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I bambini vivaci crescono meglio!
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABB. POSTALE D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N°46) ART.1, COMMA 1, LO/MI RIZA Mensile FEBBRAIO 2013 N° 48 Anno V Italia € 4,50 Figli Felici F ici Fel F € 10,90 Pte Cont. € 7,00 CH CT 11,80 Chf I bambini vivaci crescono meglio! Figli Felici + La depurazione che ti ringiovanisce € 12,90 / Figli Felici + Lui e Lei € 14,40 Figli Felici + I cibi sicuri ci salvano la vita € 13,40 / Figli Felici + Le ricette BruciaGrassi € 12,90 / Figli Felici + Il prodigioso olio d’oliva € 12,90 COME CRESCERE BENE I NOSTRI RAGAZZI LO DICONO LE ULTIME RICERCHE Se da piccoli sono “scatenati” saranno più sicuri da grandi SPECIALE BULLISMO Smascheriamo i prepotenti che mettono in crisi i nostri bambini a pag. 34 LINGUAGGIO VIA LA STIPSI Come superare balbuzie e dislalia Curare l’intestino dei più piccoli CARNEVALE Le maschere fanno bene al cervello Sommario F E BBR A I O 25 20 13 SCOPRIAMO COSA STIMOLA E QUALI FATTORI POSSONO IMPEDIRE AL NOSTRO PICCOLO DI PARLARE BENE E IN MODO FLUIDO. SENZA ALLARMISMI N UME R O 48 DOS S I E R 25 Come superare le difficoltà della parola Il più delle volte non si tratta di veri e propri disturbi, ma solo di ritardi perché ogni bambino impara a esprimersi con i suoi tempi e i suoi modi. Ecco cosa serve sapere SPE C I A L E 34 Smascheriamo i prepotenti In ogni luogo possono verificarsi fenomeni di sopraffazione che possono mettere in crisi i nostri bambini: ecco come riconoscere i segnali di questo fenomeno e come intervenire 34 CYBERBULLISMO: ECCO UNO DEI MODI CON CUI RAGAZZI AGGRESSIVI PRENDONO DI MIRA I PIÙ DEBOLI IL 1° ANNO DEL BAMBINO 41 I piccoli disturbi che richiedono l'intervento del medico 54 AIUTIAMO I NOSTRI FIGLI A STABILIRE E MANTENERE IL LORO GIUSTO PESO: BASTANO POCHE E SEMPLICI REGOLE 6 Figli Felici Dai problemi cutanei al torcicollo, dal mughetto all’ernia ombelicale: il nostro bebè può accusare disturbi che spesso sono transitori e legati alla crescita. Vediamoli insieme SAL UT E 48 Lo sport fa bene a corpo e... mente Gli esperti suggeriscono 3 ore di attività fisica alla settimana, meglio se suddivise in tre giornate, per assicurare un allenamento ottimale, per il fisico e per il cervello 54 Bimbi e sovrappeso: è questione di educazione Con poche e semplici regole possiamo garantire ai nostri figli il benessere psicofisico da piccoli e gettare le basi per la loro buona salute da grandi. Ecco come 58 Quando l'intestino dei piccoli va in crisi L’intestino reagisce a virus, batteri e alimenti contaminati, ma anche a stati di tensione o emozioni intense, con una modalità istintiva e primaria E DU C A Z I ON E 66 Lascialo rischiare così può scoprire chi è e ciò di cui è capace È una “piccola peste”? Significa che vuole esplorare e conoscere il mondo. Permettigli di farlo a modo suo: così cresce più sicuro 70 Il primo amore: è platonico ma lascia il segno Questo stato d'animo rappresenta per un bambino un’incursione nel mondo dei sentimenti e delle emozioni ed è una vera e propria tappa di crescita per la sua intelligenza emotiva e sociale 76 La voce materna: è per il bambino un grande sollievo Nella vita di un bimbo un suono dolce ha il potere immediato di tranquillizzarlo quando è agitato o non sta bene: ecco perché la voce materna è tanto importante per lui 0- 3 a nn i 78 Il gioco per esprimere i pensieri L’attività “creativa” compare fin dai primi mesi di vita ed è uno strumento fondamentale di sviluppo per il bambino a livello cognitivo e affettivo Le rubriche 3 Editoriale 4 Le vostre domande 8 Caro pediatra ti scrivo 14 S.O.S. Genitori 18 Chiedilo al dottore 20 Dalla loro parte 22 La nostra guida di febbraio E inoltre... 86 I papà si raccontano 90 Giochiamo in allegria 92 Parola di bambino 94 Scegliamo un libro 96 Shopping FEBBRAIO 2013 7 S. O. S.Genitori CON DUE VISIONI DIVERSE SUL MODO DI EDUCARE I FIGLI SI RISCHIA DI DARE VITA A UNA LOTTA CONTINUA. IMPARARE A NEGOZIARE È LA MOSSA VINCENTE Educazione: non sono d’ A cura della redazione con la consulenza di VITTORIO CAPRIOGLIO medico e psicoterapeuta LA LETTERA «M io marito e io ci siamo scoperti in disaccordo su alcune regole che bisognerebbe imporre a nostra figlia. Il primo punto è che io sostengo che sia ancora piccola, ha solo 5 anni, per starle addosso con rimproveri e richiami quasi a voler costruire una bimba perfetta, mentre lui dice che “Se interveniamo troppo tardi, poi sarà impossibile correggerla”. L’altro punto è che lui vorrebbe lasciare più spesso e con regolarità Alessia ai nonni per avere tempo solo per noi, mentre io credo che non sia giusto mollarla tipo pacco, soprattutto se la sua presenza non ci impedisce di occuparci delle nostre cose. Insomma, comincio a essere stanca di questa situazione e non so più davvero cosa fare. E mi chiedo se sarà così per sempre tra me e mio marito…». Ilaria L’ argomento che solleva Ilaria è particolarmente spinoso e delicato. L’unica via che sembra poter essere percorsa è compiere dei passi per arrivare a un punto d’intesa, se si preferisce di compromesso. Questo dovrebbe essere l’obiettivo comune e, una volta trovata la posizione di equilibrio, attestarsi su questa in modo responsabile. Vivere in continua lotta è faticoso e toglie energia, meglio 14 Figli Felici C’è un problema che ti preoccupa? Scrivi a S.O.S. Genitori, ti risponderanno i nostri esperti. Puoi indirizzare le tue lettere a Figli Felici, Edizioni Riza, via L. Anelli 1, 20122 Milano, oppure inviare una e-mail a [email protected] se mamma e papà accordo Conflitto tra ruoli La mamma - Generalmente vive i figli come un’estensione di se stessa e quindi si muove in base a ciò che sente che, il più delle volte, risponde alla convinzione, viscerale o ideologica, che sta facendo per loro la scelta più adatta. Il papà - Se le scelte educative non gli corrispondono, tende a lottare con tutto se stesso, anche inasprendo la propria posizione, per non rischiare di sentire messo in discussione, e magari perdere, il suo ruolo di capofamiglia. IL RISCHIO • Oltre a quello ben evidenziato da Ilaria, la stanchezza e una serie di domande senza fine sul senso della relazione con l’altro, il pericolo è dare vita a un dibattito, a uno scontro, cronico e violento, con conseguenze a cascata non sempre facili da prevedere e valutare. QUALI SONO I FATTORI IN GIOCO ogni tanto mollare la presa • Se ci si trova in questa situazione, intelligenza, maturità, senso di responsabilità fanno la differenza e, grazie a una buona dose di impegno personale, possono avere la meglio sulle battute pungenti, i litigi, le recriminazioni e allontanare lo spettro della separazione. > FEBBRAIO 2013 15 DOS S I E R DALLE PRIME PAROLE AL LINGUAGGIO Il mio bambino fa fatica a TRA I MOMENTI PIÙ EMOZIONANTI PER LA MAMMA E IL PAPÀ DI UN BIMBO PICCOLO CI SONO IL PRIMO SORRISO, I PRIMI PASSI, IL PRIMO DENTINO E NATURALMENTE LE PRIME PAROLE. ECCO PERCHÉ NON SORPRENDE CHE FRA I MOTIVI DI MAGGIORE ANGOSCIA DEI GENITORI CI SIANO I RITARDI E LE PROBLEMATICHE RELATIVE AL LINGUAGGIO. CERCHIAMO DI SAPERNE DI PIÙ D a quando pronuncia la fatidica “parolina numero uno” (spesso “mamma”, anche se non è una regola…), solitamente si assiste a un continuo progresso attraverso il quale, con tempi e modalità che variano da piccolo a piccolo, il bimbo acquisisce la proprietà di linguaggio necessaria a farsi capire e a comunicare in modo via via più comprensibile i suoi desideri e le sue emozioni. E quando non riesce a farlo o lo fa in modo sensibilmente più lento e difficoltoso rispetto agli altri bambini? Senza eccessivo allarmismo, occorre chiedersi se siamo semplicemente di fronte a un “ritmo” dello sviluppo più lento della norma (il caso più frequente) o se il comportamento anomalo di nostro figlio possa essere un campanello di allarme. Conta anche come il piccolo cresce e si comporta in ogni 26 Figli Felici Fino ai 36 mesi Ecco il tempo da considerare parlare La linea di demarcazione dei tre anni è lo spartiacque più importante che separa bimbi “avari di parole” da quelli affetti da qualche disturbo o deficit del linguaggio. DALLA COMPRENSIONE ALL’ESPRESSIONE Alcuni bimbi parlano tardi, ma non è una malattia! I D GENITORI, PER AIUTARE I PROPRI BAMBINI A SOCIALIZZARE, DEVONO INCORAGGIARLI E FAVORIRE LE CONDIZIONI PER SODDISFARE QUESTA LORO ESIGENZA NATURALE i norma attorno all’anno e mezzo un bambino sa nominare correttamente solo persone e oggetti a lui familiari (come casa, palla, letto e ovviamente mamma, papà, nonno…), mentre sa farsi capire molto bene con il linguaggio dei gesti e comprende frasi ben più complesse e articolate di una singola parola. Questo perché il linguaggio e la comunicazione presentano due aspetti diversi e complementari che evolvono secondo tempi differenti: l’espressione (la parola “detta”) e la comprensione (la parola “ascoltata”). Questa disarmonia fra quanto il bambino capisce e quanto riesce a comunicare spesso causa preoccupazioni infondate nei genitori: «Il mio Luca capisce tutto, ma non parla». In realtà, a quest’età si tratta paradossalmente di un fatto positivo: vuol dire che il piccolo Luca ci sente benissimo e quanto alle parole, occorrerà solo un po’ di pazienza in più. IL PARAMETRO FONDAMENTALE CHE VALE ambito della sua vita In tutti i casi in cui un bimbo presenti un ritardo nell’espressività è il suo livello di comprensione del linguaggio degli adulti: se è adeguato si può attendere tranquillamente i 3 anni di età prima di ipotizzare un intervento. Si tratta semplicemente di “parlatori tardivi”, ovvero di bimbi che, per diversi motivi, parlano più tardi degli altri, senza che questo abbia minimamente a che fare con la loro intelligenza o il loro corretto sviluppo. > FEBBRAIO 2013 27 E D U C A Z I ON E 1 Lascialo così può sco e ciò di cui è DIVENTA UN SUO ALLEATO PERFETTO È UNA “PICCOLA PESTE”? SIGNIFICA CHE VUOLE ESPLORARE E CONOSCERE IL MONDO. PERMETTIGLI DI FARLO A MODO SUO: COSÌ CRESCE PIÙ SICURO I di VALERIA PIERDOMINICI psicologa e psicoterapeuta LA GIUSTA DISTANZA l comportamento che vi suggeriamo di adottare vi renderà complici e promotori della sua crescita psicofisica: così avrete l’occasione di avvicinarvi a vostro figlio e scoprire altri lati del suo carattere e cosa sa fare. • Lasciate che il bambino agisca e cerchi una situazione rischiosa, per esempio arrampicarsi su una staccionata più alta di quanto lui possa raggiungere. • Avvicinatevi a lui e chiedetegli che cosa sta cercando di fare e se vuole il vostro aiuto. In caso lo volesse accompagnate i suoi movimenti e assecondatelo nella scalata, sostenendolo. • Esultate con lui per aver raggiunto l’obiettivo. E confortatelo in caso non ce l’abbia fatta. • Se è così, mostrategli una attività più alla sua portata e meno rischiosa in modo che riesca a portare a termine la sua piccola impresa. È facile rimanere a osservare il proprio figlio al parco sull’altalena, felice, ma vederlo arrampicarsi sullo scivolo dal basso verso l’alto al contrario, risalendolo dalla parte in cui si dovrebbe scendere è, a volte, un vero incubo per una mamma. E quando si cimenta in salti stratosferici per raggiungere uno scalino più alto sulla scala, impossibile non immaginare una piccola tragedia… Dalla fiducia nasce il coraggio Lasciare che il bambino scopra le proprie capacità e i propri limiti è una delle fasi più importanti con cui un genitore deve confrontarsi anche, e soprattutto, perché è solo aiutando il nostro piccolo ad assumersi dei rischi che possano facilitargli la conoscenza del mondo. In fondo è nella nostra reazione che il bambino si rispecchia e se noi ci dimostriamo mamme e papà fiduciosi non possiamo che infondere coraggio nella scoperta. Stiamo loro vicini e accompagniamo i nostri figli nei ris 66 Figli Felici P ERMETTERE AL NOSTRO BIMBO DI MUOVERSI LIBERO È UNO rischiare STRUMENTO UNICO: CI OFFRE IL MODO DI CAPIRE IN COSA E QUANTO CI POSSIAMO FIDARE DI LUI prire chi è capace LA LETTERA Scrive Margherita «M Comportamenti a confronto I bambini si arrampicano fiduciosi, saltano, salgono e scendono da giostre, sedie, tavoli e sgabelli e immediatamente il genitore pone limiti e divieti: «Mattia scendi!», «Lorenzo, cosa ti sta saltando in mente!», «Gloria sei proprio un maschiaccio scendi di lì! E promettimi di non farlo mai più». La maggior parte delle volte questi momenti servono più a placare la propria ansia che ad allontanare un reale pericolo. Ma l’atteggiamento che contraddistingue vostro figlio è uno dei modi che ha a disposizione per conoscere se stesso e i propri limiti, e vuole rendervi partecipi cercando il vostro aiuto. chi che si sentono di prendere io figlio Giacomo era un terremoto: voleva buttarsi, lanciarsi da ogni dove e mi obbligava a tenerlo e a dirgli sempre di no, quando mi chiedeva supporto nel fare qualcosa di pericoloso, ai miei occhi, per la sua età. Una volta ho visto mio marito accompagnare la sua manina, aveva tre anni, per raggiungere uno scalino molto alto attraverso un salto che pensavo lui non sarebbe mai stato in grado di fare. Il salto è stato molto armonioso e la forza del papà nel tenerlo ha attutito un po’ l’atterraggio. Giacomo era felicissimo di esserci riuscito e ha provato e riprovato almeno dieci volte finché non si è sentito sicuro di farcela da solo». Come genitori si è portati a immaginare situazioni davvero pericolose come il bambino che scivola nell’acqua, mentre lui curiosamente si sporge per vedere cosa c’è nella fontana… In realtà, se mettiamo il bimbo in una situazione di “rischio sicuro”, per esempio tenendolo saldamente stretto a noi se si trova sul parapetto di un fosso, e standogli sempre accanto, il piccolo si avvicinerà a qualcosa di sconosciuto, di avventuroso, di nuovo e a un pericolo in un certo senso calcolato. Nello stesso tempo, il nostro piccolino imparerà a tentare e tendere naturalmente all’azzardo, chiedendo la nostra approvazione e supporto, piuttosto che provare a farlo da solo quando ci giriamo dall’altra parte e non lo guardiamo per poi essere richiamati dal suo pianto… > FEBBRAIO 2013 67 Giochiamo in allegria con la collaborazione di ELISA MARTINELLI A Carneva ogni travestim Per i bambini, travestirsi è un gioco esaltante perché significa cambiare sembianze e diventare ciò che più si desidera: questo stimola la loro fantasia, la creatività e fa bene al cervello I BAMBINI HANNO M ascherarsi, per i bambini, è un modo per entrare nella dimensione del sogno. Nel magico giorno di Carnevale anche i più paurosi e timidi possono diventare coraggiosi Zorro, maneggiare la spada e sconfiggere nemici, oppure avere straordinari poteri magici, ali fatate e bellissimi abiti. E quando i piccoli interpretano un personaggio, si misurano con i desideri, i bisogni e le paure più profondi: la forza, il coraggio, la combattività, il potere, il senso di giustizia, la ricerca dell’amore, il FINALMENTE L’OCCASIONE DI DIVENTARE IL LORO PERSONAGGIO PREFERITO… PER UN GIORNO I maschi diventano supereroi e le femmine princi pesse e fate • I MASCHIETTI Preferiscono travestirsi da supereroi, figure forti e invincibili in cui potersi identificare: Batman, Superman, Hulk. Tra i cinque e i dieci anni, è più frequente che scelgano personaggi horror. Vestirsi da mostro, da vampiro o da zombie, è il loro modo di esorcizzare le paure, giocando. • LE BAMBINE Invece, le bimbe scelgono maschere che mettano in evidenza una prima forma di femminilità che viene proiettata in un mondo ideale e sognante, quindi via libera a damigelle, principesse, fate. Carnevale diventa finalmente l’occasione per truccarsi il viso come vedono fare alla mamma e per indossare merletti, paillettes e nastri. 90 Figli Felici COSÌ SI STA AL GIOCO Lasciateli liberi - Non proponete voi la maschera, ma fategli scegliere ciò che preferisce, senza criticare i suoi gusti. E fornitegli vestiti vecchi, stoffe, parrucche, trucchi. Recitate la vostra parte - È importante che il bimbo sia soddisfatto del suo travestimento, per questo assecondatelo, mostrandovi spaventati se è un mostro e facendo credere a vostra figlia mascherata da fatina di aver fatto davvero qualche magia! le ento vale! mistero, ma anche cattiveria, vendetta, raggiro, sentimenti giudicati cattivi che trovano un loro spazio nella finzione, completando l’insieme delle emozioni che fanno crescere il bambino. Ma se travestirsi non gli piace o lo intimidisce non insistete e, soprattutto, non criticatelo e non prendetelo in giro. Molto spesso, infatti, le maschere suscitano nei bambini la paura dell’ignoto e una certa diffidenza dovuta al fatto di non sapere chi vi si nasconde dietro. E I PICCOLISSIMI? Intorno ai due anni, i bambini spesso hanno paura dei travestimenti e questo perché a quell’età, ancora, il confine tra realtà e fantasia è labile. Per i piccolissimi, quindi, le maschere non sono un gioco e quando vedono un familiare che le indossa possono spaventarsi davvero molto o scambiarlo per un estraneo. Dai due ai cinque anni, i bambini osservano e imitano la realtà intorno a loro, spesso sono attratti dalle immagini di animali e piante. Assecondateli creando dei travestimenti da leone, orsetto, coccinella, farfalla, oppure fiore, albero e frutta. I trucchi È incredibile, ma anche i bambini più vivaci riescono a strare fermi, immobili e sono felicissimi se soltanto riescono ad avere una stellina disegnata sulle guance oppure un paio di baffetti. SCEGLIAMO i colori idrosolubili, atossici e ipoallergenici, una matita morbida nera per disegnare i contorni e spugnette morbide. TRASFORMA LA TUA BIMBA IN FARFALLA Tracciate una linea con una matita nera a metà volto e in verticale, dal mento fino alla fronte e fate un pallino in cima: ecco il corpo e la testa della farfalla. Poi, sulla fronte, disegnate le due piccole antenne. Tracciate il contorno delle ali, disegnandole ai lati degli occhi, come una piccola mascherina, oppure occupando tutto il viso. E infine colorate l’interno delle ali con mille colori, da applicare uno alla volta per evitare che si mescolino. E IL TUO PICCOLO IN… CONTE DRACULA Colorate il viso di bianco con un correttore molto chiaro o del cerone, con la matita nera tracciate le sopracciglia delineando angoli pronunciati in modo da dare l’espressione da cattivo e con l’ombretto scuro intorno agli occhi create le occhiaie. Tracciate, sempre con la matita, il contorno della bocca, disegnando anche due grandi denti bianchi e a punta dal labbro inferiore fino al mento. Un ultimo tocco: dipingete, con matita e rossetto rosso, qualche traccia di sangue a lato della bocca, da ritoccare con del gloss luccicante: l’effetto realistico è assicurato! F F FEBBRAIO 2013 91