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Eleanor – Immagini e Parole di Paul Silvani ed Eleanor LeJune

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Eleanor – Immagini e Parole di Paul Silvani ed Eleanor LeJune
Eleanor – Immagini e Parole
di
Paul Silvani ed Eleanor LeJune
eBook Free - Edizione 2013
Copyright
Eleanor – Immagini e Parole
Di Paul Silvani ed Eleanor Lejune
eBook Free
Indice
Copyright
Indice
Blog di interesse per gli eBooks
Introduzione
Libro che aderisce alle regole Self-Publish
L’Inizio
Pensieri
La Proposta
Profumo di libertà
Lo sguardo di Paul
Confidenze tra amiche
L’Incontro
Particolari
Contemplazione
Il Trio
Il Piacere
Riflessioni
Marito ed amico
Il Risveglio
Conclusione
La Trilogia di Eleanor
Blog di interesse per gli eBooks
eBooks di Storia gratuiti
eBooks Erotici gratuiti
eBooks Writers
eBooks e Libri gratis
E-Kindle Books
Il Tuo E-Book
Pianeta E-Book
Sito di riferimento:
Horror Crime
Introduzione
Le immagini di Paul Silvani e le parole di Eleanor LeJune per un percorso nella Letteratura
Erotica.
Il procedimento creativo di Paul Silvani è partecipe del linguaggio poetico di Eleanor LeJune.
Le sue visioni erotiche muovono da premesse razionali e sposandosi con la parola leggera della
scrittrice determina un incontro tra l’immagine e la parola che, amalgamando con sapiente
analisi, la ricerca dell’anima riesce a convergere verso indubbi segni di uno stile semplice ma
efficace.
Un eBook che vuole essere un attimo di piacere. Nulla di più.
Libro che aderisce alle regole Self-Publish
Questo libro è stato redatto secondo le regole di coloro che aderiscono al Self-Publish.
Indipendentemente l’uno dall’altro, gli autori del Self-Publish si sono imposti delle
regole che si possono così riassumere.
L’e-book deve essere redatto in modo che sul dispositivo di lettura si possa leggere
come un libro cartaceo. In più, deve rispondere a:
Speciale formattazione del testo.
Per fare capire il concetto vi facciamo un esempio.
Testo non formattato.
Guy de Maupassant è considerato uno dei migliori scrittori francesi della scuola naturalista.
La sua arte, d'un oggettivismo e d'una semplicità rari, pervasa da un'onda di cruda sensualità,
da un pessimismo tenace e fatale, cui tutti gli elementi debbono tristemente soggiacere,
eccelle nella rappresentazione del piccolo mondo borghese, con le sue malinconiche tragedie e
la sua tenace quotidiana fatica, con tutte le sue miserie di carne e di spirito e i suoi inutili
eroismi e le sue innocue perfidie.
Testo formattato
Guy de Maupassant è considerato uno dei migliori scrittori francesi della scuola
naturalista. La sua arte, d'un oggettivismo e d'una semplicità rari, pervasa da un'onda di
cruda sensualità, da un pessimismo tenace e fatale, cui tutti gli elementi debbono
tristemente soggiacere, eccelle nella rappresentazione del piccolo mondo borghese, con
le sue malinconiche tragedie e la sua tenace quotidiana fatica, con tutte le sue miserie
di carne e di spirito e i suoi inutili eroismi e le sue innocue perfidie.
Si ritiene che il testo formattato richiami molto di più l’attenzione sulle parole base che
formano il concetto della frase, facendo in modo che esse si imprimano più facilmente nella
memoria.
I dialoghi sono riportati in corsivo.
Esempio: Entrò per vedere. Una brunetta, dal naso impertinente e lo sguardo vivo, si alzò
e gli domandò:
«Desiderate, signore?».
«Desidero conoscere che cos'è questo luogo.»
Interattività dei testi.
Altra caratteristica la forma interattiva. Cioè la possibilità di connettersi ad Internet se il
lettore ha a disposizione una connessione. Esempio:
1894: Les chansons de Bilitis
1896: Aphrodite: moeurs antiques
Testi illustrati.
Le illustrazioni, senza dubbio, abbelliscono il libro. Per quanto possibile si cerca di inserire
le illustrazioni negli e-book Self-Publish. Le illustrazioni in un libro cartaceo hanno un
costo proibitivo, mentre nella forma elettronica questo costo non esiste e l’unico
inconveniente è che rendono il file scaricabile più pesante, quindi con tempi di attesa più
lunghi, ma questo con l’ADSL sempre più veloce è un problema relativo.
Il libro, poi, prima di essere pubblicato, viene sottoposto alla lettura agli altri aderenti al
Self-Publish che ne decretano la pubblicazione oppure no. Se ne valuta la scorrevolezza,
se è scritto in un italiano corretto e se possa essere considerato interessante. Non si
interviene, invece, sull’atmosfera del libro. Ci si spiega meglio: un libro può essere d’azione
o intimista e così via. Ed è chiaro che ogni ambientazione, atmosfera, ha i suoi lettori, per
cui sarebbe incorretto agire su tali parametri. Si ritiene, pertanto, che un e-book SelfPublish possa essere considerato accettabile. Comunque, per una valutazione dello stesso,
si invita sempre ad scaricarsi un estratto. Ciò assicura, a colui che ha intenzione di comprarlo,
una sua autonoma valutazione non influenzata da critiche, interessate o meno,
positive o negative, a volte apertamente pretestuose.
L’Inizio
Jean-David ha appena finito di scrivere l’ultimo capitolo del suo saggio La Filosofia
dell’Eros quando si ricorda che Eleanor, sua moglie, poco prima, l’ha pregato di
accompagnarla in giardino, per fargli vedere gli ultimi lavori effettuati.
- Poco prima, - si disse.
Ma quel poco prima erano due ore prima. Vedendo passare la cameriera le chiede:
- Non hai visto mia moglie?
La ragazza si volge verso di lui e gli sorride
- E’ in giardino. Sta controllando la capanna di muschio che ha fatto costruire davanti alla
vecchia torre. Un lavoro a regola d’arte, le piacerà. La signora ha molto gusto.
Jean-David l’osserva. E’ appena stata assunta da sua moglie e deve riconoscere che ha
fatto un’ottima scelta.
La ragazza è veramente bella con i suoi lunghi capelli biondi che le
scendono a coprirle le spalle, i seni piccoli e ben rialzati, i fianchi stretti e il corpo snello e
flessuoso su cui due occhi chiari sprizzano vivacità ed intelligenza.
Una tipica bellezza della Normandia. A Jean-David piacciono i suoi movimenti agili, gli
piace vedere come si muove leggera e servizievole, felice di servire la sua padrona, quasi ne
fosse innamorata.
Sgombra la scrivania dalla macchina da scrivere, riordina i fogli dattiloscritti, poi si avvia per
un vialetto alberato, nel fondo del quale scorge Eleanor che chiaramente non si è accorta che
si stava avvicinando. La sua figura si staglia contro i raggi di sole, enfatizzata dai giochi di luce
che emanano i fiori e le siepi.
Guarda qualcosa davanti a sé, oppure è semplicemente immersa nei suoi pensieri in un
atteggiamento che ormai Jean-David ha imparato a riconoscerle e che da alla sua persona un
aspetto quasi misterioso, che accresce la sua bellezza.
E, per quanto grande e luminosa sia la luce del giorno, la figura di Eleanor riesce a
dominarla. Quando è a poco più di in metro da lei, si volta al rumore dei passi e viene verso di
lui sorridendo:
- Sei in ritardo. Ti avevo pregato di raggiungermi circa due ore fa.
Ma, il tono della voce non è di rimprovero. L’alito del vento gli porta la sottile fragranza del
profumo di lei e il gradevole odore del suo caldo corpo.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Pensieri
Le prime ore del mattino, Eleanor le trascorre nello studio di Jean-David. Di là, il suo
sguardo spazia sul giardino di rose che circonda la villa. Quando la brezza estiva passa tra gli
alberi, penetrando dalla porta aperta, un sottile, intenso profumo di rose si spande nella
stanza.
Si sorprende a pensare che la luce degli specchi e dei damaschi le piace più che la luce del
sole e delle acque. La poesia di quelle stanza, destinate ad un’ignota vita, la commuove più
che la poesia del bosco coi suoi decrepiti ippocastani e le elci malinconiche.
Spesso, sdraiata per lunghe ore sopra l’immenso divano dorato, la testa reclinata sul
guanciale a ricami, i piedi poggiati sulla seta dei cuscini, si smarrisce di sogno in sogno. La
brunita levigatezza dei tessuti ha per lei misteriose voluttà, i delicati cammei, che ingombrano i
tavolini, inestimabili ed arcane significazioni; ognuno di essi non può che occupare quel posto,
ognuno di essi è necessario, come la lama di sole che, dalla porta socchiusa dell’atrio, dilaga
nella prima stanza e spinge riflessi nella seconda, riempiendola di una semiluce d’ipogeo. Le
sete e le stoffe lamellate d’oro acquistano una smorta vita e tutti i colori incupiti ricordano l’ora
indecisa, fra tramonto e notte, nella quale soltanto il bianco e le tinte chiarissime mantengono
un rilievo.
Nella semioscurità, gli specchi vuoti la riproducono all’infinito, spingendola per una fila senza
fine di grandi sale verso il salone fatato, al quale le utopie della sua fantasia cercano
inutilmente una porta aperta.
Ha le gote accese, il drappo che l’avvolgeva è scivolato via lasciandola completamente nuda
ed Ella s'incanta come un poeta dinanzi all'aurora del suo corpo. Una sottile seduzione, un
profumo di giovane donna esala da quella struttura tenera, ma dai contorni scattanti e le
finezze audaci. Sorride nella penombra, cogli occhi socchiusi, e quella penombra che la
ingrandisce, le rende un sogno per un altro.
Indistinte fantasticherie le vagano per la mente. Il ronzio ostinato delle api che attraversa
l’erba lunga, non rasa, sembra rendere il silenzio ancora più opprimente.
La casa, alla vigilia di quella nuova esperienza, le pare moltiplicare i suoi silenzi. Eleanor
pensa, risalendo il corso della propria vita, ai prossimi giorni limpidi d’affascinanti e terribili
incertezze.
Quel sì che ha pronunciato con voce vibrante, il cuore grosso d’orgoglio, quasi che tutto il
mondo fosse ad applaudire il suo eroico coraggio di fanciulla, lo ha mille volte meditato nel
silenzio della propria camera, di notte, quando Jean-David, dopo averla penetrata a lungo,
dorme e le tenebre si diradano sulla soglia di un mondo lontano. E deve riconoscere che le è
sfuggito nell’inconscia scelta di un momento supremo. Sta rischiando il suo matrimonio in un
gioco sconosciuto, ma tanto più attraente che la posta non le sembra eccessiva. Ma soffre,
comunque, le prime febbri del dubbio in un tumulto d’affetti e di ragionamenti.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
La Proposta
Il giorno prima Jean-David l’ha chiamata e fatta sedere ai suoi piedi, pregandola di dargli
una risposta. E nella luce soffusa del soggiorno, dopo qualche minuto di silenzio, aveva
cominciato a parlare di Alain.
E tanta era dolce la sua voce che una melodia appassionata si era diffusa nell’ombra,
avvolgendo di malia la sua anima estatica.
In un primo momento la meraviglia era stata superiore ad ogni altra sensazione, poi, quelle
parole lente, sinuose, vellutate, le avevano dato i brividi, saturandola di una voluttà così nuova
e sconosciuta che se ne era sentita tremare il cuore.
Le era parso che una forza misteriosa la sollevasse e la trascinasse nelle onde di quei
pensieri, attraverso un'atmosfera ricolma di delizie. Era rapita. Gli occhi avevano cercato
nell'ombra gli occhi vaganti del marito, le mani si erano tese ad un tratto alla ricerca del suo
sesso per ricadere subito inerti, le labbra avevano tentato di emettere suoni ma si erano
richiuse inutili e mute. Si era sentita tutta spirito, tolta per prodigio ad ogni necessità carnale,
in una sfera di irrealtà, in un mondo di commozioni profonde.
Quello che inconsciamente, forse, aveva desiderato per anni, l’impudenza che le si chiedeva,
ora si concretizzava.
Accondiscendendo, si poneva già oltre gli estremi confini del suo mondo, in uno onirico, ove
la notte poteva cantare la sua tenerezza. Vi era arrivata ad un tratto, senza muoversi,
restando ai piedi di Jean-David, nella sua casa, e questo era il prodigio e questa era la
constatazione dei poteri infiniti che suo marito aveva su di lei.
L’incantatore col suo flauto svegliava il rettile dal letargo, ne domava la volontà aggressiva,
ne rendeva docili le spire.
Ella era nell'incanto. Lo era per virtù di Jean-David, per la tenerezza della sua voce, per la
potenza delle sue parole, per la commozione della musica che producevano. Da quel momento
Ella si sarebbe soffermata ad ascoltare altri uomini, ad aspirare il profumo delle loro verghe, a
seguire con l'ansia dello sguardo le varie fasi delle loro erezioni nel candore trasparente delle
sue mani. E tutto questo sarebbe stato nulla di fronte alla musica che l’avrebbe avvolta, alla
melodia che l’avrebbe cullata.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Profumo di libertà
Mancano due giorni all’incontro fissato da Jean-David con Alain e quella mattina Eleanor
sta aspettando Paul per un servizio fotografico per la rivista di moda Fashion
International.
Seduta al cafè de la Concorde getta un sognante sguardo ai giardini del vicino castello.
Un poetico paesaggio di colline, boschi ed acque si spiega dinanzi ai suoi occhi.
Una brezza leggera gioca con i suoi capelli, e di tanto in tanto le solleva la gonna bianca di
lino, lasciando intravedere le gambe lunghe e affusolate. Poco più in là, ad un tavolo vicino,
alcuni giovani non nascondono la loro ammirazione per ciò che il vento concede al loro
sguardo.
Eleanor, anche nel suo vago sentore di un’ansia metafisica, ritrova il sorriso. Quegli sguardi
caldi, il calore del sole, attenuano la pena che ha nel cuore. Poi torna a raccogliere i suoi
pensieri.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Lo sguardo di Paul
Paul è costretto a guardarla, per controllare le sue mosse. E poiché il suo volto è protetto
dalla macchina fotografica, si permette di guardarla con una voracità che non si permetterebbe
a occhio nudo.
E’ affascinato dalle mani di lei, mani da sogno con dita lunghe e affusolate, unghie smaltate
lunghe e forti, molto femminili e sensuali, squisitamente modellate. Quelle mani erano state
create per le carezze e Paul se le immagina attorno ad un fusto maschile, agili, prensili,
determinate.
Eleanor deve essere conscia della bellezza delle sue mani, perché, dacché la conosce, non
le ha mai visto portare un anello ad esclusione della fede. Soddisfatto e compiaciuto di poterla
guardare a suo agio, le osserva gli occhi scuri, a tratti attraversati da lampi, da nuvole, da
bufere, da improvvisi squarci di luce, a tratti araldi di ardenti sprazzi di impudicizia. Quegli
occhi lo stordiscono.
Percepisce la passione al fondo dello sguardo di lei, una passione insita nella sua natura ma
contenuta dall’educazione ricevuta, dalla morale che ancora la serra in una morsa di falso
perbenismo. Avverte che Eleanor è una creatura nata per l’amore.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Confidenze tra amiche
- Che c'è?
Si è picchiato all'uscio. Eleanor s'appoggia col gomito sul letto. La giovane cameriera
sosta un attimo perplessa di fronte alla nudità della sua padrona, poi, sorridendo, annuncia
una visita, la signora Reage.
Con la voce rotta dall’emozione di quella visione inaspettata, Eleanor si chiede se non abbia
ragione Jean-David quando le dice che è innamorata di lei, dice:
- Il tè è pronto. La signora vuole ricevere la signora Reage nella sala da pranzo?
- No, non prenderò il tè, - dice Eleanor. - Introduci qui la signora.
Passa nel suo spogliatoio, aggiusta mollemente i suoi capelli, si incipria con mano lenta e
indifferente....
- Buon giorno, Marie, - dice rientrando in camera.
La Marie muove in fretta verso di lei:
- Hai un’aria imbambolata, Eleanor. E’ successo qualcosa? E come mai sei completamente
nuda? Ti sei appena alzata?
- Non è nulla, Marie. Solo pensieri.
- Stai ancora pensando alla richiesta di Jean-David? Mi avevi detto che avevi accettato con
gioia e che non vedevi l’ora di vivere questa avventura.
- Hai ragione, ma ieri notte è successo qualcosa che non avrei mai immaginato che potesse
succedere.
- Mi incuriosisci.
Eleanor fa un gesto evasivo. Marie prosegue:
- Non hai il diritto di tenere un segreto tutto per te, quando io sono qui per sostenerti ed
aiutarti con tutte le mie forze. Che avviene nella tua vita? Una passione forse?...
Marie è una persona essenzialmente schietta, leale, che sa mantenere un segreto. A
Eleanor piace la sua voce rapida, il suo gesto sciolto, i suoi occhi che sembrano sempre dire
alla gente: - Nella vita non c’è mai niente di irrimediabile!
Ed Eleanor non ha amica più sicura di quella libera donna rotonda e vivace, famosa per le
sue innumerevoli avventure.
Le due amiche si guardano fissamente.
- Marie, ieri sera ho tradito Jean-David con Paul.
- Misericordia! Non posso credere alle mie orecchie! Devi essere pazza di lui per dirmi una
frase simile! Tu, l’innamorata fedele, la moglie …..
Eleanor la interrompe:
- Non ho scopato per amore, lo desideravo e mi sono concessa a lui. E’ stato stupendo, ma
nulla di più.
- Ed allora dov’è il problema?
- Non so se dirlo a Jean-David, - sospira Eleanor.
- Ma perché dovresti dirglielo?
- Per lealtà!
- Lascia perdere la lealtà. Un uomo per quanto moderno possa sembrare è sempre un uomo
e non puoi sapere come reagisce, - dice Marie.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
L’Incontro
Eleanor da perfetta padrona di casa fa accomodare i due uomini nello studio di JeanDavid, su un soffice divano. Nel porgere un bicchiere di cognac, per un attimo china
leggermente il capo e il dolce profumo dei suoi capelli sale alle narici di Alain. La superba loro
bellezza sfiora quasi le sue labbra. Mentre si allontana, l’uomo ha l’impressione di udire, con
una irresistibile forza di attrazione, il fruscio sottile del nylon delle calze che strusciano una
contro l’altra, del tessuto della stretta gonna contro il vello del sesso.
Eleanor va a sedersi su una poltrona che fronteggia i due uomini. Essi possono così
intravedere, nella losanga del reggicalze e delle pieghe dell'inguine il rilievo del pube in un
gioco cangiante di colori: nero, ocra e rosa.
Eleanor non dubita che i due uomini siano rimasti più scossi dal rigonfio delle sue labbra
che dalle sue gambe, per quanto pienamente e sensualmente le mostri.
Alain loda la sua bellezza affermando che solo alla musica si può chiedere gli elementi di
paragone per il suo volto. Solo certe sonorità dai contorni rari e profondamente ambigui, certi
fraseggi incantatori, possono cercare di assimilare una bellezza davanti alla quale, fin dal
principio, nessuno può rendere giudizio.
Per quanti tentativi fa Eleanor di capire i rapporti, da lei fino a quel giorno totalmente
insospettati, che possono esistere tra Jean-David e Alain, questi le rimangono indecifrabili.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Particolari
Jean-David e Alain sono affascinati. I suoi occhi, quando Ella si crede inosservata, hanno
espressioni scintillanti, sembrano che siano divorati da un misterioso fuoco interiore, a stento
soffocato.
E sulla sua bocca, di mirabile disegno, dai toni opachi, si sparge il fascino delle grazie
orientali. Ella è umana e divina ad un tempo. Umana per il tepore delle sue linee nervose, per il
profilo dei suoi seni, dal disegno puro e regolare, che si sollevano e si abbassano nel ritmo
calmo del suo respiro, per le sue fini proporzioni, per i capelli neri come l’ebano, luminosi nel
buio della stanza; divina per la magia seduttrice che si intuisce contenuta nelle sue fibre sottili,
e per le sue pupille, porte celesti di un paradiso lungamente sognato.
La gonna, leggermente rialzata, mostra le gambe stupende, inguainate nelle calze fluenti e
sottili da sembrare viva pelle. Poterle soltanto toccare, intiepidite dalla contiguità con quella
carne cui aderiscono senza la minima increspatura. Ah, se lei vi acconsentisse. Se lo tollerasse.
Se lo volesse.
Il turgore dei loro sessi è ora evidente. Ed Ella si sente una regina, con quegli uomini che
ha incantato: sa di avere un corpo dolce e perfetto, ove alberga una forza che non ha mai
osato chiamare sensualità, ed ora si rifiuta di definirla per non sminuirla.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Contemplazione
Nel guardarsi allo specchio non si riconosce nel viso di quella donna che fa pensare ai gigli
e ai diamanti. Solo gli occhi, riconosce. Questi le sono familiari: c'è in essi un lampo della sua
infanzia.
E pensa: sono io, sono io che mi chiedevo così spesso cosa sarebbe stato di me? Sono io
che, quando ero sola, mi stringevo fra le braccia per infondermi coraggio e davo una piega
dura alla bocca, e pensavo ad un sogno....
Stringe ancora la bocca, cercando di rintracciarvi quella nettezza verginale della bambina
che ricorda, ma le sue labbra non riescono ad assumere la linea di un tempo.
L'attimo è passato e con esso il viso di quell'attimo: anche se avesse guardato per sempre
nello specchio, non lo avrebbe riveduto mai più. I capelli le cadono sulle spalle e non scorge
che l'inclinazione del suo corpo, l'alzarsi e abbassarsi del suo seno nudo, bianco, etereo, in
quella notte in cui la realtà ha perso i suoi contorni ed il sogno si è sostituito ad essa.
Com’è profonda, silenziosa la camera. Si volge improvvisamente dalla toletta per far fronte
alle ombre irreali che la circondano. Com’è silenziosa! Ma, ancora per poco.
Pronuncia il loro nome, dolcemente. La loro bellezza, l’immaginata bellezza del sesso
dell’ospite, la fantasticata dolcezza che, immagina, essi daranno all’incontro; tutto sembra
avvolgerla in angosciose immagini d’intollerabile piacere, che riesce però ad esorcizzare
attraverso un personale cerimoniale poetico che accetta le norme di un rigorosissimo
estetismo.
Il culto della bellezza e l’estetica del coito le permettono di trasformare le immagini più
oscene, le più audaci manifestazioni della sua fantasia malata, i più iperboli sogni di pura
carnalità, in poesia. La sua sofferenza si sublima in pure lezioni stilistiche.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Il Trio
Sente bussare ed ha paura di rispondere. Entrano. Eleanor li guarda estasiata. Mai uomini
hanno raggiunto un tale grado di bellezza. Pronunciano il suo nome e pare che nei loro occhi
vi sia uno sguardo smarrito, come se dubitassero di quel che vedono.
Il suo respiro è lungo e profondo; quando è nelle loro braccia trema in tutto il corpo, come
un albero che risponde ad un vento con una sommessa e continua vibrazione...
Eleanor.
Solleva ancora il capo verso di loro, e sebbene le sue labbra non si muovano, essi ricevono
un'impressione di sorriso, di felicità, di tregua, di riposo.
Le loro dita si allacciano. Eleanor leva gli occhi grandi, lucenti di lacrime. Sono pieni
d’implorazione e di dedizione, non per loro personalmente, ma per la nuova vita che loro
rappresentano per lei; e, mentre li guarda, non come uomini soltanto, ma come un fragile
simbolo di tutto quel che l'uomo può essere, la passione trabocca nel suo amore. Sono il
suo rifugio, ha in loro il suo solo unico rifugio.
Eleanor … Eleanor ….
Anche loro rimangono in silenzio, posseduti da una felicità così grande e così diversa da
tutte le felicità che prima hanno provato o immaginato. Una fiamma li percorre, il loro corpo
diviene un solo corpo, balzando da forza a forza.
L’enigma plastico della bellezza di Eleanor è oscuro ed attirante. Essi scorgono nel puro
disegno del viso un singolare contrasto d’espressioni. I suoi occhi sono così dolci, profondi,
lusinghevoli, tra i lunghissimi cigli, da far vacillare ogni residua resistenza, residuo dubbio.
Captano la sua anima. Si nutrono d’essa. Bevono il fascino voluttuoso che nasce da lei.
All'improvviso alzano le mani di Eleanor, le baciano e poi le chiudono a coppa sui loro sessi
turgidi. Non si sono spogliati, hanno denudato solo il sesso. Il toccare le verghe nude le dà
una sensazione di languore struggente che le serra la gola.
Sospira, come se tutta la vita le fosse stata data in custodia. Massaggia lievemente i
prepuzi inumiditi. E’ una lieve carezza. Incantati da tanta grazia, alzano il capo e spiano
lungamente il suo volto, silenziosi, con una sempre crescente comprensione dello stato
d’animo della donna, dei sentimenti che suscita in loro, del destino e del significato del loro
amore reciproco.
Com'era radioso quel viso! Com'è illuminato di tenerezza, d'accettazione, di rispetto!
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Il Piacere
Il piacere lievita immediato, ma riesce a controllarlo. Le spalle e le reni le si squassano per i
colpi che riceve incessantemente, ed il suo tormento fisico sprofonda in una solitudine di cui
ella sola conosce la misteriosa carezza.
Sta sognando. Un bel sogno! Forse i sogni possono essere belli, ma la realtà a volte li
supera. In che mondo inesplorato sta inoltrandosi guidata solo dalla sua passione! Non c’è più
in lei la difficoltà di immaginare che cosa sia l’ebbrezza letale dell’amore. Non giudica più
impossibile riversare il proprio animo in quello di uno sconosciuto. Tutte le storie d’amore che
ha letto, tutte le avventure amorose di cui ha sentito parlare, le sembrano insulse in confronto
alla sua. E lo conosce solo da poche ore.
Ora, i colpi che le assesta sono diventati ritmicamente regolari, tesi.
I loro respiri ardenti si confondono, i loro occhi incatenati si socchiudono, i loro corpi
ondulano negli spasimi, le loro bocche si uniscono con un’avidità da morsi.
La vulva, con le sue sottili vene, pare diffondere al membro dell’uomo un sempre rinnovato
vigore, inesauribile nel suo va e vieni. Eleanor desidera che eiaculi, che lo sperma si spanda
nella vagina a rinfrescare le pareti infuocate.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Riflessioni
Eleanor non sa spiegarsi i suoi nuovi sentimenti: provengono da un fascino indefinibile.
Forse è la dolcezza di Alain che la irretisce. Forse è la sua anima tormentata, nella quale ella
sente un torbido e nello stesso tempo, un puro respiro d’amore. Forse è quell’atmosfera
spirituale che l’uomo, nonostante abbiano fatto solo sesso, ha saputo creare intorno a loro.
Prova a chiedersi quale specie d’attrazione eserciti su di lei Alain, ma si trova sempre
davanti ad un enigma. Finisce con lo stupirsi della propria incapacità d’analizzarsi, con lo
sgomentarsi davanti alla certezza di un’attrazione forte ed inscrutabile insieme.
Nella luce incerta della stanza, quell’uomo sicuro di se, ma di cui ella indovina il palpito
della passione, la turba e le fa tenerezza. Una tenerezza non derivante dalla dolcezza del suo
carattere, ma da commozione.
Lo trova semplice, ingenuo nella sua spavalderia. Confessa i suoi pensieri e mentre parlano
continua a tenere tra le mani il pene, assaporandone la dolcezza del cedimento. La leggera
umidezza della punta la esalta e lei si scopre a pensare che, mai, ha accarezzato con tanta
tenerezza il membro di suo marito. Ciò la fa stare male, ma è un attimo, solo un attimo.
Il tempo che Jean-David esca dall’ombra.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Marito ed amico
I due uomini la guardano rapiti. Appare veramente bella, illanguidita, arrendevole, molle,
quasi fluida. I folti capelli buttati all’indietro, lunghi fino agli omeri, sono scompigliati al pari
della sua anima. Sul pallore del viso quella massa di capelli, lasciata andare, sembra che stia
per diffondersi in flusso. Le ciglia le spandono a sommo delle gote un’ombra che turba più di
uno sguardo.
Il primo ad avvicinarsi è Alain. La prende alle tempie e comincia a baciarla sulla bocca, sulle
gote, sugli occhi, su la fronte, sui capelli, con baci rapidi e leggeri. Eleanor si lascia baciare,
titubante e vergognosa.
I suoi occhi sembrano aver perduto la pupilla, sono senza centro, pieni di un tremolio chiaro
di forze che scaturiscono dal buio come il gorgoglio di una fonte. In quegli occhi si legge il
desiderio, forte, selvaggio, indistruttibile.
Lo sguardo di Jean-David le rimanda l’immagine della sua felicità, riversa come nell’atto di
mordere il piacere simile ad un frutto maturo che la bagni di succo vermiglio.
L'eccitazione di cui è carica l'atmosfera si riversa tutta sulla sua carne portandola all'estasi.
Prova immediatamente un orgasmo prolungato mentre Alain la possiede con lentezza
attraversando tutte le sue fibre ad una ad una.
Il lamento che le esce dalla gola è come un canto che si libra nell’aria, continuato,
straordinariamente dolce, diventa elegia. Si addolcisce come un sospiro, si affievolisce come un
gemito, si spegne.
Per Eleanor è un modo assolutamente nuovo di essere posseduta, non più legato al solo
sesso, ma che coinvolge l'intero suo corpo e la sua anima. E all’improvviso dal suo corpo, dalla
sua grazia, dalla sua potenza, dalle pieghe della sua carne, da tutte le linee della sua persona,
si forma qualcosa di breve ed indefinito, di fuggevole e di eterno, di consueto e
d’incomparabile.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Il Risveglio
Eleanor si sveglia tardi. Scosta con un piccolo movimento pigro il lenzuolo e si guarda
intorno. Un raggio di sole ha invaso la stanza e progredisce saturando tutta una parete,
illuminando i colori cangianti d’un quadro moderno, bruciando nel piccolo specchio a muro,
posandosi sulla fronte di Eleanor che si lascia avvolgere dal senso di torpore e di luce che le
danno il sole e la felicità.
Il posto di Jean-David è vuoto, il suo cuscino in disordine, il suo pigiama ai piedi del letto.
Deve essersi alzato molto presto, nonostante che si siano addormentati tardi, molto dopo che
Alain li ha lasciati.
Eleanor ricorda imprecisamente di aver sentito nel sonno greve dell’alba, un odore di
lavanda, un passo leggero e frettoloso e la sensazione di un bacio datole da una bocca fresca
di dentifricio.
Nella stanza regna un forte odore di sperma, le lenzuola stesse ne sono intrise. Al ricordo si
tocca con l’indice le labbra della vagina. Le mucose non sono più umide. Il seme maschile è
stato completamente assorbito.
Si alza a sedere, ma ricade subito inerte. Si sente tutta intontita dal sonno, quasi
indolenzita. Cerca con lo sguardo l’orologio, ma non riesce a trovarlo. Deve essere tardi. Dal
giardino provengono le voci della servitù. Voci che le danno un senso di piacere fisico.
Con angoscia ripensa a quanto avvenuto, poi ride del suo disappunto infantile e si rovescia
su un fianco, respirando con voluttà l’odore maschio che proviene dalle lenzuola.
Resta così, supina, senza movimento, pensando alla giornata che l’aspetta. Ha ancora voglia
di essere posseduta da Alain, ma sa che non è possibile. Jean-David, al suo manifesto
interesse per l’amico, ha mostrato disappunto, gelosia, ed ella non intende ferirlo.
Improvvisamente getta le coltri e scende con leggerezza dal letto. Nuda si avvicina allo
specchio, si raccoglie i capelli sulla nuca, li fissa con un fermaglio, si vede bella e ne gioisce.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
Conclusione
Eleanor sorride ai discorsi romantici del marito, ma nel suo sguardo passano delle ombre.
Pur nel benessere del tepore di quella stanza, di quegli attimi di impareggiabili intimità,
l’inquietudine non l’abbandona, insieme a un vago desiderio di non pensare, di non agire, di
non muoversi.
Alain non c’è più, perduto! Per sempre! Il suo ricordo le torna sempre più frequente, ne
rammenta il bel viso, le membra di velluto, la forma perfetta del suo corpo saldo, giovane.
Le sembra di avvertire nel cavo delle mani il suo pene favoloso e la lingua ha l’illusione di
assaporare il gusto dello sperma, che ricorda aspro ed abbondante.
Ricordi torbidi dapprima, ma poi anche il cuore comincia a partecipare al rimpianto. Tanto
che un’incomprensibile gelosia si impossessa di lei. Che starà facendo ora Alain? Solo, bello,
libero, padrone della sua vita. Chi sarà la fortunata donna che riceverà le sue attenzioni?
Alain, la sua muta preghiera rimbomba nel fondo della sua anima: in non so se avrei mai
potuto amarti, ma il grido di tenerezza che esce dalla mia mente vorrebbe potersi spegnere sul
calore delle tue labbra. Vorrei poter cancellare la mia ansia, persino il mio pensiero, il ricordo
di tutto ciò che ti ho concesso. L’ala del sogno mi ha sfiorato ed inebriata. Le tue amorose
insistenze, i tuoi slanci, la tua dedizione, mi hanno reso schiava. Non voglio. Non posso
mentire. Ti amo. Ti amo perdutamente. Ma amo anche Jean-David. Ed allora?
Quando si scuote, la notte è fonda e Jean-David non è più nella stanza.
(da Eleanor – Anima e Corpo di Eleanor LeJune)
La Trilogia di Eleanor
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