Follia omicida per un “no”, all`alba scatta l`arresto
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Follia omicida per un “no”, all`alba scatta l`arresto
16 giugno 2009 Il delitto di Urbania. Mariangela Licciardello si prostituiva nell’appartamento preso in affitto, a ucciderla giovedì sera sarebbe stato un cliente Follia omicida per un “no”, all’alba scatta l’arresto in carcere cinquantenne sospettato di aver squarciato la gola alla donna durante una lite Uccisa per aver detto no. L’italo-argentina Mariangela Licciardello, 54 anni ad ottobre, è stata ammazzata al termine di un litigio violento originato, probabilmente, da un rifiuto della donna al suo omicida. Che da ieri ha un volto e un nome. E’ scattato all’alba dopo una notte insonne di indagini e accertamenti l’arresto nei confronti di Leandro Goffredi, 50 anni, sospettato di aver ammazzato la donna nel suo appartamento nel centro storico di Urbania la sera di giovedì scorso. Il perchè sarebbe racchiuso nel rapporto intercorso fra i due e che vedeva Mariangela Licciardello - che non aveva un lavoro stabile - prostituirsi nel bilocale che aveva affittato dal febbraio scorso al terzo piano della palazzina al civico 22 di largo Scirri. Leandro Goffredi - noto alle forze dell’ordine per i suoi problemi legati alla tossicodipendenza e per diversi precedenti - sarebbe stato quindi un suo cliente e quella sera l’uomo aveva un appuntamento con la donna. Che lo ha fatto entrare senza problemi in casa, dove nel frattempo aveva acceso la tv e alcune luci, accogliendolo in slip e canotta salvo poi ripensarci. Forse non si sono messi d’accordo sul prezzo, forse all’ultimo momento c’è stato uno scrupolo di prudenza nei confronti di un soggetto ritenuto aggressivo oltre che piuttosto provato fisicamente a causa della sua dipendenza con la droga. Un diniego che avrebbe fatto scattare, incontrollabile, la furia omicida: prima con un violento alterco iniziato nella cucina-salotto dove la donna avrebbe anche cercato di fermarlo colpendolo con un soprammobile e poi nella camera da letto. Nella stanza Mariangela Licciardello si sarebbe barricata spingendo contro la porta anche il letto, ma Leandro Goffredi è riuscito comunque a fare irruzione all’interno e a quel punto l’avrebbe ammazzata dopo averla afferrata per le spalle e colpita alla gola con un fendente. Diversamente infatti da una prima ricostruzione fornita dagli inquirenti al momento della scoperta dell’omicidio - avvenuta nella tarda mattinata di domenica dopo l’allarme lanciato da un amico della donna - Mariangela Licciardello, ritrovata in una pozza di sangue, non sarebbe morta con il cranio fracassato, ma dissanguata dopo essere stata sgozzata. Un solo colpo, sferrato con un cutter o con un altro coltello dalla lama affilata, che ha però squarciato la gola della poveretta, con un taglio largo e profondo, senza lasciarle scampo. A Leandro Goffredi gli investigatori - i carabinieri della stazione di Urbania e della compagnia di Urbino del capitano Walter Fava, del nucleo investigativo e reparto operativo di Pesaro del tenente colonnello Francesco Recchia, coordinati dalla Procura di Urbino attraverso il sostituto Claudio Coassin - sono giunti una manciata di ore dopo la scoperta del delitto grazie alle tracce disseminate: i numeri nel cellulare della donna, note in agenda, impronte di scarpe, cicche di sigarette, segni ematici sul lavabo. Gran parte di questi elementi sono stati acquisiti e messi a disposizione del Ris, compresi anche alcuni coltelli che sono poi stati sequestrati in casa dell’uomo, un alloggio popolare nella zona di Canavaccio di Urbino. Gli inquirenti confidano che fra le lame ritrovate ci sia anche l’arma del delitto limitandosi ad affermare che nei confronti di Leandro Goffredi sono emersi «gravi elementi indiziari di colpevolezza». Le indagini però non si fermano e si continua a passare al setaccio le due vite, ugualmente tragiche e disperate. Mariangela Licciardello, che lascia un figlio quasi trentenne, era divorziata e prima di arrivare a Urbania aveva abitato a Fano, in zona San Lazzaro, dove aveva anche convissuto. Chi aveva avuto modo di incontrarla l’ha descritta come una signora riservata ma cortese. Quanto a Leandro Goffredi chi ha avuto a che fare con lui ne parla come di un soggetto imprevedibile, dagli scatti d’ira improvvisi, profondamente segnato dalla droga. Ora l’uomo si trova rinchiuso nel carcere di Pesaro, a Villa Fastiggi, in attesa della convalida del fermo prevista per oggi.