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La figlia del Reggimento

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La figlia del Reggimento
Pièce teatrale rielaborata
da
La figlia del Reggimento
di Gaetano Donizetti
Iniziativa realizzata nell’ambito
del Progetto Diderot della Fodazione CRT
PROGETTO DIDEROT 2014-2015
Pièce teatrale rielaborata
da
La figlia del Reggimento
di Gaetano Donizetti
(1797-1848)
Melodramma comico in due atti.
Libretto di Jules Henry Vernoy de St. Georges
e Jean François Alfred Bayard.
Versione italiana di Callisto Bassi
Libretto per le scuole
a cura di Gabriele D. G. Bolletta e Girolamo Angione.
Regia di Girolamo Angione
Preparazione musicale e supervisione, Gabriele Bolletta
Direttori dell’esecuzione musicale: Gianmaria Griglio e Michele Spotti
Riduzione orchestrale: Antonello Lerda
Coreografie di Gianni Mancini
Scene di Gian Mesturino,
Manuela Robbe, Mario Covino, Cinzia Miccoli e Anna Rita Schirra
@sopra le righe, biella
stampa botalla, gaglianico (bi)
MARIA, vivandiera, soprano
TONIO, giovane svizzero, tenore
SULPIZIO, sergente, basso buffo
LA MARCHESA DI BERCKENFIELD, attrice
ORTENSIO, segretario particolare della marchesa, attore
OLIVIO, servitore della marchesa, prestigiatore
BELCORE, un soldato, attore
MALATESTA, un soldato, attore
La figlia del Reggimento
di G. Donizzetti
SOMMARIO
La magia del Diderot
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Gaetano Donizetti – Cuore e lavoro
La giovinezza e gli esordi
Napoli e Bellini – Storia di un’amicizia non corrisposta
L’arrivo a Parigi e l’esordio a l’Opéra Comique
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La figlia del reggimento – La “piccola opera” che rese grande Donizetti
Dall’esordio parigino alla “piccola opera comica”
Il confronto con l’eredità di Rossini
La struttura musicale
Dalla freddezza di Milano al trionfo di Torino
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L’operazione Diderot…
L’Opéra Comique, ovvero quando l’italia conquistò la Francia
I nostri personaggi
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Yes, We magic!
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Breve nota per gli insegnanti
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Finale15
Approfondimento16
Supporto online
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CD di supporto
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La magia del Diderot
Che ci fanno un pacifista convinto, un servitore capace di mirabolanti magie ed una marchesa un
po’ snob nel bel mezzo di un reggimento in Svizzera? Ed un giovane un po’ scavezzacollo con un
sergente tutto d’un pezzo, ma di buon cuore? E soprattutto cosa ci fa una bellissima ragazza, dal
viso angelico, ma dai modi da soldataccio, in mezzo alle truppe?
Lo potrete scoprire solo assistendo a La figlia del reggimento, l’opera comica che Gaetano Donizetti
ha scritto nel 1839 a Parigi e che Fondazione Teatro Nuovo e Liceo Germana Erba mettono in
scena curandone l’allestimento e le parti coreografiche e teatrali in collaborazione con Accademia
Perosi di Biella, Masters of Magic e La Fabbrica dei suoni di Venasca. Lo spettacolo si inserisce
nell’ambito del Progetto Diderot della Fondazione CRT, grazie al quale tutte le scuole primarie e
secondarie del Piemonte e della Valle d’Aosta possono integrare i propri piani di offerta formativa con
un ricco programma di lezioni, laboratori, spettacoli, mostre e visite didattiche. Tali iniziative, la cui partecipazione è gratuita, consentono agli studenti di approfondire le materie tradizionali con metodologie
innovative e di avvicinarsi a discipline che non sempre vengono inserite nei programmi curricolari.
La protagonista è Maria, una bellissima ragazza trovata sul campo di battaglia ed adottata, quando era ancora in fasce, da un intero reggimento. Cresciuta tra tanti soldatacci come padri è diventata un vero maschiaccio, refrattaria ad ogni buona maniera. Alla sua ricerca, però, c’è la marchesa di Berckenfield, accompagnata dal fido segretario Ortensio, che detesta la guerra e chi la fa e
che da buon pacifista dà in smanie solo alla vista di una divisa, figurarsi di un reggimento intero!
Maria, infatti, è la nipote della marchesa e quest’ultima la vuole riportare a casa per darle il titolo
che le spetta. A complicare le cose si aggiunge pure Tonio, un giovanotto del paese, così innamorato di Maria da spingersi persino ad arruolarsi nel reggimento pur di conquistarla. Proprio al
momento della firma si vede portar via la sua amata dalla marchesa ed in preda alla disperazione
giura a se stesso di diventare almeno capitano per poterla sposare.
Veglierà su di lui Sulpizio, un sergente dal cuore grosso come una palla di cannone e che si
impegnerà a ricongiungere i due giovani innamorati, anche a costo di allearsi con Ortensio, che
considera un damerino con i suoi modi da pacifista. Così, in un susseguirsi di intrecci, dove fa la
sua comparsa pure un pizzico di magia grazie a Olivio, aiutante di Ortensio e scaltro prestigiatore, Maria e Tonio potranno finalmente coronare il loro sogno d’amore con la benedizione della
marchesa e l’esultanza di tutto il reggimento.
Lo spettacolo, della durata di circa 65’, vedrà in scena cantanti lirici, attori, corpo di ballo e un
prestigiatore, con l’accompagnamento dell’Orchestra Master dei Talenti diretta da Gianmaria Griglio e Michele Spotti. Durante la rappresentazione le scuole saranno coinvolte direttamente nello
spettacolo, tramite scene coreografiche appositamente studiate in platea e sequenze ritmiche di
battimano e canti, che tutti gli allievi impareranno in classe durante le ore di laboratorio. Il progetto
didattico e l’esecuzione sono pensati espressamente per far vivere il Teatro nelle scuole in un modo
nuovo ed entusiasmante, coinvolgendo gli studenti in ogni momento della rappresentazione.
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Gaetano Donizetti – Cuore e lavoro
In pochi lo sanno: chi è stato il compositore che ha scritto il maggior numero di opere liriche nella
storia? Gaetano Donizetti! Con più di 70 opere, oltre a numerose composizioni di musica sacra e da
camera, Donizetti regala all’Italia l’onore di aver dato i natali al più prolifico musicista di tutti i tempi.
Sarebbe però sbagliato ricordarlo solo per la sua musica. Donizetti è stato infatti soprattutto un
uomo veramente appassionato del suo lavoro, infaticabile, amico di tutti e capace di gettare il
cuore oltre ogni ostacolo.
La giovinezza e gli esordi
Domenico Gaetano Maria Donizetti nacque a Bergamo il 29 novembre del 1797.
I suoi genitori erano di umili condizioni, il padre era un guardiano e la madre tessitrice. Non avevano certo i soldi per avviare il figlio allo studio e quindi il destino del giovane Gaetano sembrava
volgere verso la ricerca di un umile lavoro. Quello che però la famiglia Donizetti non aveva messo
in conto era la determinazione con cui Gaetano affrontava tutto. Se si metteva in testa di fare
qualcosa, non lo fermava nessuno!
Così gli accadde un giorno di sentire la banda musicale della sua città e fu subito un amore fatale:
decise fermamente fin da quel momento che avrebbe composto musica. Il problema però è che non
aveva i soldi per pagarsi le lezioni. C’era a quel tempo la possibilità di ricevere una sorta di borsa di
studio presso l’istituto musicale retto dai maestri Giovanni Mayr e Francesco Salari. La condizione
per accedervi era tuttavia quella di servire come cantore nel coro. Sarebbe stata la soluzione ideale
per il giovane Gaetano… peccato che la sua voce fosse abbastanza sgradevole e sguaiata!
Un altro ragazzo si sarebbe probabilmente arreso, ma non certo lui: si mise con così tanta determinazione a studiare musica da convincere il Mayr a prenderlo comunque come suo allievo.
Ne nacque un rapporto fortissimo: Giovanni Mayr divenne per Donizetti più di un secondo padre.
Proprio il Mayr, che aveva una discreta fama in Italia come compositore, iniziò dopo qualche anno
a mandare l’allievo prediletto in giro per sostituirlo in alcuni incarichi.
Donizetti iniziò a comporre a ritmi frenetici prima a Venezia, poi a Roma ed infine giunse a Napoli.
Ovunque lavorava con grande impegno e sempre con umiltà e gentilezza.
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Napoli e l’incontro con Bellini - Storia di un’amicizia non corrisposta
Un po’ a tutti a noi è capitato di vivere l’esperienza di essere rifiutati come amici da una persona
che stimiamo molto. Così è successo anche a Donizetti, quando si recò a Napoli, che tra il ‘700 e
l’800 era la capitale italiana della musica.
Nel 1822 Napoli fu scossa da un mezzo scandalo: il grande maestro Rossini, che dirigeva il
San Carlo ed il Conservatorio, scappò destando non poco scalpore e costringendo l’impresario
napoletano Barbaja ad assumere Donizetti per portare in scena La zingara, opera semiseria su
libretto di Andrea Leone Tottola, affidata in origine proprio a Rossini.
Il giorno della prima rappresentazione si trovava in sala Vincenzo Bellini, giovanissimo e talentuosissimo compositore catanese. Bellini rimase colpito dal modo di scrivere musica di Donizetti, ma
nello stesso tempo, pur riconoscendogli una grande creatività, lo considerava abbastanza rozzo. Al
contrario Donizetti, che era un compagnone ed amava avere sempre nuovi amici, si affezionò subito a Bellini. Fu un’amicizia mai corrisposta. Negli anni seguenti Bellini si affermò come uno dei più
grandi compositori italiani, ma continuò sempre apertamente a criticare Donizetti. Anzi, forse proprio dalle sue critiche nacque l’antipatico nomignolo di Dozzinetti, che il compositore bergamasco si
portò poi dietro per tutta la vita. Donizetti aveva un cuore troppo buono per prendersela e continuò
al contrario a stimare Bellini, fino a dedicargli un Requiem alla sua morte, avvenuta nel 1835.
A Napoli Donizetti trascorse anni meravigliosi. Socievole e molto generoso, si divertiva a stare in
mezzo alla gente ed imparò benissimo persino il dialetto napoletano.
Alternò la sua carriera tra Napoli e Milano, dove raccolse i primi grandi successi con Anna Bolena, L’elisir d’amore, Lucrezia Borgia e Lucia di Lammermoor.
A Napoli fu direttore artistico dal 1822 al 1838 e presentò ben diciassette opere in prima esecuzione. A metà degli anni ‘30 Donizetti sembrava aver raggiunto il meritato successo dopo anni
di duro lavoro, ma tra il 1835 ed il 1837 la sua vita fu attraversata da dolori che lo segnarono
profondamente: la perdita del padre, della moglie e dell’ultima figlia.
Fu un periodo durissimo che lo gettò in un profondo sconforto, dal quale cercò di risollevarsi continuando a lavorare, ma senza successo e raccogliendo anche qualche fiasco.
L’arrivo a Parigi e l’esordio all’Opéra Comique
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Era il 1838. Donizetti non era uomo capace di arrendersi e dopo un anno di tentennamenti decise
di riprendere in mano la sua vita e si trasferì a Parigi.
La Francia era in quel tempo la massima aspirazione di tutti i musicisti. Si trattava di una grande sfida,
poiché bisognava imparare una nuova lingua, il francese e confrontarsi con un pubblico molto esigente. Era però un’opportunità imperdibile, perché conquistare Parigi significava conquistare l’Europa.
In quegli anni i compositori italiani erano molto apprezzati dal pubblico francese, che però rimproverava loro una sorta di “povertà scenica”. Infatti i Francesi amavano avere nelle opere sequenze
di balletto, che la tradizione italiana invece non prevedeva. Dall’incontro tra l’opera buffa italiana
ed il gusto francese nacque così un genere nuovo, l’Opéra Comique, di cui Donizetti divenne
uno dei più grandi esponenti. Proprio al teatro dell’Opéra Comique Donizetti esordì con La fille
du régiment, suo primo grande successo parigino. Ne seguiranno altri, tra cui Les martyrs, Don
Pasquale e Linda de Chamonix.
Sembrava l’inizio di una nuova fase del compositore bergamasco, quando si ammalò gravemente.
Ritornato a Bergamo, si spense nel 1848. L’intera città lo pianse. Ora riposa assieme al suo maestro Giovanni Mayr nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Città Alta.
Resta la sua immensa produzione artistica a ricordare ai posteri l’instancabilità, l’entusiasmo e la
dedizione al lavoro, che hanno caratterizzato tutta la sua vita.
La figlia del reggimento,
la “piccola opera” che rese grande Donizetti
Dall’esordio parigino alla “piccola opera comica”
Nel 1838 Donizetti decise di lanciarsi in una nuova avventura: Parigi. Lavorare nella capitale francese era in quel periodo il sogno di ogni grande musicista di tutta Europa, sia per il prestigio che
ne derivava sia per le opportunità che la Francia offriva. Parigi era però anche una grande sfida,
perché il pubblico francese era piuttosto diffidente verso i compositori stranieri e per conquistarlo
bisognava davvero arricchire il proprio repertorio ed il proprio stile.
C’è da dire che i compositori italiani non si gettavano subito allo sbaraglio. In genere affrontavano
il loro primo debutto in terra francese al Théâtre Italien, dove si eseguivano solo opere italiane ed
in lingua italiana. Questo teatro era una sorta di little Italy in terra francese. Così è stato anche per
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Donizetti, che già nel 1835 si era recato per un breve periodo a Parigi per rappresentare proprio
all’Italien la prima del suo Marin Faliero.
Dal 1838 Donizetti comincia però a pensare in grande: vuole iniziare una nuova vita in Francia e
soprattutto vuole conquistare il pubblico francese. Nulla lo spaventa, nemmeno il dover imparare
bene una nuova lingua. Del resto aveva già imparato alla perfezione il tedesco, il dialetto napoletano ed un pochino di spagnolo. Ha in mente una grande opera, il Poliuto, il cui progetto è stato
più volte censurato in Italia. E mentre lavora a questa grande opera, ne scrive una “piccola”, come
la definisce in una lettera ad un amico.
La piccola opera in questione è La fille du régiment, su un libretto scritto appositamente da Jean-François-Alfred Bayard e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges.
Il confronto con l’eredità di Rossini
Donizetti aveva compreso più di ogni altro artista dell’epoca che ormai l’opera buffa era giunta
con Gioachino Rossini alla sua massima espressione. Qualsiasi compositore che si fosse cimentato nel genere buffo avrebbe dovuto fare i conti con le innovazioni rossiniane, difficilmente
eguagliabili.
Donizetti capì allora che bisognava riportare l’opera buffa in un certo senso alle sue origini, semplificando la composizione musicale e ritornando alla struttura delle scene tipica della tradizione
comica antecedente a Rossini.
Nello stesso tempo aveva ben chiaro che per ottenere il successo doveva scrivere qualcosa che
ricordasse ai Francesi la Francia.
Insomma, l’operazione era tutt’altro che semplice: unire i ritmi ed i colori della musica francese al
modo di porre le commedie tipico della tradizione italiana.
Da questa operazione complessa prende l’avvio del progetto de La fille du régiment.
Le musiche sono brillanti, le marce, tanto care ai francesi, incalzano e coinvolgono con il loro
ritmo il pubblico e soprattutto permettono brillanti sequenze di coreografia. Nello stesso tempo la
struttura comica rimane quella di un’opera buffa secondo la tradizione italiana.
Non sfuggì ai Parigini il carattere francese della musica ed infatti dopo una prima accoglienza un
po’ timida e sospettosa la “piccola opera” di Donizetti divenne un successo straordinario e con
oltre mille repliche divenne l’opera “straniera” più rappresentata in Francia nel XIX secolo.
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La struttura musicale
Perché Donizetti per primo definì La fille du régiment una “piccola opera”? Il motivo è semplice:
doveva andare in scena al Théâtre de l’Opéra Comique, che non era di grandi dimensioni ed
aveva anche una buca per l’orchestra di dimensioni limitate.
Quando la concepì, quindi, il maestro pensò espressamente ad un’orchestrazione più leggera e
con meno strumenti. Scelse un numero limitato di voci principali, solo tre (soprano leggero, tenore
e basso buffo) e diede ai ruoli secondari meno spazio di quello che avrebbe fatto per esempio
Rossini. Il coro, invece, in Donizetti non è più solo un contorno, ma parte integrante della narrazione, accontentando in questo i gusti francesi, che amavano molto l’impatto delle masse. Le stesse
musiche richiamano con brio movimenti coreografici e di marcia, pensati per coinvolgere con la loro
energia il pubblico. Infine non ci sono recitativi accompagnati dal cembalo, ma solo dialoghi recitati.
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Dalla freddezza di Milano al trionfo di Torino
L’Opéra Comique, ovvero quando l’Italia conquistò la Francia
Dalla Francia l’opera attraversò presto le Alpi ed arrivò in Italia.
Il Teatro alla Scala decise di proporla a Milano per la stagione del 1840, ma in lingua italiana. La
traduzione del libretto fu affidata a Callisto Bassi.
In un teatro delle dimensioni gigantesche come quello milanese la piccola opera risultò essere
davvero troppo piccola ed ottenne una accoglienza piuttosto fredda.
Il successo in Italia non tardò però ad arrivare. L’anno successivo toccò a Torino, il 13 aprile
1841, presso il Teatro d’Angennes. Lo sanno in pochi, ma questo teatro è stato uno dei più importanti del Nord Italia nella prima metà del XIX secolo. La facciata di quell’edificio è tutt’ora visibile
in via Principe Amedeo, con l’insegna di Teatro Gianduja.
L’opera a Torino fu rappresentata di nuovo in francese, che a quell’epoca era la lingua ufficiale del
Regno di Sardegna e fu un successo strepitoso.
Da allora La fille du régiment divenne con le sue arie acute e brillanti ed i suoi ritmi incalzanti il
vero banco di prova per le più grandi voci di tutti i tempi.
Quando Donizetti approdò in Francia aveva già scritto diverse opere buffe, la più famosa delle
quali è di sicuro L’elisir d’amore. Aveva inoltre già da tempo deciso di ritornare ad una struttura più
classica dell’opera buffa rispetto a Rossini: i due innamorati delle sue commedie erano sempre
due voci brillanti di soprano e di tenore, il pasticcione di buon cuore era un basso dallo scioglilingua facile e poi nel mezzo c’era spesso uno sbruffone, in genere con voce di baritono, che dava
il via a tutte le vicende comiche.
Giunto a Parigi, però, il suo stile risultò un po’ povero per i gusti francesi, sia come orchestrazione,
sia come visione dello sviluppo teatrale. Pochi personaggi, poche masse, musica spesso “troppo
mielosa”. Il gusto francese reclamava spettacoli di impatto, con una grande moltitudine di cantanti
ed una maggiore forza orchestrale. E soprattutto esigeva una cosa che proprio il teatro italiano
aborriva: sequenze di coreografia e di danza! Dalla felice fusione della tradizione buffa italiana con
il gusto musicale francese nacque un nuovo genere, l’Opéra Comique, di cui La fille du régiment
rappresenta uno dei più grandi successi. Con i suoi cori, le sue marce, i suoi ritmi brillanti ed incalzanti è stata una delle opere più eseguite in Francia nell’800.
Non dimentichiamoci mai però che Donizetti era italiano e come tale aveva un certo gusto all’ironia ed allo sfottò: siccome ai Francesi piaceva così tanto la danza, si prese su di loro una piccola
rivincita, rifilando, proprio in apertura del secondo atto, una disastrosa lezione di ballo alla protagonista, Marie, nome che rievocava proprio le ragazze italiane.
L’operazione Diderot…
Che ci fa un prestigiatore nel bel mezzo di un’Opera? Ed un attore o un ballerino? Di sicuro può
sorgere il dubbio di non trovarsi di fronte ad uno spettacolo lirico e nemmeno ad un’operetta. Se
avete avuto questo sospetto allora potete stare tranquilli: AVETE RAGIONE! Infatti il Progetto
Diderot, con il progetto didattico Ascoltar Cantando… La figlia del reggimento, realizza una operazione unica nel suo genere con la missione di far innamorare i ragazzi della magia del Teatro,
in tutte le sue forme, canto, ballo, recitazione e persino giochi di prestigio. E siccome il Diderot è
un progetto davvero ambizioso, si è posto pure una serie di altri target. Anzitutto cerca di dare un
messaggio di apertura a tutto ciò che è nuovo, inteso come opportunità da cogliere. Proprio per
questo motivo è stato scelto un compositore come Gaetano Donizetti, che non si è mai arreso
di fronte a nuove sfide ed occasioni di crescita. Quando ha avuto la possibilità, non ha esitato
nemmeno per un istante a viaggiare per l’Europa, imparando anche due lingue, il francese ed il
tedesco e confrontandosi con culture di popoli molti diversi.
Viaggiare, parlare in tutta Europa e confrontarsi con tante persone è la massima espressione della
libertà e ai tempi di Donizetti, con tutte le frontiere presenti, era davvero una grande sfida.
Il teatro però è soprattutto il luogo dove tutti i sogni possono magicamente trasformarsi in realtà.
Cantare, ballare, recitare non sono privilegio solo di eletti dal Destino, ma espressioni di uno
studio e di un impegno costante.
Il nostro allestimento de La figlia del reggimento è pensato specificamente per il pubblico scolastico, che diventa partecipe allo spettacolo in diversi momenti. Protagonisti della nostra storia
sono inoltre giovani allievi del Liceo Germana Erba Coreutico, Teatrale Scenografico e dei Corsi
Professionali Post Diploma della Fondazione Teatro Nuovo. Saranno loro, insieme a cantanti lirici
professionisti, ad animare le scene cantando, danzando e recitando, il tutto in uno spettacolo che
nell’arco di circa un’ora racchiude tutti i passaggi fondamentali della trama e le più celebri pagine
musicali.
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I nostri personaggi
Questa particolare edizione de La figlia del Reggimento presenta nella struttura dei personaggi
qualche differenza rispetto alla versione originale di Donizetti.
Maria: è una bellissima ragazza allevata da un intero reggimento. Lavora sodo e si impegna,
però decisamente non le hanno insegnato le buone maniere! È un angelo imprigionato nel
corpo di un maschiaccio! Nonostante i modi rozzi, però, è dolcissima e sinceramente innamorata di Tonio. Certo, è più brava a spostare le palle di cannone che a fare le carezze, però
nessuno può dubitare dei suoi sentimenti e del suo affetto. Nello spettacolo sarà interpretata
da un soprano.
Tonio: è un ragazzo un po’ scavezzacollo. Immaginatevi ora che succede se uno così incontra
una ragazza molto, ma molto più scavezzacollo di lui... non può che innamorarsene! Ed infatti è
quello che gli succede quando incontra Maria, un amore così fatale da fargli persino mettere la
testa a posto e spingerlo ad arruolarsi nel reggimento. E con il coraggio con cui affronta tutte le
sfide in poco tempo riesce a diventare persino capitano, grado che gli permetterà di sposare la
sua bella Maria. Nello spettacolo sarà interpretato da un tenore.
Sulpizio: è il sergente maggiore ed il responsabile della disciplina di tutto il reggimento. Lo sentirete spesso borbottare… ma in fin dei conti è un uomo con un cuore gigantesco e potete stare
sicuri: se avrete bisogno di un aiuto, Sulpizio sarà in prima fila ad aiutarvi. Pare burbero ma in
fondo è molto simpatico. Per lui bisogna sempre essere pronti all’azione! ATTENTI! Nello spettacolo sarà interpretato da un basso buffo.
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La Marchesa di Berckenfield: il nome non è molto simpatico e lei... non fa nulla per esserlo! È
una nobildonna dai modi molto eleganti e très très chic. Finalmente, dopo anni di ricerca, riesce
a ritrovare la nipote Maria, che temeva persa per sempre e come prima cosa cerca di educarla
al galateo con lunghe e terribili lezioni di danza e di canto. Povera Maria, che brutta punizione il
galateo! In realtà la nostra Marchesa è dolce e premurosa, solo che non sa come rapportarsi alla
nipote. Nello spettacolo sarà interpretata da un’attrice.
Belcore e Malatesta: il nostro reggimento ha due caporali un po’ pasticcioni. Se Sulpizio è un
uomo tutto d’un pezzo, i suoi subalterni lo sono molto, ma molto meno. Sono gelosissimi di Maria,
al punto che per fidanzarsi devono prima essere convinti loro due! I nomi non sono casuali, ma
sono tratti da personaggi di altre due opere di Donizetti: Belcore da L’elisir d’amore e Malatesta
da Don Pasquale. Nel nostro spettacolo saranno interpretati da due attori e sosterranno tutto il
canto corale.
Ortensio: è il segretario particolare della Marchesa di Berckenfield. Convinto pacifista, ha in profonda antipatia qualsiasi divisa. La vita dell’esercito per lui è un inutile spreco di tempo e poi tutte
quelle marce e quella disciplina... Ovviamente ha un pessimo rapporto con Sulpizio, che invece
è tutto esercito e rigore. È un grandissimo chiacchierone e se non ci fosse Olivio ogni tanto a
mettergli un freno non la smetterebbe mai di parlare! Nel nostro spettacolo sarà interpretato da
un attore.
Olivio: è un altro servitore della Marchesa. Meno parole e più sostanza, se Ortensio è la mente,
Olivio è il braccio. Adesso vi sveliamo un segreto: Olivio ha un dono speciale. Con le mani può
fare qualsiasi cosa voglia. Gli basta muoverle in un modo che conosce lui solo ed in un attimo
tutto si avvera! Nel nostro spettacolo, infatti, sarà interpretato da un prestigiatore.
Ora ci sono tutti gli ingredienti, quindi... che la magia del teatro cominci!
YES, WE MAGIC!
Pensavate che fosse tutto finito? Ed invece eccovi un’altra sorpresa. La vera magia del Teatro non
è solo assistere ad uno spettacolo, sentirne i suoni e gli odori e vederne le luci... No. È sentirsi
coinvolti in prima persona. Ed allora adesso avrete anche voi la possibilità di compiere delle magie.
Non abbiate fretta però ad agitare la bacchetta. Prima di tutto dovete chiedervi perché diventare
maghi e soprattutto cosa significa dedicarsi ai giochi di magia.
Il nostro Olivio, che è un bravissimo prestigiatore, ha una storia da raccontarvi.
È successo tutto molto tempo fa, ancora prima che il nostro amico incontrasse Ortensio e la Marchesa. Era una ragazzino. Ogni volta che chiedeva qualcosa si sentiva sempre rispondere di no.
Posso volare? No! Posso dipingere nel cielo? No! Posso prendere le stelle? NOOO!
Tutti questi no cominciarono a stancarlo. Ora voi penserete che le sue richieste fossero un po’
troppo pretenziose. Se questo è davvero il vostro pensiero, lasciate perdere, non sarete mai
maghi! Ma se per una volta iniziate a rispondere “SI’”, allora tutto cambia colore e la magia ha
inizio nella vostra vita.
Così è stato anche per Olivio. Un giorno aprì i suoi occhi e decise che la parola “Sì” avrebbe preso
il posto di ogni “No”.
Facile a dirsi, direte voi. Ora che l’hai detto, come fai a realizzare ogni cosa?
Ma è ovvio: Olivio capì che il vero problema era porsi le giuste domande. Se vuoi far scomparire
una moneta, per esempio, il vero problema non è far svanire la moneta, ma capire dove essa è
realmente. Forse non si è mai mossa dalla mano o semplicemente è sempre stata dove gli occhi
non la vedono.
Iniziate a capire? Il problema non è arrivare sulla Luna, ma far sì che la Luna sia proprio dove
decidete che essa debba essere.
E dunque se anche voi imparerete come Olivio a decidere come le cose intorno a voi debbano
comportarsi sarete finalmente pronti a dare un tocco di magia alle vostre giornate ed anche voi
potrete dire come lui, “YES, WE MAGIC”!
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Breve nota per gli insegnanti
Gentili docenti, lo spettacolo al quale assisterete è concepito per coinvolgere attivamente, se lo
vorrete, i vostri allievi.
Chiediamo la vostra collaborazione per preparare gli studenti.
1) Momenti di canto e di battimani: durante lo spettacolo sono previsti due momenti di canto
ed uno di battimani. Si è scelto per quest’anno di cantare insieme ai ragazzi il celebre Rataplan scritto da Donizetti per il reggimento. Troverete in allegato al presente libretto un CD
con 9 tracce. Esse contengono le basi musicali per studiare in classe i momenti di intervento
dei ragazzi durante lo spettacolo.
Suddivisione tracce CD:
- Traccia 1: contiene la “Sortita dei soldati” con l’indicazione del momento del battimani.
- Traccia 2: contiene sotto tempo la base musicale solo audio del “Rataplan” che i ragazzi
devono imparare per poi cantarlo durante lo spettacolo.
- Traccia 3: contiene sempre sotto tempo la base musicale del “Rataplan” cantata dagli allievi
dei Corsi Professionali di Fondazione Teatro Nuovo*.
- Traccia 4: è identica alla terza con l’aggiunta di una voce che conta le battute.
- Traccia 5: contiene il coro cantato dai ragazzi insieme alle risposte di Sulpizio, sempre sotto
tempo.
- Traccia 6: contiene la base senza canto nel tempo giusto che sarà eseguito durante lo spettacolo.
- Traccia 7: contiene sempre nel tempo giusto la base musicale del “Rataplan” cantata dagli
allievi dei Corsi Professionali di Fondazione Teatro Nuovo*.
- Traccia 8: è identica alla settima con l’aggiunta di una voce che conta le battute.
- Traccia 9: ha il coro e la voce di Sulpizio ed è cantata esattamente nel tempo previsto per lo
spettacolo.
2)Bandierine: Come gadget da realizzare in classe proponiamo agli allievi di preparare delle
bandierine che rappresentino le nazioni di tutto il mondo, anche di fantasia. Le bandierine
saranno sventolate nella prima parte dello spettacolo dopo un invito che partirà da Sulpizio e
durante le passerelle finali di saluto.
Ed ora siete tutti pronti ed arruolati per questa nuova avventura del Progetto Diderot!
* Si ringraziano per il loro contributo alla realizzazione del CD gli allievi dei Corsi Professionali di Teatro Nuovo Torino Marco Anzil, Andrea Di Lernia, Andrea Peron e Giuseppe Serra.
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Approfondimento
Supporto online
Collegandosi al sito internet http://www.acsoltarcantando.it è possibile accedere all’area riservata (richiedere username e password all’Accademia Perosi) in cui saranno messe a disposizione le partiture scaricabili direttamente online e i file musicali dei brani contenuti in questo libretto.
Sarà inoltre possibile essere sempre informati su tutte le notizie riguardanti il progetto (orari, date,
variazioni, prove, ecc...) oltre a reperire ulteriore materiale didattico di approfondimento.
La disposizione degli strumenti in un’orchestra
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www.ascoltarcantando.it
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www.fondazionecrt.it
http://www.facebook.com/fondazionecrt
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La Fondazione indirizza progetti e risorse in molteplici settori riconducibili a tre macro-aree di
intervento: Arte e Cultura, Ricerca e Istruzione, Welfare e Territorio. Un impegno che in oltre 20
anni di attività si è tradotto in oltre 1 miliardo e 500 milioni di euro, distribuiti prevalentemente nel
Nord Ovest d’Italia.
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La Fondazione Cassa di Risparmio di Torino è un ente non profit interamente dedicato alla crescita e allo sviluppo economico, sociale e culturale del Piemonte e della Valle d’Aosta. Prende vita
nel 1991 dalla Cassa di Risparmio di Torino, da cui ha ereditato lo spirito filantropico. È persona
giuridica privata, senza fine di lucro, dotata di piena autonomia gestionale, orientata a scopi di
utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico.
Partnership
Fondazione Teatro Nuovo e Liceo Germana Erba
Coreutico, Scenografico Teatrale
DIRETTORE
CD di supporto
Registrazione realizzata a scopo didattico e dimostrativo
Guida sintetica sull’utilizzo a fini didattici di materiali protetti dal diritto d’autore tratto da: http://campus.unibo.it/help/linee_guida.html scaricato in data 18.11.2013
[…]
k) il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico, se effettuati per uso di critica o di
discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini
di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali. Nelle antologie ad uso
scolastico la riproduzione non può superare la misura determinata dal regolamento, il quale fissa la modalità per la determinazione dell’equo compenso.
Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell’opera, dei nomi dell’autore,
dell’editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta.
Si noti come la possibilità di fare una citazione non possa concretarsi nella riproduzione integrale dell’opera citata: dunque non sarà citabile, ad
esempio, un’opera fotografica oppure un’opera letteraria breve o brevissima.
Una norma di recente introduzione consente oggi anche la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e
musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. I limiti al
suddetto uso didattico o scientifico saranno definiti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali.
La Fondazione Teatro Nuovo di Torino, opera stabilmente nella struttura del Teatro Nuovo
come centro di eccellenza per la Danza e le Arti Performative a livello regionale, nazionale e internazionale, secondo un progetto unitario e coordinato, collegando numerose realtà del territorio
con interazioni su scala mondiale per un progetto mirato alla valorizzazione dei giovani talenti.
Protagonisti degli spettacoli sono gli allievi del Liceo Germana Erba – Coreutico, Scenografico
Teatrale, accanto ai migliori elementi dei Corsi Professionali Post Diploma del Fondo Sociale
Europeo, i quali progettano e realizzano gli elementi scenici e partecipano all’allestimento e alla
rappresentazione.
Coordinati da Girolamo Angione per la regia e da Gabriele Bolletta per la preparazione musicale,
gli allievi saranno chiamati quest’anno a misurarsi con un autentico capolavoro dell’opera buffa
e saranno coinvolti in esaltanti esperienze di grande valore professionalizzante sul piano dell’allestimento scenico e dell’impegno interpretativo attraverso un reale confronto con il lavoro in
palcoscenico. Lo spettacolo, dopo il debutto al Teatro Nuovo, affronterà una capillare tournée nei
grandi teatri del province del Piemonte e della regione Valle d’Aosta.
Sito internet: www.teatronuovo.torino.it
Accademia Perosi onlus
Il “Perosi” è un’istituzione che dal 1973 costituisce un unicum nel panorama culturale e musicale
italiano occupandosi di corsi di educazione di base e di alto perfezionamento musicale, di una Stagione concertistica, di Liuteria, di Editoria, di Conferenze e di Mostre.
La sua attività didattica comprende corsi di base, corsi accademici e progetti educativi nelle scuole
piemontesi.
L’attività concertistica, giunta alla 39a edizione, nel corso degli anni ha realizzato più di 700 concerti
e una presenza di pubblico di quasi 100.000 persone.
L’Accademia Perosi è una scuola di alto perfezionamento e grazie all’estrema eccellenza del corpo
docente ed ai risultati conseguiti dai propri studenti, ha acquisito fama mondiale tanto che il quotidiano La Stampa l’ha definita “La Scuola dei Maestri di Musica”. I corsi sono paragonabili a master
post laurea. La maggior parte degli studenti che hanno frequentato i corsi a Biella sono ora docenti
di Conservatorio, professori nelle orchestre o concertisti.
Sito internet: www.accademiaperosi.org - www.ascoltarcantando.it
La Fabbrica dei Suoni
L’Associazione culturale La Fabbrica dei Suoni nasce per iniziativa di giovani musicisti, insegnanti
di musica, impegnati in progetti di sperimentazione di pratiche didattiche innovative. L’Associazione
si caratterizza per una intrinseca vocazione alla ricerca, ideazione e attuazione di attività e linguaggi
didattici originali di riconosciuto rilievo culturale ed artistico. Ne è testimonianza la progettazione e
realizzazione dei parchi tematici interamente dedicati al suono e alla musica: “La Città di CuMaBò”,
“La Fabbrica dei Suoni” e “L’Atlante dei Suoni”.
L’Associazione svolge sin dalla nascita anche un’intensa attività di organizzazione di eventi musicali,
corsi di educazione alla musica, promuove masterclass volte all’approfondimento della conoscenza
degli strumenti cardine della musica occitana e della world music, propone laboratori didattici per
gruppi di ragazzi e bambini e organizza corsi di aggiornamento per insegnanti, educatori e animatori.
Sito internet: www.lafabbricadeisuoni.it
Master of Magic
L’avanguardia dello spettacolo magico contemporaneo leader, in Italia e nel mondo, per la produzione di spettacoli live e televisivi legati all’illusionismo. Masters of Magic è un’associazione culturale
italiana che si occupa d’illusionismo; organizza spettacoli e grandi eventi, crea programmi Tv, realizza prodotti per gli addetti ai lavori e progetta iniziative dedicate alle aziende.
L’organizzazione è nata nel 2008 da un’idea di Walter Rolfo, prestigiatore professionista, autore,
conduttore televisivo e produttore. L’associazione organizza dal 2008 il Festival Magico di Saint Vincent (AO), il più importante evento al mondo dedicato all’illusionismo con artisti ed ospiti provenienti
da ogni parte del pianeta. Masters of Magic organizza il 26° Campionato Mondiale di Magia – FISM
ITALY 2015 che, sotto la Presidenza di Walter Rolfo, si terrà per la prima volta nella storia in Italia.
La Mission di Masters of Magic è trasformare l’ordinario in straordinario, rendendo ogni momento,
ogni evento, speciale ed indimenticabile.
Sito internet: www.mastersofmagic.tv
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