...

bagni di lucca

by user

on
Category: Documents
33

views

Report

Comments

Transcript

bagni di lucca
MARCELLO CHERUBINI - MASSIMO BETTI
BAGNI DI LUCCA
il fascino di un’antica stazione termale
Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l
Progetto “Thermae Europae”
Iniziativa Comunitaria Cultura 2000
Bagni di Lucca, 2008
La stampa riprodotta in copertina e quelle nel corpo del testo appartengono a collezione privata:
SIX VUES DES BAINS DE LUCQUES
Peintes exactement d’après nature
PAR PANIERAI
et lithographiées par I. Iacollet
Publiées par Joseph Cordon
Imprimées par Auguste Bry, rue Favart, 8
A PARIS
© Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l
Proprietà artistica e letteraria riservata
Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata
Edizione gennaio 2008
Realizzazione Foto Pastrengo
Bagni di Lucca (Lu), 2008
Le fotografie sono state realizzate da:
Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l, Bagni di Lucca
Foto Pastrengo, Bagni di Lucca
Mi trovo nella piacevole circostanza di esprimere alcune considerazioni e riflessioni su di una
pubblicazione che certamente contribuirà a far conoscere le Terme di Bagni di Lucca ad un vasto
pubblico internazionale perché promossa da una iniziativa di Cultura Comunitaria, rientrante
nel Progetto “Thermae Europae” 2000.
L’affascinante storia delle Terme di Bagni di Lucca che il prof. Marcello Cherubini ed il dott.
Massimo Betti hanno steso con la loro conosciuta competenza e passione, ci induce a riflettere
sulla inderogabile necessità che il prestigioso nostro passato debba esser ben conosciuto da tutti e
specie da chi è chiamato ad amministrare la nostra comunità, perché siamo convinti che la cultura
in senso lato, e specie quella storica, deve costituire il fondamento di ogni iniziativa di sviluppo
elaborata per il presente, ma proiettata verso il futuro. Il passato deve essere infatti un’ispirazione
ed un riferimento per la continuità.
Ci complimentiamo pertanto con gli autori e con il signor Paolo Mazzei, Amministratore delle
Terme di Bagni di Lucca, che ha fortemente voluto realizzare questa importante pubblicazione
che certamente contribuirà a richiamare sul nostro territorio gran numero di visitatori.
Il Sindaco di Bagni di Lucca
Giancarlo Donati
PRESENTAZIONE
E’ dall’anno 2000 che ha avuto inizio la gestione delle Terme di Bagni di Lucca da parte della
nostra Società: la Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l.
E’ da quel momento in poi che si sono sviluppati programmi e interventi mirati a far rivivere
queste Terme con l’obbiettivo di ridare ai suoi antichi stabilimenti “Jean Varraud” e “Casa Boccella”
un livello di efficienza, di innovazione e di gradimento pari alla notorietà di cui ancora godono
sia per l’eccelsa qualità delle proprie acque sia per le cure che vi si praticano.
Il cammino è stato duro e faticoso ma, paghi del lavoro fatto fino a qui, possiamo continuare
sulla stessa strada con lo stesso ottimismo che ci ha animato dall’inizio. Il nostro impegno, da
ora in poi, è quello di dare alle Terme di Bagni di Lucca un’immagine autonoma e ben definita,
con una considerazione: per essere realmente innovativi bisogna essere anche conservatori:
conservatori di paesaggi, di tradizioni, di culture e di lingue, perché si tratta di un patrimonio
enorme, perché si tratta del lavoro di intere generazioni. Un percorso che non trascura niente,
ma esalta il passato, sicuri come siamo di poterne trovare le vestigia in un presente proiettato a
rinverdirne gli splendori.
Queste Terme fondano il proprio equilibrio nel bilanciamento incessante tra innovazione e
tradizione che viene esaltato proprio nel loro tenace lavoro di marketing territoriale.
Thermæ Europæ, inserito nel Programma Comunitario Cultura 2000 diventa, così, un evento
importante e determinante per proiettare le Terme di Bagni di Lucca su nuovi territori oltre a
farle ottenere anche un importante riconoscimento a livello europeo.
Con grande interesse e con grande piacere abbiamo affidato la realizzazione di questa
pubblicazione, che andrà a far parte di un volume internazionale comprendente le più grandi
realtà termali d’Europa, agli studiosi che più e meglio di altri hanno saputo presentare la storia
di Bagni di Lucca in quanto, alle indubbie capacità di storici e di scrittori, hanno saputo unire
l’amore e il vanto per la loro terra.
Questa pubblicazione, di grande rilevanza letteraria, per la qualità degli autori, e promozionale
per la città di Bagni di Lucca, va ad aggiungersi alla già notevolissima produzione letteraria su
questa realtà termale, arricchendola e completandola di nuovi studi.
Si ringraziano gli autori per il loro lavoro e la loro preziosa collaborazione.
Un ringraziamento particolare va a Alberto D’Alessandro, che ci ha chiamati a far parte di
questo gruppo (orgogliosi di farne parte) e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca che ha
contribuito in maniera determinante alla stampa di quest’opera.
Paolo Mazzei
Amministratore di Bagni di Lucca Terme J.V. & Hotel S.r.l
5
6
PREFAZIONE
Una pubblicazione, destinata a far conoscere e conseguentemente a veicolare il Centro Termale
di Bagni di Lucca in un circuito di turismo europeo e quindi internazionale, dovrebbe essere
impostata principalmente a presentare le strutture turistico-ricettive e culturali a disposizione, la
realtà socio-economica, le capacità e le prospettive di sviluppo.
Noi non abbiamo, di proposito, ubbidito rigorosamente a questi criteri perché Bagni di Lucca
è particolare e diremo unica - come cercheremo di dimostrare - rispetto a moltissimi centri termali
italiani ed europei e perché, d’altra parte, l’indicazione data dal Progetto Thermae Europae è quella
di procedere ad un’analisi storica dell’eredità termale in Europa, con lo scopo di “inventariare”
anche il patrimonio architettonico-termale, per procedere quindi alla programmazione di un
piano di valorizzazione della cultura del termalismo in Europa.
Per molti anni, nell’intraprendere progetti di recupero del patrimonio termale e ricettivo,
l’iniziativa pubblica e privata di Bagni di Lucca ha dovuto fare i conti con i troppi vincoli
imposti dalle Istituzioni preposte alla tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico,
con la conseguenza che sia il pubblico che il privato hanno lasciato importanti strutture termali
e turistiche abbandonate a se stesse.
Oggi, fortunatamente, sembra che le maglie del vincolismo si siano un poco allargate. La
Comunità Europea e i vari Governi nazionali hanno inoltre dimostrato sensibilità e interesse
al recupero di un comune patrimonio culturale, così che fondi finalizzati sono pervenuti nelle
casse dell’Amministrazione locale. E’ conseguentemente iniziata una faticosa, costosa, difficile
e paziente opera di recupero di tutti gli antichi stabilimenti termali, del Casinò dei Giuochi e
di altre strutture importanti e significative per il nostro passato, ma anche indispensabili ad un
auspicabile importante futuro.
Di tutti questi interventi di recupero daremo conto nella presente pubblicazione. Di tutti
gli stabilimenti termali e di altri importanti architetture riferiremo il racconto della loro storia,
attingendo alle numerose fonti scritte costituite da diari di viaggio, epistolari, studi che, nel
corso dei secoli, sono state lasciate da quanti furono attratti dapprima dalla fama delle capacità
terapeutiche delle nostre acque termali, quindi dalla bellezza della nostra vallata e dalla
spensierata aria di mondanità europea che il soggiorno ai Bagni di Lucca, specie nel XIX secolo,
sapientemente sapeva loro offrire.
Oggi i privati hanno iniziato a riordinare gli alberghi, le pensioni e i ristoranti, ammodernandone
le strutture per adeguarle sempre più e sempre meglio alle esigenze del turismo del tempo
7
presente. Molti stranieri e italiani hanno acquistato e ristrutturato vecchie case, casali ed anche
interi borghi antichi per condurvi una vita a più significativa dimensione umana o per dar vita a
positive esperienze di agriturismo.
Auspichiamo, quindi, che la presente pubblicazione solleciti il moderno turista europeo a
ritornare ai Bagni di Lucca spinto innanzi tutto dalla curiosità di riconoscere, di rileggere e di
ritrovare nelle architetture, nei paesaggi, nel calore e nella freschezza delle acque, quegli incanti
che fecero dire le più belle parole a molti poeti, scrittori e artisti giunti qua da ogni Paese.
Perché le molte memorie e pagine di Michel de Montaigne, di Elizabeth Barrett e Robert
Browning, di George Gordon Byron, di Mary e Percy Bysshe Shelley, di Ouida, di Heinrich Heine,
di Alphonse de Lamartine, di Charles Montesquieu, di Alexandre Dumas padre e di moltissimi
altri loro connazionali, furono scritte con le emozioni e con i sentimenti suscitati dal rigoglìo dei
nostri colli e dei nostri boschi e con l’incanto profuso dalla nostra sorridente vallata solcata da corsi
di limpide acque.
8
gli autori
IL territorio
Bagni di Lucca, nella regione toscana, è a circa 27 Km dalla città di Lucca, lungo la strada statale
n° 12 del Brennero in direzione dell’Abetone, stazione sciistica, da cui dista appena 37 Km.
Venticinque sono i paesi più o meno grandi che costituiscono il Comune di Bagni di Lucca , il
cui capoluogo è La Villa, a 150 m s.l.m.. Il Comune ha una popolazione di 6421 abitanti.
La valle è solcata dal torrente Lima arricchito dalle fresche acque di non pochi torrenti che
scendono dalle fiancate dei monti. Il Lima, che nel corso dei millenni ha limato, con la sua forza
erosiva i fianchi vallivi, affluisce nel fiume Serchio.
Come ebbe a scrivere il poeta tedesco Heinrich Heine che qui soggiornò nell’estate del 1828,
…il fascino della valle sta senza dubbio nel fatto che essa non è troppo grande né troppo piccola,
che l’anima di chi guarda non è sopraffatta, ma armonicamente nutrita dal paesaggio delizioso, che le
stesse cime dei monti, come dovunque negli Appennini, non hanno la forma sgraziata, bizzarramente
e goticamente sublime, delle caricature di montagne, di cui la Germania è piena come di caricature
d’uomo, ma sembrano esprimere nelle forme nobilmente modellate, di un verde gaio, una civiltà
superiore, e accordarsi melodicamente col cielo di un pallido azzurro.
La sorridente vallata
9
Il clima della vallata è caratterizzato da temperature non rigide durante l’inverno e non troppo
calde durante l’estate; la valle è infatti riparata dai venti e la calura è mitigata dalle brezze montane.
La temperatura media annua è di circa 13,5° C, con medie invernali di 6° C ed estive di 21° C.
Le piogge sono moderate con una media annua di 1523 mm. L’innevamento invernale è
generalmente limitato alle alte quote.
La flora e la fauna sono quelle tipiche delle regioni italiane appenniniche: i boschi ricchi di
pinastri, querce, alloro e ginestre, di castagni, faggi, carpini e di abeti, costituiscono l’habitat ideale
per molti animali fra i quali oggi particolarmente numerosi i cinghiali, ma anche caprioli e cervi,
capre selvatiche e poi volpi, faine, lepri, scoiattoli ed altri piccoli mammiferi. Sono di recente
apparsi anche i lupi dell’Appennino.
Il sottobosco è ricchissimo dei suoi pregiati frutti: mirtilli, lamponi, more e tanti e tanti saporiti
funghi porcini. Numerosi gli uccelli di ogni specie.
Nell’impervia zona dell’Orrido di Botri, Riserva Naturale Protetta affidata alla gestione del
Corpo Forestale dello Stato, non è raro assistere al solenne volo dell’aquila reale.
L’Orrido di Botri si trova nel territorio di Bagni di Lucca, alle falde del monte Tre Potenze
(m 1940). E’ una profonda forra formata dal letto del torrente Mariana, chiamato nel secondo
tratto Rio Pelago. La prima parte della forra è denominata Solco Grande; la seconda Le Chiuse.
Sull’origine di questa spaccatura, lunga circa 4 chilometri, che separa nettamente le pendici del
Monte Mosca (m 1480) dalla dorsale dell’Ospedaletto (m 1314), sono state avanzate dai geologi
molte ipotesi.
La più accreditata è quella della cosiddetta “regressione erosiva”, la cui genesi però va ricercata
in una “regressione di una soglia di caduta” dovuta a cause tettoniche.
Dalla foce del torrente Rio Pelago nel torrente Fegana, in località Ponte a Gaio, può avere inizio
l’escursione dentro l’Orrido, che presenta punti di una certa difficoltà e richiede una particolare
attenzione. Il corridoio ha pareti a strapiombo che non distano più di tre/quattro metri l’una
dall’altra.
Tra i monti, meta di escursioni di grande interesse e bellezza paesaggistica, dobbiamo ricordare
il Prato Fiorito (m 1297) che esercita ancora quel fascino già descritto nella prima metà del sec. XIX
da una gentile signora inglese, Elizabeth Clotilda Stisted, che avremo poi occasione di conoscere
meglio:
Noi partimmo ieri per esplorare alcuni villaggi della montagna. La nostra via segue il fiume e noi
risalimmo la Lima lungo una bella via fino alla Fabbrica di Ferro.
……..Alcuni piccoli cavalli e una portantina aperta ci trasportarono alla fabbrica, di dove, dopo
aver traversato il torrente asciutto, nel luogo del villaggio, noi proseguimmo attraverso una foresta di
castagni, i quali ci offrirono una deliziosa ombra, finché sbucammo in una aperta pianura circondata
da un anfiteatro di montagne.
10
Il tappeto di verde velluto del Prato Fiorito
A destra si elevano i fianchi rocciosi del Prato Fiorito. La sua forma è simile a un mezzo cono: il
lato in pendio è coperto di un tappeto di verde velluto, ricamato di fiori. Una quantità di giunchiglie,
genziane, peonie e molti altri fiori, che sono la bellezza dei nostri giardini, qui fioriscono senza
coltivazione ed attirano molte persone a faticose ascensioni verso la sommità durante i mesi di maggio
e di giugno. E’ un bel campo per un botanico. Noi abbiamo sentito dire di gite che sono partite a
mezzanotte per vedere il sole sorgere dalla vetta e sbocciare i fiori ingemmati dalle perle della rugiada,
per finire in un allegro picnic con il ritorno al lume della luna: il che è molto pittoresco.
Il panorama di lassù è vasto e si estende da Livorno alle altre città della costa con un ampio tratto
di mare blu, ornato dalle isole della Corsica, Elba ed altre.
Le acque minerali dei Bagni sono ritenute, dalla tradizione paesana, scorrere al di sotto del Prato
Fiorito e contribuire alla sua straordinaria vegetazione.
E’anche da ricordare che qui sulla sommità, nei tempi pagani, c’era un tempio dedicato ad Esculapio,
dove erano coltivate erbe medicinali in onore della divinità, di cui questi fiori sono ritenuti avanzi.
E’ certo però che nessun altro monte all’intorno li produce. La sezione del cono presenta rocce a
perpendicolo. Il precipizio dall’alto è pauroso e contrasta col velluto fiorito dell’altro lato.
11
Anche il poeta Percy Bysshe Shelley ascese il Prato Fiorito nell’estate del 1818 e, scrivendo
all’amico, maestro e suocero William Godwin, ricorda:
Mary ed io abbiamo raggiunto un posto chiamato Prato Fiorito in cima alle montagne. La strada si
inerpica fra boschi e torrenti e dal ciglio di grandi burroni si scorgono scenari magnificamente belli. Io
non posso descriverteli, ma ti prego, anche se invano: vieni a vederli!!
Nell’estate del 1853 Elizabeth Barrett con il suo amato sposo Robert Browning raggiunsero a
dorso di mulo la vetta del Prato Fiorito:
... sei miglia all’andata tutte in salita e sei miglia al ritorno
A questa esperienza particolarmente piacevole e gioiosa ispirò a Robert quella bellissima
lirica d’amore che è By the Fire-side.
*****
Le acque dei numerosi torrenti che solcano la Val di Lima sono ricche di pesci. Barbi, lasche,
anguille e soprattutto trote, anche di grosse dimensioni, attraggono sulle rive dei corsi d’acqua un
gran numero di appassionati pescatori.
L’agricoltura e la pastorizia, un tempo cardini dell’economia, sia pur di sussistenza, delle
popolazioni locali, oggi hanno ceduto il passo alla prevalente economia del terziario.
Nel fondovalle sono abbastanza vitali alcune industrie artigianali, fra cui quella delle figurine
e dei presepi in gesso, oggi realizzati anche in materiale plastico, che vengono esportati in tutto
il mondo.
La raffinata arte di far figurine indusse sulla fine del XIX secolo e per i primi decenni del XX
molti abitanti ad intraprendere la faticosa strada dell’emigrazione in tutti i Continenti.
I paesi sono distribuiti sul fondovalle e sul versante sinistro e destro del Lima.
Sul fondovalle il capoluogo, La Villa, e le frazioni di Ponte a Serraglio, Fornoli, Fabbriche di
Casabasciana, Isola, Val Fegana.
Sul versante destro le frazioni di Bagni Caldi, Granaiola, Pieve di Monti di Villa, Monti di Villa,
Montefegatesi, S. Gemignano di Controne, Pieve di Controne, S. Cassiano di Controne, Palleggio,
Cocciglia, Limano, Vico Pancellorum.
Sul versante sinistro le frazioni di Lugliano, Benabbio, Brandeglio, Casabasciana, Crasciana,
Casoli, Lucchio.
Vi sono poi numerosi e caratteristici piccoli centri abitati, detti località, che fanno parte di
alcune delle citate frazioni. Ciascun paese ha sue proprie caratteristiche e bellezze paesaggistiche
che meritano di essere ammirate.
12
I paesi sono tutti facilmente raggiungibili dal Capoluogo per mezzo di comode strade asfaltate.
Molte delle antiche mulattiere che collegavano i paesi tra di loro, sono ancora oggi percorribili e
di queste ci si può servire per fare delle escursioni in paesaggi di una suggestione unica.
I borghi, quasi tutti di origine altomedievale, sono generalmente posti su alture dominanti le
vallate sottostanti. Sono di antichissima origine e custodiscono preziose e ineguagliabili memorie
del loro passato. Tutti hanno una loro chiesa che fu ed è il riferimento della memoria collettiva.
Alcuni di questi sacri edifici sono ammirevoli per la peculiarità della loro struttura architettonica.
Ricordiamo la Pieve di S. Giovanni Battista a Pieve di Monti di Villa, la Pieve di S. Giovanni
Battista a Pieve di Controni, la Pieve di S. Paolo a Vico Pancellorum, la Pieve vecchia dei SS.
Quirico e Giulitta a Casabasciana ed infine la Chiesa Monumentale di S. Cassiano di Controne.
Tutte di stile romanico, hanno pregi architettonici e artistici di grande rilievo e risalgono ai primi
secoli del primo millennio dopo Cristo.
Da Bagni di Lucca si possono facilmente e in breve tempo raggiungere città e località di grande
interesse turistico, quali Lucca (Km 24), Pisa (Km 43), Firenze (Km 84), Siena (Km 146) e la costa
della Versilia (Km 42) con Viareggio, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi, che sono fra i più
rinomati centri balneari d’Italia. Il comprensorio sciistico dell’Abetone dista appena 37 Km.
Lucchio e la sua rocca
13
BREVE EXCURSUS STORICO
La Val di Lima fu certamente abitata sin dalla preistoria, così come documentano non pochi
ritrovamenti effettuati in antri e grotte del territorio. Liguri, Celti, Etruschi hanno anch’essi
lasciato tracce della loro presenza. A partire dal II sec. a.C. iniziò la colonizzazione da parte dei
Romani che lasciarono testimonianze, specie nella toponomastica locale.
Con la conquista della Toscana da parte dei Longobardi nel 570 d.C. il territorio della Val
di Lima vede la prenetazione di questo popolo che, convertitosi al Cristianesimo nel 603 d.C.,
darà inizio, con la fondazione di numerose chiese, alla costituzione di proprietà ecclesiastiche
che passeranno, dopo il Mille, nelle mani di famiglie nobili lucchesi di origine longobarda. I
Lupari, i Suffredinghi, i Porcaresi si contenderanno il territorio, arroccati nei loro castelli.
Mentre la città di Lucca agli inizi del XII secolo dette vita al suo Comune, l’organizzazione
comunale in Val di Lima data dai primi anni del XIII secolo. Non fu facile per il potente Comune
di Lucca assoggettare i feudi che si erano costituiti in Val di Lima, ma alla fine tutto il territorio
fu annesso a Lucca, di cui seguì poi le sorti.
Nacque in tal modo la Vicaria della Val di Lima, una delle Vicarie del Contado Lucchese,
a sua volta divisa in Comunità, la cui vita sociale ed economica era regolata da precise norme
statutarie.
Lunga fu la vita della Vicaria e diverse le vicende delle circa sedici Comunità, che condussero
sempre una vita sostanzialmente pacifica in un’economia di tipo rurale.
Nel 1802 la Vicaria cessò per entrare a far parte del Circondario degli Appenini; nel 1823 fu
costituita la Comunità del Bagno a Corsena che, nel 1862, divenne l’attuale Comune di Bagni
di Lucca.
La storia della Val di Lima e delle sue Terme si legge nella storia della Repubblica di Lucca,
nella storia del Principato di Lucca affidato da Napoleone a sua sorella Elisa Baciocchi (18051814), nella storia del Ducato di Maria Luisa di Borbone, prima, e di suo figlio Carlo Lodovico
poi (1815-1847) e, quindi nella storia del Granducato di Toscana (1847-1859).
Bagni di Lucca, divenuto, come già detto, comune autonomo nel 1862, seguirà quindi le
vicende nazionali.
14
LE ACQUE E GLI STABILIMENTI TERMALI
Il territorio di Bagni di Lucca fu conosciuto, sin dal Medioevo, soprattutto per le sorgenti termominerali che scaturiscono dai fianchi di uno sperone roccioso chiamato il Colle di Corsena.
Come scrive il Prof. Giampiero Venturelli dell’Università di Parma, le acque termali di Bagni
di Lucca hanno attratto l’attenzione di chimici, geochimici, geologi e medici soprattutto durante
il corso del secolo scorso. La storia geologica di queste acque è assai interessante e documentata
in numerose pubblicazioni scientifiche anche recenti (cfr. Venturelli G. et alii, 2005 in Journal of
Hydrology, 307: 270-293).
Si tratta di acque ricche di calcio, solfato e cloruro derivati dall’interazione con rocce antiche,
di età Triassica. In particolare, calcio e solfato possono derivare da dissoluzione di gesso (solfato
di calcio), sodio e cloro da minerali molto solubili, soprattutto salgemma (il sale da cucina!).
In base a calcoli chimici effettuati nel lavoro citato, si è potuto dimostrare che acque di
precipitazione meteorica (pioggia e neve disciolta), infiltratesi nel sottosuolo qualche decina di
anni or sono o forse più, fino a profondità di 2-3 chilometri, raggiungono temperature di circa 7075° C a causa dell’incremento di temperatura che si ha procedendo dalla superficie terrestre verso
l’interno della terra. Le acque calde, ricche di elementi acquisiti per dissoluzione dei minerali
delle rocce con cui esse sono venute a contatto, risalgono poi velocemente lungo fratture per
emergere alla superficie terrestre con temperature che possono raggiungere anche i 54° C, come
avviene ad esempio al Doccione del Bagno Caldo.
L’infiltrazione delle acque piovane che alimentano le sorgenti avviene soprattutto in zone
caratterizzate dalla presenza di rocce calcaree fortemente permeabili per fratturazione (ad
esempio: Prato Fiorito-Monte Coronato, etc.).
Le sorgenti più calde, quali Doccione, Bernabò e Demidoff, durante l’arco dell’anno mantengono
pressoché costante sia la temperatura sia la composizione chimica. Ciò conferma il fatto che le
acque si trattengono in profondità per un periodo di tempo talmente lungo da consentire una loro
marcata omogeneizzazione sia chimica che termica.
Recenti indagini geofisiche commissionate dall’Amministrazione Comunale alle Università di
Pisa e di Chieti, hanno evidenziato che ad una profondità di 600/700 metri vi è un’alta probabilità
di trovare la quantità di acqua termale sufficiente ad alimentare moderni stabilimenti termali con
piscine, alberghi e nuovi centri di benessere. La pressione a cui queste acque sono sottoposte ne
favorirebbe la spontanea fuoriuscita dal pozzo senza bisogno di pompe e le loro temperature
sarebbero alquanto elevate e superiori a quella della sorgente del Doccione al Bagno Caldo che,
coi suoi 54,1° C è, oggi, la più calda.
15
Ogni ipotesi di sviluppo del termalismo di Bagni di Lucca è stata sempre subordinata alla
possibilità di avere quantità di acque termali tali da soddisfare le esigenze di una moderna realtà.
In questo contesto territoriale ricco di acque torrentizie, di fresche sorgenti, di abbondanti
acque termali, di gradevole clima e di scorci paesaggistici di raffinata armonia, si è sviluppato, a
partire dal XII secolo, il termalismo che ha richiamato quanti ricercavano sollievo alle loro malattie
nelle virtù salutari delle calde acque.
I più insigni medici, scienziati, chimici e idrologi hanno studiato e analizzato le qualità e
proprietà terapeutiche delle acque dei Bagni di Lucca. La ricca bibliografia sta a testimoniare della
fama che queste sorgenti termali godettero nel corso dei secoli. Basti citare, per l’arco temporale
che va dal XVI al XIX secolo, Gentile da Foligno, Ugolino da Montecatini, Gabriele Falloppio,
Ranieri Solenander, Francesco Redi, Fabrizio Ardizzone, Giuseppe Duccini, Giuseppe Benvenuti,
Domenico Moscheni, Giacomo Franceschi, Alessandro Carina.
Naturalmente, anche nel corso del XX secolo ed oggi le acque termali di Bagni di Lucca sono
oggetto dell’interesse di studiosi e saggisti e la relativa bibliografia è assai ricca.
Le principali sorgenti per portata e calore sono quelle sulle quali furono edificati in epoche
remote gli stabilimenti termali del Bagno Caldo, del S. Giovanni, delle Docce Basse, del Bernabò
e del Bagno alla Villa.
Vediamo quindi i singoli stabilimenti, indicando per ciascuno di essi le vicende storiche, le
peculiarità architettoniche e le proprietà terapeutiche.
L’acqua del Bagno Caldo
Giochi d’acqua termale nella piscina dell’Antico AlbergoTerme
16
Il Bagno Caldo, l’odierno stabilimento “Jean Varraud”
E’ fra tutti il più antico. Nelle vicinanze della sorgente di acqua che raggiunge la temperatura
di 54,1° C, la Repubblica lucchese autorizzò nel 1291 la costruzione di ricoveri per i poveri, le
albergarie o i chiusi.
Lo stabilimento era costituito da due piccole vasche, nelle quali affluiva l’acqua che scaturiva
da un antro costituente il primo nucleo di quella oggi detta la Grotta Grande. Le vasche, riservate
l’una alle donne l’altra agli uomini, permettevano al malato di immergersi e di sostarvi per qualche
minuto. La Repubblica lucchese aveva a cuore la salute, specie dei meno abbienti, e a loro riservò
ogni possibile attenzione.
Poi, agli inizi del XVI secolo, lo stabilimento fu ingrandito e da allora si iniziò a far uso della
grotta, cioè del bagno a vapore, e fu introdotto l’uso delle docce. Quest’ultimo metodo curativo
incontrò grande fortuna perché l’acqua calda, lasciata cadere a lungo sulla parte malata, dava in
effetti risultati quasi miracolosi!
La sorgente fu allora chiamata il doccione. Nella seconda metà del XVI secolo fu individuata
una seconda sorgente, meno ricca e leggermente meno calda, chiamata il fontino, alimentava altri
piccoli bagni per i poveri. Oggi questa sorgente alimenta la seconda grotta dello Stabilimento, di
recente chiamata grotta Paolina in onore della bellissima sorella di Napoleone Bonaparte, andata
in sposa al Principe Borghese, che fu spesso a Bagni di Lucca.
Sempre nelle seconda metà del XVI secolo furono costruiti i tre lucernai a cupola emisferica
che avevano, ed hanno, la funzione di illuminare i sottostanti locali e derivano dalla forma
convenzionale del laconicum proprio delle terme romane. Il laconicum era infatti un piccolo ambiente
molto riscaldato che serviva per il bagno di sudore; terminava in una cupola con apertura rotonda
chiusa da un disco di bronzo appeso a catene. Il bagnante, avvicinando o allontanando il disco
dall’apertura, regolava il calore.
Solo col 1808 iniziano i radicali lavori di ammodernamento dello stabilimento. Fu Elisa Baciocchi,
dal 1805 principessa di Lucca, che commissionò l’ampliamento di tutto l’edificio. Fu avanzata
la facciata di circa quattro metri, incorporando in tal modo un precedente grazioso porticato; fu
ampliata la piazzetta antistante abbattendo le antiche albergherie ed altre costruzioni. L’avanzamento
della facciata consentì di costruire al piano superiore un ampio locale destinato a Casinò dei giuochi
e a luogo di ritrovo per i villeggianti che affluivano sempre più numerosi ai Bagni di Lucca. Infatti la
principessa Elisa, amante della vita mondana, si innamorò dei Bagni di Lucca: si costruì una splendida
dimora reale con ampie scuderie per trascorrervi parte della stagione estiva attraendo intorno a sé i
più bei nomi dell’aristocrazia italiana ed europea. Bagni di Lucca venne così a trasformarsi da luogo
di cura in ambita meta di villeggiatura. Elisa ampliò, abbellì tutti gli stabilimenti, aprì comode strade,
viali e sentieri per fresche e riposanti passeggiate, incoraggiò la costruzione di nuove case, alberghi e
luoghi di incontro per offrire ai Bagni di Lucca anche tutti i requisiti di elegante centro alla moda.
17
Per realizzare tutto questo ambizioso programma, Elisa si servì dei più famosi architetti e
ingegneri lucchesi, ma anche francesi, che vennero chiamati al suo servizio. L’odierno assetto
architettonico degli stabilimenti e quello urbanistico dei paesi di Ponte a Serraglio e del capoluogo
La Villa sono sostanzialmente quelli pensati e voluti da Elisa Bonaparte Baciocchi.
Dopo questa necessaria digressione, riportando il discorso sullo stabilimento del Bagno Caldo,
si può dire che nessun sostanziale rifacimento, dopo quello che abbiamo visto, fu apportato fino
al 1923, quando l’ingegnere Jean Varraud cui il Comune aveva affidato la gestione delle Terme,
volle ulteriormente ampliare e ammodernare lo stabilimento, oggi a lui intitolato.
In epoca più recente, intorno agli anni ‘70 del 1900, è stata acquisita, e trasformata in stabilimento
collegato con quello ottocentesco, l’antica e nobile casa Boccella dove oggi sono gli uffici di
accettazione ed i reparti riservati a trattamenti specifici. In un capitolo a parte indicheremo le
cure e i trattamenti termali offerti dallo stabilimento “J. Varraud-Casa Boccella”.
Antico reparto dello stabilimento “Jean Varraud”
18
Il Bagno San Giovanni
Si ha memoria di questo Stabilimento sin dal 1305. Ubicato in posizione dominante, il paese
di Ponte a Serraglio fu intitolato al Santo Giovanni Battista, una cui immagine era venerata
all’interno. Il 24 giugno, giorno della ricorrenza del Santo, i paesani usavano bagnarsi con l’acqua
che scaturiva da un piccolo antro. La sorgente che lo alimenta non è molto copiosa ed ha una
temperatura di 38° C. In antico era dotato di alcune vasche in comune per immersione, di modeste
dimensioni.
Nel XV secolo fu ampliato, forse da Domenico Bertini cui la Repubblica lucchese aveva
commissionato il riordino di alcuni stabilimenti. Le vasche aumentarono di numero e furono
destinate ciascuna ad una determinata categoria di persone, a seconda del loro rango sociale.
Nel XIX secolo Elisa Baciocchi lo ampliò, lo ammodernò, lo abbellì rivestendo le vasche di
marmo e il suo utilizzo durò fino ai primi anni del ‘900. Questo stabilimento era frequentato
preferibilmente dagli statisti, cioè da cittadini dello Stato Lucchese, ed aveva, come ricordato da
uno studio del medico Giuseppe Benvenuti del 1758, la seguente organizzazione: sette cove singole
(qui cova sta per tinozza da bagno), un bagno a comune per i cittadini, un bagno a comune per le
cittadine; un bagno per i cavalieri; uno per le donne forestiere; uno per le ebree. L’introduzione in
questo Stabilimento, ma anche negli altri del comprensorio, di vasche individuali, contraddistingue
Prospetto ovest del Bagno San Giovanni
19
il riordino delle Terme lucchesi voluto da Elisa Baciocchi. Ma anche le vasche singole altro non
erano che la riproposta del solium proprio delle terme romane. I romani con questo termine
indicavano infatti la vasca, la tinozza.
I bagni con vasche comuni erano dettati da ragioni di carattere funzionale, come il contenimento
dell’aria calda e la possibilità di un riscaldamento uniforme, ed erano presenti già negli impianti
delle terme romane. La bella sala ottagonale del Bagno S. Giovanni ne è un austero esempio.
Come già detto, anche la copertura a cupola emisferica è elemento tipico delle struttura delle
terme romane.
I recenti lavori di restauro hanno messo in luce quattro antiche vasche per i bagni in comune e
altri antichissimi elementi architettonici. E’ stato altresì ritrovato un cartiglio di pietra con incisa la
dicitura PER L’ EBREE. Quest’ultimo ritrovamento ha confermato la destinazione delle vasche nel
senso sopraindicato. In una parete è stata rinvenuta un’incisione riproducente forse un marchio
commerciale, su un’altra le tracce dell’originaria posizione dell’immagine di S. Giovanni.
L’acqua di questo stabilimento, di non elevata temperatura, era usata per le immersioni, ma
anche e, soprattutto, raccomandata per cure idropiniche e con essa si preparava una specie di
pomata per la pelle, come del resto ricorda lo stesso Michel de Montaigne.
Il cartiglio di pietra indicante la destinazione di una delle antiche vasche:
per l’ebree
Planimetria dello stabilimento
20
Le Docce Basse
Questo stabilimento, di antichissime origini, fu detto “del/di Gualoppino”, per motivi che
ignoriamo, ed anche il Bagno Rosso per la colorazione rossiccia dei depositi delle sue acque
termali ferruginose.
Anche qui si fece uso del sistema di far cadere l’acqua calda sulla parte malata del corpo e
fu per questo che lo stabilimento in seguito venne chiamato Docce Basse, per distinguerle da
quelle del sovrastante Bagno Caldo. Il sistema delle docce è documentato da tutti i medici che
si occuparono, a partire dal XV secolo, di queste sorgenti termali e delle loro virtù terapeutiche.
Ricordiamo Gentile da Foligno, Ugolino da Montecatini e Gabriele Falloppio, il quale afferma di
essere lui stesso guarito da una grave forma di sordità facendo ricorso a queste acque.
Docce Basse, il porticato elisiano
21
Fino al XVII secolo queste erano le sorgenti conosciute e utilizzate: la Rossa; la Maritata, perché
benefica nei casi di sterilità delle donne; la Coronale, perché utilizzata nelle forme di varie malattie
alla testa; la Disperata perché a lei si ricorreva nei casi più gravi.
In seguito furono trovate altre sorgenti cui si dettero nomi accattivanti: la Trastullina, la
Fortunata, la Desiderata, la Perseveranza, la Piacevole, la Delicata, la Leggiadra, la Soave. Queste
acque venivano mescolate tra loro, tranne la Rossa che ha una temperatura di 42,5° C
Lo stabilimento subì nel corso dei secoli numerosi interventi di ampliamento e di miglioria.
Tali interventi venivano ordinati dalla Repubblica di Lucca in occasione dell’arrivo di illustri
personaggi. Ad esempio nel 1669 giunse a Bagni di Lucca la granduchessa di Toscana, Vittoria della
Rovere, assistita dell’insigne medico Francesco Redi, che nell’occasione fece molti esperimenti
con le acque termali. La Repubblica di Lucca, tempestivamente informata del suo arrivo, ordinò
che lo stabilimento delle Docce Basse, ma anche altri, fossero resi idonei ad ospitare degnamente
l’illustre personaggio ed il suo largo seguito.
Prima dell’intervento di ristrutturazione e di ampliamento voluto nel 1808 da Elisa Baciocchi,
lo stabilimento delle Docce Basse consisteva in un corpo di fabbrica rettangolare che aveva
quattro vasche per bagni in comune dedicate rispettivamente a S. Giacomo, S. Zita, S. Lorenzo,
San Francesco. Un altro locale più grande era utilizzato per docce in comune. Vi era anche una
stanza con due docce ed un porticato di accesso che guardava su una piccola piazza.
L’intervento elisiano previde l’ampliamento dello stabilimento e il trasferimento del porticato
sul lato a monte, utilizzando però le stesse colonne di macigno. Anche in questo stabilimento
alcuni bagni in comune furono sostituiti con vasche per bagni singoli e furono predisposti
spogliatoi e servizi. Fu realizzato anche un locale-doccia per i Principi, ben separato dagli altri e
arricchito da decorazioni.
Progetto di recupero dello stabilimento Docce Basse, i prospetti ovest ed est
22
Il Bagno Bernabò
Fra tutti gli stabilimenti termali, quello del Bernabò è stato oggi completamente restaurato e
riportato alla sua originale eleganza.
La sorgente, che qui sgorga, ha una temperatura di 39,2° C e una composizione chimica
pressoché costanti ed è particolarmente indicata per cure dermatologiche e cosmetologiche.
Sin dall’antichità queste acque furono conosciute ed apprezzate perché le malattie della pelle
ne traevano vantaggio.
In tempi a noi remotissimi, il luogo dove scaturiva l’acqua calda era detto dai paesani Bagno
della rogna, perchè i contadini vi portavano a bagnare gli animali il cui vello presentasse forme
di rogna.
Salone d’ingresso del Bagno Bernabò e camerino con vasca
23
Nel 1593 la Repubblica lucchese autorizzò la costruzione di una piccola fabbrica termale,
affidata alla custodia di un uomo detto bagnarolo.
La Repubblica era stata incoraggiata dal parere del Collegio Medico che aveva esaminato
il caso della guarigione da una bruttissima forma di malattia della pelle di un certo Nicolò
Bernabò, pistoiese, venuto ai Bagni di Lucca nel 1578 per curarsi. Costui aveva preso casa a
Ponte a Serraglio e tutte le mattine si recava al Bagno S. Giovanni accompagnato dalla moglie che,
giovane e ambiziosa, mal sopportava un marito infermo e piagato nel corpo. Un giorno l’infermo
fece da solo la salita che dal paese porta al S. Giovanni e cadde nel terreno melmoso nei pressi
della sorgente della Rogna. Poco mancò che non morisse: con grande fatica riuscì a non lasciarsi
soffocare dalla melma; anzi notò che le sue piaghe erano quasi del tutto guarite a contatto con
la melma resa calda dall’acqua termale che lì scaturiva. Il caso fu quindi esaminato dagli illustri
medici e fisici lucchesi Matteo Pissini e Vincenzo Bandinelli, ai quali non rimase che riscontrare
l’avvenuta quasi completa guarigione del malato. Il piccolo nuovo stabilimento termale che la
Repubblica Lucchese costruì fu così chiamato Bernabò.
Bagno Bernabò, vasca ottagonale
24
Per molto tempo il racconto dell’infermo Bernabò sembrò essere più che altro una leggenda,
ma quando nel 1774 fu dato alle stampe il diario del viaggio in Italia che il grande pensatore
francese Michel de Montaigne aveva scritto nella seconda metà del XVI secolo, ci si rese conto che
la leggenda di Bernabò aveva un forte fondamento di realtà. Infatti Montaigne, che fu a Bagni di
Lucca nel 1581, cioè pochi anni prima della costruzione dello stabilimento, scrive testualmente:
…il sabbato, la mattina a bona ora, andai a tor l’acqua di Bernabò. Questa è una fontana fra le altre
di questo monte et è meraviglia come ne ha tante, e calde e fredde…..di questa s’usa da pochi anni fa.
Un Bernabò, leproso, avendo assaggiato et acque e bagni di tutte le altre fontane si risolse a questa,
abbandonato (dai medici), dove guarì. Di là è venuta in credito.
Ponte a Serraglio visto dal Bernabò
25
La testimonianza dell’illustre pensatore francese rende quindi veritiera la tradizione orale
relativa all’intitolazione di questo stabilimento a Bernabò.
L’edificio cinquecentesco fu completamente ristrutturato per volere di Elisa Baciocchi che incaricò
per questo l’architetto francese Charles Sambucy. Nel 1812 fu inaugurato il nuovo stabilimento.
L’ingresso si affaccia sul bel viale alberato che da Ponte a Serraglio conduce alla località di
Bagni Caldi, dove è il ricordato stabilimento Jean Varraud. Davanti ha una terrazza intitolata allo
storico locale Prof. Bruno Cherubini (1910-1976), da cui si gode una suggestiva veduta sulla valle
e sul paese. Intorno ombrosi stradelli ottocenteschi con panchine e fontane, realizzati per rendere
piacevole e riposante il passeggiare di quanti venivano e vengono oggi ai Bagni di Lucca per cura
e villeggiatura.
Il radicale intervento di restauro ha riportato il Bagno Bernabò nella struttura e nei decori
all’aspetto originario, cioè a quello voluto dalla principessa Elisa. L’interno si caratterizza per
sette camerini, dotati ciascuno di una originale vasca monoblocco in marmo di Carrara, con
decorazione ad anelli sul fianco principale; per una graziosa vasca ottagonale per bagni in comune
e per una saletta originariamente adibita a sala di lettura.
Tutti i camerini sono stati riportati alla decorazione e colorazione originale: le pareti a finte
bozze in pietra di colore giallo pastello; le volte di colore uniforme celeste.
Lo stabilimento è stato dotato di altri locali di servizio e di tutti i necessari impianti tecnologici
per consentirne una moderna e sicura fruizione da parte degli utenti. Le pavimentazioni, in
gran parte originali, sono in marmette quadrate bianche e grigie, bardiglio e bianco venato di
Carrara, con posatura a scacchiera. Anche il fondale della piscina ottagonale ha lo stesso tipo di
pavimentazione e lo stesso marmo per il rivestimento.
L’arioso salone d’ingresso si distingue per la raffinata eleganza dei suoi decori a motivi
geometrici e floreali, oggi recuperati, risalenti al 1830 e di mano del pittore lucchese Francesco
Bianchi (1803-1880) che il Duca Carlo Lodovico di Borbone aveva scelto a decoratore di tutte le
residenze della sua corte.
I Bagni Caldi e tre altri stabilimenti
Seconda veduta di Bagni Caldi
26
Seconda veduta di Ponte a Serraglio
Il Bagno alla Villa e l’omonima Borgata
Si ha memoria di questo bagno sin dal 1376, ma sicuramente è molto più antico se nell’anno
sopraindicato la Repubblica lucchese ordinò il ripristino di detto bagno che, versando in pessime
condizioni, era per questo caduto in disuso.
L’illustre medico Gentile da Foligno vissuto nella prima metà del XIV secolo, nel suo Trattato
sui Bagni pubblicato nel 1340, è il primo che ci fornisce notizie sulle acque di questo bagno, utili,
a suo dire, a chi ha la digestione non troppo facile. Settanta anni dopo, un altro medico, Ugolino
da Montecatini ci dice che il bagnetto, ovvero il pozzo, era assai angusto, non poteva ospitare
più di due o tre persone insieme ed aveva un’acqua non troppo calda, tanto da non potervi stare
immersi per molto tempo. A suo dire l’acqua termale si mescolava ad acqua fredda.
Fu in seguito ampliato, ma solo nel secolo XV subì una radicale ristrutturazione. Infatti, in
data 20 ottobre 1469, la Repubblica di Lucca nominò Commissario ai Bagni Termali il ricchissimo
mercante Domenico Bertini, con lo specifico incarico di ristrutturare non solo il Bagno alla Villa
vero e proprio, ma anche tutta l’area adiacente.
Due anni dopo il lavoro era portato a termine. Lo stabilimento rinnovato, la prospiciente
piazzetta sistemata nel modo migliore, riorganizzato tutto il contesto urbanistico adiacente e
costruita anche una piccola chiesetta intitolata a S. Maria della Neve, sulla cui semplice facciata
ancor oggi è possibile vedere lo stemma della casata Bertini.
La borgata di Bagno alla Villa
27
A futura memoria del suo operato, il Bertini fece apporre all’interno del piccolo stabilimento
una lapide che esaltava le proprietà delle sue acque.
Era infatti usanza, sin da tempi antichi, incidere all’ingresso dei luoghi di cura, una lapide indicante
le terapie che lì potevano essere effettuate. Questa del Bagno alla Villa è la più antica oggi conosciuta.
La lapide, in seguito fu sistemata nel vestibolo dello stabilimento, dove ancor oggi è leggibile.
SACRI DE VILLA BALNEI HEC PRECIPUE SUNT VIRTUTES.
CONFERT CUNCTIS CAPITIS MEMBRIS.CURAT OMNES
STOMACI MORBOS. APETITUM EXCITAT. DIGESTIONEM
PROCURAT. VOMITUM RESTRINGIT. SANAT CUNCTA
EPATIS VITIA. EPATIS ET VENARUM OPILATIONEM
APERIT. COLOREM OPTIMUM FACIT. CONFERT PASSIONIBUS
SPLENIS. SANAT ULCERA PULMONIS. MUNDAT RENES.
LAPIDEM MINUIT. ARENULAS PROHIBET. MACROS IMPINGUAT.
LEPRAM CURAT NON CONFIRMATAM. BIBITA ANTIQUAS
FEBRES EXPELLIT. ET MATRICIS ETIAM ANTERIUS
CHRISTERIZATA. TRIGINTA BALNEATUR DIEBUS OCTO
VEL DECEM BIBITUR PURGATIONE PREMISSA.
A CONTRARIIS CAVEATUR. TOTO CORPORE ULCERA SANAT
VI
CUR. DO. BER. COMM.
MCCCCLXXI. KL. MAII.
VI
Alla fine del XVII secolo lo stabilimento subì nuovi interventi e prese l’attuale aspetto
caratterizzato in particolare dai quattro lucernai a lanterna.
Villa Ada
I lucernai a lanterna del Bagno alla Villa
28
Il Bagno alla Villa fu arricchito di marmi e decorazioni specialmente in occasione dell’arrivo
di personaggi illustri. Elisa Baciocchi che, come abbiamo visto, rinnovò tutti gli stabilimenti dei
Bagni di Lucca, non apportò alcuna sostanziale miglioria a questo Bagno, unico nel suo genere.
Come abbiamo già accennato uno dei più illustri personaggi che vennero a passar le acque
a Bagni di Lucca fu Michel de Montaigne che, nel 1581 fu qui in due riprese: dal 7 maggio al
21 giugno e dal 14 agosto al 12 settembre. Egli prese alloggio nella vicina casa su cui oggi è
apposta una lapide a ricordo dell’insigne ospite. Montaigne non solo trasse grande giovamento
dalle acque del Bagno alla Villa, ma intrecciò rapporti di viva cordialità con gli abitanti del luogo,
tanto che, alla vigilia della sua partenza, organizzò una festa nella piazzetta antistante il Bagno
e agli intervenuti distribuì doni da lui appositamente acquistati a Lucca. Nel diario, Montaigne
descrive minuziosamente lo stabilimento:
Qui esiste la possibilità di bere e anche di bagnarsi: un bagno coperto, a volta, e alquanto buio, largo
come la metà della mia sala a Montaigne. V’è pure un certo scarico che chiamano “la doccia”: si tratta di
tubi attraverso i quali si riceve l’acqua calda su varie parti del corpo, e in ispecie sulla testa, con zampilli
che vi scendono addosso senza interruzione e, venendo a colpire la parte malata, la scaldano; poi l’acqua
si raccoglie per mezzo di un condotto di legno, simile a quello delle lavandaie, e vi scorre dentro. Esiste
un’altra sala da bagno, del pari buia e voltata, per le donne; e tutto viene originato da una fonte alla quale
si beve, piuttosto scomodamente, in un’infossatura dove si è costretti a scendere di qualche gradino.
L’acqua della sorgente principale che sgorga ad una temperatura di 39° C, era prevalentemente
usata come bevanda. Era anche esportata negli altri Stati e intorno al suo commercio nacquero
anche frodi che la Repubblica lucchese tentò di stroncare con ogni mezzo.
Fino agli anni Sessanta del novecento questo bagno, come quello del Bernabò, fu usato dalla
popolazione locale come bagno pubblico.
La borgata, detta Bagno alla Villa, è forse la parte più elegante di tutto il Capoluogo, in quanto
si è mantenuta pressoché come la ristrutturò, nel sec. XV, Domenico Bertini e conserva inalterate
le dimore che le maggiori famiglie nobili lucchesi costruirono accanto a quelle degli abitanti
del posto, per lo più contadini. La vicinanza fra nobili e le famiglie locali favorì certamente un
ingentilimento della popolazione, tanto che lo stesso Montaigne ne rimase colpito:
...questi contadini e le lor donne sono vestiti da gentiluomini ed è bella cosa e rara per noi Francesi
di veder queste contadine tanto garbate e vestite da Signore.
Oggi questo agglomerato urbano presenta, all’attento visitatore, case e palazzi importanti
perché appartenuti o appartenenti a famiglie “storiche” lucchesi.
Ciò che colpisce di più è l’eleganza e, nello stesso tempo, la semplicità dell’insieme, si direbbe
29
singolarmente “democratico”. Infatti, a ben notare, mancano in genere giardini, recinti o muri
di delimitazione delle proprietà. Mentre altrove i signori lucchesi cintavano le loro residenze
da ogni lato, qui non lo fecero. Davanti ad ogni casa privata vi era il diritto di passo per tutti, si
poteva vedere e sbirciare nel loggiato altrui, ascoltare le voci e financo i segreti conversari!
Per la posizione incantevole e la grazia con cui erano, e sono, disposte le case ed il verde, il
luogo era, ed è, di per sé un giardino e i soggiorni vi trascorrevano, e vi trascorrono, sereni e
tranquilli più che nelle grandi ville isolate.
In questa borgata soggiornarono in varie epoche uomini di stato, illustri poeti, altezze reali ed
imperiali, lasciando del loro soggiorno innumerevoli memorie.
La Villa Reale, con le annesse imponenti scuderie, fu la dimora principesca di Elisa Baciocchi,
di Maria Luisa di Borbone Parma e di suo figlio Carlo Lodovico. Vi soggiornò, fra gli altri, dal 29
luglio al 29 agosto del 1817, il principe Metternich, Ministro degli Esteri dell’Imperatore d’Austria
Federico II, che nelle sue Memorie ricorda:
Io vivo in una confortevole casa che Elisa (Baciocchi) ha costruito per se stessa. Ha il bagno in casa
con acqua corrente.
…l’aria è eccellente; non fa troppo freddo né troppo caldo. Gli stabilimenti dei bagni sono grandi
e lussuosi. Tutti sono incantati dal posto e affermano che non potrebbe essere più grazioso, ed io sono
della stessa opinione.
Io ho vissuto in un piccolo paese molto interessante sotto tutti gli aspetti e di cui porterò nel cuore
una dolcissima memoria.
Lascio questo posto con vero rimpianto.
In Villa Mansi soggiornarono Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone, Letizia
Ramolino e Paolina Bonaparte Borghese che qui si tagliò, secondo l’usanza còrsa, la nera treccia
perché fosse sepolta insieme al suo unico figlio Luigi Napoleone Leclerc, morto a Roma, dove la
spedì per un veloce corriere.
In casa Bujamonti, come abbiamo già ricordato, nell’estate del 1581 soggiornò Michel de
Montaigne, prendendola in affitto da un tal Paolino Cherubini:
Il mio ospite, tale capitano Paolino…………….mi ha concesso una sala, tre camere, una cucina
e, ancora un portico per la mia gente con dentro otto letti, due dei quali a baldacchino; per undici
scudi ci ha riforniti durante quindici giorni di sale, biancheria per i pasti, una tovaglia ogni tre dì,
tutti gli utensili di ferro per la cucina, e le candele. Scodelle, vassoi e piatti, che sono di terraglia, li
comprammo, e così bicchieri e coltelli; carne di vitello e di capretto se ne trova a volontà…
In Villa Buonvisi, costruita fra il 1558 e il 1570, soggiornò nel 1669 la granduchessa Vittoria
30
della Rovere, moglie del Granduca Ferdinando II de’ Medici con il figlioletto Francesco Maria
e una Corte di 260 persone, in parte alloggiate nelle case vicine. La Granduchessa era assistita,
come già ricordato, dall’insigne medico Francesco Redi.
Nel 1772 fu ospite della villa il pretendente al trono d’Inghilterra Giacomo III Stuart, con sua
moglie Maria Clementina Sobieska e, nell’estate del 1822, il poeta George Gordon Lord Byron,
che lasciò in ricordo un ricciolo dei suoi capelli, una borsa ed un fucile con incise le sue iniziali.
Casa del Chiappa, oggi acquistata da una famiglia inglese, ebbe ospiti nel 1818 Percy Bysshe
Shelley con la seconda moglie Mary Godwin ed i figli William e Clara. Così scriveva Mary ad
un’amica:
La nostra casa è piccola, ma comoda e pulitissima, poiché è stata imbiancata da poco e i mobili sono
nuovi. Abbiamo un piccolo giardino con in fondo una cupola di lauri così fitti che non ci passa il sole.
Chi oggi desideri vedere questa verde cupola, si rivolga alla gentilezza degli attuali proprietari
della casa.
Fa parte della borgata di Bagno alla Villa anche Villa Ada, un’importante dimora, espansione
di un palazzotto cinquecentesco.
Nel vasto parco di sua pertinenza sono state costruite le Piscine Comunali, alimentate anche
con acqua termale.
Il bel muraglione che sostiene il parco fu fatto costruire nel 1855 dal Console Inglese MacBean.
Bagno alla Villa: la casa che ospitò Percy Bysshe Shelley
e la sua famiglia
Villa Buonvisi che ospitò George Gordon Lord Byron
31
L’Ospedale Demidoff
L’ottocentesco edificio è, oggi, un Centro di Medicina Olistica.
Fu edificato nel 1826, grazie alla munificenza del Principe russo Nicolaj Demidoff (1773-1828)
che, venuto a Bagni di Lucca per curarsi la gotta, appreso che i poveri avevano bisogno di un
Ospedale, mise a disposizione la cifra necessaria (40.000 scudi) alla sua costruzione.
Lo Spedale fu realizzato su progetto dell’ingegnere Pietro Ruelle e si caratterizza per due corpi
laterali in origine distintamente destinati ai malati uomini e donne, per la facciata rivolta verso il
torrente Camaione, con loggia e porticato, e per l’ingresso principale che, invece, è in linea con la
strada di accesso. Presenta nel complesso tutti gli elementi di una villa ed è ispirato ad un puro
funzionalismo: è simmetrico, regolare e semplice ad un tempo.
La Cappella votiva, al di là del torrente Camaione, fu costruita nel 1831 su disegno dell’architetto
Giacomo Marracci. Il tempietto, di forma circolare, ha un pronao con quattro colonne in stile
ionico, è ricoperto di un bugnato simile a quello dell’Ospedale con cui si amalgama bene per la
semplicità delle sue linee. Davanti al tempietto c’è una terrazza belvedere da cui due rampe di
scale simmetriche adducono al giardino, ingentilito da fontane a mascheroni in marmo, inserite
in grotte di pietra calcarea, la cui acqua cade in sottostanti vasche marmoree. Qua e là sedili in
pietra. L’insieme denota la chiara volontà di inserire tutto il manufatto nel paesaggio circostante.
Veduta d’insieme dell’Ospedale Demidoff
La Cappella neoclassica dell’Ospedale Demidoff
32
L’Ospedale si collega alla Cappella per mezzo di un ponticello in pietra che è considerato il
capolavoro del neoclassicismo dell’architetto lucchese Giuseppe Pardini che lo realizzò nel 1837,
dapprima in legno e poi in muratura, come è ancor oggi. Il committente fu Anatolio Demidoff,
figlio di Nicolaj, come il padre amante di Bagni di Lucca. Il monogramma AD, inquadrato
da eleganti motivi ornamentali a girale, appare sul bel cancello in ferro fuso che è di ingresso
all’Ospedale. Il cancello è da attribuire allo stesso Giuseppe Pardini. Il ponte è arricchito da
decorazioni in marmo e da lapidi. La realizzazione del progetto del Pardini ha fatto della Cappella
e dell’Ospedale un unico ammirevole complesso. Il complesso oggi non è più un Ospedale, ma
conserva ottocentesche vasche di marmo per bagni in comune dove affluisce acqua a 46° C.
Dal 1998 l’Ospedale Demidoff è sede dell’Associazione Villaggio Globale.
In questo Centro si sta realizzando un progetto culturale nato per sviluppare l’evoluzione
dell’uomo avvalendosi di strumenti e tecniche che vogliono aiutare a raggiungere una
consapevolezza globale di sé e del Pianeta. Il Villaggio Globale è uno dei principali centri
internazionali di Medicina Olistica per la salute psicofisica e le terapie psicosomatiche.
La sua prerogativa è quella di intervenire sugli squilibri psicosomatici e le tensioni nervose, che
nascono da una mente sovraccarica di emozioni e irrigidiscono il corpo, bloccandone le delicate
funzioni. Il Centro è specializzato nel proporre terapie orientali e occidentali, antiche e moderne,
che riportano il respiro della mente e del cuore ad un ritmo consapevole. Tecniche che sciolgono
i blocchi emozionali, smuovono le energie, depurano l’organismo, liberando la mente e lo spirito.
Il Villaggio Globale offre l’occasione di un soggiorno-vacanza alla scoperta del silenzio interiore
che fa ringiovanire dentro e fuori.
Il Ponte della Maddalena
I Bagni alla Villa - Palazzo Ducale
33
Un esempio di come bagni di lucca, nell’800,
fosse vista e amata dagli inglesi
E’ noto che l’Italia in generale e la Toscana in particolare furono, specie nel sec. XIX, una tappa
obbligatoria del Grand Tour che i giovani aristocratici europei, ma soprattutto inglesi, facevano a
conclusione della loro educazione.
Nell’aria e nel clima mediterraneo i malati di petto ed i sofferenti di spleen ricercavano la
sperata guarigione. In Italia si rifugiavano poi quanti trovavano difficoltà a rimanere in patria a
causa della loro eccentricità, dei loro errori, delle loro passioni mal tollerate, in Inghilterra, dalla
rigida severità vittoriana.
Accanto a questi anche coloro che più semplicemente amarono venire in Italia per ammirarne le
bellezze paesaggistiche ed artistiche e, fra tutte le città, adorarono Firenze e, fra tutte le regioni, la
Toscana che meglio si adattava, col suo clima e col suo dolce paesaggio, al loro temperamento.
Fra questi troviamo i coniugi Henry e Clotilda Elizabeth Stisted che, in viaggio per l’Italia dal
1827, nel 1829 giunsero a Firenze e quindi nel 1834 entrarono per la prima volta nel Ducato di
Lucca, fermandosi a Viareggio, dove furono graziosamente accolti a Corte con vive premure da
parte della gentile Duchessa Maria Teresa di Savoia.
Il Colonnello Henry Stisted (1786-1859) era personaggio di riguardo poiché discendeva da
antica famiglia di nobiltà italiana stabilitasi in Inghilterra al tempo del regno di Enrico VIII (prima
metà del XVI secolo). Il Colonnello aveva servito il I° Royal Dragoons, in cui entrò nel 1808,
durante la campagna peninsulare di Wellington e prese parte alle glorie di Vittoria e Tolosa. Aveva
combattuto contro Napoleone a Waterloo. Gli piaceva dipingere e suonare il violino.
Sua moglie Clotilda Elizabeth (1790-1867) aveva gusti letterari classici. Possedeva una
importante collezione di autografi e di lettere di scrittori e poeti, fra i quali Walter Scott, Shelley,
Byron. Era una gentildonna inglese di antico stampo, con una schietta fede evangelica ed una
cultura molto varia, che visse all’estero una gran parte della sua vita ma portava l’Inghilterra
ovunque andava.
Mentre si trovavano a Firenze scoppiò un’epidemia di colera e ciò li indusse, su suggerimento
di alcuni amici, a lasciare la città e a trasferirsi, nella primavera-estate del 1834 a Bagni di Lucca,
ove fissarono la loro dimora a villa Brodrick, oggi identificabile con la villa Guerrini al numero
civico 65 del viale Roma, a metà strada fra il paese di Ponte a Serraglio e il Capoluogo.
La Signora Stisted aveva con sé la madre che all’età di 70 anni aveva lasciato l’Inghilterra
per raggiungere la figlia in Italia. Nella famiglia era presente inoltre la nipote del Colonnello,
Signorina Charlotte, che fu nominata erede universale dallo zio e morì a Bagni di Lucca all’età di
92 anni.
I signori Stisted furono bene accolti a Corte ed ebbero subito e per sempre un rapporto eccellente
34
col Duca Carlo Lodovico, che per dar prova della sua stima e benevolenza al Colonnello Stisted,
lo decorò della Croce di 2° classe di S. Giorgio al merito militare.
I coniugi Stisted scelsero quindi Bagni di Lucca a loro fissa dimora estiva e acquistarono casa
Brodrick che li aveva inizialmente ospitati. La villa divenne il luogo di incontro di tutti gli inglesi
e di tutti i forestieri di rango che trascorrevano periodi più o meno lunghi di villeggiatura nella
ridente stazione termale. La biblioteca degli Stisted era a disposizione di tutti e ben presto ai
Bagni di Lucca si stabilì una vera e propria comunità inglese. Questa comunità sentiva il bisogno
di avere un proprio luogo di culto ed anche un cimitero. Fu così che i coniugi Stisted iniziarono
la trattativa col Duca Carlo Lodovico e con la Curia Arcivescovile per ottenere le necessarie
autorizzazioni. Le trattative non furono facili, specie con la Curia, ma alla fine iniziarono i lavori
La Chiesa Inglese
35
per la costruzione di una Chiesa Anglicana. Il progetto fu affidato all’Architetto Giuseppe Pardini
che già aveva realizzato ai Bagni di Lucca il Casinò dei Giuochi ed altri edifici. Il Duca pretese
però che la chiesa avesse forma di palazzo. Il Pardini, il quale era stato per motivi di studio
in Inghilterra e aveva quindi studiato i principali monumenti londinesi, chiamò il suo progetto
Palazzo della Nazione Inglese realizzandolo in stile neogotico quasi come simbolico omaggio alla
committenza che avrebbe in tal modo riconosciuto in esso forme proprie dell’architettura inglese.
Come scrive l’architetto Arianna Tolomei “l’edificio presenta una struttura classica unita ad una
decorazione in stile neogotico sulla facciata, consistente di un porticato a colonne ottagonali
con archi a sesto acuto, finestre ad edicola con pinnacoli, bifore con archetti trilobati. Lo zoccolo
del basamento ad ortostati e l’opus reticolatum soprastante richiamano modelli classici, mentre
le formelle in cotto con motivi floreali che ornano tutte le facciate fanno parte di un repertorio
completamente romantico”.
Per finanziare la costruzione della chiesa, Elizabeth Stisted pubblicò a Londra nel 1845, presso
John Murray, un volume contenente le lettere da lei scritte ai suoi amici dall’Italia. Al volume, dal
titolo Letters from the bye-ways of Italy, è premessa una lunga lista di sottoscrittori, fra i quali per
primi figurano S.M. la Regina Vittoria e il Vescovo di Gibilterra.
L’ammontare del ricavato della sottoscrizione di questo volume sarà impiegato, detratte le spese, per
la liquidazione del debito contratto per la costruzione della Chiesa e del Cimitero di Bagni di Lucca.
La Chiesa e il Cimitero inglesi sono quelli ancora esistenti.
Il Cimitero si trova anch’esso al Capoluogo, ma sulla riva sinistra del torrente Lima, lungo via
Letizia e fu costruito nel 1842 adagiandolo sul pendio del monte.
Scrive ancora la Tolomei: “Il cimitero è caratterizzato da un viale di cipressi che sale verso una
piccola cappella destinata alle onoranze funebri e da un prato con alcuni graziosi monumenti che
segnano il posto dove giacciono i corpi di alcune anime”.
Vi sono sepolti, oltre ai ricordati coniugi Stisted e alla loro nipote Charlotte, illustri personaggi
italiani e stranieri, soprattutto inglesi, quali la scrittrice Louise de La Ramée detta Ouida, la
sorella del 22° presidente americano Cleveland, lo scienziato polacco G.F. Gryzanowsky, Edward
Perry Warren e John Marshall, collezionisti d’arte, l’artista olandese Nelly Eriksen e la munifica
benefattrice e scrittrice Evangelina Whipple.
Tutto l’insieme cimiteriale ha l’aspetto di un luogo in cui è più facile meditare che piangere.
Come abbiamo detto, la Signora Elizabeth Stisted pubblicò le sue lettere dall’Italia per finanziare
la costruzione della Chiesa e del Cimitero anglicani.
Le lettere sono in tutto 32 e di queste la prima, la seconda, la terza, la tredicesima e la
trentunesima sono datate da Bagni di Lucca ed a lei esclusivamente si riferiscono.
36
Ne proponiamo alcuni brani significativi per far capire l’intenso rapporto di ammirazione e di
affetto che gli inglesi del XIX secolo ebbero per i Bagni di Lucca.
( ex I )
…debbo dare un buon ragguaglio della sorridente vallata dove noi abbiamo fissato la nostra felice
residenza per molti estati e dove occasionalmente passiamo l’inverno per conversare fra noi e con i
nostri libri, in ricca solitudine.
E’ stato per noi motivo di grande soddisfazione aver trovato un pied à terre, nel quale possiamo
godere di tutte le stagioni. Di questo siamo debitori alla signora Brodrick che costruì questa casa
piccola, ma bene sistemata e pittoresca villa.
La casa possiede molti comforts inglesi e, un tesoro per noi, una scelta biblioteca. Le tentazioni
per accasarci qui furono la notevole salubrità della valle ed il valore morale di questi umili abitanti,
i quali, sono lieta di dirlo, non sono ancora contaminati dalle relazioni col mondo, per quanto gente
d’ogni paese si affolli qui ogni estate.
In tutte le stagioni i nostri amabili vicini della popolazione nativa costituiscono una sorgente di
interesse: essi sono sempre pronti per essere utili e grati per ogni piccola gentilezza che noi possiamo
render loro ed io sono lieta di testimoniare tutto ciò che è stato detto e scritto a loro elogio.
Dopo tanti anni di residenza noi non possiamo dire male di alcuno e non abbiamo a lamentare
il più piccolo furto, nonostante la villa abbia dieci porte aperte sul prato ed i portici siano spesso
lasciati pieni di libri, quadri e mobili anche durante la notte.
Soltanto una volta un pezzo di stoffa bianca, mentre andava alla deriva nel fiume, fu inseguita da
alcuni bambini e colpita con molte pietre. Due volte venne colpita nella battaglia! Un grande clamore
si levò contro i piccoli colpevoli che il giorno dopo vennero a chiedere di vedermi, anzi di vedere la
Signora, e posero ai miei piedi due belle anatre vive, pregandomi di accettarle e di perdonarli.
La salubrità dell’aria in una valle così stretta è senza dubbio prodotta dall’influenza purificatrice
del rapido fiume che scende dai monti. E’ al torrente che rumoreggia e si infrange sul letto roccioso,
ai piedi del nostro giardino, che io attribuisco la nostra possibilità di vivere sani, circondati da
alloro, cipresso, e con fiori che crescono ad ogni finestra.
37
(ex II)
……Rustici giochi vengono fatti ogni giorno festivo durante la stagione per far piacere alle classi
superiori e parimenti, senza dubbio, per divertire la corte e scacciare la loro noia.
Un palco per la comitiva reale viene costruito sotto i castagni a un miglio da qui su la strada per
Lucca, con palchi da ogni lato per gli ospiti per assistere alle corse e rendersi conto dell’allegria dei
paesani.
… Le feste cominciano con uomini che corrono nei sacchi e donne con vasi d’acqua in capo. Quelle
che arrivano al traguardo col vaso ancora in capo, vincono, anche se si sono dovute bagnare col suo
contenuto, come succede generalmente.
(ex III)
La primavera è cominciata bellissima quest’anno. Essa è generalmente la stagione più difficile per
la salute in Italia, ma noi siamo meno sensibili alle sue variazioni, perché in questa stretta valle noi
siamo riparati dai venti di nord-est, da una barriera di eleganti allori e di piante sempre verdi del
nostro giardino.
……noi abbiamo appunto due grosse magnolie coperte di grossi fiori, una delle quali ne porta ben
200. Il platano fiorisce qui intorno a noi e cresce così bene che siamo obbligati a tagliarne assai per dare
aria ai sempreverdi.
……Io non ho creduto al rapimento dei poeti circa l’usignolo, finché non ho udito il pennuto
cantore nella nostra macchia. Esso è così celestiale nel suo canto e di tale varietà di toni, che cattura
interamente i sensi. L’effetto a mezzanotte è meraviglioso e il più musicale….questo cantore ci diletta
anche durante il giorno e noi ne abbiamo scoperto il nido in un cespuglio di ortensia che forma una
specie di arcobaleno davanti al nostro prato…….
Queste sono le impressioni e le osservazioni della Signora Clotilda Elizabeth Stisted, condivise
certamente da suo marito e da altri connazionali, sulla vita e sul paesaggio dei Bagni di Lucca
nella prima metà dell’800.
Ci commuove l’affetto che traspare sincero da queste pagine per gli abitanti e, soprattutto,
l’amore e il profondo rispetto che questi gentilissimi inglesi nutrirono per la natura, per il clima,
la flora e la fauna della nostra valle che essi dissero felice e sorridente.
Ancor più commovente il fatto che i corpi delle loro anime riposino, cullati dal mormorio delle
acque del Lima, nel cimitero dove vollero essere sepolti anche molti altri inglesi e stranieri.
Tutti trovarono e provarono delizia in quello che più che villaggio sembrò loro paradiso.
38
IL CASINò DEI GIUOCHI
Riportato alla sua originaria eleganza da un lungo, costoso, sapiente e paziente recupero,
voluto dall’Amministrazione Comunale, il Casinò dei Giuochi si incontra, a Ponte a Serraglio,
lungo la bella passeggiata che costeggia il torrente Lima.
L’edificio è opera dell’architetto Giuseppe Pardini e risale al 1839.
Il Casinò dei giuochi
Poggia su di un podio terrazzato, delimitato da una ringhiera in ferro a disegni geometrici. Si
accede all’edificio attraverso una scala a doppia rampa.
La facciata si caratterizza per sei semicolonne ioniche con capitelli in cotto a finto marmo
e per quattro pilastri ai quattro angoli. Essa è completata da con fasce decorative con trofei di
39
strumenti musicali e ludici e con riquadrature ornate da ghirlande festonanti, delimitate da sei
pilastri sormontati da vasi.
Al centro della facciata l’antefissa con lo stemma dei Borboni-Parma.
Si accede all’interno attraverso nove porte tutte uguali, nessuna delle quali ha elementi che ne
evidenzino la centralità.
L’edificio comprende un vestibolo, la Sala grande, detta delle Feste o dei gigli borbonici; la sala
della Lira, detta un tempo Sala delle Signore, cui si accede attraverso la Galleria; la Sala da gioco,
detta del Pavone; il gabinetto di lettura (oggi Bar), la sala del Biliardo o del Caffè.
Vi è poi tutta una serie di servizi e oggi, nei locali delle soffitte, per intelligente intuizione, sono
state realizzate cucine e locali di vario servizio.
I pavimenti alla veneziana, con disegni geometrici e policromi, nel corso del restauro sono
stati ripresi specie nelle fasce perimetrali. Lungo il perimetro di quasi tutti gli ambienti si possono
ancora notare gli anelli che servivano a tendere i tappeti di copertura.
Le decorazioni interne dei soffitti, delle pareti, l’uso di cornici, di stucchi, di sontuosi lampadari
di cristallo, di arredamento squisitamente elegante (oggi in gran parte purtroppo disperso)
conferivano e conferiscono tuttora all’insieme un’aria di spensierata mondanità europea.
Su autorizzazione del Duca di Lucca Carlo Lodovico, il Casinò dei Giuochi fu costruito, come
detto, nel 1839 da due imprenditori francesi, Adrien Mathis ed Edouard Ginnestet. Essi ottennero
dal Duca la privativa del gioco d’azzardo in cambio della costruzione del Casinò.
Fino a quell’anno si giocava d’azzardo nel Salone dello Stabilimento Termale Bagno Caldo, ma
l’afflusso di numerosissimi giocatori dall’Italia, e specie dai paesi europei, fece sentire la necessità
di costruire una nuova, più ampia e più elegante casa da gioco. Essa divenne così il luogo di
incontro dei più bei nomi della aristocrazia europea, ma anche di avventurieri e malfattori!
Vi è da osservare che il gioco d’azzardo era stato sempre tollerato dalla Repubblica lucchese
perché i suoi proventi permettevano di sanare i bilanci quasi sempre passivi della gestione delle
Terme.
Si giocava al Faraone, alla Reale, al Biribisso (l’antica roulette): in una serata si dilapidavano
o si costruivano fortune, si sfidavano rivali a duello, si organizzavano incontri amorosi
clandestini…..
Al Casinò non solo si giocava, ma si tenevano feste da ballo, accademie letterarie e musicali.
A proposito della eleganza delle feste e della loro squisita e raffinata compostezza, riportiamo
la testimonianza di un francese, Vincent Mondat, che pubblicò nel 1840 una Guida dei Bagni di
Lucca, proprio all’indomani della inaugurazione del nuovo Casinò:
Questi balli si distinguono particolarmente per l’elevato tono cui si ispirano e per la freschezza delle
toilettes delle dame che ne costituiscono l’ornamento. Essi si tengono nel grande salone ove circa 400
persone riunite si abbandonano ai piaceri delle più nuove e variate quadriglie francesi, con intermezzi
40
di valzer, di anglaises e di polacche, al suono delizioso di una numerosa e eccellente orchestra (da altra
fonte sappiamo che era formata da tre violini, un contrabbasso, un clarinetto).
La ricchezza dell’arredamento, lo sfolgorio delle luci contribuiscono a far risaltare più nettamente
la delizia che trapela sui volti di questa folla gioiosa che, dopo il ballo, si aggira per le altre sale che
si contendono il primato della magnificenza e della bellezza. Si comprende facilmente che tutto qui
è diretto dalla più intelligente armonia e che l’etichetta e lo splendore non limitano la libertà dei
divertimenti. La Corte, che trascorre gran parte della bella stagione ai Bagni di Lucca, onora spesso
della sua presenza le riunioni al Casinò: S.A.R. si distingue, come dovunque, per le maniere più
nobili e graziose; niente sfugge alla sua regale magnanimità, alla sua cortese gentilezza. Il Principe si
mescola alla folla e partecipa alla sua gioia e ai suoi piaceri.
Casinò: Salone delle Feste
41
Gli impresari di questo edificio sono anche gli organizzatori delle feste; essi si distinguono per
le premurose attenzioni nei confronti del Sovrano, delle dame, della Corte, e di tutti in genere; essi
vigilano perché i rinfreschi, serviti da personale in livrea, non abbiano mai a mancare; ce ne sono per
tutti i gusti e per tutte le abitudini.
Una prova del clima di oblio di questi trattenimenti, è data dal fatto che ci si dimentica facilmente
l’ora per rientrare a casa; non è affatto raro che si attenda l’alba per lasciare questo luogo di delizia.
Durante la settimana degli artisti famosi, nazionali e stranieri, vengono a farsi ascoltare nel Salone
del Casinò, fra i quali, senza dubbio, si conserverà il ricordo del concerto del celebre virtuoso Listz.
Mai questo grande artista, che fu onorato personalmente dalle felicitazioni del Sovrano, suonò con pari
maestria il suo strumento………
Quando nel 1847 il Ducato di Lucca passò al Granducato di Toscana, il Granduca Leopoldo
proibì il gioco d’azzardo che tanto invece era piaciuto a Carlo Lodovico di Borbone.
Oggi questo prestigioso edificio, testimonianza di un glorioso passato dei Bagni di Lucca, è
sede dell’Ufficio Informazioni della Pro Loco e vi si svolgono le più significative manifestazioni
turistico-culturali organizzate da vari Enti e Associazioni.
Non sono pochi coloro che sperano che il Casinò dei Giuochi di Bagni di Lucca torni ad
assolvere la sua funzione originaria…
Casinò: alcune fasce decorative della facciata
42
LE antiche e moderne strutTure ricettive
Abbiamo già sottolineato come la Repubblica di Lucca, cui le sorgenti di acqua calda
appartenevano, avesse sin dai primi secoli del primo millennio favorito l’edificazione, vicino alle
sorgenti stesse, di alcune costruzioni da mettere a disposizione dei poveri.
Ciò che colpisce chi per la prima volta si avvicini alla storia delle terme di Bagni di Lucca
relativa ai primi secoli del loro sviluppo, è la costante preoccupazione del Governo lucchese di
assicurare ai poveri bisognosi di cure l’uso delle acque e delle case di sua proprietà, chiamate
chiusi o albergarìe.
I vari amministratori cui furono affidati gli stabilimenti termali, da Jacopo di Puccio a Lemmo
Catrignella (1343), da Nucco di Monti di Villa (1347) a Giovanni Iacopo di Corsena e Domenico
di Giustizi di Anchiano (1440) - per citarne solo alcuni - ubbidirono sempre a quello che oggi
potremmo definire un impegno di assistenza sociale.
Nel corso dei secoli successivi, i paesi di Ponte a Serraglio e del Piano di Corsena, come un tempo
era chiamato l’attuale Capoluogo, andarono via via incrementando le loro capacità ricettive per gli
ospiti che sempre più numerosi venivano a cercare sollievo ai loro malanni nelle acque termali.
I personaggi illustri, specie se regnanti, erano sempre accompagnati da largo seguito di dame
e gentiluomini e per tutti costoro occorrevano, oltre ai palazzi e ville che l’aristocrazia lucchese
aveva costruito in prossimità degli stabilimenti termali e metteva loro a disposizione, anche
appartamenti e case di più modeste condizioni.
Fu però nel periodo napoleonico che per Bagni di Lucca iniziò il periodo di massimo splendore.
Elisa Bonaparte, divenuta principessa di Lucca e Piombino, come già detto, scelse Bagni di Lucca
a sua dimora estiva e volle trasformarla da centro prevalentemente termale a luogo di mondana
villeggiatura. Sorsero così nuove abitazioni con appartamenti prevalentemente da affittare e
nuovi e più moderni alberghi. I paesi di Ponte a Serraglio e di La Villa vennero ad assumere
l’aspetto che oggi è rimasto pressoché immutato.
Se scorriamo una o più guide di Bagni di Lucca del XIX secolo, restiamo meravigliati dal
numero di alberghi, i cui nomi ben caratterizzano l’internazionalità del luogo:
Grand Hotel de Russie
Hotel d’Europe
Albergo Croce di Malta
Albergo Regina Vittoria
Albergo Minerva
Albergo Pavillon
Albergo della Pace
Grand Hotel du Royal Casinò
Hotel d’Amérique
Albergo della Corona
Albergo Pellicano
Albergo Gregory
Albergo Continental
Albergo del Giardinetto
43
Si legge in una Guida Turistica ottocentesca.
Molte sono le ville, le case e i quartieri mobiliati che si danno in affitto ai Bagni di Lucca, anzi si
può dire con certezza che tre quarti delle case del paese sono da affittarsi. Tutte queste Ville , quartieri
etc. sono più o meno elegantemente mobiliati e provvisti di maggiore o minor numero di camere, dalle
tre o quattro alle venticinque e trenta, di modo che vi sono abitazioni da tutti i prezzi.
Le numerose case in affitto (quasi 100) disponibili a Bagni di Lucca durante il 1800, ebbero
non solo una valenza economica, ma soprattutto culturale. Molte di esse erano infatti proprietà di
famiglie benestanti per le quali la presenza degli stranieri, ma anche di italiani di varia estrazione,
era occasione di dotte conversazioni e scambi di idee in un’epoca in cui le notizie non viaggiavano
veloci come oggi. Conseguentemente, anche le persone più semplici erano a conoscenza delle
Le cascatelle del Lima a Ponte a Serraglio
L’antico Hotel de Russie a Ponte a Serraglio
44
lingue francese e inglese, veicoli di elementi di civilizzazione internazionale rintracciabili in alcune
tradizioni locali. Ad esempio, durante le feste danzanti al Casinò, fino a qualche decennio fa, ai
normali balli si alternava la quadriglia guidata dal custode del Casinò rigorosamente in francese.
E ancora, in moltissime famiglie anche di modeste condizioni economiche, era uso prendere il tè
alle cinque del pomeriggio, abitudine tramandata da generazione in generazione sin dal sec. XIX.
La farmacia Betti al Capoluogo, di cui avremo occasione di parlare, si fregia ancora del titolo
dell’Ambasciata Britannica; quella di Ponte a Serraglio della Legazione Britannica.
Oggi pressoché tutti i ricordati alberghi sono stati trasformati in civili abitazioni, ma conservano
esteriormente la originaria facciata.
Da un punto di vista architettonico l’Hotel de Russie, a Ponte a Serraglio, fu certamente il
più importante, perché realizzato dall’architetto Giuseppe Pardini, che ideò anche il Casinò dei
Giuochi, la Chiesa Inglese ed il ponticello del Demidoff. Vi soggiornò a lungo la scrittrice inglese
Louise de La Ramée, detta Ouida.
Esso, oggi diviso in appartamenti privati, si distingue per la sua forma triangolare, per i terrazzi
bovindi e per i marcapiani in cotto ad elementi ornamentali.
Al Capoluogo l’attuale Albergo Roma, che fu la prima residenza di Elisa Bonaparte, è pregevole
specie per l’originaria struttura della parte che affaccia sul parco di pertinenza.
E’ certamente un pezzo di “archeologia alberghiera”.
L’Albergo Roma a La Villa
45
La capacità ricettiva della stazione termale lucchese è oggi assai più modesta, almeno dal
punto di vista di posti letto a disposizione, ma comunque sufficiente alla richiesta, ed adeguata
alle attuali esigenze del turismo moderno.
Riportiamo le strutture alberghiere e ricettive in genere a disposizione, sulla base dei dati
forrniti dell’APT di Lucca e dal Comune di Bagni di Lucca:
ALBERGHI
Denominazione
Antico Albergo Terme ***
Hotel Bridge ***
Hotel Bernabò ***
Albergo Corona ***
Albergo Europa ***
Park Hotel Regina ***
Albergo Roma *
Albergo Svizzero **
Località
Bagni Caldi
Ponte a Serraglio
Ponte a Serraglio
Ponte a Serraglio
La Villa
La Villa
La Villa
La Villa
Posti letto
50
20
10
33
14
25
25
25
Tot. 202
AFFITTACAMERE E BED & BREAKFAST
Denominazione
Affittacamere Suore
Affittacamere Da Vinicio
Villa Rosalena
Villa San Pio X
Villa Stisted
L’Agrifoglio
Affittacamere La Frantoia
Amala’s place
Tuscany Meanders
Rifugio Fiori
Villa delle Rose
Bivacco Rifugio
Affittacamere Gaggini
Villa San Francesco (in realizzazione)
Località
Ponte a Serraglio
Ponte a Serraglio
Ponte a Serraglio
Bagni Caldi
La Villa
La Villa
Fornoli
Guzzano
Guzzano
Pieve di Monti di Villa
Palleggio
Montefegatesi - Font. a Troghi
Isola
Bagno alla Villa
46
Posti letto
8
7
4
25
7
3
12
6
12
8
8
10
8
8
Tot. 126
AZIENDE AGRITURISTICHE
Denominazione
Pian di Fiume
Il Ruscello
Belvedere
Il Moro
La Torre
Il Lago
Le Capanne
Alberigi Maddalena
Andreucci Enrico
Località
Ponte a Diana
Ponte a Diana
Benabbio
Loc.tà Le Viche
Fornoli
Casoli
Pieve di Monti di Villa
Lugliano
Montefegatesi
L’Azienda agrituristica Pian di Fiume
47
Posti letto
18
6
8
6
15
11
8
5
3
Tot. 80
L’andamento complessivo del turismo a Bagni di Lucca nel quadriennio 2003/2006 ha registrato
valori positivi sia per gli arrivi che per le presenze di italiani e stranieri.
Arrivi
Presenze
2003
2004
2005
2006
5308
6385
6796
7841
16587
19856
20409
23710
(dati forniti dall’APT di Lucca)
Un altro elemento significativo è dato dall’afflusso dei visitatori del Casinò dei Giuochi a
Ponte a Serraglio. L’Ufficio Turistico della Pro Loco, che ha sede nello storico edificio, invita i
visitatori ad apporre la propria firma su di un apposito registro, indicando nel contempo il paese
di provenienza. Si deve dedurre che chi visita il Casinò visiti anche tutto o parte del territorio
comunale e vi soggiorni per più giorni.
Si riportano i dati relativi al triennio 2004/2006, dai quali emerge chiaramente il sensibile
incremento dei turisti stranieri.
Nazionalità
Regno Unito
USA-Sud America
Germania
Olanda
Australia
Francia
Belgio
Danimarca
Norvegia
Svezia
Canada
Austria
Spagna
Svizzera
Nuova Zelanda
Finlandia
Altri Paesi
Totale
2004
2005
2006
468
184
152
90
75
47
73
37
54
26
35
12
10
18
9
12
--1302
623
140
144
97
77
47
56
47
38
9
31
13
15
22
9
20
24
1412
823
287
281
127
121
99
89
73
60
46
47
43
33
28
12
--30
2199
Per quanto concerne le attrezzature sportive a disposizione dei cittadini e dei turisti, si
segnalano al Capoluogo campi da tennis e piscine. Annualmente il Comune e varie Associazioni
organizzano un calendario di manifestazioni di promozione turistica.
48
Le cure eD i trattamenti termali
Presso lo Stabilimento “Jean Varraud - Casa Boccella” sono praticate non poche cure e
trattamenti termali grazie alle notevoli e riconosciute capacità terapeutiche delle acque.
La cura più singolare ed originale, ed in un certo senso più affascinante, è certamente quella
che si pratica nelle due GROTTE A VAPORE NATURALE: la Grotta Grande e la Grotta Paolina,
di cui abbiamo già dato i necessari cenni storici.
La persona, avvolta in un telo, entra in questo ambiente saturo di umidità con un temperatura
di circa 46° C e vi resta, seduta su antichi sedili di marmo, per venti minuti. La permanenza,
superato il primo impatto molto forte, è estremamente piacevole; subito il respiro è facilitato e la
grande azione decontratturante e miorilassante della grotta mette la persona in una condizione
di grande relax, risultato importantissimo che aiuta a superare lo stress della vita frenetica di
La grotta e la reazione
49
ogni giorno. La permanenza nella grotta induce abbondante sudorazione. In una sola seduta si
perdono 200-300 ml. di acqua e ciò determina l’altro effetto benefico della depurazione cutanea.
E’ per questo che la grotta è diventata la base dei molti trattamenti di estetica termale. La persona
esce quindi dalla grotta e, accompagnato dalla “bagnina”, viene fatta distendere su di un lettino,
avvolta in un telo e in calde coperte di lana, per iniziare quella che si chiama la reazione termale
che è parte integrante della cura e dura altri 20 minuti circa.
Durante la reazione, la persona è reidatrata con una gustosa tisana, preparata con acqua
termale, e poi avviata alla doccia termale.
I benefici della grotta sono riscontrabili nella cura di numerose patologie: artrosi diffusa, artrosi
cervicale, artrosi lombosacrale, artrosi mani-piedi, reumatismi extra-articolari come la periartrite
scapolo-omerale, tendiniti, contratture muscolari, gotta.
L’accesso è consentito anche tramite la convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
Altra cura termale che ha qualificato particolarmente le Terme di Bagni di Lucca, è la
FANGOTERAPIA.
Il fango è il peloide più inorganico ed altro non è che una commistione fra una parte
solida, l’argilla, e una parte liquida, l’acqua termale. Queste parti rimangono a mutuo contatto
Maschera di fango termale al corpo
50
mescolandosi per circa sei mesi, dopodiché si dice che il fango è maturo e pronto per essere
utilizzato.
Durante l’intimo contatto fra fango e corpo avviene lo scambio ionico: i minerali presenti nell’
acqua vanno ad occupare degli spazi ad hoc presenti in queste argille e, quindi, il fango acquista
le caratteristiche dell’acqua con cui viene maturato.
Il fango è applicato sulle articolazioni interessate della persona ad una temperatura di circa 48°
C ma, poiché il fango è un cattivo conduttore di calore, questi non prova alcun fastidio derivante
dall’alta temperatura. Il fango infatti cede il calore poco a poco.
Trascorsi i 20 minuti circa della cura, “la fanghina” toglie il grosso del fango e accompagna la
persona alla doccia di acqua termale. La cura, quindi, prosegue in un altro locale all’interno del
quale la persona dapprima si immerge in una vasca per un caldo bagno, poi viene preparata per
fare la reazione termale come abbiamo già descritto.
Il fango, con l’aggiunta di oli essenziali, è la base dei trattamenti estetici.
Dietro prescrizione medica può essere usato nel trattamento di patologie dell’apparato
osteomuscolotendineo, per la gonartrosi, coxartrosi, l’ artrosi mani-piedi. Molte di queste patologie
sono le stesse per le quali è indicata anche la grotta a vapore naturale, ad eccezione della gotta,
che trova nel bagno a vapore il suo cardine terapeutico.
Negli ultimi anni la nuova gestione dello Stabilimento Termale “J. Varraud” ha rivalutato
moltissimo le CURE INALATORIE.
Nel passato, gli accaniti fumatori o coloro che avevano condotto una vita lavorativa in ambienti
poco salubri, ricercavano nelle cure inalatorie un qualche rimedio al loro compromesso apparato
respiratorio. La guarigione non era possibile, ma certamente si poteva mantenere al meglio un organo
già compromesso ed evitarne l’aggravamento. L’età media dei curandi era di circa 60/70 anni!
Adesso le cose sono completamente cambiate e visitare il reparto inalatorio dello Stabilimento
è un vero piacere.
Ci sono clienti di tutte le età, ma in particolare si ode l’allegro vociare di bambini anche
piccolissimi.
Le acque termali di Bagni di Lucca hanno una particolare azione di stimolo sul sistema
immunitario e questo fa sì che possano essere utilizzate nei bambini molto piccoli al momento del
loro ingresso nella scuola materna ed elementare, momento solitamente difficilissimo per i genitori
in quanto i bimbi sono sempre ammalati, soggetti a lunghi cicli di cure antibiotiche o addirittura
cortisoniche. Oggi, fortunatamente, non pochi pediatri hanno cominciato ad aver fiducia nelle
cure inalatorie per bambini e i risultati di tipo preventivo sono da considerarsi ottimali.
Nello Stabilimento “J. Varraud - Casa Boccella” è praticata una vasta gamma di cure inalatorie:
inalazione o getto caldo, aerosol, nebulizzazione, doccia nasale, aerosol sonico, ventilazione
polmonare, insufflazione endotimpanica e politzer.
51
Cura inalatoria
Di solito si associano l’inalazione e l’aerosol per la cura di patologie come la faringo tonsillite,
la laringite, la tracheite mentre per le sinusiti e le riniti vasomotorie si aggiunge la doccia nasale.
Nelle bronchiti croniche semplici od accompagnate da componente ostruttiva sono da preferirsi
la nebulizzazione con l’aerosol e la ventilazione polmonare.
La nebulizzazione è utilizzata anche per i bambini molto piccoli che troverebbero oggettive
difficoltà nel praticare altri trattamenti.
Per loro è stata allestita un’apposita e divertente “stanza della nebbia”, dove le piccole creature
stanno affettuosamente in braccio alla mamma o al papà o comodamente sedute sul loro personale
passeggino!
Il politzer nei bambini o l’insufflazione negli adulti sono usate principalmente nelle otiti
catarrali croniche o nelle stenosi tubariche.
La BALNEOTERAPIA, in vasca di acqua termale a 37° C, è particolarmente indicata nelle
malattie dermatologiche: psoriasi, dermatite atopica, dermatite seborroioca-acne
52
Idromassaggio
Per queste patologie c’è convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
La balneoterapia ha dato ottimi risultati nella dermatite atopica degli adulti. Dal 2006 anche
i bambini affetti da questa patologia, cui spesso si associano problemi di carattere respiratorio
come l’asma, sono stati trattati con questo piacevole ed efficacissimo tipo di cura.
Con la balneoterapia si può agire anche sui cheloidi cicatriziali e da ustione per la benefica
azione dell’acqua termale sui fibroblasti del tessuto connettivo.
Inoltre l’IDROMASSAGGIO, convenzionato con la ASL, è particolarmente efficace nei disturbi
circolatori arteriosi e venosi agli arti inferiori.
Le acque termali di Bagni di Lucca trovano utile impiego anche nella cura delle malattie
dell’apparato ginecologico, quali vaginiti aspecifiche e vaginiti atrofiche in menopausa, mediante
IRRIGAZIONI VAGINALI con o senza bagno.
Infine l’acqua delle sorgenti termali può essere utilizzata per CURA IDROPINICA nelle
malattie dell’apparato gastroenterico, come la Sindrome dell’intestino irritabile nella varietà con
stipsi e Dispepsia di origine gastroenterica.
53
La durata dei cicli di cura, che per lo più vanno da 6 a 12 sedute, è stabilita dal Direttore
Sanitario presente nello Stabilimento Termale.
Le malattie e cure necessarie devono essere certificate e autorizzate con ricetta del medico di
base, o del competente Medico specialista A.S.L., o del pediatra di base.
Si può usufruire con il Servizio Sanitario Nazionale di un unico ciclo di cure all’anno, con
eccezione delle categorie degli invalidi che hanno diritto ad un ciclo relativo alla loro patologia
invalidante più un ciclo per un’altra diversa patologia.
Le cure possono essere effettuate anche senza la prescrizione del medico curante. In questo
caso è però obbligatorio il preventivo parere del Direttore Sanitario dello Stabilimento.
Un apposito settore dello Stabilimento è utilizzato come Centro Benessere Ouida,
così come era chiamata Louise de La Ramée, scrittrice e studiosa inglese che, come abbiamo già
ricordato, soggiornò a lungo a Bagni di Lucca nei primi anni del XX secolo e volle essere sepolta
nel locale piccolo Cimitero inglese.
Il Centro ha una particolarità unica: presenta programmi modernissimi e spesso all’avanguardia,
realizzati in un ambiente antico e ricco di tradizioni e storia. Offre percorsi specifici di benessere
e relax per tonificare, rilassare e depurare l’organismo e per donare nuova luminosità alla pelle.
Per i fanghi, i massaggi e i trattamenti si impiegano oli essenziali e creme a base di acqua termale
tra loro combinati in una sequenza armonica di grande benessere.
Trattamenti benessere
54
Questi trattamenti attirano molto una clientela giovane, ma al contempo incuriosiscono anche
i tradizionali clienti delle Terme, che scoprono volentieri le nuove tecniche e i nuovi prodotti.
Proprio per questo è in corso di realizzazione un nuovo Centro che completerà la gamma dei
servizi offerti e presenterà trattamenti molto particolari che impiegheranno prodotti locali (farina di
castagne e farina di granoturco “formenton 8 file”) con marchio a denominazione protetta (DOP).
Tutti i trattamenti presentati nel Centro vengono effettuati utilizzando prodotti dermocosmetici
esclusivi, risultato di importanti ricerche che hanno condotto ad impiegare la nostra acqua termale
come componente importantissima dei prodotti stessi.
Fiore all’occhiello del Centro Ouida è la vastissima offerta di massaggi che vanno dal
connettivale al miofasciale, all’ayurvedico, al linforiflressogeno, al hot stone, allo shiatsu, allo
shirodara, al pindasweda. Inoltre sono praticati massaggi emozionali di tutti i tipi, tra i quali il
più esclusivo è certamente l’Inner Massage.
Si tratta di un massaggio nato dalla fusione tra pensiero orientale e cultura occidentale per un
trattamento di purificazione del corpo e della mente. E’ un percorso che permette di penetrare
nell’intimo attraverso i sensi, di comprenderne le emozioni amplificandole, per ottenere quel
coinvolgimento totale che non tralascia niente, come se a ciascuna parte del corpo spettasse una sua
particolare ed individualissima attenzione. Un’originale esperienza, fatta di momenti attraverso cui è
possibile riscoprire la dimensione fisica del proprio corpo, arricchendola di una nuova spiritualità.
Un’altra sezione di estetica termale particolarmente sviluppata alle Terme di Bagni di Lucca è
quella dei massaggi e dei trattamenti a base dei prodotti della nostra terra.
Tra tutti emerge il naturalissimo massaggio all’olio d’oliva, prodotto principe dell’agricoltura
della nostra regione toscana ed in particolare della lucchesia, che ha qualità davvero eccezionali. L’olio
è un ottimo alleato della bellezza ed è fortemente compatibile con l’acidità della nostra pelle. Questo
prodotto naturale contiene sostanze preziosissime come squalene, filosteroli, tocoferoli che lo rendono
emolliente, nutriente e protettivo. Dopo il bagno è un ottimo tonificante e rivitalizza la cute, rendendola
morbida, vellutata, luminosa e levigata. Grazie agli acidi linoleico e linolenico, alle vitamine k,a,e,d,
ed ai composti fenolici, l’olio risulta un ottimo antiossidante e antiradicali liberi. Le Terme di Bagni
di Lucca lo utilizzano nei massaggi per rilassare i muscoli, per ammorbidire e tonificare la pelle; lo
impiegano aromatizzato alle essenze del mirto, agrumi e cannella, spezie, lavanda.
Di particolare gradimento risulta anche il massaggio al sale, un vero e proprio trattamento di
pulizia del corpo che rigenera i tessuti e li depura. Le proprietà del sale, inserite in una particolare
miscela di pregiati olii dermofili, depurano e riattivano l’epidermide, idratandola.
A causa dei ritmi di vita frenetici e dello stress, è avvertito sempre più spesso il bisogno di
allontanare le tensioni e di ritrovare un intimo contatto con il nostro Io profondo. A questo scopo
le Terme di Bagni di Lucca hanno elaborato una serie di protocolli di trattamenti che, attraverso il
coinvolgimento dei sensi, producono un generale riequilibrio dell’organismo.
Il trattamento SI-AN alla cioccolata è molto in voga. La sua applicazione, in sinergia con le
acque termali, lo rende un trattamento indispensabile per recuperare vitalità, piena efficienza e
55
armonia delle forme. E’ un trattamento polisensoriale per gli intensi e specifici aromi e colori che
caratterizzano i diversi prodotti della linea. I sensi, così stimolati, promuovono una serie di reazioni.
Sensory Scrub unisce all’azione esfoliante dei micromacinati di nocciolo di albicocca un’azione
rivitalizzante. Il Chocomint Mask è un impacco dal seducente profumo caratterizzato dall’elevato
contenuto di teobroma cacao, conosciuto per la sua azione lipolitica. L’associazione con il mentolo
ne esalta l’attività tonificante. L’idromassaggio riattiva la circolazione e l’effetto straordinario è
quello di un vortice schiumoso da cui il cliente si lascia cullare sedotto da un intenso profumo. La
parte finale, come sempre in questi trattamenti, è affidata alla coccola del massaggio manuale. La
presenza dell’olio di riso conferisce a questa emulsione un’insolita leggerezza ed emollienza.
Fra i trattamenti “golosi” che le Terme di Bagni di Lucca offrono si può annoverare il
trattamento all’uva rossa. Consiste in un trattamento modellante che combina l’azione degli
oligoelementi dell’acqua termale all’efficacia della Vitis Vinifera. L’uva è ricchissima di flavonoidi,
tra cui il resveratrolo che esplica una potente azione antiossidante efficace nella prevenzione
dell’invecchiamento e protettiva dei vasi sanguigni.
Il Centro Ouida è quindi un angolo delle Terme di Bagni di Lucca dedicato interamente alla
bellezza ed all’estetica e deve essere considerato di completamento alle tradizionali cure termali.
In particolare, la sequenza di alcuni trattamenti ha consentito di esaltare la pratica dei bagni di
vapore nelle grotte, facendole vivere, sia come trattamento a sé stante, sia come fase preparatoria
dei massaggi specifici che abbiamo ricordato. Per tutti i trattamenti sono utilizzati esclusivamente
i prodotti naturali della linea benessere delle Terme di Bagni di Lucca.
Trattamenti benessere
56
Indicate le cure e le malattie che traggono da esse vantaggio e i trattamenti di cosmesi che si
possono effettuare oggi nella stabilimento del Bagno Caldo, vediamo invece come nell’antichità
si facessero qui le cure termali.
Ci affidiamo ad un testo scritto dal dottore in filosofia, chimica e medicina, Fabrizio Ardizzone
il quale, nel 1680, pubblicò un trattato sopra le essenze, cause ed effetti delle acque di Bagni di Lucca:
…queste bagnature sono utilissime ai paralitici, agli epilettici, ai tremuli, agli sciatici, ai convulsi ed
ai contratti. Utili anche a tutti coloro che sono affetti da malattie della pelle, alle donne che soffrono di
superflua umidità dell’utero e che desiderano generare figli maschi.
….la primavera e l’autunno sono le stagioni più adatte per venire a questi Bagni. Prima di iniziare la cura,
però, bisogna purgarsi e ripurgarsi. Le bagnature devono essere praticate due volte al giorno, la mattina all’alba
e la sera al tramontar del sole, ma sempre dopo essere assolutamente certi di aver digerito. Gli infermi entrano
nudi nell’acqua, semplicemente coperti da un camice di tela e vi restano per almeno un’ora. Le donne e i più
debilitati debbono ascoltare il parere dei Bagnaroli e ridurre il bagno a mezz’ora. I più robusti si bagnano là dove
l’acqua scaturisce ed è più calda; gli altri si bagnano un po’ più lontano dalla sorgente. Il calore provoca una gran
sudorazione specie sul viso, tanto che i Bagnaroli spesso debbono intervenire per somministrare loro dei liquori
cordiali, cioè acqua di scorzonera, di boraggine, di cardo santo; sciroppi gemmati e perlati e simili altre bevande.
Inoltre in alcuni casi vengono applicate spugne imbevute di aceto sul petto come riparo ai miasmi sulfurei.
All’uscita del bagno i Balneanti sono prontamente avvolti dagli inservienti in panni caldi e fatti riposare
sul letto per almeno due ore. I Balneanti devono evitare di stare all’aperto e poiché questi Bagni possono
procurare stitichezza, sarà necessario ricorrere a clisteri o a simili rimedi.
Io consiglio di mangiare con moderazione cibi di buona qualità e di sostituire il vino con acqua fresca o
con giulebbo violato. E’ preferibile mangiare carni lessate piuttosto che arrostite.
Per quanto riguarda la durata delle bagnature si consiglia un periodo di venti giorni continui, al
massimo trenta. La cura può essere ripetuta in più stagioni specie dai paralitici, dagli sciatici e dalle donne
frigide. Però prima di iniziare la bagnatura è opportuno ricorrere all’uso della doccia sopra la nuca al fine di
predisporre l’organismo a ricevere tutti i benefici delle bagnature stesse. Infine chi è caldo di natura o chi da
queste acque viene troppo acceso o alterato, è necessario che vada a bagnarsi qualche volta nel vicino e più
temperato Bagno S. Giovanni che reprime mirabilmente gli eccessivi calori.
Oggi il modo di fare le cure presso il Bagno Caldo non è molto cambiato rispetto a quello
raccontato e suggerito da Fabrizio Ardizzone nel lontano 1680. Ancor oggi, infatti, si entra nella
grotta, non allora esistente, semplicemente coperti da un telo; si fa la reazione sdraiati su di un
lettino, avvolti in calde coperte e si beve una tisana durante la cura.
Ancor oggi il beneficio che deriva dalle cure termali è indiscutibilmente grande, anche se non
proprio miracoloso come Ardizzone avrebbe voluto far intendere ai suoi contemporanei!
57
L’odierna attività delle terme
e le prospettive future
La gestione privata delle Terme di Bagni di Lucca inizia nel corso dell’anno 2000, quando
l’Amministrazione Comunale la affida alla Soc. Villaggio Globale, ora Bagni di Lucca J.V.& Hotel S.r.L.
L’Azienda termale, all’epoca prevalentemente incentrata sulla classica attività termale
convenzionata, inizia subito a mutare il suo volto, cercando, in tal modo, di interpretare le mutate
esigenze del mercato.
S’incentivano e si ampliano le tradizionali cure termali, associandovi nuovi trattamenti anche
a pagamento; in particolare i massaggi terapeutici ed i trattamenti di estetica con fango ed acqua
termale.
Da allora prende il via un costante incremento in termini di arrivi attraverso operazioni di
marketing mirate ad un target medio alto che ricerca, in ambiente termale, il suo benessere psicofisico ed il relax. Si propone una serie di servizi ad hoc sull’onda delle richieste sempre maggiori
di questo mercato.
Viene offerto infatti un vero e proprio “pacchetto” che contiene trattamenti termali e soggiorno
in un felicissimo contesto naturalistico di cui Bagni di Lucca, insieme all’ineguagliabile qualità e
proprietà delle sue acque, può veramente andar fiera.
La commercializzazione è avvenuta per vari canali. Attraverso materiale promozionale
istituzionale distribuito all’APT, IAT, Punti di Informazione, Alberghi, Fiere Nazionali ed
Internazionali etc. e implementando un sito (www.termebagnidilucca.it) che ha dato subito
interessanti risposte in termini di contatti. Il vecchio passa-parola ha altresì apportato il suo
notevolissimo contributo.
La stipula di una serie di specifici accordi commerciali con operatori turistici del settore
benessere, che promuovono e vendono la nostra struttura, è stato il canale indiretto che ha
determinato un forte slancio in termini numerici.
Sull’onda di questi risultati si è affacciata ben presto l’esigenza di possedere una struttura
ricettiva interna per poter rispondere alla domanda sempre più pressante di un servizio integrato.
Infatti il cliente richiede oggi un servizio a 360°, all’interno del quale egli possa occupare una
posizione centrale.
Nel 2003 la Società inizia così anche la sfida alberghiera. Si dota infatti di un Hotel con 22
camere prima e 27 poi, in un primo momento solo adiacente allo Stabilimento Termale ed in
un secondo momento internamente collegato ad esso da un sottopasso. Al cliente si offrono
inoltre un angolo bar, un ristorante anche con cucina tipica locale, un giardino ed una piscina
termale ad acqua fluente, dapprima esterna all’Hotel ed oggi coperta ed interna alla struttura
ricettiva.
58
Piscina termale
Camera superior
I massicci investimenti effettuati dalla gestione sono stati rivolti, in una primissima fase, verso
gli adeguamenti normativi e gli impianti ormai obsoleti, per consentire alla struttura, fino a quel
momento ad utilizzo esclusivamente stagionale, di offrire i propri servizi durante l’arco dell’intero
anno. Gli interventi successivi sono stati rivolti invece alla completa automazione dei servizi ed al
ripristino di reparti da tempo inutilizzati.
In primis la Grotta Piccola, intitolata a Paolina Bonaparte Borghese, assidua frequentatrice di
Bagni di Lucca e delle sue Terme, che è stata rimessa a nuovo. Accanto ad essa è stata realizzata
una zona-relax dove i bagnanti effettuano la reazione in comune. Questa zona è stata posizionata
su di un suggestivo soppalco in legno, sormontato da due grandi volte, comunicanti all’esterno
mediante due lanterne vetrate.
Successivamente, sono stati riconvertiti alcuni vecchi reparti e locali nel nuovo Centro Benessere
“Ouida”. E’ stata altresì realizzata una piccola ma funzionale palestra.
Gli investimenti degli ultimi anni hanno invece riguardato gli ambienti dei camerini per
i massaggi, che sono stati romanticamente ristrutturati all’insegna del rispetto di un glorioso
passato. E’ stato completamente rivisitato anche l’ambiente dell’accettazione per renderlo più
dinamico in risposta alla nuova tipologia di clientela essenzialmente più giovane ed esigente.
In parallelo al miglioramento ed al completamento degli ambienti e degli arredi, è stata
riservata la massima attenzione alla qualità dei trattamenti, sia per le cure tradizionali, per le
quali sono stati predisposti rigidi protocolli di cura, sia per i nuovi percorsi più alla moda e più
richiesti dai mutati stili di vita e dalle nuove esigenze, dettate da una vita sempre più convulsa e
piena di stress.
Abbiamo perciò dato ai nostri collaboratori, opportunamente selezionati, la possibilità di un
aggiornamento continuo, tanto da farne un punto di forza della nostra offerta. Di pari passo
abbiamo dotato la nostra struttura di una linea di prodotti dermocosmetici di grandissima qualità,
59
con nostro marchio, perché contenenti la nostra acqua termale. Questi prodotti hanno reso più
efficaci i trattamenti proposti.
Per dare poi una continuità nella qualità a tutte le fasi lavorative, abbiamo certificato l’Azienda
che ora dispone dei marchi UNI EN ISO 9001 (qualità) ed UNI EN ISO 14001 (ambiente). Tale
certificazione consente di applicare una linea ben precisa cui tutti debbono attenersi. La nostra
strategia è quella del continuo miglioramento delle performance attraverso la standardizzazione
di tutti i processi, il coinvolgimento di alta direzione e risorse focalizzate su obiettivi comuni e
condivisi, come la centralità del cliente e la sua piena soddisfazione.
Le prospettive future sono molto ambiziose, ma saranno sicuramente necessarie per riportare
il Centro Termale di Bagni di Lucca ad un livello ottimale, sia per funzionalità, sia come location.
Per rispondere alle esigenze di un mercato in crescita e sempre più selettivo ed in cui opera una
concorrenza molto aggressiva, si è ritenuto di porre l’accento sulla costruzione di un nuovissimo
reparto totalmente dedicato al Benessere in tutte le sue forme. Tale reparto dovrà essere all’avanguardia
in tecnologia, tecniche e professionalità degli operatori, un vero e proprio fiore all’occhiello.
In contemporanea si lavorerà al ripristino dell’antico splendore dell’architettura termale cui
dobbiamo la fama che ancor oggi investe Bagni di Lucca e le sue Terme.
Si recupererà lo splendido salone delle feste, che fu anche un Casinò dei giuochi e può vantare di
aver visto girare la prima roulette d’Europa e il reparto caratterizzato dalla presenza di antiche vasche
in marmo di Carrara. Particolare attenzione sarà rivolta al recupero di tutti gli ornamenti pittorici che
arricchiscono e rendono unici gli archi, le volte, le pareti dell’antico stabilimento.
Infine, sono previsti ulteriori interventi di miglioramento estetico e funzionale della Grotta
Grande, della Grotta Piccola, dell’attuale Centro Benessere e della piccola palestra. E’ prevista
infine una nuova immagine dell’ingresso alle Terme ed una revisione dei paramenti esterni.
Reparto massaggi
Reception termale
60
COSE NOTEVOLI
Il Teatro Accademico e il Circolo dei Forestieri
Queste due strutture, che si trovano al Capoluogo, erano a disposizione dei villeggianti e lo
sono tuttora.
Il Teatro Accademico, un tempo chiamato Teatro dei Provvidi, risale al 1790. Costruito per iniziativa
dei paesani, ha visto calcare le sue scene dai più importanti attori e attrici italiani e stranieri. Oggi il
suo interno appare completamente ristrutturato, ma l’esterno conserva l’aspetto originario.
Quando Bagni di Lucca viveva il suo periodo aureo, era luogo di ritrovo non solo per
rappresentazioni teatrali, ma anche per feste di gala, concerti, accademie varie.
Nella ricorrenza del compleanno dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, il 15 agosto del 1804,
Madama Letizia Ramolino e la bellissima Principessa Paolina Bonaparte Borghese, che erano ai
Bagni di Lucca per le cure termali, parteciparono al Teatro ad una pubblica festa. In un rapporto
di un diplomatico francese si legge:
Madame Bonaparte e la Principessa Borghese vi hanno assistito privatamente e sono rimaste incantate;
è stata una festa di paese, ma la gente del posto l’ha resa una festa superba, come a Parigi.
Il Teatro Accademico
Il Circolo dei Forestieri
61
Le scene di questo piccolo Teatro furono calcate anche dalla principessa Elisa Baciocchi che
v’interpretò, nell’estate del 1805, il ruolo di Fedra nell’omonima tragedia di Jean Racine.
Oggi al Teatro Accademico si svolge, tra l’altro, una Stagione di Prosa molto importante ed
una significativa Rassegna Regionale di Teatro della Scuola.
Il Circolo dei Forestieri, da poco completamente restaurato dall’Amministrazione Comunale,
fu edificato nel 1923 su un precedente edificio. Era dotato di una sala da ballo, di un biliardo,
di sale di lettura e di una ricca biblioteca. Oggi è sede dell’Archivio Storico del Comune ed è a
disposizione per iniziative e manifestazione di vario genere.
Il Circolo si affaccia sulla piazza intitolata a “Jean Varraud”.
Davanti al Teatro c’è un’antica Farmacia appartenente, da ben nove generazioni, alla famiglia
Betti. La licenza d’aprire Bottega di Spezieria Medicinale è datata 24 giugno 1709. La Farmacia Betti è
pregevole per la sua antica storia ed anche per l’autentico arredo in stile impero.
Proprio in relazione alla presenza delle acque termali e, quindi, all’afflusso di numerosissimi
balneanti bisognosi delle più svariate cure, l’arte del farmacista o speziale, come un tempo si
diceva, era assai diffusa ai Bagni di Lucca.
Michel de Montaigne a tale proposito osserva:
Perloppiù gli abitanti del luogo rimangono qui anche d’inverno e vi hanno ogni specie di botteghe,
soprattutto farmacie, ché quasi ognuno è farmacista. Il mio ospite, tale capitano Paulino, lo è a sua volta.
La Chiesa di San Pietro di Corsena
Come abbiamo già ricordato, i paesi sparsi sulle montagne del territorio hanno tutti la loro
Chiesa. Fra queste alcune sono pregevoli esempi di architettura romanica.
Nel fondovalle troviamo la Chiesa di S. Pietro, risalente al 1165, che ha caratteristiche
architettoniche di un certo interesse.
Ubicata a Corsena, originario nucleo dell’attuale Capoluogo del Comune di Bagni di Lucca,
e da esso poco distante, conserva sulla fiancata destra la primitiva struttura su cui spiccano tre
eleganti monofore.
La facciata non è quella di origine perché la chiesa fu allungata fra il XIV e il XV secolo tanto
che è evidente, sulla destra, l’inglobamento di un piccolo porticato.
Il rosone in cemento è stato posizionato nei primi anni del secolo XX in sostituzione di una
precedente bifora.
La Chiesa è stata privata dell’abside romanica. La Torre campanaria risale al 1693. L’interno è
a tre navate, scandite da colonne a conci con capitelli senza abaco, ma con lastroni squadrati.
Il soffitto a vela sostituisce la tipica copertura a capriate propria delle chiese romaniche.
Pregevole il fonte battesimale in pietra serena, risalente al XVI secolo, e l’Oratorio della SS.
Vergine, con banchi e postergali secenteschi, cui si accede dalla navata sinistra.
62
Il Grande Albergo a Bagni Caldi
Anche se oggi dell’antico “Grande Albergo delle R.R. Terme” a Bagni di Lucca non rimane che
una facciata pericolante, merita ricordare che questa costruzione circondata da un parco in cui
sono a dimora piante pregiate e rare, era stata fatta realizzare, sulla precedente nobile casa Valleri,
dal Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena per sua residenza estiva. Il Granduca entrò per
la prima volta nella sua regale dimora nell’agosto del 1850. Egli giunse accompagnato da tutta
la famiglia e da largo seguito e fu accolto dalle autorità locali e dalla festante popolazione nella
piazza di Ponte a Serraglio, da dove proseguì in portantina fino a Bagni Caldi.
Questa borgata, sorta nel tempo intorno al Bagno Caldo, era particolarmente piaciuta alla
moglie del Granduca, Maria Antonietta, e qui la regale famiglia fu solita soggiornare annualmente
dalla primavera all’autunno.
Le cronache narrano che il Granduca avesse dato disposizione che tutti i giorni un colpo di
cannone annunciasse alla valle il mezzogiorno.
Ogni domenica mattina, poi, nella chiesetta di S. Martino, adiacente il palazzo, era celebrata la
Santa Messa, cui assisteva tutta la famiglia granducale e molta folla che, non riuscendo a entrare
nella piccola chiesa, partecipava al sacro rito seduta sulla vicina scalinata.
I Granduchi di Toscana conducevano a Bagni di Lucca una vita abbastanza ritirata. Ogni tanto
si recavano a La Villa in carrozza trainata da quattro cavalli, più che altro per prender parte a
qualche funzione nella chiesa di S. Pietro in Corsena. Il corteo passava sempre tra due ali di
folla festante, ma una volta uno sciagurato paesano rovesciò involontariamente dalla finestra
una catinella d’acqua sul corteo. Sceso precipitosamente in strada, lo sventurato chiese scusa ed
implorò il perdono che Leopoldo II bonariamente gli concesse esclamando:
Tira via! Meno male che non è toccata ad un Inglese, sennò a quest’ora io avrei già sulle spalle tutta
la Legazione Britannica e dovrei anche pagare i danni!
Quando poi la famiglia regnante di Toscana, alla fine dell’estate del 1851 si apprestò a lasciare
Bagni Caldi per fare ritorno a Firenze, la sera del 21 agosto sulla piazza della borgata, un coro di
giovinette, accompagnate dalla Banda Musicale paesana, dedicò al Granduca e alla sua consorte
una serenata di Guynemer.
La residenza ducale fu in seguito trasformata, come detto, nel “Grande Albergo delle R.R.
Terme” che aveva, come ricorda una Guida Turistica dell’epoca,
splendide sale di lettura, conversazione, biliardo, camere eleganti, separate ed aggruppate in
appartamenti per famiglia con tutti i comodi e conforti che oggi si richiedono. Esso è situato sulla
splendida collina dei Bagni Caldi, in luogo di quiete e di tranquillità perfetta, attiguo alla Stabilimento
63
centrale delle R.R. Terme. Un vasto giardino circonda il fabbricato. Una rete telefonica mette in
comunicazione lo stabilimento centrale delle Terme, il Regio Casinò, il Medico e l’Albergo.
L’Albergo offre un ottimo trattamento a prezzi modici.
Oggi sono in corso alcuni progetti di recupero di questa antica testimonianza del passato della
ridente stazione termale lucchese.
L’attuale “Antico Albergo Terme”, limitrofo a quello storico, presenta moderne caratteristiche
di eleganza, di sobrietà, di comfort pari a quelle del suo antenato.
E’ dotato di una piscina interna alimentata dalle acque termali della sorgente del Doccione,
quella stessa che alimenta la Grotta Grande dello Stabilimento cui si può comodamente accedere
dall’Albergo mediante un sottopasso.
L’ “Antico Albergo Terme”
64
Villa Fiori
All’ingresso del paese di Ponte a Serraglio si incontra, sulla sinistra, Villa Fiori. Il nome le
deriva dall’antico proprietario, il Barone Fiori. Ha subito nel tempo alcune trasformazioni. E’ di
sua pertinenza il grande parco che si affaccia sul fiume.
Dopo alcune vicende, ultimamente è tornata ad essere proprietà del Comune di Bagni di
Lucca.
Villa Fiori
Il Ponte delle Catene
Il Ponte delle Catene
E’ così chiamato il bel ponte che unisce le due sponde del Lima nel paese di Fornoli.
Nel 1840 il Duca di Lucca, Carlo Lodovico, affidò incarico all’Architetto Lorenzo Nottolini di
realizzare un ponte in sostituzione di quello molto antico che, pochi anni prima, una disastrosa
piena del fiume aveva fatto crollare. Il Nottolini ideò questa originale struttura, che si caratterizza
per i due archi neoclassici in pietra serena e per le catene di sospensione in ferro.
Realizzati i due archi, i lavori furono sospesi e portati a termine nel 1860.
Di recente il Ponte delle Catene ha subito un radicale intervento di restauro.
65
Il Ponte del Diavolo (fra leggenda e realtà)
Lungo la strada che da Lucca conduce a Bagni di Lucca, giunti nel comune di Borgo a Mozzano,
si incontra un bellissimo ponte che scavalca il fiume Serchio. Il ponte colpisce immediatamente
per la sua forma architettonica molto strana e ardita.
Un cartello turistico ci dice che siamo di fronte al Ponte della Maddalena, meglio conosciuto
come Ponte del Diavolo.
Non possiamo fare a meno di fermare la macchina e scendere per percorrere a piedi questo
stranissimo ponte, che ci affascina per la struttura ed anche per il nome.
Il ponte, tutto in pietra, come le architetture romaniche, misura 93.10 metri ed è largo 3.7 metri
compresi i parapetti; la carreggiata è larga 2.90 metri e quindi oggi è percorribile solo a piedi. Un
tempo però vi transitavano anche carri trainati da cavalli o da buoi.
E’ costituito da cinque archi di ampiezza sempre maggiore. L’arco più piccolo (quello appoggiato
alla riva sinistra del fiume) misura 4 metri più 1.7 metri di parapetto; quello che segue 5 metri
più 3 metri di parapetto; l’arco medio 7 metri più 4.20 di parapetto; l’arco maggiore misura 18.50
metri più due metri di parapetto.
E’ il più antico ponte sul fiume Serchio; le notizie archivistiche sulla sua storia sono molto
incerte. Ha dimostrato in tanti secoli di vita una resistenza unica alle inondazioni e al tempo, che,
ancora in tempi moderni hanno lesionato strutture molto più recenti, lasciando intatto quello che
è stato definito il Nestore dei ponti sul Serchio. Questo ha contribuito ad alimentare la fama di
“opera magica”.
Fu presumibilmente (gli storici non sono tutti d’accordo) fatto costruire da Matilde di Canossa,
Marchionessa di Toscana, per consentire il passaggio dalla sponda destra a quella sinistra del
fiume Serchio e facilitare in tal modo quanti volevano recarsi alle vicine terme di Bagni di Lucca.
A quel tempo infatti non esisteva l’attuale strada del Brennero che fu realizzata solo nel XVII
secolo.
Perché il Ponte è detto della Maddalena?
Perché nelle sue vicinanze, nel 1526, fu costruita una chiesetta nella quale si venerava una
bellissima statua della Maddalena a figura intera, opera della scuola della famosa famiglia di
ceramisti Della Robbia. Oggi questa bella statua si conserva e si può ammirare nella Chiesa di S.
Jacopo a Borgo a Mozzano.
Perché il Ponte è detto anche del Diavolo?
La leggenda vuole che il protettore dei viaggiatori, S. Giuliano l’Ospitaliere, vissuto nel VI
sec., avrebbe chiesto aiuto al Diavolo per portare a termine la costruzione del ponte. In cambio
66
dell’aiuto avrebbe promesso al diavolo la prima anima che avesse attraversato il suo ponte. Ma S.
Giuliano fece in modo che fosse un cane a passare per primo…..
Un tempo si attribuivano al Diavolo molte costruzioni di cattedrali, torri, acquedotti, muraglie
e ponti. L’Europa è disseminata in particolare di Ponti del Diavolo. Perché quindi l’attività del
Diavolo si è rivelata instancabile nei ponti? Forse la ragione sta nel fatto che la sua carriera di
architetto iniziò proprio con la realizzazione di un lunghissimo ponte che collegava l’Inferno alla
volta celeste…..
La logica suggerisce però di pensare che siano state attribuite all’Artefice Infernale tutte quelle
opere di cui si era persa nel tempo la memoria di chi le aveva costruite. Specialmente nel Medioevo
si diffusero queste leggende, perché le più mirabili costruzioni del passato sembrarono spesso
non realizzabili dall’uomo!
Il Ponte del Diavolo
67
bibliografia in ordine cronologico
Ardizzone Fabrizio, Ravvivamento o sia discorso dimostrativo sopra l’essenza, cause ed effetti delle acque minerali
singolarmente del Monte di Corsena, Genova, 1680
Benvenuti Giuseppe, De Lucensium Thermarum Sale Tractatus, Lucca, Salani,1758
Mondat Vincent, Bains de Loucques, Florence, Vincenzo Batelli et Comp, 1840
Stisted Elizabeth, Letters from the Bye Ways of Italy, London, J. Murray, 1845
Snow William, Hand Book for the Baths of Lucca, Roch Vannucchi, 1847
Metternich Klemens,von, Mémoires, Documents et Ecrits divers, Tome III, Paris,Plon Ed.,1881
Carina Alessandro, Notizie storiche sul Contado Lucchese etc, Lucca, 1881
Lombardi Achille, Guida dei Bagni di Lucca e dintorni, Firenze, Nicolai, 1882
Shelley Percy Bysshe, Essays and Letters by P.B. Shelley, E. Rhis Ed.,1886
Moore Helen, Mary Wollstonecraft Shelley, Phil.J.B. Lippincott Company, 1886
Stone Octavius, Guide to Bagni di Lucca, s.i.e., 1906
Ross J. and Erichsen Nelly, The Story of Lucca, London, J.M. Dent and Sons,1912
Bonaventura Arnaldo, I Bagni di Lucca, Coreglia e Barga, I. I. d’Arti. Graf.ed, 1912
Whipple E.E., A famous Corner of Tuscany, London, Jarrold Publisher, 1928
De Robeck Nesta, Up at a Villa, Down in the City, London, J.M. Dent and Sons,1932
Heine Henrich, Italia (Impressioni di Viaggio), Milano, 1951
De Montaigne Michel, Giornale di Viaggio in Italia, Milano, 1956
Burlamacchi Maurizio, Le antiche case del Bagno alla Villa, Firenze, Seeber, 1969
Martini Georg Christoph, Viaggio in Toscana (1725-1745), Modena, Artioli, 1969
Cherubini Bruno, Bagni di Lucca fra cronaca e storia, a cura di Marcello Cherubini Lucca, MP Fazzi Ed, 1977
Sereni Natalia, Bagni di Lucca vista attraverso due guide inglesi, in “Rivista di archeologia, storia, costume”,
Lucca, 1981
Giusti Maria Adriana, Ipotesi ed occasioni di sviluppo della città termale di Bagni di Lucca, in Catalogo “Il Principato
Napoleonico dei Baciocchi (1805-1814) Riforma dello Stato e Società”, Lucca, Nuova Grafica Lucchese, 1984
Giambastiani Claudio, I Bagni di Lucca e la Val di Lima Lucchese dalle origini al XVI secolo, Lucca, Istituto
Storico Lucchese, 1996
Cherubini Bruno, I Bagni di Lucca, III edizione a cura di Marcello Cherubini, Lucca, MP Fazzi Editore, 1998
Tolomei Arianna, Paesaggio e giardini di una città termale: Bagni di Lucca, Lucca, MP Fazzi Editore, 2001
Cherubini Marcello - Massimo Betti, Guida turistica di Bagni di Lucca, MaxMaur Editore, 2002
Betti Massimo, Il Ponte del Diavolo,notizie storiche e iconografia, Max-Maur Editore,2004
Venturelli Giampiero et alii, The Bagni di Lucca thermal waters (Tuscany, Italy): an example of Ca-SO4 waters
with high Na/Cl and low Ca/SO4 ratios. In “Journal of Hidrology”, 307: 270-293. 2005
68
INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA
Ardizzone Fabrizio
Baciocchi Elisa
Bandinelli Vincenzo
Barrett Elizabeth Browning
Beauharnais Giuseppina
Benvenuti Giuseppe
Bernabò Nicolò da Pistoia
Bertini Domenico
Betti, farmacia e famiglia
Bianchi Francesco
Borghese Paolina
Borghese Camillo
Browning Robert
Byron George Gordon
Carina Alessandro
Carlo Lodovico di Borbone
Cherubini Bruno
Cherubini Paolino
Cleveland Rose
D’Alessandro Alberto
De La Ramée Louise
Della Robbia, famiglia
Demidoff Anatolio
Demidoff Nicolaj
Domenico di Giustizi
Duccini Giuseppe
Dumas Alexandre, padre
Enrico VIII
Eriksen Nelly
Esculapio
Falloppio Gabriele
Federico II
Ferdinando II de’ Medici
Fiori, barone
Franceschi Giacomo
Gentile da Foligno
Giacomo III Stuart
Ginnestet Edouard
Giovanni Jacopo da Corsena
Godwin William
Gryzanowsky G.F.
Guynemer F.
Heine Heinrich
Jacopo di Puccio
Lamartine, de, Alphonse
Leclerc Napoleone Luigi
Lemmo Catrignella
Leopoldo II di Lorena
16, 57
14, 17-20, 22, 26, 29, 30, 43, 45, 62
24
8, 12
30
16, 19
24, 25, 26
19, 27, 28, 29
45, 62
26
17, 30, 59, 61
17
8, 12
8, 31, 34
16
14, 26, 30, 35, 40, 42, 65
26
30
36
5
8, 36, 45, 54
66
33
32, 33
43
16
8
34
36
11
16, 21
30
31
65
16
16, 21, 27
31
40
43
12
36
63
8, 9
43
8
30
43
42, 63
Listz Franz
Lupari, famiglia
MacBean
Maria Antonietta, Granduchessa
Maria Luisa di Borbone Parma
Maria Teresa di Savoia
Marracci Giacomo
Marshall John
Mathis Adrien
Matilde di Canossa
Medici, de, Francesco Maria
Metternich, di, Principe
Mondat Vincent
Montaigne, de, Michel
Montesquieu Charles
Moscheni Domenico
Murray John
Napoleone Bonaparte
Nottolini Lorenzo
Nucco di Monti di Villa
Ouida, cfr De La Ramée
Pardini Giuseppe
Pissini Matteo
Porcaresi, famiglia
Racine Jean
Ramolino Letizia
Redi Francesco
Ruelle Pietro
Sambucy Charles
Scott Walter
Shelley Clara
Shelley Godwin Mary
Shelley Percy Bysshe
Shelley William
Sobieska Maria Clementina
Solenander Daniele
Stisted Charlotte
Stisted Clotilda Elizabeth
Stisted Henry
Suffredinghi, famiglia
Tolomei Arianna
Ugolino da Montecatini
Varraud Jean
Venturelli Giampiero
Vittoria della Rovere
Vittoria, Regina
Warren Edward Perry
Whipple Evangelina
69
42
14
31
63
14, 30
34
32
36
40
66
31
30
40
8, 20, 25, 29, 30, 62
8
16
36
14, 17, 34, 61
65
43
33, 36, 39, 45
24
14
62
30, 61
16, 22, 31
32
26
34
31
8, 12, 31
8, 12, 31, 34
31
31
16
34, 36
10, 34, 35, 36, 38
34, 35, 36
14
36
16, 21, 27
18
15
22, 30
36
36
36
INDICE
pag. 5
PRESENTAZIONE
“
7
PREFAZIONE DEGLI AUTORI
“
9
IL TERRITORIO
“
14
BREVE EXCURSUS STORICO
“
“
15
LE ACQUE E GLI STABILIMENTI TERMALI
“
19
Il Bagno San Giovanni
“
21
Le Docce Basse
“
23
Il Bagno Bernabò
“
27
Il Bagno alla Villa e l’omonima Borgata
“
32
L’Ospedale Demidoff
“
34
UN ESEMPIO DI COME BAGNI DI LUCCA, NELL’800, FOSSE VISTA
ED AMATA DAGLI INGLESI
“
39
IL CASINò DEI GIUOCHI
“
43
LE ANTICHE E MODERNE STRUTTURE RICETTIVE
17
Il Bagno Caldo, l’odierno stabilimento “J. Varraud”
70
pag. 49
LE CURE ED I TRATTAMENTI TERMALI
“
58
L’ODIERNA ATTIVITà DELLE TERME E PROSPETTIVE FUTURE
“
61
COSE NOTEVOLI:
“
61
Il Teatro Accademico e il Circolo dei Forestieri
“
62
La chiesa di San Pietro di Corsena
“
63
Il Grande Albergo a Bagni Caldi
“
65
Villa Fiori
“
65
Il Ponte delle Catene
“
66
Il Ponte del Diavolo
“
68
BIBLIOGRAFIA
“
69
INDICE ANALITICO
71
Finito di stampare nel mese di maggio 2008
da Studio Pastrengo - Bagni di Lucca
72
Fly UP