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Sulla pelle bagnata con fiori di melo

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Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Fabio Trimboli
Sulla pelle bagnata
con fiori di melo
Prima Edizione
© Copyright by Fabio Trimboli – 2006
“Sulla pelle bagnata con fiori di melo”
di Fabio Trimboli
Raccolta di versi scritti nel 2005
Edizione ridotta a cura dell’autore
Finito di stampare nel mese di novembre 2006
L’indirizzo a cui scrivere è:
Fabio Trimboli, via Prima Traversa Fosso del Lupo, 24 - 80144 Napoli
Email: [email protected]
Sito web: www.fabiotrimboli.it
Stampato nella lit. A. De Frede, Napoli
Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi
A mia madre,
a tutte le anime che
hanno partecipato
in qualsiasi modo,
alla concezione di
questa piccola opera,
e a tutti coloro che
non l’apprezzeranno.
~°ƒ°~
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
7
Nota introduttiva
Tracce di me
“Alcune cose si vivono soltanto, o se si dicono,
si dicono in poesia”
Pier Paolo Pasolini
Chiudi gli occhi, mi disse un giorno il sogno, ed io, senza pensarci un
attimo su, li chiusi. Come un bimbo che si lascia vincere dalla voglia, dalla
voglia di giocare ancora, dalla voglia di sorridere sempre.
Un tempo senza tempo, perché i sogni non hanno orari e arrivano quando meno te lo aspetti.
A volte li ricordi bene, a volte li ricordi male, e a volte sembra che nemmeno li ricordi più.
E in quel mondo tutto accade e nulla succede, tutto è deciso e nulla è
scontato.
Dura due minuti un sogno che, a volte, ti è sembrato vivere un’eternità;
ma ti puoi anche trovare nella situazione opposta: dura un’eternità, ma ti
sembra tutto così vicino, così poco, così niente. Ti chiedi che ora è, che
anno è.
E il sogno è stato indelebile, dolce e crudo, drammatico e fantastico.
Apri gli occhi, ti alzi di scatto e senti dentro l’energia esplodere, le emozioni rinascere, crescere, riempirti dentro fino a scoppiare, ti plasmi in tutto ciò che prende anima e cuore. E corri, corri, corri sempre più, senza
voltarti.
Un ‘treno’ che ha ripreso la sua corsa, ad alta velocità, senza rotta e con
mille fermate fatte, e chissà quante ancora ne farà.
8
Fabio Trimboli
Un treno vagabondo, che ama guardare il panorama di notte, che non
ti chiede il biglietto per farti salire su, e che aspetta te alla stazione, anche
dieci anni se è il caso; sa che torneresti subito, se dipendesse sempre e solo
da te stesso.
E ti aspetta lì, come un cane aspetta il suo padrone, senza stancarsi mai;
lui rimane lì, fedele; lui crede al suo padrone.
Crede e, d’improvviso, arrugginito e scuro nei colori, riapre la sua porta, e sa che deve aprire quella principale, quella riservata a chi, stanco, ha
cominciato a vincere di nuovo; e fa salire tutti quelli che lo desiderano.
Ma stavolta mette fretta, sa che vai di fretta e anche lui ne ha voglia.
Tanta!
E al primo soffio di vento il treno parte; il vento soffia e lui prende potenza.
Un vento che è cambiato, un treno speciale.
se.
Si ripetono i panorami ma con colori diversi, sapori diversi, notti diverE finalmente sorridi, piangi, e sorridi ancora.
Forse dovrei descrivermi, ma non si può descrivere o raccontare
qualcosa e un qualcuno che sta nascendo ora, sarebbe riduttivo ed
esagerato al tempo stesso; sono un vagabondo della mia anima. Il
protagonista della mia Vita.
Esattamente come te!
Mi fermo. Il treno è prossimo ad una stazione e sarà un’altra fermata.
Nuovi volti, nuovi colori, sempre amore, l’importante è ripartire,
e qui, in questa ‘stazione’, ti lascio tracce di me. A volte lo faccio scrivendo, e se scrivo lo faccio perché è il cuore; è sempre lui a dettare le
parole.
Sulla pelle bagnata
con introduttiva
fiori di melo
Nota
9
Ti stringo, partendo dal sorriso d’un bimbo.
Che il Tuo possa essere un cammino fruttuoso e dal sorriso indelebile.
Io proseguo, sulle tracce di me. E dell’anima mia…
~°ƒ°~
“Oggi, amici, vi dico che
se anche affrontiamo le difficoltà di oggi e di domani, io
continuo ad avere un sogno. È
un sogno che ha radici profonde…”
Martin Luther King Jr.
Indice
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Fabio Trimboli
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Nota introduttiva
Il volo del gabbiano A mia madre Ancora, ancora e ancora
Ancorarsi all’anima tua
Angelo Angelo mio Angelo senza notte
A Pitriloka i cieli cantano Donna
E mi scopro con te
Emozioni
E sul mio corpo piove ancora, intanto
Futuro
Granada
Il mare che chiama (Una stagione all’inferno) - VII
Il mio fiore
Il volo del gabbiano In ogni verso
Io non sono ancora nato
L’alba che sboccia
L’antica legge
La pergamena antica
La quercia blu (V)
L’arcobaleno indora le cime L’aurora soffierà l’estate
La via del sorriso
Leggiadra è l’estasi
Lentamente
L’usignolo (Preludio)
Nel canto del mattino (VI)
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Fabio Trimboli
Nel loto tramonterà l’inverno
Nel mio velo
Nel quadro colato (d’una sera d’estate)
Nel seno del nulla (IV)
Nel tramonto delle stelle (volava il mare senza onde)
Notturno
Notturno II
Notturno III
Notturno IV Notturno V Per il tintinnar d’un tentennato tin
Per un attimo di rumore
Prova divina
Rigo vuoto (II)
Riprese subito a volare Rosa bimba melodia
Sarà grigia e silenziosa (III)
Sboccia l’idromele
Sei l’angelo che danza Semper (Ritmo latino) Se per un attimo Spazio immenso vola
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Tempo senza Tempo
Ti sento respirare
Tremo e non puoi saperlo
Tutt’a un tratto sarà mattina
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Rivelazioni del sé
Melodia antica
Dove nasce il suono
L’eterna primavera
L’alba mia
Il più bel sogno
Poesia
Sintesi della poesia
Poesia è per me
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83
83
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Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Purezza
Preghiera Fuoco in me
La tempesta buona
Due ali per volarmi dentro
Il Verbo è
Qaddish
Inno a San Michele Arcangelo
Theoryæ: Big Bang
Trilogy
Nes’juna Wow Woma’n Il sorriso dell’Universo 15
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Tra gocce di gabbiani sbocciano sempre stelle
Anima E fluttui d’ambrosia
E il sole sorride (al tropico del cancro) Gabbiani Gocciata d’estate L’alba s’invola Pegaso in love Sangue della passione Sbocciano sempre stelle Schiuma d’estate
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101
Lady Luna
Baby Luna Lady Luna
Pensieri di luna Primavera sia d’amore Sei la luna che mi morde
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LUX
Amanti Anima mia
A te 109
109
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Fabio Trimboli
Brividi
Carne d’aria
Con anelito divino
Fior Marì La canzone di Alessia
Lettera Libero Lux
Mi spoglierò d’autunno (per la primavera donna)
Perché io t’adoro Per il tintinnar d’un tentennato tin (II)
Rinasceranno perenni odi
Sorriso Sui gradini dell’arcobaleno Vita
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Il rivelazionismo poetico
(inteso come nuova corrente letteraria)
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Il volo del gabbiano
Il volo del gabbiano
A mia madre
Luce nei miei occhi,
onda sul mio cuore,
aria del mio sé;
labbra delle bocche,
sogno sempre verde,
alba senza fine.
Pace dei sentieri,
azzurro d’ogni cielo,
fuoco nel mio mare;
suono dei miei ritmi,
danza del mio canto,
sangue mio carnale.
L’acqua era morta
e l’hai soffiata in versi
d’affanno,
il freddo era il padrone
e tu m’hai donato
essenza d’amore.
Io lì nella fascetta,
impaurita ti chiedevi
cosa m’accadesse:
era l’eterno amarti,
il mio tremare senza tempo
di fronte a te.
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Fabio Trimboli
Ancora, ancora e ancora
Ho sete del tuo cuore,
azzurro dei miei sogni,
sole mite, eterno fiore.
E fame dei tuoi occhi,
respiro ebbro carnale,
divina onda del mare.
Desiderio che arde in bora,
percepirti o mia dimora,
e ancora, ancora, ancora...
Il volo del gabbiano
Ancorarsi all’anima tua
Ah, l’ancorarsi
all’anima tua
(mare)
Ah, estasi notturna
quel sublime desiderio
che fatto notte
in frenesia d’averti
dentro anima e corpo
esplodo & canto
Ancorato e vivo
assente io amo
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Fabio Trimboli
Angelo
Un angelo mi sorprese nei sogni
e facemmo l’amore tutta la notte
Non vi fu tempo per le parole
Il volo del gabbiano
Angelo mio
Al mare, stanco, ho invocato in modo diverso
nùtriti di luce, da me oltre me e di nuovo nel letto
giaci ora e m’abbracci, ho paura, vedo me ma non cos’è
entrami, forse non devo temere il coito che sta morendo
lento subire, devo stupirmi di occhi che non sanno aprirsi?
oh tormento, donna con le ali perché da me ancora?
mi stringi con forza e con schegge d’amore
indaco negli occhi sta nascendo il nuovo sole
opera antica hai disegnato nel coito rivestito
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Fabio Trimboli
Angelo senza notte
Quanti baci si rincorrono
nella fretta s’innamorano
Naufraghi dispersi e attesi
non sperati o innamorati
E si consumano per le vie
o nei boschi della notte
di cuori lupi e solitari
di spiriti incarnati oltre
Perduti folli nei sentieri
siamo tempo senza tempo
Uniamo le ali con i corpi
nel brivido del tempo
Angelo senza notte
il bacio che m’hai dato
svelando la mia anima
ha tracciato la tua scia
Vola
il mio cuore batte forte
e mi trasporta da te
senza fare soste
E lí riappare il mare e il bosco
amore mio
Il volo del gabbiano
A Pitriloka i cieli cantano
Alza le tue rose al cielo
questa notte la luna non c’è
stava sul filo degli angeli
e si è sfilata dalla collana
Nel mare pulsa umore boreale
la gemma più preziosa s’incurva
e i gabbiani non osano sognare
A Pitriloka i cieli tuonano
Sull’onda solcata dalla bimba
Nettuno si desta intimidito
cavalco d’un sorpasso l’Universo
con astri di diamanti settembrini
Questa notte la luna è con me
e a Pitriloka i cieli cantano
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Fabio Trimboli
Donna
Essenza dell’amore
carne della luna e
cuore del mio sole
Petalo agrodolce
grano d’ogni tempo
onda che m’investe
Rugiada prematura
aurora sconosciuta
leggenda sempreverde
Venere di terra
incanto dei miei venti
ricamo sacro donna
Il volo del gabbiano
E mi scopro con te
Ricordo, si sale
Soffusa è la luce
non sei qui con me
È stato vero
il cielo nel mare
la luna sdraiata
di notte soffiata
accesa da stelle
riflesse di te
Piano in violino
questo son’io
ancora tre note
una luce ritorna
riapro i miei occhi
non sei qui con me
È l’alba, si scende
Spengo la luce
e mi scopro con te
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Fabio Trimboli
Emozioni
Strano
è notte e gli usignoli cantano la gioia
fa caldo e la cascata è il mare dei bambini
Le stelle non sono più nel solito universo
e la luna, la luna ora è la cometa più bella
Strano, ma non troppo
L’abito frusciato da stelle è l’aureola del sole
nei raggi di vita librati in respiri d’amore
M’affaccio e comprendo solo emozioni
Nostalgia & desiderio d’una notte
Il volo del gabbiano
E sul mio corpo piove ancora, intanto
Soffice un’onda sboccia
vibrando in luci argentee
fiori artici si fondono
Un dipinto dell’insieme
plasma fantasie magiche
e nell’atmosfera brucio
Lascerò le porte aperte
giungendo al varco nudo
Fluirò d’indefinito mio
Vivo miagolio senz’aria
predice dolore al buio
seme di solitario parto
Dentro la brina sciolta
io senza me solo con te
lascio sedotto il nulla
e scosso dall’io bimbo
ad occhi aperti viaggio
Niente muoverà il tempo
Lunga come la notte
l’onda ora mi sfugge
e fluttua senza sosta
M’incanto e apro gli occhi
e sul mio corpo piove ancora
intanto
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Fabio Trimboli
Futuro
Disegnato su stelle
il futuro m’appare
nel cielo una luce
cometa il mio cuore
Nasce in silenzio
il lago è un sogno
Vorrei solo acqua
per immergermi ora
mentre echi di sole
lavano i miei riflessi
Vorrei solo acqua
e librarmi nel cielo
per spegnere la fiamma
d’una stella che brucia
Nel silenzio esplodo
la cometa è il sole
Il volo del gabbiano
Granada
Lascerò di mattina la mia Granada,
versandomi nelle stelle del Blue Ice;
alzerò steli di sole ai miei bimbi,
lottando sempre per bianche realtà.
I miei cavalli mangeranno maccheroni,
e finalmente nella tenda sorriderò;
gridando addio all’odissea di Granada,
lascerò all’orizzonte una vita di città.
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Fabio Trimboli
Il mare che chiama (Una stagione all’inferno) - VII
Ho viaggiato in fiumi di rose e in laghi di fango,
ho gridato il suo odio all’acqua donando mia cenere,
ho diviso il mio appetito con la mia amata e dannata foresta.
Ma nei fiumi aleggia perenne, acre ancora è l’odore.
E nell’acqua paventa triste; resta un solo colore.
Se avrai fame sarò qui per te, io qui anche per te.
Ha marciato con cavalieri presi dal re,
ha sedotto le armature con il suo solo sé,
non ha frenato, ma lí, lí è dimora mia: la foresta.
E se una madre piangerà per i suoi mille figli,
mille ancora bruceranno da oggi dentro quel fuoco.
Solo chi vive nell’amore potrà decantarlo, solo nel mare.
Nel laghi risplende ora un sole; bada è solo un finto cuore,
nel fiumi azzurri riprende ora la marcia, quella del mio pastore.
Nel mare l’infinito si erge in un fiore che sussurra il mio nome.
Ascolta bene: tutto finisce con una serratura; se avanzi si gonfia,
non spaventarti: oltre non è una porta, né la sua chiave che apre.
Non lasciarti ingannare dalle trombe di luci senza volto, resisti.
È una cascata, scende dalla luna, è quercia in pendio come chiave.
L’acqua ridiventa acqua e mescola la mia cenere che rinasce nella valle;
laggiù nell’abisso noterai dei gabbiani aiutare il sole a rinascere dal mare.
Il volo del gabbiano
31
E quante madri ci piangeranno?
E quante notti ci aspetteranno?
E quanti padri ci lasceranno?
Resta fedele solo al tuo grande sogno,
rilassa il sospiro e apprezza il tramonto,
lascia cadere l’anima e con esso un soldo.
Sale la brezza, lascia fluire i suoi odori dalla serratura,
apri ora il cuore e i tuoi occhi lasciali accuratamente fuori:
avanza un bambino, sai lui chi è? Il mio mare che chiama.
E come stagione dell’inverno a me donato, ormai freccia è passata.
Mendicante e vagabondo ritorno ai miei passi e ora son’io che decido:
su queste ferite mi vesto e mi rispoglio. Su queste righe muoio e poi rinasco!!!
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Fabio Trimboli
Il mio fiore
Immagino il tuo corpo
fiorellino che sbocci
mille colori e profumi
ti riavvolgi e ti dai
insostenibile silenzio
ed io…
Amore e scoppia il cuore
ti colgo con delicatezza
le labbra sui tuoi petali
la luna si bagna nel mare
ed un’alba che non muore
mai!
Il volo del gabbiano
Il volo del gabbiano
S’alza il volo del gabbiano.
Non chiedetegli dove andrà;
soffierà al cuore solitario,
aprirà il canto delle brecce,
scenderà anche negli abissi.
Vola ora, bianco bimbo alato.
Cerco i mari in solitudine,
c’è chi ha sofferto troppo.
Temporali bagnano le mie ali,
luce di rugiada mi rievoca:
“hai fatto una scelta eterna,
parte d’infinito scoprirai lì”.
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1-0- Lacrima
Costellazioni inesplorate,
ad ogni stella donerò luce,
schegge folli dal mio cuore,
ad ognuna un proprio nome.
Vivo mendicando per gioire,
della vostra luce del mattino.
Sentieri di comete mi baciano,
sono tanti bei fiorellini;
fiumi di galassie m’invadono,
e sollevano i sei veli miei.
I suoni vibrano in sette corde,
e salgo ora, il corpo è un’arpa.
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Fabio Trimboli
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1-0- Lacrime
Io in pendio, folgore a cascata,
gli angeli richiamano la festa;
vedono la luna in difficoltà,
si uniscono ai gabbiani puri,
e uniti nel sentiero è vita:
alba, un bimbo è appena nato.
Salirò in alto con i raggi,
e inonderò ogni triste stella,
forza viva fa luce ed è spazio.
Io vi amo fiori di praterie,
felino per raggiungervi prima,
comete rare a volte sconosciute.
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1-0- Sorriso
Vibra la terra, corde dell’anima,
vola un sax e ci invita a ballare,
fiorisce in cielo la danza d’azzurro,
melodia suona genuinità e dolcezza.
Le perle che hanno sofferto,
rinasceranno amate in eterno.
Le gemme, eterne seconde pietre,
dalla luce buia si riscatteranno e
il mio vento le alzerà come sabbia.
Carezze d’amore e di passione e,
come onda, sale forte l’emozione.
Di amarsi e ancora, paura e ancora.
10-9-8-7-6-5-4-3-2-1-0- Sorrisi
Il volo del gabbiano
E di felicità s’innamorano di me,
le lascio amare il loro piccolo re;
la fiamma brucia fino alla quercia,
i delfini aiutano le onde a respirare,
la luna si specchia nel mio cuore,
e le stelle ora danzano, devono brillare.
“I desideri saranno attimi del cosmo,
ad ogni stella seguirà una scia,
nubi che si diradano in onde vive;
l’Universo è qui che si apre a noi,
e intanto sboccia una vecchia melodia.
Canta un suono che non andrà più via”.
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Fabio Trimboli
In ogni verso
Cristallo di seta
ruscello di gemme
indaco nel rubino
stella contro buio
tinta d’orizzonte
ossigeno dei cieli
ruscello dipinto
essere nell’essere
ed emozione dell’essenza
pace dei misteri
alba genuina
donna delle donne
ramo mai spezzato
estate della vita
madre dell’amore
infanzia senza fine
occhio del creato
tempo senza tempo
’men in qaddish
acqua pura in seno
mare del perdono
ovunque luce
Il volo del gabbiano
Io non sono ancora nato
Lentamente io respiro
vibrazioni senza fondo
solo vuoti da riempire
Lentamente io respiro
Io non sono ancora nato
fiume rosso eterno lago
sono il mare senza fine
Io non sono ancora nato
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Fabio Trimboli
L’alba che sboccia
È notte donna
I miei sensi
avvolgono
il mio morire
per rinascere
Raggi di luna
volano i sogni
Avvolgersi
e morire
Amo rinascere
Ecco io sono
Raggi di sole
mi risvegliano
L’alba che sboccia
Il volo del gabbiano
L’antica legge
Non temere la furia del vento
quando a sera scioglie il sole
e s’ode il canto alla foresta
Dona il cuore al seme dell’amore
e incidi a sangue l’antica legge
Nel vietato vietare và
...e libero vivi!
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Fabio Trimboli
La pergamena antica
Ho sognato di partire per un lungo viaggio,
alla ricerca dell’infinito e delle stelle.
Dicevano che ridevo mentre piangevo forte,
che non facevo altro che guardare il cielo,
e facendolo ad occhi chiusi e a testa in giù.
Sussurravo ad una conchiglia che odio l’amore,
e, aprendola, urlavo che amo l’amare che mi dona.
Poi una grande torre ed un castello attraente,
una catena, dei fogli, amore e forte passione;
dalla mia finestra un giardino con qualche principessa.
Giorni di vento scivolavano su di me dipingendo anime in realtà.
Mi hanno detto che stringevo tra le mie mani le mie mani, e che nel
silenzio ero fragile, per ascoltare meglio e lasciarmi evadere.
Quando ciò è avvenuto ho provato ad immaginare il castello, e mi sono
ritrovato, tutt’a un tratto, fuori dalla torre e scalzo.
Mi sono incamminato, ma c’era un saggio che ha udito i miei passi e,
come fosse una voce guida, mi ha svelato il viale del ritorno.
Nelle mie mani, appena rinvenute, ho trovato una pergamena antica;
essa era scritta con un fiore e il suo odore sembrava cantare.
Poche le righe leggibili, dicevano che il mio sogno è la mia vita,
e, soprattutto, che il vitale è solo un sogno.
A volte è reale, a volte è irreale, a volte lo rendi a volte ti rende, il destino
poi.
Il volo del gabbiano
41
E una chitarra accarezzo con le dita, fino a riaddormentarmi, sempre
per continuare a sognare…
42
Fabio Trimboli
La quercia blu (V)
Cuore che mordi
- su freddi anelli
espiati al vento
d’una notte ròsa dalla quercia blu
l’alba s’invola
Il volo del gabbiano
L’arcobaleno indora le cime
Nell’istante di sguardi vissuti
ad indicarmi la luce
è il sole calato dal tuo sorriso
Sul tuo seno l’arcobaleno
indora le cime
Nell’istante di sguardi vissuti
ad indicarti la luce
i miei occhi che baciano i tuoi
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Fabio Trimboli
L’aurora soffierà l’estate
Con perle d’anime vergini
danzando coi sette sorrisi
nei viali setosi dell’orsa
sbocceremo sui firmamenti
L’aurora soffierà l’estate
tessendo raqama nel vento
Gli astri sapranno dell’alba
fluirà di presente l’immenso
e sui fili dell’alta speranza
lasceremo sconfitto l’inverno
Il volo del gabbiano
La via del sorriso
Nel soffio d’istante
uno sbattere d’ali
Né null’altro la vita
L’eterno è il respiro
un volar d’orizzonti
sui confini del tutto
Eletti al mistero
conquistiamoci ora
la via del sorriso
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46
Fabio Trimboli
Leggiadra è l’estasi
Il sapore d’averti,
principe dei sensi,
è soffice di carne.
Ti succhio e ardi;
ah! Le tue labbra.
Tra avorio e seni
dipingo l’idromele.
Vibrazioni fertili
pervase di piaceri;
oh, grotta di Venere,
è frenesia d’averti.
I segreti dell’aria
cullano due amanti.
Leggiadra è l’estasi.
Il volo del gabbiano
Lentamente
Lentamente muore il buio
lascia il mare di ogni tempo
abbracciato al tuo dolore
Lentamente si dipinge
sale il soffio dell’immenso
prende forma un nuovo cuore
Lentamente nasce amore
senti l’alba che ti avvolge
sogno vola dal mio fiore
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Fabio Trimboli
L’usignolo (Preludio)
Un usignolo canta in versi bizzarre note,
le sue ali accarezzano un albero spoglio.
Ogni notte tutto tace ed io lo osservo,
senza regole e senza limiti lì prosegue,
come sempre, dissolvendosi, in lui mi perdo.
Furioso divento quando più non lo sento,
e lì ho paura, tra cielo e terra. e tremo.
Lo dico ora e forse mai più o almeno spero:
io la temo la morte, ma non mi fa paura,
solo dolore estremo nel degrado dei pensieri.
Dissacratore, adepto, blasfemo o fedele?
Commosso poi sorrido e lentamente fremo.
Umiliazione che viaggia con speranza,
io naufrago ferito volgendomi la vedo.
L’isola del mio passato, pieno oceano.
Un tiepido novembre stanco mi saluta,
canta l’usignolo e dice che non sogno.
Il volo del gabbiano
Nel canto del mattino (VI)
Occhi che navigano l’Oceano sconosciuto
fluttuano quasi aperti danzando in nulla
finse chi si nascose dietro quel sentiero?
respiro feroce assopito ascoltò tutto, tardi
i corvi mi salutano, mi hanno cullato un anno
taglio di traverso ciò che sento, è cosa Somma
eh, Buono in Bianco rivive, pensiero per Te
mai la Luce smette di brillare: anzi ferisce poi
il bosco, ricordi il Tempio? Lì il Canterino arde
Se potessimo ricordare meglio quella calda mattina
erranti viaggiatori di anime e di spasmi lì accorati
ma cuori e pulsazioni bramarono uniti solo per noi due
perché il baratro si tinse di celeste e azzurro?
resta, perché Azzurro dipinge come ultimo abisso?
e non guardarmi, fango con noi e devi farlo girare
Andarono sette Adamo e sette Eve inconsapevoli risero
miseri e suonati da danze ancestrali, vuoi che li spengo?
ora posso soffiare se voglio e far volare l’albero da loro
riavrò pace quando darò a quel giardino il suo Fiore Divino
e ancora fuggi, cercami nel tempio ora, nel canto del Mattino
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50
Fabio Trimboli
Nel loto tramonterà l’inverno
Vivo la notte dell’ieri
ma suonerà il giorno
che morderà il presente
e le campane in festa
m’accoglieranno al bivio
per vestirmi d’azzurro
Nel loto tramonterà l’inverno
e nel lago dei miei sogni
sveglierò la mia mattina
Il volo del gabbiano
Nel mio velo
Vento forte e buio spento,
io v’invoco in tradimento;
bosco fresco in voce vera,
aspetterò che giunga sera.
Suona il bronzo senza sosta,
danzatrice che m’importa?
Cade un bimbo nel sentiero,
si rialza e scopre il velo.
Vento forte e buio spento,
io v’invoco in tradimento;
sarò qui per coccolarti,
e rialzarti nel mio cielo.
51
52
Fabio Trimboli
Nel quadro colato (d’una sera d’estate)
Con pastelli di seta
dipingerò un sorriso
sulle tue labbra
e sui tuoi fianchi
s’accenderà il sole
Nel quadro colato
d’una sera d’estate
Il volo del gabbiano
Nel seno del nulla (IV)
Vivo sul seno d’una lacrima
nell’antro pulsato dell’ombra
esalato nella bolla d’oltre
vuoto m’abbandono al nulla
53
54
Fabio Trimboli
Nel tramonto delle stelle (volava il mare senza onde)
Il sole moriva all’orizzonte,
inutilmente sussurrava bimbo;
uomo già saggiavo la sua carne.
Abbandonati, come spiriti incarnati,
mai sazi di bissare la trascendenza,
ricercavamo l’estasi dei perduti amanti.
Un sogno, scolpire uniti la morte,
nella gioia di pulsazioni ardenti,
di anime scosse dal desiderio dell’oltre.
Nel tramonto delle stelle,
sulla sabbia rosa e argento,
volava il mare senza onde.
La luna moriva all’orizzonte,
inutilmente sussurrava uomo;
bimbo m’inoltravo per i campi.
Il volo del gabbiano
Notturno
Accade che
libera d’aprirsi a sera
l’anima mia vola
e brillando nel firmamento
si risveglia nell’alba
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56
Fabio Trimboli
Notturno II
Nulla, non aggiungere nulla,
giacché il tuo solo respiro
è il firmamento mio tutto.
Il volo del gabbiano
Notturno III
Se nel chiaro di luna
la collana dei venti
sfilandosi volge
ai sette mari dell’orsa
di rugiada la notte
cola cardini ai tempi
e sui fianchi di lattea
il firmamento riposa
57
58
Fabio Trimboli
Notturno IV
Alza i tuoi fiori al cielo
e sorridi bambina, sorridi,
ché il firmamento è in festa
e splende solo per te.
Il volo del gabbiano
Notturno V
Come dagli occhi
migrano le lacrime
accade che dal cielo
piovono le ali
E volo via con te
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60
Fabio Trimboli
Per il tintinnar d’un tentennato tin
E intanto
di natura tinta
- per il tintinnar
d’un tentennato tin s’attenta l’infanzia
che tesse al tempo
(in pura carne vergine
e tinteggiando nel turchino
d’un fior di tintillàno)
un intentato microcosmo
Il volo del gabbiano
Per un attimo di rumore
Venere di notte
plasma il desiderio
in soffice emozione
Musa qui t’invoco
l’anima che grida
cuore che s’invola
Bendato son d’azzurro
nel cielo una sirena
mi elevo e soffia ora
All’ombra del suo canto
la quercia bimba nasce
baciata dalla sera
Lacrima che scendi
non credermi mai solo
Perso in un abbraccio
baciando la mia quercia
linfa in dolce fibra
io sogno con la pioggia
Nel silenzio una carezza
per un attimo di rumore
61
62
Fabio Trimboli
Prova divina
Pecche di ùbris
kòros prova divina
Oltracuitànza
Il volo del gabbiano
Rigo vuoto (II)
[
Rigo vuoto in questo foglio,
anch’esso ha un senso logico,
sta lì ad urlare ciò che voglio;
morire, non per sempre,
morire, solo un pò di tempo,
morire e senza alcun ricordo.
]
Nascosto lì, tra i miei occhi chiusi,
aspetterei il mio giorno in silenzio,
nascondendomi nel vuoto più profondo.
Il buio, il freddo e nulla più,
tanto non vedo e non sento,
nessun pensiero amorfo,
nessuna colpa dentro;
solo un pò di niente,
chiedo e già mi pento.
La mia luce la cerco ovunque,
e se fosse lì, nell’oscurità?
Ho inseguito la luna e le mie stelle,
ed ho sognato liberi i miei pensieri,
di viaggiare in un tempo senza tempo,
e di svegliarmi sorridendo, sempre.
Morire, non per sempre, chiedo tanto?
Solo il tempo che il rigo si riempia,
la luce si riaccenda, fine che finisce.
Pace che comincia, ed io mi risveglio.
[
]
63
64
Fabio Trimboli
Riprese subito a volare
E calò il buio e in esso danzavano le stelle,
la luna lo cercava e non si dava pace;
il mare creava onde che scavavano speranza.
Anni rubati passati a cercarlo senza sosta,
sempre insieme, sempre uniti, ancora e ancora.
Una notte il mare urlò: correte, l’ho trovato!
La luna si spostava e d’improvviso apparve piena,
e con l’aiuto delle stelle venne in riva al mare;
onde asciugavano lacrime di felicità del buio.
Una roccia verde, antica più del niente, era;
una ferita sanguinante e lì uno squarcio fiero:
un soffio di vento lo baciò e si udì un canto.
Era dell’ultima sirena, melodia di un sorriso,
lì, in quella ferita, per far nascere ancora,
attraverso il suo dolore, il puro canto d’amore.
Ad un tratto una luce carezzò il mio volto;
curvo e dolorante sussultai: che strano sogno.
Mi alzai accanto al muro solito, ero sveglio.
E un lupetto mi accompagnava sovrastando le paure,
da quel muro una fessura mi donava la sua luce,
ed il vento lì passò e baciandomi udii un canto.
Non ero solo e si dileguò il manto del silenzio;
fruscìo di vento amoreggiava l’ombra sorridente.
La luna ora dondola nel mare, lì danzano le stelle.
Il volo del gabbiano
E dipingevo il mio silenzio in note senza senso,
e quel muro, d’improvviso, mi stava salutando,
e seguendo la mia ombra arrivai in riva al mare.
Si perse nei colori del sole e mi lasciò bagnare.
Un gabbiano si posò tra le braccia del suo mare,
libero di rispecchiarsi, riprese subito a volare.
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Fabio Trimboli
Rosa bimba melodia
Cantava silenzi
sognando carezze
Una stella intenerita
rosa bimba melodia
nella luce lo cullò
Il pianto della notte
nei cuori di due anime
sorprese anche gli angeli
Tra cielo e mare
sbocciavano sorrisi
Il volo del gabbiano
Sarà grigia e silenziosa (III)
L’alba aspetterò versando luce nel bicchiere,
sarà grigia e silenziosa, ascolterà un cuore.
Troppo presto non voglio, no! E verso ancora.
Anche la luce delle stelle avrà la sua fine.
E come sogno dentro a un sogno lo desidero,
mi addormenterò e dimenticherò al risveglio.
Brillano i ricordi in questa notte bagnata,
silenzio! Chiedo rispetto per il bicchiere.
La luce renderà normale il vostro vivere,
aritmia di alibi tanto puri quanto funesti;
ed io solito e diverso non voglio altro:
prostituta del mio cuore voglio l’alba.
L’unica che sa amare questi battiti diversi.
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Fabio Trimboli
Sboccia l’idromele
Nasce il mio seme
e traccia un canto:
la mia ode per te.
L’anima schiudendosi geme,
t’infliggo senza sosta,
setacciando ogni sentiero.
Disegno il nostro cosmo,
rasento un lago e salgo su,
dove due lune mi sorridono.
Capezzoli non più timidi
si ergono, danzano per me.
Il tocco delle tue labbra,
dolce suono;
le tue curve improbabili,
la mia armonia.
Il tuo costato langue e
trascina il fiume di pastello.
A valle è gioia eterna.
Pulsazioni indefinite,
ardi ed è subito follia.
Un lieve vento mi accarezza,
schiaffeggiata dal maestrale,
s’increspa l’anima e in te volo.
Divino mare travolgimi,
morirò con il tuo tempo
e nella grotta calda
coltiverò ancora.
Il volo del gabbiano
L’estasi ti coronerà
dea di questa notte.
Fiorisce l’idromele,
nel giardino dei
tuoi umori, e rinasco.
E ancora...
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Fabio Trimboli
Sei l’angelo che danza
Sei l’angelo che danza
aria viva sul mio viso
azzurro del mio cielo
M’ immergo e sono vento
Ed io farfalla ammiro
una stella in libertà
alato in blu d’azzurro
m’ involo e sono acqua
Nel suono del mio canto
vuoti pieni sei l’amore
usignoli ora son fiori
Nel tramonto nasce l’alba
Sogno soffice e carezze
perché sei cielo e mare
ed io vento bevo acqua
Sarai tempo che disseta
Mamma...
Il volo del gabbiano
Semper (Ritmo latino)
Musa amata alba
nell’umido canto
pel povero cuore
sete nuda piange
vago e mendicante
soffro per amore
Dipingiti mia notte
luce alla speranza
alimenta la passione
brucia ogni dolore
mostrami il sorriso
la gioia dell’infinito
Donami il suo corpo
desidero morire
rinascere in un sogno
senza mai finire
Si lo voglio e danzo
in un ritmo latino
s’involano le dita
dipingono l’amore
il quadro della vita
che brucia di passione
Ti sto prendendo
ti stai voltando
stai respirando
e sussurrando
un ritmo danza
viaggia e fa da sé
71
72
Fabio Trimboli
Alba mia regina
soffro per amore
vestiti di notte
brucia ogni dolore
donami il suo corpo
fuoco di passione
Ti sto prendendo
ti stai voltando
sto sussurrando
stai respirando
un ritmo del cuore
viaggia e va da sé
(il ritmo del cuore
viaggia e va da sé)
Canto una canzone
apri gli occhi sole
soffia il maestrale
digli del mio mare
e dille di quel sogno
che ogni notte vola
Si ti voglio e danzo
in un ritmo latino
volano le dita
dipingono l’amore
il quadro della vita
che brucia di passione
segui questo canto
apriti mio fiore
vola insieme a me
Il volo del gabbiano
Nell’attimo di non tempo
sta nascendo la mia adorata alba
Ancora per te io danzo
Si ti voglio e danzo
in un ritmo latino
volano le dita
dipingono l’amore
il quadro della vita
che brucia di passione
segui questo canto
apriti mio fiore
e vola insieme a me
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Fabio Trimboli
Se per un attimo
Se per un attimo
chiudessi gli occhi
vedrei la luce del sole
nel buio della notte
Ammirerei silenzioso
il tuo dolce sorriso
felice di averlo vissuto
anche se per un solo istante
Se per un attimo
sentissi la tua voce
mi si riempirebbero
gli occhi di gioia
E se asciugassi
una tua lacrima
esploderei d’amore
vivendo immense emozioni
Se per un attimo
ti vedessi in difficoltà
correndo verrei
a stringerti a me
Se ti potessi
accarezzare il viso
vivrei sensazioni
da provare solo in Paradiso
Se per un attimo
potessi vegliare
sulla tua notte
vorrei riscaldarti dentro
Il volo del gabbiano
E se per caso
io stessi solo al buio
la tua bianca luce
mi farebbe eterna compagnia
Se per un attimo
ti avessi vicino
ti direi le parole
che non ho mai detto
Se per un attimo
mi chiedessero
cosa vorresti?
Le ali, direi, per starti vicino
75
76
Fabio Trimboli
Spazio immenso vola
Musa di cristallo
Venere d’idillìo
eleva questo canto
non è più solo mio
Alzando il mantello
imbevuto d’argento
ti dono d’istinto
la spada ed il senso
Nasce come un tango
sboccia nell’aurora
sorriso dei sorrisi
spazio immenso vola
Il volo del gabbiano
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Scriveremo sulla pelle bagnata,
d’una notte di vento a settembre;
quando i sogni non saranno pugnali,
e la brezza di colline il risveglio.
Dallo scrigno di un’onda smagliante,
sfumeremo in fioccati orizzonti;
tra le mani le porte dell’alba,
e una tazza con fiori di melo.
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78
Fabio Trimboli
Tempo senza Tempo
Slega le tue dita
sveglia questo cuore
dipingimi nel viso
occhi di un sorriso
Ricordo senza senso
danzavi nel mio vento
baciavi le mie labbra
amore ogni momento
Tempo senza Tempo
Tempo senza Tempo
Slega questo cuore
sveglia le tue dita
dipingimi un sorriso
occhi del mio viso
Ricordo nel mio vento
danzavi senza senso
baciavi ogni momento
amore le mie labbra
Tempo senza Tempo
Tempo senza Tempo
Il volo del gabbiano
Ti sento respirare
È stato nulla
nato per finire
l’attimo sospeso
vive per fuggire
È stato vento
aria da gustare
terra da coprire
fiore da baciare
È stato tutto
aria del mio cielo
sciolta nella notte
ti sento respirare
Ed ora
nascosto nel mantello
sognando in un sorriso
mi perdo tra la gente
79
80
Fabio Trimboli
Tremo e non puoi saperlo
Palpito al tuo sentirmi dentro,
eh, mi lanci una sfida eterna;
sotto le semichiuse palpebre,
senza guardare altrove, io vivo.
Senza immaginare nulla, io sento,
allontanarti ora no, è tormento;
cuore che batte, angolo di notte,
buio sempreverde, nasce poi calore.
Tremo al pensarti solo mia,
ma il desiderio esalta i sensi.
Tremo al tuo venirmi accanto,
ma tu non puoi saperlo, luce.
Inondami raggio d’ebbrezza, e bagnami,
e del tuo coito immortale divorami;
perché io si, io t’aspetto e vivo,
e brucio sempre del desiderio antico:
nella fascetta abbracciai mia madre,
ma nei miei occhi facevi già l’amore.
E ancor’oggi li chiudo e vivi,
luce.
Il volo del gabbiano
Tutt’a un tratto sarà mattina
Tutt’a un tratto sarà mattina,
mi fermerò al bar dei soliti amici,
caffè addolcito da sbiaditi ricordi,
e dai profumi di donna nei cortili.
Non dovrò più sognare per vivere di giorno,
non dovrò più vivere per sognare di notte.
Sarà una notte magica, sicuramente.
Io e la luna, con tutte le stelle,
a far l’amore aspettando lei, l’alba.
E tutt’a un tratto sarà mattina.
81
Rivelazione del sé
83
Rivelazioni del sé
Melodia antica
“…Melodia antica, ritmo parallelo che parlerà come l’aria del cielo
quando tutti dormono; Lì, dove nasce il Suono. E sarà pace.”
Dove nasce il Suono
“Il segreto dell’Origine è Donna. Oltre vi è l’Universo e, proseguendo
verso il nucleo, lo Spazio del Nulla domina incontrastato. Lì vive il Tutto, dove nasce il Suono.”
L’eterna primavera
“Quando la neve sciolta ti accarezza, bagnandoti il viso, lei ti dona l’Infinito.
Amati senza fretta, lì, dove nasce l’Eterna Primavera.”
L’Alba mia
“L’alba mia è il tramonto per tant’altri, ma l’alba degli altri è soprattutto
la mia. Nasce, cresce e mai finisce.”
84
Fabio Trimboli
Il più bel sogno
“Scrivere ogni giorno il verso di un’eterna ninna nanna per ogni bimbo
che nasce e per ogni bimbo che volando nel Giardino fiorisce.”
Poesia
“Poesia è, della Scrittura, la primogenita.”
Sintesi della Poesia
Scendendo irromperai nella terra e sarà immersione.
Dentro echi lussuosi lavami alacremente.
Perfezione*, ostento e salgo in aria.
*Misero io, m’accorgo che lì è morte senza fine e inizio. Solo morte.
E supplico affinché i cieli affinino la visuale solo del volo in fiore.
Dolcemente mi fai riscendere. E respirarti ancora mia poesia.
E così, in eterno.
Rivelazione del sé
85
Poesia è per me
Quando l’arte delle arti* è forgiata da inesauribile passione e dal canto
d’amore e di dolore, di vita e di morte, in una sequenza ritmica e universale, senza inizio e senza fine, senza spazio e senza tempo.
Quando, sotto forma di essenza, evapora dalla radice dei silenzi, evadendo attraverso ogni senso, anche quelli a noi più sconosciuti; talvolta
quando si marchia su una fibra d’albero, che riesce a creare quella che io
intendo come “scossa d’animo”.
Che da quel momento ode ed evolve
Senza un’apparente logica e imbevuta di estrema confusione grammaticale, suoni, pietre e colori, è lì, soprattutto, che si riuniscono, oltre ai
folli e ai mercanti, tutti i profeti dei tempi.
Questa, per me, è poesia*.
86
Fabio Trimboli
Purezza
“L’Arte delle arti si nutre di dolore”
Preghiera
Chiedo all’Acqua la forza dei suoi occhi, per sorreggermi dal mio osservare.
Chiedo all’Aria la sua leggerezza, affinché sollevi ogni roccia della notte.
Chiedo al Fuoco luce e pacifico calore, che riscaldino il freddo in dono.
Chiedo alla Terra di far cessare ogni cattivo vento, senza mai più guerre.
E così, ora e sempre.
Rivelazione del sé
Fuoco in me
Nasce e non fa rumore,
vive sulla mia pelle,
riposa nella coscienza.
S’innalza nel desiderio,
esplode ad ogni emozione,
muore donando calore.
È acqua dei pensieri ora,
freme ed è già scintilla,
brucia solo per rivivere.
Le stagioni del mio tempo,
innamorato e maschio consuma.
Lasciati andare ora, spegnimi.
Vita è il suo vero nome,
luce il suo eterno calore.
È fuoco, e brucia dentro me.
87
88
Fabio Trimboli
La tempesta buona
Forte l’onda
che danzando
sa d’impresa
Rinascere nell’aria
morendo sulla spiaggia
Il vento è la sua vita
Rivelazione del sé
Due ali per volarmi dentro
La notte muore io l’usignolo
sboccia fresca l’emozione
fisso quest’istante
carne di Luna
è l’alba
Ora
nascerà
fiume in lago
ti bacerò nel mare
sarai come l’esplosione
di due ali per volarmi dentro
89
90
Fabio Trimboli
Il Verbo è
Io vivo
Tu vivi
Egli vive
Noi viviamo
Voi vivete
Essi vivono
Che mai d’un soggetto
sopravvivente al Verbo
vi fu’n terra l’ombra
e nemmai l’imperfetto
subesisterà al futuro
Son d’un Ispirito desto
È
Rivelazione del sé
QADDISH
ABUNUBA
DBASMAJA
DBASMAJA
INESJUNA
SBAQNQABS
HANANANAH
AMENAMENAMENAMENAMENAMEN
QADDISHSIDDAQADDISHSIDDAQ
NEMANEMANEMANEMANEMAMEN
AAAAAAA
MMMMMM
EEEEEEE
NNNNNN
AAAAAAA
MMMMMM
EEEEEEE
NNNNNN
AAAAAAA
MMMMMM
EEEEEEE
NNNNNN
AAAAAAA
MMMMMM
EEEEEEE
NNNNNN
QADDISH
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92
Fabio Trimboli
Inno a San Michele Arcangelo
Io,
io sono io.
Io.
Io sono io sempre,
e sempre io sono,
io.
E tu,
tu che sei?
Chi sei tu?
Tu non sei sempre,
giacché non sei tu,
che sei più non sei.
Io,
e io sono,
sempre io sono,
io sono io sempre.
Sempre sono io,
sono e io,
Io.
Rivelazione del sé
Theoryæ: Big Bang
Penetrando
un senso di vuoto
nello spazio oscuro
concepì la realtà
disperata d’assoluto
Sbocciò la natura
nel seme del big bang
e l’istante fu espanso
93
94
Fabio Trimboli
Trilogy
Do/minare
Re/spirando
Mi/etere
Fa/te
Sol/chi
La/tenti
Si/amo
Rivelazione del sé
Nes’juna
Smaj’adum ’mba dghelama
smaj’abum en masmaja
Ahtala ahtama ahtava
nes’juna nes’ruma
ibraiem dhatla kbaht
lasmagoirmonani antrame
mes’han tes’paxzan issoe
Smaj’adum ’mba dghelama
smaj’abum en masmaja
’men
95
96
Fabio Trimboli
Wow Woma’n
Wow Woma’n iyam bsà mahana,
lech’wena atan in d’e’ssà.
Duns’abumah de r’aissan d’ohtea,
aha m’y sbuklan tralena en tisha,
per la paxzan & lovin’ (k)i§§°Es.
Rivelazione del sé
97
Il sorriso dell’Universo
Ama la Vita e l’Amore, dipingiti anche di buio se è per far posto al
Sole.
Aiuta chi è meno fortunato, chi non ha Voce come te, chi non ha lo
sguardo dei tuoi Occhi, chi non può ascoltare il canto del Mare che a
te viene offerto.
Impegnati perché la Fame non abbia modo di scalfire alcuno.
Non combattere ma Unisci e lotta solo per i più Deboli.
Sii tu l’Esempio Vivente per i Bimbi che vivranno e che verranno.
Non forgiarli mai del quotidiano e del presente; si sentirebbero impreparati quando si troveranno ad affrontare l’altra Epoca: la loro.
Sacrificati per i Vecchi senza mai stancarti, a loro dobbiamo la nostra
Vita e la Sapienza. Sono gli Eterni Bimbi, fragili più dei Fiori.
Perdona chi ti ferisce e, nella Sofferenza fisica e mentale, coltiva sempre
il Grano della Speranza.
Ricordati sempre che la Sofferenza è un dono assai prezioso; ritieniti
fortunato, dunque, di inciampare.
Se lo farai, ti rialzerai per andare Oltre con maggiore Forza e più Luce
nello Spirito.
Non fare mai del male ai tuoi Fratelli; ama più di te gli Animali e considera la Natura una Madre Santa. Sei un Suo Frutto prediletto.
Non spezzare mai la Vita altrui, ma donala, se è il caso, senza paura.
Ricorda che ora “sei” per giocarti la vera Vita, ed Essa non è qui.
98
Fabio Trimboli
La Vita che oggi consumi è una possibilità alta che ti è data su un piatto
d’oro. Considerati, quindi, un Eletto.
Aiuta il Mondo a respirare Amore.
Esso ha bisogno sempre del tuo Soffio sincero e della tua Forza, affinché
sia Pace in Terra.
E quando la Notte saprà del tuo dolore, essa ti abbraccerà nel suo Eterno
Mantello blu come Figlio unico e speciale e ti guiderà, attraverso la Luce
delle Stelle, nell’Immensità Celeste.
E sarai Tu, al Mattino, il Sorriso dell’Universo.
Tra gocce di gabbiani sbocciano sempre stelle
99
Tra gocce di gabbiani sbocciano sempre
stelle
Anima
Sul fertile manto dell’aria
ti respiro nel mio respiro
e nello sconfinare colorato
m’appari finalmente libera
E fluttui d’ambrosia
Stilli una goccia
d’ippocampo immersa
e fluttui d’ambrosia
E il sole sorride (al tropico del cancro)
In Pitriloka
dall’elevato zenit
Notte più bimba
Gabbiani
Sul limitare d’un uggioso meriggio
s’affollano nel cielo di settembre
gli amanti fioriti all’orizzonte
100
Fabio Trimboli
Gocciata d’estate
Sui petali d’alba
sei gocciata d’estate
Nell’arpa dei venti
disciolta l’essenza
tra fiori d’amanti
divieni rugiada
L’alba s’invola
Lago d’estate
tra le mie ninfee il loto
L’alba s’invola
Pegaso in love
Slegami bimba
scoprirai paradisi
cavalcandomi
Calda luna d’estate
ti donerò comete
Sangue della passione
Quando le mie ali voleranno domani,
non esisteremo più né tu e né io;
ma resisterà il sangue della passione,
in eterno durerà il nostro amore.
Tra gocce di gabbiani sbocciano sempre stelle
Sbocciano sempre stelle
Nei fiumi verdi
tra carezze di vento
canto la luna
Al tramontar del sole
sbocciano sempre stelle
Schiuma d’estate
Labbra setate
s’increpano al sole
Schiuma d’estate
101
Ledy luna
Lady Luna
Baby Luna
Come zingari nell’onda
cavalcando sui delfini
lasciavamo dietro il nulla
Risvegliati nell’aurora
all’orizzonte dei sorrisi
nei tuoi occhi c’era l’alba
103
104
Fabio Trimboli
Lady Luna
Basta nulla a volte per dimenticare tutto,
occhi chiusi e su, tanta voglia di volare.
E lì, quando arrivo in alto, spesso accade:
tormento il mio cuore, ti guardo, vivo io.
E sempre, senza volontà di stare in veglia,
mi lascio andare a quella luce. E vivo, io.
Si, io sogno un sogno dentro a un altro sogno,
dove, non curante del mio sguardo, ti sorrido.
Eppure mi par vero in quel momento, mi baci, tu,
e ci ritroviamo sempre in riva; è lo stesso mare.
Il gruppetto lì, di bimbi, ci fa festa sulla riva,
girano attorno a noi, ti offrono frutti e sali.
Poi un lampo, un attimo e il panorama cambia.
Siamo soli, è notte fonda, si ode qualche sparo.
Uniti, noi e labbra di miele che si sanno corteggiare,
ed in cielo la nostra festa; fuochi illuminano il mare.
Poi scompari. Resta il fumo degli spari, ma scompari.
E mi risveglio, ritrovandomi a sognare.
Oltre solo posso, e oltre solo puoi, angelo mio carnale.
E, restando con il mio segreto, alzandomi, tu Luna sali.
Basta nulla a volte per dimenticare tutto,
occhi chiusi e su, tanta voglia di volare.
Ledy luna
Pensieri di luna
Pensieri di luna
i tuoi canti d’amore
dipingono il sogno
in piccole stelle
Al mattino mi desto
e rapito dal sole
attendo la notte
adorando i suoi veli
Sul tardi l’eclisse
increspa il mio mare
le onde si levano
e ti vengo a baciare
105
106
Fabio Trimboli
Primavera sia d’amore
S’eleva nella notte
accolta dal gabbiano
Lady Luna mia regina
matura come il grano
Sorpresa sale l’alba
nascosta dall’aurora
curiosa per l’enigma
una rondine s’invola
Nel quadro senza tempo
dipinge neve in fiore
nel soffio delle stelle
primavera sia d’amore
Ledy luna
Sei la luna che mi morde
Nel tramonto che svanisce
tra le stelle senza fiato
la rugiada mia fiorisce
In un tendersi di corde
slego l’arpa tra le labbra
sei la luna che mi morde
Come l’onda in ogni spasmo
la passione brucia i sensi
e mi dipingo del tuo orgasmo
107
Lux
LUX
Amanti
In silenzio
spogliata dal vento
estasiata nel tutto
al tocco d’un niente
tra noi
in coppe d’ebbrezza
trascesi d’ambrosia
siam complici amanti
Così
sussurralo al buio
che forse ho ragione
che domani non muore
E ancora...
109
110
Fabio Trimboli
Anima mia
Dipingerò con gocce del mio cuore
l’antica tela degli angeli in amore
che s’immergano gioiosi gli astri
sulle calde labbra dei tuoi fiori
Lux
A te
A te che ti ho vicino,
a te che sei nel mio io,
a te che sei il sospiro che nasce,
se sfiorandoti m’avvicino.
A te che t’ho rapita,
e con la mente ti ho svestita,
da tutti i tuoi dolori,
che ha saputo darti questa vita.
A te che sei il mio amore,
a te che sei nel mio cuore,
a te che dico grazie,
camminando verso il nostro destino.
A te che sei la stella,
di tutte le mie notti,
a te che sei il sospiro che nasce,
se sfiorandoti m’avvicino.
(Dall’omonima canzone)
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Fabio Trimboli
Brividi
Sarà il vento
saprà delle mie labbra
questi brividi
che vivo nei tuoi occhi
Adagio sul tuo seno
ti bagnerà d’amore
Lux
Carne d’aria
Ridente mi culli
nei lenzuoli della carne
L’insonne riflesso
di un’ombra
del nulla
sospinge la notte
sdraiata sull’aria
che s’apre l’istante
e donna
sui sofà dell’aurora
con la brina che danza
ti vesti con l’alba
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Fabio Trimboli
Con anelito divino
Con anelito divino
soffia l’annunciato
nell’incarnato verbo
e dai cori angelici
al seno della vergine
vibra d’insaziabile
l’aria del perdono
Poesia ineffabile
che tra cielo e mare
con un filo di luce
tesse la scia
che conduce alla culla
del neonato orizzonte
Brillerà poi
tra i pugni incrociati
posti alti a compassione
e ancora
dalla rinascita scritta
nell’uomo a primavera
Concepito dell’amore
si lascia con lo spirito
nei laghi d’ogni posto
e tra i colori della festa
si dona alla sua terra
figlio e padre a tarda sera
Eppure già è domenica
e l’alba veste i segni
di un’interminabile vittoria
Lux
Fior Marì
Tessi la sera
sul fiore d’un come stai
e ridente m’abbracci vissuta
Taccio
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Fabio Trimboli
La canzone di Alessia
Una musica che danza
sul mio nome sussurrato
prim’ancora che tu parli
Vento canto una canzone
sbocci l’alba dell’amore
nell’ intrigo d’un sorriso
l’Universo sul tuo viso
Vesto l’attimo nel cuore
dono al sole questi panni
vivo il senso della vita
sono i primi tuoi due anni
Dalle favole coi lupi
verdi campi per giocare
sugli anelli dei binari
treni in rotta per il mare
Poi t’insegnerò a volare
non appena sarai grande
manterrò la mia promessa
con la voglia di sognare
D’ali tinte a primavera
quattro ne diremo all’orsa
seguiremo due gabbiani
proseguendo nella corsa
Lux
Palloncini dei tuoi sogni
masticando l’atmosfera
sulle labbra della vita
l’alba sembrerà più vera
Vento canto una canzone
sbocci l’alba dell’amore
nell’ intrigo d’un sorriso
finalmente il Paradiso
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Fabio Trimboli
Lettera
Solamente tu
Adagiati a me
e lascia che sia
Che sull’anima tua
nella notte donna
canterò al dipinto
Lascia tu sia
ch’io impazzirei
col tuo semplice
voluttuar di ciglia
Tu sola
e fa ch’io ti viva
nel mantello stellato
Vieni ora
E la mia orchestra
suonerà il concerto
su due tele imperlate
d’un sorriso colato
e vi dipingerò
con l’estro d’un pittore
nell’umido profilo tuo
vissuto solo dall’estate
Non vuoi?
Resta lì allora
e sia pure Parigi
Lux
Che verrò vinto
al bivio caldo
delle tue colline
per dissetare note
sull’arreso pentagramma
d’una mezza luna su Senna
profumata solo di noi
E ancora...
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Fabio Trimboli
Libero
Libero nell’amore
libero nel mio cuore
libero nel mio tempo
libero nell’attesa
volo alto più del sole
Ed io ti amo
e si che t’amo vita mia
Libero per i sogni
libero per i bimbi
libero per i venti
libero per i canti
volo alto più del sole
Ed io ti amo
e si che t’amo vita mia
Libero negli amici
libero per la fede
libero sui binari
libero di parlare
volo alto più del sole
Ed io ti amo
e si che t’amo vita mia
Libero quando penso
libero quando piango
libero quando muoio
libero quando rido
volo alto più del sole
Ed io mi amo
e si che m’amo vita mia
Lux
Lux
Seme germogliante a spazio
volgi a sera d’inesprimibile
e in amore d’espanso ti doni
A corpi, stelle, cose e suoni
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Fabio Trimboli
Mi spoglierò d’autunno (per la primavera donna)
Mi spoglierò d’autunno
per la primavera donna
Berrò Venere nella grotta
con i boccali d’antica seta
e nell’estate dei tuoi seni
governerai sole a cavallo
La gelosia vestirà la luna
e con il firmamento intero
stapperò cieli solo per te
Cosi come lo sfiorar di tela
che nell’impennar di voluttà
sui tuoi fianchi sarà gloria
quando dipingerò il tuo nome
E ancora...
Lux
Perché io t’adoro
Perché io t’adoro donna
come il fascio della notte
e più del giorno ch’attendo
Posandomi su ogni stella
nella leggiadrìa del vento
inciderò col cuore acerbo
così che brilli sulla terra
Perché io t’adoro donna
quanto più siamo distanti
E non saprei mai tacerlo
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Fabio Trimboli
Per il tintinnar d’un tentennato tin (II)
Tinta da natura
l’infanzia tentenna
- per l’attento
tintinnar d’un tin e mi tessi tinteggiante
(come pura lana vergine)
sul tintilàno in fiore
Lux
Rinasceranno perenni odi
Dolcezza
era sole il dono eterno
Rinasco ora
Fedele ombra
lenta leggiadra e maestosa
entrami nuovamente
traccerò eclissi
Indaco luminoso
terra umida ostenti
Canterò orizzonti
Rinasceranno perenni odi
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Fabio Trimboli
Sorriso
Trabocchino cuori
da una lacrima materna
S’illumini la notte
col vento che disseta
d’ineffabile al tempo
e vi sorprenda l’alba
nell’arte viva d’un sorriso
Lux
Sui gradini dell’arcobaleno
Note cadono silenti
e siamo noi
Una musica vola
Sui gradini dell’arcobaleno
cieli giovani di attimi nudi
si rincorrono come gabbiani
nell’abbraccio della carne
Ali colorate d’abbandoni
solcano il mare degli amanti
lasciando l’inverno di terra
ed oltre la tela un canto
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Fabio Trimboli
Vita
Sul filo puro
di un’alba in festa
ballo coi gabbiani
e poi ti canto
Lux
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Fabio Trimboli
Il rivelazionismo poetico
(inteso come nuova corrente letteraria)
Il termine “rivelazionismo”, dal quale trae origine questo pensiero, è
seguito dalla parola “poetico”, ed intende, sin da subito, distaccarsi da ogni
forma di eventuale omonimia, anche già preesistente, di correnti che esulano dalla poetica, e quindi dalla poesia.
A questo scopo intendo esprimere, con due semplici parole, ovviando
ad una più povera frustazione da etichetta, un modo di essere, di vivere,
concependo poesia, e che auspico possa essere una piccola goccia nell’inflazionato mondo delle correnti letterarie diventando, nella sua umiltà, modestia e, soprattutto, nella sua povertà di princìpi accademici letterari, un
modello per altri che, come me, amando la poesia, la pongono al di sopra
di se stessi realizzandola come massimo ideale nell’oceano della vita.
Ideale è anche “un vivere per” che deve, sempre, prendere in considerazione la non desiderata lotta, il sacrificio, spesso il dolore, reagendo, in
nome della pace, con la non violenza, contro ogni forma di abuso, composto, tra l’altro, da persecuzioni, torture e repressioni, che vari sistemi di
potere utilizzano per contrastare ciò che comporta poesia. Insegnamenti
provenienti da nobili anime e, certamente, di non facile attuazione, ma
che sono alla base del vivere inteso non come respiro d’un essere, ma come
l’essere un tutt’uno coi respiri per raggiungere la vera libertà.
Un viaggio che, tra le tante stazioni, trova importanti fermate nello spazio della metafisica e nel fecondo mondo della realtà. È necessario, quindi,
avvalendomi di una semplice metafora, l’intreccio d’ogni luogo con una
poetica, qui simboleggiata da una perla, che sigilli ermeticamente l’entratauscita-entrata e viceversa, e che stabilisca con un luogo, per me amorfo, la
linea di confine che sarebbe spiacevole travalicare.
Intendo la terra del nichilismo che, facilmente, in certi vissuti, può calpestare la radice della poesia stessa, lasciando un senso di vuoto per l’infinito e di nulla per il finito. Fino a rinnegare se stessi e il proprio concepito.
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Fabio Trimboli
Poesia invece è.
E lo è, per me, quando l’arte delle arti è forgiata da inesauribile passione
e dal canto d’amore e di dolore, di vita e di morte, in una sequenza ritmica
e universale, senza inizio e senza fine, senza spazio e senza tempo.
Quando, sotto forma di essenza, evapora dalla radice dei silenzi, evadendo attraverso ogni senso, anche quelli a noi più sconosciuti; talvolta
quando si marchia su una fibra d’albero, che riesce a creare quella che io
intendo come “scossa d’animo”.
Che da quel momento ode ed evolve.
Senza un’apparente logica e imbevuta di estrema confusione grammaticale, suoni, pietre e colori, è lì, soprattutto, che si riuniscono, oltre ai folli e
ai mercanti, tutti i profeti dei tempi.
Come in una fusione di pregiati, alcuni tratti di correnti letterarie passate e presenti (senza rinnegarle o condividerle in toto) potrebbero, quindi,
modellarsi in un’identità poetica evolutiva che possegga, nel suo dna, gli
aspetti positivi per l’essere. Come la genetica, dacché la poesia, volendo
lavorare non solo di parole e senza mai peccare di presunzione, è metaforicamente composta da geni e cromosomi.
Il rivelazionismo poetico, come un flusso indefinito, eleva l’uomo al cospetto di uomo-animale-essere dopo averlo elevato al cospetto di spaziointelligibile-vero e viceversa.
In una sequenza anche non armonica, probabilmente incostante e decadente verso lo stadio del naturale, s’interpone tra le realtà come realtà.
Questa infatti è da intendere come prima sorella carnale d’ogni essere vivente e, quindi, va innanzitutto amata.
Predilige, tra i suoi fini, il gusto per la ricerca, mai ostinata, della verità,
proteggendola e lottando per la sua libera espressione.
Volendo tratteggiare un profilo, che possa indossare degnamente quella
perla, oserei dipingerlo con orizzonti celesti, quando il sole e la luna, con
tutte le stelle, fanno all’amore, aspettando l’alba per questa creatura, figlia
di terra e cielo. Essa, simbolicamente, la si può concepire con pelle mistica
e vene romantiche, nelle quali pulsa sangue rinascimentale tra umori barocchi.
Sulle spalle, la separazione dei “nei” segnati da sacro-profano da quelli
incisi dalla trilogia del suo primo principio: ideale-fede-libertà.
Un distacco ragionato e, ad ogni modo, sempre rispettoso del singolo,
inteso come padre di pensiero e d’idea, in primis.
Sulla pelle bagnata
con fiori di melo
Il rivelazionismo
poetico
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Un’anima simbolo che incida, ovunque sia, la propria immagine e le sue
ragioni-devianze, senza mai danneggiare alcuno, ed anzi, cercando di favorire la propensione a progetti comuni di rilevante importanza: la crescita
personale, ad esempio, vissuta come tassello fondamentale per il nostro
tempo, affinché possa, anch’esso, essere il velo d’una leggenda epocale, la
nostra, e che possa, di conseguenza, degnamente equipararsi a quelle precedenti, avendo come unico scopo il vestito finale del tempo, auspicando
che possa terminare con nobiltà d’animo, dove risiede la storia.
Una lingua moderna, capace d’interpretrare il suono d’ogni lettera per
difendere la propria parola e quella dei più deboli.
Due gambe possenti, capaci di percorrere agilmente gli eventuali viali
della solitudine.
Tre orecchie sensibili, aperti all’ascolto e non chiusi in sé.
Tre mani decise, prime fibre della voce interiore.
Due occhi elevati alla seconda potenza: affinché aiutino mani e orecchie, siano sensibili alla visione, presenti ad ogni essere presenza, fiduciosi
nella scienza. Quest’ultima, se seguita con tatto e intelligenza, sarà l’aiuto
terreno per la sopravvivenza iniziale e per la maturità saggia della creatura.
Una mente pronta alle conseguenze dell’atto vitale della creazione, erospathos-thanatos, viva e distinta nella fantasia, e reattiva, con positività, ad
ogni disillusione. E soprattutto dubbiosa, affinché possa meglio favorire la
propria evoluzione con le sue leggi.
Un “realismo cerebrale audace” per il quotidiano umano che, purtroppo, ad occhi vigili, potrebbe apparire come un “campo di teatro”; luogo
in grado di appannare anche il controllo dei nervi più saldi e che, invece,
dev’essere vissuto umanamente e scevro da imposte maschere, per contrastare con efficacia anche i più fervidi inganni e, soprattutto, la mediocrità
che viene forzatamente imposta all’odierna società.
Un realismo cerebrale che non dev’essere, in alcun modo, frainteso col
più lontano pessimismo, ma che, al contrario, trae le sue origini da un
marcato positivismo.
Bisogna infatti constatare che basterebbe, da solo, a tenere in vita il motore principale: un cuore, amante dell’intelletto, ad iniezione istintiva e a
trazione morale, che ama la vita ed il mondo.
Una coscienza che pesi con leggerezza l’anima, per non sovraccaricarla
di tracciati millenari imposti, nel suo elaborato cammino, dall’antro di
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Fabio Trimboli
molte dottrine in cui brulica, da sempre, la controversia sulla colpa e sul
peccato, dando la giusta lettura ai tempi da noi non vissuti e al tempo che
oggi saggiamo.
La presa in considerazione delle stesse, allontanandosi dal relativismo,
e la personale reazione morale, forse, sono il fondamento per un cammino
migliore.
Il rispetto per tutte le religioni, che dovrebbero mirare all’universalità
del medesimo scopo: raggiungere l’infinita luce nel sorriso dell’anima-pensiero. Una coscienza che, al di là del proprio credo, elevi la Scrittura, madre
d’ogni poesia.
Una voce, infine, che fino all’ultimo sorriso deve, con filosofia e lotta,
amare la verità in ogni sua espressione e crescere nella ferma volontà di
una giustizia, anche terrena, e contrastare l’ingiustizia alimentata dal suo
primo bisogno, nella sua essenza più pura: la poesia.
Per potersi congiungere ad essa, infine, come un solo respiro dell’Universo.
Ed essere finalmente luce di Luce.
Fabio Trimboli
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
FABIO TRIMBOLI
Sulla pelle bagnata con fiori di melo
Raccolta di versi scritti nel 2005
“Un sogno di vita, una vita da sogno”
Volumi in preparazione:
1. Con anelito divino
2. All’Italia della festa
3. Sulla pelle bagnata con fiori di melo, vol. 2.
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Fabio Trimboli
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