docce Basse, ma anche altri, fossero resi idonei ad ospitare degnamente l’illustre personaggio ed il suo largo seguito. Prima dell’intervento di ristrutturazione e di ampliamento voluto nel 1808 da Elisa Baciocchi, lo stabilimento delle Docce Basse consisteva in un corpo di fabbrica rettangolare che aveva quattro vasche per bagni in comune dedicate rispettivamente a S. Giacomo, S. Zita, S. Lorenzo, San Francesco. Un altro locale più grande era utilizzato per docce in comune. Vi era anche una stanza con due docce ed un porticato di accesso che guardava su una piccola piazza. L’intervento elisiano previde l’ampliamento dello stabilimento e il trasferimento del porticato sul lato a monte, utilizzando però le stesse colonne di macigno. Anche in questo stabilimento alcuni bagni in comune furono sostituiti con vasche per bagni singoli e furono predisposti spogliatoi e servizi. Fu realizzato anche un locale-doccia per i Principi, ben separato dagli altri e arricchito da decorazioni. Progetto di recupero dello stabilimento Docce Basse, i prospetti ovest ed est 22 Il Bagno Bernabò Fra tutti gli stabilimenti termali, quello del Bernabò è stato oggi completamente restaurato e riportato alla sua originale eleganza. La sorgente, che qui sgorga, ha una temperatura di 39,2° C e una composizione chimica pressoché costanti ed è particolarmente indicata per cure dermatologiche e cosmetologiche. Sin dall’antichità queste acque furono conosciute ed apprezzate perché le malattie della pelle ne traevano vantaggio. In tempi a noi remotissimi, il luogo dove scaturiva l’acqua calda era detto dai paesani Bagno della rogna, perchè i contadini vi portavano a bagnare gli animali il cui vello presentasse forme di rogna. Salone d’ingresso del Bagno Bernabò e camerino con vasca 23 Nel 1593 la Repubblica lucchese autorizzò la costruzione di una piccola fabbrica termale, affidata alla custodia di un uomo detto bagnarolo. La Repubblica era stata incoraggiata dal parere del Collegio Medico che aveva esaminato il caso della guarigione da una bruttissima forma di malattia della pelle di un certo Nicolò Bernabò, pistoiese, venuto ai Bagni di Lucca nel 1578 per curarsi. Costui aveva preso casa a Ponte a Serraglio e tutte le mattine si recava al Bagno S. Giovanni accompagnato dalla moglie che, giovane e ambiziosa, mal sopportava un marito infermo e piagato nel corpo. Un giorno l’infermo fece da solo la salita che dal paese porta al S. Giovanni e cadde nel terreno melmoso nei pressi della sorgente della Rogna. Poco mancò che non morisse: con grande fatica riuscì a non lasciarsi soffocare dalla melma; anzi notò che le sue piaghe erano quasi del tutto guarite a contatto con la melma resa calda dall’acqua termale che lì scaturiva. Il caso fu quindi esaminato dagli illustri medici e fisici lucchesi Matteo Pissini e Vincenzo Bandinelli, ai quali non rimase che riscontrare l’avvenuta quasi completa guarigione del malato. Il piccolo nuovo stabilimento termale che la Repubblica Lucchese costruì fu così chiamato Bernabò. Bagno Bernabò, vasca ottagonale 24 Per molto tempo il racconto dell’infermo Bernabò sembrò essere più che altro una leggenda, ma quando nel 1774 fu dato alle stampe il diario del viaggio in Italia che il grande pensatore francese Michel de Montaigne aveva scritto nella seconda metà del XVI secolo, ci si rese conto che la leggenda di Bernabò aveva un forte fondamento di realtà. Infatti Montaigne, che fu a Bagni di Lucca nel 1581, cioè pochi anni prima della costruzione dello stabilimento, scrive testualmente: …il sabbato, la mattina a bona ora, andai a tor l’acqua di Bernabò. Questa è una fontana fra le altre di questo monte et è meraviglia come ne ha tante, e calde e fredde…..di questa s’usa da pochi anni fa. Un Bernabò, leproso, avendo assaggiato et acque e bagni di tutte le altre fontane si risolse a questa, abbandonato (dai medici), dove guarì. Di là è venuta in credito. Ponte a Serraglio visto dal Bernabò 25 La testimonianza dell’illustre pensatore francese rende quindi veritiera la tradizione orale relativa all’intitolazione di questo stabilimento a Bernabò. L’edificio cinquecentesco fu completamente ristrutturato per volere di Elisa Baciocchi che incaricò per questo l’architetto francese Charles Sambucy. Nel 1812 fu inaugurato il nuovo stabilimento. L’ingresso si affaccia sul bel viale alberato che da Ponte a Serraglio conduce alla località di Bagni Caldi, dove è il ricordato stabilimento Jean Varraud. Davanti ha una terrazza intitolata allo storico locale Prof. Bruno Cherubini (1910-1976), da cui si gode una suggestiva veduta sulla valle e sul paese. Intorno ombrosi stradelli ottocenteschi con panchine e fontane, realizzati per rendere piacevole e riposante il passeggiare di quanti venivano e vengono oggi ai Bagni di Lucca per cura e villeggiatura. Il radicale intervento di restauro ha riportato il Bagno Bernabò nella struttura e nei decori all’aspetto originario, cioè a quello voluto dalla principessa Elisa. L’interno si caratterizza per sette camerini, dotati ciascuno di una originale vasca monoblocco in marmo di Carrara, con decorazione ad anelli sul fianco principale; per una graziosa vasca ottagonale per bagni in comune e per una saletta originariamente adibita a sala di lettura. Tutti i camerini sono stati riportati alla decorazione e colorazione originale: le pareti a finte bozze in pietra di colore giallo pastello; le volte di colore uniforme celeste. Lo stabilimento è stato dotato di altri locali di servizio e di tutti i necessari impianti tecnologici per consentirne una moderna e sicura fruizione da parte degli utenti. Le pavimentazioni, in gran parte originali, sono in marmette quadrate bianche e grigie, bardiglio e bianco venato di Carrara, con posatura a scacchiera. Anche il fondale della piscina ottagonale ha lo stesso tipo di pavimentazione e lo stesso marmo per il rivestimento. L’arioso salone d’ingresso si distingue per la raffinata eleganza dei suoi decori a motivi geometrici e floreali, oggi recuperati, risalenti al 1830 e di mano del pittore lucchese Francesco Bianchi (1803-1880) che il Duca Carlo Lodovico di Borbone aveva scelto a decoratore di tutte le residenze della sua corte. I Bagni Caldi e tre altri stabilimenti Seconda veduta di Bagni Caldi 26 Seconda veduta di Ponte a Serraglio Il Bagno alla Villa e l’omonima Borgata Si ha memoria di questo bagno sin dal 1376, ma sicuramente è molto più antico se nell’anno sopraindicato la Repubblica lucchese ordinò il ripristino di detto bagno che, versando in pessime condizioni, era per questo caduto in disuso. L’illustre medico Gentile da Foligno vissuto nella prima metà del XIV secolo, nel suo Trattato sui Bagni pubblicato nel 1340, è il primo che ci fornisce notizie sulle acque di questo bagno, utili, a suo dire, a chi ha la digestione non troppo facile. Settanta anni dopo, un altro medico, Ugolino da Montecatini ci dice che il bagnetto, ovvero il pozzo, era assai angusto, non poteva ospitare più di due o tre persone insieme ed aveva un’acqua non troppo calda, tanto da non potervi stare immersi per molto tempo. A suo dire l’acqua termale si mescolava ad acqua fredda. Fu in seguito ampliato, ma solo nel secolo XV subì una radicale ristrutturazione. Infatti, in data 20 ottobre 1469, la Repubblica di Lucca nominò Commissario ai Bagni Termali il ricchissimo mercante Domenico Bertini, con lo specifico incarico di ristrutturare non solo il Bagno alla Villa vero e proprio, ma anche tutta l’area adiacente. Due anni dopo il lavoro era portato a termine. Lo stabilimento rinnovato, la prospiciente piazzetta sistemata nel modo migliore, riorganizzato tutto il contesto urbanistico adiacente e costruita anche una piccola chiesetta intitolata a S. Maria della Neve, sulla cui semplice facciata ancor oggi è possibile vedere lo stemma della casata Bertini. La borgata di Bagno alla Villa 27 A futura memoria del suo operato, il Bertini fece apporre all’interno del piccolo stabilimento una lapide che esaltava le proprietà delle sue acque. Era infatti usanza, sin da tempi antichi, incidere all’ingresso dei luoghi di cura, una lapide indicante le terapie che lì potevano essere effettuate. Questa del Bagno alla Villa è la più antica oggi conosciuta. La lapide, in seguito fu sistemata nel vestibolo dello stabilimento, dove ancor oggi è leggibile. SACRI DE VILLA BALNEI HEC PRECIPUE SUNT VIRTUTES. CONFERT CUNCTIS CAPITIS MEMBRIS.CURAT OMNES STOMACI MORBOS. APETITUM EXCITAT. DIGESTIONEM PROCURAT. VOMITUM RESTRINGIT. SANAT CUNCTA EPATIS VITIA. EPATIS ET VENARUM OPILATIONEM APERIT. COLOREM OPTIMUM FACIT. CONFERT PASSIONIBUS SPLENIS. SANAT ULCERA PULMONIS. MUNDAT RENES. LAPIDEM MINUIT. ARENULAS PROHIBET. MACROS IMPINGUAT. LEPRAM CURAT NON CONFIRMATAM. BIBITA ANTIQUAS FEBRES EXPELLIT. ET MATRICIS ETIAM ANTERIUS CHRISTERIZATA. TRIGINTA BALNEATUR DIEBUS OCTO VEL DECEM BIBITUR PURGATIONE PREMISSA. A CONTRARIIS CAVEATUR. TOTO CORPORE ULCERA SANAT VI CUR. DO. BER. COMM. MCCCCLXXI. KL. MAII. VI Alla fine del XVII secolo lo stabilimento subì nuovi interventi e prese l’attuale aspetto caratterizzato in particolare dai quattro lucernai a lanterna. Villa Ada I lucernai a lanterna del Bagno alla Villa 28 Il Bagno alla Villa fu arricchito di marmi e decorazioni specialmente in occasione dell’arrivo di personaggi illustri. Elisa Baciocchi che, come abbiamo visto, rinnovò tutti gli stabilimenti dei Bagni di Lucca, non apportò alcuna sostanziale miglioria a questo Bagno, unico nel suo genere. Come abbiamo già accennato uno dei più illustri personaggi che vennero a passar le acque a Bagni di Lucca fu Michel de Montaigne che, nel 1581 fu qui in due riprese: dal 7 maggio al 21 giugno e dal 14 agosto al 12 settembre. Egli prese alloggio nella vicina casa su cui oggi è apposta una lapide a ricordo dell’insigne ospite. Montaigne non solo trasse grande giovamento dalle acque del Bagno alla Villa, ma intrecciò rapporti di viva cordialità con gli abitanti del luogo, tanto che, alla vigilia della sua partenza, organizzò una festa nella piazzetta antistante il Bagno e agli intervenuti distribuì doni da lui appositamente acquistati a Lucca. Nel diario, Montaigne descrive minuziosamente lo stabilimento: Qui esiste la possibilità di bere e anche di bagnarsi: un bagno coperto, a volta, e alquanto buio, largo come la metà della mia sala a Montaigne. V’è pure un certo scarico che chiamano “la doccia”: si tratta di tubi attraverso i quali si riceve l’acqua calda su varie parti del corpo, e in ispecie sulla testa, con zampilli che vi scendono addosso senza interruzione e, venendo a colpire la parte malata, la scaldano; poi l’acqua si raccoglie per mezzo di un condotto di legno, simile a quello delle lavandaie, e vi scorre dentro. Esiste un’altra sala da bagno, del pari buia e voltata, per le donne; e tutto viene originato da una fonte alla quale si beve, piuttosto scomodamente, in un’infossatura dove si è costretti a scendere di qualche gradino. L’acqua della sorgente principale che sgorga ad una temperatura di 39° C, era prevalentemente usata come bevanda. Era anche esportata negli altri Stati e intorno al suo commercio nacquero anche frodi che la Repubblica lucchese tentò di stroncare con ogni mezzo. Fino agli anni Sessanta del novecento questo bagno, come quello del Bernabò, fu usato dalla popolazione locale come bagno pubblico. La borgata, detta Bagno alla Villa, è forse la parte più elegante di tutto il Capoluogo, in quanto si è mantenuta pressoché come la ristrutturò, nel sec. XV, Domenico Bertini e conserva inalterate le dimore che le maggiori famiglie nobili lucchesi costruirono accanto a quelle degli abitanti del posto, per lo più contadini. La vicinanza fra nobili e le famiglie locali favorì certamente un ingentilimento della popolazione, tanto che lo stesso Montaigne ne rimase colpito: ...questi contadini e le lor donne sono vestiti da gentiluomini ed è bella cosa e rara per noi Francesi di veder queste contadine tanto garbate e vestite da Signore. Oggi questo agglomerato urbano presenta, all’attento visitatore, case e palazzi importanti perché appartenuti o appartenenti a famiglie “storiche” lucchesi. Ciò che colpisce di più è l’eleganza e, nello stesso tempo, la semplicità dell’insieme, si direbbe 29 singolarmente “democratico”. Infatti, a ben notare, mancano in genere giardini, recinti o muri di delimitazione delle proprietà. Mentre altrove i signori lucchesi cintavano le loro residenze da ogni lato, qui non lo fecero. Davanti ad ogni casa privata vi era il diritto di passo per tutti, si poteva vedere e sbirciare nel loggiato altrui, ascoltare le voci e financo i segreti conversari! Per la posizione incantevole e la grazia con cui erano, e sono, disposte le case ed il verde, il luogo era, ed è, di per sé un giardino e i soggiorni vi trascorrevano, e vi trascorrono, sereni e tranquilli più che nelle grandi ville isolate. In questa borgata soggiornarono in varie epoche uomini di stato, illustri poeti, altezze reali ed imperiali, lasciando del loro soggiorno innumerevoli memorie. La Villa Reale, con le annesse imponenti scuderie, fu la dimora principesca di Elisa Baciocchi, di Maria Luisa di Borbone Parma e di suo figlio Carlo Lodovico. Vi soggiornò, fra gli altri, dal 29 luglio al 29 agosto del 1817, il principe Metternich, Ministro degli Esteri dell’Imperatore d’Austria Federico II, che nelle sue Memorie ricorda: Io vivo in una confortevole casa che Elisa (Baciocchi) ha costruito per se stessa. Ha il bagno in casa con acqua corrente. …l’aria è eccellente; non fa troppo freddo né troppo caldo. Gli stabilimenti dei bagni sono grandi e lussuosi. Tutti sono incantati dal posto e affermano che non potrebbe essere più grazioso, ed io sono della stessa opinione. Io ho vissuto in un piccolo paese molto interessante sotto tutti gli aspetti e di cui porterò nel cuore una dolcissima memoria. Lascio questo posto con vero rimpianto. In Villa Mansi soggiornarono Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone, Letizia Ramolino e Paolina Bonaparte Borghese che qui si tagliò, secondo l’usanza còrsa, la nera treccia perché fosse sepolta insieme al suo unico figlio Luigi Napoleone Leclerc, morto a Roma, dove la spedì per un veloce corriere. In casa Bujamonti, come abbiamo già ricordato, nell’estate del 1581 soggiornò Michel de Montaigne, prendendola in affitto da un tal Paolino Cherubini: Il mio ospite, tale capitano Paolino…………….mi ha concesso una sala, tre camere, una cucina e, ancora un portico per la mia gente con dentro otto letti, due dei quali a baldacchino; per undici scudi ci ha riforniti durante quindici giorni di sale, biancheria per i pasti, una tovaglia ogni tre dì, tutti gli utensili di ferro per la cucina, e le candele. Scodelle, vassoi e piatti, che sono di terraglia, li comprammo, e così bicchieri e coltelli; carne di vitello e di capretto se ne trova a volontà… In Villa Buonvisi, costruita fra il 1558 e il 1570, soggiornò nel 1669 la granduchessa Vittoria 30 della Rovere, moglie del Granduca Ferdinando II de’ Medici con il figlioletto Francesco Maria e una Corte di 260 persone, in parte alloggiate nelle case vicine. La Granduchessa era assistita, come già ricordato, dall’insigne medico Francesco Redi. Nel 1772 fu ospite della villa il pretendente al trono d’Inghilterra Giacomo III Stuart, con sua moglie Maria Clementina Sobieska e, nell’estate del 1822, il poeta George Gordon Lord Byron, che lasciò in ricordo un ricciolo dei suoi capelli, una borsa ed un fucile con incise le sue iniziali. Casa del Chiappa, oggi acquistata da una famiglia inglese, ebbe ospiti nel 1818 Percy Bysshe Shelley con la seconda moglie Mary Godwin ed i figli William e Clara. Così scriveva Mary ad un’amica: La nostra casa è piccola, ma comoda e pulitissima, poiché è stata imbiancata da poco e i mobili sono nuovi. Abbiamo un piccolo giardino con in fondo una cupola di lauri così fitti che non ci passa il sole. Chi oggi desideri vedere questa verde cupola, si rivolga alla gentilezza degli attuali proprietari della casa. Fa parte della borgata di Bagno alla Villa anche Villa Ada, un’importante dimora, espansione di un palazzotto cinquecentesco. Nel vasto parco di sua pertinenza sono state costruite le Piscine Comunali, alimentate anche con acqua termale. Il bel muraglione che sostiene il parco fu fatto costruire nel 1855 dal Console Inglese MacBean. Bagno alla Villa: la casa che ospitò Percy Bysshe Shelley e la sua famiglia Villa Buonvisi che ospitò George Gordon Lord Byron 31 L’Ospedale Demidoff L’ottocentesco edificio è, oggi, un Centro di Medicina Olistica. Fu edificato nel 1826, grazie alla munificenza del Principe russo Nicolaj Demidoff (1773-1828) che, venuto a Bagni di Lucca per curarsi la gotta, appreso che i poveri avevano bisogno di un Ospedale, mise a disposizione la cifra necessaria (40.000 scudi) alla sua costruzione. Lo Spedale fu realizzato su progetto dell’ingegnere Pietro Ruelle e si caratterizza per due corpi laterali in origine distintamente destinati ai malati uomini e donne, per la facciata rivolta verso il torrente Camaione, con loggia e porticato, e per l’ingresso principale che, invece, è in linea con la strada di accesso. Presenta nel complesso tutti gli elementi di una villa ed è ispirato ad un puro funzionalismo: è simmetrico, regolare e semplice ad un tempo. La Cappella votiva, al di là del torrente Camaione, fu costruita nel 1831 su disegno dell’architetto Giacomo Marracci. Il tempietto, di forma circolare, ha un pronao con quattro colonne in stile ionico, è ricoperto di un bugnato simile a quello dell’Ospedale con cui si amalgama bene per la semplicità delle sue linee. Davanti al tempietto c’è una terrazza belvedere da cui due rampe di scale simmetriche adducono al giardino, ingentilito da fontane a mascheroni in marmo, inserite in grotte di pietra calcarea, la cui acqua cade in sottostanti vasche marmoree. Qua e là sedili in pietra. L’insieme denota la chiara volontà di inserire tutto il manufatto nel paesaggio circostante. Veduta d’insieme dell’Ospedale Demidoff La Cappella neoclassica dell’Ospedale Demidoff 32 L’Ospedale si collega alla Cappella per mezzo di un ponticello in pietra che è considerato il capolavoro del neoclassicismo dell’architetto lucchese Giuseppe Pardini che lo realizzò nel 1837, dapprima in legno e poi in muratura, come è ancor oggi. Il committente fu Anatolio Demidoff, figlio di Nicolaj, come il padre amante di Bagni di Lucca. Il monogramma AD, inquadrato da eleganti motivi ornamentali a girale, appare sul bel cancello in ferro fuso che è di ingresso all’Ospedale. Il cancello è da attribuire allo stesso Giuseppe Pardini. Il ponte è arricchito da decorazioni in marmo e da lapidi. La realizzazione del progetto del Pardini ha fatto della Cappella e dell’Ospedale un unico ammirevole complesso. Il complesso oggi non è più un Ospedale, ma conserva ottocentesche vasche di marmo per bagni in comune dove affluisce acqua a 46° C. Dal 1998 l’Ospedale Demidoff è sede dell’Associazione Villaggio Globale. In questo Centro si sta realizzando un progetto culturale nato per sviluppare l’evoluzione dell’uomo avvalendosi di strumenti e tecniche che vogliono aiutare a raggiungere una consapevolezza globale di sé e del Pianeta. Il Villaggio Globale è uno dei principali centri internazionali di Medicina Olistica per la salute psicofisica e le terapie psicosomatiche. La sua prerogativa è quella di intervenire sugli squilibri psicosomatici e le tensioni nervose, che nascono da una mente sovraccarica di emozioni e irrigidiscono il corpo, bloccandone le delicate funzioni. Il Centro è specializzato nel proporre terapie orientali e occidentali, antiche e moderne, che riportano il respiro della mente e del cuore ad un ritmo consapevole. Tecniche che sciolgono i blocchi emozionali, smuovono le energie, depurano l’organismo, liberando la mente e lo spirito. Il Villaggio Globale offre l’occasione di un soggiorno-vacanza alla scoperta del silenzio interiore che fa ringiovanire dentro e fuori. Il Ponte della Maddalena I Bagni alla Villa - Palazzo Ducale 33 Un esempio di come bagni di lucca, nell’800, fosse vista e amata dagli inglesi E’ noto che l’Italia in generale e la Toscana in particolare furono, specie nel sec. XIX, una tappa obbligatoria del Grand Tour che i giovani aristocratici europei, ma soprattutto inglesi, facevano a conclusione della loro educazione. Nell’aria e nel clima mediterraneo i malati di petto ed i sofferenti di spleen ricercavano la sperata guarigione. In Italia si rifugiavano poi quanti trovavano difficoltà a rimanere in patria a causa della loro eccentricità, dei loro errori, delle loro passioni mal tollerate, in Inghilterra, dalla rigida severità vittoriana. Accanto a questi anche coloro che più semplicemente amarono venire in Italia per ammirarne le bellezze paesaggistiche ed artistiche e, fra tutte le città, adorarono Firenze e, fra tutte le regioni, la Toscana che meglio si adattava, col suo clima e col suo dolce paesaggio, al loro temperamento. Fra questi troviamo i coniugi Henry e Clotilda Elizabeth Stisted che, in viaggio per l’Italia dal 1827, nel 1829 giunsero a Firenze e quindi nel 1834 entrarono per la prima volta nel Ducato di Lucca, fermandosi a Viareggio, dove furono graziosamente accolti a Corte con vive premure da parte della gentile Duchessa Maria Teresa di Savoia. Il Colonnello Henry Stisted (1786-1859) era personaggio di riguardo poiché discendeva da antica famiglia di nobiltà italiana stabilitasi in Inghilterra al tempo del regno di Enrico VIII (prima metà del XVI secolo). Il Colonnello aveva servito il I° Royal Dragoons, in cui entrò nel 1808, durante la campagna peninsulare di Wellington e prese parte alle glorie di Vittoria e Tolosa. Aveva combattuto contro Napoleone a Waterloo. Gli piaceva dipingere e suonare il violino. Sua moglie Clotilda Elizabeth (1790-1867) aveva gusti letterari classici. Possedeva una importante collezione di autografi e di lettere di scrittori e poeti, fra i quali Walter Scott, Shelley, Byron. Era una gentildonna inglese di antico stampo, con una schietta fede evangelica ed una cultura molto varia, che visse all’estero una gran parte della sua vita ma portava l’Inghilterra ovunque andava. Mentre si trovavano a Firenze scoppiò un’epidemia di colera e ciò li indusse, su suggerimento di alcuni amici, a lasciare la città e a trasferirsi, nella primavera-estate del 1834 a Bagni di Lucca, ove fissarono la loro dimora a villa Brodrick, oggi identificabile con la villa Guerrini al numero civico 65 del viale Roma, a metà strada fra il paese di Ponte a Serraglio e il Capoluogo. La Signora Stisted aveva con sé la madre che all’età di 70 anni aveva lasciato l’Inghilterra per raggiungere la figlia in Italia. Nella famiglia era presente inoltre la nipote del Colonnello, Signorina Charlotte, che fu nominata erede universale dallo zio e morì a Bagni di Lucca all’età di 92 anni. I signori Stisted furono bene accolti a Corte ed ebbero subito e per sempre un rapporto eccellente 34 col Duca Carlo Lodovico, che per dar prova della sua stima e benevolenza al Colonnello Stisted, lo decorò della Croce di 2° classe di S. Giorgio al merito militare. I coniugi Stisted scelsero quindi Bagni di Lucca a loro fissa dimora estiva e acquistarono casa Brodrick che li aveva inizialmente ospitati. La villa divenne il luogo di incontro di tutti gli inglesi e di tutti i forestieri di rango che trascorrevano periodi più o meno lunghi di villeggiatura nella ridente stazione termale. La biblioteca degli Stisted era a disposizione di tutti e ben presto ai Bagni di Lucca si stabilì una vera e propria comunità inglese. Questa comunità sentiva il bisogno di avere un proprio luogo di culto ed anche un cimitero. Fu così che i coniugi Stisted iniziarono la trattativa col Duca Carlo Lodovico e con la Curia Arcivescovile per ottenere le necessarie autorizzazioni. Le trattative non furono facili, specie con la Curia, ma alla fine iniziarono i lavori La Chiesa Inglese 35 per la costruzione di una Chiesa Anglicana. Il progetto fu affidato all’Architetto Giuseppe Pardini che già aveva realizzato ai Bagni di Lucca il Casinò dei Giuochi ed altri edifici. Il Duca pretese però che la chiesa avesse forma di palazzo. Il Pardini, il quale era stato per motivi di studio in Inghilterra e aveva quindi studiato i principali monumenti londinesi, chiamò il suo progetto Palazzo della Nazione Inglese realizzandolo in stile neogotico quasi come simbolico omaggio alla committenza che avrebbe in tal modo riconosciuto in esso forme proprie dell’architettura inglese. Come scrive l’architetto Arianna Tolomei “l’edificio presenta una struttura classica unita ad una decorazione in stile neogotico sulla facciata, consistente di un porticato a colonne ottagonali con archi a sesto acuto, finestre ad edicola con pinnacoli, bifore con archetti trilobati. Lo zoccolo del basamento ad ortostati e l’opus reticolatum soprastante richiamano modelli classici, mentre le formelle in cotto con motivi floreali che ornano tutte le facciate fanno parte di un repertorio completamente romantico”. Per finanziare la costruzione della chiesa, Elizabeth Stisted pubblicò a Londra nel 1845, presso John Murray, un volume contenente le lettere da lei scritte ai suoi amici dall’Italia. Al volume, dal titolo Letters from the bye-ways of Italy, è premessa una lunga lista di sottoscrittori, fra i quali per primi figurano S.M. la Regina Vittoria e il Vescovo di Gibilterra. L’ammontare del ricavato della sottoscrizione di questo volume sarà impiegato, detratte le spese, per la liquidazione del debito contratto per la costruzione della Chiesa e del Cimitero di Bagni di Lucca. La Chiesa e il Cimitero inglesi sono quelli ancora esistenti. Il Cimitero si trova anch’esso al Capoluogo, ma sulla riva sinistra del torrente Lima, lungo via Letizia e fu costruito nel 1842 adagiandolo sul pendio del monte. Scrive ancora la Tolomei: “Il cimitero è caratterizzato da un viale di cipressi che sale verso una piccola cappella destinata alle onoranze funebri e da un prato con alcuni graziosi monumenti che segnano il posto dove giacciono i corpi di alcune anime”. Vi sono sepolti, oltre ai ricordati coniugi Stisted e alla loro nipote Charlotte, illustri personaggi italiani e stranieri, soprattutto inglesi, quali la scrittrice Louise de La Ramée detta Ouida, la sorella del 22° presidente americano Cleveland, lo scienziato polacco G.F. Gryzanowsky, Edward Perry Warren e John Marshall, collezionisti d’arte, l’artista olandese Nelly Eriksen e la munifica benefattrice e scrittrice Evangelina Whipple. Tutto l’insieme cimiteriale ha l’aspetto di un luogo in cui è più facile meditare che piangere. Come abbiamo detto, la Signora Elizabeth Stisted pubblicò le sue lettere dall’Italia per finanziare la costruzione della Chiesa e del Cimitero anglicani. Le lettere sono in tutto 32 e di queste la prima, la seconda, la terza, la tredicesima e la trentunesima sono datate da Bagni di Lucca ed a lei esclusivamente si riferiscono. 36 Ne proponiamo alcuni brani significativi per far capire l’intenso rapporto di ammirazione e di affetto che gli inglesi del XIX secolo ebbero per i Bagni di Lucca. ( ex I ) …debbo dare un buon ragguaglio della sorridente vallata dove noi abbiamo fissato la nostra felice residenza per molti estati e dove occasionalmente passiamo l’inverno per conversare fra noi e con i nostri libri, in ricca solitudine. E’ stato per noi motivo di grande soddisfazione aver trovato un pied à terre, nel quale possiamo godere di tutte le stagioni. Di questo siamo debitori alla signora Brodrick che costruì questa casa piccola, ma bene sistemata e pittoresca villa. La casa possiede molti comforts inglesi e, un tesoro per noi, una scelta biblioteca. Le tentazioni per accasarci qui furono la notevole salubrità della valle ed il valore morale di questi umili abitanti, i quali, sono lieta di dirlo, non sono ancora contaminati dalle relazioni col mondo, per quanto gente d’ogni paese si affolli qui ogni estate. In tutte le stagioni i nostri amabili vicini della popolazione nativa costituiscono una sorgente di interesse: essi sono sempre pronti per essere utili e grati per ogni piccola gentilezza che noi possiamo render loro ed io sono lieta di testimoniare tutto ciò che è stato detto e scritto a loro elogio. Dopo tanti anni di residenza noi non possiamo dire male di alcuno e non abbiamo a lamentare il più piccolo furto, nonostante la villa abbia dieci porte aperte sul prato ed i portici siano spesso lasciati pieni di libri, quadri e mobili anche durante la notte. Soltanto una volta un pezzo di stoffa bianca, mentre andava alla deriva nel fiume, fu inseguita da alcuni bambini e colpita con molte pietre. Due volte venne colpita nella battaglia! Un grande clamore si levò contro i piccoli colpevoli che il giorno dopo vennero a chiedere di vedermi, anzi di vedere la Signora, e posero ai miei piedi due belle anatre vive, pregandomi di accettarle e di perdonarli. La salubrità dell’aria in una valle così stretta è senza dubbio prodotta dall’influenza purificatrice del rapido fiume che scende dai monti. E’ al torrente che rumoreggia e si infrange sul letto roccioso, ai piedi del nostro giardino, che io attribuisco la nostra possibilità di vivere sani, circondati da alloro, cipresso, e con fiori che crescono ad ogni finestra. 37 (ex II) ……Rustici giochi vengono fatti ogni giorno festivo durante la stagione per far piacere alle classi superiori e parimenti, senza dubbio, per divertire la corte e scacciare la loro noia. Un palco per la comitiva reale viene costruito sotto i castagni a un miglio da qui su la strada per Lucca, con palchi da ogni lato per gli ospiti per assistere alle corse e rendersi conto dell’allegria dei paesani. … Le feste cominciano con uomini che corrono nei sacchi e donne con vasi d’acqua in capo. Quelle che arrivano al traguardo col vaso ancora in capo, vincono, anche se si sono dovute bagnare col suo contenuto, come succede generalmente. (ex III) La primavera è cominciata bellissima quest’anno. Essa è generalmente la stagione più difficile per la salute in Italia, ma noi siamo meno sensibili alle sue variazioni, perché in questa stretta valle noi siamo riparati dai venti di nord-est, da una barriera di eleganti allori e di piante sempre verdi del nostro giardino. ……noi abbiamo appunto due grosse magnolie coperte di grossi fiori, una delle quali ne porta ben 200. Il platano fiorisce qui intorno a noi e cresce così bene che siamo obbligati a tagliarne assai per dare aria ai sempreverdi. ……Io non ho creduto al rapimento dei poeti circa l’usignolo, finché non ho udito il pennuto cantore nella nostra macchia. Esso è così celestiale nel suo canto e di tale varietà di toni, che cattura interamente i sensi. L’effetto a mezzanotte è meraviglioso e il più musicale….questo cantore ci diletta anche durante il giorno e noi ne abbiamo scoperto il nido in un cespuglio di ortensia che forma una specie di arcobaleno davanti al nostro prato……. Queste sono le impressioni e le osservazioni della Signora Clotilda Elizabeth Stisted, condivise certamente da suo marito e da altri connazionali, sulla vita e sul paesaggio dei Bagni di Lucca nella prima metà dell’800. Ci commuove l’affetto che traspare sincero da queste pagine per gli abitanti e, soprattutto, l’amore e il profondo rispetto che questi gentilissimi inglesi nutrirono per la natura, per il clima, la flora e la fauna della nostra valle che essi dissero felice e sorridente. Ancor più commovente il fatto che i corpi delle loro anime riposino, cullati dal mormorio delle acque del Lima, nel cimitero dove vollero essere sepolti anche molti altri inglesi e stranieri. Tutti trovarono e provarono delizia in quello che più che villaggio sembrò loro paradiso. 38 IL CASINò DEI GIUOCHI Riportato alla sua originaria eleganza da un lungo, costoso, sapiente e paziente recupero, voluto dall’Amministrazione Comunale, il Casinò dei Giuochi si incontra, a Ponte a Serraglio, lungo la bella passeggiata che costeggia il torrente Lima. L’edificio è opera dell’architetto Giuseppe Pardini e risale al 1839. Il Casinò dei giuochi Poggia su di un podio terrazzato, delimitato da una ringhiera in ferro a disegni geometrici. Si accede all’edificio attraverso una scala a doppia rampa. La facciata si caratterizza per sei semicolonne ioniche con capitelli in cotto a finto marmo e per quattro pilastri ai quattro angoli. Essa è completata da con fasce decorative con trofei di 39 strumenti musicali e ludici e con riquadrature ornate da ghirlande festonanti, delimitate da sei pilastri sormontati da vasi. Al centro della facciata l’antefissa con lo stemma dei Borboni-Parma. Si accede all’interno attraverso nove porte tutte uguali, nessuna delle quali ha elementi che ne evidenzino la centralità. L’edificio comprende un vestibolo, la Sala grande, detta delle Feste o dei gigli borbonici; la sala della Lira, detta un tempo Sala delle Signore, cui si accede attraverso la Galleria; la Sala da gioco, detta del Pavone; il gabinetto di lettura (oggi Bar), la sala del Biliardo o del Caffè. Vi è poi tutta una serie di servizi e oggi, nei locali delle soffitte, per intelligente intuizione, sono state realizzate cucine e locali di vario servizio. I pavimenti alla veneziana, con disegni geometrici e policromi, nel corso del restauro sono stati ripresi specie nelle fasce perimetrali. Lungo il perimetro di quasi tutti gli ambienti si possono ancora notare gli anelli che servivano a tendere i tappeti di copertura. Le decorazioni interne dei soffitti, delle pareti, l’uso di cornici, di stucchi, di sontuosi lampadari di cristallo, di arredamento squisitamente elegante (oggi in gran parte purtroppo disperso) conferivano e conferiscono tuttora all’insieme un’aria di spensierata mondanità europea. Su autorizzazione del Duca di Lucca Carlo Lodovico, il Casinò dei Giuochi fu costruito, come detto, nel 1839 da due imprenditori francesi, Adrien Mathis ed Edouard Ginnestet. Essi ottennero dal Duca la privativa del gioco d’azzardo in cambio della costruzione del Casinò. Fino a quell’anno si giocava d’azzardo nel Salone dello Stabilimento Termale Bagno Caldo, ma l’afflusso di numerosissimi giocatori dall’Italia, e specie dai paesi europei, fece sentire la necessità di costruire una nuova, più ampia e più elegante casa da gioco. Essa divenne così il luogo di incontro dei più bei nomi della aristocrazia europea, ma anche di avventurieri e malfattori! Vi è da osservare che il gioco d’azzardo era stato sempre tollerato dalla Repubblica lucchese perché i suoi proventi permettevano di sanare i bilanci quasi sempre passivi della gestione delle Terme. Si giocava al Faraone, alla Reale, al Biribisso (l’antica roulette): in una serata si dilapidavano o si costruivano fortune, si sfidavano rivali a duello, si organizzavano incontri amorosi clandestini….. Al Casinò non solo si giocava, ma si tenevano feste da ballo, accademie letterarie e musicali. A proposito della eleganza delle feste e della loro squisita e raffinata compostezza, riportiamo la testimonianza di un francese, Vincent Mondat, che pubblicò nel 1840 una Guida dei Bagni di Lucca, proprio all’indomani della inaugurazione del nuovo Casinò: Questi balli si distinguono particolarmente per l’elevato tono cui si ispirano e per la freschezza delle toilettes delle dame che ne costituiscono l’ornamento. Essi si tengono nel grande salone ove circa 400 persone riunite si abbandonano ai piaceri delle più nuove e variate quadriglie francesi, con intermezzi 40 di valzer, di anglaises e di polacche, al suono delizioso di una numerosa e eccellente orchestra (da altra fonte sappiamo che era formata da tre violini, un contrabbasso, un clarinetto). La ricchezza dell’arredamento, lo sfolgorio delle luci contribuiscono a far risaltare più nettamente la delizia che trapela sui volti di questa folla gioiosa che, dopo il ballo, si aggira per le altre sale che si contendono il primato della magnificenza e della bellezza. Si comprende facilmente che tutto qui è diretto dalla più intelligente armonia e che l’etichetta e lo splendore non limitano la libertà dei divertimenti. La Corte, che trascorre gran parte della bella stagione ai Bagni di Lucca, onora spesso della sua presenza le riunioni al Casinò: S.A.R. si distingue, come dovunque, per le maniere più nobili e graziose; niente sfugge alla sua regale magnanimità, alla sua cortese gentilezza. Il Principe si mescola alla folla e partecipa alla sua gioia e ai suoi piaceri. Casinò: Salone delle Feste 41 Gli impresari di questo edificio sono anche gli organizzatori delle feste; essi si distinguono per le premurose attenzioni nei confronti del Sovrano, delle dame, della Corte, e di tutti in genere; essi vigilano perché i rinfreschi, serviti da personale in livrea, non abbiano mai a mancare; ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le abitudini. Una prova del clima di oblio di questi trattenimenti, è data dal fatto che ci si dimentica facilmente l’ora per rientrare a casa; non è affatto raro che si attenda l’alba per lasciare questo luogo di delizia. Durante la settimana degli artisti famosi, nazionali e stranieri, vengono a farsi ascoltare nel Salone del Casinò, fra i quali, senza dubbio, si conserverà il ricordo del concerto del celebre virtuoso Listz. Mai questo grande artista, che fu onorato personalmente dalle felicitazioni del Sovrano, suonò con pari maestria il suo strumento……… Quando nel 1847 il Ducato di Lucca passò al Granducato di Toscana, il Granduca Leopoldo proibì il gioco d’azzardo che tanto invece era piaciuto a Carlo Lodovico di Borbone. Oggi questo prestigioso edificio, testimonianza di un glorioso passato dei Bagni di Lucca, è sede dell’Ufficio Informazioni della Pro Loco e vi si svolgono le più significative manifestazioni turistico-culturali organizzate da vari Enti e Associazioni. Non sono pochi coloro che sperano che il Casinò dei Giuochi di Bagni di Lucca torni ad assolvere la sua funzione originaria… Casinò: alcune fasce decorative della facciata 42 LE antiche e moderne strutTure ricettive Abbiamo già sottolineato come la Repubblica di Lucca, cui le sorgenti di acqua calda appartenevano, avesse sin dai primi secoli del primo millennio favorito l’edificazione, vicino alle sorgenti stesse, di alcune costruzioni da mettere a disposizione dei poveri. Ciò che colpisce chi per la prima volta si avvicini alla storia delle terme di Bagni di Lucca relativa ai primi secoli del loro sviluppo, è la costante preoccupazione del Governo lucchese di assicurare ai poveri bisognosi di cure l’uso delle acque e delle case di sua proprietà, chiamate chiusi o albergarìe. I vari amministratori cui furono affidati gli stabilimenti termali, da Jacopo di Puccio a Lemmo Catrignella (1343), da Nucco di Monti di Villa (1347) a Giovanni Iacopo di Corsena e Domenico di Giustizi di Anchiano (1440) - per citarne solo alcuni - ubbidirono sempre a quello che oggi potremmo definire un impegno di assistenza sociale. Nel corso dei secoli successivi, i paesi di Ponte a Serraglio e del Piano di Corsena, come un tempo era chiamato l’attuale Capoluogo, andarono via via incrementando le loro capacità ricettive per gli ospiti che sempre più numerosi venivano a cercare sollievo ai loro malanni nelle acque termali. I personaggi illustri, specie se regnanti, erano sempre accompagnati da largo seguito di dame e gentiluomini e per tutti costoro occorrevano, oltre ai palazzi e ville che l’aristocrazia lucchese aveva costruito in prossimità degli stabilimenti termali e metteva loro a disposizione, anche appartamenti e case di più modeste condizioni. Fu però nel periodo napoleonico che per Bagni di Lucca iniziò il periodo di massimo splendore. Elisa Bonaparte, divenuta principessa di Lucca e Piombino, come già detto, scelse Bagni di Lucca a sua dimora estiva e volle trasformarla da centro prevalentemente termale a luogo di mondana villeggiatura. Sorsero così nuove abitazioni con appartamenti prevalentemente da affittare e nuovi e più moderni alberghi. I paesi di Ponte a Serraglio e di La Villa vennero ad assumere l’aspetto che oggi è rimasto pressoché immutato. Se scorriamo una o più guide di Bagni di Lucca del XIX secolo, restiamo meravigliati dal numero di alberghi, i cui nomi ben caratterizzano l’internazionalità del luogo: Grand Hotel de Russie Hotel d’Europe Albergo Croce di Malta Albergo Regina Vittoria Albergo Minerva Albergo Pavillon Albergo della Pace Grand Hotel du Royal Casinò Hotel d’Amérique Albergo della Corona Albergo Pellicano Albergo Gregory Albergo Continental Albergo del Giardinetto 43 Si legge in una Guida Turistica ottocentesca. Molte sono le ville, le case e i quartieri mobiliati che si danno in affitto ai Bagni di Lucca, anzi si può dire con certezza che tre quarti delle case del paese sono da affittarsi. Tutte queste Ville , quartieri etc. sono più o meno elegantemente mobiliati e provvisti di maggiore o minor numero di camere, dalle tre o quattro alle venticinque e trenta, di modo che vi sono abitazioni da tutti i prezzi. Le numerose case in affitto (quasi 100) disponibili a Bagni di Lucca durante il 1800, ebbero non solo una valenza economica, ma soprattutto culturale. Molte di esse erano infatti proprietà di famiglie benestanti per le quali la presenza degli stranieri, ma anche di italiani di varia estrazione, era occasione di dotte conversazioni e scambi di idee in un’epoca in cui le notizie non viaggiavano veloci come oggi. Conseguentemente, anche le persone più semplici erano a conoscenza delle Le cascatelle del Lima a Ponte a Serraglio L’antico Hotel de Russie a Ponte a Serraglio 44 lingue francese e inglese, veicoli di elementi di civilizzazione internazionale rintracciabili in alcune tradizioni locali. Ad esempio, durante le feste danzanti al Casinò, fino a qualche decennio fa, ai normali balli si alternava la quadriglia guidata dal custode del Casinò rigorosamente in francese. E ancora, in moltissime famiglie anche di modeste condizioni economiche, era uso prendere il tè alle cinque del pomeriggio, abitudine tramandata da generazione in generazione sin dal sec. XIX. La farmacia Betti al Capoluogo, di cui avremo occasione di parlare, si fregia ancora del titolo dell’Ambasciata Britannica; quella di Ponte a Serraglio della Legazione Britannica. Oggi pressoché tutti i ricordati alberghi sono stati trasformati in civili abitazioni, ma conservano esteriormente la originaria facciata. Da un punto di vista architettonico l’Hotel de Russie, a Ponte a Serraglio, fu certamente il più importante, perché realizzato dall’architetto Giuseppe Pardini, che ideò anche il Casinò dei Giuochi, la Chiesa Inglese ed il ponticello del Demidoff. Vi soggiornò a lungo la scrittrice inglese Louise de La Ramée, detta Ouida. Esso, oggi diviso in appartamenti privati, si distingue per la sua forma triangolare, per i terrazzi bovindi e per i marcapiani in cotto ad elementi ornamentali. Al Capoluogo l’attuale Albergo Roma, che fu la prima residenza di Elisa Bonaparte, è pregevole specie per l’originaria struttura della parte che affaccia sul parco di pertinenza. E’ certamente un pezzo di “archeologia alberghiera”. L’Albergo Roma a La Villa 45 La capacità ricettiva della stazione termale lucchese è oggi assai più modesta, almeno dal punto di vista di posti letto a disposizione, ma comunque sufficiente alla richiesta, ed adeguata alle attuali esigenze del turismo moderno. Riportiamo le strutture alberghiere e ricettive in genere a disposizione, sulla base dei dati forrniti dell’APT di Lucca e dal Comune di Bagni di Lucca: ALBERGHI Denominazione Antico Albergo Terme *** Hotel Bridge *** Hotel Bernabò *** Albergo Corona *** Albergo Europa *** Park Hotel Regina *** Albergo Roma * Albergo Svizzero ** Località Bagni Caldi Ponte a Serraglio Ponte a Serraglio Ponte a Serraglio La Villa La Villa La Villa La Villa Posti letto 50 20 10 33 14 25 25 25 Tot. 202 AFFITTACAMERE E BED & BREAKFAST Denominazione Affittacamere Suore Affittacamere Da Vinicio Villa Rosalena Villa San Pio X Villa Stisted L’Agrifoglio Affittacamere La Frantoia Amala’s place Tuscany Meanders Rifugio Fiori Villa delle Rose Bivacco Rifugio Affittacamere Gaggini Villa San Francesco (in realizzazione) Località Ponte a Serraglio Ponte a Serraglio Ponte a Serraglio Bagni Caldi La Villa La Villa Fornoli Guzzano Guzzano Pieve di Monti di Villa Palleggio Montefegatesi - Font. a Troghi Isola Bagno alla Villa 46 Posti letto 8 7 4 25 7 3 12 6 12 8 8 10 8 8 Tot. 126 AZIENDE AGRITURISTICHE Denominazione Pian di Fiume Il Ruscello Belvedere Il Moro La Torre Il Lago Le Capanne Alberigi Maddalena Andreucci Enrico Località Ponte a Diana Ponte a Diana Benabbio Loc.tà Le Viche Fornoli Casoli Pieve di Monti di Villa Lugliano Montefegatesi L’Azienda agrituristica Pian di Fiume 47 Posti letto 18 6 8 6 15 11 8 5 3 Tot. 80 L’andamento complessivo del turismo a Bagni di Lucca nel quadriennio 2003/2006 ha registrato valori positivi sia per gli arrivi che per le presenze di italiani e stranieri. Arrivi Presenze 2003 2004 2005 2006 5308 6385 6796 7841 16587 19856 20409 23710 (dati forniti dall’APT di Lucca) Un altro elemento significativo è dato dall’afflusso dei visitatori del Casinò dei Giuochi a Ponte a Serraglio. L’Ufficio Turistico della Pro Loco, che ha sede nello storico edificio, invita i visitatori ad apporre la propria firma su di un apposito registro, indicando nel contempo il paese di provenienza. Si deve dedurre che chi visita il Casinò visiti anche tutto o parte del territorio comunale e vi soggiorni per più giorni. Si riportano i dati relativi al triennio 2004/2006, dai quali emerge chiaramente il sensibile incremento dei turisti stranieri. Nazionalità Regno Unito USA-Sud America Germania Olanda Australia Francia Belgio Danimarca Norvegia Svezia Canada Austria Spagna Svizzera Nuova Zelanda Finlandia Altri Paesi Totale 2004 2005 2006 468 184 152 90 75 47 73 37 54 26 35 12 10 18 9 12 --1302 623 140 144 97 77 47 56 47 38 9 31 13 15 22 9 20 24 1412 823 287 281 127 121 99 89 73 60 46 47 43 33 28 12 --30 2199 Per quanto concerne le attrezzature sportive a disposizione dei cittadini e dei turisti, si segnalano al Capoluogo campi da tennis e piscine. Annualmente il Comune e varie Associazioni organizzano un calendario di manifestazioni di promozione turistica. 48 Le cure eD i trattamenti termali Presso lo Stabilimento “Jean Varraud - Casa Boccella” sono praticate non poche cure e trattamenti termali grazie alle notevoli e riconosciute capacità terapeutiche delle acque. La cura più singolare ed originale, ed in un certo senso più affascinante, è certamente quella che si pratica nelle due GROTTE A VAPORE NATURALE: la Grotta Grande e la Grotta Paolina, di cui abbiamo già dato i necessari cenni storici. La persona, avvolta in un telo, entra in questo ambiente saturo di umidità con un temperatura di circa 46° C e vi resta, seduta su antichi sedili di marmo, per venti minuti. La permanenza, superato il primo impatto molto forte, è estremamente piacevole; subito il respiro è facilitato e la grande azione decontratturante e miorilassante della grotta mette la persona in una condizione di grande relax, risultato importantissimo che aiuta a superare lo stress della vita frenetica di La grotta e la reazione 49 ogni giorno. La permanenza nella grotta induce abbondante sudorazione. In una sola seduta si perdono 200-300 ml. di acqua e ciò determina l’altro effetto benefico della depurazione cutanea. E’ per questo che la grotta è diventata la base dei molti trattamenti di estetica termale. La persona esce quindi dalla grotta e, accompagnato dalla “bagnina”, viene fatta distendere su di un lettino, avvolta in un telo e in calde coperte di lana, per iniziare quella che si chiama la reazione termale che è parte integrante della cura e dura altri 20 minuti circa. Durante la reazione, la persona è reidatrata con una gustosa tisana, preparata con acqua termale, e poi avviata alla doccia termale. I benefici della grotta sono riscontrabili nella cura di numerose patologie: artrosi diffusa, artrosi cervicale, artrosi lombosacrale, artrosi mani-piedi, reumatismi extra-articolari come la periartrite scapolo-omerale, tendiniti, contratture muscolari, gotta. L’accesso è consentito anche tramite la convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Altra cura termale che ha qualificato particolarmente le Terme di Bagni di Lucca, è la FANGOTERAPIA. Il fango è il peloide più inorganico ed altro non è che una commistione fra una parte solida, l’argilla, e una parte liquida, l’acqua termale. Queste parti rimangono a mutuo contatto Maschera di fango termale al corpo 50 mescolandosi per circa sei mesi, dopodiché si dice che il fango è maturo e pronto per essere utilizzato. Durante l’intimo contatto fra fango e corpo avviene lo scambio ionico: i minerali presenti nell’ acqua vanno ad occupare degli spazi ad hoc presenti in queste argille e, quindi, il fango acquista le caratteristiche dell’acqua con cui viene maturato. Il fango è applicato sulle articolazioni interessate della persona ad una temperatura di circa 48° C ma, poiché il fango è un cattivo conduttore di calore, questi non prova alcun fastidio derivante dall’alta temperatura. Il fango infatti cede il calore poco a poco. Trascorsi i 20 minuti circa della cura, “la fanghina” toglie il grosso del fango e accompagna la persona alla doccia di acqua termale. La cura, quindi, prosegue in un altro locale all’interno del quale la persona dapprima si immerge in una vasca per un caldo bagno, poi viene preparata per fare la reazione termale come abbiamo già descritto. Il fango, con l’aggiunta di oli essenziali, è la base dei trattamenti estetici. Dietro prescrizione medica può essere usato nel trattamento di patologie dell’apparato osteomuscolotendineo, per la gonartrosi, coxartrosi, l’ artrosi mani-piedi. Molte di queste patologie sono le stesse per le quali è indicata anche la grotta a vapore naturale, ad eccezione della gotta, che trova nel bagno a vapore il suo cardine terapeutico. Negli ultimi anni la nuova gestione dello Stabilimento Termale “J. Varraud” ha rivalutato moltissimo le CURE INALATORIE. Nel passato, gli accaniti fumatori o coloro che avevano condotto una vita lavorativa in ambienti poco salubri, ricercavano nelle cure inalatorie un qualche rimedio al loro compromesso apparato respiratorio. La guarigione non era possibile, ma certamente si poteva mantenere al meglio un organo già compromesso ed evitarne l’aggravamento. L’età media dei curandi era di circa 60/70 anni! Adesso le cose sono completamente cambiate e visitare il reparto inalatorio dello Stabilimento è un vero piacere. Ci sono clienti di tutte le età, ma in particolare si ode l’allegro vociare di bambini anche piccolissimi. Le acque termali di Bagni di Lucca hanno una particolare azione di stimolo sul sistema immunitario e questo fa sì che possano essere utilizzate nei bambini molto piccoli al momento del loro ingresso nella scuola materna ed elementare, momento solitamente difficilissimo per i genitori in quanto i bimbi sono sempre ammalati, soggetti a lunghi cicli di cure antibiotiche o addirittura cortisoniche. Oggi, fortunatamente, non pochi pediatri hanno cominciato ad aver fiducia nelle cure inalatorie per bambini e i risultati di tipo preventivo sono da considerarsi ottimali. Nello Stabilimento “J. Varraud - Casa Boccella” è praticata una vasta gamma di cure inalatorie: inalazione o getto caldo, aerosol, nebulizzazione, doccia nasale, aerosol sonico, ventilazione polmonare, insufflazione endotimpanica e politzer. 51 Cura inalatoria Di solito si associano l’inalazione e l’aerosol per la cura di patologie come la faringo tonsillite, la laringite, la tracheite mentre per le sinusiti e le riniti vasomotorie si aggiunge la doccia nasale. Nelle bronchiti croniche semplici od accompagnate da componente ostruttiva sono da preferirsi la nebulizzazione con l’aerosol e la ventilazione polmonare. La nebulizzazione è utilizzata anche per i bambini molto piccoli che troverebbero oggettive difficoltà nel praticare altri trattamenti. Per loro è stata allestita un’apposita e divertente “stanza della nebbia”, dove le piccole creature stanno affettuosamente in braccio alla mamma o al papà o comodamente sedute sul loro personale passeggino! Il politzer nei bambini o l’insufflazione negli adulti sono usate principalmente nelle otiti catarrali croniche o nelle stenosi tubariche. La BALNEOTERAPIA, in vasca di acqua termale a 37° C, è particolarmente indicata nelle malattie dermatologiche: psoriasi, dermatite atopica, dermatite seborroioca-acne 52 Idromassaggio Per queste patologie c’è convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. La balneoterapia ha dato ottimi risultati nella dermatite atopica degli adulti. Dal 2006 anche i bambini affetti da questa patologia, cui spesso si associano problemi di carattere respiratorio come l’asma, sono stati trattati con questo piacevole ed efficacissimo tipo di cura. Con la balneoterapia si può agire anche sui cheloidi cicatriziali e da ustione per la benefica azione dell’acqua termale sui fibroblasti del tessuto connettivo. Inoltre l’IDROMASSAGGIO, convenzionato con la ASL, è particolarmente efficace nei disturbi circolatori arteriosi e venosi agli arti inferiori. Le acque termali di Bagni di Lucca trovano utile impiego anche nella cura delle malattie dell’apparato ginecologico, quali vaginiti aspecifiche e vaginiti atrofiche in menopausa, mediante IRRIGAZIONI VAGINALI con o senza bagno. Infine l’acqua delle sorgenti termali può essere utilizzata per CURA IDROPINICA nelle malattie dell’apparato gastroenterico, come la Sindrome dell’intestino irritabile nella varietà con stipsi e Dispepsia di origine gastroenterica. 53 La durata dei cicli di cura, che per lo più vanno da 6 a 12 sedute, è stabilita dal Direttore Sanitario presente nello Stabilimento Termale. Le malattie e cure necessarie devono essere certificate e autorizzate con ricetta del medico di base, o del competente Medico specialista A.S.L., o del pediatra di base. Si può usufruire con il Servizio Sanitario Nazionale di un unico ciclo di cure all’anno, con eccezione delle categorie degli invalidi che hanno diritto ad un ciclo relativo alla loro patologia invalidante più un ciclo per un’altra diversa patologia. Le cure possono essere effettuate anche senza la prescrizione del medico curante. In questo caso è però obbligatorio il preventivo parere del Direttore Sanitario dello Stabilimento. Un apposito settore dello Stabilimento è utilizzato come Centro Benessere Ouida, così come era chiamata Louise de La Ramée, scrittrice e studiosa inglese che, come abbiamo già ricordato, soggiornò a lungo a Bagni di Lucca nei primi anni del XX secolo e volle essere sepolta nel locale piccolo Cimitero inglese. Il Centro ha una particolarità unica: presenta programmi modernissimi e spesso all’avanguardia, realizzati in un ambiente antico e ricco di tradizioni e storia. Offre percorsi specifici di benessere e relax per tonificare, rilassare e depurare l’organismo e per donare nuova luminosità alla pelle. Per i fanghi, i massaggi e i trattamenti si impiegano oli essenziali e creme a base di acqua termale tra loro combinati in una sequenza armonica di grande benessere. Trattamenti benessere 54 Questi trattamenti attirano molto una clientela giovane, ma al contempo incuriosiscono anche i tradizionali clienti delle Terme, che scoprono volentieri le nuove tecniche e i nuovi prodotti. Proprio per questo è in corso di realizzazione un nuovo Centro che completerà la gamma dei servizi offerti e presenterà trattamenti molto particolari che impiegheranno prodotti locali (farina di castagne e farina di granoturco “formenton 8 file”) con marchio a denominazione protetta (DOP). Tutti i trattamenti presentati nel Centro vengono effettuati utilizzando prodotti dermocosmetici esclusivi, risultato di importanti ricerche che hanno condotto ad impiegare la nostra acqua termale come componente importantissima dei prodotti stessi. Fiore all’occhiello del Centro Ouida è la vastissima offerta di massaggi che vanno dal connettivale al miofasciale, all’ayurvedico, al linforiflressogeno, al hot stone, allo shiatsu, allo shirodara, al pindasweda. Inoltre sono praticati massaggi emozionali di tutti i tipi, tra i quali il più esclusivo è certamente l’Inner Massage. Si tratta di un massaggio nato dalla fusione tra pensiero orientale e cultura occidentale per un trattamento di purificazione del corpo e della mente. E’ un percorso che permette di penetrare nell’intimo attraverso i sensi, di comprenderne le emozioni amplificandole, per ottenere quel coinvolgimento totale che non tralascia niente, come se a ciascuna parte del corpo spettasse una sua particolare ed individualissima attenzione. Un’originale esperienza, fatta di momenti attraverso cui è possibile riscoprire la dimensione fisica del proprio corpo, arricchendola di una nuova spiritualità. Un’altra sezione di estetica termale particolarmente sviluppata alle Terme di Bagni di Lucca è quella dei massaggi e dei trattamenti a base dei prodotti della nostra terra. Tra tutti emerge il naturalissimo massaggio all’olio d’oliva, prodotto principe dell’agricoltura della nostra regione toscana ed in particolare della lucchesia, che ha qualità davvero eccezionali. L’olio è un ottimo alleato della bellezza ed è fortemente compatibile con l’acidità della nostra pelle. Questo prodotto naturale contiene sostanze preziosissime come squalene, filosteroli, tocoferoli che lo rendono emolliente, nutriente e protettivo. Dopo il bagno è un ottimo tonificante e rivitalizza la cute, rendendola morbida, vellutata, luminosa e levigata. Grazie agli acidi linoleico e linolenico, alle vitamine k,a,e,d, ed ai composti fenolici, l’olio risulta un ottimo antiossidante e antiradicali liberi. Le Terme di Bagni di Lucca lo utilizzano nei massaggi per rilassare i muscoli, per ammorbidire e tonificare la pelle; lo impiegano aromatizzato alle essenze del mirto, agrumi e cannella, spezie, lavanda. Di particolare gradimento risulta anche il massaggio al sale, un vero e proprio trattamento di pulizia del corpo che rigenera i tessuti e li depura. Le proprietà del sale, inserite in una particolare miscela di pregiati olii dermofili, depurano e riattivano l’epidermide, idratandola. A causa dei ritmi di vita frenetici e dello stress, è avvertito sempre più spesso il bisogno di allontanare le tensioni e di ritrovare un intimo contatto con il nostro Io profondo. A questo scopo le Terme di Bagni di Lucca hanno elaborato una serie di protocolli di trattamenti che, attraverso il coinvolgimento dei sensi, producono un generale riequilibrio dell’organismo. Il trattamento SI-AN alla cioccolata è molto in voga. La sua applicazione, in sinergia con le acque termali, lo rende un trattamento indispensabile per recuperare vitalità, piena efficienza e 55 armonia delle forme. E’ un trattamento polisensoriale per gli intensi e specifici aromi e colori che caratterizzano i diversi prodotti della linea. I sensi, così stimolati, promuovono una serie di reazioni. Sensory Scrub unisce all’azione esfoliante dei micromacinati di nocciolo di albicocca un’azione rivitalizzante. Il Chocomint Mask è un impacco dal seducente profumo caratterizzato dall’elevato contenuto di teobroma cacao, conosciuto per la sua azione lipolitica. L’associazione con il mentolo ne esalta l’attività tonificante. L’idromassaggio riattiva la circolazione e l’effetto straordinario è quello di un vortice schiumoso da cui il cliente si lascia cullare sedotto da un intenso profumo. La parte finale, come sempre in questi trattamenti, è affidata alla coccola del massaggio manuale. La presenza dell’olio di riso conferisce a questa emulsione un’insolita leggerezza ed emollienza. Fra i trattamenti “golosi” che le Terme di Bagni di Lucca offrono si può annoverare il trattamento all’uva rossa. Consiste in un trattamento modellante che combina l’azione degli oligoelementi dell’acqua termale all’efficacia della Vitis Vinifera. L’uva è ricchissima di flavonoidi, tra cui il resveratrolo che esplica una potente azione antiossidante efficace nella prevenzione dell’invecchiamento e protettiva dei vasi sanguigni. Il Centro Ouida è quindi un angolo delle Terme di Bagni di Lucca dedicato interamente alla bellezza ed all’estetica e deve essere considerato di completamento alle tradizionali cure termali. In particolare, la sequenza di alcuni trattamenti ha consentito di esaltare la pratica dei bagni di vapore nelle grotte, facendole vivere, sia come trattamento a sé stante, sia come fase preparatoria dei massaggi specifici che abbiamo ricordato. Per tutti i trattamenti sono utilizzati esclusivamente i prodotti naturali della linea benessere delle Terme di Bagni di Lucca. Trattamenti benessere 56 Indicate le cure e le malattie che traggono da esse vantaggio e i trattamenti di cosmesi che si possono effettuare oggi nella stabilimento del Bagno Caldo, vediamo invece come nell’antichità si facessero qui le cure termali. Ci affidiamo ad un testo scritto dal dottore in filosofia, chimica e medicina, Fabrizio Ardizzone il quale, nel 1680, pubblicò un trattato sopra le essenze, cause ed effetti delle acque di Bagni di Lucca: …queste bagnature sono utilissime ai paralitici, agli epilettici, ai tremuli, agli sciatici, ai convulsi ed ai contratti. Utili anche a tutti coloro che sono affetti da malattie della pelle, alle donne che soffrono di superflua umidità dell’utero e che desiderano generare figli maschi. ….la primavera e l’autunno sono le stagioni più adatte per venire a questi Bagni. Prima di iniziare la cura, però, bisogna purgarsi e ripurgarsi. Le bagnature devono essere praticate due volte al giorno, la mattina all’alba e la sera al tramontar del sole, ma sempre dopo essere assolutamente certi di aver digerito. Gli infermi entrano nudi nell’acqua, semplicemente coperti da un camice di tela e vi restano per almeno un’ora. Le donne e i più debilitati debbono ascoltare il parere dei Bagnaroli e ridurre il bagno a mezz’ora. I più robusti si bagnano là dove l’acqua scaturisce ed è più calda; gli altri si bagnano un po’ più lontano dalla sorgente. Il calore provoca una gran sudorazione specie sul viso, tanto che i Bagnaroli spesso debbono intervenire per somministrare loro dei liquori cordiali, cioè acqua di scorzonera, di boraggine, di cardo santo; sciroppi gemmati e perlati e simili altre bevande. Inoltre in alcuni casi vengono applicate spugne imbevute di aceto sul petto come riparo ai miasmi sulfurei. All’uscita del bagno i Balneanti sono prontamente avvolti dagli inservienti in panni caldi e fatti riposare sul letto per almeno due ore. I Balneanti devono evitare di stare all’aperto e poiché questi Bagni possono procurare stitichezza, sarà necessario ricorrere a clisteri o a simili rimedi. Io consiglio di mangiare con moderazione cibi di buona qualità e di sostituire il vino con acqua fresca o con giulebbo violato. E’ preferibile mangiare carni lessate piuttosto che arrostite. Per quanto riguarda la durata delle bagnature si consiglia un periodo di venti giorni continui, al massimo trenta. La cura può essere ripetuta in più stagioni specie dai paralitici, dagli sciatici e dalle donne frigide. Però prima di iniziare la bagnatura è opportuno ricorrere all’uso della doccia sopra la nuca al fine di predisporre l’organismo a ricevere tutti i benefici delle bagnature stesse. Infine chi è caldo di natura o chi da queste acque viene troppo acceso o alterato, è necessario che vada a bagnarsi qualche volta nel vicino e più temperato Bagno S. Giovanni che reprime mirabilmente gli eccessivi calori. Oggi il modo di fare le cure presso il Bagno Caldo non è molto cambiato rispetto a quello raccontato e suggerito da Fabrizio Ardizzone nel lontano 1680. Ancor oggi, infatti, si entra nella grotta, non allora esistente, semplicemente coperti da un telo; si fa la reazione sdraiati su di un lettino, avvolti in calde coperte e si beve una tisana durante la cura. Ancor oggi il beneficio che deriva dalle cure termali è indiscutibilmente grande, anche se non proprio miracoloso come Ardizzone avrebbe voluto far intendere ai suoi contemporanei! 57 L’odierna attività delle terme e le prospettive future La gestione privata delle Terme di Bagni di Lucca inizia nel corso dell’anno 2000, quando l’Amministrazione Comunale la affida alla Soc. Villaggio Globale, ora Bagni di Lucca J.V.& Hotel S.r.L. L’Azienda termale, all’epoca prevalentemente incentrata sulla classica attività termale convenzionata, inizia subito a mutare il suo volto, cercando, in tal modo, di interpretare le mutate esigenze del mercato. S’incentivano e si ampliano le tradizionali cure termali, associandovi nuovi trattamenti anche a pagamento; in particolare i massaggi terapeutici ed i trattamenti di estetica con fango ed acqua termale. Da allora prende il via un costante incremento in termini di arrivi attraverso operazioni di marketing mirate ad un target medio alto che ricerca, in ambiente termale, il suo benessere psicofisico ed il relax. Si propone una serie di servizi ad hoc sull’onda delle richieste sempre maggiori di questo mercato. Viene offerto infatti un vero e proprio “pacchetto” che contiene trattamenti termali e soggiorno in un felicissimo contesto naturalistico di cui Bagni di Lucca, insieme all’ineguagliabile qualità e proprietà delle sue acque, può veramente andar fiera. La commercializzazione è avvenuta per vari canali. Attraverso materiale promozionale istituzionale distribuito all’APT, IAT, Punti di Informazione, Alberghi, Fiere Nazionali ed Internazionali etc. e implementando un sito (www.termebagnidilucca.it) che ha dato subito interessanti risposte in termini di contatti. Il vecchio passa-parola ha altresì apportato il suo notevolissimo contributo. La stipula di una serie di specifici accordi commerciali con operatori turistici del settore benessere, che promuovono e vendono la nostra struttura, è stato il canale indiretto che ha determinato un forte slancio in termini numerici. Sull’onda di questi risultati si è affacciata ben presto l’esigenza di possedere una struttura ricettiva interna per poter rispondere alla domanda sempre più pressante di un servizio integrato. Infatti il cliente richiede oggi un servizio a 360°, all’interno del quale egli possa occupare una posizione centrale. Nel 2003 la Società inizia così anche la sfida alberghiera. Si dota infatti di un Hotel con 22 camere prima e 27 poi, in un primo momento solo adiacente allo Stabilimento Termale ed in un secondo momento internamente collegato ad esso da un sottopasso. Al cliente si offrono inoltre un angolo bar, un ristorante anche con cucina tipica locale, un giardino ed una piscina termale ad acqua fluente, dapprima esterna all’Hotel ed oggi coperta ed interna alla struttura ricettiva. 58 Piscina termale Camera superior I massicci investimenti effettuati dalla gestione sono stati rivolti, in una primissima fase, verso gli adeguamenti normativi e gli impianti ormai obsoleti, per consentire alla struttura, fino a quel momento ad utilizzo esclusivamente stagionale, di offrire i propri servizi durante l’arco dell’intero anno. Gli interventi successivi sono stati rivolti invece alla completa automazione dei servizi ed al ripristino di reparti da tempo inutilizzati. In primis la Grotta Piccola, intitolata a Paolina Bonaparte Borghese, assidua frequentatrice di Bagni di Lucca e delle sue Terme, che è stata rimessa a nuovo. Accanto ad essa è stata realizzata una zona-relax dove i bagnanti effettuano la reazione in comune. Questa zona è stata posizionata su di un suggestivo soppalco in legno, sormontato da due grandi volte, comunicanti all’esterno mediante due lanterne vetrate. Successivamente, sono stati riconvertiti alcuni vecchi reparti e locali nel nuovo Centro Benessere “Ouida”. E’ stata altresì realizzata una piccola ma funzionale palestra. Gli investimenti degli ultimi anni hanno invece riguardato gli ambienti dei camerini per i massaggi, che sono stati romanticamente ristrutturati all’insegna del rispetto di un glorioso passato. E’ stato completamente rivisitato anche l’ambiente dell’accettazione per renderlo più dinamico in risposta alla nuova tipologia di clientela essenzialmente più giovane ed esigente. In parallelo al miglioramento ed al completamento degli ambienti e degli arredi, è stata riservata la massima attenzione alla qualità dei trattamenti, sia per le cure tradizionali, per le quali sono stati predisposti rigidi protocolli di cura, sia per i nuovi percorsi più alla moda e più richiesti dai mutati stili di vita e dalle nuove esigenze, dettate da una vita sempre più convulsa e piena di stress. Abbiamo perciò dato ai nostri collaboratori, opportunamente selezionati, la possibilità di un aggiornamento continuo, tanto da farne un punto di forza della nostra offerta. Di pari passo abbiamo dotato la nostra struttura di una linea di prodotti dermocosmetici di grandissima qualità, 59 con nostro marchio, perché contenenti la nostra acqua termale. Questi prodotti hanno reso più efficaci i trattamenti proposti. Per dare poi una continuità nella qualità a tutte le fasi lavorative, abbiamo certificato l’Azienda che ora dispone dei marchi UNI EN ISO 9001 (qualità) ed UNI EN ISO 14001 (ambiente). Tale certificazione consente di applicare una linea ben precisa cui tutti debbono attenersi. La nostra strategia è quella del continuo miglioramento delle performance attraverso la standardizzazione di tutti i processi, il coinvolgimento di alta direzione e risorse focalizzate su obiettivi comuni e condivisi, come la centralità del cliente e la sua piena soddisfazione. Le prospettive future sono molto ambiziose, ma saranno sicuramente necessarie per riportare il Centro Termale di Bagni di Lucca ad un livello ottimale, sia per funzionalità, sia come location. Per rispondere alle esigenze di un mercato in crescita e sempre più selettivo ed in cui opera una concorrenza molto aggressiva, si è ritenuto di porre l’accento sulla costruzione di un nuovissimo reparto totalmente dedicato al Benessere in tutte le sue forme. Tale reparto dovrà essere all’avanguardia in tecnologia, tecniche e professionalità degli operatori, un vero e proprio fiore all’occhiello. In contemporanea si lavorerà al ripristino dell’antico splendore dell’architettura termale cui dobbiamo la fama che ancor oggi investe Bagni di Lucca e le sue Terme. Si recupererà lo splendido salone delle feste, che fu anche un Casinò dei giuochi e può vantare di aver visto girare la prima roulette d’Europa e il reparto caratterizzato dalla presenza di antiche vasche in marmo di Carrara. Particolare attenzione sarà rivolta al recupero di tutti gli ornamenti pittorici che arricchiscono e rendono unici gli archi, le volte, le pareti dell’antico stabilimento. Infine, sono previsti ulteriori interventi di miglioramento estetico e funzionale della Grotta Grande, della Grotta Piccola, dell’attuale Centro Benessere e della piccola palestra. E’ prevista infine una nuova immagine dell’ingresso alle Terme ed una revisione dei paramenti esterni. Reparto massaggi Reception termale 60 COSE NOTEVOLI Il Teatro Accademico e il Circolo dei Forestieri Queste due strutture, che si trovano al Capoluogo, erano a disposizione dei villeggianti e lo sono tuttora. Il Teatro Accademico, un tempo chiamato Teatro dei Provvidi, risale al 1790. Costruito per iniziativa dei paesani, ha visto calcare le sue scene dai più importanti attori e attrici italiani e stranieri. Oggi il suo interno appare completamente ristrutturato, ma l’esterno conserva l’aspetto originario. Quando Bagni di Lucca viveva il suo periodo aureo, era luogo di ritrovo non solo per rappresentazioni teatrali, ma anche per feste di gala, concerti, accademie varie. Nella ricorrenza del compleanno dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, il 15 agosto del 1804, Madama Letizia Ramolino e la bellissima Principessa Paolina Bonaparte Borghese, che erano ai Bagni di Lucca per le cure termali, parteciparono al Teatro ad una pubblica festa. In un rapporto di un diplomatico francese si legge: Madame Bonaparte e la Principessa Borghese vi hanno assistito privatamente e sono rimaste incantate; è stata una festa di paese, ma la gente del posto l’ha resa una festa superba, come a Parigi. Il Teatro Accademico Il Circolo dei Forestieri 61 Le scene di questo piccolo Teatro furono calcate anche dalla principessa Elisa Baciocchi che v’interpretò, nell’estate del 1805, il ruolo di Fedra nell’omonima tragedia di Jean Racine. Oggi al Teatro Accademico si svolge, tra l’altro, una Stagione di Prosa molto importante ed una significativa Rassegna Regionale di Teatro della Scuola. Il Circolo dei Forestieri, da poco completamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, fu edificato nel 1923 su un precedente edificio. Era dotato di una sala da ballo, di un biliardo, di sale di lettura e di una ricca biblioteca. Oggi è sede dell’Archivio Storico del Comune ed è a disposizione per iniziative e manifestazione di vario genere. Il Circolo si affaccia sulla piazza intitolata a “Jean Varraud”. Davanti al Teatro c’è un’antica Farmacia appartenente, da ben nove generazioni, alla famiglia Betti. La licenza d’aprire Bottega di Spezieria Medicinale è datata 24 giugno 1709. La Farmacia Betti è pregevole per la sua antica storia ed anche per l’autentico arredo in stile impero. Proprio in relazione alla presenza delle acque termali e, quindi, all’afflusso di numerosissimi balneanti bisognosi delle più svariate cure, l’arte del farmacista o speziale, come un tempo si diceva, era assai diffusa ai Bagni di Lucca. Michel de Montaigne a tale proposito osserva: Perloppiù gli abitanti del luogo rimangono qui anche d’inverno e vi hanno ogni specie di botteghe, soprattutto farmacie, ché quasi ognuno è farmacista. Il mio ospite, tale capitano Paulino, lo è a sua volta. La Chiesa di San Pietro di Corsena Come abbiamo già ricordato, i paesi sparsi sulle montagne del territorio hanno tutti la loro Chiesa. Fra queste alcune sono pregevoli esempi di architettura romanica. Nel fondovalle troviamo la Chiesa di S. Pietro, risalente al 1165, che ha caratteristiche architettoniche di un certo interesse. Ubicata a Corsena, originario nucleo dell’attuale Capoluogo del Comune di Bagni di Lucca, e da esso poco distante, conserva sulla fiancata destra la primitiva struttura su cui spiccano tre eleganti monofore. La facciata non è quella di origine perché la chiesa fu allungata fra il XIV e il XV secolo tanto che è evidente, sulla destra, l’inglobamento di un piccolo porticato. Il rosone in cemento è stato posizionato nei primi anni del secolo XX in sostituzione di una precedente bifora. La Chiesa è stata privata dell’abside romanica. La Torre campanaria risale al 1693. L’interno è a tre navate, scandite da colonne a conci con capitelli senza abaco, ma con lastroni squadrati. Il soffitto a vela sostituisce la tipica copertura a capriate propria delle chiese romaniche. Pregevole il fonte battesimale in pietra serena, risalente al XVI secolo, e l’Oratorio della SS. Vergine, con banchi e postergali secenteschi, cui si accede dalla navata sinistra. 62 Il Grande Albergo a Bagni Caldi Anche se oggi dell’antico “Grande Albergo delle R.R. Terme” a Bagni di Lucca non rimane che una facciata pericolante, merita ricordare che questa costruzione circondata da un parco in cui sono a dimora piante pregiate e rare, era stata fatta realizzare, sulla precedente nobile casa Valleri, dal Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena per sua residenza estiva. Il Granduca entrò per la prima volta nella sua regale dimora nell’agosto del 1850. Egli giunse accompagnato da tutta la famiglia e da largo seguito e fu accolto dalle autorità locali e dalla festante popolazione nella piazza di Ponte a Serraglio, da dove proseguì in portantina fino a Bagni Caldi. Questa borgata, sorta nel tempo intorno al Bagno Caldo, era particolarmente piaciuta alla moglie del Granduca, Maria Antonietta, e qui la regale famiglia fu solita soggiornare annualmente dalla primavera all’autunno. Le cronache narrano che il Granduca avesse dato disposizione che tutti i giorni un colpo di cannone annunciasse alla valle il mezzogiorno. Ogni domenica mattina, poi, nella chiesetta di S. Martino, adiacente il palazzo, era celebrata la Santa Messa, cui assisteva tutta la famiglia granducale e molta folla che, non riuscendo a entrare nella piccola chiesa, partecipava al sacro rito seduta sulla vicina scalinata. I Granduchi di Toscana conducevano a Bagni di Lucca una vita abbastanza ritirata. Ogni tanto si recavano a La Villa in carrozza trainata da quattro cavalli, più che altro per prender parte a qualche funzione nella chiesa di S. Pietro in Corsena. Il corteo passava sempre tra due ali di folla festante, ma una volta uno sciagurato paesano rovesciò involontariamente dalla finestra una catinella d’acqua sul corteo. Sceso precipitosamente in strada, lo sventurato chiese scusa ed implorò il perdono che Leopoldo II bonariamente gli concesse esclamando: Tira via! Meno male che non è toccata ad un Inglese, sennò a quest’ora io avrei già sulle spalle tutta la Legazione Britannica e dovrei anche pagare i danni! Quando poi la famiglia regnante di Toscana, alla fine dell’estate del 1851 si apprestò a lasciare Bagni Caldi per fare ritorno a Firenze, la sera del 21 agosto sulla piazza della borgata, un coro di giovinette, accompagnate dalla Banda Musicale paesana, dedicò al Granduca e alla sua consorte una serenata di Guynemer. La residenza ducale fu in seguito trasformata, come detto, nel “Grande Albergo delle R.R. Terme” che aveva, come ricorda una Guida Turistica dell’epoca, splendide sale di lettura, conversazione, biliardo, camere eleganti, separate ed aggruppate in appartamenti per famiglia con tutti i comodi e conforti che oggi si richiedono. Esso è situato sulla splendida collina dei Bagni Caldi, in luogo di quiete e di tranquillità perfetta, attiguo alla Stabilimento 63 centrale delle R.R. Terme. Un vasto giardino circonda il fabbricato. Una rete telefonica mette in comunicazione lo stabilimento centrale delle Terme, il Regio Casinò, il Medico e l’Albergo. L’Albergo offre un ottimo trattamento a prezzi modici. Oggi sono in corso alcuni progetti di recupero di questa antica testimonianza del passato della ridente stazione termale lucchese. L’attuale “Antico Albergo Terme”, limitrofo a quello storico, presenta moderne caratteristiche di eleganza, di sobrietà, di comfort pari a quelle del suo antenato. E’ dotato di una piscina interna alimentata dalle acque termali della sorgente del Doccione, quella stessa che alimenta la Grotta Grande dello Stabilimento cui si può comodamente accedere dall’Albergo mediante un sottopasso. L’ “Antico Albergo Terme” 64 Villa Fiori All’ingresso del paese di Ponte a Serraglio si incontra, sulla sinistra, Villa Fiori. Il nome le deriva dall’antico proprietario, il Barone Fiori. Ha subito nel tempo alcune trasformazioni. E’ di sua pertinenza il grande parco che si affaccia sul fiume. Dopo alcune vicende, ultimamente è tornata ad essere proprietà del Comune di Bagni di Lucca. Villa Fiori Il Ponte delle Catene Il Ponte delle Catene E’ così chiamato il bel ponte che unisce le due sponde del Lima nel paese di Fornoli. Nel 1840 il Duca di Lucca, Carlo Lodovico, affidò incarico all’Architetto Lorenzo Nottolini di realizzare un ponte in sostituzione di quello molto antico che, pochi anni prima, una disastrosa piena del fiume aveva fatto crollare. Il Nottolini ideò questa originale struttura, che si caratterizza per i due archi neoclassici in pietra serena e per le catene di sospensione in ferro. Realizzati i due archi, i lavori furono sospesi e portati a termine nel 1860. Di recente il Ponte delle Catene ha subito un radicale intervento di restauro. 65 Il Ponte del Diavolo (fra leggenda e realtà) Lungo la strada che da Lucca conduce a Bagni di Lucca, giunti nel comune di Borgo a Mozzano, si incontra un bellissimo ponte che scavalca il fiume Serchio. Il ponte colpisce immediatamente per la sua forma architettonica molto strana e ardita. Un cartello turistico ci dice che siamo di fronte al Ponte della Maddalena, meglio conosciuto come Ponte del Diavolo. Non possiamo fare a meno di fermare la macchina e scendere per percorrere a piedi questo stranissimo ponte, che ci affascina per la struttura ed anche per il nome. Il ponte, tutto in pietra, come le architetture romaniche, misura 93.10 metri ed è largo 3.7 metri compresi i parapetti; la carreggiata è larga 2.90 metri e quindi oggi è percorribile solo a piedi. Un tempo però vi transitavano anche carri trainati da cavalli o da buoi. E’ costituito da cinque archi di ampiezza sempre maggiore. L’arco più piccolo (quello appoggiato alla riva sinistra del fiume) misura 4 metri più 1.7 metri di parapetto; quello che segue 5 metri più 3 metri di parapetto; l’arco medio 7 metri più 4.20 di parapetto; l’arco maggiore misura 18.50 metri più due metri di parapetto. E’ il più antico ponte sul fiume Serchio; le notizie archivistiche sulla sua storia sono molto incerte. Ha dimostrato in tanti secoli di vita una resistenza unica alle inondazioni e al tempo, che, ancora in tempi moderni hanno lesionato strutture molto più recenti, lasciando intatto quello che è stato definito il Nestore dei ponti sul Serchio. Questo ha contribuito ad alimentare la fama di “opera magica”. Fu presumibilmente (gli storici non sono tutti d’accordo) fatto costruire da Matilde di Canossa, Marchionessa di Toscana, per consentire il passaggio dalla sponda destra a quella sinistra del fiume Serchio e facilitare in tal modo quanti volevano recarsi alle vicine terme di Bagni di Lucca. A quel tempo infatti non esisteva l’attuale strada del Brennero che fu realizzata solo nel XVII secolo. Perché il Ponte è detto della Maddalena? Perché nelle sue vicinanze, nel 1526, fu costruita una chiesetta nella quale si venerava una bellissima statua della Maddalena a figura intera, opera della scuola della famosa famiglia di ceramisti Della Robbia. Oggi questa bella statua si conserva e si può ammirare nella Chiesa di S. Jacopo a Borgo a Mozzano. Perché il Ponte è detto anche del Diavolo? La leggenda vuole che il protettore dei viaggiatori, S. Giuliano l’Ospitaliere, vissuto nel VI sec., avrebbe chiesto aiuto al Diavolo per portare a termine la costruzione del ponte. In cambio 66 dell’aiuto avrebbe promesso al diavolo la prima anima che avesse attraversato il suo ponte. Ma S. Giuliano fece in modo che fosse un cane a passare per primo….. Un tempo si attribuivano al Diavolo molte costruzioni di cattedrali, torri, acquedotti, muraglie e ponti. L’Europa è disseminata in particolare di Ponti del Diavolo. Perché quindi l’attività del Diavolo si è rivelata instancabile nei ponti? Forse la ragione sta nel fatto che la sua carriera di architetto iniziò proprio con la realizzazione di un lunghissimo ponte che collegava l’Inferno alla volta celeste….. La logica suggerisce però di pensare che siano state attribuite all’Artefice Infernale tutte quelle opere di cui si era persa nel tempo la memoria di chi le aveva costruite. Specialmente nel Medioevo si diffusero queste leggende, perché le più mirabili costruzioni del passato sembrarono spesso non realizzabili dall’uomo! Il Ponte del Diavolo 67 bibliografia in ordine cronologico Ardizzone Fabrizio, Ravvivamento o sia discorso dimostrativo sopra l’essenza, cause ed effetti delle acque minerali singolarmente del Monte di Corsena, Genova, 1680 Benvenuti Giuseppe, De Lucensium Thermarum Sale Tractatus, Lucca, Salani,1758 Mondat Vincent, Bains de Loucques, Florence, Vincenzo Batelli et Comp, 1840 Stisted Elizabeth, Letters from the Bye Ways of Italy, London, J. Murray, 1845 Snow William, Hand Book for the Baths of Lucca, Roch Vannucchi, 1847 Metternich Klemens,von, Mémoires, Documents et Ecrits divers, Tome III, Paris,Plon Ed.,1881 Carina Alessandro, Notizie storiche sul Contado Lucchese etc, Lucca, 1881 Lombardi Achille, Guida dei Bagni di Lucca e dintorni, Firenze, Nicolai, 1882 Shelley Percy Bysshe, Essays and Letters by P.B. Shelley, E. Rhis Ed.,1886 Moore Helen, Mary Wollstonecraft Shelley, Phil.J.B. Lippincott Company, 1886 Stone Octavius, Guide to Bagni di Lucca, s.i.e., 1906 Ross J. and Erichsen Nelly, The Story of Lucca, London, J.M. Dent and Sons,1912 Bonaventura Arnaldo, I Bagni di Lucca, Coreglia e Barga, I. I. d’Arti. Graf.ed, 1912 Whipple E.E., A famous Corner of Tuscany, London, Jarrold Publisher, 1928 De Robeck Nesta, Up at a Villa, Down in the City, London, J.M. Dent and Sons,1932 Heine Henrich, Italia (Impressioni di Viaggio), Milano, 1951 De Montaigne Michel, Giornale di Viaggio in Italia, Milano, 1956 Burlamacchi Maurizio, Le antiche case del Bagno alla Villa, Firenze, Seeber, 1969 Martini Georg Christoph, Viaggio in Toscana (1725-1745), Modena, Artioli, 1969 Cherubini Bruno, Bagni di Lucca fra cronaca e storia, a cura di Marcello Cherubini Lucca, MP Fazzi Ed, 1977 Sereni Natalia, Bagni di Lucca vista attraverso due guide inglesi, in “Rivista di archeologia, storia, costume”, Lucca, 1981 Giusti Maria Adriana, Ipotesi ed occasioni di sviluppo della città termale di Bagni di Lucca, in Catalogo “Il Principato Napoleonico dei Baciocchi (1805-1814) Riforma dello Stato e Società”, Lucca, Nuova Grafica Lucchese, 1984 Giambastiani Claudio, I Bagni di Lucca e la Val di Lima Lucchese dalle origini al XVI secolo, Lucca, Istituto Storico Lucchese, 1996 Cherubini Bruno, I Bagni di Lucca, III edizione a cura di Marcello Cherubini, Lucca, MP Fazzi Editore, 1998 Tolomei Arianna, Paesaggio e giardini di una città termale: Bagni di Lucca, Lucca, MP Fazzi Editore, 2001 Cherubini Marcello - Massimo Betti, Guida turistica di Bagni di Lucca, MaxMaur Editore, 2002 Betti Massimo, Il Ponte del Diavolo,notizie storiche e iconografia, Max-Maur Editore,2004 Venturelli Giampiero et alii, The Bagni di Lucca thermal waters (Tuscany, Italy): an example of Ca-SO4 waters with high Na/Cl and low Ca/SO4 ratios. In “Journal of Hidrology”, 307: 270-293. 2005 68 INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Ardizzone Fabrizio Baciocchi Elisa Bandinelli Vincenzo Barrett Elizabeth Browning Beauharnais Giuseppina Benvenuti Giuseppe Bernabò Nicolò da Pistoia Bertini Domenico Betti, farmacia e famiglia Bianchi Francesco Borghese Paolina Borghese Camillo Browning Robert Byron George Gordon Carina Alessandro Carlo Lodovico di Borbone Cherubini Bruno Cherubini Paolino Cleveland Rose D’Alessandro Alberto De La Ramée Louise Della Robbia, famiglia Demidoff Anatolio Demidoff Nicolaj Domenico di Giustizi Duccini Giuseppe Dumas Alexandre, padre Enrico VIII Eriksen Nelly Esculapio Falloppio Gabriele Federico II Ferdinando II de’ Medici Fiori, barone Franceschi Giacomo Gentile da Foligno Giacomo III Stuart Ginnestet Edouard Giovanni Jacopo da Corsena Godwin William Gryzanowsky G.F. Guynemer F. Heine Heinrich Jacopo di Puccio Lamartine, de, Alphonse Leclerc Napoleone Luigi Lemmo Catrignella Leopoldo II di Lorena 16, 57 14, 17-20, 22, 26, 29, 30, 43, 45, 62 24 8, 12 30 16, 19 24, 25, 26 19, 27, 28, 29 45, 62 26 17, 30, 59, 61 17 8, 12 8, 31, 34 16 14, 26, 30, 35, 40, 42, 65 26 30 36 5 8, 36, 45, 54 66 33 32, 33 43 16 8 34 36 11 16, 21 30 31 65 16 16, 21, 27 31 40 43 12 36 63 8, 9 43 8 30 43 42, 63 Listz Franz Lupari, famiglia MacBean Maria Antonietta, Granduchessa Maria Luisa di Borbone Parma Maria Teresa di Savoia Marracci Giacomo Marshall John Mathis Adrien Matilde di Canossa Medici, de, Francesco Maria Metternich, di, Principe Mondat Vincent Montaigne, de, Michel Montesquieu Charles Moscheni Domenico Murray John Napoleone Bonaparte Nottolini Lorenzo Nucco di Monti di Villa Ouida, cfr De La Ramée Pardini Giuseppe Pissini Matteo Porcaresi, famiglia Racine Jean Ramolino Letizia Redi Francesco Ruelle Pietro Sambucy Charles Scott Walter Shelley Clara Shelley Godwin Mary Shelley Percy Bysshe Shelley William Sobieska Maria Clementina Solenander Daniele Stisted Charlotte Stisted Clotilda Elizabeth Stisted Henry Suffredinghi, famiglia Tolomei Arianna Ugolino da Montecatini Varraud Jean Venturelli Giampiero Vittoria della Rovere Vittoria, Regina Warren Edward Perry Whipple Evangelina 69 42 14 31 63 14, 30 34 32 36 40 66 31 30 40 8, 20, 25, 29, 30, 62 8 16 36 14, 17, 34, 61 65 43 33, 36, 39, 45 24 14 62 30, 61 16, 22, 31 32 26 34 31 8, 12, 31 8, 12, 31, 34 31 31 16 34, 36 10, 34, 35, 36, 38 34, 35, 36 14 36 16, 21, 27 18 15 22, 30 36 36 36 INDICE pag. 5 PRESENTAZIONE “ 7 PREFAZIONE DEGLI AUTORI “ 9 IL TERRITORIO “ 14 BREVE EXCURSUS STORICO “ “ 15 LE ACQUE E GLI STABILIMENTI TERMALI “ 19 Il Bagno San Giovanni “ 21 Le Docce Basse “ 23 Il Bagno Bernabò “ 27 Il Bagno alla Villa e l’omonima Borgata “ 32 L’Ospedale Demidoff “ 34 UN ESEMPIO DI COME BAGNI DI LUCCA, NELL’800, FOSSE VISTA ED AMATA DAGLI INGLESI “ 39 IL CASINò DEI GIUOCHI “ 43 LE ANTICHE E MODERNE STRUTTURE RICETTIVE 17 Il Bagno Caldo, l’odierno stabilimento “J. Varraud” 70 pag. 49 LE CURE ED I TRATTAMENTI TERMALI “ 58 L’ODIERNA ATTIVITà DELLE TERME E PROSPETTIVE FUTURE “ 61 COSE NOTEVOLI: “ 61 Il Teatro Accademico e il Circolo dei Forestieri “ 62 La chiesa di San Pietro di Corsena “ 63 Il Grande Albergo a Bagni Caldi “ 65 Villa Fiori “ 65 Il Ponte delle Catene “ 66 Il Ponte del Diavolo “ 68 BIBLIOGRAFIA “ 69 INDICE ANALITICO 71 Finito di stampare nel mese di maggio 2008 da Studio Pastrengo - Bagni di Lucca 72