serial killer - Scuola di Medicina e Scienze della Salute
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Criminal Profiling e omicidi seriali Origini del Criminl Profiling Il Federal Bureau of Investigation (FBI) è stato la prima forza di polizia ad applicare le tecniche del profilo criminale in supporto al lavoro investigativo in determinati reati di particolare efferatezza, senza apparente movente e/o con caratteristiche di serialità. Nel 1978 l’FBI crea formalmente uno stabile programma di sviluppo ed analisi denominato Psychological Profiling Program, programma creato dalla neonata Behavioral Science Unit, che, da quel momento, sarà in pianta stabile nell’organico dell’ FBI Accademy a Quantico. Crime Classification Manual (CCM), a cura di John E. Douglas, Ann W. Burgess, Allen G. Burgess e Robert K. Ressler è il manuale sulla classificazione e investigazione dei crimini violenti, ovvero omicidio (singolo, seriale, di massa, compulsivo), incendio doloso e violenze a sfondo sessuale. In accordo con il Crime Classification Manual (1992) si possono distinguere sei reati in cui il profiling trova elettiva applicazione: Single murder (omicidio singolo), nel caso in cui non presenti apparentemente un movente e sia di particolare efferatezza; Serial murder (omicidio seriale), definito dal CCM come tre o più eventi omicidiari, commessi in tre luoghi differenti, separati da un intervallo di raffreddamento emozionale del killer; Mass murder (omicidio di massa), quando si ha l’uccisone di quattro o più vittime nel medesimo luogo e nel corso di un unico evento; Spree killing (omicidio compulsivo), riguarda un unico evento, che si realizza in due o più luoghi e che porta alla morte di più persone, senza un periodo di raffreddamento emozionale del killer; Rape (stupro); Arson (incendio doloso), " l'omicida seriale è colui il quale commette tre o più omicidi, in tre o più località distinte, intervallate da un periodo di raffreddamento emozionale" Crime Classification Manual, 1992 L'aspetto più importante della definizione sta proprio in quel "raffreddamento emozionale" che differenziano il serial killer da un mass murderer e da uno Spree killer. Mass murderer (Omicida di massa): qualcuno che Uccide 4 o più vittime nello stesso luogo e in un unico evento; di solito, il soggetto non conosce le proprie vittime e la scelta è per lo più casuale. La strage di solito si conclude con il suicidio dell’autore. • Per convenzione vengono escluse le stragi di tipo terroristico, mafioso e di guerra. • Sono soggetti in cui si scatena, più o meno all’improvviso, una violenta scossa mentale che li porta a ritenere di aver subito gravi torti da parte della famiglia, dei datori di lavoro o della società in genere. Vivono sordidamente questa frustrazione fino al punto in cui nel loro cervello tutto questo si trasforma in un’aggressione intollerabile. • Non sono interessati all’identità delle loro vittime. Massacrano coloro che hanno la sfortuna di incontrarlo. Sono bombe umane. Il Crime Classification manual distingue: • Il Family Mass Murderer (omicida di massa familiare): si rivolge contro i membri della famiglia. Spesso l’omicida si suicida dopo aver compiuto la strage. Tra le cause c’è la malattia mentale, soprattutto la depressione maggiore. Spesso le stragi familiari sono reati passionali o impulsivi, per lo più occasionali, maturati nell’ambito di difficoltà relazionali all’interno della famiglia. • Il Classic Mass Murderer (omicida di massa classico): inizia improvvisamente a uccidere, di solito sparando all’impazzata ad un gran numero di persone che ritiene nemiche perché convinto di aver subito torti da parte loro: sceglie le vittime identificandole come simboli dell’istituzione da colpire. Quando decide di sferrare l’attacco si equipaggia col maggior numero di mezzi letali possibili e va avanti nell’opera di distruzione omicida senza fermarsi, a viso scoperto. Alla fine della strage quasi sempre si suicida o si fa uccidere dalla polizia. Spree Killer: è molto simile ai mass murders, sia come comportamento che come motivazioni profonde dell'attività omicida. La differenza fondamentale è data dal fatto che mentre il mass murder uccide le sue vittime in un'unica occasione e in unico luogo (come ad esempio un ufficio o una scuola), lo spree killer compie i suoi omicidi in luoghi diversi e in un breve spazio di tempo Nome completo: Theodore Robert Bundy Data di nascita: 24 novembre 1946 Data di morte: 24 gennaio 1989 Numero di vittime accertato: oltre 23 Modus operandi:Stalker camaleontico/ violentava e strangolava le vittime, decapitando i loro corpi post-mortem e , talvolta, teneva le mani come trofei. “Noi Serial Killers siamo i vostri figli, siamo i vostri mariti, siamo ovunque. E domani ci saranno altri morti tra i vostri bambini ” (Ted Bundy) ANDAMENTO CICLICO DELLE DIVERSE FASI 1. Fase aurorale: il killer gradualmente si ritrae dalla realtà, se ne distacca, elaborando fantasie sempre più precise e articolate, che lo spingono all’azione. 2. Fase di puntamento: l’assassino è alla caccia della sua preda, su un terreno che studia con attenzione. Concentrato, determinato, si è trasformato in un predatore letale. 3. Fase della seduzione: avviene l’approccio con la vittima, che viene prima sedotta, poi ingannata e sopraffatta 4. Fase della cattura: la vittima è totalmente controllata dal suo aggressore, la fantasia può trovare la sua rappresentazione. 5. Fase omicidiaria: l’omicidio avviene con modalità fortemente simboliche, rimandando a situazioni di grande impatto vissute nell’infanzia. Costituisce nello stesso tempo uno scarico emotivo e sessuale. 6. Fase totemica: il serial killer cerca di protrarre più a lungo possibile il piacere derivato dall’uccidere. Ecco quindi il fotografare, lo smembrare, gli atti cannibalici, l’impossessarsi di parti del corpo o oggetti della vittima come trofei. 7. Fase depressiva: subentra non appena l’illusione svanisce, il piacere viene meno, e l’assassino realizza che nulla è cambiato nella sua vita, l’onnipotenza assaporata nel disporre della vita e della morte della vittima ha lasciato spazio alla sua profonda inadeguatezza, all’impossibilità di colmare l’abisso della propria solitudine. • la vittima può avere valore “simbolico” per l’assassino, i metodi di uccisione possono rivelare questo significato • Statisticamente, il serial killer “medio” è un maschio bianco, proveniente da una classe sociale medio-bassa, di solito tra i 20 e i 40 anni. Molti hanno subito abusi fisici o emozionali dai genitori. Alcuni sono stati adottati. • Da bambini spesso i “futuri” serial killers sono piromani, torturano gli animali e bagnano il letto di notte (questi comportamenti sono un campanello d’allarme conosciuti come la “triade” dei sintomi). • Traumi cerebrali sono comuni. • Parecchi sono molto intelligenti e fanno ben sperare come futuri professionisti di successo. I serial killers iniziano spesso fantasticando circa l'assassinio durante l'adolescenza (o anche prima). Le loro vite immaginarie sono molto ricche ed essi sognano adocchi aperti in modo compulsivo di dominare e uccidere le persone, spesso con elementi molto specifici dellafantasia omicida che diverranno evidente nei loro crimini reali. Le motivazioni psicologiche dei serial killer possono essere estremamente diverse, ma in buona parte dei casi sono legate a pulsioni verso l'esercizio del potere o a pulsioni sessuali, soprattutto con connotazioni sadiche. La psicologia del serial killer è spesso caratterizzata da una sensazione di inadeguatezza e da un basso livello di autostima, legati talvolta a traumi infantili (umiliazioni, abusi sessuali) o a una condizione socio-economica deprimente. Il crimine costituisce una fonte di compensazione, dalla quale trarre una sensazione di potenza, di riscatto sociale. Queste sensazioni possono derivare sia dall'atto omicida in sé che dalla convinzione di poter superare in astuzia la polizia. L'incapacità di provare empatia con la sofferenza delle proprie vittime, altra caratteristica comune ai serial killer, è frequentemente descritta con aggettivi come psicopatica o sociopatica .Associata al sadismo e al desiderio di potere, essa può condurre alla tortura delle proprie vittime, o a tecniche di uccisione che coinvolgono un supplizio prolungato nel tempo della vittima. CLASSIFICAZIONE DEI SERIAL KILLERS (HOLMES E DE BURGER) si basa su alcuni punti chiave della psicologia dei serial killers: • la genesi dell’omicidio seriale va quasi sempre rintracciata nella psicologia dell’assassino • le motivazioni dell’omicidio, anche se possono apparire insensate per l’investigatore, possiedono una loro logica per il serial killer • il guadagno che l’omicida ottiene dall’uccidere e che lo induce a commettere nuovi delitti è pressoché quasi sempre di natura psicologica SERIAL KILLERS: • • • • • Visionari Missionari Dominanti Edonisti Lussuriosi 1. 2. 3. Organizzati Disorganizzati Misti SERIAL KILLERS VISIONARI / ALLUCINATI sono affetti da gravi psicosi, agiscono in preda ad allucinazioni visive o uditive, accompagnate da interpretazioni deliranti. Le voci, le immagini, spingono a uccidere per conto di Dio o di Satana, legittimando la violenza. SERIAL KILLERS MISSIONARI la “missione” di cui si fanno carico è quella di liberare il mondo da una categoria di soggetti che giudica non meritevoli di vivere, oppure pericolosi per la società: prostitute, omosessuali, minoranze etniche, appartenenti a particolari fedi religiose. • • • • • • Compito di protezione sociale Pseudo-religioso Pseudo-politico Pseudo-culturale Razziale Sessuologo moralista SERIAL KILLERS DOMINATORI è il controllo totale, l’umiliazione e la degradazione di qualcuno che non si può o non riesce a ribellarsi che danno a questo killer un senso di onnipotenza. Questa gratificazione però è di breve durata, quindi la ricerca di nuove vittime sarà praticamente d’obbligo. Questo killer si ferma solo quando viene catturato o ucciso. Ted Bundy rappresenta il prototipo ideale di questa categoria di serial killer. SERIAL KILLERS EDONISTI • Per tornaconto. La gratificazione dell’omicidio deriva non solo dal piacere di uccidere, ma anche dal guadagno personale che proviene dalla morte della vittima. Esempio: le vedove nere, quelle donne che fanno fuori vari mariti (generalmente col veleno) per intascarne i soldi. • Per piacere sessuale. Sesso e morte sono strettamente legati. La sessualità emersa durante l’aggressione, la tortura, la mutilazione e il cannibalismo costituisce un’esperienza di erotismo estremo. • Alla ricerca del brivido. Qui il piacere deriva dalla sfida: il rischio assunto nel pedinamento, nella cattura, nell’uccisione rappresentano una gratificazione estrema. SERIAL KILLER LUSSURIOSO • • • • • Usa simile tecnica Uccide più di 3 vittime Vittime simili fisicamente Luogo di crimine simile Tecnica del crimine simile CANNIBALISMO Il cannibalismo è letteralmente una forma di interiorizzazione: invece di fare spazio nel suo cuore per colui che desidera ardentemente, il cannibale fa spazio nel suo stomaco. La fame metaforica per la compagnia di un’altra persona diventa una fame letterale. Molti la descrivono come un modo di incorporare un’altra persona in sé. Poiché gli psicopatici sono incapaci di provare empatia e amore, questa cruda e primitiva forma di legame diventa un rivoltante sostituto. “la mia passione è così grande che voglio possederla. La voglio mangiare. Se lo faccio lei sarà mia per sempre”. Issei Sagawa (cannibale giapponese) Angeli della morte Detti anche angeli della misericordia, sono i serial killer che agiscono in ambito medico. Commettono i loro omicidi iniettando sostanze letali ai pazienti di cui si prendono cura e, anche se dichiarano di agire convinti di liberare le loro vittime dalle sofferenze, in realtà sono mossi dal desiderio di decidere della vita e della morte altrui, come prova il fatto che buona parte delle loro vittime siano in condizioni di salute non gravi al momento dell'omicidio. Le vittime variano in base al compito che svolgono, ma spesso sono neonati, bambini, anziani o invalidi. A volte questi criminali non uccidono i loro pazienti, ma li mettono deliberatamente in pericolo per poi salvarli e guadagnare l'ammirazione dei colleghi. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne (fa specie in Italia il caso di Sonia Caleffi), spesso affette da disordini mentali quali disturbo borderline di personalità o sindrome di Münchausen per procura, ma non mancano angeli dalla morte di sesso maschile, come il tedesco Stephan Letter o l'inglese Harold Shipman, uno dei serial killer più prolifici della storia. Le sostanze più utilizzate sono dei medicinali pericolosi, facilmente giustificabili nel caso di un'autopsia,quali morfina, atropina o pentothal. La Caleffi, invece, iniettava aria nelle vene dei suoi pazienti per provocare delle embolie sulle quali sperava di intervenire, ma che in almeno quattro o cinque casi risultarono letali. Vedove nere La maggior parte dei serial killer donne rientra in questa categoria. Le vedove nere agiscono in modo simile al ragno che ha ispirato la loro denominazione: sposano uomini ricchi e, dopo essersi appropriate delle loro proprietà, li uccidono, solitamente avvelenandoli o simulando degli incidenti domestici. A volte uccidono anche i loro figli, dopo aver stipulato delle assicurazioni sulle loro vite. Casi celebri sono quelli di Mary Ann Cotton e di Belle Gunness,mentre si segnala come uniche varianti maschili il francese Henri Landru e il tedesco Johann Otto Ho • In generale, i serial killers sono classificabili in due grandi categorie: Organizzati e disorganizzati SK Organizzati Sono killer lucidi, spesso molto intelligenti, metodici nella pianificazione dei crimini. Mantengono un alto livello di controllo sull'andamento del delitto; non raramente hanno conoscenze specifiche sui metodi della polizia, che applicano allo scopo di occultare scientificamente le prove. Seguono con attenzione l'andamento delle indagini attraverso i mass media e concepiscono i loro omicidi come progetti di alto livello. Spesso questo tipo di killer ha una vita sociale ordinaria, amici, amanti, o addirittura una famiglia. SK Disorganizzati Agiscono impulsivamente, spesso uccidendo quando se ne verifica l'occasione, senza una reale pianificazione. Spesso hanno un basso livello culturale e un quoziente d'intelligenza non eccelso; non sono metodici, non occultano le tracce (sebbene siano talvolta in grado di sfuggire alle indagini per qualche tempo,principalmente spostandosi velocemente e grazie alla natura intrinsecamente "disordinata" del loro comportamento su lunghi archi di tempo). Questo genere di killer in genere ha una vita sociale e affettiva estremamente carente e a volte qualche forma di disturbo mentale. Gli assassini seriali disorganizzati rifiutano manifestamente la società, hanno una tendenza all'ansia al momento del crimine, commettono delitti spontanei con vittime sconosciute, anche se in certi casi possono conoscere la vittima; compiono atti di libidine post-mortem e lasciano il cadavere sul luogo del misfatto. Le violenze sul cadavere, come il depezzamento, lo squartamento, l'eviscerazione, vengono fatte per spersonalizzare la vittima e renderla irriconoscibile, soprattutto nel caso in cui questa sia conosciuta dall'aggressore. Questi soggetti non si preoccupano di un'eventuale cattura, ma commettono il crimine partendo da un'allucinazione ed il luogo dell'omicidio, dal quale spesso non rimuovono il cadavere, generalmente riflette questo disordine mentale. Inoltre, il più delle volte, non organizzano il delitto, che è dovuto all'impulso del momento: vedono qualcuno per strada e decidono di attaccarlo. Le sue armi sono pezzi di legno, sassi, pietre, pezzi di mobili al posto di armi e coltelli; se l'assassino è intelligente ma inesperto, tenterà, dopo il crimine, di nascondere la tracce, ma se è al suo primo delitto commetterà inevitabilmente degli errori; Tale classificazione si riflette sulla scena del crimine attraverso indicatori, più o meno significativi, che possonoaiutare gli investigatori a tracciare un primo profilo del responsabile. In particolare il livello di organizzazione sipotrà evincere dalla presenza o meno sulla scena del delitto dell'arma utilizzata, dalla tipologia di quest'ultima, dallaverifica della corrispondenza tra luogo dell'uccisione e luogo del ritrovamento, dalla presenza di tracce o altri elementi utili all'individuazione del responsabile. Nello specifico possiamo dire come un tipo organizzato tende a portare sul luogo del delitto l'arma o le armi che utilizzerà per commetterlo, così come provvederà a portarle via, una volta completato il suo disegno criminoso. Un tipo disorganizzato, viceversa, tenderà ad utilizzare oggetti trovati sul luogo del delitto e, a volte, potrà lasciarli sul posto all'atto della fuga. La presenza di tracce quali impronte latenti sulla scena rivela una disorganizzazione tipica del secondo tipo mentre ben difficilmente troveremo elementi utili qualora il responsabile appartenga alla prima categoria. Va detto che questi, come altri indicatori, entrano a far parte di un profilo criminologico dell'autore che, lungi dall'essere prova certa ed inconfutabile, può comunque costituire un valido aiuto nella ricerca del responsabile. Caratteristiche dei soggetti : Organizzato Disorganizzato Intelligenza media o superiore Intelligenza sotto la media Socialmente competente Socialmente inadeguato Predilige lavori che richiedono abilità Predilige lavori semplici e generici Sessualmente adeguato Sessualmente inadeguato Alto ordine di genitura Basso ordine di genitura Padre con occupazione stabile Padre con occupazione precaria Disciplina inconsistente nell’infanzia Disciplina rigida nell’infanzia Emotività controllata durante il crimine Ansia durante l’esecuzione del crimine Utilizzo di alcol durante il crimine Minimo uso di alcol Stress situazionali precipitanti Minimi stress situazionali Vive con il partner Vive da solo Si sposta con un’automobile in buone condizioni Vive/lavora vicino alla scena del crimine Segue il crimine compiuto attraverso i media Minimo interesse per le notizie dei media Può cambiare lavoro o lasciare la città Va incontro a significative modificazioni comportamentali(abuso di sostanze, religiosità eccessiva) Caratteristiche della Scene del crimine Organizzata Disorganizzata Aggressione pianificata Aggressione improvvisa, non pianificata La vittima è una persona conosciuta Vittima e luoghi conosciuti Personalizza la vittima Depersonalizza la vittima Controlla la relazione verbale con la vittima Minimo controllo della relazione verbale La scena del crimine riflette un controllo completo La scena del crimine si presenta caotica e disordinata Esige una vittima sottomessa Improvvisa violenza sulla vitima Utilizza mezzi di contenzione Minimo uso di contenzione fisica Compie atti aggressivi prima della morte della vittima Atti sesuali successivi alla morte Nasconde il corpo Cadavere lasciato in vista Armi tracce/prove assenti sulla scena del crimine Armi tracce/prove spesso presenti sulla scena Trasporta la vittima o il cadavere Cadavere lasciato sul luogo del delitto Il modello di indagine dell’ F.B.I. riguardante lo stilare un profilo psicologico del criminale autore di omicidi seriali o crimini violenti consta di 5 fasi che però sono state fatte oggetto di forti critiche,insieme alla ricerca condotta da Ressler, poiché riflettono un tipo di ragionamento induttivo che parte dalle interviste ai criminali in carcere per poter delineare i profili psicologici e le ipotesi sulle caratteristiche di autori sconosciuti di un certo crimine. Le cinque fasi del modello F.B.I. sono così sviluppate : • FASE 1: Prevede la raccolta di ogni genere di materiale presente sulla scena del crimine le informazioni relative alla vittima, le informazioni medico-legali derivanti dall’autopsia, le informazioni di polizia circa le caratteristiche sociali e criminologiche della zona, ed infine il materiale fotografico riguardante la scena del crimine comprese planimetrie o foto aeree. • FASE 2: Si organizza e classifica il materiale raccolto nella fase precedente. Si ricerca il movente, i fattori di rischio di vittimizzazione, l’escalation ovvero il passaggio da una modalità delittuosa ad un’altra, il luogo dell’aggressione per valutare la mobilità del criminale. • FASE 3: Si valuta globalmente l’evento delittuoso, classificando il delitto secondo il Crime Classification Manual, tenendo conto di eventuali procedure di staging, la motivazione e la dinamica del delitto. • FASE 4: E’ la fase di stesura del profilo nel quale vengono elencate caratteristiche sociodemografiche, fisiche, comportamentali, lo stile di vita, e il tipo di occupazione del sospetto • FASE 5 : Questa fase rappresenta la traduzione delle indicazioni emerse dalla elaborazione di un profilo nel processo di indagine investigativa. FIRMA, MODUS OPERANDI e STAGGING, Firma: Comprende tutto ciò che l'assassino seriale deve mettere in atto per raggiungere il completo "'appagamento". Si tratta di comportamenti che non sono necessari per l’attuazione del crimine, ma soddisfano un bisogno psicologico del criminale. Ne consegue che è costante in ogni delitto e non varia negli anni. Può essere, per esempio, una messa in posa particolare del cadavere,oppure l’asportazione di parti di esso. Rappresenta la concretizzazione nella realtà delle fantasie di sesso, morte e violenza che il serial killer ha immaginato “vivendo” nella sua mente l’atto omicidiario ed è strettamente legata al movente “profondo” del soggetto. Modus Operandi: comprende tutte le modalità e i mezzi utilizzati dall’assassino seriale per portare a termine gli omicidi. Comprende i criteri di individuazione, “cattura” e uccisione della vittima. Varia con il tempo perché il serial killer, con la pratica, migliora la tecnica e impara a ridurre i rischi di essere identificato. È sempre individuabile negli omicidi seriali, anche se non sempre è riconducibile allo stesso colpevole, infatti più assassini seriali possono ricorrere a modus operandi simili. • Si potrebbe dire che il modus operandi coincide con il “come” un crimine si è consumato, mentre la firma con il “perché”. Stagging: deliberata alterazione della scena del crimine dopo aver compiuto l’atto criminoso Dagli studi portati avanti dall’FBI si evince che se l’individuo ha sopportato o vissuto determinate esperienze nella sua infanzia o adolescenza, molto probabilmente svilupperà un certo tipo di fantasie e queste fantasie saranno quelle che lo guideranno non solo all’omicidio ma alle modalità di commissione di questo stesso omicidio. A seconda delle esperienze e dunque delle fantasie che ne deriveranno, il soggetto rientrerà poi nelle categorie dell’organizzato o del disorganizzato VITTIMOLOGIA Le informazioni tratte dallo studio della vittima devono poter rispondere ai seguenti punti: stato civile; ambiente familiare di origine; storia scolastica; anamnesi sotto il profilo medico generale e psicopatologico; uso di droghe e di alcol; caratteristiche della sfera relazionale e sentimentale; abitudini sessuali; stile di vita e abitudini; storia professionale; status socio-economico; ricostruzione dettagliata degli avvenimenti precedenti l’aggressione; precedenti penali; informazioni lasciate dalla vittima, ad esempio diari o lettere; conoscenza di precedenti minacce o persone mal disposte verso la vittima. Queste informazioni permettono di focalizzare l’attenzione sulla vittima e domandarsi: perché proprio questa persona è stata vittima dell’aggressione? Perché l’offender ha scelto proprio lei? Quale caratteristica specifica può aver innescato nell’offender il comportamento aggressivo? Quale dinamica relazionale è possibile delineare tra l’offender e la vittima? Il Geographic Profiling si costituisce come un metodo di localizzazione della zona in cui è più probabile che l’autore di un reato risieda al fine di restringere la ricerca dello stesso in un’area geografica delimitata • Esso spiega come l’offender attui, sulla base delle proprie mappe mentali, la scelta, a lui più opportuna e confacente, dei luoghi ove commettere l’azione criminosa: dove attuare i suoi comportamenti scegliendo la strada più breve, un obiettivo di facile accesso, un via di fuga libera, il tutto in un certo raggio di vicinanza alla propria residenza. • L’Offender nella creazione delle proprie mappe mentali, seleziona, elabora ed implementa i vari spazi, luoghi ed aree in modo razionale secondo una propria logica del minimo sforzo e massimo risultato. Questo processo di analisi geografica attuato dal criminale, presuppone che le sue azioni delittuose avvengano all’interno di una certa area, cosiddetta di “consapevolezza”, ovvero l’insieme di tutte le località la cui conoscenza supera determinati livelli minimi. L’area di consapevolezza include lo spazio o area di attività,comprendente la zona che si frequenta abitualmente, nella quale si vive o si lavora, nonché i percorsi di collegamento con le altre zone. E’ ragionevole pensare che all’interno dello spazio di attività le persone si sentano più sicure di agire in quanto hanno una dimestichezza con la zona in cui si trovano.