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pedro zamora
PEDRO ZAMORA
Dialoghi del silenzio
DIALOGHI DEL SILENZIO
GALLERIA D’ ARTE CONTEMPORANEA
via statuto 13
20121 milano
www.statuto13.it
[email protected]
+39 02 36559443
in mostra presso la Galleria
dal 01 luglio al 14 luglio
orari di apertura al pubblico
dal martedì al sabato
dalle 11:00 alle 19:00
Pedro Zamora è un artista a tutto tondo che ha in cuor suo l’intento di voler sperimentare molteplici
tecniche incrociandole tra loro. Angoli ottusi, acuti, diagonali, verticali che sono la proiezione di cornici
di legno, tagliate, smussate e adagiate sul supporto che a sua volta funge da baricentro per tutta la
composizione artistica. Lo stesso accade con i lavori che l’artista Zamora ci propone su supporti di
cartone e materiale ready made, dove l’equilibrio sembra intonare una sinfonia tra materia, colore e
sentimento.
L’angolarità e l’idea delle linee spezzate mi fanno soffermare sul pensiero della vita, a volte complessa (come un angolo appunto), a volte spezzata, a volte continua e lineare.
La potente metafora applicata dall’artista funziona molto bene, arriva diretta al cuore e senza necessariamente romperlo in più pezzi, sussurra quanto sia caduca la nostra esistenza.
Non credo si tratti di un’indagine concettuale, piuttosto di un insieme di sensazioni, emozioni pulsanti,
che emergono dall’inconscio di Zamora fino a sfiorare il ricordo collettivo di quel momento, di quel
viaggio, di quell’amore.
PROGETTO GRAFICO
Maddalena Gesess
TESTO A CURA DI
Massimiliano Bisazza
AUTORE DELLE OPERE E SECONDO TESTO
Pedro Zamora
in copertina - dettaglio
LA NOTTE omaggio a M. Antonioni
59x57 cm
cartone
Pedro Zamora is a complete artist who has at heart the intent to want to experiment with multiple
techniques crossing them with each other. Obtuse angles, acute, diagonal, vertical which are the
projection of wooden frames, cut, smoothed and laid on the support which in turn acts as a centroid
for the whole artistic composition. The same happens with the work that the artist offers us Zamora
on cards and material ready made, where the balance seems to sing a symphony of matter, color
and feeling.
The angularity and the idea of ​​broken lines make me dwell on the thought of life, sometimes complex
(as an angle in fact), sometimes broken, sometimes continuous and linear.
The powerful metaphor applied by the artist works very well, it comes right to the heart and not necessarily break it into several pieces, whispers how fleeting our existence.
I do not think this is an investigation conceptual, rather than a set of feelings, emotions buttons, which
emerge from the Zamora up to tap the collective memory of that moment, of that journey, of that love.
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The first time I saw the work of Pedro Zamora noticed a just composure and balance technical and
compositional really interesting; much to want to see and know more. I wrote to him and we understand each other now, as a demonstration of the fact that not always have to talk too much; sometimes the dialogue of understanding intellectual or even the dialogue of silence known to be much
more direct and perceptible.
I warned that the works of Pedro Zamora were just perceptible in the silence, scrutandole from
various points of view, under the multiple angles, as if they had more aspects or contrasting personalities together. Quite the opposite of everything. This is the primordial sense that I got emotionally.
The decision to use frames cut, of various colors, wood and echoing the idea of ​​collage - often with
material such as cardboard precisely, Ed - I was pleasantly reported investigation of Marcel Duchamp
and his followers.
Inanimate matter, reused, decontextualized moves on the media chosen by the artist as our lives
buzzing each, around each other.
In some ways I could not even remember my lessons of History of Contemporary Art, where there
was talk of cubism and analytical cubism - I think of Fernand Léger and Picasso ... but not only two-dimensional paintings on canvas; while many works of Pedro Zamora have a “plus”, are three-dimensional, acquire that extra dimension that is only felt by us living by us mortals.
La prima volta che vidi i lavori di Pedro Zamora notai una giusta compostezza e un equilibrio tecnico e
compositivo davvero interessanti; tanto da volerne vedere e sapere di più. Gli ho scritto e ci siamo capiti subito, come a dimostrazione del fatto che non sempre è necessario parlare troppo; a volte i dialoghi d’intesa intellettiva o addirittura i dialoghi del silenzio sanno essere molto più diretti e percepibili.
Ho avvertito che le opere di Pedro Zamora fossero appunto percepibili nel silenzio, scrutandole dai
vari punti di vista, sotto le molteplici angolature, come se avessero più aspetti o personalità contrastanti tra loro. Tutto il contrario di tutto. Questo è il senso primordiale che mi è arrivato a livello
emotivo.
La scelta di utilizzare cornici tagliate, di vari colori, di legno ed echeggiare l’idea del collage - spesso
anche con materiale come il cartone appunto, ndr - mi ha piacevolmente riportato all’indagine di
Marcel Duchamp e dei suoi seguaci.
Materia inanimata, riutilizzata, decontestualizzata si muove sul supporto scelto dall’artista come le
nostre vite ronzano l’una, attorno all’altra.
Per certi versi ho potuto anche ricordare le mie lezioni di Storia dell’Arte Contemporanea, dove si
parlava di cubismo e cubismo analitico - penso a Fernand Léger e Picasso…ma non solo - dipinti
sulla tela bidimensionale; mentre molte opere di Pedro Zamora hanno un “plus”, sono tridimensionali,
acquistano quella dimensione in più che è percepibile solo da noi viventi, da noi mortali.
“A ‘work of art should be significant of his time, like any other intellectual manifestation, whatever it is.
And painting as visual necessarily the reflection of external conditions, and not psychological. Each
pictorial work must have a current value and an eternal, long-lasting. “(Cit. Fernand Léger).
“Un’ opera d’arte deve essere significativa della sua epoca, come ogni altra manifestazione intellettuale, qualunque essa sia. E la pittura in quanto visuale è necessariamente il riflesso delle condizioni
esterne, e non psicologiche. Ogni opera pittorica deve avere un valore momentaneo ed uno eterno,
che dura nel tempo.” (cit. Fernand Léger).
Noteworthy are the gifts of Pedro Zamora to names of Italian artists that will surely resonate in the
collective memory of our country - I am referring to “pay homage to Massimo Campigli,” Michelangelo
Antonioni and Rino Gaetano - in addition to the memory dedicated to the great master of abstract
expressionism Philip Guston, so dear to Pedro Zamora.
Notevoli sono gli omaggi di Pedro Zamora a nomi di artisti italiani che sicuramente echeggiano nella
memoria collettiva del nostro Paese - mi riferisco a “omaggio a Massimo Campigli”, Michelangelo
Antonioni e a Rino Gaetano - oltre al ricordo dedicato al grande maestro dell’espressionismo astratto
Philip Guston, tanto caro a Pedro Zamora.
I strongly believe that the artistic work of Pedro Zamora is equipped with both a current value is an
eternal and will remain in flux, as its trace on the sand, but that even the wind will necessarily erase.
Credo fortemente che l’opera artistica di Pedro Zamora sia dotata sia di un valore momentaneo sia
di uno eterno e che resterà in divenire, come una sua traccia sulla sabbia, ma che neppure il vento
saprà necessariamente cancellare.
Massimiliano Bisazza
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Massimiliano Bisazza
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REMOVING RUBBLE
RIMUOVENDO MACERIE
It may seem strange, but it all starts with a cartoon on the sidewalk.
A visceral attraction to the color turns me on and urges me to direct action: collect them immediately
and keep them as a sacred fire in the study.
And manipulating it is, this is what it is, in design, proportion and arrangement
each piece is produced catharsis.
“Catarsis” leading these boxes, redeemed by trash literally, to live another life.
Può sembrare strano, ma tutto comincia con dei cartoni sul marciapiede.
Una viscerale attrazione per il colore mi accende e mi spinge all’azione diretta: raccoglierli immediatamente e conservarli come un fuoco sacro nello studio.
Ed è manipolandolo, questo è quello di cui si tratta, nel design, proporzione e disposizione
di ogni pezzo che si produce la catarsi.
“Catarsis” che porta queste scatole, riscattate letteralmente dall’immondizia, a vivere un’altra vita.
Away from the virtual, that seems to invade our everyday, I try sensations primary painting, understanding it as a beloved presence, and I do not paint.
Lontano dal virtuale, che sembra invadere il nostro quotidiano, cerco sensazioni primarie della pittura, intendendola come presenza che diletta, e lo faccio senza dipingere.
This return to the origins begins with a radical option: the use of cardboard as the only raw material.
Questo ritorno alle origini comincia con un’opzione radicale: l’utilizzo del cartone come unica materia
prima.
Each of the pieces that make up the work was first found, choice and “torn” from the street
as a process prior to the next formal study.
In this strange journey to return the remains of cartons bent, broken, dirty, abandoned in the trash
appear to recover the innocence lost. Not only that, after having completed their work of “service” to
society, abandon this role in order to become pure presence.
Objects undone, redone that shine with their own light.
In these “Cartoons”, delicate structures emerge between fields of color are enriched with traces
use, everyday.
Flickering lines, chapped and uncertain fight a duel with the purest geometry.
I do not paint anything.
There are, at times, traces of housework, painting remains in cardboard boxes that served as a basis
for painting the benches of the beach, or, other, to protect the floor of a local restructuring.
But I do not paint.
Only I try to associate, to value, to balance.
Ultimately, to put “every piece in place.”
the customer.
An authentic universe of colors, shapes, textures which do not always the case.
I am inspired by this.
But not only. And ‘the use of products, broken container, unmade, stained ...
This plus of elegance that brings the experience, and ‘what interests me most.
This is how they appear -in the trash or in the immediate vicinity of the bins, the street in general-these wonderful exhibits, witnesses of our existence, that I decide to collect.
I join them, I want this anonymous “noise” of life is my raw material.
And that’s when I feel almost a supere urban hero, saving the treasures buried in the bins, I think, in
reality, it is they who redeem me.
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Ognuno dei pezzi che compongono l’opera è stata prima trovata, scelta e “strappata” dalla strada
come processo previo al successivo studio formale.
In questo strano viaggio di ritorno, i resti dei cartoni piegati, rotti, sporchi, abbandonati nella spazzatura sembrano recuperare l’innocenza persa. E non solo questo, dopo aver compiuto il loro lavoro di
“servizio” alla società, abbandonano questo ruolo per convertirsi in pura presenza.
Oggetti disfatti, rifatti che brillano di luce propria.
In questi “Cartoni”, delicate strutture emergono tra i campi di colore e si arricchiscono con le tracce
dell’uso, della quotidianità.
Linee tremolanti, screpolate e incerte si battono a duello con la geometria più pura.
Io non dipingo nulla.
Ci sono, a volte, tracce di lavori domestici, resti di pittura in cartoni che servirono come base per
dipingere le panchine della spiaggia, o, altri, proteggendo il pavimento di un locale in ristrutturazione.
Ma io non dipingo.
Solo cerco di associare, dar valore, equilibrare.
In definitiva, di mettere “ogni pezzo al suo posto”.
il cliente.
Un autentico universo di colori, forme, texture ai quali non sempre facciamo caso.
Mi ispiro a questo.
Ma non solo. E’ l’uso di prodotti, i contenitori rotti, disfatti, macchiati…
Con questo plus di eleganza che il vissuto apporta, e’ ciò che più mi interessa.
Così è come appaiono -nella spazzatura o nelle immediate vicinanze dei cassonetti, per la strada
in generale- questi reperti meravigliosi, testimoni della nostra esistenza, che decido di raccogliere.
Mi unisco a loro, voglio che questo anónimo “rumore” della vita sia la mia materia prima.
Ed è quando quasi mi sento un supere eroe urbano, salvando tesori sepolti nei cassonetti, penso
che, in realtà, sono loro che riscattano me.
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The imperfections of the material, the glimpses and traces of duct tape ripped leave footprints
capricious in works that are “painting without painting.”
Le imperfezioni del materiale, gli squarci e le tracce di nastro adesivo strappato lasciano impronte
capricciose in opere che risultano “pittura senza pittura”.
Continuous, but are always on the road.
Overlook the wooden planks from a container of debris of a building site, pieces of fixtures that
They had to be replaced, furniture bedrooms now old and out of fashion that evoke in me
forms have been forgotten.
I’ll go get the car and gather these scraps ... I guess already what to do.
The pieces of wood, continuous process ... wooden planks found in the street, samples of discarded
frames and usuratissimi wood panels used on construction sites, are woven intervening space
Continuo, ma sono sempre per strada.
Si affacciano delle assi di legno da un contenitore di macerie di un cantiere, pezzi di infissi che
dovevano essere sostituiti, mobili di camere da letto ormai vecchi e fuorimoda che rievocano in me
forme ormai dimenticate.
Vado a prendere la macchina e raccolgo questi scarti…immagino già cosa farne.
I pezzi di legno, continuo questo processo... assi di legno trovate per strada, campionari di cornici
scartate e gli usuratissimi pannelli di legno usati nei cantieri, si intrecciano intervenendo nello spazio
E ‘for some time that observe, walking towards the study, that a part of the edge of bricks that delimits
a garden, has split. There are bricks on the sidewalk. There is a block consisting of several pieces
which together form a línea curve and I’m surprised.
I see an arc thrown on the floor: it is a type of construction synthetic irresistible, are architect.
When, later, I see the piece rejected by the workers who rebuilt the edge of the garden with new
bricks, I have no doubt: this recovery rest of urban archeology.
I put up this arc, and appears a bridge.
E’ da tempo che osservo, camminando verso lo studio, che una parte del bordo di mattoni che delimita un giardino, si è spaccata. Ci sono mattoni sul marciapiede. C’è un blocco composto da più pezzi
che insieme formano una línea curva e mi sorprendo.
Vedo un arco buttato per terra: è una forma costruttiva sintetica irresistibile, sono architetto.
Quando, tempo dopo, vedo il pezzo scartato dagli operai che ricostruiscono il bordo del giardino con
laterizi nuovi, non ho dubbi: recupero questo resto di archeologia urbana.
Metto in piedi quest’arco, ed appare un ponte.
We continue.
Near a container of debris I find a simple element, powerful, brutally fascinating.
Then I realized, noting it was heavy, because it was outside, and not inside the container.
A block with steel handles: an ironic “bag of cement”, conceptual paradox that, I would like to Miuccia
Prada.
Continuiamo.
Vicino a un contenitore di macerie scopro un elemento semplice, potente, brutalmente affascinante.
Poi capii, constatando com’era pesante, perchè si trovava fuori, e non dentro, il contenitore.
Un blocco con maniglie d’acciaio: un’ironica“borsa di cemento”, paradosso concettuale che, penso
piacerebbe a Miuccia Prada.
I sometimes get the feeling that all civilization works for me. Let me explain.
The huge demand in all sectors, requires an immensity of products, which, on a daily basis, we build
and throw.
Products conceived, designed and packed with a wealth of solutions unimaginable.
And it is precisely the latter part of the process, what interests me: the packaging.
Ho a volte la sensazione che tutta la civilizzazione lavora per me. Mi spiego.
L’ingente domanda in tutti i settori, richiede un’immensità di prodotti, che, quotidianamente, costruiamo e buttiamo.
Prodotti concepiti, progettati e impacchettati con una ricchezza di soluzioni inimmaginabili.
Ed è precisamente l’ultima parte del processo, quella che mi interessa: il packaging.
Packaging whose function is now not only protect the product, but to present it to attract and seduce
An authentic universe of colors, shapes, textures which do not always the case.
I am inspired by this.
But not only. And ‘the use of products, broken container, unmade, stained ...
This plus of elegance that brings the experience, and ‘what interests me most.
This is how they appear -in the trash or in the immediate vicinity of the bins, the street in general-these wonderful exhibits, witnesses of our existence, that I decide to collect.
I join them, I want this anonymous “noise” of life is my raw material.
Packaging cui funzione ormai non è solo proteggere il prodotto, ma presentarlo per attrarre e sedurre
Un autentico universo di colori, forme, texture ai quali non sempre facciamo caso.
Mi ispiro a questo.
Ma non solo. E’ l’uso di prodotti, i contenitori rotti, disfatti, macchiati…
Con questo plus di eleganza che il vissuto apporta, e’ ciò che più mi interessa.
Così è come appaiono -nella spazzatura o nelle immediate vicinanze dei cassonetti, per la strada
in generale- questi reperti meravigliosi, testimoni della nostra esistenza, che decido di raccogliere.
Mi unisco a loro, voglio che questo anónimo “rumore” della vita sia la mia materia prima.
And that’s when I feel almost a supere urban hero, saving the treasures buried in the bins, I think, in
reality, it is they who redeem me.
Ed è quando quasi mi sento un supere eroe urbano, salvando tesori sepolti nei cassonetti, penso
che, in realtà, sono loro che riscattano me.
Pedro Zamora
Pedro Zamora
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BIANCO SU BIANCO
134x118 cm
cartone
10
LO SPECCHIO
132x100 cm
cartone
11
PAESAGGIO PER MALEVICH I
28x38 cm
cartone
12
PAESAGGIO PER MALEVICH II
28x38 cm
cartone
13
senza titolo
43x27 cm
cartone
14
senza titolo
32x21 cm
cartone
15
senza titolo
10x14 cm
cartone
16
senza titolo
20x14 cm
cartone
17
a destra
LA NOTTE omaggio a M. ANTONIONI
59x57 cm
cartone
a sinistra
senza titolo
33x14 cm
cartone
18
19
a destra
TUTTI FRUTTI
137x132 cm
cartone
a sinistra
senza titolo
44x59 cm
legno e cartone
20
21
TRICOLORE
24x36 cm
cartone
22
TRICOLORE
58x96 cm
cartone
23
TRICOLORE (1)
14x21x5 cm
legno
TRICOLORE (1)
14x21x5 cm
legno
25
RICORDO DI LA ALHAMBRA
72x65x57 cm
legno
26
RICORDO DI LA ALHAMBRA
72x65x57 cm
legno
27
RICORDO DI LA ALHAMBRA
72x65x57 cm
legno
28
RICORDO DI LA ALHAMBRA
72x65x57 cm
legno
29
C’ ERA UNA VOLTA UNA PIAZZA
505x50x34 cm
legno
30
C’ ERA UNA VOLTA UNA PIAZZA
505x50x34 cm
legno
31
C’ ERA UNA VOLTA UNA PIAZZA
505x50x34 cm
legno
32
PALAZZO omaggio a Massimo Campigli
34x52x10 cm
legno
33
senza titolo
32x40x12 cm
legno
34
senza titolo
39x32x5 cm
legno
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PONTE
52x11x24 cm
ready mare (cemento e mattoni)
36
BORSA omaggio a Philip Guston
35x42x13 cm
ready made a(cciaio e cemento)
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LOGGIA BIANCA
114x142 cm
cartone
38
LOGGIA ROSSA
114x112 cm
cartone
39
LA GRANDE BATTAGLIA
156x200 cm
cartone
40
senza titolo
140x122 cm
cartone
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MA IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU omaggio a Rino Gaetano
230x130 cm
cartone
42
senza titolo
86x64 cm
cartone
43
senza titolo
69x45 cm
cartone
44
45
46
47
Fly UP