MBT - la terapia basata sulla mentalizzazione: aspetti pratici
by user
Comments
Transcript
MBT - la terapia basata sulla mentalizzazione: aspetti pratici
MBT - la terapia basata sulla mentalizzazione: aspetti pratici Formazione clinica GDP, Bologna 19 novembre 2013 Dr. Vitantonio Scagliusi Anna Freud Institute London MBT - la terapia basata sulla mentalizzazione: aspetti teorici riguardanti la pratica Formazione clinica GDP, Bologna 19 novembre 2013 Dr. Vitantonio Scagliusi Mentalizzazione Comprendere il proprio e altrui comportamento come un qualcosa che è legato ad uno stato mentale intenzionale* (Allen 2006) *capacità dell’individuo di «riferirsi a», «vertere su» qualcosa nel mondo al di là di sé stessi (J.R. Searle – La mente) Mentalizzazione Capacità di rappresentare l’esperienza interpersonale e soggettiva in termini di stati mentali. Comprendere il comportamento degli altri e il proprio nei termini degli ipotetici pensieri, sentimenti, desideri e aspirazioni che li determinano. Percepire e interpretare un comportamento come congiunto a stati mentali intenzionali. Gli stati mentali influenzano il comportamento umano. La mentalizzazione è un’attività mentale rappresentazionale e, sebbene implichi processi cognitivi complessi, è un processo sostanzialmente non coscio-preconscio. La mentalizzazione implica un’attenta analisi delle circostanze in cui le azioni avvengono, dei modelli di comportamento pregressi, delle esperienze cui l’individuo è stato esposto. Un focus sulla mente porta a conclusioni assai più incerte rispetto ad un focus centrato sulle circostanze fisiche, poiché riguarda una mera rappresentazione della realtà più che la realtà in sé Mentalizzazione Tutto comincia qui Origini Bowlby (1988) Teoria dell’Attaccamento : Riconosce il disagio e la sua fonte Riflette l’l’affetto in modo coerente e controllato Riflette empaticamente all’ all’atteggiamento intenzionale del bambino Sviluppo del Sé Origini Bowlby (1988) Teoria dell’Attaccamento Mentalizzazione (Fonagy) : Mentalizzazione Attaccamento sicuro Sviluppo Sé adeguato e Origini Bowlby (1988) Teoria dell’Attaccamento : Attaccamento distanziante Attaccamento preoccupato Attaccamento disorganizzato Sviluppo del Sé frammentato Sé Alieno (Winnicott – Fonagy) La mentalizzazione aiuta a contenere la frammentazione Origini Bowlby (1988) Teoria Mentalizzazione (Fonagy) : dell’Attaccamento Sé Alieno Attaccamento distanziante Attaccamento preoccupato Mentalizzazione Sviluppo Sé tendenzialmente adeguato Sé Alieno Mentalizzazione Attaccamento disorganizzato Sviluppo Sé frammentato Sviluppo del Sé frammentato Sé Alieno (Winnicott – Fonagy) La mentalizzazione aiuta a contenere la frammentazione e Origini M.Main: sostiene che, nel genitore, l’incapacità metacognitiva, cioè, l’incapacità di intendere la natura rappresentativa del pensiero (la distinzione tra realtà e rappresentazione o apparenza, tra esperienza immediata e stato mentale soggiacente) è collegata alla probabilità di attaccamento insicuro. La compromissione della funzione riflessiva – mentalizzazione, insieme ad una modalità di attaccamento insicuro/disorganizzato pare avere un’importanza nello sviluppo di un Disturbo Grave di Personalità (spc Borderline) Mentalizzazione e GDP Trauma psicologico precoce o nel corso della prima infanzia mina il normale sviluppo evolutivo della mentalizzazione (ipotesi) -Inibizione difensiva della funzione riflessiva circa i pensieri malevoli dell’abusante -Alterazione dei meccanismi di attività cerebrale selettiva -Trauma correlato all’iperattivazione sistema dell’attaccamento (circolo vizioso e Sé Alieno interno) Condizione borderline In determinate situazioni ad ognuno di noi può essere preclusa tale possibilità di comprensione. Nei pazienti con disturbo di personalità borderline tale capacità è particolarmente fragile o assente soprattutto nel contesto di relazione d’attaccamento Condizione borderline Impulsività Disregolazione emotiva Problemi relazionali Diffusione dell’Identità Difficoltà a discriminare Sé dall’altro BLOCCO DELLA CAPACITA’ di MENTALIZZARE anche se parziale, temporaneo o essenzialmente relazionale NUCLEO PROBLEMATICO FONDAMENTALE Stati pre-mentalistici 1. Equivalenza psichica Fallimento della simbolizzazione e pensiero concreto e rigido , convinzione di essere nel giusto e di sapere cosa passa per la testa dell’ dell’altro, no alternative, realtà realtà interna ed esterna si equivalgono, ostilità ostilità paranoide, grandiosità grandiosità e idealizzazione. 2. Pseudo-mentalizzazione Separazione fra realtà realtà psicologica e realtà realtà fisica senza alcun contatto fra le due, stati mentali apparentemente creativi e immaginari senza alcuna implicazione reale, assomiglianti al «far finta» finta» dei bambini, costruiti per riempire il vuoto di senso. 3. Modalità teleologica I cambiamenti negli stati mentali sono considerati reali solo se confermati dall’ dall’azione fisica diversificata dal consueto e in linea con le aspirazioni, credenze, sentimenti e desideri del paziente; nel contempo l’l’azione fisica può non essere considerata indice implicito di uno stato mentale, ma data per scontata. Stati pre-mentalistici Guida pratica al trattamento basato sulla mentalizzazione; A. Bateman, Bateman, P. Fonagy 2006, R. Cortina Editore Condizione borderline Relazioni basate su processi di identificazione proiettiva Modalità Modalità teleologica così così da far comportare gli altri in modo da far disconoscere il Sé Sé Alieno interno persecutorio Atti autolesivi Modalità Modalità dell’ dell’equivalenza psichica nel tentativo di annientare il Sé Sé Alieno interno fonte di ogni malvagità malvagità, mentre agisce la fantasia «far finta» finta» di poter sopravvivere alla soppressione del Sé Sé Alieno. Dopo un’ un’agito autolesivo il soggetto prova una sensazione di sollievo. Atti impulsivi violenti Quando l’l’altro rifiuta di trasformarsi in contenitore delle parti intollerabili del Sè emerge la vergogna, l’l’umiliazione e la minaccia che fa scattare la violenza Suicidio Che cos’è MBT? MBT può essere definita come una psicoterapia psicodinamica che lavora nella relazione. Non si può dimenticare che il disturbo borderline di personalità deve il suo nome ad una maniera regressiva di tipo maligno di reagire ad un intervento di tipo psicoterapico (Kernberg 1975). L’ instaurarsi di una relazione d’ attaccamento è una conditio sine qua non ma al tempo stesso comporta un pericolo. I rischi maggiori sono essenzialmente due: l l Indurre uno stato di eccessiva reattività emotiva che impedisce la mentalizzazione Cronicizzare una condizione di forte reattività psichica Caratteristiche di un intervento efficace 1. Un approccio terapeutico coerente sul piano teorico 2. che favorisca una relazione di attaccamento con il paziente 3. che si focalizzi sullo stato mentale 4. applicato in maniera coerente per un significativo periodo di tempo 5. che miri a mantenere una vicinanza mentale con i pazienti nonostante l'attacco esplicito da parte di questi nei confronti del terapeuta Caratteristiche di un intervento efficace (2) 6. che riesca a promuovere una chiara valutazione del deficit dei pazienti 7. il cui il piano di cura possa essere attuato mediante un pacchetto di interventi altamente strutturato e relativamente semplice da somministrare, sufficientemente robusto da non venir travolto dagli attacchi del paziente e che sia coerente e affidabile 8. il pacchetto deve essere robusto ma non inflessibile, deve essere capace di adattarsi ai bisogni individuali 9. il trattamento si focalizza sulla relazione Principi MBT Il terapeuta continuamente costruisce e ricostruisce un’immagine del paziente per aiutare il paziente ad apprendere cosa sente Mentalizzare in psicoterapia è un processo di attenzione condivisa durante la quale gli stati mentali del paziente sono l’oggetto di attenzione Né il terapeuta né il paziente esperimentano queste interazioni in maniera diversa da quella impressionistica Principi MBT (2) Non sono per nulla obbiettivi primari dell’ MBT 1. Spiegare i problemi presenti come ripetizione di modalità apprese nel passato 2. Aumentare l’ insight MBT o MBG? L’ MBT non si concentra unicamente all’ interno della stanza della terapia Vi è un’ attenuazione della rigida distinzione tra terapia e gestione Il case manager del paziente è essenzialmente lo psicoterapeuta individuale e come tale ha diversi compiti di gestione del paziente MBT o MBG? Un tipico programma MBT prevede 1. una seduta psicoterapica individuale settimanale della durata di 50 minuti 2. una seduta psicoterapica di gruppo settimanale della durata di 1 ora e mezza l'intervento non è ‘à la carte’ , ma fisso, il paziente o lo accetta in toto o non ne usufruisce per niente Oltre questo vengono affiancati vari interventi di tipo espressivo che di regola si svolgono in un centro diurno Il contesto terapeutico Contesto generale Contesto del trattamento gruppo individuale Cura del contesto L’ambiente terapeutico non rappresenta solamente la parte analizzante mentale, ma è a tutti gli effetti parte in gioco. Il gruppo psicoterapeutico (e il centro diurno) offre la preziosa opportunità di indurre le persone ad interagire tra di loro e tutto quello che accade nel gruppo può essere ripreso nelle sessioni individuali e viceversa. Il movimento terapeutico sta nell’indurre azioni e ragionare su di esse. La struttura del trattamento MBT 1. Fase iniziale: - valutazione capacità mentalizzazione valutazione personalità e formulazione ingaggio nel trattamento 2. Fase intermedia: - stimolare aumento progressivo mentalizzazione 3. Fase finale: - preparazione alla conclusione e alla perdita con lavoro sul mantenimento dei progressi e programma di follow-up La valutazione della mentalizzazione Scopi: - focus della terapia - valutazione relazioni e rapporto con problemi a mentalizzare Si raccoglie la storia del pz: -Valutazione avviene mentre il paziente parla, per come ne parla, delle sue relazioni significative presenti e pregresse, connessioni con atti autolesivi, monitorando le variazioni delle capacità mentalizzanti in rapporto all’intensità dell’investimento emotivo. Si utilizzano domande strutturate ad hoc seguendo un percorso determinato nella narrazione. -La valutazione si svolge analizzando il contenuto e lo stile della narrazione La valutazione della mentalizzazione Mentalizzazione molto carente o debole - aperta ostilità ed evasività, confusione; attitudine a tralasciare emozioni, pensieri e motivazioni; focus su fattori sociali esterni (scuola, vicini etc..); focus su definizioni fisiche o strutturali statiche (pigro, stanco etc..); fissazione su regole e responsabilità, su ciò che si dovrebbe o non fare ricerca di responsabilità o colpevolezza; esibizione presuntuosa circa i pensieri o i sentimenti di altri; mancanza di curiosità; La valutazione della mentalizzazione Buona capacità di Mentalizzazione 1. In relazione a sentimenti e pensieri di altri: - Opacità, assenza di paranoia, tendenza rilassata a contemplare e riflettere; Capacità di assumere il punto di vista dell’altro; Reale interesse per i pensieri e sentimenti altrui; Curiosità alla scoperta, indulgenza e prevedibilità; 2. In relazione al proprio funzionamento mentale: - Duttilità, prospettiva evolutiva, scetticismo realistico, conflitto; Curiosità verso i propri pensieri e sentimenti, interesse per le differenze Consapevolezza dell’impatto degli stati affettivi La valutazione della mentalizzazione Buona capacità di Mentalizzazione 3.In relazione alla rappresentazione di Sè: - Valide capacità di ascolto e esplicative; Continuità autobiografica; Ricchezza della vita interiore; 4.In relazione valori e atteggiamenti generali: - Precarietà; Ponderatezza; La valutazione della mentalizzazione Pseudomentalizzazione La sfida più grande nella valutazione perché il soggetto sembra in grado di concepire e persino di riflettere, con certezze spesso assolute però, sugli stati mentali, ma solo a condizione che questi non abbiano alcuna connessione con la realtà fattuale (modalità del «far finta») Abuso della mentalizzazione Capacità di leggere la mente dell’altro nell’intento di indurne comportamenti a proprio vantaggio (anche negativi). Grande squilibrio tra la capacità di leggere l’altrui mente rispetto alla propria. Più complesso il tentativo di indurre nell’altro pensieri e sentimenti (colpa, ansia, vergogna), anche attraverso atti autolesivi o minacce suicidarie. All’estremo antisociale utilizzo della conoscenza a fini di sadismo. Nel trauma indurre nell’altro il vuoto e il terrore provato da lui a contatto con la mente dell’abusante. (altri metodi per liberarsi di quei sentimenti: autolesionismo, abuso di sostanze, funzionamento «come se») Il dialogo sulla diagnosi e sul contratto Occasioni per mentalizzare e mostrarlo al paziente…. ….sia nel discutere le regole, senza fare troppa pressione, magari riassunte In un opuscolo…. ….Come pure per «rileggere», verificare e riflettere insieme sulla comprensione della diagnosi, mantenendo un atteggiamento attento, rassicurante, attingendo anche ad esempi di vita portati dal paziente, arrivando anche a spiegare il focus del deficit e del trattamento La Formulazione In forma scritta al paziente dopo alcune sedute e passaggio in equipe: - - è un riepilogo organizzato di ciò che si è compreso del paziente, circa la sua storia, le sue difficoltà relazionali e non, i suoi comportamenti autolesivi e anche in termini di capacità di mentalizzazione e esprimendo gli obiettivi iniziali collegati con gli aspetti del trattamento; comprende anche obiettivi a lungo termine riguardanti gli adattamenti sociali e relazionali attesi in funzione del miglioramento della capacità di mentalizzare del paziente L’obiettivo di fondo della formulazione è permettere un lavoro congiunto continuo tra terapeuta e paziente di arricchimento e scoperta dell’identità e della storia del paziente periodicamente rimodulabile (riformulazione) La Gestione delle Crisi Individuare con il paziente le situazioni che potrebbero indurlo a stare male e chiedere aiuto*. * spesso assenza mentale del terapeuta per l’assenza fisica (m. teleologica) Definire e concordare cosa fare con il paziente per affrontare queste situazioni trovando espedienti rassicuranti personali alternativi al ricovero (deresponsabilizzante) e come contattare l’emergenza Il paziente è informato che l’eventuale unità d’emergenza è a conoscenza del suo piano di gestione della crisi Dopo la crisi revisione in equipe, gruppo e terapeuta con il paziente per chiarificare l’episodio e rimodulare gli interventi La Posizione del Terapeuta Mentalizzare in psicoterapia (costruire un processo terapeutico mentalizzante): - Focus sono gli stati mentali del paziente non il suo comportamento, nel «qui ed ora»; Focus anche sugli stati mentali della sua mente, prestando attenzione ai propri agiti - Costruisce e ricostruisce l’immagine mentale del paziente esplicitandone i modi e aiutando il paziente a comprendere ciò che prova e perché; - Umiltà e curiosità, disponibilità ad apprendere cosa lo fa funzionare, osservando e comprendendo i processi interpersonali - Scoraggia libere associazioni ed insight - Riflette esplicitamente sui propri agiti controtransferali tornando indietro con il paziente, corresponsabile, per scoprire cosa è successo rivedendo il tutto «fotogramma per fotogramma» con attenzione agli stati mentali, stimolando mentalizzazione Che cos’è MBT Percorso Terapeutico Identificare gli affetti e non semplicemente il comportamento Esplorare il generale contesto emozionale Delineare l’attuale contesto relazionale al di fuori del programma terapeutico Esaminare il contesto relazionale generale includendo quello del trattamento Esaminare il contesto della relazione terapeutica (transfert) + I N T E N S I T A’ ++ E M O Z I O N I +++ Spettro degli interventi Supportivo/empatico/motivazionale Chiarificazione, elaborazione, sfida Mentalizzare basico e focus sugli affetti Mentalizzare interpretativo Mentalizzare il transfert Spettro degli interventi Chiarificazione, elaborazione, sfida Riordinare i fatti, ricostruire gli eventi, ricondurre le azioni ai sentimenti, riconoscere i segni della mancata lettura della mente Esplorare gli affetti, favorendo il riconoscimento di emozioni miste, empatizzando, cercando di comprendere con il paziente cosa potrebbe farlo sentire diversamente «Ferma e Stai» Spettro degli interventi Mentalizzare basico e focus sugli affetti Focus è sul ripristinare la mentalizzazione ogniqualvolta è andata perduta Fermarsi, Ascoltare, Guardare Fermarsi, Ripercorrere, Analizzare Affermazioni ipotetiche Traccianti di transfert: Collegamenti immediati tra contenuto seduta e relazione pazienteterapeuta/vita del paziente fuori da gestire oculatamente per l’intensità emotiva Spettro degli interventi Mentalizzare interpretativo Focus è mettere in relazione causale la reazione del paziente con un determinato stato mentale Chiarificazione dell’esperienza e chiarificazione ed elaborazione dell’emozione Individuare fallimento della mentalizzazione e incoraggiarne l’utilizzo Offrire un punto di vista alternativo Spettro degli interventi Mentalizzare il transfert Focus è favorire la riflessione e contemplazione sulla relazione che stanno vivendo paziente e terapeuta Non si forniscono spiegazioni al paziente (insight) Si aiuta il paziente a focalizzare la sua attenzione sulla mente del terapeuta, assistendolo nel compito di confrontare la percezione che lui ha di sé con quella che hanno gli altri (anche terapeuta e membri del gruppo) Gli stessi comportamenti possono essere visti da punti di vista differenti da mente diverse Spettro degli interventi Mentalizzare il transfert I sei passi: - Convalida del sentimento di transfert Esplorare il transfert Accettare l’agito controtransferale Collaborazione per giungere ad un’interpretazione Prospettiva alternativa del terapeuta Proporre altra interpretazione alla reazione del paziente E’ PIU’ IMPORTANTE IL PERCORSO CHE IL PUNTO D’ARRIVO Il Gruppo MBT Il Gruppo di Mentalizzazione Esplicita*: *Parliamo di noi e dei nostri sentimenti, emozioni, desideri, credenze e di quelli degli altri tutti i momenti esplicitandoli -Nel programma di day hospital (pazienti gravi) -1h e ½ a settimana per 10-14 settimane e poi meno intensivo -Può fungere da introduzione all’MBT -Dal concetto di mentalizzazione alla proposta di esercizi per attivare la mentalizzazione in vari campi (motivazioni, emozioni caratteristiche personali, capire sè stessi etc…) Il Gruppo MBT Il Gruppo di Mentalizzazione Implicita*: *Mentalizziamo tutti i giorni, in relazione con noi stessi e gli altri, in maniera automatica, sotto il livello di coscienza e cogliendone l’essenza si esplicita. -Obiettivo: capacità di mentalizzare sé stessi, gli altri, le relazioni -1h e ½ a settimana per almeno un anno -Terapeuta più partecipativo che osservatore (ferma e stai) -Monitoraggio ansia dei singoli e del gruppo evitando gli estremi -Il terapeuta utilizza tutte le tecniche mentalizzanti descritte e dei gruppi (domande circolari) -Se co-terapeuta più importante far notare il comprendere il punto di vista dell’altro più che il «fronte unico». Per saperne di più Attaccamento e Funzione Riflessiva, Peter Fonagy e Mary Target, 2001, Raffaello Cortina Editore Il trattamento basato sulla mentalizzazione, Psicoterapia con il paziente Borderline Anthony Bateman, Peter Fonagy, 2006, Raffaello Cortina Editore Guida pratica al trattamento basato sulla mentalizzazione Per il disturbo borderline di personalità Anthony Bateman, Peter Fonagy, 2010, Raffaello Cortina Editore Un ringraziamento personale allo psichiatra dr. Valerio Vivenza per la collaborazione GRAZIE PER L’ATTENZIONE!! [email protected]