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serial killer - Scuola di Medicina e Scienze della Salute

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serial killer - Scuola di Medicina e Scienze della Salute
Criminal Profiling e omicidi
seriali
Origini del Criminl Profiling
Il Federal Bureau of Investigation (FBI) è stato la
prima forza di polizia ad applicare le tecniche del
profilo criminale in supporto al lavoro investigativo
in determinati reati di particolare efferatezza, senza
apparente movente e/o con caratteristiche di
serialità.
Nel 1978 l’FBI crea formalmente uno stabile
programma di sviluppo ed analisi denominato
Psychological Profiling Program, programma
creato dalla neonata Behavioral Science Unit,
che, da quel momento, sarà in pianta stabile
nell’organico dell’ FBI Accademy a Quantico.
Crime Classification Manual
(CCM),
a cura di John E. Douglas, Ann W. Burgess,
Allen G. Burgess e Robert K. Ressler
è il manuale sulla classificazione e investigazione dei
crimini violenti, ovvero omicidio (singolo, seriale, di
massa, compulsivo), incendio doloso e violenze a
sfondo sessuale.
In accordo con il Crime Classification Manual (1992) si possono distinguere
sei reati in cui il profiling trova elettiva applicazione:
Single murder (omicidio singolo), nel caso in cui non presenti
apparentemente un movente e sia di particolare efferatezza;
Serial murder (omicidio seriale), definito dal CCM come tre o più eventi
omicidiari, commessi in tre luoghi differenti, separati da un intervallo di
raffreddamento emozionale del killer;
Mass murder (omicidio di massa), quando si ha l’uccisone di quattro o
più
vittime nel medesimo luogo e nel corso di un unico evento;
Spree killing (omicidio compulsivo), riguarda un unico evento, che si
realizza in due o più luoghi e che porta alla morte di più persone, senza
un periodo di raffreddamento emozionale del killer;
Rape (stupro);
Arson (incendio doloso),
" l'omicida seriale è colui il quale
commette tre o più omicidi, in tre o più
località distinte, intervallate da un
periodo di raffreddamento emozionale"
Crime Classification Manual, 1992
L'aspetto più importante della definizione sta
proprio in quel "raffreddamento
emozionale" che differenziano il serial
killer da un mass murderer e da uno Spree
killer.
Mass murderer (Omicida di massa): qualcuno che Uccide 4 o
più vittime nello stesso luogo e in un unico evento; di solito, il
soggetto non conosce le proprie vittime e la scelta è per lo più
casuale.
La strage di solito si conclude con il suicidio dell’autore.
• Per convenzione vengono escluse le stragi di tipo terroristico,
mafioso e di guerra.
• Sono soggetti in cui si scatena, più o meno all’improvviso, una
violenta scossa mentale che li porta a ritenere di aver subito
gravi torti da parte della famiglia, dei datori di lavoro o della
società in genere. Vivono sordidamente questa frustrazione fino
al punto in cui nel loro cervello tutto questo si trasforma in
un’aggressione intollerabile.
• Non sono interessati all’identità delle loro vittime. Massacrano
coloro che hanno la sfortuna di incontrarlo. Sono bombe
umane.
Il Crime Classification manual distingue:
• Il Family Mass Murderer (omicida di massa familiare): si
rivolge contro i membri della famiglia. Spesso l’omicida si
suicida dopo aver compiuto la strage. Tra le cause c’è la
malattia mentale, soprattutto la depressione maggiore.
Spesso le stragi familiari sono reati passionali o impulsivi, per
lo più occasionali, maturati nell’ambito di difficoltà relazionali
all’interno della famiglia.
• Il Classic Mass Murderer (omicida di massa classico): inizia
improvvisamente a uccidere, di solito sparando all’impazzata
ad un gran numero di persone che ritiene nemiche perché
convinto di aver subito torti da parte loro: sceglie le vittime
identificandole come simboli dell’istituzione da colpire.
Quando decide di sferrare l’attacco si equipaggia col maggior
numero di mezzi letali possibili e va avanti nell’opera di
distruzione omicida senza fermarsi, a viso scoperto. Alla fine
della strage quasi sempre si suicida o si fa uccidere dalla
polizia.
Spree Killer: è molto simile ai mass murders, sia
come comportamento che come motivazioni
profonde dell'attività omicida.
La differenza fondamentale è data dal fatto che
mentre il mass murder uccide le sue vittime in
un'unica occasione e in unico luogo (come ad
esempio un ufficio o una scuola), lo spree killer
compie i suoi omicidi in luoghi diversi e in un
breve spazio di tempo
Nome completo: Theodore Robert Bundy
Data di nascita: 24 novembre 1946
Data di morte: 24 gennaio 1989
Numero di vittime accertato: oltre 23
Modus operandi:Stalker camaleontico/
violentava e strangolava le vittime, decapitando i
loro corpi post-mortem e , talvolta, teneva le
mani come trofei.
“Noi Serial Killers siamo i vostri figli,
siamo i vostri mariti, siamo ovunque. E
domani ci saranno altri morti tra i vostri
bambini ”
(Ted Bundy)
ANDAMENTO CICLICO DELLE
DIVERSE FASI
1. Fase aurorale: il killer gradualmente si ritrae dalla
realtà, se ne distacca, elaborando fantasie sempre
più precise e articolate, che lo spingono all’azione.
2. Fase di puntamento: l’assassino è alla caccia della
sua preda, su un terreno che studia con attenzione.
Concentrato, determinato, si è trasformato in un
predatore letale.
3. Fase della seduzione: avviene l’approccio con la
vittima, che viene prima sedotta, poi ingannata e
sopraffatta
4. Fase della cattura: la vittima è totalmente
controllata dal suo aggressore, la fantasia
può trovare la sua rappresentazione.
5. Fase omicidiaria: l’omicidio avviene con
modalità fortemente simboliche, rimandando
a situazioni di grande impatto vissute
nell’infanzia. Costituisce nello stesso tempo
uno scarico emotivo e sessuale.
6. Fase totemica: il serial killer cerca di
protrarre più a lungo possibile il piacere
derivato dall’uccidere. Ecco quindi il
fotografare, lo smembrare, gli atti cannibalici,
l’impossessarsi di parti del corpo o oggetti
della vittima come trofei.
7. Fase depressiva: subentra non appena
l’illusione svanisce, il piacere viene meno,
e l’assassino realizza che nulla è cambiato
nella sua vita, l’onnipotenza assaporata
nel disporre della vita e della morte della
vittima ha lasciato spazio alla sua
profonda inadeguatezza, all’impossibilità
di colmare l’abisso della propria solitudine.
• la vittima può avere valore “simbolico” per l’assassino, i
metodi di uccisione possono rivelare questo significato
• Statisticamente, il serial killer “medio” è un maschio bianco,
proveniente da una classe sociale medio-bassa, di solito tra
i 20 e i 40 anni. Molti hanno subito abusi fisici o emozionali
dai genitori. Alcuni sono stati adottati.
• Da bambini spesso i “futuri” serial killers sono piromani,
torturano gli animali e bagnano il letto di notte (questi
comportamenti sono un campanello d’allarme conosciuti
come la “triade” dei sintomi).
• Traumi cerebrali sono comuni.
• Parecchi sono molto intelligenti e fanno ben sperare come
futuri professionisti di successo.
I serial killers iniziano spesso fantasticando
circa l'assassinio durante l'adolescenza (o
anche prima). Le loro vite immaginarie
sono molto ricche ed essi sognano
adocchi aperti in modo compulsivo di
dominare e uccidere le persone, spesso
con elementi molto specifici dellafantasia
omicida che diverranno evidente nei loro
crimini reali.
Le motivazioni psicologiche dei serial killer possono essere
estremamente diverse, ma in buona parte dei casi sono
legate a pulsioni verso l'esercizio del potere o a pulsioni
sessuali, soprattutto con connotazioni sadiche.
La psicologia del serial killer è spesso caratterizzata da una
sensazione di inadeguatezza e da un basso livello di
autostima, legati talvolta a traumi infantili (umiliazioni, abusi
sessuali) o a una condizione socio-economica deprimente.
Il crimine costituisce una fonte di compensazione, dalla quale
trarre una sensazione di potenza, di riscatto sociale. Queste
sensazioni possono derivare sia dall'atto omicida in sé che
dalla convinzione di poter superare in astuzia la polizia.
L'incapacità di provare empatia con la sofferenza delle
proprie vittime, altra caratteristica comune ai serial killer, è
frequentemente descritta con aggettivi come psicopatica o
sociopatica .Associata al sadismo e al desiderio di potere,
essa può condurre alla tortura delle proprie vittime, o a
tecniche di uccisione che coinvolgono un supplizio
prolungato nel tempo della vittima.
CLASSIFICAZIONE DEI SERIAL
KILLERS (HOLMES E DE BURGER)
si basa su alcuni punti chiave della psicologia dei serial
killers:
• la genesi dell’omicidio seriale va quasi sempre
rintracciata nella psicologia dell’assassino
• le motivazioni dell’omicidio, anche se possono
apparire insensate per l’investigatore, possiedono
una loro logica per il serial killer
• il guadagno che l’omicida ottiene dall’uccidere e che
lo induce a commettere nuovi delitti è pressoché
quasi sempre di natura psicologica
SERIAL KILLERS:
•
•
•
•
•
Visionari
Missionari
Dominanti
Edonisti
Lussuriosi
1.
2.
3.
Organizzati
Disorganizzati
Misti
SERIAL KILLERS VISIONARI /
ALLUCINATI
sono affetti da gravi psicosi, agiscono in preda
ad allucinazioni visive o uditive,
accompagnate da interpretazioni deliranti. Le
voci, le immagini, spingono a uccidere per
conto di Dio o di Satana, legittimando la
violenza.
SERIAL KILLERS MISSIONARI
la “missione” di cui si fanno carico è quella
di liberare il mondo da una categoria di
soggetti che giudica non meritevoli di
vivere, oppure pericolosi per la società:
prostitute, omosessuali, minoranze
etniche, appartenenti a particolari fedi
religiose.
•
•
•
•
•
•
Compito di protezione sociale
Pseudo-religioso
Pseudo-politico
Pseudo-culturale
Razziale
Sessuologo moralista
SERIAL KILLERS DOMINATORI
è il controllo totale, l’umiliazione e la
degradazione di qualcuno che non si può
o non riesce a ribellarsi che danno a
questo killer un senso di onnipotenza.
Questa gratificazione però è di breve
durata, quindi la ricerca di nuove vittime
sarà praticamente d’obbligo. Questo killer
si ferma solo quando viene catturato o
ucciso. Ted Bundy rappresenta il prototipo
ideale di questa categoria di serial killer.
SERIAL KILLERS EDONISTI
• Per tornaconto. La gratificazione dell’omicidio deriva non
solo dal piacere di uccidere, ma anche dal guadagno
personale che proviene dalla morte della vittima.
Esempio: le vedove nere, quelle donne che fanno fuori
vari mariti (generalmente col veleno) per intascarne i
soldi.
• Per piacere sessuale. Sesso e morte sono strettamente
legati. La sessualità emersa durante l’aggressione, la
tortura, la mutilazione e il cannibalismo costituisce
un’esperienza di erotismo estremo.
• Alla ricerca del brivido. Qui il piacere deriva dalla sfida: il
rischio assunto nel pedinamento, nella cattura,
nell’uccisione rappresentano una gratificazione estrema.
SERIAL KILLER LUSSURIOSO
•
•
•
•
•
Usa simile tecnica
Uccide più di 3 vittime
Vittime simili fisicamente
Luogo di crimine simile
Tecnica del crimine simile
CANNIBALISMO
Il cannibalismo è letteralmente una forma di
interiorizzazione: invece di fare spazio nel suo
cuore per colui che desidera ardentemente, il
cannibale fa spazio nel suo stomaco.
La fame metaforica per la compagnia di un’altra
persona diventa una fame letterale.
Molti la descrivono come un modo di incorporare
un’altra persona in sé. Poiché gli psicopatici
sono incapaci di provare empatia e amore,
questa cruda e primitiva forma di legame diventa
un rivoltante sostituto.
“la mia passione è così grande che voglio
possederla. La voglio mangiare. Se lo
faccio lei sarà mia per sempre”.
Issei Sagawa (cannibale giapponese)
Angeli della morte
Detti anche angeli della misericordia, sono i serial killer che agiscono in ambito
medico.
Commettono i loro omicidi iniettando sostanze letali ai pazienti di cui si
prendono cura e, anche se dichiarano di agire convinti di liberare le loro
vittime dalle sofferenze, in realtà sono mossi dal desiderio di decidere della
vita e della morte altrui, come prova il fatto che buona parte delle loro
vittime siano in condizioni di salute non gravi al momento dell'omicidio.
Le vittime variano in base al compito che svolgono, ma spesso sono neonati,
bambini, anziani o invalidi. A volte questi criminali non uccidono i loro
pazienti, ma li mettono deliberatamente in pericolo per poi salvarli e
guadagnare l'ammirazione dei colleghi.
Nella maggior parte dei casi si tratta di donne (fa specie in Italia il caso di Sonia
Caleffi), spesso affette da disordini mentali quali disturbo borderline di
personalità o sindrome di Münchausen per procura, ma non mancano
angeli dalla morte di sesso maschile, come il tedesco Stephan Letter o
l'inglese Harold Shipman, uno dei serial killer più prolifici della storia. Le
sostanze più utilizzate sono dei medicinali pericolosi, facilmente giustificabili
nel caso di un'autopsia,quali morfina, atropina o pentothal. La Caleffi,
invece, iniettava aria nelle vene dei suoi pazienti per provocare delle
embolie sulle quali sperava di intervenire, ma che in almeno quattro o
cinque casi risultarono letali.
Vedove nere
La maggior parte dei serial killer donne rientra in
questa categoria. Le vedove nere agiscono in modo
simile al ragno che ha ispirato la loro
denominazione: sposano uomini ricchi e, dopo
essersi appropriate delle loro proprietà, li uccidono,
solitamente avvelenandoli o simulando degli
incidenti domestici. A volte uccidono anche i loro
figli, dopo aver stipulato delle assicurazioni sulle
loro vite. Casi celebri sono quelli di Mary Ann
Cotton e di Belle Gunness,mentre si segnala come
uniche varianti maschili il francese Henri Landru e il
tedesco Johann Otto Ho
• In generale, i serial killers sono
classificabili in due grandi categorie:
Organizzati e disorganizzati
SK Organizzati
Sono killer lucidi, spesso molto intelligenti, metodici nella
pianificazione dei crimini.
Mantengono un alto livello di controllo sull'andamento del
delitto; non raramente hanno conoscenze specifiche sui
metodi della polizia, che applicano allo scopo di
occultare scientificamente le prove.
Seguono con attenzione l'andamento delle indagini
attraverso i mass media e concepiscono i loro omicidi
come progetti di alto livello.
Spesso questo tipo di killer ha una vita sociale ordinaria,
amici, amanti, o addirittura una famiglia.
SK Disorganizzati
Agiscono impulsivamente, spesso uccidendo quando se ne
verifica l'occasione, senza una reale pianificazione.
Spesso hanno un basso livello culturale e un quoziente
d'intelligenza non eccelso; non sono metodici, non
occultano le tracce (sebbene siano talvolta in grado di
sfuggire alle indagini per qualche tempo,principalmente
spostandosi velocemente e grazie alla natura
intrinsecamente "disordinata" del loro comportamento su
lunghi archi di tempo).
Questo genere di killer in genere ha una vita sociale e
affettiva estremamente carente e a volte qualche forma di
disturbo mentale.
Gli assassini seriali disorganizzati rifiutano manifestamente la società,
hanno una tendenza all'ansia al momento del crimine, commettono
delitti spontanei con vittime sconosciute, anche se in certi casi possono
conoscere la vittima; compiono atti di libidine post-mortem e lasciano il
cadavere sul luogo del misfatto.
Le violenze sul cadavere, come il depezzamento, lo squartamento,
l'eviscerazione, vengono fatte per spersonalizzare la vittima e renderla
irriconoscibile, soprattutto nel caso in cui questa sia conosciuta
dall'aggressore.
Questi soggetti non si preoccupano di un'eventuale cattura, ma
commettono il crimine partendo da un'allucinazione ed il luogo
dell'omicidio, dal quale spesso non rimuovono il cadavere,
generalmente riflette questo disordine mentale. Inoltre, il più delle volte,
non organizzano il delitto, che è dovuto all'impulso del momento:
vedono qualcuno per strada e decidono di attaccarlo. Le sue armi sono
pezzi di legno, sassi, pietre, pezzi di mobili al posto di armi e coltelli; se
l'assassino è intelligente ma inesperto, tenterà, dopo il crimine, di
nascondere la tracce, ma se è al suo primo delitto commetterà
inevitabilmente degli errori;
Tale classificazione si riflette sulla scena del
crimine attraverso indicatori, più o meno
significativi, che possonoaiutare gli investigatori
a tracciare un primo profilo del responsabile. In
particolare il livello di organizzazione sipotrà
evincere dalla presenza o meno sulla scena del
delitto dell'arma utilizzata, dalla tipologia di
quest'ultima, dallaverifica della corrispondenza
tra luogo dell'uccisione e luogo del ritrovamento,
dalla presenza di tracce o altri elementi utili
all'individuazione del responsabile.
Nello specifico possiamo dire come un tipo organizzato tende
a portare sul luogo del delitto l'arma o le armi che utilizzerà
per commetterlo, così come provvederà a portarle via, una
volta completato il suo disegno criminoso.
Un tipo disorganizzato, viceversa, tenderà ad utilizzare
oggetti trovati sul luogo del delitto e, a volte, potrà lasciarli
sul posto all'atto della fuga. La presenza di tracce quali
impronte latenti sulla scena rivela una disorganizzazione
tipica del secondo tipo mentre ben difficilmente troveremo
elementi utili qualora il responsabile appartenga alla prima
categoria.
Va detto che questi, come altri indicatori, entrano a far parte
di un profilo criminologico dell'autore che, lungi dall'essere
prova certa ed inconfutabile, può comunque costituire un
valido aiuto nella ricerca del responsabile.
Caratteristiche dei soggetti :
Organizzato
Disorganizzato
Intelligenza media o superiore
Intelligenza sotto la media
Socialmente competente
Socialmente inadeguato
Predilige lavori che richiedono abilità
Predilige lavori semplici e generici
Sessualmente adeguato
Sessualmente inadeguato
Alto ordine di genitura
Basso ordine di genitura
Padre con occupazione stabile
Padre con occupazione precaria
Disciplina inconsistente nell’infanzia
Disciplina rigida nell’infanzia
Emotività controllata durante il crimine
Ansia durante l’esecuzione del crimine
Utilizzo di alcol durante il crimine
Minimo uso di alcol
Stress situazionali precipitanti
Minimi stress situazionali
Vive con il partner
Vive da solo
Si sposta con un’automobile in buone condizioni
Vive/lavora vicino alla scena del crimine
Segue il crimine compiuto attraverso i media
Minimo interesse per le notizie dei media
Può cambiare lavoro o lasciare la città
Va incontro a significative modificazioni
comportamentali(abuso di sostanze, religiosità eccessiva)
Caratteristiche della Scene del crimine
Organizzata
Disorganizzata
Aggressione pianificata
Aggressione improvvisa, non pianificata
La vittima è una persona conosciuta
Vittima e luoghi conosciuti
Personalizza la vittima
Depersonalizza la vittima
Controlla la relazione verbale con la vittima
Minimo controllo della relazione verbale
La scena del crimine riflette un controllo completo
La scena del crimine si presenta caotica e disordinata
Esige una vittima sottomessa
Improvvisa violenza sulla vitima
Utilizza mezzi di contenzione
Minimo uso di contenzione fisica
Compie atti aggressivi prima della morte della vittima
Atti sesuali successivi alla morte
Nasconde il corpo
Cadavere lasciato in vista
Armi tracce/prove assenti sulla scena del crimine
Armi tracce/prove spesso presenti sulla scena
Trasporta la vittima o il cadavere
Cadavere lasciato sul luogo del delitto
Il modello di indagine dell’ F.B.I. riguardante lo
stilare un profilo psicologico del criminale autore
di omicidi seriali o crimini violenti consta di 5 fasi
che però sono state fatte oggetto di forti
critiche,insieme alla ricerca condotta da Ressler,
poiché riflettono un tipo di ragionamento
induttivo che parte dalle interviste ai criminali in
carcere per poter delineare i profili psicologici e
le ipotesi sulle caratteristiche di autori
sconosciuti di un certo crimine.
Le cinque fasi del modello F.B.I. sono così sviluppate :
•
FASE 1: Prevede la raccolta di ogni genere di materiale presente sulla scena
del crimine le informazioni relative alla vittima, le informazioni medico-legali
derivanti dall’autopsia, le informazioni di polizia circa le caratteristiche sociali
e criminologiche della zona, ed infine il materiale fotografico riguardante la
scena del crimine comprese planimetrie o foto aeree.
•
FASE 2: Si organizza e classifica il materiale raccolto nella fase precedente.
Si ricerca il movente, i fattori di rischio di vittimizzazione, l’escalation ovvero il
passaggio da una modalità delittuosa ad un’altra, il luogo dell’aggressione per
valutare la mobilità del criminale.
•
FASE 3: Si valuta globalmente l’evento delittuoso, classificando il delitto
secondo il Crime Classification Manual, tenendo conto di eventuali procedure
di staging, la motivazione e la dinamica del delitto.
•
FASE 4: E’ la fase di stesura del profilo nel quale vengono elencate
caratteristiche sociodemografiche, fisiche, comportamentali, lo stile di vita, e il
tipo di occupazione del sospetto
•
FASE 5 : Questa fase rappresenta la traduzione delle indicazioni emerse
dalla elaborazione di un profilo nel processo di indagine investigativa.
FIRMA, MODUS OPERANDI e
STAGGING,
Firma: Comprende tutto ciò che l'assassino seriale deve mettere in atto per
raggiungere il completo "'appagamento".
Si tratta di comportamenti che non sono necessari per l’attuazione del
crimine, ma soddisfano un bisogno psicologico del criminale. Ne consegue
che è costante in ogni delitto e non varia negli anni.
Può essere, per esempio, una messa in posa particolare del
cadavere,oppure l’asportazione di parti di esso.
Rappresenta la concretizzazione nella realtà delle fantasie di sesso, morte e
violenza che il serial killer ha immaginato “vivendo” nella sua mente l’atto
omicidiario ed è strettamente legata al movente “profondo” del soggetto.
Modus Operandi: comprende tutte le modalità e i mezzi
utilizzati dall’assassino seriale per portare a termine gli
omicidi.
Comprende i criteri di individuazione, “cattura” e
uccisione della vittima.
Varia con il tempo perché il serial killer, con la pratica,
migliora la tecnica e impara a ridurre i rischi di essere
identificato. È sempre individuabile negli omicidi seriali,
anche se non sempre è riconducibile allo stesso
colpevole, infatti più assassini seriali possono ricorrere a
modus operandi simili.
• Si potrebbe dire che il modus operandi
coincide con il “come” un crimine si è
consumato, mentre la firma con il
“perché”.
Stagging: deliberata alterazione della
scena del crimine dopo aver compiuto
l’atto criminoso
Dagli studi portati avanti dall’FBI si evince che se
l’individuo ha sopportato o vissuto determinate
esperienze nella sua infanzia o adolescenza, molto
probabilmente svilupperà un certo tipo di fantasie e
queste fantasie saranno quelle che lo guideranno
non solo all’omicidio ma alle modalità di
commissione di questo stesso omicidio. A seconda
delle esperienze e dunque delle fantasie che ne
deriveranno, il soggetto rientrerà poi nelle categorie
dell’organizzato o del disorganizzato
VITTIMOLOGIA
Le informazioni tratte dallo studio della vittima devono poter rispondere ai seguenti
punti:
stato civile;
ambiente familiare di origine;
storia scolastica;
anamnesi sotto il profilo medico generale e psicopatologico;
uso di droghe e di alcol;
caratteristiche della sfera relazionale e sentimentale;
abitudini sessuali;
stile di vita e abitudini;
storia professionale;
status socio-economico;
ricostruzione dettagliata degli avvenimenti precedenti l’aggressione;
precedenti penali;
informazioni lasciate dalla vittima, ad esempio diari o lettere;
conoscenza di precedenti minacce o persone mal disposte verso la vittima.
Queste informazioni permettono di focalizzare l’attenzione sulla vittima e domandarsi:
perché proprio questa persona è stata vittima dell’aggressione? Perché l’offender ha
scelto proprio lei? Quale caratteristica specifica può aver innescato nell’offender il
comportamento aggressivo? Quale dinamica relazionale è possibile delineare tra
l’offender e la vittima?
Il Geographic Profiling
si costituisce come un metodo di localizzazione della zona in
cui è più probabile che l’autore di un reato risieda al fine di
restringere la ricerca dello stesso in un’area geografica
delimitata
• Esso spiega come l’offender attui, sulla base delle proprie
mappe mentali, la scelta, a lui più opportuna e confacente,
dei luoghi ove commettere l’azione criminosa: dove attuare i
suoi comportamenti scegliendo la strada più breve, un
obiettivo di facile accesso, un via di fuga libera, il tutto in un
certo raggio di vicinanza alla propria residenza.
• L’Offender nella creazione delle proprie mappe mentali,
seleziona, elabora ed implementa i vari spazi, luoghi ed
aree in modo razionale secondo una propria logica del
minimo sforzo e massimo risultato.
Questo processo di analisi geografica attuato dal
criminale, presuppone che le sue azioni delittuose
avvengano all’interno di una certa area, cosiddetta di
“consapevolezza”, ovvero l’insieme di tutte le località
la cui conoscenza supera determinati livelli minimi.
L’area di consapevolezza include lo spazio o area di
attività,comprendente la zona che si frequenta
abitualmente, nella quale si vive o si lavora, nonché i
percorsi di collegamento con le altre zone. E’
ragionevole pensare che all’interno dello spazio di
attività le persone si sentano più sicure di agire in
quanto hanno una dimestichezza con la zona in cui
si trovano.
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