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Breve Storia della rispettabile Loggia

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Breve Storia della rispettabile Loggia
R∴L∴Federazione Achea n° 1100 O∴di Rossano
Breve Storia della rispettabile Loggia
(28/08/1812 - 01/05/1991)
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Tavola del Fr∴Maestro Paolo de Luca
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Tornata rituale dell’ 11/11/2005
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“La Massoneria ha la sua origine nel cuore degli uomini”.
Con questa frase Francois Marie Arouet de Voltaire mirabilmente sintetizzava il suo pensiero
su cos’è la Massoneria e sulla sua origine. E’ quindi nel cuore degli uomini che bisogna
scavare per arrivare alla origine della Massoneria? Io, che stasera mi accingo in questo
Tempio a disegnare una tavola architettonica suH’origine e sulla storia della nostra Loggia,
non posso che iniziare rivolgendo idealmente il mio pensiero al cuore di tutti quei fratelli
che, quasi due secoli fa, diedero vita alla Rispettabile Loggia “Federazione Achea”
all’Oriente di Rossano. Nello scorso mese di ottobre, il Gran Maestro Onorario Fr∴Ernesto
D’Ippolito, in occasione dell’Innalzamento delle Colonne della R.'.L.’. “Giovanni Bovio”
all’Oriente di Acri, incitava tutti i fratelli presenti ad avere un orgoglio ed un attaccamento
particolare al titolo distintivo della propria Loggia, orgoglio che non deve mai travalicare
verso un’esaltazione esasperata, divenendo esso stesso unico motivo di appartenenza ad una
Loggia. Un giusto orgoglio mi spinge quindi a tracciare, per grandi linee e con le poche
notizie certe che abbiamo, la storia della nascita e della fine, o meglio ancora come
vedremo più avanti, della trasformazione di questa Loggia, fra le più antiche della Calabria
e dell’Italia stessa, ed attraverso di essa tracciare quindi la storia anche del nostro titolo
distintivo. Il titolo distintivo “Federazione Achea”, dato appunto due secoli fa dai fratelli che
costituirono la prima Loggia a Rossano, si richiamava al tipo di organizzazione federale che
gli Achei, antica popolazione greca, diedero alle dodici città, che fondarono, a partire dal
sec. Vili a.C. nei territori della Magna Grecia. Tra queste dodici città fondate dagli Achei
ricordiamo le più importanti: Sibari, Crotone, Metaponto, Caulonia, Siri, Taranto e Locri. I
fratelli, quindi ispirandosi a questo nome, manifestavano la volontà di costituire nuove logge
in questo territorio, in modo da diffondere gli ideali della Massoneria in tutta la Sibaritide ed
anche oltre . Iniziamo ad inquadrare meglio il periodo storico in cui nasce questa Loggia
Rossanese nell’agosto 1812. Partiamo dalla data del 20 dicembre del 1798, giorno in cui,
dopo un insurrezione popolare e dopo la precipitosa la fuga di Re Ferdinando IV di Borbone
da Napoli, nasce la Repubblica Napoletana. Alcuni giorni dopo, a seguito di un’altra
insurrezione popolare, nasce, grazie anche all’apporto dei massoni cosentini, la prima
repubblica calabrese: la “Repubblica Cosentina”. “Durò 150 giorni e fu un lampo nelle
tenebre” così viene definita da Armando Dito, la breve esperienza Repubblicana a Cosenza,
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nel suo libro “Storia della Massoneria Calabrese”. Fra i liberi muratori che diedero vita a
questa straordinaria esperienza citiamo tra gli altri: Don Saverio Caputo, Pietro De Roberto,
Lodovico Lupinacci, Pietro Malena, Pasquale Rossi e sopra tutti Francesco Saverio Salfi.
Caduta la Repubblica e con il ritomo dei Borboni, molti di loro vennero “inforcati” dalla
giustizia borbonica, e la Massoneria venne sistematicamente perseguitata. Persecuzioni che
terminano il 30 marzo del 1806, con la conquista di Napoli da parte dell’esercito Napoleonico
e con l’insediamento sul trono del nuovo Regno di Napoli di Giuseppe Bonaparte, fratello di
Napoleone. Mi corre adesso l’obbligo di fare un breve passo indietro e parlare di alcuni
avvenimenti che precedono questo data e che riguardano da vicino la nostra Istituzione. Il
22 ottobre del 1804 nasce a Parigi la Grande Loge Ecossaise du Rite Ancien en Acceptè, ad
opera del conte de Grasse Tilly, che portò in Francia una serie di antichi riti di gradi
superiori. Il conte de Grasse Tilly era capitano di cavalleria francese, che era tornato in
Francia da St. Domingo, con lettere credenziali del Supremo Consiglio Madre del Mondo di
Charleston, Sud Carolina, lettere che lo autorizzavano a costituire nuovi Supremi Consigli
“dovunque nei due emisferi se ne fosse sentita la necessità”. Il 5 marzo del 1805 a Milano
viene fondato - sempre ad opera del conte de Grasse Tilly, - il Supremo Consiglio d’Italia del
Rito Scozzese Antico ed Accettato, e Sovrano Gran Commendatore ad vitam viene nominato
il viceré Eugenio de Beauharnais. Il 20 giugno del 1805 avvenne la fondazione, con atto
costitutivo emanato d’autorità dall’appena nato Supremo Consiglio, di una Gran Loggia
Generale sotto la denominazione di Gran Oriente d’Italia, Gran Maestro venne nominato lo
stesso de Beauharnais. Nel giugno del 1806 viene costituito il Gran Oriente di Napoli, che
seguiva il Rito Riformato, sull’esempio del Gran Orient de France, e Gran Maestro venne
nominato Giuseppe Bonaparte, a cui successe nel 1808, il cognato di Napoleone, Gioacchino
Murat, sia nella qualità di Re di Napoli che in quella di Gran Maestro del Gran Oriente di
Napoli. Nel febbraio del 1806, Cosenza accoglie trionfalmente le truppe francesi e festeggia
Giuseppe Bonaparte, erigendo al centro della gran piazza un enorme tempio sostenuto da
colonne ed ornato da statue, segno evidente che anche in Calabria tornava in vita ed in
auge la Massoneria. Massoneria, però, prona ai voleri della Francia Napoleonica. Anche
Rossano saluta calorosamente, il non ancora Re di Napoli, Giuseppe Bonaparte. Questi
passando appunto per Rossano viene acclamato dal popolo e ricevuto dal sindaco Giuseppe
Malena, fratello di Pietro Malena ucciso dai borboni nel Castello di Corigliano, ed accolto da
40 cavalieri in alta uniforme, che portavano una sciarpa con su scritto “Notre vie est pour
vous”, fra i quali cavalieri viene annoverato Ignazio Pisani. Al banchetto, in onore del futuro
Re di Napoli, oltre al sindaco Malena, troviamo il dotto canonico Scipione Camparota,
“massone”.
Da un testo di Ferdinando Clavet, “Storia della Massoneria” , Napoli 1873,
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ricaviamo che erano attive, nel territorio cosentino durante il periodo murattiano, due
logge: una a Cosenza denominata “Pitagorici Cratensi” ed una a Rossano denominata
“Federazione Achea”. Altresì riscontriamo da un “Quadro delle Logge Regolari Dipendenti
dal Gran Oriente di Napoli per l’Anno Massonico 1813”, rinvenuto presso l’Archivio di Stato
di Napoli, che a Rossano esisteva una Loggia avente come titolo distintivo “Federazione
Achea”. Il Maestro Venerabile della “Federazione Achea” era Vanni Domenico e come
Deputato un certo Assante Carlo e la Loggia risulta essere stata costituita in data 28 agosto
1812. Dal Quadro di Loggia riscontriamo altresì che si trattava di una Loggia di Rito
Riformato. Ma che cosa era questo Rito Riformato o anche definito Rito Moderno?
Dobbiamo tornare al 1804, quando il conte de Grasse Tilly fonda la “Grande Loge Ecossaise
du Rite Ancien en Acceptè” e subito dopo il Grand Orient de France si mise in contatto con il
nuovo Rito e con esso raggiunse un accordo: il G.O. sarebbe stato responsabile dei gradi dal
1° al 18° mentre il RSAA dei gradi dal 19° al 33°. Ma quasi immediatamente le cose non
andarono bene ed il 6 settembre del 1805 l’accordo si ruppe ed in conseguenza il Grand
Orient de France continuò con il suo Rito Moderno, adottando da allora anch’esso un sistema
modificato di 33 gradi, che in seguito prese il nome di Rito Riformato, in cui il grado di
Rosa Croce (XVIII°) corrispondeva al 33° grado del Rito Scozzese. A Napoli fu mandato il
Ferrier, il più antico e grande massone di Francia per organizzare un Oriente Riformato
sotto gli auspici di quello francese. Le Logge riformate si diffusero in tutto il Regno, i
massoni crescevano alla giornata ed i brevetti venivamo inviati per posta nei più lontani
paesi del Regno. Nel 1812 molte logge ritornarono all’antico Rito Scozzese e così a Napoli si
videro 2 Orienti e 2 Capitoli Generali (quelli del 18° e del 33° grado). Ma torniamo alla
nostra Rispettabile Loggia “Federazione Achea” . Chi era questo Vanni Domenico, primo e
forse anche ultimo Maestro Venerabile della Loggia “Federazione Achea” all’Oriente di
Rossano? Domenico Vanni di Rende, ma di origini fiorentine, allievo ed amico del Salfi,
partecipa, fin dal 1797, all’attività giacobina a Cosenza. Tra fine del 1798 ed inizio del 1799
troviamo il Vanni partecipe del movimento di rinnovamento che vedeva nelle autorità
borboniche e nei loro modi di amministrare le ragioni della crisi che attanagliava la vita
sociale. Quando fu proclamata la repubblica cosentina, il Vanni prese parte nella formazione
del nuovo governo insieme a Francesco Alimena, Pietro De Roberto, Francesco Firrao,
Francesco Antonio Le Piane, Giacinto e Francesco Saverio Scarpelli ed altri. Durante la
repubblica partenopea Egli fu deputato del cantone di Rende.
Della sua opera politica
rimane una nota inviata “ Ai Cittadini rappresentanti del Governo provvisorio” del 29
piovoso dell’anno primo repubblicano (17/02/1799), nella quale espose delle riflessioni circa
la divisione dipartimentale del territorio repubblicano, in questa nota egli fa rilevare che se
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la divisione dipartimentale è sicuramente nobile, in quanto afferma la libertà delle autorità
locali contro il centralismo, ed è anche motivo di sviluppo per tutte le popolazioni del
territorio, una inesatta divisione però è foriera di cattiva amministrazione e causa di
disordini. Nel dipartimento del Crati, egli rileva, che le divisioni e le aggregazioni
effettuate, costringono diverse municipalità “ a traversar montagne orride, valicare fiumi
per unirsi alla centrale stabilita”. Faceva appello al commissario Organizzatore, Pietro
Malena di Rossano, perché cogli altri membri dell’amministrazione dipartimentale abbiano la
facoltà di rettificare la distribuzione del dipartimento suddetto, per ovviare alle lagnanze ed
al malcontento che si possa per tale effetto introdurre. Sembra ascoltare certi discorsi di
oggi nella richiesta della nuova provincia della Sibaritide. Di notevole importanza è ancora
l’intestazione della nota con alla sinistra la parola Libertà ed alla destra la parola
Uguaglianza ed al termine della lettera le parole.....Salute e fratellanza. Il dipartimento del
Crati, all’epoca, era diviso in dieci cantoni: Cosenza, Corigliano, Ciro, Acri, Castrovillari,
Tarsi, Castel Saracino, Lauria, Belvedere, Belmonte. Il cantone di Corigliano era composto
fra gli altri dai seguenti comuni: Corigliano, Rossano, Paludi, Crosia, S. Giovanni Palagoria,
S.Cosmo. Nel maggio 1806, con l’avvento dei francesi, Rossano viene designata capoluogo
del circondario, estendendo ulteriormente il suo territorio incorporando il mandamento di
Ciro. A capo del cantone è posto un Sottointendente ed un Consiglio Distrettuale composto
da dieci consiglieri, Il Sottintendente regola le imposte, si occupa delle irregolarità e dei
danni pubblici, ha il compito di relazionare il tutto al governo centrale. Il Vanni viene
nominato Sottointendente di Rossano nel dicembre del 1806, proveniente da Matera dove
rivestiva il medesimo incarico. Il Vanni rimane a Rossano, in qualità di sottointendente, fino
al 1810, quando viene inviato in altra sede. Durante il suo mandato si rileva amministratore
capace ed attivo, governando con sagacia ed equilibrio ed offrendo un valido contributo alla
lotta al brigantaggio. Intanto a seguito della disastrosa campagna di Russia, 1812, con la
disfatta dell’esercito napoleonico guidato da Murat, cominciarono a spirare per tutta la
penisola italiana venti di fronda antinapoleonica e soprattutto nel Regno di Napoli, dove si
era diffusa la Carboneria, una massoneria clandestina, come la definì Murat, portatrice di
un disegno indipendentistico e unitario fatalmente conflittuale con il regime napoleonico.
Anche a Rossano nasce nel 1814 quella che venne chiamata la “Vendita dei f Carbonari”, per
diretta ispirazione della Loggia Massonica “Federazione Achea”. Gli adepti si riunivano nel
vecchio convento di S. Antonio, ormai oggi soppresso, e si sa che ad essa vi appartenevano
vecchi massoni e liberali d’antica fede quali: Don Scipione Baldassarre Camporota, Giuseppe
Barone, i fratelli Labonia, Giuseppe e Domenico Morici, Antonio Criteri, Diego De Rusis,
Giovanni Interzati, Giuseppe e Giovanni Malena, i fratelli Toscano, Raffaele Rapani, e
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Giorgio Lettieri. Nel 1814 le Logge dell’Oriente Riformato erano deserte e vi si trovarono
solo “gli impiegati del Murat”, nel mentre la gran parte dei massoni si riunivano nelle
Vendite Carbonare. Il giorno 23 luglio del 1814 Giacchino Murat decretò la chiusura di tutte
le Vendite Carbonare del Regno, e in seguito a questo decreto anche “La Vendita dei
Carbonari” di Rossano fu chiusa. Si conclude quindi con questo decreto la storia della Loggia
“Federazione Achea”e della “Vendita dei Carbonari” di Rossano, e a noi, che siamo gli eredi
di questi primi liberi muratori Rossanesi, che si sono battuti per gli ideali di libertà, di
eguaglianza e di fratellanza, a noi appunto il compito di proseguire il cammino iniziatico
illuminati sempre da questi ideali da loro perseguiti, anche a costo della loro stessa vita. A
distanza di circa 180 anni, da questi avvenimenti, il 1° maggio del 1991, un gruppo di
fratelli: Brunetti Rodolfo, Seminario Guglielmo, Zagarese Giovanni, Spezzano Giuseppe,
Borromeo Antonio, Superchi Salvatore, Nigro Mario, Viteritti Adriano Natale, Toscano Lino,
De Novellis Carlo, Andreano Nino, Fiore Domenico, Cristiano Nino, Goffredi Raffaele, Carli
Antonio, Barrese Emilio e Malta Giovanni, decisero idealmente di proseguire quel cammino
iniziato da Vanni Domenico, dal dotto canonico Scipione Baldassarre Camparota, dai fratelli
Giuseppe e Giovanni Malena, ed innalzarono di nuovo le Colonne della “Federazione Achea”
all’Oriente di Rossano. Vorrei concludere questa tavola rivolgendo il mio pensiero a tutti quei
fratelli della R. .L.'. “Federazione Achea” che ci hanno preceduto nei Lavori Muratori e che
ora sono passati all’Oriente Eterno, citando una frase del Fr.’.Ernesto D’Ippolito: “il mio
pensiero va a tutti quei fratelli che hanno deposto serenamente i propri strumenti di lavoro”
e con i quali ci stringiamo, formando una ideale catena d’unione.
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