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96 L`opera di Brahma e Shakra

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96 L`opera di Brahma e Shakra
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L’opera di Brahma e Shakra
I
l quattordicesimo giorno del quinto
mese ho ricevuto il carico di colocasie
che ti sei preso il disturbo di inviarmi. Di
questi tempi, considerando quanto occorre per la loro estrazione, le colocasie sono
preziose come tesori o come medicine.
Ora soddisferò la richiesta che mi sottoponevi nella tua lettera.
C’era un uomo chiamato Yin Chi-fu1
che aveva un unico figlio di nome Po-ch’i.
Il padre era saggio, e così il figlio. Si poteva pensare che nessuno avrebbe potuto
metterli l’uno contro l’altro. La matrigna
spesso parlava male del figliastro al marito, ma questi non le dava ascolto. Tra i vari
tranelli orditi in parecchi anni, una volta
la matrigna si mise un’ape in seno e corse
da Po-ch’i per farsela togliere, facendo in
modo che il padre lo vedesse. Quindi, per
fare uccidere il figliastro, disse che aveva
tentato di sedurla2.
Il re Bimbisara, oltre a essere un re
saggio, era il più valido sostenitore del
Budda in tutto il continente di Jambudvipa. Inoltre era il sovrano del Magadha,
dove il Budda intendeva predicare il Sutra
del Loto. Data l’unità d’intenti fra il re e il
Budda, la predicazione del Sutra del Loto
sembrava cosa certa, ma un uomo chiamato Devadatta voleva impedirla a ogni costo.
Poiché tutti i suoi tentativi erano falliti, do-
po aver meditato a lungo, per vari anni cercò di farsi amico Ajatashatru, il figlio del re
Bimbisara, e alla fine ne conquistò la fiducia; allora alienò il figlio dal padre e indusse
Ajatashatru a uccidere il padre Bimbisara.
Ora che il re Ajatashatru e Devadatta
erano d’accordo e avevano stretto alleanza, non buddisti e uomini malvagi delle
cinque regioni dell’India sciamarono come nubi e foschia verso il Magadha. Ajatashatru li blandì donando loro terre e tesori
e così il re dello stato divenne un acerrimo
nemico del Budda.
Il re demone del sesto cielo del mondo del desiderio discese a Magadha con il
suo innumerevole seguito e si impossessò
dei corpi di Devadatta, di Ajatashatru, dei
suoi sei ministri e di altri, e questi, benché
conservassero forma umana, esercitavano
il potere del re demone del sesto cielo.
Erano più turbolenti, temibili e allarmanti di un grande vento che abbatta alberi e
piante, di una burrasca che sollevi le onde sul mare, di un grande terremoto che
sconquassi la terra o di un grande fuoco
che divori una casa dopo l’altra.
Il re di nome Virudhaka, istigato da
Ajatashatru, passò a fil di spada centinaia
di persone appartenenti al clan del Budda
Shakyamuni. Il re Ajatashatru liberò un
branco di elefanti ubriachi e fece calpesta-
1. Yin Chi-fu: ministro del re Hsüan, undicesimo sovrano della dinastia Chou che regnò
dall’828 al 782 a.C. Aiutò il re a restaurare le fortune della dinastia.
2. Secondo i Racconti dei tempi passati, con
questo stratagemma la matrigna riuscì a suscitare i
sospetti di Chi-fu e Po-ch’i, addolorato, se ne andò di casa e si annegò.
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re un gran numero di discepoli del Budda,
altri li fece uccidere per mano di soldati
in agguato sulle strade, altri ancora contaminando l’acqua dei pozzi con escrementi
o persuadendo alcune donne ad accusarli
falsamente3. Shariputra e Maudgalyayana4
furono perseguitati. Kalodayin5 fu sepolto nello sterco dei cavalli e il Budda fu
costretto a vivere per i novanta giorni di
un’intera estate nutrendosi di biada.
La gente pensò che persino il Budda
fosse impotente di fronte a questi uomini
malvagi. Anche a quelli che credevano in
lui, le parole si fermarono in gola e così
non dissero niente e chiusero gli occhi per
non vedere. Ammutoliti dallo sgomento,
si limitavano ad agitare le mani6. Infine,
Devadatta batté a morte la madre adottiva
del Budda Shakyamuni, la monaca Utpalavarna7, e fece sanguinare il Budda. Chi,
in tali circostanze, si sarebbe schierato con
il Budda?
Eppure, nonostante tante difficoltà,
alla fine il Budda predicò il Sutra del Loto.
Nel sutra si legge: «E poiché odio e gelosia
nei confronti di questo sutra abbondano
perfino mentre il Tathagata è nel mondo,
quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»8. Il significato di questo passo è che se
c’erano nemici del Sutra del Loto mentre
il Budda era in vita, ancora di più saranno i nemici della persona che nell’ultima
epoca predicherà o crederà in un singolo
carattere o anche in un solo tratto del Sutra del Loto.
Alla luce di questo passo, nei 2.220
anni e più trascorsi da quando il Budda
espose il Sutra del Loto fino a oggi, nessuno ha sperimentato il sutra come fece il
Budda. Solo quando uno incontra grandi
persecuzioni, si può dire che conosca veramente il Sutra del Loto. I grandi maestri
T’ien-t’ai e Dengyo furono devoti del Sutra del Loto, eppure non subirono grandi
persecuzioni come il Budda; essi incontrarono soltanto persecuzioni minori, T’ient’ai da parte delle tre scuole del sud e delle
sette scuole del nord, e Dengyo da parte
dei sette maggiori templi di Nara. Non furono perseguitati dal governante, attaccati
dalla popolazione armata di spade o insultati da tutto il paese. [Secondo il Sutra del
Loto], coloro che, dopo la scomparsa del
Budda, credono nel Sutra del Loto subiranno persecuzioni maggiori di quelle del
Budda, invece né T’ien-t’ai né Dengyo incontrarono nemmeno persecuzioni uguali
a quelle del Budda, per non parlare delle
grandi e numerose persecuzioni superiori
[a quelle incontrate da Shakyamuni].
Quando la tigre ruggisce, si alzano forti venti; quando il drago canta, si addensano le nubi9. Il verso della lepre o il raglio
dell’asino invece non hanno alcun effetto
sul vento e sulle nubi. Quando lo stolto
legge il Sutra del Loto e il saggio lo spiega,
il paese rimane tranquillo e indisturbato.
Ma quando appare un santo che predica il
Sutra del Loto come fece il Budda, tutto il
paese si agita e sorgono persecuzioni maggiori di quelle che si verificarono durante
la vita del Budda.
3. Ajatashatru persuase alcune donne a fingersi incinte e ad accusare i seguaci del Budda di
esserne responsabili.
4. Secondo le Regole monastiche su varie questioni, Shariputra e Maudgalyayana, mentre diffondevano il Buddismo a Rajagriha, una volta confutarono il maestro di un gruppo di brahmani e
furono assaliti con bastoni. Si dice che Maudgalya­
yana sia stato bastonato a morte.
5. Secondo le Dieci suddivisioni delle regole
monastiche, Kalodayin, un seguace di Shakyamuni,
mentre andava elemosinando a Shravasti, ricevette
offerte da una donna. Il marito geloso lo uccise e ne
seppellì la testa nello sterco di cavallo.
6. Il significato di questo gesto è di consigliare agli altri di tacere.
7. Utpalavarna: monaca buddista che raggiunse l’illuminazione con la guida di Mahaprajapati, zia e madre adottiva di Shakyamuni. La storia di Uptalavarna appare nel Trattato sulla grande
perfezione della saggezza.
8. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 212.
9. Secondo una credenza popolare cinese il
ruggito della tigre fa alzare il vento e il canto del
drago genera la pioggia. Il Daishonin cita questi
detti tradizionali cinesi per affermare che una
grande azione produce ripercussioni di grandezza
corrispondente.
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L’opera di Brahma e Shakra
Ora io, Nichiren, non sono un saggio
né tanto meno penso di essere un santo, sono la persona più irragionevole del
mondo. Tuttavia, le mie azioni sembrano
essere in perfetto accordo con ciò che il
sutra insegna. Perciò ogni volta che incontro grandi difficoltà sono più felice di
quanto lo sarei se i miei genitori tornassero in vita o di quanto lo sarebbe qualcuno
che vedesse succedere un incidente alla
persona che odia. Il fatto che io, un uomo
stolto, sia considerato un santo dal Budda,
mi riempie di gioia. Se vi fossero dei sapienti che osservano rigorosamente i duecentocinquanta precetti e sono rispettati
dalla popolazione più di quanto tutti gli
esseri celesti rispettino Taishaku, ma, agli
occhi del Budda Shakyamuni e del Sutra
del Loto, fossero considerati infidi come
Devadatta, adesso potrebbero sembrare
degni di rispetto, ma la loro prossima esistenza sarebbe veramente terribile!
Comunque, se si sparge la voce che
sei un devoto del Sutra del Loto, con tua
sorpresa sia coloro che ti sono vicini sia gli
estranei ti ammoniranno facendo mostra
di essere veri amici: «Credere nel prete
Nichiren ti porterà sicuramente fuori strada e inoltre ti farà cadere in disgrazia presso il tuo signore». Gli stratagemmi usati
dalla gente sono temibili persino per un
saggio, perciò tu sicuramente abbandoneresti il Sutra del Loto. È quindi opportuno
che tu non faccia capire [che sei un devoto
del Sutra del Loto]. Coloro che sono posseduti da un gran demone, se con i loro
consigli riescono a far cadere una persona,
la usano come occasione iniziale per conquistarne molte altre.
Sho-bo, Noto-bo e la monaca laica di
Nagoe10, una volta discepoli di Nichiren,
si proclamavano sapienti pur essendo avidi, codardi e stupidi. Quando fui colpito
dalle persecuzioni, ne approfittarono per
far cadere un gran numero di credenti. Se
ti lasci persuadere ad abbandonare la fede,
le persone di Suruga che sembrano credere nel Sutra del Loto e quelle che stanno
per convertirsi abbandoneranno tutte il
sutra. Anche in questa provincia di Kai ci
sono alcune persone che dicono di voler
credere, ma non permetterò che si uniscano a noi finché non saranno fermamente
convinte. Ci sono persone che pur avendo
una comprensione superficiale fingono di
avere una fede solida e parlano con arroganza agli altri credenti e, così facendo,
spesso distruggono la fede degli altri. Stai
accuratamente lontano da persone simili. Grazie all’opera di Brahma e Shakra,
verrà sicuramente il tempo in cui tutto il
Giappone abbraccerà simultaneamente il
Sutra del Loto. Allora, sono convinto che
molti insisteranno nel dire che anche loro
avevano creduto fin dal primo momento.
Se la tua fede è ferma, devi decidere
risolutamente: «Non per altri, ma per il
mio defunto padre [manterrò la mia fede]. Gli altri non possono sostituirmi nelle preghiere per mio padre: poiché sono
il figlio, io devo pregare per il suo riposo.
Io governo un villaggio: metà della rendita la spenderò per fare offerte per il bene
del defunto genitore, l’altra metà per mia
moglie, i miei figli e i miei dipendenti. E se
dovesse sorgere un’emergenza, io darò la
vita per il mio signore». In qualsiasi circostanza, parla in tono pacato.
Se compare qualcuno che cerca di
indebolire la tua fede nel Sutra del Loto,
pensa che sta mettendo alla prova la tua
fede e digli sardonicamente: «Apprezzo i
tuoi consigli, ma dovresti darli a te stesso.
So bene che il nostro signore non approva
la mia fede, ma minacciarmi in suo nome
è assurdo. Stavo pensando di venire io ad
ammonire te, ma tu mi hai preceduto venendo da me. Quando tu con tua moglie
10.Sho-bo, Noto-bo e la monaca laica di
Nagoe: discepoli del Daishonin che abbandonarono la fede. Si pensa che Sho-bo avesse cominciato a dubitare all’epoca dell’esilio del Daishonin a
Izu nel 1261 e che Noto-bo abbia abbandonato la
fede verso il 1271, all’epoca della persecuzione di
Tatsunokuchi, insieme alla monaca laica di Nagoe,
moglie di Hojo Tomotoki, fratello minore del terzo reggente Hojo Yasutoki.
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e i tuoi figli sarete trascinati davanti al re
Yama, sicuramente mi scongiurerai a mani
giunte di aiutarti».
Ciò che dici di Niida11 può benissimo
essere vero. Ho saputo anche della gente
di Okitsu12. Se capitasse l’occasione, comportati come loro. Le persone di alto rango che ti biasimano per la tua fede, sono
validi avversari del Sutra del Loto. Considerala un’opportunità rara come la fioritura dell’udumbara o il tronco di sandalo
galleggiante13 trovato dalla tartaruga cieca,
e rispondi loro con fermezza.
Alcuni proprietari di migliaia o decine di migliaia di cho di terra sono stati
messi a morte sommariamente o sono stati privati dei loro feudi per cose di poco
conto. Se ora dai la tua vita per il Sutra
del Loto, che cosa avrai da rimpiangere? Il Bodhisattva Re della Medicina si
bruciò il corpo per milleduecento anni
e divenne un Budda. Per mille anni il re
Suzudan fece del proprio corpo un let-
to per il maestro, rinascendo così come
Budda Shakyamuni.
Non agire sconsideratamente. Se ora
abbandoni la fede, diverrai soltanto lo
zimbello dei tuoi nemici. Fingendosi amici, ti ammoniranno ripetutamente per indurti ad abbandonare la fede con lo scopo
di beffarsi di te e di farti beffare dagli altri.
Lascia che dicano tutto quello che vogliono. Poi dì loro: «Invece di ammonire una
persona davanti agli altri, dovreste prima
ammonire voi stessi». Detto questo, alzati
e allontanati.
Entro un paio di giorni fammi sapere
cosa è successo. Ci sono ancora molte cose
che vorrei dire. Ti scriverò ancora.
Con profondo rispetto,
Nichiren
CENNI STORICI – Questa lettera, scritta da Minobu nel 1277, prende il titolo
dalla seguente frase: «Grazie all’opera
di Brahma e Shakra, verrà sicuramente il
tempo in cui tutto il Giappone abbraccerà
simultaneamente il Sutra del Loto».
Nichiren Daishonin incoraggia qui il
diciannovenne Nanjo Tokimitsu, che era
subentrato al padre come amministratore
del villaggio di Ueno nel distretto Fuji,
della provincia di Suruga, a mantenere
salda la sua fede nel Sutra del Loto. Inoltre, mette in guardia Tokimitsu rispetto a
quanti lo minacciavano o cercavano di ingannarlo per indurlo a rinunciare alla sua
fede: se fossero riusciti nel loro intento,
ammonisce il Daishonin, il suo esempio
sarebbe stato certamente utilizzato per indurre molte altre persone ad abbandonare
la fede.
11.Niida Shiro Nobutsuna: seguace del Daishonin, che viveva a Hatake nella provincia di Izu.
Era fratello maggiore di Nichimoku Shonin (12601333) e figlio di una sorella di Nanjo Tokimitsu.
Insieme a loro e ad altri, si sforzava di propagare
l’insegnamento del Daishonin nel Giappone settentrionale. Non si sa cosa Nanjo Tokimitsu avesse riferito al Daishonin, comunque si suppone che
quest’ultimo stesse intendendo che Niida aveva
conservato coraggiosamente la fede senza cedere
alle persecuzioni.
12.Okitsu: villaggio sulla costa della baia di
Suruga. Con “gente di Okitsu” probabilmente il
Daishonin si riferisce a Joren-bo, un discepolo del
luogo molto vicino al prete laico Takahashi del distretto di Fuji e ad altri seguaci.
13.Udumbara: pianta immaginaria che si diceva fiorisse ogni tremila anni per annunciare la
comparsa di un Budda. L’analogia della tartaruga
cieca compare nel ventisettesimo capitolo del Sutra del Loto, nel quale si afferma che incontrare il
Buddismo è raro come per una tartaruga con un
occhio solo trovare un tronco di sandalo galleggiante con una cavità adatta a contenerla.
Il quindicesimo giorno del quinto mese
del terzo anno di Kenji (1277)
Risposta a Ueno
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